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Il Consiglio europeo nel 2011
GENNAIO 2012
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Il Consiglio europeo nel 2011
GENNAIO 2012
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Il presente opuscolo è realizzato dal segretariato generale del Consiglio.
htt p://www.european-council.europa.eu
Lussemburgo: Uffi cio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2012
ISBN 978-92-824-3446-8doi:10.2860/43547ISSN 1977-320X
© Unione europea, 2012
Riproduzione autorizzata con citazione della fonte.
Printed in BelgiumSTAMPATO SU CARTA ECOLOGICA
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Il Consiglio europeo nel 2011, a cura del presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy
Sommario
L’Europa alla prova 5
Stabilità della zona euro 6
Crescita e occupazione 10
L’Unione nel mondo 13
Un tempo per ogni cosa 16
La via da seguire 21
Conclusioni del Consiglio europeo e dichiarazioni dei capi di Stato o di governo 23
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Il Consiglio europeo nel dicembre 2011 accoglie la Croazia come 28º membro dell’Unione.
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Nell’anno appena trascorso la crisi del debito sovrano nella zona euro si è fatt a ancor più acuta, venendo a rappresentare per l’Unione europea (UE) la prova più ardua da molti anni a questa parte. Nell’arco di questi dodici mesi i leader europei di tutt i i 27 Stati membri hanno adott ato, individualmente e collett ivamente, decisioni importanti per uscire dalla tempesta, uniti nella determinazione assoluta a superare la crisi dell’euro. Sappiamo che non esistono soluzioni lampo e che il cammino sarà lungo e irto di ostacoli: eppure restiamo convinti che occorra preservare i risultati conseguiti in sessant’anni d’integrazione europea e gett are le fondamenta del futuro.
Il Consiglio europeo nel 2011 illustra le att ività svolte dall’istituzione durante il 2011, secondo anno del mio mandato di presidente. La stabilità della zona euro e lo stato delle nostre economie hanno richiesto tutt a la nostra att enzione, così come l’evoluzione del paesaggio geopolitico che ci circonda, non da ultimo a seguito della Primavera araba.
Il Consiglio europeo riunisce intorno a uno stesso tavolo i leader di massimo livello degli esecutivi dell’Unione: 27 capi di Stato o di governo degli Stati membri, presidente della Commissione, presidente del Consiglio europeo. Insieme stabiliamo le priorità politiche, decidiamo la rott a strategica dell’Unione e assumiamo la guida in situazioni di crisi.
Nel corso del 2011 abbiamo dato il benvenuto a nuovi colleghi e ci siamo congedati da altri dopo il cambio di governo in Irlanda, Finlandia, Portogallo, Danimarca, Grecia, Italia e Belgio. In alcuni casi il cambiamento era collegato dirett amente alla crisi del debito pubblico. In due paesi, infatt i, i colleghi hanno accett ato d’indire elezioni politiche anticipate per preservare la stabilità fi nanziaria della zona euro: per aiutare a riguadagnare la fi ducia dei mercati, in Spagna, e per assolvere l’impegno di contribuire alla costruzione di un argine più solido, in Slovacchia. Sono tutt i segnali che indicano come la politica europea e quella nazionale siano ormai interconnesse in un intreccio strett o come non mai.
Il tratt ato di Lisbona prevede la tenuta di almeno quatt ro riunioni del Consiglio europeo l’anno, ma le circostanze ci hanno indott o a collaborare più assiduamente. Nel 2011 si sono tenute cinque riunioni formali del Consiglio europeo più una riunione straordinaria, una riunione informale dei membri del Consiglio europeo nonché, sempre sott o la mia presidenza, quatt ro vertici separati dei capi di Stato o di governo della zona euro.
La mia esperienza al tavolo dei leader dell’Unione mi permett e di aff ermare con certezza che, nonostante le discussioni siano talvolta franche, esiste fondamentalmente la volontà politica forte di lavorare assieme da pari a pari, di aiutarci a vicenda e di avanzare come Unione, nel totale rispett o della diversa situazione di ciascuno. Durante tutt o il periodo abbiamo agito sempre cercando di trovare il giusto equilibrio fra solidarietà collett iva e responsabilità individuale nel salvaguardare il bene comune europeo, sia esso la moneta unica, il mercato interno o una frontiera comune: gestire la tensione fra unità e diversità è la sfi da quotidiana dell’Unione.
L’Europa alla prova
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e dell’occupazione. Secondo, ha evidenziato carenze sistemiche nell’unione economica e monetaria stessa. Al di là degli interventi immediati per preservare la stabilità fi nanziaria della zona euro, ci siamo quindi dedicati a ristabilire la credibilità strutt urale dell’euro. Non serve alimentare le aspett ative in vista di un incontro al vertice risolutivo: altro tempo ed altre riunioni dovranno essere dedicati ai lavori nell’anno che ci att ende.
Arginare il contagio
Ripensando agli ultimi dodici mesi, pare che la svolta si sia verifi cata in estate, col mese di agosto a fare da spartiacque. Nel primo semestre, infatt i, abbiamo operato con prudente fi ducia per migliorare lo strumentario concordato in via di principio a fi ne 2010. Nel secondo semestre, invece, il deterioramento della situazione sui mercati ci ha costrett o a ripensare la risposta a fronte della profondità della crisi.
In una serie di riunioni in febbraio, marzo e giugno del 2011 abbiamo messo a punto e adott ato un pacchett o globale di misure economiche, articolato in maggior rigore nella sorveglianza macroeconomica e di bilancio, maggiore effi cacia dei meccanismi di salvataggio, riforme a favore della crescita e della competitività, alleviamento del debito e risanamento del sett ore fi nanziario.
A inizio luglio il deterioramento della situazione in alcune delle economie più esposte, in particolare la Grecia, ci ha imposto di dimostrare che la zona euro era in grado di contrastare, di per sé, il rischio di contagio fi nanziario. Partita da una serie di crisi nazionali del debito, la situazione si stava trasformando in un problema sistemico che minacciava la stabilità della zona euro nel suo complesso. Ho convocato per il 21 luglio una riunione, rivelatasi fondamentale, dei
La salvaguardia della stabilità fi nanziaria della zona euro ha costituito anche quest’anno l’obiett ivo preponderante della maggior parte delle nostre riunioni. Per tutt o questo tempo abbiamo avuto un duplice compito: adott are misure d’emergenza, come la costituzione e il potenziamento di fondi di salvataggio, e al tempo stesso creare in modo graduale una nuova governance economica che eviti problemi futuri. È stato un anno di sforzi alla ricerca della convergenza, della disciplina e dell’integrazione, dal 1º gennaio — quando abbiamo accolto l’Estonia come 17º membro dell’unione monetaria — a fi ne dicembre — quando abbiamo defi nito le modalità con cui sancire regole più rigorose per la zona euro in una nuova unione di stabilità fi scale.
Tutt i i colleghi si sono assunti la responsabilità delle decisioni diffi cili prese collett ivamente. Provvedimenti pesanti di bilancio e di riforma economica sono stati adott ati in tutt a Europa, e specialmente nei paesi inseriti in programmi di aggiustamento (Grecia, Irlanda e Portogallo) e nei paesi sott oposti alla pressione dei mercati, come Spagna e Italia. È stato necessario dar prova di coraggio politico e di senso dello Stato tanto per difendere queste misure di austerità quanto per convincere parlamenti recalcitranti e l’opinione pubblica della necessità d’intervenire con prestiti ingenti.
La crisi del debito pubblico, cominciata come aspett o conseguente e a sé stante della crisi fi nanziaria ed economica globale del 2008-2009, ci ha colpito duramente per due motivi. Primo, ha messo in luce debolezze strutt urali in alcune economie europee, quali il livello insostenibile del debito pubblico o privato e la perdita di competitività, il che ci ha indott o ad att ribuire priorità alla promozione della crescita strutt urale
Stabilità della zona euro
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di compiere sforzi considerevoli ai fi ni del risanamento del bilancio e del miglioramento della competitività ha contribuito a ristabilire la fi ducia.
Nella riunione di dicembre, l’ultima del 2011, abbiamo concordato iniziative rilevanti per riportare la zona euro in acque più sicure. Abbiamo elaborato e perfezionato gli strumenti di stabilizzazione a breve termine, ad esempio mett endo a disposizione dell’FMI risorse supplementari e rivedendo l’approccio al coinvolgimento del sett ore privato nel tratt ato MES (meccanismo europeo di stabilità) allineandolo rigorosamente ai principi e pratiche dell’FMI. In questo senso la Grecia resta un caso unico. Abbiamo inoltre tenuto una discussione più pregnante sulla risposta sistemica alla crisi dell’euro, dalla quale è scaturito un «patt o di bilancio». In ott obre i leader della zona euro mi avevano chiesto di elaborare una relazione e di stilare una tabella di marcia per il raff orzamento dell’unione economica. Nelle lunghe ore della nott ata tra l’8 e il 9 dicembre mi sono riunito con i colleghi per decidere la rott a da seguire. Sulla fi nalità ci siamo rapidamente trovati d’accordo, ma, come succede nell’UE — il cui edifi cio, dopotutt o, si regge su tratt ati, protocolli e leggi — la scelta dello strumento giuridico si è rivelata più spinosa. Alla fi ne abbiamo deciso che, per migliorare la condott a di bilancio e il coordinamento delle politiche economiche, i membri della zona euro avrebbero fi rmato un accordo distinto. Tutt i i futuri membri dell’euro hanno manifestato l’intenzione di associarsi all’impegno, il miglior voto di fi ducia nel futuro della moneta unica.
Disciplina e convergenza
Ai fi ni della stabilità dell’Unione monetaria è indispensabile che i bilanci nazionali siano sani: per
leader della zona euro, nella quale abbiamo concordato un secondo programma di assistenza alla Grecia, fi nanziato dagli Stati membri dell’UE e dal Fondo monetario internazionale (FMI) e comprendente, in via eccezionale, un coinvolgimento del sett ore privato a titolo volontario. Abbiamo convenuto altresì misure att e ad arginare il contagio, in particolare migliorando l’effi cacia del fondo di salvataggio FESF (Fondo europeo di stabilità fi nanziaria).
Nell’immediato l’esito del vertice ha provocato una reazione positiva rassicurando i mercati sulla resilienza della zona euro. A inizio agosto, tutt avia, la crisi si è acuita a causa di un malinteso e del timore che il coinvolgimento del sett ore privato per la Grecia potesse costituire un precedente per altri paesi dell’euro. Si sono insinuati dubbi anche riguardo all’att uazione del pacchett o, che alla fi ne si sono rivelati infondati perché tutt i i 17 parlamenti nazionali lo hanno regolarmente approvato in tre mesi: un successo clamoroso in termini politici anche se lento per gli standard del mercato. Tutt avia, il danno era fatt o: la volatilità dei mercati cominciava ad aumentare e i tassi d’interesse di una delle più grandi economie della zona euro iniziavano una drastica ascesa proprio mentre gli azzardi politici al Congresso americano su una potenziale inadempienza degli Stati Uniti alimentavano l’incertezza dei mercati. Inoltre, la crescita economica subiva un notevole rallentamento in tutt o il mondo: tutt i questi problemi si sommavano alimentandosi a vicenda.
In una serie di riunioni ad ott obre abbiamo dovuto adott are altre decisioni sui vari fronti, ormai divenuti familiari, in cui s’imponeva un intervento: sostenibilità del debito greco, argine contro il contagio, sett ore bancario, crescita economica. Inoltre, il fatt o che singoli Stati membri, come l’Italia, abbiano assunto l’impegno
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deciso in marzo era l’aumento della convergenza verso l’alto. Ventitré Stati membri si sono volontariamente impegnati a muoversi nella stessa direzione su materie come le riforme del mercato del lavoro, le pensioni e le prestazioni sociali o il debito privato delle banche e delle famiglie. Si tratt a di riforme strutt urali che serviranno a riportare l’Europa sul percorso di una crescita sostenibile e tesa a creare occupazione.
Una questione d’interesse comune
La crisi ha determinato uno sguardo nuovo di ciascuno sulle prestazioni dell’altro: un senso più acuto di responsabilità comune. In quest’ott ica la riforma della governance economica è poliedrica, perché è quella combinazione complessiva di pressione istituzionale, pressione reciproca e pressione dei mercati che ci impedirà di ricadere in simili diffi coltà.
La pressione reciproca tra i leader politici europei si è intensifi cata notevolmente, non soltanto a causa del nuovo assett o istituzionale, ma anche in conseguenza degli eventi. Preservando la stabilità della zona euro nel suo complesso, i leader tutelano l’occupazione e la crescita nei rispett ivi paesi, mentre i leader dei paesi che devono intervenire con prestiti pagati dai loro contribuenti hanno validi motivi per esercitare una sorveglianza paritetica forte. Sono quasi quotidiane le telefonate che i leader dedicano ai debiti dei loro paesi, a traduzione decisamente concreta del concett o astratt o di «interdipendenza». Il controllo esercitato dall’opinione pubblica e dai media ha svolto un ruolo notevole nel mantenere vigili tutt i noi.
Tutt o sommato, abbiamo realizzato molto in venti mesi. Grazie alle ulteriori iniziative in discussione att ualmente, l’Unione disporrà dei mezzi per concretare il principio fondamentale sancito nei tratt ati esatt amente vent’anni fa a Maastricht: «Gli Stati membri considerano le loro politiche economiche una questione di interesse comune». Nel 2012 vaglieremo ulteriormente le possibilità di approfondimento dell’unione economica, materia sulla quale riferirò al Consiglio europeo di marzo. Ritengo sia importante dimostrare che non ci limitiamo a punire i trasgressori, raccordiamo anche le nostre politiche. Dobbiamo dimostrare che l’euro è più di una moneta, è un progett o irreversibile, un destino comune.
questo nel 2011 l’Unione ha raff orzato le regole di bilancio e i meccanismi di sorveglianza. Il Consiglio europeo ha impresso un impulso decisivo in questo senso seguendo da vicino l’att ività legislativa che aveva avviato l’anno precedente ed aprendo una strada nuova per spingersi oltre. Molti danni avrebbero potuto essere evitati se avessimo avuto a disposizione tutt i gli strumenti att uali fi n dall’inizio della crisi.
Anzitutt o, il patt o di bilancio raff orzerà in modo determinante le regole stesse a base del bilancio. I paesi della zona euro si spingono oltre gli impegni att uali vincolandosi al pareggio di bilancio con un disavanzo strutt urale massimo dello 0,5 %. Entro il 2012 questa nuova regola di bilancio sarà recepita nella normativa nazionale, preferibilmente a livello costituzionale o equivalente. La miglior disciplina è l’autodisciplina.
Per migliorare il rispett o delle regole è stata inoltre aumentata la pressione istituzionale. Le sanzioni diventano praticamente automatiche a livello sia corrett ivo sia preventivo. I partecipanti al patt o di bilancio hanno convenuto che, in caso di trasgressione alla regola del disavanzo, si applicherà un aggiustamento automatico defi nito da ciascuno di loro. Inoltre, la Commissione esaminerà i documenti programmatici di bilancio in una fase più precoce.
Infi ne, il sostegno fi nanziario ai paesi inseriti in un programma di assistenza sarà subordinato a una condizionalità macroeconomica rigorosa, come già avviene per Grecia, Irlanda e Portogallo. La Commissione assumerà un ruolo più incisivo nel monitoraggio e nell’esecuzione delle misure.
Se è vero che un bilancio sano è un prerequisito nella prevenzione delle crisi, alcuni paesi hanno imparato a loro spese che esso non è tutt avia suffi ciente. Per questo, a partire dal 2012 l’Unione monitorerà att entamente non soltanto il debito e il disavanzo pubblici, come previsto nel Patt o di stabilità e crescita, ma anche i rischi di bolle patrimoniali o di squilibri commerciali. Inoltre, la Commissione esaminerà tutt e le grandi riforme di politica economica con potenziale impatt o sugli altri membri della zona euro.
I paesi che condividono una moneta non possono permett ersi le divergenze economiche del passato. Il principio ispiratore del cosiddett o «Patt o euro plus»
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Membri del Consiglio europeo a colloquio con i giornalisti.
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Il Consiglio europeo di ott obre si è adoperato per promuovere l’agenda comune per la crescita. Abbiamo deciso di accelerare le misure dell’att o per il mercato unico che creeranno occupazione e crescita a breve e medio termine, per esempio rendendo più semplice per le piccole e medie imprese ott enere crediti e assumere personale. Un posto speciale spett a al mercato unico digitale. Abbiamo altresì convenuto che il fi nanziamento centrale dell’UE si concentri interamente, per quanto possibile, sulle misure collegate alla crescita, principio che dovrebbe essere applicato al quadro di bilancio att uale (2007-2013) laddove ancora possibile e che dovrà certamente assurgere a principio guida nel prossimo quadro di bilancio sett ennale dell’Unione (2014-2020). Nella riunione di marzo del prossimo anno porteremo avanti i lavori su dett e questioni sulla base dell’analisi annuale della crescita a cura della Commissione e di un contributo della presidenza danese entrante.
Energia e innovazione
Innovazione ed energia sono entrambe fondamentali per la crescita e la prosperità future. Si tratt a di tematiche intimamente connesse che incidono sulle grandi sfi de sociali della nostra epoca: posti di lavoro att raenti, invecchiamento in buona salute, economia verde e a basse emissioni di CO
2, sicurezza
dell’approvvigionamento energetico. Per questo motivo ho deciso che di questi temi si sarebbe dovuto discutere a febbraio. Sull’energia così come sull’innovazione abbiamo impresso un impulso strategico forte adott ando decisioni importanti e fi ssando scadenze concrete: sul capitale di rischio, proposte entro 12 mesi; sullo spazio unico della ricerca, att uazione entro il 2014; sul mercato integrato dell’energia, piena operatività entro il 2014; sull’interconnessione delle reti del
Tra la popolazione europea aumenta la preoccupazione per il posto di lavoro, i risparmi e il futuro dei fi gli. L’Unione deve dare una risposta a queste preoccupazioni. Nell’aff rontare gli eff ett i immediati della crisi abbiamo impostato anche una strategia per la crescita e l’occupazione che abbraccia il prossimo decennio.
Le misure a lungo termine possono avere anche un impatt o positivo a breve termine, a maggior ragione quando l’elemento essenziale per superare la crisi è riguadagnare credibilità. Una prospett iva di crescita economica duratura può contribuire notevolmente a ripristinare la fi ducia, creare occupazione e assorbire il debito.
Dati i margini strett issimi della situazione di bilancio in numerosi Stati membri, stimolare la crescita mediante un disavanzo di spesa non è la soluzione. Eppure, possiamo fare ancora molto. Abbiamo esortato a dare priorità, nei bilanci nazionali ed europei, alla spesa nei sett ori forieri di ulteriore crescita, abbiamo spinto per riforme economiche strutt urali in ciascuno Stato membro e abbiamo deciso di approfondire il mercato interno come mezzo per aumentare la competitività: siamo convinti che questi tre approcci possano condurre a grandi risultati.
In marzo e in giugno abbiamo valutato nel contesto del primo semestre europeo — il nuovo quadro di coordinamento delle politiche economiche — i progressi compiuti da ciascuno di noi in termini non soltanto di riduzione del disavanzo e del debito, ma anche di riforme foriere di crescita. La Commissione ha espresso ferme valutazioni e ha presentato severe raccomandazioni che i leader europei si sono personalmente impegnati ad att uare.
Crescita e occupazione
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gas e dell’energia elett rica tra tutt i gli Stati membri, operatività entro il 2015. Altrett anto essenziale è una visione a lungo termine: abbiamo pertanto chiesto la messa a punto di una strategia di riduzione delle emissioni di CO
2 in vista del 2050 che fornisca il quadro
per l’azione nel sett ore dell’energia e dei cambiamenti climatici.
Nella scia dei tragici avvenimenti di Fukushima in Giappone, la sicurezza nucleare è immediatamente emersa come questione di grande preoccupazione. Al Consiglio europeo di marzo ci siamo esplicitamente impegnati a rispett are (e migliorare costantemente) i più elevati parametri di sicurezza nell’UE e nel nostro vicinato. Ne sono conseguite la messa a punto e l’att uazione progressiva di un programma ambizioso di «prove di stress» sul nucleare in Europa e nei paesi partner al fi ne di garantire la sicurezza delle centrali nucleari.
Ripristinare la crescita: una responsabilità globale
Tutt i i leader hanno piena consapevolezza del fatt o che per l’Europa questa è l’ora della verità: la crisi fi nanziaria ha accelerato alcune tendenze a lungo termine; a livello globale la potenza economica si sposta verso i paesi
emergenti, verso il Pacifi co. Su queste basi mantenere lo status quo ci condannerebbe ad un relativo graduale declino. Eppure, l’aumento della prosperità nel mondo rappresenta anche un’opportunità che ci permett e di migliorare le nostre prestazioni commerciali e di att irare maggiori investimenti stranieri. In questo senso un ruolo spett a agli accordi di libero scambio. Nell’inseguire la crescita dovremmo concentrarci sulla promozione della crescita dei partner i cui mercati sono in rapida espansione. Per questo motivo nella riunione di ott obre abbiamo discusso anche le modalità di un uso più strategico di queste relazioni.
Siamo consapevoli che nelle altre economie le persone guardano a noi, perché i nostri problemi possono ripercuotersi sul loro posto di lavoro, la loro pensione, i loro risparmi. Allo stesso modo ci aspett iamo che le altre importanti economie si assumano le loro responsabilità nell’aff rontare le sfi de interne. È nel loro interesse che l’Unione europea e, in particolare, la zona euro si lascino le diffi coltà alle spalle. Per converso, è altrett anto nell’interesse dell’Europa che gli Stati Uniti stabilizzino la situazione del debito pubblico o che la Cina stimoli la domanda interna e aumenti la fl essibilità del tasso di cambio della sua moneta. Ognuno deve mett ere ordine in casa propria: è stato questo il leitmotiv di tutt e le riunioni internazionali.
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Il presidente de Consiglio europeo prende la parola all’Assemblea generale dell’ONU, 22 sett embre 2011.
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Tutt i i paesi della regione sono confrontati a sfi de estremamente impegnative: riconciliazione, transizione politica, ricostruzione. Sono in corso riforme dal Marocco all’Egitt o, dalla Tunisia alla Giordania. Siamo pronti a sostenere le iniziative di questi paesi che si prefi ggono una trasformazione democratica e riforme economiche. Per questo motivo l’Unione ha off erto ai paesi della regione un nuovo partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa.
Purtroppo la Primavera araba non ha prodott o solo risultati positivi: resta preoccupante la violenza nello Yemen, mentre proprio la situazione inaccett abile che regna in Siria ci ha indott i a chiedere alla comunità internazionale di unire gli sforzi per imporre sanzioni severe.
Il mondo arabo è in evoluzione, un’evoluzione che richiederà tempo: non è certo rovesciando un ditt atore che si dà vita alla democrazia, né organizzando libere elezioni che la disoccupazione scompare. Sono processi di transizione, per i quali l’Unione europea off re sostegno a lungo termine ai fi ni del concretamento eff ett ivo delle aspirazioni delle popolazioni arabe.
Sulla nostra sponda del Mediterraneo
Nel prestare att enzione ai nostri vicini meridionali non dimentichiamo però quelli orientali. Il secondo vertice del partenariato orientale tenutosi a Varsavia il 29 e 30 sett embre ha testimoniato la nostra volontà di continuare a interagire att ivamente con paesi quali la Moldova, l’Ucraina e la Georgia e di portarne avanti l’associazione politica e l’integrazione economica con l’Unione europea. Abbiamo precisato che, per ciascuno dei sei «partner orientali», la velocità e la profondità di tale processo dipenderanno dalla loro adesione ai principi democratici e allo stato di diritt o.
Mondo arabo — Oltre la Primavera
Le insurrezioni del 2011 nel mondo arabo hanno segnato per noi la svolta geopolitica più signifi cativa dalla fi ne della guerra fredda. La Storia è in evoluzione, proprio alle frontiere meridionali dell’Europa. Le aspirazioni dei dimostranti erano familiari ai giovani, uomini e donne, di tutt o il mondo: lavoro, giustizia, possibilità di intervenire nella vita politica del loro paese, giustizia sociale, speranza di una vita migliore. Siamo stati risoluti, fi n dal principio, ad usare tutt i i mezzi a disposizione affi nché questi grandi cambiamenti conducessero ad un esito positivo, affi nché la Primavera araba evolvesse in un’autentica rinascita.
Se sviluppi in positivo e in negativo si riscontravano in tutt a la regione, gli avvenimenti di febbraio in Libia hanno destato particolare preoccupazione: un leader che apre il fuoco sul suo stesso popolo, un paese vicino alla guerra civile, una crisi umanitaria incombente sull’altra sponda del Mediterraneo. Non potevamo restare a guardare allorché si profi lava un massacro. L’11 marzo 2011 ho indett o un Consiglio europeo straordinario sulla Libia — solo altre tre riunioni d’urgenza sono state convocate negli ultimi dieci anni: dopo l’11 sett embre, per la guerra in Iraq, per il confl itt o in Georgia. In tale occasione abbiamo convenuto all’unanimità che la sicurezza della popolazione libica doveva essere assicurata con tutt i i mezzi necessari. Abbiamo inoltre formulato le tre condizioni che, alcuni giorni dopo, hanno consentito al Consiglio di sicurezza dell’ONU di adott are la risoluzione fondamentale 1973 sulla protezione della popolazione libica, la quale ha a sua volta fornito alla comunità internazionale la base per intervenire, con un sostegno regionale e sott o la guida di paesi europei.
L’Unione nel mondo
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nostre frontiere è aiutare i giovani a costruirsi un futuro nel loro paese.
L’azione a livello globale
Il Consiglio europeo continuerà a svolgere il ruolo di bussola strategica dell’Unione. In quasi tutt e le riunioni abbiamo discusso di aff ari esteri, dalla preparazione delle posizioni europee in imminenti incontri al vertice bilaterali o multilaterali — ad esempio il G8 o il G20 — alla discussione di questioni d’interesse comune come il programma nucleare iraniano o i cambiamenti climatici; ci adoperiamo per interagire con i nostri partner strategici, in particolare Stati Uniti, Russia e Cina (paese in cui mi sono recato in visita uffi ciale in maggio), e con le altre economie emergenti. Abbiamo off erto sostegno al Giappone per aiutarlo a superare la triplice calamità di marzo: terremoto, tsunami e incidente nucleare.
Nel complesso l’Unione europea sta compiendo progressi sulla scena internazionale. Si sono compiute alcune svolte, ad esempio la recente acquisizione di uno status raff orzato alle Nazioni Unite, grazie al quale a sett embre ho avuto il privilegio di rivolgermi per la prima volta all’Assemblea generale dell’ONU a nome dell’Unione europea. È creando precedenti, uno dopo l’altro, che l’Europa, in questo come in altri campi, è sempre riuscita ad avanzare.
L’accordo raggiunto in occasione del Consiglio europeo di giugno ha preparato il terreno per la fi rma, a dicembre, del tratt ato di adesione della Croazia all’Unione europea. L’ingresso della Croazia nel 2013 quale 28º Stato membro sancisce il destino europeo dei paesi dei Balcani occidentali. Non solo abbiamo uffi cialmente aperto la porta ai croati, ma abbiamo tenuto a chiarire che non si richiuderà dopo di loro: il Consiglio europeo si att ende che la Serbia ott enga lo status di candidato nel febbraio 2012 e che nel giugno 2012 prendano l’avvio i negoziati con il Montenegro.
A giugno abbiamo discusso di migrazione. Nove mesi prima avevo ravvisato la necessità di discuterne, ma la tematica si è fatt a urgente sull’onda della Primavera araba. Una gestione effi cace delle frontiere esterne è essenziale anche per la libera circolazione delle persone all’interno delle nostre frontiere, una delle pietre miliari dell’integrazione europea. Per poter dare una risposta più effi cace alle situazioni di crisi abbiamo deciso d’introdurre nel meccanismo di Schengen una misura di salvaguardia, applicabile a condizioni rigorosamente delimitate per non compromett ere il diritt o fondamentale alla libera circolazione. Abbiamo concordato altresì che una politica migratoria effi cace comincia oltre i confi ni dell’Europa: i nuovi partenariati con i nostri vicini includono quindi anche gli aspett i relativi alla migrazione, alla mobilità e alla sicurezza. Il modo migliore per ridurre la pressione alle
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Vertici e riunioni con paesi terzi.
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Nel corso del 2011 molti osservatori della politica europea sono rimasti colpiti dalla diff erenza di velocità tra i mercati e la democrazia. I mercati godono del lusso di potersi muovere alla velocità di un clic del mouse. I processi democratici spesso impiegano mesi per pervenire a un risultato. Questo contrasto di tempi si è rivelato una notevole sfi da, tanto più perché, per quanto riguarda i tempi sott o il profi lo politico, vi sono tre aspett i che occorre distinguere: il tempo delle democrazie parlamentari, determinato da procedure legislative, votazioni e dall’esigenza di ott enere una maggioranza; il tempo dell’opinione pubblica, che per convincersi ha bisogno di percepire un cambiamento concreto; e infi ne il tempo dell’att uazione, dell’esecuzione delle misure una volta che queste sono state approvate, altro aspett o essenziale, ad esempio, per le riforme strutt urali. A tale proposito, la richiesta di una maggiore speditezza del processo decisionale
In un mondo di fl ussi e volatilità, istituzioni politiche stabili possono dare certezze e continuità e aiutarci a plasmare il nostro destino. Le istituzioni dell’Unione sono molto giovani — le più antiche compiranno sessant’anni l’anno prossimo, nulla in confronto ai secoli di vita di parlamenti, consigli e tribunali di molti Stati membri — ma condividono la stessa ambizione: incanalare il cambiamento, assorbire i colpi e impostare nuove direzioni.
Per svolgere tale ruolo, tutt avia, le istituzioni hanno bisogno di una vita e un tempo propri. Non fa eccezione il Consiglio europeo, divenuto un’istituzione uffi ciale con il tratt ato di Lisbona. Grazie alla nuova continuità garantita dalla funzione che ricopro, ora dispone di strumenti migliori per governare il cambiamento, fornire orientamenti o — in termini molto concreti — dar seguito a decisioni precedenti.
Un tempo per ogni cosa
Primo semestre del 2011, l’Ungheria presiede il Consiglio dei ministri dell’UE.
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primo ministro ungherese Viktor Orban e poi con il primo ministro polacco Donald Tusk. Entrambi hanno portato slancio e spirito europeo al tavolo dei negoziati. Mi sono inoltre recato in visita presso praticamente tutt i i membri del Consiglio europeo nelle rispett ive capitali. In un dialogo costante, anche i 27 capi di Stato o di governo sembrano incontrarsi con frequenza sempre maggiore fuori da Bruxelles, in parte come conseguenza dei lavori che stiamo conducendo sulla zona euro. Inoltre, il Consiglio europeo ha nominato presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, che ha assunto l’incarico a novembre e che, confi diamo, sarà una guida affi dabile come il suo predecessore, Jean-Claude Trichet.
Di fronte a sfi de che minacciavano il cuore materiale e simbolico dell’Unione, l’euro, tutt i hanno lavorato con spirito di cooperazione, rispett o e senso di responsabilità
dell’Unione europea perde a volte di credibilità. Ci vuole tempo per legare insieme diversi interessi e sensibilità e dar luogo a una decisione solida e accett abile per tutt i. Quando si progett a una nuova casa, si può pretendere di averla pronta in una sett imana? Il tempo è il cemento della politica.
In quanto primo presidente permanente di questa istituzione, fi n dall’inizio ho stabilito buone relazioni di lavoro con tutt e le altre istituzioni europee. Nel 2011 la fi ducia personale sviluppatasi grazie a questi contatt i pressoché costanti si è rivelata essenziale. Così è stato con il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, con il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker, con l’alto rappresentante Catherine Ashton e con Jerzy Buzek, presidente del Parlamento europeo. È stato inoltre un piacere lavorare con le due presidenze di turno del 2011, prima con il
Secondo semestre del 2011, la Polonia presiede il Consiglio dei ministri dell’UE.
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condivisa. Consideriamo ad esempio l’att uazione della sorveglianza e disciplina macroeconomiche e di bilancio raff orzate. In seguito ai lavori della task force che il Consiglio europeo del marzo 2010 mi ha chiesto di presiedere, la Commissione ha presentato proposte legislative che sono state discusse approfonditamente dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei ministri (quest’ultimo durante tre presidenze). L’oggett o fi nale del contendere dei legislatori riguardava il «voto a maggioranza inversa», che era divenuto il simbolo di un processo decisionale più automatico. L’ostacolo è stato superato in occasione del vertice euro del luglio 2011, allorché tutt i i leader della zona euro hanno riconosciuto l’importanza di un’osservanza delle regole credibile. Le misure sono entrate in vigore il 13 dicembre 2011 e att ualmente contribuiscono a prevenire future turbolenze.
Nel corso dell’anno abbiamo inoltre sviluppato l’assett o istituzionale della zona euro. Abbiamo deciso di tenere vertici euro più regolari, almeno due volte l’anno e non solo nei periodi di tensione. Tali incontri al vertice saranno presieduti da un presidente del vertice euro,
che dovrà essere elett o dai leader della zona euro nello stesso momento in cui i 27 eleggono il presidente del Consiglio europeo. Sono state inoltre raff orzate le strutt ure amministrative esistenti a sostegno del lavoro dei ministri delle fi nanze della zona euro.
Si è dett o molto circa la relazione tra gli Stati membri che fanno parte della zona euro e gli altri. Il mio ragionamento è semplice: è ovvio che coloro i quali condividono la stessa moneta — fatt o che, tra l’altro, è la norma nell’Unione e non l’eccezione — abbiano bisogno di adott are decisioni comuni. I problemi sono insorti proprio perché l’interdipendenza tra questi Stati era stata sott ovalutata. Tutt avia, salvaguardare l’integrità del mercato unico tra i 27 è altresì importante in quanto dà coesione all’Unione e costituisce il fondamento stesso della nostra prosperità e del nostro ruolo nel mondo. Dobbiamo quindi mantenere più strett i possibile i collegamenti tra i due tipi di confi gurazione, compresa qualunque eventuale forma intermedia. Richiederà una certa dose di creatività di quando in quando, ma si può fare molto quando si opera insieme con spirito di fi ducia.
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Riunioni tra i capi di Stato o di governo in Europa.
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alta: i citt adini dell’Unione — più di 500 milioni di
persone — vivono nel continente più prospero, sociale,
sicuro e libero della terra. Le decisioni prese dai leader
politici e dagli europei stessi determineranno la nostra
prosperità futura e il destino del nostro modello sociale
ed economico: una civiltà fondata sulla dignità umana,
un continente unito nella diversità.
La chiave del futuro sta nell’imbrigliare le forze del
cambiamento: ecco la raison d’être fondamentale del
Consiglio europeo. Considerati i sessant’anni di storia
dello sforzo unico rappresentato dall’Unione e in
vista di qualunque strada ci troveremo a percorrere
o a costruire, ho fi ducia che, nell’aff rontare le tensioni
interne e le pressioni esterne, l’Europa continuerà
a reinventarsi in meglio.
HERMAN VAN ROMPUY
Il mondo è in rapida evoluzione e cambia quindi anche
la posizione dell’Europa al suo interno. Tendenze
economiche e demografi che prima più lente stanno
accelerando, diventano più visibili e concrete e ci
pongono di fronte a nuove sfi de.
Nell’aff rontarle, possiamo trarre fi ducia dalla volontà
politica raccolta nell’anno passato: una serie di
importanti decisioni per salvaguardare la nostra moneta
e la nostra prosperità, la concentrazione costante sulla
crescita e la creazione di posti di lavoro, la difesa dei
nostri valori nel mondo. Possiamo trarre fi ducia anche
dal coraggio e dalla resilienza che gli europei hanno
dimostrato in un periodo in cui i sacrifi ci e l’austerità
fanno sentire il proprio peso: giovani che sollecitano
cambiamenti, laureati che avviano imprese, citt adini che
mostrano solidarietà e senso del bene comune.
Nel 2012 il Consiglio europeo continuerà ad aff rontare
le questioni urgenti e importanti con spirito di
compromesso e responsabilità. La posta in gioco è
La via da seguire
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Consiglio europeo — 4 febbraio 2011 25
Consiglio europeo straordinario — 11 marzo 2011 30
Dichiarazione dei capi di Stato o di governo della zona euro — 11 marzo 2011 32
Consiglio europeo — 24-25 marzo 2011 37
Consiglio europeo — 23-24 giugno 2011 50
Dichiarazione dei capi di Stato o di governo della zona euro — 21 luglio 2011 56
Consiglio europeo — 23 ott obre 2011 58
Dichiarazione dei capi di Stato o di governo dell’Unione europea — 26 ott obre 2011 63
Dichiarazione dei capi di Stato o di governo della zona euro — 26 ott obre 2011 64
Dichiarazione dei capi di Stato o di governo della zona euro — 9 dicembre 2011 70
Consiglio europeo — 9 dicembre 2011 72
Verso un’unione economica più forte: relazione interinale al Consiglio europeo del 6 dicembre 2011 75
Conclusioni del Consiglio europeo e dichiarazioni dei capi
di Stato o di governo
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tori, inclusi i più vulnerabili, in linea con le conclusioni del
Consiglio del 3 dicembre 2010.
5. Sono necessari notevoli sforzi per modernizzare ed ampliare
le infrastrutt ure energetiche europee e per realizzare l’inter-
connessione transfrontaliera delle reti in linea con le priorità
individuate nella comunicazione della Commissione sulle
infrastrutt ure energetiche. Ciò è fondamentale per assicu-
rare che diventi operativa la solidarietà tra Stati membri, che
si realizzino rott e di approvvigionamento/transito e fonti
di energia alternative e che le energie rinnovabili si svilup-
pino e competano con le fonti tradizionali. È importante
semplifi care e migliorare le procedure di autorizzazione, nel
rispett o delle competenze e delle procedure nazionali, per
la costruzione di nuove infrastrutt ure; il Consiglio europeo
att ende con interesse l’imminente proposta della Commis-
sione a tale riguardo. Le varie iniziative intraprese dagli Stati
membri per integrare i mercati e le reti a livello regionale
nonché quelle indicate nella comunicazione della Com-
missione contribuiscono all’obiett ivo e meritano di essere
sostenute. Dopo il 2015 nessuno Stato membro dell’UE
dovrebbe rimanere isolato dalle reti europee di gas ed elet-
tricità o veder minacciata la sua sicurezza energetica per
mancanza di connessioni appropriate.
6. La maggior parte dei notevoli costi di fi nanziamento degli
investimenti per le infrastrutt ure dovrà essere fornita dal
mercato e i costi saranno recuperati tramite l’imposizione
di tariff e. È essenziale promuovere un quadro normativo
att raente per gli investimenti. Si dovrebbe prestare partico-
lare att enzione alla fi ssazione di tariff e in modo trasparente
e non discriminatorio e a livelli coerenti con le necessità
di fi nanziamento, nonché all’appropriata imputazione dei
costi per gli investimenti transfrontalieri, raff orzando la con-
correnza e la competitività e tenendo conto dell’impatt o
sui consumatori. Tutt avia alcuni progett i, che sarebbero
giustifi cati sott o il profi lo della sicurezza dell’approvvigio-
namento/solidarietà ma non riescono ad att rarre suffi cienti
fi nanziamenti dal mercato, potranno richiedere limitati
fi nanziamenti pubblici al fi ne di stimolare i fi nanziamenti
privati. Tali progett i dovrebbero essere selezionati in base
a criteri chiari e trasparenti. Si invita la Commissione
a comunicare al Consiglio entro giugno 2011 i dati relativi
agli investimenti che potrebbero essere necessari, nonché
le proposte per rispondere alle necessità di fi nanziamento
e per aff rontare eventuali ostacoli agli investimenti per le
infrastrutt ure.
7. Al fi ne di incrementare ulteriormente la sicurezza dell’ap-
provvigionamento, si dovrebbe valutare il potenziale
dell’Europa per l’estrazione e l’uso sostenibili delle risorse
di combustibile fossile (gas di scisto e scisto bituminoso)
convenzionali e non convenzionali.
1. Oltre alle azioni immediate necessarie a fronteggiare le
sfi de più pressanti poste dalla crisi economica e fi nanzia-
ria, è importante continuare a gett are solide basi per una
crescita sostenibile e che generi posti di lavoro. È lo scopo
che si prefigge la strategia Europa 2020 per la crescita
e l’occupazione, adott ata nel giugno scorso. Oggi il Con-
siglio europeo si è concentrato su due sett ori — l’energia
e l’innovazione — che sono fondamentali per la crescita
e la prosperità future dell’Europa. Ha concordato una serie
di azioni prioritarie la cui att uazione contribuirà notevol-
mente a incentivare la crescita e la creazione di posti di
lavoro nonché a promuovere la competitività dell’Europa.
I. ENERGIA
2. Un’energia sicura, sostenibile ed economicamente acces-
sibile che contribuisca alla competitività europea resta
una priorità per l’Europa. L’azione a livello dell’UE può
e deve apportare un valore aggiunto a tale obiett ivo. Nel
corso degli anni molto è stato fatt o in ordine agli elementi
principali di una politica energetica dell’UE, comprese la
fi ssazione di obiett ivi ambiziosi in materia di energia e cam-
biamento climatico e l’adozione di una normativa globale
a sostegno di tali obiett ivi. L’odierna riunione del Consiglio
europeo ha messo in rilievo l’impegno dell’UE a favore di
questi tre obiett ivi att raverso alcune conclusioni operative,
riportate di seguito.
3. L’UE ha bisogno di un mercato interno dell’energia piena-
mente funzionante, interconnesso ed integrato. Pertanto,
gli Stati membri devono att uare rapidamente e comple-
tamente la legislazione sul mercato interno dell’energia,
rispett ando appieno le scadenze concordate. Si invitano
il Consiglio e il Parlamento europeo ad adoperarsi per
la rapida adozione della proposta di regolamento della
Commissione concernente l’integrità e la trasparenza del
mercato dell’energia.
4. Il mercato interno dell’energia dovrebbe essere completato
entro il 2014 affi nché il gas e l’elett ricità possano circolare
liberamente. Questo obiett ivo richiede in particolare che, in
cooperazione con l’Agenzia per la cooperazione fra i rego-
latori nazio nali dell’energia, i regolatori nazionali e i gestori
dei sistemi di trasmissione intensifi chino i lavori sull’accop-
piamento dei mercati, sugli orientamenti e sui codici di rete
applicabili a tutt e le reti europee. Si invitano gli Stati mem-
bri, in collegamento con gli organismi di normalizzazione
e il sett ore industriale europei, ad accelerare i lavori al fi ne
di adott are norme tecniche per i sistemi di carica dei veicoli
elett rici entro la metà del 2011 e per le reti e i contatori
intelligenti entro la fi ne del 2012. La Commissione riferirà
periodicamente sul funzionamento del mercato interno
dell’energia, prestando particolare att enzione ai consuma-
CONSIGLIO EUROPEO — 4 FEBBRAIO 2011
CONCLUSIONI
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26
gli att ori principali e relativamente ai corridoi strategici,
tenendo conto di un’ampia gamma di questioni, tra cui
gli approcci normativi, su tutt i i temi di interesse comune,
quali la sicurezza energetica, le tecnologie a basse emissioni
di CO2 sicure e sostenibili, l’effi cienza energetica, il conte-
sto per gli investimenti nonché il mantenimento e la pro-
mozione degli standard più elevati in materia di sicurezza
nucleare. Dovrebbe incoraggiare i paesi vicini ad aderire alla
pertinente regolamentazione del mercato interno dell’ener-
gia dell’UE, in particolare estendendo e approfondendo il
tratt ato che istituisce la Comunità dell’energia e promuo-
vendo iniziative di cooperazione regionale. Nel contesto
della strategia Energia 2020, l’UE dovrebbe altresì svilup-
pare le misure necessarie per assicurare parità di condizioni
ai produtt ori di energia dell’UE nei confronti dei produtt ori
al di fuori dello spazio economico europeo. Occorre che
l’Europa diversifi chi le sue rott e e fonti di approvvigiona-
mento. Si invita di conseguenza la Commissione a pro-
seguire negli sforzi tesi a facilitare lo sviluppo di corridoi
strategici per il trasporto di volumi ingenti di gas, come ad
esempio il corridoio meridionale.
13. Occorre portare avanti al più presto i lavori per sviluppare
un partenariato affidabile, trasparente e regolamentato
con la Russia su temi di interesse comune nel settore
dell’energia e nell’ambito dei negoziati sul processo suc-
cessivo all’accordo di partenariato e di cooperazione, alla
luce delle att ività in corso riguardanti il partenariato per la
modernizzazione e il dialogo sull’energia.
14. L’UE coopererà con i paesi terzi per far fronte alla volatilità
dei prezzi dell’energia e porterà avanti i lavori al riguardo in
sede di G20.
15. Il Consiglio europeo att ende con interesse la messa a punto
di una strategia di riduzione delle emissioni di CO2 in vista
del 2050 che fornisca un quadro per l’azione più a lungo
termine nel sett ore dell’energia e in altri sett ori connessi. Il
raggiungimento, da parte dell’insieme dei paesi sviluppati,
nel contesto delle riduzioni necessarie secondo le indica-
zioni del gruppo intergovernativo sul cambiamento clima-
tico (IPCC), dell’obiett ivo dell’UE consistente nel ridurre
le emissioni di gas a eff ett o serra dell’80-95 % entro il 2050
rispett o ai valori del 1990, come convenuto nell’ott obre
2009, richiederà una rivoluzione dei sistemi energetici che
deve iniziare ora. Si dovrebbe vagliare att entamente l’op-
portunità di fi ssare fasi intermedie verso il raggiungimento
dell’obiett ivo per il 2050. Il Consiglio europeo riesaminerà
periodicamente gli sviluppi in materia.
II. INNOVAZIONE
16. Gli investimenti nel sett ore dell’istruzione, della ricerca,
della tecnologia e dell’innovazione sono un motore essen-
ziale della crescita e idee innovative, che possono dar vita
a nuovi prodott i e servizi commercializzabili, contribui-
scono a generare crescita e posti di lavoro di qualità. Il Con-
siglio europeo ha invitato ad att uare un approccio strategico
8. Gli investimenti nel settore dell’efficienza energetica
aumentano la competitività e favoriscono la sicurezza
dell’approvvigionamento energetico e la sostenibilità
a bassi costi. Si deve raggiungere l’obiett ivo di effi cienza
energetica del 20 % al 2020, convenuto dal Consiglio
europeo del giugno 2010, la cui att uazione non è ancora
ben avviata. Ciò richiede un’azione decisa per sfrutt are il
notevole potenziale di maggiori risparmi energetici pre-
sente negli edifi ci, nei trasporti, nei prodott i e nei processi.
Dal 1º gennaio 2012 tutt i gli Stati membri dovrebbero
inserire, negli appalti pubblici per i pertinenti edifi ci e ser-
vizi pubblici, norme sull’effi cienza energetica che tengano
conto dell’obiett ivo principale dell’UE. Si invita il Consiglio
a esaminare prontamente la prossima proposta della Com-
missione su un nuovo piano per l’effi cienza energetica, che
indica in maggior dett aglio una serie di politiche e misure
lungo tutt a la catena dell’approvvigionamento energetico.
Esso riesaminerà l’att uazione dell’obiett ivo di effi cienza
energetica dell’UE entro il 2013 e, se necessario, prenderà
in considerazione ulteriori misure.
9. Si invita la Commissione a intensifi care i lavori con gli Stati
membri sull’att uazione della dirett iva relativa alle energie
rinnovabili, in particolare per quanto riguarda meccanismi
di cooperazione e regimi di sostegno nazionali coerenti.
10. L’UE e gli Stati membri promuoveranno gli investimenti
nel settore delle energie rinnovabili e delle tecnologie
a basse emissioni di CO2 sicure e sostenibili e si concen-
treranno sull’att uazione delle priorità tecnologiche stabilite
nel piano strategico europeo per le tecnologie energetiche.
Si invita la Commissione a presentare nuove iniziative sulle
reti intelligenti, comprese quelle connesse allo sviluppo di
veicoli puliti, allo stoccaggio dell’energia, ai biocarburanti
sostenibili e a soluzioni di risparmio energetico per le citt à.
11. È necessario un migliore coordinamento delle attività
dell’UE e degli Stati membri al fi ne di assicurare coerenza
nelle relazioni esterne dell’UE con i principali paesi pro-
dutt ori, di transito e consumatori. Si invita la Commissione
a presentare entro giugno 2011 una comunicazione sulla
sicurezza dell’approvvigionamento e sulla cooperazione
internazionale volta a migliorare ulteriormente la coerenza
dell’azione esterna dell’UE nel sett ore dell’energia. Si invi-
tano gli Stati membri a comunicare dal 1º gennaio 2012
alla Commissione tutt i i nuovi e vigenti accordi bilaterali in
materia di energia con paesi terzi. La Commissione mett erà
a disposizione di tutt i gli altri Stati membri tali informazioni
in forma appropriata, tenuto conto della necessità di pro-
teggere le informazioni commercialmente sensibili. Si invita
l’alto rappresentante a tenere in debita considerazione la
dimensione della sicurezza energetica nei suoi lavori. La
sicurezza energetica dovrebbe trovare pieno riscontro
anche nella politica di vicinato dell’UE.
12. L’UE dovrebbe prendere iniziative, in linea con i tratt ati,
negli appropriati consessi internazionali e sviluppare par-
tenariati per l’energia reciprocamente vantaggiosi con
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27
—eff ett uare, nel 2011, un riesame intermedio dei perti-
nenti quadri normativi in materia di aiuti di Stato;
—vagliare le opzioni per la creazione di uno strumento
per la valorizzazione dei diritt i di proprietà intellett uale
a livello europeo, in particolare al fi ne di agevolare l’ac-
cesso delle PMI al mercato della conoscenza, e riferire
al Consiglio entro la fi ne del 2011.
21. La Commissione è invitata a compiere progressi rapidi
nei sett ori chiave dell’economia digitale per assicurare la
creazione del mercato unico digitale entro il 2015, tra cui la
promozione e la protezione della creatività, lo sviluppo del
commercio elett ronico e la disponibilità delle informazioni
del sett ore pubblico.
22. Andrebbe compiuto ogni sforzo per rimuovere i restanti
ostacoli giuridici e amministrativi al funzionamento tran-
sfrontaliero del capitale di rischio. Si invita la Commissione
a presentare entro la fi ne del 2011 proposte:
—per istituire un regime UE per il capitale di rischio,
basato sul Fondo europeo per gli investimenti (FEI)
e sulle altre istituzioni fi nanziarie pertinenti e in coope-
razione con gli operatori nazionali;
—per raff orzare gradualmente il meccanismo di fi nanzia-
mento con ripartizione dei rischi;
—per valutare come rispondere al meglio alle esigenze
delle imprese innovative in rapida crescita att raverso un
approccio improntato al mercato. A questo proposito si
invita inoltre la Commissione ad esplorare la fatt ibilità
di un programma di ricerca e innovazione per le piccole
imprese.
23. Nei loro sforzi di risanamento del bilancio gli Stati membri
dovrebbero dare priorità a una spesa propizia alla crescita
sostenibile, in sett ori quali la ricerca e l’innovazione, l’istru-
zione e l’energia.
24. Tali sforzi dovrebbero andare di pari passo con chiare
misure di riforma volte a raff orzare l’effi cacia dei sistemi
degli Stati membri in materia di ricerca e innovazione.
A livello nazionale, gli Stati membri ricordano la loro dispo-
nibilità a destinare almeno il 50 % delle entrate del sistema
di scambio di quote di emissione (ETS) al fi nanziamento
di interventi in materia di clima, inclusi i progett i innovativi.
Essi dovrebbero inoltre migliorare l’uso dei fondi strutt u-
rali esistenti assegnati ai progett i nel campo della ricerca
e dell’innovazione.
25. È essenziale che gli strumenti dell’UE volti a promuovere la
responsabilità sociale per le imprese (RSI) siano semplifi -
cati al fi ne di agevolare la loro adozione da parte dei migliori
scienziati e delle imprese più innovative, in particolare con-
cordando fra le pertinenti istituzioni un nuovo equilibrio fra
fi ducia e controllo e fra assunzione e limitazione dei rischi.
La Commissione è invitata a presentare proposte entro la
fi ne dell’anno, assicurando che tutt i gli strumenti di fi nan-
ziamento per la ricerca e l’innovazione agiscano insieme
all’interno di un quadro strategico comune. Andrebbe
e integrato per promuovere l’innovazione e trarre pieno
vantaggio dal capitale intellett uale dell’Europa, a benefi cio
dei citt adini, delle imprese — in particolare le PMI — e dei
ricercatori. Esso controllerà i progressi compiuti al riguardo
nell’ambito del seguito da dare alla strategia Europa 2020.
17. A tale proposito il Consiglio europeo ha rilevato le tendenze
e gli sviluppi che emergono dall’att uale quadro di valuta-
zione dell’innovazione della Commissione e ha invitato
quest’ultima a mett ere a punto rapidamente un indicatore
integrato unico, ai fi ni di un migliore controllo dei progressi
compiuti in materia di innovazione. Il Consiglio europeo
continuerà a seguire gli sviluppi in questo ambito.
18. L’innovazione contribuisce a rispondere alle principali
sfi de della società cui siamo confrontati. La competenza
e le risorse europee devono essere mobilitate in modo coe-
rente e le sinergie tra l’UE e gli Stati membri devono essere
promosse, al fi ne di garantire che le innovazioni che presen-
tano vantaggi per la società arrivino sul mercato più rapida-
mente. Dovrebbe essere sviluppata una programmazione
congiunta. L’avvio del partenariato pilota per l’innovazione
sull’invecchiamento att ivo e in buona salute segna un passo
importante in tale contesto. Un monitoraggio periodico
da parte del Consiglio sarà necessario per raggiungere gli
obiett ivi a lungo termine come pure i traguardi concreti
che saranno fi ssati di anno in anno. Il Consiglio adott erà
le necessarie decisioni politiche sui futuri partenariati per
l’innovazione prima che siano avviati.
19. L’Europa ha bisogno di uno spazio della ricerca unifi cato
per att rarre talenti e investimenti. Le restanti lacune devono
pertanto essere colmate rapidamente e lo spazio europeo
della ricerca deve essere completato entro il 2014 al fi ne
di creare un reale mercato unico della conoscenza, della
ricerca e dell’innovazione. Occorre in particolare adope-
rarsi per migliorare la mobilità e le prospett ive di carriera dei
ricercatori, la mobilità degli studenti già laureati e l’att rat-
tiva dell’Europa per i ricercatori stranieri. Inoltre, sarebbe
opportuna una migliore diffusione delle informazioni
sulle att ività di ricerca e sviluppo (R&S) che benefi ciano
di fi nanziamenti pubblici, nel rispett o dei diritt i di proprietà
intellett uale, in particolare istituendo un inventario della
R&S fi nanziata dall’UE, collegato ad analoghi inventari dei
programmi di R&S fi nanziati a livello nazionale.
20. Andrebbero incoraggiati gli investimenti privati in prodott i
e servizi innovativi, in particolare migliorando le condizioni
generali. Al riguardo, si invita la Commissione a:
—presentare proposte per accelerare, semplificare
e modernizzare le procedure di normalizzazione, in
particolare per permett ere la trasformazione, a deter-
minate condizioni, delle norme sviluppate dall’industria
in norme europee;
—fornire orientamenti riguardo all’applicazione delle
dirett ive sugli appalti pubblici; più in generale gli appalti
pubblici dovrebbero essere maggiormente orientati
a incentivare la domanda di beni e servizi innovativi;
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Ha espresso l’auspicio che la riunione del «quartett o» del
5 febbraio 2011 a Monaco rechi un importante contributo
a tale processo.
34. Il Consiglio europeo ha approvato le conclusioni sulla Bie-
lorussia adott ate dal Consiglio «Aff ari esteri» del 31 gen-
naio, anche in ordine alla decisione di imporre misure
restritt ive. L’Unione europea ribadisce la sua ferma deter-
minazione a raff orzare il suo impegno nei confronti della
società civile bielorussa. L’Unione europea conferma la
volontà di proseguire la sua politica di impegno critico, tra
l’altro att raverso il dialogo e il partenariato orientale, a con-
dizione che siano rispett ati i principi di democrazia, lo stato
di diritt o e i diritt i umani. Il Consiglio «Aff ari generali»
riesaminerà periodicamente la situazione in Bielorussia ed è
pronto a considerare ulteriori misure mirate in tutt i i sett ori
secondo necessità.
***
ALLEGATO I
DICHIARA ZIONE DEI CAPI DI STATO O DI GOVERNO DELLA ZONA EURO
E DELLE ISTITUZIONI DELL’UE
A seguito della dichiarazione del dicembre 2010 e ribadendo di
essere pronti a fare tutt o il necessario per assicurare la stabilità della
zona euro nel suo complesso, i capi di Stato o di governo della zona
euro e le istituzioni dell’UE hanno passato in rassegna i progressi
nell’att uazione della strategia globale intesa a preservare la stabilità
fi nanziaria e ad assicurare che la zona euro esca raff orzata dalla crisi.
Questa strategia comprende il pacchett o legislativo sulla gover-
nance economica, gli stress test e il risanamento del sett ore fi nan-
ziario, nonché la realizzazione del semestre europeo. Essi hanno
altresì convenuto le misure seguenti che rientrano nel pacchett o
complessivo da mett ere a punto in marzo:
• continua ed effi cace att uazione dei programmi esistenti
relativi alla Grecia e all’Irlanda;
• valutazione, da parte della Commissione in cooperazione
con la BCE, dei progressi compiuti negli Stati membri
della zona euro nell’att uazione delle misure adott ate per
raff orzare le posizioni di bilancio e le prospett ive di crescita;
• proposte concrete avanzate dall’Eurogruppo in ordine al
raff orzamento del FESF, così da garantire l’effi cacia neces-
saria per fornire un sostegno adeguato;
• messa a punto, sotto la guida del presidente dell’Euro-
gruppo, delle caratteristiche operative del meccanismo
europeo di stabilità in linea con il mandato convenuto
a dicembre.
Muovendo dal nuovo quadro di governance economica, i capi di
Stato o di governo adott eranno ulteriori misure att e a conseguire
una nuova qualità nel coordinamento della politica economica
della zona euro al fi ne di migliorare la competitività e realizzare in
tal modo un più elevato grado di convergenza senza arrecare pre-
valutata la possibilità di sviluppare meccanismi adeguati
per il fi nanziamento di grandi progett i europei che costi-
tuiscono importanti motori per la ricerca e l’innovazione.
È più che mai fondamentale migliorare l’effi cienza della
spesa pubblica a livello nazionale e dell’UE. A tale riguardo
la semplifi cazione del regolamento fi nanziario dovrebbe
essere adott ata entro la fi ne dell’anno per assicurare effi caci
meccanismi di att uazione delle politiche dell’UE.
III. SITUAZIONE ECONOMICA
26. Il Consiglio europeo ha esaminato la situazione economica
e ha rilevato che si assiste a un miglioramento delle prospet-
tive economiche generali, sebbene restino da aff rontare
sfi de importanti. Ha raggiunto un accordo sulla linea da
seguire in vista del Consiglio europeo di marzo.
27. Il Consiglio europeo ha invitato il Consiglio a raggiungere in
marzo un orientamento generale sulle proposte legislative
della Commissione in materia di governance economica,
garantendo la piena att uazione delle raccomandazioni della
task force, in modo da pervenire a un accordo defi nitivo con
il Parlamento europeo entro giugno. Questa impostazione
permett erà di raff orzare il patt o di stabilità e crescita e di
att uare un nuovo quadro macroeconomico.
28. Ha invitato l’Autorità bancaria europea e le altre autorità
competenti a condurre ambiziosi stress test e gli Stati mem-
bri a garantire la messa a punto di piani concreti, conformi
alle norme dell’UE sugli aiuti di Stato, a cui ricorrere nel
caso in cui dagli stress test emerga la vulnerabilità di una
banca.
29. Nel contesto del semestre europeo e sulla base dell’analisi
annuale della crescita presentata dalla Commissione, il
Consiglio europeo di marzo individuerà le priorità in mate-
ria di riforme strutt urali e di risanamento di bilancio per il
prossimo ciclo dei programmi di stabilità e di convergenza
nonché nei sett ori di competenza dell’UE, ivi compreso il
mercato unico. Su tale base, e guidati dagli orientamenti
integrati di Europa 2020, gli Stati membri sono invitati
a presentare in aprile i programmi nazionali di riforma e i
programmi di stabilità o di convergenza.
30. Il Consiglio europeo di marzo adott erà anche la decisione
definitiva sulla modifica limitata del trattato necessaria
all’istituzione del meccanismo europeo di stabilità.
31. Il Consiglio europeo ha accolto con favore l’allegata dichia-
razione dei capi di Stato o di governo della zona euro e delle
istituzioni dell’UE.
IV. RELAZIONI ESTERNE
32. Il Consiglio europeo ha adottato una dichiarazione
sull’Egitt o e la regione (allegato II).
33. Il Consiglio europeo ha sott olineato che gli sviluppi nella
regione del Mediterraneo rendono ancor più urgente il
rispett o degli accordi di pace precedenti e il raggiungimento
di rapidi progressi nel processo di pace in Medio Oriente.
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29
e sociali, che sono conformi ai valori promossi dall’Unione europea
per se stessa e in tutt o il mondo. Il Consiglio europeo ha sott oli-
neato che alle aspirazioni democratiche dei citt adini si dovrebbe
rispondere con il dialogo e la riforma politica, nel pieno rispett o
dei diritt i umani e delle libertà fondamentali, e con elezioni libere
e regolari. Ha invitato tutt e le parti ad avviare un dialogo costrutt ivo
a tal fi ne.
L’Unione europea è determinata a sostenere pienamente i pro-
cessi di transizione verso la governance democratica, il pluralismo,
migliori possibilità di prosperità economica e di inclusione sociale
e una maggiore stabilità regionale. Il Consiglio europeo è impe-
gnato a favore di un nuovo partenariato che comporti un sostegno
più effi cace in futuro ai paesi che stanno att uando riforme politiche
ed economiche, anche att raverso la politica europea di vicinato
e l’Unione per il Mediterraneo.
In questo con testo il Consiglio europeo
—ha incaricato l’alto rappresentante di trasmettere il
nostro messaggio nella sua prossima visita in Tunisia
e in Egitt o;
—ha invitato l’alto rappresentante, nel quadro di dett o
partenariato, a mett ere a punto un pacchett o di misure
mediante le quali prestare il sostegno dell’Unione euro-
pea ai processi di transizione e trasformazione (raff or-
zando le istituzioni democratiche, promuovendo la
governance democratica e la giustizia sociale e fornendo
assistenza nella preparazione e nello svolgimento di ele-
zioni libere e regolari) e a collegare maggiormente a tali
obiett ivi la politica europea di vicinato e l’Unione per
il Mediterraneo, e
—ha invitato l’alto rappresentante e la Commissione ad
adatt are rapidamente gli strumenti dell’Unione euro-
pea, a mett ere a disposizione gli aiuti umanitari e a pro-
porre misure e progett i volti a stimolare la cooperazione,
gli scambi e gli investimenti nella regione, allo scopo di
promuovere lo sviluppo economico e sociale, compreso
uno status avanzato per la Tunisia.
giudizio al mercato unico. Gli Stati membri che non appartengono
alla zona euro saranno invitati a partecipare al coordinamento. Il
presidente del Consiglio europeo avvierà consultazioni con i capi
di Stato o di governo degli Stati membri appartenenti alla zona euro
e riferirà al riguardo, defi nendo con concretezza le vie da seguire
in conformità del tratt ato. A tal fi ne coopererà strett amente con il
presidente della Commissione. Assicurerà che i capi di Stato o di
governo degli Stati membri non appartenenti alla zona euro inte-
ressati siano debitamente coinvolti nel processo.
***
ALLEGATO II
DICHIARA ZIONE SULL’EGITT O E LA REGIONE
Il Consiglio europeo segue con estrema preoccupazione il deterio-
ramento della situazione in Egitt o. Ha condannato con la massima
fermezza la violenza e tutt e le persone che vi fanno ricorso e la inco-
raggiano. Ha sott olineato il diritt o di tutt i i citt adini di manifestare
liberamente e pacifi camente, con la dovuta protezione da parte
delle autorità incaricate dell’applicazione della legge. Qualsiasi ten-
tativo di limitare la libera circolazione delle informazioni, compreso
mediante aggressioni e intimidazioni nei confronti dei giornalisti
e dei difensori dei diritt i umani, è inaccett abile.
Il Consiglio europeo ha esortato le autorità egiziane a rispondere
alle aspirazioni del popolo egiziano con la riforma politica e non
con la repressione. Tutt e le parti dovrebbero dar prova di mode-
razione e astenersi da ulteriori att i di violenza, nonché dare avvio
ad un’ordinata transizione verso un governo che goda di ampio
sostegno. Il Consiglio europeo ha sott olineato che tale processo di
transizione deve cominciare adesso. I principi sanciti nell’accordo
di associazione e gli impegni assunti devono costituire la base per
le relazioni dell’UE con l’Egitt o.
Il Consiglio europeo ha espresso compiacimento per la maniera
pacifi ca e dignitosa in cui il popolo tunisino e quello egiziano hanno
espresso le loro legitt ime aspirazioni democratiche, economiche
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30
egiziano ed ha avviato un dialogo con il governo egiziano
recentemente designato.
6. La situazione in Libia continua a causare grave preoc-
cupazione. Esprimiamo profonda solidarietà al popolo
libico e alle vitt ime. Condanniamo con fermezza la vio-
lenta repressione del regime nei confronti dei propri citt a-
dini e la violazione patente e sistematica dei diritt i umani.
Accogliamo con favore la risoluzione 1970 del Consiglio
di sicurezza delle Nazioni Unite e il rinvio della situazione
in Libia alla Corte penale internazionale. L’uso della forza,
specialmente con mezzi militari, contro i civili è inaccet-
tabile e deve cessare immediatamente. La sicurezza della
popolazione deve essere assicurata con tutt i i mezzi neces-
sari. Il Consiglio europeo esprime profonda preoccupa-
zione per gli att acchi sferrati contro la popolazione civile,
anche dalle forze aeree. Nell’intento di proteggere i civili
gli Stati membri vaglieranno tutt e le opzioni necessarie
in presenza di un’esigenza dimostrata, di un fondamento
giuridico chiaro e del sostegno della regione. I responsabili
saranno messi di fronte alle loro azioni con pesanti conse-
guenze. Collaboreremo con le Nazioni Unite, la Lega araba,
l’Unione africana e i partner internazionali nel reagire alla
crisi. Chiediamo la convocazione in tempi brevi di un ver-
tice che riunisca la Lega araba, l’Unione africana e l’Unione
europea.
7. Il colonnello Gheddafi deve abbandonare il potere imme-
diatamente. Il suo regime ha perso ogni legitt imità e non è
più un interlocutore dell’UE. L’Unione europea ha adot-
tato misure restritt ive contro la classe dirigente del paese
e contro le entità che detengono att ività consistenti con-
trollate dal regime ed è pronta ad adott are ulteriori sanzioni.
8. L’obiett ivo è che la Libia si avvii rapidamente ad una transi-
zione ordinata verso la democrazia grazie ad un dialogo su
basi ampie. L’Unione europea accoglie con favore e inco-
raggia il Consiglio nazionale di transizione provvisorio con
sede a Bengasi, che considera un interlocutore politico.
L’Unione europea è pronta a aiutare il paese a costruire
uno Stato costituzionale e a sviluppare lo stato di diritt o.
È pronta a rispondere alle richieste del popolo libico di
assistenza alla ripartenza dell’economia libica.
9. L’emergenza umanitaria in Libia e alle frontiere assume
proporzioni preoccupanti, aggravate dai movimenti di mas-
siccia migrazione determinati dalle insurrezioni. È priori-
tario garantire l’evacuazione sicura dei citt adini dell’UE
e di altre nazionalità che vogliono fuggire dal conflitto.
L’Unione europea e gli Stati membri hanno mobilitato gli
aiuti umanitari e si impegnano ad assistere ulteriormente
la popolazione in Libia e le persone che ne att raversano
le frontiere, in strett a collaborazione con l’Alto Commis-
sariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’Uffi cio per il
1. Il Consiglio europeo si è riunito oggi in via straordinaria per
discutere degli sviluppi in Libia e nel vicinato meridionale
e defi nire direzione e priorità dell’azione e della politica
future dell’UE.
2. Le insurrezioni democratiche stanno determinando
cambiamenti radicali nel vicinato meridionale, creando
nuove speranze e l’opportunità di costruire il futuro sulla
democrazia, il pluralismo, lo stato di diritt o, i diritt i umani,
la giustizia sociale. Progresso e democrazia avanzano di pari
passo. Il Consiglio europeo rende omaggio al coraggio di
cui le popolazioni della regione hanno dato prova e ribadi-
sce che spett a a loro decidere del proprio futuro con mezzi
pacifi ci e democratici.
3. Tutt i i paesi della regione devono intraprendere o accele-
rare le riforme politiche ed economiche. L’Unione europea
sosterrà tutt e le iniziative che si prefi ggono una trasforma-
zione democratica, regimi politici che consentano una tran-
sizione pacifi ca, crescita e prosperità e una distribuzione
più proporzionata dei benefi ci derivanti dall’att ività econo-
mica. In questo contesto il Consiglio europeo accoglie con
particolare favore l’annuncio del re del Marocco in merito
all’istituzione di un comitato consultivo per preparare una
revisione della costituzione da sott oporre all’approvazione
del popolo marocchino. Nell’avanzare verso la trasforma-
zione i partner guideranno il sostegno dell’Unione. Nella
misura in cui lo sviluppo di istituzioni democratiche forti
è uno degli obiett ivi chiave, altrett anto fondamentale è raf-
forzare le relazioni parlamentari tra l’Europa e la regione.
4. Per quanto riguarda la Tunisia, il Consiglio europeo acco-
glie con favore l’annuncio delle elezioni per un’assemblea
costituente previste per il 24 luglio 2011. In strett a consulta-
zione con le autorità tunisine, l’UE è pronta a off rire il soste-
gno necessario in questo ambito, anche elevando lo status
della Tunisia. Non appena le autorità tunisine siano pronte,
l’UE è disposta a fornire assistenza per far fronte alle sfi de
economiche e sociali che la Tunisia ha dinanzi a sé. L’im-
pegno dell’Unione europea si estende sul lungo periodo
al fi ne di promuovere lo sviluppo economico e sociale. La
solidarietà dimostrata dalla popolazione tunisina nei con-
fronti della popolazione in fuga dalla Libia merita massimo
plauso e sostegno.
5. Il Consiglio europeo appoggia la transizione democratica
in Egitt o. Accoglie con favore la tempestiva presentazione
delle prime proposte intese a modifi care la costituzione ed
esorta le autorità egiziane a proseguire nell’impegno verso
le riforme politiche e a creare un ambiente favorevole ad
una transizione democratica eff ett iva, anche revocando lo
stato di emergenza. L’Unione europea è pronta a mobili-
tare un sostegno massiccio secondo le priorità del popolo
CONSIGLIO EUROPEO STRAORDINARIO — 11 MARZO 2011
DICHIARAZIONE
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31
approcci incentrati sui singoli paesi e sul raggiungimento
dei risultati.
14. A medio termine il Consiglio europeo chiede un nuovo
partenariato con la regione in linea con la dichiarazione
del 4 febbraio 2011. In questo contesto accoglie in generale
con favore la comunicazione congiunta della Commissione
e dell’alto rappresentante in cui si propone un partenariato
per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediter-
raneo meridionale, che si fonda su un’impostazione diff e-
renziata e basata sugli incentivi in cui concorrono tutt i gli
strumenti dell’UE. Tale partenariato dovrà altresì fondarsi
su un’integrazione economica raff orzata, sull’accesso più
ampio ai mercati e sulla cooperazione politica. Il Consiglio
europeo invita il Consiglio ad esaminare rapidamente le
proposte contenute nella comunicazione, in particolare le
condizioni a cui l’UE potrà raff orzare il sostegno ai partner.
Att ende con interesse l’imminente comunicazione sulla
politica europea di vicinato.
15. Sarà altresì fondamentale fornire ai paesi in questione
i mezzi per ricostruire e modernizzare le loro economie.
Sviluppo economico e prospett ive di lavoro, sopratt utt o
per i giovani, rivestono un’importanza fondamentale al fi ne
di stabilizzare la democrazia. Il Consiglio dovrà approvare
urgentemente le proposte allo studio sulle norme di origine
paneuromediterranee e la Commissione è invitata a pre-
sentare proposte su ulteriori strumenti per aumentare gli
scambi e gli investimenti esteri dirett i nella regione a breve,
medio e lungo termine. Altrett anto urgente è rilanciare il
sett ore turistico nella regione. Il Consiglio dovrà esami-
nare rapidamente le proposte della Commissione relative
ai rientri della Banca europea per gli investimenti e prendere
in esame ulteriori possibilità di aumentare la capacità di
sostegno fi nanziario complessivo della BEI stessa. È impor-
tante coordinare le iniziative con altre istituzioni fi nanziarie
internazionali.
16. Tenendo conto di quanto è accaduto l’Unione europea
è inoltre pronta a rivedere le finalità dell’Unione per il
Mediterraneo, con l’obiett ivo di promuovere la democra-
zia e la stabilità nella regione. Occorre dare nuovo impulso
a misure e progett i concreti, allo scopo di consolidare le
istituzioni democratiche e la libertà di espressione, incluso
il libero accesso a internet, raff orzare la società civile, soste-
nere l’economia, ridurre la povertà e contrastare l’ingiusti-
zia sociale.
17. Consapevole che questi eventi hanno ripercussioni politi-
che ed economiche più ampie nella regione nel suo com-
plesso, l’Unione europea esorta a riatt ivare il processo di
pace in Medio Oriente.
coordinamento degli aff ari umanitari, l’Organizzazione
internazionale per le migrazioni, il Comitato internazio-
nale della Croce Rossa/la Federazione Internazionale della
Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa e le organizzazioni
non governative. L’Unione europea invita tutt e le parti in
causa a consentire alle agenzie e agli operatori umanitari di
recarsi in qualsiasi zona in cui l’aiuto si renda necessario ed
è pronta a sostenerne l’opera. A tal fi ne l’Unione europea
raff orzerà il suo coordinamento ai fi ni di un uso coerente ed
effi cace di mezzi e capacità, in linea con i principi umanitari.
10. Gli Stati membri esposti più dirett amente ai movimenti
migratori necessitano della nostra fatt iva solidarietà. L’UE
e gli Stati membri sono pronti a fornire il sostegno neces-
sario secondo l’evolvere della situazione. L’UE continuerà
a monitorare da vicino, in particolare con l’operazione
Hermes 2011 lanciata da Frontex, l’incidenza degli avve-
nimenti sui movimenti migratori sia interni alla regione
che provenienti da essa. In particolare si richiede agli Stati
membri di fornire a Frontex ulteriori risorse umane e tecni-
che in funzione delle esigenze. La Commissione è invitata
a mett ere a disposizione risorse supplementari. Il Consiglio
europeo sollecita il rapido raggiungimento di un accordo
sul regolamento che potenzia le capacità dell’agenzia.
11. L’Unione europea si consulterà con i paesi interessati della
regione per quanto riguarda il sostegno tecnico-fi nanziario
att o a migliorare il controllo e la gestione delle frontiere,
nonché le misure att e a facilitare il rimpatrio dei migranti.
Il Consiglio europeo invita il Consiglio «Giustizia e aff ari
interni» a riunirsi senza indugio. Si invita inoltre il Consi-
glio, in cooperazione con la Commissione, a presentare,
prima del Consiglio europeo di giugno, un piano per lo
sviluppo di capacità di gestione dei fl ussi migratori e di
profughi.
12. Occorre promuovere un approccio completo alla migra-
zione, coerente con l’approccio globale dell’UE. In que-
sto contesto l’Unione europea deve altresì raccogliere la
sfi da della mobilità e promuovere i contatt i interpersonali,
servendosi di strumenti quali i partenariati per la mobilità
con tutt i i partner che siano suffi cientemente avanzati nei
processi di riforma e cooperando nella lott a alla tratt a degli
esseri umani e all’immigrazione irregolare. Si invita la Com-
missione a presentare proposte per incoraggiare gli scambi
tra giovani europei e giovani del Mediterraneo meridionale.
13. Su un piano più generale si procederà, in strett a coopera-
zione con i partner della regione, ad un rapido riesame degli
att uali programmi di partenariato e assistenza al fi ne di cali-
brare meglio i bisogni del momento. In questo contesto la
Commissione e l’alto rappresentante dovranno privilegiare
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32
stabilità (cfr. allegato II). Dalle discussioni sono emerse le seguenti conclusioni:
• Capacità di fi nanziamento
Il meccanismo europeo di stabilità avrà una capacità globale
eff ett iva di prestito pari a 500 miliardi di EUR. Nel corso
della transizione dal fondo europeo di stabilità fi nanziaria
al meccanismo europeo di stabilità, la capacità di prestito
consolidata non supererà tale importo. L’eff ett iva capacità
di prestito del meccanismo europeo di stabilità risulterà
combinando adeguatamente il capitale versato con il capi-
tale richiamabile e le garanzie. Sarà stabilito un calendario
per il versamento graduale del capitale, nel pieno rispett o
delle procedure parlamentari nazionali.
Fino all’entrata in vigore del meccanismo, la capacità di
prestito convenuta di 440 miliardi di EUR del fondo euro-
peo di stabilità fi nanziaria sarà resa pienamente eff ett iva.
• Strumenti
I capi di Stato o di governo ricordano che il meccanismo
europeo di stabilità fornirà assistenza fi nanziaria quando
un membro della zona euro lo richiederà e quando tale
assistenza sarà ritenuta indispensabile per salvaguardare la
stabilità della zona euro nel suo insieme. Qualsiasi decisione
al riguardo sarà presa all’unanimità in base ad un’analisi
della sostenibilità del debito dello Stato membro interes-
sato eff ett uata dalla Commissione e dal Fondo monetario
internazionale, in consultazione con la Banca centrale euro-
pea. L’assistenza fi nanziaria sarà soggett a a una rigorosa
condizionalità nell’ambito di un programma di aggiusta-
mento macroeconomico.
L’assistenza finanziaria da parte del meccanismo euro-
peo di stabilità e del fondo europeo di stabilità fi nanzia-
ria assumerà la forma di prestiti. Tutt avia, per ott imizzare
l’effi cienza in termini di costi del sostegno, il meccanismo
europeo di stabilità e il fondo europeo di stabilità fi nanziaria
possono intervenire anche, eccezionalmente, nel mercato
primario del debito nel contesto di un programma soggett o
a rigorosa condizionalità.
• Condizioni fi nanziarie
La fissazione del prezzo del fondo europeo di stabilità
finanziaria dovrà essere riveduta al ribasso per tenere
meglio conto della sostenibilità del debito dei paesi bene-
fi ciari, pur restando al di sopra dei costi di fi nanziamento
dello strumento, con un adeguato aumento per il rischio
e in linea con i principi di fi ssazione del prezzo dell’FMI.
Gli stessi principi si applicheranno al meccanismo europeo
di stabilità.
1. Il Patto per l’euro che istituisce un coordinamento più stretto delle politiche economiche per la competitività e la convergenza (allegato) è stato approvato. Il Patt o sarà presentato al Consiglio europeo del 24-25 marzo 2011 affi nché gli Stati membri che non fanno parte della zona euro comunichino l’eventuale intenzione di partecipare al Patt o stesso. Parallelamente gli Stati membri della zona euro segnaleranno le prime misure che si impegnano a porre in att o nell’ambito del Patt o per l’anno prossimo.
2. I capi di Stato o di governo della zona euro hanno valutato i progressi realizzati successivamente alla riunione del Con-siglio europeo del 4 febbraio 2011 riguardo ad una risposta globale alla crisi, al fi ne di completare questo pacchett o in tempo per il Consiglio europeo del 24-25 marzo.
3. Accolgono con favore i progressi realizzati nell’att uazione dei programmi FMI-UE in corso in Grecia e in Irlanda, e il forte impegno assunto
—dalla Grecia di proseguire rigorosamente le riforme strutt urali, accrescere lo sviluppo di capacità per la loro att uazione, portare a termine completamente e in tempi brevi il piano di privatizzazione e di sviluppo immobi-liare di 50 miliardi di EUR annunciato e introdurre un quadro di bilancio rigoroso e stabile che abbia un fon-damento giuridico quanto più solido possibile deciso dal governo greco;
—dall’Irlanda di introdurre un quadro di bilancio rigoroso e stabile, con la più forte base giuridica possibile e per rispett are gli obiett ivi di bilancio att raverso riduzioni della spesa e aumenti delle entrate secondo quanto previsto dal programma.
4. In seguito alla dichiarazione del 4 febbraio sulla valuta-zione della Commissione, in consultazione con la BCE, dell’att uazione delle misure adott ate per raff orzare le posi-zioni di bilancio e le prospett ive di crescita, i capi di Stato o di governo accolgono con favore i progressi compiuti in vari paesi. In particolare, insieme al presidente della Commissione e al presidente della BCE, accolgono favo-revolmente e sostengono il pacchett o di misure di ampia portata annunciato oggi dal Portogallo riguardante riforme di bilancio, fi nanziarie e strutt urali.
5. I capi di Stato o di governo della zona euro invitano i ministri delle Finanze a portare a termine i lavori sul meccanismo europeo di stabilità e sul fondo europeo di stabilità fi nanziaria in tempo utile per il Consiglio euro-peo del 24-25 marzo 2011. I lavori dovrebbero att enersi rigorosamente e dare piena att uazione alle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2010 e alla dichiarazione dell’Eurogruppo del 28 novembre 2010, che defi niscono le caratt eristiche essenziali del meccanismo europeo di
Dichiarazione dei capi di Stato o di governo della zona euro
11 marzo 2011
I capi di Stato o di governo della zona euro hanno adott ato le seguenti conclusioni:
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33
Lo sforzo rinnovato di più strett o coordinamento delle politiche
economiche per la competitività e la convergenza s’ispira alle quat-
tro linee guida seguenti.
a) S’iscriverà nella linea dell’att uale governance economica
dell’UE e la irrobustirà, apportandole un valore aggiunto.
Sarà all’insegna della coerenza con gli strumenti vigenti
(UE 2020, semestre europeo, orientamenti integrati,
patt o di stabilità e di crescita, nuovo quadro di sorveglianza
macroeconomica), dai quali muoverà. Comporterà uno
sforzo particolare, più intenso rispetto all’esistente, e si
articolerà in impegni ed interventi concreti più ambiziosi
di quelli concordati in passato e corredati di un calendario
di att uazione. Questi impegni nuovi saranno successiva-
mente integrati nei programmi nazionali di riforma e nei
programmi di stabilità e saranno inseriti nel quadro della
sorveglianza periodica: la Commissione avrà una funzione
centrale forte di controllo dell’att uazione degli impegni ed è
previsto il coinvolgimento di tutt e le formazioni pertinenti
del Consiglio e dell’Eurogruppo. Il Parlamento europeo
svolgerà pienamente il ruolo che gli spett a nell’ambito delle
sue competenze. Il pieno coinvolgimento delle parti sociali
a livello UE sarà assicurato dal vertice sociale trilaterale.
b) Si concentrerà sull’obiett ivo, sarà orientato all’azione e ver-
terà sui sett ori d’intervento prioritari essenziali per stimo-
lare la competitività e la convergenza. S’incentrerà sugli
interventi che rientrano nella sfera di competenza degli Stati
membri. Nei sett ori d’intervento prescelti i capi di Stato o di
governo fi sseranno obiett ivi comuni, che gli Stati membri
partecipanti perseguiranno att uando combinazioni proprie
di politiche in considerazione delle sfi de specifi che cui sono
confrontati.
c) Ogni anno ciascun capo di Stato o di governo assumerà
impegni nazionali concreti. In questo contesto gli Stati
membri terranno conto delle migliori prassi e dei parame-
tri rappresentati dalle prestazioni migliori, sia all’interno
dell’Europa sia rispett o ad altri partner strategici.
Il controllo politico sull’att uazione degli impegni e sui pro-
gressi verso la realizzazione degli obiett ivi politici comuni
competerà ai capi di Stato o di governo della zona euro e dei
paesi partecipanti, che lo eserciteranno a cadenza annuale
sulla scorta di una relazione della Commissione. Gli Stati
membri s’impegnano inoltre a consultare i partner prima
di adott are qualsiasi grande riforma economica che possa
avere eff ett i di ricaduta.
d) Gli Stati della zona euro sono pienamente impegnati
a favore del completamento del mercato unico, che è un
elemento determinante per il miglioramento della com-
petitività nell’UE e nella stessa zona euro. Il processo qui
descritt o sarà perfett amente in linea con il tratt ato. Il Patt o
rispett erà pienamente il mercato unico nella sua integralità.
I nostri obiett ivi
Gli Stati membri della zona euro s’impegnano a adott are tutt e le
misure necessarie per realizzare gli obiett ivi seguenti:
Tenuto conto di quanto precede e degli impegni assunti
dalla Grecia nel contesto del programma di aggiustamento,
i tassi d’interesse sui prestiti saranno adeguati di 100 punti
base. Inoltre la scadenza per tutt i i prestiti del programma
alla Grecia sarà portata a 7,5 anni in linea con l’FMI.
I ministri delle Finanze specifi cheranno le modalità di att ua-
zione di tali decisioni.
6. Tutt i gli Stati membri assicureranno l’introduzione di piani
concreti, conformi alle regole dell’UE sugli aiuti di Stato,
nei confronti delle banche che mostrino vulnerabilità negli
stress test che saranno completati entro l’estate.
7. I capi di Stato o di governo invitano i ministri delle Finanze
a ultimare i lavori sulle sei proposte legislative sulla gover-
nance economica presentate dalla Commissione e a perve-
nire, entro marzo, a un orientamento generale che assicuri
la piena att uazione delle raccomandazioni della task force.
In tale contesto convengono che la fi ssazione di un termine
di riferimento numerico di 1/20 per la riduzione del debito,
da valutare tenendo conto di tutt i i fatt ori pertinenti, come
indicato nella proposta della Commissione, dovrebbe fare
pienamente parte di questo pacchett o. Tutt i sostengono
l’adozione del progett o di dirett iva sul quadro di bilancio
nazionale. Nel decidere le iniziative nell’ambito del patt o di
stabilità e crescita il Consiglio dovrebbe, di norma, seguire
le raccomandazioni della Commissione o spiegare la sua
posizione per iscritt o.
8. I capi di Stato o di governo convengono che l’introduzione
di una tassa sulle operazioni fi nanziarie debba essere esa-
minata e sviluppata ulteriormente a livello di zona euro, di
UE e internazionale.
***
ALLEGATO I
PATT O PER L’EUROUN COORDINAMENTO PIÙ STRETT O
DELLE POLITICHE ECONOMICHE PER LA COMPETITIVITÀ E LA CONVERGENZA
I capi di Stato o di governo della zona euro hanno deciso di adot-
tare un Patt o per l’euro al fi ne di consolidare il pilastro economico
dell’unione monetaria, fare un salto di qualità nel coordinamento
delle politiche economiche nella zona euro, migliorare la compe-
titività e, quindi, aumentare il livello di convergenza. Il Patt o verte
principalmente su sett ori che rientrano nella sfera di competenza
nazionale e che sono essenziali per migliorare la competitività
e scongiurare squilibri dannosi. La competitività è fondamentale
ai fi ni di una crescita più rapida e più sostenibile dell’UE nel medio-
lungo periodo, di livelli più elevati di reddito per i citt adini e della
salvaguardia dei nostri modelli sociali. Gli Stati membri che non
fanno parte della zona euro sono invitati a partecipare su base
volontaria.
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34
• assicurare che gli accordi salariali del comparto pubblico
corrispondano allo sforzo di competitività del sett ore
privato (tenendo presente l’importanza del segnale dato
dalle retribuzioni del sett ore pubblico).
ii) misure intese a incrementare la produtt ività, ad esempio:
• ulteriore apertura dei sett ori protett i grazie a misure
adottate a livello nazionale per eliminare restrizioni
ingiustificate ai servizi professionali e al settore del
commercio al dettaglio, nell’intento di stimolare la
concorrenza e l’effi cienza nel pieno rispett o dell’acquis
comunitario;
• sforzi specifici per migliorare i sistemi di istruzione
e promuovere la ricerca e lo sviluppo, l’innovazione
e le infrastrutt ure;
• misure volte a migliorare il contesto imprenditoriale,
in particolare per le PMI, segnatamente eliminando gli
oneri amministrativi e migliorando il quadro normativo
(ad esempio leggi sui fallimenti, codice commerciale).
b) Stimolare l’occupazione
Un mercato del lavoro che funziona è essenziale per la competiti-
vità della zona euro. Si valuteranno i progressi in base agli indicatori
seguenti: tassi di disoccupazione giovanile e di lungo periodo, tassi
di att ività.
Ogni paese sarà responsabile degli interventi specifi ci che sceglie
per stimolare l’occupazione, ma particolare att enzione sarà dedi-
cata alle riforme seguenti:
• riforme del mercato del lavoro per promuovere la «fl es-
sicurezza», ridurre il lavoro sommerso e aumentare la
partecipazione al mercato del lavoro;
• apprendimento permanente;
• riforme fi scali, quali la riduzione dell’imposizione sul
lavoro per rendere conveniente lavorare, mantenendo il
gett ito fi scale globale e l’adozione di misure volte a sem-
plifi care la partecipazione al mercato del lavoro delle
persone che costituiscono la seconda fonte di reddito
familiare.
c) Raff orzare la sostenibilità delle fi nanze pubbliche
Ai fi ne dell’att uazione piena del Patt o di stabilità e crescita, si accor-
derà la massima att enzione ai punti seguenti:
• sostenibilità di pensioni, assistenza sanitaria e prestazioni sociali
Si procederà ad una valutazione sopratt utt o in base agli indicatori
del divario di sostenibilità1. Tali indicatori valutano se i livelli di
debito sono sostenibili sulla base delle politiche in corso, in par-
ticolare i regimi pensionistici, di assistenza sanitaria e previdenza
sociale, tenendo conto dei fatt ori demografi ci.
1 Il divario di sostenibilità è costituito da indicatori approvati dalla Commissione e dagli Stati membri per valutare la sostenibilità di bilancio.
• stimolare la competitività
• stimolare l’occupazione
• concorrere ulteriormente alla sostenibilità delle fi nanze
pubbliche
• raff orzare la stabilità fi nanziaria.
Ciascuno Stato membro partecipante presenterà le misure spe-
cifi che che intende adott are per conseguire tali obiett ivi. Saranno
esclusi il o i sett ori per i quali lo Stato membro è in grado di dimo-
strare che nessun intervento è necessario. Ciascun paese conser-
verà la competenza di scegliere gli interventi politici specifi ci che
si riveleranno necessari per conseguire gli obiett ivi comuni, ma si
presterà particolare att enzione alle possibili misure elencate qui
di seguito.
Impegni concreti e controllo a livello politico
I capi di Stato o di governo eserciteranno il controllo politico sui
progressi verso la realizzazione degli obiett ivi comuni basandosi su
una serie d’indicatori inerenti a competitività, occupazione, soste-
nibilità di bilancio e stabilità fi nanziaria. Saranno individuati i paesi
su cui incombono grandi sfi de in questi sett ori, ed essi dovranno
assumersi l’impegno di aff rontarle secondo una tempistica precisa.
a) Stimolare la competitività
I progressi saranno valutati in funzione dell’evoluzione delle
retribuzioni e della produtt ività e delle esigenze di adeguamento
della competitività. Per stabilire se l’evoluzione delle retribuzioni
sia in linea con quella della produtt ività, si monitoreranno in un
dato lasso di tempo i costi unitari del lavoro raff rontandoli con
l’evoluzione in altri paesi della zona euro e nei principali partner
commerciali con economie simili. Relativamente a ciascun paese
i costi unitari del lavoro saranno valutati per l’economia nel suo
complesso e per ciascun grande comparto (produzione e servizi,
così come sett ori commerciabili e sett ori non commerciabili).
Aumenti ingenti e mantenuti nel tempo possono erodere la
competitività, sopratt utt o se associati ad un disavanzo corrente in
aumento e a quote di mercato in calo per le esportazioni. Interventi
per migliorare la competitività sono necessari in tutt i i paesi, ma ci si
concentrerà in particolare su quelli confrontati a grandi sfi de sott o
quest’aspett o. Per assicurare la diff usione di una crescita equilibrata
in tutt a la zona euro, saranno previsti strumenti specifi ci e iniziative
comuni ai fi ni della promozione della produtt ività nelle regioni in
ritardo di sviluppo.
Ciascun paese sarà responsabile degli interventi specifi ci che sce-
glie per promuovere la competitività, ma particolare att enzione
sarà dedicata alle riforme seguenti:
i) nel rispetto delle tradizioni nazionali di dialogo sociale
e relazioni industriali, misure volte ad assicurare un’evo-
luzione dei costi in linea con la produtt ività, ad esempio:
• riesaminare gli accordi salariali e laddove necessario,
il grado di accentramento del processo negoziale e i
meccanismi d’indicizzazione, nel rispett o dell’autono-
mia delle parti sociali nella negoziazione dei contratt i
collett ivi;
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Lo sviluppo di un base imponibile comune per le società potrebbe
essere una via da seguire — neutra sott o il profi lo delle entra-
te — per assicurare la coerenza dei regimi fi scali nazionali, nel
rispett o delle strategie fi scali nazionali, e per contribuire alla soste-
nibilità di bilancio e alla competitività delle imprese europee.
Nelle prossime sett imane la Commissione intende presentare una
proposta legislativa su una base imponibile consolidata comune
per le società.
Impegni annuali concreti
Per dimostrare un reale impegno a favore del cambiamento ed
assicurare lo slancio politico necessario per raggiungere gli obiett ivi
comuni, ogni anno gli Stati membri della zona euro converranno al
massimo livello una serie di azioni concrete da realizzare nei dodici
mesi. La scelta delle misure specifi che da att uare resterà di compe-
tenza di ciascun paese ma sarà orientata in particolare dall’esame
delle questioni sopraindicate. Questi impegni si rispecchieranno
anche nei programmi nazionali di riforma e nei programmi di
stabilità presentati ogni anno, che la Commissione, il Consiglio
e l’Eurogruppo valuteranno nell’ambito del semestre europeo.
Prossime fasi
Il Patt o sarà formalmente adott ato in sede di Consiglio europeo il
24 marzo dagli Stati membri della zona euro e dagli Stati membri
non partecipanti all’euro che lo desiderino. Gli Stati membri in
grado di farlo dovrebbero annunciare già il 24 marzo gli impegni
concreti da realizzare nei prossimi 12 mesi. In ogni caso gli impe-
gni concreti dovrebbero essere inseriti nei programmi nazionali
di riforma e nei programmi di stabilità che saranno trasmessi ad
aprile e presentati al Consiglio europeo di giugno.
***
ALLEGATO II
CARA TT ERISTICHE GENERA LI DEL FUTURO MECCANISMO
DICHIARA ZIONE DELL’EUROGRUPPO DEL 28 NOVEMBRE 2010
«Gli eventi recenti hanno dimostrato che una situazione di diffi -
coltà fi nanziaria in uno Stato membro può rapidamente minacciare
la stabilità macrofi nanziaria dell’insieme dell’UE mediante vari
canali di contagio. Ciò è vero sopratt utt o per la zona euro in cui
le economie e in particolare i sett ori fi nanziari sono strett amente
interconnessi.
Durante l’intera crisi att uale gli Stati membri della zona euro hanno
dato prova di determinazione nel prendere misure decisive e coor-
dinate per salvaguardare la stabilità fi nanziaria dell’insieme della
zona euro se necessario e riportare la crescita su una carreggiata
sostenibile.
In particolare, il fondo europeo di stabilità fi nanziaria (FESF) è
stato istituito per fornire un’assistenza rapida ed effi cace in ter-
mini di liquidità, insieme al meccanismo europeo di stabilizzazione
Le riforme necessarie per assicurare la sostenibilità e l’adeguatezza
delle pensioni e delle prestazioni sociali potrebbero comprendere:
• allineare il sistema pensionistico alla situazione demo-
grafi ca nazionale, ad esempio allineando l’età pensiona-
bile eff ett iva alla speranza di vita o aumentando i tassi
di att ività;
• limitare i regimi di pensionamento anticipato e ricor-
rere ad incentivi mirati per assumere lavoratori anziani
(fascia superiore ai 55 anni).
• Regole di bilancio nazionali
Gli Stati membri della zona euro si impegnano a recepire nella
legislazione nazionale le regole di bilancio dell’UE fi ssate nel patt o
di stabilità e crescita. Gli Stati membri manterranno la facoltà di sce-
gliere lo specifi co strumento giuridico nazionale cui ricorrere ma
faranno sì che abbia una natura vincolante e sostenibile suffi ciente-
mente forte (ad esempio costituzione o normativa quadro). Anche
l’esatt a forma della regola sarà decisa da ciascun paese (ad esem-
pio potrebbe assumere la formula di «freno all’indebitamento»,
regola collegata al saldo primario o regola di spesa), ma dovrebbe
garantire la disciplina di bilancio a livello sia nazionale che sub-
nazionale. La Commissione avrà la possibilità, nel pieno rispett o
delle prerogative dei parlamenti nazionali, di essere consultata in
merito alla precisa regola di bilancio prima dell’adozione in modo
da assicurare che sia compatibile e sinergica con le regole dell’UE.
d) Raff orzare la stabilità fi nanziaria
Per la stabilità globale della zona euro un forte sett ore fi nanziario
è fondamentale. È stata avviata una riforma generale del quadro
dell’UE per la vigilanza e la regolamentazione del sett ore fi nanziario.
In tale contesto gli Stati membri si impegnano a introdurre una legi-
slazione nazionale per la risoluzione nel sett ore bancario, nel pieno
rispett o dell’acquis comunitario. Saranno eff ett uati su base regolare
stress test rigorosi sulle banche, coordinati a livello di UE. Inoltre
il presidente del CERS e il presidente dell’Eurogruppo saranno
invitati a riferire periodicamente ai capi di Stato o di governo sulle
questioni connesse alla stabilità macrofi nanziaria e agli sviluppi
macroeconomici della zona euro che richiedono interventi spe-
cifi ci. Sarà in particolare att entamente monitorato, per ogni Stato
membro, il livello del debito privato di banche, famiglie e imprese
non fi nanziarie.
***
Oltre alle questioni sopraindicate, si presterà att enzione al coordi-
namento delle politiche fi scali.
L’imposizione dirett a resta di competenza nazionale. Il coordina-
mento pragmatico delle politiche fi scali è un elemento necessario
di un più strett o coordinamento delle politiche economiche della
zona euro a sostegno del risanamento di bilancio e della crescita
economica. In tale contesto gli Stati membri si impegnano ad
avviare discussioni strutt urate sulle questioni di politica fi scale,
segnatamente per assicurare che si scambino migliori prassi, si
evitino prassi dannose e si presentino proposte di lott a contro la
frode e l’evasione fi scale.
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36
namente in linea con le prassi dell’FMI. Nell’eventualità inatt esa
che un paese risulti insolvente, lo Stato membro deve negoziare
un piano globale di ristrutt urazione con i propri creditori privati, in
linea con le prassi dell’FMI al fi ne di ripristinare la sostenibilità del
debito. Se è possibile pervenire alla sostenibilità del debito grazie
a queste misure, il meccanismo europeo di stabilità può fornire un
sostegno di liquidità.
Per agevolare questo processo, clausole di azione collett iva (CAC)
standardizzate e identiche, in modo da tutelare la liquidità dei mer-
cati, saranno inserite tra le modalità e condizioni di emissione di
tutt e le nuove obbligazioni di Stato della zona euro a partire dal
giugno 2013. Le suddett e clausole saranno coerenti con quelle
comuni nel diritt o del Regno Unito e degli Stati Uniti conforme-
mente alla relazione del G10 sulle CAC, comprese clausole di
aggregazione che consentano a tutt i i titoli di debito emessi da uno
Stato membro di essere considerati insieme nelle negoziazioni. Ciò
consentirà ai creditori di prendere una decisione a maggioranza
qualifi cata su una modifi ca giuridicamente vincolante dei termini
di pagamento (sospensione, proroga della maturità, riduzione del
tasso di interesse e/o haircut) nell’eventualità d’inadempienza
del debitore.
Gli Stati membri si adopreranno per prorogare i termini di sca-
denza delle loro nuove emissioni di obbligazioni a medio termine
per evitare picchi di rifi nanziamento.
L’effi cacia globale di questo quadro sarà valutata nel 2016 dalla
Commissione di concerto con la BCE.
Ribadiamo che la partecipazione del settore privato a queste
modalità e condizioni non sarà eff ett iva prima del secondo seme-
stre 2013.
Il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha
comunicato che la proposta relativa ad una modifi ca limitata del
tratt ato che presenterà alla prossima riunione del Consiglio euro-
peo rifl ett erà la decisione di oggi».
fi nanziaria e al Fondo monetario internazionale, sulla base di pro-
grammi rigorosi di aggiustamento delle politiche economiche
e di bilancio che lo Stato membro interessato dovrà att uare per
assicurare la sostenibilità del debito.
Il 28-29 ott obre il Consiglio europeo ha convenuto della necessità
di istituire un meccanismo permanente di gestione delle crisi per
salvaguardare la stabilità fi nanziaria dell’intera zona euro. I ministri
dell’Eurogruppo hanno convenuto che il meccanismo europeo di
stabilità sia basato sul fondo europeo di stabilità fi nanziaria e sia in
grado di fornire pacchett i di assistenza fi nanziaria agli Stati membri
della zona euro secondo criteri di rigorosa condizionalità, confor-
memente alle regole dell’att uale FESF.
Il meccanismo europeo di stabilità integrerà il nuovo quadro di
governance economica raff orzata che si prefi gge una sorveglianza
economica effi cace e severa, incentrata sulla prevenzione in modo
da ridurre sensibilmente il rischio di una nuova crisi in futuro.
Si adegueranno le regole per prevedere la partecipazione dei credi-
tori del sett ore privato in base a valutazioni caso per caso, in linea
con le politiche dell’FMI. In tutt i i casi, per proteggere il denaro dei
contribuenti e segnalare inequivocabilmente ai creditori del sett ore
privato che le loro pretese sono subordinate a quelle del sett ore
pubblico, il prestito del meccanismo europeo di stabilità fruirà di
uno status di creditore privilegiato, secondo solo a quello dell’FMI.
L’assistenza ad uno Stato membro della zona euro poggerà su un
programma rigoroso di aggiustamento economico e di bilancio
e su un’analisi scrupolosa della sostenibilità del debito a cura della
Commissione europea e dell’FMI di concerto con la BCE.
Su queste basi i ministri dell’Eurogruppo decideranno all’unani-
mità in merito all’assistenza.
Per i paesi considerati solvibili in seguito all’analisi di sostenibilità
del debito condott a dalla Commissione e dall’FMI di concerto con
la BCE, i creditori del sett ore privato saranno incoraggiati a mante-
nere le rispett ive esposizioni secondo le norme internazionali e pie-
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37
e nei programmi nazionali di riforma. La Commissione pre-
senterà su tale base le proposte di pareri e raccomandazioni
specifi ci per paese in tempo utile affi nché possano essere
adott ate prima del Consiglio europeo di giugno.
3. In particolare, gli Stati membri presenteranno piani di risa-
namento pluriennali che indicheranno obiett ivi precisi di
disavanzo, di entrate e di spesa, la strategia per raggiungerli
e un calendario di att uazione. Le politiche di bilancio per il
2012 dovrebbero mirare a ripristinare la fi ducia assicurando
nuovamente la sostenibilità del trend del debito e garan-
tendo che i disavanzi siano ricondott i al di sott o del 3 % del
PIL secondo la tempistica convenuta dal Consiglio. È a tal
fi ne necessario, nella maggior parte dei casi, un aggiusta-
mento strutt urale su base annua ben superiore allo 0,5 % del
PIL. Il risanamento dovrebbe essere accelerato negli Stati
membri che versano in una situazione di forte disavanzo
strutt urale o di livello del debito pubblico molto alto o in
rapida crescita.
4. Gli sforzi in materia di risanamento di bilancio devono
essere integrati da riforme strutt urali a sostegno della cre-
scita. A tal fi ne gli Stati membri sott olineano l’impegno
per l’att uazione della strategia Europa 2020. Att ueranno in
particolare misure att e a:
—rendere il lavoro più att raente;
—aiutare i disoccupati a reinserirsi nel mondo del lavoro;
I. POLITICA ECONOMICA
1. Il Consiglio europeo ha adott ato in data odierna un pac-
chett o globale di misure intese a rispondere alla crisi, pre-
servare la stabilità fi nanziaria e porre le basi di una crescita
intelligente e sostenibile basata sull’inclusione sociale e tesa
a creare occupazione: si raff orzeranno così la governance
economica e la competitività della zona euro e dell’Unione
europea.
Att uare il semestre europeo: Europa 2020, risanamento di bilancio e riforme strutt urali
2. Nel nuovo quadro del Semestre europeo, il Consiglio
europeo ha approvato le priorità in materia di risanamento
di bilancio e riforme strutt urali1. Ha rilevato che occorre
att ribuire priorità al risanamento dei bilanci e alla sosteni-
bilità dei conti pubblici, alla riduzione della disoccupazione
att raverso riforme del mercato del lavoro e a nuovi sforzi
intesi ad aumentare la crescita. Tutt i gli Stati membri tra-
durranno tali priorità in misure concrete che saranno inse-
rite nei rispett ivi programmi di stabilità o di convergenza
1 In linea con le conclusioni del Consiglio del 15 febbraio e del 7 marzo 2011 e in seguito all’analisi annuale della crescita a cura della Commissione. Cfr. anche relazione di sintesi della presidenza del 16 marzo 2011.
CONSIGLIO EUROPEO — 24-25 MARZO 2011
CONCLUSIONI
Esprimiamo il più profondo cordoglio per l’immensa perdita di vite umane in Giappone e la nostra solidarietà al popolo
e al governo giapponesi. I pensieri dei citt adini dell’UE sono con le migliaia di famiglie colpite e con le centinaia di migliaia
di persone che dovranno ora ricostruire la propria vita e la propria comunità. Plaudiamo all’intervento rapido e decisivo
delle autorità giapponesi. Nel ricordare la forte amicizia e le strett e relazioni politiche ed economiche che legano l’UE al
Giappone, siamo decisi a sostenere questo paese che lott a per superare le sfi de cui è confrontato.
* * *
Negli ultimi mesi l’Europa ha att raversato una crisi fi nanziaria profonda. Sebbene la ripresa economica in Europa sia ora in
carreggiata, i rischi permangono e noi dobbiamo mantenere determinazione nell’agire. Abbiamo adott ato in data odierna
un pacchett o globale di misure che dovrebbe consentirci di lasciarci alle spalle la crisi fi nanziaria e proseguire sulla strada
della crescita sostenibile. Il pacchett o raff orzerà la governance economica dell’Unione europea e assicurerà stabilità duratura
all’intera zona euro. Abbiamo altresì convenuto un’azione risoluta a livello dell’UE per stimolare la crescita raff orzando il
mercato unico, riducendo l’onere normativo complessivo e promuovendo gli scambi con i paesi terzi.
Abbiamo discusso la grave situazione in Libia esprimendo soddisfazione dopo l’adozione dell’UNSCR 1973 e sott olineando
la nostra determinazione a contribuire alla sua att uazione. Quanto al vicinato meridionale, abbiamo ribadito di essere
risoluti a sviluppare un partenariato nuovo con la regione e abbiamo chiesto l’att uazione rapida degli orientamenti defi niti
l’11 marzo 2011; inoltre, abbiamo concordato le prime iniziative concrete volte a sostenere i paesi del vicinato meridionale
nel breve periodo. Abbiamo infi ne discusso degli insegnamenti da trarre dagli eventi giapponesi, in particolare in termini
di sicurezza nucleare.
* * *
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38
Raff orzare la governance
9. Il pacchett o di sei proposte legislative sulla governance
economica è fondamentale per raff orzare la disciplina di
bilancio ed evitare squilibri macroeconomici eccessivi.
Esso comprende una riforma del Patt o di stabilità e crescita
volta a raff orzare la sorveglianza delle politiche di bilancio
e ad applicare le misure esecutive con maggiore coerenza
e in una fase più precoce, nuove disposizioni sui quadri di
bilancio nazionali e una nuova sorveglianza degli squilibri
macroeconomici.
10. Il Consiglio europeo si compiace dell’orientamento
generale raggiunto dal Consiglio sulle proposte, che apre
la strada ai negoziati con il Parlamento europeo, e ha chie-
sto di proseguire i lavori affi nché il pacchett o possa essere
adott ato nel giugno 2011.
Un salto di qualità nel coordinamento delle politiche economiche: il Patt o euro plus
11. Il Patt o euro plus, che è stato approvato dai capi di Stato
o di governo della zona euro e a cui hanno aderito Bulga-
ria, Danimarca, Lett onia, Lituania, Polonia, Romania (cfr.
allegato I), consoliderà ulteriormente il pilastro economico
dell’Unione economica e monetaria e porterà ad un salto
di qualità nel coordinamento delle politiche economiche,
con l’obiett ivo di migliorare la competitività e in tal modo
aumentare il livello di convergenza raff orzando la nostra
economia sociale di mercato. Il Patt o resta aperto all’ade-
sione di altri Stati membri. Esso rispetterà pienamente
l’integrità del mercato unico.
12. Gli Stati membri che hanno sott oscritt o il Patt o si impe-
gnano, in base agli indicatori e ai principi ivi previsti, ad
annunciare una serie di azioni concrete da portare a termine
nei dodici mesi successivi. Alcuni Stati membri hanno già
annunciato i primi impegni. Tutt i gli Stati membri parteci-
panti presenteranno i loro impegni quanto prima e comun-
que in tempo utile affinché siano inseriti nei rispettivi
programmi di stabilità o di convergenza e nei programmi
nazionali di riforma — che dovranno essere trasmessi in
aprile — e siano valutati al Consiglio europeo di giugno.
Ripristinare lo stato di salute del sett ore bancario
13. L’Autorità bancaria europea e le autorità competenti stanno
eff ett uando prove di stress. Il Consiglio europeo sott olinea
che, per migliorare la coerenza e la qualità dei risultati, è
importante che il processo di valutazione sia svolto tra pari
in strett a cooperazione con le autorità nazionali di vigilanza,
il Comitato europeo per il rischio sistemico, la Commis-
sione e la Banca centrale europea. Le banche dovranno assi-
curare un livello elevato d’informazione, anche per quanto
riguarda i titoli del debito sovrano.
14. Gli Stati membri prepareranno, prima della pubblicazione
dei risultati, strategie ambiziose e specifi che per ristrutt urare
gli istituti vulnerabili, ivi incluse soluzioni che coinvolgono
—lottare contro la povertà e promuovere l’inclusione
sociale;
—investire nell’istruzione e nella formazione;
—conciliare sicurezza e fl essibilità;
—riformare i sistemi pensionistici;
—att irare capitali privati per fi nanziare la crescita;
—stimolare la ricerca e l’innovazione;
—off rire un accesso all’energia effi cace in termini di costi
e aumentare l’incisività delle politiche di efficienza
energetica.
5. Gli Stati membri presenteranno le principali misure neces-
sarie per conseguire gli obiett ivi principali della strategia
Europa 2020 approvati nel giugno 2010. Presenteranno
inoltre misure politiche per correggere gli squilibri macroe-
conomici dannosi e persistenti e migliorare la competitività.
6. Nell’att uazione di queste politiche, per ampliare la base di
partecipazione si agirà in strett a cooperazione con il Par-
lamento europeo e le altre istituzioni e organi consultivi
(CESE e CdR) dell’UE, coinvolgendo pienamente i par-
lamenti nazionali, le parti sociali, le regioni e gli altri soggett i
interessati.
7. Il mercato unico svolge un ruolo chiave per produrre cre-
scita e occupazione e promuovere la competitività. Il Con-
siglio europeo plaude all’intenzione della Commissione di
presentare l’att o per il mercato unico e invita il Parlamento
europeo e il Consiglio a adott are entro il 2012 una prima
serie di misure prioritarie per rilanciare il mercato unico.
Vanno messe in particolare rilievo le misure che creano
crescita e occupazione e apportano risultati concreti ai cit-
tadini e alle imprese. Si dovrà insistere anche sul completa-
mento del mercato unico digitale. Occorre ridurre l’onere
normativo nel suo complesso, in particolare per le PMI,
a livello sia europeo sia nazionale. La Commissione rife-
rirà sulla questione entro l’estate. Il Consiglio europeo ha
inoltre accolto con favore l’intenzione della Commissione
di proporre modalità di esenzione delle microimprese da
talune normative future. Basandosi sulla comunicazione
della Commissione «Verso un miglior funzionamento del
mercato unico dei servizi», il Consiglio europeo esorta gli
Stati membri ad att uare integralmente la dirett iva sui servizi
e invita la Commissione e gli Stati membri a intervenire
ulteriormente, laddove necessario, per migliorare il mercato
interno dei servizi.
8. La dimensione esterna del mercato unico è altresì impor-
tante e l’accento va posto sulla promozione di scambi liberi,
equi e aperti, con particolare enfasi sulla conclusione del
ciclo di negoziati di Doha dell’OMC e di accordi di libero
scambio nel 2011, in linea con le conclusioni del Consiglio
europeo del 16 sett embre 2010. Occorre portare rapida-
mente avanti i lavori sulla scorta della relazione della Com-
missione che defi nisce le priorità per eliminare gli ostacoli
agli scambi nei paesi terzi.
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19. In linea con l’UNSCR 1973, l’Unione europea, di concerto
con la Lega degli Stati arabi, le Nazioni Unite e l’Unione
africana, intensifi cherà gli sforzi per trovare una soluzione
alla crisi che risponda alle legitt ime richieste del popolo
libico. Il Consiglio europeo ha ribadito l’invito al colonnello
Gheddafi ad abbandonare il potere immediatamente per
consentire alla Libia di intraprendere rapidamente una pro-
pria transizione ordinata verso la democrazia att raverso un
dialogo su basi ampie, tenendo conto anche della necessità
di garantire la sovranità e l’integrità territoriale della Libia.
L’UE è pronta a contribuire a favorire questo dialogo, anche
con il Consiglio nazionale di transizione, e ad aiutare una
nuova Libia sul piano economico e nella costruzione di
nuove istituzioni, in cooperazione con le Nazioni Unite, la
Lega araba, l’Unione africana ed altri.
20. L’Unione europea ha agito rapidamente per applicare le
sanzioni imposte dalle risoluzioni 1970 e 1973 del Con-
siglio di sicurezza dell’ONU, anche attraverso l’inseri-
mento di ulteriori persone ed entità nell’elenco autonomo
dell’UE delle persone ed entità soggett e a misure restritt ive.
L’Unione europea è pronta ad avviare ed adott are ulteriori
sanzioni, comprese misure intese a garantire che gli introiti
generati dal petrolio e dal gas non vadano al regime di
Gheddafi . Gli Stati membri presenteranno proposte ana-
loghe al Consiglio di sicurezza dell’ONU.
21. La situazione umanitaria in Libia e lungo i suoi confi ni
rimane motivo di grave preoccupazione. L’UE continuerà
a fornire assistenza umanitaria a tutt e le persone colpite,
in stretta cooperazione con tutte le agenzie umanitarie
e ONG coinvolte. L’UE ha intensifi cato e proseguirà la
sua att ività di pianifi cazione a sostegno delle operazioni di
assistenza umanitaria/protezione civile, anche con mezzi
navali.
22. Il Consiglio europeo ha preso att o con soddisfazione del
regolare svolgimento del referendum sulle modifi che costi-
tuzionali tenutosi in Egitt o il 19 marzo: è un importante
passo verso un sistema politico più aperto e democratico.
23. Il Consiglio europeo, tenendo conto che la situazione di
ciascun paese è diversa, si è dichiarato estremamente preoc-
cupato per la situazione in Siria, Yemen e Bahrein e ha fer-
mamente condannato l’escalation di violenza e l’uso della
forza contro i manifestanti, esortando tutt e le parti interes-
sate ad avviare senza indugi né condizioni preliminari un
dialogo incisivo e costrutt ivo. Ha approvato le conclusioni
adott ate dal Consiglio «Aff ari esteri» del 21 marzo.
24. Si dovranno portare rapidamente avanti i lavori per defi nire
un nuovo partenariato con la regione, in linea con la dichia-
razione del Consiglio europeo dell’11 marzo 2011, il quale
sarà fondato su un’integrazione economica raff orzata, un
accesso più ampio ai mercati e una più strett a cooperazione
politica e seguirà un’impostazione diff erenziata e basata sul
raggiungimento dei risultati. Come primo passo nell’at-
il sett ore privato (fi nanziamento dirett o dal mercato o ces-
sioni di credito) ma anche un quadro solido, in linea con
le disposizioni sugli aiuti di Stato, per la concessione del
sostegno statale in caso di bisogno.
15. Come concordato dal Consiglio europeo del giugno 2010,
occorre esaminare l’ipotesi di introdurre una tassa globale
sulle operazioni finanziarie e sviluppare ulteriormente
quest’idea. Il Consiglio europeo rileva l’intenzione della
Commissione di elaborare una relazione sulla tassazione
del sett ore fi nanziario al più tardi entro l’autunno 2011.
Raff orzare i meccanismi di stabilità per la zona euro
16. Ricordata l’importanza di garantire la stabilità fi nanziaria
nella zona euro, il Consiglio europeo ha adott ato la deci-
sione che modifi ca il TFUE riguardo all’istituzione del
meccanismo europeo di stabilità e chiede il rapido avvio
delle procedure nazionali di approvazione affi nché essa
possa entrare in vigore il 1º gennaio 2013.
17. Il Consiglio europeo plaude alle decisioni adottate
l’11 marzo dai capi di Stato o di governo della zona euro
e approva le caratt eristiche del meccanismo europeo di sta-
bilità (MES) (cfr. allegato II). I preparativi del tratt ato MES
e le modifi che dell’accordo sul fondo europeo di stabilità
fi nanziaria (FESF), volti ad assicurare l’eff ett iva capacità
di prestito per 440 miliardi di EUR, saranno completati in
modo tale che i due accordi possano essere fi rmati conte-
stualmente entro fi ne giugno 2011.
II. LIBIA / VICINATO MERIDIONALE
18. Il Consiglio europeo ha discusso della situazione in Libia
e ha approvato le conclusioni adott ate dal Consiglio «Aff ari
esteri» in data 21 marzo. Ricordando la sua dichiarazione
dell’11 marzo, il Consiglio europeo ha espresso soddisfa-
zione per l’adozione della risoluzione 1973 del Consiglio di
sicurezza dell’ONU che enuncia il principio della responsa-
bilità di fornire protezione e ha sott olineato la sua determi-
nazione a contribuire all’att uazione della stessa. Ha altresì
plaudito al vertice di Parigi del 19 marzo quale contributo
decisivo in tal senso. Ha condannato il fatt o che il regime
libico abbia costantemente ignorato le risoluzioni 1970
e 1973 del Consiglio di sicurezza dell’ONU nonché la vio-
lenta e brutale repressione che esso continua ad infl iggere
ai propri citt adini. Ha rilevato che le azioni intraprese in
conformità al mandato del Consiglio di sicurezza hanno
contribuito in modo signifi cativo a proteggere i civili e le
zone da essi popolate minacciate d’att acco e a salvare le loro
vite. Le operazioni militari cesseranno quando la popola-
zione civile sarà salva e al sicuro dalla minaccia di att acchi
e gli obiett ivi dell’UNSCR 1973 saranno stati conseguiti.
Il Consiglio europeo ha sott olineato il ruolo chiave dei
paesi arabi, in particolare della Lega araba, nel sostenere
att ivamente l’att uazione dell’UNSCR 1973 e nella ricerca
di una soluzione politica alla crisi.
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colpita. È pronta a fornire ulteriore sostegno, se richiesto.
In maniera più generale, l’UE è interessata a sviluppare la
cooperazione con il Giappone per i soccorsi in situazioni
di calamità.
29. L’Unione europea plaude all’intervento rapido e decisivo
delle autorità giapponesi in risposta alle perturbazioni sui
mercati fi nanziari. Accoglie con favore l’intervento del G7
sullo yen. È pronta a cooperare pienamente con il Giap-
pone per aff rontare le conseguenze economiche e fi nan-
ziarie degli eventi di questi giorni, anche nell’ambito del
G8 e del G20.
30. Guardando al futuro, il Consiglio europeo ribadisce
l’importanza strategica delle relazioni UE-Giappone. Il
prossimo vertice deve off rire l’occasione di intensifi care
queste relazioni e far progredire l’agenda comune, anche
att raverso il possibile avvio di negoziati per un accordo di
libero scambio in funzione della disponibilità del Giappone
ad aff rontare, tra l’altro, la questione delle barriere non tarif-
farie e delle restrizioni agli appalti pubblici.
31. A tale riguardo, il Consiglio europeo sott olinea l’esigenza
di trarre pienamente insegnamento da questi eventi e di
fornire al pubblico tutt e le informazioni necessarie. Ricor-
dando che il mix energetico è competenza degli Stati mem-
bri, invita a proseguire i lavori in via prioritaria su quanto
segue:
—occorre riesaminare la sicurezza di tutt e le centrali nucle-
ari dell’UE sulla scorta di una valutazione esauriente
e trasparente dei rischi e della sicurezza («prove di
stress»); si invitano il gruppo dei regolatori europei in
materia di sicurezza nucleare (ENSREG) e la Commis-
sione a defi nire al più presto la portata e le modalità di
tali prove in un quadro coordinato, tenendo presenti gli
insegnamenti tratt i dall’incidente giapponese, coinvol-
gendo pienamente gli Stati membri e avvalendosi delle
competenze disponibili (in particolare, quelle dell’As-
sociazione delle autorità di regolamentazione nucleare
dell’Europa occidentale); le valutazioni saranno eff et-
tuate da autorità nazionali indipendenti e att raverso una
revisione tra pari; i relativi risultati e le eventuali misure
successive necessarie che saranno adott ate dovranno
essere condivisi con la Commissione e in ambito ENS-
REG e dovranno essere resi pubblici; il Consiglio euro-
peo valuterà le prime conclusioni entro la fi ne del 2011
sulla base di una relazione della Commissione;
—garantire la sicurezza delle centrali nucleari è una priorità
che non può certo fermarsi ai nostri confi ni: l’UE chie-
derà che siano eff ett uate «prove di stress» analoghe nei
paesi limitrofi e nel mondo, sia per le centrali esistenti
sia per quelle in fase di progett o; a questo riguardo è
opportuno avvalersi pienamente delle pertinenti orga-
nizzazioni internazionali;
tuazione del pacchetto dell’11 marzo e sulla base della
comunicazione congiunta della Commissione e dell’alto
rappresentante, il Consiglio europeo chiede progressi
rapidi secondo le linee seguenti:
—l’UE e gli Stati membri intensifi cheranno l’assistenza
umanitaria;
—i programmi di aiuto in corso nei paesi del Mediterraneo
meridionale saranno oggett o di att ento esame e ridefi -
nizione, ove possibile in dialogo con i paesi interessati;
—occorre innalzare di 1 miliardo di EUR il massimale per
le operazioni della BEI a favore dei paesi del Mediter-
raneo che intraprendono riforme politiche, senza per
questo ridurre le operazioni nei paesi vicini a est dell’UE;
—gli azionisti della BERS dovrebbero vagliare l’ipotesi
di estendere le att ività della banca ai paesi del vicinato
meridionale;
—occorre adott are al più presto le proposte in materia di
norme di origine paneuromediterranee e la Commis-
sione è invitata a presentare proposte su ulteriori stru-
menti per aumentare gli scambi e gli investimenti esteri
dirett i nella regione a breve, medio e lungo termine.
25. Il Consiglio europeo si compiace della recente visita della
presidenza e della Commissione in Egitt o, che rientra in
una prima fase di consultazioni per promuovere un approc-
cio globale alla questione della migrazione tra i paesi del
vicinato meridionale e l’Unione europea. In tale contesto,
il Consiglio europeo invita la Commissione a presentare le
proposte sull’approccio globale in materia di migrazione
nonché sul partenariato per la mobilità con largo anticipo
rispett o al Consiglio europeo di giugno.
26. Il Consiglio europeo att ende inoltre con interesse la presen-
tazione da parte della Commissione, prima del Consiglio
europeo di giugno, di un piano per lo sviluppo delle capacità
di gestione dei fl ussi migratori e di profughi. Si dovrebbe
giungere entro giugno 2011 a un accordo sul regolamento
che raff orza le capacità di Frontex. Nel fratt empo la Com-
missione libererà risorse aggiuntive a sostegno delle ope-
razioni dell’agenzia Hermes e Poseidon del 2011 e gli Stati
membri sono invitati a fornire risorse umane e tecniche
supplementari. L’UE e i suoi Stati membri sono pronti
a dimostrare concreta solidarietà agli Stati membri esposti
più dirett amente ai fl ussi migratori e a fornire il necessario
sostegno a seconda dell’evolversi della situazione.
III. GIAPPONE
27. L’Unione europea sosterrà il Giappone nello sforzo
per superare le sfi de che ha di fronte dopo il terremoto
e lo tsunami che l’hanno colpito con conseguenze così
drammatiche.
28. In seguito a una richiesta iniziale del governo giappo-
nese, l’UE sta mobilitando i soccorsi per la popolazione
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di att uazione. Questi impegni nuovi saranno successiva-
mente integrati nei programmi nazionali di riforma e nei
programmi di stabilità e saranno inseriti nel quadro della
sorveglianza periodica: la Commissione avrà una funzione
centrale forte di controllo dell’att uazione degli impegni ed è
previsto il coinvolgimento di tutt e le formazioni pertinenti
del Consiglio e dell’Eurogruppo. Il Parlamento europeo
svolgerà pienamente il ruolo che gli spett a nell’ambito delle
sue competenze. Il pieno coinvolgimento delle parti sociali
a livello UE sarà assicurato dal vertice sociale trilaterale.
b) Si concentrerà sull’obiett ivo, sarà orientato all’azione e ver-
terà sui sett ori d’intervento prioritari essenziali per stimo-
lare la competitività e la convergenza. S’incentrerà sugli
interventi che rientrano nella sfera di competenza degli Stati
membri. Nei sett ori d’intervento prescelti i capi di Stato o di
governo fi sseranno obiett ivi comuni, che gli Stati membri
partecipanti perseguiranno att uando combinazioni proprie
di politiche in considerazione delle sfi de specifi che cui sono
confrontati.
c) Ogni anno ciascun capo di Stato o di governo assumerà
impegni nazionali concreti. In questo contesto gli Stati
membri terranno conto delle migliori prassi e dei parame-
tri rappresentati dalle prestazioni migliori, sia all’interno
dell’Europa sia rispett o ad altri partner strategici.
Il controllo politico sull’att uazione degli impegni e sui pro-
gressi verso la realizzazione degli obiett ivi politici comuni
competerà ai capi di Stato o di governo della zona euro e dei
paesi partecipanti, che lo eserciteranno a cadenza annuale
sulla scorta di una relazione della Commissione. Gli Stati
membri s’impegnano inoltre a consultare i partner prima
di adott are qualsiasi grande riforma economica che possa
avere eff ett i esterni.
d) Gli Stati membri partecipanti sono pienamente impegnati
a favore del completamento del mercato unico, che è un
elemento determinante per il miglioramento della com-
petitività nell’UE e nella stessa zona euro. Il processo qui
descritt o sarà perfett amente in linea con il tratt ato. Il Patt o
rispett erà pienamente l’integrità del mercato unico.
I nostri obiett ivi
Gli Stati membri partecipanti s’impegnano ad adott are tutt e le
misure necessarie per realizzare gli obiett ivi seguenti:
• stimolare la competitività
• stimolare l’occupazione
• concorrere ulteriormente alla sostenibilità delle fi nanze
pubbliche
• raff orzare la stabilità fi nanziaria.
Ciascuno Stato membro partecipante presenterà le misure spe-
cifi che che intende adott are per conseguire tali obiett ivi. Saranno
esclusi il o i sett ori per i quali lo Stato membro è in grado di dimo-
strare che nessun intervento è necessario. Ciascun paese conser-
verà la competenza di scegliere gli interventi politici specifi ci che
—occorre rispett are e migliorare costantemente nell’UE
i più elevati parametri di sicurezza nucleare, che vanno
promossi sul piano internazionale;
—la Commissione riesaminerà il quadro normativo
e regolamentare vigente per quanto riguarda la sicurezza
degli impianti nucleari e proporrà, entro la fi ne del 2011,
i miglioramenti che si riveleranno necessari. Gli Stati
membri dovranno dare piena att uazione alla dirett iva
sulla sicurezza degli impianti nucleari. La proposta
di dirett iva concernente la gestione del combustibile
esaurito e dei residui radioatt ivi dovrà essere adott ata
quanto prima possibile. Si invita la Commissione a rifl et-
tere sul modo di promuovere la sicurezza nucleare nei
paesi limitrofi ;
—le conseguenze a livello mondiale e nell’UE devono
essere seguite da vicino, prestando particolare att en-
zione alla volatilità dei prezzi dell’energia e delle materie
prime, in particolare nel contesto del G20.
***
ALLEGATO I
PATT O EURO PLUSCOORDINAMENTO PIÙ STRETT O
DELLE POLITICHE ECONOMICHE PER LA COMPETITIVITÀ E LA CONVERGENZA
I capi di Stato o di governo della zona euro hanno approvato il
presente Patt o, a cui hanno aderito Bulgaria, Danimarca, Lett o-
nia, Lituania, Polonia e Romania, al fi ne di consolidare il pilastro
economico dell’unione monetaria, fare un salto di qualità nel
coordinamento delle politiche economiche, migliorare la com-
petitività e, quindi, aumentare il livello di convergenza. Il Patt o verte
principalmente su sett ori che rientrano nella sfera di competenza
nazionale e che sono essenziali per migliorare la competitività
e scongiurare squilibri dannosi. La competitività è fondamentale
ai fi ni di una crescita più rapida e più sostenibile dell’UE nel medio-
lungo periodo, di livelli più elevati di reddito per i citt adini e della
salvaguardia dei nostri modelli sociali. Gli altri Stati membri sono
invitati a partecipare su base volontaria.
Lo sforzo rinnovato di più strett o coordinamento delle politiche
economiche per la competitività e la convergenza s’ispira alle quat-
tro linee guida seguenti.
a) S’iscriverà nella linea dell’att uale governance economica
dell’UE e la irrobustirà, apportandole un valore aggiunto.
Sarà all’insegna della coerenza con gli strumenti vigenti
(Europa 2020, semestre europeo, orientamenti integrati,
patt o di stabilità e crescita, nuovo quadro di sorveglianza
macroeconomica), dai quali muoverà. Comporterà uno
sforzo particolare, più intenso rispetto all’esistente, e si
articolerà in impegni ed interventi concreti più ambiziosi
di quelli concordati in passato e corredati di un calendario
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concorrenza e l’effi cienza nel pieno rispett o dell’acquis
comunitario;
• sforzi specifici per migliorare i sistemi di istruzione
e promuovere la ricerca e lo sviluppo, l’innovazione
e le infrastrutt ure;
• misure volte a migliorare il contesto imprenditoriale,
specie per le PMI, in particolare eliminando gli oneri
amministrativi e migliorando il quadro normativo (ad
esempio leggi sui fallimenti, codice commerciale).
b) Stimolare l’occupazione
Un mercato del lavoro che funziona è essenziale per la competiti-
vità della zona euro. Si valuteranno i progressi in base agli indicatori
seguenti: tassi di disoccupazione giovanile e di lungo periodo, tassi
di att ività.
Ogni paese sarà responsabile degli interventi specifi ci che sceglie
per stimolare l’occupazione, ma particolare att enzione sarà dedi-
cata alle riforme seguenti:
• riforme del mercato del lavoro per promuovere la «fl es-
sicurezza», ridurre il lavoro sommerso e aumentare la
partecipazione al mercato del lavoro;
• apprendimento permanente;
• riforme fi scali, quali la riduzione dell’imposizione sul
lavoro per rendere conveniente lavorare, mantenendo il
gett ito fi scale globale e l’adozione di misure volte a sem-
plifi care la partecipazione al mercato del lavoro delle
persone che costituiscono la seconda fonte di reddito
familiare.
c) Raff orzare la sostenibilità delle fi nanze pubbliche
Ai fi ne dell’att uazione piena del Patt o di stabilità e crescita, si accor-
derà la massima att enzione ai punti seguenti:
• Sostenibilità di pensioni, assistenza sanitaria e prestazioni sociali
Si procederà ad una valutazione sopratt utt o in base agli indicatori
del divario di sostenibilità1. Tali indicatori valutano se i livelli di
debito sono sostenibili sulla base delle politiche in corso, in parti-
colare i regimi pensionistici, di assistenza sanitaria e di previdenza
sociale, tenendo conto dei fatt ori demografi ci.
Le riforme necessarie per assicurare la sostenibilità e l’adeguatezza
delle pensioni e delle prestazioni sociali potrebbero comprendere:
• allineare il sistema pensionistico alla situazione demo-
grafi ca nazionale, ad esempio allineando l’età pensiona-
bile eff ett iva alla speranza di vita o aumentando i tassi
di att ività;
1 Il divario di sostenibilità è costituito da indicatori approvati dalla Commissione e dagli Stati membri per valutare la sostenibilità di bilancio.
si riveleranno necessari per conseguire gli obiett ivi comuni, ma si
presterà particolare att enzione alle possibili misure elencate qui
di seguito.
Impegni concreti e controllo a livello politico
I capi di Stato o di governo eserciteranno il controllo politico sui
progressi verso la realizzazione degli obiett ivi comuni basandosi su
una serie d’indicatori inerenti a competitività, occupazione, soste-
nibilità di bilancio e stabilità fi nanziaria. Saranno individuati i paesi
su cui incombono grandi sfi de in questi sett ori, ed essi dovranno
assumersi l’impegno di aff rontarle secondo una tempistica precisa.
a) Stimolare la competitività
I progressi saranno valutati in funzione dell’evoluzione delle
retribuzioni e della produtt ività e delle esigenze di adeguamento
della competitività. Per stabilire se l’evoluzione delle retribuzioni
sia in linea con quella della produtt ività, si monitoreranno in un
dato lasso di tempo i costi unitari del lavoro raff rontandoli con
l’evoluzione in altri paesi della zona euro e nei principali partner
commerciali con economie simili. Relativamente a ciascun paese
i costi unitari del lavoro saranno valutati per l’economia nel suo
complesso e per ciascun grande comparto (produzione e servizi,
così come sett ori commerciabili e sett ori non commerciabili).
Aumenti ingenti e mantenuti nel tempo possono erodere la
competitività, sopratt utt o se associati ad un disavanzo corrente in
aumento e a quote di mercato in calo per le esportazioni. Interventi
per migliorare la competitività sono necessari in tutt i i paesi, ma ci si
concentrerà in particolare su quelli confrontati a grandi sfi de sott o
quest’aspett o. Per assicurare la diff usione di una crescita equilibrata
in tutt a la zona euro, saranno previsti strumenti specifi ci e iniziative
comuni ai fi ni della promozione della produtt ività nelle regioni in
ritardo di sviluppo.
Ciascun paese sarà responsabile degli interventi specifi ci che sce-
glie per promuovere la competitività, ma particolare att enzione
sarà dedicata alle riforme seguenti:
i) nel rispetto delle tradizioni nazionali di dialogo sociale
e relazioni industriali, misure volte ad assicurare un’evo-
luzione dei costi in linea con la produtt ività, ad esempio:
• riesaminare gli accordi salariali e laddove necessario,
il grado di accentramento del processo negoziale e i
meccanismi d’indicizzazione, nel rispett o dell’autono-
mia delle parti sociali nella negoziazione dei contratt i
collett ivi;
• assicurare che gli accordi salariali del comparto pubblico
corrispondano allo sforzo di competitività del sett ore
privato (tenendo presente l’importanza del segnale dato
dalle retribuzioni del sett ore pubblico).
ii) misure intese a incrementare la produtt ività, ad esempio:
• ulteriore apertura dei sett ori protett i grazie a misure
adottate a livello nazionale per eliminare restrizioni
ingiustificate ai servizi professionali e al settore del
commercio al dettaglio, nell’intento di stimolare la
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La Commissione ha presentato una proposta legislativa su una
base imponibile consolidata comune per le società.
Impegni annuali concreti
Per dimostrare un reale impegno a favore del cambiamento ed
assicurare lo slancio politico necessario per raggiungere gli obiett ivi
comuni, ogni anno gli Stati membri partecipanti converranno al
massimo livello una serie di azioni concrete da realizzare entro
dodici mesi. La scelta delle misure specifi che da att uare resterà
di competenza di ciascun paese ma sarà orientata in particolare
dall’esame delle questioni sopraindicate. Questi impegni si rispec-
chieranno anche nei programmi nazionali di riforma e nei pro-
grammi di stabilità presentati ogni anno, che la Commissione, il
Consiglio e l’Eurogruppo valuteranno nell’ambito del semestre
europeo.
***
ALLEGATO II
MODALITÀ DI FUNZIONAMENTO DEL MES
Il Consiglio europeo ha deciso di aggiungere all’articolo 136 del
tratt ato il seguente paragrafo:
«Gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un mec-
canismo di stabilità da att ivare ove indispensabile per salvaguardare
la stabilità della zona euro nel suo insieme. La concessione di qual-
siasi assistenza fi nanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo
sarà soggett a a una rigorosa condizionalità».
Alla luce di tale decisione, il Consiglio europeo ha convenuto sulla
necessità per gli Stati membri della zona euro di istituire un mecca-
nismo di stabilità permanente: il meccanismo europeo di stabilità
(MES). Il MES sarà att ivato di comune accordo1, se indispensabile
per salvaguardare la stabilità fi nanziaria della zona euro nel suo
insieme. Il MES assumerà il ruolo del fondo europeo di stabilità
fi nanziaria (FESF) e del meccanismo europeo di stabilizzazione
fi nanziaria (MESF) nel fornire assistenza fi nanziaria esterna agli
Stati membri della zona euro dopo il giugno 2013.
L’accesso all’assistenza fi nanziaria del MES sarà off erto sulla base di
una rigorosa condizionalità politica nell’ambito di un programma
di aggiustamento macroeconomico e di un’analisi scrupolosa
della sostenibilità del debito pubblico eff ett uata dalla Commis-
sione insieme all’FMI e di concerto con la BCE. Lo Stato membro
benefi ciario sarà tenuto a realizzare una forma adeguata di parteci-
pazione del sett ore privato in funzione delle circostanze specifi che
e secondo modalità pienamente conformi alle prassi dell’FMI.
1 Una decisione presa di comune accordo è una decisione presa all’unanimità degli Stati membri partecipanti alla votazione, vale a dire che le astensioni non impediscono l’adozione della decisione.
• limitare i regimi di pensionamento anticipato e ricor-
rere ad incentivi mirati per assumere lavoratori anziani
(fascia superiore ai 55 anni).
• Regole di bilancio nazionali
Gli Stati membri partecipanti si impegnano a recepire nella legi-
slazione nazionale le regole di bilancio dell’UE fi ssate nel patt o di
stabilità e crescita. Gli Stati membri manterranno la facoltà di sce-
gliere lo specifi co strumento giuridico nazionale cui ricorrere ma
faranno sì che abbia una natura vincolante e sostenibile suffi ciente-
mente forte (ad esempio costituzione o normativa quadro). Anche
l’esatt a forma della regola sarà decisa da ciascun paese (ad esem-
pio potrebbe assumere la forma di «freno all’indebitamento»,
regola collegata al saldo primario o regola di spesa), ma dovrebbe
garantire la disciplina di bilancio a livello sia nazionale che sub-
nazionale. La Commissione avrà la possibilità, nel pieno rispett o
delle prerogative dei parlamenti nazionali, di essere consultata in
merito alla precisa regola di bilancio prima dell’adozione in modo
da assicurare che sia compatibile e sinergica con le regole dell’UE.
d) Raff orzare la stabilità fi nanziaria
Per la stabilità globale della zona euro un forte sett ore fi nanziario
è fondamentale. È stata avviata una riforma generale del quadro
dell’UE per la vigilanza e la regolamentazione del sett ore fi nanziario.
In tale contesto gli Stati membri si impegnano a introdurre una
legislazione nazionale per la risoluzione nel sett ore bancario, nel
pieno rispett o dell’acquis comunitario. Saranno eff ett uate su base
regolare prove di stress rigorose sulle banche, coordinate a livello
di UE. Inoltre il presidente del CERS e il presidente dell’Euro-
gruppo saranno invitati a riferire periodicamente ai capi di Stato
o di governo sulle questioni connesse alla stabilità macrofi nanziaria
e agli sviluppi macroeconomici della zona euro che richiedono
interventi specifi ci. Sarà in particolare att entamente monitorato,
per ogni Stato membro, il livello del debito privato di banche, fami-
glie e imprese non fi nanziarie.
***
Oltre alle questioni sopraindicate, si presterà att enzione al coordi-
namento delle politiche fi scali.
L’imposizione dirett a resta di competenza nazionale. Il coordina-
mento pragmatico delle politiche fi scali è un elemento necessario
di un più strett o coordinamento delle politiche economiche della
zona euro a sostegno del risanamento di bilancio e della crescita
economica. In tale contesto gli Stati membri si impegnano ad
avviare discussioni strutt urate sulle questioni di politica fi scale, in
particolare per assicurare che si scambino migliori prassi, si evitino
prassi dannose e si presentino proposte di lott a contro la frode
e l’evasione fi scale.
Lo sviluppo di un base imponibile comune per le società potrebbe
essere una via da seguire — neutra sott o il profi lo delle entrate —
per assicurare la coerenza dei regimi fi scali nazionali, nel rispett o
delle strategie fi scali nazionali, e per contribuire alla sostenibilità di
bilancio e alla competitività delle imprese europee.
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Tutt e le altre decisioni del consiglio dei governatori saranno prese
a maggioranza qualifi cata, salvo disposizione contraria.
Il MES avrà un consiglio di amministrazione che svolgerà i com-
piti specifi ci delegatigli dal consiglio dei governatori. Ciascuno
Stato membro della zona euro nominerà un amministratore ed
un amministratore supplente. Inoltre, la Commissione e la BCE
nomineranno ciascuna un osservatore ed un supplente presso il
consiglio di amministrazione. Tutt e le decisioni del consiglio di
amministrazione saranno prese a maggioranza qualifi cata, salvo
disposizione contraria.
La ponderazione dei voti nel consiglio dei governatori e nel con-
siglio di amministrazione sarà proporzionale alle rispett ive parte-
cipazioni degli Stati membri al capitale del MES. La maggioranza
qualifi cata è defi nita come l’80 % dei voti.
Il consiglio dei governatori nominerà un amministratore delegato
responsabile della gestione quotidiana del MES. L’amministratore
delegato presiederà il consiglio di amministrazione.
Strutt ura del capitale
Il MES mirerà ad ott enere e mantenere il più alto rating del credito
delle grandi agenzie di rating.
Il MES avrà un capitale sott oscritt o totale di 700 miliardi di EUR.
Di questo importo, 80 miliardi di EUR saranno sott o forma di
capitale versato fornito dagli Stati membri della zona euro e si
aggiungeranno progressivamente a partire dal luglio 2013 in
cinque rate annuali di uguale importo. Inoltre, il MES disporrà
anche di una combinazione di capitale richiamabile impegnato e di
garanzie degli Stati membri della zona euro per un importo totale
di 620 miliardi di EUR. Durante la fase transitoria dal 2013 al 2017,
gli Stati membri s’impegnano ad accelerare, nel caso improbabile
in cui ciò si riveli necessario, la fornitura di strumenti adeguati allo
scopo di mantenere una proporzione minima del 15 % tra il capi-
tale versato e l’importo in essere delle emissioni del MES.
La chiave di ripartizione dei contributi di ciascuno Stato membro al
capitale sott oscritt o totale del MES sarà basata sulla chiave applica-
bile al capitale versato della BCE in allegato. Gli Stati membri, rati-
fi cando il tratt ato istitutivo del MES, si impegnano giuridicamente
a fornire il loro contributo al capitale sott oscritt o totale.
Il consiglio dei governatori deciderà di comune accordo al
momento dell’adatt amento dell’importo del capitale sott oscritt o
totale o del richiamo del capitale, tranne nei seguenti casi speci-
fi ci. In primo luogo, il consiglio di amministrazione può decidere,
a maggioranza semplice, di ripristinare — att raverso un richiamo
di capitale — il livello di capitale versato nel caso in cui l’importo
del capitale versato si riduca per eff ett o dell’assorbimento di per-
dite2. In secondo luogo, sarà istituita una procedura di garanzia su
richiesta volta a consentire il richiamo automatico di capitale nei
confronti dei partecipanti al capitale del MES se necessario per
2 Il voto dello Stato membro la cui inadempienza è all’origine della perdita da coprire è sospeso per questa decisione.
Il MES avrà una capacità eff ett iva di prestito pari a 500 miliardi di
EUR1. La congruità della capacità di prestito sarà riesaminata perio-
dicamente, almeno ogni cinque anni. Si cercherà di integrare la
capacità di prestito del MES att raverso la partecipazione dell’FMI
alle operazioni di assistenza fi nanziaria, mentre gli Stati membri
che non fanno parte della zona euro possono anche partecipare
su base ad hoc.
Nel seguito delle presenti modalità di funzionamento sono enun-
ciate le caratt eristiche strutt urali essenziali del MES.
Forma istituzionale
Il MES sarà istituito con un tratt ato tra gli Stati membri della zona
euro quale organizzazione intergovernativa di diritt o internazionale
pubblico e avrà sede in Lussemburgo. Lo statuto del MES sarà
riportato in un allegato del tratt ato.
Funzione e strategia di fi nanziamento
Il MES avrà la funzione di mobilitare finanziamenti e fornire
assistenza fi nanziaria, secondo criteri di rigorosa condizionalità,
a benefi cio degli Stati membri della zona euro che sono o rischiano
di essere confrontati a gravi problemi fi nanziari, al fi ne di salvaguar-
dare la stabilità fi nanziaria della zona euro nel suo insieme.
Gli Stati membri della zona euro corrisponderanno al MES le san-
zioni fi nanziarie ad essi applicate nell’ambito del patt o di stabilità
e crescita e delle procedure per gli squilibri macroeconomici. Tali
sanzioni faranno parte del capitale versato.
Il MES si avvarrà di un’adeguata strategia di fi nanziamento per
garantire l’accesso ad ampie fonti di fi nanziamento e poter esten-
dere i pacchett i di assistenza fi nanziaria agli Stati membri in tutt e le
condizioni di mercato. Qualsiasi rischio associato verrà contenuto
att raverso un’adeguata gestione delle att ività e passività.
Governance
Il MES avrà un consiglio dei governatori composto dai ministri
delle fi nanze degli Stati membri della zona euro (quali membri
con diritt o di voto), con il commissario europeo per gli aff ari eco-
nomici e monetari e il presidente della BCE quali osservatori. Il
consiglio dei governatori eleggerà un presidente tra i membri con
diritt o di voto.
Il consiglio dei governatori sarà il più alto organo decisionale
del MES e prenderà le seguenti importanti decisioni di comune
accordo:
—la concessione di assistenza fi nanziaria;
—le modalità e condizioni dell’assistenza fi nanziaria;
—la capacità di prestito del MES;
—le variazioni della gamma di strumenti.
1 Durante la transizione dal FESF al MES, la capacità di prestito congiunta non sarà superiore a tale importo.
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di ott imizzare l’effi cienza in termini di costi del sostegno. Le con-
dizioni e le modalità per l’acquisto delle obbligazioni saranno spe-
cifi cate nella decisione sulle modalità e condizioni dell’assistenza
fi nanziaria.
Il consiglio dei governatori può rivedere gli strumenti a disposi-
zione del MES e decidere di variarne la gamma.
Partecipazione dell’FMI
Il MES coopererà molto strett amente con l’FMI nella fornitura
di assistenza fi nanziaria2. In tutt e le circostanze si chiederà la par-
tecipazione att iva dell’FMI, a livello sia tecnico che fi nanziario.
La Commissione e l’FMI, di concerto con la BCE, eff ett ueranno
congiuntamente un’analisi della sostenibilità del debito. La Com-
missione e l’FMI, di concerto con la BCE, negozieranno congiun-
tamente le condizioni di politica alle quali è subordinata l’assistenza
congiunta di MES/FMI.
Att ivazione dell’assistenza fi nanziaria, monitoraggio del programma e follow-up
In tutt i i casi l’assistenza fi nanziaria del MES sarà att ivata su richie-
sta di uno Stato membro rivolta agli altri membri della zona euro.
L’Eurogruppo informerà il Consiglio della presentazione di una
richiesta di att ivazione del sostegno. Alla ricezione della richiesta, il
consiglio dei governatori chiederà alla Commissione di valutare, di
concerto con la BCE, se esista un rischio per la stabilità fi nanziaria
della zona euro nel suo insieme e di eff ett uare un’analisi rigorosa
della sostenibilità del debito pubblico dello Stato membro interes-
sato, insieme all’FMI e di concerto con la BCE. Le fasi successive
dell’att ivazione dell’assistenza fi nanziaria del MES fi gurano in
appresso.
• Se è chiesto il sostegno del MES alla stabilità, la Com-
missione, insieme all’FMI e di concerto con la BCE,
valuterà le effettive necessità di finanziamento dello
Stato membro benefi ciario e la natura della partecipa-
zione del sett ore privato necessaria, che dovrebbe essere
coerente con le prassi dell’FMI.
• Sulla base di tale valutazione, il consiglio dei governatori
darà mandato alla Commissione di negoziare, insieme
all’FMI e di concerto con la BCE, un programma di
aggiustamento macroeconomico con lo Stato membro
interessato, precisato in un memorandum d’intesa.
• La Commissione proporrà al Consiglio una decisione di
approvazione del programma di aggiustamento macro-
economico. Il consiglio dei governatori deciderà sulla
concessione dell’assistenza fi nanziaria e sulle modalità
e condizioni della sua fornitura. Una volta adott ato il
programma dal Consiglio, la Commissione fi rmerà il
2 Resta tutt avia inteso che la partecipazione dell’FMI sarà coerente con il suo mandato a norma dello statuto e la decisione e le politiche applicabili del consiglio dell’FMI.
evitare un mancato pagamento ai creditori del MES. La respon-
sabilità di ciascun partecipante al capitale sarà in ogni caso limitata
alla sua quota del capitale sott oscritt o.
Qualsiasi contributo al capitale sott oscritt o da parte di uno Stato
membro1 che aderisca al MES dopo il luglio 2013 avrà luogo
secondo le stesse modalità applicate per i contributi originari. Le
implicazioni pratiche per l’importo globale del capitale sott oscritt o
e la distribuzione del capitale tra gli Stati membri saranno decise
dal consiglio dei governatori di comune accordo.
Finché il MES non sia stato att ivato e a condizione che la capacità
eff ett iva di prestito non sia inferiore a 500 miliardi di EUR, i pro-
venti dell’investimento del capitale versato del MES saranno resti-
tuiti agli Stati membri al nett o delle deduzioni per spese operative.
Dopo la prima att ivazione del MES, i proventi dell’investimento
del capitale e dell’att ività di assistenza fi nanziaria del MES saranno
mantenuti all’interno del MES. Tutt avia, qualora il capitale versato
superi il livello richiesto per mantenere la capacità di prestito del
MES, il consiglio di amministrazione può decidere, a maggioranza
semplice, di distribuire un dividendo agli Stati membri della zona
euro sulla base della chiave di ripartizione dei contributi.
Strumenti
Ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro
nel suo insieme, in linea con la modifi ca dell’articolo 136 del trat-
tato, il MES fornirà assistenza fi nanziaria soggett a a una rigorosa
condizionalità nell’ambito di un programma di aggiustamento
macroeconomico, commisurato alla gravità degli squilibri dello
Stato membro, che assumerà la forma di prestiti. Può tuttavia
intervenire, eccezionalmente, nei mercati primari del debito sulla
base di un programma di aggiustamento macroeconomico sog-
gett o a rigorosa condizionalità e previa decisione del consiglio dei
governatori di comune accordo.
• Sostegno del MES alla stabilità
Il MES può concedere a uno Stato membro della zona euro
confrontato a problemi fi nanziari gravi sostegno a breve o medio
termine alla stabilità. L’accesso al sostegno del MES alla stabilità
comporterà un programma di aggiustamento macroeconomico
soggett o a un’adeguata condizionalità politica commisurato alla
gravità degli squilibri soggiacenti dello Stato membro benefi ciario.
La durata del programma e la scadenza dei prestiti dipenderanno
dalla natura degli squilibri e dalle possibilità per lo Stato membro
benefi ciario di riacquisire l’accesso ai mercati fi nanziari entro il
periodo di disponibilità delle risorse del MES.
• Meccanismo di sostegno nel mercato primario
Il MES può acquistare obbligazioni di uno Stato membro, con-
frontato a problemi fi nanziari gravi, nel mercato primario al fi ne
1 Per eff ett o dell’adesione alla zona euro, uno Stato membro diventa membro del MES con tutt i i diritt i e gli obblighi che ne derivano.
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46
3) maggiorazione di 100 punti base per gli importi prestati
non rimborsati dopo tre anni.
Per i prestiti a tasso fi sso con scadenza superiore a 3 anni, il margine
sarà una media ponderata dell’onere di 200 punti base per i primi
tre anni e 200 più 100 punti base per gli anni successivi.
La strutt ura del prezzo sarà defi nita nel quadro della politica di fi s-
sazione del prezzo del MES, che sarà riesaminata periodicamente.
Partecipazione del sett ore privato
1. Modalità della partecipazione del sett ore privato
Si att ende una partecipazione adeguata e proporzionata del sett ore
privato decisa caso per caso ogniqualvolta lo Stato benefi ciario
riceve assistenza fi nanziaria. La natura e l’entità di tale parteci-
pazione sarà determinata caso per caso e dipenderà dal risultato
dell’analisi della sostenibilità del debito, in linea con le prassi
dell’FMI1, e dalle potenziali implicazioni per la stabilità fi nanzia-
ria della zona euro.
a) Se un’analisi della sostenibilità porterà a concludere che
un programma di aggiustamento macroeconomico pre-
senta possibilità realistiche di ricondurre il debito pubblico
su un percorso sostenibile, lo Stato membro benefi ciario
avvierà iniziative che incoraggino i principali investitori pri-
vati a mantenere le esposizioni (ad esempio, un approccio
del tipo «iniziativa di Vienna»). La Commissione, l’FMI,
la BCE e l’ABE saranno intimamente associate al monito-
raggio dell’att uazione di tali iniziative.
b) Se un’analisi della sostenibilità porterà a concludere che
un programma di aggiustamento macroeconomico non
presenta possibilità realistiche di ricondurre il debito pub-
blico su un percorso sostenibile, s’imporrà allo Stato mem-
bro benefi ciario di avviare in buona fede negoziati att ivi
con i creditori per assicurarne la partecipazione dirett a al
ripristino della sostenibilità del debito. Per ott enere assi-
stenza fi nanziaria lo Stato membro dovrà necessariamente
disporre di un piano credibile e dimostrare un impegno
sufficiente al fine di assicurare una partecipazione ade-
guata e proporzionata del sett ore privato. Nell’ambito del
programma sarà eff ett uato un monitoraggio dei progressi
compiuti nell’att uazione del piano, dei quali si terrà conto
nella decisione sull’erogazione di fondi.
Nei negoziati con i creditori lo Stato membro benefi ciario si att errà
ai principi seguenti:
o proporzionalità: lo Stato membro cercherà soluzioni che
siano proporzionate al suo problema di sostenibilità del
debito;
1 In linea con l’FMI, il debito è considerato sostenibile quando si prevede che il debitore sia in grado di continuare a servire il debito senza una correzione irrealistica delle entrate e delle uscite. Questa valutazione determina la messa a disposizione e la congruità del fi nanziamento.
memorandum d’intesa a nome degli Stati membri della
zona euro previo comune accordo del consiglio dei
governatori. Il consiglio di amministrazione approverà
quindi l’accordo di assistenza fi nanziaria che conterrà
gli aspett i tecnici dell’assistenza fi nanziaria da fornire.
• La Commissione, insieme all’FMI e di concerto con la
BCE, avrà la responsabilità di monitorare l’osservanza
della condizionalità politica richiesta dal programma di
aggiustamento macroeconomico. Presenterà una rela-
zione al Consiglio e al consiglio di amministrazione,
sulla base della quale il consiglio di amministrazione
deciderà di comune accordo il versamento di nuove
quote del prestito.
• Previa discussione del consiglio dei governatori, il Con-
siglio può decidere, su proposta della Commissione, di
eff ett uare una sorveglianza al termine del programma,
che può essere mantenuta fi n quando non sarà rimbor-
sato un determinato importo dell’assistenza fi nanziaria.
Coerenza con il quadro di sorveglianza multilaterale dell’UE
Sarà chiesta l’approvazione degli Stati membri dell’UE per consen-
tire agli Stati membri della zona euro di affi dare alla Commissione,
insieme all’FMI e di concerto con la BCE, l’analisi della sostenibi-
lità del debito dello Stato membro che chiede sostegno fi nanziario,
la preparazione del programma di aggiustamento che accompagna
l’assistenza fi nanziaria nonché il monitoraggio della sua att uazione.
Sebbene il consiglio dei governatori decida autonomamente
l’esistenza e le modalità dell’assistenza fi nanziaria in un quadro
intergovernativo, la condizionalità politica stabilita nell’ambito
della sorveglianza raff orzata o di un programma di aggiustamento
macroeconomico dovrebbe essere coerente con il quadro di sorve-
glianza dell’UE e deve garantire il rispett o delle procedure dell’UE.
A tal fi ne la Commissione intende proporre un regolamento che
specifi chi le necessarie fasi procedurali a norma dell’articolo 136
del tratt ato al fi ne di sancire la condizionalità politica nelle decisioni
del Consiglio e assicurare la coerenza con il quadro di sorveglianza
multilaterale dell’UE. Il Consiglio e la Commissione informeranno
regolarmente il Parlamento europeo sull’istituzione e sulle opera-
zioni del MES.
Fissazione del prezzo
Il consiglio dei governatori deciderà la strutt ura del prezzo dell’as-
sistenza fi nanziaria a uno Stato membro benefi ciario.
Il MES potrà concedere prestiti a tasso fi sso o variabile. Il prezzo
del MES sarà fi ssato in linea con i corrispondenti principi dell’FMI
e, pur restando al di sopra dei costi di fi nanziamento del MES,
includerà un adeguato aumento per i rischi.
Ai prestiti del MES si applicherà la seguente strutt ura del prezzo:
1) costi di fi nanziamento del MES;
2) onere di 200 punti base sulla totalità dei prestiti;
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Per assicurare procedure di voto corrett e si applicherà un sistema
appropriato d’interdizione dal voto. Saranno esaminate clausole
adeguate per impedire azioni legali di disturbo.
Le CAC saranno introdott e in modo standardizzato per assicurare
un impatt o giuridico identico in tutt e le giurisdizioni della zona
euro e, quindi, preservare la parità di condizioni tra gli Stati membri
che ne fanno parte. Gli Stati membri della zona euro adott eranno
le misure necessarie per dare eff ett o alle CAC.
Gli Stati membri della zona euro saranno autorizzati a continuare
a rifi nanziare i debiti in essere non corredati da CAC dopo il giu-
gno 2013, in base a condizioni prestabilite, per salvaguardare la
necessaria liquidità delle obbligazioni vecchie e per lasciare agli
Stati membri della zona euro il tempo necessario per emett ere in
modo ordinato obbligazioni nuove a tutt e le scadenze di riferi-
mento. Il regime giuridico che disciplina l’inserimento delle CAC
nei titoli di Stato della zona euro sarà stabilito sulla scorta dei lavori
che il sott ocomitato del CEF sui mercati UE del debito sovrano
eff ett uerà previa consultazione adeguata degli operatori del mer-
cato e di altri soggett i, di cui si prevede la conclusione entro il 2011.
3. Status di creditore privilegiato del MES
Come l’FMI, il MES fornirà assistenza fi nanziaria ad uno Stato
membro il cui regolare accesso al fi nanziamento sul mercato risulti
deteriorato. Su queste basi i capi di Stato o di governo hanno
dichiarato che il MES fruirà dello status di creditore privilegiato
in modo analogo all’FMI, pur accett ando che lo status dell’FMI
prevalga su quello del MES.
Le regole di cui sopra sono eff ett ive dal 1º luglio 2013, fatt e salve
le modalità e condizioni di eventuali altri accordi ai sensi del FESF
e dello strumento in vigore per la Grecia.
Disposizioni transitorie tra FESF e MES
Come previsto in origine, il FESF resterà eff ett ivo dopo il giugno
2013 ai fi ni della gestione delle obbligazioni in essere. Resterà
operativo fi ntantoché non abbia ricevuto il saldo completo dei
fi nanziamenti che ha concesso agli Stati membri e abbia a sua volta
saldato la propria esposizione nei confronti degli strumenti fi nan-
ziari emessi e di altri obblighi di rimborso verso i garanti. Le quote
degli strumenti di credito in essere non erogate e non coperte da
riserve dovranno essere trasferite al MES (ad esempio pagamento
e fi nanziamento di rate esigibili solo dopo l’entrata in vigore del
MES). La capacità di prestito consolidata di FESF e MES non
supera i 500 miliardi di EUR.
Ai fi ni di una transizione armoniosa dal FESF al MES, il diret-
tore generale del FESF sarà incaricato della preparazione pratica
dell’istituzione del MES e riferirà periodicamente al gruppo «Euro-
gruppo» in merito all’avanzamento dei lavori.
o trasparenza: lo Stato membro intratt errà un dialogo aperto
con i creditori, ai quali comunicherà tempestivamente le
informazioni pertinenti;
o equità: lo Stato membro consulterà i creditori sull’imposta-
zione delle eventuali ricalendarizzazioni o ristrutt urazioni
del debito pubblico per giungere a soluzioni negoziate. Si
ipotizzeranno misure att e a ridurre il valore att uale nett o
del debito soltanto se è improbabile che i risultati auspicati
possano essere ott enuti con soluzioni alternative;
o coordinamento transnazionale: nell’impostare le misure att e
a coinvolgere il sett ore privato si dovranno tenere adegua-
tamente presenti i rischi di contagio e i potenziali eff ett i
esterni sugli altri Stati membri e sui paesi terzi. Le misure
adott ate saranno corredate di una comunicazione adeguata
da parte dello Stato membro fi nalizzata al mantenimento
della stabilità fi nanziaria nell’intera zona euro.
2. Clausole d’azione collett iva
A partire dal luglio 2013 clausole d’azione collett iva (CAC) inte-
greranno tutt i i titoli di Stato nuovi della zona euro con scadenza
superiore ad un anno. L’obiett ivo delle CAC sarà quello di agevo-
lare un accordo tra il debitore sovrano e i suoi creditori del sett ore
privato nel contesto della partecipazione del sett ore privato. Il fatt o
che un’obbligazione sia corredata da CAC non implica una pro-
babilità più forte d’inadempienza o di ristrutt urazione del debito
relativamente all’obbligazione in questione: ne consegue che l’in-
clusione delle CAC lascerà impregiudicato lo status di creditore
del debito sovrano.
Le caratt eristiche principali delle CAC ricalcheranno quelle entrate
nell’uso corrente sui mercati statunitense e britannico a seguito
della relazione del G10 in materia. Le CAC saranno introdott e in
modo da preservare la parità di condizioni fra gli Stati membri della
zona euro. Si tratt erà quindi di clausole identiche e standardizzate
per tutt i gli Stati membri della zona euro, armonizzate alle modalità
e condizioni dei titoli emessi dagli Stati membri. La loro base sarà
coerente con quella delle CAC di uso comune a New York e nel
diritt o inglese.
Le CAC comprenderanno una clausola di aggregazione che
permett erà ad una maggioranza qualifi cata di obbligazionisti, nel
quadro di emissioni multiple soggett e a una siff att a clausola e alla
legge di un’unica giurisdizione, d’inserire una clausola d’azione
a maggioranza quando per una singola emissione non è raggiunta
la necessaria maggioranza di creditori per la ristrutt urazione. Sarà
istituita una rappresentanza adeguata. Sulle questioni più impor-
tanti — le materie riservate — (ad esempio, modalità fonda-
mentali di pagamento, conversione o scambio di obbligazioni) si
deciderà con una maggioranza più ampia di quella necessaria per le
materie non riservate. Si applicheranno requisiti adeguati in merito
al quorum. Le modifi che decise dalla maggioranza applicabile alla
situazione vincolano tutt i gli obbligazionisti.
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48
Stati membri che concedono credito su base bilaterale a fi anco
del MES.
Composizione delle controversie
Il consiglio dei governatori decide delle controversie tra uno Stato
membro della zona euro e il MES in relazione all’interpretazione
e all’applicazione del tratt ato istitutivo del MES. Se lo Stato mem-
bro contesta la decisione, la controversia è sott oposta alla Corte
di giustizia europea conformemente all’articolo 273 del TFUE.
Per quanto riguarda le relazioni tra il MES e i terzi, il diritt o appli-
cabile e la giurisdizione competente saranno stabiliti nella docu-
mentazione legale e contratt uale che sarà costituita tra il MES e i
terzi stessi.
Partecipazione degli Stati membri che non fanno parte della zona euro
Gli Stati membri che non fanno parte della zona euro possono
partecipare su base ad hoc a fi anco del MES alle operazioni di
assistenza fi nanziaria prestata agli Stati membri della zona euro.
Gli Stati membri che non fanno parte della zona euro, laddove
partecipino a tali operazioni, saranno rappresentati nelle riunioni
pertinenti dei consessi del MES che decidono in merito alla con-
cessione dell’assistenza e al relativo monitoraggio. Avranno accesso
a tutt e le informazioni pertinenti in tempo utile e saranno opportu-
namente consultati. Gli Stati membri della zona euro sosterranno
l’equivalenza tra lo status di creditore del MES e quello degli altri
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ALLEGATO:
Chiave di ripartizione dei contributi al MES sulla base della chiave BCE
Stato ISO chiave MESAustria AT 2,783Belgio BE 3,477Cipro CY 0,196
Estonia EE 0,186Finlandia FI 1,797Francia FR 20,386
Germania DE 27,146Grecia EL 2,817Irlanda IE 1,592Italia IT 17,914
Lussemburgo LU 0,250Malta MT 0,073
Paesi Bassi NL 5,717Portogallo PT 2,509Slovacchia SK 0,824
Slovenia SI 0,428Spagna ES 11,904Totale ZE17 100,0
Note: La chiave MES si basa sulla chiave di partecipazione al capitale della BCE.
Gli Stati membri il cui PIL pro capite è inferiore al 75 % della media dell’UE fruiranno di un coeffi ciente corrett ore temporaneo
per un periodo di 12 anni a partire dalla loro adesione alla zona euro.
Il coeffi ciente corrett ore temporaneo sarà pari ai tre quarti della diff erenza tra quote RNL e quote di capitale BCE (eff ett ivamente
75 % di quote RNL e 25 % di quote di capitale BCE) come segue: quota MES = quota chiave BCE–0,75*(quota chiave BCE – quota RNL).
La compensazione al ribasso accordata a questi paesi è ridistribuita tra tutt i gli altri paesi in base alle rispett ive quote di parteci-
pazione nella chiave BCE.
RNL e PIL pro capite nel 2010.
Fonti: BCE, Ameco e calcoli DG Aff ari economici e fi nanziari
.
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50
principali della strategia Europa 2020 in ordine a occupa-
zione e crescita sostenibile. La realizzazione di alcuni è sulla
buona strada, per altri obiett ivi (concernenti occupazione,
effi cienza energetica, R&S, povertà e istruzione terziaria)
occorrono invece sforzi supplementari. In via prioritaria
occorre inoltre assicurare un ambiente macroeconomico
sano, ripristinare la sostenibilità dei conti pubblici, correg-
gere gli squilibri macroeconomici e raff orzare il sett ore
fi nanziario.
3. Il Consiglio europeo avalla le raccomandazioni specifi che
per paese approvate dal Consiglio e invita tutt i gli Stati
membri a integrarle nelle decisioni nazionali sul bilancio
e le riforme strutt urali e ad ovviare alle carenze rilevate da
tale esercizio.
4. Gli sforzi nazionali devono essere sostenuti da azioni
a livello dell’Unione europea, in particolare al fi ne di liberare
tutt o il potenziale europeo in termini di crescita economica
e di creazione di posti di lavoro. In questo contesto occorre
accelerare i lavori per concretizzare le iniziative faro della
strategia Europa 2020 e l’Att o per il mercato unico, concen-
trandosi sulle priorità individuate dal Consiglio il 30 mag-
gio 2011. In particolare è necessario ridurre ulteriormente
l’onere normativo che grava sulle piccole e medie imprese
e, se del caso, esentare le microimprese da alcune normative
future o quantomeno assoggett arle a un regime agevolato.
I. POLITICA ECONOMICA
1. Questo Consiglio europeo segna la conclusione del primo
semestre europeo ed è l’occasione per una valutazione col-
lett iva dell’UE delle misure nazionali previste dagli Stati
membri. Sulla base di questa prima esperienza, il Consiglio
europeo ritiene che il semestre europeo possa diventare un
metodo di governance effi cace per sostenere in modo inte-
grato, trasparente e tempestivo la defi nizione delle politiche
nazionali e dell’UE. La presentazione contemporanea dei
programmi di stabilità e di convergenza e dei programmi
nazionali di riforma permett e all’UE di valutare allo stesso
tempo le strategie nazionali di bilancio e di crescita, e di
prendere in considerazione eventuali rischi, squilibri
o compromessi.
2. In base alla valutazione della Commissione, il Consiglio
europeo ha discusso le politiche e le misure presentate
dagli Stati membri. Queste costituiscono un valido punto
di partenza per sostenere la ripresa dell’Europa, aff rontare
le sfi de di bilancio e promuovere riforme più ambiziose
a livello nazionale. Il Consiglio europeo constata che tutt i gli
Stati membri sono fortemente determinati a compiere tutt o
quanto necessario per att uare pienamente il patt o di stabi-
lità e crescita. Gli Stati membri hanno compiuto notevoli
progressi nel defi nire l’azione per conseguire gli obiett ivi
CONSIGLIO EUROPEO — 23-24 GIUGNO 2011
CONCLUSIONI
Il Consiglio europeo si è compiaciuto del prossimo completamento dell’att uazione del pacchett o globale di misure approvato
nel marzo scorso al fi ne di riportare l’Europa sul percorso di una crescita sostenibile e tesa a creare occupazione, nonché
al fi ne di raff orzare la governance economica. Ha accolto con particolare favore l’accordo raggiunto sul futuro MES e sul
FESF modifi cato, nonché i sostanziali progressi compiuti in merito alle proposte legislative sulla governance economica.
Ha concluso il primo semestre europeo valutando collett ivamente i programmi degli Stati membri in base alla valutazione
della Commissione e approvando le raccomandazioni specifi che per paese che dovranno essere prese in considerazione
nelle prossime decisioni nazionali sul bilancio e sulle riforme strutt urali. In questo contesto ha rilevato che gli Stati membri
partecipanti al Patt o euro plus si sono impegnati a raff orzare l’ambizione e la precisione dei rispett ivi impegni nel prossimo
esercizio. Il Consiglio europeo ha valutato la situazione degli Stati membri interessati da un programma di aggiustamento.
Per quanto riguarda la Grecia, i capi di Stato o di governo della zona euro hanno convenuto la via da seguire e hanno invitato
i loro ministri delle fi nanze a portare a termine i lavori per poter prendere le decisioni necessarie entro l’inizio di luglio.
Dopo un dibatt ito approfondito il Consiglio europeo ha defi nito orientamenti per l’elaborazione della politica di migrazione
dell’UE, in ordine a gestione dello spazio Schengen, controllo delle frontiere esterne, sviluppo di partenariati con i paesi
del vicinato meridionale e completamento del sistema europeo comune di asilo entro il 2012.
Il Consiglio europeo ha convenuto che i negoziati di adesione con la Croazia debbano concludersi entro giugno 2011,
confermando così il forte impegno in termini di prospett iva di allargamento dei Balcani occidentali.
Il Consiglio europeo ha discusso degli sviluppi nei paesi del vicinato meridionale e ha adott ato al riguardo una dichiarazione
separata.
* * *
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51
ha presentato una proposta relativa a una base impo-
nibile consolidata comune per l’imposta sulle società.
7. Il Consiglio europeo di marzo 2012 valuterà, in base all’ana-
lisi annuale della crescita eff ett uata dalla Commissione,
i progressi degli Stati membri nell’att uazione delle racco-
mandazioni specifi che per paese formulate dal Consiglio
e dei rispett ivi impegni in forza del Patt o.
8. La conclusione del ciclo di Doha per lo sviluppo rilance-
rebbe in modo sostanziale la crescita economica e promuo-
verebbe la competitività. Il Consiglio europeo ribadisce
l’impegno dell’UE a portare avanti il processo di liberalizza-
zione e creazione di regole per gli scambi al fi ne di raff orzare
il sistema multilaterale; ribadisce altresì la propria dispo-
nibilità a esplorare tutt e le opzioni negoziali per portare
a conclusione il ciclo di Doha, anche per quanto riguarda
le priorità dei paesi meno sviluppati conformemente al
mandato di Doha.
9. Il pacchett o globale approvato dal Consiglio europeo nel
marzo scorso è stato quasi interamente att uato. È stato
raggiunto l’accordo in ordine al tratt ato sul meccanismo
europeo di stabilità e alla modifi ca del FESF. Occorre che
gli Stati membri prendano tutt e le misure necessarie per la
ratifi ca del tratt ato MES entro la fi ne del 2012 e per la rapida
entrata in vigore del FESF modifi cato. Sono stati realizzati
sostanziali progressi nelle att ività legislative sul pacchett o
per il raff orzamento della governance economica, la cui
adozione in prima lett ura è ormai raggiungibile. Sono in
corso prove di stress nel sett ore bancario. È di importanza
cruciale che esse siano del tutto credibili e trasparenti,
che siano eff ett uate nel pieno rispett o della metodologia
e degli orientamenti dell’Autorità bancaria europea e che
tutt i i partecipanti assicurino risultati della massima qualità.
Occorre adott are tempestivamente tutt e le misure neces-
sarie, nel pieno rispett o degli standard internazionali, per
ovviare alle eventuali vulnerabilità del settore bancario
messe in luce dalle prove.
10. Il Consiglio europeo si compiace dei progressi compiuti
dall’Irlanda nell’att uazione del suo programma di riforma,
che è ben avviato. Si compiace inoltre del forte impegno
del neoelett o governo portoghese ad att uare pienamente
il suo programma di riforme. Sulla scorta di un consenso
pluripartito riguardo alla necessità di una riforma, la rigida
att uazione di tali programmi garantirà la sostenibilità del
debito e sosterrà il ritorno dell’Irlanda e del Portogallo sui
mercati fi nanziari.
11. I capi di Stato o di governo della zona euro ribadiscono il
loro impegno a compiere ogni passo necessario per garan-
tire la stabilità fi nanziaria dell’intera zona euro.
12. La ripresa nella zona euro è a buon punto e ha imboccato
un percorso sostenibile di solida crescita. L’euro si basa su
fondamentali saldi e siamo profondamente soddisfatt i dei
In tale contesto, il Consiglio europeo si compiace dell’im-
pegno della Commissione di valutare l’impatt o delle future
normative sulle microimprese e di esaminare att entamente
l’acquis al fi ne di individuare gli obblighi att ualmente in
vigore da cui le microimprese potrebbero essere esonerate.
Ha convenuto di ritornare su questi temi nella riunione del
dicembre 2011. La Commissione è inoltre invitata a stilare
una tabella di marcia per il completamento del mercato
unico digitale entro il 2015, nonché a riferire nell’ott obre
2011 in merito a tali sett ori capaci di favorire la crescita, al
fi ne di realizzare progressi in tempo per il Consiglio euro-
peo della primavera 2012.
5. La maggior parte degli Stati membri partecipanti al Patt o
euro plus ha presentato impegni che comportano in totale
oltre 100 misure distinte1. Tali impegni costituiscono un
primo passo avanti incoraggiante verso il raggiungimento
degli obiett ivi del Patt o e devono essere ora att uati a livello
nazionale. I capi di Stato o di governo ritorneranno su alcuni
elementi del Patt o nel dicembre 2011, prima dell’avvio del
prossimo semestre europeo.
6. Nella defi nizione dei prossimi impegni gli Stati membri
partecipanti dovranno prevedere:
—una portata più vasta: gli impegni dovrebbero con-
centrarsi maggiormente sulla realizzazione prioritaria
delle riforme att e a favorire la crescita in modo da pro-
muovere la competitività, ad esempio nelle imprese
erogatrici di servizi di rete e nel sett ore dei servizi, e più
att enzione dovrebbe essere dedicata al raff orzamento
della stabilità fi nanziaria;
—un approccio più concreto: gli Stati membri dovrebbero
adoperarsi per rendere i futuri impegni quanto più spe-
cifi ci e misurabili possibile, precisando come e quando
gli impegni saranno soddisfatt i per poter misurare i pro-
gressi nel tempo e agevolare l’analisi comparativa con
gli altri Stati membri nonché con i partner strategici
dell’Europa;
—un maggiore grado di ambizione: gli Stati membri
dovrebbero annunciare dove sono stati avviati i progett i
di riforme a lungo termine in risposta al Patt o e tenere
conto delle migliori pratiche;
—un coordinamento pragmatico delle politiche fi scali: la
Commissione e i ministri delle fi nanze degli Stati mem-
bri partecipanti sono invitati a riferire, entro dicembre
2011, sui progressi compiuti nelle discussioni strutt urate
riguardanti le politiche fi scali, per garantire in particolare
lo scambio di migliori pratiche, la prevenzione di pra-
tiche dannose e le proposte volte a contrastare la frode
e l’evasione fi scale. In linea con il Patt o, la Commissione
1 Cfr. EUCO 24/11.
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52
19. I capi di Stato o di governo sono consapevoli degli sforzi
che le misure di aggiustamento comportano per i citt adini
greci e sono convinti che questi sacrifi ci siano indispensabili
per la ripresa economica e che contribuiranno alla stabilità
e al benessere futuri del paese.
II. MIGRA ZIONE
20. Come stabilito dal trattato, la libera circolazione delle
persone è uno dei maggiori e più tangibili successi dell’in-
tegrazione europea nonché una libertà fondamentale.
L’orientamento politico e la cooperazione nello spazio
Schengen devono essere potenziati ulteriormente, raff or-
zando la fi ducia reciproca tra gli Stati membri che hanno
pari responsabilità nel garantire che tutt e le regole Schen-
gen siano applicate efficacemente in conformità delle
norme comuni concordate e dei principi e delle norme fon-
damentali. Le frontiere esterne dell’Europa devono essere
gestite in modo effi cace e coerente, in base a responsabilità
comune, solidarietà e maggiore cooperazione pratica.
21. In linea con le conclusioni del Consiglio del 9 e 10 giu-
gno 2011, l’applicazione delle regole comuni, in particolare
mediante il sistema di valutazione di Schengen, deve essere
migliorata e approfondita ulteriormente per essere in grado
di dare risposte effi caci alle sfi de future. A tal fi ne, è neces-
sario un sistema di monitoraggio e di valutazione effi cace
e affi dabile. Il futuro sistema di valutazione di Schengen
provvederà al raff orzamento, all’adeguamento e all’esten-
sione dei criteri in base all’acquis dell’UE. La valutazione
dovrebbe essere eff ett uata a livello di UE e coinvolgere
esperti degli Stati membri, della Commissione e delle
agenzie competenti. La Commissione è invitata a riferire
periodicamente sui risultati delle valutazioni e, ove neces-
sario, a proporre misure per colmare le lacune individuate.
22. Dovrebbe essere introdott o un meccanismo per far fronte
a situazioni eccezionali che mett ono a rischio il funzio-
namento globale della cooperazione Schengen, senza
compromett ere il principio della libera circolazione delle
persone. Il meccanismo dovrebbe comprendere una serie
di misure da applicare in maniera progressiva, diversifi cata
e coordinata per poter assistere uno Stato membro con-
frontato a una forte pressione alle frontiere esterne. Tali
misure potrebbero includere visite d’ispezione e sostegno
tecnico e fi nanziario nonché assistenza, coordinamento
e intervento di Frontex.
In ultima analisi, nel quadro di tale meccanismo, si potrebbe
introdurre una clausola di salvaguardia per autorizzare la
reintroduzione eccezionale dei controlli alle frontiere
interne in una situazione realmente critica, in cui uno Stato
membro non sia più in grado di adempiere i propri obblighi
nell’ambito delle regole Schengen. Tale misura sarebbe
adott ata sulla base di criteri obiett ivi specifi cati e di una valu-
tazione comune, avrebbe portata e durata rigorosamente
risultati conseguiti dall’introduzione dell’euro in termini
di stabilità dei prezzi.
13. Per quanto riguarda la Grecia, il Consiglio europeo rico-
nosce i notevoli progressi compiuti nell’ultimo anno, in
particolare in materia di risanamento del bilancio. Accoglie
con favore il forte impegno costante del governo greco ad
att uare il programma di aggiustamento.
14. Il Consiglio europeo invita le autorità nazionali a continuare
ad att uare con decisione i necessari sforzi di aggiustamento
per immett ere il paese su un percorso sostenibile. È urgente
che nei prossimi giorni sia messo a punto un pacchett o glo-
bale di riforme concordato con la Commissione, in colle-
gamento con la BCE e l’FMI, e che il Parlamento greco
adott i leggi fondamentali in materia di strategia di bilancio
e privatizzazione. A seguito della richiesta del governo greco
annunciata dal Primo ministro greco, ciò costituirà la base
per fi ssare i parametri principali di un nuovo programma
sostenuto congiuntamente dai suoi partner della zona euro
e dall’FMI in linea con le att uali pratiche e, nel contempo,
per consentire l’erogazione in tempo utile per rispondere
al fabbisogno di fi nanziamento della Grecia in luglio.
15. I capi di Stato o di governo della zona euro concordano
che i fi nanziamenti supplementari necessari proverranno
da fonti sia uffi ciali sia private. Approvano l’impostazione
decisa dall’Eurogruppo il 20 giugno in ordine all’intenzione
di coinvolgere, a titolo volontario, il sett ore privato sott o
forma di roll-over informali e volontari del debito greco esi-
stente in scadenza, per una riduzione sostanziale del fi nan-
ziamento annuale necessario nell’ambito del programma,
evitando nel contempo un’insolvenza selett iva.
16. I capi di Stato o di governo invitano i ministri delle fi nanze
a portare a termine i lavori su tutt i gli elementi in sospeso
per poter prendere le decisioni necessarie entro l’inizio di
luglio.
17. Il Consiglio europeo invita tutt i i partiti politici della Grecia
a sostenere i principali obiett ivi del programma e le misure
politiche chiave per garantirne una rigorosa e celere att ua-
zione. Considerata la durata, l’ampiezza e la natura delle
riforme necessarie in Grecia, l’unità nazionale è un requisito
essenziale per il successo.
18. Il Consiglio europeo si compiace dell’intenzione della
Commissione di raff orzare le sinergie tra il programma
di prestiti e i fondi dell’UE. Sostiene tutti gli sforzi tesi
ad aumentare la capacità della Grecia di assorbire i fondi
dell’UE per stimolare la crescita e l’occupazione. Tale risul-
tato può essere conseguito riorientandoli verso il migliora-
mento della competitività e la creazione di posti di lavoro.
Inoltre, il Consiglio europeo accoglie con favore e sostiene
l’elaborazione da parte della Commissione, insieme agli
Stati membri, di un programma globale di assistenza tec-
nica alla Grecia.
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vità a sostegno degli Stati membri interessati. Il Consiglio
europeo accoglie con favore l’estensione del progett o pilota
su base volontaria per i benefi ciari di protezione internazio-
nale a Malta. Att ende con interesse la comunicazione della
Commissione sulla solidarietà all’interno dell’UE nel corso
dell’anno.
27. Per gestire la mobilità in condizioni di sicurezza è necessaria
una politica coerente e strategica. L’obiett ivo deve essere
quello di aff rontare le cause della migrazione a livello strut-
turale. A tal fi ne, saranno sviluppati partenariati con i paesi
del vicinato meridionale e orientale nel quadro della politica
europea di vicinato.
28. In una prima fase, come proposto nella recente comu-
nicazione della Commissione, sarà istituito con i paesi
in questione un ampio dialogo strutt urato in materia di
migrazione, mobilità e sicurezza, da cui possano trarre
vantaggi tangibili sia i paesi stessi sia l’Unione europea.
Il dialogo dovrebbe essere avviato d’urgenza con i paesi
partner che desiderano e sono in grado di confrontarsi in
modo costrutt ivo sui suddett i temi. I partenariati per la
mobilità saranno diff erenziati in funzione dei meriti indi-
viduali dei paesi partner, concordati con ciascuno di essi
singolarmente, subordinati agli sforzi e ai passi avanti com-
piuti in tutt i i sett ori (migrazione, riammissione, mobilità
e sicurezza) e contempleranno un effi cace meccanismo
di verifi ca. Occorre studiare come aumentare la parte di
fi nanziamenti destinata a questi sett ori, nell’ambito delle
dotazioni esistenti.
29. Si invita la Commissione a presentare la sua valutazione
dell’approccio globale in materia di migrazione, che ponga
le basi per un quadro programmatico più coerente, sistema-
tico e strategico per le nostre relazioni con tutt i i paesi terzi
interessati e comprenda proposte concrete per lo sviluppo
dei partenariati chiave dell’Unione, dando priorità all’intero
vicinato dell’Unione.
30. I recenti sviluppi hanno messo a dura prova la politica euro-
pea di asilo. Sono necessarie procedure sicure ed effi caci
in materia di asilo per coloro che hanno bisogno di prote-
zione. Ciò richiede a sua volta che sia pienamente applicato
l’acquis dell’UE in questo sett ore. È essenziale che il sistema
europeo comune di asilo (CEAS) sia ultimato entro il
2012, sulla base di standard elevati di protezione combi-
nati a procedure eque ed effi caci in grado di prevenire gli
abusi e consentire un rapido esame delle domande di asilo
al fi ne di garantire la sostenibilità del sistema. La recente
presentazione da parte della Commissione di proposte
di modifi ca della dirett iva sulle procedure d’asilo e della
dirett iva sulle condizioni di accoglienza dovrebbe fornire
una nuova base per l’avvio di negoziati su due importanti
elementi del CEAS. Le modifi che non dovrebbero avere
come risultato quello di incoraggiare la presentazione di
domande infondate o di aumentare i costi complessivi per
limitate e terrebbe conto della necessità di essere in grado di
reagire in casi di urgenza. Essa non compromett erà i diritt i
delle persone cui è riconosciuta la libertà di movimento
a norma dei tratt ati.
Si invita la Commissione a presentare una proposta relativa
a siff att o meccanismo a sett embre.
23. Il controllo e la sorveglianza delle frontiere esterne rientrano
nella responsabilità degli Stati membri che, nell’esercitare
tale funzione, agiscono anche nell’interesse comune di tutt i
gli Stati membri. Affi nché le frontiere esterne dell’Europa
siano gestite effi cacemente e siano applicate ovunque le
stesse norme, occorre che tutt i i pertinenti strumenti siano
utilizzati in modo ott imale e siano adatt ati, ove necessario. Il
sistema europeo di sorveglianza delle frontiere sarà ulterior-
mente sviluppato in via prioritaria per diventare operativo
entro il 2013 e permett ere alle autorità degli Stati membri
preposte alla sorveglianza delle frontiere di condividere le
informazioni operative e migliorare la cooperazione.
24. Questi sforzi saranno inoltre intensifi cati grazie all’accele-
razione dei lavori in materia di «frontiere intelligenti», al
fi ne di garantire che per rispondere alle sfi de dei controlli
di frontiera ci si avvalga delle nuove tecnologie. In parti-
colare, dovrebbe essere introdott o un sistema ingressi/
uscite e un programma per viaggiatori registrati. Il Consiglio
europeo si compiace dell’accordo raggiunto sull’agenzia
per la gestione operativa dei sistemi di tecnologia dell’in-
formazione su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza
e giustizia.
25. Occorre monitorare costantemente il funzionamento di
Frontex e delle altre agenzie per garantire che continuino
ad aiutare effi cacemente gli Stati membri nella gestione
delle frontiere esterne, nella lott a contro l’immigrazione
illegale e nella gestione dei profughi. Frontex coopererà con
i paesi terzi interessati. Il Consiglio europeo si compiace
dell’accordo raggiunto sulla revisione del regolamento
Frontex, che aumenterà l’effi cacia delle capacità operative
di tale agenzia. In linea con il programma di Stoccolma sarà
ulteriormente sviluppato il quadro di cooperazione tra le
guardie di frontiera nazionali, in particolare promuovendo
la formazione comune e la condivisione di capacità e stan-
dard. La Commissione è invitata a presentare ulteriori idee
al riguardo, in strett a cooperazione con Frontex, entro la
fi ne dell’anno.
26. Rilevando la diffi cile situazione cui fanno fronte alcuni Stati
membri, il Consiglio europeo ribadisce la necessità di una
reale e concreta solidarietà nei confronti degli Stati membri
maggiormente interessati dai fl ussi migratori. L’UE e gli
Stati membri continueranno a fornire il sostegno opera-
tivo e fi nanziario necessario a seconda della situazione,
sulla base delle misure concordate dal Consiglio l’11 aprile
2011. Saranno forniti i fondi e le risorse tecniche e umane
necessari per proseguire e, se del caso, intensifi care le att i-
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attuarla senza indugio, come indicato nelle conclu-
sioni del Consiglio del 13 aprile 2011; gli Stati membri
sono invitati a proseguire i lavori, in cooperazione con
la Commissione, sulle eventuali future strategie macro-
regionali, in particolare per la regione adriatica e ionica;
—rilevandone la grande importanza, ha approvato la rela-
zione della presidenza sull’inclusione dei Rom e ha chie-
sto la rapida att uazione delle conclusioni del Consiglio
del 19 maggio 2011 sul quadro UE per le strategie nazio-
nali di integrazione dei Rom fi no al 2020, in particolare
per quanto riguarda la preparazione, l’aggiornamento
o l’elaborazione, entro la fi ne del 2011, di strategie nazio-
nali degli Stati membri d’inclusione dei Rom o insiemi
integrati di misure di intervento nell’ambito delle loro
politiche più generali di inclusione sociale, per il miglio-
ramento della situazione dei Rom;
—ha accolto con favore la relazione annuale sugli obiett ivi
in materia di aiuti allo sviluppo dell’UE, rilevando che
sebbene l’UE resti di gran lunga il principale donatore
a livello mondiale nel 2010, l’obiett ivo collett ivo inter-
medio per il 2010 non è stato raggiunto; ha ribadito il
suo l’impegno a conseguire gli obiett ivi in materia di
aiuto allo sviluppo entro il 2015 come stabilito nelle
conclusioni del giugno 2005.
***
ALLEGATO
DICHIARA ZIONE SUL VICINATO MERIDIONALE
1. Il Consiglio europeo conferma i principi e gli obiettivi
definiti nella dichiarazione e nelle conclusioni sul vici-
nato meridionale, adott ate rispett ivamente l’11 marzo e il
25 marzo 2011. Accoglie con favore la comunicazione
congiunta dell’alto rappresentante e della Commissione
europea intitolata «Una risposta nuova ad un vicinato in
mutamento», resa il 25 maggio 2011. Approva pienamente
le conclusioni del Consiglio sulla politica europea di vici-
nato, adott ate il 20 giugno 2011, e invita a compiere rapidi
progressi nell’att uazione di misure concrete in linea con
i principi e gli obiett ivi concordati dal Consiglio.
2. Il Consiglio europeo accoglie con favore l’appoggio del
G8 alle trasformazioni democratiche del vicinato meridio-
nale dell’Europa. Sott olinea ancora una volta l’importanza
dell’Unione per il Mediterraneo e l’importanza di lanciare
rapidamente progett i concreti e signifi cativi nel quadro
dell’Unione stessa.
3. Il Consiglio europeo si compiace dei provvedimenti att ual-
mente in fase di adozione verso una trasformazione demo-
cratica nella regione, specialmente in Egitt o e in Tunisia.
Plaude all’annuncio degli elementi principali della nuova
gli Stati membri. Per conseguire gli obiett ivi chiave sum-
menzionati, i negoziati dovrebbero essere portati avanti con
impegno sulla base di un approccio globale equilibrato che
tenga conto di tutt e le proposte esistenti.
III. CROAZIA
31. Il Consiglio europeo loda la Croazia per gli sforzi intensi
grazie ai quali i negoziati di adesione sono giunti alla fase
conclusiva. L’esame dei rimanenti capitoli di negoziato in
corso a livello di Consiglio si svolge nel pieno rispett o di
una rigorosa condizionalità e in linea con il quadro di nego-
ziazione. Alla luce dei progressi compiuti e della positiva
valutazione della Commissione, il Consiglio europeo ha
invitato il Consiglio ad adott are tutt e le misure necessa-
rie per concludere i negoziati di adesione con la Croazia
entro il giugno 2011 sulla base dei progett i di posizioni
comuni presentati di recente dalla Commissione, in vista
della fi rma del tratt ato di adesione entro la fi ne dell’anno.
La Croazia dovrebbe proseguire gli sforzi di riforma con lo
stesso vigore in particolare riguardo al potere giudiziario e ai
diritt i fondamentali, così da poter assumere pienamente
dalla data dell’adesione gli obblighi di membro. Il monito-
raggio di tali sforzi di riforma, fi no all’adesione, rassicurerà
la Croazia e gli att uali Stati membri nella misura necessa-
ria. Il Consiglio, deliberando a maggioranza qualifi cata su
proposta della Commissione, può adott are tutt e le misure
appropriate.
32. Questi sviluppi imprimono un nuovo impulso alla prospet-
tiva europea dei Balcani occidentali, purché tali paesi conti-
nuino sulla via delle riforme. Il Consiglio europeo ritornerà
su questo tema nella riunione del dicembre 2011. In tale
contesto, si compiace dell’arresto di Ratko Mladic e del suo
deferimento al Tribunale dell’Aia, un evento positivo per
la giustizia internazionale e per la prospett iva di adesione
all’UE della Serbia.
***
ALTRI PUNTI
Il Consiglio europeo:
—ha nominato Mario Draghi presidente della Banca cen-
trale europea per il periodo dal 1º novembre 2011 al
31 ott obre 2019;
—ha adott ato una dichiarazione sul vicinato meridionale
(allegato); ha approvato il nuovo approccio in materia
di relazioni con i paesi limitrofi dell’Unione europea,
illustrato nelle conclusioni del Consiglio del 20 giu-
gno 2011 e ha sott olineato l’importanza del vertice sul
partenariato orientale in programma il 29 e 30 sett em-
bre 2011 a Varsavia;
—ha approvato la strategia dell’UE per la regione del
Danubio e ha chiesto a tutti i soggetti interessati di
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lenze, rispett are i diritt i dell’uomo e osservare un cessate
il fuoco permanente, e accoglie con favore l’impegno del
vicepresidente in tal senso. Ribadisce l’urgenza di una tran-
sizione politica ordinata ed inclusiva in linea con l’inizia-
tiva del Consiglio di cooperazione del Golfo. Il Consiglio
europeo è preoccupato del contesto in cui hanno luogo
i processi e le condanne di membri dell’opposizione in
Bahrain. Incoraggia il Bahrain a garantire il pieno rispett o
dei diritt i umani e delle libertà fondamentali.
7. Il Consiglio europeo prende att o che la situazione a Gaza
rimane preoccupante. L’assistenza umanitaria fornita alla
popolazione di Gaza dovrebbe essere conforme al quadro
e alle decisioni pertinenti delle Nazioni Unite e dovrebbe
essere tale da non mett ere in pericolo vite umane.
8. I mutamenti radicali in tutt o il mondo arabo evidenziano
la necessità di compiere progressi nel processo di pace in
Medio Oriente, superando l’att uale situazione di stallo nel
rispett o degli accordi ed obblighi precedenti. Il Consiglio
europeo invita tutt e le parti ad avviare urgentemente i nego-
ziati. Soltanto la ripresa di negoziati dirett i potrebbe off rire
un’opportunità realistica di migliorare la situazione sul
campo e di giungere così a una soluzione durevole e globale.
Nel sott olineare il ruolo centrale del Quartett o, il Consiglio
europeo elogia gli sforzi compiuti al riguardo dagli Stati
membri dell’UE e dall’alto rappresentante e accoglie con
favore le recenti proposte del presidente Obama, in linea
con le precedenti posizioni dell’UE. Appoggia pienamente
l’appello dell’alto rappresentante al Quartett o affi nché crei
con urgenza una prospett iva credibile per il rilancio del pro-
cesso di pace. Il Consiglio europeo invita tutt e le parti ad
astenersi da azioni unilaterali che sono in contrasto con una
soluzione globale. Sostiene altresì l’iniziativa di convocare
una conferenza a Parigi per fornire sostegno economico
alla costruzione dello Stato palestinese nel quadro di un
processo di pace rilanciato. Il Consiglio europeo esprime
seria preoccupazione per la sorte di Gilad Shalit, che Hamas
tiene prigioniero contravvenendo al diritt o internazionale
umanitario universale. Nel quinto anniversario della sua
catt ura, il Consiglio europeo chiede l’immediato rilascio
di Gilad Shalit.
costituzione del Marocco, si compiace del rinnovato impe-
gno a favore delle riforme politiche — compresa una revi-
sione della costituzione — in Giordania e prende att o con
soddisfazione della revoca dello stato di emergenza e della
prevista riforma costituzionale in Algeria. Sott olinea quanto
siano necessari l’inclusività e il dialogo nel processo di riforma
e seguirà att entamente l’att uazione delle riforme stesse.
4. Il Consiglio europeo conferma il suo pieno appoggio alle
risoluzioni 1970 e 1973 sulla Libia del Consiglio di sicu-
rezza delle Nazioni Unite e agli sforzi che gli Stati membri
dell’UE stanno compiendo per att uarle. Approva piena-
mente le conclusioni del Consiglio sulla Libia adott ate il 20
giugno 2011 ed esorta nuovamente Gheddafi ad abbando-
nare immediatamente il potere. La trasformazione demo-
cratica della Libia resta un interesse primario dell’Unione
europea. Il Consiglio europeo sott olinea il ruolo fondamen-
tale svolto dal Consiglio nazionale transitorio (CNT) in
tale processo come rappresentante delle aspirazioni del
popolo libico.
5. Il Consiglio europeo condanna con assoluta fermezza la
repressione in corso e l’inaccett abile e sconvolgente vio-
lenza che il regime siriano continua a perpetrare contro
i propri citt adini. Prende att o con seria preoccupazione
delle segnalazioni di att ività militari siriane nei pressi della
frontiera turca a Khirbet al-Jouz e ribadisce i precedenti
inviti a dare prova della massima moderazione. Scegliendo
la strada della repressione anziché rispett are le promesse
di ampie riforme, il regime sta mett endo in questione la
propria legitt imità. I responsabili di reati e di att i di violenza
contro la popolazione civile saranno chiamati a rispondere
del loro operato. Nell’approvare le conclusioni sulla Siria,
adott ate dal Consiglio il 20 giugno 2011, il Consiglio euro-
peo accoglie con favore l’adozione di nuove sanzioni. Off re
altresì appoggio incondizionato agli sforzi diplomatici intesi
a far sì che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
possa assumere le proprie responsabilità e dare adeguata
risposta alla situazione in Siria.
6. Il Consiglio europeo resta preoccupato per la situazione
nello Yemen e sollecita tutt e le parti a interrompere le vio-
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scenderne al di sott o. Abbiamo inoltre deciso di prorogare
sostanzialmente le scadenze dello strumento in vigore per
la Grecia. Correderemo queste iniziative con un mecca-
nismo che preveda incentivi adeguati all’att uazione del
programma.
4. Esortiamo all’att uazione di una strategia globale di crescita
e d’investimento in Grecia. Ci rallegriamo della decisione
della Commissione di creare una task force che collabori
con le autorità greche per orientare i fondi strutt urali alla
competitività e crescita, alla creazione di posti di lavoro
e alla formazione. Mobiliteremo i fondi e le istituzioni
dell’UE, quali la BEI, per il raggiungimento di questo obiet-
tivo e il rilancio dell’economia greca. Gli Stati membri e la
Commissione mobiliteranno immediatamente tutte le
risorse necessarie per mett ere a disposizione della Grecia
un’assistenza tecnica eccezionale che la aiuti ad att uare le
riforme. La Commissione riferirà in ott obre sui progressi
conseguiti al riguardo.
5. Il sett ore fi nanziario si è dett o disposto a sostenere la Grecia,
su base volontaria, con una gamma di opzioni che raff or-
zino ulteriormente la sostenibilità globale. Il contributo
nett o del sett ore privato è stimato a 37 miliardi di EUR1.
Sarà concesso un supporto di credito a sostegno della
qualità delle garanzie, affi nché le banche greche possano
ricorrervi continuativamente per accedere alle operazioni di
liquidità dell’Eurosistema. Se necessario forniremo risorse
adeguate per ricapitalizzare le banche greche.
Coinvolgimento del sett ore privato
6. Relativamente al nostro approccio generale al coinvolgi-
mento del sett ore privato nella zona euro, teniamo a pre-
cisare che la Grecia necessita di una soluzione eccezionale
e senza uguali.
7. Tutt i gli altri paesi della zona euro ribadiscono solenne-
mente la ferma determinazione ad onorare pienamente la
propria fi rma sovrana, così come tutt i gli impegni assunti
per conseguire una situazione di bilancio sostenibile
e att uare riforme strutt urali. I Capi di Stato o di governo
della zona euro sostengono pienamente la determina-
zione in tal senso, perché la credibilità di tutt e le loro fi rme
sovrane è un elemento fondamentale per assicurare la sta-
bilità fi nanziaria della zona euro nel suo complesso.
1 Tenuto conto del costo del supporto di credito per il periodo 2011-2014. Inoltre un programma di riacquisto del debito contribuirà per 12,6 miliardi di EUR, portando il totale a 50 miliardi di EUR. Per il periodo 2011-2019, il contributo totale nett o del coinvolgimento del sett ore privato è stimato a 106 miliardi di EUR.
Ribadiamo l’impegno a favore dell’euro e la ferma intenzione di
prendere tutt i i provvedimenti necessari per assicurare la stabi-
lità fi nanziaria della zona euro nel suo complesso e dei suoi Stati
membri. Ribadiamo altresì la nostra determinazione a raff orzare
la convergenza, la competitività e la governance nella zona euro.
Fin dall’inizio della crisi del debito sovrano, sono state adott ate
misure importanti per stabilizzare la zona euro, riformare le regole
e sviluppare strumenti di stabilizzazione nuovi. Nella zona euro la
ripresa è ben avviata e l’euro poggia su fondamentali economici
sani. Tutt avia, le sfi de cui siamo confrontati hanno palesato la
necessità di misure più incisive.
Abbiamo concordato oggi le misure seguenti:
Grecia
1. Plaudiamo alle misure avviate dal governo greco per stabi-
lizzare le fi nanze pubbliche e riformare l’economia, non-
ché al nuovo pacchett o di misure, fra cui le privatizzazioni,
adott ate recentemente dal parlamento nazionale. Si tratt a di
sforzi senza precedenti, eppur necessari per riportare l’eco-
nomia greca su un percorso di crescita sostenibile. Siamo
consapevoli degli sforzi che le misure di aggiustamento
comportano per i citt adini greci e siamo convinti che questi
sacrifi ci siano indispensabili per la ripresa economica e che
contribuiranno alla stabilità e al benessere futuri del paese.
2. Conveniamo di sostenere un nuovo programma per la
Grecia e di colmare totalmente, assieme all’FMI e con
il contributo volontario del settore privato, il deficit di
fi nanziamento. Secondo le stime il fi nanziamento uffi ciale
totale ammonterà a 109 miliardi di EUR. Il programma sarà
inteso a migliorare radicalmente, in particolare grazie a tassi
d’interesse più bassi e scadenze più lunghe, la sostenibilità
del debito e il profi lo di rifi nanziamento della Grecia. Chie-
diamo all’FMI di continuare a contribuire al fi nanziamento
del nuovo programma per la Grecia. Intendiamo ricorrere
al FESF quale veicolo di fi nanziamento per la prossima ero-
gazione e monitoreremo molto att entamente la rigorosa
attuazione del programma sulla base della valutazione
periodica eff ett uata dalla Commissione in collaborazione
con la BCE e l’FMI.
3. Abbiamo deciso di prorogare al massimo possibile la sca-
denza dei futuri prestiti del FESF alla Grecia, passando
dagli att uali 7,5 anni a un minimo di 15 anni e fi no a un
massimo di 30 anni con un periodo di grazia di 10 anni.
Provvederemo in quest’ambito ad un monitoraggio post-
programma adeguato. Accorderemo prestiti del FESF
a tassi equivalenti a quelli del meccanismo di sostegno alla
bilancia dei pagamenti (att ualmente, il 3,5 % circa) che
si avvicinano al costo di fi nanziamento del FESF, senza
Dichiarazione dei capi di Stato o di governo della zona euro
21 luglio 2011
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57
programma, il disavanzo pubblico sarà portato al di sott o
del 3 % al più tardi entro il 2013. In questo contesto, acco-
gliamo con favore il pacchett o di misure di bilancio recen-
temente presentato dal governo italiano, che gli consentirà
di portare il disavanzo al di sott o del 3 % nel 2012 e di rag-
giungere il pareggio di bilancio nel 2014. Ci rallegriamo
inoltre delle ambiziose riforme intraprese dalla Spagna in
materia fi nanziaria, strutt urale e di bilancio. A seguito dei
risultati delle prove di stress sulle banche, gli Stati membri
mett eranno a loro disposizione misure «anticaduta», se
del caso.
12. Att ueremo le raccomandazioni adott ate a giugno in merito
a riforme che favoriscano la nostra crescita. Invitiamo la
Commissione e la BEI a potenziare le sinergie tra i pro-
grammi di prestiti e i fondi UE in tutt i i paesi che benefi ciano
dell’assistenza UE/FMI. Sosteniamo tutt i gli sforzi intesi
a migliorare la loro capacità di assorbire i fondi dell’UE al
fi ne di stimolare la crescita e l’occupazione, anche mediante
un aumento temporaneo dei tassi di cofi nanziamento.
Governance economica
13. Chiediamo la rapida messa a punto del pacchett o legisla-
tivo per il raff orzamento del Patt o di stabilità e crescita e la
nuova sorveglianza macroeconomica. I membri della zona
euro sosterranno pienamente la presidenza polacca al fi ne
di raggiungere un accordo con il Parlamento europeo in
merito alle regole di voto nel braccio preventivo del Patt o.
14. Ci impegniamo a introdurre entro la fi ne del 2012 i qua-
dri nazionali di bilancio previsti nella dirett iva sui quadri di
bilancio.
15. Conveniamo che dovrebbe essere ridott a, tenendo conto
delle recenti proposte della Commissione in tal senso, la
dipendenza dai rating creditizi esterni nel quadro norma-
tivo dell’UE e att endiamo con interesse le proposte della
Commissione relative alle agenzie di rating del credito.
16. Invitiamo il presidente del Consiglio europeo a presentare
entro ott obre, in strett a consultazione con il presidente della
Commissione e il presidente dell’Eurogruppo, proposte
concrete sulle modalità con cui migliorare i metodi di
lavoro e potenziare la gestione delle crisi nella zona euro.
Strumenti di stabilizzazione
8. Per migliorare l’effi cacia del FESF e del MES e contrastare
il contagio, conveniamo di accrescerne la fl essibilità, legata
a un’adeguata condizionalità, consentendo loro di:
—agire sulla base di un programma precauzionale;
—fi nanziare la ricapitalizzazione degli istituti fi nanziari
mediante prestiti ai governi, anche nei paesi che non
partecipano al programma;
—intervenire sui mercati secondari in base a un’analisi
della BCE che riconosca l’esistenza di circostanze
eccezionali sui mercati fi nanziari e rischi per la stabilità
fi nanziaria e in base a una decisione adott ata di comune
accordo dagli Stati membri del FESF/MES al fi ne di
evitare il contagio.
Al più presto avvieremo le procedure necessarie per l’at-
tuazione di tali decisioni.
9. Ove opportuno, sarà stabilita una garanzia cauzionale
a copertura del rischio derivante agli Stati membri della
zona euro dalle loro garanzie al FESF.
Risanamento di bilancio e crescita nella zona euro
10. Siamo determinati a continuare a fornire sostegno ai paesi
nel quadro dei programmi fi nché non abbiano di nuovo
accesso ai mercati, a condizione che dett i programmi siano
attuati con esito positivo. Ci rallegriamo della volontà
dell’Irlanda e del Portogallo di att uare i loro programmi in
modo rigoroso e ribadiamo il nostro forte impegno per la
buona riuscita degli stessi. I tassi e le scadenze di prestito
del FESF che abbiamo convenuto per la Grecia saranno
applicati anche al Portogallo e all’Irlanda. In questo con-
testo, notiamo la disponibilità dell’Irlanda a partecipare in
modo costrutt ivo alle discussioni in merito al progett o di
dirett iva sulla base imponibile consolidata comune per l’im-
posta sulle società (CCCTB) e alle discussioni strutt urate
in materia di politica fi scale nel quadro del Patt o euro plus.
11. Tutt i gli Stati membri della zona euro si att erranno rigoro-
samente agli obiett ivi di bilancio concordati, miglioreranno
la competitività e aff ronteranno gli squilibri macroecono-
mici. In tutt i i paesi eccett o quelli che partecipano a un
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e dell’autenticazione elett roniche sicure e nella moderniz-
zazione del regime europeo di proprietà intellett uale al
fi ne di garantire il vantaggio concorrenziale dell’UE e far
emergere possibili nuovi modelli di business, assicurando al
contempo un elevato livello di protezione dei diritt i di pro-
prietà intellett uale e tenendo conto della diversità culturale.
Il Consiglio europeo sollecita il rapido raggiungimento di
un accordo sul programma relativo alla politica in materia
di spett ro radio;
c) si dovrebbe continuare a dare impulso all’att uazione del
programma d’azione del 2007 per la riduzione degli oneri
amministrativi al fine di raggiungere l’obiettivo di una
riduzione del 25 % entro il 2012; si dovrebbero compiere
progressi più rapidi in materia di contabilità annuale, diritt o
societario, fi scalità e dogane. Il Consiglio europeo solle-
cita la rapida adozione delle proposte sulla semplifi cazione
all’esame del Consiglio e del Parlamento.
Si invita la Commissione a compiere ulteriori sforzi sulla
riduzione dell’onere normativo nel suo insieme, in parti-
colare per le PMI, anche proponendo concreti metodi di
lavoro nel contesto dell’agenda per una regolamentazione
intelligente. La Commissione si è impegnata a valutare
l’impatt o delle future normative sulle microimprese e ad
esaminare att entamente l’acquis al fi ne di individuare gli
obblighi vigenti, da cui le microimprese potrebbero essere
esonerate. Il Consiglio europeo att ende con interesse la
prossima relazione della Commissione per ritornare su tali
questioni nella riunione del dicembre 2011;
d) gli Stati membri provvederanno affi nché le raccomanda-
zioni specifi che per paese si rifl ett ano pienamente nelle deci-
sioni nazionali in materia di politica di bilancio e di riforme
strutt urali, vista la loro cruciale importanza per garantire la
I. POLITICA ECONOMICA
1. Alla luce della relazione della Commissione sui sett ori che
favoriscono la crescita e dell’esito della conferenza politica
sulle fonti di crescita svoltasi il 6 ott obre 2011, il Consiglio
europeo ha individuato un numero limitato di priorità
chiave per la politica economica interna, da portare avanti
a breve termine ai fi ni di una crescita intelligente, sosteni-
bile, inclusiva ed eco-compatibile:
a) il mercato unico è chiamato a svolgere un ruolo chiave per
produrre crescita e occupazione. Si dovrebbe fare tutt o il
possibile per assicurare il raggiungimento, entro la fi ne del
2012, di un accordo sulle 12 proposte prioritarie enunciate
nell’Atto per il mercato unico, dando priorità assoluta
a quelle che possono giovare maggiormente alla crescita
e all’occupazione. Notevoli vantaggi economici saranno
tratt i altresì dalla piena att uazione della dirett iva sui servizi;
gli Stati membri dovrebbero completarne l’attuazione
entro la fi ne di quest’anno e assicurare che gli sportelli unici
siano completamente operativi e gli operatori economici
siano pienamente informati delle nuove opportunità che
tale dirett iva off re. La Commissione riferirà sulla questione
entro la fi ne del 2011;
b) il Consiglio europeo invita la Commissione a presentare
in tempi brevi la tabella di marcia per il completamento
del mercato unico digitale entro il 2015, dando la priorità
a proposte intese a promuovere un mercato unico digitale
pienamente integrato grazie alla facilitazione del commer-
cio elett ronico e all’uso transfrontaliero dei servizi online.
Si dovrebbe rivolgere particolare att enzione all’esigenza
di assicurare progressi rapidi nella realizzazione degli
obiett ivi in materia di copertura della banda larga previsti
dall’agenda digitale, nella facilitazione dell’identifi cazione
CONSIGLIO EUROPEO — 23 OTTOBRE 2011
CONCLUSIONI
Oltre ad aff rontare le sfi de immediate poste dalla crisi fi nanziaria, è essenziale intensifi care gli sforzi per assicurare una crescita
sostenibile e tesa a creare occupazione. Il risanamento di bilancio e la riduzione del debito rivestono un’importanza cruciale
per garantire la sostenibilità delle fi nanze pubbliche e ripristinare la fi ducia. Al tempo stesso è già necessaria un’azione
determinata per raff orzare l’economia nel breve periodo. È essenziale pertanto che l’Unione europea att ui tutt i gli aspett i
della strategia Europa 2020. Gli Stati membri accelereranno le riforme strutt urali conformemente alle raccomandazioni
formulate nel contesto del semestre europeo. In questo quadro, il Consiglio europeo ha oggi individuato una serie di
priorità cui riservare una corsia preferenziale dato il loro notevole impatt o sull’occupazione e la crescita nel breve e nel
medio termine. Ha chiesto inoltre una focalizzazione più accentuata sugli aspett i delle politiche esterne dell’Unione europea
att i a favorire la crescita, al fi ne di massimizzarne il contributo alla crescita in Europa e di creare le condizioni per att rarre
maggiori investimenti esteri. Il Consiglio europeo ha stabilito la posizione dell’Unione per il vertice del G20, dando la
massima priorità al mantenimento della stabilità fi nanziaria e alla ripresa della crescita. Ha inoltre discusso i preparativi per
la conferenza di Durban sui cambiamenti climatici, sott olineando la necessità di compiere passi ambiziosi verso un quadro
giuridicamente vincolante globale e completo per il periodo successivo al 2012.
* * *
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del passato. Il Consiglio europeo accoglie favorevolmente
l’intenzione della Commissione di anticipare la sua analisi
annuale della crescita al dicembre 2011, permett endo così
al Consiglio di preparare in modo approfondito il Consiglio
europeo della primavera 2012. I Capi di Stato o di governo
torneranno a discutere su alcuni temi del Patt o euro plus
nel dicembre 2011; saranno inoltre informati dei progressi
compiuti nelle discussioni strutt urate sulle questioni att i-
nenti al coordinamento delle politiche fi scali. È in corso il
lavoro legislativo relativo alle proposte della Commissione
concernenti una base imponibile consolidata comune per
l’imposta sulle società. Il Consiglio europeo prende att o
della proposta della Commissione relativa a una tassa sulle
transazioni fi nanziarie.
6. Raff orzare la regolamentazione fi nanziaria rimane una prio-
rità fondamentale a livello di UE e mondiale. Dal 2008 sono
stati raggiunti notevoli risultati con la riforma del nostro
quadro di regolamentazione e vigilanza, ma occorre pro-
seguire gli sforzi per aff rontare i punti deboli del sistema
fi nanziario e prevenire future crisi. Il Consiglio europeo si
compiace dell’accordo raggiunto sulle vendite allo scoperto
e auspica la rapida adozione di altre importanti proposte
legislative come quelle relative ai derivati OTC e ai sistemi
di garanzia dei depositi entro la fi ne di quest’anno e quelle
relative ai requisiti patrimoniali entro l’estate 2012. Si ral-
legra delle proposte sui mercati degli strumenti fi nanziari
e sull’abuso di mercato ed att ende con interesse le proposte
che la Commissione formulerà sulle agenzie di rating del
credito e sulla gestione e risoluzione delle crisi bancarie.
Il Consiglio europeo si compiace dei progressi compiuti
dal Consiglio Ecofi n sulle misure destinate al sett ore ban-
cario e invita il Consiglio a portare a termine il lavoro nella
sessione del 26 ott obre. Le misure in questione saranno
una componente essenziale di un pacchett o di più ampie
dimensioni, i cui altri elementi saranno decisi dal vertice
euro del 26 ott obre.
7. Il presidente ha riferito al Consiglio europeo sullo stato dei
preparativi relativi al vertice euro del 23 e 26 ott obre. Il Con-
siglio europeo ha convenuto sulla necessità di coerenza
delle att ività della zona euro e dell’Unione europea, nel
debito rispett o dell’integrità dell’Unione europea nel suo
insieme e del suo funzionamento a 27. In questo contesto
la Commissione europea ha la responsabilità di assicurare il
rispett o della legislazione dell’UE da parte di tutt i i 27 Stati
membri, anche per quanto riguarda il mercato interno, e di
salvaguardare la parità di condizioni tra tutt i gli Stati mem-
bri, compresi quelli che non partecipano all’euro. Il presi-
dente del vertice euro sarà designato dai Capi di Stato o di
governo della zona euro nella stessa occasione in cui il Con-
siglio europeo elegge il suo presidente e per la stessa durata.
In att esa della prossima elezione, l’att uale presidente del
Consiglio europeo presiederà le riunioni del vertice euro.
Il presidente del vertice euro terrà pienamente informati
sostenibilità delle fi nanze pubbliche, creare posti di lavoro
e favorire la crescita. A sostegno di quest’obiett ivo, il Consi-
glio europeo chiede che il Consiglio, in collaborazione con
la Commissione, adott i misure att e ad assicurare che tutt e
le azioni intraprese a livello di Unione europea sostengano
pienamente la crescita economica e la creazione di posti di
lavoro.
2. L’Energia, compresa l’efficienza energetica, nonché la
ricerca e l’innovazione sono sett ori chiave per la promo-
zione della crescita. Il Consiglio europeo valuterà i progressi
compiuti in questi sett ori rispett ivamente nel dicembre del
2011 e nel marzo del 2012, come seguito degli orienta-
menti concreti decisi nel febbraio del 2011. Sollecita la
rapida att uazione delle misure che avranno un impatt o
dirett o sulla crescita.
3. Poiché la crisi ha accentuato la pressione sui bilanci
nazionali, è importante ott imizzare l’utilizzo delle risorse
disponibili, specialmente nei paesi che stanno att uando
un programma di aggiustamento. Il Consiglio europeo
chiede l’adozione entro la fi ne dell’anno delle proposte
miranti ad aumentare temporaneamente i tassi di cofi nan-
ziamento per i fondi dell’UE, così come la destinazione di
tali fondi verso la crescita, la competitività e l’occupazione.
Si invita la BEI a esaminare in strett a cooperazione con la
Commissione le possibilità di contribuire ulteriormente
alla promozione degli investimenti in Europa, anche per
quanto riguarda i paesi che stanno att uando un programma
di aggiustamento.
4. L’Unione europea dispone ora di strumenti più effi caci
per raff orzare la sua governance economica e assicurare
l’adozione delle misure richieste per far uscire l’Europa
dalla crisi: la strategia Europa 2020 continua a orientare
l’Unione e gli Stati membri nel promuovere la realizzazione
di riforme strutt urali att e a favorire la crescita; il semestre
europeo contribuirà ad assicurare che gli Stati membri non
deviino dal percorso defi nito e att uino queste riforme in
modo coordinato; infi ne il Patt o euro plus segnerà un salto
di qualità nel coordinamento delle politiche economiche
tra gli Stati membri che vi hanno aderito. Il pacchett o dei
sei att i legislativi sulla governance economica, concordato
il mese scorso, consentirà un nett o raff orzamento della
sorveglianza e del coordinamento, necessario a garantire
la sostenibilità delle fi nanze pubbliche ed evitare l’accumu-
larsi di squilibri eccessivi. Il Consiglio europeo sott olinea la
sua ferma volontà di att uare il nuovo quadro per assicurare
che sia applicato in modo pieno ed effi cace. Al riguardo,
accoglie con favore l’intenzione della Commissione di raf-
forzare, all’interno della Commissione stessa, il ruolo del
commissario competente ai fi ni di un controllo più rigoroso
e di ulteriori strumenti di esecuzione.
5. Il prossimo semestre europeo dovrebbe essere il più ambi-
zioso possibile e basarsi pienamente sugli insegnamenti
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d’investimento globale, volta a realizzare in modo in modo
effi cace la liberalizzazione e la protezione reciproche degli
investimenti quale parte integrante della politica commer-
ciale comune dell’Unione nel suo insieme. Dovrebbe inol-
tre garantire una maggiore coerenza tra gli aspett i esterni
delle politiche sett oriali quali l’energia, i trasporti e i visti,
nel quadro dell’equilibrio complessivo degli interessi eco-
nomici e degli obiett ivi di politica estera dell’Unione.
9. I lavori su tali questioni saranno portati avanti in via priorita-
ria, prevedendo le risorse e gli strumenti necessari. Si invita
la Commissione a riferire sui progressi compiuti entro la
primavera 2012. A seconda delle esigenze, i vertici dell’UE
con i paesi terzi e le regioni terze saranno maggiormente
incentrati sulla soluzione delle questioni in sospeso relative
agli accordi in corso di negoziato.
II. G20
10. Il Consiglio europeo ha discusso i preparativi per il vertice
del G20 di Cannes, confermando gli orientamenti conve-
nuti dal Consiglio in preparazione delle riunioni ministe-
riali del G20 in materia di fi nanza, agricoltura, occupazione
e sviluppo.
11. Per mantenere la stabilità fi nanziaria, ripristinare la fi du-
cia e sostenere la crescita e la creazione di posti di lavoro
è necessaria un’azione determinata. Il G20 dovrebbe
approvare un piano d’azione ambizioso contenente spe-
cifi ci impegni e misure da parte di tutt i i paesi del G20 per
rispondere alle importanti gravi sfide poste dall’attuale
rallentamento dell’economia e per assicurare una crescita
forte, sostenibile ed equilibrata att uando nel contempo un
risanamento di bilancio credibile.
12. Il vertice di Cannes dovrebbe inoltre realizzare progressi
concreti nei seguenti ambiti:
a) riformare il sistema monetario internazionale, in particolare
raff orzando gli strumenti di sorveglianza e di gestione delle
crisi e migliorando il coordinamento delle politiche eco-
nomiche e monetarie; politiche macroeconomiche sane
dovrebbero essere lo strumento privilegiato per rispondere
agli shock dei fl ussi fi nanziari ed il vertice del G20 dovrebbe
continuare a promuovere mercati dei capitali aperti ed evi-
tare il protezionismo fi nanziario; si att endono ulteriori pro-
gressi su un percorso basato su criteri allo scopo di ampliare
il paniere dei diritt i speciale di prelievo, quale contributo
all’evoluzione del sistema monetario internazionale sulla
base dei criteri vigenti. Il G20 dovrebbe fare in modo che
l’FMI disponga di risorse adeguate per far fronte alle sue
responsabilità sistemiche e inoltre valutare eventuali con-
tributi all’FMI da parte di paesi con un consistente surplus
esterno.
b) raff orzare la regolamentazione e la vigilanza del sett ore
finanziario, assicurando l’attuazione piena e coerente
degli impegni precedenti, il che implica l’att uazione tem-
gli Stati membri che non fanno parte della zona euro sui
preparativi e sui risultati dei vertici. Il Consiglio europeo
prende att o dell’intenzione dei Capi di Stato o di governo
della zona euro di rifl ett ere su un ulteriore raff orzamento
della convergenza economica nella zona euro nonché sul
miglioramento della disciplina di bilancio e l’approfondi-
mento dell’unione economica, vagliando anche la possibi-
lità di apportare modifi che limitate al tratt ato. Il Consiglio
europeo ricorda che qualsiasi modifi ca dei tratt ati deve
essere concordata dai 27 Stati membri. Il Consiglio euro-
peo tornerà sulla questione a dicembre, sulla base di una
relazione del presidente del Consiglio europeo in strett a
collaborazione con il presidente della Commissione ed il
presidente dell’Eurogruppo.
8. Per quanto riguarda gli aspett i esterni della politica eco-
nomica, l’Europa continuerà a promuovere scambi liberi,
equi e aperti aff ermando al contempo i suoi interessi in uno
spirito di reciprocità e di mutuo vantaggio in relazione alle
maggiori economie mondiali. L’Unione europea può adot-
tare una serie di misure nell’ambito delle relazioni esterne
che possono contribuire a rilanciare il suo potenziale di
crescita nel breve e lungo termine:
a) mentre il raff orzamento ed ampliamento del sistema mul-
tilaterale e la conclusione del Doha Round nel quadro
dell’OMC restano obiett ivi cruciali, considerati i benefi ci
att esi in termini di crescita e creazione di posti di lavoro,
occorre riaff ermare l’importanza degli accordi bilaterali
e regionali, in particolare con i partner strategici e con
quelli i cui mercati sono in rapida espansione. Tale impegno
dovrebbe orientarsi in particolare verso l’eliminazione degli
ostacoli agli scambi, il miglioramento dell’accesso al mer-
cato, condizioni di investimento appropriate, la protezione
della proprietà intellett uale, l’accesso alle materie prime
e l’apertura dei mercati degli appalti pubblici. In merito
a quest’ultimo punto, il Consiglio europeo att ende con
interesse l’imminente proposta, da parte della Commis-
sione, di uno strumento dell’UE;
b) l’Unione dovrebbe mett ere a frutt o le relazioni speciali
che intratt iene con le regioni limitrofe al fi ne di favorire
legami economici più strett i ed aprire nuove opportunità
di scambi ed investimenti, anche perseguendo, ove oppor-
tuno, accordi di libero scambio globali e approfonditi. La
promozione di un contesto più favorevole alle imprese in
tutt o il vicinato dell’UE è un investimento essenziale ai fi ni
di una più estesa prosperità regionale. L’Unione dovrebbe
mirare all’integrazione di sett ori specifi ci che hanno un
impatt o signifi cativo sulla crescita e l’occupazione, quali
l’energia e il trasporto aereo;
c) l’Unione dovrebbe inoltre cercare di sfrutt are appieno i van-
taggi di un contesto normativo che disciplina uno spazio
economico in espansione ed assumere un ruolo guida nella
fi ssazione delle norme. Dovrebbe elaborare una politica
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grandi economie. Il Consiglio europeo conferma l’apertura
dell’Unione europea a un secondo periodo di impegni ai
sensi del protocollo di Kyoto nell’ambito di una transizione
verso tale quadro, come stabilito dal Consiglio il 10 ott obre
2011.
14. Il Consiglio europeo si compiace dei lavori in corso in seno
al gruppo ad alto livello sulla sostenibilità mondiale, istituito
dal segretariogenerale dell’ONU, per trovare nuovi modi
effi caci di promuovere lo sviluppo sostenibile globale.
IV. POLITICA ESTERA
15. L’Europa conferma il suo impegno a sostenere la trasfor-
mazione democratica del suo vicinato meridionale tramite
la politica europea di vicinato. La transizione democratica
e lo sviluppo economico dell’intera regione sono ancora
essenziali per l’instaurarsi della democrazia, nel pieno
rispett o dello stato di diritt o e dei diritt i umani e civili. Il
rapido avvio di progett i specifi ci nell’ambito dell’Unione
per il Mediterraneo può contribuire in larga misura a tale
processo.
16. La morte di Muammar Gheddafi segna la fi ne di un’era di
dispotismo e repressione, troppo a lungo patiti dal popolo
libico. La Libia oggi può voltare pagina nella sua storia, cer-
care la riconciliazione nazionale e avviarsi verso un nuovo
futuro democratico.
Il Consiglio europeo rende omaggio al coraggio e alla
determinazione mostrati dal popolo della Libia. Att ende
con interesse la formazione di un governo inclusivo e lar-
gamente rappresentativo, l’avvio di una transizione demo-
cratica, pacifi ca e trasparente che coinvolga tutt i i libici e la
preparazione di elezioni libere e regolari conformemente
alla dichiarazione costituzionale del Consiglio nazionale
di transizione. Ribadisce l’impegno dell’Unione europea
a sostenere la nascita di una Libia democratica. Il Consi-
glio europeo ribadisce il suo sostegno a un Egitt o demo-
cratico, pluralistico e stabile quale partner fondamentale
per l’UE. Le autorità provvisorie hanno il compito cruciale
di organizzare le prime elezioni trasparenti e democrati-
che, garantendo l’ordine pubblico in maniera rispett osa
dei diritt i umani. Il Consiglio europeo è preoccupato dei
recenti tragici scontri avvenuti in Egitt o e sott olinea l’im-
portanza di promuovere e proteggere la libertà di religione
o di coscienza, compresa la tutela delle minoranze religiose,
quale componente essenziale di ogni società democratica.
Il Consiglio europeo accoglie con favore lo svolgimento
in data odierna delle prime elezioni libere in Tunisia.
L’Unione europea sosterrà le nuove autorità negli sforzi
messi in att o a favore della democratizzazione e di uno
sviluppo economico sostenibile, anche att raverso la task
force UE-Tunisia.
17. Il Consiglio europeo appoggia pienamente le conclusioni
del Consiglio sulla Siria adott ate il 10 ott obre. Il popolo
pestiva e coerente di «Basilea II», «Basilea II-5» e «Basilea
III», la riforma dei derivati OTC e i principi e gli standard
retributivi. È necessario progredire nella realizzazione di
quadri coerenti a livello internazionale per tutt i gli istituti
fi nanziari di importanza sistemica, nella defi nizione e pub-
blicazione di un elenco dei paesi e territori non cooperativi,
nella convergenza dei principi contabili, nel raff orzamento
della regolamentazione del sistema bancario parallelo, nella
lott a all’esistenza di paradisi fi scali nonché nella riduzione
dell’eccessivo affi damento sui rating del credito. Per tenere
il passo con l’ambiziosa riforma fi nanziaria saranno raff or-
zati la base istituzionale, le risorse e la governance del Con-
siglio per la stabilità fi nanziaria (Financial Stability Board).
Si dovrebbe esplorare e sviluppare ulteriormente l’oppor-
tunità di introdurre una tassa sulle transazioni fi nanziarie
a livello mondiale;
c) aff rontare l’eccessiva volatilità dei prezzi dei prodott i di base,
segnatamente raff orzando la trasparenza dei relativi mercati
e migliorando il funzionamento e la regolamentazione dei
mercati dei derivati; il piano d’azione del G20 sulla volatilità
dei prezzi dei prodott i alimentari e sull’agricoltura costitu-
isce un altro importante passo avanti verso una risposta,
coordinata a livello internazionale, alla sfi da della sicurezza
dell’approvvigionamento alimentare;
d) promuovere la ripresa mondiale ed una crescita sosteni-
bile ed inclusiva sostenendo un’att iva agenda di negoziati
OMC, anche per i paesi meno avanzati, e applicando
appieno, con misure concrete, l’agenda per lo sviluppo
del G20; dovrebbe essere raff orzata anche la dimensione
sociale della globalizzazione;
e) far progredire la liberalizzazione internazionale degli scambi
e resistere al protezionismo in particolare concordando
un programma credibile quale base per la conclusione del
Doha Round per lo sviluppo ed esaminare approcci inno-
vativi per raff orzare il sistema commerciale multilaterale;
f) combatt ere i cambiamenti climatici, in particolare mobili-
tando fonti di fi nanziamento sui cambiamenti climatici.
III. CAMBIAMENTI CLIMATICI
13. Il Consiglio europeo approva le conclusioni del Consiglio
del 4 e 10 ott obre 2011 che illustrano in dett aglio la posi-
zione dell’UE per la conferenza di Durban sui cambiamenti
climatici. Sott olinea che per raggiungere l’obiett ivo concor-
dato di un aumento delle temperature globali non supe-
riore a 2ºC è essenziale un regime internazionale ambizioso
inteso a combatt ere i cambiamenti climatici. L’Unione
europea si adopererà per un risultato ambizioso ed equi-
librato della conferenza di Durban, basandosi su quanto
convenuto l’anno scorso a Cancun. È urgente concordare
un processo che punti all’obiett ivo di un quadro completo
e giuridicamente vincolante e un calendario defi nito, che
assicuri una partecipazione globale anche da parte delle
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lungo termine al fi ne di evitare ulteriori misure restritt ive.
Allo stesso tempo il Consiglio europeo invita il Consiglio
«Aff ari esteri» a predisporre nuove misure restritt ive che
saranno decise ed att uate a tempo debito qualora l’Iran
continui a non collaborare seriamente e a non rispett are
i propri obblighi. Sottoscrive la dichiarazione dell’Alto
rappresentante del 21 settembre. Ribadisce l’impegno
dell’Unione europea a adoperarsi per una soluzione diplo-
matica della questione.
19. Il Consiglio europeo accoglie con favore il secondo ver-
tice del partenariato orientale tenutosi a Varsavia il 29 e 30
sett embre e apprezza l’intenzione dell’Alto rappresentante
e della Commissione europea di proporre una tabella di
marcia che elenchi obiett ivi, strumenti ed azioni in vista
del prossimo vertice del partenariato orientale nel secondo
semestre del 2013. La velocità e la profondità dell’associa-
zione politica e dell’integrazione economica di questi paesi
con l’UE dipenderà dalla loro adesione ai principi demo-
cratici e allo stato di diritt o, che sono il fondamento del
partenariato.
***
ALLEGATO
DICHIARA ZIONE DEL CONSIGLIO EUROPEO
Il Consiglio europeo ha accolto con grande soddisfazione l’annun-
cio della cessazione dell’att ività terroristica dell’ETA comunicato
il 20 ott obre. È senza dubbio la vitt oria della democrazia e della
libertà in Spagna e in tutt a l’Unione e, a questo riguardo, il Consi-
glio europeo desidera esprimere il suo apprezzamento al governo,
ai partiti politici, alle forze di sicurezza, alle autorità di contrasto
e all’intera società spagnola per la fermezza e determinazione dimo-
strate nella lunga lott a contro la violenza terroristica. Un riconosci-
mento è dovuto anche all’inestimabile cooperazione e solidarietà
ricevute dall’Europa, con uno speciale ringraziamento al popolo
e al governo francesi. Un ricordo particolare va alle vitt ime di questa
violenza, ricordo che non deve venir meno affi nché questa violenza,
che mai avrebbe dovuto prodursi, non si ripeta mai più.
siriano deve poter defi nire il futuro del paese, senza il timore
della repressione. Il Consiglio europeo apprezza gli sforzi
compiuti dall’opposizione politica per instaurare una
piatt aforma unitaria. La creazione del Consiglio nazionale
siriano è un positivo passo avanti. Il Consiglio europeo
continua a essere seriamente preoccupato della situazione
att uale in Siria e sott olinea il forte sostegno al popolo siriano
che esprime le sue aspirazioni legitt ime a vivere in libertà
e in modo dignitoso. Condanna con la massima fermezza
la repressione brutale in att o da parte del regime siriano
contro la popolazione nonché le diff use violazioni dei diritt i
umani. Il presidente Assad deve farsi da parte per rendere
possibile la transizione politica in Siria. L’UE ha deciso di
adott are misure restritt ive destinate a colpire le persone
responsabili della violenta repressione o ad essa associate
nonché coloro che sostengono il regime o ne traggono van-
taggi e non la popolazione civile. Fino a quando continuerà
la repressione della popolazione civile, l’UE imporrà misure
nuove e più generali nei confronti del regime. Il Consiglio
europeo esorta tutt i i membri del Consiglio di sicurezza
delle Nazioni Unite ad assumersi le proprie responsabilità
riguardo alla situazione in Siria.
18. Il Consiglio europeo accoglie con favore il raff orzamento
delle misure restritt ive dell’UE nei confronti dell’Iran in
risposta alle inaccett abili violazioni dei diritt i umani e l’ado-
zione di misure restritt ive nei confronti di cinque persone
a seguito del complott o sventato di assassinare l’Amba-
sciatore del Regno dell’Arabia Saudita presso gli Stati
Uniti. Esorta l’Iran a rispett are tutt i gli obblighi derivanti
dal diritt o internazionale. Esprime la sua preoccupazione
costante riguardo all’espansione dei programmi nucle-
are e missilistico dell’Iran, in violazione delle risoluzioni
del Consiglio di sicurezza dell’ONU e dell’AIEA, come
pure per la mancanza di cooperazione con l’AIEA al fi ne
di risolvere le questioni in sospeso, comprese quelle che
indicano l’esistenza di una possibile dimensione militare
del programma nucleare.
Insiste con l’Iran affi nché si impegni in colloqui costrutt ivi
e sostanziali con il gruppo E3+3 per giungere, sulla que-
stione del nucleare, a una soluzione globale, negoziata e di
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63
Capitalizzazione delle banche
4. Obiett ivi di capitale: il consenso è ampio sul requisito di
un coeffi ciente patrimoniale decisamente più elevato pari
al 9 % di capitale di elevatissima qualità dopo aver consi-
derato la valutazione di mercato delle esposizioni di debito
sovrano, entrambi dal 30 sett embre 2011, al fi ne di creare
una riserva temporanea che è giustifi cata dall’eccezionalità
delle circostanze. Questo obiett ivo di capitale in termini
quantitativi dovrà essere raggiunto entro il 30 giugno 2012,
in base a piani concordati con le autorità di vigilanza nazio-
nali e coordinati dall’ABE. La valutazione prudente non
inciderebbe sulle pertinenti norme di rendicontazione
fi nanziaria. Le autorità di vigilanza nazionali, sott o l’egida
dell’ABE, devono assicurare che i piani delle banche intesi
a raff orzarne il capitale non comportino un’eccessiva ridu-
zione della leva fi nanziaria, mantenendo tra l’altro il fl usso
di credito per l’economia reale e tenendo conto degli att uali
livelli di esposizione del gruppo — fi liali comprese in tutt i
gli Stati membri- nella consapevolezza che occorre evitare
un’indebita pressione sull’estensione del credito nei paesi
ospitanti o sui mercati del debito sovrano.
5. Finanziare l’aumento di capitale: le banche dovrebbero in
prima istanza usare fonti di capitale privato, anche ricor-
rendo alla ristrutt urazione e alla conversione del debito in
strumenti di capitale. Dovrebbero essere soggett e a vincoli
riguardo alla distribuzione dei dividendi e dei bonus fi no al
raggiungimento dell’obiett ivo. Se necessario i governi nazio-
nali dovrebbero fornire sostegno e, qualora questo non fosse
disponibile, la ricapitalizzazione dovrebbe essere fi nanziata
tramite prestito del FESF per i paesi della zona euro.
Aiuti di Stato
6. Qualsiasi forma di sostegno pubblico, a livello sia nazio-
nale che di UE, sarà soggett a alla condizionalità del vigente
quadro di aiuti di Stato speciali in caso di crisi, che la Com-
missione ha dichiarato sarà applicato con la proporzionalità
necessaria tenuto conto del caratt ere sistemico della crisi.
ALLEGATO
CONSENSO SUL PACCHETT O PER IL SETT ORE BANCARIO
1. Occorre elaborare urgentemente misure intese a ristabi-
lire la fi ducia nel sett ore bancario (pacchett o per il sett ore
bancario), necessarie nel contesto del raff orzamento della
vigilanza prudenziale del sett ore bancario dell’UE. Tali
misure dovrebbero aff rontare:
a) la necessità di assicurare il fi nanziamento a medio ter-
mine delle banche per evitare un’erosione del credito
e salvaguardare il fl usso di credito all’economia reale,
nonché di coordinare le misure a tal fi ne;
b) la necessità di potenziare la qualità e la quantità del capi-
tale delle banche per resistere agli shock e di dimostrare
tale potenziamento in modo affi dabile e armonizzato.
Finanziamento a termine
2. Sarebbero necessarie garanzie sulle passività bancarie al fi ne
di fornire, ove opportuno, un maggior sostegno dirett o alle
banche nell’accesso al fi nanziamento a termine (laddove il
fi nanziamento a breve termine è disponibile presso la BCE
e le pertinenti banche centrali nazionali). Ciò costituisce
anche una parte essenziale della strategia volta a limitare le
azioni di riduzione della leva fi nanziaria.
3. Una semplice replica dell’esperienza del 2008, caratt eriz-
zata dalla piena discrezionalità nazionale nella creazione
di regimi di liquidità, potrebbe non fornire una soluzione
soddisfacente nelle att uali condizioni di mercato. Pertanto,
occorre un approccio realmente coordinato a livello di UE
in materia di criteri di ammissibilità, determinazione del
prezzo e condizioni. La Commissione dovrebbe esplo-
rare urgentemente, insieme all’ABE, alla BEI e alla BCE, le
opzioni per il conseguimento di tale obiett ivo e riferire al
CEF.
Dichiarazione dei capi di Stato o di governo dell’Unione europea
26 ottobre 2011
Nella riunione odierna, conformemente al punto 7 delle conclusioni del Consiglio europeo del 23 ott obre, riguardante
le relazioni tra l’UE e la zona euro, i membri del Consiglio europeo sono stati informati dal presidente Van Rompuy in
merito allo stato dei preparativi del vertice euro che si svolgerà nel corso della giornata.
Hanno discusso la situazione e sott olineato la loro comune volontà di fare il possibile per superare la crisi e per contribuire
ad aff rontare in uno spirito di solidarietà le sfi de che si pongono all’Unione europea e alla zona euro.
Hanno accolto con favore il consenso sulle misure intese a ristabilire la fi ducia nel sett ore bancario, raggiunto dal Consiglio
Ecofi n il 22 ott obre. Su tale base hanno convenuto il testo allegato alla presente dichiarazione fatt o salvo l’accordo sulle
misure indicate nel testo che fanno parte di un pacchett o più ampio, che include le decisioni che saranno prese nella riunione
odierna del vertice euro. Il Consiglio Ecofi n ultimerà i lavori e adott erà le necessarie misure di follow-up.
* * *
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librata a livello costituzionale. È fondamentale att uare rigo-
rosamente l’aggiustamento di bilancio così come previsto,
anche a livello regionale, al fi ne di rispett are gli impegni del
patt o di stabilità e crescita ed ott enere il raff orzamento del
quadro di bilancio elaborando la legislazione minore così
da rendere pienamente operativa la modifi ca costituzio-
nale. Occorrono ulteriori azioni per potenziare la crescita al
fi ne di ridurre il livello di disoccupazione inaccett abilmente
elevato. Le azioni dovrebbero comprendere un potenzia-
mento delle modifi che del mercato del lavoro al fi ne di
aumentare la fl essibilità a livello di imprese e l’occupabilità
della manodopera nonché altre riforme volte a migliorare
la competitività, in particolare ampliando le riforme nel
sett ore dei servizi.
6. Accogliamo con favore i piani dell’Italia per le riforme
strutt urali volte al raff orzamento della crescita e la strategia
per il risanamento di bilancio, come indicato nella lett era
trasmessa ai presidenti del Consiglio europeo e della Com-
missione ed esortiamo l’Italia a presentare con urgenza un
calendario ambizioso di tali riforme. Elogiamo l’impegno
dell’Italia per raggiungere il pareggio di bilancio entro il
2013 e un’eccedenza strutt urale di bilancio nel 2014, che
determini una riduzione del debito pubblico lordo al 113 %
del PIL nel 2014, nonché la prevista introduzione di una
norma in materia di pareggio di bilancio nella costituzione
entro la metà del 2012.
L’Italia att uerà ora le riforme strutt urali proposte intese
ad aumentare la competitività riducendo la burocrazia,
abolendo le tariff e minime nei servizi professionali e libe-
ralizzando ulteriormente i servizi pubblici e le imprese di
pubblica utilità a livello locale. Prendiamo att o dell’impe-
gno dell’Italia di riformare la legislazione del lavoro e in
particolare le norme e le procedure in materia di licenzia-
menti e di rivedere il sistema di sussidi di disoccupazione
att ualmente frammentario, entro la fi ne del 2011, tenendo
conto dei vincoli di bilancio. Prendiamo att o del piano di
innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni entro il 2026
e raccomandiamo entro la fi ne dell’anno la defi nizione del
processo per conseguire tale obiett ivo.
Sosteniamo l’intenzione dell’Italia di rivedere i programmi
relativi ai fondi strutt urali ridefi nendo le priorità dei progett i
e concentrando l’att enzione su istruzione, occupazione,
agenda digitale e ferrovie/reti allo scopo di migliorare le
condizioni per un raff orzamento della crescita e aff rontare
il divario regionale.
Invitiamo la Commissione a fornire una valutazione dett a-
gliata delle misure ed a monitorarne l’att uazione, e le auto-
1. Negli ultimi tre anni abbiamo adott ato misure senza prece-
denti per combatt ere gli eff ett i della crisi fi nanziaria mon-
diale, sia nell’ambito dell’Unione europea che all’interno
della zona euro. La strategia che abbiamo istituito com-
prende sforzi decisi per garantire risanamento di bilancio,
sostegno ai paesi in diffi coltà e raff orzamento della gover-
nance della zona euro così da realizzare una maggiore inte-
grazione economica tra noi e un’ambiziosa agenda per la
crescita. Nella riunione del 21 luglio abbiamo adott ato una
serie di decisioni importanti. La ratifi ca da parte di tutt i
i 17 Stati membri della zona euro delle misure riguardanti il
FESF raff orza notevolmente la nostra capacità di reagire alla
crisi. L’accordo delle tre istituzioni su un pacchett o legisla-
tivo forte all’interno delle strutt ure dell’UE in merito a una
migliore governance economica rappresenta un altro risul-
tato signifi cativo. L’introduzione del semestre europeo, in
base al quale ora il coordinamento a livello dell’UE avviene
prima che siano adott ate le decisioni nazionali, ha cambiato
radicalmente le modalità di coordinamento a livello euro-
peo delle nostre politiche economiche e di bilancio. L’euro
continua a poggiare su fondamentali solidi.
2. Occorrono ulteriori azioni per ripristinare la fi ducia ed è
per questo che, oggi, abbiamo convenuto una serie glo-
bale di misure supplementari che rispecchiano la nostra
ferma determinazione a fare tutt o il necessario per superare
le att uali diffi coltà e a intraprendere le iniziative richieste
per il completamento dell’unione economica e monetaria.
Appoggiamo pienamente l’azione della BCE volta a garan-
tire la stabilità di prezzi della zona euro.
Finanze pubbliche sostenibili e riforme strutt urali per la crescita
3. L’Unione europea deve migliorare le proprie prospett ive
di crescita e di occupazione, come indicato nell’agenda
per la crescita concordata in sede di Consiglio europeo il
23 ott obre 2011. Ribadiamo il nostro pieno impegno ad
att uare le raccomandazioni specifi che per paese formulate
nell’ambito del primo semestre europeo e a concentrare la
spesa pubblica sui sett ori legati alla crescita.
4. Tutt i gli Stati membri della zona euro sono pienamente
decisi a proseguire la loro politica di risanamento di bilancio
e riforme strutt urali. Uno sforzo particolare sarà richiesto
agli Stati membri che devono far fronte a tensioni sui mer-
cati del debito sovrano.
5. Accogliamo con favore le importanti misure adott ate dalla
Spagna per ridurre il disavanzo di bilancio, ristrutt urare il
sett ore bancario e riformare il mercato dei prodott i e del
lavoro, nonché l’adozione di una modifi ca di bilancio equi-
Dichiarazione dei capi di Stato o di governo della zona euro
26 ottobre 2011
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la riduzione del rapporto debito/PIL della Grecia con
l’obiett ivo di raggiungere la percentuale del 120 % entro
il 2020. Invitiamo a tal fi ne la Grecia, gli investitori privati
e tutt e le parti interessate a elaborare uno scambio di titoli
su base volontaria con uno sconto nominale del 50 % sul
debito greco virtuale detenuto da investitori privati. Gli
Stati membri della zona euro contribuirebbero al pacchett o
della partecipazione del sett ore privato fi no a 30 miliardi
di euro. Su tale base il sett ore uffi ciale è disposto a fornire
un programma supplementare per un fi nanziamento fi no
a 100 miliardi di euro entro il 2014, che includa la neces-
saria ricapitalizzazione delle banche greche. Il nuovo pro-
gramma dovrebbe essere approvato entro la fi ne del 2011
e lo scambio di titoli dovrebbe essere att uato all’inizio del
2012. Esortiamo l’FMI a continuare a contribuire al fi nan-
ziamento del nuovo programma greco.
13. La Grecia impegna i futuri fl ussi di cassa del progett o Helios
o il reddito delle altre privatizzazioni in eccesso rispett o
a quelli già inclusi nel programma di aggiustamento al fi ne
di ridurre ulteriormente l’indebitamento della Repubblica
ellenica fi no a 15 miliardi di euro con l’obiett ivo di ripristi-
nare la capacità di prestito del FESF.
14. Sarà concesso un supporto di credito a sostegno della
qualità delle garanzie, affi nché le banche greche possano
ricorrervi continuativamente per accedere alle operazioni
di liquidità dell’Eurosistema.
15. Relativamente al nostro approccio generale alla partecipa-
zione del sett ore privato nella zona euro, ribadiamo la deci-
sione adott ata il 21 luglio 2011 in base alla quale la Grecia
necessita di una soluzione eccezionale e senza uguali.
16. Tutt i gli altri Stati membri della zona euro ribadiscono
solennemente la ferma determinazione ad onorare piena-
mente la propria fi rma sovrana, così come tutt i gli impegni
assunti per conseguire una situazione di bilancio sostenibile
e att uare riforme strutt urali. I capi di Stato o di governo della
zona euro sostengono pienamente la determinazione in tal
senso, perché la credibilità di tutt e le loro fi rme sovrane è un
elemento fondamentale per assicurare la stabilità fi nanziaria
della zona euro nel suo complesso.
Meccanismi di stabilizzazione
17. Il processo di ratifi ca del FESF riveduto è stato ora com-
pletato in tutt i gli Stati membri della zona euro e l’Euro-
gruppo ha convenuto le linee guida di att uazione in ordine
a interventi sul mercato primario e secondario, disposizioni
precauzionali e ricapitalizzazione delle banche. Le decisioni
che abbiamo adott ato in merito al FESF il 21 luglio sono
pertanto pienamente operative. Tutt i gli strumenti a dispo-
sizione saranno utilizzati in modo effi cace per assicurare la
stabilità fi nanziaria nella zona euro. Come aff ermato nelle
linee guida di att uazione sarà applicata una strett a condi-
zionalità in caso di nuovi programmi (precauzionali) in
rità italiane a fornire tempestivamente tutt e le informazioni
necessarie per tale valutazione.
Paesi partecipanti al programma di aggiustamento
7. Ribadiamo la nostra determinazione a continuare a fornire
sostegno a tutt i i paesi partecipanti al programma fi nché
non abbiano di nuovo accesso al mercato, a condizione
che dett i programmi siano pienamente att uati.
8. Per quanto riguarda i paesi partecipanti al programma,
accogliamo positivamente i progressi dell’Irlanda nell’at-
tuazione completa del programma di aggiustamento, che
sta dando risultati positivi. Anche il Portogallo sta com-
piendo notevoli progressi con il suo programma ed è deter-
minato a continuare ad adott are misure per corroborare la
sostenibilità di bilancio e migliorare la competitività. Invi-
tiamo entrambi i paesi a perseverare negli sforzi, ad att enersi
agli obiett ivi convenuti e ad essere pronti a intraprendere
le misure supplementari eventualmente necessarie per il
conseguimento di questi obiett ivi.
9. Accogliamo con favore la decisione dell’Eurogruppo in
merito al versamento della sesta tranche del programma di
sostegno UE-FMI per la Grecia. Att endiamo con interesse
la conclusione di un nuovo programma pluriennale UE-
FMI sostenibile e credibile per la fi ne dell’anno.
10. Occorre potenziare i meccanismi di controllo dell’att ua-
zione del programma greco, come richiesto dal governo
greco. La titolarità del programma è greca e la sua att ua-
zione incombe alle autorità greche. Nel contesto del
nuovo programma la Commissione, in cooperazione
con gli altri partner della troika, stabilirà per la durata del
programma una capacità di controllo sul terreno, anche
con la partecipazione di esperti nazionali, per operare in
strett a e continua cooperazione con il governo greco e la
troika per fornire consulenza e off rire assistenza al fi ne di
assicurare la realizzazione piena e tempestiva delle riforme.
Assisterà la troika nel valutare la conformità delle misure
che saranno adott ate dal governo greco nel quadro degli
impegni del programma. Questo nuovo ruolo sarà stabilito
nel memorandum d’intesa. Per agevolare l’uso effi ciente
degli ingenti prestiti uffi ciali per la ricapitalizzazione delle
banche greche sarà raff orzata, di concerto con il governo
greco e con la troika, la governance del fondo ellenico di
stabilità fi nanziaria.
11. Sosteniamo pienamente la task force sull’assistenza tecnica
istituita dalla Commissione.
12. La partecipazione del sett ore privato ha un ruolo essenziale
nello stabilire la sostenibilità del debito greco. Accogliamo
con favore pertanto gli att uali colloqui tra la Grecia e i suoi
investitori privati per trovare una soluzione a favore di una
partecipazione più profonda del sett ore privato. Con un
programma di riforma ambizioso per l’economia greca,
la partecipazione del sett ore privato dovrebbe assicurare
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Sistema bancario
23. Accogliamo con favore l’accordo raggiunto in data odierna
dai membri del Consiglio europeo sulla ricapitalizzazione
e il fi nanziamento delle banche (cfr. allegato 2).
Coordinamento e sorveglianza economici e di bilancio
24. Il pacchett o legislativo in materia di governance economica
raff orza il coordinamento e la sorveglianza delle politiche
economiche e di bilancio. Una volta entrato in vigore nel
gennaio 2012, sarà att uato rigorosamente nel quadro del
semestre europeo. Esortiamo ad una sorveglianza rigo-
rosa da parte della Commissione e del Consiglio, anche
mediante una pressione reciproca, e ad utilizzare att iva-
mente gli strumenti disponibili, siano essi nuovi o già esi-
stenti. Ricordiamo inoltre gli impegni che abbiamo assunto
nell’ambito del Patt o euro plus.
25. L’essere parte di un’unione monetaria ha eff ett i di ampia
portata e implica un coordinamento e una sorveglianza
molto più att enti per assicurare la stabilità e la sostenibilità
di tutt a la zona. La crisi in att o mostra la necessità di aff ron-
tare la situazione in modo molto più effi cace. Pertanto,
mentre raff orziamo i nostri strumenti anticrisi all’interno
della zona euro, faremo ulteriori progressi nell’integrazione
delle politiche economiche e di bilancio raff orzando il coor-
dinamento, la sorveglianza e la disciplina. Elaboreremo
le necessarie politiche per sostenere il funzionamento
dell’area della moneta unica.
26. Più in particolare, sulla scia del pacchett o legislativo appena
adott ato, del semestre europeo e del Patt o euro plus, ci
impegniamo ad attuare a livello nazionale le seguenti
misure complementari:
a) adozione da parte di ciascuno Stato membro della
zona euro di regole sul pareggio di bilancio in termini
strutt urali che recepiscano nella legislazione nazionale
il patt o di stabilità e crescita, preferibilmente a livello
costituzionale o equivalente, entro fi ne 2012;
b) raff orzamento dei quadri di bilancio nazionali al di là
della dirett iva relativa ai requisiti per i quadri di bilan-
cio degli Stati membri. In particolare, i bilanci nazio-
nali dovrebbero essere basati su previsioni di crescita
indipendenti;
c) invito ai parlamenti nazionali a tener conto delle racco-
mandazioni adott ate a livello UE sulla condott a delle
politiche economiche e di bilancio;
d) consultazione della Commissione e degli altri Stati
membri della zona euro prima di adottare qualsiasi
importante programma di riforma della politica
economica o di bilancio con potenziali eff ett i di rica-
duta, in modo che sia possibile eff ett uare una valuta-
zione dell’eventuale impatt o sulla zona euro nel suo
complesso.
linea con le prassi dell’FMI. La Commissione eff ett uerà
una sorveglianza raff orzata degli Stati membri interessati
e riferirà periodicamente all’Eurogruppo.
18. Conveniamo sull’opportunità di utilizzare la capacità
del FESF ampliato nell’intento di massimizzare le risorse
disponibili nell’ambito seguente:
• l’obiett ivo è sostenere l’accesso al mercato per gli Stati
membri della zona euro confrontati a pressioni di mer-
cato e assicurare il corrett o funzionamento del mer-
cato del debito sovrano della zona euro, preservando
integralmente nel contempo l’alto merito di credito
del FESF. Tali misure sono necessarie per assicurare
la stabilità fi nanziaria e fornire una delimitazione suffi -
ciente per contrastare il contagio;
• si opererà in tal senso senza aumentare le garanzie alla
base del fondo e restando nel contesto delle norme del
tratt ato nonché delle modalità e condizioni dell’att uale
accordo quadro, operando nel contesto degli strumenti
concordati, e prevedendo la condizionalità e la sorve-
glianza appropriate.
19. Conveniamo su due opzioni di base per incrementare le
risorse del FESF:
• fornire un supporto di credito al nuovo debito emesso
dagli Stati membri, riducendo così i costi di fi nanzia-
mento. L’acquisto di questa assicurazione contro
i rischi verrebbe off erto agli investitori privati a titolo di
opzione all’att o dell’acquisto di obbligazioni sul mer-
cato primario;
• massimizzare le modalità di fi nanziamento del FESF
con una combinazione di risorse provenienti da istituti
finanziari ed investitori privati e pubblici, il che può
essere realizzato tramite società veicolo. In tal modo sarà
possibile aumentare l’ammontare delle risorse disponi-
bili per erogare prestiti, ricapitalizzare le banche e acqui-
stare obbligazioni sui mercati primari e secondari.
20. Il FESF disporrà della fl essibilità per impiegare tali due
opzioni simultaneamente, avvalendosene in funzione
dell’obiett ivo specifi co perseguito e della situazione del
mercato. L’eff ett o leva di ciascuna opzione sarà variabile,
a seconda delle loro caratt eristiche specifi che e delle condi-
zioni di mercato, ma potrebbe essere anche quadruplicato
o quintuplicato.
21. Invitiamo l’Eurogruppo a mett ere a punto le modalità e le
condizioni di att uazione di tali procedure in novembre,
in forma di linee guida e secondo il progett o di modalità
e condizioni elaborato dal FESF.
22. Inoltre, un ulteriore raff orzamento delle risorse del FESF
può essere realizzato mediante una cooperazione ancora
più strett a con l’FMI. L’Eurogruppo, la Commissione e il
FESF lavoreranno su tutt e le opzioni disponibili.
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zona euro. Svolgerà un ruolo centrale nell’att uazione del
semestre europeo da parte degli Stati membri della zona
euro. Potrà fare affi damento su una strutt ura preparatoria
più forte.
33. Nell’allegato 1 del presente documento sono presentate
modalità più particolareggiate.
Ulteriore integrazione
34. L’euro si trova al centro del nostro progetto europeo.
Raff orzeremo l’unione economica per renderla adeguata
all’unione monetaria.
35. Chiediamo al presidente del Consiglio europeo, in strett a
collaborazione con il presidente della Commissione e con
il presidente dell’Eurogruppo, di individuare le possibili
misure da adottare per raggiungere tale obiettivo. L’at-
tenzione sarà incentrata sull’ulteriore raff orzamento della
convergenza economica all’interno della zona euro, sul
miglioramento della disciplina di bilancio e sull’appro-
fondimento dell’unione economica, anche esplorando la
possibilità di limitate modifi che del tratt ato. Nel dicembre
2011 sarà presentata una relazione interinale per concor-
dare i primi orientamenti che conterrà una tabella di mar-
cia su come procedere nel pieno rispett o delle prerogative
delle istituzioni. Una relazione su come att uare le misure
concordate sarà messa a punto per marzo 2012.
***
ALLEGATO 1
DIECI MISURE PER MIGLIORA RE LA GOVERNANCE DELLA ZONA EURO
È necessario raff orzare il coordinamento e la sorveglianza delle
politiche economiche nell’ambito della zona euro per migliorare
l’effi cacia del processo decisionale e garantire una comunicazione
più coerente. Saranno a tal fi ne adott ate le seguenti dieci misure
pur rispett ando pienamente l’integrità dell’UE nel suo complesso.
1. Si terranno riunioni periodiche del vertice euro cui par-
teciperanno i capi di Stato o di governo della zona euro
e il presidente della Commissione. Tali riunioni si svolge-
ranno almeno due volte all’anno nei momenti chiave del
ciclo annuale della governance economica e, se possibile,
avranno luogo dopo le riunioni del Consiglio europeo. Se
necessario il presidente del vertice euro può convocare riu-
nioni supplementari. I vertici euro defi niranno gli orienta-
menti strategici per la condott a delle politiche economiche,
per il miglioramento della competitività e per una maggiore
convergenza nella zona euro. Il presidente del vertice euro
assicurerà la preparazione del vertice euro, in strett a colla-
borazione con il presidente della Commissione.
e) impegno ad att enersi alle raccomandazioni della Com-
missione e del commissario competente per quanto
riguarda l’att uazione del patt o di stabilità e crescita.
27. Siamo inoltre concordi nel sostenere che un più att ento
monitoraggio e ulteriori misure di esecuzione siano giu-
stifi cati nei seguenti termini:
a) per gli Stati membri della zona euro oggetto di una
procedura per disavanzo eccessivo la Commissione e il
Consiglio saranno autorizzati ad esaminare i progett i
di bilancio nazionali e ad adott are un parere su tali pro-
gett i e misure prima che siano adott ati dai parlamenti
nazionali interessati. Inoltre, la Commissione monito-
rerà l’esecuzione del bilancio e, se necessario, proporrà
emendamenti nel corso dell’anno;
b) in caso di scostamento dagli obiett ivi di un programma
di aggiustamento si procederà a un più att ento monito-
raggio e coordinamento dell’att uazione del programma.
28. Att endiamo con interesse la proposta imminente che la
Commissione trasmett erà al Consiglio e al Parlamento
europeo su un più att ento monitoraggio a norma dell’ar-
ticolo 136 del TFUE. Al riguardo, accogliamo con favore
l’intenzione della Commissione di raff orzare, all’interno
della Commissione stessa, il ruolo del commissario compe-
tente ai fi ni di un controllo più rigoroso e di ulteriori misure
di esecuzione.
29. Rafforzeremo ulteriormente il pilastro economico
dell’unione economica e monetaria e coordineremo meglio
le politiche macro e micro-economiche. Grazie al Patt o
euro plus miglioreremo la competitività conseguendo in
tal modo una maggiore convergenza delle politiche intese
a promuovere la crescita e l’occupazione. Il coordinamento
pragmatico delle politiche fi scali all’interno della zona euro
è un elemento necessario di un maggiore coordinamento
delle politiche economiche a sostegno del risanamento di
bilancio e della crescita economica. Sono in corso i lavori
legislativi sulle proposte della Commissione relative ad una
base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle
società e ad una tassa sulle transazioni fi nanziarie.
Strutt ura di governance della zona euro
30. Per far fronte in modo più effi cace alle sfi de in att o e assicu-
rare una maggiore integrazione, sarà raff orzata la strutt ura
di governance per la zona euro e, al tempo stesso, sarà sal-
vaguardata l’integrità dell’Unione europea nel suo insieme.
31. Ci riuniremo quindi periodicamente — almeno due volte
l’anno — al nostro livello, in vertici euro, per fornire orien-
tamenti strategici sulle politiche economiche e di bilancio
nella zona euro. Ciò consentirà di tenere maggiormente
conto della dimensione della zona euro nelle politiche
nazionali.
32. L’Eurogruppo, insieme alla Commissione e alla BCE, con-
tinuerà a costituire il fulcro della gestione quotidiana della
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68
raff orzate e collaboreranno in maniera ben coordinata per
fornire un adeguato sostegno al presidente del vertice euro
e al presidente dell’Eurogruppo, sott o la guida del presi-
dente del CEF/gruppo di lavoro «Eurogruppo». Se del
caso, in occasioni puntuali si farà ricorso al parere di esperti
esterni.
10. Si fi sseranno norme e meccanismi chiari per migliorare la
comunicazione e garantire messaggi più coerenti. Il pre-
sidente del vertice euro e il presidente dell’Eurogruppo
hanno una particolare responsabilità al riguardo. Il primo,
insieme al presidente della Commissione, è responsabile
per quanto riguarda la comunicazione delle decisioni del
vertice euro e il secondo, insieme al commissario com-
petente in materia di fi nanze, è responsabile per quanto
riguarda la comunicazione delle decisioni dell’Eurogruppo.
***
ALLEGATO 2
CONSENSO SUL PACCHETT O PER IL SETT ORE BANCARIO
1. Occorre elaborare urgentemente misure intese a ristabi-
lire la fi ducia nel sett ore bancario (pacchett o per il sett ore
bancario), necessarie nel contesto del raff orzamento della
vigilanza prudenziale del sett ore bancario dell’UE. Tali
misure dovrebbero aff rontare:
a) la necessità di assicurare il fi nanziamento a medio ter-
mine delle banche per evitare un’erosione del credito
e salvaguardare il fl usso di credito all’economia reale,
nonché di coordinare le misure a tal fi ne;
b) la necessità di potenziare la qualità e la quantità del capi-
tale delle banche per resistere agli shock e di dimostrare
tale potenziamento in modo affi dabile e armonizzato.
Finanziamento a termine
2. Sarebbero necessarie garanzie sulle passività bancarie al fi ne
di fornire, ove opportuno, un maggior sostegno dirett o alle
banche nell’accesso al fi nanziamento a termine (laddove il
fi nanziamento a breve termine è disponibile presso la BCE
e le pertinenti banche centrali nazionali). Ciò costituisce
anche una parte essenziale della strategia volta a limitare le
azioni di riduzione della leva fi nanziaria.
3. Una semplice replica dell’esperienza del 2008, caratt eriz-
zata dalla piena discrezionalità nazionale nella creazione
di regimi di liquidità, potrebbe non fornire una soluzione
soddisfacente nelle att uali condizioni di mercato. Pertanto,
occorre un approccio realmente coordinato a livello di UE
in materia di criteri di ammissibilità, determinazione del
prezzo e condizioni. La Commissione dovrebbe esplo-
rare urgentemente, insieme all’ABE, alla BEI e alla BCE, le
2. Il presidente del vertice euro sarà designato dai capi di
Stato o di governo della zona euro nella stessa occasione
in cui il Consiglio europeo elegge il suo presidente e per
la stessa durata. In att esa della prossima elezione, l’att uale
presidente del Consiglio europeo presiederà le riunioni del
vertice euro.
3. Il presidente del vertice euro terrà costantemente informati
gli Stati membri che non fanno parte della zona euro dei
preparativi e dei risultati dei vertici. Il presidente informerà
dei risultati dei vertici euro anche il Parlamento europeo.
4. Come avviene att ualmente, l’Eurogruppo assicurerà il coor-
dinamento sempre più strett o delle politiche economiche
e la promozione della stabilità fi nanziaria. Pur rispett ando
in proposito le competenze delle istituzioni dell’UE, pro-
muove la sorveglianza raff orzata delle politiche economi-
che e di bilancio degli Stati membri per quanto riguarda la
zona euro. Preparerà inoltre le riunioni del vertice euro e ne
assicurerà il seguito.
5. Il presidente dell’Eurogruppo è eletto conformemente
al protocollo n. 14 allegato ai tratt ati. Alla scadenza del
mandato della persona att ualmente in carica si deciderà
se debba essere eletto tra i membri dell’Eurogruppo
ovvero tratt arsi di un presidente a tempo pieno con sede
a Bruxelles. Il presidente del vertice euro sarà consultato
sul programma di lavoro dell’Eurogruppo e può invitare
il presidente di quest’ultimo a convocare una riunione
dell’Eurogruppo in particolare per preparare i vertici euro
o dare seguito ai relativi orientamenti. Verranno stabilite
con chiarezza le responsabilità e la comunicazione tra il
vertice euro, l’Eurogruppo e gli organi preparatori.
6. Il presidente del vertice euro, il presidente della Commis-
sione e il presidente dell’Eurogruppo si riuniranno periodi-
camente, almeno una volta al mese. Il presidente della BCE
può essere invitato a partecipare. I presidenti delle autorità
di vigilanza e il dirett ore generale del FESF e l’amministra-
tore delegato del MES possono essere invitati in occasioni
puntuali.
7. I lavori a livello preparatorio continueranno ad essere eff et-
tuati dal gruppo di lavoro «Eurogruppo», sulla base delle
conoscenze fornite dalla Commissione. Il gruppo di lavoro
«Eurogruppo» prepara anche le riunioni dell’Eurogruppo
e dovrebbe avvalersi di un sott ogruppo più permanente
composto di membri supplenti/funzionari rappresentanti
dei ministri delle fi nanze, che si riuniscano più frequente-
mente, sott o l’autorità del presidente del gruppo di lavoro
«Eurogruppo».
8. Il gruppo di lavoro «Eurogruppo» sarà presieduto da un
presidente a tempo pieno con sede a Bruxelles che, in linea
di principio, sarà elett o contestualmente al presidente del
Comitato economico e fi nanziario.
9. Le attuali strutture amministrative (cioè il segretariato
generale del Consiglio e il segretariato del CEF) saranno
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gli Stati membri — nella consapevolezza che occorre evi-
tare un’indebita pressione sull’estensione del credito nei
paesi ospitanti o sui mercati del debito sovrano.
5. Finanziare l’aumento di capitale: le banche dovrebbero in
prima istanza usare fonti di capitale privato, anche ricor-
rendo alla ristrutt urazione e alla conversione del debito in
strumenti di capitale. Dovrebbero essere soggett e a vincoli
riguardo alla distribuzione dei dividendi e dei bonus fi no
al raggiungimento dell’obiett ivo. Se necessario i governi
nazionali dovrebbero fornire sostegno e, qualora questo
non fosse disponibile, la ricapitalizzazione dovrebbe essere
fi nanziata tramite prestito del FESF per i paesi della zona
euro.
Aiuti di Stato
6. Qualsiasi forma di sostegno pubblico, a livello sia nazio-
nale che di UE, sarà soggett a alla condizionalità del vigente
quadro di aiuti di Stato speciali in caso di crisi, che la Com-
missione ha dichiarato sarà applicato con la proporzionalità
necessaria tenuto conto del caratt ere sistemico della crisi.
opzioni per il conseguimento di tale obiett ivo e riferire al
CEF.
Capitalizzazione delle banche
4. Obiett ivi di capitale: il consenso è ampio sul requisito di
un coeffi ciente patrimoniale decisamente più elevato pari
al 9 % di capitale di elevatissima qualità dopo aver consi-
derato la valutazione di mercato delle esposizioni di debito
sovrano, entrambi dal 30 sett embre 2011, al fi ne di creare
una riserva temporanea che è giustifi cata dall’eccezionalità
delle circostanze. Questo obiett ivo di capitale in termini
quantitativi dovrà essere raggiunto entro il 30 giugno 2012,
in base a piani concordati con le autorità di vigilanza nazio-
nali e coordinati dall’ABE. La valutazione prudente non
inciderebbe sulle pertinenti norme di rendicontazione
fi nanziaria. Le autorità di vigilanza nazionali, sott o l’egida
dell’ABE, devono assicurare che i piani delle banche intesi
a raff orzarne il capitale non comportino un’eccessiva ridu-
zione della leva fi nanziaria, mantenendo tra l’altro il fl usso
di credito per l’economia reale e tenendo conto degli att uali
livelli di esposizione del gruppo — fi liali comprese in tutt i
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• Gli Stati membri convergono verso il loro livello di rife-rimento specifi co secondo un calendario proposto dalla Commissione.
• Gli Stati membri sott oposti alla procedura per i disa-vanzi eccessivi presentano alla Commissione e al Con-siglio, per approvazione, un programma di partenariato economico che indica in dett aglio le riforme strutt urali necessarie per assicurare una correzione realmente duratura dei disavanzi eccessivi. L’att uazione del pro-gramma, e dei documenti programmatici di bilancio annuali coerenti con esso, sarà monitorata dalla Com-missione e dal Consiglio.
• Sarà istituito un meccanismo per la relazione ex ante degli Stati membri sui rispett ivi piani annuali di emis-sione di debito.
5. Le norme che disciplinano la procedura per i disavanzi eccessivi (articolo 126 del TFUE) saranno raff orzate per gli Stati membri della zona euro. Non appena alla Commis-sione risulti che uno Stato membro ha superato la soglia del 3 %, scatt eranno conseguenze automatiche a meno che la maggioranza qualifi cata degli Stati membri della zona euro sia contraria. Verranno adott ate le misure e sanzioni proposte o raccomandate dalla Commissione a meno che la maggioranza qualifi cata degli Stati membri della zona euro sia contraria. La specifi cazione del criterio del debito in termini di valore di riferimento numerico per la riduzione del debito (regola dell’1/20) per gli Stati membri con un debito pubblico superiore al 60 % deve essere sancita nelle nuove disposizioni.
6. Esamineremo rapidamente le nuove regole proposte dalla Commissione il 23 novembre 2011 in materia di i) moni-toraggio e valutazione dei documenti programmatici di bilancio e correzione dei disavanzi eccessivi negli Stati membri della zona euro e ii) raff orzamento della sorve-glianza economica e di bilancio degli Stati membri che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi diffi coltà per quanto riguarda la loro stabilità fi nanziaria nella zona euro. Invi-tiamo il Consiglio e il Parlamento europeo ad esaminare rapidamente i regolamenti in questione affi nché siano in vigore per il prossimo ciclo di bilancio. Nell’ambito di tale nuove quadro giuridico, la Commissione esaminerà, in particolare, i parametri fondamentali dell’orientamento
Un’architett ura raff orzata per l’unione economica e monetaria
1. La stabilità e l’integrità dell’unione economica e monetaria dell’Unione europea nel suo complesso richiedono sia la rapida e vigorosa att uazione delle misure già convenute sia ulteriori interventi di qualità verso un’autentica «unione di stabilità fi scale» nella zona euro. A fi anco della moneta unica, è indispensabile un robusto pilastro economico, che si basi su una governance raff orzata volta a promuovere la disciplina di bilancio e una più profonda integrazione nel mercato interno nonché una maggiore crescita, una competitività raff orzata e la coesione sociale. Per conseguire tale obiett ivo, ci base-remo sui risultati conseguiti negli ultimi 18 mesi, potenzian-doli: il patt o di stabilità e crescita raff orzato, l’att uazione del Semestre europeo che comincia questo mese, la nuova pro-cedura per gli squilibri macroeconomici e il Patt o euro plus.
2. Tenendo presente questo obiett ivo primario e fermamente determinati a superare insieme le diffi coltà att uali, oggi abbiamo concordato un nuovo «patt o di bilancio» ed un coordinamento notevolmente raff orzato delle politiche economiche nei sett ori di interesse comune.
3. A tal fi ne sarà necessario un nuovo patt o tra gli Stati membri della zona euro da sancire in regole comuni e ambiziose, che traducano il loro forte impegno politico in un nuovo quadro giuridico.
Un nuovo patt o di bilancio
4. Ci impegniamo a stabilire una nuova regola di bilancio comprendente i seguenti elementi:
• I bilanci generali delle amministrazioni pubbliche devono essere in pareggio o in avanzo; questo prin-cipio si considera rispett ato se, di norma, il disavanzo strutt urale annuo non supera lo 0,5 % del PIL nominale.
• Questa regola verrà inserita anche negli ordinamenti giuridici nazionali degli Stati membri a livello costitu-zionale o equivalente. Comprenderà un meccanismo automatico di correzione che si att iverà in caso di sco-stamento. Sarà defi nita da ciascuno Stato membro sulla base di principi proposti dalla Commissione. Ricono-sciamo la competenza della Corte di giustizia a verifi care il recepimento di questa regola a livello nazionale.
Dichiarazione dei capi di Stato o di governo della zona euro
9 dicembre 2011
Negli ultimi 18 mesi l’Unione europea e la zona euro si sono molto prodigate per migliorare la governance economica e adott are nuove misure in risposta alla crisi del debito sovrano. Tutt avia, le tensioni dei mercati nella zona euro si sono esacerbate e dobbiamo compiere maggiori sforzi per aff rontare le sfi de att uali. Oggi abbiamo convenuto di progredire verso un’unione economica più forte, il che implica interventi in due direzioni:
— un nuovo patt o di bilancio e un raff orzamento del coordinamento delle politiche economiche;
— lo sviluppo dei nostri strumenti di stabilizzazione per fronteggiare le sfi de a breve termine.
* * *
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• nel corso del progressivo aumento del capitale versato, siamo pronti ad accelerare i versamenti di capitale allo scopo di mantenere una proporzione minima del 15 % tra il capitale versato e l’importo in essere delle emissioni del MES e a garantire una capacità di prestito eff ett iva congiunta di 500 miliardi di EUR;
• La zona euro e gli altri Stati membri esamineranno, e confermeranno entro dieci giorni, la messa a dispo-sizione di risorse supplementari per l’FMI fino a 200 miliardi di EUR (270 miliardi di USD), sott o forma di prestiti bilaterali, allo scopo di dotare l’FMI di risorse adeguate per aff rontare la crisi. Att endiamo con interesse contributi paralleli da parte della comunità internazionale.
15. Conveniamo sui seguenti adeguamenti del tratt ato MES volti ad aumentarne l’effi cacia:
• per quanto riguarda il coinvolgimento del sett ore privato, ci att erremo strett amente alle prassi e ai principi consoli-dati dell’FMI. Ciò si rifl ett erà in maniera inequivocabile nel preambolo del tratt ato. Ribadiamo chiaramente che le decisioni adott ate il 21 luglio e il 26-27 ott obre in rela-zione al debito greco sono uniche ed eccezionali; saranno incluse clausole di azione collett iva standardizzate e iden-tiche, in modo da preservare la liquidità dei mercati, tra le modalità e condizioni di emissione di tutt e le nuove obbligazioni di Stato della zona euro.
• al fi ne di garantire che il MES sia in grado di adott are in ogni circostanza le decisioni necessarie, le regole di voto in seno al MES saranno modifi cate per includervi una procedura d’emergenza. La regola del comune accordo sarà sostituita da una maggioranza qualifi cata dell’85 % qualora la Commissione e la BCE decidano che occorrono decisioni urgenti in materia di assistenza fi nanziaria in caso di minaccia per la stabilità fi nanziaria ed economica della zona euro1.
16. Accogliamo con favore le misure adott ate dall’Italia; ci com-piacciamo inoltre dell’impegno del nuovo governo greco, e dei partiti che lo sostengono, ad att uare pienamente il suo programma, nonché dei signifi cativi progressi compiuti da Irlanda e Portogallo nell’att uazione dei rispett ivi programmi.
***
Talune delle misure sopra descritt e possono essere decise mediante il diritt o derivato. I capi di Stato o di governo della zona euro ritengono che le altre misure debbano essere contenute nel diritt o primario. Vista la mancanza di unanimità tra gli Stati membri dell’UE, hanno deciso di adott are tali misure mediante un accordo internazionale che dovrà essere fi rmato a marzo o prima di tale data. L’obiett ivo resta quello di incorporare il prima possibile tali disposizioni nei tratt ati dell’Unione. I capi di Stato o di governo di Bulgaria, Dani-marca, Lett onia, Lituania, Polonia, Repubblica ceca, Romania, Svezia e Ungheria hanno indicato la possibilità di partecipare a dett o pro-cesso, ove appropriato previa consultazione dei rispett ivi parlamenti.
1 Salvo conferma del parlamento fi nlandese.
di bilancio nei documenti programmatici di bilancio e, se necessario, adott erà un parere sui medesimi. Se la Com-missione individua un’inosservanza particolarmente grave del Patt o di stabilità e crescita, richiederà un documento programmatico di bilancio riveduto.
7. Nel più lungo periodo, continueremo a lavorare su come approfondire ulteriormente l’integrazione fiscale per rispecchiare meglio il nostro grado di interdipendenza. Tali questioni faranno parte della relazione del presidente del Consiglio europeo in cooperazione con il presidente della Commissione e il presidente dell’Eurogruppo nel marzo 2012. Essi riferiranno inoltre in merito alle relazioni tra l’UE e la zona euro.
Raff orzamento del coordinamento delle politiche e della governance8. Conveniamo di sfrutt are più att ivamente la cooperazione
raff orzata in relazione a questioni essenziali per il corrett o funzionamento della zona euro, senza compromett ere il mercato interno.
9. Ci impegniamo ad adoperarci a favore di una politica eco-nomica comune. Verrà defi nita una procedura volta ad assicurare che tutt e le importanti riforme di politica eco-nomica programmate dagli Stati membri della zona euro siano discusse e coordinate a livello della zona euro, al fi ne di eff ett uare un’analisi comparativa delle buone prassi.
10. Sarà raff orzata la governance della zona euro, come concor-dato in occasione del vertice euro del 26 ott obre. In parti-colare, si svolgeranno vertici euro regolari almeno due volte l’anno.
Raff orzare gli strumenti di stabilizzazione
11. Riforme più a lungo termine come quelle di cui sopra devono essere combinate con azioni immediate per rispon-dere energicamente alle att uali tensioni sui mercati.
12. Il potenziamento del fondo europeo di stabilità fi nanziaria (FESF) sarà rapidamente att ivato mediante le due opzioni concrete approvate dall’Eurogruppo il 29 novembre. Acco-gliamo favorevolmente la disponibilità della BCE a fungere da agente per il FESF nelle sue operazioni di mercato.
13. Conveniamo su un’accelerazione dell’entrata in vigore del tratt ato che istituisce il meccanismo europeo di stabilità (MES). Il tratt ato entrerà in vigore non appena gli Stati membri che rappresentano il 90 % degli impegni di capitale lo avranno ratifi cato. È nostro comune obiett ivo che il MES entri in vigore nel luglio 2012.
14. Per quanto riguarda le risorse fi nanziarie, conveniamo sui seguenti punti:
• il FESF resterà att ivo nel fi nanziamento di programmi avviati fi no a metà 2013, come previsto nell’accordo quadro, e continuerà a garantire il fi nanziamento dei programmi in corso secondo le esigenze;
• riesamineremo l’adeguatezza del massimale globale del FESF/MES di 500 miliardi di EUR (670 miliardi di USD) nel marzo 2012;
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di recente, anche in ordine alla nuova procedura per moni-
torare e correggere gli squilibri macroeconomici. Il Con-
siglio europeo di primavera passerà in rassegna i progressi
e adott erà gli orientamenti necessari. Occorre concentrarsi
urgentemente sull’att uazione, sopratt utt o alla luce della
disomogeneità dei progressi compiuti quest’anno nella
realizzazione degli obiett ivi della strategia Europa 2020
e nell’attuazione delle raccomandazioni specifiche per
paese.
***
4. I capi di Stato o di governo degli Stati membri che parteci-
pano al Patt o euro plus hanno esaminato i progressi realiz-
zati nell’att uazione degli impegni assunti a livello nazionale.
Hanno convenuto che nel marzo del 2012 occorrerà valu-
tare più approfonditamente gli sforzi nazionali verso gli
obiett ivi del Patt o. Hanno altresì convenuto di assumere
impegni più specifi ci e misurabili in ciascuno dei sett ori
contemplati dal Patt o e di riferire sui progressi nei rispett ivi
programmi nazionali di riforma. La nuova governance eco-
nomica deve essere integrata con un monitoraggio migliore
delle politiche occupazionali e sociali, in particolare quelle
che possono avere un impatt o sulla stabilità macroecono-
mica e sulla crescita economica, in linea con le conclusioni
del Consiglio del 1º dicembre.
5. Informati dalla relazione del presidente del Consiglio
EPSCO e dall’analisi annuale della crescita, i capi di Stato
o di governo hanno proceduto ad un primo scambio di
opinioni sulle migliori pratiche relativamente alle proprie
politiche occupazionali e hanno convenuto sull’esigenza
particolare di mobilitare appieno il lavoro a favore della cre-
scita. Le riforme strutt urali devono essere portate avanti con
vigore; nel contempo occorrono urgenti misure mirate,
a livello sia nazionale che europeo, a favore dei gruppi più
I. POLITICA ECONOMICA
1. Nel riconoscere il peggioramento della situazione econo-
mico-fi nanziaria il Consiglio europeo ha discusso delle ini-
ziative in att o per far uscire l’Europa dalla crisi. La nuova
governance economica dell’Unione europea menzionata
al punto 3 deve essere att uata pienamente al fi ne di cre-
are fiducia nella forza dell’economia europea. Occorre
proseguire con le riforme strutt urali e con gli sforzi di risa-
namento di bilancio, per gett are le basi di un ritorno alla
crescita sostenibile e contribuire in tal modo a raff orzare
la fi ducia nel breve periodo. Occorrono inoltre misure che
aiutino a ripristinare le normali att ività di prestito all’econo-
mia, evitando nel contempo sia un’eccessiva assunzione di
rischi sia un’eccessiva riduzione della leva fi nanziaria, come
convenuto il 26 ott obre 2011.
2. Nel rammentare i sett ori prioritari fondamentali per la cre-
scita che ha individuato nell’ott obre del 2011, in partico-
lare l’att o per il mercato unico, il mercato unico digitale e la
riduzione degli oneri normativi generali gravanti sulle PMI
e sulle microimprese, il Consiglio europeo ha sott olineato
l’esigenza di adott are rapidamente le misure in grado di
stimolare al meglio la crescita e l’occupazione. Appoggia
pertanto il principio di un programma accelerato e invita
il Consiglio e il Parlamento europeo ad att ribuire partico-
lare priorità al rapido esame delle proposte che secondo
la Commissione hanno un considerevole potenziale di
crescita, come da essa indicato anche nell’analisi annuale
della crescita. Approva le azioni proposte dalla Commis-
sione nella relazione sulla riduzione al minimo degli oneri
normativi per le PMI.
3. L’analisi annuale della crescita 2012 è un’ott ima base per
avviare il prossimo semestre europeo che, per la prima volta,
vedrà l’att uazione della governance economica raff orzata
CONSIGLIO EUROPEO — 9 DICEMBRE 2011
CONCLUSIONI
Molto è stato fatt o negli ultimi 18 mesi per migliorare la nostra governance economica e combatt ere la crisi economica
e fi nanziaria. Abbiamo preso decisioni importanti, esposte nelle presenti conclusioni, che richiedono un’att uazione rapida
e vigorosa.
Abbiamo deciso di dare priorità alle misure potenzialmente in grado di stimolare al meglio la crescita e l’occupazione.
Gli Stati membri che partecipano al Patt o euro plus hanno convenuto di assumere impegni più specifi ci e misurabili e in
particolare, di portare avanti i lavori in materia di occupazione.
Abbiamo defi nito orientamenti per l’ulteriore sviluppo della politica energetica in ordine al completamento del mercato
interno, al potenziamento dell’effi cienza energetica, allo sviluppo delle infrastrutt ure, alla coerenza nelle relazioni esterne
dell’UE, al raff orzamento della sicurezza e della protezione nucleari.
Inoltre, il Consiglio europeo ha accolto con favore la fi rma del tratt ato di adesione con la Croazia e ha preso decisioni in
merito al processo di allargamento dell’UE nei confronti della Serbia e del Montenegro.
* * *
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transito fondamentali siano pienamente conformi alla
normativa dell’UE sul mercato interno;
—accordo sulla strategia di riduzione delle emissioni di
CO2 all’orizzonte 2050 e att ento esame dell’imminente
tabella di marcia per l’energia 2050 che fornirà un’analisi
dett agliata sull’azione a lungo termine nel sett ore ener-
getico e altri sett ori correlati.
8. La valutazione della sicurezza degli impianti nucleari
nell’Unione europea ha registrato progressi. La credibilità
del sistema di sicurezza nucleare dell’UE sarà ulteriormente
raff orzata grazie allo sviluppo continuo del quadro norma-
tivo in materia nucleare. I lavori sulla protezione nucleare
nell’UE proseguiranno in base alla relazione intermedia
sulla protezione nucleare.
9. Nel rammentare le conclusioni del marzo 2011 il Consiglio
europeo chiede:
—di att uare appieno e con tempestività le dirett ive per
la sicurezza nucleare e per la gestione responsabile
e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei resi-
dui radioatt ivi;
—di continuare a dare priorità all’esame approfondito
della sicurezza nucleare tenendo conto della comuni-
cazione della Commissione del 23 novembre, e alla pre-
sentazione della relazione defi nitiva sui test di resistenza
entro il giugno 2012;
—di intensifi care gli sforzi per associare pienamente tutt i
i paesi vicini dell’UE al processo dei test di resistenza
e migliorare il quadro in materia di sicurezza nucleare
nell’UE e a livello internazionale;
—di continuare a lavorare alle misure di protezione
nell’UE e nel suo vicinato e alla presentazione della
relazione defi nitiva entro il giugno 2012.
III. ALLARGAMENTO
10. Il Consiglio europeo approva le conclusioni del Consiglio
del 5 dicembre 2011 sull’allargamento e il processo di sta-
bilizzazione e di associazione e rammenta le conclusioni del
dicembre 2006 che rappresentano la base di un rinnovato
consenso sull’allargamento.
11. La firma in data odierna del trattato di adesione con la
Croazia segna un momento importante per l’integrazione
europea. In att esa della conclusione positiva delle proce-
dure di ratifi ca, il Consiglio europeo att ende con interesse
di salutare la Croazia come nuovo membro a partire dal
1º luglio 2013. La Croazia parteciperà ora ai lavori del Con-
siglio europeo, del Consiglio e dei suoi organi preparatori
in qualità di osservatore att ivo.
12. Il Consiglio europeo si compiace della valutazione della
Commissione in merito ai buoni progressi compiuti dal
Montenegro, che ha conseguito risultati complessiva-
mente soddisfacenti. In vista dell’apertura dei negoziati di
adesione con il Montenegro nel giugno 2012, il Consiglio
europeo incarica il Consiglio di esaminare i progressi del
vulnerabili, in particolare i giovani disoccupati. Il poten-
ziamento delle politiche di att ivazione dovrebbe essere
integrato da sforzi per migliorare le competenze, in special
modo adeguando i sistemi di istruzione e formazione alle
esigenze del mercato del lavoro. La promozione di oppor-
tunità lavorative e imprenditoriali per coloro che entrano
nel mercato del lavoro e la valutazione di politiche di fl es-
sicurezza nuove ed equilibrate potrebbero contribuire in
misura signifi cativa al miglioramento delle prospett ive del
mercato del lavoro per i giovani.
6. I capi di Stato o di governo hanno accolto con favore le
relazioni dei ministri delle fi nanze degli Stati membri par-
tecipanti e della Commissione sui progressi realizzati nelle
discussioni strutt urate sul coordinamento delle politiche
fi scali. Questi lavori saranno portati avanti in linea con il
Patt o euro plus, concentrandosi sui sett ori in cui si possono
prevedere att ività più ambiziose. Particolare att enzione
dovrebbe essere riservata al modo in cui la politica fi scale
può sostenere il coordinamento delle politiche economi-
che e contribuire al risanamento dei bilanci e alla crescita.
I ministri delle fi nanze e la Commissione riferiranno sui
progressi nel giugno del 2012.
II. ENERGIA
7. La relazione della presidenza dimostra che si sono realizzati
progressi importanti nel perseguire gli orientamenti fi ssati
dal Consiglio europeo del febbraio 2011 relativamente
al completamento del mercato interno entro il 2014, al
raff orzamento dell’effi cienza energetica, allo sviluppo di
infrastrutture e allo sforzo di assicurare coerenza nelle
relazioni esterne dell’UE. In tale contesto, il Consiglio
europeo accoglie con favore l’accordo sul memorandum
d’intesa sulle interconnessioni nord-sud nell’Europa cen-
trale e orientale. In particolare i seguenti aspett i richiedono
progressi urgenti:
—att uazione piena e rapida della legislazione sul mercato
interno da parte degli Stati membri, nel pieno rispett o
delle scadenze concordate;
—nessuno Stato membro dell’UE dovrebbe rimanere
isolato dovrebbe rimanere isolato dalle reti europee
di gas ed elett ricità dopo il 2015 o veder minacciata la
sua sicurezza energetica per mancanza di connessioni
appropriate;
—rapido accordo sulla proposta concernente l’effi cienza
energetica, che dovrà stabilire un quadro ambizioso
e fl essibile in linea con l’obiett ivo del 20 % per il 2020,
secondo quanto convenuto dal Consiglio europeo del
giugno 2010;
—rapido accordo sulla proposta concernente le infrastrut-
ture energetiche;
—attuazione delle conclusioni del Consiglio del 24
novembre 2011 per una coerenza e un coordinamento
raff orzati della politica energetica esterna dell’UE garan-
tendo tra l’altro che gli accordi con i paesi fornitori e di
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Schengen. Esorta il Consiglio a adott are tale decisione in
tempi il più possibile brevi. Se necessario, il Consiglio euro-
peo ritornerà sulla questione nella riunione del marzo 2012.
16. Rammentando le sue conclusioni del 23 ottobre 2011
e avallando le conclusioni del Consiglio del 1o dicembre,
il Consiglio europeo ribadisce di nutrire serie e crescenti
preoccupazioni circa la natura del programma nucleare
iraniano, secondo quanto riportato nell’ultima relazione
dell’AIEA, e per l’inadempienza degli obblighi internazio-
nali da parte dell’Iran. Plaude all’accordo raggiunto dal
Consiglio sull’indicazione di altre 180 entità e persone
dirett amente collegate al programma nucleare. Invita il
Consiglio a procedere in via prioritaria con i lavori sull’am-
pliamento della portata delle misure restrittive dell’UE
e delle sanzioni vigenti vagliando ulteriori misure nei con-
fronti dell’Iran, e ad adott are queste misure al più tardi nella
prossima sessione. Il Consiglio ribadisce l’impegno di lunga
data dell’Unione europea ad adoperarsi per una soluzione
diplomatica della questione nucleare iraniana, conforme-
mente al duplice approccio.
17. Il Consiglio europeo è unanime nella condanna degli att ac-
chi contro la sede diplomatica del governo del Regno Unito
in Iran e deplora che il governo iraniano non abbia assolto
le responsabilità internazionali di protezione del personale
e degli immobili diplomatici che gli incombono in virtù
della convenzione di Vienna.
18. Il Consiglio europeo resta profondamente preoccupato
per il ricorso continuo alla forza militare da parte del regime
siriano e per la repressione della popolazione civile nel
paese. Avallando le conclusioni del Consiglio del 1o dicem-
bre 2011, il Consiglio europeo conferma fermo sostegno
all’impegno profuso dalla Lega degli Stati arabi ed esorta il
regime siriano a conformarsi pienamente al piano d’azione
della Lega araba. Ribadisce la necessità che tutt i i membri
del Consiglio di sicurezza dell’ONU si assumano urgente-
mente le proprie responsabilità in relazione alla situazione
in Siria.
19. Il Consiglio europeo plaude all’esito della conferenza
internazionale sull’Afghanistan tenutasi il 5 dicembre 2011
a Bonn e ribadisce l’impegno nei confronti di un coinvolgi-
mento coerente a lungo termine dell’Unione europea per
l’Afghanistan al di là del 2014.
20. Il Consiglio europeo accoglie con favore gli intensi lavori
preparatori svolti in questo semestre per il futuro quadro
fi nanziario pluriennale e prende att o della relazione pre-
sentata dalla presidenza. Esorta la presidenza entrante
a proseguire att ivamente i lavori per defi nire una base su
cui impostare la fase fi nale di negoziato che sarà discussa in
sede di Consiglio europeo a giugno 2012. Rinnova l’invito
alle istituzioni di cooperare per assicurare l’adozione del
quadro fi nanziario pluriennale entro la fi ne del 2012.
Montenegro nell’att uazione delle riforme, con un accento
particolare sul sett ore dello stato di diritt o e dei diritt i fon-
damentali, sopratt utt o per quanto riguarda la lott a contro
la corruzione e la criminalità organizzata, sulla base di una
relazione che dovrà essere presentata dalla Commissione
nel primo semestre del 2012. Invita la Commissione a pre-
sentare quanto prima una proposta relativa a un quadro
di negoziazione con il Montenegro conformemente alle
sue conclusioni del dicembre 2006 e alla prassi consoli-
data, includendo anche la nuova impostazione proposta
dalla Commissione in merito al capitolo relativo al sistema
giudiziario e ai diritt i fondamentali e a quello relativo alla
giustizia, alla libertà e alla sicurezza. A tale riguardo, si invita
altresì la Commissione ad avviare il processo di esame anali-
tico dell’acquis comunitario con il Montenegro per quanto
riguarda i suddett i capitoli.
13. Il Consiglio europeo rileva i considerevoli progressi com-
piuti dalla Serbia verso la conformità ai criteri politici sta-
biliti dal Consiglio europeo di Copenaghen e ai requisiti
del processo di stabilizzazione e associazione e il suo con-
seguimento di un livello pienamente soddisfacente di coo-
perazione con l’ICTY. Si compiace del fatt o che la Serbia
abbia ripreso il dialogo Belgrado-Pristina e stia avanzando
nell’att uazione in buona fede degli accordi, e accoglie con
favore l’accordo sulla gestione integrata delle frontiere.
In vista del conferimento dello status di paese candidato
alla Serbia, il Consiglio europeo incarica il Consiglio di
verificare e confermare che la Serbia abbia continuato
a mostrare un impegno credibile e abbia compiuto ulteriori
progressi nell’att uazione in buona fede degli accordi con-
clusi nell’ambito del dialogo, anche in materia di gestione
integrata delle frontiere, abbia raggiunto un accordo sulla
cooperazione regionale inclusiva e abbia collaborato att i-
vamente per consentire ad EULEX e KFOR di espletare
i rispett ivi mandati. Alla luce di tale verifi ca, nel febbraio
2012 il Consiglio prenderà la decisione relativa al conferi-
mento dello status di paese candidato alla Serbia, che dovrà
essere confermata dal Consiglio europeo di marzo.
IV. VARIE
14. Richiamandosi alle conclusioni del Consiglio del 5 dicem-
bre sull’allargamento, per quanto riguarda le dichiarazioni
e le minacce della Turchia, il Consiglio europeo esprime
grave preoccupazione e invita a rispett are pienamente il
ruolo della presidenza del Consiglio, che costituisce un
elemento istituzionale fondamentale dell’UE previsto dal
tratt ato.
15. Richiamandosi alle discussioni del giugno e dell’ott obre
2011 il Consiglio europeo nota che sono soddisfatt e tutt e
le condizioni giuridiche per l’adozione della decisione rela-
tiva all’adesione della Bulgaria e della Romania allo spazio
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75
1. Nell’ultimo anno e mezzo, in risposta alla crisi del debito
sovrano, si sono apportate modifiche significative alla
governance con la creazione del FESF, l’accordo sul futuro
MES, le decisioni sulla sorveglianza di bilancio e il coordi-
namento delle politiche economiche, come pure con la
decisione su una strutt ura di governance raff orzata per la
zona euro — adott ata dal vertice euro di ott obre — e il
pacchett o di sei att i legislativi sulla governance economica
adott ato il 16 novembre. L’att uazione del pacchett o inizierà
in dicembre. Nel fratt empo la Commissione ha presentato,
il 23 novembre, una nuova serie di proposte per trasporre
in norme gli orientamenti concordati in ott obre concer-
nenti i) monitoraggio e valutazione dei documenti pro-
grammatici di bilancio e correzione dei disavanzi eccessivi
negli Stati membri della zona euro e ii) raff orzamento della
sorveglianza economica e di bilancio degli Stati membri
che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi diffi coltà per
quanto riguarda la loro stabilità fi nanziaria nella zona euro.
2. La stabilità e l’integrità dell’unione economica e monetaria
richiedono sia la rapida e vigorosa att uazione delle misure
già convenute, sia ulteriori passi di qualità verso un’au-
tentica «unione fi scale». Quest’approccio comporterà
un coordinamento sensibilmente più forte delle politiche
economiche e un livello più elevato di sorveglianza e disci-
plina nella condott a delle politiche nazionali. Cambiamenti
strutt urali più a lungo termine nel modo in cui le politiche
sono condott e nella zona euro rivestono importanza anche
per aff rontare le incertezze del breve periodo e per ripristi-
nare credibilità e fi ducia.
3. Questi interventi si devono realizzare preservando l’inte-
grità dell’UE e la coerenza tra la zona euro e l’intera UE.
In questo contesto le istituzioni dell’UE hanno un ruolo
importante nel garantire l’unità dell’Unione nel suo
complesso.
COORDINAMENTO E CONVERGENZA ECONOMICI NELLA ZONA EURO
4. La crisi ha messo in evidenza che tendenze macroeconomi-
che divergenti possono incidere negativamente sull’intera
zona euro. Se non esiste un’unica regola valida per tutt i, non
di meno è necessario un livello più elevato di coordina-
mento e integrazione per evitare tendenze insostenibili. In
un’unione monetaria con un sett ore fi nanziario integrato,
l’interdipendenza e gli eff ett i di ricaduta sono elevatissimi.
5. Tra le misure già adott ate si annoverano la procedura per
i disavanzi eccessivi istituita nel pacchett o legislativo sulla
governance economica. Questa prevede un sistema di
allerta precoce basato su un quadro di controllo di indi-
catori economici (compresi costi del lavoro, espansione
del credito, partite correnti, quote di mercato delle espor-
tazioni e prezzi degli immobili) e un braccio corrett ivo con
la possibilità di sanzioni qualora uno Stato membro omett a
ripetutamente di intervenire per correggere gli squilibri. In
parallelo gli Stati membri della zona euro hanno assunto
ulteriori impegni nel quadro del Patt o euro plus in quatt ro
sett ori essenziali per la convergenza: competitività, occupa-
zione, sostenibilità delle fi nanze pubbliche, stabilità fi nan-
ziaria. Questi nuovi strumenti devono ora essere att uati
con determinazione. Nel contempo occorre rafforzare
ulteriormente il sistema.
6. Su questo sfondo dovranno essere prese in considerazione
le misure supplementari seguenti:
a) il vertice euro di ott obre ha convenuto un esame ex ante
di tutt i i principali piani di riforma economica a livello di
zona euro che possono comportare eff ett i di ricaduta. L’ac-
cordo dovrà diventare pienamente operativo, ricorrendo
ad una procedura specifi ca da defi nire, in particolare con
una discussione in sede Eurogruppo sulla base di un’analisi
della Commissione.
b) Dovrà essere oggett o di sanzione fi nanziaria la mancata
att uazione delle raccomandazioni specifi che per paese indi-
rizzate agli Stati membri della zona euro, raccomandazioni
che sono state adott ate ai sensi degli articoli 121, paragrafo
2 e 148, paragrafo 4 del TFUE e che si riferiscono a riforme
indispensabili per il corrett o funzionamento dell’unione
monetaria. Occorrerà defi nire nel diritt o derivato criteri
chiari per l’individuazione ex ante delle raccomandazioni
che potrebbero essere oggett o di sanzione. Si dovrà prestare
particolare att enzione agli Stati membri della zona euro che
Verso un’unione economica più forte:
relazione interinale al Consiglio europeo del 6 dicembre 2011
Il vertice euro del 26 ott obre 2011 ha incaricato il presidente del Consiglio europeo, in strett a collaborazione con il presidente
della Commissione e il presidente dell’Eurogruppo, di individuare le possibili misure per commisurare l’unione economica
all’unione monetaria ponendo l’accento sui seguenti aspett i: ulteriore raff orzamento della convergenza economica,
miglioramento della disciplina di bilancio e approfondimento dell’unione economica all’interno della zona euro. La presente
relazione fa il punto di ciò che è stato conseguito sinora, spesso sott ostimato, e prospett a la via da seguire. Essa tiene conto
delle consultazioni bilaterali svolte con tutt i gli Stati membri dell’UE nel processo preparatorio.
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della spesa, aumento dell’imposizione o una combinazione
di entrambe) da applicare in caso di scostamento, che sarà
specifi cato da ogni Stato membro. Gli Stati membri della
zona euro dovrebbero riferire ex ante sulle proprie emis-
sioni di debito e si dovrebbe procedere a una registrazione
e a un monitoraggio centralizzati di tutt e le emissioni di
strumenti di debito pubblico a livello di zona euro.
11. Il meccanismo potrebbe essere integrato da un ulteriore
raff orzamento della procedura per i disavanzi eccessivi per
gli Stati membri della zona euro, che sarebbe introdott o
ricorrendo al diritt o derivato in base all’articolo 136 del
TFUE. In tal modo si conferirebbe maggior precisione alle
misure che gli Stati membri dovranno adott are in strett a
associazione con la Commissione, la quale potrebbe rie-
saminare e approvare il programma presentato dagli Stati
membri. Gli obiettivi generali, illustrati in un atto della
Commissione o del Consiglio, potrebbero essere vinco-
lanti quanto ai risultati da conseguire.
12. Le modifiche al protocollo n. 12 possono essere intro-
dotte con decisione all’unanimità del Consiglio su
proposta della Commissione, previa consultazione del
Parlamento europeo e della Banca centrale europea. La
decisione non richiede ratifi ca a livello nazionale. Questa
procedura potrebbe pertanto consentire modifi che rapide
e signifi cative.
Modifi che del tratt ato a norma dell’articolo 48 del TUE
13. Un’altra strada da percorrere, in parallelo o successiva-
mente, sarebbe la revisione degli articoli del TFUE relativi
all’unione economica e monetaria mediante la procedura
di revisione prevista nell’articolo 48 del tratt ato sull’Unione
europea. La revisione potrebbe consistere in una modifi ca
o una sostituzione dell’articolo 136 e/o una revisione del
protocollo n. 14 sull’Eurogruppo.
14. Tale procedura richiederebbe più tempo e sarebbe sog-
gett a a ratifi ca in tutt i gli Stati membri, ma consentirebbe
modifi che più sostanziali del quadro di bilancio, quali:
—modifi ca della procedura per i disavanzi eccessivi (arti-
colo 126) per gli Stati membri della zona euro, segnata-
mente raff orzandone l’automaticità sia nell’att ivazione
sia nel processo decisionale, estendendo il ricorso alla
votazione a maggioranza qualifi cata inversa;
—ruolo potenziato per le istituzioni dell’UE, con maggiore
interventismo in caso di mancata att uazione. Per gli Stati
membri della zona euro oggett o di una procedura per
i disavanzi eccessivi, la Commissione e il Consiglio
(Eurogruppo) potrebbero chiedere modifi che ad un
progett o di bilancio prima della trasmissione al parla-
mento nazionale, qualora l’orientamento di bilancio
non fosse in linea con i piani concordati. Nel caso di
Stati membri della zona euro che partecipano a un pro-
gramma di assistenza e disatt endono ripetutamente la
presentano problemi di competitività e/o tassi elevati di
disoccupazione.
Queste misure possono essere adott ate nel quadro del tratt ato
vigente, in base all’articolo 136 del TFUE.
DISCIPLINA DI BILANCIO
7. Il pacchett o legislativo sulla governance economica adot-
tato il 16 novembre costituisce un raff orzamento impor-
tante della disciplina di bilancio. I nuovi meccanismi si
basano sia su raccomandazioni che su sanzioni. La por-
tata delle sanzioni per gli Stati membri della zona euro è
stata ampliata (possono essere applicate non soltanto nella
parte corrett iva del Patt o ma anche in quella preventiva)
e il processo decisionale è stato accelerato e semplifi cato
per aumentare l’automaticità. Le proposte legislative della
Commissione, presentate il 23 novembre, raff orzeranno
ulteriormente la disciplina e il rispett o delle regole nella
zona euro.
8. L’eff ett o combinato di tutt e queste misure sarà oltremodo
signifi cativo. Non di meno l’avanzamento della zona euro
verso un’autentica unione economica richiede passi sup-
plementari in termini di integrazione verso un «nuovo
patt o di bilancio». Per ripristinare la fi ducia dei mercati
nella zona euro e assicurare la sostenibilità politica dei mec-
canismi di solidarietà è essenziale potenziare la credibilità
delle nostre regole di bilancio (livelli di disavanzo e inde-
bitamento) e provvedere alla piena osservanza. Tutt o ciò
richiede probabilmente una modifi ca del diritt o primario.
9. Al riguardo sono possibili due soluzioni che non si esclu-
dono a vicenda:
a) revisione sostanziale del protocollo n. 12 del tratt ato, unita
ad ulteriori riforme att raverso il diritt o derivato;
b) modifi che del tratt ato mediante la procedura di revisione
prevista nell’articolo 48 del TUE.
Revisione del protocollo n. 12 e diritt o derivato
10. L’obbligo degli Stati membri della zona euro di raggiun-
gere e mantenere il pareggio di bilancio nel corso del ciclo
economico potrebbe essere introdott o nel protocollo n. 12
sulla procedura per i disavanzi eccessivi, come mezzo per
assicurare che siano evitati i disavanzi eccessivi e che l’in-
debitamento sia contenuto al di sott o del 60 %. Occorre
prevedere, per gli Stati membri della zona euro, una con-
vergenza risoluta verso bilanci in pareggio dalle att uali posi-
zioni secondo un calendario stabilito con la Commissione.
Inoltre, il protocollo comporterebbe l’obbligo per gli Stati
membri della zona euro di integrare questa regola nelle
rispett ive legislazioni, di preferenza a livello costituzionale
o equivalente. La Corte di giustizia sarebbe competente
a controllare il recepimento della regola a livello nazionale.
La regola dovrebbe essere corredata di un meccanismo di
correzione automatico (ad esempio riduzioni automatiche
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RA FFORZARE I MECCANISMI DI CRISI IN VIGORE
16. Alle riforme a più lungo termine, come quelle preceden-
temente illustrate, devono associarsi interventi immediati
che permett ano di fronteggiare vigorosamente le att uali
tensioni sui mercati.
17. Occorre anzitutt o completare l’att uazione delle misure
sostanziali già decise, mediante:
—un accordo in tempi rapidi, idealmente entro il marzo
2012, tra Parlamento europeo e Consiglio sulle due
proposte presentate dalla Commissione il 23 novem-
bre, eventualmente irrobustite in linea con le modifi che
sopra illustrate del protocollo n. 12;
—l’attivazione rapida del potenziamento del FESF
mediante le due opzioni concrete concordate il
29 novembre dall’Eurogruppo.
18. Si dovrà poi mett ere a punto e ratifi care in tempi brevi il
tratt ato MES adeguandolo ai fi ni di una maggiore effi cacia:
—riguardo alla partecipazione del sett ore privato, aff er-
mando inequivocabilmente l’impegno ad att enersi rigo-
rosamente ai principi e pratiche consolidati dell’FMI
e ribadendo chiaramente che la decisione assunta il
21 luglio per il debito greco è eccezionale e senza uguali.
Sono questi fatt ori essenziali per riguadagnare la fi ducia
dei mercati nel debito sovrano;
—avvicinando maggiormente le procedure decisionali
del MES ai meccanismi vigenti all’FMI (ossia riservare
l’unanimità a un numero limitato di decisioni);
—prevedendo che il MES possa ricapitalizzare dirett a-
mente gli istituti bancari e che sia esso stesso dotato
delle necessarie caratt eristiche di un ente creditizio;
—prevedendo la possibilità di riesaminare la clausola che
limita a 500 miliardi di EUR la capacità di prestito con-
solidata di MES e FESF, in modo da conferire al MES
piena capacità di prestito in funzione del versamento
graduale del capitale.
19. È necessario infi ne dotare l’FMI di risorse suffi cienti ad
affrontare la crisi conferendogli mezzi supplementari,
come avvenuto nel 2009, in particolare mediante prestiti
bilaterali.
condizionalità, la Commissione potrebbe ricevere
poteri eccezionali, come l’approvazione ex ante di tutt e
le principali riforme economiche;
—integrazione in un protocollo n. 14 riveduto delle modi-
fi che concordate in merito alla governance della zona
euro.
UNIONE ECONOMICA
15. Sono ipotizzabili anche altre due iniziative, intimamente
collegate ai progressi da compiere in tema di convergenza
economica e di disciplina di bilancio:
—ricorso alla cooperazione raff orzata con la partecipazione
di tutt i gli Stati membri della zona euro concentrandosi
sugli aspett i essenziali ad un suo funzionamento fl uido,
quali il funzionamento dei mercati del lavoro, la sosteni-
bilità delle pensioni e dei sistemi di sicurezza sociale, così
come misure pragmatiche di coordinamento fi scale. Si
dovrebbero vagliare altresì iniziative che consentano
una maggiore integrazione fi nanziaria nella zona euro.
Nell’eventualità di una modifi ca del tratt ato si potrebbe
introdurre un meccanismo che permett a di abbreviare
i tempi del ricorso alla cooperazione raff orzata, sulla
falsariga di quello già vigente in materia di libertà, sicu-
rezza e giustizia. Qualsiasi sviluppo in tal senso non deve
compromett ere il mercato interno;
—apertura alla possibilità di evolvere, in una prospett iva
a più lungo termine, verso un’emissione di strumenti
comuni di debito, in un processo a tappe basato su cri-
teri prestabiliti, ad esempio cominciando col mett ere in
comune alcuni strumenti di fi nanziamento. A qualsiasi
iniziativa in questo senso dovrà fare da contraltare un
quadro solido di disciplina di bilancio e di competitività
economica per scongiurare il rischio morale e promuo-
vere la responsabilità e il rispett o delle regole. Sarà a tal
fi ne necessario anche maggiore interventismo dell’UE
nel controllo della politica di bilancio nazionale. Un sif-
fatt o processo permett erà di sott olineare l’irreversibilità
dell’euro, d’inquadrare la questione del fi nanziamento
in una prospett iva a lungo termine e di raff orzare il ruolo
dell’euro quale valuta di riserva globale, e sarà anche, di
fatt o, un potente meccanismo di disciplina di bilancio.
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Fotografi e:
© Unione europea
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3) © Présidence de la République/C. Alix
4) © Valsts kanceleja
5) © Finnish Prime Minister’s Offi ce
6) © Grzegorz Rogiński/KPRM
Segretariato generale del Consiglio
Il Consiglio europeo nel 2011
Lussemburgo: Uffi cio delle pubblicazioni dell’Unione europea
2012 — 77 pagg. — 21,0 x 29,7 cm
ISBN 978-92-824-3446-8doi:10.2860/43547ISSN 1977-320X
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www.european-council.europa.eu
doi:10.2860/43547
ISSN 1977-320X
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