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Artisti itineranti di montagna, dal Medioevo all’età moderna Bagolino, Palazzo San Giorgio sabato 21 settembre 2013 I “Maestri valsesiani” Architetti, botteghe e imprese valsesiane nelle Alpi Roberto Fantoni (1) , Enrica Ballarè (2) e Giuseppe Sitzia (3) (1) Gruppo Walser Carcoforo (2) Laboratorio del Marmo artificiale di Rima (3) Punto Arte Onlus

ITM 2013 - Roberto Fantoni, E. Ballarè, G. Sitzia "I 'Maestri Valsesiani' architetti, botteghe e imprese valsesiane nelle Alpi"

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Incontri Tra Montani 2013 - Bagolino BS Artisti itineranti di montagna. Dal Medioevo all'Età Moderna Roberto Fantoni, Enrica Ballarè, Giuseppe Sitzia / Gruppo Walser Carcoforo, Laboratorio del Marmo artificiale di Rima, Punto Arte Onlus Valsesia (VC) / I “Maestri Valsesiani” Architetti, botteghe e imprese valsesiane nelle Alpi. Album fotografico: https://picasaweb.google.com/117290793877692021380/ITM2013BagolinoBS?authuser=0&feat=directlink

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Artisti itineranti di montagna, dal Medioevo all’età moderna Bagolino, Palazzo San Giorgio

sabato 21 settembre 2013

I “Maestri valsesiani”Architetti, botteghe e imprese valsesiane nelle Alpi

 

Roberto Fantoni (1), Enrica Ballarè(2) e Giuseppe Sitzia(3)

 (1) Gruppo Walser Carcoforo

(2) Laboratorio del Marmo artificiale di Rima(3) Punto Arte Onlus

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La ValsesiaTerra d’arte e terra d’artisti

Il Quattrocento: dalla pianura novarese alla ValsesiaJohannes de Campo

Il Cinquecento: botteghe novaresi in ValsesiaI Cavallazzi da Oleggio

Gaudenzio FerrariTanzio da VaralloBorsetti e gli OrgiazziGli Avondo

I “maestri valsesiani”Tra Cinquecento e SettecentoGli Artisti del legno

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I “maestri valsesiani”Le origini: i “maestri prismellesi”

Rudolf Riggenbach (1952) – Ulrich Ruffiner von Prismell und die Bauten der Schienerzeit im Wallis. Brig; trad. it. Varallo, 1966.

Elena Ronco (1997) – I maestri prismellesi e il tardogotico svizero (1490-1699). Magenta

Pietre Gemelle(Alagna e Riva)

Svizzera

Nel 1481 i fratelli Bartolomeo e Cristoforo figli di Alberto “Frirati” delle Piane di Alagna, intendendo trasferirsi ad partes Alamanie, nominano la madre come

delegato plenipotenziario dei loro beni.Il primo prismellese è attestato in Svizzera nel 1490 (Ronco, 1997, p. 31).

“nella parrocchia di Pietre Gemelle tutti esercitano con onore la professione di muratore e piccapietre emigrando in

terre lontane” (Tschudi, 1524).

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Andamento del numero di emigranti e presenza di un werkmeister prismellese a Berna

Andamento del numero di emigranti nelle città svizzere con werkmeister prismellese (fonte: Ronco, 1997)

BernaLucernaFriburgototale

I “maestri prismellesi”1490-1700 Pietre Gemelle

(Alagna e Riva)

Svizzera

ProfessioniPiccapietreMuratoriMastri costruttori e progettisti

CarriereLeherling (apprendista)GeselleMeister (maestro)Wertmeister (responsabile della progettazione di edifici pubblici)

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Il tardo gotico: Ulrich Ruffiners“l’uomo che cambiò il volto al Vallese” (Riggenbach, 1952)Chiesa di S. Teodulo

a Sion (1514-1516)

I “maestri prismellesi”Da Pietre gemelle alla Svizzera Pietre Gemelle

(Alagna e Riva)

Svizzera

Il Rinascimento: Daniel Heintz

Spiesshof, Basilea (1585-1589)

Il Seicento: i fratelli BodmerGondo, stazione di transito (1670)

Briga, castello StockalperPasso del Sempione, ospizio di St Jakob (1666)

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Non solo SvizzeraI prismellesi tra Piemonte e val d’Aosta

magister Michele de Ecclesia 1494-1506 collaboratore nell’erezione dl priorato

di S. Orso ad Aosta1497-1498 impresario-costruttore nei lavori di

ristrutturazione del castello di Issogne

Pietre Gemelle(Alagna e Riva)

Aosta

GozzanoGuideto de Petriszumellis, cementarius de Gabio1475 costruzione della volta della basilica di S. Giuliano a Gozzano

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Non solo SvizzeraI prismellesi in Valsesia

Edilizia religiosa

Giovanni fu Pietro Brugo: 1586 costruttore della chiesa di S. Michele a Rimella (Sitzia e Sitzia, 2004). Petrus fq Joannis de Brugho, faber murarius: 1629 costruzione del campanile della chiesa di Cadarafagno (Dellarole e Papale, 1998)

Antonio Ronco di Alagna: 1619 costruzione del portico della chiesa di S. Martino a Roccapietra; 1637 costruzione della cappella e del battistero della chiesa parrocchiale di Varallo (Dellarole e Papale, 1998).

Edilizia religiosa

Giovanni fu Pietro Brugo: 1586 costruttore della chiesa di S. Michele a Rimella (Sitzia e Sitzia, 2004). Petrus fq Joannis de Brugho, faber murarius: 1629 costruzione del campanile della chiesa di Cadarafagno (Dellarole e Papale, 1998)

Antonio Ronco di Alagna: 1619 costruzione del portico della chiesa di S. Martino a Roccapietra; 1637 costruzione della cappella e del battistero della chiesa parrocchiale di Varallo (Dellarole e Papale, 1998).

L’edilizia civile

Michelangelo Gabbio, e dopo la sua morte, Giacomo Antonio Gabbio furono i costruttori del ponte di

Agnona nel 1784 (Maglione, 2010).

L’edilizia civile

Michelangelo Gabbio, e dopo la sua morte, Giacomo Antonio Gabbio furono i costruttori del ponte di

Agnona nel 1784 (Maglione, 2010).

Pietre Gemelle(Alagna e Riva)

Edilizia residenziale

Nel 1574 una convenzione per la costruzione di una casa è stipulata dai mastri Jacomo Igonetto e Pedro Gigher (sASVa, FNV, b. 9814), appartenente ad una famiglia che aveva espresso un Wermeister di Zurigo nei primi decenni del Cinquecento

Edilizia residenziale

Nel 1574 una convenzione per la costruzione di una casa è stipulata dai mastri Jacomo Igonetto e Pedro Gigher (sASVa, FNV, b. 9814), appartenente ad una famiglia che aveva espresso un Wermeister di Zurigo nei primi decenni del Cinquecento

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Non solo prismellesiI “maestri valsesiani”

Le valli Egua e Sermenza, con Boccioleto-Rossa-Fervento, Ferrate-Carcoforo e Rima, costituì uno dei due poli, con Alagna, Riva e Campertogno in alta Val Grande, in cui erano praticati mestieri dell’edilizia secondo gli Atti di Visita di mons. Tornielli (1641-1648)(ASDN, AVi, vv. 133, 142-144, 148)

Valsesia

La bibliografia non specializzata e i libri contabili e gli altri documenti conservati negli archivi parrocchialioffrono un’impressionante volume di informazioni per la redazione di un primo catalogo dell’attività dei maestri costruttori valsesiani.

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I “maestri valsesiani”Da Rima a Friburgo. I Viotti

Rima

Al Sacro Monte

Il 3 agosto 1614 documentata una convenzione stipulata tra i fabbricieri del Sacro Monte e i mastri costruttori Zanolo Viotti di Rima e Alberto de Bertolo di Pietre Marce (Galloni, 1914; Cesa, 1995).

Al Sacro Monte

Il 3 agosto 1614 documentata una convenzione stipulata tra i fabbricieri del Sacro Monte e i mastri costruttori Zanolo Viotti di Rima e Alberto de Bertolo di Pietre Marce (Galloni, 1914; Cesa, 1995).

Friburgo

A Friburgo e in Francia

Un Anton Viotti nel 1674 acquista la cittadinanza friburghese (Ronco, 1997).

Tonetti (1875) lo dice architetto regio del porto di Dieppe in Francia (Debiaggi, 1968). In questa città, frequentata dai prismellesi sino dai primi decenni del Cinquecento (Ronco, 1997), era attivo anche un altro mastro costruttore rimese, Antonio Giavina.

In un documento del 1781, a fianco di altri mastri da muro, compare un Bartolomeo Viotti (ASPRm, b. 129).

A Friburgo e in Francia

Un Anton Viotti nel 1674 acquista la cittadinanza friburghese (Ronco, 1997).

Tonetti (1875) lo dice architetto regio del porto di Dieppe in Francia (Debiaggi, 1968). In questa città, frequentata dai prismellesi sino dai primi decenni del Cinquecento (Ronco, 1997), era attivo anche un altro mastro costruttore rimese, Antonio Giavina.

In un documento del 1781, a fianco di altri mastri da muro, compare un Bartolomeo Viotti (ASPRm, b. 129).

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I “maestri valsesiani”Da Rima al Vallese. I Ragozzi Rima

A Rima e in ValsesiaNel 1667 Cristoforo Ragozzi stipula una convenzione per la ristrutturazione del coro e della sacrestia dell’oratorio di S. Maria delle Grazie (ASPRm, b. 12).L’attività è proseguita dai figli, identificabili nei fratelli Ragozzi, lapicidi, che nel 1676 stipulavano una convenzione con Pietro fu Giovanni d’Enrico che s’impegnava a cavare e tagliare entro un anno e mezzo 300 brazza di cantoni e altre pietre per il campanile di Borgosesia (sASVa, FNV, b. 10113)Il 16 febbraio 1687 il magister et faber murarius Pietro fu Cristoforo Ragozzi stipula una convenzione per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale di Rima, secondo il disegno da lui stesso fatto (ASPRm, b. 134; sASVa, FNV, b. 9495). I lavori nella chiesa furono probabilmente terminati da un altro figlio di Cristoforo, Giovanni, che nel 1692 sottoscrisse l’acconto di 2500 lire e il 29 gennaio 1696 presentò il resoconto chiedendo il saldo di 1441 lire (ASPRm, b. 141).

A Rima e in ValsesiaNel 1667 Cristoforo Ragozzi stipula una convenzione per la ristrutturazione del coro e della sacrestia dell’oratorio di S. Maria delle Grazie (ASPRm, b. 12).L’attività è proseguita dai figli, identificabili nei fratelli Ragozzi, lapicidi, che nel 1676 stipulavano una convenzione con Pietro fu Giovanni d’Enrico che s’impegnava a cavare e tagliare entro un anno e mezzo 300 brazza di cantoni e altre pietre per il campanile di Borgosesia (sASVa, FNV, b. 10113)Il 16 febbraio 1687 il magister et faber murarius Pietro fu Cristoforo Ragozzi stipula una convenzione per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale di Rima, secondo il disegno da lui stesso fatto (ASPRm, b. 134; sASVa, FNV, b. 9495). I lavori nella chiesa furono probabilmente terminati da un altro figlio di Cristoforo, Giovanni, che nel 1692 sottoscrisse l’acconto di 2500 lire e il 29 gennaio 1696 presentò il resoconto chiedendo il saldo di 1441 lire (ASPRm, b. 141).

Nel Vallese per altre impreseVari membri della famiglia sono documentati come tailleurs de tuf, piccapietre, nel Vallese, soprattutto alle dipendenze dei prismellesi Bodmer, impegnati tra

1658 e 1678 nella costruzione del palazzo Stockalper a Briga (Debiaggi, 1968).

Tra Rima e il ValleseNel 1752, Giacomo, figlio del fu Pietro, con Giovanni Giavina, stipulò una convenzione per la ristrutturazione di una cappella, della sacrestia e dell’ossario dell’oratorio di S. Maria delle Grazie a Rima (ASPRm, b. 129). Potrebbe essere lo stesso Jacobo che nel 1740 costruì la chiesa di Chippel nella Lotschental (Donnet, 1954) di forma non dissimile da quella delle chiese valsesiane di Zuccaro, Camasco, Boccioleto e della stessa Rima (Debiaggi, 1968).

Nel Vallese per conto proprioIl 13 aprile 1667 a Varallo, otto giovani di Rimella, due dei quali figli di mastri

costruttori, s’impegnavano a servire per un anno nell’arte di muratori, Giovanni fu Pietro Ragozzi nella fortificazione della città di Solothurn in

Svizzera ò vero in far altre fabriche (Dellarole e Papale, 1998; Sitzia, 2002). 15 gennaio 1671 lo stesso Giovanni Ragozzi stipulò con Antonio Clievo di Rimella

una convenzione d’apprendistato per fare il muratore in Germania (sASVa, FNV, b. 3135, f. 287). Il Ragozzi aveva quindi numerose maestranze e

operava probabilmente in più cantieri.

Vallese

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I “maestri valsesiani”Da Rima

Rima

Giovanni Axerio, capomastrochiesa di Illier (Vallese) (1687) (Donnet, 1954)

Tommaso De Toma, archietto e capomastrochiesa di Nancy (Lorena) (1747) (Debiaggi, 1966)

Giovanni DellavedovaCampanile (1712) e sacrestia (1718) chiesa parrocchiale di Carcoforo (ASPCa, b. 121)Giacomo fu Giovanni Dellavedovaoratorio di S. Anna a Pietre Marce di Rima (1734) (sASVa, FNV, b. 8984; ASPRm, b. 134).

Giovanni GiavinaVallese (1749); oratorio di S. Maria delel Grazie e Rima (1752)…Antonio Giavinariattamemto della strada della Piana (ASPrm, b. 141)

Svizzera

Lorena

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I “maestri valsesiani”Da Mollia e Campertogno in Valsesia e a Macugnaga

MolliaCampertogno

Macugnaga

Giacomo Gilardiricostruzione della chiesa di S. Martino a Roccapietra (1582)

Giacomo Gilardiricostruzione della chiesa di S. Martino a Roccapietra (1582)

Gaspare de Maceno di Failungoricostruzione della chiesa di Bolzano Novarese (1583) (Dellarole e Papale, 1998)

Gaspare de Maceno di Failungoricostruzione della chiesa di Bolzano Novarese (1583) (Dellarole e Papale, 1998)

Pietro e Giovanni Battista Viana di Campertognooratorio di Arboerio (1611) (Dellarole e Papale, 1998)

Pietro e Giovanni Battista Viana di Campertognooratorio di Arboerio (1611) (Dellarole e Papale, 1998)

Antonio e Pietro Martelli di Campertognooratorio di S. Antonio a Varallo (1640).Antonio Martellicappella di S. Giacomo a Varallo (1643), coro dell’oratorio di Borca di Macugnaga (1648).Giacomo e Giovanni Martellicoro di S. Giacomo a Varallo su disegno di Gaudenzio Sceti (1668) (Dellarole e Papale, 1998)

Antonio e Pietro Martelli di Campertognooratorio di S. Antonio a Varallo (1640).Antonio Martellicappella di S. Giacomo a Varallo (1643), coro dell’oratorio di Borca di Macugnaga (1648).Giacomo e Giovanni Martellicoro di S. Giacomo a Varallo su disegno di Gaudenzio Sceti (1668) (Dellarole e Papale, 1998)

Giovanni e Antonio Guala, maestri di fabriche progetto e ricostruzione di S. Croce a Carcoforo (ASPCa, b. 121)Giacomo Gualatetto dell’oratorio della Madonna delle Neve a Macugnaga (1656-58), oratorio di Pestarena di Macugnaga (1679)Lorenzo Guala tetto della chiesa nuova di Macugnaga (1758) (Bertamini, 2005)Antonio Guala e fratelli di Piana Fontana (Mollia) incarico della ristrutturazione della chiesa parrocchiale di Riva (1725) (Dellarole e Papale, 1998)

Giovanni e Antonio Guala, maestri di fabriche progetto e ricostruzione di S. Croce a Carcoforo (ASPCa, b. 121)Giacomo Gualatetto dell’oratorio della Madonna delle Neve a Macugnaga (1656-58), oratorio di Pestarena di Macugnaga (1679)Lorenzo Guala tetto della chiesa nuova di Macugnaga (1758) (Bertamini, 2005)Antonio Guala e fratelli di Piana Fontana (Mollia) incarico della ristrutturazione della chiesa parrocchiale di Riva (1725) (Dellarole e Papale, 1998)

Giovanni Antonio de Ianni Grandi di Piana Fontana (Mollia)istrutturazione della chiesa parrocchiale, di Campertogno (1719, 1725) (Dellarole e Papale, 1998)

Giovanni Antonio de Ianni Grandi di Piana Fontana (Mollia)istrutturazione della chiesa parrocchiale, di Campertogno (1719, 1725) (Dellarole e Papale, 1998)

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I “maestri valsesiani”Da Carcoforo in Valsesia, a Roma e Svizzera Carcoforo

Pietro del fu Giovanni Iaco di Carcoforo: progetto di ampliamento della chiesa di S. Antonio di Fervento (1594) (Ferri, 1959; 1969).

Maestro Giovan da Carchofforo: lavori nella chiesa parrocchiale di Agnona (1620) (Dellarole e Papale, 1998)

Nel 1642 il magister Petrus filius q Bertolini Tedeschi lapicida et cementarius seu fabricator di Carcoforo era abitante nella terre Acenti Anagnine Diocesis in Latio Romano jacens in lecto domi Nicolai Ciolli in da terra infirmus (ASPCa, b. 121).

Pietro del fu Giovanni Iaco di Carcoforo: progetto di ampliamento della chiesa di S. Antonio di Fervento (1594) (Ferri, 1959; 1969).

Maestro Giovan da Carchofforo: lavori nella chiesa parrocchiale di Agnona (1620) (Dellarole e Papale, 1998)

Nel 1642 il magister Petrus filius q Bertolini Tedeschi lapicida et cementarius seu fabricator di Carcoforo era abitante nella terre Acenti Anagnine Diocesis in Latio Romano jacens in lecto domi Nicolai Ciolli in da terra infirmus (ASPCa, b. 121).

Roma

Svizzera

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I “maestri valsesiani”Da Boccioleto in Valsesia e in partibus AlamanieDa Rossa in Valsesia, in Ossola e a Lione Boccioleto

Rossa

In un documento del 1560 sono citati Albertinus filius Zanoli de Butio de Bozoleto e Petrus filius Jacobi Grisi e Johanne filio Petri Julii Curtetti sociis ambobus de Fervento che si trovavano pro opera muratorie in partibus Alamanie (sASVa, FNV, b. 10439)

In un documento del 1560 sono citati Albertinus filius Zanoli de Butio de Bozoleto e Petrus filius Jacobi Grisi e Johanne filio Petri Julii Curtetti sociis ambobus de Fervento che si trovavano pro opera muratorie in partibus Alamanie (sASVa, FNV, b. 10439)

in partibus Alamanie Ossola

Giuseppe Tamiotti di RossaIn ValsesiaProgettista e costruttore della chiesa parrocchiale di Rimella (1777-1779)Chiesa parrocchiale di Cervarolo (1781)In OssolaChiesa parrocchiale di Bognanco Con il Tamiotti lavorava l’architetto Giovanni Raineri di Rossa(Sitzia e Sitzia, 2002, 2004)

Giuseppe Tamiotti di RossaIn ValsesiaProgettista e costruttore della chiesa parrocchiale di Rimella (1777-1779)Chiesa parrocchiale di Cervarolo (1781)In OssolaChiesa parrocchiale di Bognanco Con il Tamiotti lavorava l’architetto Giovanni Raineri di Rossa(Sitzia e Sitzia, 2002, 2004)

Ritratto di GiuseppeTamiotti con il progetto della chiesa parrocchiale di S.Michele a Rimella (1805, collezione privata)

Ritratto di GiuseppeTamiotti con il progetto della chiesa parrocchiale di S.Michele a Rimella (1805, collezione privata)

Giovanni Tamiotti di RossaIn Val VigezzoChiese parrocchiali di Coimo (1725-30), Craveggia (1731-33), S. Maria Maggiore (1734-43), oratorio di Crana (post 1742)In collaborazione con il genero Luca Raineri (Sitzia e Sitzia, 2002, 2004)

Giovanni Tamiotti di RossaIn Val VigezzoChiese parrocchiali di Coimo (1725-30), Craveggia (1731-33), S. Maria Maggiore (1734-43), oratorio di Crana (post 1742)In collaborazione con il genero Luca Raineri (Sitzia e Sitzia, 2002, 2004)

Giovanni Tamiotti di RossaIn ValsesiaOratorio di Lovario di Borgosesia(1674)

Giovanni Tamiotti di RossaIn ValsesiaOratorio di Lovario di Borgosesia(1674)

Domenico Ceriani e Silvestro Pianta di Piaggiogna: cappella del Corpus Domini nella chiesa parrocchiale di Quarona (1599) (Dellarole e Papale, 1998)

Domenico Ceriani e Silvestro Pianta di Piaggiogna: cappella del Corpus Domini nella chiesa parrocchiale di Quarona (1599) (Dellarole e Papale, 1998)

Lione

A LioneCarlo Sottile, padre del canonico Nicolao, era architetto a Lione.

A LioneCarlo Sottile, padre del canonico Nicolao, era architetto a Lione.

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I “maestri valsesiani”I Rimellesi a Rimella Rimella

Costruttori a RimellaFrancesco Scolari, fabro murario1624 ricostruzione dell’oratorio d S. Marco al Grondo. Francesco e Giovanni de Scolaribus, fabri murarij1699 ricostruzione della casa della comunità, distrutta da un incendioAntonio Dago mastro murario1642 oratorio di S. Gottardo a Rimella. Giovanni Ubezio e Michele Fontana1633 ampliamento dell’oratorio di S. Bernaro da Mentone alla Villa inferiore.Giovanni Fontana e Michele Viotti 1705 ricostruzione dell’oratorio della Madonna delle Grazie al Roncaccio, di cui erano anche autori del progetto.Giovanni Battista Tosseri 1763 oratorio della Madonna del Rumore nel 1763.maestri Termignone e Tosseri 1746 costruzione del campanile dell’oratorio dell’Annunziata al Pianello.Giovanni Battista Scolaro, capomastro1822 ampliamento dell’oratorio di S. Giorgio nel 1822. (Sitzia e Sitzia, 2004; Debiaggi, 2004).

Costruttori a RimellaFrancesco Scolari, fabro murario1624 ricostruzione dell’oratorio d S. Marco al Grondo. Francesco e Giovanni de Scolaribus, fabri murarij1699 ricostruzione della casa della comunità, distrutta da un incendioAntonio Dago mastro murario1642 oratorio di S. Gottardo a Rimella. Giovanni Ubezio e Michele Fontana1633 ampliamento dell’oratorio di S. Bernaro da Mentone alla Villa inferiore.Giovanni Fontana e Michele Viotti 1705 ricostruzione dell’oratorio della Madonna delle Grazie al Roncaccio, di cui erano anche autori del progetto.Giovanni Battista Tosseri 1763 oratorio della Madonna del Rumore nel 1763.maestri Termignone e Tosseri 1746 costruzione del campanile dell’oratorio dell’Annunziata al Pianello.Giovanni Battista Scolaro, capomastro1822 ampliamento dell’oratorio di S. Giorgio nel 1822. (Sitzia e Sitzia, 2004; Debiaggi, 2004).

Christ Rumelle (1645-1676?) e Hans Rumelle (1672-1688), probabilmente padre e figlio, erano attivi a Losanna insieme ai prismellesi Jean Ruffiner e Peter Rouvner (Debiaggi, 2004, p. 222).

Christ Rumelle (1645-1676?) e Hans Rumelle (1672-1688), probabilmente padre e figlio, erano attivi a Losanna insieme ai prismellesi Jean Ruffiner e Peter Rouvner (Debiaggi, 2004, p. 222).

Muratori nel Vallese e a LosannaNel 1667, otto giovani di Rimella, due dei quali figli di mastri costruttori, s’impegnavano a servire per un anno nell’arte di muratori, Giovanni fu Pietro Ragozzi nella fortificazione della città di Solothurn in Svizzera ò vero in far altre fabriche. Nel 1671 lo stesso Giovanni Ragozzi stipulò con Antonio Clievo di Rimella una convenzione d’apprendistato per fare il muratore in Germania (sASVa, FNV).

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I “maestri valsesiani”Dalla Valsesia alle Alpi

Alagna

Rima1614-1781

Carcoforo1594-1641

Rimella1624-1832

Boccioleto1560 Rossa

1725-1780

MolliaCampertogno

Riva1475-1710

Alagna

Rima

“maestri prismellesi”

altri “maestri valsesiani”

Le valli Egua e Sermenza, con Boccioleto-Rossa-Fervento, Ferrate-Carcoforo e Rima, costituì uno dei due poli, con Alagna, Riva e Campertogno in alta Val Grande, in cui erano praticati mestieri

dell’edilizia secondo gli Atti di Visita di mons. Tornielli (1641-1648) (ASDN, AVi).

Ossola

Svizzera

Svizzera (Francia)

Germania

Aosta

Piemonte orientale

Macugnaga

1620-1807

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I “maestri valsesiani”Il lavoro di un’intera valle

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gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

assenza degli uomini in età riproduttiva (e lavorativa) tra novembre e febbraio

nascite tra agosto e novembre

concepimento tra novembre e febbraio

Distribuzione mensile delle nascite a Riva tra 1555 e 1915 (ASPRv, Atti di battesimo)

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I “maestri valsesiani”Un fenomeno di lungo periodo

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80%

100%

1500 1550 1600 1650 1700 1750 1800 1850 1900 1950 2000

Alagna

inizio dell’emigrazione stagionale

trasformazione dell’emigrazione stagionale in emigrazione permanente

0%

20%

40%

60%

80%

100%

1500 1550 1600 1650 1700 1750 1800 1850 1900 1950 2000

Riva

Andamento della percentuale di nascitenei mesi compresi tra agosto e dicembre

(media mobile a base 10) ad Alagna e a Rivatra Cinquecento ed inizio Novecento

(ASPRv e ASPAl, Atti di battesimo)

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La riconversione delle impreseStuccatori e decoratori

1788 1838 1848

Andamento della percentuale di decoratori ad Alagna tra fine Settecento e inizio Ottocento (fonte: Viazzo, 1989)

Nel quadro statistico del Racca del 1833 a Boccioleto, Rossa, Carcoforo e Rima gli emigranti erano indicati come stuccatori e muratori (come a Scopello, Riva e Alagna, ove erano presenti anche lavoratori della pietra); muratori erano indicati anche a Ferrate; stuccatori a Rimasco.

Lana (1840) cita stuccatori e muratori a Rossa, architetti, muratori e stuccatori a Boccioleto, pochi muratori a Fervento, stuccatori a Ferrate, muratori e stuccatori a Carcoforo, operanti prevalentemente in Francia e Savoia (Rossa, Boccioleto e Fervento), ma anche in Germania (Carcoforo).

Negli atti di visita di Balbis Bertone del 1760 (ASDN, Avi, v. 313)Incolae Parochiae ut plurimum cementari sunt, gipsatores … (Rossa)Incolae cementarij gipsorum ornamentorum magisteri … (Boccioleto)

Incolae Parochiae se esercent ut plurimum in gipsis ornamentis supra parietes efformandis et congijs (Rimasco)

Negli atti di visita di Balbis Bertone del 1760 (ASDN, Avi, v. 313)Incolae Parochiae ut plurimum cementari sunt, gipsatores … (Rossa)Incolae cementarij gipsorum ornamentorum magisteri … (Boccioleto)

Incolae Parochiae se esercent ut plurimum in gipsis ornamentis supra parietes efformandis et congijs (Rimasco)

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Bettole, particolare dei capitelli a stucco della parrocchiale. Giacomo Marca (padre) e Giovanni Antonio (figlio) (1687)

Piane Sesia, chiesa di S. Giacomo, altare della Madonna del Carmelo.

Giovanni Antonio Marca (1714-1722)

Sostegno, chiesa di Sant’Antonio, paliotto dell’altare della Madonna del Carmine (1728)

Sostegno, chiesa parrocchiale di San Lorenzo, paliotto dell’altare di Sant’Antonio (1729)

In FranciaL’attività dei Marca è documentata nel 1710 a Morey, nel 1716-17 a Bletterans, tra il 1716 e il 1732 a Neublans, nel 1717 ad Orgelet, nel 1717-18 a Villevieux, nel 1718 a Montain e nel 1723 a Boult, tutte località della Franche-Comté.

Stuccatori e decoratoriIn Valsesia e in Francia. I Marca

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Stuccatori e decoratoriRima

Le origini

A Rima nel 1822 su una popolazione di 200 persone erano già censiti 25 gessatori e solo 4 muratori (Racca, 1835).

Le origini

A Rima nel 1822 su una popolazione di 200 persone erano già censiti 25 gessatori e solo 4 muratori (Racca, 1835).

I primi impresari documentati in questo settore appartengono alle stesse famiglie che nei Sei-Settecento espressero capimastri e architetti. Nel 1808 è citato un Gianbattista Giobbe fu Gianmaria domiciliato a Strasburgo. Nella sua procura, in un documento allegato, rogato a Berna in francese, viene definito gipseur de profession et able a Strasbourg; suo procuratore è Antonio fu Pietro Giavina, definito maitre stucateur, mentre un altro Giavina, Cristoforo fu Giovanni, risulta stuccatore (ASPRm, b. 134).

I primi impresari documentati in questo settore appartengono alle stesse famiglie che nei Sei-Settecento espressero capimastri e architetti. Nel 1808 è citato un Gianbattista Giobbe fu Gianmaria domiciliato a Strasburgo. Nella sua procura, in un documento allegato, rogato a Berna in francese, viene definito gipseur de profession et able a Strasbourg; suo procuratore è Antonio fu Pietro Giavina, definito maitre stucateur, mentre un altro Giavina, Cristoforo fu Giovanni, risulta stuccatore (ASPRm, b. 134).

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Stuccatori e decoratoriLa scoperta del marmo artificiale a Rima

La scagliolaL’arte della scagliola ha origine nella pianura emiliana in età cinquecentesca e si diffonde in Europa nel corso del Settecento (coinvolgendo soprattutto i luganesi). Durante l’Ottocento si afferma il suo impiego su ampia scala in un conteso che unisce all’arte della scagliola quella della decorazione architettonica.

Il Marmo artificialeGli artigiani di Rima sviluppano nel corso dell’Ottocento una singolare abilità nella lavorazione della scagliola, perfezionando la già esistente tecnica di imitazione del marmo fino a raggiungere risultati di eccezionale qualità.

Il Marmo artificialeGli artigiani di Rima sviluppano nel corso dell’Ottocento una singolare abilità nella lavorazione della scagliola, perfezionando la già esistente tecnica di imitazione del marmo fino a raggiungere risultati di eccezionale qualità.

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E’ un momento questo in cui i fenomeni di gusto legati all’eclettismo tardo-ottocentesco, cui le grandi esposizioni internazionali fungono da cassa di risonanza, si coniugano con la speciale felice congiuntura economica che precede la grande crisi bellica. Lo Storicismo è appunto, a Vienna come a Berlino, il recupero e la reinterpretazione di stili diversi, sovente con palesi intenti celebrativi e simbolici.

E’ un momento questo in cui i fenomeni di gusto legati all’eclettismo tardo-ottocentesco, cui le grandi esposizioni internazionali fungono da cassa di risonanza, si coniugano con la speciale felice congiuntura economica che precede la grande crisi bellica. Lo Storicismo è appunto, a Vienna come a Berlino, il recupero e la reinterpretazione di stili diversi, sovente con palesi intenti celebrativi e simbolici.

Il Marmo artificialeIl contesto culturale

Il Marmo artificialeIl contesto culturale

Il vorticoso sviluppo delle capitali dopo la metà dell’Ottocento dà avvio al suo impiego su ampia scala.

Il vorticoso sviluppo delle capitali dopo la metà dell’Ottocento dà avvio al suo impiego su ampia scala.

Le decorazioni architettoniche marmoree, autentiche o finte, si legano a questa temperie culturale. E’ in sostanza una

cultura delle grandi realtà urbane, che si tratti di intervenire nei luoghi del divertimento, della finanza, del potere politico o

della memoria.Nella Felix Austria, nella giovane potenza prussiana,

nell’impero russo e nelle propaggini di quello ottomano, la fortuna incontrata dalle impresi rimesi del marmo artificiale e dei mosaici si spiega soprattutto con il fervore architettonico

che il cuore dell’Europa sta vivendo ed il ciclo di grande dinamismo che lo ingenera.

Le decorazioni architettoniche marmoree, autentiche o finte, si legano a questa temperie culturale. E’ in sostanza una

cultura delle grandi realtà urbane, che si tratti di intervenire nei luoghi del divertimento, della finanza, del potere politico o

della memoria.Nella Felix Austria, nella giovane potenza prussiana,

nell’impero russo e nelle propaggini di quello ottomano, la fortuna incontrata dalle impresi rimesi del marmo artificiale e dei mosaici si spiega soprattutto con il fervore architettonico

che il cuore dell’Europa sta vivendo ed il ciclo di grande dinamismo che lo ingenera.

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Il Marmo artificialeIl monopolio rimese

Il Marmo artificialeIl monopolio rimese

A Rima si instaura un meccanismo di produzione e riproduzione la cui notorietà varca i confini e si impone quasi con un monopolio.

Gli stuccatori di Rima conservano per sé il segreto delle fasi salienti del processo di creazione e affidano a mano d’opera locale gli aspetti meno difficili del processo creativo. Si crea così una sorta di aristocrazia fondata sul mestiere, una élite che, detenendo una competenza pressoché esclusiva, la trasmette alle sole famiglie locali ed impara a ricavarne il massimo beneficio.

A Rima si instaura un meccanismo di produzione e riproduzione la cui notorietà varca i confini e si impone quasi con un monopolio.

Gli stuccatori di Rima conservano per sé il segreto delle fasi salienti del processo di creazione e affidano a mano d’opera locale gli aspetti meno difficili del processo creativo. Si crea così una sorta di aristocrazia fondata sul mestiere, una élite che, detenendo una competenza pressoché esclusiva, la trasmette alle sole famiglie locali ed impara a ricavarne il massimo beneficio.

Cosa decisamente sorprendente è che essi entrino altrettanto rapidamente in diretto contatto con le corti, di modo che le committenze di cui beneficiano sono perlopiù di altissimo livello, con un effetto a cascata.

Cosa decisamente sorprendente è che essi entrino altrettanto rapidamente in diretto contatto con le corti, di modo che le committenze di cui beneficiano sono perlopiù di altissimo livello, con un effetto a cascata.

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Il Marmo artificialeI protagonisti: una elite di artigiani

Il Marmo artificialeI protagonisti: una elite di artigiani

Possiamo affermare che il più illuminante caso di imprenditore del marmo artificiale è Antonio De Toma (1821-95). Iniziò a lavorare, a Monaco all’età di 11 anni, con i fratelli Viotti .All’età di 23 anni si trasferì a Stoccolma; la sua sfera di lavoro si estese poi alla Mitteleuropa (Vienna, Berlino, Trieste e Venezia) e all’Europa orientale (Ungheria, Bucarest e Russia). Suoi collaboratori furono i fratelli De Paulis e Pietro Giavina; alla sua impresa furono legati anche i carcoforini Giovanni e Giuseppe Rappa. Morì a Varallo nel 1895. Egli diventerà famoso per aver lavorato a lungo nelle regge di Ludwig e nella Vienna imperiale.

Possiamo affermare che il più illuminante caso di imprenditore del marmo artificiale è Antonio De Toma (1821-95). Iniziò a lavorare, a Monaco all’età di 11 anni, con i fratelli Viotti .All’età di 23 anni si trasferì a Stoccolma; la sua sfera di lavoro si estese poi alla Mitteleuropa (Vienna, Berlino, Trieste e Venezia) e all’Europa orientale (Ungheria, Bucarest e Russia). Suoi collaboratori furono i fratelli De Paulis e Pietro Giavina; alla sua impresa furono legati anche i carcoforini Giovanni e Giuseppe Rappa. Morì a Varallo nel 1895. Egli diventerà famoso per aver lavorato a lungo nelle regge di Ludwig e nella Vienna imperiale.

Nel 1896 l’architetto di corte a San Pietroburgo, Messmacher, scriveva:“(Gli stuccatori di Rima) hanno un talento eccezionale per la composizione dei colori e per il disegno del marmo artificiale, che è assolutamente conforme al marmo naturale”.

Protagonisti inizialmente di migrazione temporanea e qualificata, molti rimesi daranno al fenomeno caratteri particolari, trasformandosi tra Otto e Novecento in imprenditori.

Alcune famiglie di Rima fonderanno infatti veri imperi economici e stenderanno una fitta trama attraverso l’Europa, dalla Spagna fino ai Balcani, la Scandinavia e, ad oriente, fino alla Russia.

Rima

Il suo figlio primogenito, Antonio, nato a Berlino nel 1863, studiò ingegneria e architettura all’Università di Vienna e continuò l’attività paterna lavorando a palazzi e monumenti in Austria, Ungheria, Germania e Boemia. Nei suoi cantieri si formarono anche molti artigiani rimesi che divennero successivamente impresari autonomi, come i fratelli Axerio-Cilies.

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Il Marmo artificialeI protagonisti: una elite di artigiani

Il Marmo artificialeI protagonisti: una elite di artigiani

Nel Castello dei Rotschild a Pregui presso Ginevra lavora per De Toma anche Pietro Axerio-Cilies; egli in seguito parteciperà alla fondazione a sua volta di altre grandi imprese di decorazione in marmo artificiale: una con sede a Berlino e San Pietroburgo sorge ad opera dei cugini Axerio-Piazza; l’altra sorgerà a Bucarest per mano sua e del fratello Giovanni.

Nel Castello dei Rotschild a Pregui presso Ginevra lavora per De Toma anche Pietro Axerio-Cilies; egli in seguito parteciperà alla fondazione a sua volta di altre grandi imprese di decorazione in marmo artificiale: una con sede a Berlino e San Pietroburgo sorge ad opera dei cugini Axerio-Piazza; l’altra sorgerà a Bucarest per mano sua e del fratello Giovanni.

Tutti svilupperanno una struttura operativa simile: il nucleo di artisti di Rima, ossia coloro che detengono i saperi, conosce i pigmenti e crea i difficili accostamenti cromatici con intuito e sensibilità speciali; sono loro – i maestri di Rima – che compongono il marmo ad arte e cioè il disegno delle venature a secco o quello dell’impasto a macchie. Per le grandi famiglie di impresari lavorano tutti gli anni, andando e venendo attraverso le Alpi, e viaggiando fino alla lontana Russia o fino alle propaggini dell’impero ottomano, gli uomini di Rima: i Viotti, Dellavedova, Valentino, Bastucchi, Giavina, Giobbe, Giulietti, Tosser, Doda, Antonioli, Ragozzi, Alberti …Essi apprendono da bambini il mestiere e per tutta la vita lavoreranno all’estero.

Tutti svilupperanno una struttura operativa simile: il nucleo di artisti di Rima, ossia coloro che detengono i saperi, conosce i pigmenti e crea i difficili accostamenti cromatici con intuito e sensibilità speciali; sono loro – i maestri di Rima – che compongono il marmo ad arte e cioè il disegno delle venature a secco o quello dell’impasto a macchie. Per le grandi famiglie di impresari lavorano tutti gli anni, andando e venendo attraverso le Alpi, e viaggiando fino alla lontana Russia o fino alle propaggini dell’impero ottomano, gli uomini di Rima: i Viotti, Dellavedova, Valentino, Bastucchi, Giavina, Giobbe, Giulietti, Tosser, Doda, Antonioli, Ragozzi, Alberti …Essi apprendono da bambini il mestiere e per tutta la vita lavoreranno all’estero.

Rima

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Oltre che nei palazzi imperiali e nelle banche, esse intervengono significativamente nella realizzazione della Museum Insel, l’Isola dei Musei lambita dalla Spree, che rappresenta un polo del collezionismo assolutamente d’eccezione. Il tema delle architetture museali ben si presta d’altronde – proprio perché ricco di implicazioni di carattere storicista – ad un’ampia declinazione di decorazioni in finto marmo.

Oltre che nei palazzi imperiali e nelle banche, esse intervengono significativamente nella realizzazione della Museum Insel, l’Isola dei Musei lambita dalla Spree, che rappresenta un polo del collezionismo assolutamente d’eccezione. Il tema delle architetture museali ben si presta d’altronde – proprio perché ricco di implicazioni di carattere storicista – ad un’ampia declinazione di decorazioni in finto marmo.

Dalle Alpi all’Europa. Berlino: i luoghi della memoria

Dalle Alpi all’Europa. Berlino: i luoghi della memoria Rima

Berlino

A Berlino, in diverse fasi, saranno presenti tutte le imprese di Rima. A Berlino, in diverse fasi, saranno presenti tutte le imprese di Rima.

Agli Axerio sono commissionati gli stucchi ed i marmi del Kaiser Friedrich Museum, piu’ noto come Bode Museum dal nome del celebre direttore, completato nel 1904 su progetto di von Ihne in stile neo-barocco e neo-rinascimentale e sorto per ospitare le opere più importanti delle ricchissime collezioni degli Hohenzollern. Ma anche nel palazzo disegnato da Friedrich Schinkel nel 1830 per le celebri raccolte di arte greca di Federico il Grande, Altes Museum, come pure nel Neues Museum, galleria di arte antica, e nel grandioso Pergamon Museum, costruito per accogliere enormi reperti mesopotamici ed ellenistici, gli Axerio ricevono incarichi di lavoro.

Agli Axerio sono commissionati gli stucchi ed i marmi del Kaiser Friedrich Museum, piu’ noto come Bode Museum dal nome del celebre direttore, completato nel 1904 su progetto di von Ihne in stile neo-barocco e neo-rinascimentale e sorto per ospitare le opere più importanti delle ricchissime collezioni degli Hohenzollern. Ma anche nel palazzo disegnato da Friedrich Schinkel nel 1830 per le celebri raccolte di arte greca di Federico il Grande, Altes Museum, come pure nel Neues Museum, galleria di arte antica, e nel grandioso Pergamon Museum, costruito per accogliere enormi reperti mesopotamici ed ellenistici, gli Axerio ricevono incarichi di lavoro.

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A Bucarest, i fratelli Axerio-Cilies giungono intorno agli anni ’80 su richiesta di Carlo I Hohenzollern (1881-1914), primo sovrano della nuova Romania sottratta al dominio turco dalle potenze europee. A questo principe tedesco di gusti decisamente francofili il compito di trasformare l’antica città della Valacchia – balcanica e vagamente orientaleggiante – in una moderna capitale europea.

A Bucarest, i fratelli Axerio-Cilies giungono intorno agli anni ’80 su richiesta di Carlo I Hohenzollern (1881-1914), primo sovrano della nuova Romania sottratta al dominio turco dalle potenze europee. A questo principe tedesco di gusti decisamente francofili il compito di trasformare l’antica città della Valacchia – balcanica e vagamente orientaleggiante – in una moderna capitale europea.

Dalle Alpi all’EuropaBucarest: i luoghi della politica della finanza e del divertimemto

Dalle Alpi all’EuropaBucarest: i luoghi della politica della finanza e del divertimemto

“brevetto con medaglia d’argento per la loro valentia come stuccatori e decoratori in gesso” (1886)brevetto con medaglia d’oro e titolo di “Cavalieri della Corona di Romania” (1890)

“brevetto con medaglia d’argento per la loro valentia come stuccatori e decoratori in gesso” (1886)brevetto con medaglia d’oro e titolo di “Cavalieri della Corona di Romania” (1890)

Rima Bucarest

Possiamo ben dire che Pietro Axerio condivida con lui – e con gli architetti parigini del tempo - il percorso di trasformazione di Bucarest realizzando alcune delle più belle decorazioni architettoniche. Egli diventa uomo di fiducia della corte e della regina: sarà proprio lei a volere l’Ateneo della Musica (1886-95), in cui si coniugano evocazioni dello stile balcanico brancoviano con l’eclettismo francese.

Possiamo ben dire che Pietro Axerio condivida con lui – e con gli architetti parigini del tempo - il percorso di trasformazione di Bucarest realizzando alcune delle più belle decorazioni architettoniche. Egli diventa uomo di fiducia della corte e della regina: sarà proprio lei a volere l’Ateneo della Musica (1886-95), in cui si coniugano evocazioni dello stile balcanico brancoviano con l’eclettismo francese.

Committenze reali (Palazzo Reale di Bucarest, Palazzo Reale di Cotroceni, Ateneo della Musica) Committenze di governo (Palazzo di Giustizia, Palazzo del Ministero dei Lavori Pubblici, Banca Nazionale Romena)Opere richieste dal Capitolo della Cattedrale Cattolica di Bucarest (1887-88)Opere richieste da grandi alberghi (Athenée Palace, 1911-14) e dai notabili della capitale.

Committenze reali (Palazzo Reale di Bucarest, Palazzo Reale di Cotroceni, Ateneo della Musica) Committenze di governo (Palazzo di Giustizia, Palazzo del Ministero dei Lavori Pubblici, Banca Nazionale Romena)Opere richieste dal Capitolo della Cattedrale Cattolica di Bucarest (1887-88)Opere richieste da grandi alberghi (Athenée Palace, 1911-14) e dai notabili della capitale.

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Gli affari e gli affettiDall’Europa all’alpe Lanciole

In una lettera del 7 giugno 1868 Antonio invitava la moglie, che stava per salire all’alpe, ad abbandonare i lavori agricoli: lasciate andare il minuto interesse del Bestiame, avrete una Serva e il fieno, prendete ranzini di metterlo dentro, ne tu ne la madre meglio che vi mischiate a tal fatiche.

Dopo il ricongiungimento della famiglia a Vienna è la madre a continuare a praticare i lavori agricoli a Rima. Il 17 dicembre dello stesso anno il De Toma chiudeva una lettera alla madre raccomandandole soprattutto di non strapazzarsi con tanto bestiame (ADTo).

alpe Lanciole

La famiglia di Antonio de Toma, uno dei maggiori impresari europei dell’epoca in ambito edilizio, continuava a frequentare l’alpe Lanciole.