Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

Embed Size (px)

Citation preview

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    1/64

    Limmaginario

    urbano nellItaliamedievale(secoli v-xv)

    diJacques Le Goff

    Storia dellarte Einaudi 1

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    2/64

    Edizione di riferimento:in Storia dItalia. Annali, 5. Il paesaggio, a cura di

    Cesare De Seta, Einaudi, Torino 1982

    Storia dellarte Einaudi 2

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    3/64

    Indice

    Introduzione 4

    1. I modelli 17

    2. Il sistema dei valori spaziali cristiani e la citt 273. La cristianizzazione delle citt 31

    4. La citt, la non-citt, lanti-citt 35

    5. Immagine della citt e coscienza cittadina 38

    6. La citt, immagine e strumento del potere 51

    Storia dellarte Einaudi 3

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    4/64

    Introduzione

    In questo saggio vorrei cercare di riunire due recen-ti vie di ricerca, per lo pi separate fra loro, e di far con-correre tipi di documenti di rado sfruttati insieme. Dauna parte mi propongo di presentare limmagine mate-riale delle citt italiane nel Medioevo come rivelatrici diuna forma, di una struttura. Ma la forma di una cittrinvia a modelli ideali, estetici e ideologici. Tre tipi didocumenti consentono principalmente di avvicinare que-sta realt. Anzitutto larcheologia, sia larcheologia

    morta, prodotta dagli scavi che restituiscono gli antichimateriali di una citt (ma scavare nelle citt, dove ilpopolamento, la vita non hanno in generale cessato diesistere negli stessi luoghi, non facile), sia larcheolo-gia vivente delle attuali forme urbane, in cui ancorapossibile intuire e dove talvolta ancora funziona, seppurparzialmente, lantica struttura. Qui si presenta la docu-mentazione grafica dei secoli passati e la documenta-

    zione fotografica recente, in particolare quella offertadalla fotografia aerea, rivelatrice di strutture e di masse.A questo primo tipo di documenti gi diversi vienead aggiungersi la testimonianza iconografica, che richie-de uninterpretazione pi approfondita per il fatto chele opere darte non sono mai una mera rappresentazio-ne. In compenso, la loro deformazione della realt mate-riale rivela larmatura mentale dellimmagine urbana. Larappresentazione delle citt nella pittura, nella scultura,

    Storia dellarte Einaudi 4

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    5/64

    nella cartografia una delle migliori testimonianze del-limmaginario urbano. Finalmente, i modelli ideali sono

    espressi nelle opere teoriche: trattati di urbanistica, diarchitettura, ma anche opere propriamente ideologiche,vale a dire per il Medioevo europeo anzitutto la let-teratura religiosa: commenti biblici, sermoni, exempla,trattati teologici e morali in cui compare il tema urba-no. Sono tre tipi di documenti che meglio consentonodi stringere da presso limmaginario spaziale della citt.

    Daltra parte vorrei ricorrere anche a documenti incui si esprime la coscienza urbana degli italiani delMedioevo. A questo proposito si offrono tre insiemidocumentari dimportanza diversa. Il primo uno spe-cifico genere letterario: lelogio delle citt, le laudescivitatum. Il secondo formato da testi e temi che riu-niscono racconti, leggende, tradizioni sulle citt: ci chegli uomini del Medioevo chiamavano mirabilia. Ilmeraviglioso urbano costituisce un capitolo sterminatodellimmaginario urbano, che potrebbe addirittura ridur-

    si ad esso, se si limitasse il significato di immaginario,come non nei miei propositi. di grande interesse,infatti, combinare insieme cultura dotta e cultura popo-lare a proposito della citt, al fine di capire il folcloreurbano. Finalmente la coscienza urbana medievale ed questo lelemento pi importante si espressa in unastoriografia originale, un insieme di cronache cittadine,che rappresentano uno dei campi pi ricchi della sto-

    riografia medievale, soprattutto in Italia. Questo secon-do insieme documentario permette di afferrare limma-ginario temporale della citt.

    Ma sar anche il caso di sottolineare che questa sto-ria dellimmaginario urbano, in cui sembrano avere lameglio lestetica e lideologia, anche, e forse anzitut-to, una storia sociale e politica. Sociale, perch le con-traddizioni e i conflitti che essa rivela, sono soprattut-to quelli della societ urbana; nella sua struttura mate-

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 5

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    6/64

    riale, nella topografia urbana, come pure nella sua ideo-logia, limmaginario urbano modellato dalle tendenze

    e dagli antagonismi sociali: chierici contro laici, magna-ti contro popolani, popolo minuto contro popolo gras-so. Politica, perch limmagine urbana unespressionee uno strumento del potere. Il patriottismo urbano, che stato in buona parte un prodotto di questo immagi-nario, a sua volta, in misura notevole, modellato daquello, ha oscillato cos fra le immagini di una citt divi-sa contro se stessa, aperta a Satana e alle sue coorti dia-boliche, e una citt armoniosa, fondata sulla pace, laconcordia, piena di fervore religioso e di rispetto per laChiesa.

    Ancor pi delle trasformazioni demografiche, tecno-logiche, culturali, proprio levoluzione sociale e politicaha modellato limmaginario urbano. Vi ritroviamo facil-mente i grandi periodi della storia politica e sociale del-lItalia medievale: un lungo Alto Medioevo, in cui sonopresenti lagonia della citt antica e la comparsa di forme

    e immagini nuove (secoli v-x); un Medioevo comunale,che vede lapogeo della coscienza urbana (secoli xi-xiii),e un Basso Medioevo signorile, in cui limmagine urba-na al servizio dei nuovi padroni e dove lo splendoremonumentale e urbanistico mira al tempo stesso amascherare la povert della vita civile e ad esprimere inuovi rapporti sociali e politici.

    Ma prima di tracciare sommariamente la storia di

    questo immaginario urbano dellItalia medievale, vorreifare ancora qualche osservazione.Anzitutto devo dire che ognuna delle direzioni di

    ricerca da me indicate gi stata ampiamente esploratae ha dato luogo a lavori importanti1: in effetti si mani-festata attraverso di essi, e in misura notevole, il profon-do cambiamento degli studi storici nel nostro tempo.Oltre alla storia vera e propria dellimmaginario puntoavanzato nella ricerca storica2 lo studio dellimmagine

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 6

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    7/64

    urbana collegata a un rinnovamento della storia del-larte in diverse direzioni: come ricorso, al tempo stes-

    so, alla struttura e alla storia3

    , come storia dellurbani-stica e insieme come studio sociologico, come studioformale, studio culturale, studio del potere sulla strut-tura e sullimmagine urbana4, come iconologia5, comesimbolismo dello spazio6. Nei suoi aspetti storiografici,lo studio dellimmagine urbana si ricollega alla storia deigeneri7, alla storia del meraviglioso8, alla storia della sto-riografia9. una parte essenziale della memoria urbana.Infine, essa utilizza la socio-topografia storica10 e reca ilproprio contributo alla nuova storia politica, concepitacome antropologia storica del potere11.

    Limmaginarlo urbano dunque quellinsieme di rap-presentazioni di immagini e didee, attraverso le qualiuna societ urbana o parte di essa, o i suoi ideologi ei suoi artisti, che non di rado sono la stessa cosa costruisce per se stessa e per gli altri un autopersonag-gio, un autoritratto12. Ci che importa, per lo storico,

    capire che questo personaggio ha due facce: una mate-riale, reale, rappresentata dalla struttura e dallaspettodella citt stessa; laltra mentale, incarnata nelle rap-presentazioni artistiche, letterarie e teoriche della citt.Limmaginario urbano consiste insomma nel dialogo fraqueste due realt, fra la citt e la sua immagine.

    In secondo luogo necessario sottolineare lorigina-lit italiana nella storia urbana medievale e nelle condi-

    zioni sociali, politiche e culturali, che hanno fatto dellacitt italiana medievale un luogo privilegiato dellim-maginario urbano, proprio perch la variet dei model-li urbani e delle citt esistenti nellItalia medievale puridursi, a seconda delle varie epoche, a un tipo predo-minante.

    La citt medievale lasciando da parte la citt bizan-tina, la citt islamica, la citt cinese un fenomenoeuropeo. Essa presenta un duplice aspetto: leredit

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 7

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    8/64

    romana e lesplosione urbana dei secoli xi-xiii, uno deifenomeni fondamentali dellet medievale. La prima si

    traduce nelle strutture e nei monumenti. Le strutturetrasmettono alla citt medievale alcuni elementi impor-tanti della maglia urbana, come la forma rettangolare oquadrata del centro urbano, il tracciato delle mura, ilpalinsesto di un piano regolare, dove le vie si congiun-gono ad angolo retto, vestigia dei due grandi assi (decu-manus e cardo) e del loro incrocio. I monumenti forni-scono ricordi, miniere e materiali. Sono i punti di rife-rimento per meditazioni e sogni; recano allimmaginedella citt medievale componenti molteplici e contrad-dittorie: immagini di decadenza e di rinascita, di bar-barie e di civilt, di continuit e di rottura, modelli eantimodelli. Questo retaggio dellantichit, questa per-manenza topografica ha portato alcuni medievisti a insi-stere sulla continuit che lega la citt medievale allacitt antica. A mio giudizio, si vittime cos di unillu-sione, anche per quel che riguarda lItalia, e sarei ten-

    tato di dire soprattutto per quel che riguarda lItalia,dove la citt medievale ha affermato la propria novitprima e pi energicamente che nel resto della cristianit.Questa persistenza di alcune forme e di taluni elemen-ti materiali conta meno, agli occhi dello storico, delcambiamento radicale delle funzioni, del significato,dello spirito. Ora, prima della nascita della nuova cittmedievale, la citt dellAlto Medioevo anzitutto nega-

    zione e distruzione della citt antica. Mi limiter a indi-care sommariamente tre punti fondamentali per lim-magine della citt medievale.

    Il primo la scomparsa, in seguito a distruzione,abbandono o riconversione, di tutti i monumenti, ditutti i centri della vita sociale, politica, artistica dellacitt romana: i templi, il foro, le terme, i teatri, il circo,lo stadio. Con la scomparsa di questi monumenti e diquesti luoghi pubblici viene meno tutta una pratica

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 8

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    9/64

    sociale e una cultura, spariscono elementi essenziali del-limmagine, della coscienza, dellideologia cittadina: le

    credenze e le cerimonie legate a divinit pagane, la socia-bilit dei luoghi pubblici e degli spazi di riunione, la cul-tura del corpo (per quel che riguarda ligiene, la ginna-stica e gli sport), lo spettacolo delle maschere, dei com-battimenti fra uomini e animali ecc.13.

    Il secondo punto la sostituzione del disordine, nel-loccupazione dello spazio urbano, alla regolarit del-lurbanistica antica, o meglio la sostituzione dellordinegeometrico con un nuovo ordine, generatore di irrego-larit nella disposizione dei monumenti legati ad esem-pio alla casualit della localizzazione delle reliquie e deiricordi dei martiri, alla sinuosit delle vie, allirregola-rit e in generale allesiguit degli spazi, in seguito allascomparsa di autorit urbane e di organizzazioni civichein grado dimporre una regola urbanistica. Limmagineurbana medievale non ritrover, o per meglio dire noncreer perch si tratter, come vedremo, di creazione

    la linea retta se non nella verticalit.Finalmente, la citt medievale sar in totale con-trasto con la citt antica una citt di vivi e di morti.I cadaveri non saranno pi rigettati, in quanto impuri,allesterno dello spazio urbano, ma secondo lesempioe per lattrazione dei corpi dei martiri14 verranno inse-diati nel territorio intra muros. Tombe isolate, sepolcricostruiti nelle chiese o cimiteri urbani faranno della

    citt una necropoli al tempo stesso che una citt diviventi, e limmagine urbana avr un aspetto funerarioche contribuir a trasformarla profondamente. Linur-bamento dei morti un elemento capitale nella rivolu-zione urbana materiale e mentale del Medioevo.

    La citt medievale comincia con il cristianesimo. Maquesto non si limita a distruggere o a sostituire parzial-mente il corpo e limmagine della citt antica: cominciaa modellarla. Anzitutto e soprattutto attraverso la

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 9

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    10/64

    costruzione di chiese. La chiesa diventa il monumentourbano per eccellenza e le chiese, nella maggior parte

    delle citt, si pu dire monopolizzino lidea di monu-mento. La struttura monumentale e ideologica urbana,lideogramma urbano consistono nella rete delle chiese.Nelle pi importanti citt del tempo, immeschinite peril crollo demografico e lesodo verso le campagne, ilprincipale monumento diventa la cattedrale e la citt,centro di potere al tempo stesso che centro religioso idue fenomeni si confondono diventa la sede del vesco-vo. Tuttavia la cattedrale finir con lavere di rado unafunzione e unimmagine davvero dominanti nella citt:altre chiese, altri monumenti religiosi, in particolare iconventi, saranno centri in concorrenza con la catte-drale.

    La citt medievale sar policentrica, soprattutto nel-lAlto Medioevo, prima che nellet comunale la piazzaimponga un centro alla citt, senza peraltro riuscire a farscomparire altri centri tradizionali (quartieri sorti intor-

    no a chiese parrocchiali) o nuovi centri secondari, crea-ti ai quattro angoli della citt intorno ai conventi degliordini mendicanti, sorti nel secolo xiii (predicatori,minori, agostiniani, carmelitani). Alla citt medievale ilcristianesimo apporta due tratti essenziali per la suaimmagine. Il primo la verticalit, inaugurata dai cam-panili che ospitano, a partire dal secolo vii, una grande,creazione cristiana, la campana e la cella campanaria,

    con cui la Chiesa si assicura il dominio sul tempo e sullospazio: il tempo urbano, fino al secolo xiii in modoesclusivo, poi in misura prevalente, sar il tempo dellaChiesa, il tempo delle campane. Prima che si innalzinole torri delle case aristocratiche e del palazzo comunale,i campanili domineranno la massa e il profilo delle citt:a loro apparterr la verticalit. Il secondo di questi trat-ti dovuti alla cristianizzazione della citt in luogo delteatro, dei giochi, delle feste dellAntichit pagana

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 10

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    11/64

    linserimento nella citt del cerimoniale cristiano, laliturgia. Certo, la liturgia si dispiega soprattutto allin-

    terno delle chiese, e limmaginario urbano medievalecomporta una parte assai pi grande di interiorit chenon limmaginario urbano antico. Ma la liturgia cristia-na straripa fuori delle chiese. Le processioni sono ormaiiscritte nel calendario e nella topografia urbana: nuoviitinerari vanno delineandosi nella citt, avendo comepunti di partenza e di arrivo le chiese, anzich i templie i monumenti dellAntichit.

    A partire dai secoli x e xi nasce la citt propriamen-te medievale, molto diversa dalla citt antica. La suaprima funzione non pi amministrativa o militare, maeconomica: la citt anzitutto luogo di produzione, discambi, di consumi. Una nuova divisione dello spaziourbano viene delineandosi per distinguere i quartieri dilavoro e i quartieri residenziali, le zone di svago e inuovi centri emergenti, i mercati. Questa attivit eco-nomica il prodotto di nuovi cittadini che conquistano

    ben presto il primo posto nella citt: i borghesi. Essisimpadroniscono a poco a poco del potere nella citt,che viene da loro rimodellata a immagine della loropotenza economica, sociale, politica: costruzione indi-viduale delle case delle grandi famiglie nobili o borghe-si e soprattutto erezione collettiva dei monumenti comu-nali e di un nuovo centro preponderante, la piazza.

    Finalmente la citt medievale afferma a poco a poco

    una funzione culturale originale: si caratterizza di ldal suo volto religioso, sempre predominante con lacreazione di scuole urbane e il fiorire di feste a caratte-re laico. Le scuole anche nelle citt diventate sedi uni-versitarie non modificano tuttavia, come si potrebbepensare, limmagine urbana. A lungo, queste universite queste scuole non disporranno di edifici propri e anchequando ne costruiranno, essi saranno privi di caratteremonumentale e non concorreranno ad arricchire lim-

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 11

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    12/64

    magine urbana. Daltra parte i conflitti fra universitarie poteri pubblici, come pure la presenza di stranieri

    nelle universit pi importanti limitano la parte chequesti centri di istruzione avranno nella formazione ediffusione della coscienza e dellimmagine urbana.

    Quanto alle feste, sebbene pi o meno fortementesegnate dallimpronta religiosa, esse colorano limmagi-ne urbana sia di tinte popolari, folcloriche, con una dosepi o meno grande di paganesimo (carnevale); sia ditoni aristocratici, perch come ha di recente ricorda-to Philip Jones15 la cultura borghese, quando non costi-tuisce un mito, imita la cultura nobiliare o trae molto daessa; sia finalmente di caratteri sportivi, in cui non facile discernere quanto derivi da sport popolari e quan-to appartenga alla cultura fisica e militare della nobilt(calcio, quintana, palio ecc.).

    Allinterno di questo fenomeno urbano, che si pro-duce e crea il proprio immaginario in tutta la cristianitmedievale, le citt italiane affermano la loro originalit.

    Essa legata anzitutto dal peso delleredit antica. Lapresenza di antichi monumenti , nelle citt italiane delMedioevo, quantitativamente e qualitativamenteimpressionante, quasi ossessionante. La tarda Antichitvi si prolunga pi che altrove e il peso dellimmagineantica, dopo un semieclissi durante il periodo comuna-le, ricomparir prima e con maggiore vivacit che altro-ve, proponendo i modelli romani di un Rinascimento

    precoce. Entro questa presenza materiale e ideologicadella citt antica, graver in modo particolarmentepesante una realt al tempo stesso attuale e retrospetti-va: Roma. Al fascino, pi o meno grande a secondadelle epoche, dellantica Roma viene ad aggiungersi ilprestigio della Roma papale, sebbene fra la citt leoni-na del secolo ix e la met del Quattrocento, i ponteficinon abbiano lasciato una forte impronta di s sulla citteterna n con una presenza molto frequente, n con un

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 12

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    13/64

    contributo di qualche rilievo alla sua immagine. Tutta-via il giubileo del 1300 mostrer la forza dellattrazio-

    ne romana, rinnovata dal cristianesimo e dal papato.La seconda originalit dellimmaginario urbano ita-liano legata alla funzione svolta in Italia dallet caro-lingia fino alla met del secolo xiii dagli imperatori ger-manici. Per la verit, il contributo imperiale allimma-ginario urbano italiano soprattutto negativo. Anchenelle citt ghibelline, la presenza molto intermittentedellimperatore e quella dei suoi rappresentanti si manifestata in misura molto discreta nei monumenti enellurbanistica. In generale, lImpero apporta una notarepressiva: la cittadella che domina e sembra schiaccia-re alcune citt, la rocca. Invece lazione imperiale hasegnato la coscienza e limmaginario delle citt italianein modo negativo, con la traumatizzazione provocatadalla distruzione delle mura, come avvenne a Milano perordine di Barbarossa o a Napoli per volere di Enrico VI.

    La terza peculiarit che ha colpito fin dal Medioevo

    gli uomini del Nord europeo, prima di attirare latten-zione degli storici moderni, la presenza massiccia dellanobilt, mentre altrove questa classe sociale rimane perlo pi lontana dalle citt, arroccata nei suoi castelli, alcentro delle signorie rurali. La presenza dei nobili nellecitt italiane del Medioevo vi provoca anzitutto lottesociali, che si riflettono nellarchitettura e nellurbani-stica, imprimendo alla cultura e allimmagine urbana

    quel carattere nobiliare sottolineato da Philip Jones,forse con qualche esagerazione polemica per reazionealla falsa immagine di una citt italiana dominata da spe-cifici valori borghesi.

    Finalmente la pi importante peculiarit italiana che la citt si impadronita quasi dappertutto di un pro-prio territorio rurale, di estensione maggiore o minore,il contado, e ha conquistato la propria autonomia poli-tica, fondando su queste due conquiste un fenomeno

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 13

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    14/64

    originale, la citt-stato. Si tratta evidentemente di unapeculiarit essenziale per limmagine e limmaginario

    delle citt italiane del Medioevo. Il rapporto fra citt ecampagna per esse pi importante che altrove; nevedremo il carattere contraddittorio: se la citt si aprelargamente sulla campagna e questa penetra profonda-mente nella citt, cos che i due termini sono forte-mente complementari, tuttavia la citt nei confronti delcontado e dei suoi abitanti e merita sottolineare che,in Italia, contadino ha finito col designare tutti irustici ha un atteggiamento di dominio, di disprez-zo e in qualche misura di segregazione. Le mura urbanesono ambigue: da una parte appaiono come una frontierapiena di brecce e di aperture, che lascia passare attra-verso le porte un traffico nei due sensi, tale da creareunosmosi fra citt e campagna e da far s che limma-gine urbana sembri riversarsi fuori dallo spazio pro-priamente urbano, come una specie di Giano bifronte,che guardi allinterno e allesterno delle mura; daltra

    parte queste mura sono una separazione, una chiusura,un rifiuto della rusticit, quasi il disdegno della verti-calit e del monumentale verso le bassure della campa-gna e la povert delle sue case e delle sue pievi rurali.

    Inoltre la citt-stato si sente in dovere di tradurre lapropria autonomia e la sua potenza politica in un insie-me di monumenti e in unurbanistica che conferisconoallimmagine delle citt medievali italiane laspetto di

    una capitale. Ma questa autonomia e la sete di potenza,di allargamento del contado che ne deriva, creano fra lecitt italiane un antagonismo che raggiunge il massimoproprio nellimmagine che ogni citt si costruisce e offredi s alle altre. unimmagine di propaganda e di sfida,unaffermazione di orgoglio e uno strumento di lotta.NellItalia medievale, limmaginario urbano animatodal desiderio di prevalere sulle altre citt, in particola-re su quella che la rivale pi aborrita, e insieme sulla

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 14

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    15/64

    citt che si impone come modello per tutte, Roma16.Spesso la lotta delle citt fra loro o contro limperatore

    si cristallizza intorno a immagini simboliche della citt: il caso del carroccio, la cui cattura in una battaglia una preda essenziale: totem e feticcio dellimmaginariourbano, il carroccio incarna la citt stessa17.

    1 Ad esempio, nella collezione La citt nella storia dItalia, pub-blicata a partire dal 198o presso Laterza, Cesare De Seta presenta le

    citt italiane secondo la loro cartografia, quale stata disegnata fin dalsecolo xv, unendo immagini materiali e immagini mentali.2 e. patlagean, Storia dellimmaginario, in La nuova storia, a cura

    di J. Le Goff, Milano 198o, pp. 289 sgg.3 Cfr. g. c. argan e m. fagiolo, Premessa allarte italiana, in Storia

    dItalia Einaudi, vol. I, pp. 729-74.4 e. guidoni, La citt dal Medioevo al Rinascimento, Bari 1981.5 Si veda e. sereni, Storia del paesaggio agrario italiano, Bari 1962,

    un commentario di immagini, dove scorgiamo linflusso della citt sulpaesaggio rurale, che dovrebbe ispirare un lavoro analogo sul paesag-

    gio urbano.6 e. castelnuovo e c. ginzburg, Centro e periferia, in Storia dellarteitaliana Einaudi, vol. I, pp. 282-352.

    7 Si veda pi avanti, a proposito delle Laudes civitatum e deiMirabilia.

    8j. le goff, Le merveilleux dans lOccident mdival, in Ltrange etle merveilleux dans lIslam mdival. (Actes du colloque tenu au Collgede France Paris en mars 1974), Paris 1978, pp. 61 sgg.

    9 Di una sterminata bibliografia possiamo segnalare: La storiografiaaltomedievale, Settimane di studio del Centro italiano di studi sullAl-to Medioevo, xvii, 1969, Spoleto 1970 (e si veda in particolare m.cagiano de azevedo, Storiografia per immagini, pp. 119-38); o. capi-tani,Motivi e momenti di storiografia medievale italiana, secoli V-XIV, inNuove questioni di storia medievale, Milano 1964, pp. 729-8oo, e pi ingenerale b. guene, Histoire et culture historique dans lOccident mdi-val, Paris 198o.

    10 Per esempio, fuori dItalia, b. geremek, Les marginaux parisiensaux XIVeetXVesicles, Paris 1976 (cfr. in particolare il cap. iii, La topo-graphie sociale de Paris, pp. 79-110).

    11j. le goff, Is politics still the backbone of history?, in Daedalus,1971, pp. 1-19, ripreso in Historical studies today, a cura di F. Gilbert

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 15

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    16/64

    e S. Graubard, New York 1972, pp- 337-55-12 Cfr. r. trexler, Public life in Renaissance Florence, New York

    198o, in particolare pp. 279-33o, dove si esamina per la Firenze delQuattrocento limmagine che la citt vuol dare di s agli stranieri, siaattraverso le ambascerie che manda, sia in occasione della visita di ospi-ti illustri.

    13 Cfr. g. ville, La gladiature en Occident, Ecole Franaise de Rome1981.

    14 p. brown, The cult of the Saints. Its rise and function in Latin Chri-stianity, Chicago 1981; j. guyon, La vente des tombes travers lpi-graphie de la Rome chrtienne, in Mlanges darchologie et dhistoi-re. Antiquit, 1974, n. 86, p. 594;j. ch. picard, Espace urbain et spul-tures piscopales Auxerre, in Revue dhistoire de lEglise de France,

    1976, n. 62, p. 220; id., Etude sur lemplacement des tombes des papesdu IIIeau Xesicle, in Mlanges darchologie et dhistoire, 1969, n.81, pp. 735-82.

    15 p. jones, Economia e societ nellItalia medievale, Torino 198o, inparticolare pp. 3-189.

    16 A proposito di confronti e rivalit reale e simbolica fra due citt,ecco ad esempio ci che il milanese bonvesin da la riva, De magnali-bus Mediolani, VIII, 3 (edizione a cura di M. Corti, trad. di G. Pontig-gia, Milano 1974, pp. 178-79), dice di Ravenna: In che cosa puRavenna paragonarsi a Milano? A chi mi volesse dare, posto che ci fosse

    possibile, tutta Ravenna con la sua diocesi, non darci in cambio nean-che il clima di Milano e la preziosa abbondanza delle sue fonti vive.Quanto a Roma, nei cui confronti Bonvesin ostenta grande reverenza,nondimeno non nasconde se mi fosse lecito dire quello che mi pia-cerebbe senza essere accusato di presunzione che gli sembrerebbedegno e giusto che la sede del papato e le altre dignit fossero trasferi-te tutte qui [a Milano] da lei [Roma] (pp. 188-89). La pretesa alla supe-riorit di una citt su unaltra pu dar luogo anche a scritti come quel-lo del notaio bolognese della seconda met del Quattrocento, benedet-to morandi, De praestantia urbis Bononiae supra civitatem Senarum,appunto per rivendicare la superiorit di Bologna su Siena.

    17 Ecco in bonvesin da la riva, De magnalibus Mediolani cit., p.157, la descrizione del carroccio milanese: Un carro che offre agliocchi di tutti gli uomini uno spettacolo meraviglioso, il cosiddetto car-roccio, coperto da ogni parte di scarlatto e splendidamente adorno, trai-nato da tre paia di buoi di straordinaria grandezza e forza, splendida-mente rivestiti di panni candidi segnati con una croce rossa. Nel1248 il carroccio dei cremonesi, alleati di Federico II contro Parma, catturato dai milanesi e dato come trofeo di guerra alla citt di Parma(ibid., p. 139).

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 16

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    17/64

    Capitolo primo

    I modelli.

    Limmagine delle citt italiane medievali spessolegata, esplicitamente o implicitamente, a modelli realio immaginari, estetici e ideologici, storici o escatologi-ci, il cui valore ispira o suggerisce taluni elementi insie-me materiali e simbolici della citt.

    Come avviene anche in altri campi dellimmaginario,in quello urbano due eredit appaiono essenziali: quel-la biblica, che trasmette forme e idee dellebraismo edellOriente, e quella romana, evidentemente pi pre-

    sente in Italia che in altre regioni dellOccidente medie-vale. Vi nella Bibbia un tema urbano fondamentale eambivalente: in effetti la citt comincia male nella sto-ria biblica dellumanit. Lopposizione fra nomadi esedentari, fra popolo delle tende e popolo delle cittattraversa il Vecchio Testamento, a lungo dominato daunimmagine negativa della citt: la prima citt fon-data da Caino (Genesi, 4.17), Poi vengono le citt male-

    dette di Babele (Genesi, 11.1- 9), di Sodoma e diGomorra (Genesi, 13.13; 18.20; 19.1-25); Gerico devela sua notoriet a un episodio decisamente antiurbano:la distruzione miracolosa delle sue mura (Giosu, 2.7),archetipo di tanti episodi crudeli per le citt italiane delMedioevo1. Il tema urbano acquisisce valore positivo eattrazione nella Bibbia solo con lemergere di Gerusa-lemme2, la citt di Davide e di Salomone, divenuta ilcentro del potere e della religione, con il Palazzo e il

    Storia dellarte Einaudi 17

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    18/64

    Tempio, modelli essenziali della citt medievale. Macontro Gerusalemme si leva ben presto unanti-citt,

    Babilonia, e limmagine della citt medievale destina-ta a oscillare fra due poli: la citt di Dio e la citt dellaBestia dellApocalisse, spingendo al massimo lopposi-zione fra i due modelli urbani. Al tempo stesso, almenoper quel che riguarda Gerusalemme, lApocalisse offu-sca limmagine della Gerusalemme terrestre con quelladella Gerusalemme celeste, che diventa il modello esca-tologico ideale della citt. Agostino, con lideologia delledue citt, rafforza lattrattiva della citt di Dio, dellaGerusalemme celeste, senza cancellare per la citt ter-restre, dallo statuto ambiguo, in quanto citt transito-ria, da un lato caricatura della citt divina, dallaltrocitt delluomo fatta come luomo a immagine di Dio a immagine della citt celeste. Il monastero, che sim-pone come immagine urbana, viene identificato fin dal-lAlto Medioevo con la Gerusalemme celeste incarnata,e molti cristiani ai tempi delle crociate esitano fra la

    Gerusalemme storica e carnale dellOriente e le Geru-salemme ideali dellOccidente cristiano.LApocalisse di san Giovanni ha offerto allimmagi-

    nario urbano medievale alcuni tratti essenziali, fornen-do una descrizione della Gerusalemme celeste:

    Aveva un muro grande e alto, aveva dodici porte, e alleporte dodici angeli, e sulle porte erano scritti dei nomi, che

    sono quelli delle dodici trib dei figliuoli dIsraele. A Orien-te cerano tre porte, a Settentrione tre porte, a Mezzo-giorno tre porte, a Occidente tre porte. E il muro della cittaveva dodici fondamenti, e su quelli stavano i dodici nomidei dodici apostoli dellAgnello. E colui che parlava mecoaveva una misura, una canna doro, per misurare la citt,le sue porte, il suo muro. E la citt era quadrangolare, e lasua lunghezza era uguale alla larghezza3.

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 18

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    19/64

    E dopo la descrizione delle mura, della citt e delleporte, fatte di pietre preziose, doro e di perle, si dice:

    Le sue porte non saranno mai chiuse di giorno (e lanotte non vi sar pi), e in lei si porteranno i tesori e la glo-ria delle nazioni. E niente dimmondo e nessuno che com-metta abominazione o falsit vi entreranno, ma quelli sol-tanto che sono scritti nel libro della vita dellAgnello4.

    Cos, gli elementi essenziali della citt ideale sono lemura, le porte, la piazza, mentre la pianta quadrata (orettangolare) della citt vedr ben presto la concorren-za della pianta circolare, secondo lidea orientale dellaperfezione. Come stato giustamente osservato, lim-magine di Gerusalemme, proiezione in terra della Geru-salemme celeste, destinata a diventare, come quella delsuo prototipo ideale, un cerchio perfetto, talvolta addi-rittura un insieme di cerchi concentrici. Tutto il sim-bolismo medievale ha teso alla glorificazione del cer-

    chio5. Troviamo ad esempio questo ideale circolare nel-limmagine che d di Milano, alla fine del Duecento,Bonvesin da la Riva, nella sua celebre descrizione cele-brativa:

    Questa stessa citt ha forma circolare, a modo di un cer-chio; tale mirabile rotondit il segno della sua perfezione6.

    Le dodici porte si ritrovano in due modi nellurbani-stica reale e immaginaria delle citt italiane medievali:il tema apocalittico si unisce al tema del cerchio divisonelle duedecim horae diei, quali appaiono sul map-pamondo dellAnonimo Ravennate (inizi del secolo viii).A Ravenna, nel 709, la citt viene suddivisa per ragio-ni militari in undici parti..., pi una dodicesima, domi-nata dalla chiesa; la divisione in dodici testimoniata tralaltro a Bologna e a Genova..., a Spoleto..., a Roma a

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 19

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    20/64

    partire dallxi secolo...; qui sembra accertata la deriva-zione delle dodici scholae (corpi militari) del periodo

    bizantino7

    . Seppure con prudenza, mi sembra legitti-mo avanzare lipotesi che il prototipo apocalittico forse inconsapevolmente abbia pesato su questa par-tizione dello spazio urbano.

    Laltro fenomeno legato alle dodici porte della Geru-salemme celeste lidea della guardia alle porte dellacitt affidata ai santi protettori elemento essenziale,come vedremo, dellimmaginario urbano che svolgo-no la parte degli angeli nellApocalisse. A Milano comea Verona secondo il Versum de Mediolano civitate (seco-lo viii) e il Versus de Verona (fra il 796 e l8o6) i corpidei santi della citt sono evocati in connessione con iquattro punti cardinali e a Milano, dove compaiono ungruppo di sei martiri e uno di sei vescovi confessori, lalocalizzazione delle reliquie indicata secondo i punticardinali e in prossimit delle mura. Cos, i tre martiriil cui culto pi antico, Vittore, Nabore e Felice, sono

    inumati a ovest della citt8.Vi finalmente la funzione delle porte, su cui sarnecessario tornare. La porta deve permettere la supe-riorit dellinterno sullesterno. La citt medievale deveaprirsi di giorno a ci che larricchisce, ma lasciar fuorigli elementi malvagi, e chiudersi di notte al mondo delletenebre esterne. Invece la citt ideale, che riceve i teso-ri esterni attraverso le sue porte, lascia queste aperte la

    notte, perch il mondo del male abolito. Sulla citt cheattira le ricchezze esterne, vicine e lontane, Bonvesin dala Riva porta ancora la sua testimonianza, descrivendola sua Milano per met reale, per met immaginaria:

    Qui in abbondanza i mercanti importano da diversipaesi lane, lino, seta, cotone e panni preziosi di ogni gene-re, e inoltre sale, pepe e altre spezie doltremare9.

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 20

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    21/64

    Spazio di consumo e di attrazione di beni esterni, lacitt devessere anche uno spazio puro, capace di tene-

    re a distanza il male. In attesa della fine dei tempi,quando non avr che da ricevere, da ammassare, senzadoversi pi difendere, la citt intanto anche uno spa-zio di esclusione. Tanto pi che il male sempre pron-to ad assalirla. Gerusalemme pu, se non diventare Babi-lonia, assumere almeno un volto babilonico. Il NuovoTestamento rivela questo duplice volto di Gerusalemme,la citt che prima accoglie Ges, poi lo respinge e lomette a morte: citt benedetta, citt maledetta. La cittmaledetta Babilonia. Riapriamo lApocalisse:

    caduta, caduta Babilonia la Grande, divenutaalbergo di demoni, ricetto di ogni spirito immondo e di ogniuccello impuro e abominevole (18.2).

    La citt maledetta, ricetto di demoni, limmaginebabilonica della citt, che la pittura italiana medievale

    ha cos spesso rappresentato: si pensi soltanto al dipin-to di Giotto ad Assisi in cui si vede san Francesco scac-ciare i diavoli da Arezzo. Questa immagine babilonicadella citt, eretici e contestatori dellOccidente medie-vale sono soliti attribuirla anzitutto alla Chiesa, o meglioa Roma, sede dei papi e della curia. Per Gioacchino daFiore, fra lultimo scorcio del secolo xii e gli inizi delxiii, se Gerusalemme rimane limmagine della Chiesa

    quale dovrebbe essere, Roma con cui la Chiesa realesi confonde, ha per simbolo Babilonia. Nelle concor-danze del Liber Figurarum la coppia Babilonia-Roma indissociabile10. E lAnticristo gi nato a Roma.

    Nel secolo xii, Riccardo di San Vittore, pur senzasfruttare il tema, aveva evocato in Babilonia, la gran-de prostituta, una citt dai sette colli, facilmente iden-tificabile con Roma11. Per parte sua, il francescano spi-rituale di Provenza Pietro di Giovanni Olivi, nella sua

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 21

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    22/64

    Lectura super Apocalipsim, scritta alla fine del secoloxiii, prevede che alla fine dei tempi non pi Roma, dive-

    nuta sede dellAnticristo, sar, dopo la sconfitta di que-sto, sede di Cristo e della sua Chiesa, restaurata e rin-novata, ma Gerusalemme (o un altro luogo)12.

    Pu invece stupire che in unatmosfera come quelladellItalia medievale, dove limmagine della citt ingenerale fortemente valorizzata, il Paradiso terrestrenon sia stato un punto di riferimento molto frequente.Senza dubbio e qui possiamo scorgere il ruolo del-limmagine e dellimmaginario il Paradiso della Gene-si un giardino poco adatto per un modello urbano. Tut-tavia, nel Medioevo, assistiamo allurbanizzazione del-limmagine del Paradiso, spesso visto come una citt cir-condata da mura fulgenti, si tratti del Paradiso terrestreo del Paradiso celeste, come appare nella letteraturadelle visioni doltretomba. In effetti il Paradiso terrestretrasmette soprattutto allimmaginario urbano, con i suoiquattro fiumi, lidea dellabbondanza di acque, condi-

    zione ideale per la citt del Medioevo. Non a caso Bon-vesin da la Riva decanta Milano come citt di limpidefonti e fiumi fecondatori, ed uno dei rari scrittori cheattribuisca a Milano limmagine paradisiaca:

    Chi osserver attentamente e diligentemente con i suoiocchi tutte queste cose, non trover mai, anche girando ilmondo intero, un simile paradiso di delizie13.

    Quando nel 1256 il comune di Bologna prende lacelebre decisione di affrancare tutti i servi viventi nelsuo contado una decisione da cui non sono assenti pre-cisi motivi dinteresse, in quanto pu procurare mano-dopera a buon mercato fa subito riferimento al Para-diso terrestre e alla libert originale che vi regnava,come se Bologna si sforzasse di ricreare quel Paradiso dilibert. E il registro in cui quel documento fu trascrit-

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 22

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    23/64

    to ricevette il nome di Liber Paradisus. Ma ancora allafine del periodo che noi chiamiamo Medioevo, il tede-

    sco Thomas Mnzer, visitando lItalia fra il 1485 e il1495, affascinato dalle citt adorne, vere immaginidel paradiso.

    Cos, soprattutto al richiamo biblico, e in particolareal Nuovo Testamento anche se indubbiamente il colledi Sion deve avere svolto un ruolo importante un certotipo di forma urbana, la citt su alture, deve il suo pre-stigio ideologico: la citt situata su una montagna nonpu essere nascosta. Questa immagine in nessun paese pi forte che in Italia. Il rilievo, le condizioni topogra-fiche, sociali e politiche dellincastellamento, fra il seco-lo x e il xii, cos bene descritte da Toubert, hanno mol-tiplicato, fino al livello del borgo e del villaggio, le incar-nazioni di questa immagine urbana. Tanto che possiamoavvertire un certo disagio in Bonvesin da la Riva quan-do, per fare di Milano la migliore di tutte le citt, devefare lelogio un po imbarazzato della citt di pianura.

    Per met immaginari, per met reali, i modelli anti-chi sono un retaggio ben consistente nel Medioevo. Laparte pi concreta la forma stessa della citt romana,rimasta a lungo il nucleo cittadino, e i monumenti che,pur cambiando funzione, avevano tramandato la lorostruttura alla citt. Cos a Milano, il re longobardo Ada-loaldo, nel 615, viene incoronato nellanfiteatro. ALucca, lanfiteatro diventa la celebre Piazza del Merca-

    to, conservando la tipica forma ovale. Quando poi la cat-tedrale eccentrica rispetto alla citt comunale, questarestaura spesso lantico foro: ci avviene a Milano, aVercelli, a Verona, a Mantova, a Padova, a Treviso, aVicenza, a Piacenza, a Parma, a Bologna, a Ravenna, aFirenze, a Pisa, a Lucca, ad Arezzo, a Siena, a Orvieto,ad Assisi e a Narni14.

    Il caso di Roma evidentemente particolare. Sulpiano materiale, la rovina di Roma, conseguenza della

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 23

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    24/64

    caduta dellImpero, comincia fin dal secolo iv, se nel 376un editto di Valentiniano e Valente cerca di porre ripa-

    ro al saccheggio dei monumenti antichi. Un altro edit-to del 457 cercher di impedire la demolizione degliantichi edifici. Ma il ricordo dellantica Roma, cui vienea sommarsi la nuova immagine di centro della Chiesa edel papato, mantiene lungo tutto il Medioevo il presti-gio dellurbe. Gi nel secolo viii un inno attribuito aPaolino dAquileia, esalta la Roma felix che superaper bellezza tutta la bellezza del mondo. E a partire dalsecolo x i pellegrini diretti a Roma cantano:

    O Roma nobilis, orbis et domina,cunctarum urbium excellentissima15.

    Un esempio, in particolare, interessante: quello delColosseo. Se un certo numero di templi venne trasfor-mato in chiese (come il Pantheon, divenuto la Rotonda,Santa Maria dei Martiri), il Colosseo, assunto a simbo-

    lo della rovina di Roma, come gi dice nel secolo viiiBeda il Venerabile, divenuto leggendario, associato amiti magici, attravers il Medioevo senza cristianizza-zione, quasi a segnare la continuit della coscienza cit-tadina dei romani16.

    Roma divenne soprattutto un modello per molte cittmedievali, in Italia e fuori dItalia. Padova, Firenze,Pisa, Milano si presentano come unaltra Roma, una

    seconda Roma. Nel Quattrocento e nel Cinquecentola Firenze del Rinascimento apparir nei sogni degliscrittori e dei poeti da Francesco Albertini allAriostodel Capitolo XI, in lode di Firenze, del 1516 circa come una nuova Roma, Firenze come Roma17. Quan-do alla fine del secolo xiii Cimabue rappresenta in unavela della Basilica Superiore di Assisi lYtalia, la raffi-gura con unimmagine di Roma, in cui si mescolanomonumenti antichi e medievali, che sono spesso come

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 24

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    25/64

    la Rotonda e Castel SantAngelo una rielaborazione diantichi edifici18.

    Sul piano ideologico, ci che lAntichit tramandaalla citt medievale la distinzione e il gioco fra urbs ecivitas, fra la citt concreta, costruita dagli uomini, e lacivitas costituita dagli uomini stessi, secondo la defini-zione di santAgostino: civitas in civibus est19. Latendenza segreta dei cristiani e in particolare degli ita-liani del Medioevo di far coincidere la citt materia-le, lurbs, con la civitas ideale in una nuova immagineurbana.

    1 Un esempio italiano fra molti altri: la rappresentazione di Geri-co, con le sue mura, le sue torri, la sua massa urbana, nella porta dibronzo del Ghiberti, nel Battistero di Firenze.

    2 s. mahl,Jerusalem in mittelalterlicher Sicht, in Die Welt als Geschi-chte, t. XXII, 1962, pp. 11-26; a. breuero,Jerusalem dans lOccidentmdival, in Mlange R. Crozet, Potiers 1966, t. I, pp. 259-71; j. le

    goff, Guerriers et bourgeois conqurants. Limage de la ville dans la litt-rature franaise du XIIesicle, in Culture, science et dveloppement.Mlan-ges Charles Moraz, Toulouse 1979, pp. 127-30. Gerusalemme il sim-bolo privilegiato della simbolistica medievale, ha osservato h. delubac, Les quatre sens de lEcriture, in Exegse Mdivale, ii, Paris1959, n. 1, pp. 645-48.

    3Apocalisse, 21.10-27. Enrico Guidoni (La citt europea. Formazionee significato dalIVallXIsecolo, Milano 1978, p. 29) pensa che ancheper la sua irrealizzabilit la citt ideale cristiana, la Gerusalemme cele-ste tender a identificarsi, per tutti i secoli della crisi urbanistica, picon il singolo edifizio religioso (basilica, cattedrale, abbazia) che conun insieme urbano. questa una via suggestiva da seguire per indaga-re le interrelazioni tra progettazione architettonica e modello prototi-pico celeste, ma riguarda la storia dellarchitettura. Per parte mia vor-rei studiare un immaginario urbano, incarnato o no in realt urbani-stiche.

    4 Fra le numerose rappresentazioni artistiche della Gerusalemmeceleste, i fedeli potevano vedere a Roma quella del mosaico nellarcotrionfale di Santa Maria Maggiore.

    5 p. lavedan, Reprsentation des villes dans lart du Moyen Age, Paris1954, p. 12.

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 25

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    26/64

    6 bonvesin da la riva, De magnalibus Mediolani cit., pp. 40-41.7 guidoni, La citt europea cit., pp. 93-94.8j. c. picard, Conscience urbaine et culte des saints. De Milan sous

    Liutprand Vrone sous Ppin IerdItalie, in Hagiographie et socits (Col-loque de Nanterre), a cura di E. Patlagean e P. Rich, Paris 198r, pp.455-69.

    9 bonvesin da la riva, De magnalibus Mediolani cit., p. 101.10 m. reeves, The influence of prophecy in the later Middle Ages.A

    study of Joachinianism, Oxford 1969, p. 9.11 r. manselli, La Lectura super Apocalipsim di Pietro di Giovan-

    ni Olivi. Ricerche sullescatologismo medievale, Roma 1955, p. 79.12 Ibid., p. 229.13 bonvesin da la riva, De magnalibus Mediolani cit., p. 47.14 Cfr. e. guidoni, La citt dal Medioevo al Rinascimento cit., pp.75-76, e la bibliografia.15 Cfr.j. le goff, LItalia fuori dItalia. LItalia nello specchio del

    Medioevo, in Storia dItalia Einaudi, vol. II, pp. 1957-58. Della biblio-grafia indicata ivi, si veda in particolare, proprio nella prospettiva diuna storia dellimmaginario, il classico libro di a. graf, Roma nellamemoria e nellimmaginazione del Medio Evo, Torino 1915.

    16 a. prandi, Roma medievale: urbs, civitas, cives, in La coscienza cit-tadina cit., pp. 239-40 e 262; a m. di maco, Il Colosseo, Roma 1971.

    17 l. zorzi, Figurazione pittorica e figurazione teatrale, in Storia del-

    larte italiana Einaudi, vol. I, pp. 445-46.18 Ibid., pp. 441-43.19 Sermo de Urbis excidio, enchiridion, 6.6. Cfr. prandi, Roma medie-

    vale cit., pp. 239-40, e id., Roma nellAlto Medioevo, Torino 1968. Isi-doro di Siviglia (Etymologiae, xv, 2.1) riprende la definizione: Namurbs ipsa moenia sunt, civitas autem non saxa, sed habitatores vocan-tur.

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 26

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    27/64

    Capitolo secondo

    Il sistema dei valori spaziali cristiani e la citt.

    La citt sinserisce in uno spazio: in ogni societ, inogni cultura, questo spazio orientato, caricato di valo-ri ideali, che simpongono alle forme, ai volumi, alledirezioni. Nel sistema cristiano, due opposizioni domi-nano questo inserimento nello spazio: alto e basso, inter-no ed esterno. I valori sono in alto, in cielo, e nel cen-tro, nel cuore. La salvezza delluomo avviene elevando-si e interiorizzandosi. Lo stesso devessere per lesserecollettivo che la citt. la preminenza di due monu-

    menti che materializzano il gioco dei poteri dominanti:il Tempio e il Palazzo, la Chiesa e il Castello. il pre-dominio di due movimenti essenziali: quello che alzaverso il cielo mura, torri e monumenti, quello che instau-ra attraverso la porta landirivieni fra la cultura interio-rizzata e la natura esterna, fra il mondo della produzio-ne rurale e quello del consumo, della fabbricazione dioggetti e dello scambio di beni, fra il rifugio e la par-

    tenza verso lavventura o la solitudine. Dimora ideale diuna societ dove lorganizzazione dello spazio e dei valo-ri, pi che fra la destra e la sinistra dellAntichit, sicompie fra lalto e il basso, linterno e lesterno, privi-legiando la verticalit e linteriorizzazione1.

    Due elementi consentiranno allideologia della verti-calit di dominare limmagine urbana: linvenzione e ladiffusione delle campane, a partire dal secolo vii, che farizzare nelle citt italiane i campanili, e linurbamento

    Storia dellarte Einaudi 27

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    28/64

    della nobilt, che costruisce le sue torri entro la cerchiadelle mura. Molto presto viene rilevata limportanza

    delle torri nellimmagine urbana: gi nel Versum deMediolano, scritto fra il 789 e l810, le quarantotto torrimilanesi, e soprattutto le otto che superano le mura,sono citate come una delle maggiori bellezze della citt:

    Quaranta et octo turres fulget per circuitum,ex quibus octo sunt excelse qui eminent ornnibus2.

    Si tenga presente che la torre urbana una casa, lacasa-torre, la cui funzione militare destinata a farsi sem-pre minore a vantaggio della funzione residenziale eostentatoria. La casa-torre un vero e proprio grattacie-lo, e anche Bonvesin da la Riva osserva che torri e cam-panili sono uno dei maggiori ornamenti di Milano: Incitt i campanili, costruiti alla maniera delle torri, sonocirca centoventi e pi di duecento le campane. unaverticalit che non solo consente di dare slancio verso lal-

    to allimmagine della citt, ma offre anche un punto diosservazione da dove la citt pu essere ammirata:

    Se infine qualcuno avesse piacere di vedere la formadella citt e la qualit e quantit dei suoi palazzi e di tuttigli altri edifici, salga con grato animo in cima alla torredella corte comunale: di lass, dovunque volger lo sguar-do, potr ammirare cose meravigliose3.

    Quando si pensa alle citt turrite dellItalia medieva-le, vengono subito in mente San Gimignano, Siena,Pavia, Bologna: ma come dimenticare che Roma fu, pidi ogni altra forse, una citt di campanili (Santa Prasse-de, SantEustachio, San Silvestro in Capite, Santa Mariain Cosmedin, Santi Giovanni e Paolo, Santa Maria Mag-giore, che formano un progressivo e via via pi arditocammino verso forme aeree e snelle4) e di torri5?

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 28

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    29/64

    Il capolavoro della torre campanaria certamente ilcampanile di Giotto a Firenze. Ma Opicino de Cane-

    stris, nella prima met del Trecento, ricorda che Paviamerita la sua fama a motivo non solo del gran numerodi alte torri, ma per lelevatezza dei palazzi e delle chie-se6. Tutta la citt si leva verso il cielo in uno slancio difede o per orgoglio.

    Sulla dialettica fra interno ed esterno si fonda dal-tra parte lelemento simbolico per eccellenza della cittmedievale: le mura, con le loro aperture per consentireil passaggio, ossia le porte. Per capire il significato diquesto elemento sufficiente guardare ci che oggi restadelle antiche cerchie di mura o meglio ancora le operedella pittura medievale. Le mura delimitano la frontie-ra fra storia e natura, fra cultura e natura, caricandolimmagine urbana di particolari valori storici e culturali:al di l delle mura non c storia, ma natura7. Esseoffrono uno dei principali criteri per definire una gerar-chia urbana, consentendo di attribuire una immagine

    cittadina anche ai centri minori8. La costruzione dellemura stato limpegno pi continuo dei comuni. Inuna citt come Volterra, uno statuto del 1210-22, Demuro faciendo, fa obbligo al comune di costruire ognianno un tratto di mura9. Per contro, la distruzionedelle mura costituisce uno dei maggiori traumi per lecitt: Bologna, Napoli, Milano, che vedono le loro muracadere per ordine degli imperatori svevi, Federico Bar-

    barossa, Enrico VI, Federico II, non dimenticherannomai lonta subita10.

    1j. le goff, Guerriers et bourgeois conqurants. Limage de la ville,inMlanges Morazcit., pp. 129-30. Alla dialettica fra interno ed ester-no viene a sommarsi quella fra centro e periferia: cfr. e. castelnuovoe c. ginzburg, Centro e periferia cit.

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 29

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    30/64

    2 g. fasoli, La coscienza civica nelle Laudes civitatum, in Lacoscienza cittadina cit., p. 22.

    3 bonvesin da la riva, De magnalibus Mediolani cit., pp. 42-434 prandi, Roma medievale cit., p. 257.5 e. amadei, Le torri di Roma, Roma 1932.6 De laudibus civitatis ticinensis, a cura di F. Gianani, Pavia 1927,

    p. 134, cit. in guidoni, La citt del Medioevo cit., p. 179.7 Cfr. g. c. argan e m. fagiolo, Premessa allarte italiana cit., p. 737.8 e. guidoni, Introduzione a I centri minori, in Storia dellarte italia-

    na Einaudi, vol. VIII, p. 12.9 id., La citt del Medioevo cit., pp. 87-88.10 a. i. pini, Origine e testimonianze del sentimento civico bolognese,

    in La coscienza cittadina cit., p. 153.

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 30

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    31/64

    Capitolo terzo

    La cristianizzazione delle citt.

    Il cristianesimo ha dato una forte caratterizzazionealle citt italiane. Basti ricordare due tratti essenziali: lacostruzione delle chiese e la funzione attribuita ai santipatroni.

    Ancor pi dei templi nelle citt greco-romane, lechiese diventano i monumenti dominanti delle cittmedievali, per il loro numero, per i loro valori architet-tonici e morali, per larticolarsi del loro sistema (catte-

    drali, chiese parrocchiali, chiese conventuali). Le cittmedievali si possono ridurre, in un certo tipo di ideo-gramma urbano, a una costellazione di chiese. Ancoraverso il 1471 Piero del Massaio rappresenta Firenzeessenzialmente come una collezione di chiese. E Bon-vesin da la Riva poneva fra le prime meraviglie di Mila-no le chiese, degne di tale e tanta citt, rilevando cheesse erano, soltanto entro le mura, circa duecento, con

    quattrocentottanta altari1

    .Non sempre la cattedrale vi si gi accennato haavuto una funzione centrale nellimmagine topograficadella citt a causa della sua dislocazione talvolta eccen-trica; tuttavia, nelle citt episcopali stata generalmen-te il primo monumento, il principale tesoro cittadino.Come ha sottolineato per Firenze Raffaello Morghen,in Santa Reparata ebbero luogo i fatti pi importanti,le cerimonie pi solenni, le adunanze di popolo pi

    Storia dellarte Einaudi 31

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    32/64

    impegnative della Firenze del Medioevo. Santa Repara-ta fu uno dei centri della riforma gregoriana dellxi seco-

    lo e la sede della ricostituita vita canonicale in Firenze.In essa si tennero concili famosi, si firmarono trattati,nel pronao della chiesa si amministrava la giustizia, legrandi famiglie si disputavano lonore di avere i propristemmi e la sepoltura nella veneranda cattedrale2.

    A partire dalla fine del secolo iv cominci a esserevenerato nella maggior parte delle citt un santo patro-no cittadino: legato alla comunit-cliente da un vinco-lo particolare, egli appartiene alla sfera dei rapporti civi-li pi che non a quella della vita religiosa; quasi sem-pre un martire, cui patria il luogo dove ha versato ilproprio sangue [o dove sono custodite le sue reliquie],o un vescovo, che le sue genti ha governate e protettedurante la vita terrena; lintervento del santo soccorreanzitutto alle necessit pubbliche delle civitas3. E anco-ra: una citt si forma un gruppo di santi protettori inca-ricati di difenderla dalla fame, dalla malattia, dalla guer-

    ra, e al tempo stesso di assicurarle un certo posto nellagerarchia delle citt4.Sembra che quando a Milano si rinvennero i corpi dei

    santi Gervasio e Protasio, nel 386, per la prima volta sisia posta sotto la particolare protezione dei santi marti-ri patroni unintera comunit cittadina5. NaturalmenteRoma divent molto presto, in modo privilegiato, lacitt dei santi Pietro e Paolo. Nella seconda met del

    secolov

    la Passio Agathae, patrona di Catania, attri-buisce alla vergine martire il salvataggio della citt dauneruzione dellEtna. Il santo patrono diventa lem-blema della citt ed raffigurato sulle sue bandiere esulle monete: san Giovanni sul fiorino, san Marco sulducato. La sua festa la pi importante festa cittadina.A Milano il culto del santo patrono tale che la citt spesso definita ambrosiana e ambrosiani i suoi abi-tanti. Gi nel Versum de Mediolano (739-40), Milano

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 32

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    33/64

    lodata per i suoi santi protettori6. Per parte sua Bonve-sin da la Riva attribuisce alla protezione dei corpi santi

    quanto allamore per la libert dei milanesi il fatto chela citt sia sfuggita al dominio di tiranni. La pi terri-bile sciagura che ha conosciuto Milano avvenuta quan-do Federico Barbarossa, dopo aver fatto abbattere lemura, ha sottratto alla citt le reliquie dei Re Magi, tra-sportate a Colonia7. Il destino di Venezia appare picerto dopo che in seguito alla traslazione da Alessandriadel corpo di san Marco (nell828 secondo la tradizione,in realt, pi probabilmente alla fine del secolo x) essadiventa la citt dellevangelista dal leone alato8.

    A Bologna, il culto di san Petronio prende svilupposolo nel 1141 con il nuovo ritrovamento delle reliquiedel santo nel convento di Santo Stefano, ma non siafferma definitivamente prima dellultimo scorcio delsecolo xiii. Ma una vita del santo gli attribuisce addi-rittura la ricostruzione della citt, distrutta da Teodo-sio I: comen a fare le gliexie, spedali, turri e palaxi

    e caxe9. Nel suo bel saggio sul culto di santErcolano aPerugia, Anna I. Galletti scrive: Nel processo di for-mazione della cosiddetta coscienza cittadina delcomune medievale italiano si conviene ormai di ritene-re fondamentale lelaborazione di unimmagine para-digmatica della citt, che ne raccolga gli aspetti pi glo-riosi e rappresentativi, e serva come punto di riferi-mento culturale per tutti coloro che della realt comu-

    nale sono in qualche modo partecipi. Unimmagine che,fissata in modelli rappresentativi pi o meno stereoti-pati, riesce talora ad imporsi con tale autorit che, anchedopo secoli, continua a dare della cultura e della men-talit cittadina unimpressione totalizzante ed onni-comprensiva10. Nel patrimonio simbolico elaboratodal comune perugino santEustachio e i suoi attributi,il grifo e le lasche, hanno avuto una funzione di primopiano.

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 33

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    34/64

    Finalmente bisogna tener presente che a partire dallafine del Duecento la Vergine assicura meglio di qualsia-

    si santo la protezione degli individui e delle collettivit:di qui laspirazione a porsi sotto la sua particolare pro-tezione. Siena vi riesce e diventa la civitas Virginis.Milano si sforza, come testimonia Bonvesin:

    Ed mirabile come e quanto questa citt veneri la ver-gine Maria. Solo al suo culto infatti sono principalmentededicate in citt trentasei chiese e nel contado sicuramen-te pi di duecentoquaranta11.

    1 bonvesin da la riva, De magnalibus Mediolani cit., pp. 42-43.2 r. morghen, Vita religiosa e vita cittadina nella Firenze del Due-

    cento, in La coscienza cittadina cit., p. 221.3 a. morselli, Lidea e il culto del santo patrono cittadino nella lette-

    ratura latino-cristiana, Bologna 1965, p. viii. Sempre da consultare c.peyer, Stadt und Stadtpatron im mittelalterlichen Italien, Zrich 1955.

    4

    j. c. picard, Conscience urbaine cit., pp. 455-69.5 Cfr. fasoli, La coscienza civica cit., p. 1466 Ibid.7 bonvesin da la riva, De magnalibus Mediolani cit., pp. 25, 109 e

    163.8 a. carile, La coscienza civica di Venezia nella sua prima storiogra-

    fia, in La coscienza cittadina cit., pp. 1o6-7.9 pini, Origine e testimonianze cit., in La coscienza cittadina cit., p.

    155, ma cfr. anche a. m. orselia, Spirito cittadino e temi politico-cul-turali nel culto di san Petronio, ibid., pp. 283-343.

    10 a. f. galletti, SantErcolano, il grifo e le lasche. Note sullimma- ginario collettivo nella citt comunale, in Forme e tecniche del poterenella citt (secoli XIV-XVII), Annali della Facolt di Scienze Politi-che, Universit di Perugia, 1979-8o, n. 16, p. 203.

    11 bonvesin da la riva, De magnalibus Mediolani cit., p. 43.

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 34

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    35/64

    Capitolo quarto

    La citt, la non-citt, lanti-citt.

    La citt, dietro le sue mura, la cultura, la sede deivalori. Fuori di essa, solo il monastero una microcitt il focolare di valori comparabili. Fuori della citt, difronte ad essa si apre la non-citt, la campagna, e lan-ti-citt, il deserto-foresta.

    questo un tema ben noto alla storiografia italiana:per riprendere i termini di un celebre saggio di Catta-neo, la citt stata il principio ideale delle istorie ita-liane1, ma occorre aggiungere con Cattaneo che la

    citt form col suo territorio un corpo inseparabile eche il quadro generale della societ italiana costi-tuito dal binomio citt-campagna2. Lantagonismo e lacomplementarit dei due elementi stata risolta stori-camente nel Medioevo con limposizione alle campagnedel dominio della citt3. A volte ha la meglio il disprez-zo verso il rusticus, e come gi il classico studio diMerlini ha illustrato, la letteratura italiana del Basso

    Medioevo e del Rinascimento una letteratura scrittada cittadini per cittadini si rivela violentemente osti-le verso il vilan puzolento. A volte, invece, il porta-parola della cultura urbana fa lelogio della campagna,ma solo perch la vede a immagine della citt, come unaserie di cittadine e di borghi, copie miniaturizzate delladominante. questa limmagine che Bonvesin ci d delcontado milanese, disseminato di campanili, di torri, dichiese, in qualche modo come Milano.

    Storia dellarte Einaudi 35

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    36/64

    Impossibile, dunque e liconografia medievale ita-liana lo mostra assai bene5 accostarsi allimmaginario

    urbano medievale senza avvertirvi e trovarvi spesso lapresenza della campagna, in generale negata per appro-priazione o per sdegnoso distacco, e tuttavia vicina allemura della citt, di cui molte volte varca le porte.

    Ma anche il mondo selvaggio delle foreste non si sot-trae del tutto allazione urbana. Eppure la vera antitesiculturale nel Medioevo, pi che la contrapposizionecitt-campagna, lopposizione fra citt e foresta; que-sta assume la parte di polo di repulsione tranne che peri monaci come in Oriente il deserto6. Molte citt ita-liane chiamano i cittadini di recente immigrazionecives salvatici, quasi fossero cittadini provenientidalle foreste7. Tuttavia vediamo Bonvesin da la Rivapreoccupato dintegrare la foresta nel contado, perchsia sfruttata, se non addomesticata, in quanto riserva dilegna per la citt8. Daltra parte la foresta, rifugio deifuorilegge, dei banditi, dei briganti, degli emarginati, fa

    parte di quel mondo della paura che la citt si sforza diesorcizzare con lordine e la sicurezza.Finalmente, il caso di ricordare in questi nostri

    tempi di ecologisti, che la citt quasi unanimementeammirata e desiderata dagli uomini del Medioevo. Ilsentimento estetico nel Medioevo si formato in granparte attraverso lo sguardo sulla citt, attraverso lim-magine urbana. Nella Cronica di Salimbene vi una

    descrizione di Parma dove a ogni riga troviamo la paro-la bello o bella9. Bisogna attendere la seconda metdel secolo xiii e alcuni ambienti francescani contestato-ri perch limmagine della citt si offuschi e cominci adaffiorare un certo disgusto per lei e il desiderio dellanatura e della solitudine10.

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 36

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    37/64

    1 c. cattaneo, La citt considerata come principio ideale delleistorie italiane, in Studi storici e geografici, a cura di G. Salvemini eE. Sestan, vol. II, Firenze 1957. Cfr. c. de seta, Citt e territorio inCarlo Cattaneo, in Studi storici, 1975.

    2 p. jones, Economia e societ nellItalia medievale: la leggendadella borghesia, in Annali della Storia dItalia Einaudi, 1 (1978), pp.187-89.

    3 Gi il vescovo tedesco Ottone di Frisinga nel secolo xii, scenden-do in Lombardia al seguito di suo nipote, limperatore Federico Barba-rossa, osservava stupito: Quasi tutta la campagna appartiene alle citt.

    4 d. merlini, Saggio di ricerche sulla satira contro il villano, Tori-no 1894. Cfr. c. vivanti, Lacerazioni e contrasti, in Storia dItaliaEinaudi, vol. I, pp. 916 sgg.

    5 Cfr. sereni, Storia del paesaggio agrario cit. Un esempio signifi-cativo la rappresentazione del Buon Governo nel Palazzo Pubblicodi Siena, su cui ci soffermeremo pi avanti.

    6 Si vedaj. le goff, La fort/dsert dans lOccident mdival, inTraverses, 1980, n. 19.

    7 w. m. bowsky, Cives silvestres: sylvan citizenship and the Sie-nese commune (1287-1355), in Bullettino senese di storia patria,1965; ejones, Economia e societ cit., pp. 54-55.

    8 bonvesin da la riva, De magnalibus Mediolani cit., parla del con-tado allargato alla foresta e ai romitaggi: e inoltre gli orti, i frutteti, i

    prati, le vigne, i pascoli, le selve, le riserve, i fiumi, le fonti vive, glieremi (p. 47); e mette in risalto luso delle foreste: Le selve e i boschie le rive dei fiumi producono legno duro di diverse qualit, adatto acostruzioni e a molti altri usi, e anche lindispensabile legna da ardere:tanta la sua abbondanza, che nella sola citt assolutamente certo chese ne bruciano ogni anno pi di centocinquantamila carri (p. 91).

    9 salimbene de adam, Cronica, a cura di G. Scalia, Bari 1966, vol.II, pp. 759-6o (cit. in guidoni, La citt dal Medioevo al Rinascimen-to cit., pp. 98-99).

    10 Cfr.j. le goff, Ordres mendiants et urbanisation, in AnnalesESC, 1970, pp. 928-3o e 941-43 (a proposito della giustificazione daparte di san Bonaventura della scelta delle citt per la costruzione diconventi francescani, e della critica antiurbana di Ubertino da Casaleal concilio di Vienne del 1310), Si veda anche f. fossier, La ville danslhistoriographie franciscaine de la fin du xiiie et du dbut du xive si-cle, in Les ordres mendiants et la ville en Italie centrale cit., p. 634,che osserva: Nei primi anni del secolo xiv si assiste a un cambiamentocompleto di atteggiamento da parte dei francescani nei confronti dellacampagna. La citt non pi un rifugio contro il freddo, la solitudine,una natura ostile, ma al contrario un luogo pericoloso da cui talvoltasi costretti a fuggire.

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 37

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    38/64

    Capitolo quinto

    Immagine della citt e coscienza cittadina.

    Le prime testimonianze, di l dal culto di un santopatrono, del formarsi di una coscienza che potremmodire urbana, piuttosto che gi cittadina, senza dubbioviva soprattutto in una piccola lite essenzialmente cle-ricale, sono offerte dal genere letterario che stato chia-mato laudes civitatum1. Gli esempi pi antichi sonoi gi ricordati Versum de Mediolano civitate (fra il 739e il 749) e il Versus de Verona (fra il 789 e l810), e ilgenere si svilupper per quasi tutto il Medioevo: vi

    appartengono il De magnalibus Mediolani di Bonvesinda la Riva (1288), come pure il Liber de laudibus civi-tatis ticinensis di Opicino de Canistris (circa 1338), incui si esalta la persistenza, il rinnovarsi della tradizionelongobarda e del mito di Pavia, citt regale.

    Il Versus de Verona stato giustamente osserva-to2 rappresenta una summa del pensiero urbanisticocarolingio: la derivazione ovvia dalla Gerusalemme

    celeste dellApocalisse, uno spiccato recupero della tra-dizione antica, unattenzione per le altre citt italiane(sono nominate, oltre le confinanti Brescia e Mantova,le capitali Aquileia, Pavia, Ravenna, Roma) e per laposizione territoriale; e uninsistenza sulla funzioneprotettiva dei santi, disposti ai punti cardinali... infinelaspetto monumentale della citt, nella quale ancoraspiccano i grandiosi edifici romani sono tutte testi-monianze di una profonda aderenza classicistica tra

    Storia dellarte Einaudi 38

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    39/64

    storia antica e interpretazione cristiana della realturbana.

    Linvenzione di miti di fondazione da parte dellecitt, in cui la memoria storica profondamente impre-gnata di leggende e in cui il passato urbano dellItaliaimpone origini anteriori al cristianesimo, obbedisce aldesiderio delle citt di vantare una nascita quanto pipossibile remota e illustre, cos da poter rivaleggiare conla citt il cui mito originario era fra tutti il pi famoso,Roma. Il mito originario conferisce perci allimmagi-ne urbana una profondit storica e leggendaria a untempo. Come ricorda Arturo Graf, anteriore allaRoma romulea si vantarono Genova, fondata da Giano;Ravenna, fondata da Tubal; Bologna, fondata da Fel-sino (Felsina), ampliata da Buono (Bononia); secondoche narra Galvano Fiamma, Milano fu edificata 932anni prima di Roma, Brescia si vantava fondata daErcole, Torino da Fetonte; persino Chiusi si reputavapi antica di Roma3. Quanto a Fiesole come narra

    Giovanni Villani4 essa si reputava la prima citt fon-data in Europa.Fra tutti questi miti, il pi diffuso fu quello delle ori-

    gini troiane: In Italia, oltre Padova, centaltre citt sigloriano di troiane origini5. La citt dove questo mitodellorigine troiana particolarmente interessante, Venezia: non solo esso permise di affermare che i troia-ni avevano fondato Castello, il nucleo pi antico di

    Venezia, ancora prima che Antenore fondasse Padova,ma accredit lidea della purezza originaria della citt.Appunto in luogo vergine, puro da ogni dominazione, iliberi troiani lespressione del cronista Marco, del1242 crearono Venezia6. Venezia limmacolata: li-dentificazione con la Vergine, fatta nel Medioevo attra-verso il tema artistico dellincoronazione della Vergine, resa pi facile.

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 39

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    40/64

    I monumenti pi celebri delle citt italiane erano, findalla tarda antichit, oggetto di descrizioni ed elogi,

    che molto spesso finivano col trasformarli in luoghi leg-gendari e magici. Nel secolo xii mirabilia, un termineche consentiva di abbracciare insieme con i miraculaanche gli edifici meravigliosi, sia pagani, sia cristiani,divennero una moda tanto pi diffusa dalla tendenza deipellegrinaggi a trasformarsi in turismo.

    Fra queste meraviglie urbane, le pi notevoli sonoquelle enumerate e descritte nella guida per pellegrinidel secolo xii, i Mirabilia urbis Romae, in cui compaio-no le sette meraviglie della citt: lacquedotto Claudio,le terme di Diocleziano, il foro di Nerva, il PalazzoMaggiore, il Pantheon, il Colosseo e la Mole Adriana.Fin dal secolo viii il De septem mundi miraculis, attri-buito a Beda, aveva posto fra le sette meraviglie delmondo il Campidoglio. Un altro monumento meravi-glioso di Roma pura creazione della fantasia medievale era il palazzo della Salvatio Romae, di volta in volta

    posto sul Campidoglio, sul Gianicolo, ma anche nelPantheon o nel Colosseo. Questo palazzo circolare, chericordava lantica potenza romana, era ornato da set-tantadue statue, raffiguranti i popoli della terra: quan-do uno di essi si preparava a ribellarsi a Roma, la statuacorrispondente agitava una campana, mentre al sommodelledificio un cavaliere di bronzo puntava la lanciaverso il paese contro cui si doveva combattere7.

    Meno nota la serie dei mirabilia di Napoli, che lin-glese Gervasio di Tilbury, consigliere del re normannodi Sicilia, ha presentato nei suoi Otia imperialia (circadel 1210). Il personaggio centrale Virgilio, in ossequioalla leggenda medievale che ha visto in lui, pi che ungrande poeta, un mago potente. Secondo Gervasio,

    le mura di Napoli sono incantate, non lasciano entrare nes-suna mosca in citt, perch Virgilio vi ha fatto piccole sta-

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 40

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    41/64

    tuette magiche di animali. Vi un mercato dove la carnenon va in putrefazione. La statua di un giardino meravi-

    glioso si volta verso il Vesuvio quando vi sia minaccia dieruzione e lancia da una tromba un suono antisismico. Inunisola al largo della citt sono state scoperte le ossa delvate e nella tomba si trovato il libro dei segreti, il manua-le di magia nera, che i dotti potranno utilizzare8.

    La citt una cultura. Essa si rivela negli edifici pub-blici e nelle vie. il luogo dincontro di dotti e dillet-terati, di chierici e laici, di dominanti e dominati. Il tonole dato dalla religione, ma la cultura che noi chiamia-mo pagana o folclorica, tradizionale o nuova,mescolata di cristianesimo oppure pi o meno pura,vi trova espressione. Religiosa la serie pi importantedi feste, in cui ha tanta parte la liturgia, e Bonvesin sirivela molto soddisfatto della particolare liturgia chesegue Milano dai tempi di santAmbrogio. Essa sinse-risce sullimmagine della citt soprattutto con le pro-

    cessioni, in particolare quelle legate alla festa del santopatrono. A Bologna, gli statuti sinodali del 1310 rego-lano la processione in onore di san Petronio (RubricaXXV: De veneratione beati Petronzi et de ipsius lesto pro-cessionaliter celebrando). Sono stati ricostruiti minuzio-samente lo svolgimento e litinerario della processionetenutasi, per iniziativa del movimento religioso deiBianchi, nel 1399 a Padova, definita come una citt

    che rende onore a se stessa nella storia locale delle suereliquie, dei suoi poteri, dei suoi ordini religiosi piimportanti9. I documenti permettono di stabilire, inoccasione di quella processione: a) gli assi urbani edextraurbani, b) il fattore tempo integrato allo spazio, chemisura e connota i percorsi, c) le immagini di luoghi edi spazi che disegnano il paesaggio urbano e campe-stre (piazze, borghi, verzieri, mercati, suburbi, campicoltivati), d) punti di collegamento, scansioni rappre-

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 41

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    42/64

    sentate dalle chiese e dalle porte come monumenti insenso lato, cio come fattori essenziali della visibilit

    del tessuto urbano10

    .

    La struttura della societ cittadina stato osser-vato a proposito di Pavia11 si trova rispecchiata nellacelebrazione del carnevale. Esso se fiorir soprattutto nelQuattrocento, gi festeggiato nel secolo xiii nella mag-gior parte delle citt italiane. Un testo del domenicanofrancese Etienne de Bourbon, verso il 1260, ne menzio-

    na lesistenza a Roma con il permesso un po preoccupatodei papi12. Nel 1288 Bonvesin da la Riva osserva:

    noto che, come godiamo di un rito, per cos dire,nostro, cos facciamo anche un carnevale diverso dal car-nevale delle altre genti. E anche in questo si manifestanola dignit e la gloria speciale dei milanesi13.

    Alessandro Fontana ha evocato mirabilmente la scenaimmaginaria cittadina che si scatena nelle citt italianedi l dal carnevale stesso: sfogo della violenza urbana,piacere della competizione ludica, carattere commemo-rativo della festa, guerra simbolica, trasposizione di riva-lit tra fazioni e quartieri, con i suoi contrappunti deri-sori. Cos a Roma si inscenavano corse di bipedi nelcarnevale, con ebrei, donne e vecchi, corse e palii dabeffa si facevano in tempo di guerra, come nel 1263, da

    parte dei pisani sotto le mura di Lucca, e nel 1289 daparte dei fiorentini durante lassedio di Arezzo; corseumilianti di cavalli, bipedi e prostitute ordinaCastruccio nel 1325, dopo avere vinto i fiorentini14. Intal modo la festa derisoria rivela il volto sadico dellacitt, lo spazio di esclusione sociale che colpisce i sessi,i mestieri, le et, i gruppi disprezzati: prostitute, ebrei,cornuti, prosseneti, donne, vecchi, traditori, falsari, che

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 42

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    43/64

    venivano talvolta rappresentati in ritratti grotteschi suimuri di edifici pubblici15, che venivano tosati o condot-

    ti per le vie della citt su una asino a faccia indietro.La festa mette anche in luce uno degli assilli per lamassa della popolazione urbana attraverso la messa inscena di una gastronomia onirica, che trasforma la cittin immagine del paese di Cuccagna: festa della porchet-ta a Bologna dal 1279, venerd gnoccolare a Verona,cuccagna del porco a Roma, ecc.16.

    Religiose o profane, le feste sono unoccasione perfare sfoggio degli emblemi della citt: il giglio fiorenti-no, che i Versus Merlini, le profezie di Merlino citate daSalimbene, esaltano17, o stemmi come quello di Bologna,che nella seconda met del Duecento aggiunge al suoemblema crociato il capo dAngi, cio un lambello coni gigli di Francia18, o i gonfaloni e gli stendardi per le pro-cessioni, che sono stati bene analizzati a proposito del-lUmbria della fine del Quattrocento19. Sono immaginiemblematiche della citt, ma a volte anche di quelle

    parti della citt in cui si divide, i quartieri. A Parma,ogni vicina voleva avere il proprio vessillo con il pro-prio santo in occasione delle processioni20. Bonvesindescrive minuziosamente gli scudi e i colori dei vessillidelle sei porte principali di Milano21.

    Se limmagine della citt unimmagine colorata, anche unimmagine musicale: ancora Bonvesin ritornadue volte sui trombettieri milanesi, orgoglio della citt,

    tanto da condurre una vita more nobilium. Le lorotrombe, suonate in modo mirabile, diverso da quello ditutti gli altri trombettieri del mondo, esprimono a untempo la grandezza e la forza di questa citt22.

    Una citt si distingue, in questo come in altri aspet-ti dellimmagine urbana: Venezia. Qui le insegne deldoge conferiscono alla citt unimmagine pi che signo-rile, quasi monarchica: spata, fustis, sella esprimonoloriginalit di questo centro unico al mondo23.

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 43

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    44/64

    Un ruolo fondamentale nel modellare limmaginemateriale e spirituale della citt stato svolto dal clero

    sin dal secolo iv. Ma se accanto al vescovo e al clerosecolare, i monaci dei conventi urbani dellAlto Medioe-vo sono stati (e saranno) agenti attivi della coscienza cit-tadina, nessuna istituzione, nessun movimento religio-so stato legato alla citt e ne ha impregnato e trasfor-mato limmagine quanto, a partire dal secolo xiii, gliordini mendicanti: francescani, domenicani, agostiniani,carmelitani, ai quali bisogna aggiungere per lItalia delNord, gli umiliati24.

    I mendicanti modificano anzitutto laspetto dellacitt con i loro conventi, divenuti ben presto enormi nonostante i voti dei loro fondatori Domenico e Fran-cesco sia per la superficie, sia per laltezza degli edi-fici. Nuovi spazi urbani si definiscono intorno ai con-venti dei mendicanti, soprattutto perch il loro apo-stolato anzitutto un apostolato della parola. Inoltre,con la costruzione di questi conventi si fa strada espli-

    citamente nella mentalit urbana e nellurbanistica unapreoccupazione estetica, una ricerca del bello, delleproporzioni e delle prospettive, che ha unespressioneparticolarmente significativa a Siena alla fine del Due-cento25.

    In effetti, tutto lo spazio urbano viene ristrutturatocon linsediamento degli ordini mendicanti e intorno alleloro sedi. Sotto legida del papato, i quattro ordini (nelle

    citt di una certa importanza, o solo due o tre di essi neicentri minori) si insediano quanto pi lontano possibileluno dallaltro, ripartendosi in qualche modo lo spaziourbano, che suddividono creando centri secondariimportanti, spesso vicino alle porte, in quartieri popo-lati da immigrati recenti.

    Con gli ordini mendicanti giungono nuovi santi, acominciare dai fondatori; si sviluppano nuove devozio-ni (rosario e varie forme del culto mariano); si celebra-

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 44

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    45/64

    no nuove feste; si delineano nuovi itinerari per le pro-cessioni. Formati nelle scuole dei loro ordini, qualcuno

    nelle universit, educati secondo i nuovi metodi dellascolastica, i frati mendicanti elaborano una vera e pro-pria teologia della citt che alimenta il loro apostolato.Da Agostino derivano lidea della citt come civitas,un insieme di uomini che deve avere gli stessi sentimentie lo stesso spirito; da Tommaso dAquino (e, per suo tra-mite, da Aristotele), la nozione di bene comune e digiustizia, con cui devessere regolato il funzionamentodella citt fino a tradursi nella sua immagine. Taluni,soprattutto tra i francescani, vi aggiungono una visioneescatologica ispirata dalla lettura dellApocalisse, spes-so compiuta attraverso Gioacchino da Fiore, che li spro-na a fare della citt uno spazio di purezza, di santit, ingrado di trasformarla, quando sia giunto il momento, innuova Gerusalemme. quello che vorrebbe fare a Firen-ze, alla fine del Quattrocento, Gerolamo Savonarola.

    In tutta la loro azione i mendicanti moltiplicano i

    contatti con i laici, accogliendoli con i loro problemi pro-fessionali, familiari, sociali, religiosi. Attraverso la pre-dicazione giungono a racchiudere tutti i cittadini entrouna rete dinquadramento religioso e sociale, che si arti-cola su nuove confraternite. Spesso questi ordini si apro-no anche alla citt dei morti, ospitando le sepolture,almeno dei pi ricchi e potenti laici, nelle loro chiese.Inoltre costituiscono un potente fattore dintegrazione

    della nuova societ nellorganismo urbano e modellanolimmagine urbana in ununit strutturata, presentan-dosi spesso come gli ideologi del comune delle Arti26.

    A differenza di altri paesi della cristianit statonotato la storiografia medievale italiana non ha pro-dotto molte cronache universali. In compenso lItalia haavuto in quantit assai superiore e molto presto crona-che cittadine27. Cos, anche se manipolata in modo pi

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 45

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    46/64

    o meno consapevole dagli autori, la cronaca viene adaggiungere molto presto allimmagine urbana di l

    dalla memoria fantastica delle laudes altomedievali la dimensione temporale che fornisce non solo nomi,date e avvenimenti, ma anche gli attributi della tradi-zione e del cambiamento. Ci che colpisce immediata-mente lo stretto nesso esistente fra listituzione comu-nale e lo sviluppo della cronaca urbana. Questa vienescritta spesso entro il quadro di un avvenimento, che a sua volta unimmagine impressionante della citt. Nel1152 il vecchio Caffaro, che per tutta la sua vita avevaoccupato posti di primo piano al servizio di Genova, pre-senta ai consoli e al consiglio della citt la sua cronaca,la prima storia urbana dellOccidente. Nel 1262 il notaiopadovano Rolandino d pubblica lettura, davanti ai mae-stri di quellUniversit, della sua cronaca28.

    Arnaldi ha messo in luce questo personaggio impor-tante e affatto originale dellItalia comunale: ilnotaio-cronista29. Nella maggior parte delle citt italia-

    ne troviamo, a partire dal secolo xiii, dei notai, funzio-nari del comune, che non solo scrivono la cronaca dellaloro citt, ma ricoprono una carica ufficiale e rimuneratadi cronisti, in aggiunta alla loro funzione notarile: lacronaca diviene a poco a poco come una forma distitu-to comunale integrante le magistrature democratichedellorganismo statale30.

    Non stupiremo, dunque, se i cronisti cittadini del

    Duecento si rivelano tanto ostili ai tiranni e appaionoanimati da un patriottismo urbano, portato a commuo-versi allevocazione o alla vista degli emblemi cittadini.Rolandino artefice della fama di crudelt del primotiranno che una citt italiana abbia conosciuto, Ezzeli-no da Romano, signore di Padova dal 1237 al 1256. Egliimmagina il dialogo fra un padre esiliato e il suo giova-ne figlio, che non ha mai visto il carroccio di Padova,evocando con emozione quel simbolo della libert cit-

    Jacques Le Goff Limmaginario urbano nellItalia medievale

    Storia dellarte Einaudi 46

  • 8/9/2019 Jacques Le Goff - L'Immaginario Urbano Nell'Italia Medievale

    47/64

    tadina, che avanza nella gloria e nellonore, agitandofieramente il vittorioso vessillo padovano31.

    Nel De magnalibus Mediolani, che ci appare come unmomento di passaggio dalle laudes civitatis alle cro-nache cittadine, anche il maestro di grammatica mila-nese Bonvesin da la Riva rende onore ai suoi concitta-dini per non aver mai tollerato tiranni. Vi pure, nellasua opera, un aspetto dellimmagine e della fierezzaurbana, ben comprensibile nelle citt italiane del tempo:lattenzione rivolta agli aspetti economici: produzioneartigianale, produzione agricola del contado, commercio,mercati, alimentazione. La terza funzione, che non sem-pre ha superato la barriera culturale opposta da cronistiimbevuti di mentalit aristocratica, presente, se nonin primo piano, nellimmagine concreta della citt ita-liana, come pure nelle rappresentazioni della cultura edellimmaginario.

    Se tutte le citt importanti e meno importanti del-lItalia medievale hanno avuto la loro cronaca, una citt

    in particolare ha avuto una produzione ricca e origina-le in questo campo: Venezia, che ha avuto persino undoge cronista, Andrea Dandolo (1342-54). La sottilearte di governo venezian