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La Bellezza dell’arte nell’arte. Gis 2014

La bellezza dell'Arte

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La bellezza dell'Arte nell'arte. Breve divulgazione sul concetto di bellezza nel tempo e nell'arte.

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Page 1: La bellezza dell'Arte

La Bellezza dell’arte nell’arte.

Gis

2014

Page 2: La bellezza dell'Arte

s

La Bellezza dell’arte nell’arte.

“L’arte fa parte dello spirito assoluto, insieme a religione e filosofia, ma mentre la religione usa immagini

mentali empiricamente costituite e la filosofia il puro concetto, l’arte usa la sensazione, l’oggetto

sensibile“

Quando parliamo di bellezza nell‟arte parliamo principalmente di tutto quello che concerne

il valore globale che un opera riesce a dare allo spettatore fruitore della sua osservazione

visiva (o uditiva). In effetti parliamo di valore in senso generale e cioè sia dal punto di vista

estetico e sia dal punto di vista di contenuto (di sentimento).

Partendo da un tempo lontano, infatti, la bellezza era legata piu‟

al valore rappresentativo, simbolico che estetico (o esoterico)

del manufatto. Infatti la tecnica e gli strumenti non ne

permettevano una sua raffinata riproduzione

E‟ con il periodo egiziano che le tecniche si raffinano, sia

pittoriche che scultoree. Ma il tutto è sempre legato ad uno

scopo esoterico/religioso. Fino al periodo greco, quando

soprattutto l‟arte scultorea e utilizzata anche per rappresentare

persone e accadimenti. Gesta eroiche e personaggi famosi,

quali filosofi e drammaturghi diventano i soggetti dell‟artista

(dell‟artigiano). La nascita della filosofia come arte del pensare

arriva a supportare ed utilizzare l‟arte applicata allo scopo di

rafforzare i concetti del trascendentale. Per Platone la bellezza

era la rappresentazione della forma umana (il volto il corpo),

intendendo per questo anche il concetto più largo come quello

della natura. La. bellezza è il segno di un ordine più elevato, più

alto: sublime, trascendentale. La bellezza e la virtù portano

l'uomo ad essere vicino a Dio (ad essere suo amico); Dio esiste in

un mondo trascendentale nel quale ogni individuo aspira ma non

può conoscere. Una delle vie per cercare di vedere questa sfera

e' attraverso il bello, attraverso l'esperienza del bello. La bellezza

fisica, la bellezza del corpo si divide in due : amore ed eros.

L'amore per la bellezza umana si origina dalla bellezza fisica e

dall'amore della bellezza fisica si origina l'eros : la passione. Eros

e' una forza cosmica che scorre nel desiderio fisico sessuale. Noi

la potremmo chiamare amore romantico, ma qui nasce il

paradosso: se la bellezza porta al desiderio, questo si allontana

dal divino e si porta verso il fisico e non più al trascendentale. Il

desiderio sessuale è legato agli individui che vivono in questo

mondo fisico, è una passione urgente. Il desiderio sessuale si

presenta sotto due forme (scelte) : adorazione o appetito. Amore

o brama ( lussuria). L'amore e' dare, la brama e' prendere. La brama porta alla bruttezza.

(periodo Sumero – Mesopotania 2800ac)

(testa di Nefertite)

Page 3: La bellezza dell'Arte

La brama e' l'utilizzo di

una persona per il proprio

soddisfacimento. Il

soddisfacimento di un

piacere momentaneo,

urgente( la lussuria)

contro il soddisfacimento

di un piacere eterno

(l'amore). Il fisico verso lo

spirituale. Sino al

diciassettesimo secolo il

concetto di bello platonico

ha resistito ( nel mondo occidentale) anche grazie al

legame con la fede religiosa. Il Rinascimento italiano ne

stato la massima rappresentazione artistica. Con l‟arrivo della della scienza, della

razionalità filosofica e della tecnica, ma soprattutto con la presa di coscienza indotta dalle

rivoluzioni scientifiche (Copernico, Galileo e Newton) è arrivato il dubbio. Scienziati come

Galilei sostenevano che la terra girasse intorno al sole ( e non che la terra fosse il centro

dell‟universo) , che l‟universo fosse immenso e che l‟uomo fosse un piccolo punto

nell‟immensità. Il dubbio della. scienza e delle ragioni a discapito della fede hanno

cambiato il canone della bellezza trascendentale . Con Newton che definisce il concetto

che ogni momento è una passaggio fisico e immutabile nell'orologio del tempo. Da qui la

scintilla della scienza, della ragione, sulla coscienza (la religione): nasce l'Illuminismo. La

bellezza non e' profusa da un entità superiore (Dio) o è il mezzo per avvicinarsi ad esso

ma è intrinseca nelle cose stesse, e l'uomo deve cercarla con occhi chiari e liberi da

emozioni. Il Rinascimento finisce e lascia spazio al Barocco. Da qui i panorami che prima

facevano da sfondo alle figure umane

(religiose) , vengono portati in primo

piano. I personaggi lasciano il posto a

liberi spazzi che a loro volta

contengono figure umane ma come

parte dello scenario e non più da attori

principali. Con l'Illuminismo viene

sconvolta una nuova realtà di bellezza.

Non bisogna più guardare alle cose per

quello che servono, per il loro utilizzo e

per quello che ci danno, ma per quello

che sono. La bellezza arriva da un

attitudine disinteressata di osservare le

(Madonna del Prato – S. Raffaello)

J. Constable

Page 4: La bellezza dell'Arte

cose. La bellezza è intrinseca nelle cose occorre osservarla. Un oggetto e' bello non per

quello che serve, che ci da, ma per quello che è. : se guardo un fiore, un bimbo la bellezza

è dal suo utilizzo, dal suo valore . E' legata all'emozione che ci. da. E‟ una bellezza più

difficile. da spiegare perche l'emozione non si vede; si sente. E qui si allontana arriva alla

bellezza come impressione come valore che emana dall'osservazione esterna della vita,

della quotidianità, dal Realismo. Con l‟arrivo

dell‟era “moderna” (dall‟ 800 in poi) anche i

canoni di bellezza nella rappresentazione

artistica cambiano. La bellezza viene

rappresentata con una tecnica che la

distacca dai canoni estetici tradizionali, si fa

meno precisa e più di emozione. Un valore

esterno che viene carpito dall‟artista e

trasformato in emozione. Il gioco dei colori

delle luci rende l‟impressione dell‟emozione

provata. La tecnica si fa meno precisa,

meno realista e piu‟ impressionista. C‟e‟

anche la tecnologia che supporta questa

tesi. L‟invenzione della macchina fotografica

e il suo divenire strumento a disposizione di tutti rende meno richiesta la tecnica pittorica

come strumento per catturare una situazione nel tempo. Il bello è rappresentato anche dai

dettagli non finiti, della tela pura non coperta da colore. Il tutto crea un alone di luce e

colori che aiuta a dare l‟impressione del messaggio che si vuole trasmettere. Anche la

filosofia illuminista kantiana lascia il posto a quella Hegeliana: il fine dell‟arte, secondo

Hegel, non è né l‟imitazione della natura né il tentativo di suscitare sentimenti e purificare

le passioni, né l‟ammaestramento o il perfezionamento morale: il vero scopo dell‟arte è

“rivelare la verità sotto forma di configurazione artistica sensibile”. Due artisti, così definiti

post-impressionisti, arrivano a rompere gli schemi in modo definitivo: Van Gogh e

Gaugain. La tecnica e la rappresentazione visiva diventa un di cui, passa in secondo

piano. Non è più la qualità rappresentativa, ma l‟espressione dell‟opera nel suo contesto

(l‟emotività) , dei colori , delle tecniche degli impasti a dare piu‟ enfasi al contenuto

dell‟opera. La bellezza è da cercare dentro il contenuto piuttosto che sulla superficie

dell‟opera. Dal punto di vista tecnico un quadro del genere lo può realizzare anche un

principiante al primo anno di accademia. Non occorre essere dotati artisticamente, non vi

è più purezza artistica, ma vi è più vigore espressivo. Questa è una porta temporale

storica che definirà i nuovi canoni di bellezza dell‟arte. L‟opera è bella perché piena di un

valore intrinseco più che estetico. Cosa c‟e‟ di bello in un corpo storpiato, disassato o dai

lineamenti mostruosi. Eppure la bellezza c‟è, e si vede. E‟ ovviamente più difficile da

capire da apprezzare perché non è più a portata di mano, va cercata intesa , con quanto

l‟artista voleva esprimere con quall‟opera. Non è più una belleza „pret a porter‟ , cioè

pronta all‟uso dell‟osservatore, ma più intrinseca, più difficile da capire, una bellezza che è

meno estetica ma indubbiamente è intrinseca nell‟opera: non la si vede ma percepisce.

(Picasso)

F.Millet)

Page 5: La bellezza dell'Arte

Cosa c‟e‟ di bello in un‟opera dove le belle donne nude del rinascimento lasciano il posto

a donne col collo allungato e senza occhi

di Modigliani. L‟arte non vuole più

racccontare di una bellezza che ravvicina

al, come fino all‟‟Illuminismo, eppure

ritorna ad utilizzae canoni che

contengono una bellezza intrinseca,

parlano ancora di qualcosa di altrettanto

misterioso: parlano dell‟ Uomo. Se ne

parla però non dal punto di vista

esteriore, bensì da un punto di vista

interiore, si parla del mistero mistero che

ognuno di noi si porta dentro, della

psiche. E‟ questo un tempo (la fine

dell‟ottocento e l‟inizio del novecento) che

è una fucina in piena attività. La scienza,

la tecnologia fanno passi da gigante: l‟uomo conquista il cielo (i primo voli dei fratelli

Wright), fin dai tempi di Icaro, passando per Leonardo, questa era una via tecnologica per

cercare di raggiungere il mistero, un mezzo per avvicinarsi a Dio, si comincia a volare. Ma

non solo. Nasce anche la psicologia, e riesce a decifrare le caratteristche dei

comportamenti umani, le sue debolezze, le sue paure, le sue depravazioni. La bellezza di

conseguenza non rappresenta piu‟ il figurativo, ma si astrae dalla realtà. Il tratto che

distingue i contorni delle cose delle persone, la bravura e la dote di un artista, lasciano il

passo alla sua capacità di cogliere e capire i comportamenti umani, il suo io e la società in

cui vive. L‟espressionismo è infatti la corrente artistica che meglio rappresenta questo

tempo. Il rappresentare le cose sotto il loro

lato peggiore, reale, sembra incompatibile

con la bellezza artistica eppure anche in

queste condizioni l‟opera esprime bellezza.

Si rappresentano le emozioni che da

nascendo da dentro l‟uomo escono e si

fanno espressione. Anche l‟assetto

geografico dell‟arte, che fin dai tempi del

romanticismo si era sposato dal sud Europa

al centro del vecchio continente, ora si

A. Modigliani

P.Picasso

Page 6: La bellezza dell'Arte

rafforza sempre più in quest‟area, soprattutto nei paesi tedeschi. Il novecento è un secolo

esplosivo in quanto ad avvenimenti. Grandi rivoluzioni politiche (si pensi alla Russa),

scoperte scientifiche (si pensi alla medicina dalla fino ai trapianti non solo di organi ma

anche di geni – il DNA), tecnologiche (si pensi alla corsa allo spazio), anche nel mondo

dell‟arte le rivoluzioni ed evoluzioni sono all‟ordine del decennio. Anche la bellezza

nell‟arte si trasforma. Il pensiero filosofico arriva con kierkegaard all‟esistenzialismo (che

rinasce, dopo più di mezzo secolo di oblìo) e non è un

caso che abbia i suoi momenti d‟oro subito dopo le due

guerre mondiali, quando gli eventi bellici, con tutta la loro

drammaticità, tendono a far nascere un vivissimo senso

dell‟insensatezza dell‟esistenza . Nell‟arte il Dadaismo è

la corrente che meglio rappresenta questo momento.

L‟arte come controarte. Se l‟arte rappresenza la bellezza

estetica, i dada rappresentano la non bellezza; se l‟arte

deve dare un messaggio, i dada allora non danno alcun

messaggio. Per ogni cosa che l‟arte rapresenta e

sostiene, i dada sono l‟opposto. La vita estetica è tipica di

colui che vive ricercando la bellezza e inseguendo il

piacere. L'esteta tenta di vivere nel presente ricavando da

esso il massimo del godimento e del piacere. L'attimo in

cui il godimento si esprime deve essere unico ed irripetibile, ma essendo di effimera

durata ben presto si esaurisce. Quando l'attimo è sfuggito ecco che subentra la noia e la

già esaminata disperazione. L'esteta odia profondamente la noia, la quotidianità e vive

solo per gustare quei brevi momenti di godimento, trascorrendo la restante parte del

tempo a desiderare il ritorno di quell' attimo di godimento ed a disperarsi per l'assenza del

piacere. La vita estetica frammenta l'esistenza in una miriade di piccoli attimi felici ed in

estesi periodi di vuoto e di noi. La bellezza figurativa, già affievolita nelle correnti artistiche

dei decenni precedenti, si affievolisce soprattutto dagli anni 50. Il centro della creatività

artistica si sposta dal vechhio continente al nuovo; in particolare sulla costa atlantica, e

nello specifico a New York. Il figurativo lascia il poso all‟astratto. L‟espressionismo astratto

è la corrente artistica che più

caratterizza questi anni (Pollock,

Rothko, ecc) sono gli artisti più

significativi di questo periodo. La

bellezza si sposta definitivamente

dalla superficie del quadro alla sfera

emozionale. Il valore intrinseco

dell‟opera è legato al valore del

contenuto dell‟artista. Il quadro non

M. Duchamp

Page 7: La bellezza dell'Arte

vive più di vita sua figurativa, simbolica ma bensì si esprime dal valore del suo creatore.

L‟opera non è piu‟ rappresentata nelle suo 2 o 3 dimensioni, ma anche nel suo movimento

(Action painting), nelle performances artistiche di Yves Klein o Piero Manzoni. L‟arte,

l‟opera, è opera in quanto tale. In quanto prodotto dell‟artista stesso, è l‟artista che fa l‟arte

e non il contrario. Da qui la provocazione di Manzoni sulla Artist‟ shit , la merda d‟artista

prodotta ed inscatolata dall‟artista stesso. Il fatto che io sono artista mi da il diritto di

chiamare arte quello che produco, quindi anche la mia merda è arte in quanto da me

prodotta. La bellezza è legata al valore concettuale dell‟artista. Si valorizza il concetto,

non più il manufatto artistico. Anche nelle performances, si valorizza il contenuto e l‟artista

e non il prodotto. E‟ un grido sulla condizione dell‟uomo. A Milano come a New York sono

anni di fermento artistico, l‟arte concettuale, nello

specifico l‟arte povera, porta alla ribalta il focus sul

valore artistico dell‟opera e non sulla forma. Si

arriva a fare dei tagli su una tela, non colorata, per

cercare di rappresentare la dimensione nascosta

del concetto artistico che sta dietro l‟opera (vedi i

concetti spaziali di L.Fontana). Gli artisti prendono

coscienza di se, del loro essere , del loro valore.

Come per le giovani masse che prendono

coscienza della loro condizione situazione e lottano

socialmente contestando il sistema, ance per l‟arte

e per la bellezza dell‟arte i canoni si fanno più fini ,

grezzi, si perdono persino fino ad arrivare a

sfociare nell‟osceno. In questi utimi decenni si è

senza ombra di dubbio sforzati (o qualcuno dice

non ci si è piu‟ sforzati) di fare arte alternativa, non più usando i canoni di bellezza normali

ma molto legati allo spirito artistico del suo creatore. Anche il mercato (l consumismo) ha

inciso a cambiare gli stili artistici. E‟ piu‟ difficile oggi capire chi è artista che in passato.

Eppure i musei corrono ad acquistare opere di artisti emergenti, novità, cercando il nuovo

in cosa è piu‟ shoccante(la body art di Marina Abramovich o le performances di Paul

Mcharty), offensivo(il letto di letto di Tracey Emin, alternativo(George and Gilbert),

ridicolo(le opere di Jeff Koons ), strano(il vero teschio di Damien Hirst), estroso(le sculture

di Sarah Lucas). Il bello non esiste piu‟, il bello è morto: evviva il bello! Il bello oggi esiste

ancora, anzi oggi più che mai la società si basa su valori estetici, le relazioni personali si

basano su valori e canoni legati al bello. Negli ultimi anni del XX° secolo le arti figurative

hanno aumentato le tecniche e i canali di rappresentazione. E‟ nato il cinema e la

televisione e l‟arte si è impossessata anche di questi strumenti. La moda negli anni 80,

con il pret-a-porter ha portato il valore del gusto (e del bello) ad una interpretazione

personale. Ognuno puo‟ rappresentare se stesso come un opera d‟arte seguendo,

rompendo od innovando il canone della moda del momento. Come per le arti figurative.

Ognuno puo‟ essere artista di se stesso, ma per un lasso di tempo brevissimo. L‟effimero

è la colonna portante della moda. Lartista del rinascimento (vedi, Caravaggio, Bellini,

Michelangelo) era un artista anche nel suo essere persona, nella società del tempo. Era

come un divo di hollywood odierno, oltre che a bravo artigiano, doveva far parlare di se.

C‟era ovviamente anche chi era forse piu‟ bravo di Michelangelo nelle arti scultore, ma non

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ha avuto altrettanta sua fama artistica. Basti pensare al Sammartino di Napoli con il suo

Cristo velato. Quindi il bello è

continua, e continuerà a vivere, finche l‟essere umano userà la curiosità, la mente e

l‟intelligenza per relazionarsi col mondo, con gli altri e con se stesso.

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