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LA CATfEDRALE DI VENTIl\fIGLIA
E IL ROl\fANICO PROVENZALE E FRANCESE
Sono in corso a Venlimiglia i lavori per la liberazione e il restauro intemo della Catted rale romanica, dopo che fra il 1948 e il 1950 già si era realizzato, ma non condotto a termine, il restaura estemo (1). Già allora si erano rivelati, dopo i danni della guerra e sotto una spessa coltre di intonaco, gli aspetti e le fasi principali della costruzione deI monllmento, che risulta sostanzialmente dalla sovrapposizione, anzi dalla compenetrazione, fra un edificio tardoromanico a volta, della fine dei secolo XII, e una struttura-base protoromanica deI secolo XI, che aveva sostituito una precedente altomedievale.
Dalla integri tà delle slrutture romaniche esterne, particolarmente nelle absidi e nel tiburio, era facile arguire che 10 scrostamento intemo sarebbe stato ricco di sorprese e di elementi intatti; ma nessuno di noi poteva sperare, un anno fa, che l'edificio fosse tutto sostanzialmente integro, ivi comprese le volte, e che fosse possibile restituirlo in cosl breve volger di tempo, come sta avvenendo, al suo aspetto originario, senza incontrare tra l'altra sovrastrutture 0 pitture 0 elementi decorativi dei secoli pitt recenti che fassera meritevoli di COD
servazione e complicassero la condotta deI restaura. ln breve, da un semplice sgllardo alla pianta, che varia di poco
qllella già da me pubblicata e intuita nel dar relazione deI restauro
(1 ) Sul reslauro estemo vedi il mio articolo Il restaura esterno della Cattedrale
fi l~:~~fmjrli:~~~l!~~~'~i;r~fa~;i i9~~~;ia~:nt;~a~II~1~~;a~io~;' !e1i'a~i~!: hanna avuto decis ivo impulso a part ite da! 1968 da parte deI nuovo Vescovo
:ro~:~. ~o~el~:~oN~~n~e[~rd~:~~ ~ s~r~~:~ ::s~ ~~~c~l~tu~ll~or~~d~ Liguri, che ne ha assunto, anche con la fi.ducia e }'appoggio della Soprintendenza ai Monumenti, la. responsabilità tecnica e scienti6ca, con l'intervento deI sua personale tecnico e con l'assidua assistenza della dott. Francisca Pallarés. l restauri sono stati finanziati dat Ministero dell' Interno (Fonda per il CuIto), grazie al decisivo intervento dcl Ministro aD. prof. Paolo Emilio Taviani.
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eslerno, la successione cronologica deI monumento si definisce e si precisa come segue.
La Catledrale preromanica, la cui datazione rimane dubbia fra il IX e il X secolo (e che fu certo precedula da una di origine bizantina, sincrona al primo trasferimento della Ciuà e della Diocesi dalla pianura di Nervia, ove esistevano ed esislono le rovine di Albinti ~ milium. al castrum della Ciltà alta) (1) era ad una sola nayala, ma poco pi" strell a e più cor ta dell'atluale, e cioè già abbastanza ompia per il tempo, e ad alla ad un forte nucleo di popolazione di sopra\'Vivcuza romana dopa ]a traversia delle invasioni; ed e ra leggermente disimmetri ca, con l'asse di pochi gradi divergente dall'al tuale. Vi appartengono. oltre aIrangoJo di facciata già identificato nei restauri deI 1948-50, l'abside sottostante al pavimento attuale, che già fu vi sta ed esplorata e descritta come Cattedrale « longobarda » da Cirolamo Rossi nel 1875, e che sarà rimessa completamente in luce e resa pralicabil e all'interno, mentre all'esterno ne è stata per la prima volta ora scoperta e fotografata la muratllra e verificata l'altezza; e il muro laterale e I"angolo di attacco con l'abside verso nord, di cui pure un buon tratto è già in luce e il resta sarà esplorato e rile\'ato prossimamel'lte. ne] riIare il pavimento moderno.
La Cattedrale protoromanica, che si data per la muratma e per gli archetti binati al secolo XI, verosimilmente assai avanzato, ha rappresentato la trasformazione della prima Cattedrale in chiesa a tre navate dei classico tipa lombardo, con tetto primitivamente a capriate, pilastri quadrati ed archi tondi a doppia ghiera, monofore strette a ferito ia, più basse e quasi minuscole sul lato sud, che era vic ino a terra, più ahe sul lata nord, le cui parti superstiti sono Dra tornate in luce, COll una comice ed archetti binati sia sulla facciata sia sotto gli spio~ venti Jaterali. La pianta deU'edificio protoromanico si ricostruiscc armai per int ero, salvo nelle tre absidi completamente distrutte, e che dovevanD comunque trovarsi, contrariamente a quanta appariva a prima vista. pressapoco nel sito delle attuali. 1 priffii due archî, verso la facciala, hanna capitelli romanici assa i si mili a quelli di S. Michele e della sua cripta, i rimanenti non li posseggono ed banna rimposta seg nata ùa un sem pliee maltane. La muratura è in blocchetti di are-
è BO~l~. ~:elr.~~~ G;~~:; t~~~~~r~ile ~~~:t~itorib~sc~\ g~i~~i s~e \!~~:~li~::: ,\ lato deI castmm bizantino-Iongobardo di Venlimiglia alta. L'esisteI'!.7 .. ft di una pil! antica 'i'ct.!e e di Ulla Cattedrale paleocristiana nella zona romana di Albillfimi/il/III i> possibilc ma per ora non provata da documenll 0 da ritrovamcnti arcl leologici.
LA CA'ITEDRALE DI VEI\'TIMIGLIA E JL nOMANICO PROVENZALE E FRANCESE 63
naria spaeeati ehe riprendono da vieino l'antiea teeniea di elà romana, già assai regolari e stuecati con cura, anche con la dipintura in rossa delle linee incise nei giunti.
Nel corso deI secolo XII alla Cattedrale romanica fu addossato il campanile, vera e propria torre di difesa che sottolinea in certo modo l'inizio delle aspre lotte con Genova, in grandi conci di puddinga; esso è collegato con lïnterno della Cattedrale mediante un arco tipicamente romanico, ed è conservato integralmente, anche all'esterno, fin sopra il tetto della Cattedrale.
La Cattedrale tarda-romanica, databile fra la fin e deI XII secolo e i primi decenni deI secolo XIII, in quanto manca totalmente di qualsiasi elemento od inRusso gotico 0 pregotico (presenti invece nella volta e nei costoloni della vicina chiesa monastica di S. Michele, che segue una parabola costrultiva analoga), rappresenta la fase ancor oggi dominante nell'aspetto generale deI monumento. Essa è iufatti segnata dalla ricostruzione totale delle absidi, dall'aggiunta deI tiburio, dalla sostituzione delle volte (a bolle nella navata centrale e a crociera nelle due lateraIi) al tetto primitivo a capriate, e infine dalla fasciatura e rinforzo dei pilastri romanici con lesene e semicolonne sorreggenti ]e volte medesime. La struttura non è più in pietra arenaria ma in pietra calcarea più dura e di taglio più regolare, che diventa regolarissima nelle due areate anteriori, munite di un terzo arco a sostegno dei due romanici. l capitelli, le basi, tutti gli altri elementi decorativi sono caratteristici deI romanico avanzato, quasi tntte con unghia le basi, i capitelli di due tipi : a due foglie stilizzate e a foglie plurime di tipo corinzio. La volta centrale, a botte, è in bella pietra a vista, interrolla da costole corrispondenti aIle lesene; nelle prime due campate, dove si aprono anche le uni che finestre a feritoia non più a sguincio, è invece in tufo, forse in origine intanacato, Le volte laterali , a crociera, sono tutte intonacate, salvo quelle a lato deI presbiterio, ben lavorate a vista. Il tetto esterno delle absidi laterali , come doveva essere anche quello delle navate, era in lastre di arenaria sovrapposte; invece quello dell'abside centrale deI tiburio e dell a lanterna superiore è a pavimento, con pietre lavorate e coUocate con eccezionale cura e perizia, e la loro scoperta, sotto l'ardesia, è stata una delle sorprese più felici deI restauro.
Il portico di facciata, abnorme rispetto alle proporzioni della facciata roman ica, è, con la trifora sovrastante (ripristinata nel 1950), l'unica e]emento goticizzante, ed è percià di età più avanzata: rappresenta evidentemente un complemento posteriore 0 comunque finale
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della fase tardo-romanica, e si puo datare alla fin e deI secolo XIII o ai primi deI secolo XIV. È probabile che fino a questo momento abbia continuato a sussistere nella sua integrità la primitiva facciata protoromanica.
La compenetrazione e la riscoperta di queste clue fasi architettoniche cosi nettamente caratterizzate, e specialmente la seconda peT la sua rarità e la sua eccezionale conservazione, vengono non solo a restituirci un monumento medioevale di prim'ordine in tutta corrisponclente alla vetusta dignità vescovile cli Ventimiglia, ma pongono in una luce nuova la valutazione delle relazioni fra l'arte romanica ligure e quella provenzale e la funzione di Ventimiglia come città cli fronti era artistica, porta cI'ltalia aperta sulla Provenza.
Non v'è dubbio, in primo Iuoga, che, per quanta riguarda i resti clella costruzione ciel secolo XI, la Caltedrale cli Ventimiglia rispecchia, in più grandi dimensioni, la schema della chiesa romani ca a tre navate, con paramento in blocchetti di arenaria più 0 meno regolari, che appare diffuso nella Liguria meclioevale d'occidente, da Savona a Monaco, con unD schema costruttivo e con soluzioni architettoniche cosI uniformi che fanno di questa zona mediterranea una vera e propria provincia a sé nel quadro di un fenomeno molto più vasto, comprendente l'ltali a nord-occidentale, la Provenza, la Catalogna e in genere l'area pirenaica, rifle ttendo le condizioni storiche dei tempo : confine fra l'Archicl iocesi di Mil ano e quelle di Aix e Embrun alla Turbia e lungo il crin ale alpino, autonomia politi co-religiosa clei Comitati cl i Savona, Albenga e Ventimiglia legati dai passi alpini col futuro Piemonte, libero scambio delle correnti e delle influenze artistiche lungo le vie di grancli pellegrinaggi clell 'età post-saracenica fra l'ltalia e la Spagna e, sotto il profilo più stre ttamente politico, incl ipendenza dal regime catalano-aragonese e sua estensione alla Provenza. La Cattedrale di Ventimiglia, con quanto resta d i quella romaDica di Albenga, formana COSI il prototipo di tutte le chiese minori conservate nelle rispettive D iocesi, e per Ventimigli a basta cHare S. Michele, in val Roia la Maclonna ciel Poggio di Saorgio, in val Nervia San Pietro cli Camporosso, S. Giorgio di Dolceacqua, S. Tommaso cl i Pigna, S. Ampelio cli Bordighera, tutte unite da strette analogie e da un'ispirazione architettonica verosimilmente monastica.
Il quaclro non muta molto verso occiclente se non sotto form a cli differenze e varietà regionali per probabili divari cronologici. come muta leggermente ad est, nel Genovesato, e a norcl verso il Piemonte. Attendiamo con interesse 10 studio sistematico deI romanico provenzale e il catalogo cli tutti i suoi monumenti d i questa età preparato
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Fig 1 • L-\ CATTEOlIALE f)\ VEl'\ï lMIGUA dapl) i r('slour; dei 19/:;0 e prima dei IIIWW n'fio di restlll/ri 19f>8-HJ70
Fig L\ C ,\TTEDRAU~ DI VENTl r-U GLLA al termine dei res/auri 1968·1970
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TAV. II recto
Fig. -1 - L." CATTEOHAU; Dl VENTlMICLlA. VE!)UTA ABSIDAI.E quasi al tennine dei resl<wri lV68 ·W70 e dopo la demoli:;;olle delle sovrastrutture
T. ... \'. Hl verso
Fig. 6 . LA C." rn:r>HAI. I:-: 01 VFNTIM IGLIA {II ferm;lI (' dei rPI:iI(luri intemi 1968-1970
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Fig. ï - L\ CKrfEDHAI.E 0 1 VE."-lT1MIGLIA. PAHTICOLMU: 1)t·: I.I:,NTt-:nNo t1u rfl/lf/' 1 IUl)ori di r(>:j luuro 1968·1970 e prima dei riprisUllu deI presbilerio
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Fig. 8 - LA C.~TTt:J)HALE DI VENT IM IGLIA. L'AIlSlDI' E IL l'HESllITEUlO dopa .j resllJur; J9fXl-1Y70
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LA CATTEDRALE Dl VENTIMICLIA E IL ROMANICO PROVENZALE E FRAr':CESE 65
da Jacques Thirion : per il momento dobbiamo attenerci alle conc1usioni e ai confronti contenuti nella cIassica opera deI Puig y Cadafalch, in quella dei Kingsley Porter per l'Ilalia settentrionale, e nelle opere generali sul romanico francese e provenzale. La Cattedrale di Ventimiglia appartiene in modo assai perspicuo al gruppo che direi ligure occidentale, e i suoi confronti si estendono largamente dalla Lombardia fino ai Pirenei e rientrano nei limiti più vasti della diffusione dell'arte romanica lombarda.
Il discorso è assai d iverso per la ricostruzione tardo-romanica della Caltedrale, per comprendere la quale occorre forse riferirsi aIle condizioni storiche particolari in cui essa fn decisa e compiuta> probabilmente nell 'intermezzo fra due assedi rovinosi per la città nelle lotte con Genova, quello deI 1199 e quello deI 1220. Non sappiamo onde il Rossi abbia tratto la notizia 0 l'impressione che il restauro della Cattedrale rornanica, rovinata nel 1199, fosse appena terrninato quando sopravvenne la guerra che pose praticamente fine a!l 'indipendenza di Ventimiglia; come non sappiamG la fonte da cui desunse la notizia che con la sua predicazione S. Bonaventura, dopo questa data, incito ancora una volta i ventimigliesi a restaurare la Cattedrale. Certo non puo riferirsi a quest'ultimo periodo, dopo la metà deI secolo XIII, l'intera ricostrllzione tardo-romanica> le cui caratteristiche convengono ben a!la parentesi fra il 1200 e il 1218. È questa la fase in cui Ven timiglia, nel suo disperato tentativo di resistere alla supremazia genovese non mena che per il tramonto deI sogno di unificazione provenzale-catalana e pee la riaccentuata pressione anche artistica deI monda nordico sulla Francia mediterranea, comincia a rivolgersi verso l'Occidente e a cogliere, tramite i domini monastici di Montmajour e di Lerino, i modi e le formule architettoniche deI romanico provenzale e francese, dissociandosi forse un poco volutamente daIYambito ligure e genovese in cui aveva flno ad anora vissuto.
Cominciamo col constatare brevemente i fatti. Nulla di comune ha la Catledrale di Ventimiglia, quale oggi la possiamo rivedere intatta, col romanico pisano e in genere toscano deI Duecento, che agisce pure cosi vis losamente in Corsica e che evolve precocemente in forme nuove e più ricche. Di più ha n~.turalmente in comune armai con la tcadizione lombard a dei Maestri Comacini e con l'architettllra genovese dello stesso periodo: S. Fedele di Como e S. Stefano a Genova sembrano presentare le maggiori analogie con l'abside e col tiburio di Ventimiglia, concordanze che tultavia vengono ad inquadrarsi nella più vasta facies deI romanico evoluto di tutta l'Italia nord-occidentale.
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Sono altrettanto evidenti i particolari che sottolineano lïntervento t' l'influenza di schemi e particolari decorativi di netta influenza occidentale, provenzale non meno che francese, essendo questo il perioclo in cui nel mondo d'oltralpe si manifesta una convergenza e una fusione di elementi elaborati attraverso gli scambi e i progressi delle scuole artistiche nel corso deI secolo XII e si tocca l'apice dell 'evoluzione artis tica anteriore al rinnovamento gotieo.
Conviene anzilutto un confronto singolo COn le Cattedrali più vi cine e conservate della Provenza e della Francia merielionale.
Poco pu;' dirci ormai la Cattedrale di Nizza. rielotta alle fond amenta, anche se la seconda fase di essa, per quanto si pua comprendere, corrisponde all'incirca al sec. XII e all'epaca di costruzione della Catteelrale intemelia : è anch'essa a tre navate con tre absieli, di proporzioni peraltro assai più modeste.
La Catted .. ale di Vence è oggi ormai alter a ta rispelto alla sua forma primitiva e soltanto attraverso la sua ricostruzione ipoteti ca si potrebbe intravedere un volume e uno slancio di proporzioni simili , ma creelo nulla di più.
La CaUedrale di Grasse è in parte fuori causa, per la ben diversa impostazione delle sue massicce colonne circolari e per l'aspetto orrnai goticizzante.
Più a settentrione dobbiamo ancora ricordare la Ca!teclrale eli Senez, l'antiea Sanitium, che è piccola e ad un a sola navata, ma nell'impianto absidale è la prima a ricordar ela vicino la Catteel rale di Ventimiglia e la richiama pure per la forma deI portale; essa è datala alla metà ci rca deI secolo XIII, mentre era stata iniziata un secolo prim a.
La Cattedrale di D igne, pur a una sola navata e con volta originale, ha una somigli anza più marcata con quella di Ventimiglia per le semicolonne alte e per la volta a botte con nervalure.
Nulla di comune ha con la Cattedrale di Ventimigli a la Cattedrale di Fréjus, bassa e piccoli na, e occorre trasferirci ,nel cuore dell a Provenza per rit rovare a S. TroRmo di Arles, a S. Villore eli Marsiglia e N. D. des Doms ad Avignone ri scontri generali e anche specifici. per i pilastri a semicolonne e per le volte a costoloni, ma già gotiche 0
classicheggianli. Occorre viceversa rivolgersi nell'interno dell a Francia per rit ro
vare lIna aulentica volta a botte si mile a quella el i Ventimiglia: l'esempia pi ù simile sembra quello dell a Catled rale di Nevers (l 'unica che passieele pure il tiburio ottagonale); e si veelano pure quelle di Tournus, di Preuilly e infine di Tolosa.
LA CATTEDRALE DI VENTJMIGLlA E IL ROMANICO PROVENZALE E FR ......... CESE 67
Altri generici riscontri si possono trovare nelle chiese minori della Provenza come dell'Italia settentrionale. Strette e più numerose affinità si ritrovano invece più lontano, nel tardo-romanico, catalano e in genere della Spagna settentrionale, per i particolari e i motivi ornamentali : ad esempio le finestre a losanghe e le trecce decorative, i contrafforti ai lati deI tiburio, le lesene semicircolari esterne all'abside: ricordiamo in particolare Cordova, Huesca, Leon, Zamora, Valencia Segovia, tutte allineate, come sembra, sulle vie dei grandi pellegrinaggi dell 'Occidente, fino a Santiago de Compostela, più che sulle vie marittime.
Da questo primo sommario e certo incompleto sguardo comparativo una impressione sola si pua forse desumere per ara: la CattedraIe di Ventimiglia è stata rinnovata ai primi deI Duecento su uno schema architettonico di tradizione lombarda, compenetrata con motivi ispirati al tarda romanîco francese, e in genere occidentale, più che strettamente provenzale; e li rie labora in Ulla espressione originale, che esclude ogni influenza direlta e pedissequa di architetti d 'Oltralpe. Non è legata, come S. Michele, all'architettura monastica provenzale e cerca invece di creare, con la forma deI tiburio e col gioco delle colonne e semicolonne su alti plinti intorno al presbiterio, un tipo nuovo e a sé stan te, sfruttando le risorse dell a pietra locale e gli elementi decorativi della tradizione autoctona.
Per questa sua originalità la Cattedrale di Ventimiglia, ricllperata integra, viene a costituire un unicum e un dono prezioso agli studiosi deI romanico italiano e particolarmente ligure come di q uello provenzale e francese. La sua posizione di equidistanza relat iva dalle altre Cattedrali liguri come da quelle provenzali esprime bene la volontà di autonomia e di indipendenza che caratterizza la posizione storica di Ventimi gli a f,a il secolo XII e il secolo XIII .
N INO LA.'\{I3OGLIA