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Con il contributo di LA CERNIERA VERDE DEL NORD-OVEST

La Cerniera Verde del Nord-Ovest - Patricio Enriquez

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Un progetto ecologico nel nord Milano nei comuni di Cesate, Caronno Pertusella e Solaro. Cofinanziato dalla Fondazione Cariplo

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Con il contributo di

LA CERNIERA VERDE DEL NORD-OVEST

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Con il contributo di

Comune diCaronno Pertusel la

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INDICE

1. LA CERNIERA VERDE DEL NORD-OVEST – IL PROGETTO CARIPLO pag. 82. CONTESTO PROGETTUALE pag.12

2.1 IL PARCO REGIONALE DELLE GROANE

2.1.1 IL SITO DI INTERESSE COMUNITARIO “PINETA DI CESATE

2.1.2 IL PARCO LOCALE DI INTERESSE SOVRACOMUNALE DEL LURA

2.2 ANALISI SWOT

3. OBIETTIVI DEL PROGETTO pag.243.1 DEFINIZIONE, STRUTTURA E OBIETTIVI DI UNA RETE ECOLOGICA

3.2 IL PROBLEMA DELLA FRAMMENTAZIONE AMBIENTALE

3.3 GLI OBIETTIVI SPECIFICI

4. VERSO IL PROGETTO pag.324.1 ANALISI SOCIO-ECONOMICA

4.2 ANALISI NATURALISTICA

4.2.1 USO DEL SUOLO

4.2.2 VEGETAZIONE

4.2.3 FAUNA

4.3 INDIVIDUAZIONE DELLE SPECIE FOCALI

4.3.1 LA METODOLOGIA ADOTTATA

4.3.2 I RISULTATI PER L’AREA DI PROGETTO

4.4 ANALISI DELLA FATTIBILITÀ URBANISTICA

4.5 ANALISI STORICA DELLA COMPOSIZIONE E STRUTTURAZIONE DEL PAESAGGIO

4.6 ANALISI DELLE PROPRIETÀ DELLE AREE E DELLE AZIENDE AGRICOLE

4.7 LA CONNETTIVITÀ DEL TERRITORIO

5. IL PERCORSO PARTECIPATIVO pag.785.1 IL BLOG

5.2 LE INIZIATIVE PUBBLICHE

5.2.1 GLI INCONTRI DI PARTECIPAZIONE

5.2.2 LO STAND ALLA FIERA

5.2.3 L’ICONTRO COI CONDUTTORI

5.2.4 GLI INCONTRI COI PROPRIETARI

6. IL PROGETTO - ESITI pag.866.1 INDIVIDUAZIONE DELLE LINEE STRATEGICHE D’INTERVENTO

6.1.1 I VARCHI ECOLOGICI

6.2 IDENTIFICAZIONE DELLE AREE STRATEGICHE

6.3 PROPOSTE PROGETTUALI

6.4 IL SISTEMA AGRICOLO: AGRICOLTURA, PAESAGGIO E BIODIVERSITÀ

7. UNA DESCRIZIONE PER IMMAGINI pag.120

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L’esigenza di una nuova forma d’attenzione al territorio e alla vivibilità ambientale è divenuta, negli anni, non più una scelta bensì una necessità. Questa profonda consapevolezza, oramai sedimentata negli anni, ha portato il Comune di Cesate e quello di Solaro a sviluppare una ulteriore scelta a forte valenza ambientale che andasse oltre la storica decisione di aderire alla Comunità del Parco Regionale delle Groane.Tale scelta si è quindi tradotta in entrambi i Comuni, tra il 2010 e il 2012, nell’inserire, all’interno dei reciproci strumenti di pianificazione del territorio (PGT), ulteriori aree, storicamente votate ad uso agricolo che verrà mantenuto nel tempo, all’interno del pro-getto di estensione del Parco Regionale delle Groane.Questa forte sinergia di intenti e culturale ha quindi fatto maturare alle due realtà Am-ministrative, in collaborazione con l’Ente Parco delle Groane, l’esigenza di trovare nuove forme di valorizzazione di tale patrimonio territoriale.È stato quindi inevitabile rivolgere lo sguardo ad un orizzonte più ampio cercando nelle realtà comunali contermini un continuum di intenti.La sintesi naturale è stata trovata con il Comune di Caronno Pertusella facente parte del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lura. Da questa semplice constatazione il Comune di Cesate, in qualità di Comune capofila, quello di Solaro, quello di Caronno Pertusella e il Parco Regionale delle Groane, si sono ritrovati per sviluppare un pensiero comune da concretizzarsi in un progetto.Grazie alla sensibilità e attenzione al tema di Fondazione Cariplo, il sogno di costituire “LA CERNIERA VERDE DEL NORD-OVEST” ha preso forma sino a divenire una realtà possibile.Il progetto vuole porsi come obiettivo un percorso di “nuova consapevolezza condivisa e diffusa” dove tutti gli attori chiamati in causa - siano essi Amministrazioni Pubbli-che, proprietari dei terreni o conduttori dei fondi - non siano più soggetti passivi bensì

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costruttori di un nuovo modello culturale di approccio all’ambiente e alla natura che in esso è contenuta.Un modello culturale che faccia della responsabilità ambientale collettiva, il perno fon-dante.Non è quindi da intendersi come progetto di tipo conservazionistico o vincolistico, bensì una grande opportunità, anche economica, di valorizzare al meglio un territorio che, negli anni, ha cercato di recuperare, nella eccellenza territoriale, la sua chiave di rilancio.Consci che la strada da percorrere è ancora lunga e impervia, ma grazie alla consapevo-lezza cresciuta lungo il percorso, siamo certi di aver posto solide basi affinché, quello che solo sino a ieri poteva essere ritenuta una utopia, oggi possa divenire una concreta realtà.Nuovi approcci sistemici, nuova agricoltura ecocompatibile e ecosostenibile, nuove vi-sioni integrate tra usi antropici agroalimentari e esigenze di rinaturalizzazione, questa la grande sfida per mantenere e valorizzare una delle poche aree verdi che racconta, anche panoramicamente, la splendida quinta delle Prealpi e delle Alpi a Nord di Milano, partendo dalla imponente catena del Monte Rosa sino ad arrivare alle più vicine Grigne e Resegone.

Roberto Della RovereSindaco di Cesate

Loris BonfantiSindaco di Caronno Pertusella

Renzo MorettiSindaco di Solaro

Barbara CalzavaraPresidente del Parco delle Groane

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“La cerniera verde del nord-ovest: realizzazione della connessione ecologica interprovinciale tra le province di Milano e Varese” è il pro-getto che i Comuni di Cesate, Solaro, Caronno Pertusella e il Parco delle Groane hanno inoltrato alla Fondazione Cariplo in risposta ai bandi pub-blicati nell’anno 2012, ottenendo il cofinanziamento richiesto.

L’istituzione di vaste aree protette non possono da sole garantire la conservazione del patrimonio biologico, ma necessitano, per la sua tute-la e potenziamento, della realizzazione di una rete ecologica.

Per rete ecologica si intende un sistema interconnesso di habitat, di cui salvaguardare la biodiversità, ponendo quindi attenzione alle specie animali e vegetali potenzialmente minacciate. Realizzare la rete ecologi-ca significa creare e/o rafforzare un sistema di collegamento e di inter-scambio tra aree ed elementi naturali isolati, andando così a contrastare la frammentazione e i suoi effetti negativi sulla biodiversità.

L’obiettivo della conservazione della biodiversità è un tema priorita-rio delle azioni di programmazione internazionale e comunitaria avviate nell’ultimo decennio, in quanto rappresenta uno degli indicatori del buo-no stato di conservazione ambientale.

Capitolo 1

LA CERNIERA VERDE DEL NORD-OVEST – IL PROGETTO CARIPLO

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Figura 1.1 – Planimetria di inquadramento territoriale

Il maggiore responsabile dell’impoverimento della diversità biologica è il processo di frammentazione degli ambienti naturali. La frammenta-zione è il processo che genera una progressiva riduzione della superficie degli ambienti naturali e un aumento del loro isolamento. Le superfici naturali vengono, così, a costituire frammenti spazialmente segregati e progressivamente isolati inseriti in una matrice territoriale fortemente caratterizzata dagli insediamenti umani.

Il progetto intende quindi promuovere interventi volti al potenziamen-to del patrimonio naturalistico attraverso la realizzazione, lo sviluppo e il potenziamento di corridoi ecologici terrestri e fluviali che possono met-

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CAPITOLO 1

tere in collegamento aree naturalistiche importanti per il mantenimento della biodiversità, con la redazione di un specifico studio di fattibilità.

Il territorio coinvolto riguarda vaste aree agricole appartenenti ai comuni di Cesate, Solaro e Caronno Pertusella situate a cavallo tra le provincie di Milano e Varese che si sono conservate in un contesto for-temente urbanizzato.

L’obiettivo è quello di potenziare e incrementare il sistema agricolo già presente in tali aree che supporta la realizzazione del corridoio eco-logico di collegamento tra il territorio delle province di Milano, Varese e anche di Monza – Brianza, e di risolvere alcuni problemi di interruzione, dovuti alla presenza di infrastrutture, che attualmente costituiscono del-le barriere al passaggio della fauna ed alla effettiva connessione fisica del Parco delle Groane con il Parco del Lura.

Gli enti proponenti del progetto sono il Comune di Caronno Pertusel-la, il Comune di Cesate, il Comune di Solaro e l’Ente Parco delle Groane, che assieme portano avanti il piano di lavoro attraverso un percorso par-tecipato.

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I comuni di Cesate, Caronno Pertusella e Solaro si inseriscono nella conurbazione che da Milano si sviluppa verso nord-ovest lungo 2 diret-trici: la SS 223 Varesina con la ferrovia Milano Saronno e l’asse del Sempione più a ovest. Queste realtà urbane sono parte del sistema ter-ritoriale del Saronnese e possiedono complessivamente una estensione territoriale di circa 21 Kmq, articolandosi tra le provincie di Milano (Ce-sate e Solaro) e Varese (Caronno Pertusella).

Il territorio già urbanizzato raggiunge complessivamente nei tre co-muni una superficie di circa 10,6 Kmq che determina una percentuale di consumo del suolo del 50%. Nello specifico la superficie urbanizzata nel Comune di Cesate è del 37%; nel Comune di Caronno Pertusella è del 61% e nel Comune di Solaro è del 49%.

I comuni di Cesate e Solaro ricadono, con una parte consistente dei propri territori, all’interno del Parco delle Groane ed ancora, all’interno di tale area protetta regionale si trova il Sito di Interesse Comunitario (SIC) “Pineta di Cesate”. Il Parco è distinto, nella Rete Ecologica Re-gionale, come “Area prioritaria per la biodiversità nella Pianura Padana lombarda”. La fascia non edificata situata a nord dell’abitato di Cesate e a sud di Solaro, oltre ad essere inclusa, a seguito dell’ampliamento del 2011, nel Parco Regionale delle Groane, è interessata dal corridoio ecologico secondario della Rete Ecologica Provinciale.

Capitolo 2

CONTESTO PROGETTUALE

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Figura 2.1 – Occupazione dell’urbaniz-zato dei comuni di Caronno Pertusella, Cesate e Solaro

Il comune di Caronno Pertusella per la gran parte del territorio non edificato ricade all’interno del Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) del Lura. In tale area protetta si collocano anche le aree agricole poste a nord dell’abitato, che si estendono tra il Torrente Lura ed il con-fine comunale est, raggiungendo il Parco delle Groane. Questo insieme di aree hanno impedito la saldatura tra la zona residenziale e quella produttiva.

2.1 IL PARCO REGIONALE DELLE GROANEIl Parco Regionale delle Groane, istituito con la L.R. 31/1976, viene

ampliato con la L.R. 7/2011, che, al contempo, costituisce il Parco Natu-rale delle Groane, operando una distinzione interna al territorio dell’area protetta.

L’ampliamento del Parco Regionale riguarda anche parte della zona agricola situata tra l’abitato di Cesate e di Solaro. All’interno del Parco si trova il SIC IT2050001 “Pineta di Cesate” ed il SIC IT2050002 “Boschi delle Groane”.

Nonostante la marcata manipolazione dell’ambiente naturale, il terri-

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CAPITOLO 2

torio del Parco mostra ancora notevoli valenze naturalistiche, ecologiche e paesaggistiche. Tra le specie individuate sono segnalate, per il loro maggiore interesse, la genziana mettimborsa (Gentiana pneunomanthe), pianta erbacea perenne; il salice rosmarinifoglio (Salix rosmarinifolia), piccolo arbusto; la poracchia dei fossi (Ludwigia palustris), pianta erba-cea annuale; la listera maggiore (Listera ovata), pianta erbacea perenne ed ancora, con riferimento alle peculiarità floristiche protette e ricondot-

Figura 2.2 – Stralcio Planimetria del Parco delle Groane . Delimitazione dell’area e distinzione tra Parco Naturale e Parco Regionale

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te alle specie dei prati aridi o pingui, si citano il Narcissus radiiflorus ed il Dianthus seguirei. Per quanto riguarda i mammiferi terrestri si annove-rano la volpe, la faina, la donnola, il tasso, la lepre comune, il coniglio selvatico e il ghiro.

Il Parco è regolamentato per gli usi del suolo di un proprio strumento di pianificazione: il Piano Territoriale di Coordinamento (PTC). La fascia inedificata oggetto del presente studio, in larga misura inclusa nel Parco, si connota come zona agricola a seminativo intensamente coltivata con rara presenza di piccole aree con vegetazione arborea.

Figura 2.3 – Stralcio Planimetria Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle Groane

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CAPITOLO 2

2.1.1 IL SITO DI INTERESSE COMUNITARIO “PINETA DI CESATE”Il Sito di Interesse Comunitario “Pineta di Cesate” è identificato con

la sigla europea IT2050001 e possiede una superficie di 182 Ha. Per la quasi totalità dell’area è ubicato nel Comune di Cesate e solo per una minima parte ricade anche nel territorio del Comune di Garbagnate Mila-nese, a sud, e nel Comune di Solaro, a nord.

Gli habitat appartenenti alla rete Natura 2000 identificati all’interno del sito, come indicato nella relativa scheda di catalogazione, sono due e corrispondono ai “Vecchi querceti delle pianure sabbiose con Quercus ro-bur” (cod. 9190), che riguardano una quota significativa dell’area (38%), ed alle “Lande secche europee” (cod. 4030) che si estendono per una minore superficie (8%). Il restante territorio comprende zone agricole ed anche una ridotta quota di edificato e strade.

La scheda del SIC, con riferimento ai tipi di habitat, distingue le aree boschive (Broad leavel deciduous woodland) che hanno una incidenza del 70%, le zone coltivate (Estensive cereal cultures) con il 15%, le zone er-bacee ed arbustive secche (Health, Scrub, Maquis and Garrigue, Phygra-na) per un 8%, le aree occupate da fabbricati e viabilità (Other land) per un 6% ed infine, per il restante 1%, i prati (Humid grassland, Mesophile grassland).

La qualità ed importanza del sito è legata alla presenza di un ultimo lembo relitto di bosco di latifoglie acidofilo e gli elementi caratteristici delle cenosi presenti sono ricondotti alla rovere, al pino silvestre, alla farnia ed alla betulla. Altro elemento d’interesse naturalistico è quello della brughiera atlantica, ambiente ormai rarissimo e mantenuto solo per interventi di taglio degli arbusti. Per quanto riguarda la fauna è segnala-ta la presenza, nelle pozze, della specie endemica padana Rana latastei ed in generale significativo è il popolamento ornitico, con presenza an-che di molte specie migratrici.

Le principali minacce per la conservazione del sito sono associate agli incendi ed alla fruizione antropica, legata ad attività del tempo libe-ro, ed in subordine alla diffusione di specie esotiche.

Per quanto attiene all’avifauna, come riportato nella scheda di cata-logazione, sono il Tarabusino (Ixobrychus minutus), la Nitticora (Nyctico-rax nycticorax), la Garzetta (Egretta garzetta), il Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) e l’Averla piccola (Lanius collurio). A queste, sulla base delle

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ulteriori verifiche eseguite (dati fino al 2004), i cui risultati sono riportati nella relazione tecnica di gestione per la fauna del SIC, si aggiungono l’Airone bianco (Egretta alba), il Nibbio bruno (Milvus migrans), il Falco di palude (Circus aeruginosus), l’Albanella reale (Circus cyaneus), l’Al-banella minore (Circus pygargus), il Falco pescatore (Pandion haliaetus), lo Smeriglio (Falco colombarius), il Falco pellegrino (Falco peregrinus), l’Averla maggiore (Lanius excubitor).

Gli uccelli migratori abituali e gli altri uccelli che frequentano il SIC, in base all’elenco della citata scheda e relazione tecnica di gestione per la fauna, sono numerosi e considerando solo i nidificanti, si tratta dell’Airone cenerino (Ardea cinerea), dello Sparviere (Accipiter nisus),

Figura 2.4 – Planimetria sito di inte-resse comunitario “Pineta di Cesate” - IT2050001

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CAPITOLO 2

della Poiana (Buteo buteo), del Gheppio (Falco tinnunculus), della Starna (Perdix perdix), della Quaglia (Coturnix coturnix), del Fagiano (Phasianus colchicus), della Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), della Folaga (Fulica atra), del Colombaccio (Columba palumbus), della Tortora dal col-lare (Streptopelia decaocto), della Tortora (Sterptopelia turtur), del Cu-culo (Cuculus canorus), della Civetta (Athene noctua), dell’Allocco (Strix aluco), del Gufo comune (Asio otus),

Per quanto riguarda la fauna, sempre nella scheda, si segnalano, per gli anfibi, il Tritone crestato (Triturus carnifex) e la Rana di Lataste (Rana latastei), e per gli invertebrati, il Cerambyx cerdo ed il Lucanus cervus.

In merito alla presenza di altre specie importanti della fauna, nella scheda si cita, per gli anfibi, la Raganella italiana (Hyla intermedia), sottospecie endemica, la Rana agile (Rana dalmatina), la Rana esculenta (Rana synklepton esculenta) ed il Tritone punteggiato (Triturus vulgaris) e per i rettili, il Colubro liscio (Coronella austriaca), la Vipera (Vipera aspis), il Biacco (Hierophis viridiflavus), il Ramarro occidentale (Lacerta viridis) e la Lucertola muraiola (Podarcis muralis). Nel caso dei mam-miferi si elenca la Crocidura minore (Crocidura suaveolens), lo Scoiat-tolo (Sciurus vulgaris), il Riccio (Erinaceus europaeus), il Ghiro (Myoxus glis), la Faina (Martes foina), il Moscardino (Muscardinus avellanarius), la Donnola (Mustela nivalis), il Pipistello di Savi (Hypsugo savii), il Pipi-strello albolimbato (Pipistrellus kuhli) ed il Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus).

Questa area in relazione alla biodiversità esistente, rappresenta un punto delicato del Parco Regionale delle Groane, che risente decisa-mente della pressione antropica legata all’espansione dell’urbanizzato dell’area metropolitana milanese.

2.2. IL PARCO LOCALE DI INTERESSE SOVRACOMUNALE DEL LURAIl Parco della Valle del Torrente Lura è stato riconosciuto con la D.G.R.

n. 5311 del 24.11.1995, riguardante i Comuni di Bregnano, Cadorago, Cermenate, Guanzate, Lomazzo, Rovellasca, Rovello Porro e Saronno. Il Comune di Caronno Pertusella ed il Comune di Lainate si sono aggiunti in un successivo momento allungando, verso sud, il territorio appartenente al PLIS del Lura; in maggior dettaglio, il Comune di Caronno Pertusella ha incrementato l’estensione del parco di 158 ettari.

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Figura 2.5 – Stralcio planimetria Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lura in corrispondenza delle aree interessate dal progetto

Il Parco del Lura è dotato di uno strumento di pianificazione/gestione denominato Piano Particolareggiato di Attuazione.

Per quanto riguarda il Comune di Caronno Pertusella, il territorio incluso nel PLIS si articola sostanzialmente in tre diverse aree; quella situata a nord dell’abitato, che include un tratto del torrente e la zona agricola di nord-est; quella che si allunga seguendo l’asta del torrente e che di fatto coincide con la stessa; quella che comprende le aree agricole di sud-ovest, particolarmente estesa e che costituisce elemento di conti-

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CAPITOLO 2

nuità con l’area ricadente nel territorio del comune di Lainate.L’area posta a nord si connota per lo stretto corridoio, chiuso dai

margini dell’urbanizzato, funzionale a mantenere una connessione tra la zona che comprende la fascia contermine al Lura, situata ad ovest, e la zona agricola che si estende ad est della linea ferrovia Milano-Saronno, di ampia dimensione e che si chiude sul confine comunale con Solaro e Cesate, determinando quindi una continuità con l’area del Parco Regio-nale delle Groane.

La zona situata ad est della ferrovia comprende seminativi e prati a sfalcio di dimensioni medio-piccole separati in alcuni casi da filari di es-senze come robinia e sambuco o da siepi composte da rovo, sambuco con pochi esemplari di biancospino ed evonimo. Si evidenzia in particolare l’area boscata in gestione al gruppo “Arcieri del Sole” che racchiude una superficie di circa 3 ettari composta principalmente da un fitto impianto di conifere (Pino strobo) con radure incolte che arricchiscono e diversifi-cano l’ambiente.

Le aree interessate dal presente studio sono generalmente a condu-zione agricola.

Questa parte orientale di territorio del Parco del Lura è determinante per la realizzazione del corridoio ecologico di connessione con il Parco delle Groane.

Infine, la zona attestata lungo il Torrente Lura si caratterizza da am-bienti aperti incolti o prati a sfalcio permanenti e solamente nell’imme-diato intorno al torrente, cresce una fascia boschiva perifluviale larga pochi metri caratterizzata prevalentemente da robinia e sambuco.

Nella parte ad est del Torrente si trova un’area dove è stato realizzato un parco urbano naturalistico, mentre la parte ad ovest si caratterizza dalla presenza di prati stabili delimitati dalla fascia boscata o da ripeti di rovo, molto interessanti da un punto di vista ecologico.

2.3 ANALISI SWOTI punti di forza e debolezza, le minacce e le opportunità del territorio

vengono presentate in un classico approccio SWOT, che prende il nome dai termini anglosassoni Strenght (punti di forza), Weaknesses (punti di debolezza), Opportunities (opportunità) e Threats (minacce).

L’analisi SWOT è una metodologia che consente di rappresentare,

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STRENGhT (PUNTI DI fORZA)

- Presenza del Parco delle Groane, quale area ad elevato

grado di naturalità.

- Presenza del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del

Lura, quale area di collegamento tra sistemi naturalistici re-

gionali.

- Presenza di ampie porzioni di territorio libero ed in gran

parte gestito ai fini agricoli.

- Presenza di aree relativamente compatte ed in grado di

costituire un corridoio di connessione ecologica.

WEAkNESSES(PUNTI DI DEBOLEZZA)

- Aree di intenso sviluppo edilizio e presenza di barriere in-

frastrutturali che interrompono la continuità relazionale tra

le aree inedificate.

- Area di confine a cavallo tra tre Comuni e due Province,

governata con più strumenti territoriali.

- Vocazione agricola limitata, mancanza di colture trainanti

ed economicamente rilevanti.

- Presenza di coltivazioni intensive, che riducono la presenza

degli habitat e quindi delle specie.

- Forte processo di trasformazione del paesaggio naturali-

stico originario.

in modo razionale ed ordinato, l’influenza esercitata dai diversi fattori agenti nel contesto ambientale sulla realizzazione delle progettualità. Le azioni saranno conseguentemente orientate a sviluppare i punti di forza, eliminare i punti di debolezza, sfruttare le opportunità ed attenuare i rischi.

La finalità dello strumento è quella di mettere in luce e sfruttare tutti gli elementi, sia interni, sia esterni al sistema che potenzialmente con-tribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di un progetto.

Quanto di seguito brevemente esposto in merito ad elementi di forza e debolezza, opportunità e minacce rappresenta una prima sommaria ri-cognizione che è stata svolta in sede di presentazione del progetto alla Fondazione Cariplo.

Questa analisi ha principalmente lo scopo di fornire i risultati più immediati ed intuitivi.

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CAPITOLO 2

OPPORTUNITIES(OPPORTUNITà)

- Collegamento tra le aree a forte vocazione ambientale del

Parco delle Groane, SIC Pineta di Cesate e Parco del Lura.

- Conversione delle attività agricole verso forme di coltiva-

zione sostenibili sia dal punto di vista ecologico (habitat,

flora e fauna) e paesaggistico (ricomposizione dei disegni

originari).

ThREATS(MINACCE)

- Ulteriore frammentazione dello spazio libero esistente.

- Ulteriore impoverimento delle specie (flora e fauna).

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Il progetto persegue il fine di tutelare e rafforzare la biodiversità, attraverso la redazione di uno studio di fattibilità che individui la esat-ta tipologia e localizzazione degli interventi funzionali alla realizzazione di una importante connessione ecologica tra il Parco delle Groane e il Parco Locale Sovracomunale del Lura, e più in generale, tra le core areas della rete ecologica della Provincia di Varese e quelle della Provincia di Milano.

Altri obiettivi sono il mantenimento e la ricomposizione del paesag-gio agricolo storico del territorio, oggi in parte trasformato dalle atti-vità antropiche. L’odierno paesaggio deriva infatti dall’intenso utilizzo e trasformazione del suolo che ha contemporaneamente determinato la perdita o il forte diradamento degli elementi di strutturazione storica e la modifica dell’assetto naturalistico, condizionando fortemente la perma-nenza delle diverse specie di flora e fauna che oggi sopravvivono, grazie alle forme di tutela introdotte con l’istituzione del Parco delle Groane ed il riconoscimento del SIC, ma con popolazioni rarefatte e minacciate.

Capitolo 3

OBIETTIVI DEL PROGETTO

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Figura 3.1 – Il sistema ambientale uni-tario del Parco delle Groane e del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lura

3.1 DEfINIZIONE, STRUTTURA E OBIETTIVI DI UNA RETE ECOLOGICACon l’avvio delle politiche di protezione ambientale, principalmente

di iniziativa europea, si è pensato e si è consolidato il concetto che la protezione degli ambienti naturali fosse possibile attraverso l’istituzione di aree protette, quali forme di programmazione territoriale più idonee in grado di contrastare le trasformazioni ambientali. In realtà queste sono risultate insufficienti, in tempi lunghi, per la conservazione della biodi-versità, dei processi ecologici e soprattutto non efficaci nel garantire la continuità ambientale. Tali problematiche hanno spinto allo sviluppo di una settore specifico della pianificazione: le reti ecologiche.

Le reti ecologiche nascono quindi nel tentativo di tutelare gli ambien-

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CAPITOLO 3

ti naturali e le comunità biologiche ivi incluse, non limitandosi alla stret-ta protezione della singola “area perimetrata”, ma allargando la tutela nei confronti delle dinamiche biologiche che esistono e si sviluppando su una scala territoriale più ampia.

Dunque una rete ecologica è finalizzata non solo alla definizione del-le risorse ambientali e delle relative forme di organizzazione, ma anche a un contributo significativo nel ripristino di una connettività fra diversi ambienti naturali (in contrapposizione alla progressiva frammentazione degli stessi ambiti naturali).

In sintesi per rete ecologica si deve intendere un insieme di “elemen-ti” con diverso grado di naturalità connessi tra loro in modo da garantire la tutela della biodiversità di un territorio più o meno vasto.

Considerando la natura effettiva degli “elementi” da mettere in rete, generalmente si individuano almeno quattro modi di intendere una rete ecologica:1) come sistema interconnesso di habitat, di cui salvaguardare la biodi-versità;2) come sistema di parchi e riserve, inseriti in un sistema coordinato di servizi;3) come sistema paesistico;4) come scenario ecosistemico polivalente, a supporto di uno sviluppo sostenibile.

Nel presente studio per rete ecologica si intende l’insieme di tutti e quattro i modi sopra indicati, al fine di garantire e potenziare, priorita-riamente, la diversità biologica (varietà delle specie viventi, sia animali che vegetali). In tal senso si potranno evitare l’isolamento delle popola-zioni (vegetali e animali), l’impoverimento genetico e l’estinzioni a livello locale.

La strutturazione di una rete ecologica avviene mediante la ricompo-sizione dei seguenti principali “elementi”, così come convenzionalmente adottate nella Pan–European Strategy for Conservation of Landscape and Biodiversity e nella Pan–European Ecological Network:• Core areas (Aree centrali; dette anche nuclei, gangli o nodi): trattasi di aree naturali di grande dimensione, di alto valore funzionale e qualitati-vo ai fini del mantenimento della vitalità delle popolazioni. Costituiscono l’ossatura principale della rete ecologica in grado di sostenere popo-

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lamenti ad elevata biodiversità e quantitativamente rilevanti. Le aree protette sono vocazionalmente “core areas”. • Buffer zones (Zone cuscinetto): sono settori territoriali limitrofi alle core areas. Hanno funzione protettiva nei confronti di queste ultime ri-guardo gli effetti dannosi che possono derivare dall’attività antropica (effetto margine) sulle specie più sensibili.• Wildlife (ecological) corridors (Corridoi ecologici): sono collegamenti lineari fra core areas e gli altri componenti della rete tra loro separa-te. La loro funzione è mantenere e favorire le dinamiche di dispersione delle popolazioni biologiche fra aree naturali, impedendo così le conse-guenze negative dell’isolamento. Inoltre i corridoi ecologici sono utili per

Figura 3.2 – Il sistema ambientale uni-tario del Parco delle Groane e del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lura

limitare gli effetti della frammentazione ecologica. I corridoi ecologici si caratterizzano per ampiezza, collocazione rispetto alle aree naturali centrali (core areas), qualità ambientale, caratteristiche eto–ecologiche delle specie che possono potenzialmente utilizzarlo• Stepping stones (“Pietre da guado”): sono aree naturali minori poste lungo linee ideali di passaggio della biodiversità laddove non vi sia la continuità del corridoio ecologico. Hanno una funzione puntuale di ap-poggio e rifugio per gli organismi. Le stepping stones sono frammenti ambientali di habitat ottimale (o subottimale) per determinate specie, immersi in una matrice paesaggistica antropizzata.

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29

CAPITOLO 3

• Restoration areas (Aree di restauro ambientale): (Aree di restauro am-bientale): sono aree di nuova implementazione frutto di interventi di ri-conversione o rinaturazione individuati dal progetto di realizzazione di una rete ecologica. Sono nuove unità para–naturali in grado di comple-tare la funzionalità della rete da attivare spesso in territori fortemente frammentati o urbanizzati.

Figura 3.3 – Il sistema ambientale uni-tario del Parco delle Groane e del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lura

3.2 IL PROBLEMA DELLA fRAMMENTAZIONE AMBIENTALELa maggior o minor presenza di biodiversità è stata considerata per

lungo tempo uno dei fattori attraverso cui rilevare lo stato di conserva-zione ambientale, tanto che attualmente è diventato un indicatore am-bientale oltre che un elemento qualificante dei territori.

In tal senso, la diversità biologica esprime genericamente la variabi-lità di organismi viventi presenti in un determinato contesto territoriale, oltreché degli ecosistemi di cui fanno parte.

Con il progressivo incremento dei processi di urbanizzazione e degli impatti derivanti dalle attività antropiche che generano principalmen-te forme di degrado dei territori, con conseguente impoverimento della

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diversità biologica e paesistica, è sorta negli ultimi periodi l’esigenza diffusa di attivare politiche e interventi per la conservazione della bio-diversità.

In tale prospettiva, il processo di frammentazione degli ambienti na-turali per cause antropiche costituisce una priorità di studio per le sue conseguenze ai diversi livelli ecologici, ambientali, paesistici e territo-riali, in quanto causa primaria della perdita di biodiversità.

La frammentazione, pertanto, può essere definita come il processo che genera una progressiva riduzione della superficie e degli ambienti naturali e un loro progressivo isolamento. Così le superfici naturali che prima rappresentavano gli elementi principali dei sistemi ambientali, ora si sono ridotte fortemente stante l’avanzamento dei sistemi antropici, conformandosi come elementi spaziali residuali.

Del resto i processi di crescita urbana hanno evidenziato la presenza di città e porzioni di città quale esito di un processo di addizione inse-diativa che, pur attuandosi in conformità alla strumentazione urbanistica programmata, è avvenuta quasi ovunque per addizione di parti, progetta-te in maniera distinta e separata anche quando contigue, soprattutto nel-le città di espansione. Sono stati così realizzati insediamenti ed ambienti edilizi, spesso poco relazionati, non solo al contesto urbano, ma soprat-tutto al più ampio sistema naturale e al territorio aperto immediatamente adiacente. Ciò ha generato la parcellizzazione e riduzione del primario sistema ambientale costituito proprio dalle aree libere.

Questo tema risulta più rilevante e significativo in corrispondenza dei margini della città, dove i tessuti insediativi perdono i loro legami e le loro coerenze per spingersi e disperdersi nella matrice dei territori aperti. Questo modello di urbanizzazione e di infrastrutturazione territo-riale ha generato la cosiddetta frammentazione ambientale degli ambiti naturali e paesistici.

Il processo di frammentazione può essere perciò scisso in due com-ponenti: una riguarda la scomparsa degli ambienti naturali e la riduzione della loro superficie; l’altra l’insularizzazione progressiva e la ridistribu-zione sul territorio degli ambienti residui. Inoltre, con il procedere della frammentazione, si modifica la strutturazione dei rapporti ecologici tra le specie, principalmente si assiste alla scomparsa delle specie tipiche degli ambienti preesistenti e l’aumento di quelle comuni.

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31

CAPITOLO 3

3.3 GLI OBIETTIVI SPECIfICICaposaldo del progetto è il mantenimento e potenziamento delle at-

tività agricole esistenti, funzionali alla riqualificazione ambientale pae-sistica e al mantenimento della continuità ecosistemica. In particolare il riconoscimento dell’elevato valore ambientale dell’attività agricola costituisce una valida forma di azione, peraltro complementare all’im-posizione di vincoli ambientali, per preservare tali aree dai processi di erosione degli spazi liberi, che determinano la perdita irreversibile degli spazi aperti e la frammentazione del territorio, compromettendo la con-nettività ecologica e minacciando la sopravvivenza stabile delle specie.

Altro elemento fondamentale del progetto è stato la necessità di in-crementare la conoscenza e la sensibilità della popolazione insediata riguardo la tutela della biodiversità, la conservazione delle aree naturali e l’importanza degli agro ecosistemi. Si è così sviluppato un percorso di comunicazione e coinvolgimento della comunità locale per definire in maniera condivisa le scelte e la strategia per la strutturazione del corri-doio ecologico, incentrata sulla salvaguardia degli spazi aperti.

In sintesi gli obiettivi specifici individuati dal progetto sono:• aggiornare e sistematizzare il quadro conoscitivo relativo alle compo-nenti ecosistemiche dell’area d’interesse (in particolare alla fauna, anche attraverso l’identificazione analitica delle specie focali, ovvero quelle maggiormente sensibili al fenomeno della frammentazione ambientale) e definire il livello attuale di funzionalità ecologica del territorio;• identificare le aree sulle quali proporre interventi primari per la strut-turazione del corridoio ecologico sovra provinciale, analizzando le situa-zioni particolari di restringimenti ed interruzioni della continuità territo-riale, e definendo una ampia gamma di possibili soluzioni funzionali a incrementare i livelli di connettività;• individuare – in maniera condivisa assieme ai proprietari e condutto-ri – le possibili modalità di realizzazione di queste soluzioni, in grado di salvaguardare le esigenze economiche dei produttori e gli obiettivi ecologici del progetto. In particolare ci si dirigerà verso una modalità di gestione delle aree agricole che si discosti dalla monoproduzione e dal-la coltivazione intensiva, puntando sulle opportunità di diversificazione delle attività delle aziende agricole che scaturiscono dalla realizzazione di interventi di valorizzazione territoriale.

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33

Capitolo 4

VERSO IL PROGETTO

In questo capitolo viene presentato il sunto del lavoro di studio e analisi territoriale svolto dal Gruppo di Lavoro. I dati e le informazioni raccolte, presentati nei prossimi paragrafi, sono stati strumenti fonda-mentali per le successive proposte progettuali, riguardando molteplici aspetti del territorio: da quelli socio-economici a quelli naturalistici (uso del suolo, vegetazione, fauna), da quelli urbanistici a quelli storico-paesaggistici, fino agli approfondimenti sulle proprietà delle aziende agricole e la connettività ecologica.

4.1 ANALISI SOCIO-ECONOMICALa descrizione delle caratteristiche insediative/demografiche dei tre

comuni è contenuta nella tabella nella Figura 4.1, che oltre a indicare la numerosità della popolazione, contiene alcuni dati territoriali legati al grado di urbanizzazione, già in parte anticipato nei precedenti capitoli.

Dal punto di vista della popolazione insediata si evince sostanzial-mente che i comuni di Cesate e Solaro hanno una numerosità molto simi-le, ognuno di essi possiede circa 14.000 abitanti; caso a parte è Caronno Pertusella con circa 17.000 abitanti.

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34

Dal punto di vista territoriale i tre comuni non sono confrontabili, in relazione all’estensione delle rispettive superfici comunali ed al grado di urbanizzazione di ognuno. Il comune di Cesate risulta essere il più virtuo-so nel consumo di suolo, mentre il comune di Caronno Pertusella è quello che possiede il valore più elevato dell’indicatore del consumo. L’indice di consumo di suolo (ICS) è il rapporto tra la superficie urbanizzata e la superficie territoriale comunale espressa in percentuale.

Per quanto attiene alla struttura economica del territorio, si è fatto riferimento ai dati provenienti dal 14° censimento ISTAT 2001, poiché i dati del 15° censimento non sono tutt’ora disponibili. Di seguito, nella Figura 4.2, si riporta una tabella analitica contenente gli occupati per sezioni di attività economica per ogni comune, nonché una valutazione complessiva d’insieme.

COMUNI INDICATORE VALOREUNITA' DI MISURA

Popolazione al 31/12/2012 13.985 abitanti

Superficie territoriale comunale 5,69 kmq

Superficie urbanizzata 2,11 kmq

Indice di consumo di suolo (ICS) 37,08 %

Superficie non urbanizzata 3,58 kmq

Superficie agricola totale 1,55 kmq

Densità demografica 2.457,82 ab/kmq

Popolazione al 31/12/2012 14.026 abitanti

Superficie territoriale comunale 6,69 kmq

Superficie urbanizzata 3,30 kmq

Indice di consumo di suolo (ICS) 49,33 %

Superficie non urbanizzata 3,39 kmq

Superficie agricola totale 1,48 kmq

Densità demografica 2.096,56 ab/kmq

Popolazione al 31/12/2012 16.781 abitanti

Superficie territoriale comunale 8,60 kmq

Superficie urbanizzata 5,20 kmq

Indice di consumo di suolo (ICS) 60,47 %

Superficie non urbanizzata 3,40 kmq

Superficie agricola totale 2,34 kmq

Densità demografica 1.951,28 ab/kmq

CES

ATE

SOLA

RO

CA

RO

NN

O P

ERTU

SELL

A

Figura 4.1 – Il sistema ambientale uni-tario del Parco delle Groane e del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lura

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CAPITOLO 4

Cesate 47 9 20 1.675 28 472 1.067 305 749 1.279 5.651

Solaro 47 6 10 2.187 27 434 996 271 596 1.079 5.653

Caronno Pertusella 23 2 8 2.228 31 335 959 234 578 954 5.352

TOTALE COMUNI 117 17 38 6.090 86 1.241 3.022 810 1.923 3.312 16.6560,70% 0,10% 0,23% 36,56% 0,52% 7,45% 18,14% 4,86% 11,55% 19,88% 100,00%

Estrazione di minerali

Attività manifatturiere Totale

Servizi pubblici e

privati

Occupati per sezioni di attività economica - Censimento 2001.

Attività economica

Comuni

Trasporti, magazzinaggi

o, e comunicazion

i

Credito, assicurazioni,

servizi alle imprese, attività

immobiliari, professionali

e imprenditorial

i

Produzione e distribuzione

di energia elettrica, gas

e acqua

Costruzioni

Commercio, riparazione di autoveicoli, motocicli e

attività di beni personali e per la casa

Agricoltura, caccia e

silvicoltura

Pesca, piscicoltura e

servizi connessi

Complessivamente nei tre comuni si rileva che l’attività economica prevalente è quella manifatturiera che impegna circa il 37% degli oc-cupati, a cui segue quella terziaria raggiungendo circa il 31,43% (credi-to, assicurazioni, attività immobiliari, professionali, e servizi pubblici e privati). In questa struttura economica l’attività agricola impegna sola-mente lo 0,70% degli occupati, confermando in questa parte di territorio del Nord-Milano la marginalità del settore agricolo contrapposta al forte sviluppo del settore industriale e di altre attività.

SINTESI COMUNIOCCUPATI PER SEZIONI DI ATTIVITA' ECONOMICHE - CENSIMENTO 2001

0,70%

0,10%

0,23%

36,56%

0,52%

7,45%

18,14%

4,86%

11,55%

19,88%

0 0,05 0,1 0,15 0,2 0,25 0,3 0,35 0,4

Agricoltura, caccia e silvicoltura

Pesca, piscicoltura e servizi connessi

Estrazione di minerali

Attività manifatturiere

Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua

Costruzioni

Commercio, riparazione di autoveicoli, motocicli e attività di benipersonali e per la casa

Trasporti, magazzinaggio, e comunicazioni

Credito, assicurazioni, servizi alle imprese, attività immobiliari,professionali e imprenditoriali

Servizi pubblici e privati

ATT

IVIT

A' E

CO

NO

MIC

HE

OCCUPATI

Figura 4.2 – Occupati per sezioni di atti-vità economica (Censimento 2001)

Figura 4.3 – Sintesi Comuni, occupati per sezioni di attività economiche (Cen-simento 2011)

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Questo fenomeno d’altra parte è dato dai forti processi di urbaniz-zazione del territorio, avviati sin dalle prime decadi del novecento con la rottura della famiglia patriarcale dedita al lavoro nei campi a favore dell’impiego nelle attività manifatturiere, artigianali, produttive e terzia-rie per ultimo.

Tuttavia la debole attività agricola è strutturata secondo quanto ri-portato nella sottostante tabella i cui dati sono stati rilevati dal 6° cen-simento dell’agricoltura.

Utilizzazione dei terreni dell'unità agricola

seminativi vitecoltivazioni

legnose agrarie, escluso vite

orti familiari

prati permanenti e pascoli

Cesate 155,24 142,92 135,31 0,18 0,2 0 7,23 0 7,78 4,54

Solaro 147,59 141,18 129,22 0 0 0,2 11,76 0 0 6,41

Caronno Pertusella 234,11 218,99 172,47 0 0,44 0,24 45,84 0 3,66 11,46

536,94 503,09 437 0,18 0,64 0,44 64,83 0 11,44 22,41

Superficie dell'unità agricola - Unità agricola con terreni - ettari

superficie totale (sat)

DATI 6° CENSIMENTO GENERALE DELL'AGRICOLTURA

Comune

superficie totale (sat)

superficie agricola utilizzata

(sau)

superficie agricola utilizzata (sau) arboricoltura da legno annessa

ad aziende agricole

boschi annessi ad aziende

agricole

superficie agricola non utilizzata e

altra superficie

I tre comuni possiedono complessivamente una superficie agricola totale di circa 537 ha (5,37 milioni di mq), di cui 503 ha sono utilizzati ai fini agricoli (sau - superficie agricola utilizzata). Pertanto solamente una minima parte di circa 34 ha sono destinati ad altri usi non agricoli, tra cui rientrano le superfici a bosco annesse alle aziende agricole che raggiungono circa 11,44 ha. E’ significativo il dato della superficie non utilizzata ai fini agricoli che si estende per circa 22 ha, vale a dire circa il 4% sia della superficie agricola totale che della superficie agricola utile, confermando l’esistenza di una valida attività agricola, non concorrente però con le altre attività economiche presenti.

Figura 4.4 – Il sistema ambientale unitario del Parco delle Groane e del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lura

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37

CAPITOLO 4

UTILIZZAZIONE DEI TERRENI DELL'UNITA' AGRICOLA

0

50

100

150

200

250

SUPE

RFO

ICIE

(ETT

AR

I)

CesateSolaroCaronno Pertusella

Cesate 142,92 0 7,78 4,54 155,24

Solaro 141,18 0 0 6,41 147,59

Caronno Pertusella 218,99 0 11,46 11,46 241,91

superficie agricola utilizzata - sau

(ettari)

arboricoltura da legno annessa ad aziende agricole

boschi annessi ad aziende agricole

(ettari)

superficie agricola non utilizzata e altra

superficie (ettari)

superficie totale - sat (ettari)

SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA - SAU

0

50

100

150

200

250

SUPE

RFI

CIE

(ETT

AR

I)

CesateSolaroCaronno Pertusella

Cesate 135,31 0,18 0,2 0 7,23 142,92

Solaro 129,22 0 0 0,2 11,76 141,18

Caronno Pertusella 172,47 0 0,44 0,24 45,84 218,99

seminativi (ettari) vite (ettari)

coltivazioni legnose agrarie,

orti familiari (ettari)

prati permanenti e pascoli (ettari)

superficie agricola

utilizzata - sau

Figura 4.5 – Utilizzazione dei terreni dell’unità agricola

Figura 4.6 – Superficie agricola utilizza-ta (sau)

4.2 ANALISI NATURALISTICAQuesto paragrafo, dedicato all’analisi naturalistica del territorio del

progetto, è stato suddiviso in 3 sottoparagrafi per meglio svilupparne e e approfondire i temi principali.

Viene dunque prima posta l’attenzione sullo studio degli usi del suo-lo, per poi passare alle specie animali e vegetali che popolano i territori della “cerniera verde”.

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Figura 4.7 – Il territorio in esame. Rilievo di dettaglio dell’uso del suolo

4.2.1 USO DEL SUOLO L’area di riferimento per la futura realizzazione del corridoio ecologi-

co possiede una estensione di circa 2.400 ha. Su questo territorio è stata effettuata una specifica campagna di rilevamento dell’uso del suolo i cui tratti fisici e ambientali sono meglio apprezzati nell’ultimo capitolo descrittivo per immagini.

L’attività prevalente è quella agricola. Nello specifico il suolo è oc-cupato per la maggior parte da seminativi semplici, che interessano 1.36 milioni di mq, vale a dire circa il 62,5 % dell’intera area. La rimanente superficie agricola è impegnata per il 16% da prati stabili e per circa il 5,7 % da incolti e orti familiari.

Gli ambiti a prevalente copertura di vegetazione naturale e semina-turale occupano nel complesso un’area pari al 6,9 % di quella totale. Si

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39

CAPITOLO 4

Figura 4.8 – Analisi della ripartizione d’uso dei suoli e della ripartizione delle aree agricole

DESTINAZIONE D'USO DEI SUOLI

16,00%

4,41%

0,06%

1,47%

62,50%

2,77%

1,51%2,94%

5,30%

1,46%1,59%

aree coperte da vegetazione arborea ed arbustiva

formazioni ripariali

parchi e giardini

orti

colture floro-vivaistiche

aree agricole - seminativi semplici

aree agricole - prati

aree agricole - aree incolte

tessuto edificato

usi impropri

aree verdi nell'urbanizzato

77%

20%

3%

aree agricole - seminativi semplici

aree agricole - prati

aree agricole - aree incolte

tratta in larga misura di popolamenti arborei ed arbustivi che danno vita a rari filari e piccole macchie boscate, distribuiti in maniera disorganica all’interno delle superfici rurali. La presenza di grandi alberi isolati è ormai episodica mentre lungo le bordure dei campi è del tutto assente il sistema di piccole siepi arbustive che, viceversa, caratterizza ancora molte aree agricole della Pianura Padana. Non si rileva inoltre una pre-senza diffusa di siepi e arbusti. Le altre aree naturali sono rappresentate dalle formazioni ripariali poste lungo i torrenti Lura e Guisa. Parchi e giardini urbani, che occupano una superficie pari all’1,5 % di quella to-

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tale, possono essere considerati alla stregua di ambienti seminaturali. È noto, infatti, che nei contesti fortemente antropizzati possono svolgere un ruolo importante per la sopravvivenza di molte specie faunistiche, of-frendo habitat di interesse trofico e riproduttivo. Ciò vale in particolare per alcuni dei parchi urbani presenti nell’area di studio, caratterizzati dalla presenza di alberi di grandi dimensioni, in molti casi appartenenti a specie autoctone.

In questo vasto territorio agricolo la presenza dell’edificato interessa una superficie di circa il 4% (96.375 mq), mentre le aree con problemi ambientali di rilievo (usi impropri) sono fortunatamente poche e occu-pano una superficie ridotta di soli 1.255 mq interessando lo 0,06 % del territorio.

Si precisa però che una parte del territorio in progetto, ricadente nel comune di Caronno Pertusella, si colloca nell’urbanizzato e si configura con una sottile striscia tra l’edificato che però risulta fondamentale per il collegamento fisico di ampie zone libere, in particolare quale colle-gamento stabile tra il parco regionale delle Groane e il parco del Lura. Questo stretto nastro si compone di aree verdi semplici non coltivate.

4.2.2 VEGETAZIONELa vegetazione è il supporto fisico indispensabile per l’esistenza e il

transito della fauna, le sue caratteristiche, composizione, strutturazione e distribuzione spaziale sono elementi imprescindibili per l’individuazio-ne e la definizione dei corridoi ecologici. In tal senso è importante capire il tipo di vegetazione e la composizione delle specie, così come anche l’integrazione con il paesaggio ed il suo contributo per la conservazione della natura in sé.

Inoltre, il valore di conservazione della vegetazione esistente è es-senziale in quanto una vegetazione particolarmente matura si associa ad un sistema ecologico maturo.

Nell’area in esame è stata eseguita una mappatura degli elementi naturali vegetazionali residui nella matrice agricola. Sono stati così indi-viduati 4 gradi categorie: boschetti, siepi e filari alberati, alberi isolati, parchi urbani e giardini.

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CAPITOLO 4

Questi elementi costituiscono un’importante risorsa per il territorio, sia perché costituiscono habitat preziosi per la vita di moltissime specie faunistiche, sia per il loro valore naturalistico e paesaggistico.

I boschetti sono piccole aree boscate nelle quali, nell’area di indagi-ne, vi è dominanza di specie alloctone: Robinia (Robinia pseudoacacia), Quercia rossa americana (Quercus rubra), Ciliegio tardivo (Prunus sero-tina), ma anche con presenza di alcune specie autoctone quali: Carpino bianco (Carpinus betulus), Frassino (Fraxinus excelsior), Tiglio selvatico (Tilia cordata), Nocciolo (Corylus avellana), Sambuco (Sambucus nigra).

Le siepi e filari alberati sono formazioni arboree/arbustive interpode-rali con andamento lineare. Possono essere monospecifiche o plurispe-cifiche. Nell’area di indagine sono costituite prevalentemente da specie alloctone: Robinia (Robinia pseudoacacia), Ailanto (Ailanthus altissima). Ma si trovano anche alcune specie autoctone: Sambuco (Sambucus ni-gra), Nocciolo (Corylus avellana), Pioppi (Populus sp.), Rovo (Rubus fruc-ticosus).

Gli alberi isolati, sempre nell’area di indagine, corrispondono preva-lentemente alle seguenti specie: Noce (Juglans regia), Sambuco (Sambu-cus nigra), Ciliegio (Prunus avium) e Robinia (Robinia pseudoacacia).

Per ultimo i parchi urbani e giardini, sono le aree recintate con ve-getazione arborea prevalentemente con funzione ornamentale. In que-sti contesti si sono rilevati le seguenti specie: Cedro del libano (Cedrus libani), Quercia rossa americana (Quercus rubra), Lauroceraso (Prunus laurocerasus), Abete rosso (Picea excelsa), Pino strobo (Pinus strobus), Tasso (Taxus baccata), Betulla (Betula pendula), Tiglio nostrale (Tilia pla-typhyllos).

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42

4.2.3 fAUNAL’inquadramento conoscitivo relativo alla fauna è basato in larga misura sulla consultazione delle seguenti fonti bibliografiche: • formulari standard dei siti della Rete Natura 2000;• le pubblicazioni del Parco delle Groane, in particolare la collana intito-lata “I Quaderni del Parco delle Groane”;• informazioni contenute nei siti web dedicati alla diffusione di dati ornitologici (www.ornitho.it), con attinenza all’area di indagine;• letteratura citata nelle relazioni di Piano territoriale regionale del-la Lombardia e RER – Rete Ecologica Regionale (aggiornamento giugno 2013.

Queste informazioni sono state integrate con i risultati di indagini di campo realizzate nell’ambito del presente progetto (giugno 2013) e del censimento delle specie ornitiche realizzato da Edoardo Manfredini per conto del WWF Comitato Groane (con sede a Garbagnate Milanese, via Canova n.45) nel gennaio-settembre 2013.

Le check-list della fauna a vertebrati terrestri, riportate nelle tabelle successive, si riferiscono ad un’area vasta - comprendente l’intero ter-ritorio del Parco delle Groane, del Parco del Lura, dei comuni di Cesate, Solaro e Caronno – al cui interno ricade la zona direttamente interessata dal progetto. Si tratta quindi di un comprensorio ampio e contraddistinto da una buona diversità ecosistemica e dalla presenza di elementi territo-riali di notevole valenza ecologica (SIC Groane e Pineta di Cesate), con-dizioni che consentono la sopravvivenza di un numero elevato di specie faunistiche.

L’ambito di interesse progettuale, individuato per avviare strategie dirette all’incremento della connettività lineare o diffusa, è caratterizza-to da una estensione ridotta e da una eterogeneità ambientale inferio-re rispetto all’area vasta; mancano, ad esempio, ambienti umidi e fore-stali di rilevante estensione e prevale decisamente la matrice agricola. Conseguentemente si ritiene che solo un sottoinsieme limitato del set complessivo riportato nelle check-list possa attualmente frequentare periodicamente o stabilmente gli ambiti di progetto. Tali considerazioni sono state tenute presenti nel processo di selezione delle specie focali sensibili alla frammentazione.

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CAPITOLO 4

Foto 4.9 - Rospo smeraldino (Bufo viri-dis). Foto di B. Boz

ANfIBIAll’interno dell’area vasta sono segnalate 10 specie di anfibi (3 Cau-

dati, tra cui Salamandra salamandra, la cui presenza è da confermare; 7 Anuri). Tra queste, 2 sono inserite nell’Allegato II della Dir. 92/43/CEE.

RETTILISono 9 le specie di Rettili presenti all’interno dell’area vasta (1 Te-

studines, 3 Squamati, 5 Serpentes), di cui una, la Testuggine palustre dalle guance rosse (Trachemys scripta), è alloctona. Nessuna tra queste è inserita nell’Allegato II della Dir. 92/43/CEE.

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Foto 4.10 - Pettirosso (Erithacus rubecu-la). Foto di B. Boz

UCCELLILa buona diversità di ambienti – e in particolare la presenza di picco-

le aree umide e di estesi popolamenti forestali all’interno di un territorio fortemente antropizzato – fa sì che l’area vasta sia frequentata da un numero elevato di Uccelli: nel complesso sono segnalate 188 specie (41 inserite nell’All. I della Dir.79/409/CEE “Uccelli” e s.m.i: Dir. 147/2009), di cui 78 nidificanti (8 inserite nell’All. I della Dir.79/409/CEE “Uccelli” e s.m.i: Dir. 147/2009).

Nella tabella successiva si riportano i risultati dell’indagine compiuta da E. Manfredini, relativa all’area ristretta di progetto. Il censimento si é svolto sulle aree agricole utilizzando il metodo del transetto, percorren-do i sentieri campestri una volta la settimana ed effettuando sempre il

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45

CAPITOLO 4

Ordine Famiglia nome scientifico nome volgare Alle

gato

II D

ir 92

/43/

CE

E)

SIC

Pin

eta

di

Ces

ate

SIC

Gro

ane

Par

co d

elle

G

roan

e

Soricomorpha Erinaceidae Erinaceus europaeus Riccio europeo 1 1 1Soricomorpha Talpidae Talpa europaea Talpa europea 1Soricomorpha Soricidae Sorex araneus Toporagno comune 1Soricomorpha Soricidae Sorex minutus Toporagno nano 1 1Soricomorpha Soricidae Crocidura suaveolens Crocidura minore 1 1 1Soricomorpha Soricidae Crocidura leucodon Crocidura ventre bianco 1 1Chiroptera Vespertilionidae Myotis myotis Vespertilio maggiore 1 1Chiroptera Vespertilionidae Pipistrellus pipistrellus Pipistrello nano 1 1 1Chiroptera Vespertilionidae Pipistrellus kuhlii Pipistrello albolimbato 1 1 1

Foto 4.11 - Gheppio (Falco Tinnunculus). Foto di B. Boz

medesimo tragitto. La rilevazione si è basata checklist é stata effettuata basandosi sull’ascolto dei canti e sull’osservazione diretta.

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MAMMIfERIL’area vasta è frequentata da 34 specie di Mammiferi (6 Soricomorfi,

4 Chirotteri, 2 Lagomorfi, 17 Roditori, 5 Carnivori). Una sola tra queste è inserita nell’Allegato II della Dir. 92/43/CEE (Vespertilio mag., Myotis myotis). Il Silvilago (Silvilagus floridanus), lo Scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis), la Nutria (Myocastor coypus), il Ratto delle chiaviche (Rat-tus norvegicus) sono specie alloctone di recente o antica introduzione.

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CAPITOLO 4

Foto 4.12 - Lepre europea (Lepus euro-peaus). Foto di B. Boz

Foto 4.13 - Volpe (Vulpes vulpes). Foto di B. Boz

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4.3 INDIVIDUAZIONE DELLE SPECIE fOCALI

4.3.1 LA METODOLOGIA ADOTTATAUna esigenza emersa recentemente per valutare l’efficacia di una

rete ecologica è quella di selezionare una lista di specie che possano svolgere una funzione di indicatore per verificare, nell’arco di tempi pre-stabiliti nel piano, l’efficacia della strategia.

A tal fine dovrebbero essere pertanto individuate a priori le specie più sensibili ad una o più componenti del processo di frammentazione che sono state definite specie ‘focali’ (Lambeck, 1997). La loro definizione può essere attuata seguendo tre approcci: l’analisi della letteratura scienti-fica, l’attuazione di ricerche di campo, la selezione di tipo expert-based. In considerazione del fatto che, per la gran parte dei gruppi vegetali ed animali, la letteratura disponibile sulla sensibilità alla frammentazione delle specie è estremamente carente e non contestualizzata all’area me-diterranea (o comunque alla realtà italiana) e che la attuazione di ricer-che di campo può non fornire risposte chiare ed esaurienti nel limitato tempo messo a disposizione per la redazione dei piani di rete ecologica, si è preferito in questo lavoro selezionare le specie seguendo un approc-cio di tipo expert-based recentemente descritto (Battisti, 2008).

Limitatamente alla fauna vertebrata, un approccio per la selezione di specie ‘focali’ sensibili può prevedere la caratterizzazione di sensibilità seguendo alcuni attributi ecologici (ecological traits) che determinano una sensibilità intrinseca delle specie alla frammentazione. Alcuni autori (in particolare, Ewers e Didham, 2006) hanno valutato i fattori determi-nanti (predittori) per valutare la sensibilità di una specie animali alla frammentazione. In linea generale, le specie potenzialmente sensibili a questo processo mostrano le seguenti caratteristiche:1) sono rare in termini di abbondanza numerica;2) necessitano di habitat idonei di rilevante estensione;3) sono soggette a fluttuazioni demografiche naturali;4) mostrano un basso potenziale riproduttivo;5) presentano una scarsa capacità dispersiva;6) mostrano una specializzazione ecologica elevata;7) mostrano una modalità di uso degli elementi del mosaico ambientale ridotta ad uno o poche tipologie.

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CAPITOLO 4

Gli stessi Ewers e Didham (2006) hanno riportato come la tipologia di risposta delle specie alla frammentazione e ad alcune sue compo-nenti (sensibilità alla riduzione in area del frammento, all’effetto margi-ne, all’incremento di complessità dei margini, del grado di isolamento e della «severità» della matrice) può essere messa in relazione ad alcune caratteristiche eco-etologiche specie-specifiche (di seguito, ecological traits): il livello trofico, la capacità dispersiva, la dimensione corporea, l’ampiezza di nicchia, la rarità (in termini di abbondanza numerica a scala nazionale, o nel caso, regionale).

Se si riportano le cinque componenti della frammentazione elencate da questi autori alle tre macrocomponenti principali (riduzione in superfi-cie degli habitat, incremento del loro isolamento, incremento dell’effetto margine e dei disturbi), è pertanto possibile definire una matrice di valu-tazione assegnando un valore da 1 a 3 alla risposta che ciascun ecologi-cal trait intrinseco alle specie induce verso ognuna delle tre componenti della frammentazione. E’ possibile in questo modo conoscere la sensibi-lità complessiva della specie a ciascuna macrocomponente sommando i valori ottenuti per ciascun ecological trait.

Per l’area di studio la procedura adottata ha pertanto previsto:• la definizione di una check-list, limitatamente alla fauna vertebrata terrestre (anfibi, rettili, uccelli, mammiferi, esclusi i Chirotteri);• l’assegnazione, a ciascuna specie, di uno score relativamente ai 5 eco-logical traits, precedentemente descritti;• l’acquisizione dei valori di sensibilità per ciascuna specie e per ciascu-na delle tre componenti della frammentazione selezionate (1. riduzione in superficie dei frammenti di habitat, 2. incremento dell’isolamento, 3. incremento dell’effetto margine e dei disturbi indotti dalla matrice antro-pica trasformata,limitrofa ai frammenti residuali di habitat);• la selezione delle specie che superano un valore soglia convenzional-mente definito (> 10 per le componenti 1 e 2 della frammentazione; > 4 per la componente disturbi/effetto margine);• la ripartizione delle specie per macrocategoria ambientale di riferi-mento, scala spaziale di riferimento delle popolazioni, componente della frammentazione cui sono indirettamente risultate sensibili);• una ulteriore selezione delle specie, attuata sulla base di quelle pre-

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SPECIE fOCALI (TARGET) MACROTIPOLOGIE AMBIENTALI

SPECIE UMI fOR AGR MOS

TRITONE CRESTATO x

RAGANELLA ITAL IANA x x

RANA AGILE x

RANA DI LATASTE x

senti con maggiore probabilità nella sub-area di progetto Cesate, Solaro, Caronno.

Le specie focali selezionate contribuiranno alla strutturazione di una lista di attenzione di specie sensibili alla frammentazione che potranno essere utilizzate per monitoraggi successivi atti a verificare l’efficacia delle azioni di riconnessione ecologica effettuate.

4.3.2 I RISULTATI PER L’AREA DI PROGETTOLe specie focali per l’area di progetto sono state identificate a partire

dalle checklist generali, escludendo le specie alloctone e i Chirotteri.Nelle tabelle inserite nei successivi paragrafi sono riportati i risultati

per le diverse Classi di Vertebrati terrestri. Per ciascuna specie è stata identificata la macrotipologia ambientale (Zone umide = UMI; Boschi = FOR; Aree agricole - Agroecosistemi = AGR; Aree a mosaico = MOS) nella quale esplica il suo ciclo vitale.

ANfIBILa selezione attraverso la procedura adottata ha consentito di otte-

nere una lista di attenzione costituita da 2 specie di anfibi che hanno fatto ottenere valori soglia superiori a quelli stabiliti a a priori relativa-mente alle componenti area, frammentazione, effetto margine, alle quali si è ritenuto comunque di aggiungere alla valutazione altre due specie (Tritone crestato e Raganella italiana) che, pur non avendo fatto ottenere un punteggio superiore ai valori soglia per almeno una componente, sono note per la loro sensibilità a fattori/processi legati alla frammentazione. Tritone crestato e Raganella italiana sono le specie la cui presenza è certa o molto probabile all’interno del territorio di progetto.

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CAPITOLO 4

SPECIE fOCALI (TARGET) MACROTIPOLOGIE AMBIENTALI

SPECIE UMI fOR AGR MOS

RAMARRO OCCIDENTALE x x

ORBETTINO x x x

COLUBRO L ISCIO x x

BIACCO x x

NATRICE DAL COLLARE x

SAETTONE x x

VIPERO x x

UCCELLILa selezione attraverso la procedura adottata ha consentito di otte-

nere una lista di attenzione costituita da 23 specie di uccelli nidificanti che hanno fatto ottenere valori soglia superiori a quelli stabiliti a a priori relativamente alle componenti area, frammentazione, effetto margine. Si è ritenuto comunque opportuno aggiungere alla valutazione altre 4 specie (Cannaiola, Migliarino di palude, Cincia bigia, Ghiandaia) che, pur non avendo fatto ottenere un punteggio superiore ai valori soglia per al-meno una componente, sono note per la loro sensibilità a fattori/processi legati alla frammentazione.

Le specie che attualmente frequentano con una certa continuità il territorio di progetto sono: Falco pecchiaiolo, Sparviere, Poiana, Ghep-pio, Barbagianni, Allocco, Civetta, Gufo comune, Upupa, Torcicollo, Pic-chio rosso maggiore, Picchio verde, Picchio muratore, Rigogolo, Averla piccola.

RETTILILa selezione attraverso la procedura adottata ha consentito di otte-

nere una lista di attenzione costituita da 7 specie di Rettili che hanno fat-to ottenere valori soglia superiori a quelli stabiliti a priori relativamente alle componenti area, frammentazione, effetto margine.

Allo stato attuale è certa o molto probabile la frequentazione non episodica del territorio di progetto da parte di Ramarro occidentale, Or-bettino, Biacco, Natrice dal collare.

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SPECIE fOCALI (TARGET) MACROTIPOLOGIE AMBIENTALI

SPECIE UMI fOR AGR MOS

AIRONE CENERINO x

AIRONE ROSSO x

ALLOCCO x

ASTORE x

AVERLA P ICCOLA x x

BARBAGIANNI x x

CANNAIOLA x

CINCIA B IG IA x

CIVETTA x x

FALCO PECCHIAIOLO x x x

FALCO PELLEGRINO x x

GHIANDAIA x x

GUFO COMUNE x x

MARTIN PESCATORE x

MIGL IARINO DI PALUDE x

PICCHIO ROSSO MAGGGIORE x x

PICCIO VERDE x x

POIANA x x

RIGOGOLO x

SPARVIERE x

SUCCIACAPRE x x

TARABUSINO x

TORCICOLLO x x x

TUFFETTO x

UPUPA x x

MAMMIfERIDalla selezione realizzata emerge una lista di attenzione costituita da

15 specie di Mammiferi che hanno fatto ottenere valori soglia superiori a quelli stabiliti a a priori relativamente alle componenti area, frammenta-zione, effetto margine. Tra questi è certa o molto probabile una presenza

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CAPITOLO 4

SPECIE fOCALI (TARGET) MACROTIPOLOGIE AMBIENTALI

SPECIE UMI fOR AGR MOS

TALPA EUROPEA x x

TOPORAGNO COMUNE x x

TOPORAGNO NANO x x

CROCIDURA MINORE x x

CROCIDURA VENTRE B IANCO x x

SCOIATTOLO x

QUERCINO x x

GHIRO x x x

MOSCARDINO x x

ARVICOLA ROSSASTRA x

TOPOLINO DELLE R ISAIE x

DONNOLA x x

PUZZOLA x x

FAINA x x

TASSO x x

frequente all’interno del territorio di studio da parte di Talpa europea, Toporagno comune, Crocidura minore, Crocidura ventre bianco, Moscar-dino, Donnola, Faina, Tasso.

4.4 ANALISI DELLA fATTIBILITà URBANISTICAL’analisi urbanistica è stata condotta sulla base delle informazioni

fornite dai singoli comuni. In particolare si è svolta una indagine sulla situazione giuridica del suolo prevista negli strumenti di pianificazione comunale generale (piano di governo del territorio) estesa su tutte le aree oggetto del progetto in modo coordinato con gli strumenti pianifi-catori di livello sovracomunale (piano territoriale di coordinamento delle provincie di Milano e Varese, piano territoriale di coordinamento del Par-co delle Groane e il piano territoriale regionale).

Aspetto importante di questa attività di verifica per la compatibilità degli interventi per la realizzazione del corridoio ecologico è stata quella di confrontare tutti gli strumenti pianificatori sopraccitati, con l’intento di costruire una base di conoscenza comune a tutti i soggetti interessa-

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ti dal progetto e per identificare le maggiori criticità e/o impedimenti per il naturale passaggio della fauna e l’implementazione di maggiore biodiversità a causa di puntuali restringimenti dovuti a costruzioni, in-frastrutture esistenti o programmate dai piani urbanistici in genere o da altri fattori antropici.

In tal senso si sono acquisite tutte le cartografie e relativi apparati normativi dei diversi piani in essere (adottati e vigenti), e confrontati con le previsioni di carattere ambientale sovracomunali: rete ecologica regionale (REP) e rete ecologica provinciale (REP).

E’ stata acquisita la seguente documentazione, su supporto digitale, e analizzata con tutti gli uffici tecnici dei tre comuni in modo congiunto:• Carta tecnica regionale della Lombardia in scala 1:10.000;• Rilievi aerofotogrammetrici dei territori comunali;• Riprese fotografiche aeree;• Riprese fotografiche aeree storiche acquisite dall’Istituto Geografico Militare a partire dal 1955;• Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle Groane – variante approvata con legge regionale 29 aprile 2011, n. 7;• Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Milano vigente approvato il 14 ottobre 2003;• Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Milano adottato il 7 giugno 2012;• Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Varese vigente approvato l’11 aprile 2007;• Piano di indirizzo forestale della provincia di Milano per il decennio 2004-2014;• Piano di indirizzo forestale provincia di Varese del gennaio 2011;• Piano Territoriale Regionale della Lombardia del 19 gennaio 2010;• Piano di governo del territorio del Comune di Caronno Pertusella appro-vato il 27 giugno 2013;• Piano di governo del territorio del Comune di Cesate approvato il 27 luglio 2010;• Piano di governo del territorio del Comune di Solaro approvato il 9 lu-glio 2010 e relativa avariante approvata il 30 settembre 2011;• Mappe catastali dei terreni.

Dall’analisi degli strumenti urbanistici emerge che tutte le aree ri-

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CAPITOLO 4

Figura 4.14 – Cesate. Stralcio de piano delle regole del Pgt

comprese nel perimetro del progetto poste nei comuni di Cesate e Solaro sono soggette alla pianificazione del Parco Regionale delle Groane che è sovraordinata alla pianificazione comunale e quindi i comuni si devono adeguare alle previsioni che il parco regionale individua, mentre quelle poste a Caronno Pertusella rientrano nel PLIS del Lura che fissa le tutele ambientali attraverso il piano particolareggiato di attuazione (PPA).

Le aree ricadenti nel parco delle Groane sono individuate nel piano territoriale di coordinamento (PTC) come “zona di ampliamento del par-co” e sono in fase di azzonamento per quanto attiene la destinazione ambientale, ma tutti gli effetti di legge appartengono alla disciplina ur-banistica del parco.

Le aree poste nel PLIS del Lura, essendo state incorporate al perime-tro del Parco recentemente, sono in attesa di essere normate dal Piano Particolareggiato e nella fase propositiva di ampliamento si sono indivi-

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Figura 4.15 – Caronno Pertusella. Stral-cio piano delle regole del Pgt

duati i seguenti settori di intervento, già indicati nel Programma Plurien-nale degli Interventi (PPI), approvato nel 2005: conservazione e recupero degli ambienti naturali; salvaguardia del paesaggio agricolo; fruizione del corridoio ecologico; funzione didattica e culturale.

Per quanto attiene la pianificazione comunale va anticipato che l’ana-lisi ha riguardato l’indagine di diverse cartografie e documentazione ete-rogenea tra i diversi comuni, stante la strutturazione del piano di governo del territorio (PGT) che si compone a sua volta di tre atti fondamentali. Dunque si è proceduto con l’esame di elaborati e normative diverse, re-datte secondo gli obiettivi e forme che ogni situazione comunale ha rite-nuto più opportuno per la propria pianificazione territoriale.

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CAPITOLO 4

Figura 4.16 – Solaro. In alto stralcio de piano delle regole del Pgt, in basso la scheda di intervento del piano attuativo produttivo n. 1

COMUNEPREVISIONE URBANISTICA PGT

DOCUMENTO DI P IANOPREVISIONE URBANISTICA PGT

PIANO DELLE REGOLE

fATTIBIL ITà URBA-NISTICA CORRIDOIO

ECOLOGICO

Caronno Pertuse l la

I ns is tono d i re t tamente due p rev is ion i d i ambi t i d i t ras fo rmaz ione con dest inaz io -ne p rodut t i va (ATP 18 e ATP 22 a/b ) che devono cedere le a ree necessar ie per la conness ione eco log ica .Ins is tono ind i re t tamente due ambi t i d i t ra -s fo rmaz ione con dest inaz ione res idenz ia le (ATR 7 e ATR 6b ) che possono cont r ibu i -re ad ampl ia re la conness ione eco log ica , cos ì come a lcune a ree boscate dest inate a serv i z i ( zona de i bosch i ) .

- Zona de l le co l tu re agr ico le ;- Ambi t i ve rd i non agr ico l i d i con-ness ione ambienta le non insed ia t i da mantenere e potenz ia re ;- Zona per serv i z i ;- Zona per parco u rbano e te r r i to -r ia le ;- Zona deg l i insed iament i in ambi -t i agr ico l i /dest inaz ione d ’uso non compat ib i le ;- Aree d i in te resse paesagg is t i co .

Pos i t i va ( v inco la ta a l le cess ion i d i a ree p rev i -s te neg l i ambi t i d i t ra -s fo rmaz ione )

Di seguito si riporta una tabella sintetica delle previsioni urbanisti-che di ogni comune per le aree di studio e il conseguente giudizio di fattibilità per la realizzazione del corridoio ecologico.

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COMUNEPREVISIONE URBANISTICA PGT

DOCUMENTO DI P IANOPREVISIONE URBANISTICA PGT

PIANO DELLE REGOLE

fATTIBIL ITà URBA-NISTICA CORRIDOIO

ECOLOGICO

Cesate

Le a ree sono ind iv iduate come:- Ambi to paesagg is t i co eco log ico d i tu te la ambienta le ;- Ambi to dest inato a l l ’agr ico l tu ra .Ino l t re r i cade puntua lmente i l nuc leo d i ant ica fo rmaz ione cor r i spondente a l l ’ in -sed iamento s to r i co agr ico lo d i Casc ina Se lva ;Le a ree sono vo l te a l la rea l i z zaz ione de l s i s tema de l la connet t i v i tà ambienta le e cor r ido io eco log ico su cu i implementare anche punt i d i re laz ion i t ra verde agr ico lo e verde u rbano .Ins is tono ind i re t tamente quat t ro ambi t i d i t ras fo rmaz ione con dest inaz ione indust r ia -le (Ti 5 , Ti 6 , Ti 7 e Ti 8 ) che cont r ibu isco-no ad ampl ia re la conness ione eco log ica , po iché è p rev is to la rea l i z zaz ione , a con-f ine con i l co r r ido io , d i in te rvent i d i ve rde natura l i s t i co d i conten imento ambienta le e a parco a t t rezzato , mediante so lo opere d i r imbosch imento e s is temaz ione a verde ad e levata natura l i tà .

Ambi to dest inato a l l ’agr ico l tu ra .Sono p resent i puntua lmente e mar-g ina lmente n . 6 tessut i ed i f i ca t i in -d iv iduat i come ambi t i res idenz ia l i d i mat r i ce agr ico la e i l nuc leo s to -r i co d i Casc ina Se lva .

Pos i t i va

Solaro

Le a ree sono dest inate :- a l l ’ampl iamento de l Parco de l le Groane ;- a ree agr ico le per la fo rmaz ione de l co r-r ido io eco log ico Groane-Lura .

-Agro Groane (espans ione Parco Groane ) ;-Aree agr ico le ;-Cor r ido io eco log ico Groane –Lura .Sono p resent i puntua lmente e mar-g ina lmente n . 2 ambi t i p reva lente-mente res idenz ia l i .In cor r i spondenza de l va rco p rov in -c ia le ins is te un p iano a t tuat ivo (PA n .1 ) con dest inaz ione p rodut t i va che deve cedere le a ree ove rea l i z za re in te rvent i d i r iqua l i f i caz ione natu-ra l i s t i ca con coper tu ra a rboreo-ar-bust iva non in fe r io re a l 50%.

Pos i t i va

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CAPITOLO 4

Figura 4.17 – Provincia di Milano.Stral-cio della tavola 4 del vigente PTCP . La rete ecologica

La sovrapposizione delle previsioni urbanistiche di ogni comune con quelle sovracomunali delle province e della Regione, evidenzia che vi è in comune una volontà di tutelare le aree individuate nel progetto per la realizzazione della connessione ecologica.

In particolare la provincia di Milano indica i diversi elementi che compongono la REP; sia nella versione vigente, sia in quella della pro-posta di variante al PTCP si individua un corridoio ecologico secondario che si sviluppa, con asse nord-sud, parallelamente al Parco delle Groane, permettendo la connessione di più gangli secondari, ora in gran parte ricadenti nella Provincia di Monza e Brianza, la cui parte meridionale fa perno sulla zona agricola compresa tra il comune di Cesate e quello di Solaro. L’area a cavallo tra il comune di Cesate e di Solaro e quella in comune di Caronno Pertusella - nella nuova versione della Tavola 4 della REP di cui alla Proposta di Variante - rispettivamente distinte come rica-

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Figura 4.18 – Provincia di Milano.Stral-cio della tavola 4 del PTCP adottato. La rete ecologica

denti nel Parco delle Groane e nel territorio del PLIS del Lura, si relazio-nano all’identificazione di dettaglio di due varchi, il n. 12 e 13, entrambi ricadenti in territorio del comune di Solaro ma la cui funzionalità dipende e può essere rafforzata dalle modalità di gestione territoriale e di riqua-lificazione ecologica d’insieme della citata zona agricola che si estende tra Solaro, Cesate e Caronno Pertusella. In tale senso si ricorda che il PTCP, in via generale demanda ai Comuni il compito di dettagliare i con-tenuti del progetto di rete ecologica e di individuare specifici interventi di riqualificazione ecologica delle campagne.

Riguardo alla pianificazione in capo alla provincia di Varese, si rileva che nel PTCP non viene indicata nessuna previsione di connessione eco-

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CAPITOLO 4

Figura 4.19 – Provincia di Milano. PTCP adottato. Dettaglio dei varchi n. 12 e 13 della rete ecologica

Figura 4.20 – Provincia di Varese. Stralcio della carta di sintesi del vigente PTCP

logica sul territorio di Caronno Pertusella. L’aspetto è rilevante stante le previsioni ecologiche della provincia di Milano che tange il territorio varesino, come sopra evidenziato, interessando una piccolissima parte del territorio varesino.

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Figura 4.21 – Regione Lombardia. Stralcio tavola di inquadramento dei settori della rete ecologica

Per quanto attiene la rete ecologica regionale (RER), il piano territo-riale regionale la individua come modalità per “raggiungere le finalità previste in materia di biodiversità e servizi eco sistemici”. La RER si articola secondo tre livelli, quello regionale primario, quello provinciale e quello comunale; per il primo livello è predisposto uno schema diret-tore che individua, secondo un disegno generale, gli elementi portanti da mettere in relazione, corrispondenti ai SIC e ZPS della Rete Natura 2000 ed alle aree protette nazionali, regionali e locali (PLIS) ed ancora ai monumenti naturali. Alle citate aree si aggiungono gli elementi specifici della stessa Rete ed in dettaglio si distinguono: le aree di interesse prio-ritario per la biodiversità; i corridoi ecologici primari in ambito planiziale; i gangli primari di livello regionale in ambiti antropizzati; le principali direttrici di permeabilità esterna; gli elementi di primo livello delle reti ecologiche provinciali (REP).

L’area protetta del Parco delle Groane, unitamente al SIC della Pineta di Cesate, ricadenti all’interno dello stesso Parco, rientra tra gli elementi di primo livello della RER ed è identificato anche come area prioritaria sotto la sigla AP5.

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CAPITOLO 4

Figura 4.22 – Lombardia. Dettaglio del settore 51 della rete ecologica

La RER, nella parte meridionale dell’area protetta, disegna un tratto del corridoio regionale primario n. 28 che si sviluppa tra il Parco del Tici-no e la Valle del Lambro, ed ancora, nella zona nord del Parco, identifica diverse “aree di supporto” a costituire direttrici di connessione con gli elementi di secondo livello della RER. La Rete, dato il disegno anteceden-te all’ampliamento del parco delle Groane, non include nella AP5 l’area a cavallo tra Cesate e Solaro e non identifica assi di connessione, carenza superata da quanto previsto dal PTCP della Provincia di Milano, come visto precedentemente, che disegna per l’appunto un corridoio ecologico secondario funzionale alla messa in relazione della Provincia di Milano con la Provincia di Monza e Brianza.

In sintesi dall’esame congiunto di tutta la strumentazione urbanisti-ca che programma questo territorio, risulta fattibile la realizzazione del corridoi ecologico in quanto non si riscontrano incongruenze e/o impe-dimenti di natura urbanistica e giuridica sui regimi dei suoli, anche in relazione alle programmazioni comunali effettuate sul piano delle regole quale atto del PGT che ha carattere vincolante e produce effetti diretti sul regime giuridico dei suoli.

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4.5 ANALISI STORICA DELLA COMPOSIZIONE E STRUTTURAZIONE DEL PAESAGGIO

La frammentazione ambientale incide anche sulle alterazioni della struttura del paesaggio. In particolare, da tale punto di osservazione, deriva il termine “frammentazione paesistica” che viene utilizzato per denominare una fenomenologia specifica attinente le modifiche struttu-rali del paesaggio.

A determinare le condizioni di frammentazione paesistica, concausa della frammentazione ambientale relativamente agli habitat delle specie animali e vegetali, sono, infatti, le modificazioni del paesaggio indotte principalmente dai processi di uso e gestione del territorio.

Il processo di frammentazione del territorio ha portato alla struttura-zione di “ecomosaici” a diverso grado di eterogeneità. In essi si possono distinguere:• una matrice antropica, venutasi a formare per scomparsa ed alterazio-ne di ambienti naturali;• frammenti di ambiente naturale (pezza), distinguibili in base alla loro dimensione, posizione e qualità ambientale, nonché della distanza fra essi (grado di isolamento) rispetto ai sistemi naturali più compatti;• ambienti di margine (bordi).

Riprendendo il principio che la finalità della rete ecologica è quella della conservazione della biodiversità, non si può non riconoscere anche il ruolo che il paesaggio assume nella sua progettazione, attuazione e gestione.

Il paesaggio nel suo apprezzamento o riconoscibilità, ricadente nella sfera del soggettivo, richiama una serie molto ampia di componenti: fisi-che, ecologiche, culturali, semiologiche e percettive.

Pertanto, si può abbinare all’obiettivo primario della conservazione della biodiversità la finalità di concepire la rete ecologica anche come una opportunità della tutela culturale e percettiva del territorio. Dunque, non può esimere dal porre il progetto di rete ecologica in rapporto con il paesaggio. In primo luogo, in quanto il paesaggio costituisce il contesto nel quale si cala il progetto di rete ecologica e molti dei processi e delle interazioni che in esso si svolgono influenzano significativamente la bio-diversità e quindi sono base essenziale per la realizzazione e la gestione della stessa rete.

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CAPITOLO 4

Figura 4.23 – Istituto Geografico Mili-tare. Ripresa fotografica del 9 maggio 1955

Figura 4.24 – Istituto Geografico Milita-re. Ripresa fotografica del 18 settembre 1962

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Figura 4.25 – Istituto Geografico Mili-tare. Ripresa fotografica del 19 giugno 1988

Figura 4.26 – Ripresa fotografica del 2012

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CAPITOLO 4

Figura 4.27 – Mutamento della struttura del territorio nell’arco temporale di una generazione (circa 60 anni) (1955-2012)

In secondo luogo, in quanto gli aspetti culturali e percettivi del pae-saggio possono costituire gli elementi complementari della stessa rete ecologica (valori culturali e percettivi), oppure individuando altre com-ponenti e relazioni da conservare e valorizzare, che amplificano il ruolo della rete stessa.

Per identificare le cause della frammentazione paesistica e quelle ambientali si sono acquisite le seguenti immagini aeree storiche dall’Isti-tuto Geografico Militare, quale ente cartografico dello Stato, che sono state poi confrontate con la situazione rilevata al 2012: riprese fotografi-che del 9 maggio 1955; del 18 settembre 1962 e del 19 giugno 1988.

Da una prima lettura risulta evidente che il processo di frammenta-zione del territorio è frutto innanzitutto dei fenomeni di urbanizzazione

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Figura 4.28 – Il diverso regime dei suoli. A sinistra, foto aerea da cui si evince il raggruppamento delle proprietà dal pun-to di vista della conduzione agricola. A destra, stralcio catastale da cui si evin-ce il forte frazionamento delle proprietà

che hanno occupato le aree libere gestite in modo agricolo (espansione degli abitati di Caronno Pertusella, Cesate e Solaro). Dunque la matrice antropica è stata determinante nella riduzione, scomparsa ed alterazio-ne degli ambienti naturali, che col passare del tempo sono stati erosi e confinati. E’ evidente che nella situazione del 1955 il territorio fosse ca-ratterizzato per la predominanza delle aree libere e dal sistema agricolo che distanziava e separava le aree urbane. Nell’odierna situazione del 2013, la predominanza risulta essere, invece, quella delle aree urbane, che stavolta distanziano e separano le aree libere e agricole. In sintesi vi è stato un rovesciamento della struttura organizzativa del territorio.

Inoltre l‘espansione urbana ha conformato, non solo la cancellazione di consistenti aree libere agricole, ma l’affermarsi di frammenti di am-biente naturale, cioè ha generato la presenza di pezzi di ambiti naturali che risultano, oggi, essere residuali rispetto all’originaria struttura li-bera agricola. Questo fenomeno è particolarmente presente nel tessuto urbano di Caronno Pertusella, tra il nucleo storico e gli insediamenti in-dustriali posti immediatamente a nord.

Infine la realizzazione nel tempo di infrastrutture lineari sul suolo (infrastrutture per la mobilità) ha contribuito profondamente all’ulteriore frammentazione ambientale e paesistica. In tal modo le vaste aree agri-

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CAPITOLO 4

cole del passato sono diventate ambienti di margine (bordi) dei contesti urbani edificati. Ciò ha inoltre contribuito alla marginalità economica dell’attività agricola.

Anche il sistema naturale si è modificato, le macchie arboree/arbu-stive si sono rafforzate laddove l’urbanizzato non si è materializzato. Lun-go le sponde fluviali del Lura e del Guisa o nel territorio del Parco delle Groane, la vegetazione arborea si è accresciuta e consolidata, sebbene in molti casi si tratti di specie alloctone invasive, grazie anche all’istitu-zione delle aree protette. Inoltre si ritrovano esemplari isolati di alberi o sistemi a filare lungo le principali strade poderali del sistema aperto agricolo, elementi che in un contesto a forte antropizzazione contribui-scono alla conservazione della biodiversità.

Ma l’aspetto più rilevante è il cambiamento del sistema di conduzio-ne delle aree agricole. Negli anni ’50 le partiture dei campi dimostrano una proprietà molto frazionata e un sistema di coltivazione del singolo appezzamento appartenente forse ad un regime agricolo di auto condu-zione e di sostentamento di tipo familiare, con una tassellazione del ter-ritorio che sembra quasi infinita con lotti stretti e lunghi. La differente colorazione dei suoli è dimostrativa della diversità delle coltivazioni.

A partire degli anni ’80 si legge, invece, un raggruppamento delle aree che vengono messe insieme e gestite in modo unitario. La causa è dovuta al cambiamento dell’economia agricola, cioè dal passaggio di un sistema di coltivazione di tipo familiare ad un sistema di coltivazione di tipo industriale o più allargato, che offre maggiori redditività e utilità economiche rispetto gli investimenti calati.

Occorre anche rilevare come i sistemi fluviali del Lura e del Guisa siano stati in gran parte inglobati dall’urbanizzato, andando a far parte integrante del sistema urbano e perdendo la propria immagine di elemen-to connotativo del paesaggio dei sistemi aperti.

Tuttavia, nonostante sia cambiata radicalmente la struttura degli spazi aperti agricoli, un elemento caratterizzante il suolo, l’ambiente ed il paesaggio si è poco modificato nel tempo. Il sistema delle strade inter-poderali è rimasto costante; i tracciati storici continuano ancora oggi ad essere quelli che garantiscono le relazioni interne ed esterne e attorno ai quali si sono addensati le sporadiche vegetazioni arboree ed il sistema

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dei filari alberati.In sintesi questa parte di territorio agricolo posto tra i tre comuni

gode di una elevata qualità paesistica, nonostante sia stato largamente ridotto nelle ultime decadi. Il motivo risiede nel mantenimento di un’at-tività agricola che oltre a garantire la sopravvivenza di un certo livello di biodiversità, rappresenta una attività di presidio del territorio che evita l’ingenerarsi di fenomeni di degrado ambientale che si presentano tipica-mente nelle aree abbandonate e non gestite in alcun modo.

L’agricoltura presente è un’attività che va salvaguardata e idonea-mente supportata, affinché non venga meno in questa parte di territorio una reale e fattibile connettività ecologica tra due importanti sistemi ambientali (Lura e Groane). L’innalzamento qualitativo e la diversifica-zione delle produzioni agricole, rappresentano anche importanti fattori per ridurre il carattere di “peri-urbanità” di questi suoli e di eliminazione dell’“effetto di insularizzazione”, nonché per incrementare la ricchezza di specie di flora e fauna, attratte dalle maggiori opportunità offerte da una diversità di coltivazioni. Infatti, al grado di insularizzazione sono altamen-te correlati: l’abbattimento del valore di naturalità, la frammentazione e la decontestualizzazione del tessuto storico, la pervasività dell’impatto percettivo, il grado di erosione dei suoli agricoli dovuto alla dispersione insediativa, l’estensione e l’appesantimento delle impronte spaziali dei fattori di pressione, dovuti anche a sistemi monoculturali o intensivi, che producono impatti ambientali e potenziali rischi.

In genere il paesaggio degli spazi verdi peri-urbani mostra un livello di qualità ambientale basso a causa della frammentaria presenza di ve-getazione arborea (specialmente alloctona), incolti e di prati stabili, che costituiscono le colture dominanti nelle aree non gestite. Nel territorio in esame si assiste invece al contrario: le presenze arboree risultano frammentarie ma spesso rappresentate da esemplari di notevole dimen-sioni per stazza e portamento; le aree incolte sono rare e la quasi totalità dei suoli è gestita ai fini agricoli. E’ necessario però, come già indicato, supportare l’agricoltura idoneamente affinché si raggiungano contempo-raneamente buoni livelli di sostenibilità economica e ambientale. L’agri-coltura ha un ruolo di primaria importanza nella conservazione dell’am-biente, delle risorse naturali e nel mantenimento della biodiversità.

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CAPITOLO 4

Forma giuridica società cooperativa

Comune società semplice

altra società di persone diversa

dalla società semplice

società cooperativa

esclusa società cooperativa

sociale

Cesate 10 1 0 0 0 0 0 1 0 12

Solaro 5 1 0 0 0 0 0 0 0 6Caronno Pertusella 17 1 0 0 0 0 0 0 0 18

DATI 6° CENSIMENTO GENERALE DELL'AGRICOLTURA

società di capitali

Numero di aziende agricole

totaleamministrazione o ente pubblico

ente (comunanze, università, regole,

ecc) o comune che gestisce le

proprietà collettive

ente privato senza fini di

lucro

altra forma giuridica

azienda individuale

(comprese le unità non legali)

società di persone

NUMERO AZIENDE AGRICOLE

0

5

10

15

20

FORMA GIURIDICA

NU

ME

RO

AZ

IEN

DE

Cesate 10 1 1 12

Solaro 5 1 6

Caronno Pertusella 17 1 18

azienda individuale società semplice ente privato senza

fini di lucro totale

Figura 4.30 – Numero delle aziende agricole

Figura 4.29 – Dati del 6° Censimento Generale dell’Agricoltura

4.6 ANALISI DELLE PROPRIETà DELLE AREE E DELLE AZIENDE AGRICOLE L’analisi deriva dalla consultazione dalla banca dati ipotecaria e ca-

tastale del sistema telematico dell’Agenzia delle Entrate (piattaforma SISTER), dal 6° censimento generale dell’agricoltura e dal sistema infor-mativo agricolo della Regione Lombardia (SIARL).

Nei tre comuni di Caronno Pertusella, Cesate e Solaro, complessiva-mente esistono 36 aziende agricole: 18 a Caronno Pertusella, 12 a Cesa-te e 6 a Solaro, organizzate secondo le forme indicate nella successiva tabella.

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Figura 4.31 – Modalità di conduzione

4.7 LA CONNETTIVITà DEL TERRITORIOPer valutarne la funzionalità connettiva, il corridoio individuato (est-

ovest) è stato suddiviso in tre “stanze ambientali” in relazione alle ca-ratteristiche fisiche/naturalistiche che ogni stanza possiede ed in virtù della propria collocazione rispetto alle condizioni antropiche dell’imme-diato contesto circostante. La prima corrisponde con le aree poste lungo il torrente Lura e con le aree agricole e fruitive annesse nel Parco del Lura; la seconda con la stretta fascia di territorio che separa gli ambiti industriali da quelli residenziali in Caronno Pertusella, incastonati tra la vecchia strada Varesina e la linea ferroviaria; la terza con le aree agrico-

La maggior parte delle aziende agricole sono di tipo individuale, fatta eccezione per una sola azienda senza fine di lucro presente a Cesate e tre società semplici come meglio descritto nel grafico successivo.

Per quanto attiene il sistema proprietario delle aree, l’analisi si è concentrata nella sola area in esame per la connessione ecologica e riferita ai soli comuni di Cesate e Solaro.

Come già anticipato, tale area si presenta molto frazionata e la con-duzione dei suoli si svolge quasi esclusivamente per affittanza, circa l’80% dei suoli in Cesate e circa il 65% dei suoli a Solaro. La proprietà che conduce i suoli ai fini agricoli è solamente circa l’8% a Cesate e il 2% a Solaro, quindi risulta essere estremamente marginale. Non è stato possibile acquisire i dati per il comune di Caronno Pertusella.

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

SUPERFICI IN AFFITO SUPERFICI ALTREFORME

SUPERFICI INPROPRIETA'

SUPERFICI IN AFFITO SUPERFICI ALTREFORME

SUPERFICI INPROPRIETA'

COMUNE DI SOLAROCOMUNE DI CESATE

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CAPITOLO 4

Figura 4.32 – Le “stanze ambientali”

le poste ad est della linea ferroviaria e che si innestano poi direttamente nel parco delle Groane.

Ogni stanza ambientale si trova fisicamente separata dalle altre a causa della disposizione e la diffusione sul territorio di infrastrutture antropiche, che rappresentano infatti la fonte di discontinuità del pae-saggio e della rete ecologica, limitando, con cesure più o meno incidenti, la connettività ecologica necessaria al mantenimento di buoni livelli di biodiversità.

Ad ogni “stanza ambientale” è stato poi attribuito un giudizio sinteti-co sulla qualità naturalistico - ambientale presente attraverso una breve descrizione, lo stato di conservazione, le possibili minacce e il calcolo di un indicatore di naturalità (indice di naturalità IN); tutte informazioni raccolte in specifiche schede descrittive.

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CLASSE DI NATURALITà DESCRIZIONE VALORE ASSOCIATO

1 mol to bassa Aree u rban i z za te o ad e levato in te rvento ant rop ico 0 ,0

2 bassa Aree a verde a t t rezzato , a ree verd i d i a r redo u rbano 0 ,2

3 media Aree agr ico le 0 ,5

4 a l ta Aree a vegetaz ione p reva lentemente e rbacea , a ree a verde natura l i -s t i co lontane da l c l imax vegetaz iona le 0 ,8

5 mol to a l ta Aree a vegetaz ione p reva lentemente a rborea (bosch i ) , a ree a verde natura l i s t i co p ross ime a l c l imax . 1 ,0

L’indicatore (IN) è calcolato sulla base della formula: IN =∑(CNi*Ai) /ST, dove:CNi = coefficiente di naturalità dell’area i-esimaAi = superficie dell’area i-esimaST = superficie complessiva corridoioIl coefficiente di naturalità viene calcolato come indicato nella tabella sottostante:

L’attività di verifica sul campo e le analisi sui dati raccolti hanno per-messo di riscontare l’attuale livello di connettività ecologica, tra le aree coinvolte nello studio, che può essere sintetizzata come potenzialmente buona con alcune criticità e ulteriormente dettagliata come segue.

I principali elementi della connessione ecologica sono costituti dalle “stanze ambientali” n.1 e n.3 che possiedono caratteristiche analoghe e un medesimo indice di naturalità. Ciascuna possiede anche un buon livello di continuità per quanto concerne l’avifauna e la fauna terrestre. Quest’ultima trova però la forte cesura costituita dalla linea ferroviaria e poi la stretta fascia della stanza ambientale n. 2. Quest’ultima, per la sua posizione di cuneo nell’urbanizzato, presenta una scarsa vocazione per la fauna (ad eccezione di poche specie altamente antropofile) e costituisce una forte barriera. Ciononostante riveste un ruolo importante per garan-tire la connessione fisica tra i due sistemi ambientali principali (Lura e Groane), e può avere una funzione di supporto al mantenimento di alcune specie di avifauna, in relazione alla sua vicinanza a zone non urbanizzate e destinate ad essere trasformate anche con funzioni di verde fruitivo. Per quanto riguarda le strade locali che dividono in parte le stanze am-bientali, possono essere superate attraverso la realizzazione di alcuni interventi di deframmentazione, come si illustrerà nel seguito.

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CAPITOLO 4

STANZA AMBIENTALE 1

LOCALIZZAZIONEArea posta a l l ’ in te rno de l PL IS de l Lu ra , in ad iacenza a l s i s tema natura le agr i -co lo e a l s i s tema insed ia t i vo d i ca ra t te re indust r ia le p resente a nord e a sud . S i t rova a t t raversata da l Tor rente Lura .Su l la to o r ienta le è toccata da l v ia le Europa che la d iv ide in due par t i .Super f i c ie = 216 .558 mq

AMBIENTI NATURALI E SEMI -NATURALISi carat te r i z za per la p resenza d i a ree agr ico le con seminat iv i sempl ic i , p ra t i s tab i l i , fo rmaz ion i r ipar ia l i lungo le sponde de l to r rente Lura e d i un in te rven-to d i r inatura l i z zaz ione e f ru i z ione (parco pubb l i co ) .Vi è la p resenza d i a lcune a lberature i so la te .

STATO DI CONSERVAZIONEBuono. S i r i levano a lcune c r i t i c i tà legate a l lo s ta to manutent ivo de l le sponde de l to r rente e d i conservaz ione de l la vegetaz ione .

MINACCERisch io d i u l te r io re u rban i z zaz ione de l l ’a rea posta ad es t de l v ia le Europa s tante la sua d imens ione e co l locaz ione in s t re t ta ad iacenza ad a ree g ià u r-ban i z za te .

INDICE DI NATURALITàIN = 0 ,47

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STANZA AMBIENTALE 2

LOCALIZZAZIONEArea posta a l l ’ in te rno de l PL IS de l Lu ra , de l imi ta ta da v iab i l i tà d i l i ve l lo lo -ca le ad ovest e da l la l inea fe r rov ia r ia ad es t . E ’ loca l i z za ta in una f rang ia d i te r r i to r io fo r temente u rban i z za ta da insed iament i indust r ia l i (a nord ) e tes -sut i res idenz ia l i (a sud ) . Le a ree l ibere ad iacent i sono in te ressate da fu tu re p rev is ion i ed i f i ca to r ie .Super f i c ie = 47 .258 mq

AMBIENTI NATURALI E SEMI -NATURALIE ’ ca ra t te r i z za ta da l la p resenza p reva lente d i p ra t i s tab i l i , d i f ramment i d i a ree agr ico le con seminat iv i sempl ic i e d i una macch ia a rborea in ad iacenza a l la fe r rov ia .Vi è la p resenza d i a lcune a lberature i so la te .

STATO DI CONSERVAZIONEMediocre/scarso . Sono a ree mol to res idua l i de l s i s tema urban i z za to .

MINACCERisch io che le a ree vengano ing lobate def in i t i vamente ne l l ’u rban i z za to .

INDICE DI NATURALITàIN = 0 ,10

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CAPITOLO 4

STANZA AMBIENTALE 3

LOCALIZZAZIONEVasta a rea posta t ra g l i insed iament i d i So la ro , Cesate e Saronno . Le a ree fan-no par te de l PL IS de l Lu ra e de l l ’a rea p ro te t ta de l Parco de l le Groane . S i t rova a t t raversata da l Tor rente Gu isa e da l la SP 133 ( v ia Verd i ) su l la to o r ienta le .Super f i c ie = 2 .152 .986 mq

AMBIENTI NATURALI E SEMI -NATURALIE ’ ca ra t te r i z za ta da l la p resenza p reva lente e cons is tente d i a ree agr ico le con seminat iv i sempl ic i , p ra t i s tab i l i , o r t i fami l ia r i , macch ie a rboree puntua l i . Vi è la p resenza anche d i a lcune a lberature i so la te e d i f i la r i lungo le s t rade podera l i . Ins is tono a lcun i tessut i ed i f i ca t i d i mat r i ce s to r i ca ( casc ina Se lva ) e d i a lcun i insed iament i res idenz ia l i puntua l i e marg ina l i r i spet to a l s i s tema agr ico lo .

STATO DI CONSERVAZIONEBuono. S i r i levano a lcune c r i t i c i tà legate a l la qua l i tà de l le acque de l to r rente e a l lo s ta to d i conservaz ione de l la vegetaz ione de l le sponde .

MINACCEScomparsa de l debo le s is tema agr ico lo p resente e conseguente ins tauraz ione d i fenomeni d i degrado e impover imento ambienta le .

INDICE DI NATURALITàIN = 0 ,46

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L’obiettivo principale di un processo partecipativo è quello di riuscire ad attivare un rapporto collaborativo e di interscambio con la cittadinan-za. Solo attraverso la costruzione di un rapporto di questo genere chi progetta può riuscire a meglio interpretare le esigenze e le aspettative che emergono dal territorio, ottenendo quelle preziose informazioni e sensazioni da chi vive quotidianamente la città.

Il processo partecipativo consente infatti di cogliere la struttura ter-ritoriale nel suo essere luogo e “soggetto” complesso, differenziato, do-tato di identità, profondità e di memoria.

Le operazioni di lettura del territorio, svolte da chi progetta, non de-vono basarsi esclusivamente o prevalentemente sulla quantificazione di dati, serve invece attivare un processo di “interpretazione” che compren-da ed utilizzi sì i dati oggettivi ma li legga su un arco più complesso di forme territoriali (forme fisiche, paesaggio, forme ambientali, ecologiche e geologiche, forme culturali in termini attuali e storici) e li integri in una osservazione ed in un ascolto attivo.

Per perseguire questo intento, il Gruppo di Lavoro ha scelto di avva-lersi di alcuni strumenti partecipativi che gli consentissero di impostare un dialogo costante con la cittadinanza. Attraverso un mix “telematico e fisico”, sono stati dunque creati un blog del progetto e promosse una serie di iniziative pubbliche che andremo ora a illustrare.

Capitolo 5

IL PERCORSO PARTECIPATIVO

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Figura 5.1 - Screenshot della home page del blog “La cerniera verde del nord-ovest”

5.1 IL BLOGIl blog del progetto nasce dalla volontà del Gruppo di Lavoro di creare

un’interfaccia di dialogo con la cittadinanza, ovvero uno spazio di infor-mazione, aggiornamento e comunicazione.

Il blog “La cerniera verde del nord-ovest”, attivato qualche giorno dopo l’inizio degli incontri di partecipazione, è stato strutturato in ma-niera molto semplice e intuitiva. Suddiviso in diverse sezioni tematiche ha consentito al Gruppo di Lavoro di: riassumere e fornire gli indirizzi progettuali; chiarire dubbi e perplessità; aggiornare sullo stato dei la-vori; caricare in itinere tavole, progetti, documenti in modo da renderli accessibili e fruibili da chiunque.

5.2 LE INIZIATIVE PUBBLIChEOltre al blog il Gruppo di Lavoro insieme alle Amministrazioni Comu-

nali e all’Ente Parco Groane ha sviluppato diverse iniziative pubbliche, ri-assunte nei prossimi paragrafi, volte a condividere il percorso progettua-le e raccogliere elementi utili alla redazione di un progetto partecipato.

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CAPITOLO 5

Figura 5.2 - Locandine degli incontri di partecipazione

5.2.1 GLI INCONTRI DI PARTECIPAZIONEGli incontri di partecipazione sono stati complessivamente tre e si

sono svolti in via itinerante tra i territori del progetto.Ogni incontro è stato pubblicizzato attraverso manifesti, locandine e

volantini oltre che via web attraverso il blog del progetto e una sezione dedicata sui siti internet comunali.

La prima serata di partecipazione si è svolta martedì 16 aprile 2013 a Solaro presso la sede del Parco Groane ed ha registrato una numerosa presenza di partecipanti. A loro é stato chiesto di compilare un modulo di registrazione, al fine di raccogliere i contatti e poter compiere una prima analisi sulla “tipologia” di interessati (per poter meglio calibrare i lavo-

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ri successivi in funzione di aspettative e competenze). Secondo quanto riscontrato dai moduli raccolti, erano presenti dai liberi cittadini alle associazioni ambientaliste e di categoria, da alcuni proprietari delle aree a frequentatori del parco Groane. Durante la serata è stata proiettata una presentazione con una relazione di sintesi del progetto previsto dal bando Cariplo, poi pubblicate sul blog.

Con il secondo incontro pubblico dell’11 giugno 2013 a Cesate, pres-so la Biblioteca Comunale, si aprono concretamente i lavori di progetta-zione. Al forum vengono proiettate due presentazioni: la prima a cura di BE architetti che descrive l’analisi del contesto progettuale attraverso i rilievi sullo stato di fatto, la verifica della pianificazione locale ed ap-posite schede sulle interferenze riscontrate nel corridoio ecologico; la seconda di Ambiente Italia ricostruisce il quadro conoscitivo delle ca-ratteristiche urbanistiche, paesaggistiche, ecosistemiche del territorio, con una prima analisi critica volta all’identificazione del livello di fun-zionalità delle aree interessate dal progetto. Entrambe sono poi state pubblicate sul blog.

Nella serata di mercoledì 6 Novembre 2013, a Caronno Pertusella presso la Biblioteca Comunale, si è svolta la terza serata di partecipa-zione. Il Gruppo di Lavoro ha presentato alcuni elaborati sulla base delle

Figura 5.3 - Incontro di partecipazione presso la biblioteca civica di Caronno Pertusella

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CAPITOLO 5

Figura 5.4 - Stand allestito presso la Mostra Mercato del Biologico a Cesate

analisi e ricerche svolte, anche sulla base degli indirizzi e dei suggeri-menti emersi nei precedenti incontri. Dopo la presentazione si è aperto uno spazio di confronto puntuale e costruttivo, che ha fatto emergere ulteriori spunti integrativi al lavoro presentato. Come sempre, tutti i ma-teriali della serata sono stati poi pubblicati sul blog.

Gli incontri di partecipazione, come facilmente deducibile, sono ri-sultati un utile mezzo per una graduale e condivisa elaborazione proget-tuale.

5.2.2 LO STAND ALLA fIERADomenica 20 ottobre 2013, alla Mostra Mercato del Biologico della

Terza Festa dell’Economia Solidale a Cesate, il Gruppo di Lavoro ha alle-stito un piccolo stand informativo con pannelli e materiali illustrativi per mostrare ai visitatori i contenuti del progetto. L’utilità dell’iniziativa è stata confermata non solo dai numerosi visitatori dello stand, ma anche dalla conoscenza diretta di alcuni proprietari delle aree oggetto dell’in-tervento che hanno avvicinato il Gruppo di Lavoro per avere dirette infor-mazioni e chiedere futuri aggiornamenti o possibilità di interazione.

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5.2.3 L’INCONTRO CON I CONDUTTORIL’Amministrazione Comunale di Cesate in qualità di comune capofila

del progetto, insieme ai comuni di Caronno Pertusella e Solaro e all’Ente Parco delle Groane, al fine di giungere ad una soluzione condivisa delle scelte da adoperare negli studi di fattibilità, ha inteso coinvolgere di-rettamente i conduttori delle aree agricole del progetto, inviandogli una lettera di invito a partecipare il 24 ottobre 2013 ad un incontro presso la sede del Parco delle Groane. Tale occasione, dove sono stati illustrati gli obiettivi del progetto insieme al Gruppo di Lavoro, è risultata un’op-portunità per raccogliere il loro contributo e avviare un fattiva collabo-razione.

5.2.4 GLI INCONTRI CON I PROPRIETARIIl 21 novembre 2013, sempre presso il Parco delle Groane a Solaro,

si è svolto un nuovo incontro. Questa volta gli inviti sono stati estesi a tutti i proprietari delle aree agricole, al fine di ben illustrare anche e soprattutto a loro gli obiettivi del progetto. L’incontro ha registrato moltissime adesioni e si è protratto per diverse ore, segno di una attiva

Figura 5.5 - Incontro coi proprietari delle aree presso la sede del Parco Groane

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CAPITOLO 5

partecipazione che ha consentito agli Enti promotori del progetto e del Gruppo di Lavoro di illustrare aspetti tecnici e progettuali, raccogliere suggerimenti e contributi, avviare una preziosa collaborazione e interlo-cuzione con diversi proprietari.

Sulla base di questi positivi riscontri, è nata la volontà di promuove-re un secondo incontro con i proprietari, che si è svolto il 16 dicembre 2013 a Cesate presso la sala del Consiglio Comunale. In questo incontro, nuovamente molto partecipato, sono state proiettate, poi pubblicate sul blog, delle prime concrete proposte progettuali elaborate sulla base del lavoro e degli indirizzi emersi negli incontri precedenti.

Il 22 gennaio 2014 si è tenuto un ulteriore incontro coi proprietari, che hanno dato la loro disponibilità a partecipare direttamente al proget-to, attraverso la messa a disposizione delle proprie aree ove attivare le proposte progettuali individuate.

Concludendo, possiamo affermare che il processo partecipativo di elaborazione del progetto “La cerniera verde del nord-ovest” si é fondato sul coinvolgimento attivo degli attori sociali nella interpretazione del territorio e nella costruzione delle scelte.

Dalle iniziative di partecipazione sono emersi suggerimenti, pareri, proposte che sono diventati bussola e parte integrante delle scelte pro-gettuali.

In un percorso “classico” di progettazione sono due gli attori in cam-po: il committente (Comune) e il progettista. Nel nostro caso, grazie al processo partecipativo, si è voluto prima di tutto dare parola al “terzo attore”, cioè la cittadinanza.

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Capitolo 6

IL PROGETTO - ESITI

6.1 INDIVIDUAZIONE DELLE LINEE STRATEGIChE D’INTERVENTOObiettivi strategici del progetto sono anche quelli di verificare lo sta-

to attuale del livello di connettività ecologica all’interno delle aree coin-volte e tra le aree stesse, definire interventi di riqualificazione/rinatura-lizzazione per migliorare lo stato di conservazione di specie faunistiche e floristiche di interesse, migliorare il livello di connettività e sensibilizza-re la popolazione residente nei confronti delle tematiche ambientali.

Pertanto si sono individuati e descritti i principali “varchi ecologici” nell’area indagata, evidenziandone le criticità e le possibili linee di in-tervento funzionali al miglioramento della connettività.

6.1.1 I VARChI ECOLOGICII “varchi ecologici” rappresentano le situazioni in cui la permeabilità

ecologica di un territorio viene minacciata o compromessa da fattori an-tropici quali l’urbanizzazione, la realizzazione di infrastrutture o la pre-senza di qualsiasi ostacolo allo spostamento delle specie biologiche.

I varchi sono pertanto identificabili con i principali restringimenti in-terni ad elementi della rete, oppure con la presenza di elementi di inter-ruzione della continuità ecologica, dove è necessario attivare interventi volti a mantenere la sezione permeabile evitando ulteriori nuove “stroz-

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zature” nei restringimenti, o a ripristinare la permeabilità ecologica nel caso di barriere antropiche non attraversabili.

I varchi quindi si possono classificare in:• varchi da mantenere;• varchi da deframmentare.I varchi da mantenere sono individuabili nei luoghi in cui si deve impedire ulteriore consumo di suolo o alterazione dei sistemi naturali perché l’area conservi la sua potenzialità di “punto di passaggio” per la biodiversità.I varchi da deframmentare si individuano in quelle aree dove sono neces-sari interventi per “superare” gli effetti della presenza di infrastrutture o insediamenti che interrompono la continuità ecologica e costituiscono ostacoli non attraversabili.

Figura 6.1 - Il corridoio ecologico terrestre, i corridoi fluviali e “le interferenze”

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CAPITOLO 6

6.2 IDENTIfICAZIONE DELLE AREE STRATEGIChESulla base di tutte le informazioni raccolte e dall’individuazione delle

tre “stanze ambientali”, sono stati identificati i possibili varchi ecologici al fine di mantenere e garantire la connessione ambientale tra i parchi delle Groane e del Lura.

I potenziali varchi ecologici sono stati indicati su una cartografia (ae-rofotograficammetrico) unitaria a tutti i tre comuni a scala 1:5.000, su cui si è proceduto a svolgere una verifica sul campo delle condizioni ambien-tali e tecniche, per valutarne la reale potenzialità in termini di connettivi-tà (permeabilità ecologica ancora buona oppure critica o compromessa), e formulare le indicazioni per la loro gestione e/o il loro miglioramento in termini di funzionalità ecologica.

Figura 6.2 - La connessione ecologica.“i varchi ecologici”

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Per ogni varco è stata raccolta una adeguata documentazione fotogra-fica e informazioni tali da permettere di redigere una scheda, da affian-care ai giudizi espressi sulle tre stanze ambientali, che si compone degli elementi elencati nella tabella esemplificativa di seguito riportata.

CODICE VARCO NUMERAZIONE ALFANUMERICA (ES : V01 )

COMUNE COMUNE IN CUI I L VARCO È LOCALIZZATO

STANZE AMBIENTALI DIRIfERIMENTO

- STANZA AMBIENTALE N. 1- STANZA AMBIENTALE N. 2- STANZA AMBIENTALE N. 3

TIPOLOGIA DEL VARCO -DA MANTENERE E POTENZIARE-DA DEFRAMMENTARE

ESTRATTO CARTOGRAfICO ESTRATTO CARTOGRAFIA AEROFOTOGRAMME-TRICORIL IEVO FOTOGRAFICO

fATTIBIL ITà TECNICA POSIT IVA O NEGATIVA

PERMEABILITà ECOLOGICA BUONA / CRIT ICA / COMPROMESSA

MOTIVAZIONE DESCRIZ IONE DELLE MOTIVAZIONI PER CUI L’AREA V IENE IDENTIF ICATA COME “VARCO ECO-LOGICO”

DESCRIZIONE DEGLI INTER-VENTI POSSIBIL I

INDIR IZZ I D I MASSIMA RELATIV I ALL’AREA DEL VARCO PER GARANTIRE LA CONSERVAZIONE DELLE SUE POTENZIAL ITÀ, PER AUMENTARE O R IPR IST INARE VALORI E FUNZIONALITÀ ECOLO-GICHE O DI MIGL IORAMENTO AMBIENTALE

CODICE VARCO COMUNI TIPOLOGIA

V01 CARONNO PERTUSELLA DA MANTENERE E POTENZIARE

V02 CARONNO PERTUSELLA DA MANTENERE E POTENZIARE

V03 CARONNO PERTUSELLA DA DEFRAMMENTARE

V04 CARONNO PERTUSELLA DA MANTENERE E POTENZIARE

V05 CARONNO PERTUSELLA DA DEFRAMMENTARE

V06 SOLARO DA MANTENERE E POTENZIARE

V07 SOLARO DA MANTENERE E POTENZIARE

V08 CESATE DA MANTENERE E POTENZIARE

A continuazione si elencano gli 8 varchi ecologici individuati.

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CAPITOLO 6

Figura 6.3 - La connessione ecologica. “Studio di fattibilità”

6.3 PROPOSTE PROGETTUALICome già indicato precedentemente, le analisi realizzate hanno evi-

denziato la persistenza di un discreto grado di connettività, almeno a livello potenziale, tra le aree naturalistiche coinvolte nello studio. Tut-tavia si sono riscontrate alcune criticità che possono essere sopperite attraverso le proposte progettuali previste in ogni varco ecologico indi-viduato.

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CAPITOLO 6

VO1COMUNE CARONNO PERTUSELLA

STANZE AMBIENTALI DI R IfERIMENTO 1

TIPOLOGIA DEL VARCO DA MANTENERE E POTENZIARE

fATTIBIL ITà TECNICA POSIT IVA

PERMEABILITà ECOLOGICA CRIT ICA

MOTIVAZIONE

I L VARCO COINCIDE CON L’ATTRAVERSAMENTO DEL V IALE EUROPA CHE F IS ICA-MENTE SEPARA LE AREE ADIACENTI . IN PARTICOLARE IL VARCO RAPPRESENTA IL PUNTO DI CONGIUNZIONE TRA AREE L IBERE AGRICOLE (POSTE A S INISTRA DAL V IALE EUROPA) E LE AREE PERI -URBANE (POSTE A DESTRA) SU CUI R IATT IVARE INTERVENTI D I VALENZA ECO-PAESIST ICHE E D I FRUIB IL ITÀ SOSTENIB ILE ME-DIANTE OPERE DI R INATURALIZZAZIONE.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI POSSIBIL I

I L VARCO NECESSITA:

• DEL MANTENIMENTO DELLE AREE PRATIVE PRESENTI SU ENTRAMBI I LAT I DEL V IALE EUROPA, IN PARTICOLARE SUL LATO ORIENTALE V ISTO CHE AD OCCIDENTE È PRESENTE UN PARCO NATURALIST ICO;

• DELLA MESSA A DIMORA DI VEGETAZIONE ARBOREA-ARBUSTIVA LUNGO I LAT I DELLA STRADA CHE COMPLETEREBBERO GL I INTERVENTI D I FORESTAZIONE AV-V IAT I NEL PARCO E INTERESSANDO, NELL’ INTERVENTO AMBIENTALE, LA MAC-CHIA ARBOREA ESISTENTE (AD EST DEL V IALE EUROPA) TRA IL CENTRO SPORTI -VO, I L CORRIDOIO ED I TESSUTI RESIDENZIAL I MERIDIONALI , REAL IZZANDO IN TAL MODO UN S ISTEMA AMBIENTALE P Iù ALLARGATO, CHE COINVOLGE ANCHE IL PERIMETRO DEL CENTRO SPORTIVO E RELATIVO PARCHEGGIO, E MIT IGANDO IL D ISTURBO DETERMINATO DAL PASSAGGIO DI AUTOVETTURE LUNGO V IALE EU-ROPA;

• D I INTERVENTI NATURALIST IC I D I FORESTAZIONE URBANA VOLT I ANCHE ALLA FRUIZ IONE SULLE AREE POSTE AD EST DEL V IALE EUROPA, NONCHé DI R ICO-ST ITUZIONE E COMPLETAMENTO DELLA MACCHIA ARBOREA ESISTENTE E POSTA IMMEDIATAMENTE A SUD.

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VO2COMUNE CARONNO PERTUSELLA

STANZE AMBIENTALI DI R IfERIMENTO 1 - 2

TIPOLOGIA DEL VARCO DA MANTENERE E POTENZIARE

fATTIBIL ITà TECNICA POSIT IVA

PERMEABILITà ECOLOGICA CRIT ICA

MOTIVAZIONE

I L VARCO È CARATTERIZZATO DALL’ATTRAVERSAMENTO DEL CORSO DELLA V IT-TORIA CHE F IS ICAMENTE SEPARA LE AREE ADIACENTI . IN PARTICOLARE IL VARCO RAPPRESENTA LA CONGIUNZIONE TRA L’AREA PERI -URBANA (POSTA A S INISTRA DAL CORSO) E LA R IDOTTA AREA L IBERA URBANA (POSTA A DESTRA) SU CUI R IATT IVARE INTERVENTI D I VALENZA ECO-PAESIST ICHE E D I FRUIB IL ITÀ SOSTE-NIB ILE MEDIANTE OPERE DI R INATURALIZZAZIONE, EV ITANDO LA REAL IZZAZIONE DI OPERE FORTEMENTE URBANIZZATIVE , COME IN PARTE GIÀ PRESENTI , E CON-SEGUENTI FUTURI FENOMENI D I SALDATURA URBANA.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI POSSIBIL I

I L VARCO NECESSITA:

• DEL MANTENIMENTO DELLE AREE VERDI PRESENTI SU ENTRAMBI I LAT I DEL CORSO DELLA V ITTORIA;

• D I INTERVENTI NATURALIST IC I D I FORESTAZIONE URBANA VOLT I AL RAFFOR-ZAMENTO DELLA FUNZIONALITÀ ECOLOGICA DI QUESTO AMBITO, ANCHE AL F INE DELLA R IDUZIONE DELLE PRESSIONI ANTROPICHE DERIVANTI DALLA IMMEDIATA V IC INANZA DI AMBIT I URBANIZZATI , S IA D I T IPO INDUSTRIALE E RESIDENZIALE .IN PARTICOLARE R ISULTEREBBE NECESSARIO QUALORA S I ATT IVASSE UNA TRA-SFORMAZIONE/RICONFIGURAZIONE DELL’AREA INDUSTRIALE CONFINANTE A NORD, CHE LA P ICCOLA AREA TRAPEZOIDALE POSTA ALL’ INTERNO DELL’AREA INDUSTRIALE , SU CUI INSISTONO ALCUNI ESEMPLARI ARBOREI D I ALTO FUSTO, VENISSE ANNESSA AL CORRIDOIO CONTRIBUENDO IN TAL MODO A R ISOLVERE LE CRIT IC ITÀ PRESENTI NEL VARCO 3 .

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CAPITOLO 6

VO3COMUNE CARONNO PERTUSELLA

STANZE AMBIENTALI DI R IfERIMENTO 1 - 2

TIPOLOGIA DEL VARCO DA DEFRAMMENTARE

fATTIBIL ITà TECNICA POSIT IVA

PERMEABILITà ECOLOGICA COMPROMESSA

MOTIVAZIONE

I L VARCO COINCIDE CON LA STRADA STERRATA ED IN PARTE ASFALTATA CHE INTERFERISCE NELLA CONTINUITÀ AMBIENTALE, CHE PUò ESSERE OPPORTUNA-MENTE R IQUALIF ICATA/MIT IGATA GARANTENDO NEL CONTEMPO LA CONTINUITÀ E L’ACCESSIB IL ITÀ ALLE DUE PROPRIETÀ A CUI È A SERVIZ IO .I L VARCO È ESSENZIALE PER LA R ICONGIUNZIONE F IS ICA DELLE STANZE AMBIEN-TAL I N .1 E N.2 E DELLE DUE AREE L IBERE URBANE SU CUI R IATT IVARE INTERVEN-T I D I VALENZA ECO-PAESIST ICHE E D I FRUIB IL ITÀ SOSTENIB ILE MEDIANTE OPERE DI R INATURALIZZAZIONE, EV ITANDO LA REAL IZZAZIONE DI ULTERIORE URBANIZ-ZAZIONE.QUESTO VARCO RAPPRESENTA UNO DEGLI ELEMENTI D I MAGGIORE CRIT IC ITÀ NELL’OTT ICA DELLA SALVAGUARDIA DI ADEGUATI L IVELL I D I CONNETTIV ITÀ ALL’ INTERNO DEL CORRIDOIO. LA REAL IZZAZIONE DEL COMPLESSO DEGLI INTER-VENTI PREVIST I AVRÀ QUINDI EFFETT I POSIT IV I SULLE D INAMICHE DISPERSIVE DELLE SPECIE ANTROPOFILE E A MAGGIORE PLASTIC ITÀ ECOLOGICA.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI POSSIBIL I

I L VARCO NECESSITA:

• DEL MANTENIMENTO DELLE AREE VERDI PRESENTI AD EST E A NORD;

• DEL MANTENIMENTO DELLE PRESENZE ARBOREE (F ILARI ) ES ISTENTI ;

• D I INTERVENTI D I DEFRAMMENTAZIONE E POTENZIAMENTO DELLA FUNZIONA-L ITÀ, MEDIANTE LA MESSA A DIMORA DI VEGETAZIONE ARBOREA-ARBUSTIVA, CHE COMPLETEREBBERO LE PRESENZE ARBOREE ESISTENTI ( F I LARI ) .IN PARTICOLARE, COME GIÀ INDICATO NEGLI INTERVENTI DA ATTIVARE NEL VAR-CO 02 , R ISULTEREBBE NECESSARIO QUALORA S I ATT IVASSE UNA TRASFORMA-Z IONE/RICONFIGURAZIONE DELL’AREA INDUSTRIALE CONFINANTE A OVEST, CHE LA P ICCOLA AREA TRAPEZOIDALE POSTA ALL’ INTERNO DELL’AREA INDUSTRIALE , SU CUI INSISTONO ALCUNI ESEMPLARI ARBOREI D I ALTO FUSTO, VENISSE AN-NESSA AL CORRIDOIO CONTRIBUENDO IN TAL MODO A MIT IGARE LE CRIT IC ITÀ PRESENTI .

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VO4COMUNE CARONNO PERTUSELLA

STANZE AMBIENTALI DI R IfERIMENTO 2

TIPOLOGIA DEL VARCO DA MANTENERE E POTENZIARE

fATTIBIL ITà TECNICA POSIT IVA

PERMEABILITà ECOLOGICA CRIT ICA

MOTIVAZIONE

I L VARCO È DEL IMITATO AD OVEST DALLA STRADA STERRATA (VARCO 03 ) E DALLA L INEE FERROVIARIA AD EST, NONCHé R ISULTA ESSERE ATTRAVERSATO DALLA V IA CARDUCCI E DALLE STRADE STERRATE CESARE PAVESE E FERMI SU CUI S I PRE-VEDONO LE RELATIVE S ISTEMAZIONI V IABIL IST ICHE. I L VARCO È INTERESSATO DA ALCUNE PREVIS IONI URBANISTICHE DI TRASFORMAZIONE SU CUI OCCORRE EVITARE FENOMENI D I SALDATURA URBANA.IL VARCO CONGIUNGE LE VASTE AREE AGRICOLE S ITE AD EST CON LE AREE PERI -URBANE CHE S I INSINUANO TRA L’URBANIZZATO, SU CUI OCCORRE INDIR IZZARE I FUTURI INTERVENTI CON VALENZE ECO-PAESIST ICHE E D I FRUIB IL ITÀ SOSTENI -B ILE MEDIANTE OPERE DI R INATURALIZZAZIONE.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI POSSIBIL I

I L VARCO NECESSITA:

• DEL MANTENIMENTO DELLE AREE PRATIVE PRESENTI ;

• D I INTERVENTI NATURALIST IC I D I FORESTAZIONE URBANA VOLT I AL POTEN-Z IAMENTO DELLA FUNZIONALITÀ ECOLOGICA NONCHé ALLA FRUIZ IONE, MAN-TENIMENTO, R ICOSTITUZIONE E COMPLETAMENTO DELLA MACCHIA ARBOREA ESISTENTE E POSTA IN ADIACENZA ALLA L INEA FERROVIARIA;

• DEL COINVOLGIMENTO DELLE AREE ESTERNE AL CORRIDOIO E INTERESSATE DA INTERVENTI URBANISTIC I D I TRASFORMAZIONE SU CUI SONO PREVISTE AREE VERDI , AFF INCHé QUESTI INTERVENTI NON ABBIANO SOLO UNA FUNZIONE OR-NAMENTALE MA CONTRIBUISCANO, ATTRAVERSO L’UT IL IZZO DI SPECIE APPRO-PRIATE, AD ACCRESCERE LA COMPLESSIVA VALENZA ECOLOGICA DI QUESTI S IT I ( INCREMENTANDO, AD ESEMPIO, LA DISPONIB IL ITÀ DI S IT I TROF IC I E R IPRODUT-T IV I ) , REAL IZZANDO IN TAL MODO UN S ISTEMA AMBIENTALE P Iù ALLARGATO E COMPLESSO, IN GRADO DI SVOLGERE UN RUOLO P Iù INCIS IVO PER LA CONSER-VAZIONE DELLA B IODIVERSITÀ.

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VO5COMUNE CARONNO PERTUSELLA

STANZE AMBIENTALI DI R IfERIMENTO 2 - 3

TIPOLOGIA DEL VARCO DA DEFRAMMENTARE

fATTIBIL ITà TECNICA POSIT IVA

PERMEABILITà ECOLOGICA COMPROMESSA

MOTIVAZIONE

I L VARCO È STATO INDIV IDUATO IN CORRISPONDENZA DELLA L INEE FERROVIARIA CHE RAPPRESENTA UNA CESURA ALLA CONNETTIV ITÀ TRA LE STANZE AMBIEN-TAL I N .2 E N.3 .OCCORRE, PERTANTO, ATT IVARE UN INTERVENTO DI DEFRAMMENTAZIONE PER CONSENTIRE UN COLLEGAMENTO DELLA FAUNA TERRESTRE, MEDIANTE LA CO-STRUZIONE DI UN IDONEO PASSAGGIO FAUNISTICO.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI POSSIBIL I

I L VARCO NECESSITA:

• DEL MANTENIMENTO DELLE AREE PRATIVE PRESENTI AD OVEST E DEL RAF-FORZAMENTO DELLE MACCHIE ARBOREE ESISTENTI E POSTE IN ADIACENZA ALLA L INEA FERROVIARIA (VEDI VARCO 4 ) , NONCHé AL MANTENIMENTO E SUPPORTO DELLE ATT IV ITÀ AGRICOLE IN ESSERE AD EST;

• DELLA COLLOCAZIONE DI UN SOTTOPASSAGGIO PER LA FAUNA DI P ICCOLE E MEDIE D IMENSIONI , DA REAL IZZARE CON UNA PROGETTAZIONE SOSTENIB ILE E FUNZIONALE DELL’OPERA DI DEFRAMMENTAZIONE, CHE DEVE ESSERE CORRETTA-MENTE INTEGRATA NELL’AMBIENTE C IRCOSTANTE S IA PER FAVORIRE L’UT IL IZZO DEL PASSAGGIO DA PARTE DELLA FAUNA SIA PER EVITARE ULTERIORE FRAMMEN-TAZIONE DEL TERRITORIO.

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VO6COMUNE SOLARO

STANZE AMBIENTALI DI R IfERIMENTO 3

TIPOLOGIA DEL VARCO DA MANTENERE E POTENZIARE

fATTIBIL ITà TECNICA POSIT IVA

PERMEABILITà ECOLOGICA BUONA

MOTIVAZIONEI L VARCO COINCIDE CON IL RESTRINGIMENTO ESISTENTE TRA LA ZONA INDU-STRIALE E L’URBANIZZATO DI CASCINA EMANUELA IN SOLARO. R ISULTA INTE-RESSATO DALL’ATTRAVERSAMENTO DELLA V IA BOCCACCIO IL VARCO È ESSENZIALE PER LA GARANTIRE UNA CONTINUITÀ E PERMEABIL ITÀ DELLO SPAZIO L IBERO VERSO NORD (COMUNE DI SARONNO) ED EVITARE FUTURI FENOMENI D I SALDATURA URBANA.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI POSSIBIL I

I I L VARCO NECESSITA:

• DEL MANTENIMENTO DELLE AREE PRATIVE E AGRICOLE PRESENTI ;

• D I INTERVENTI NATURALIST IC I D I R IFORESTAZIONE E MIGL IORAMENTO AM-BIENTALE, NONCHé DEL MANTENIMENTO, R ICOSTITUZIONE E COMPLETAMENTO DELLA MACCHIA ARBOREA ESISTENTE, ANCHE IN RELAZIONE ALLE PREVIS IONI D I R IQUALIF ICAZIONE NATURALIST ICA INSERIT I NELLO STRUMENTO URBANISTICO V IGENTE;

• DEL COINVOLGIMENTO DELLE AREE ESTERNE AL CORRIDOIO E INTERESSATE DA INTERVENTI URBANISTIC I D I TRASFORMAZIONE SU CUI SONO PREVISTE AREE VERDI , AFF INCHé QUESTI INTERVENTI CONTRIBUISCANO NELL’ INTERVENTO AM-BIENTALE, REAL IZZANDO IN TAL MODO UN S ISTEMA AMBIENTALE P Iù ALLARGA-TO E COMPLESSO DAL PUNTO DI V ISTA DELLA B IODIVERSITÀ;

• DEL COINVOLGIMENTO DELLE AREE ESTERNE AL CORRIDOIO E INTERESSATE DA INTERVENTI URBANISTIC I D I TRASFORMAZIONE SU CUI SONO PREVISTE AREE VERDI , AFF INCHé QUESTI INTERVENTI NON ABBIANO SOLO UNA FUNZIONE OR-NAMENTALE MA CONTRIBUISCANO, ATTRAVERSO L’UT IL IZZO DI SPECIE APPRO-PRIATE, AD ACCRESCERE LA COMPLESSIVA VALENZA ECOLOGICA DI QUESTI S IT I ( INCREMENTANDO, AD ESEMPIO, LA DISPONIB IL ITÀ DI S IT I TROF IC I E R IPRODUT-T IV I ) , REAL IZZANDO IN TAL MODO UN S ISTEMA AMBIENTALE P Iù ALLARGATO E COMPLESSO, IN GRADO DI SVOLGERE UN RUOLO P Iù INCIS IVO PER LA CONSER-VAZIONE DELLA B IODIVERSITÀ.

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VO7COMUNE SOLARO

STANZE AMBIENTALI DI R IfERIMENTO 3

TIPOLOGIA DEL VARCO DA MANTENERE E POTENZIARE

fATTIBIL ITà TECNICA POSIT IVA

PERMEABILITà ECOLOGICA CRIT ICA

MOTIVAZIONE

I L VARCO COINCIDE CON L’ INTERFERENZA DELLA SP 527 MONZA-SARONNO, DEN-SAMENTE TRAFF ICATA, CHE F IS ICAMENTE SEPARA LE AREE ADIACENTI , E CON IL RESTRINGIMENTO ESISTENTE TRA LA ZONA INDUSTRIALE E L’URBANIZZATO DI CASCINA EMANUELA IN SOLARO. IN PARTICOLARE IL VARCO CONGIUNGE LE AREE L IBERE AGRICOLE POSTE A NORD DELLA SP 527 CON LE RESIDUALI AREE AGRICOLE E L IBERE POSTE A SUD, SU CUI R IATT IVARE INTERVENTI D I VALENZA ECO-PAESIST ICHE E D I FRUIB IL ITÀ SOSTE-NIB ILE MEDIANTE OPERE DI R INATURALIZZAZIONE.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI POSSIBIL I

I L VARCO NECESSITA:

• DEL MANTENIMENTO DELLE AREE AGRICOLE PRESENTI ;

• DELLA R ICREAZIONE DI P ICCOLI B IOTOPI , PUNTUALI E L INEARI , ALL’ INTERNO DEGLI AMBIT I AGRICOL I P Iù BANALIZZATI , ALLO SCOPO DI ACCRESCERE IL PO-TENZIALE D I CONNETTIV ITÀ ECOLOGICA DI QUESTO AMBITO E INCREMENTARE LA DIVERSIF ICAZIONE DEL PAESAGGIO RURALE;

• D I S ISTEMI F IS IC I E OPERE DI MIT IGAZIONE NATURALIST ICHE LUNGO I BOR-DI DELLA SP 527 F INALIZZATE A R IDURRE GL I EFFETT I NEGATIV I SULLA FAUNA DELL’ INQUINAMENTO ACUSTICO E LUMINOSO PRODOTTO DAL FORTE TRAFF ICO VE ICOLARE E LE RELATIVE R ICADUTE DIRETTE SULLE ADIACENTI COLT IVAZIONI PER LO P Iù L IMITATA ALLA V IC INANZA CON LA STRADA.

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VO8COMUNE CESATE

STANZE AMBIENTALI DI R IfERIMENTO 3

TIPOLOGIA DEL VARCO DA MANTENERE E POTENZIARE

fATTIBIL ITà TECNICA POSIT IVA

PERMEABILITà ECOLOGICA BUONA

MOTIVAZIONE

I VARCHI COINCIDONO CON L’ATTRAVERSAMENTO DELLA V IA VERDI , CHE F IS I -CAMENTE SEPARA LE AREE AGRICOLE ADIACENTI , E CON I TERRITORI L IBERI DALL’EDIF ICAZIONE LUNGO LA STESSA V IA .I VARCHI SONO INDISPENSABIL I PER MANTENERE UNA CONTINUITÀ AMBIENTALE E F IS ICA TRA LE AREE AGRICOLE CHE S I FRONTEGGIANO, EV ITANDO IN TAL MODO L’ INSTAURARSI D I FUTURI RESTRINGIMENTI O CESURE.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI POSSIBIL I

I L VARCO NECESSITA:

• DEL MANTENIMENTO DELLE AREE AGRICOLE PRESENTI ;

• DELLA R ICREAZIONE DI P ICCOLI B IOTOPI , PUNTUALI E L INEARI , ALL’ INTERNO DEGLI AMBIT I AGRICOL I P Iù BANALIZZATI , ALLO SCOPO DI ACCRESCERE IL PO-TENZIALE D I CONNETTIV ITÀ ECOLOGICA DI QUESTO AMBITO E INCREMENTARE LA DIVERSIF ICAZIONE DEL PAESAGGIO RURALE;

• DI S ISTEMI F IS IC I E OPERE DI MIT IGAZIONE NATURALIST ICHE LUNGO I BORDI DELLA V IA VERDI , F INAL IZZATE A R IDURRE GL I EFFETT I NEGATIV I SULLA FAUNA DELL’ INQUINAMENTO ACUSTICO E LUMINOSO PRODOTTO DAL FORTE TRAFF ICO VE ICOLARE E LE RELATIVE R ICADUTE DIRETTE SULLE ADIACENTI COLT IVAZIONI .

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6.4 IL SISTEMA AGRICOLO: AGRICOLTURA, PAESAGGIO E BIODIVERSITàIl VI censimento dell’agricoltura condotto dall’ISTAT, ha evidenziato

dati piuttosto preoccupanti sulla riduzione delle superfici agricole italia-ne. La perdita di superfici coltivate è dovuta essenzialmente a due ma-crofattori: l’abbandono dei terreni da parte degli agricoltori ed il costante processo di urbanizzazione in atto. In particolare il fenomeno dell’abban-dono riguarda essenzialmente i terreni meno fertili, quelli situati in aree montane, quelli caratterizzati da scarse dotazioni infrastrutturali per la conduzione agricola e quelli ormai inglobati da aree urbanizzate.

Parallelamente ci sono anche due elementi di criticità legati all’agri-coltura: sostenibilità economica e sostenibilità ambientale. Il primo le-gato alla necessità delle aziende agricole di confrontarsi con i mercati e con la crisi, con l’aumento dei costi di produzione e la riduzione dei margini di utili garantiti dall’attività primaria; il secondo legato agli im-patti ambientali dell’attività agricola, potenziali e attuali, dagli Ogm ai pesticidi fino al consumo idrico e le emissioni climalteranti.

Dal punto di vista più strettamente della sostenibilità ambientale, attualmente l’agricoltura italiana assorbe circa il 60% dell’acqua dolce utilizzabile per scopi idropotabili (risorse idriche per scopi umani), a cui si aggiungono le emissioni di CO2 e di metano, soprattutto imputabili al comparto zootecnico. La perdita di biodiversità, invece, è per certi versi imputabile ad un sistema produttivo agricolo di tipo intensivo e mono-colturale.

In questo scenario, la multifunzionalità delle produzioni agricole è strategica perché significa diversificazione delle attività dell’azienda agricola in termini di produzione e di funzione, rappresentando, quindi, una possibile soluzione che garantisca nel contempo un incremento della redditività economica, la permanenza di un sistema agricolo variegato non più intensivo e monoculturale, l’incremento della biodiversità, intesa come incremento delle specie della flora e della fauna, e l’insediamento di un nuovo contesto paesaggistico.

Perciò una diversificazione delle produzioni agricole comporterebbe:• la conservazione e incremento della biodiversità naturale; • il mantenimento o re-instaurazione del paesaggio; • la valorizzazione delle produzioni tradizionali.

In tal senso si eliminerebbero le seguenti minacce reali:

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• intensificazione delle attività agricole; • iper-specializzazione produttiva; • abbandono di aree agricole; • perdita di suolo per urbanizzazione.

Mettere in pratica agricoltura, paesaggio e biodiversità significa re-alizzare un intervento di miglioramento ambientale, e nell’odierno pe-riodo di crisi congiunturale, porre al centro degli interventi economici/ambientali, la produzione agricola che si confermerebbe come una realtà evoluta, attenta ai temi della sostenibilità ambientale e al presidio del territorio, con un uso diffuso e diversificato di metodi rispettosi dell’am-biente.

Inoltre queste tematiche sono state assunte nell’ultima riforma della Politica Agricola Comune (PAC) per il periodo 2014-2020 che è entrata in vigore il 25 settembre 2013. La PAC include diversi aspetti legati alla sostenibilità ambientale tra cui una parte esclusivamente dedicata ai pagamenti diretti che sarà utilizzata per incrementare la diversificazione delle colture e la creazione di aree ecologiche.

In tal senso il Parlamento Europeo ha proposto una quota pari al 30% del budget dei pagamenti diretti e gli agricoltori che non rispetteranno le indicazioni per gli investimenti sostenibili correranno il rischio di perdere gli aiuti economici.

Nello specifico la PAC prevede il nuovo sistema di pagamenti diretti a partire dall’1 gennaio 2015. Per accedere a tale pagamento, gli agri-coltori devono rispettare tre pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente:1) diversificazione delle colture;2) mantenimento dei prati permanenti;3) presenza di aree di interesse ecologico.Queste tre pratiche agricole vanno rispettate congiuntamente.

Nello specifico la diversificazione delle colture si applica solamen-te ai seminativi, mentre le colture permanenti (frutteti, oliveti, vigneti, pascoli) sono esentate. Questo impegno prevede la presenza di almeno due colture nelle aziende la cui superficie a seminativo è compresa tra 10 e 30 ha, nessuna delle quali copra più del 75% della superficie a se-minativo; almeno tre colture nelle aziende la cui superficie a seminativo è superiore a 30 ha, con la coltura principale che copre al massimo il

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75% della superficie a seminativo e le due colture principali al massimo il 95%. Quindi la terza coltura deve coprire almeno il 5%.

Sono escluse dall’obbligo di diversificazione:• le aziende le cui superfici sono interamente investite a colture som-merse per una parte significativa dell’anno (ad esempio il riso);• le aziende con superfici a foraggio o maggese o prati e pascoli perma-nenti, per oltre il 75%, purché i seminativi non coperti da questi usi non superino i 30 ettari.

Per quanto riguarda il mantenimento dei prati permanenti, gli agricol-tori non possono convertire o arare i prati permanenti. Inoltre in relazione alla superficie agricola totale la proporzione della superficie a prato per-manente non deve diminuire di oltre il 5%.

Infine, le aree di interesse ecologico sono obbligatorie per le aziende superiori a 15 ha a seminativo, per almeno il 5% della superficie a semi-nativo dell’azienda. Le aziende di dimensione inferiore ai 15 ha a semi-nativo sono esonerate da questo obbligo. I vincoli delle aree di interesse ecologico si applicano solo alle superfici a seminativo; non si applicano alle colture permanenti (vigneti, oliveti, frutteti, ecc.) e ai prati e pascoli permanenti.

Dunque, risulta necessario che l’attuale sistema di conduzione agri-cola dell’area di indagine abbia le caratteristiche e dotazioni necessarie per rispettare non solo i requisiti indicati dalla PAC, ma per conformarsi come una realtà innovativa ed esemplificativa di miglioramento ambien-tale ed economico produttivo.

E’ in quest’ottica che il progetto di connessione ecologica deve esse-re letto; nell’interazione di politiche ed interventi volti ad adottare stra-tegie di diversificazione che rispondano sia alle esigenze delle imprese agricole di reagire al progressivo declino e all’ancora elevata instabilità dei redditi agricoli rispetto a quelli conseguiti in altri settori economici, sia al mantenimento e miglioramento delle condizioni ambientali a fa-vore di una maggiore biodiversità e apprezzamento dei propri territori e paesaggio.

Il progetto, pertanto, a seguito del confronto con i diversi portatori di interessi, in particolare con i proprietari delle aree e conduttori, propone interventi di:

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• mantenimento e incremento delle aree coperte da vegetazione arbo-rea;• rinaturalizzazione di aree con opere di forestazione urbana;• formazione di nuove siepi;• formazione di nuovi filari alberati sulle strade vicinali di connessione delle aree esistenti coperte da vegetazione arborea per la ricomposizione unitaria del paesaggio;• interventi volti a migliorare le caratteristiche irrigue dei suoli agricoli mediante l’impiego delle risorse acquifere presenti in loco e non destina-te a scopi idropotabili, per rendere fattibile l’inserimento di coltivazioni alternative a quelle monoculturali e finalizzate anche ad una riduzione della filiera produttiva e del consumo;• interventi di forestazione produttiva.

Fare agricoltura, paesaggio e biodiversità in questo progetto signifi-ca per ultimo, coltivare e far maturare un progetto “culturale” di tutela e difesa delle ricche caratteristiche che questi luoghi godono, nonché di mantenimento dell’identità storico culturale che essi esprimono e che sono radicate nelle comunità locali coinvolte: Caronno Pertusella, Cesate e Solaro.

Una buona sinergia tra agricoltura ed ecologia può costituire una buona rete ecologica ma soprattutto una ottima rete agro-ecologica, pro-prio in relazione al ruolo che svolge l’impresa agricola nel presidio del territorio. Questa simbiosi risiede nella convergenza tra le esigenze del mondo agricolo con quelle della valorizzazione degli elementi patrimo-niali naturali e paesaggistici.

Una rete agro-ecologica così definita, può dunque essere incardinata in un’ottica di sviluppo sostenibile ed assumere un valore tanto più pre-zioso ed esemplificativo poiché limitrofa a zone fortemente urbanizzate.

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UNA DESCRIZIONEPER IMMAGINI

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Foto 1 - Carono Pertusulla. Il paesaggio dell’attività agricola e delle fasce arboree

Foto 2 - Carono Pertusulla. Il paesaggio agricolo che si scaglia sull’urbanizzato e le infrastrutture

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Foto 3 - Caronno Pertusella. La suddivisione dello spazio agricolo

Foto 4 - Caronno Pertusella. Il paesaggio del sistema aperto e le infrastrutture lineari aeree

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Foto 5 - Caronno Pertusella. Le radure intercluse al sistemi boscati

Foto 6 - Caronno Pertusella. La diversificazione del paesaggio: prati, spazi coltivati, spazi arborei, infrastrutture

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Foto 7 - Caronno Pertusella. Il segno del torrente Lura

Foto 8 - Caronno Pertusella. Formazioni riparali del torrente Lura intervallate dall’accessibilità

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Foto 9 - Caronno Pertusella. La diversificazione del paesaggio: spazi coltivati, spazi arborei, strada poderale

Foto 10 - Caronno Pertusella. Il parco naturalistico di recupero del torrente Lura

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Foto 11 - Caronno Pertusella. Il paesaggio urbano di restringimento

Foto 12 - Caronno Pertusella. L’interruzione del paesaggio agricolo

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Foto 13 - Caronno Pertusella. Il contributo paesistico dell’attività ortistica

Foto 14 - Cesate. Il paesaggio agricolo

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Foto 15 - Cesate. Contatto tra paesaggio agricolo e urbanizzato

Foto 16 - Cesate. Le aree libere non gestite

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Foto 17 - Cesate. Il contributo paesistico dell’attività ortistica

Foto 18 - Cesate. La parcellizzazione della continuità del paesaggio

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Foto 19 - Cesate. La diversificazione del paesaggio: spazi coltivati, frange arboree

Foto 20 - Cesate. Lo spazio agricolo attraversato dalla strada poderale caratterizzata dalle infrastrutture aeree

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Foto 21 - Cesate. Contatto tra paesaggio agricolo e urbanizzato. L’uso improprio

Foto 22 - Cesate. Il degrado del torrente Guisa

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Foto 23 - Solaro. L’uso improprio degli spazi liberi

Foto 24 - Solaro . Il vasto paesaggio agricolo

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Foto 25 - Solaro. La suddivisione dello spazio agricolo

Foto 26 - Solaro. Aree libere a contatto con l’urbanizzato

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Foto 27 - Solaro. Usi impropri dello spazio libero frutto dell’avanzamento dell’urbanizzato

Foto 28 - Solaro. L’inserimento dell’attività florovivaistica nel paesaggio agricolo

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Foto 29 - Solaro. Il confine tra paesaggio agricolo e urbanizzato.

Foto 30 - Solaro. L’interruzione della continuità agricola

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Foto 31 - Elementi di ruralità degli spazi seminaturali residui

Foto 32 - Uno scorcio caratteristico del paesaggio agrario di Cesate

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Foto 33 - Elementi di rinaturalizzazione nelle aree golenali del torrente Lura

Foto 34 - Elementi naturali residuali tra la matrice agricola e l’avanzare dell’urbanizzato

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I contenuti del volume derivano dal documento tecnico scientifico finale del progetto “La cerniera verde del nord-ovest: realizzazione della connessione ecologica interprovinciale tra le province di Milano e Varese”

I contributi tecnico-scientifici sono a cura di:

COMUNE DI CESATEServizio Pianificazione e Governo del Territorio - Ambiente ed Igiene Urbana

Geom. Roberto SinelliDaniela Carugati

COMUNE DI CARONNO PERTUSELLAServizio Tecnico Urbanistica, Edilizia pubblica e privata, Viabilità, Sviluppo sostenibile e Territorio

Arch. Michele BerettaArch. Stefano Codari

COMUNE DI SOLAROSettore tecnico

Arch. Marina Di Rienzo

ENTE PARCO DELLE GROANEArea Tecnica

Dott. Luca FrezziniArch. Giulia Pellicano

BE ARCHITETTI ASSOCIATI architetti Simona Basilico e Patricio Enriquez

www.be-architetti.com

supporto tecnico sugli aspetti faunistici e vegetazionali:AMBIENTE ITALIA S.R.L. – Istituto di ricerche

Corrado Battisti, Giuseppe Dodaro e Valentina Toninelliwww.ambienteitalia.it

WWF GROANEEdoardo Manfredini

web.tiscali.it/wwfgroane

COMUNICAZIONE E PROGETTAZIONE GRAFICAMassimiliano Bevacqua

[email protected]

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Stampato nel mese di febbraio 2014 da:Coopisteria frontEretro - Cooperativa Sociale O.N.L.U.S. Solaris Lavoro e Ambiente

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Comune diCaronno Pertusel la