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1 REPUBBLICA ITALIANA SENT.N. 93/16 IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE DEI CONTI SEZIONE GIURISDIZIONALE PER LA REGIONE PIEMONTE composta dai seguenti Magistrati: Dott. Luigi GILI Presidente F.F. Dott. Tommaso PARISI Consigliere relatore Dott.ssa Ilaria Annamaria CHESTA Primo Referendario ha pronunciato la seguente SENTENZA nel giudizio di responsabilità iscritto al nr. 19808 del Registro di Segreteria, promosso dal Procuratore Regionale contro PIERANNI Luca, nato a Genova il 31.07.1975, la Società Cooperativa Sociale ELIANA, con sede in Grondona (AL), Via Torrotta, nr. 12, Codice Fiscale e partita IVA: 02276750060, in persona del rappresentante legale “pro tempore”, il citato PIERANNI Luca, e CAVALIERE Riccardo, nato a Genova il 14.08.1957; Uditi, nella pubblica Udienza del 13 aprile 2016, il relatore Consigliere Dott. Tommaso PARISI, il Pubblico Ministero, nella persona del Vice Procuratore Generale D.ssa Pia MANNI, e gli Avvocati Giuseppe CORMAIO, Marco CONTI, Alberto SPINELLI ed Enrico MACERA, legali dei convenuti;

LA CORTE DEI CONTI · 2014 la cifra di Euro 5.272,80 dal Consorzio Intercomunale Socio Assistenziale (C.I.S.A.) 12 di Nichelino, per un totale di ... vantaggi economici ottenuti dalle

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REPUBBLICA ITALIANA SENT.N. 93/16

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE DEI CONTI

SEZIONE GIURISDIZIONALE

PER LA REGIONE PIEMONTE

composta dai seguenti Magistrati:

Dott. Luigi GILI Presidente F.F.

Dott. Tommaso PARISI Consigliere relatore

Dott.ssa Ilaria Annamaria CHESTA Primo Referendario

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

nel giudizio di responsabilità iscritto al nr. 19808 del Registro

di Segreteria, promosso dal Procuratore Regionale contro

PIERANNI Luca, nato a Genova il 31.07.1975, la Società

Cooperativa Sociale ELIANA, con sede in Grondona (AL),

Via Torrotta, nr. 12, Codice Fiscale e partita IVA:

02276750060, in persona del rappresentante legale “pro

tempore”, il citato PIERANNI Luca, e CAVALIERE Riccardo,

nato a Genova il 14.08.1957;

Uditi, nella pubblica Udienza del 13 aprile 2016, il relatore

Consigliere Dott. Tommaso PARISI, il Pubblico Ministero, nella

persona del Vice Procuratore Generale D.ssa Pia MANNI, e gli

Avvocati Giuseppe CORMAIO, Marco CONTI, Alberto SPINELLI

ed Enrico MACERA, legali dei convenuti;

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Esaminati gli atti ed i documenti tutti della citata causa;

Ritenuto in

FATTO

In relazione alla denuncia inviata dalla Procura della

Repubblica presso il Tribunale per i minorenni del Piemonte e

Valle d’Aosta, la Procura Regionale attrice avviava la

conseguente istruttoria svolgendo una serie di articolate e

complesse indagini, dalle quali emergeva quanto di seguito

riportato. In data 22.03.2013 la Commissione di Vigilanza

della ASL AL sui Presidi socio-sanitari, socio-assistenziali e

socio-educativi, effettuava una visita ispettiva presso la

struttura per disabili adulti denominata R.A.F. Disabili di Tipo

A Pratolungo, sita in località Zerbi, nr. 166, Frazione

Pratolungo del Comune di Gavi (AL), gestita dalla Cooperativa

sociale ELIANA, odierna convenuta. Fra le varie carenze

rilevate, elencate nel verbale stilato, si accertava la presenza

nella struttura di un minore, tale G.M. nato il 28.08.1996,

inserito dal mese di agosto 2012; nel corso del successivo

sopralluogo, avvenuto il 14.05.2013, il minore risultava

ancora presente nella menzionata residenza in condizioni di

vita precarie ed inadeguate per la sua età, come ampiamente

descritto nell’informativa trasmessa dalla predetta

Commissione di Vigilanza alla Procura della Repubblica presso

il Tribunale per i minorenni in data 15.05.2013.

Il citato Ufficio Requirente in seno al Tribunale per i minorenni

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inviava quindi gli atti alla Procura della Repubblica presso il

Tribunale di Alessandria, con nota del 14.06.2013, ritenendo

che a carico del convenuto PIERANNI, amministratore unico

della suddetta ELIANA Cooperativa sociale, fosse ravvisabile il

reato previsto e punito dall’articolo 591, comma 3, del C.P., in

relazione alle condizioni del predetto minore.

Gli accertamenti svolti dai militari del Corpo della Guardia di

Finanza, su delega della Procura Regionale procedente,

compendiati nell’annotazione erariale trasmessa dal Comando

Nucleo Polizia Tributaria di Torino in data 22.12.2014,

consentivano di appurare che la residenza Pratolungo nel

periodo oggetto di indagine, ossia durante l’arco temporale

compreso tra il 2010 ed il 2014, aveva ospitato tre minori, in

violazione di quanto disciplinato dalla normativa regionale

vigente; a fronte dell’ospitalità garantita ai prefati minori, la

Cooperativa sociale ELIANA ha percepito nel 2012 l’importo di

Euro 7.196,28 dalla ASL AL, nel 2012, nel 2013 e nel 2014 la

somma di Euro 175.822,40 dalla ASL 3 GE e nel 2012 e nel

2014 la cifra di Euro 5.272,80 dal Consorzio Intercomunale

Socio Assistenziale (C.I.S.A.) 12 di Nichelino, per un totale di

Euro 188.291,48; il menzionato importo costituisce secondo

l’avviso sostenuto dal Pubblico Ministero contabile danno

erariale. Al riguardo, parte pubblica ha evidenziato nell’atto di

citazione che la Cooperativa sociale ELIANA ha percepito

illegittimamente le rette ed i rimborsi pagati dai menzionati

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Enti pubblici per avere fornito un servizio che non era

autorizzata ad offrire, teorizzando la causa illecita degli

accordi stipulati con le Amministrazioni che avevano inviato i

tre minori, in quanto la R.A.F. di Tipo A non è abilitata ad

ospitare persone che non abbiano raggiunto la maggiore età,

come peraltro confermato anche dal Dott. POLLAROLO,

Presidente della Commissione di Vigilanza della ASL AL, e

comunque si tratta di prestazioni assolutamente non

adeguate per le esigenze specifiche dei soggetti in parola. In

merito alla posizione del convenuto CAVALIERE, la Procura

Regionale ha chiarito che lo stesso, in qualità di Presidente

della Commissione di Vigilanza della ASL AL di Alessandria

all’epoca della variazione della gestione concernente la

menzionata struttura Pratolungo, quindi responsabile della

procedura di voltura dell’autorizzazione al funzionamento e

dell’accreditamento a favore della S.C.S. ELIANA,

perfezionata nell’anno 2010, non avrebbe colpevolmente

rilevato che il Progetto di funzionamento presentato dalla

Cooperativa in questione, nel quale era stato inserito l’inciso

secondo cui i destinatari delle prestazioni rese dalla residenza

assistenziale in rassegna erano 20 soggetti disabili medio-

gravi, di età compresa tra i 16 ed i 65 anni, non era conforme

alla normativa regionale di riferimento in materia, licenziando

con esito favorevole la descritta istanza in palese assenza

degli indispensabili requisiti oggettivi contemplati dalla

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disciplina in esame.

Sulla base degli elementi probatori acquisiti nel corso

dell’istruttoria contabile in merito ai fatti in precedenza

descritti, l’Ufficio Requirente, avendo ravvisato la sussistenza

di profili di responsabilità a carico del nominato PIERANNI e

della suddetta Cooperativa sociale ELIANA, nonché del

prefato CAVALIERE, per il danno patrimoniale cagionato agli

Enti pubblici sopra indicati, ha adottato nei confronti degli

stessi l’invito a dedurre, ai sensi dell’articolo 5, 1° comma,

del D.L. 15 novembre 1993, nr. 453, convertito, con

modificazioni, dalla Legge 14 gennaio 1994, nr. 19. I

convenuti hanno presentato deduzioni scritte ed hanno

chiesto che venisse disposta anche l’audizione personale.

Le argomentazioni difensive formulate dai presunti

responsabili nell’ambito della fase preprocessuale, tuttavia,

non sono apparse idonee a superare i motivi dell’addebito.

Per quanto esposto in narrativa, l’Ufficio Requirente adottava

consequenzialmente atto di citazione in giudizio in data

02.09.2015, con cui veniva contestato al convenuto

PIERANNI ed alla Cooperativa sociale ELIANA, in solido tra

loro, a titolo di responsabilità principale per dolo, un danno

complessivo di Euro 188.291,50 provocato alla ASL AL, alla

ASL 3 GE ed al C.I.S.A. 12 di Nichelino, ed al convenuto

CAVALIERE, a titolo di responsabilità sussidiaria per colpa

grave, un pregiudizio di pari importo, oltre rivalutazione

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monetaria, interessi e spese di giustizia.

In previsione del dibattimento i convenuti PIERANNI e

Cooperativa sociale ELIANA, si sono costituiti in giudizio con

memoria depositata in data 21.03.2016, avvalendosi del

ministero degli Avvocati Giuseppe CORMAIO e Marco CONTI.

Nel libello difensivo i patrocinatori, nel contestare in radice il

fondamento della domanda attrice, hanno eccepito la carenza

non solo del requisito soggettivo del dolo contrattuale

contestato dalla Procura Regionale ma anche della colpa

grave, mettendo in risalto l’assoluta buona fede del proprio

assistito, con particolare riferimento alla complessa dinamica

inerente alla vicenda che ha riguardato il minore G.M., la

totale insussistenza del danno erariale, sul rilievo che se i

minori fossero stati collocati altrove gli Enti pubblici

competenti avrebbero comunque sostenuto delle spese a

fronte del servizio erogato dalle strutture private, ed in ogni

caso la compensazione del pregiudizio cagionato con i

vantaggi economici ottenuti dalle Amministrazioni in

questione, ai sensi dell’articolo 1, comma 1 bis, della Legge

nr. 20 del 1994 e successive modificazioni.

Il convenuto CAVALIERE si è costituito in giudizio con

comparsa versata in atti il 24.03.2016, conferendo la

rappresentanza all’Avvocato Massimiliano BIANCHI. Nella

memoria difensiva il legale, in via pregiudiziale, per un verso,

ha dedotto la tardività della notifica dell’atto di citazione,

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avvenuta oltre 120 giorni dalla scadenza del termine per la

presentazione delle deduzioni correlate all’invito a dedurre,

per altro verso, ha chiesto l’integrazione del contraddittorio

con il Dott. Giuseppe POLLAROLO, in qualità di Presidente

della Commissione di Vigilanza della ASL AL nel periodo in cui

i tre minori sono stati ospitati presso la residenza Pratolungo,

e la chiamata in causa della propria Compagnia di

Assicurazione AIG Europe Ltd. Quanto al merito della

controversia, ha evidenziato la completa estraneità del

proprio assistito, cessato dalla carica di Presidente della

Commissione di Vigilanza della ASL AL a partire dal 2011,

rispetto al generico addebito mosso dalla Procura Regionale,

nonché l’infondatezza in fatto ed in diritto della pretesa

risarcitoria, eccependo il difetto palese del nesso causale, la

carenza dell’elemento soggettivo del dolo e della colpa grave

ed, infine, la compensazione del danno con il vantaggio

economico ottenuto dagli Enti pubblici che hanno inviato i

minori presso la residenza Pratolungo, in quanto i medesimi

hanno comunque usufruito e goduto di tutte le prestazioni

socio-sanitarie ed assistenziali fornite dalla citata struttura,

nonché di vitto ed alloggio.

Nel corso del suo intervento la rappresentante della Procura

Regionale ha richiamato l’atto introduttivo, precisando che

l’eccezione di tardività della citazione è infondata alla luce

della cronologia degli adempimenti demandati all’Ufficio

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Requirente e degli arresti propugnati dalla granitica

giurisprudenza di questa Corte, che la residenza Pratolungo

non può assolutamente ospitare minori i quali devono essere

assegnati soltanto a strutture specifiche e dedicate, che la

Società cooperativa ELIANA non ha offerto servizi aggiuntivi

ai minori rispetto a quelli garantiti ai disabili adulti, che la

responsabilità dei convenuti PIERANNI e S.C.S. risiede nella

clausola illegittima inserita nel Progetto di funzionamento,

escludendo che la stessa possa essere scriminata ovvero

attenuata da quanto accaduto successivamente, che la citata

violazione delle norme regionali è stata commessa con

coscienza e volontà, che il nominato CAVALIERE non ha posto

in essere una efficace attività di controllo sul predetto

documento fondamentale per il successivo accreditamento

della struttura, che tale comportamento del citato Presidente

della Commissione di Vigilanza della ASL, connotato da colpa

grave, ha sicuramente concorso nel determinare il danno

erariale contestato ai primi due convenuti e che, infine, non

sussistono le condizioni per riconoscere la compensazione

invocata da entrambe le difese. Il Pubblico Ministero

contabile, inoltre, si è opposto alla richiesta di integrazione

del contraddittorio con il Dott. POLLAROLO.

L’Avvocato CORMAIO, legale dei convenuti PIERANNI e

S.C.S., nel contestare in radice i presupposti della domanda

attrice, ha richiamato tutte le eccezioni sollevate nella

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comparsa di costituzione e risposta, sottolineando che non

sussiste il requisito soggettivo del dolo e nemmeno la colpa

grave, che l’accreditamento della struttura Pratolungo è

avvenuto in forza di una precedente voltura, che il proprio

assistito, il quale ha sempre agito in perfetta buona fede, ha

saputo per la prima volta in data 14.05.2013 la circostanza

che la clausola concernente i minori fosse illegittima, che i

controlli svolti in epoca anteriore alla suddetta data nei

confronti della Società cooperativa in parola non avevano

accertato alcuna irregolarità, che i minori sono stati collocati

sempre in regime di eccezionale urgenza e per disposizione

della competente A.G., che la prosecuzione della permanenza

del minore G.M. presso la citata residenza, dopo la visita

ispettiva, è stata imposta dal Tribunale per i minorenni di

Genova per salvaguardare la salute del ragazzo e che, infine,

il procedimento penale a carico del nominato PIERANNI è

stato archiviato.

L’Avvocato CONTI, secondo componente del collegio difensivo

dei convenuti PIERANNI e S.C.S, ha precisato che se i minori

fossero stati assegnati presso altre strutture private diverse

dalla Pratolungo, gli Enti pubblici invianti avrebbero

comunque sopportato l’onere delle relative spese, che il

danno erariale, pertanto, non sussiste, che la Società

cooperativa ELIANA ha margini di guadagno minimi e che,

infine, i citati tre minori sono stati effettivamente ospitati, per

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un periodo che sommando le giornate complessive delle

singole posizioni si configura certamente molto ampio, presso

la residenza in rassegna, la quale ha sostenuto ingenti costi

che devono essere presi in considerazione rispetto alla

pretesa reclamata dalla Procura Regionale.

L’Avvocato SPINELLI, patrocinatore del convenuto

CAVALIERE, nel confermare tutte le eccezioni pregiudiziali e

di merito prospettate nella memoria di costituzione, da un

lato, ha evidenziato che non è ravvisabile la colpa grave nella

condotta posta in essere dal proprio assistito, atteso che si

trattava di una procedura di subentro nell’autorizzazione al

funzionamento inerente alla struttura Pratolungo e

conseguente accreditamento della stessa, dall’altro, ha

insistito per l’integrazione del contraddittorio con il Dott.

POLLAROLO, essendo evidente la sua responsabilità nella

causazione del pregiudizio erariale.

L’Avvocato MACERA, sempre in rappresentanza del citato

CAVALIERE, ha chiarito che il proprio cliente è stato sostituito

dal Dott. POLLAROLO nel 2011 quale Presidente della

Commissione di Vigilanza, per cui ricorre una fattispecie di

litisconsorzio necessario a mente dell’articolo 102 del C.P.C..

Considerato in

DIRITTO

Come si evince dall’esposizione dei fatti delineati in premessa,

il giudizio sottoposto all’esame del Collegio riguarda il danno

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patrimoniale che sarebbe stato cagionato dai convenuti agli

Enti pubblici sopra richiamati, secondo la ricostruzione

propugnata dalla Procura Regionale, rispettivamente a titolo

di responsabilità principale e sussidiaria, in diretta

connessione con il presunto comportamento antigiuridico

posto in essere dagli stessi con riferimento ai servizi resi a

favore di tre minori dalla struttura per disabili adulti

denominata R.A.F. Disabili di Tipo A Pratolungo, in violazione

della normativa regionale che disciplina la materia.

Ciò detto, prima di passare all’esame del merito della

controversia, la Sezione deve farsi carico di affrontare le

questioni pregiudiziali sollevate dalla difesa del convenuto

CAVALIERE, che, da un lato, ha eccepito l’inammissibilità

dell’atto di citazione, dall’altro, ha chiesto l’integrazione del

contraddittorio con il Dott. Giuseppe POLLAROLO e la

chiamata in giudizio della Compagnia di assicurazione del

proprio assistito.

La prima censura non ha pregio, atteso che nell’ipotesi di un

contestuale invito a dedurre nei confronti di più soggetti, il

“dies a quo” per calcolare il termine di 120 giorni per

l’emissione dell’atto di citazione decorre dall’ultima notifica

dell’invito validamente perfezionata (ex multis Sezioni

Riunite, Sentenza nr. 1/QM/2005); nel caso specifico, occorre

prendere a riferimento la notifica effettuata alla Società

cooperativa ELIANA, avvenuta il 27.04.2015. Prendendo

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l’abbrivo da siffatto indiscutibile presupposto, calcolando i 30

giorni per la presentazione delle deduzioni ed i termini di

sospensione feriale (ex multis Sezione Riunite, Sentenza nr.

7/QM/2003), considerato che per giurisprudenza pacifica la

formulazione “emette l’atto di citazione in giudizio”

contemplata nell’articolo 5, comma 1, del D.L. nr. 453 del

1993, convertito dalla Legge nr. 19 del 1994, riguarda il

deposito presso la Segreteria della Sezione Giurisdizionale del

prefato atto introduttivo, che attiva la fissazione dell’Udienza

di discussione ad opera del Presidente della Sezione, e non

certo la notifica dello stesso ai convenuti (ex multis I Sezione

Giurisdizionale Centrale, Sentenza nr. 340 del 2003, III

Sezione Giurisdizionale Centrale, Sentenza nr. 503 del 2007),

e tenendo conto che il menzionato deposito è avvenuto il

24.09.2015, la citazione si presente assolutamente

tempestiva.

Anche la domanda di integrazione del contraddittorio del

legale non sollecita il favorevole scrutinio di questi Giudici e

deve essere disattesa.

Al riguardo, esclusa in radice la sussistenza di una fattispecie

connotata da ipotesi di litisconsorzio necessario, in disparte la

questione afferente alla diatriba sorta in giurisprudenza in

ordine alla compatibilità del potere sindacatorio riconosciuto

al Giudice contabile con i principi del giusto processo

consacrati nell’articolo 111 della Costituzione, ma

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rammentando, comunque, la circostanza secondo cui l’ordine

di integrazione da parte del Collegio riveste carattere

assolutamente eccezionale (ex multis I Sezione

Giurisdizionale Centrale, Sentenza nr. 92 del 2011), è

sufficiente osservare, come correttamente evidenziato

dall’attore nel corso del dibattimento, che qualora

intervenisse una pronuncia di condanna in via sussidiaria per

colpa grave, troverebbe spazio, ricorrendone i relativi

presupposti, la necessaria delibazione in astratto, nell’ottica

del nesso eziologico, dell’eventuale concorso causale

riconducibile ad altri soggetti, non convenuti dal Pubblico

Ministero contabile o non convenibili per qualsiasi causa, ai

fini dell’individuazione della precisa quota da addebitare al

citato CAVALIERE che è stato evocato in giudizio dall’Ufficio

Requirente, in relazione al principio della parziarietà

dell’obbligazione risarcitoria consacrato dall’articolo 1, comma

1 quater, della Legge nr. 20 del 1994.

La richiesta di chiamata in giudizio della Compagnia di

Assicurazione AIG Europe Ltd, infine, non supera la soglia

della manifesta infondatezza, sul rilievo assorbente e

dirimente che il rapporto privatistico che si instaura tra il

convenuto, in qualità di dipendente pubblico o agente

pubblico, e l’impresa assicurativa per mezzo della stipula della

relativa polizza, esula completamente dalla giurisdizione di

questa Corte, che involge esclusivamente il legame di natura

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pubblicistica incardinato tra il soggetto agente e

l’Amministrazione danneggiata, in funzione del rapporto di

impiego o di servizio.

Non essendo state formulate dalle difese dei convenuti altre

questioni pregiudiziali, la Sezione procederà alla disamina

delle articolate argomentazioni poste a fondamento della

suddetta azione di responsabilità da parte della Procura

Regionale, e delle correlate controdeduzioni formulate dai

patrocinatori dei soggetti evocati in giudizio, analizzando

partitamente la posizione di ciascuno di essi.

In via preliminare, tuttavia, il Collegio stima utile evidenziare

che, essendo pacifica la giurisdizione di questa Corte nei

confronti della Cooperativa sociale ELIANA, alla luce delle

articolate argomentazioni dedotte dalla Procura Regionale

nell’atto di citazione introduttivo, integralmente condivise

dalla Sezione, sussiste altresì la piena legittimazione passiva

in capo al nominato PIERANNI, in qualità di amministratore

unico della suddetta S.C.S., tenuto conto che la compagine in

rassegna, diretta beneficiaria dei pagamenti eseguiti dagli

Enti pubblici sopra descritti per l’ospitalità offerta ai tre

minori, è dotata di autonoma personalità giuridica ed

autonomia patrimoniale, in quanto le Sezioni Unite della Corte

di Cassazione hanno chiarito sin dall’Ordinanza nr. 20434 del

2009 che la Corte dei Conti ha giurisdizione anche per

l’azione di danno erariale proposta nei confronti non già della

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società privata a favore della quale il finanziamento sia stato

erogato, ma direttamente di chi, come nella fattispecie in

esame, nella veste di persona fisica che ha agito per conto

dell’Ente in qualità di esclusivo ed incontrastato “dominus”,

avvalendosi dello schermo societario ed abusando dei suoi

tipici poteri gestori, almeno in astratto secondo la

prospettazione attorea, abbia distratto le somme oggetto

della sovvenzione in violazione dell’immanente vincolo di

scopo, così frustrando gli obiettivi perseguiti dalla Pubblica

Amministrazione erogatrice; in altri termini, e con maggiore

ampiezza esplicativa, l’instaurazione di siffatto legame che

giustifica la cognizione della Magistratura contabile è

correlata, infatti, non solo alla riferibilità alla società

cooperativa convenuta che ha ricevuto i pagamenti degli

effetti di tutti gli atti posti in essere dal suo organo

monocratico, ma anche all’attività stessa di chi, in funzione

delle prerogative di amministratore unico, disponendo degli

importi corrisposti in modo diverso da quello preventivato o

realizzando attivamente i presupposti, come nella fattispecie

in rassegna, per la loro illegittima percezione, abbia

provocato lo svilimento del fine di interesse generale

perseguito dall’Amministrazione. Tale asserzione è stata

successivamente ribadita in altre numerose pronunce della

Suprema Corte, che hanno concordemente propugnato

l’indirizzo secondo cui, essendo rinvenibile il dato fondante

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della responsabilità nella distrazione di fondi pubblici, è

consequenziale che ne rispondano in via solidale sia il

soggetto al quale il finanziamento sia stato materialmente

erogato, ossia la società privata, sia tutti i soggetti persone

fisiche, legati in maniera organica alla compagine destinataria

della sovvenzione, che li hanno distratti per averne avuto la

concreta disponibilità ovvero hanno sviluppato le condizioni

necessarie per il loro indebito incameramento (ex multis

SS.UU. nnrr. 5019 del 2010, 10062 del 2011 e 295 del

2013), non senza rilevare, peraltro, quale ulteriore fattore

dirimente, che l’amministratore assume indubbiamente la

qualificazione di agente contabile di fatto avendo il maneggio

delle risorse pubbliche gestite, integralmente asservite alla

effettiva realizzazione del programma o del progetto

individuato dall’Ente pubblico che rappresenta il rigido vincolo

teleologico sotteso alla contribuzione. In definitiva, la

normativa di settore concernente l’istituto della responsabilità

amministrativa e contabile dei dipendenti e degli agenti

pubblici mira a garantire il risarcimento del danno erariale, il

quale, intaccando il patrimonio di soggetti pubblici e recando

pregiudizio, di conseguenza, all’intera comunità dei cittadini,

deve trovare necessariamente ristoro nel superiore interesse

della collettività; ma se questo è l’obiettivo precipuo del

legislatore, soggiunge il consolidato orientamento sostenuto

dalla Corte di legittimità, appare certamente più aderente al

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sistema l’interpretazione che aumenta il numero degli

obbligati e non quella che li diminuisce, tenendo indenni per

di più proprio coloro, persone fisiche collegate in modo

organico alla società, che avendo cagionato materialmente il

danno, spesso con gravi condotte illecite, dovrebbero essere i

primi a rispondere, in ogni sede, delle conseguenze esiziali

del loro operato (ex multis Corte di Cassazione, SS.UU., nnrr.

23332 del 2009, 30786 del 2011 e 19891 del 2014).

Muovendo da siffatto presupposto basilare, e venendo al

merito della controversia, la domanda risarcitoria rivendicata

dalla Procura Regionale merita parziale accoglimento, nei

limiti di seguito precisati.

In ordine alla posizione dei convenuti Società cooperativa

ELIANA e PIERANNI, nella veste di amministratore unico della

prima, questi Giudici ritengono assolutamente persuasiva e

convincente la tesi accusatoria prospettata dall’Ufficio

Requirente nell’atto di citazione, nel senso che la suddetta

compagine ha percepito illegittimamente le rette ed i rimborsi

pagati dagli Enti pubblici in parola, a fronte dell’ospitalità

concernente i suddetti tre minori nel periodo dal 2010 al

2014, per un servizio che non era autorizzata a fornire e,

comunque, per prestazioni certamente non adeguate e non

aderenti alle specifiche necessità di soggetti che non avevano

raggiunto la maggiore età. In tale ottica, preme evidenziare,

sul versante della condotta antigiuridica, che poiché la

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residenza assistenziale Pratolungo non era stata autorizzata

ad ospitare minori, né tanto meno era autorizzabile allo

svolgimento di siffatta attività, alla luce della chiara

normativa regionale di riferimento, i contratti ed i relativi

accordi stipulati con le diverse Amministrazioni invianti sono

da considerare nulli per illiceità della causa, ai sensi del

combinato disposto degli articoli 1325, 1343 e 1418 del C.C.,

trattandosi evidentemente di rapporti “sine titulo”, con il

corollario che gli importi incassati dalla Società cooperativa

ELIANA si configurano tutti come indebiti. La Procura

Regionale, infatti, ha validamente dedotto, anche in funzione

della puntuale ed articolata ricostruzione compendiata nella

suddetta relazione trasmessa dal Comando Nucleo Polizia

Tributaria della Guardia di Finanza di Torino in merito ai

presupposti afferenti all’autorizzazione al funzionamento,

nonché all’accreditamento con il Servizio Sanitario regionale,

che la struttura in rassegna identifica, secondo la D.G.R.

22.09.1997, nr. 230, una Residenza Assistenziale Flessibile

(R.A.F.) di Tipo A, destinata esclusivamente a soggetti disabili

adulti, i quali, pur nella complessità della patologia correlata

al grado di handicap, mantengono potenzialità di recupero, in

particolare sul piano socio-relazionale. Tale assunto è stato

confermato, in primo luogo, dalla deposizione del Dott.

Giuseppe POLLAROLO in sede di audizione personale del

04.08.2014, durante la quale lo stesso, a seguito di specifiche

19

domande formulate dai militari del Corpo, ha affermato:

“Residenza Assistenziale Flessibile destinata ad ospiti adulti

disabili che mantengono potenzialità di recupero (Tipo A). La

definizione è comunque tassativa e prevista dalla D.G.R. nr.

230/97…No, non possono ospitare minori, non sono ammesse

deroghe”, soggiungendo, inoltre, con riferimento alle uniche

residenze dove possono essere collocati i minori che: “Tali

soggetti possono essere presenti solo nelle C.T.M. per brevi

periodi, oppure nelle C.R.P….Perché si tratta di complessi con

modelli organizzativi e gestionali particolari e dedicati”. In

secondo luogo, il convenuto CAVALIERE ha dichiarato nel

verbale di audizione del 12.09.2014, riferendosi alle R.A.F. di

Tipo A, che: “Giuridicamente non mi risulta che possano

ospitare minori o che esistano deroghe in tal senso. Per

quanto ricordo, non mi sono mai occupato di R.A.F. di Tipo A

che ospitavano minori”. In terzo luogo, il Direttore Generale

dell’ASL AL, con delibera nr. 2013/405 dell’08.05.2013,

prendeva atto del suddetto verbale di sopralluogo ispettivo

redatto dalla Commissione di Vigilanza in data 22.03.2013,

precisando, come da normativa regionale in vigore, che il

titolo autorizzativo e l’accreditamento della struttura in

oggetto “si riferiscono espressamente a R.A.F. disabili di Tipo

A ai sensi della D.G.R. nr. 230-23699 del 22.12.1997 e

pertanto destinata all’accoglienza solo di soggetti disabili

adulti e non soggetti minori, regolamentati espressamente da

20

altra normativa regionale dedicata (D.G.R. nr. 25-5079 del

18.12.2012)”. In altri termini, e con maggiore ampiezza

esplicativa, la residenza assistenziale Pratolungo, gestita nel

periodo in esame dalla Società cooperativa ELIANA, giammai

avrebbe potuto ospitare nei propri locali minori, secondo le

chiare previsioni esplicitate dalla suddetta D.G.R. nr. 25-5079

del 18.12.2012 e, precedentemente, dalla D.G.R. 41-12003

del 15.03.2004, in quanto l’accreditamento come R.A.F. di

Tipo A la abilitava esclusivamente ad offrire prestazioni

assistenziali a beneficio di soggetti disabili adulti; rimanendo

sul medesimo crinale, nessuna efficacia sanante può essere

attribuita al contenuto del Progetto di funzionamento

presentato dalla suddetta S.C.S. ed asseverato dalla

Commissione di Vigilanza presieduta dal convenuto

CAVALIERE in occasione della descritta voltura inerente

all’autorizzazione al funzionamento e successivo

accreditamento con delibera del 22.07.2010, recante il

riferimento a persone di età compresa tra i 16 ed i 65 anni,

atteso che non possono sussistere difformità tra la delibera di

accreditamento della struttura ed il Progetto di funzionamento

stesso che ne costituisce uno degli indispensabili presupposti.

Il rilascio, con delibera, di un accreditamento in caso di

presentazione da parte del soggetto privato di un Progetto di

funzionamento non aderente alla normativa, non può rivestire

alcun carattere di convalida, sul rilievo che la parte di

21

quest’ultimo documento non conforme alla specifica disciplina

in materia è da considerare in modo assoluto ed inderogabile

“tamquam non esset”, per cui non produce effetti giuridici

nella sfera degli Enti pubblici interessati; anche siffatta

asserzione è stata avallata in modo cristallino, senza nessuna

incertezza, sia dal Dott. POLLAROLO che dal convenuto

CAVALIERE nelle prefate deposizioni. Le tratteggiate

circostanze rappresentano quindi il fulcro della contestazione

formulata dall’Ufficio Requirente nell’atto introduttivo, che la

Sezione reputa indubbiamente condivisibile in funzione degli

elementi di prova richiamati ed allegati dal Pubblico Ministero

contabile. Al riguardo, tutte le eccezioni sollevate dalla difesa

dei convenuti Società cooperativa ELIANA e PIERANNI, per

quanto altamente suggestive ed articolate, non hanno pregio

e devono essere respinte, in quanto mirano erroneamente a

spostare a valle il baricentro della delibazione relativamente

all’elemento oggettivo della condotta, indugiando sui fatti

accaduti nella fase gestionale ed operativa attinente

all’ospitalità assicurata ai minori, su richiesta degli Enti

sanitari o del Tribunale per i minorenni, mettendo in risalto,

tra l’altro, la complessa e delicata vicenda che ha riguardato il

minore G.M., mentre il comportamento antigiuridico

addebitato dalla Procura Regionale si pone chiaramente a

monte, essendo incentrato sull’ipotesi, in concreto ormai

acclarata, di un accreditamento viziato in origine dal deposito

22

di un Progetto di funzionamento assolutamente in contrasto

con la disciplina regionale vigente. Ma se questo rappresenta

il nucleo centrale dell’imputazione sostenuta dall’Ufficio

Requirente, nessuna rilevanza possono assumere gli obblighi

incombenti sulla residenza Pratolungo circa la permanenza dei

minori assegnati alla struttura, che il collegio difensivo ha

qualificato ineludibili come se si trattasse di una causa

sopravvenuta di forza maggiore imperiosa ed incoercibile,

capace di escludere, di per sé, la responsabilità dei convenuti,

considerato che dagli atti versati nel fascicolo processuale si

evince come unicamente il Progetto di funzionamento,

contenente una clausola illegittima, abbia determinato in via

immediata e diretta i presupposti affinché tali fatti si

verificassero successivamente; in altre parole, la circostanza

che i minori siano stati collocati presso la residenza condotta

dalla Società cooperativa ELIANA, su disposizione dei

competenti Enti sanitari o dell’Autorità Giudiziaria, come

risulta dalla copiosa documentazione depositata dai

convenuti, non giustifica assolutamente la condotta

antigiuridica contestata, che si attaglia alla fase prodromica di

natura amministrativa che precede la gestione dei servizi in

rassegna, poiché la struttura viene necessariamente

individuata dalle Amministrazioni deputate all’esercizio della

funzione assistenziale a favore dei disabili tra quelle già

accreditate dalla Regione. D’altro canto, occorre valorizzare in

23

tale ottica il fondamentale ed immanente principio

dell’autoresponsabilità che governa tutte le azioni umane, in

forza del quale ciascuno risponde di tutte le conseguenze che

comunque scaturiscono dalle proprie condotte illecite, non

essendo possibile invocare l’affidamento concernente

l’apparenza ingenerata dall’avvenuto accreditamento della

struttura, poiché la palese discrasia tra lo stesso e la realtà,

così come configurata dalle norme regionali, dipende

unicamente dal comportamento antigiuridico imputabile

proprio a colui che invoca siffatto affidamento (ex multis

Consiglio di Stato, Adunanza Plenaria, Sentenza nr. 5 del

2016). Per quanto concerne la lunga permanenza presso la

residenza Pratolungo del minore G.M., inserito nella struttura

sin dal 13.08.2012, la cui prosecuzione è stata effettivamente

ordinata dal Tribunale per i minorenni di Genova con

provvedimento del 04.09.2013, a seguito di relativa CTU, è

agevole replicare che la decisione in questione è stata

adottata, dopo aver vagliato l’estrema delicatezza del caso,

per salvaguardare la serenità del ragazzo e risparmiare allo

stesso un improvviso cambiamento di ambiente e relazionale

che sarebbe risultato traumatico e sicuramente nocivo per la

sua salute, ma tale scelta obbligata non può certo scriminare,

né attenuare, la precisa ed evidente responsabilità dei

convenuti, per avere cagionato consapevolmente una

situazione sostanzialmente irreversibile se non a prezzo di

24

gravi conseguenze per il minore, che la citata Autorità

Giudiziaria ha inteso in ogni caso scongiurare. In definitiva,

tirando le fila delle precedenti considerazioni, se

l’accreditamento non fosse stato inficiato dalla piattaforma

programmatica inerente ad un Progetto di funzionamento che

violava apertamente la normativa regionale, con l’inserimento

della formulazione riportata in premessa che includeva anche

i soggetti di almeno 16 anni, il prefato G.M., come del resto

gli altri due minori, non sarebbero mai stati collocati presso la

residenza assistenziale Pratolungo, recidendo in radice

l’angoscioso e comprensibile dilemma che si è posto non

soltanto per gli Enti sanitari coinvolti, i Servizi sociali ed il

Tribunale per i minorenni, ma anche per i familiari del

ragazzo in questione, già duramente provati per le

vicissitudini e le condizioni di salute del proprio congiunto.

Pacifico il nesso eziologico, sul rilievo che i pagamenti indebiti

effettuati a favore della Società cooperativa ELIANA derivano

in linea retta dal Progetto di funzionamento viziato all’origine

in maniera insanabile, a mente dell’articolo 1223 del C.C.,

come in precedenza già ampiamente lumeggiato, la Sezione

deve ora concentrarsi sulla delibazione inerente al requisito

soggettivo. In tale prospettiva, questi Giudici reputano

assolutamente condivisibile e corretta la ricostruzione

propugnata dal Pubblico Ministero contabile, che nella

specifica fattispecie ha teorizzato la sussistenza del cosiddetto

25

dolo contrattuale. A tal proposito, non è superfluo

rammentare che da molti anni ormai la giurisprudenza della

Corte dei Conti (ex multis I Sezione Giurisdizionale Centrale,

Sentenza nr. 504 del 2009, Sezione Giurisdizionale Lazio,

Sentenza nr. 1015 del 1999, Sezione Giurisdizionale Umbria,

Sentenza nr. 390 del 2004, Sezione Giurisdizionale Emilia

Romagna, Sentenza nr. 998 del 2007, Sezione Giurisdizionale

Sicilia, Sentenza nr. 1707 del 2008, Sezione Giurisdizionale

Sardegna, Sentenza nr. 294 del 2009, Sezione Giurisdizionale

Calabria, Sentenza nr. 171 del 2010, Sezione Giurisdizionale

Piemonte, Sentenza nr. 161 del 2011) ha individuato nel

giudizio di responsabilità amministrativa, che presenta un

fondamento di carattere contrattuale ed è caratterizzato

dall’inadempimento di preesistenti doveri ed obblighi nascenti

dal rapporto di impiego o di servizio, la possibilità di

contestare il dolo civile contrattuale o “in adimplendo”;

quest’ultimo si differenzia dal dolo penale, al quale è

assimilabile il dolo extracontrattuale produttivo di

responsabilità aquiliana, in quanto attiene all’inadempimento

di uno specifico obbligo preesistente quale ne sia la sua fonte.

In altri termini, il dolo penale viene in rilievo come diretta e

cosciente intenzione di nuocere, ossia di agire ingiustamente

a danno di altri da parte di persona imputabile, mentre il dolo

contrattuale consiste nel proposito consapevole di non

adempiere all’obbligo stesso, ossia di violare

26

intenzionalmente i doveri riconducibili all’espletamento del

rapporto di impiego, ovvero di servizio per quanto concerne i

soggetti privati. Alla luce delle prefate coordinate

ermeneutiche, coglie pienamente nel segno, diversamente da

quanto opinato dai legali dei convenuti PIERANNI e S.C.S., i

quali hanno inteso enfatizzare l’assoluta buona fede del

menzionato amministratore, il rilievo sviluppato dalla Procura

Regionale nell’atto di citazione, secondo cui la condotta

antigiuridica è stata realizzata con dolo contrattuale. Dagli atti

di causa, infatti, emerge nitida la circostanza che il suddetto

PIERANNI è venuto meno, con coscienza e volontà, all’obbligo

essenziale su cui si fonda il rapporto di servizio con le

competenti Amministrazioni pubbliche, integrato

dall’accreditamento della struttura assistenziale Pratolungo,

poiché ha indicato nel Progetto di funzionamento una

clausola, quella relativa alla possibilità di accogliere minori di

almeno 16 anni, apertamente in contrasto con la normativa

regionale applicabile alla R.A.F. per disabili di Tipo A. Tale

conclusione risulta vieppiù avvalorata da una serie di elementi

significativi e sintomatici, dalla valenza convergente, che non

sono sfuggiti all’attenzione del Collegio: in prima battuta, è lo

stesso PIERANNI che nel corso della deposizione in sede di

audizione personale, compendiata nel verbale redatto in data

29.07.2014, dichiara con riferimento alla struttura Pratolungo

quanto di seguito indicato: “E’ una Residenza assistenziale

27

flessibile di Tipo A, autorizzata ed accreditata dalla Regione

Piemonte e dalla ASL AL di appartenenza. Come tale è una

struttura destinata ad ospitare soggetti con potenzialità di

recupero o mantenimento delle capacità residue. La

distinzione con quelle di Tipo B sta nel fatto che le disabilità

ospitate nel secondo tipo non hanno alcun margine di

miglioramento. Noi trattiamo più che altro anomalie

comportamentali. La R.A.F. di Tipo A è disciplinata dalla

D.G.R. nr. 230/1997 dove è previsto, quale vocazione del

presidio, il trattamento residenziale di soggetti disabili adulti”;

non vi è traccia, dunque, nelle suddette dichiarazioni della

presunta convinzione di avere operato nel pieno rispetto della

disciplina di riferimento. In seconda battuta, l’ardita tesi

sostenuta dalla difesa, circa il difetto anche della sola colpa

grave, si rivela del tutto inverosimile ed inattendibile, atteso

che il menzionato PIERANNI aveva già gestito in precedenza

la residenza Pratolungo prima del subentro della Società

cooperativa ELIANA, per cui, lavorando nel settore dei servizi

socio-assistenziali da diversi anni, era certamente a

conoscenza della disciplina regionale contemplata per le

R.A.F. di Tipo A, che non ammetteva la possibilità di ospitare

minori; nel momento in cui ha presentato il Progetto di

funzionamento con la clausola sopra riportata, dando luogo

ad una tipologia di accreditamento improprio ed anomalo,

pertanto, il convenuto ha agito nella piena consapevolezza di

28

violare la suddetta disposizione cogente ed inderogabile per

trarne un vantaggio futuro. In terza battuta, la normativa

applicabile alle strutture rientranti nella categoria delle R.A.F.

di Tipo A era indubbiamente, sul punto specifico afferente

all’assoluta inibizione di ospitare minori, chiara, lineare,

semplice ed univoca, con il precipitato che nessun dubbio

interpretativo poteva ragionevolmente sorgere in capo al

convenuto, il quale era dotato di elevata qualificazione ed

esperienza in materia. Del resto, preme evidenziare che la

pacifica giurisprudenza di questa Corte (ex multis Sezione

Giurisdizionale Lazio, Sentenza nr. 2471 del 2010), alla quale

la Sezione intende prestare completa adesione assicurandone

la continuità, ha sempre sostenuto il principio, come

validamente messo in risalto dall’Ufficio Requirente, secondo

cui il privato chiamato a garantire un servizio di interesse

generale, con l’impiego di ingenti fondi di matrice pubblica, ha

sempre l’obbligo di documentarsi preventivamente in modo

puntuale e rigoroso, nonché di approfondire con la massima

diligenza ed attenzione gli istituti giuridici oggetto della

propria attività, tanto più in tema di servizi assistenziali a

favore di persone disabili, non essendo configurabile alcuna

ipotesi di giustificata ignoranza e buona fede, trattandosi di

soggetti chiamati all’espletamento di così rilevanti ed

essenziali funzioni pubbliche, sui quali grava, in ogni caso,

l’onere di conoscenza e di ottemperanza dei doveri e degli

29

adempimenti propri degli incarichi che si apprestano a

svolgere, con il loro pieno consenso, nell’interesse della

collettività dei cittadini, assumendo la qualifica di agenti

pubblici; anche su tale crinale, il suddetto amministratore è

venuto meno ad un suo preciso ed ineludibile impegno. In

ultima analisi, ritengono questi Giudici che il nominato

PIERANNI, nella veste di amministratore unico della Società

cooperativa ELIANA, avvalendosi delle proprie prerogative

abbia deliberatamente depositato, in concomitanza con la

voltura della gestione, un Progetto di funzionamento,

necessario per ottenere il relativo accreditamento, non in

linea con le previsioni normative vigenti, per un verso,

delineando in modo consapevole e volontario un progetto

strumentalmente destinato a consentire l’inserimento di

minori presso la residenza Pratolungo, allo scopo di eludere il

divieto di accogliere tali soggetti sancito espressamente per la

R.A.F. di Tipo A, per altro verso, confidando nelle eventuali

falle della procedura di controllo e nella presunta efficacia

sanante derivante dall’avvenuta asseverazione del predetto

documento. In tale ottica, preme sottolineare che l’articolo

1225 del C.C., pacificamente applicabile alla presente

fattispecie poiché l’istituto della responsabilità amministrativa

ha natura spiccatamente contrattuale, prevede una fascia di

sicurezza soltanto a favore del debitore che non sia in dolo,

mentre qualora la condotta realizzata sia intenzionale, come

30

nell’ipotesi in rassegna, il medesimo risponde integralmente

di tutte le conseguenze dannose che ne sono derivate,

comprese quelle che non potevano prevedersi nel momento in

cui è sorta l’obbligazione, e tale ulteriore e mirato elemento

normativo contribuisce a confutare la tesi dei patrocinatori in

merito allo svolgimento dei fatti verificatisi dopo la prima

visita ispettiva della Commissione di Vigilanza, che secondo la

suddetta difesa non sarebbero stati dipendenti dalla volontà

dell’amministratore PIERANNI.

Residua alla delibazione della Sezione l’apprezzamento in

ordine alla quantificazione del danno cagionato dai citati

convenuti con il proprio comportamento antigiuridico. A tal

proposito, giova ribadire che la Società cooperativa ELIANA

ha percepito illegittimamente le rette ed i rimborsi versati

dagli Enti pubblici in parola, a fronte dell’ospitalità

concernente i suddetti tre minori nel periodo dal 2010 al

2014, per un servizio che non era autorizzata a fornire e,

comunque, per prestazioni certamente non adeguate e non

aderenti alle specifiche necessità di soggetti che non avevano

raggiunto la maggiore età; i pagamenti effettuati dalle singole

Amministrazioni competenti, di conseguenza, sono da

considerare indebiti per avere gli stessi una causa illecita.

Circa l’evidente inadeguatezza ed inidoneità delle prestazioni

offerte dalla residenza Pratolungo ai menzionati tre minori, il

Collegio intende valorizzare come indiscutibile elemento

31

probatorio il contenuto dell’informativa inviata dalla

Commissione di Vigilanza della ASL AL alla Procura della

Repubblica presso il Tribunale per i minorenni del Piemonte e

Valle d’Aosta, a seguito del sopralluogo ispettivo esperito in

data 14.05.2013, nella quale si legge, tra l’altro, con

riferimento al suddetto minore G.M., un resoconto davvero

triste e desolante, cioè che “le condizioni di vita si

presentavano precarie”, “il paziente giaceva scalzo e con

pigiama imbrattato nella zona lombare, coperto parzialmente

da un lenzuolo, su una rete con materasso a terra”, “il

paziente presentava una frattura al secondo metacarpo della

mano destra, che non era presente al primo sopralluogo del

22 marzo 2013” ed, infine, che “la gestione del minore è

affidata ad un operatore senza titolo, definito affiancatore”.

D’altra parte, dalla deposizione resa dallo stesso PIERANNI in

data 29.07.2014, si evince che la residenza Pratolungo non

aveva predisposto i necessari servizi aggiuntivi, rispetto a

quelli assicurati agli adulti, previsti dalla normativa di

riferimento per garantire una adeguata ospitalità a beneficio

di minori disabili.

Questi Giudici, tuttavia, in funzione di tutti gli elementi di

fatto che connotano la fattispecie in esame, nella loro

irripetibile unicità e peculiarità, ravvisano gli estremi per

accogliere parzialmente l’eccezione formulata in via

subordinata dai patrocinatori, i quali hanno invocato la

32

compensazione del pregiudizio cagionato con i vantaggi

economici ottenuti dalle Amministrazioni in questione, ai sensi

dell’articolo 1, comma 1 bis, della Legge nr. 20 del 1994 e

successive modificazioni. Sebbene i servizi assistenziali forniti

dalla residenza Pratolungo non fossero affatto aderenti alle

specifiche necessità dei minori, come appare dimostrato, tra

l’altro, dal contenuto eloquente della prefata informativa, a

seguito della quale la suddetta Procura della Repubblica

presso il Tribunale per i minorenni ha sentito l’esigenza di

notiziare, con nota del 14.06.2013, la Procura della

Repubblica presso il Tribunale di Alessandria, identificando la

responsabilità del citato PIERANNI per il reato di cui

all’articolo 591, comma 3, del C.P., non può essere trascurato

il rilievo che se i tre minori accolti presso la citata struttura

fossero stati collocati altrove gli Enti pubblici competenti

avrebbero comunque sostenuto delle spese a fronte

dell’attività erogata presumibilmente da altre residenze

private all’uopo dedicate; in particolare, la Sezione ritiene che

le prestazioni attinenti all’alloggiamento dei medesimi, alla

loro mera vigilanza e custodia nel corso della giornata ed alla

somministrazione della colazione e dei due pasti giornalieri,

possano essere valorizzate dal punto di vista economico come

concreti ed effettivi risparmi di spesa ottenuti dalle

Amministrazioni in rassegna nel periodo interessato,

integrando il presupposto della norma sopra richiamata per il

33

riconoscimento di una parziale compensazione. La consolidata

giurisprudenza, infatti, ha chiarito che l’utilità della

prestazione è un concetto funzionale, costituendo

l’arricchimento una nozione derivata, tesa alla misurazione

del vantaggio ricavato; in tale ottica, l’arricchimento non deve

essere valutato unicamente come accrescimento

patrimoniale, ben potendo consistere anche in un risparmio di

spesa. Prendendo l’abbrivo da siffatta asserzione, il Collegio,

in via equitativa a mente dell’articolo 1226 del C.C., reputa

che l’importo complessivo da risarcire ai mentovati Enti

pubblici da parte dei convenuti, in solido tra loro essendo la

condotta illecita connotata dal dolo contrattuale, a tenore

dell’articolo 1, comma 1 quinquies, della Legge nr. 20 del

1994, debba essere ridotto ad Euro 50.000,00, a titolo di

parziale compensazione del danno con i vantaggi di natura

economica ottenuti dai suddetti Enti pubblici, anche tenendo

conto delle somme oggetto delle fatture emesse dalla Società

cooperativa ELIANA per il periodo successivo al 04.09.2013,

data di emissione del provvedimento cogente del Tribunale

per i minorenni di Genova che ha disposto la permanenza del

minore G.M. presso la residenza Pratolungo. Proiettando la

medesima quota degli importi erogati dalle singole

Amministrazioni pubbliche alla prefata struttura,

opportunamente arrotondata, rispetto all’intera somma

rivendicata da parte pubblica nella citazione, sulla cifra

34

individuata dal Collegio di Euro 50.000,00, ne discende che i

convenuti PIERANNI e S.C.S. devono risarcire l’importo di

Euro 46.500,00 a favore della ASL 3 GE, l’importo di Euro

2.000,00 a favore della ASL AL e l’importo di Euro 1.500,00 a

favore del C.I.S.A. 12 di Nichelino.

Alla medesima conclusione di colpevolezza pervengono questi

Giudici con riferimento alla posizione del convenuto

CAVALIERE, chiamato in giudizio dall’Ufficio Requirente quale

Presidente della Commissione di Vigilanza della ASL AL, in

occasione della procedura relativa al subentro

nell’autorizzazione al funzionamento ed al successivo

accreditamento della Società cooperativa ELIANA. La tesi

accusatoria predicata dalla Procura Regionale si appalesa

solida e convincente, con riferimento allo svolgimento dei fatti

che costituiscono il fondamento della responsabilità del

prefato Presidente della Commissione di Vigilanza. In ordine

alla delibazione concernente la sussistenza o meno del

necessario nesso causale, sul quale si è lungamente

soffermata la difesa, la Sezione ritiene pacificamente

integrato il menzionato requisito, sul rilievo che la condotta

posta in essere dai componenti della Commissione di

Vigilanza ha indubbiamente agevolato il disegno illecito

concepito dal convenuto PIERANNI, rendendo possibile

l’accreditamento improprio ed anomalo della residenza

Pratolungo; a tal proposito, è sufficiente osservare che

35

qualora i predetti membri dell’Organo collegiale in parola

avessero rilevato la difformità tra la clausola inserita nel

Progetto di funzionamento e le pertinenti disposizioni

regionali, il pregiudizio erariale non si sarebbe verificato,

atteso che la domanda di accreditamento sarebbe stata

respinta, ovvero sarebbe stato chiesto alla Società

cooperativa ELIANA di espungere la formulazione illegittima

afferente ai minori. Anche l’eccezione di difetto di colpa grave

non intercetta il favorevole avviso del Collegio, in relazione

alla dinamica degli avvenimenti quali emergono dagli atti di

causa nella loro obiettiva concatenazione. Certamente sulla

condotta dei singoli componenti del menzionato Organo

collegiale aleggiano indiscutibili profili di colpa e di

negligenza, in quanto la Commissione di Vigilanza avrebbe

dovuto, da un lato, constatare l’incompatibilità della clausola

presente nel Progetto di funzionamento con la normativa

vigente, dall’altro, pretendere una tempestiva rettifica prima

di asseverare la richiesta promossa dalla Società cooperativa

ELIANA; nel caso specifico, il contegno serbato dal convenuto

CAVALIERE, il quale peraltro rivestiva il ruolo di Presidente,

raggiunge la soglia della colpa grave richiesta dall’articolo 1,

comma 1, della Legge nr. 20 del 1994. Militano a favore della

descritta conclusione diversi fattori concreti e significativi,

nonché le correlate osservazioni che promanano

prepotentemente dai medesimi: in primo luogo, la circostanza

36

che si trattasse di una procedura di subentro e non di una

prima richiesta non può costituire una esimente oggettiva,

considerato che il grado di diligenza da osservare nello

svolgimento di qualsiasi istruttoria deve essere comunque

elevato e proporzionato, tanto più nel caso di accreditamento

di una struttura privata deputata all’offerta di servizi

assistenziali a favore di soggetti disabili, chiamata quindi a

garantire con cospicue erogazioni pubbliche una funzione

delicata ed essenziale sul territorio, ad integrazione del

Servizio sanitario regionale; in secondo luogo, la

Commissione di Vigilanza era composta, secondo quanto

affermato dal nominato CAVALIERE nella deposizione del

12.09.2014, da sei membri di diritto, compreso il funzionario

amministrativo con il compito di Segretario, tutti altamente

qualificati in materia, e poteva essere integrata all’occorrenza

da altre figure professionali in ragione dell’oggetto

dell’attività, con il precipitato che, fermo restando il principio

basilare del rispetto della collegialità nello sviluppo

continuativo dei lavori, l’istruttoria o comunque la disamina

preliminare della documentazione a corredo delle domande

avanzate dalla menzionata Società cooperativa, tra cui il

Progetto di funzionamento, ben potevano essere delegate,

anche su indicazione del Presidente, ad almeno uno dei

componenti della stessa, in funzione di una preventiva

suddivisione delle trattazioni, che successivamente avrebbe

37

riferito l’esito del controllo al “plenum” per assumere le

pertinenti decisioni finali. Non appare giustificabile, pertanto,

che nessuno dei sei membri della Commissione di Vigilanza

abbia individuato la clausola illegittima apposta nel Progetto

di funzionamento, e tale evenienza denota grave

trascuratezza dei propri doveri di servizio; in terzo luogo, il

suddetto Progetto di funzionamento, che rappresenta lo

snodo centrale della domanda di accreditamento quale vero e

proprio manifesto programmatico della struttura, si compone,

escluso il frontespizio, di sole 15 pagine tutte scritte con

caratteri molto grandi e facilmente leggibili, mentre la

formulazione che annovera tra i beneficiari dei servizi

assistenziali i disabili di età compresa tra i 16 ed i 65 anni

compare subito a pagina 2, proprio sotto la dicitura in

grassetto e maiuscolo “DESTINATARI”, con l’effetto che anche

soltanto il controllo speditivo del contenuto di ogni foglio del

documento avrebbe permesso a qualsiasi membro

dell’Organo collegiale di disvelare agevolmente il carattere

illegittimo della clausola in questione; appare quindi

oltremodo verosimile la tesi secondo la quale il suddetto

Progetto di funzionamento non è stato controllato da nessuno

dei sei componenti della Commissione di Vigilanza, in quanto

la pratica di accreditamento della struttura Pratolungo è stata

presumibilmente asseverata in modo affrettato, inerziale e

pressoché automatico.

38

Pervenuti dunque al contesto inerente alla quantificazione del

danno da addebitare, sebbene in via sussidiaria a titolo di

colpa grave, al suddetto CAVALIERE, questi Giudici non

ritengono convincente la tesi propugnata dalla Procura

Regionale nell’atto di citazione, poiché la quota da imputare al

medesimo certamente non potrebbe mai essere individuata,

per definizione, nell’intero importo del danno cagionato dai

primi due convenuti, secondo i canoni avallati dalla

consolidata e granitica giurisprudenza di questa Corte (ex

multis Sezioni Riunite, Sentenza nr. 4/QM/1999). Nelle

fattispecie di concorso plurisoggettivo misto, in cui taluni

compartecipi abbiano agito con dolo mentre altri con colpa

grave, quest’ultimi possono essere chiamati a rispondere

soltanto fino a concorrenza della somma, correlata alla quota

del danno addossata dalla Sezione, per cui sono stati

condannati, rimanendo fermo ed intangibile, tuttavia, il nitido

principio secondo cui la somma delle quote tra tutti i vari

compartecipi, dolosi e colposi, deve essere sempre pari

rigorosamente al nocumento provocato, evitando quindi di

effettuare improprie duplicazioni, sebbene poi i primi

rispondano nella fase esecutiva per l’intero pregiudizio in via

principale, in virtù dell’acclarato requisito soggettivo del dolo,

mentre i secondi solo in via sussidiaria. Nel caso specifico, il

Collegio, alla luce degli elementi di fatto che connotano la

presente controversia, e tenuto conto dei criteri fissati

39

dall’articolo 82 del R.D. nr. 2440 del 1923, vera e propria

norma cardine del sistema, stima che la quota del danno di

Euro 50.000,00, come sopra determinato, imputabile ai

componenti della Commissione di Vigilanza sia pari ad Euro

18.000,00.

A questo punto occorre considerare, secondo quanto già

lumeggiato in premessa, che la prevalente giurisprudenza di

questa Corte (ex multis Sezioni Riunite, Sentenza nr.

5/QM/2001, I Sezione Giurisdizionale Centrale, Sentenza nr.

283 del 2008, Sezione Giurisdizionale Sicilia, Sentenze nr.

1707 del 2008 e nr. 2583 del 2013, Sezione Giurisdizionale

Friuli Venezia Giulia, Sentenza nr. 11 del 2014, Sezione

Giurisdizionale Piemonte, Ordinanza nr. 45 del 2010,

Sentenze nr. 94 del 2011, nr. 142 del 2012, nr. 124 del 2014

e nr. 188 del 2015), ha affermato in modo netto il principio

secondo cui il Giudice contabile ha l’obbligo, nel decidere sulla

responsabilità dei soggetti convenuti in giudizio, di tenere

conto anche in astratto degli eventuali concorsi causali, nella

produzione del nocumento erariale, di altri dipendenti o

agenti pubblici, ovvero di soggetti privati non sottoposti alla

giurisdizione di questa Corte, pur se non direttamente evocati

nella controversia dall’Ufficio Requirente o non convenibili,

come nel caso di difetto di colpa grave o di prescrizione

dell’azione, a tal fine provvedendo alla riduzione dell’addebito

in favore delle parti in causa, nei limiti delle quote

40

corrispondenti all’effettiva rilevanza causale della loro

condotta singolarmente considerata. Sotto il profilo del nesso

eziologico, certamente appare oltremodo significativo il

comportamento degli altri cinque membri della Commissione

di Vigilanza, considerato che nell’ambito di qualsiasi Organo

collegiale l’attività di ciascuno dei componenti svolta in modo

congiunto si fonde nella volontà comune manifestata verso

l’esterno mediante l’adozione della deliberazione, mentre il

contegno di ogni membro mantiene, sul piano squisitamente

interno, la sua autonoma rilevanza anche ai fini delle

responsabilità individuali, tra cui quella gestoria rimessa alla

giurisdizione di questa Corte, alla luce del fondamentale

postulato della parziarietà dell’obbligazione risarcitoria (ex

multis Sezioni Riunite, Sentenza nr. 15/QM/1999); si può ben

affermare senza possibilità di smentita, che proprio la figura

dell’Organo collegiale offre plasticamente ed in modo preclare

la proiezione concreta dell’applicazione del citato principio

della parziarietà, non rispondendo quindi al menzionato

criterio primario l’addebito dell’intero pregiudizio al solo

Presidente, in quanto tutti i componenti, eccetto coloro che si

astengono o manifestano formalmente il proprio dissenso,

concorrono sempre e comunque all’emissione della

deliberazione sul versante del nesso eziologico. In tale

prospettiva, il danno che deve essere imputato al convenuto

CAVALIERE, in ragione del numero dei membri della

41

Commissione di Vigilanza, è pari ad un sesto della prefata

somma di Euro 18.000,00, per cui lo stesso è chiamato a

risarcire l’importo complessivo di Euro 3.000,00 in via

sussidiaria. Proiettando la medesima quota degli importi

erogati dalle singole Amministrazioni pubbliche alla prefata

struttura, opportunamente arrotondata, rispetto all’intera

somma rivendicata da parte pubblica nella citazione, sulla

cifra individuata dal Collegio di Euro 3.000,00, ne discende

che il convenuto CAVALIERE deve risarcire l’importo di Euro

2.790,00 a favore della ASL 3 GE, l’importo di Euro 120,00 a

favore della ASL AL e l’importo di Euro 90,00 a favore del

C.I.S.A. 12 di Nichelino.

Per tutto quanto precede, la Sezione condanna Luca

PIERANNI e la Società Cooperativa Sociale ELIANA, a titolo di

dolo, in solido tra loro, al pagamento in favore della ASL 3 GE

per l’importo di Euro 46.500,00, della ASL AL per l’importo di

Euro 2.000,00 e del Consorzio Intercomunale Socio

Assistenziale (C.I.S.A.) 12 di Nichelino per l’importo di Euro

1.500,00, e condanna Riccardo CAVALIERE, a titolo di colpa

grave, in via sussidiaria, al pagamento in favore della ASL 3

GE per l’importo di Euro 2.790,00, della ASL AL per l’importo

di Euro 120,00 e del Consorzio Intercomunale Socio

Assistenziale (C.I.S.A.) 12 di Nichelino per l’importo di Euro

90,00, oltre per tutti i suddetti importi alla rivalutazione

monetaria dal momento consumativo del danno, identificato

42

dalla data del 22.03.2013 in cui è avvenuta la prima visita

ispettiva, sino alla pubblicazione della presente Sentenza ed

agli interessi legali calcolati dalla pubblicazione della Sentenza

sino al soddisfo.

Le spese di giudizio seguono la soccombenza in via principale

dei convenuti PIERANNI e Società Cooperativa Sociale ELIANA

e vanno liquidate come al dispositivo.

P.Q.M.

La Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale per la Regione

Piemonte, in composizione collegiale, definitivamente

pronunciando,

CONDANNA

Luca PIERANNI e la Società Cooperativa Sociale ELIANA, a

titolo di dolo, in via principale, in solido tra loro, al pagamento

in favore della ASL 3 GE per l’importo di Euro 46.500,00,

della ASL AL per l’importo di Euro 2.000,00 e del Consorzio

Intercomunale Socio Assistenziale (C.I.S.A.) 12 di Nichelino

per l’importo di Euro 1.500,00, e Riccardo CAVALIERE, a

titolo di colpa grave, in via sussidiaria, al pagamento in favore

della ASL 3 GE per l’importo di Euro 2.790,00, della ASL AL

per l’importo di Euro 120,00 e del Consorzio Intercomunale

Socio Assistenziale (C.I.S.A.) 12 di Nichelino per l’importo di

Euro 90,00, oltre per tutti i suddetti importi alla rivalutazione

monetaria dal momento consumativo del danno sino alla

pubblicazione della presente Sentenza ed agli interessi legali

43

calcolati dalla pubblicazione della Sentenza sino al soddisfo.

Le spese di giudizio, computate in Euro 950,67

(NOVECENTOCINQUANTA/67), seguono la soccombenza dei

convenuti condannati solidalmente in via principale e devono

essere liquidate a favore dell’erario dello Stato.

Manda alla Segreteria per gli adempimenti di rito.

Così deciso in Torino, nella Camera di consiglio del 13 aprile

2016.

L’ESTENSORE IL PRESIDENTE F.F.

(F.to Dott. Tommaso Parisi) (F.to Dott. Luigi Gili)

Depositata in Segreteria il 10 Maggio 2016

Il Direttore della Segreteria

(F.to Antonio Cinque)