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L’istituzione della Corte penale internazionale (CPI, International Criminal Court/ICC) fu un passo
importante che rese possibile incriminare individui per i crimini più gravi contro l’umanità. La
Corte penale internazionale (CPI) è un tribunale che ha sede all’Aia, nei Paesi Bassi, ed è la prima
Corte penale indipendente e permanente. Fu costituita durante la Conferenza per l’attuamento
dello Statuto tenutasi a Roma nel 1998 e oggi conta 123 Stati membri.
La CPI è composta da 18 giudici che vengono eletti per un periodo totale di nove anni. Uno dei
giudici è il magistrato altoatesino Cuno Tarfusser, che è stato eletto nel 2009 e che concluderà il
suo mandato nel 2018.
Istituzione della CPI è considerata uno degli sviluppi più importati dalla fondazione delle Nazioni
Unite; gli Stati membri rinunciano a una parte della loro sovranità a favore della Corte, per quanto
riguarda le competenze della CPI stessa. Ciò si è verificato finora solo in casi eccezionali e
raramente su base volontaria dello Stato (come successe per il tribunale di Norimberga, i tribunali
ad hoc ICTR e ICTY ecc.).
La CPI non soltanto è riconosciuta da 123 Stati membri che hanno ratificato lo Statuto (che quindi
è vincolante per questi Stati), ma influisce anche sulla comunità internazionale e permette a ogni
Stato che non ha aderito allo Statuto di comunicare alla Corte una situazione, affinché questa
possa iniziare delle indagini.1 Il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha un certo ruolo all’interno della
CPI, anche se questo non è sempre chiaro in un primo momento. È competente nel comunicare
le situazioni alla CPI, nonostante sia una corte indipendente che non dovrebbe ottenere proposte
1 Con il termine situazione lo Statuto della Corte penale internazionale considera un potenziale verificarsi di un crimine che rientra nelle competenze della Corte. Ogni Stato, anche se non fa parte della convenzione dello Statuto della Corte penale internazionale può attribuire tramite una dichiarazione la competenza per un caso specifico alla Corte penale internazionale. Per esempio: la Palestina pur non facendo parte della Convenzione, ha delegato alla Corte la competenza di giudicare un caso specifico riguardante una parte del proprio territorio statale occupato da Israele. Si rinvia a riguardo al sito della Corte Preliminary examination, Palestine, Ongoing, in https://www.icc-cpi.int/palestine.
La Corte penale internazionale – The International Criminal Court
07.11.2017
da altre istituzioni internazionali. Queste possono in certi casi riguardare persino Paesi che non
fanno parte dello Statuto della CPI. Il Consiglio di sicurezza dell’ONU esercita anche un controllo
indiretto riguardante i casi trattati dalla CPI. In particolare, il Consiglio ha ottenuto un ruolo
importante per quanto riguarda i crimini di aggressione, reato che fu definito solo nel 2010
durante la conferenza di Kampala, in Uganda.2
La Corte penale internazionale viene vista in ultima istanza come l’istituzione atta a incriminare i
reati più gravi contro l’umanità. Precisamente ha la competenza per i seguenti reati: il crimine di
genocidio, i crimini contro l’umanità, quelli di guerra e il
crimine di aggressione. La definizione di questi cimini fu
parte di un processo normativo assai lungo.3 Come ultimo
crimine fu definito il crimine di aggressione. In futuro si
vedrà in che modo la CPI proverà ad applicare la
fattispecie.4
La CPI ha competenza complementare rispetto agli Stati,
cioè può intervenire per giudicare una situazione solo se
uno Stato membro non può o non vuole farlo, in caso
contrario la competenza rimane allo Stato membro (art.
17 Statuto CPI). Attraverso la sottoscrizione e la ratifica (da
parte della Repubblica Italiana, questa ha rinunciato alla
parte della sua sovranità limitatamente ai crimini di
competenza della Corte.
© ICC-CPI/Max Koot
Dall’idea della CPI, che risale a Gustave Moynier nel 1870, fino alla costituzione della CPI stessa,
passò più di un secolo. Fino ad oggi, molti Stati non hanno sottoscritto lo Statuto e la Corte è
spesso al centro di critiche. Le critiche provengono sia da parte degli Stati membri, sia da quelli
che non fanno parte della Convenzione; sempre più spesso si recepisce come la CPI non abbia
abbastanza potere per imporre la propria legittimità e che non sia in grado di confermare la
propria posizione. La CPI ottiene indirettamente il suo potere dagli Stati membri, che aderiscono
alla Convenzione. Se questi sono sempre meno convinti dell’istituzione della CPI stessa, questa
di conseguenza ne risente. Benché abbia 123 stati membri, non ne fanno parte gli Stati più
“potenti”, come gli Stati Uniti o la Cina e nemmeno le “potenze nucleari” (ad eccezione di quelle
europee). Di recente è accaduto un altro fatto assai interessante che rileva la tendenza per cui la
2 Il Consiglio di sicurezza può evitare che un caso riguardante il crimine di aggressione possa venir portato davanti alla Corte penale internazionale. Può sospendere la procedura per un periodo indeterminato. 3 Per esempio: il termine „genocidio“ fu utilizzato per la prima volta da Raphael Lemkin nell’anno 1944 per descrivere i crimini commessi dai nazisti nei confronti degli ebrei. Questo termine deriva dall’unione della parola greca genos (popolo, razza) e della parola latina caedere (uccidere, la cui sillaba è „cide“). Allora i crimini non vennero condannati come “crimini di genocidio” ma come “crimini contro l’umanità“ perché solo nel 1948 venne definito dettagliatamente il „crimine di genocidio“ alla “Convenzione contro il genocidio dell’ONU”. 4 Il crimine di aggressione fu definito nel 2010 nell’ambito della Conferenza di Kampala (Uganda). La Corte non può ancora esercitare la propria giurisdizione sul crimine in oggetto.
Corte perde sempre di più legittimità. La Russia ritirò la propria firma dallo Statuto. In realtà non
ha mai ratificato lo Statuto per cui questo de facto non aveva alcun impatto all’interno
dell’ordinamento russo: il gesto eclatante sottolinea la perdita di consenso per CPI.
Per imporre la sua linea, la CPI ha bisogno del sostegno degli Stati membri perché questa non
dispone di una forza militare, come p.e. ne dispongono le Nazioni Unite. Gli Stati membri hanno
l'obbligo di collaborare con la CPI. Un ulteriore critica che viene spesso mossa alla CPI è quella di
venire accusata di essere uno strumento neocoloniale attraverso cui le ex “potenze coloniali”
giudicano i Paesi africani. Effettivamente finora ci sono stati solo casi riguardanti Stati africani. Si
sottolinea però che la maggior parte dei casi africani fu segnalata dagli stessi Stati africani alla
CPI, perché non erano in grado di gestire e giudicare crimini che rientrano invece nella
competenza della Corte.
Nel frattempo sono state avviate alcune indagini che riguardano anche altri Stati (non solo
africani). Inoltre la nuova Procuratrice generale della CPI è africana, un fatto che fa ritenere che
la CPI cerchi di aprirsi anche all’Africa e di minimizzare le critiche coinvolgendo un’esponente di
quel continente direttamente all’interno della sua organizzazione.
Ci vorranno sicuramente ancora molti anni finché la CPI verrà accettata da tutti gli Stati del
mondo. Gli Stati membri devono inoltre cercare di adottare normative di cooperazione con la CPI
affinché questa possa lavorare in modo più efficace di quanto non abbia fatto finora.
La CPI sicuramente non rappresenta l’istituzione perfetta ma indubbiamente è necessaria la sua
esistenza ed è importante che questa prosegua la sua opera di condanna dei crimini più gravi
contro l’umanità.
Caterina Marcon
Links
Homepage ICC (en), https://www.icc-cpi.int/.
Statuto della CPI (it),
http://www.cirpac.it/pdf/testi/Statuto%20di%20Roma%20della%20Corte%20Penale%20Intern
azionale.pdf.
La Repubblica, Corte penale internazionale, se la giustizia è a geometria variabile (it),
http://www.repubblica.it/solidarieta/dirittiumani/2017/01/13/news/corte_penale_internazion
ale-155945948/?refresh_ce.
Römisches Statut des Internationalen Strafgerichtshofes (de),
http://www.un.org/depts/german/internatrecht/roemstat1.html.
UN- Menschenrechtsabkommen, Informationen zum Internationalen Strafgerichtshof (de),
https://www.menschenrechtsabkommen.de/internationaler-strafgerichtshof-1104/.
Die Zeit, Russland verlässt den Internationalen Strafgerichtshof (de),
http://www.zeit.de/politik/ausland/2016-11/russland-wendet-sich-vom-internationalen-
strafgerichtshof-ab.
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