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La Giungla

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L'Ambiente Fantastico quale strumento educativo che unisce, nell’intuizione di B.-P., l'esigenza di una corretta educazione con l'attenzione alle caratteristiche psicologiche dei bambini. Il presente manuale fornisce indicazioni concrete sull’utilizzo dell’Ambiente Fantastico Giungla e si presenta aggiornato con riferimenti puntuali al Manuale di Branca L/C.

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4 Una Promessa tante vite Donne protagoniste nel GuidismoA Piero, Titta e fra’ Luigi, a Lucietta, Nella e fra’ Damianoinsieme ai quali abbiamo cacciato da lupetti, apprendendo il senso della Legge e vivendo un’infanzia felice. A Pasquale, carissimo amico, che ha ispirato questo lavoro.

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Introduzione 1

collana tracce - metodo

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2 Una Promessa tante vite Donne protagoniste nel Guidismo

Incaricata del Comitato editoriale:Laura Galimberti

Prima edizione:Ancona, 1989

Seconda edizioneriveduta e aggiornata:Nuova Fiordaliso, 2002

Prima ristampa:Fiordaliso, giugno 2007

Seconda ristampa:marzo 2010

Terza ristampa:febbraio 2012

stampato su carta ecologica

ISBN 978-88-8054-718-1

Grafica:Studio Marabotto

Impaginazione e Fotolito:Micropress - Fermo (AP)

Illustrazioni e copertina:Carlo Terrinoni

Redazione:Michela Bella

Consulente editoriale:Stefania Cesaretti

Coordinamento editoriale:Maria Sole Migliari

© FiordalisoSocietà cooperativaC.so Vittorio Emanuele II, 33700186 Romawww.fiordaliso.it

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Introduzione 3

Federico Colombo Enrico Calvo

La Giungla un ambiente educativo per i bambini

edizioni scout • fiordaliso

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Introduzione 5INDICE

PRESENTAZIONEalla seconda edizione 7

PRESENTAZIONEalla prima edizione 9

RINGRAZIAMENTI 18

PRIME TRACCE DI GIUNGLA NEL LUPETTISMO 19

1. ATTORNO ALLA RUPEla pedagogia della Giungla 27

Capitolo 1L’Ambiente Fantastico Giungla 28La Giungla è un racconto: che tipo di racconto? - La Giungla è un ambiente: che cosa intendiamo per “ambiente” nel lupettismo? - La Giungla è un simbolo: la dimensione simbolica nel lupettismo e nella Giungla - La Giungla: un rapido approccio pedagogico, psicoanalitico, ecosistemico

Capitolo 2L’ambiente della Giungla 46A che cosa serve la Giungla? - Struttura, funzionamento, evo-luzione dell’ambiente Giungla approfondimento del tema ecosi-stemico

Capitolo 3Giungla ed educazione morale 57La morale indiretta e per tipi - La Legge: una liana che circonda

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6 Una Promessa tante vite Donne protagoniste nel Guidismola vita - Come utilizzare in Branco le Leggi della Giungla - Giun-gla ed educazione morale - I maestri di Mowgli

2. AVVISTANDO LA PREDAla metodologia della Giungla 89

Capitolo 4Come utilizzare la Giungla in Branco 90Premessa - L’atmosfera Giungla

Capitolo 5 La Giungla alle vacanze di Branco 138Occasioni Giungla alle vacanze di Branco - Le occasioni quo-tidiane

Capitolo 6 La Giungla durante l’anno nella pista di Branco e nelprogramma annuale 142Sguardo d’insieme sul primo trimestre - Sguardo d’insieme sul secondo trimestre - Sguardo d’insieme sul terzo trimestre

3. “IN CACCIA”spunti pratici di attività Giungla 159

Capitolo 7 L’attività Giungla 160Giocare la Giungla

Capitolo 8“Le Storie di Mowgli” racconto per racconto, spunti educativi,giochi e attività varie 167Premessa - I fratelli di Mowgli - La caccia di Kaa - Come venne la paura - Il fiore rosso - La tigre! La tigre! - L’invasione della Giungla - L’Ankus del re - I cani rossi - La corsa di primavera -Altre attività Giungla

BIBLIOGRAFIA 355

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Introduzione 7PRESENTAZIONEalla seconda edizione

Non è facile presentare la nuova edizione di un testo che, meritatamente, haavuto tanta attenzione presso i capi della Branca. Si corre il rischio di spenderepiù parole per quello che è stato, che non per quello che il testo vuol proporre peril futuro. Proviamo a vedere quali sono, allora, le “parole nuove” di questa pub-blicazione:- C’è innanzitutto la parola nuova e al tempo stesso antica dell’esperienza dellupettismo, che gli autori - sapienti vecchi lupi - hanno saputo trasfondere nellepagine de “La Giungla”. L’utilizzo intenzionale dell’Ambiente Fantastico Giunglaè, infatti, quanto di più originale ancora oggi venga proposto in ambito educativo:è l’intuizione di B.-P. (“vecchia e vera come il cielo”...), di unire cioè in modo indis-solubile, l’esigenza di una corretta educazione (la formazione del “buon cittadino”)con l’attenzione alle caratteristiche psicologiche dei bambini e con l’utilizzo di unostrumento educativo rispettoso della prima e delle seconde (la Giungla appunto).- C’è poi la parola nuova rappresentata dalla possibilità di coniugare gli aspettigenerali del metodo della Branca, organicamente racchiusi nel Manuale di BrancaL/C1, con quelli specifici, riportati in questo testo, relativi all’applicazione di unodei suoi più importanti strumenti: l’Ambiente Fantastico. È nuova perché permetteal vecchio lupo di comporre una visione d’insieme sulle motivazioni pedagogiche,alla base dell’utilizzo degli strumenti metodologici, e sulle concrete modalità diapplicazione degli strumenti medesimi. Il lettore del presente manuale potrà cosìaddentrarsi, come seguendo le sinuose anse della Waingunga, nel cuore de “LaGiungla” trovando di volta in volta puntuali richiami ai contenuti del Manuale

PRESENTAZIONE – 7

1) Agesci/Branca Lupetti e Coccinelle, Manuale di Branca L/C, 2000, Nuova Fiordaliso, Roma.

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8 Una Promessa tante vite Donne protagoniste nel Guidismodi Branca. Nelle pagine de “La Giungla” si troveranno pertanto alcune partinuove, che accolgono riflessioni maturate in questi anni, e parti “asciugate” conchiari riferimenti al Manuale di Branca, che permettono la trattazione unitariadegli argomenti generali.- C’è infine la parola nuova che ogni vecchio lupo saprà pronunciare (anche) uti-lizzando questo sussidio. Saper coniugare in maniera coerente la tradizione dellupettismo con la capacità di rinnovarne costantemente la sua efficacia è, infatti,la sfida che si pone sempre davanti nel servizio educativo. Solo utilizzando piena-mente e con intenzionalità, quel formidabile strumento che è l’Ambiente Fantastico,si potrà davvero usare una Parlata Nuova capace di toccare il cuore dei nostribambini.

Il nostro ringraziamento va, ancora una volta, agli autori che tanto hanno con-tribuito alla formazione dei capi (anche di chi scrive queste pagine) della Brancaed alla concreta definizione dell’utilizzo dell’Ambiente Fantastico Giungla.

Il nostro augurio va a tutti i vecchi lupi, perché possano essere felici cacciandocon lupetti e lupette facendo, così, la loro felicità. Per loro possa risuonare come uninvito il richiamo di caccia: “Ricorda che il lupo è cacciatore: vai per la giungla, eda solo conquista la tua preda”.

E che sia una Buona Caccia!

4 ottobre 2001S. Francesco d’Assisi

Laura Lamma, Francesco Chiulli, fra Luciano PastorelloIncaricati e Assistente Ecclesiastico Nazionali alla Branca L/C

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Introduzione 9PRESENTAZIONEalla prima edizione

In genere l’uscita di un libro procura agli autori e all’editore tensioni elegittime attese. Ciò è comprensibile considerando la mole poderosa deititoli - non tutti indispensabili e spesso di qualità discutibile - che invadeannualmente, inflazionandolo, il mercato librario.

L’utilità e la qualità dei contenuti dovrebbe contribuire ad orientare ladomanda, ma non sempre questo accade, per la semplice ragione, ahimé,che non è vero che i contenuti risultino decisivi nel determinare le scelte deipotenziali lettori.

La cultura dello spettacolo, dell’effimero e dell’intrattenimento a buonmercato usa e fa commercio di certa carta stampata e giustizia di altra.

L’aumentare dei bisogni, indotto dalla odierna vita sociale, ha ridotto senon represso il desiderio di soddisfare interessi interiori e “senza carne”.

I bisogni corrispondono sempre meno ad una domanda e sono semprepiù l’espressione di una offerta carica di esteriorità epidermiche, comuni amille, omologanti e gratificanti.

Noi impariamo a frenare i bisogni e a riconoscere i desideri più veri soloincontrando ostacoli e superando delle prove. Sono queste che rivelano l’au-tenticità e il valore di ciò che cerchiamo.

Per ottenere una cosa bisogna meritarla ed il suo valore per noi dipen-de dall’impegno che abbiamo profuso per conquistarla.

È veramente desiderabile vivere appieno la vita rendendola significativa;ma per far questo è necessario attingere, con fatica e discernimento, a quel -le risorse che non sono disponibili come oggetti in vetrina afferrati da maniavide e distratte.

“Son quattro i matti - mai soddisfatti/ mai sazi a pieno - dal dì sereno/

PRESENTAZIONE – 9

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10 Una Promessa tante vite Donne protagoniste nel Guidismoquand’a mattina - viene la brina./ Son quattro i matti:/ un, di Jacala labocca,/ due, d’avvoltoio il gran gozzo,/ tre, della scimmia le mani/, quat-tro, degli uomini gli occhi./ Son quattro i matti!” (R. Kipling, canzone diapertura al racconto “L’Ankus del re”).

Ci auguriamo che questo libro sia attingibile dal lettore e possa condur-lo lietamente, e con un pizzico di fatica, a discernere gli argomenti trattati.

Esso insegna a vivere una storia in prima persona e ciò, pur col fascinoche ne promana, più che il compito di esaltare, ha quello di riscattare l’in-dividuo dall’incedere grigio e senza spessore che lo confonde nella storiacome la ruggine in un rottame.

Questo libro vive una storia magnifica ed originale ed ha la pretesa diinsegnare agli adulti a viverla insieme ai bambini e alle bambine: insieme acoloro, cioè, che desiderano essere protagonisti della loro età e ai quali spes-so è riservata, invece, l’offesa della trascuratezza. È il caso di chi prospettaai bambini non già ciò che sono di vero, grande ed importante oggi, ma solo- e riduttivamente - ciò che potranno diventare domani.

Questo libro vorrebbe aiutare gli adulti a non far saltare l’infanzia aibambini bensì a fargliela vivere a pieni polmoni lasciandogliela assaporaresino in fondo.

Solo così prepareremo i giovani di domani: consentendo loro oggi divivere l’infanzia da bambini e rispettandoli nelle esigenze più care e piùsacre.

L’infanzia è una stagione della vita unica e irripetibile, ricca e traboc-cante di vitalità, contenuti e significati. Tappa indispensabile da percorrerecon serenità e sicurezza per procedere altrettanto sereni e sicuri nella vita.Il compito degli adulti, dunque, è quello di preservarla, riconoscerla, valo-rizzarla e favorirne la piena realizzazione.

L’AGESCI attraverso il lupettismo si occupa di questo: di far vivere aibambini e alle bambine la loro infanzia per ciò che è e rappresenta, una ric-chezza. Tale stagione della vita e tale ricchezza se saranno pienamente vis-sute e rispettate fonderanno le premesse per un’adolescenza serena edun’autentica vita adulta.

“La Giungla: un ambiente educativo per i bambini” è un manuale teori-co pratico scritto per coloro che si occupano dei fanciulli d’ambo i sessidagli otto agli undici anni.

Il manuale esprime, in buona parte, la cultura e l’esperienza maturatedallo scautismo italiano dal 1916 ad oggi. Cultura ed esperienza dalla partedei bambini e delle bambine.

I più immediati beneficiari dell’opera sono evidentemente i “vecchi

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Introduzione 11

PRESENTAZIONE – 11

lupi”, capi e capo dell’AGESCI, che si occupano di “lupetti e lupette” nei“Branchi” italiani; ma senza alcuna presunzione e con il coraggio che tal-volta deve assumere la modestia, intendiamo rivolgerci anche a tutti coloroche, impegnati professionalmente o meno, nel mondo dell’infanzia, fosserointeressati alle poco scientifiche ma appassionate ricerche condotte “sin qui”da un cospicuo numero di dilettanti innamorati della fanciullezza e costrut-tivamente applicati nel campo dell’educazione.

Il libro afferma la necessità e l’importanza di fornire ai bambini e allebambine un ambiente educativo per crescere e dedica in proposito moltospazio alla sua definizione nonché alle modalità pratiche per realizzarlo. Ènoto che un’azione educativa, per essere considerata tale, debba esplicarsinel contesto di un ambiente risultando ad esso strettamente legata. Lo scau-tismo fornisce all’educando l’occasione di divenire gradualmente protagoni-sta della sua crescita e sempre più consapevole artefice della propria iden-tità. Per questa ragione il bambino è inserito nella dinamica di una comu-nità/ambiente in cui le esperienze del singolo acquistano una varietà disignificati.

Lo scautismo, pertanto, e nel caso nostro il lupettismo - al pari di altreagenzie educative -, è costituito di un ambiente. Il Branco dei lupetti e dellelupette è rappresentativo dell’ambiente esterno reale, capace di riprodurrequest’ultimo su scala ridotta e a misura di bambino e risulta, infine, unambiente totale, protetto e dinamico, cioè in grado di coinvolgere il “lupet-to” sul piano morale, affettivo, fisico, spirituale e manuale facendo leva sulleemozioni e i sentimenti personali nonché sulla voglia di giocare, divertirsi econfrontarsi con i coetanei.

La vita comunitaria è la condizione indispensabile per socializzare congli altri e sperimentare nel contempo le proprie capacità; in essa il bambinointerpreta un ruolo attivo e da protagonista.

Il Branco è un ambiente in cui convivono adulti e bambini, ma è strut-turato, pensato e dimensionato per questi ultimi; esso risponde alle loroattese di essere felici e di crescere e all’urgenza di essere considerati, stima-ti, amati e impegnati concretamente.

L’ambiente educativo è inteso come una vera e propria piccola societàfondata su una Legge - da conoscere e rispettare, impegnativa sia per gliadulti che per i bambini - e arricchita da segni, simboli, linguaggio, riti e ceri-monie.

Il rapporto educativo, che si stabilisce tra adulti e bambini e tra questie i coetanei, trova nell’ambiente Branco il suo habitat naturale, al punto chepossiamo considerare questo elemento non solo funzionale ma assoluta-

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12 Una Promessa tante vite Donne protagoniste nel Guidismomente decisivo per la completa realizzazione degli scopi prefissi.

Considerata l’età e le particolari esigenze dei bambini e delle bambine,il Branco dovrà avvalersi di un’ulteriore semplificazione d’ambiente per rag-giungere gli scopi educativi che gli sono propri. Perché, dunque, questasocietà modellata sui bisogni del bambino e rappresentativa dell’esterno, siaeffettivamente vivibile e maneggiabile dai bambini senza interferenze emanipolazioni da parte degli adulti, è necessario che gli educandi vi si pos-sano muovere liberamente e a loro piacimento, dominando, vivendo e inter-pretandone gli elementi costitutivi. Per tutto questo il lupettismo ha inven-tato l’Ambiente Fantastico che consente di giocare e vivere in modo conti-nuativo un tema nel quale sono immerse le attività della comunità/ambien-te Branco. Il tema prescelto dallo scautismo per corrispondere - tramite illupettismo - a tale funzione è la traduzione pedagogica di un grande rac-conto: la Giungla di R. Kipling.

Dunque la Giungla di Kipling trasfusa e adattata nel lupettismo diBaden-Powell (B.-P.) - fondatore dello scautismo nel 1907 - costituiscel’Ambiente Fantastico rispondente alle esigenze educative dei bambini.

L’Ambiente Fantastico rappresenta tuttora una realtà ed una nozionepeculiare dello scautismo che non esiste in campo didattico, pedagogico oscientifico e, come tale, è andato incontro nel corso del tempo e nella suaapplicazione ad intenti pionieristici.

Della sua efficace riuscita come strumento educativo, della sua pienarispondenza ai bisogni dei bambini e delle bambine, soprattutto dell’arden-te partecipazione e del clamoroso entusiasmo con cui è accolto dai bambi-ni - e, perché non dirlo, entusiasmo che ha contagiato gli stessi adulti che lopropongono - questo libri è una veritiera testimonianza.

L’originalità della Giungla, e dunque dell’Ambiente Fantastico, è costi-tuita proprio dal vivere con continuità una storia; questo fatto rappresentala proposta più “diversa” tra quelle che vengono rivolte in genere al bambi-no tra gli otto e gli undici anni.

La scelta di vivere un ambiente è importante perché il bambino oggi èsommerso da una grande quantità d’informazioni parzialmente digerite; lasua autonoma elaborazione fantastica è rallentata o addirittura sostituita dalmoltiplicarsi delle immagini e infine il rilevante numero di eventi cui pren-de parte e di luoghi che frequenta possono indurlo alla superficialità. Perqueste ragioni, radicare il bambino in un tema che richiede elaborazione eriflessione, anche sul piano dei contenuti, costituisce una scelta importantesul piano educativo. Per fronteggiare i facili e numerosi messaggi che glisono indirizzati, il Branco deve costituire per lui un ambiente impegnativo

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Introduzione 13ed emotivamente coinvolgente.

Coinvolgere sul piano dell’emotività significa operare sulla persona inprofondità; cogliendola nella interezza e dunque sul piano dei sentimenti,sfuggendo alla trappola e all’inganno di un coinvolgimento superficiale fon-dato su messaggi semplificati, edulcorati e banalmente risolti. Un’esperienzavitale deve riguardare tutta la persona, altrimenti risulta soltanto qualcosa dimarginale, esterno ed epidermico.

È ora di porsi due domande: perché questo manuale? A quali esigenzeinterne alla Branca Lupetti e Coccinelle risponde?

La conoscenza e la piena utilizzazione della Giungla - sinora più nomi-nale che sostanziale - esige un’attenta, appassionata, competente ed attualeopera di approfondimento e riscoperta. E ciò al fine di riappropriarsi di unostrumento caratteristico della Branca che in tante occasioni e circostanzeassociative abbiamo riconosciuto e confermato quale mezzo valido per edu-care bambini e bambine nello scautismo. Non è nostra intenzione discono-scere o sottovalutare il servizio di quanti, capi e capo Branco, hanno sapu-to in questi anni, con serietà ed entusiasmo, giocare, cantare, danzare, rac-contare e vivere la Giungla con i lupetti e le lupette, ma, piuttosto intendia-mo venire incontro alle esigenze e alle carenze di tutti coloro che nonhanno avuto la possibilità di attingere direttamente da capi esperti leprofonde implicazioni educative di questo strumento metodologico.

A questo scopo e in aggiunta al manuale, giocheranno un ruolo decisi-vo i corsi regionali e i campi scuola nazionali nonché le comunità capi,autentiche e vigili custodi di un patrimonio metodologico ricco di tradizio-ne e d’atmosfera da trasmettere fedelmente; e in ultimo, ma non per ultimo,un contributo essenziale sarà recato dal meticoloso, incessante e fedele tra-passo di nozioni tra ciascun Akela e i suoi vecchi lupi.

Si è venuta delineando col tempo una vasta area di incertezze, a volte dierrori e di erronee utilizzazioni. Vi è la sensazione di aver smarrito quasi deltutto alcuni elementi (vedi i canti e le danze) che compongono e completa-no il quadro Giungla.

Il rilancio della Giungla non cela né il tentativo di esasperare il ruolodello strumento nella Branca - di “giunglizzare” il lupettismo, per intender-ci - né la celebrazione di un ritorno al passato. Non è la nostalgia del pas-sato che ci spinge, ma il desiderio e la necessità di recuperare in modopieno, effettivo ed attuale una tradizione che non abbiamo il diritto di per-dere bensì di rifare nostra e di trasmettere correttamente perché tuttora vali-da ed insostituibile. Ciò che è vecchio non solo per questo è da buttare. Ciòche è nuovo non solo per questo è da adottare. Una tradizione viva e forte

PRESENTAZIONE – 13

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14 Una Promessa tante vite Donne protagoniste nel Guidismocome la nostra per giungere sino a noi ha trovato e trova profonde radicinella storia associativa e spetta ai capi di oggi recuperarla correttamente edadattarla in riferimento ad essa. La Giungla è attuale e mantiene inalteratosia il prezioso bouquet di una bottiglia d’annata che il sapore frizzante di unvinello giovane.

Da cucciolo d’uomo a signore della Giungla: chi può sottrarsi al fascinoirresistibile di questa esemplare parabola educativa ed alle affascinanti edimmortali avventure di Mowgli, Akela, Bagheera, Kaa, Baloo, Shere Khan,le Bandar e i cani rossi? Non vi ha mai assalito quella strana e sana inquie-tudine che prende alla bocca dello stomaco in attesa di raccontare laGiungla ai vostri lupetti? È la consapevolezza di chi sa di avere tra le manie sulla punta delle labbra e nel cuore uno strumento vivo e meraviglioso cheemoziona per primo chi lo usa e lo annuncia. E non vi è mai capitato, primadi raccontare o di lanciare una danza o una caccia Giungla, di sorprendervia pregare Gesù di poter dire cose giuste in modo giusto, tali che possanoentrare facilmente e profondamente nel cuore dei lupetti? È la consapevo-lezza di chi sa di avere tra le mani uno strumento che va ben al di la’ delleparole che sono pronunciate e delle cacce proposte.

È per questo, per la sua poesia epica semplice e diretta, che non si puòconsiderare o utilizzare la Giungla semplicemente come lo sfondo nel qualeambientare dei giochi. La Giungla non esaurisce tutti i bisogni e le esigen-ze dei bambini ma assolve, relativamente ad essi, talune importanti ed essen-ziali funzioni; la Giungla non è tutto il lupettismo, ma ne costituisce un ele-mento importante e caratterizzante.

Chi utilizza correttamente uno strumento (il manuale in questo caso)tende a confrontarsi con esso, valutando distanze e consonanze tra il pro-prio punto di vista e il contenuto espresso. Si origina, così, un genuino sfor-zo teso a colmare lacune, risolvere antichi dubbi e a verificare, inoltre, le cer-tezze derivanti dall’esperienza personale.

Il suggerimento che diamo al lettore è di leggere queste pagine con fidu-cia e distacco iniziale dalle proprie esperienze per verificarle criticamente inuna fase successiva. La ricerca spasmodica di rapide e generiche confermeal proprio modo di operare con i lupetti e le lupette nella gestione di unBranco, condotta magari col metodo a campione, saltando, cioè, da unargomento all’altro alla rinfusa, correndo avanti e indietro in modo convul-so, lungi dal favorire un’assimilazione critica e matura del contenuto,potrebbe generare confusioni e ingiustificate apprensioni. Procedere concalma e dal principio può apparire un invito superfluo, ma non lo è consi-derata la grande attesa che questo testo ha generato nella Branca. Non è

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Introduzione 15sicuramente ragionevole né tantomeno raccomandabile fare ricorso almanuale per cercarvi subito ed esclusivamente, nella terza parte, spunti digioco da realizzare in Branco. È soprattutto da evitare il rischio tipico diogni manuale: quello di volervi rintracciare tutto di tutto (non si tratta di unmanuale enciclopedico onnicomprensivo), di volersi specchiare a tutti icosti con i suoi contenuti (con la minaccia altrimenti di gettarlo via nel casodi fastidiose e probabili divergenze d’opinione) o di arrivare ad inghiottirein modo acritico qualunque cosa capiti a tiro. Con questo libro si deve poterriflettere e discutere. L’intento non è di fornire al neofita indicazioni rigidedalle quali è proibito discostarsi né quello di indurlo in un’operazione dipedissequa copiatura di schemi e attività.

Conosciamo bene quanto sia ricca e multiforme l’applicazione del lupet-tismo in Italia.

Riti, cerimonie, segni e simboli sono spesso arricchiti da particolari rife-ribili alle antiche tradizioni dei gruppi scout. Ma è indiscutibile, però, che setaluni marginali aspetti del metodo scout nel lupettismo possono tranquil-lamente risentire di interpretazioni diversificate e creative (rispondenti,peraltro, alle esigenze e alle caratteristiche effettive dei bambini, durevol-mente proposte nel tempo e non soggette alle mode passeggere dei singolicapi), esiste un metodo che nella sua globalità va conosciuto, utilizzato erispettato non essendo suscettibile di personalistiche interpretazioni.

Il lupettismo, in tal senso - e la Giungla in esso - va difeso da manipola-zioni che per difetto - semplificazioni, banalizzazioni, conoscenze superfi-ciali - o per eccesso - aggiunte gratuite, immotivate, cervellotiche - lo sna-turino al punto di modellarlo sul singolo capo e sulla singola comunità capi.La testa, la zampa, l’anca e il dorso del metodo non si toccano. La vita delBranco con suoi elementi costitutivi - segni, simboli, riti, cerimonie, lin-guaggio, Ambiente Fantastico, Famiglia Felice, progressione personale, ecc.- costituisce un patrimonio associativo che è consegnato in eredità (da usaree trasmettere) e in uso al singolo capo Branco perché con esso contribuisca,in modo organico, globale e sistematico, alla crescita dei bambini che glisono affidati. È l’Associazione nel suo complesso che è chiamata a pro-muovere studi e ricerche e a raggiungere sintesi finali condivise in un cam-mino vigile e prudente che nessuno esclude e tutti chiama a raccolta.

Queste pagine non sono state scritte con l’intenzione di presentare allettore le idee e le esperienze personali degli autori sulla Giungla e il lupet-tismo, quanto invece di riassumere nel modo più completo e organico pos-sibile quel patrimonio educativo associativamente riconosciuto che sinoraha risentito della mancanza di una sistematica organizzazione scritta.

PRESENTAZIONE – 15

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16 Una Promessa tante vite Donne protagoniste nel GuidismoGli autori del testo, la cui appartenenza alla Branca L/C è di lunghissi-

ma data e il cui apporto associativo si è concretizzato in un valido contri-buto alla definizione del Regolamento e alle diverse fasi che hanno con-traddistinto l’evoluzione pedagogica del lupettismo odierno, sono personeche hanno la massima confidenza con gli argomenti trattati e risultano tut-tora in servizio come quadri nazionali e regionali e a contatto diretto con ibambini e le bambine.

Il manuale soprattutto nella seconda parte, quella metodologica, fa spes-so il punto sui significati e sulle modalità d’uso dei numerosi elementi checaratterizzano e riconoscono la Giungla nel lupettismo. Queste parti sonoassolutamente rigorose e l’invito rivolto ai fratelli lupettisti e alle sorellelupettiste è quello di attenercisi senza alcuna deviazione perché esse rap-presentano la fedele ricostruzione di una tradizione giunta intatta sino a noie ancora viva e significativa.

In altri momenti, invece, e sono chiaramente indicati nel testo, il librooffre delle esemplificazioni che come tali vanno accolte, nel senso cioè cheè possibile utilizzarle ma ciò non risulta doveroso.

Esaminiamo brevemente la struttura del manuale.“La Giungla: un ambiente educativo per i bambini” si apre con un rapi-

do excursus sulle origini del lupettismo e su come avviene che si “tingessesubito di Giungla sin dal suo sprizzare lieto e rumoroso dal cuore di unuomo”; il testo è suddiviso in tre parti: “Attorno alla rupe” o la pedagogiadella Giungla; “Avvistando la preda” o la metodologia della Giungla e “Incaccia” spunti pratici per giocare la Giungla.

La prima parte è fondamentale per capire che cosa è e a che cosa servela Giungla, a quali precise esigenze dei bambini va incontro e quali rispostefornisce ai bisogni educativi. Vi possiamo trovare la definizione dell’am-biente educativo nello scautismo e nel lupettismo nonché la sua successivasemplificazione e traduzione in Ambiente Fantastico. Ampiamente trattatisono i temi della specificità e della originalità della Giungla ancora oggi. Losvolgimento dell’approccio ecosistemico costituisce una novità nel panora-ma degli studi sin qui condotti sull’ambiente Giungla ed è corredato diesemplificazioni e suggerimenti pratici utilizzabili in Branco.

Da non perdere assolutamente sono i numerosi paragrafi relativi al capi-tolo “Giungla ed educazione morale” che chiariscono e spiegano come uti-lizzare correttamente la morale indiretta e per tipi. In essi, inoltre, viene bre-vemente affrontato il senso dell’educazione morale cristiana, scorgendo,nella consonanza delle finalità proprie dello scautismo a tale progetto, l’op-portunità pedagogica di utilizzare, nel lupettismo, il gioco della Giungla per

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Introduzione 17la formazione morale di un bambino orientata secondo una visione cristia-na della vita.

Kipling mostra nei suoi scritti una forte preoccupazione di ordine mora-le, ma nel passato qualcuno ha temuto che l’uso dei “Libri della Giungla” -nel lupettismo -, libri carenti di prospettiva soprannaturale, potessero svilireuna proposta di vita cristiana riducendola ad una indicazione di semplicivirtù umane. B.-P., uomo di profonda religiosità cristiana, ha invece intuitotutta la forza propedeutica della poesia morale di Kipling proprio per unannuncio di vita cristiana.

Il paragrafo dedicato a “Giungla ed educazione morale” illustra la visio-ne fortemente morale dell’uomo secondo Kipling e spiega all’educatore cri-stiano come dare pienezza, in una prospettiva evangelica, a questa splendi-da visione laica dell’uomo.

Con la seconda parte entriamo direttamente nella tana di un Branco e sco-priamo gradualmente come si utilizza la Giungla con i lupetti e le lupette.

Il linguaggio, le parole maestre, le massime, i segni del Branco, la Rupedel Consiglio, le cerimonie, ecc., sono presentati nei minimi particolari econ un valido supporto esemplificativo. La Giungla alle vacanze di Brancoe la sua distribuzione nella pista di Branco relativa ad un intero anno di atti-vità rappresentano una ghiotta opportunità per capire come si progetta edu-cazione con i bambini e le bambine.

Il capitolo conclusivo è dedicato alla presentazione delle numerose atti-vità che si possono realizzare traendo spunto dalle “Storie di Mowgli” e, traqueste, è da sottolineare la caccia Giungla.

Il manuale, esaurito l’aspetto metodologico, si conclude con la terzaparte ricchissima di spunti pratici per giocare la Giungla con i lupetti.

Ognuno dei racconti delle “Storie di Mowgli” è contrappuntato da unafitta serie di osservazioni, spunti educativi e attività realizzabili col Branco.

Giochi, canti, danze, ban, scenette, attività natura, manuali, fisiche,espressive e di osservazione trovano una completa ed organica sistemazio-ne all’interno del racconto che scandisce con la sua continuità le attivitàautunnali, invernali, primaverili ed estive dei lupetti.

Si tratta, dunque, di un manuale teorico-pratico scritto dai “lupi anzianicolor del tasso” e affidato ai “giovani lupi neri di tre anni” perché possanoconoscere e correttamente utilizzare l’Ambiente Fantastico Giungla neiBranchi maschili, femminili e misti.

Per la precisione nei dettagli e per l’ampiezza della panoramica pedago-gico-educativa presa in considerazione, ricordiamo che il manuale si presta,altresì, ad ulteriori utilizzazioni esterne allo scautismo. Ci auguriamo, in tal

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18 Una Promessa tante vite Donne protagoniste nel Guidismosenso, ed era nelle nostre migliori intenzioni, di aver reso un piccolo servi-zio anche a tutti coloro che pur in ambienti e situazioni diverse si occupa-no di bambini e bambine.

A tutti coloro che si avvicineranno con curiosità e attenzione a questotesto un sincero augurio di potersene giovare per rendere più gioiosa e sere-na l’infanzia dei bambini loro affidati.

Ai fratelli lupettisti e alle sorelle lupettiste un fortissimo “Buona Cacciaa voi che rispettate la Legge della Giungla”.

Federico ColomboAkela d’Italia

“Boschi ed alberi, tronchi e foreste e pendule liane, cortesia, saggezza, forza gio-vane e immane, il favor della Giungla con voi viene e rimane”.

(Novembre 1988)

RINGRAZIAMENTI

Questo libro è stato pensato e scritto da Federico Colombo ed Enrico Calvo.Hanno, inoltre, collaborato in modo ingegnoso e costruttivo alla sua stesura: Anna Fresco,

Mario Turci, Livio Giraudo e don Carlo Galli.Con accalorate discussioni attorno alla rupe hanno contribuito alla definizione dei conte-

nuti alcuni carissimi amici: Virgilio Gallizioli, Fabio Ciapponi, Vittorio Basciu ed ErnestoMaggioni, nonché, in momenti successivi, padre Carlo Huber e Alessio Cassano.

A Pietro Paolo Severi un sincero ringraziamento per la generosa disponibilità dimostratanel concederci di attingere liberamente dai suoi libri Educare con una favola e In caccia con LupoRosso Solitario entrambi editi dal Centro Studi B.-P.

Ha preceduto alla preziosa dattiloscrittura della prima bozza Maria Elena Rossi, una soler-te amica “non associativa”.

L’imponente lavoro di correzione e di revisione dall’opera, necessario per amalgamare traloro contributi diversi e dare uniformità al lessico, è stato condotto da Federico Colombo incollaborazione con Maria Teresa Rebecchi e Paola Dal Toso.

Al personale della Segreteria Associativa, che ha corrisposto con slancio e disponibilità neimomenti conclusivi del lavoro di rifinitura, giunga un ringraziamento particolarmente cordiale.

A tutti coloro che hanno collaborato direttamente o indirettamente a rendere possibilequesto libro, semplicemente, grazie e l’augurio di poter fare altre cacce succose come questa.Buona Caccia!

Cosa avrebbe detto la Giungla del manuale? Ascoltiamo in proposito il parere di Akela edi Bagheera: “È stata una cosa ben fatta, potrà essere d’aiuto a suo tempo”, “Proprio così, unaiuto in caso di bisogno; giacché nessuno può sperare di guidare il Branco per sempre”.

Federico Colombo e Anita D’Aloia(Responsabili centrali della Branca Lupetti /Coccinelle)

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PRIME TRACCE DI GIUNGLA NEL LUPETTISMO – 19

PRIME TRACCE DI GIUNGLA NEL LUPETTISMO

Prendendo per mano il lettore “avido e affamato” desideriamo condur-lo un po’ indietro nel tempo, ad osservare di persona come avvenne che illupettismo si tingesse di Giungla sin dal suo sprizzare lieto e rumoroso dalcuore di un uomo, per la gioia di tanti bambini che ancora oggi se ne sazia-no abbondantemente, “... la grande fratellanza scout nacque nell’anno 1908e crebbe come nessun altro gioco per ragazzi era mai cresciuto prima. ... Orapassarono degli anni, e dei Capiriparto cominciarono ad accorgersi chemolti ragazzi più piccoli si appostavano fuori della porta della sede e guar-davano dentro con muto desiderio. Questi ragazzi dissero ai Capiriparto:“Fateci divenire Scouts!”; e i Capiriparto risposero: “No, siete troppo picco-li, andate via”. Ma i ragazzi non volevano andare via, e così alla fine iCapiriparto andarono dal Capo di tutti gli Scouts e ne parlarono con lui.“Ecco come stanno le cose! ...E che cosa dobbiamo fare?”, ed ecco il CapoScout disse: “Fate che si preparino a diventare Scouts. Fateli lupetti e riuni-teli in Branchi”.

Con questa semplice e suggestiva descrizione B.-P. racconta, nel 16°Morso del “Manuale dei Lupetti”, le origini del lupettismo. Era il 1916. E laterminologia adottata conferma che... fu subito Giungla.

B.-P. come è noto, utilizzò liberamente, a scopo pedagogico, e con ilbeneplacito dell’autore, alcune opere letterarie di R. Kipling1.

(1) Rudyard Kipling, Bombay 30.12.1865 - Londra 18.1.1936. Giornalista, scrittore e poeta inglese. Educatoin Inghilterra, trascorse lunghi anni in India. Viaggiatore instancabile si recò in Asia, America, Africa delsud, Australia, Europa ed India. Iniziò a scrivere nel 1886. Nella novella Nel Ruck del 1893, anno del suomatrimonio, fa la prima comparsa la figura già adulta di Mowgli. Nel 1894 pubblicò Il primo libro della giun-gla, nel 1895 Il secondo libro della giungla. Successivamente e solo per citare alcuni titoli, scrisse Capitanicoraggiosi (1897), Kim (1901), Just so stories (1902). Nel 1907 gli fu assegnato il Premio Nobel per la lettera-tura.

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20 Una Promessa tante vite Donne protagoniste nel GuidismoDei libri della Giungla2, che narrano le avventurose vicende di un bimbo

adottato da un branco di lupi, seppe sfruttare la straordinaria atmosfera fan-tastica, ed il potenziale educativo racchiuso nelle storie.

B.-P., inoltre, intuì e colse la possibilità d’evocare dal nulla un ambiente edu-cativo ispirato appunto a queste storie e modellato sulle esigenze dei bambini.

Con l’idea di innestare e porre al centro della vita del Branco la creazioneletteraria di Kipling, mercé una necessaria trasposizione pedagogica dei rac-conti arricchita e corredata da una vasta gamma di mezzi ludici ed espressivinonché supportata da un linguaggio caratteristico, da riti e cerimonie, B.-P.strutturò definitivamente un ambiente scout a misura di bambino.

La conoscenza del mondo infantile lo aveva infatti indotto a privilegia-re nel metodo lupetto lo strumento della parola e del racconto; innanzitut-to, per soddisfare il desiderio innato nei bambini d’ascoltare delle storie edappagare un’irrequieta ed avida curiosità e, in secondo luogo, per stimolarein modo adeguato la loro immaginazione e fantasia.

Nella originale ed iniziale visione pedagogica di B.-P. i contenuti mora-li ed educativi della Giungla erano già perfettamente delineati e niente affat-to secondari.

Il tema fantastico Giungla, capace di evocare un ambiente a misura dibambino, favorisce l’immersione naturale e profonda del fanciullo in unastoria da vivere e giocare con continuità insieme ad un gruppo formato dacoetanei ed adulti.

Per questa ed altre ragioni, che successivamente esamineremo, B.-P.scelse di utilizzare alcuni racconti tratti dai due libri della Giungla. Tali rac-conti sono stati poi raccolti nel testo “Le Storie di Mowgli” che noi benconosciamo.

Quando parliamo della Giungla, pertanto, non ci riferiamo ai libri dellaGiungla di Kipling in sé e per sé, bensì alla particolare utilizzazione che B.-P.ne ha fatto. Anche egli, come tanti altri educatori prima e dopo di lui, hafatto ricorso all’uso della parabola per avvicinare e toccare l’anima dei fan-ciulli. La “parabola” utilizzata da B.-P. non è semplicemente una bella storiada raccontare con frequenza periodica ad un gruppo di bambini: B.-P. nonha fatto ricorso alla Giungla solo per raccontare una storia, ma per farlavivere attraverso un gioco di personificazione; per dare vita e concreta

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(2) Il primo libro della giungla è composto di sette racconti ed il secondo libro di otto. Ma solo tre raccon-ti del primo libro e cinque del secondo costituiscono il ciclo che noi conosciamo col titolo Le Storie diMowgli. Degli altri sette racconti si ricordano i più conosciuti: La foca bianca, Toomai degli elefanti, Rikki TikkiTavi, Al servizio della regina e il bellissimo Il mistero di Purum Bhagaat.

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Introduzione 21attuazione ad un ambiente creativo e stimolante ove le immagini e i perso-naggi del racconto giochino un ruolo attivo e interagiscano col bambinonell’orientamento morale della sua vita.

Tornando a B.-P. e a Kipling, ricordiamo che già al tempo della stesuradel suo primo testo, “Scouting for boys” del 1907, B.-P. aveva scoperto l’i-nesauribile miniera di possibili utilizzazioni presenti nell’opera del grandescrittore inglese; soprattutto fu colpito dal suo personalissimo stile descrit-tivo, avventuroso e fortemente didattico.

B.-P. infatti si ispirò al personaggio di Kim per presentare agli esplora-tori un valido esempio da imitare nonché il canovaccio sul quale imbastirelo spirito d’avventura del Reparto.

Tuttavia l’utilizzazione di questa storia non fu mai sottolineata da lui inalcun modo particolare.

Assai diversamente andarono le cose per i libri della giungla.Nel 1916, in concomitanza con la nascita della Branca rivolta ai più pic-

coli, venne pubblicato il “Manuale dei Lupetti”. Detto Manuale, che ancoraoggi è il lupettismo e rappresenta l’insostituibile punto di riferimento di ognicapo Branco, si apre proprio con una storia di Kipling magistralmente rias-sunta da B.-P..

Il “Manuale dei Lupetti”, inoltre, è dedicato espressamente a “Tutti iragazzi, (che) come tutti i giovani lupi, hanno un formidabile appetito. È unpasto offerto da un vecchio lupo ai piccoli cuccioli. C’è carne succulenta damangiare, e ci sono ossa dure da sgranocchiare. Ma se ogni cucciolo che lodivorerà saprà venire a capo delle ossa come della carne, e si mangerà ilgrasso come il magro, spero che ricaverà da ogni Morso-novella forza edanche diletto”.

Le intenzioni di B.-P. circa l’utilizzazione della Giungla nel Branco, ven-gono poi indirettamente ribadite nell’introduzione del Manuale ove eglistesso esprime un infinito ringraziamento “a Rudyard Kipling, che ha fattotanto per ispirare il giusto spirito nelle nostre generazioni, e per il permes-so accordatomi di far mio il suo inimitabile Libro della Giungla”.

Infine nella “nota per il capo Branco”, posta in capo al primo Morso delManuale, B.-P. precisa che “I libri della Giungla di Kipling sono la base dellastoria di lupi che è il tema di questi primi Morsi”3.

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(3) I Morsi della prima parte del Manuale sono 16. “Il principiante - chiariva Fausto Catani a pag. 11 dellanota introduttiva - potrebbe a buon diritto trovare sconcertante, dopo la dichiarata essenzialità dellaGiungla, che B.-P. la utilizzi come tema soltanto dei primi Morsi. Va essa, dunque, abbandonata ad un certostadio della vita del Branco? La contraddizione è solo apparente e la spiegazione è semplice. Nei Morsi dalprimo al sesto incluso, B.-P. ci parla del Branco, come comunità. È in questi Morsi, e soltanto in questi, checi fa vivere l’atmosfera del Branco ce ne fa conoscere lo spirito e la vita suggerendoci - senza troppo parere

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22 Una Promessa tante vite Donne protagoniste nel GuidismoNel lupettismo di B.-P. - questo deve essere un punto assolutamente

chiaro - la Giungla è uno strumento essenziale ed insostituibile per educarei bambini e le bambine secondo il metodo scout. Diceva, al riguardo, padreRobert Bastin, nella sua biografia di B.-P.4 “Il lupettismo è sprizzato dall’in-contro di un poeta della parola con un poeta dell’azione... quello che il geniodi Kipling aveva tradotto in parole di sogno B.-P. lo trasformerà in azione.

Volendo fare una breve sintesi del lupettismo, affermava CharlesMartin5 “ci si potrebbe limitare a tre punti fondamentali: forse essi non sin-tetizzano tutto il metodo, ma hanno almeno il vantaggio di precisare la lineaessenziale, da cui i capi Branco non dovrebbero mai deviare.

In realtà, la vita del Branco è costituita dalla Giungla, dalla tecnica e dalgiuoco lupetto, il tutto ambientato nel quadro della “famiglia felice” che è labase di tutto l’edificio.

La Giungla, che crea il mondo particolare del fanciullo, dove egli ritro-va completamente se stesso.

La tecnica, che dà il gusto, l’abitudine, il senso reale dello sforzo, e checostituisce la prima tappa del tirocinio pratico della vita.

Il giuoco, che insegna soprattutto a giuocare bene, e quindi a viverebene.

Questi tre elementi, che si può dire costituiscano tutta l’impalcatura delsistema, non dovrebbero mai venire dissociati: devono venire sfruttati afondo e simultaneamente”.

Il lupettismo italiano deve molto all’opera instancabile, appassionata edintelligente di Fausto Catani6 che nell’arco di oltre un decennio a partire dal

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- molteplici attività. Soltanto in questi primi Morsi ci parla di Giungla, così come soltanto nei primi Morsici parla di Legge, Promessa, parola maestra, di saluto e cerimonie, di totem ed uniforme...”.

(4) P.R. Bastin: Lord Baden-Powell of Gilwell, cittadino del mondo, Ed. Centro Libraio Italiano, Roma, 1955.L’autore è stato Baloo del Belgio e tra i sui scritti si ricorda anche l’ottimo Il Poverello di Assisi Ed. Fiordaliso,Roma, 1950.

(5) C. Martin: La Tecnica del giuoco nel Branco, Ed. Fiordaliso, Roma, 1949. L’autore è stato membro delCommissariato Lupetti del Belgio. Molto noto in Italia, i suoi testi furono ben studiati dai nostri lupettisti;oltre al libro sopra citato il suo nome è legato al cosiddetto “Ciclo Martin” ovvero come attendere alla stesu-ra di un programma annuale per Branco di lupetti, dividendo l’anno in tre parti distinte e legando ciascuna diesse con uno dei tre momenti della progressione personale (1° trimestre - Lupo della Legge; 2° trimestre -Lupo della Rupe; 3° trimestre - Lupo Anziano).

(6) F. Catani, Roma 23.9.1909 - 18.5.1978. Entrò nel A.S.C.I. nel 1922 facendo il capo Riparto nel Roma IIe quindi l’Aiuto Capo Branco nel Roma XVI. Da questa esperienza nacque la sua passione per il lupettismoallora poco conosciuto e diffuso in Italia. Della Associazione fu il primo Akela d’Italia e svolse tale servizioininterrottamente dal 1945-6 sino al 1955. A lui si debbono le traduzioni di B.-P. e su B.-P. apparse in Italiae di alcuni testi fondamentali del lupettismo. Charles Martin La Tecnica del gioco nel Branco, Robert Bastin

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Introduzione 231945 - dalla ripresa, cioè, delle attività scout dopo il periodo dello sciogli-mento fascista (1928) e della parentesi della cosiddetta “Giungla silente” -dedicò le sue migliori energie alla rifondazione o meglio alla prima fonda-zione del metodo lupetto che era assolutamente privo d’alcuna tradizione7.Egli fu rigorosamente fedele all’impostazione di B.-P. e seppe utilizzare inol-tre alcuni apporti desunti dalle esperienze del lupettismo francese e belgache aveva conosciuto e apprezzato, aggiungendovi taluni intelligenti e signi-ficativi contributi personali8. A Catani si deve la geniale e felice trasposizio-ne del lupettismo di B.-P. in un’Associazione di dichiarata ispirazione catto-lica; lupettismo che all’epoca era guardato con sospetto a causa di un ecces-sivo “naturalismo” che apparentemente poco si conciliava con la spiritualitàcristiana della nostra cultura latina.

Grazie a lui, la Giungla iniziò ad essere utilizzata nei Branchi italianirisultando sin dal principio non una semplice storia fra tante altre che si pos-sono raccontare ai lupetti e neppure la storia principale, bensì l’atmosferapermanente che deve essere vissuta da ciascun lupetto nel Branco. Può esse-re utile, per comprendere quali fossero alla fine degli anni Quaranta la col-locazione, il ruolo e lo spazio della Giungla nella vita di Branco, riportareuno stralcio della relazione con la quale Fausto presentò al consiglio gene-rale A.S.C.I. del 1948 le Direttive della Branca lupetti.

“... rammento ancora la proposta di non assumere esclusivamente illibro della Giungla come fonte dei giuochi e delle nostre attività. ...È statoriconosciuto che lo speciale metodo proposto dal fondatore, da cui non cisi intende discostare, è sì quello di far vivere al ragazzo una storia, ma chequesta storia non può essere che quella di Mowgli dai “Libri della Giungla”di Kipling, senza dover alterare e studiare completamente ex novo tutta

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[Testi citati], R. Kipling: Le Storie di Mowgli, Vera Barclay, racconti vari, nonché la produzione di una granquantità di articoli organizzativi e metodologici apparsi su Estote Parati (rivista associativa per campi deltempo) dal 1947 al 1957. Fondò e diresse la rivista dei lupetti Jau.

(7) Dalla fondazione dell’A.S.C.I., avvenuta nel 1916, il Riparto era l’organismo di base dell’Associazione; alsuo interno coesistevano squadriglie di lupetti, di esploratori e di seniori. Tale era la situazione ancora nelsecondo dopoguerra al momento della liberazione e della ripresa ufficiale della attività scout. Insieme adOsvaldo Monass e Salvatore Salvatori, Fausto pose le basi del nuovo scautismo cattolico italiano. Fu allorache le Branche vennero suddivise secondo la struttura attuale.

(8) Ricordiamo la sua originale e tuttora valida interpretazione della Giungla di Kipling; l’introduzione dellinguaggio Giungla, delle parole maestre e delle massime Giungla; il rifiuto della morale diretta; l’abbina-mento della figura di Baloo con l’assistente ecclesiastico; la valorizzazione del clima Famiglia Felice; la scel-ta della spiritualità francescana nella catechesi dei lupetti; il ritmo serrato delle attività con i lupetti e l’equi-librio delle varie componenti del metodo (vedasi al riguardo il numero speciale di Estote Parati del 1949).

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24 Una Promessa tante vite Donne protagoniste nel Guidismol’impostazione di questa Branca... D’altra parte non possiamo non vederenella storia di Mowgli che un mezzo (e semplicemente un mezzo) con ilquale applicare il metodo, ma nell’originalità del metodo. La Giungla quin-di è il quadro e l’atmosfera creati per poter aprire l’animo dei bambini epoterlo riempire di tutti i sentimenti ed ideali che vogliamo e per poter darequelle abitudini che sono essenziali alla loro preparazione per lo scautismo.

Posto e confermato che i “Libri della Giungla” siano la base e la massi-ma forza in nostre mani, nessuna difficoltà che il capo Branco oltre a questilibri possa utilizzare anche altre storie che si prestino ad essere sfruttate. Stadi fatto però che mentre sul “Libro della Giungla” è stato possibile crearetutto un metodo, altri libri potranno semplicemente servire per dare lospunto ad un tema di caccia o di giuoco”.

Ciò che a noi interessa cogliere al riguardo, non è tanto stabilire se e inche misura alle idee di Catani venisse data in seguito piena esecuzione,quanto scoprire che certe attenzioni di oggi erano state già chiaramenteespresse allora. Il problema dunque non è tanto quello di porsi periodica-mente la domanda circa la maggiore o minore attualità dello strumentoGiungla bensì quello di compiere ogni sforzo per utilizzarlo come si con-viene e verificarne i risultati.

Non lo strumento in sé, ma la sua utilizzazione potrebbe risultare più omeno attuale, più o meno corretta e in definitiva diversamente rispondenteai bisogni dei bambini.

La Giungla sta dunque al lupettismo come una parte al tutto e pur nonavendo il compito di soddisfare tutti i bisogni e le esigenze del bambino,assolve, in relazione ad esso, talune importanti ed essenziali funzioni (chetra breve esamineremo.). La Giungla non esaurisce e non è tutto il lupetti-smo però ne costituisce un elemento vitale, essenziale e caratterizzante. Tragli strumenti del metodo, affidati al cuore e all’intelligenza del lupettista, èquello adatto, più di ogni altro, a realizzare in modo continuo ed armonicol’indispensabile intelaiatura di fondo del Branco e quell’ambiente ricco dirapporto e suggestioni così propizio e funzionale al bambino. Il lupetto e lalupetta vivendo bene la Giungla vivranno più facilmente in modo proficuola comunità sociale e cristiana del Branco.

La Giungla, strumento prezioso e delicato allo stesso tempo, non sop-porta manomissioni di alcun genere, sottrazioni o aggiunte, approssimazio-ni o utilizzazioni parziali, né tantomeno letture, interpretazioni o riduzionipersonalistiche.

Ma se è dannoso trascurare la Giungla sarebbe altresì un errore noncomprendere i limiti di questa atmosfera, di esagerarne la presenza nel

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Introduzione 25Branco, di imporla ove è superflua (Consiglio d’Akela o Consiglio degliAnziani), di diluirne male la programmazione e l’utilizzazione nel corso del-l’anno e di ritenere, infine, di potere coniugare con essa tutti gli altri stru-menti del metodo (progressione personale, coeducazione, catechesi...). Cisono spazi e ambiti diversi nei quali è bene che la Giungla non si sovrap-ponga mai onde evitare confusioni e semplificazioni eccessive nonché inde-bite ingerenze, come ad esempio nei numerosi aspetti pratici della pista chesono e debbono rimanere distinti, proprio in contrapposizione e come cor-rettivo dell’atmosfera fantastica della Giungla.

Da Kipling a B.-P., dalle esperienze francesi e belghe al primo lupettismodi F. Catani; da allora ad oggi un lungo e robusto filo rosso lega strettamentela Giungla al lupettismo. Lo scopo di questo manuale è illustrare ai giovanicapi come continuare ad avvolgere, stendere e custodire questo prezioso filorosso già tante volte sollevato, tirato e ben riposto da altri. E soprattuttocome usarlo a vantaggio dei lupetti e delle lupette che la Provvidenza hacondotto alle nostre tane.

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