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IO) Comunicazione di Artin Pascià in W ALLIS, op . cit., pago 94. II) E. BERTAUX, L'Art dans l' !talie mér idionale, pago 506, 603, 622. N on posso assicurare di che tipo tecnico siano; non le ho vedut e. conosco i " fram- menti di maiolica" che, secondo il TOES CA (Storia dell'arte italiana, Torino, 1927, pag o 853), si vedono nei pergami delle cat tedra li di Calvi e di Caserta vecchia. 12) C. E. D. FORTNUM, Archaeologia, voI. XLIII , pago 379, 383; Descriptive Cata logue 01 the Maiolica, .. in the S. K. Mu se um, London, 1873, pago XXXIII ; e Catalogue 01 maiolica in the A shmolean Museum, Oxford, 1896, pago 47. 13) Ho veduto un piccolo frammento di questo genere nel Mu seo pomposiano, raccolto in una delle sale della celebre Abbazia. 14) G. BALLARDINI, Ceramiche architettoniche di Roma e del Laz io in Faenza, anno XVI (1928) pag o 55 e seguenti; No te sui (I bacini" romanici ... ecc., in Faenza, anno XVII (1929), pago II 3 e seguenti ; Per l'antica origine dei (I ba- cini" in F aenza, anno XVIII (1930) pag o 99 e seguenti. 15) IDEM, Le ceramiche di Sant'Apollinare Nuovo in Felix Ravenna, fase. I e IV ; Ancora le ceramiche di San t' Apolli- nare Nu ovo, ibidem, suppl. II ; e The bacini 01 Sant ' Apol- linare Nu ovo in The Burlington Maga zine, aprile 1918. 16) S aranno oggetto di un breve prossimo studio. LA MOSTRA DI PITTURA CINESE ANTICA E MODERNA A MILANO P ER UNA significativa coincidenza, proprio nei giorni in cui a Roma si fondava l'Istituto per il Medio ed Estremo Oriente e si teneva il Congresso degli studenti asiatici, a Milano si inaugurava l'attuale Mostra di Pittura cinese. Si deve l'iniziativa ad un Comitato apposi- tamente costituitosi, la cui Presidenza fu assunta dal Senatore S. Borletti. È questa la prima Esposizione di Pittura cinese che si tenga in Italia; e per la varietà e per la ricchezza del materiale che accoglie, la sua importanza tra- scende i limiti locali. Circa trecento opere tra antiche e moderne sono collocate negli appar- tamenti delle feste al Palazzo Reale: le pitture antiche nella sala " delle otto colonne" appo- sitamente adattata con un sistema di tramezzi e di illuminazione artificiale; antiche e moderne insieme sono disposte nella sala "della Lan- terna" , mentre qu elle dell' epoca contempo- ranea hanno trovato collocamento nel fastoso salone "delle Cariatidi ", il più grande di Milano. L'idea di esporre a Milano una scelta di pit- ture cinesi nacque negli organizzatori quando, nel giugno scorso, si tenne a Parigi, al "J eu de Paume " una manifestazione consimile. Al gruppo delle pitture contemporanee provenienti direttamente dalla Cina, dove erano state scelte dal prof. Ju Péon dell' Università di Nanchiuo, gli organizzatori francesi avevano aggiunto note- voli esemplari del Louvre, del Museo Guimet e poche collezioni private. Poichè non era da pensare che codeste opere, quivi gelosamente custodite, si potessero ottenere in prestito per Milano, il Comitato volle raccogliere fra le collezioni italiane e straniere un complesso di pitture che potessero offrire tuttavia un ampio panorama degli stadi stilistici attraverso i quali FIG. I - HOTZIU (CINA), COLLEZ. BAI - EPOCA T'ANG, FIRMATO LIIS CHUEN: LA GIOIA DEI PESCATORI 4 00 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

LA MOSTRA DI PITTURA CINESE ANTICA E MODERNA A …...che la pittura cinese è quasi del tutto ignorata nei Musei pubblici d'Italia; nè d'una sola ope ra italiana può vantarsi la

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Page 1: LA MOSTRA DI PITTURA CINESE ANTICA E MODERNA A …...che la pittura cinese è quasi del tutto ignorata nei Musei pubblici d'Italia; nè d'una sola ope ra italiana può vantarsi la

IO) Comunicazione di Artin Pascià in W ALLIS, op. cit., pago 94.

II) E. BERTAUX, L'Art dans l' !talie méridionale, pago 506, 603, 622. N on posso assicurare di che tipo tecnico siano; non le ho vedute. Nè conosco i " fram­menti di maiolica" che, secondo il TOESCA (Storia dell'arte italiana, Torino, 1927, pago 853), si vedono nei pergami delle cattedrali di Calvi e di Caserta vecchia.

12) C . E. D . FORTNUM, Archaeologia, voI. XLIII, pago 379, 383; Descriptive Catalogue 01 the Maiolica , .. in the S. K. Museum, London, 1873, pago XXXIII; e Catalogue 01 maiolica in the A shmolean Museum, Oxford, 1896, pago 47.

13) H o veduto un piccolo frammento di questo genere nel Museo pomposiano, raccolto in una delle sale della celebre Abbazia.

14) G . BALLARDINI, Ceramiche architettoniche di Roma e del Laz io in Faenza, anno XVI (1928) pago 55 e seguenti; Note sui (I bacini" romanici ... ecc., in Faenza, anno XVII (1929), pago II 3 e seguenti ; Per l'antica origine dei (I ba­cini" in Faenza, anno XVIII (1930) pago 99 e seguenti.

15) IDEM, Le ceramiche di Sant'Apollinare Nuovo in Felix Ravenna, fase. I e IV; Ancora le ceramiche di Sant' Apolli­nare Nuovo, ibidem, suppl. II ; e The bacini 01 Sant' Apol­linare Nuovo in The Burlington Magazine, aprile 1918.

16) Saranno oggetto di un breve prossimo studio.

LA MOSTRA DI PITTURA CINESE ANTICA E MODERNA A MILANO

PER UNA significativa coincidenza, proprio nei giorni in cui a Roma si fondava l'Istituto

per il Medio ed Estremo Oriente e si teneva il Congresso degli studenti asiatici, a Milano si inaugurava l'attuale Mostra di Pittura cinese.

Si deve l'iniziativa ad un Comitato apposi­tamente costituitosi, la cui Presidenza fu assunta dal Senatore S. Borletti. È questa la prima Esposizione di Pittura cinese che si tenga in Italia; e per la varietà e per la ricchezza del materiale che accoglie, la sua importanza tra­scende i limiti locali. Circa trecento opere tra antiche e moderne sono collocate negli appar­tamenti delle feste al Palazzo Reale: le pitture antiche nella sala " delle otto colonne" appo­sitamente adattata con un sistema di tramezzi e di illuminazione artificiale; antiche e moderne insieme sono disposte nella sala "della Lan­terna" , mentre quelle dell ' epoca contempo-

ranea hanno trovato collocamento nel fastoso salone "delle Cariatidi", il più grande di Milano.

L'idea di esporre a Milano una scelta di pit­ture cinesi nacque negli organizzatori quando, nel giugno scorso, si tenne a Parigi, al "J eu de Paume " una manifestazione consimile. Al gruppo delle pitture contemporanee provenienti direttamente dalla Cina, dove erano state scelte dal prof. Ju Péon dell ' Università di Nanchiuo, gli organizzatori francesi avevano aggiunto note­voli esemplari del Louvre, del Museo Guimet e poche collezioni private. Poichè non era da pensare che codeste opere, quivi gelosamente custodite, si potessero ottenere in prestito per Milano, il Comitato volle raccogliere fra le collezioni italiane e straniere un complesso di pitture che potessero offrire tuttavia un ampio panorama degli stadi stilistici attraverso i quali

FIG. I - HOTZIU (CINA), COLLEZ. BAI - EPOCA T'ANG, FIRMATO LIIS CHUEN: LA GIOIA DEI PESCATORI

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FIG. 2 - HOTZIU (CINA), COLLEZ. BAI - EPOCA SONG, FIRMATO TSON TZE: RITRATTI

ebbe ad evolversi la grande Scuola pittorica de11a Cina.

Riconosciuto l'alto interesse culturale de11'ini­ziativa, S. A. R. il Principe di Piemonte accor­dava l'Alto Patronato alla Mostra e S. E. l'ono­revole prof. Francesco Ercole, Ministro della Educazione Nazionale, ne assumeva la Presi­denza onoraria.

Sui criteri generali della pittura cinese già mi sono espresso nell'introduzione al catalogo di questa Esposizione. I) Noterò ora, nei limiti di questa necessariamente fugace rassegna, sol­tanto alcune delle opere più significative.

I1 più antico esemplare qui esposto, dal tradizionale titolo La gioia dei pescatori (fig. r), appartenente alla collezione Bai di Hotziu, è anche una delle gemme de11' esposizione, sia per 1'epoca a cui risale, sia per la bellezza poe­tica che racchiude. Porta la firma Liis Chiien, pittore che visse nell'ultimo periodo della dina-

stia dei T'ang,2) ed è eseguito, come la quasl totalità delle pitture cinesi anteriori alla dina­stia dei Ming, su seta. Esso dà la visione d'un vasto lago tranqui110, racchiuso fra sponde rocciose con boschetti e casette disseminate fra prati ve11utati. Centinaia di barchette, con minuscole figurine intente a pescare, sono sparse intorno al lago dappertutto. L'intona­zione della squisita pittura è delicatissima, tutta verde- azzurro chiaro, con passaggi d'una levità e trasparenza di sogno. V'è soltanto, oggi, un lieve squilibrio di rapporto col fondo della seta lasciato privo di colore, poichè questo s'è oscurato su tono giallastro; ma ciò non può menomare il fascino di questo panorama, in cui si esprime la quintessenza del gusto paeSl­stico degli antichi pittori della Cina.

Nel gruppo di figure (fig. 2), della stessa collezione, si ha la misura, per un' epoca di poco posteriore alla precedente, della potenza

FIG. 3 - WOUSSI (CINA), COLLEZ. TSIN - DINASTIA MING, FIRMATO TCHIOU YIN: RIUNIONE INTELLETTUALE

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FIG. 4 - SAN REMO, COLLEZ . GENTILI - DINASTIA MING: L'ADDIO

ritrattlstlca di codesti artisti. Soprattutto, pur nella somma delicatezza del delineare quasi in miniatura, è notevole la facoltà del caratterizzare le fisoniomie individuali. Un terzo" specimen ii della pittura cinese in uno stadio più avanzato nel tempo è rappresentato dalla Riunione intel­lettuale (fig. 3) della Collezione Tsin di Wussi. Qui il paesaggio e le figure sono perfettamente fuse insieme. La scena ha un particolare sapore romantico: nel chiosco costrutto in alto tra le montagne, poeti, filosofi e letterati si adunano in un convegno che nasce dallo stesso spirito del convegno platonico. Montagne rocciose si delineano nello sfondo, sorgendo al disopra d'una cortina di nubi. È sommamente sinto­matica, in questa visione paesistica, una figura, appoggiata alla balaustra del terrazzo, la quale sta osservando tutta assorta nello stupore della visione, l'immenso paesaggio montuoso; poichè essa indica, appunto, lo stato d'animo del pit­tore di fronte alla natura stessa. L'opera porta la firma di Tchion- Yin, uno dei più grandi artisti cinesi, circa il 1500. Di poco posteriore

l'Addio (fig. 4) della Collezione Gentili di S. Remo, il cui soggetto risale ad un tipo ico­nografico già fissato secoli prima. Come ultimo esemplare delle varietà stilistiche della antica pittura cinese, menzioneremo quella ramaglia di fiori di Mé (fig. 5) (l'albero nazionale della Cina) appartenente all' epoca Yuan, firmata da U an Mié, che per la sua sorprendente modernità di concetto pittorico può considerarsi come una delle cose più attraenti di questa Esposizione.

Abbiamo citato per prime queste opere non soltanto perchè esse sono da annoverarsi tra le più importanti, ma anche perchè, con poche altre, esse sono le uniche in formato orizzontale: destinate cioè, in origine, non già ad essere appese ed esposte alle pareti, ma soltanto alla contemplazione occasionale di chi le srotola per ammirarle e poi riporle di bel nuovo nelle gelose custodie. (Sopravvivenza del "rotolo ii dell' Antichità).

Le altre pitture antiche, tutte di formato verticale, vanno dall'epoca dei Song sino all'Ot­tocento. Un discreto numero di esemplari si

FIG. 5 - HOTZIU (CINA), COLLEZ. BAI - EPOCA YUAN, FIRMATO UAN- MIÉ: FIORI DI MÉ (Fot. Mari)

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FIG. 7 - CAP FERRAT, COLLEZ. ZANON - STILE SONG

ATTRIB. A KO-SHI: CASCATE n'ACQUA (Fot. Mari)

poetico, che trasfigura liricamente gli aspetti della natura, il quale già s'è notato, in questa visione appare indirizzato verso una resa natu­ralistica alquanto più fedele. I rigagnoli delle acque che si insinuano nelle anfrattuosità delle rocce a picco, che balzano precipitose per rac­cogliersi in corsi più larghi ed . infine riunirsi gioiosamente nel torrente garrulo, ha formato un motivo dei più attraenti. Certa minuziosità tipica nella pittura cinese, nella rappresentazione delle conformazioni geologiche del paesaggio, richiama l'arte acutamente indagatrice di Leo­nardo. Ma si noti che codesto assillante senti­mento naturistico è frutto, nei pittori cinesi, di una lunga e pertinace tradizione che noi non

FIG. 8 - CAP FERRAT, COLLEZ. ZANON

STILE SONG: SCENA AUTUNNALE

riusciamo a risalire, per mancanza di documenti pittorici, più addietro dell' epoca dei T'ang; laddove è da ritenersi per certo che ben prima avesse i suoi inizi, dappoichè essa si presenta a noi così matura d'esperienze già in epoca tanto remota.

Durante la dinastia dei Song, e più avanti, la pittura di paesaggio continuò il suo sviluppo; ed altri esemplari in questa esposizione lo confer­mano: particolarmente alcuni fogli della menzio­nata Collezione Bai e quella scena autunnale (fig. 8) coi due contadini che escono dal bosco dopo aver raccolto le fascine, scena a tinte quasi unicamente grige, e qualche leggera macchia ro­sata or qua or là, che è una delle più suggestive e

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FIG. 9 - NEW YORK, COLLE2;. G. DEL DRAGO - EPOCA MING: SIGNORA IN ROSSO (PARTICOLARE)

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certamente risale ad un esemplare della dinastia Song, copiato più tardi.

Altrettanto vivo quanto il gusto per gli aspetti della natura, è nei pittori cinesi, sin dall' epoca Song, il senso per la vita degli animali. Nessun artista ha saputo rendere mai, pri­ma del pittore cinese, con tanta perspIcace acu­tezza i tipici at­teggiamenti, i movimenti più fulminei, ed in­somma anche l'ambiente degli animali. Nume-. . rOSI esempI an-

corativa, è ispirato all'arte dei Tang. Ma nel­l'esecuzione sommaria e nelle linee irrequiete si palesano certi caratteri che indicano l'ori­gine più recente. Si tratta, comunque, di

opere di note­vole effetto, che il Comitato è stato lieto di

che in questo ge­nere stanno qui a provarlo. Tra i più belli ricorde­rò i Due piccioni bianchi (fig. IO) firmato Suen Van Y uon della Collezione Loo, nonchè gli Ibis tra gli arbusti della Collezione Zanon. All'epo­ca dei Song ci riconduce anche

FIG. IO - PARIGI, COLLEZ. LOO

. aver potuto tro­vare a Milano stessa: apparten­gono infatti i quattro pezzi,in­siemeconaltriin­teressanti esem­plari, al Maestro Natale Gallini. Milano ha dato del resto diversi cospicui contri­butiaquestama­nifestazione arti­stica. Una doz­zina di opere, fra le quali ricorderò particolarmen te il Villaggio di pe­scatori dell' epo­ca Ming, e i deli­ziosi Fiori di loto con ibis, ha pre­stato il dotto Ve­riotis, un interes-sante specchio dipinto del Set­

EPOCA SONG (?), FIRMATO SUEN VAN YUON: I DUE PICCIONI

un affresco (fig. I I) con la figura di Boddhisattva, interessante non soltanto dal lato stilistico per la raffinatezza estrema del senso lineare e la delicatissima tonalità verde-azzurra, ma anche per la tecnica, poichè esso è eseguito sopra un intonaco di fanghiglia mescolata a tritume di paglia.

Forse alla fine della dinastia Song (fig. I2), o ad epoca di poco successÌva, appartengono quattro lunghi pannelli a tempera su carta, raffiguranti varie scene delle Virtù filiali se­condo Confucio. Lo stile di queste pitture, a colori VIvaCI e di fattura festosamente de-

tecento lo stesso Presidente della Mostra Sena-tore Borletti, un fine ritratto il gr. uff. Marinotti, un Budda dell'epoca Ming l'arch. Besana, cin­que belle pitture Lamberto Vitali.

A proposito del contributo italiano, esso è stato per altro, all'infuori delle citate collezioni Del Drago, Gentili e Missioni Estere di Parma, piuttosto scarso.

Nè di ciò è da meravigliarsi, quando si pensi che la pittura cinese è quasi del tutto ignorata nei Musei pubblici d'Italia; nè d'una sola ope­ra italiana può vantarsi la letteratura sull'arte della Cina.

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FIG. II - PARIGI, COLLEZ. LOO - EPOCA SONG : BUSTO DI BODDHISATTVA (AFFRESCO)

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FIG. 12 - MILANO, COLLEZ. GALLINI - EPOCA SONG (?) SCENA DELLE VIRTÙ FILIALI (Fot. Mari)

Numerose rappresentanze si riferiscono, nel­l'attuale Mostra, ai secoli posteriormente al Cinquecento, al quale appartengono per gran parte i già citati ritratti.

Di una preziosità eccezionale, tale da ram­mentare le più squisite lacche cinesi, è il gruppo delle due Damigelle a cavallo (fig. 13), della Raccolta Trampisch di Parigi. Certo barocchi­smo lineare a voluti ingorghi denota la sua origine risalente al secolo XVII-XVIII, nella quale epoca, anche in Cina, e in diversi campi, si fa sentire il nuovo gusto stilistico del Barocco.

In quest'epoca v'ha pure una fioritura della così detta pittura" digitale ,,, (detta dai cinesi Il ideo-pittura,,) non più a netti contorni lineari, ma per così dire a "macchie lineari", . che non delimi­tano nitidamente la forma, ma soltanto la suggeriscono; press'a poco come negli schizzi dei nostri se centisti, ma con la differenza che i nostri pittori barocchi indicavano la forma essenzialmente colle ombre.

Due opere, in questa Mostra, sono specialmente da notarsi di tal genere: la Madre col figlio (fig. 14) dipinta da Chao­Tsi- Pei, che fu ministro di Stato e morì nel 1734, della Collezione Del Drago; nonchè i Due Apostoli Buddisti che por­tano la firma Min Tsen, certo della stes­sa epoca, appartenente all'Istituto delle Missioni Estere di Parma. La forza espres­siva della prima figura che incede grave e pesante volgendo lo sguardo in alto, resa con sorprendente limitazione di mezzi, richiama alla memoria certi ful­minei schizzi del Rodin.

Del Settecento ricorderemo ancora i Due daini della Collezione Ou di Tse­kian, nei quali è afferrata magistralmente la scattante e trepida vitalità di code­sti animali. L'opera porta la firma di Nanpin, pittore cinese del Settecento, trasmigrato poi nel Giappone, dove fece larga scuola.

Il Settecento è anche il secolo in cui 1'influsso europeo, profondamente dete­

stato del resto dai migliori pittori del Celeste Impero, si fa sentire nell'arte della Cina. Fu un gesuita italiano, il Padre Castiglione, il quale ebbe in questo senso una parte molto importante. Egli fu accolto alla corte dell'im­peratore Cien-Lung divenendo il ritrattista fa­vorito della sua corte.

Nessuna opera del maestro stesso s'è potuta avere per l'Esposizione; e poche, d'altronde di sicure, se ne conservano nelle Collezioni euro­pee all'infuori di quelle del Museo Guimet. Ma una grande scena di Cavalli al pascolo, delle Collezioni Veriotis, ed un'altra pure con

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cavalli della Raccolta Zanon, derivano dagli esempi del Castiglione.

A due elementi della rappresentazione pittorica l'arte cinese si è mostrata co­stantemente ostile: alla prospettiva, cioè, nel senso inteso dalla pittura europea dopo il Rinascimento, meglio nota come "prospettiva scientifica,,; in secondo luo­go al chiaroscuro e in genere al gioco delle ombre. Fraintenderebbe del tutto il senso della pittura cinese chi credesse di considerare siffatta assenza quale una menda di codesta pittura.

La prospettiva è intesa non già da un punto di vista oggettivo, ma sogget­tivo, affinchè ogni cosa possa presentarsi al pittore nel suo aspetto più significa­tivo e suggerirgli nel modo più completo l'idea della cosa stessa. E come la pro- · spettiva ha funzione suggestiva unica­mente, così l'ha il chiaroscuro, in quelle minime appena accennate quantità in cui esso si manifesta. La pittura cinese rifugge per sua natura dall'accidentale: nulla v'è di più accidentale dell' ombra continua­mente mutevole.

Ma la pittura cinese rifugge anche dalla "plasticità" e un quadro non deve mai dare il senso tattile di una finzione del vero. Esso deve serbare vergini i suoi valori poetici ed evocativi in imagini che cercano di avvicinarsi al massimo possi­bile al tipico; commento ed evocazione figurativa alla poesia. Perciò il quadro cinese non ha limiti marcati, non ha cor-nice. Perciò la sua funzione non è, come nel quadro europeo, di decorazione architettonica ambientale.

La fedeltà con cui i pittori cinesi hanno con­servato la tradizione della loro arte dell' Ot­tocento, e sin'oggi per grandissima parte la conservano, si deve appunto al permanere di siffatti concetti. Nin Pe Nié, il massin:lO dei pittori dell' Ottocento, pur nel suo variare di stile attinge continuamente alle più antiche tradizioni.

I contemporanei, qui largamente rappresen­tati, se non possono dirsi privi d'ogni influsso

FIG. 13 - PARIGI, COLLEZ. TRAMPISCH - EPOCA TSING

DAMIGELLA A CAVALLO (Fot. Mari)

europeo, rimangono tuttavia fedeli alla tec­nica cinese (son quasi tutte le pitture ad acquarello, con largo uso d'inchiostro di Cina, su carta) ed alle più peculiari caratteristiche dell' arte antica, sebbene spesso vi manchi quell' elemento fiabesco e profondamente poe­tico che forma il massimo fascino degli anti­chi maestri. I più interessanti di codesti arti­sti sono lo Tzibesch (fig. 15) che possiede una indiavolata maestria nella resa degli ani­mali e nella rappresentazione della vita subac­quea, dipingendo quasi esclusivamente ad in­chiostro in sintesi ed abbreviature sbalorditive;

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FIG. 14 - NEW YORK, COLLEZ. G. DEL DRAGO - EPOCA TSING, ATTRIB. A CHAO-TSI- PEI: MADRE E FIGLIO

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FIG. 15 - TZIBESCH: IL BUFALO (Fot. Mari)

e lo stesso Ju Péon, che si presenta con alcune scene figurali tratte dai miti della sua terra

e con rappresentazioni di animali e paesaggi (fig. I6) molto gustosi. ANTONIO MORASSI

I) Catalogo della M ostra di Pittura Ci­nese, Milano, Tip. Bo­doniana, 1933.

2) È consuetudine indicare i periodi del­l'arte cinese secondo la dinastia degli impe­ratori. Le più recenti, alle quali si rife­riscono le opere espo­ste a questa mostra sono : T'ang, 618-g06;

le cosidette Cinque Di­nastie, 906- 690 ; Song, 960- 1280; l'an, 1280-

1368; Ming, 1368-1644;

Ts'ing, 1644- 1912.

3) Non ci si possono nascondere le grandi difficoltà che le pitture cinesi rappresentano nei riguardi della data­:done. Opere antichis­sime sono state ripetute

FIG. 16 - JU PÉON LA MONTAGNA DEI CINQUE VECCHI (Fot . Mari)

per secoli, mantenendo ferme le caratteristiche tradi zionali. È nota, d'altronde, la tendenza dei collezionisti di pit­tura cinese di attribuire le opere da essi posse­dute ad epoche molto remote. Questi nostri cenni non hanno per­tanto la pretesa di as­soluta precisione; e sarebbe pretesa assur­da, dappoichè si vedo­no spostate di secoli, tra gli stessi sinologi, le datazioni di un'o­pera, a seconda se vie­ne esposta a N ew­l'ork,Viennao Parigi ... E infine è bene dichia­rare che noi non ci arroghiamo il vanto di conoscere a fondo questo difficile campo.

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