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Provare il piacere, emozionarsi nella musica e con la musica

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La Musica come piacere

Le proprietà della musica - anagen.net Il piacere della musica "visto" dal cervello - Le Scienze lescienze.it Galileo - Giornale di Scienza | Musica, il piacere è nell’attesa - galileonet.it

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Le proprietà della musica

anagen.net SPECIAL_IMAGE-http://www.anagen.net/copy.jpg-REPLACE_ME Copyright Anagen.net Non c'è dubbio che la musica e le immagini (video/film) sono da tempo entrati a far parte della nostra vita quotidiana con tutta una serie di proprietà. Personalmente sono un amante di ogni genere, l'aspetto importante è l'emozione, di qualsiasi tipo che un pezzo musicale o un video può generare in noi. Una canzone, un motivo può cambiare un attimo, una situazione, una giornata. Così come quando dopo un film ci si renderà conto di vedere il mondo in altra maniera. I miglior film possono dare infinite emozioni. E' anche indubbio che sia una forma d'arte ed anche tra le più belle. E può arrivare ad essere una fonte di piacere per l'anima di cui non si può fare a meno neanche per un giorno. Nel sentire sulla pelle quello che il poeta ha voluto trasmetterci con quella tal poesia?Secondo una ricerca presentata al meeting di New Orleans dell'American Society of Hypertension, basta mezz'ora di musica al giorno per abbassare di 3 punti la pressione sistolica e di 4 quella diastolica : non ci sono generi consigliati, basta ascoltare la musica che si ama, spiegano gli autori. Classica o Jazz, blues o rock. Non conta il genere, l'importante è che sia la musica che piace. Uno studio dell'Istituto di cardiologia dell'Università di Nis (Serbia) ha mostrato che l'ascolto del brano preferito innesca da parte del cervello la produzione di endorfine, i cosiddetti neurotrasmettitori della felicità, in grado non solo di regalare una sensazione di benessere psichico ma anche di rafforzare l'endotelio, il tessuto che riveste i vasi sanguigni, linfatici e del cuore. Ecco perché la musica preferita, nel momento che dà piacere, andrebbe a proteggere il

sistema cardiovascolare. E' stata condotta un'indagine all'ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza su 40 pazienti con ipertensione lieve o moderata; a loro è stata fatta ascoltare per otto minuti l'Adagio di Mozart dal Divertimento n.7K 205 : al termine del brano nei volontari la pressione sistolica, ossia la massima, era scesa in media di 6,5mm Hg e quella diastolica (minima) di 3,5 mm Hg con un calo anche delle pulsazioni cardiache (-4,6 al minuto in media).La buona musica andrebbe ascoltata con un vero impianto di alta fedeltà sia in casa sia un auto, quindi il mio consiglio è quello di indirizzarsi verso componenti "audiophile".Non lesinate nell'allestire un impianto sul quale ascoltare la musica. Vi è realmente una differenza enorme tra lo stesso disco ascoltato su un impianto di pochi soldi e un impianto decente (non si parla di spendere una fortuna comunque). E la differenza enorme è nelle emozioni diverse che porta l'ascolto di un disco su un impianto economico e un impianto vero. I "compattoni" che vediamo spesso negli ipermercati sono quanto di meglio si possa fare per NON godere MAI delle vere emozioni che procura la musica : sono fatti per distorcere il suono enfatizzando spesso i toni bassi o gli acuti e stravolgendo completamente il messaggio dei dati contenuti nel supporto musicale. Il risultato è suono "piatto", privo di corretta dinamica e timbrica, molto affaticante, alla fine è soltanto un danno.E' assolutamente necessario se si vuole ascoltare la musica correttamente e godere delle potenziali emozioni :per l'ascolto in casa B&W, Nad, Denon, Sonus Faber, Marantz, Naim, Yamaha, Teac; per il video Sharp, Philips, Harman Kardon, Denon, GB&L, Chario, Panasonic, Sony, etc. L'alta fedeltà (Hi-Fi) ha come fine la riproduzione fedele della musica. Le emozioni che può dare un vero impianto di HI-FI sia nell'audio sia nel video possono essere forti e sorprendenti, tanto da poterli inserire nella lista dei piaceri della vita più interessanti. Lo sforzo per realizzare un vero impianto HI-FI può essere ampiamente ripagato quando ci si siederà ad una poltrona o si inizierà a muoversi in una stanza colti da una forza irrefrenabile. La musica, la melodia che si impossessa di noi e ci costringe a muoverci come mai ci saremmo aspettati, bisognosi di tradurre in movimenti e ondate muscolari tutte le nostre sensazioni. E più l'animo è sensibile e più facilmente si lascia travolgere dalla musica. La musica riprodotta bene può creare uno stato di benessere molto piacevole, un piacere fisico oltre che mentale. Sembra avere davanti a sé l'orchestra, l'artista sembra entrare dentro si noi e può farsi avanti istintivamente e irrefrenabilmente la voglia di danzare e cantare! Da non dimenticare che esiste anche la musicoterapia!Un filone molto interessante della musica è il cantautorato, la canzone d'autore. Quando la musica e la parola sotto forma di poesia si incontrano per generare una delle forme d'arte più belle e profonde. Un cantautore può definirsi come un artista che scrive di una canzone parole e musica (o comunque in stretto connubio con un paroliere od un musicista) ed esprime così la sua arte. Un cantautore secondo me è colui che scrive canzoni prima per sé stesso come bisogno interiore per comunicare. I formati MP3 (per la musica) e quello MP4 (audio/video) hanno fatto la loro comparsa già da qualche tempo. Può essere certamente molto comodo per trasportare in poco spazio centinaia di pezzi musicali e di video della propria collezione originale. E' comodo portare con se un lettore MP3/MP4 mentre si fa attività fisica, mentre si viaggia, per lavoro, etc.E' tuttavia da ricordare che la qualità della musica nel formato MP3 è assolutamente inferiore ai cd ad esempio.

Infatti il formato MP3 è un formato compresso, ovvero la musica viene compressa (non è più il brano di partenza) per occupare meno spazio sul supporto di memorizzazione!Tra gli artisti in ambito musicale che personalmente preferisco : Bob Dylan, Bruce Springsteen, The Beatles, Van Morrison, Mozart, Chopin, Bach, Beethoven, Frank Zappa, Händel,Fabrizio De André, Francesco De Gregori, Francesco Guccini, Giorgio Gaber, King Crimson, Miles Davis, Leonard Cohen, Lou Reed, Neil Young, Paolo Conte, Pierangelo Bertoli, Pink Floyd, Rino Gaetano, Robert Wyatt, Soft Machine, Syd Barrett, Tangerine Dream, Television, Joy Division, The Doors, The Police, Cat Stevens, Nick Drake, The Rolling Stones, The Velvet Underground, Vasco Rossi, Creedence Clearwater Revival, David Bowie, Franco Battiato, Tim Buckley, Love, The Who.Sembra che nell'uomo la capacità di comprendere la musica sia innata, a differenza degli animali che invece sono molto spesso del tutto indifferenti a melodie ed armonie, intendendole come semplici rumori. Nell'uomo il senso della musica esiste già in età prenatale : è stato dimostrato che il feto reagisce positivamente alle melodie e in modo negativo alle frasi musicali che contengono vere e proprie stecche. Una spiccata sensibilità alle note inoltre, ci avrebbe donato la capacità di parlare e comunicare. Secondo l'Università del Maryland (Usa) quando si ascolta una canzone che non piace i vasi sanguigni si restringono del 6% in mezz'ora, se invece piace si allargano del 32%. Perché? Perché l'organismo produce più ossido nitrico una sostanza che dilata arterie e capillari, proteggendoli dagli infarti (un meccanismo simile alle pillole del sesso).Secondo lo psicologo Glenn Schnellenberg  dell'Università di Toronto, la musica potenzia le capacità intellettive aiutando a ottenere migliori risultati in qualsiasi compito. L'importante è che il brano ci piaccia : uno stimolo gradevole aumenta il benessere e rilassa. Mozart ad esempio può essere in grado di sopraffare il dolore, allontanandolo e disperdendolo, come se le sue note aleggiassero sopra la sofferenza fino a portarla via. Imparare a suonare uno strumento tra i 6 e gli 8 anni di vita migliora le connessioni cerebrali e rende più abili in compiti che richiedono destrezza nei movimenti, ciò è evinto da una ricerca canadese pubblicata sul Journal of Neuroscience.Vi è mai capitato di ascoltare un brano e .... essere catapultati indietro nel tempo, in atmosfere passate, in epoche passate, fare un salto nel tempo tramite la musica, le sensazioni musicali?Si può essere rapiti dalla sconvolgente bellezza di un brano e ritrovarsi a piangere all'improvviso, senza sapere se siano lacrime di felicità o tristezza, sperimentando il sublime o provando una profonda sensazione di calma interiore.La musica può dare moltissimo, non privatene, non rinunciate al bellissimo viaggio alla scoperta dei migliori artisti nell'ambito musicale.Il neurologo britannico Jack Lewis ha anche stilato una lista di 11 canzoni dall'effettoantidepressivo, lo studioso afferma che queste canzoni stimolano il sistema limbico e l'area della ricompensa, zone cruciali per le emozioni piacevoli  : Prince - Sexy Dancer BB King - Let The Good Times Roll The Beach Boys - Surfing USA Bob Marley - Three Little Birds Muddy Waters - Got My Mojo Working Boney M – Sunny

The Darkness - I Believe In a Thing called Love Scissor Sisters - Take Your Mama Outkast - Hey Ya M People - Moving on Up Tchaikovsky- 1812 OvertureLa vita di chi ascolta un capolavoro artistico come i migliori dischi della storia può cambiare per sempre.Chi tira le reti...chi vive in Calabria...chi reagisce d'istinto...chi fa il contadino...chi scrive poesie...chi ha torto o ragione...chi odia i terroni...chi vive d'amore...chi vive da solo...chi spazza i cortili...ma il cielo è sempre più blu....Rino Gaetano anagen.net

Il piacere della musica "visto" dal cervello - Le Scienze

lescienze.it Due nuovi studi indagano sugli aspetti cerebrali del piacere che si prova ascoltando musica. Il primo rivela che un brano musicale suscita piacere anche quando lo si ascolta per la prima volta  grazie all'attivazione di alcune aree legate ai meccanismi di aspettativa e ricompensa. Il secondo studio dimostra invece che al di là delle differenze individuali, l'ascolto della musica classica evoca in tutti lo stesso schema di attivazione delle strutture cerebrali (red) La musica è presente in tutte le culture fin dalla preistoria, ma ancora non è chiaro quale sia l’origine della gratificazione che proviamo ascoltandola. Due studi appena pubblicati contribuiscono ora a far luce sui meccanismi cerebrali coinvolti nel piacere della musica. Come si legge su "Science", Valorie N. Salimpoor e colleghi del Montreal Neurological Institute della McGill University hanno analizzato i processi neurali di volontari che ascoltavano per la prima volta alcuni brani musicali. Per dare modo agli sperimentatori di valutare il grado di piacere evocato dalla musica, i soggetti partecipavano a una sorta di asta in cui potevano fare un’offerta per riascoltare un determinato brano.

“Visualizzando l'attività di una particolare area cerebrale, il nucleus accumbens, coinvolto nei meccanismi di ricompensa, è stato possibile prevedere in modo affidabile se i soggetti avrebbero offerto del denaro per riascoltare un certo brano”, spiega Salimpoor. SPECIAL_IMAGE-http://www.lescienze.it/images/2013/04/15/162202956-982f4d8d-1cbe-4bf4-ae91-199033f4610a.jpg-REPLACE_ME Il piacere della musica "visto" dal cervello© Oliver Eltinger/Corbis Il coinvolgimento del nucleus accumbens

conferma recenti indicazioni de fatto che l'effetto emotivo della musica attiverebbe meccanismi di aspettativa e di anticipazione di uno stimolo desiderabile, mediati dal neurotrasmettitore dopamina: quando si tratta di un brano già familiare, il meccanismo dell’aspettativa sarebbe evocato dall'anticipazione mentale dei passaggi più godibili. Nella ricerca di Salimpoor colleghi, tuttavia, la musica non era conosciuta, ma la risonanza magnetica funzionale ha mostrato che le aree attivate e la mediazione dopaminergica erano le stesse dei brani già noti. La causa, secondo i ricercatori, è una “conoscenza implicita” della musica, ottenuta nel corso degli anni interiorizzando la struttura della musica caratteristica di una certa cultura. 

L’attività del nucleus

accumbens, inoltre, non è isolata, ma coinvolge anche la corteccia uditiva, che conserva le informazioni sui suoni e sulla musica: nel corso dei test, quanto più il pezzo era gratificante, tanto più intensa era la comunicazione incrociata tra le diverse regioni cerebrali. Questo risultato supporta l'idea secondo cui la capacità di apprezzare la musica faccia riferimento non solo agli aspetti emotivi, ma anche a valutazioni di carattere cognitivo.Sempre in tema di reazioni cerebrali alla musica, Vinod Menon e colleghi della Stanford University School of Medicine, autori di un articolo pubblicato sullo “European Journal of Neuroscience”, hanno dimostrato che l'ascolto della musica classica evoca un unico schema di attivazione delle aree del cervello a dispetto delle differenze tra le persone. SPECIAL_IMAGE-http://www.lescienze.it/images/2013/04/15/162003890-601abd19-bd84-4251-b39b-0c1b7003865b.jpg-REPLACE_ME Il piacere della musica "visto" dal cervello© Hybrid Images/cultura/CorbisIl team ha registrato l'attivazione di diverse aree cerebrali di volontari che ascoltavano brani di William Boyce, un compositore inglese del XVIII secolo, oppure brani di “pseudo-musica”, cioè successioni di stimoli uditivi ottenuti alterando i brani di Boyce con appositi algoritmi al computer. E' stata così identificata una rete distribuita di strutture cerebrali i cui livelli di attività seguivano un andamento simile in tutti i soggetti durante l'ascolto dei brani musicali, ma non durante quello della pseudo-musica.

“Con il nostro studio abbiamo dimostrato per la prima volta che, nonostante le differenze individuali, la musica classica evoca in soggetti diversi un unico schema molto coerente di attività in varie strutture della corteccia fronto-parietale, comprese quelle coinvolte nella pianificazione del movimento, della memoria e dell’attenzione”, spiega Menon. Queste regioni, in particolare, partecipavano ognuna con un proprio tasso di attivazione all’elaborazione di quanto veniva udito, contribuendo a dare un senso, con il proprio specifico contributo, alla struttura complessiva dei brani musicali.

Particolarmente curiosa appare l’attivazione preferenziale dei centri di pianificazione motoria in risposta alla musica ma non alla pseudo-musica: secondo gli autori, si tratta di un “correlato neurale” della tendenza spontanea ad accompagnare l’ascolto della musica con movimenti del corpo, come nella danza, o semplicemente battendo le mani. lescienze.it

Galileo - Giornale di Scienza | Musica, il piacere è nell’attesa

galileonet.it Musica, il piacere è nell’attesa

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SPECIAL_IMAGE-http://www.galileonet.it/turbo/thumbs/4f3b97ef72b7ab5ca1000010/detail-musica.jpg-REPLACE_ME Detail-musica Immaginate di entrare in casa, c’è silenzio. Finalmente potete ascoltare la vostra musica preferita. Inserite il CD nel lettore, e il brano comincia a suonare. Vi sentite finalmente appagati. Ma il vero piacere è nell’attesa: aspettare l’arrivo di un passaggio melodico particolare genera una sensazione altrettanto gratificante. Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Istituto Neurologico di Montréal (Canada) coordinati da Valorie N. Salimpoor, che hanno pubblicato i loro risultati su Nature Neuroscience. Utilizzando tecniche di imaging come la Risonanza magnetica funzionale e la Tomografia a emissione di positroni (PET), i ricercatori hanno analizzato cosa avviene nel cervello di un campione di persone durante l’ascolto della loro musica strumentale preferita.

I ricercatori sono partiti dall’assunto per cui la musica innesca il rilascio di dopamina in una zona del cervello chiamata nel corpo striato, una regione del cervello composta dal nucleo lenticolare e da quello caudato: quest’ultimo governa l’apprendimento stimolo-risposta ed è molto attivo nei momenti di “attesa”. La dopamina è un neurotrasmettitore che ha un ruolo importante nella motivazione e nella ricompensa, tanto che la sua produzione aumenta con l’assunzione di cibo o droghe, l’attività sessuale, e con l’ascolto di musica.

Il lavoro dei ricercatori si è però concentrato sui 15 secondi che precedono l’apice dell’ascolto. I neuroscienziati hanno infatti notato che in questo lasso di tempo si verifica un incremento della dopamina nel nucleo caudato, che tuttavia compie un percorso diverso da quella rilasciata durante l’apice, provocando, quindi, un diverso tipo di piacere. E’ proprio l’attesa, dunque, a fungere da prima ricompensa, come una sorta di equivalente culturale dell’esperimento di Pavlov: studiando il comportamento dei cani, lo scienziato russo aveva notato che gli animali cominciavano a salivare alla visione del cibo. Associando per alcune volte uno stimolo acustico alla presentazione del cibo, e poi presentando solo lo stimolo acustico senza il cibo, i cani cominciavano a salivare come se fossero in presenza del cibo stesso. Dunque, nell’attesa dell’arrivo del cibo. In modo analogo funzionerebbe il cervello umano nell’attesa del passaggio musicale preferito.

Questi risultati, sostengono gli scienziati, possono aiutare a capire perché la musica ricopra un valore così importante all’interno delle diverse culture, e sono utili per comprendere meglio il funzionamento del cervello nell’ascolto della musica.

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