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Costante crescita della popolazione straniera residente in Italia
in milioni di soggetti fino al 31 dicembre 2015
Questi numeri si riferiscono a soggetti legalmente presenti e
stabilizzati sul territorio italiano
Percentuale della popolazione residente suddivisa per provenienza
al 1 gennaio 2015
Tra le altre provenienze abbiamo soprattutto: Africa, Medio
Oriente e Asia
Percentuale dei nati vivi da genitori entrambi stranieri sul totale dei nati vivi
(dal 1995 al 2014)
Se consideriamo i nati da genitori di cui uno solo straniero la
percentuale sale al 20%
Ciò significa che in Italia, negli ultimi anni, da 80.000 a 100.000
bambini all’anno nascono con almeno un genitore straniero
HbS, HbE, Hb O Arab, D Punjab
Beta Tal.: IVSI-1, cd 8-9, IVSI-5, del-619bp, -28, cd17,cd19, IVSII-654 Alfa Tal.:-4.2, --SEA, --FIL , ...
Hb S, G Philadelphia, ...Alfa e Beta Tal. ... Hb S, C, D Ouled Rabah, O
Arab, Stanleyville, D Iran, J Habana, ...
Beta Tal.: cd 6, IVSI-1, -92...
Alfa Tal.: - 3.7, …
Hb S, C, D Punjab, ...
Beta Tal.: cd 39, IVSI-110, -101...
Alfa Tal.: - 3.7,…
Una realtà in movimento
Forni GL, Ivaldi G. Inquadramento diagnostico delle emoglobinopatie alla
luce dei nuovi flussi migratori. Haematologica 2005; suppl.4 90:52-3.
Frequenze relative delle principali varianti emoglobiniche
riscontrate durante un sondaggio SITE condotto tra
alcuni laboratori di riferimento
Costante incremento nel mondo del numero di nati con
difetti clinicamente significativi dell’emoglobina
Dal censimento SITE del 2010 dei Centri Clinici che
hanno in carico i malati:
Malati in terapia per una condizione
Beta Talassemica: circa 7000
Malati in terapia per una condizione
assimilabile alla SCD: oltre 6000
Oggi, 2016, le sindromi falcemiche risultano superiori
a quelle talassemiche.
Anche il numero di nati con SCD risultano anche in
Italia di gran lunga superiori ai nati con Talassemia
Major.
Il calcolo non e’ semplice in quanto non esiste solo il dato
relativo all’HbS omozigote, vi sono altri difetti che si possono
presentare con fenotipi clinici rilevanti allo stato omozigote o in
composti (HbE, HbC, HbD o la Beta Tal.).
Richiamando l’equazione di Hardy-Weinberg, relativa alla
trasmissione dei difetti che si trasmettono con un meccanismo
autosomico recessivo e partendo dai numeri riportati nelle
tabelle precedenti si arriva a calcolare che in un anno, in
assenza di prevenzione, in Italia potremmo avere non meno
di 50 nati affetti con SCD o altre emoglobinopatie, senza
considerare le Talassemie.
Quale previsione si può fare sul numero di neonati affetti?
Una adeguata prevenzione può non trovare piena attuazione per
motivi culturali, religiosi ed economici ma anche per una
insufficiente adesione a lineeguida o raccomandazioni sia pur
esistenti.
La crescente presenza di soggetti potenzialmente portatori di
difetti dell’emoglobina richiede la presenza di un’offerta
diagnostica mirata e diversificata che può essere proposta in
momenti diversi:
alla nascita
in epoca preconcezionale
in gravidanza
eventualmente nel periodo fetale
Neonato a 39 settimane
° Thalassemia (cod 39)Feto a 21 settimane
° Thalassemia (cod 39)
Talassemia eterozigote
Neonato a 38 settimane
+ Thalassemia (IVSI-110)
Difetti dei geni globinici allo stato eterozigote
e parametri relativi riscontrabili in età adulta
Corretta prevenzione in epoca preconcezionale
www.site-italia.org/
Test di Sickling positivo
Hb S: 25.3%
Hb S eterozigote + Alfa Talassemia (-3.7Kb)
Corretta prevenzione in epoca preconcezionale
Hb S/Hb S
Hb S/ß° Tal.
α / δ+γ + βS 1
La condizione omozigote dell’HbS fa produrre una quantità
assoluta di catene «beta S» superiore rispetto a quella prodotta
nella condizione di Talassodrepanocitosi
α / δ+γ + βS < 1
S
S
S
Tal
Armonizzazione dei percorsi diagnostici e qualita’ del risultato
Appropriatezza prescrittiva
Informativa su significato e limiti degli esami
VEQ dedicate all’intero percorso diagnostico con
riferimento ai difetti emergenti
Utilizzo nella comunicazione dei risultati di nomenclature
unificate
Adeguata comunicazione dei risultati con particolare
attenzione a quelli critici
Concludendo:
i futuri scenari della diagnostica e della prevenzione
dovranno sempre più aderire a raccomandazioni e
lineeguida specifiche;
l’utilizzo di nuove tecnologie non potrà prescindere da
un crescente ruolo del professionista di laboratorio nella
scelta appropriata dei percorsi diagnostici, nella
interpretazione e comunicazione delle conclusioni;
i livelli di approfondimento diagnostico dovranno essere
sempre più il risultato della fattiva collaborazione tra
clinica e laboratorio mediante un processo continuo che
armonizzi i ruoli e le competenze.