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    LA PERCEZIONE DI S,

    GLI EFFETTI NEUROFISIOLOGICI

    DELLA PRATI CA MEDITATIVAE ALCUN E CONSEGUENZE DI QUESTI

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    Questo piccolo studio dedicato a Shri Mataji, Colei da cui

    sgorga tutta la conoscenza: tutto ci che di vero o interessante visi pu incontrare viene da Lei solo, mentre ogni errore o impre-cisione dato dai limiti dellautore.

    Vorrei ringraziare tutti i ricercatori che lungo il cammino mihanno offerto preziosi spunti di riflessione; sempre pi sonoconvinto che ognuno debba percorrere da s la via: solo cos po-tr scoprirne il senso; altres vero che lo specchio che gli altriricercatori ci offrono insostituibile e solo la loro compagnia

    rende il percorso gioioso e percorribile.

    Jay Shri Mataji

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    INDICE

    LA PERCEZIONE DI S, GLI EFFETTI NEUROFISIOLOGICI DELLA

    PRATICA MEDITATIVA E ALCUNE CONSEGUENZE DI QUESTI .............4

    1. Le percezioni del corpo..................................................................................4

    2. La nascita del senso del s e dei sentimenti: importanza della percezione del

    corpo e delle mappe corporali ............................................................................6

    3. Introduzione alla meditazione........................................................................9

    4. Effetti fisiologici e neurofisiologici della meditazione .................................... 13

    5. Valore scientifico dellesperienza meditativa e introduzione al sistema Samkhya

    Yoga............................................................................................................18

    6. Cosa avviene nella meditazione. ...................................................................22

    6.1. La percezione vibratoria. ....................................................................... 25

    6.2. La meditazione e la dopamina................................................................30

    6.3. La consapevolezza senza pensieri...........................................................32

    ALLEGATI ....................................................................................................... 35

    A - Descrizione della Kundalini nei testi classici indiani..................................... 36

    B Alcune considerazioni sul pensiero e sul suo uso ........................................46

    C - Le scoperte scientifiche e la consapevolezza senza pensiero.........................54

    D Limportanza della dopamina.................................................................... 56

    D.1. I processi decisionali: perch facciamo ci che facciamo?...................... 56

    D.2. La dopamina e la scelta degli scopi........................................................ 59

    D.3. I desideri e la felicit (impossibile).........................................................65

    D.4. La dopamina e la sua influenza sul processo conoscitivo........................71

    E Considerazioni generali sullo sviluppo delle capacit cognitive e del senso del

    s ...................................................................................................................75

    E.1. Lo sviluppo delle capacit cognitive...................................................... 75

    E.2. Il senso del s....................................................................................... 78

    BIBLIOGRAFIA ...............................................................................................82

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    LA PERCEZIONE DI S, GLI EFFETTI NEUROFISIOLOGICIDELLA PRATICA MEDITATIVA E ALCUNE CONSEGUENZE

    DI QUESTI

    Noi animali siamo le macchine pi complicate e piperfettamente disegnate delluniverso noto. Se la mettia-mo cos, difficile capire perch qualcuno studi qual-cosaltro.1

    Richard Dawkins

    1. Le percezioni del corpo

    In condizioni normali lessere umano elabora, nel sistema nervosocentrale, continue mappe corporali che gli forniscono indicazioni pre-

    cise sullo stato del proprio corpo, sia la condizione interna che la suacollocazione nello spazio esterno: lo stato della propria omeostasi, lasensazione di caldo o di freddo, la percezione dello stato del suomilieu interno, la frequenza cardiaca, la concentrazione delle varie so-stanze nel sangue, ecc. Queste sono in gran parte percezioni inconsa-pevoli che continuamente il cervello registra per regolare le varie fun-zioni del corpo: una diminuzione della concentrazione di ossigeno nel

    1. Richard Dawkins, I l gene egoista, Mondadori, Milano 1992.

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    sangue comporta tutta una serie di risposte, fra le quali un aumento

    del battito cardiaco; un leggero calo della giusta quantit di glucosionel sangue viene subito registrato dallipotalamo favorendo la libera-zione di ormoni che scatenano lappetito; lipotalamo in grado di re-agire anche alle minime variazioni di temperatura del sangue, attivan-do tutti i processi quali, la sudorazione, se fosse troppo caldo, olaumento di contrazioni muscolari per generare calore, nel caso fossetroppo freddo; nel caso vi fossero delle invasioni di batteri, alloralipotalamo in grado di reagire aumentando spontaneamente la tem-peratura corporea, generando la cosiddetta febbre in grado di sconfig-

    gerli: i batteri sono molto sensibili allaumento di temperatura e questa spesso sufficiente a debellarli; una volta battuti i batteri, lipotalamorifavorisce la sudorazione per ribassare la temperatura: spessolabbondante sudorazione dopo la febbre un segnale dellimminenteguarigione.

    Altre percezioni, chiamate sensazioni propriocettive, cio ricevuteda dentro, vengono portate alla coscienza, quali la posizione del pro-prio corpo nello spazio, attraverso continui segnali che dalle diverseregioni, dai muscoli, dai tendini, dalle varie giunture arrivano alle areesomatosensitive: senza dover osservare, noi siamo consapevoli dellaposizione del nostro ginocchio, di dove e come si situa il piede o lamano; tutto questo viene poi elaborato, ad esempio per permettere lapostura eretta in un giusto equilibrio: senza un continuo, incessantelavorio muscolare, leggere contrazioni e decontrazioni comandate au-tomaticamente, non sarebbe possibile mantenersi stabili in piedi.

    A queste si aggiungono poi le percezioni chiamate esterocettive, chegiungono dallesterno, attraverso i cinque sensi; questi trasmettonosegnali altamente complessi e che necessitano di grande elaborazione:basti pensare al senso della vista, che fra tutti occupa la maggiore areacerebrale, nella parte occipitale, data la sua assoluta importanza; oppu-re prendiamo ad esempio il senso del tatto: la pelle umana possiedecirca duecentomila terminali nervosi per la temperatura, mezzo milio-ne per il tatto o la pressione e tre milioni per il dolore; ognuno di que-sti specializzato nel suo compito e trasmette ad una regione specifi-

    ca del cervello solamente il segnale dedicato.

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    2. La nascita del senso del s e dei sentimenti: importanza della per-cezione del corpo e delle mappe corporali

    Tutte queste percezioni vengono registrate in aree celebrali predi-sposte alla formazione delle mappe corporali. Fin dalla nascita il bam-

    bino comincia lentamente a prendere coscienza di queste sensazioni edella percezione del proprio corpo, anche in relazione allo spazio chelo circonda. I bambini nei primi mesi di vita hanno la messa a fuocovisiva fissa a circa 20 centimetri e questo permette loro di vedere ilvolto della madre durante lallattamento e le proprie mani; la continuaosservazione di queste aiuta a creare il senso dello spazio, mentre laregistrazione delle sensazioni interne, dei propri ritmi, dei propri sti-moli, unita alla memoria, favorisce la nascita della percezione del

    tempo.Recenti indagini nel campo delle neuroscienze stanno indagando

    fenomeni quali le emozioni e i sentimenti, fino ad ora avvolti nel mi-stero e di difficile comprensione. Ci riferiamo qui in particolare alle ri-cerche di Damasio2 e della sua equipe; ci che riteniamo pi interes-sante lanalisi che questo neuroscienziato ha posto sullo sviluppo delsentimento e sulla sua percezione. Damasio, osservando anche inte-ressanti analogie con il pensiero di Spinoza, sottolinea come i senti-

    menti nascano dalla percezione del corpo: il sentimento lidea che ilcorpo sia in un certo modo e i contenuti del sentimento consistononella rappresentazione di un particolare stato del corpo 3 e i senti-menti sono percezioni, e io propongo che la loro percezione trovi ilnecessario supporto nelle mappe cerebrali del corpo. Una variazionedel piacere o del dolore un contenuto costante di quella percezione

    2. Damasio Antonio, A ll a ricerca di Spinoza, E mozioni, senti menti e cervell o, Adelphi,Milano 2003.3. Ibid., pag. 108.

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    che chiamiamo sentimento 4. Diversi esperimenti citati da Damasio,

    che utilizzano anche le nuove tecnologie offerte dalla scienza, quali latomografia a emissione di positroni (PET) in grado di misurarelattivit delle singole aree cerebrali, provano come la percezione deisentimenti sia anticipata da attivazioni maggiori nelle regioni somato-sensitive5; in particolare, come anche Spinoza aveva anticipato, i sen-timenti di piacere e di dolore sembrano essere alla base degli altri sen-timenti: La gioia, il dolore e gli altri sentimenti sono, in larga misura,idee del corpo mentre esso si orienta verso stati di sopravvivenza ot-timale. La gioia e il dolore sono rivelazioni mentali dello stato in cui

    versano i processi vitali .6

    Come visto queste mappe corporali possono essere consapevoli onella maggior parte dei casi inconsapevoli ed il corpo ha gi elaboratotutta una serie di meccanismi automatici che non richiedono la co-scienza e la volont umana (per nostra fortuna) per fornire risposteadeguate. I sentimenti, che per definizione sono consapevoli, hannoinvece il compito di elaborare risposte per tutte le situazioni che ri-chiedono una complessit maggiore, ad esempio quelle che concer-nono i comportamenti sociali. Ricordiamo a proposito che i senti-menti per Damasio corrispondono alle emozioni una volta che questevengono portate allattenzione cosciente: una volta che ci avviene lamente cosciente li elabora in moltissimi modi e varianti. Da qui derivala complessit dei sentimenti, capaci di far fronte alla complessit del-la vita sociale e di renderla ricca, degna di essere vissuta; anche Spino-za, aveva dedicato una grande attenzione nella terza parte dellE ticanel descrivere in dettaglio ogni singolo sentimento e ancora illuminan-

    te, a distanza di tre secoli e mezzo, osservare la sua profonda capaci-t introspettiva: si rimanda a questa per uno studio pi approfondito.

    4. Ibid., pag. 109.5. Diverse, e localizzante in differenti punti nellarea celebrale, sono le regionisomatosensitive (soma una parola greca che significa corpo); fra queste vi sonolipotalamo, la corteccia del cingolo, le aree S2 e S1l; la pi significativa ai fini del-la percezione dei sentimenti sembra essere la corteccia insulare.6. Ibid., pag. 170.

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    Damasio allora precisa la sua definizione di sentimento: La perce-

    zione di un certo stato del corpo, unita alla percezione di una partico-lare modalit di pensiero nonch di pensieri con particolari contenu-ti . I sentimenti sono quindi le emozioni esplicitate alla coscienza, latrascrizione dei messaggi del corpo e dei pensieri relativi portati allaconsapevolezza.

    Fondamentale diviene per lessere umano il riuscire a comprenderese stesso e i propri sentimenti: maggiore la consapevolezza delleemozioni e dei sentimenti, del come nascono e agiscono, maggiore

    la capacit di far fronte alla complessit della vita sociale. Rimando altesto in Appendice E per unanalisi pi dettagliata circa lo sviluppodelle capacit cognitive, del senso del s e delle loro implicazioni a li-vello personale, sociale e di fitness. Nel mondo animale il livello dicomunicazione limitato a pochi soggetti e anche nelle comunit conun grande numero di individui, i rapporti sono elementari; basti os-servare unape: questa, per vivere la propria comunit, ha a disposi-zione circa 95.000 neuroni cerebrali, contro i cento miliardi presentinel cervello umano (circa un milione di volte pi numerosi). Luomo,grazie a ci e alla presenza delle emozioni e dei sentimenti, riesce agestire centinaia di rapporti interpersonali. Ogni rapporto implica laconoscenza dellaltro soggetto, cosa si pu comunicare e cosa no, finoa quanto si pu spingere il livello di socialit o dintimit, quali cono-scenze si possono condividere o no, quanto e di chi ci si pu fidare;infine, il rapporto sociale implica un livello di intelligenza emozionalesempre pi sviluppato e complesso. Nel mondo primitivo le relazionisi limitavano ai componenti del clan, inizialmente non pi di 50/ 100

    individui, per poi aumentare gradatamente fino a 150/ 200 soggetti7;ancor oggi se si osserva attentamente il numero delle persone con lequali si riesce ad avere uno scambio sociale di una certa qualit si puverificare che questo si limita a circa 250 soggetti, retaggio del nostropassato. Con laumento della tecnologia, dei mezzi di comunicazione,

    7. Luigi Luca Cavalli Sforza, L a specie prepotente, Editrice San Raffaele, Milano2010.

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    delle nuove tipologie lavorative, le possibilit di interscambio socialesono molto aumentate e questo numero tende ora ad aumentare.

    Ricordiamoci che lobiettivo principale del nostro corpo il mante-nimento dellomeostasi, di un perfetto equilibrio psicofisico. Nelmondo contemporaneo occidentale, grazie anche alla tecnologia e allecontinue scoperte della scienza, molto pi facile superare le difficol-t che riguardano il semplice accumulo di energia, cio il cibarsi. Co-me visto questa era la necessit primaria che ha spinto lessere umano,ed ogni altro essere vivente, lungo il cammino evolutivo, selezionando

    le qualit che portavano maggiore fitness: non si dimentichi che in na-tura nessun pasto gratis.

    Ora invece il benessere umano riguarda fenomeni enormementepi complessi: superati i diretti problemi del corpo fisico e la necessitdi accumulare energia (cibo), ci che pi interessa la mente e le sueproiezioni. Il benessere in occidente ha molto pi a che fare con leaspettative, con i bisogni culturali, con i riconoscimenti sociali, chenon con la pura e semplice almentazione. In questo quadro, pi

    precisa questa mappa del corpo, sviluppatasi nelle regioni somatosen-sitive del nostro cervello, maggiore la conoscenza di s, delle proprieemozioni e sentimenti e maggiore la capacit di far fronte a tuttoci.

    3. Introduzione alla meditazione

    Vorrei ora provare a formulare unipotesi e osservare in dettaglio lasua verificabilit: alcuni tipi di meditazione hanno la possibilit di influire sullearee somatosensitive, aumentando la capacit percettiva, di introspezione e la capa-

    cit di elaborare mappe di s pi precise.

    Esistono differenti tipi di meditazione e intendo fin da subitosgombrare il campo da eventuali equivoci. Per diversi anni, in partico-lare a partire dallottocento con le prime traduzioni dal sanscrito dei

    pi antichi e significativi testi filosofici e sacri indiani per opera degli

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    studiosi inglesi e tedeschi8, passando attraverso il periodo della rivolta

    giovanile del 68 fino ad oggi, lOriente, le sue tradizioni e le sue prati-che di meditazione hanno colpito nel bene e nel male limmaginariocollettivo occidentale. Il pi delle volte, parlando di meditazione, si ri-schia di cadere in modelli stereotipati che confondono, pi che chiari-re: effettivamente loccidente ha sofferto linvasione di una grandequantit di informazioni o di pseudo maestri che pi che spiegare co-sa possa essere una pratica meditativa, hanno contribuito a generare ea diffondere immagini distorte.

    Qui per meditazione non intendo il sedersi con le gambe incrociate,lassumere posizioni contorte o entrare in stati di trance, ma bens unapratica specifica che possa favorire una percezione pi attenta delproprio corpo, del proprio s: una tecnica in grado di condurrelattenzione del praticante ad un livello di consapevolezza differente,che per ora mi limito a definire pi profonda, ma che in seguito sarmeglio compresa. Per esempio nel Y ogasutra troviamoDallapplicazione di quella luce che inerisce allattivit (del senso in-terno) proviene la conoscenza di cose sottili o nascoste o remote 9 eShri Mataji dice : Portate la vostra attenzione verso linterno il no-stro corpo deve servirci per farci stare a nostro agio internamente,non esteriormente ; Buddha poi consigliava di raccogliere lattenzionedai cinque sensi che sono voltati verso lesterno, per direzionarla ver-so di s interiormente, cos come la tartaruga ritrae le quattro zampe ela testa nel proprio guscio, a conferma che lobiettivo della ricerca dicolui che pratica la meditazione uno conoscenza precisa del propriocorpo: in termini moderni potremmo dire delle mappe corporali e del

    s.

    8 Schopenhauer stesso era un attento lettore delle U panishad e aveva dichiaratoche queste erano state la consolazione della sua vita. Aggiungo che la traduzioneche aveva a disposizione non era particolarmente precisa, ma era sufficiente a da-re unidea della profondit del pensiero filosofico indiano.9. Patanjali, Y ogasutra, G l i aforismi sull o yoga, con il commento di Vyasa, Boringhie-ri, Torino, 1978, III,25, pag. 156.

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    Recenti studi scientifici riconoscono la meditazione come uno stato

    fisiologico particolare, con unattivit metabolica ridotta, differentedallo stato di sonno, che amplia il rilassamento fisico e mentale ed ingrado di stabilizzare un maggiore equilibrio psicologico ed emoziona-le10.Katia Rubia, ricercatrice del K ings College University di Londra,sottolinea che gli effetti soggettivi riscontrati mediamente nella praticameditativa si possono riassumere in: 1) a livello fisico: un sentimentodi rilassamento profondo e di riduzione dello stress; 2) a livello cogni-tivo: un miglioramento della capacit di concentrazione e attenzione,un aumento dellautocontrollo e dellauto-osservazione, una maggiore

    abilit a inibire le interferenze irrilevanti, interne ed esterne; 3) a livel-lo emozionale: uno stato danimo positivo, una stabilit emotiva, unamaggiore resistenza allo stress e agli eventi negativi della vita (distac-co); 4) a livello psicologico: la personalit cambia e raggiunge una sta-bilit psico-emozionale globale11.

    Ci non toglie che difficile orientarsi fra i vari metodi di medita-zione; nella maggior parte di questi per si pu riscontrare un comunedenominatore: mirano a sviluppare unattenzione pi precisa, unamaggiore coscienza di s e il raggiungimento di un livello di consape-volezza che trascende il pensiero. Questo nuovo stato di attenzionedenominato in sanscrito nirvichara samadhi (consapevolezza senza pen-sieri) un aspetto estremamente importante e vi ritorneremo pi a-vanti in un apposito paragrafo; basti qui notare che mentre nella psi-cologia occidentale sono riconosciuti tre stati differenti di coscienza(il sonno, il sogno e lo stato di veglia) nella tradizione orientale vienedescritto un quarto stato, e precisamente la consapevolezza senza

    pensieri; in questo possibile essere consapevoli di tutto ci che av-viene, come nello stato di veglia, ma senza l interferenza dei pensie-ri. Patanjali, nello Y ogasutra, ci ricorda che lo yoga avviene con lasoppressione delle modifiche della mente . Anche la tradizione giap-ponese zen poneva come obiettivo primario il raggiungimento dello

    10. Jevning et al. 1992, T he Phisiology of M editati on a Review a wak eful hypometabo-lic integrated response. Neuroscience and Biobehavioral Reviews 16 (3), 415-424.

    11. Rubia K., T he N eurobiology of M editation and it s Cli nical E ffecti veness in Psychiatr icD isorders, Biol. Psychol. (2009), doi:10.1016/ j.biopsycho.2009.04.003

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    stato di percezione completa oltre i pensieri, e per giungere a questo

    alcune volte il maestro sottoponeva il discepolo a dei quesiti apparen-temente senza risposta, affinch la mente razionale potesse percepire ipropri limiti; una volta raggiunto il punto di empasse, il discepolo eracostretto ad abbandonare il pensiero per percepire la realt senza que-sto12.

    Possiamo quindi operare una distinzione fra alcuni tipi di medita-zione che mirano ad un semplice rilassamento e quelle che invece rie-scono a portare il praticante ad un livello di consapevolezza senza

    pensieri. Per raggiungere questo stato la maggior parte di queste tec-niche ricerca una maggiore focalizzazione dellattenzione, un miglio-ramento delle capacit di concentrazione, limitando quindi la distra-zione mentale e cercando losservazione dei propri pensieri e senti-menti, come se si fosse un testimone degli stessi e perdendone ilcoinvolgimento emotivo.

    La possibilit di entrare in questo stato definito nirvichara samadhi stata ben descritta attentamente da vari praticanti la meditazione, ma

    fino a pochi decenni fa queste testimonianze, pur valide e affascinanti,rimanevano una percezione soggettiva e come tali soggette a differentiinterpretazioni. Gli studiosi pi scettici bollavano dette esperienzecome semplici e ingenue infatuazioni illusorie; i pi benevoli, pur ac-cettandole, non sapevano bene come rapportarsi con queste e spessovenivano interpretate come fenomeni mistici difficilmente valutabili eriproducibili.

    Un grande salto nella conoscenza obbiettiva di questo stato di co-

    scienza invece arrivato in questi ultimi anni proprio dalla scienza,che inizialmente si era posta in modo ostile, attraverso le registrazionieffettuate con i pi sofisticati strumenti di ricerca. Finalmente le per-

    12. La letteratura giapponese ricca di aneddoti e storie che bene illustrano que-sto aspetto. Una fra tutte quella che racconta del maestro Mokurai che dopoaver battuto le mani emettendo un suono, chiede al discepolo quale sia il suonodi una sola mano. Questa si pu ritrovare in: 101 storie Z en, a cura di Nyogen Sen-zai, Adelphi 1975 (settima edizione 1981), (21), pag. 37.

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    cezioni personali soggettive hanno avuto un chiaro riscontro oggetti-vo e di questo osserver meglio nel prossimo paragrafo.

    Sono ancora pochi gli studi scientifici dedicati allosservazione og-gettiva dei risultati neurofisiologici su soggetti praticanti la meditazio-ne, ma questi registrano importanti cambiamenti e significativi risulta-ti che meriterebbero una maggiore attenzione. Ci appoggiamo oraallinteressante sintesi proposta da Katia Rubia, che permette una pa-noramica generale degli studi pi recenti, per poi prendere in conside-razione una particolare tecnica di meditazione per verificarne gli effet-

    ti.

    4. Effetti fisiologici e neurofisiologici della meditazione

    Rubia osserva13 gli effetti della meditazione sul sistema nervoso pe-riferico e mostra come studi recenti14 indichino una riduzione sostan-

    ziale dellattivit del sistema nervoso simpatico, che sappiamo impor-tante per tutti i meccanismi di difesa e di reazione, ed un aumento so-stanziale dellattivit del sistema nervoso parasimpatico, deputato al ri-lassamento e al riposo. In particolare stato dimostrato che attraversola tecnica di meditazione di Sahaja Yoga (un tipo di yoga che permetteil raggiungimento dello stato di consapevolezza senza pensieri) si re-gistrata una riduzione della frequenza cardiaca, della frequenza respi-ratoria, del metabolismo dellossigeno, dellacido lattico sanguineo e

    dellacido vanilmandelico (urinary vanilly mandelic acid - VMA), un au-mento della resistenza galvanica della cute e una regolarizzazione della

    13. Rubia K., op. cit.14. Cahn, B.R., Polich J., 2006. M editation states and trait s: E E G , E RP, and N euroi-maging Studies. Psychological Bulletin 132 (2), 180-211.Rai et alter, 1988, Some E ffects of Sahaja Y oga and its role in the Prevention of Stress D is-orders. Journal of International Medical Science 19-23.Young J.D., Taylor E., 2001. M editation as a V oluntary H ypometabolic state of Bi ologicalE stivation. News in Physiological Sciences 13, 149-153.Jevning et al., op. cit.

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    pressione sanguinea: tutti effetti relazionati allincremento dellattivit

    del sistema nervoso parasimpatico e quindi ad un rilassamento fisio-logico.15 Ci influisce direttamente sulla dimostrata prevenzione dimalattie collegate allo stress, allipertensione e ai problemi cardiova-scolari16. La dott. prof. Valeria Baldelli, dellUniversit di Modena, haosservato un abbassamento della glicemia nei pazienti diabetici e,sebbene i suoi studi non siano ancora pubblicati, sembrano indicare,anche in questo caso, un significativo aumento dellindice di rilassa-mento.Un altro studio molto interessante del dott. Towia Libermann17,mostra come la meditazione yoga sia in grado di modificare i geni,incidendo direttamente sul DNA cellulare, favorendo quindi unatrasformazione non limitata al singolo momento meditativo, ma bensprotratta nel tempo. Il dott. Ivano Hammarberg F. cita questericerche e conclude che a) la meditazione influenza lespressione deigeni che controllano linfiammazione e lapoptosi cellulare e larisposta ai radicali liberi (lo stress attiva geni proinfiammatori) e b) lamodificata espressione genica pu scatenare effetti fisiologici a lungotermine.

    Ancora pi interessanti, ai fini della nostra ricerca, sono gli studi e-lettrofisiologici o di neuro immagine funzionale (fMRI) che hanno os-servato le attivit cerebrali durante la meditazione. In particolare unacaratteristica comune a molte pratiche di meditazione che aspirano al-la consapevolezza senza pensieri un aumento significativo delle on-de di frequenza bassa quali theta e alfa18. Molto precisi a tal riguardo

    15. Rai et alter, op. cit.16. Cahn et al., op. cit.17. Libermann T. et al., G enomic Counter-Stress Changes Induced by the Relax ati on Re-sponse, Plos One 3 (7): e2576, DOI: 10.1371/ journal.pone.0002576.18. Le onde elettromagnetiche cerebrali possono avere differenti frequenze, mi-surabili in hertz e corrispondenti alle diverse attivit della mente: 1) onde delta:con frequenza da 0.1 a 3,9 hertz, corrispondenti ad uno stato di sonno profondo;2) onde theta: vanno dai 4 agli 7,9 hertz, presenti nel sonno REM e negli stati dimeditazione profonda con consapevolezza senza pensieri; 3) onde alfa: da 8 a13,9 hertz, stato di veglia ad occhi chiusi e prima di addormentarsi; 4) onde beta:

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    sono gli esperimenti che Aftanas e Golosheykin19 hanno condotto

    con soggetti praticanti Sahaja Yoga: misurazioni accurate hanno per-messo di osservare un particolare aumento delle onde theta e alfa nel-la regione frontale sinistra, in coincidenza con lo stato di nirvichara sa-madhi sentimenti di gioia profonda. Questo risultato in sintonia conil fatto che il lobo frontale sinistro correlato con sentimenti di gioia,mentre il lobo frontale destro maggiormente relazionato con espe-rienze negative o di tristezza; ritorneremo pi avanti su questo inte-ressante aspetto. Secondo Rubia laumento di onde teta nella partefrontale originato a partire dallarea limbica e dal cingolo anteriore e

    dalla corteccia prefrontale. Aree queste che gli studi di Damasio han-no gi dimostrato essere somatosensitive e alla base della percezionedel proprio corpo, dei sentimenti e del senso di s. Interessante che,congiuntamente allaumento delle onde theta nelle aree fronto-parietale, si registra anche una riduzione nella complessit caotica,suggerendo un rinforzo della rete (network) di attenzione, conlinibizione dei processi mentali irrilevanti, attivando i circuiti fronto-limbici legati allattenzione interiorizzata.

    Questi studi, per ora ancora abbastanza pionieristici, mostrano chelesperienza soggettiva del silenzio mentale e di emozioni positive du-rante la meditazione presentano delle significative correlazioni neuro-fisiologiche molto precise, nellattivazione e connettivit di particolariregioni celebrali che mediano lattenzione internalizzata. Anche altristudi condotti utilizzando la tomografia a emissione di positroni

    da 14 a 30 hertz, corrispondente allo stato di veglia cosciente; 5) onde gamma: da30 a 42 hertz, presenti nello stato di particolare tensione e reazione.19. Aftanas L., Golosheykin S.A., 2001, H uman A nterior and F rontal M idline T hetaand L ower A lpha Reflect E motionally Posit ive State and Internali zed A ttention: H igh-

    resolut ion E E G I nvesti gation of M editat ion. Neuroscience Letters 310 (1), 57-60.Vi sono altri importanti studi di Aftanas e Golosheykin negli anni successivi(2002, 2003, 2005) e sono richiamati nella bibliografia. Golosheykin un ricerca-tore russo che attualmente lavora in un progetto di ricerca presso lUniversitBocconi di Milano, per verificare gli effetti della meditazione nella riduzione dellostress in ambito manageriale.

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    (PET)20 con praticanti Nidra Yoga hanno registrato un aumento di at-

    tivit nella regione prefrontale sinistra e nellarea limbica, conferman-do gli studi di Aftanas e Golosheykin. Rubia prende in considerazioneanche altri studi sviluppati con altre tecniche, quali la tomografia aemissione di singolo fotone o la risonanza magnetica funzionale(fMRI) con differenti tipi di meditazione che portano lattenzione fo-calizzata su diversi oggetti esterni, mantra, punti interiori, quali partidel corpo o respiro: in tutti questi si nota che un maggior livello di e-sperienza meditativa relazionato con uno stato mentale pi calmo,cos che unattenzione pi stabile risulta in uno sforzo minore.

    Ulteriori esperimenti hanno supportato lipotesi che la meditazioneattivi particolarmente larea limbica: in particolare gli studi di Kiajer21con la tomografia a emissione di positroni (PET) hanno mostrato unadiminuzione dei traccianti radioattivi legati agli elementi che compe-tono con la dopamina endogena nello striato ventrale; lelaborazionedi questi dati ha permesso di stabilire un aumento di circa il 65% delladopamina endogena rilasciata nellarea limbica. Si ricorda che la do-pamina strettamente legata al senso di piacere ed lelemento fon-damentale nella creazione degli scopi e delle motivazioni. Rimando al-la parte in Appendice D per un approfondimento delle interessantitematiche legate alla dopamina, al suo valore per lindividuazione degliscopi e della sua fondamentale importanza per lo sviluppo di una vitapiena e soddisfacente. Altre ricerche hanno evidenziato anche un au-mento della melatonina e della serotonina nel plasma sanguineo. Ru-bia sottolinea limportanza di questi due neurormoni nella stabilizza-zione dellumore, nella prevenzione dello stress e nei disordini affetti-

    vi, quali la depressione. In particolare la melatonina svolge un impor-tante ruolo nello stimolare il sistema immunitario e il sistema di difesaantiossidativo e antistress, ritardando gli effetti dellet: tutte qualit

    20. Lou H.C., Kjaer T.W., Friberg L., Wildschiodtz G., Holm S., Novak M.,1999, A O-15-H 20 PE T Study of M editat ion and the Resting State of N ormal C onscious-ness. Human Brain Mapping 7 (2), 98-105.21. Kjaer T.W., Bertelsen C., Piccini P., Brook D., Alving J., Lou H.C., 2022. I n-

    creased dopamine tone during meditation-induced change of Counsciousness. Cognitive BrainResource 13 (2), 255-259.

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    queste che si possono riscontrare oggettivamente nei soggetti prati-canti la meditazione.

    Il dott. Ferri cita

    uno studio condotto dal prof Ram Mishra presso la mcMaster Unive-risty di Toronto, ha dimostrato che la meditazione sahaj, a confronto con ilsemplice riposo, stimola un significativo aumento della secrezione delle be-ta endorfine fino a misurarne un aumento del 70% nel sangue dei soggettimaschi della sperimentazione. I l dato importante poich le beta endorfi-ne, che son oppioidi endogeni secreti dalla nostra ipofisi nellipotalamo,

    son associati alla percezione di emozioni positive come la gioia.

    Altre ricerche22 mostrano importanti effetti anche nella modifica-zione neurofisiologica a lungo termine, ad esempio un aumento dellospessore nella corteccia cerebrale frontale, prefrontale e nellinsula incoloro che praticano la meditazione da alcuni anni; gli studi hanno gidimostrano la correlazione fra la corteccia prefrontale e lattenzionefocalizzata e fra linsula e lattenzione interocettiva (cio voltataallinterno di s). Lo spessore della corteccia cerebrale tende a dimi-nuire con let, ma nei soggetti di 40-50 anni praticanti la meditazionelo spessore della stessa equivalente ai giovani di 20 anni non prati-canti.

    Altri studi di Aftanas e Golosheykin con lelettroencefalogramma(EEG) mostrano che le onde lente theta e alfa, che si possono osser-vare nello stato meditativo, proseguono anche nello stato di sonno,come se i praticanti la meditazione possano continuare in uno statosemimeditativo durante il sonno stesso. In particolare interessantenotare che i praticanti la meditazione di Sahaja Yoga hanno mostratouna limitata asimmetria degli emisferi anche durante il sonno, quandonei soggetti normali di controllo vi una pronunciata asimmetria, conlemisfero sinistro pi attivo rispetto al destro. Questo mostra un

    22. Hoelzel B.K., Ott. U., Hackl A., Wolf K., Stark R., Vaitl d:, 2007, D ifferentialE ngagement of A nterior C ingulate and A djacent M edial F rontal Cortex in A dept M editators

    and N on-meditators. Neuroscience Letters 421 (1), 16-21.

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    maggiore equilibrio generale che persiste anche dopo la meditazione

    stessa. quindi registrata e confermata una persistenza dello stato dimaggior equilibrio psicologico, fisiologico e dellattivit elettrofisiolo-gica nei soggetti praticanti Sahaja Yoga, favorendo un maggior distac-co emotivo dagli eventi stressanti della vita quotidiana. Anche la ri-sposta allosservazione di film convoglianti messaggi stressanti si dimostrata molto pi equilibrata rispetto a soggetti di controllo. Adesempio si registrata una ridotta risposta degli indicatori autonomidi stress, quali i livelli di resistenza dei potenziali della pelle e una ri-dotta attivit delle onde gamma nella regione cerebrale frontale: una

    maggiore attivit delle onde gamma nella regione frontale indice diun maggiore coinvolgimento emotivo e di reattivit, cause queste distress.

    5. Valore scientifico dellesperienza meditativa e introduzione al si-stema Samkhya Yoga

    Abbiamo avuto modo di osservare come lobiettivo primo dellameditazione sia il raggiungimento di uno stato di consapevolezza sen-za pensieri, o per lo meno con attivit mentale ridotta. In seguito os-serveremo meglio perch ci avviene, secondo la tradizione indiana, equali sono le implicazioni pratiche nellesperienza della consapevolez-

    za di s. importante, prima di iniziare questa parte, chiarire cosa si intende

    per esperienza personale e quindi quale valore, anche scientifico, vi sipu attribuire. In generale, nel passato, si intesa la meditazione co-me fenomeno di introspezione individuale e quindi difficilmente con-divisibile; questo ha impedito per molto tempo di trattarla comeunesperienza soggetta a verifica, con caratteristiche scientifiche di

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    prevedibilit e riproducibilit23. Ho per avuto modo nel paragrafo

    precedente di mostrare le recenti evidenze scientifiche, permesse an-che dalle nuove strumentazioni e apparecchi di misurazione offertidalla scienza. Non vorrei qui entrare nella polemica di cosa rientri nelcampo della scienza e cosa no, per esempio se alcuni aspetti dellascienze biologiche, quali lo studio dellevoluzione, non facilmente ri-producibili visti i lunghissimi tempi in gioco, siano o no scienza; comesi suol dire, nessuna rosa ha mai visto morire il proprio giardiniere. Inquesta fase chiedo gentilmente la pazienza di seguirmi nellanalisi,senza idee di giudizio preconcette, disposti a verificare ogni singola

    affermazione: stiamo entrando in un campo in cui cerco di conciliarele esperienze soggettive con gli insegnamenti tramandati dalla tradi-zione orientale e le evidenze scientifiche strumentali di cui sopra. Ri-chiamo le parole di Anna Berti che confermano limportanzadellesperienza personale come dato oggettivo:

    anche se molti autori rimangono scettici sullattribuire un ruolo causalealla coscienza, la convinzione che i resoconti in prima persona, raccolti inmodo rigoroso e controllato, possano essere utilizzati come dati viene oralargamente accettata. Bisiach (1992) sostiene che il sospetto che la coscien-za (qui intesa come esperienza fenomenica) non sia un oggetto legittimo diricerca scientifica radicato nel pregiudizio culturale secondo cui la fisica assunta come paradigma scientifico per eccellenza. Se cos , tanto peggioper la fisica, sembra concludere lautore: lutilizzo dei resoconti soggettivipone sicuramente dei problemi metodologici, ma, se attraverso di essi si ot-tiene una presa sul significato dei contenuti dellesperienza cosciente, gliscienziati dovranno accettare di estendere il paradigma della scienza oltre i

    limiti imposti dalla fisica tradizionale.24

    23. Si noti anche la parte finale del testo A in appendice. Qui Gyaneshwar(sec.XIII) conferma che lesperienza meditativa profonda non comunicabile,giacch conduce oltre il pensiero, in territori mentali di unificazione, ove il lin-guaggio, basato sul dualismo, non ha possibilit di espressione.24. Berti Anna, op. cit., 2010, pag. 24. Anna Berti professoressa di Neuropsico-logia presso lUniversit di Torino.

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    Innanzi tutto, per incamminarci su questo sentiero, fondamentale

    fornire alcuni accenni, sebbene superficiali, sulla complessa visionedel mondo e delluomo cos come intesa in Oriente. chiaro che par-lando di Oriente si rischia di fare altrettanta confusione fra le differen-ti visioni che possiamo incontrare in Giappone, o in Cina, o in India oin ogni altra grande tradizione di questo vasto continente asiatico. Nelnostro caso prender in considerazione la tradizione indiana, e pi inparticolare il sistema Yoga, strettamente legato al sistema Samkhya,(gi studiato a fondo da Piero Martinetti25) tanto da definirsi sistemaSamkhya-Yoga ; questo visto nella sua descrizione pi attuale cos

    come presentato da Sahaja Yoga26. La parola yoga significa unione: u-nione fra lattenzione individuale e lenergia che tutto pervade; unio-ne fra il sistema nervoso centrale e il sistema nervoso autonomo,simpatico e parasimpatico (il sistema nervoso centrale gi normal-mente collegato con il sistema nervoso autonomo; ci che qui si in-tende che ora la mente diviene consapevole delle energie presenti inquestultimo, le pu percepire e decodificare, come meglio spiegato inseguito; pu inoltre percepire le energie fuori e dentro il corpo stesso

    e dello stato di equilibrio o meno).Per gli obiettivi di questo capitolo sufficiente ricordare che secon-

    do questa tradizione, oltre al nostro corpo fisico, esiste un sistema e-nergetico che pervade tutto lessere umano27. Questo compostoprincipalmente da tre canali di energia, nadi, che corrono longitudi-nalmente a lato della colonna vertebrale, e da sette centri, chiamatichakra, posti su questi canali in corrispondenza dei plessi nervosi, apartire dal primo chak ra Muladhara, in corrispondenza con il plesso

    25. Martinetti P., I l Sistema Samk hya, Studio sulla filosofia Indiana, Lattes e C., Tori-no 1896.26. Sahajasignifica nato con, cio spontaneo; il termineY ogainvece deriva dallaradice indoeuropea yeug, che si ritrova anche nel latino iungere (giungere) onellitaliano giogo, con il significato di unire, legare; questo lo stesso significatodella parola religione, che deriva dal latino relegere, raccogliere, ma anche da reli-gare, unire insieme. Sahaja Y ogavuol dire quindi unione spontanea.27. Per una descrizione secondo i testi canonici si rimanda al testo A in appendi-

    ce. Vengono qua tradotti i testi di Shri Adi Shankaracharya e di Jnaneshwar, con-siderati i pi autorevoli dalla maggior parte degli studiosi.

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    pelvico, fino al settimo centro Sahasrara localizzato nellarea celebra-

    re. Ogni canale ed ogni chak ra svolgono allinterno del corpo umanodelle funzioni ben precise tanto che, in linea teorica, ogni azione, ognipensiero e ogni emozione o sentimento sono effetto e causa di modi-ficazioni energetiche; i centri energetici e tutti gli organi del corpo fisi-co ad essi collegati possono essere pi o meno equilibrati e quindi a-zioni, pensieri e emozioni sono la causa diretta e nello stesso tempoconseguenza dello stato di equilibrio o meno di questi.

    In questa visione possibile proporre unetica ed una scala di valori

    particolare: positivo e giusto tutto ci che favorisce il corretto equi-librio energetico, lomeostasi, e negativo e da evitarsi tutto ci chenon favorisce ed anzi contrario al benessere; azioni, pensieri ed e-mozioni non positivi sono dunque quelli che alterano lequilibrio e-nergetico di questi centri e canali sottili e di conseguenza il naturaleequilibrio psicofisico. Questo argomento meriterebbe un approfon-dimento, ma ci porterebbe troppo lontano dagli obiettivi di questobreve testo.

    Secondo la tradizione dello yoga, durante la meditazione la sensibili-t aumenta e finalmente possiamo percepire le energie sottili che re-golano il corpo umano. Come gi detto, per non uscire dallobiettivodi questo capitolo, descriveremo ora in modo semplice il processoche avviene durante la meditazione.

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    6. Cosa avviene nella meditazione.

    Non so come io appaia al mondo, ma per quel che miriguarda mi sembra di essere stato solo come un fanciullosulla spiaggia che si diverte nel trovare qua e l una pietra

    pi liscia delle altre o una conchiglia pi graziosa, mentreil grande oceano della verit giace del tutto inesploratodavanti a me.28

    Isacc Newton

    Innanzi tutto la pratica meditativa inizia con il risveglio diunenergia che risiede in uno stato latente allinterno dellosso sacro;questa energia, denominata Kundalini, ha il potere di salire lungo tut-to il canale centrale, Sushumna nadi, di aprire e riequilibrare le energiedei vari chak ra che incontra al suo passaggio; la Kundalini attraversapoi larea della fontanella nella sommit della testa, il settimo chak ra,fuoriuscendo dal capo; per far questo attraversa anche il sesto centro,in prossimit del chiasma ottico, e stimola larea limbica. Per stato dimeditazione intendo quindi la nuova consapevolezza raggiunta quando la Kunda-

    lini ha attraversato il sesto chakra e ha pervaso larea limbica; prima di ci

    possiamo parlare di tentativo di essere in meditazione, ma non di me-ditazione vera e propria. Questa quindi non una pratica, ma uno sta-to nel quale si entra ogni qualvolta lenergia Kundalini attraversa il se-sto centro Ajnya chakra.

    Nei testi classici indiani richiamati e tradotti in appendice A, risalen-ti al VIII sec. e al XIII sec., si ritrova una descrizione del fenomenomeditativo e del risveglio della Kundalini corrispondente alle espe-

    28. Newton I., Phil osophiae N aturali s Pr incipia M atematica.

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    rienze confermate dai praticanti moderni, e qui in particolare mi rife-risco ai soggetti che utilizzano Sahaja Yoga, da me studiati.

    Sto ora introducendo un nuovo importante fenomeno, cio il risve-glio dellenergia Kundalini, che sebbene ampiamente conosciuto e ri-cercato nella tradizione indiana, non lo altrettanto in quella occiden-tale. Possiamo individuare e registrare la presenza di questa energiaper via indiretta, attraverso le sue manifestazioni, che come spiegherin seguito sono molteplici e anche registrabili, ma a tuttoggi non si ancora tentato un esperimento che fosse in grado di misurarla in mo-

    do oggettivo e riproducibile. Non sono in grado di dire se questa e-nergia o sar mai misurabile oggettivamente e ho il sospetto chedobbiamo accontentarci di osservarne le manifestazioni. Ci che si ri-chiede quindi un atteggiamento scientifico e aperto a valutareunipotesi, quella della presenza dellenergia Kundalini, sapendo chepossiamo riconoscerla solo per via indiretta, se vogliamo parlare diprove riproducibili; oppure per via diretta, come direbbe il soggettopraticante la meditazione, ma in questo caso ci si dovrebbe porre inosservazione introspettiva osservandola dentro di s. Mi successo divedere ad occhio nudo una chiara pulsazione fisica sulla colonna ver-tebrale, allaltezza dellombelico, in un soggetto meditante in cui laKundalini si stava alzando ed rimasta concentrata in un chakraparti-colare, il terzo centro corrispondente al plesso solare, dovuto ad unblocco energetico ; ma credo che dovremo aspettare per avere unaconferma scientifica della presenza dellenergia Kundalini. Per oraci limitiamo ad osservare le sue innumerevoli manifestazioni e lecoincidenze di queste con la tradizione indiana.

    Vi sono diverse manifestazioni personali, ma anche oggettive comeabbiamo osservato nei paragrafi precedenti, del fatto che lenergiaKundalini sia risvegliata e che il meditante sia entrato in uno statodi consapevolezza senza pensieri. I soggetti studiati sono in grado didescrivere ci che avviene dentro di s durante la meditazione e, cosasingolare, senza conoscere o avere riferimento delle descrizioni anti-che, confermano le stesse percezioni. Anche diversi soggetti, senza re-lazione fra loro, confermano la stessa esperienza, o comunque perce-

    zioni e fenomeni simili.

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    Abbiamo osservato e anche in seguito osserveremo in dettaglio al-

    cuni degli effetti della meditazione e del risveglio di questa energia, ma comunque interessante sottolineare un aspetto che ancora non perfettamente chiaro o spiegabile dalla nostra scienza medica. Gli e-sperimenti citati hanno gi ampiamente dimostrato come la Kundaliniattivi maggiormente il sistema nervoso parasimpatico, il sistema pre-posto allaccumulo di energia, nella parte finale della giornata, alla de-contrazione e al rilassamento; eppure alcune manifestazioni registratedurante la meditazione non coincidono con questa interpretazione enecessitano sicuramente di studi pi approfonditi, ad esempio il fatto

    che la pupilla si dilata, i bronchi si stringono, le mani si rinfrescano;questi sono fenomeni che dovrebbero essere relazionati conlattivazione del sistema simpatico, eppure rispondono allattivazionedel sistema parasimpatico. Le mani dovrebbero riscaldarsi a seguitodella dilatazione dei vasi sanguinei e del conseguente aumento delflusso di sangue: invece tendono a raffreddarsi, come dimostrato daglistudi del dott. Ramesh Manocha; singolare che nella maggior partedei sistemi di meditazione che propongono solo una concentrazione

    focalizzata le mani tendono a scaldarsi, mentre con la meditazione sa-haja yoga, che attiva il risveglio dellenergia Kundalini, le mani tendo-no a raffreddarsi.

    Uninterpretazione che propongo, che meriterebbe sicuramente de-gli studi pi approfonditi, che il risveglio dellenergia Kundalini nellostato di meditazione, attiva maggiormente il sistema nervoso parasim-patico, ma riequilibra anche il sistema simpatico, permettendo a questidi svolgere meglio le proprie funzioni. Una conferma di questo pu

    venire dal fatto che durante questa meditazione i bronchi si stringono,come confermato dal dott. Ferri, ma, a dispetto di ci che ci si puaspettare, i soggetti sofferenti di asma trovano un subitaneo sollievoche perdura poi nel tempo; molto interessanti a riguardo sono gli stu-di pionieristici portati avanti dal prof. Rai.29

    29.Rai U.C., Seti S., Singh S.H., 1988. Some E ffect of Sahaja Y oga and its Role in thePrevention of Stress D isorders. Journal of International Medical Sciences, 19-23.

    Chug D., Rai U.C., Gupta S. (1989) Role of Sahaja Y oga in the M anagement of Bron-chial A sthma and a N ew H ypothesis to E x plain its Pathogenesis . Proceedings of the

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    Mi permetto di far notare come il sistema nervoso autonomo, sim-

    patico e parasimpatico, che giustamente si chiama autonomo perchnon direttamente comandabile dalla mente cosciente, pu venire oraregolato ed equilibrato, durante la pratica meditativa; mi permetto diindicare questo come un ulteriore campo di indagine per ricerche fu-ture.

    Sebbene le manifestazioni siano molteplici e osservabili da vari pun-ti di vista, dopo questa rapida esposizione ritengo ora importante sof-fermarmi su alcuni aspetti che sicuramente meriterebbero studi pi

    approfonditi, sia dal punto di vista scientifico che filosofico, e chetrovano un chiaro riscontro anche nei testi classici: 1) la nuova capaci-t di percezione vibratoria; 2) laumento della stabilit emotiva, del di-stacco dalle situazioni stressanti, una percezione di gioia diffusa, do-vuto allincremento di alcuni neurotrasmettitori, quali la melatonina, ladopamina, ecc.; 3) la possibilit di una nuova consapevolezza senzapensieri.

    6.1. La percezione vibratoria.

    I l risveglio , cio una maggiore attivazione, della regione limbicaporta alcune conseguenze molto interessanti e ben definibili: moltoimportante, come gi abbiamo avuto modo di osservare, i pensieri sifermano pur mantenendo, anzi approfondendo, il livello di consape-

    volezza, raggiungendo cos lo stato di nirvichara samadhi, la consapevo-lezza senza pensieri; i muscoli e le tensioni del corpo tendono a de-contrarsi, dovuto allattivazione del sistema nervoso parasimpatico; ilsoggetto meditante percepisce un ampliarsi della propria capacit per-cettiva, diviene cosciente delle energie sottili che regolano il suo cor-po, riuscendo a percepirle come vibrazioni delicate, inizialmente sul

    16

    th

    World Congress on disease of the chest and 55

    th

    annual scientific Assembly.Boston ,USA

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    palmo delle mani e successivamente sulla testa e sul resto del corpo30.

    In particolare pu percepire, anche con la mano, la vibrazionedellenergia Kundalini fuoriuscire dal capo, in corrispondenzadellarea della fontanella, il pi delle volte sotto forma di una leggerabrezza31, pi calda o pi fresca a seconda dello stato di equilibrio delcorpo. Il soggetto pu inoltre percepire lo stato energetico delle sin-gole parti del proprio corpo. Ad esempio, ponendo lattenzione sulproprio fegato, quando queste energie sono equilibrate, si percepisco-no come fresche e fluenti in modo armonioso; quando invece vi unproblema di squilibrio energetico, ancorch non ancora manifestato

    fisicamente, si possono percepire come squilibrate, pi calde, comebloccate e stagnanti.

    In condizioni normali noi non siamo in grado di riconoscerelequilibrio sottile dei nostri organi, cio non possiamo percepirequanto ad esempio il nostro fegato o la nostra milza siano in buonasalute o no; possiamo percepirli fisicamente, cio attraverso le mappecorporali elaborate dalle regioni somatosensitive, solo quando sonoad un livello di malattia o infezione avanzata, tanto da manifestaregravi disturbi fisici, non quando stiamo bene.

    Secondo la tradizione orientale un problema fisico ad un organo delcorpo deriva da uno squilibrio energetico. Anche la scienza occidenta-le sembra che stia lentamente prendendo coscienza di questo; il dott.Ferri cita i lavori pionieristici di Luc Montagnier32, premio Nobel perla medicina 2008, sulle caratteristiche elettromagnetiche di varie ma-lattie. Montagnier ha osservato che ogni organo del corpo emette unacerte frequenza elettromagnetica e ad ogni specifica malattia associa-

    30.Possiamo osservare la descrizione che ci viene data da Jnaneshwar (Appendi-ce A) che ben somiglia allesperienza del risveglio della Kundalini, cos comespiegata da Sahaja Yoga.31. La Kundalini viene considerata lenergia vitale, che rigenera, nutre e d la vita;questa percepita come vento. Pu essere interessante notare che anchenellantica Grecia lo Spirito veniva chiamato pneuma, cio vento, soffio, dalla radi-ce indoeuropeapnein.

    32. Fra gli altri lavori: Montagnier L. et al., 2011 J. Phys., D N A W aves and W a-ter, conf.ser. 306.012007.

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    ta ad una differente frequenza; questo ricercatore ha preparato una li-

    sta di molte patologie con le relative frequenze elettromagnetiche, di-mostrando la variazione dai soggetti sani.

    Ferri richiama anche altri studi:

    A fronte di queste osservazioni il prof. Popp, dice che: Tutti i processi vitali

    vengono controllati da oscillazioni elettromagnetiche e che La malattia primadi manifestarsi in sintomi organici da vedersi come un disturbo del campo e-lettromagnetico. Le oscillazioni patologiche inducono lo squilibrio, la malat-tia. In contemporanea il prof Bellavite, collega docente di patologia di Ve-

    rona dichiara che: il nostro organismo, le sue funzioni e processi biologicisono regolati da campi elettromagnetici che trasmettono energia ed informazio-

    ni.

    La nostra sensibilit grossolana ci permette di percepire il problemasolo quando questo ha raggiunto un livello di espressione fisica, cioquando si oramai manifestato come malattia, ma non ci permette dipercepire lorgano quando questo nel suo stato di salute o nello sta-to intermedio. Differente sarebbe se fossimo in grado di percepire le

    energie sottili del nostro corpo, gli equilibri e gli eventuali squilibri,prima che questi ultimi si esprimano in un problema fisico.

    Lipotesi che formulo che il riconoscimento dello stato delle energie delcorpo possa essere percepito attraverso le regioni somatosensitive del cervello umano

    e che queste si manifestino alla consapevolezza umana, una volta che larea limbi-

    ca venga il luminata dall energia K undalini.

    Lattivazione di questa energia Kundalini, una volta giunta nella re-gione limbica33, sembra stimoli queste aree e le predisponga ad unnuovo livello percettivo. Mi sembra di poter osservare tre differentipossibilit che meriterebbero essere studiate: la prima prevede che learee somatosensitive per la prima volta vengano attivate a percepirequeste energie; unaltra potrebbe essere che da sempre queste energievengono registrate dalle regioni somatosensitive, ma che fino ad ora

    33. Vista limportanza che questa area riveste per il mio studio, mi permetto diinserirne, in appendice A, una descrizione del dott. Ivano Hammarberg Ferri.

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    questi segnali non erano mai stati portati alla consapevolezza umana,

    cos come non siamo consapevoli di come queste aree percepisconouna mancanza di ossigeno nel sangue fin tanto che il cuore non acce-lera i suoi battiti; la terza possibilit che la Kundalini attivi realmentearee e altre capacit percettive fino allora non attivate e non utilizzate.

    Nella tradizione indiana larea limbica e larea della fontanella corri-spondono al settimo chak ra, chiamato sahasrara; sahasrara vuol diremille, come mille sono i petali del fiore di loto attraverso cui gene-ralmente simboleggiato questo centro. Ricordiamo che anche il Bud-

    dha viene generalmente rappresentato con una protuberanza sul capoe alcune volte con un fiore di loto allaltezza dellarea della fontanella,nel punto in cui la Kundalini esce dalla testa. Nei testi classici si diceche la Kundalini illumina, cio attiva, questi mille petali gradualmente,prima pochi e poi sempre pi, e a causa di ci si risvegliano anchemolte altre qualit e potenzialit dellessere umano e nuove capacitpercettive.

    Alla luce della tradizione indiana sembrerebbe che il risveglio di

    questa energia attivi maggiormente queste regioni somatosensitiveconnesse allarea limbica, che a loro volta stabilizzano nuove connes-sioni neurali. Questo processo in parte inconsapevole, ma in granparte viene portato alla coscienza, man mano che lesperienza si stabi-lizza e permette un nuovo livello di percezione: potremmo chiamarlosesto senso, gi che si aggiunge ai cinque sensi gi esistenti, ma nellasua accezione pi fisica, intendendo un reale nuovo senso che si aprealla percezione sensibile del mondo vibratorio, energetico, dentro efuori di noi.

    Sto scrivendo ora di equilibrio o squilibrio energetico e della possi-bilit di percepire questi stati; questi termini potrebbero lasciare spa-zio a uninterpretazione semi misticheggiante, un qualcosa di esotericoe non ben definito o, peggio ancora, capacit di percezione extrasen-soriale (ESP). Vorrei anche qui sgombrare il campo dai dubbi e spie-gare che intendo indicare un fenomeno che possiede aspetti sia sog-gettivi che oggettivi, empirici e quindi aperti a sperimenti e prove

    scientifiche. Immaginiamo di avere un apparecchio radiofonico: que-

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    sto in grado di cogliere certe frequenze e non altre, allinterno di

    uno spettro abbastanza limitato; non che tutte le frequenze elettro-magnetiche si limitano a queste colte dallapparecchio radio, ve ne so-no molte oltre, dallultravioletto allinfrarosso: solo che il nostro ap-parecchio non stato predisposto per queste.

    Cos lhomo sapiens: i cinque sensi che questi ha sviluppato nellarcodellevoluzione biologica gli hanno permesso di sopravvivere ed e-spandersi egregiamente nel proprio ambiente, ma limitato credereche possano percepire tutto lesistente. Questi ci connettono con il

    mondo esterno, ci permettono di interpretarlo e si sono sviluppati inmodo da ottimizzare la nostra fitness, la nostra capacit di sopravvi-vere, accumulare energia, cio cibarci, e riprodurci.

    I o credo che i l nuovo senso vibratorio, invece, non abbia tanto un valore di so-

    pravvivenza, quanto di conoscenza.

    Come la fisica moderna ha oramai chiaramente osservato, la realtnella quale siamo immersi, la materia tutta formata da atomi; questisono composti da un nucleo, formato da protoni in differente nume-

    ro a seconda dellelemento e neutroni, e da elettroni, in numero pro-porzionato ai protoni, che gli ruotano vorticosamente intorno. Se pa-ragoniamo il nucleo, come dimensioni, ad un pallone di calcio postoal centro del campo, gli elettroni in proporzione sono come piccolemosche che girano velocissime nel parcheggio tutto intorno allo sta-dio; lo spazio fra questi ed il nucleo vuoto ; la materia formata dapiccolissime particelle subnucleari e da spazi immensi di vuoto. Ein-stein poi, allinizio del secolo scorso, ha dimostrato con la sua formula

    E=mc2

    che questa stessa materia, queste piccolissime particelle, sonosolo energia: la massa si pu trasformare in energia e viceversa.

    Lesistenza degli atomi, di questa grandissima quantit di energia, diquesto vuoto che separa le particelle subnucleari, erano gi stati de-scritti nei testi classici indiani. La domanda che ci si pu porre sequesta nuova percezione delle vibrazioni, dentro e fuori di noi, inqualche modo in grado di registrare qualcosa di questa energia e vi-brazione della quale siamo fatti e nella quale siamo immersi.

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    Inizialmente la percezione di queste energie sotto forma di vibra-

    zioni, a seconda della condizione dello sperimentatore, pu esseremolto sottile e delicata, alcune volte quasi impercettibile, altre talmen-te manifesta da lasciare stupefatti. Generalmente il modo pi sempliceper sentire le vibrazioni di questa energia percepirle sulle mani34;ogni centro energetico si manifesta in diverse parti del corpo e sonopercepibili sia sulla testa, che sulle dita e sul palmo delle mani e deipiedi.

    6.2. La meditazione e la dopamina

    Un altro fenomeno molto interessante che meriterebbe pi appro-fonditi studi, e che ci ricollega ai nostri primi capitoli, riguarda le re-gioni cerebrali predisposte al rilascio di dopamina. Ritengo estrema-mente importante uno studio pi approfondito sul valore della dopa-

    mina e degli altri neurotrasmettitori al fine della conoscenza di s e diuna piena e pi profonda soddisfazione. Mi permetto quindi di aggiu-gere in Appendice (testo D) alcuni studi e considerazioni per possonostimolare una riflessione a riguardo. Abbiamo gi osservato come du-rante la meditazione siano stati registrati aumenti fino al 65% dellaquantit di dopamina endogena; credo che questo fenomeno sia ulte-riormente incrementato dallo stimolo offerto dallenergia Kundalini,una volta raggiunta larea limbica; questa, oltre a stimolare i centrisomatosensitivi, attiva fra laltro le zone dopaminiche, favorendo il ri-lascio di questa sostanza e di altre molecole, quali le endorfine e lamelanina, deputate a fornire e stabilizzare un senso di maggior benes-sere. Questo potrebbe essere il motivo per cui durante la pratica dellameditazione si sperimenta una gioia intensa, profonda, soddisfacente:uno stato di beatitudine che non si limita al solo momento meditativo,

    34. Verr mai il giorno in cui sentiremo con le dita della mano, i grandi segretiche percepiamo solo con le dita della fede?. Kalil Gibran, I segreti del Cuore.

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    ma che si prolunga nel tempo. La tradizione indiana insegna che nes-

    sun desiderio umano pu condurci alla soddisfazione, a parte il desi-derio di essere uno con lenergia Kundalini: una volta ottenutalunione con questa il ricercatore entra in uno stato di profonda beati-tudine, raggiungendo un appagamento che cancella ogni altro deside-rio; ogni aspirazione o necessit perde importanza e rivela la sua va-cuit di fondo di fronte alla luce della Kundalini.

    Singolare che nei testi vedici si racconti di come i sacerdoti cele-branti i riti e i meditanti ricercassero una sostanza particolare gi chia-

    mata soma35

    , identificata con la fonte della beatitudine. Alcuni stu-diosi sono propensi a vedere nel soma il succo estratto da una deter-minata pianta, forse della famiglia delle E phedra36, capace di alterare lostato percettivo. Mi limito a far notare luguaglianza del nome con laparola greca soma che indica il corpo: io credo molto verosimile cheil soma ricercato dagli antichi saggi indiani non sia una sostanza ester-na, quanto reali neurotrasmettitori e ormoni chimici rilasciati dal pro-prio corpo nello stato meditativo quando la Kundalini stimola le areecerebrali e favorisce la nuova percezione del corpo stesso.

    Aldous Huxley, nel suo romanzo Il nuovo mondo,37 usa il termine somaper indicare la sostanza che gli uomini del duemila avrebbero assuntocome pillole per procurarsi il piacere necessario, per sconfiggere il do-lore e il malumore. In questo caso la sostanza tanto bramata era vistacome un palliativo per cancellare altri desideri o per rendere dipen-dente il popolo sottomesso.

    35. Noi abbiamo bevuto il soma e siamo divenuti immortali. Noi abbiamo rag-giunto la luce, abbiamo incontrato gli Dei. Che cosa pu fare a noi la malvagitdelluomo mortale o la sua malevolenza, o Immortale? , Rg V eda, VIII 48,3. Siricorda che la tradizione vedica, inizialmente orale, viene fatta risalire al III mil-lennio a.C.36. Mahdihassans, I denti fying Soma as E phedra, The Pakistan Journal of Forestry,1963.37. Huxley Aldous, I l nuovo M ondo, Mondadori, Milano 1991 (1933). Titolo origi-nale dellopera: Brave N ew W orld, 1932.

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    6.3. La consapevolezza senza pensieri

    Se, per eternit, sintende non infinita durata nel tem-po, ma in temporalit, vive eterno colui che vive nel pre-sente.38

    Ludwig Wittgenstein

    Abbiamo visto alcune conseguenze dellattivazione dellarea limbica,ma importante ora soffermarsi su quella che fra le pi significativee caratteristiche: quando la Kundalini attraversa il sesto centro,allaltezza del chiasma ottico, i pensieri rallentano sino a fermarsi e ilsoggetto meditante entra in uno stato di consapevolezza senza pensie-ri, chiamato in sanscrito nirvichara samadhi. In questo stato lo yogi perfettamente cosciente delle funzioni del proprio corpo, percepiscele vibrazioni, i messaggi energetici che giungono dalle varie parti delcorpo, ma non pensa: registra, ma non svolge attivit mentale39.

    Ho gi osservato come la tradizione orientale descrive lesistenza delcorpo energetico ed in particolare di tre canali di energia: a) Sushum-na nadi, il canale centrale ove scorre la Kundalini, in corrispondenzaalla colonna vertebrale, che comincia dallosso sacro (vi sarebbe moti-vo di indagare per quale ragione gli antichi greci definirono questo os-so come sacro) e termina nellultimo centro sahasrara, fino a fuoriu-scire dal capo; b) Ida nadi, il canale sinistro, che scorre longitudinal-mente alla colonna vertebrale nella parte sinistra del corpo, comincia

    nel primo centro Mooladhara chak rae termina nel sesto centro Ajnyachakra, nellemisfero celebrale destro; c) Pingala nadi, il canale destroche corre longitudinalmente alla colonna vertebrale nella parte destradel corpo, comincia nel secondo centro Swadistana chakrae terminanel sesto centro, nellemisfero celebrale sinistro. Questa descrizionedei canali di energia e dei chakrasi ritrova nei pi antichi testi indiani,

    38. Wittgenstein L., T ractatus L ogico-Phi losophicus, Arnoldo Mondadori, Milano2008, 6.4311, pag. 153, a cura di Amedeo G. Conte.39. In appendice (B e C) presento alcune considerazioni riguardo al pensiero.

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    eppure cos singolarmente attuale: basti osservare come ogni chak ra

    corrisponda esattamente ad un determinato plesso nervoso o come icanali di energia laterali, sinistro e destro, arrivati al livello del sestocentro, nel chiasma ottico, si spostino nellemisfero celebrale opposto,rispecchiando esattamente il fatto che lemisfero sinistro controlla laparte destra del corpo e viceversa.

    Ho gi osservato come lascesa della Kundalini tenda a rilassare ilcorpo e le tensioni muscolari ed infatti il canale centrale corrisponde-rebbe principalmente al sistema nervoso parasimpatico, cos che la

    sua attivazione (per mezzo della Kundalini) stimola tutte le attivit re-lazionate a questo. I canali laterali invece, Ida e Pingala, corrispondo-no al sistema nervoso simpatico e la loro energia, per quanto grande comunque limitata: un sovra utilizzo della stessa porta il canale relati-vo in esaurimento.

    Secondo la tradizione indiana, ed in particolare il sistema Samkhya-Yoga, lattenzione umana durante le sue attivit quotidiane tende adutilizzare lenergia dei canali laterali Ida e Pingala: tutti i caratteri uma-

    ni, le personalit sono direttamente influenzati da questi e sono unospecchio delle differenti combinazioni; in particolare quandolattenzione identificata con lenergia del canale sinistro i pensieri sirelazionano al passato e latteggiamento generale verso la vita pipassivo ed emotivo; quando invece lattenzione maggiormente iden-tificata con il canale destro Pingala Nadi il contrario, il pensiero proiettato verso il futuro, pi attivo, pianificante, razionale. Ho giosservato come le ricerche scientifiche abbiano dimostrato che la cor-teccia prefrontale sinistra, corrispondente alla parte terminale del ca-nale destro, collegata al senso degli eventi positivi e pi attivi, men-tre la corteccia prefrontale destra manifesta gli eventi tristi e la passivi-t, esattamente come spiegato dallantica tradizione indiana.

    per questo motivo che, fin tanto che la Kundalini non si risvegliae non attiva il canale centrale, i pensieri rimangono sempre legati aicanali laterali e quindi al passato e al futuro: impossibile perlattenzione vivere il presente, il qui e ora. Tutto questo meglio os-

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    servato nel testo B in appendice al quale si rimanda per un approfon-dimento.

    Quando la Kundalini arriva nel sesto centro, a livello del chiasmaottico, separa i due canali laterali e permette allattenzione di stabiliz-zarsi nel Sushumnanadi, nel presente, e nel presente non vi sono pen-sieri, solo consapevolezza pura.

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    ALLEGATI

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    A - Descrizione della Kundalini nei testi classici indiani.

    Il nome Kundalini deriva dal sanscrito kundal, spira, perch tradi-zionalmente viene rappresentata come una serpente femmina avvoltasu se stessa in tre spire e mezzo. La Kundalini descritta nei sacri te-sti indiani, come il M ark andeya Purana, fin dai tempi pi antichi. Vi una bellissima descrizione poetica, ricca di simbolismi, scritta da ShriJnaneshwar (chiamato anche Shri Jnanadev), nato nella regione delMaharashtra nel tredicesimo secolo e considerato uno dei maggiori

    santi indiani; traduco qui una piccola parte del VI libro che descrivelascesa della Kundalini, dal suo risveglio fino al settimo centro, saha-srara chak ra:

    ... cos, a causa del caldo creato nel corpo dalla posizione yogica, la e-nergia denominata Kundalini si risveglia. Cos come una giovane serpente(femmina) bagnata nel rosso kumkum(polvere preparata con la curcuma ecolorata di rosso con aggiunta di succo di limone, etc.) dorme avvolta su se

    stessa, nello stesso modo la energia Kundalini risiede (addormentata) inuno stato di sonno con il volto verso il basso, in tre spire e mezzo, comeuna serpente femmina. Lei... appare brillante come un anello di lampi o difiamme di fuoco, o come una barra di oro luccicante. Lei (la Kundalini) sirisveglia attraverso la posizione chiamata Vajirasana. La Kundalini si sroto-la, si scuote di dosso la letargia e si mantiene eretta nellombelico come sefosse una stella brillante mossa dal suo seggio... La Kundalini infatti con-suma completamente lelemento terra nel corpo e poi similmente i fluididello stesso. Consumando entrambi gli elementi del corpo, Lei si sente

    soddisfatta e cos, un poco contenta, riposa vicino al Sushumna Nadi (ilcanale centrale). Sentendosi soddisfatta e felice vomita lacqua dalla bocca,ma quella stessa acqua si trasforma in nettare che salva il vento di vita Pra-na. Il vento di vita emerge dal fuoco del vomito e crea una sensazione rin-frescante nel corpo, sia internamente che esternamente... Poi i passaggi diaria, denominati Ida e Pingala (i canali sinistro e destro), che corrono attra-verso le narici sinistra e destra, si incontrano mentre i tre nodi si allentano ele connessioni fra le sei ruote (i primi sei chak ra) si chiudono. Dopo ci il

    vento che corre attraverso i passaggi delle narici, che sono come il sole e la

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    luna (Ha - Tha , canale solare e canale lunare, Pingala e Ida nadi), si calma atal punto che non potrebbe

    causarenemmeno il movimento della fiamma

    di una lampada ad olioLenergia Kundalini sale la scala del canale centrale chiamato Sushumna

    nadi e raggiunge il cuore. La dea Kundalini in verit la MadredellUniverso (Jagadamba) e la grandezza della suprema maest dellanima,la forma protettrice del risveglio del germogliante OM (la sillaba sacra, ilsuono primordiale). Lei il seggio del profondo grande Nulla, il Vuoto

    A questo punto non resta nulla da fare, come conquistare la mente, ochiudere il vento delle vibrazioni, o affidarsi alla meditazione. Non riman-

    gono idee o desideri (nirvichara samadhi, la consapevolezza senza pensieri).Questo stato in realt dovrebbe essere considerato come il crogiuolo persciogliere i cinque elementi grossolani

    Il nome Kundalini poi scompare e il nome Maruta (Maruta il vento; orala Kundalini si manifesta e la sua energia pu essere percepita come vento,una brezza fresca) occupa il suo posto. Questo mantiene il suo potere finoa che assorbito nel Brahman supremo. Abbandonando la postura Jalan-dhara, Lei apre il passaggio del vento chiamato sushumna (il canale centrale

    in cui scorre la Kundalini) e entra nel Brahmarandhra (lapertura di Bra-hma, cio lultimo chakra, il sahasrara)

    Rendendosi stabile nel Brahmarandhra, allarga le sue braccia nella formadella consapevolezza: Io sono il supremo Brahma , e abbraccia il supre-mo Brahma. Lo schermo illusorio dei cinque sensi cade gi (ora i cinquesensi si raccolgono e tacciono, non trasmettendo pi le sensazioni illusoriemateriali) ed entrambi, il vento di vita (lenergia Kundalini, manifesta comebrezza, aspetto femminile) e il Supremo (aspetto maschile), si incontrano

    ed il vento, con il cielo, si assorbe nel Brahma supremo divenendo uno conlui. Cos come lacqua del mare diviene pura nelle nuvole (attraversolevaporazione) si versa nei fiumi e finalmente si riunisce nel mare, nellostesso modo lanima individuale, con laiuto della forma umana, entra nelSupremo e acquisisce lunione con questo (avviene finalmente lunione, loyoga, fra lanima individuale e lAssoluto, fra laspetto femminile e il ma-schile). A questo livello non rimane traccia o ombra di dubbio sul supera-mento della dualit e dellassoluta unit inscindibile; lo stato di immergersinel vuoto assoluto pu essere ben compreso solo da colui che lo ha speri-

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    mentato. impossibile trovare parole che possano tradurre o descrivere ta-le stato

    A llora nul la ri mane delloggetto della conoscenza (non vi pi dualismo) e qual-siasi cosa sia detta, detta invano. Questo stato, da dove le parole tornano indietro, dove

    tutti i desideri o idee vengono distrutti, dove anche la pi remota traccia di pensiero non

    pu avere accesso, questo stato la vera bellezza del quinto livello, nel quale la mente

    viene assorbita e nel quale lemancipazione dellanima viene raggiunta. 40

    Questo testo del tredicesimo secolo il primo commento alla Bha-gavad-gitascritto in lingua volgare e cio in marathi, lidioma del Maha-

    rashtra. Fino allora i testi potevano essere letti solamente in sanscrito(lingua che era gi scomparsa dalluso comune) dai brahmani, castasacerdotale che deteneva il potere religioso e che, infatti, aveva apertouna chiara lotta contro Jnaneshwar. Lo stesso successo in occidentecon la Bibbia che era tramandata solamente in latino o in greco, aduso e consumo della classe ecclesiastica: solo con Martin Lutero nelXVI secolo si avuta la prima traduzione in volgare e anche qui inaperto conflitto con le autorit religiose. Cambiano le latitudini, i pae-

    si e i modi, ma lessere umano uguale nel suo arroccamento al pote-re.

    Molto interessante anche la descrizione che ci offre Shri Adi Shan-karacharya nel D ak shinamurti Stotra, con il commento del suo discepo-lo Suresvaracharya:

    I nadisono dei fili, come dei tubi, di materia eterea nel corpo. attraverso que-

    ste nadiche tutti i sensi, accompagnati dalla mente in una delle sue forme, passa ai

    rispettivi oggetti del mondo esterno. Quando questa passa dallo stato di sushuptiallo stato di jagrat, di coscienza risvegliata, questi sensi degli organi rifiutano le

    sensazioni fisiche, occhi, orecchie, ecc. (cio si ritirano le percezioni sensoriali e-

    sterne e lattenzione si stabilizza allinterno).

    12. La parte centrale del corpo chiamata Muladhara (il supporto dellaradice), il primo seggio; si trova a due pollici (circa 5 centimetri) sopra lanoe due pollici sotto il pene.

    40. Jnaneshwar, Bhavartha D ipik ao Jnaneshwari, Samata books, Madras 1954. Cap.VI, pag. 140 147. La traduzione e i commenti fra parentesi sono miei.

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    13-14. triangolare, con la punta rivolta verso il basso, come lorganogenerativo di una giovane; l risiede Para-Sakti, la forza suprema chiamataKundalini, la madre di Prana, Agni, Bindu e Nada; Lei chiamata ancheSaraswati.

    La Kundalini la deit o lintelligenza nel Muladhara. Lei cos chiamata per-

    ch si manifesta nella forma di un serpente. Questa Forza Suprema, denominata

    anche Mulaprakriti, illuminata dalla luce dellAtman supremo, genera il Prana,

    ecc. Prana Vayu (Vayu il vento, il modo in cui si manifesta lenergia Kundali-

    ni), o la Forza universale dellattivit, entrando in ogni essere individuale, con la-

    sua vitalit nelle cinque funzioni di questo. Agni (il fuoco) in una delle sue forme,

    il potere digestivo dello stomaco. Agni e Prana sono menzionati insieme negliYoga-sastra (i testi sacri sullo yoga) con la denominazione di sole e luna. Queste

    sono le Devata (le energie) del canale Ida e Pingala, che saranno visti pi avanti.

    Bindu il suono non manifestato e Nada in generale il suono manifestato,

    lOmkara (il suono primordiale, cio il suono del Big Bang iniziale della creazio-

    ne)che il suono base di tutti i suoni e che si pu sentire chiudendo entrambi le

    orecchie. Tutti questi sono generati e alimentati dalla Kundalini. Lei anche chia-

    mata Saraswati quando, in uno dei suoi aspetti come prana, si manifesta in nada e

    poi nella forma del suono articolato. Il Muladhara, il seggio primario dei tre gran-di nadi, cos stato descritto affinch il ricercatore che cerca lilluminazione vi

    possa meditare.

    14-15. cominciando dallapice del Muladhara, il Sushumna (il canale cen-trale in cui scorre la Kundalini) raggiunge il Brahamarandhra (lapertura diBrahma, la sommit del capo ove fuoriesce la Kundalini); come un bam-boo tagliato a met alla radice, e che ha sei supporti (i sei chak ra)

    Il Sushumna si manifesta allapice del Muladhara e si estende fino alla cavit

    della testa. interamente uniforme, lungo e diritto, visibile solo agli yogi. I seisupporti del Sushumna, chiamati chakra, hanno ognuno una forma particolare e

    un posto particolare (segue la tabella con la descrizione dei singoli chakra).41

    41. Shri Adi Shankaracharya, D akshinamurti Stotra, Samata Books, Madras (India)1978. Cap. IV, pag. 82-84. Adi Shankaracharya un grande santo, f ilosofo e ri-formatore nato nellattuale regione del Kerala nellVIII sec. (788 820). Il com-

    mento di Suresvaracharya in carattere minore. La traduzione ed i commenti (fraparentesi) sono miei..

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    Credo sia molto interessante sottolineare come molte di queste in-

    tuizioni della tradizione classica orientale (risalenti nei testi scritti al-meno a pi di un millennio fa, ma che si rifanno a conoscenze oraliben anteriori allera cristiana) trovino ora unesatta corrispondenzacon le scoperte della medicina occidentale. Ad esempio la correlazio-ne fra il sistema nervoso autonomo, simpatico e parasimpatico, e il si-stema dei canali di energia: sushumna, ida e pingala nadi; oppure laperfetta corrispondenza fra i chak ra, ruote di energia, ed i plessi ner-vosi osservati dalla medicina: ogni chak ra posto lungo la colonnavertebrale nellesatta posizione di ogni singolo plesso, ad esempio il

    muladhara chak racorrisponde al plesso pelvico, il nabhi chakraal ples-so solare, lanahata chak raal plesso cardiaco, il vishuddi chakraal ples-so cervicale, lajnya chak ra al chiasma ottico, al punto in cui i due ca-nali laterali, ida e pingala nadi, si incrociano nella testa; questo creaunaltra correlazione: il canale destro, pingala nadi, che controlla il latodestro del corpo, a livello del chiasma ottico si sposta e occupalemisfero celebrale sinistro, esattamente come indicato dalla medicinaoccidentale, e il canale sinistro esattamente lopposto.

    Unaltra considerazione interessante, almeno degna di nota, chelenergia Kundalini risiede alla base della colonna vertebrale, inizial-mente addormentata come gi abbiamo visto, nellosso triangolare,descritto con la punta rivolta verso il basso e che corrisponde allossosacro; ci sarebbe da domandarsi come possibile che gli antichi greciavessero definito questo osso sacro , unico esempio nel nostro cor-po: forse gi erano a conoscenza di questa energia?

    Un aspetto che non stato ancora studiato a fondo, ma che merite-

    rebbe una particolare attenzione da parte della scienza medica occi-dentale, giacch predetto in modo chiaro dalla tradizione indiana, ladescrizione precisa che il sistema Samkhya ci offre dei canali di ener-gia. In particolare il sistema nervoso autonomo corrisponde ai canalinadi e alle qualit guna descritti da questo: il canale centrale, sushum-mna nadi (sattwa guna), al sistema parasimpatico; il canale destro, pin-gala nadi (rajo guna) al sistema simpatico di destra e il canale sinistro,idanadi (tamo guna) al sistema simpatico di sinistra. La medicina occi-

    dentale riconosce la profonda differenza fra i sistemi simpatico e pa-

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    rasimpatico, ma ancora non in grado di riconoscere le differenze, se

    ve ne sono, fra il sistema simpatico di destra e quello di sinistra: que-sto potrebbe essere un rilevante futuro campo di ricerca, in grado dioffrire importanti risultati medici e fisiologici. Unipotesi da studiaread esempio la possibilit che il canale destro sia maggiormente col-legato con lipofisi e il canale sinistro con lepifisi.

    Secondo il sistema Samkhya, ed anche secondo Sahaja Yoga, questedifferenze esistono e sono fondamentali nellessere umano: la loroconoscenza permetterebbe di spiegare una grande variet di fatti, di

    comportamenti umani e linsorgenza di eventuali malattie. Semplifi-cando al massimo, per non ampliare troppo largomento, posso farnotare che il tamo guna rappresenta nellessere umano il desiderio, lapassivit, la letargia, lemotivit, il passato; il rajo gunamuove le ener-gie dellazione, esprime cio in azione il desiderio del tamo guna, simuove verso il futuro, il dinamismo; il sattwa guna dona alluomo laricerca della conoscenza, la pace, la stabilit, lequilibrio. Lattenzioneumana si muove come un pendolo, da un lato allaltro, e difficilmenteriesce a stabilizzarsi nel centro, poich ogni azione genera una reazio-ne, in una catena infinita. Lessere umano quindi il risultato delleforze che si agitano dentro di s: una conoscenza di queste ben lo aiu-terebbe nel proprio equilibrio psicofisico. Ben consigliavano i nostripadri latini quando dicevano: ricerca il giusto mezzo.

    Abbiamo anche visto come la Kundalini si manifesti appieno nelmomento che raggiunge e pervade larea limbica; vista la fondamenta-le importanza di questa per i nostri studi, per meglio comprenderla mi

    permetto qui di richiamarne la descrizione che ci offre il dott. IvanoHammarberg Ferri:

    Il sahasrara, o settimo chakra, costituito da un insieme di strutture cheformano i margini interni della corteccia cerebrale. In senso astratto si pupensare ogni emisfero cerebrale, come una sfera di materia grigia con unforo attraversato dalle fibre nervose che lo connettono con le strutture sot-tocorticali dellencefalo basale. Questo foro circondato da un anello dimateria corticale e non che nel complesso formano il sistema limbico. Learee corticali del sistema limbico sono suddivise in meno strati rispetto ai

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    sei della neocorteccia e vengono denominate allo-corteccia o archi-corteccia (ippocampo e bulbo olfattivo). Nellinsieme il sistema limbico

    considerato il secondo cervello in ordine evolutivo di comparsa, dopo diquello rettiliano, e prima di quello recente corticale. Sarebbe il cervellomammifero antico.

    Le seguenti strutture sono attualmente considerate parti del sistema limbi-co:

    Amigdala: Implicata nella segnalazione alla corteccia cerebrale di stimolimotivazionali associati a reazioni di paura e ricompensa. Sembra implicatanelle reazioni emotive e nell'attrazione sessuale.

    Ippocampo: Implicato nella formazione delle tracce di memoria a lungotermine e nell'orientamento spaziale tramite mappe cognitive.

    Giro paraippocampale: Gioca un ruolo nella formazione della memoriaspaziale.

    Giro del cingolo: Controllo corticale del battito cardiaco e della pres-sione sanguigna e implicazioni cognitive specialmente nell'attenzione vo-lontaria.

    Fornice del cervello: Trasporta i segnali dall'ippocampo ai corpi mam-millari, implicato nella memoria a lungo termine.

    Ipotalamo: Controllo sul sistema nervoso autonomo e sulle vie neuro-endocrine tramite la ghiandola ipofisi. Coinvolto anche nelle reazioni emo-zionali e di paura, nei correlati fisiologici agli stati emotivi, ai ritmi circadia-ni (nucleo sopra chiasmatico) e in alcuni comportamenti stereotipati.

    Talamo: La stazione di recezione e ritrasmissione della corteccia cere-brale.

    Corpi mammillari: Importanti per la formazione della memoria a lungotermine.

    Ghiandola ipofisi: Costituita da Neuroipofisi e Adenoipofisi con origi-ne embriologica differente, secrezione di ormoni in grado di influenzare larisposta ormonale del sistema endocrino e di regolare l'omeostasi.

    Giro dentato: Coinvolto nella formazione di nuove tracce mnemoni-che.

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    Corteccia Entorinale: Essenziale per il corretto funzionamento del cir-cuito ippocampale, rappresenta la porta di entrata e di uscita del sistema.

    Corteccia Piriforme: Coinvolta in funzioni olfattive. Giro del fornice: Regione comprendente l'Ippocampo, il giro cingolato

    e il giro paraippocampale.

    Bulbo olfattivo: Recezione degli stimoli di natura olfattiva. Nucleus accumbens: Parte dello striato ventrale (Nuclei della base) sede

    dei circuiti Cortico-Striato-Talamici del sistema limbico.

    Corteccia orbitofrontale: Coinvolta nella presa di decisione, parte dellacorteccia prefrontale.

    Rappresentazione del settimo chakra, Sahasrara, cio mille, per indicare comequesto centro abbia molteplici petali, vale a dire connessioni neuronali che per-vadono tutta larea limbica.Immagine tratta da: M istici I ndiani M edioevali, UTET, 1979.

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    Immagine tratta da: M istici I ndiani M edioevali, UTET, 1979.

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    Rappresentazione schematica del corpo energetico, cos come descrittodalla tradizione indiana. Si possono notare: i sette chak ra, raffigurati comefiori di loto; losso triangolare sede della Kundalini; il canale centrale, su-shummna nadi(sattwaguna), sistema nervoso parasimpatico, il canale de-stro in colore giallo, pingala nadi (rajo guna), sistema nervoso simpatico didestra e il canale sinistro in colore azzurro, idanadi (tamo guna) sistemanervoso simpatico di sinistra.

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    B Alcune considerazioni sul pensiero e sul suo uso

    Su ci di cui non si pu parlare, si deve tacere.42

    Ludwig Wittgenstein

    Recita un classico detto orientale: Se investighi la mente con lamente, come puoi evitare la grande confusione? Anche EduardoBoncinelli, pur partendo da posizioni ben differenti, arriva alla stessaconclusione:

    un ultimo commento riguarda la pretesa di molti pensatori di ieri e dioggi di capire il mondo, e in particolare la mente, usando la mente. Questa stata forgiata e si evoluta per farci sopravvivere, non per comprenderese stessa. Certamente raggiunger lobiettivo, ma solo a patto che riconoscai propri limiti intrinseci e si appoggi sulle due grandi risorse che si saputanonostante tutto procurare: linterazione con le menti degli altri individui egli strumenti materiali della scienza e della tecnica.43

    Non possiamo che essere daccordo con la sua analisi, ma mi per-metto di aggiungere unaltra grande risorsa che ci permetter di inda-gare la mente: lintrospezione attraverso la meditazione.

    Vorrei quindi qui proporre un semplicissimo esercizio di attenzionee provare ad osservare il pensiero per identificarne alcune caratteristi-che. Proviamo innanzi tutto a prenderne consapevolezza. Siamo cos

    abituati a pensare che il pi del