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LA PITTURA FIORENTINA NELLA PRIMA META’ DEL SECOLO IL BEATO ANGELICO Fra Giovanni da Fiesole , più noto come Beato Angelico (Firenze 1396-1400, Roma 1455), è una figura fondamentale della pittura italiana del XV secolo, fra le più discusse e forse, incomprese. Era un monaco domenicano, il soprannome che gli fu dato, indicava bene un suo costume morale e una sua espressione artistica, legata ad un profondo senso di religiosità. Tuttavia questo fece nascere un equivoco interpretativo, cioè come poteva essere considerato un artista rinascimentale, viste le sue opere che avevano come protagonisti santi e madonne, di conseguenza come poteva conoscere il mondo reale se rimaneva chiuso nel suo convento. Veniva visto come ultimo erede della tradizione giottesca, e, proprio per la sua religiosità un antagonista di Masaccio. In realtà si tratta solo di interpretazioni infatti l’Angelico sotto l’apparente fedeltà alla tradizione pittorica religiosa, comprende i problemi dell’umanità in terra, ma li risolve con la fede nella giustizia divina. La posizione del pittore è del tutto particolare rispetto a quella degli altri artisti del primo ‘400, non è dunque reazionaria, l’Angelico pone l’uomo al centro della sua attenzione, sa che l’uomo può giungere a Dio comprendendo con la ragione prospettica, il creato, ma sa anche che questa comprensione è voluta da Dio stesso. Per questo nelle sue pitture il dramma non esplode mai, e anche gli episodi per gli altri più dolorosi come ad esempio la Crocifissione, vengono da lui contemplati con la serenità che gli proviene dalla sicurezza che tutto è voluto dal divino e quindi ha un senso ed è finalizzato ad una conseguente conclusione. Di seguito analizziamo alcune delle sue opere più significative. Annunciazione 1430-1432 Museo del Prado a Madrid Questa tavola fu realizzata per il Convento di San Domenico a Fiesole , oggi al Museo del Prado a Madrid. La scena è ambientata in un portico rinascimentale, uno spazio aperto che simboleggia l’apertura verso una nuova creazione, apertura verso Dio, mentre la stanza che si vede sul fondo rappresenta un ambiente chiuso e simboleggia il grembo materno che accoglie l’incarnazione. Al centro della scena è collocato l’Angelo inginocchiato, il quale è avvolto da un’aureola di luce ha le mani incrociate sul petto, che stanno a significare umiltà, in quanto l’Angelo è servitore ministro di Dio, è un messaggero di Dio che si trova davanti a colei che è stata scelta per diventare la Madre del Salvatore. La Vergine è seduta su un seggio coperto da un ricco drappo che fa anche da tappeto, sulle ginocchia ha un libro aperto, che rappresenta le Scritture che si avverano. Maria è leggermente piegata in avanti anch’essa con le braccia incrociate come l’Angelo in segno di accoglienza e di umiltà. Da un globo luminoso emergono le mani del Padre che sembrano dirigere verso Maria un fascio di luce in cui compare la colomba dello Spirito secondo le parole pronunciate dall’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza 1

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LA PITTURA FIORENTINA NELLA PRIMA META’ DEL SECOLO

IL BEATO ANGELICO

Fra Giovanni da Fiesole , più noto come Beato Angelico (Firenze 1396-1400, Roma 1455), è una figura fondamentale della pittura italiana del XV secolo, fra le più discusse e forse, incomprese. Era un monaco domenicano, il soprannome che gli fu dato, indicava bene un suo costume morale e una sua espressione artistica, legata ad un profondo senso di religiosità. Tuttavia questo fece nascere un equivoco interpretativo, cioè come poteva essere considerato un artista rinascimentale, viste le sue opere che avevano come protagonisti santi e madonne, di conseguenza come poteva conoscere il mondo reale se rimaneva chiuso nel suo convento. Veniva visto come ultimo erede della tradizione giottesca, e, proprio per la sua religiosità un antagonista di Masaccio.

In realtà si tratta solo di interpretazioni infatti l’Angelico sotto l’apparente fedeltà alla tradizione pittorica religiosa, comprende i problemi dell’umanità in terra, ma li risolve con la fede nella giustizia divina. La posizione del pittore è del tutto particolare rispetto a quella degli altri artisti del primo ‘400, non è dunque reazionaria, l’Angelico pone l’uomo al centro della sua attenzione, sa che l’uomo può giungere a Dio comprendendo con la ragione prospettica, il creato, ma sa anche che questa comprensione è voluta da Dio stesso. Per questo nelle sue pitture il dramma non esplode mai, e anche gli episodi per gli altri più dolorosi come ad esempio la Crocifissione, vengono da lui contemplati con la serenità che gli proviene dalla sicurezza che tutto è voluto dal divino e quindi ha un senso ed è finalizzato ad una conseguente conclusione. Di seguito analizziamo alcune delle sue opere più significative.

Annunciazione 1430-1432 Museo del Prado a Madrid

Questa tavola fu realizzata per il Convento di San Domenico a Fiesole, oggi al Museo del Prado a Madrid. La scena è ambientata in un portico rinascimentale, uno spazio aperto che simboleggia l’apertura verso una nuova creazione, apertura verso Dio, mentre la stanza che si vede sul fondo rappresenta un ambiente chiuso e simboleggia il grembo materno che accoglie l’incarnazione. Al centro della scena è collocato l’Angelo inginocchiato, il quale è avvolto da un’aureola di luce ha le mani incrociate sul petto, che stanno a significare umiltà, in quanto l’Angelo è servitore ministro di Dio, è un messaggero di Dio che si trova davanti a colei che è stata scelta per diventare la Madre del Salvatore. La Vergine è seduta su un seggio coperto da un ricco drappo che fa anche da tappeto, sulle ginocchia ha un libro aperto, che rappresenta le Scritture che si avverano. Maria è leggermente piegata in avanti anch’essa con le braccia incrociate come l’Angelo in segno di accoglienza e di umiltà.

Da un globo luminoso emergono le mani del Padre che sembrano dirigere verso Maria un fascio di luce in cui compare la colomba dello Spirito secondo le parole pronunciate dall’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza

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dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra”. E Dio Padre continua a vegliare sull’angelo e sulla Vergine Madre,infatti il Suo volto compare anche nel tondo incastonato nel pennacchio degli archi. Bellissimo il particolare della rondine che compare sulla corda dell’arco appena sotto l’immagine del Padre. La data del ritorno di questo uccello migratore è fissata simbolicamente il 25 marzo, giorno in cui si celebra l’Annunciazione. La sua presenza in questo contesto è dunque un segno dell’Incarnazione del Figlio di Dio e indica la Sua venuta per la primavera dell’umanità. Nella parte sinistra della tavola si apre un giardino fiorito che, come hortus conclusus, simboleggia la verginità di Maria. La palma che compare al centro è simbolo del martirio di Cristo e le rose rosse del sangue da lui versato per la redenzione dell’umanità. La presenza di Adamo ed Eva, scacciati dal giardino dell’Eden, sottolinea il dramma della dannazione dell'umanità, ricomposta tramite la salvezza in Cristo, resa possibile dall'accettazione di Maria.

Annunciazione 1430-1432 Museo del Prado a Madrid

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Cristo deriso. Beato Angelico. Armadio degli Argenti. Museo nazionale di San Marco. Firenze

Questo è uno degli affreschi contenuti nei pannelli dell’Armadio degli Argenti.I riquadri distribuiti in quattro pannelli formano le ante di chiusura dell’armadio in cui venivano custoditi gli ex voto di maggior valore nel piccolo Oratorio della SS. Annunziata Nella tavola dell’Armadio degli Argenti di Beato Angelico che rappresenta il Cristo derisoè presente uno spazio in cui le figure sono riconoscibili nella loro interezza, e dove ognuna svolge il proprio ruolo, di osservazione, commento o partecipazione all’azione. Quila presentazione è centrale, Cristo siede su un trono con basamento,che è il centro simmetrico della composizione. La scena è il palco di un teatro.

Cristo deriso. Beato Angelico. Armadio degli Argenti

I pannelli dell'Armadio degli Argenti sono una serie di opere, tempera su tavola, di Beato Angelico, realizzati tra il 1451 e il 1453 ed oggi conservati, nelle tavole superstiti, al Museonazionale di San Marco di Firenze. L'Armadio degli Argenti era un porta-ex voto della basilica della Santissima Annunziata di Firenze, queste opere sembra fossero state

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commissionate alla bottega dell'Angelico da Piero de' Medici. La commissione facevaparte di un più ampio progetto di Piero per la creazione di un oratorio familiare tra la cappella della Vergine Annunziata e la biblioteca del convento, nel quale l'Armadio dovevaessere custodito. L'oratorio venne provvisto di tetto nel 1451, quindi la decorazione internanon può essere stata fabbricata prima di quell'anno. L'ultimo pagamento a saldo del lavororisale poi al 1453. Una testimonianza dello stesso anno ci dice come l'armadio fosse già nell'oratorio, riferendosi alla finestra sopra di esso. Non si conosce la forma e la disposizione originaria dei pannelli dell'armadio, che in origine dovevano formare due porte/sportelli e che nella ristrutturazione dell'oratorio del 1461-1463, quando Piero vi fece ricavare due stanze per il suo soggiorno tra i monaci, vennero ricomposti probabilmente in una sorta di saracinesca, che veniva azionata meccanicamente dall'alto.

Cristo deriso, la Vergine e San Domenico, Museo nazionale di San Marco Firenze

Il Cristo deriso risalente alla fine degli anni 30 del Quattrocento si trova nella cella 7 del dormitorio del convento di San Marco a Firenze, corridoio est lato esterno, e fa parte di quel ristretto numero di opere la cui attribuzione diretta al Maestro è assolutamente certa e indiscussa. Nell’affresco, di Beato Angelico, di Cristo deriso, la Vergine e San Domenico, la composizione gravita su Cristo seduto su un trono, in posizione centrale. Ma tutto qui è trasposto su un piano metafisico in cui sono compresenti diversi spazi e diversi tempi. Cristo è bendato, come nel quadro degli Argenti analizzato precedentemente ma sonospariti gli attori della scena, i derisori, di cui compaiono solo visi e mani nell’atto deldileggio; questi visi e mani sono dipinti nel fondale verde, appartengono a esso, sono quindi sintetizzati iconicamente in uno spazio-tempo separato da quello del Cristo, anche se con questo interagente.Ma Cristo non è completamente -solo - al di qua di questo spazio tempo del fondale, ne è in certa misura immerso: anche se qui il suo sedile poggia su un basamento marmoreo(quindi ben fissato nello spazio antistante), il sedile rosso pare immergersi nel fondale stesso. L' estensione in profondità del sedile, infatti, appartiene per minima parte allo spazio esterno, dato che lo zoccolo del sedile è praticamente al confine dello spigolo tra il fondale verde (lo “schienale” del trono) e il basamento marmoreo. Cristo, con il suo sedile rosso, è partecipe quindi dei due spazi-tempi, e li mette in comunicazione (come si può vedere, del resto, dalle posizioni di mani e oggetti del martirio, alcuni evidentemente “davanti” a lui - ad esempio la mano con il bastone).Anche il contrasto cromatico evidenzia con forza il rapporto tra gli spazi-tempi: fondale verde, sedile rosso, basamento bianco; quest’ultimo fornirebbe tra l’altro – assieme alla veste bianca – una parvenza statuaria (quindi immobile, “al di là” dei tempi e degli spazi) al Cristo stesso. Ma il tempo e lo spazio di Cristo sono così “partecipanti” che possono accogliere, seduti su un ulteriore basamento di un colore rosato “della contemporaneità” - non solo la Vergine (temporalmente vicina al supplizio del figlio) ma anche San Domenico, evidentemente lontano dal tempo della scena, ma in questo contesto chiamato fortemente a farne parte. L’Angelico trasforma in puri simboli gli episodi delle percosse e degli sputi diretti a Cristo che si avvia al martirio.

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Derisione è la rozza panca che funge da trono, la canna nella mano destra e il sassotondo nella sinistra, la corona di spine sul capo, la veste bianca da folle, il volto bendato, percosso bastonato,sputato.

Cristo deriso, la Vergine e San Domenico

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Giudizio Universale 1425-1430 tempera su tavola Firenze Museo di San Marco

Il dipinto dell’Angelico raffigurante il giudizio universale ha una forma particolare, l’elemento su cui è rappresentato costituiva la parte superiore del sedile usato dall’abate e dai suoi cantori durante le messe cantate nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli a Firenze. Questa rappresenta una delle opere più importanti concepite negli anni Trenta del Quattrocento a Firenze. Per la rappresentazione del Giudizio Universale l’Angelico ha una ricca tradizione iconografica a cui ispirarsi, da una parte un testo letterario, la Divina Commedia, e dall’altro un’opera pittorica un affresco di Giotto che rappresenta il Giudizio Universale collocato nella Cappella degli Scrovegni a Padova. L’Angelico modifica lo schema verticale proposto da Giotto, dando un’impostazione orizzontale alla composizione, e concepisce l’evento apocalittico all’interno di uno spazio reale, quindi tridimensionale. L’intera composizione è regolata dall’applicazione della prospettiva, il punto di fuga è posizionato all’orizzonte dove idealmente convergono le direttrici su cui sono impostati i sepolcri e le tombe del Giudizio.La composizione si svolge su due piani distinti: quello inferiore con gli eletti e i dannati usciti dai sepolcri, e quello superiore segnato dall’emiciclo dei santi con al centro Cristo Giudice affiancato dalla Vergine e da San Giovanni Battista. I Membri dell’assemblea celeste siedono su due file sfalsate in altezza poggiando i piedi su nuvole piatte scorciate prospetticamente come se fossero le mattonelle di un pavimento.Gli angeli che attorniano la figura di Gesù sono figure costruite plasticamente nelle loro posizioni, negli scorci delle teste, nelle torsioni del collo. In basso corrispondono in maniera speculare il Paradiso e l’Inferno, quindi i beati con le braccia alzate a sinistra e a destra i peccatori che impetuosamente vengono trascinati appunto verso l’inferno. La porta del Paradiso è preceduta da un giardino primaverile dove gli Angeli insieme agli eletti vivono la gioia del canto, della pacificazione, dell’amore e dell’adorazione mistica. Gli Angeli che accolgono gli eletti sono figure celestiali, a destra al contrario troviamo i diavoli che spingono i dannati, che appaiono figure grottesche e furiose.Al centro della composizione, con una violenta cesura, gli eletti sono divisi dai dannati per mezzo della doppia fila di tombe scoperchiate, con una rappresentazione prospettica intuitiva non perfetta, ma che riesce a dare il senso di abisso incolmabile fra le due schiere.L’Inferno rappresentato sul fondo destro della composizione, sprofonda nel terreno,come un imbuto diviso in settori ciascuno dedicato ad uno specifico peccato, fino a giungere al calderone dove lucifero divora i colpevoli contro l’umanità. I colori, hanno qui un valore simbolico, il bianco, il verde, il rosa, l’azzurro, il rosso corallo, l’oro per rappresentare il paradiso , il nero il marrone e il rosso cupo per l’Inferno.

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Giudizio Universale 1425-1430

Tabernacoli dei Linaioli 1433 tempera su tavola, Firenze Museo di San Marco

Il tabernacolo è chiamato così perché fu commissionato dall’Arte dei linaioli una delle associazioni mercantili fiorentine, è rappresentata la Madonna con il Bambino, qui è evidente la completa adesione dell’Angelico al rinascimento, per la monumentalità della madonna, le gambe della quale con il manto, formano una solida base d’appoggio per il Bambino benedicente. Si vede in quest’opera anche l’influsso di Masaccio, nelleforme ben tornite della Vergine, nelle volumetrie dei personaggi abilmente chiaro scurati, nella stesura controllata dei colori, nelle fisionomie dei Santi che ricordano quelli rappresentati da Masaccio nella cappella Brancacci. Definizione di Tabernacolo: la parola tabernacolo in latino tabernaculum diminutivo di taberna dal significato di dimora, nella tradizione ebraica e cristiana significa il luogo della casa di Dio presso gli uomini. Comunemente con il termine tabernacolo si intende una struttura a forma di scatola presente in tutte le chiese nella quale sono conservate le ostie dopo la celebrazione eucaristica. Il termine tabernacolo si riferisce anche per indicare le edicole sacre o edicole votive che proteggono un’immagine sacra oggetto di culto, sia all’interno delle chiese, sia lungo le strade, o sulle facciate delle case.

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Tabernacoli dei Linaioli 1433

Incoronazione della Vergine degli Uffizi

L’Incoronazione della Vergine Maria è una pala d’altare, che venne eseguita nel 1432 circa a tempera su tavola, quest’opera proveniva dalla Chiesa di Sant’Egidio a Firenze e oggi è conservata nella Galleria degli Uffizi sempre a FirenzeNegli anni trenta del Quattrocento l’Angelico abbandonò progressivamente la formatipica dei polittici, prediligendo sempre di più le pale quadrate o rettangolari, più consone alla costruzione spaziale della prospettiva.

In un astratto fondo dorato, legato alla tradizione medievale è rappresentato il paradiso in miniatura al centro del quale si sta svolgendo l’Incoronazione della Vergine da parte di Cristo, evidenziata dai raggi dorati disposti a ventaglio tutt’attorno, simboli di luce divina, ottenuti con delle incisioni sull’oro.In realtà osservando bene la scena si tratta del momento successivo all’incoronazione perché la Vergine ha già la corona in testa, un diadema al quale sembra che Cristo stia aggiungendo un altra gemma.Il tono come in altre opere dell’Angelico è estremamente mistico, nella composizione vediamo un grande schieramento di santi, beati e angeli.

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A sinistra in primo piano si vede Sant’Egidio titolare della chiesa in cui era inizialmente collocata l’opera, poi è rappresentato un vescovo, e dietro San Francesco e San Domenico. Dal lato destro, tra le sante, si riconosce in prima fila Maria Maddalena inginocchiata.Nelle ultime file si possono vedere rappresentati degli angeli musicanti che sollevano i loro strumenti in aria, contribuendo a dare il senso della profondità prospettica.In quest’opera si può notare l’uso splendente dei colori sull’oro.

Definizione di pala d’altare: la pala d’altare è il pezzo pittorico o scultoreo che si trova al centro dietro l’altare, è l’opera che attira l’attenzione quando ci si trova di fronte all’altare . Si può anche trovare appesa nel presbiterio e normalmente era composta da due o tre pannelli di dimensioni non troppo ampie. Gli artisti cominciarono ad idearle nell’ XI secolo ma ebbero il maggior utilizzo nel corso del XIII secolo.Normalmente su questa pala si dipingono scene religiose come la Madonna con il Bambino, oltre all’opera che viene rappresentata la pala è composta da una serie di elementi decorativi che le danno prestigio, come la cornice riccamente lavorata che di solito decora i bordi della pala.La pala di solito è una tavola rettangolare posta verticalmente dietro l’altare.

Incoronazione della vergine degli Uffizi

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Incoronazione della Vergine - Louvre

L’Incoronazione della Vergine del Beato Angelico è una tempera su tavola, ed è conservata al Museo del Louvre di Parigi databile intorno al 1434-1435, l’ opera proviene dalla Chiesa di San Domenico di Fiesole dove l’Angelico era monaco. Fu portata in Francia durante l’occupazione Napoleonica.Rispetto all’Incoronazione degli Uffizi, in quest’opera si registrano dei grandi cambiamenti, in anzi tutto è scomparso il fondo oro, al contrario abbiamo un più realistico cielo azzurro, la composizione prospettica è più precisa seguendo la lezione di Masaccio.Il pittore costruisce qui un ricchissimo ciborio con trifore gotiche, impostato su una serie di gradini in marmi policromi. Sotto al quale si svolge la scena dell’Incoronazione della Vergine da parte di Cristo. Il tabernacolo gotico presenta colonnine tortili e e pilastrini sopra i capitelli.Gli angeli e i santi anche in questo caso sono disposti a cerchio attorno alla scena, tuttavia la loro collocazione nello spazio è molto precisa, esistono inoltre molte figure che adorano la scena rappresentate di spalle, questa è una novità compositiva per l’Angelico.Notevole è la costruzione prospettica mediante il disegno delle mattonelle del pavimento.I santi, i patriarchi e gli angeli musicanti formano una variopinta moltitudine, disposta in modo gerarchico vicino a Dio. Ciascuna figura è ritratta individualmente e scolpita volumetricamente tramite la luce che fa risaltare i colori brillanti delle stoffe, rendendoli armoniosamente in relazione fra di loro.L’illuminazione proveniente da sinistra si basa su un metodo caratterizzato più da lumeggiature che da ombre, e illumina in modo coerente tutte le figure.Sono riconoscibili tutti i santi di sinistra, Sant’Egidio il primo al centro poi San Nicola di Bari, San Francesco, San Bernardo da Chiaravalle, San Tommaso d’Aquino, San Domenico, San Giovanni evangelista ecc.Tra le sante di destra si riconoscono: per prima la Maddalena, con il vestito rosso e l’ampolla, poi santa Caterina d’Alessandria ecc.Al misticismo rappresentato dai numerosi santi, disposti simmetricamente, si contrappone il rigore geometrico della prospettiva, che conduce l’occhio dello spettatore fino nella profondità della rappresentazione dove si svolge la scena principale dell’incoronazione.La composizione dovette rappresentare un notevole sforzo per l’Angelico, che rinunciò al semicerchio per distribuire le figure a favore dell’uso di un sistema prospettico, con un punto di osservazione più basso, in modo da non dover digradare le figure troppo nettamente sul piano orizzontale, in maniera tale da non mettere troppo in evidenza quelle in primo piano, dovendo di conseguenza rimpicciolire quelle vicino a Gesù e la Vergine, che concettualmente erano più importanti.Dovette quindi adottare una soluzione che fu un compromesso dove il punto di convergenza delle linee prospettiche non è un elemento significativo, infatti cade sulla gradinata.

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Incoronazione della Vergine - Louvre

Deposizione dalla Croce nella pala di Santa Trinita 1432, tempera e oro su tavola, Museo di San Marco Firenze

Nel 1438 l’Angelico si trasferisce nel convento di San Marco a Firenze, in corso di ristrutturazione per ordine di Cosimo il vecchio de’ Medici, e si occuperà della decorazione pittorica.E’ di questi anni la grandiosa Pala per l’Altare maggiore della chiesa del convento raffigurante la Deposizione dalla croce, celebre anche per il paesaggio sullo sfondo, infatti è rappresentata la città di Gerusalemme, in una visione idealizzata e fantastica, accarezzata da una luce vivissima che ne evidenzia le belle mura, le torri e i palazzi. Il tutto sormontato da un cielo azzurro solcato da candide nuvole.Il pannello centrale della pala è organizzato con uno schema piramidale al centro, che ha come vertici i due dolenti inginocchiati alla base e il gruppo delle scale e dei santiin alto. Dietro si innesta la fascia orizzontale del paesaggio che si dispiega lateralmente con una medesima linea dell’orizzonte e con una rappresentazione della città, a sinistra, e di un paesaggio collinare a destra. L’ effetto compositivo è quello di uno sviluppo verticale al centro, evidenziato dal braccio destro della figura che abbassa il corpo e dalla figura eretta di San Giovanni, che si contrappone ad uno sviluppo orizzontale in profondità e ai lati.Anche lateralmente le fasce orizzontali dei personaggi sono caratterizzate da elementi compositivi verticali come la torre sullo sfondo e gli alberi.Su questo schema ortogonale si staglia la figura per lo più in diagonale di Cristo depostodalla croce, la scena si svolge tutta in primo piano. E’ qui evidente una delle caratteristiche

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più tipiche dell’Angelico cioè l’uso di colori limpidi, luminosi e brillanti, accordati in una delicata armonia tonale, che richiama il concetto della luce terrena quale riflesso sull’umanità della luce divinaLa rappresentazione ha un duplice significato da una parte la gravità, la drammaticità del fatto sacro, e dall’altra la vivacità pittoresca nella ricreazione ambientale.Le figure risultano avere una salda volumetria, soprattutto il corpo nudo del Cristo modellato anatomicamente , tuttavia manca una rappresentazione convincente del peso e dell’azione, basti osservare le figure sulle scale che sembrano lievitare nell’aria.Risulta notevole l’attenzione al dettaglio come ad esempio il segno delle frustate sul corpo di Gesù e la resa precisa delle fisionomie dei personaggi.Lateralmente abbiamo una suddivisione a sinistra le pie donne che si preparano ad accogliere il corpo nel sudario, e il gruppo di uomini a destra, tra i quali si riconosconodei dotti, che discutono sui simboli della passione, da un lato la religione dell’intelletto e dall’altro la religione del cuoreIl suolo è coperto da una fitta serie di piastrelle anch’esse rappresentate nei minimi particolari, che alludono alla primavera, intesa sia come periodo storico in cui si svolge la scena sia come rinascita.Le storie rappresentate nelle tre cuspidi e i santi raffigurati nella predella sono opera di Lorenzo Monaco.

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Deposizione dalla Croce nella pala di Santa Trinita

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Definizioni:

Polittico : il polittico, dal greco poli cioè molti, è per definizione una forma d’arte sacra cioè si tratta di una pala d’altare costituita da singoli pannelli separati, racchiusi da una cornice, al fine di dare all’opera una struttura architettonica. Quindi una struttura costituita da più pannelli, si dice un dittico quando ha due pannelli, un trittico quando ne ha tre.

Ciborio: è un elemento architettonico a forma di baldacchino che sovrasta l’altare maggiore nelle chiese. Poggia generalmente su quattro supporti verticali raccordati mediante archi e reggenti una volta piana o a cupola, destinata a contenere le ostie consacrate.

Trifora la trifora è un tipo di finestra divisa verticalmente in tre aperture, da due colonnine o da pilastrini, su cui poggiano tre archi a tutto sesto o acuti.A volte viene incorniciata da un ulteriore arco e nello spazio fra gli archi è inserita una decorazione o un’apertura circolare

Predella: la predella è una fascia dipinta divisa in più riquadri che di solito faceva da corredo alle pale d’altare dipinte su legno. La sua funzione era da una parte di coprire lo zoccolo inferiore della cornice dall’altro di corredare di scene accessorie la scena principale. Non necessariamente predella e pala erano dipinte dallo stesso autore.

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