9
Quando la mente e il cuore sono uniti nella preghiera e l’anima non è turbata da nulla, allora il cuore si riempie di calore spirituale e la luce di Cristo inonda di pace e di gioia tutto l’uomo interiore. San Serafino La preghiera è l’ossigeno della vita Prima settimana di Quaresima Tracce per la preghiera quotidiana in famiglia

La preghiera è l’ossigeno della vita

  • Upload
    others

  • View
    4

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: La preghiera è l’ossigeno della vita

Quando la mente e il cuore sono uniti nella preghiera e l’anima non è turbata da nulla,

allora il cuore si riempie di calore spirituale e la luce di Cristo inonda di pace e di gioia

tutto l’uomo interiore. San Serafino

La preghiera è l’ossigeno della vita

Prima settimana di Quaresima Tracce per la preghiera quotidiana in famiglia

Page 2: La preghiera è l’ossigeno della vita

Concedimi di accoglierti nel mio cuore

Gesù, fa' che il suono

della tua voce riecheggi

sempre nelle orecchie,

perché io impari a capire

come il mio cuore,

la mia mente e la mia anima,

ti possano amare.

Concedimi di accoglierti

negli spazi più nascosti del mio cuore,

tu che sei il mio unico bene,

la mia gioia più dolce,

il mio vero amico.

Gesù, vieni nel mio cuore,

prega con me, prega in me,

perché io impari da te a pregare.

Madre Teresa

LA PREGHIERA, la forza più potente del mondo

Bisogna che tutti noi troviamo il tempo di restare in silenzio e di contemplare, soprattutto se viviamo nelle metropoli come Londra e New York, dove tutto si muove tanto in fretta.

Comincio sempre la mia preghiera in silenzio, perché è nel silenzio del cuore che Dio parla. Dio è amico del silenzio: dobbiamo ascol-tarlo, perché ciò che conta non è quello che diciamo noi, ma quello che Egli dice a noi e attraverso di noi.

La preghiera alimenta l'anima: essa sta all'anima come il sangue sta al corpo, e porta più vicini a Dio. Dona inoltre un cuore limpido e puro. Un cuore limpido può vedere Dio, può parlare con Lui e può vedere l'amore di Dio negli altri. Quando hai un cuore limpido, vuoi dire che sei aperto e onesto con Dio, che non Gli stai nascondendo nulla, e ciò che consente a Lui di prendere da te quello che vuole.

Se stai cercando Dio e non sai da che parte cominciare, impara a pregare e assumiti l'impegno di pregare ogni giorno. Puoi pregare in qualsiasi momento, ovunque. Non è necessario trovarsi in cap-pella o in chiesa. Puoi pregare al lavoro: il lavoro non deve neces-sariamente fermare la preghiera, né la preghiera deve fermare il lavoro. Puoi anche consultare un sacerdote per essere guidato, o cercare di parlare direttamente con Dio. Basta che tu parli.

Digli tutto, parlagli. È nostro padre, è padre di tutti noi, qualunque sia la nostra religione. Siamo stati tutti creati da Dio, siamo i suoi figli. Dobbiamo riporre in Lui, lavorare per Lui. Se preghiamo, otter-remo tutte le risposte di cui abbiamo bisogno.

Senza preghiera non riuscirei a lavorare nemmeno per mezz'ora. Mediante la preghiera ricavo la mia forza da Dio.

Vi sono moltissimi esempi del potere della preghiera, e di come Dio ci risponda, sempre. Un prete, padre Bert White, è venuto a trovar-ci a Calcutta perché era interessato al nostro lavoro. È arrivato pro-prio al momento giusto: "Stavo andando a vedere il lavoro di Madre Teresa e delle Missionarie della Carità, e ho deciso di partecipare alla Messa nella Casa madre. Arrivando alla porta principale, sono stato accolto da una sorella che mi ha detto: "Grazie a Dio sei qui, padre, vieni dentro". Ho domandato: "Come fai a sapere che sono un prete?", dato che non portavo gli abiti ecclesiastici, e lei ha ri-sposto: "Il prete che di solito dice Messa non è potuto venire e così abbiamo pregato Dio che ce ne mandasse un altro"".

Madre Teresa

Page 3: La preghiera è l’ossigeno della vita

LUNEDI’ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16, 13-19)

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sa-rà sciolto nei cieli».

MEDITIAMO

In tutta la Chiesa, oggi, 22 febbraio, celebriamo la Cattedra di san

Pietro: ricordiamo la missione e il ruolo di Pietro all'interno della

Comunità cristiana. È l'occasione per ripensare alla nostra appar-

tenenza al grande sogno di Dio che è la Chiesa.

Gesù ha un progetto sull'umanità, un progetto di condivisione e di

amore, di giustizia e di pace che la Chiesa è chiamata a realizzare

come testimonianza. Il gruppo dei suoi discepoli, i cristiani, viven-

do nell'ascolto della Parola e nella condivisione della fede in attesa

del ritorno del Signore nella gloria, annunciano ad ogni uomo il ve-

ro volto di Dio rivelato da Gesù. La Chiesa, chiamata cattolica,

cioè universale, è diffusa in tutto il mondo, radunata intorno ai suc-

cessori degli apostoli (i Vescovi) e in comunione fra le varie chiese

locali.

In questa Chiesa, da sempre, i discepoli hanno riconosciuto a Pie-

tro un incarico particolare, un ruolo specifico affidatogli dal Signore

Gesù: è il compito di custodire il deposito della fede, di evitare,

cioè, che il tempo e le opinioni, gli errori e i tradimenti cambiassero

l'essenza del messaggio da lui trasmesso.

Così, sempre, le comunità hanno riconosciuto a Pietro e ai suoi

successori il compito di conservare il deposito della fede, quell'in-

sieme di scoperte e di verità su Dio e sull'uomo che i cristiani con-

servano gelosamente. A questo patrimonio ci rinvia la festa di oggi

che vede nella Cattedra (cioè nell'insegnamento) di Pietro il punto

focale per la fede cristiana.

Prima della sua Passione, Morte, Risurrezione, Gesù ha costituito

Pietro, pietra di stabilità, roccia di vero fondamento incrollabile, sul

fondamento della professione della sua fede. Pietro dice chi è Cri-

sto Gesù. Cristo Gesù dice chi è Pietro. "Tu sei il Cristo, il Figlio del

Dio vivente". "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia

Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa". Pietro

sarà colui che nella storia, dinanzi ad ogni altro discepolo, dinanzi

ad ogni uomo dovrà sempre predica-

re, annunziare, difendere, custodire,

proteggere la verità di Cristo Signore.

Tutti possono cadere dalla professio-

ne della verità della fede in Cristo Si-

gnore. Lui non cadrà mai. Glielo ha

promesso Gesù Signore. Chi vive in

comunione di fede con Lui mai crolle-

rà. Saprà sempre conoscere il vero

Cristo da tutti i falsi Cristi che gli uo-

mini sempre si costruiscono per la

loro rovina. Pietro sulla terra

(attraverso il suo successore, il Papa)

è la verità di Gesù Signore. AA.VV.

PREGHIAMO In questo giorno, festa della cattedra di s. Pietro, ricordiamo in modo particolare il prezioso e indispensabile servizio che il Papa, successore di s. Pietro, svolge come padre e maestro dei cristiani.

Page 4: La preghiera è l’ossigeno della vita

Oggi siamo invitati a pregare specialmente per il Papa, come responsabile dell'insegnamento e come guida dei fedeli, perché illuminato dallo Spirito e sostenuto da tutti cristiani (e partico-larmente dal clero) possa svolgere il suo ministero per il bene non solo dei cristiani, ma anche di tutta l'umanità.

Benedici o Signore, il nostro Santo Padre, il Papa; assistilo nel suo ufficio di pastore universale; sii la sua luce, la sua forza e la sua consolazione: E a noi concedi di ascoltare, con docilità di cuore, la sua voce come ascoltiamo la tua. Amen

Padre nostro

————————————————————————————————-

MARTEDI’

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6, 7-15) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima an-cora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

MEDITIAMO

Gesù, il nostro unico Maestro di preghiera, ci rivolge una lezione

magistrale sulla preghiera. Anzitutto, in negativo, Egli ci insegna

che pregare non consiste nello sprecare molte parole con Dio ri-

guardo ai vari nostri bisogni, «perché il Padre vostro sa di quali co-

se avete bisogno prima ancora che gliele chiediate». Pregare non

consiste nemmeno nel tentativo vano di piegare Dio alle nostre vo-

glie velleitarie o cercare di rabbonirlo nei nostri riguardi, perché Dio

non è un "padre-padrone", ma è solo un autentico Padre che ama

perdutamente i suoi figli. Gesù era molto preoccupato della pre-

ghiera dei suoi discepoli. Voleva che essi pregassero sempre, con

insistenza e che la loro preghiera fosse autentica, limpida, traspa-

rente, umile e tenace.

La preghiera che Gesù insegna ai discepoli inizia con un vocativo

stupendo: "Padre!". Esso è veramente insolito e sorprendente.

“Padre” non è uno dei tanti nomi e attributi di Dio, come l'Immenso,

l'Eterno, l'Increato..., ma è il Suo Nome proprio per eccellenza: "Se

lo chiamo Padre dico di lui tutto" (Teofilo di Antiochia, Ad Autolico I,3).

Per dire Padre, Gesù ha usato un termine della sua lingua mater-

na, l'aramaico (Abbà), che dovrebbe essere tradotto in italiano con

“Papà” e che esprime tutta l'intimità filiale che sgorga dalla contem-

plazione del Figlio verso il Padre celeste. La prima parola del Pa-

dre nostro, Papà, è già un annuncio che ci pone al centro della pre-

ghiera cristiana per eccellenza, perché in essa è già contenuto, co-

me in germe, tutto.

La bella notizia che Dio è Abbà e che noi siamo suoi figli è liberan-

te e ci è di enorme conforto. Vuol dire che all'origine della nostra

Page 5: La preghiera è l’ossigeno della vita

vita non c'è stato il caso o il destino, ma una decisione libera, colma

di un amore totale, personale, e di una gratuità assoluta. Non siamo

né schiavi, né orfani, siamo soltanto, immensamente e per sempre,

figli amati! Eremo San Biagio

PREGHIAMO con le parole di Paolo Curtaz

Prendiamo a cuore, oggi, la recita dell'unica preghiera che Gesù ci ha insegnato, recitiamo col cuore aperto il Padre Nostro come un tesoro prezioso, come un bene scoperto ed inatteso, e consapevoli della nostra fragilità, anche noi come gli apostoli chiediamo: "Maestro, insegnaci a pregare" .

Padre nostro

————————————————————————————————————-

MERCOLEDI’

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11, 29-32)

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa ge-nerazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salo-mone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nì-nive si alzeranno contro questa genera-zione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertiro-no. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

MEDITIAMO

Ben più di Giona è qui! Gesù è stupito e addolorato dalla durezza

di cuore di chi lo ascolta che è convinto di essere nel giusto, di es-

sere salvo a prescindere. E tira in ballo due esempi ben conosciuti

dall'uditorio: la regina di Saba che venne dal sud per verificare la

fama della saggezza di Salomone e ne fu impressionata e la con-

versione degli abitanti di Ninive, pagani, convinti a cambiare vita

dalla predicazione del riottoso profeta Giona. Ma i concittadini di

Gesù sono troppo convinti di essere nel giusto per mettersi in di-

scussione, per avviare una riflessione seria, per nutrire dei dubbi

sulla propria condotta. E, così facendo, seduti sulle proprie pre-

sunte certezze, diventano impermeabili all'annuncio del vangelo.

Che non ci succeda la stessa cosa! Proprio a noi, discepoli del

Signore, convinti di essere sulla strada giusta!

Ancora molti Giona ci invitano alla conversione e, diversamente

dai fratelli ebrei, abbiamo la grazia enorme di poter incontrare il

Signore Gesù nei segno della sua presenza che sono i sacramen-

ti. Ben più di Giona abbiamo qui oggi!

Non abbiamo scusanti: abbiamo tutti gli strumenti per prendere sul

serio l'invito a conversione che ci fa il buon Dio. Ben più di Giona e

Salomone abbiamo qui: la presenza stessa del Signore Gesù nel

segno della sua parola e dell'eucarestia! P. Curtaz

PREGHIAMO O Spirito di Dio, che con la tua luce distingui la verità dall'errore, aiutaci a discernere il vero. Dissipa le nostre illusioni e mostraci la realtà.

Page 6: La preghiera è l’ossigeno della vita

Facci riconoscere il linguaggio autentico di Dio nel fondo dell'ani-ma nostra e aiutaci a distinguerlo da ogni altra voce. Mostraci la Volontà divina in tutte le circostanze della nostra vita, in modo che possiamo prendere le giuste decisioni. Aiutaci a cogliere negli avvenimenti i segni di Dio, gli inviti che ci rivolge, i suoi insegnamenti. Rèndici atti a percepire i tuoi suggerimenti, per non perdere nessu-na delle tue ispirazioni. Ma soprattutto eleva il nostro sguardo, là dove egli si rende pre-sente, ovunque la sua azione ci raggiunge e ci tocca. Per Cristo nostro Signore. Amen

Padre nostro

———————————————————————————————————–—

GIOVEDI’ Dal vangelo secondo Matteo (Mt 7, 7-12)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete catti-vi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».

MEDITIAMO

La bellissima pagina del Vangelo di oggi ci riporta con forza alla

necessità della preghiera. Chiedere, cercare, bussare – in una pa-

rola pregare -, è necessario per vedere esauditi i desideri profondi

del cuore, per ricevere nella propria vita le benedizioni di Dio, i

suoi doni, per poter contemplare le meraviglie del Suo amore nella

nostra storia.

Tutti i malati, i ciechi, i paralitici del Vangelo che hanno pregato il

Cristo di guarirli sono stati guariti, e nessuno è stato rifiutato tra

coloro che hanno creduto in Lui e a Lui hanno chiesto. E questo

non perché il Padre non conosca già in anticipo le necessità della

nostra vita fisica, psichica e spirituale, quanto piuttosto perché è

soltanto nella preghiera che la nostra volontà incontra la Sua, ad

essa aderisce e si conforma. Ora, la volontà di Dio ha per oggetto

fondamentale la nostra salvezza e il nostro rinnovamento e nulla al

mondo può farla fallire, se non il rifiuto e la dimenticanza di questa

Sua volontà di bene per noi.

Nella preghiera fedele scopro che se io sto cercando Dio, Egli

dall'eternità sta cercando me: il Padre chiede dei "veri adoratori

che adorino il Padre in spirito e verità" (Gv 4,23). Dio "cerca tali

adoratori". Dio cerca! Dio cerca la preghiera dell'uomo perché essa

è via di salvezza e interviene per rendere favorevoli le condizioni,

le possibilità e la riuscita di questa preghiera. Eremo San Biagio

PREGHIAMO con le parole di Charles Singer

Il tempo passa e ripassa, ma per un momento fermo il tempo. E attendo che venga tu, Signore. Ho corso, parlato, lavorato, aiutato, giocato, pianto e il tempo è passato. Il tempo passa e ripassa, ma per un momento fermo il tempo.

Page 7: La preghiera è l’ossigeno della vita

E attendo che venga tu, Signore. La mia giornata è un mosaico, sparpagliato in mille pezzi. Ho fermato tutto per tutto riunire. Ho chiuso la mia bocca e le mie parole riposano. Ho ordinato i miei utensili e riposto i miei libri. I miei pensieri sono liberi e le mie mani distese. Mi siedo e sono pronto ad ascoltare. Il tempo passa e ripassa, ma per un momento fermo il tempo. Tu Signore sei lì. Mi aspetti. Mi siedo e ti consacro il mio tempo

Padre nostro

————————————————————————————————————

VENERDI’

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 20-26)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’av-versario non ti consegni al giu-dice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

MEDITIAMO

“Chiunque si adira con il proprio fratello sarà sottoposto al giudi-

zio” (5, 22). Dare spazio alla collera è sempre sbagliato. Anche

se la rabbia non si traduce nei gesti o nelle parole. Gesù non la-

scia scampo, non offre alcuna via di fuga a coloro che cercano e

trovano sempre motivi per giustificare i propri errori.

Egli invita a spezzare i sentimenti malvagi fin dal loro primo appa-

rire. Tante volte all’origine di certe parole o giudizi offensivi c’è

l’ira. È come una radice nascosta che inquina il nostro sguardo,

che all’improvviso genera quelle parole che feriscono gli altri. San

Giovanni Crisostomo scrive: “Non c’è nulla di più insopportabile

dell’ira e dell’arroganza”. E aggiunge: “Se la persona potesse

contemplarsi nel momento dell’ira, non avrebbe bisogno di altra

esortazione”.

Perché conserviamo rancore nei confronti degli altri? A che ser-

ve, a chi serve? Perché non ci impegniamo a stare in pace con

tutti? Attenti a non misurare la vita con quello che fanno gli altri,

troveremo sempre giustificazioni plausibili per non compiere i

passi della carità. Il Signore ci chiede di misurarci costantemente

con il Vangelo. Questa Parola, che deve gradualmente diventare

l’unico criterio di vita, chiede di stare in pace con tutti e di costrui-

re relazioni fondate sulla comunione e sulla collaborazione. Que-

sto impegno non deve essere intaccato se gli altri non si compor-

tano allo stesso modo. L’agire degli altri, anche di quelli che sono

più vicini e più legati a noi,

non deve condizionare né

cambiare il nostro stile di

vita. Chi giudica il fratello

con superficialità dovrà ren-

dere conto a Dio, le parole

possono essere più affilate

della spada e possono fare

più male della violenza fisica.

Page 8: La preghiera è l’ossigeno della vita

A che serve coltivare rancore. Anzi, a chi serve? Non serve a

me perché pensar male … fa male. Non serve alla comunità

perché inquina i rapporti fraterni. Non serve al Regno di Dio per-

ché la divisione offusca e rallenta l’annuncio del Vangelo. A chi

serve, allora? Oggi chiediamo la grazia di andare a confessare

subito i pensieri cattivi e di compiere gesti visibili di carità frater-

na.

PREGHIAMO INSIEME Signore, io da solo non arrivo a tanto, ma Tu hai detto: “chiedete e otterrete”. Sono qui a chiederti la pulizia del cuore, lo sgombro di tutto ciò che non è amore. Ottienimelo, Signore! Padre nostro

————————————————————————————–————

SABATO

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 43-48) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemi-co. Ma io vi dico: amate i vostri ne-mici e pregate per quelli che vi per-seguitano, affinché siate figli del Pa-dre vostro che è nei cieli; egli fa sor-gere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro cele-ste».

MEDITIAMO

“Porgi l'altra guancia”, che vuol dire: sii disarmato, non

incutere paura.

Gesù non propone la passività morbosa del debole, ma

una iniziativa decisa e coraggiosa: riallaccia tu la relazio-

ne, perdonando, ricominciando, rattoppando coraggiosa-

mente il tessuto della vita, continuamente lacerato dalla

violenza.

Il cristianesimo non è una religione di schiavi che abbas-

sano la testa e non reagiscono; non è la morale dei debo-

li, che nega la gioia di vivere, ma la religione degli uomini

totalmente liberi, come re, padroni delle proprie scelte an-

che davanti al male, capaci di disinnescare la spirale della

vendetta e di inventare reazioni nuove, attraverso la crea-

tività dell'amore, che fa saltare i piani, non ripaga con la

stessa moneta, scombina le regole ma poi rende felici.

“E’ scritto: Amerai il prossimo e odierai il tuo nemico, Ma

io vi dico: amate i vostri nemici.” Gesù intende eliminare il

concetto stesso di nemico. Violenza produce violenza co-

me una catena infinita. Lui sceglie di spezzarla. Mi chiede

di non replicare su altri ciò che ho subito. Ed è così che

mi libero. Tutto il Vangelo è qui: amatevi altrimenti vi di-

struggerete.

Page 9: La preghiera è l’ossigeno della vita

Cosa possono significare allora gli imperativi di Ge-

sù: amate, pregate, porgete, prestate?

Non sono ordini, non si ama infatti per decreto, ma

porte spalancate verso delle possibilità, trasmissione

da Dio all'uomo di una forza divina.

E tutto questo perché siate figli del Padre vostro cele-

ste che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi.

Da Padre a figli: c'è come una trasmissione di eredi-

tà, un'eredità di comportamenti, di affetti, di valori, di

forza.

Voi potete amare anche i nemici, potete fare l'impos-

sibile, io ve ne darò la capacità se lo desiderate, se

me lo chiedete, e proseguite sulla strada del cambia-

mento interiore, della conformazione al Padre.

Allora capisco: io posso (potrò) amare come Dio! Ci

sarà dato un giorno il cuore stesso di Dio.

È straordinario, verrà il giorno in cui il nostro cuore

che ha fatto tanta fatica a imparare l'amore, sarà il

cuore di Dio e allora saremo capaci di un amore che

rimane in eterno, che sarà la nostra anima, per sem-

pre, e l'anima del mondo.

E. Ronchi

PREGHIAMO INSIEME con le parole di Madre Teresa

Conducimi dalla morte alla vita, dalla menzogna alla verità.

Conducimi dalla disperazione alla speranza, dalla paura alla verità.

Conducimi dall'odio all'amore, dalla guerra alla pace.

Fa' sì che la pace riempia i nostri cuori, il nostro mondo, il nostro universo. Pace, Pace, Pace. Padre nostro