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La qualità dei controlli come strumento di mitigazione del capitale assorbito Massimiliano Forte

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La qualità dei controlli come strumento di mitigazione del capitale assorbito

Massimiliano Forte

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Contesto

le istituzioni finanziarie si sono esposte in misura crescenteai rischi diversirischi diversi – operativi, di non conformità nonche’ reputazionali– derivanti da

affiancamento (e sovraesposizione) di nuove attivitànuove attività a quelle tradizionali (finanza strutturata, derivati)

aumentata complessitàaumentata complessità del contesto operativo, normativo e regolamentare

Attività tradizionali poco performing, utili in calo, spinta del trading e dell’investiment

gestione dei rischi limitata alle tipologie Pillar I e approccio ai rischi da

“laboratorio”

Sostenibilità delle performances del sistema bancario

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Contesto

Rischi indotti dall’aumento della complessità gestionalecomplessità gestionale

in presenza di strategie aziendali orientate a forte crescita, abbiamo assistito a casi di scarsa funzionalità dei meccanismi di governance

e del sistema dei controlli interni

• forte accentramento dei poteri nell’EsecutivoEsecutivo, non soggetto a controlli efficaci

tendenza all’autoreferenzialità

scarsa domanda di “risk” e inefficace gestione del processo decisionale prevalentemente “business oriented” con rischi correttamente misurati ma off policies.

• maggiore sensibilità del top management alle esigenze di sviluppo commerciale piuttosto che al rafforzamento dell’assetto organizzativo-rafforzamento dell’assetto organizzativo-informatico e dei controlliinformatico e dei controlli

debolezza delle funzioni di analisi organizzativa

insufficienti sistemi di monitoraggio dell’efficienza dei processi aziendali

inadeguata valutazione delle esigenze connesse con l’ampliamento dell’operatività in settori non tradizionali, non adeguatamente presidiati

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Basilea II e NAC

Nell’ambito del II Pilastro, rischi e controlli devono uscire dalla fase di laboratorio per diventare embedded in un sistema di governance integrato.

da parte degli intermediariintermediari, il processo formalizzato di valutazione dell’adeguatezza del capitale interno (ICAAP) è fondato sulla ricognizione di tutti i fattori di rischio rilevanti, anche non coperti o parzialmente coperti dai requisiti del Primo Pilastro

Con esplicita inclusione del rischio reputazionale tra i rischi da considerare

da parte delle Autorità di VigilanzaAutorità di Vigilanza, il riesame e la valutazione dell’ICAAP sarà effettuata sulla scorta del proprio apprezzamento del profilo di rischio globale dell’intermediario, tenuto anche conto dell’adeguatezza dei sistemi di internal governance

Con valutazione dell’esposizione dell’intermediario al rischio reputazionale e dell’idoneità della funzione di compliance

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L’ICAAP ha tra I suoi presupposti l’esistenza di adeguati meccanismi di governo societario, una struttura organizzativa ben definita e efficaci sistemi di controllo interno.

L’ICAAPL’ICAAP

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Ricordiamo che ICAAP si colloca in un macro processo di allocazione del capitale quale processo di assegnazione della capacità di assumere rischio a ciascuna business unit che sono in grado di massimizzarne la redditività

Il patrimonio di una istituzione finanziaria non risponde solo alla funzione di copertura delle perdite e quindi di cuscinetto per l’assorbimento dei rischi, ma è una forma di finanziamento adatta per quelle attività delle ist fin la cui redditività si manifesta in modo differito nel tempo;

Nel determinare la dotazione di capitale sono 4 I fattori che vanno considerati: a) I requisiti patrimoniali impliciti ed espliciti imposti dal Regulators b) I piani di sviluppo aziendale e il relativo grado di rischio c) il mercato di capitali d) il rating obiettivo

Capital Allocation ProcessCapital Allocation Process

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Il primo pilastro impone nuovi requisiti patrimoniali che possiamo definire espliciti con la conseguenza e tutti ormai nota che in ambito di approcci standard potrebbe generarsi un aumento del requisito patrimoniale per effetto della presenza del requisito addizionale relativo al rischio operativo.

L’uso di modelli interni potrebbe determinare una riduzione del requisito. In ogni caso nei primi tre anni il requisito patrimoniale esplicito è soggetto ad un floor prefissato rispetto al requisito patrimoniale scaturito dalle regole di Basilea 1.

I requisiti implici derivano proprio dal secondo pilastro, formalmente definito supervisory review, volto ad affiancare alle regole quantitative un processo di determinazione del requisito patrimoniale - meglio detto “adeguatezza patrimoniale” - che comprende delle variabili qualitative e organizzative nell’ambito dei sistemi di controllo dei rischi delle banche oltre che della presenza di altri rischi non ricompresi nel primo pilastro.

Capital Adeguacy. Requisiti espliciti ed implicitiCapital Adeguacy. Requisiti espliciti ed impliciti

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PILLAR II Template PILLAR II Template 1.0 Executive Summary ........................................................................................................................ 3

2.0 Legal Vehicle Name ........................................................................................................................ 3

2.1 Summary of Activities ...................................................................................................... 3 2.1.1 Cash Management ................................................................................................ 3 2.1.2 Trade Services ...................................................................................................... 3 2.1.3 Investor Services .................................................................................................. 3

2.2 Financials........................................................................................................................... 4

IMPORTANT to include at least two (2) past years' and three (3) future years’ projections and to show expected regulatory capital ratios .......................................... 4

2.3 Capital Trends and Objectives ........................................................................................ 4

3.0 Capital Adequacy............................................................................................................................ 4

3.1 Risk Appetite..................................................................................................................... 4

3.2 Use of Capital .................................................................................................................... 5

3.3 Risk Assessment ................................................................................................................ 5 3.3.1 Credit Risk ........................................................................................................... 5 3.3.2 Market Risk .......................................................................................................... 8 3.3.3 Liquidity Risk..................................................................................................... 10 3.3.4 Operational Risk.................................................................................................12 3.3.5 Concentration Risk ............................................................................................. 16 3.3.6 Other Risks, such as Pension, Business, and Insurance ..................................... 17 3.3.7 Franchise Risk .................................................................................................... 17

4.0 Capital Planning ........................................................................................................................... 19

4.1 Capital Planning Process ............................................................................................... 19 4.1.1 Major Business Initiatives Proposed – Comment on Significant Changes......... 19 4.1.2 Organic Growth..................................................................................................19 4.1.3 Capital Forecast..................................................................................................19

4.2 Capital Transferability................................................................................................... 19 4.2.1 U.S. Federal Reserve Bank................................................................................. 19 4.2.2 Any Material External Features, e.g., APB 23 election...................................... 20

4.3 Contingency Capital Plans............................................................................................. 20

5.0 Overall Conclusion ....................................................................................................................... 20

6.0 Governance of the ICAAP............................................................................................................ 20

6.1 Independent Review ....................................................................................................... 20

6.2 Approval Process ............................................................................................................ 20

PILLAR II TEMPLATE

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The Supervisory review and evaluation process (SREP)Review the institution’s risk profile, IG and ICAAP adequacy and reliability, adequacy of its own funds and internal capital mitigants, with the following tools at their disposal

On-site examinations and inspections Off-site review Discussions with bank management Review of work done by external auditors Periodic reporting

Risk control and management processes MUST BE adequate for their business structure and risk profileInternal Governance (IG)

Ensure that management is explicitly/transparently responsible for business strategy, organization, and internal control.

Internal capital adequacy assessment process (ICAAP):

Adequately identify and measure the firm’s risksHold adequate internal capital in relation to Citigroup’s risk profileUse sound risk management systems and develop them further

Pillar II - Supervisory Review Process PrinciplesPillar II - Supervisory Review Process Principles

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E’ sulla definizione di qualità del sistema dei controlli interni che bisogna soffermarsi per definirne contesto e contenuti.

Contesto: BU-processi-rischi inerenti-key controls-rischi residuiBU-processi-rischi inerenti-key controls-rischi residui

Punti di domanda: Gli obiettivi assegnati alle BU sono stati definiti in modo coerente con gli macro-obiettivi stabiliti dall’azienda (corporate objectives)?

Quale è il livello di consapevolezza tra i managers e lo staff; sono state mai espresse preoccupazioni sui rischi assunti?

Sono chiaramente definiti i ruoli e le responsabilità dei risk owners all’interno della BU?

Esiste una diffusa conoscenza del risk appetite aziendale e del livello massimo di accettabilità dei rischi residuali al netto dei controlli in essere?

Esistono canali di comunicazione appropriati tra staff e managers in merito agli obiettivi assegnati e ai rischi?

Il ruolo del Sistema dei Controlli Interni Il ruolo del Sistema dei Controlli Interni

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I rischi come vengono identificati e valutati, e nel caso di mutamenti di contesto o di strategie esistono appropriati meccanismi di adeguamento?

E’ in essere un processo che garantisca nel continuo che i rischi siano individuati (catturati), ed immediatamente classificati e valutati?

Quali sono le policy in termini di mitigazione e contingency dei rischi materiali?

Esiste apposita documentazione dalla quale risultino evidenze dell’intero processo di individuazione e valutazione dei rischi?

Esiste una funzione che svolge il ruolo di quality assurance nelle linea di management e che guida e supervisiona il processo di Risk Control Self Assessment?

Esistono appositi test di verifica dei controlli di primo livello (key control levels)?

L’uso della tecnologia supporta il business nella riduzione dei rischi operativi derivanti da un eccessivo uso di attività manuali?

Il ruolo del Sistema dei Controlli Interni Il ruolo del Sistema dei Controlli Interni

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Esiste un apposito cruscotto (dashboard) a disposizione del management che permette di prendere le decisioni in termini di assunzione e gestione dei rischi in tempi ragionevoli?

Sono registrati gli eventi che non producono perdite materiali (near misses)?

Esistono per ogni categoria di rischio un benchmark in termini di correlazione con i volumi o di livelli soglia per dimensione dell’organizzazione?

I key controls sono efficaci ed effettivi?

I key controls sono documentati?

Esiste una metodologia di reporting consolidata in modo da poter fornire informativa al senior management sui rischi “importanti”, i fallimenti dei key controls e le performances corrette per il rischio?

Il ruolo del Sistema dei Controlli Interni Il ruolo del Sistema dei Controlli Interni

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