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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 16 marzo 2014 ell’esempio di Gesù c’è il prezioso insegnamento per questo amore universale verso il mondo che inizia però dall’amore per il proprio territorio. Gesù ha pianto per la sua città e sulla croce, per la salvezza del mondo, ha portato i suoi piedi sporchi della terra di Gerusalemme. Dovremmo far comprendere ai ragazzi, così facil- mente incantati da un facile amore universale, questo stile di amore universale di Gesù, che parte dal particolare e dall’immediato. Così i ragazzi impareranno allora che l’amore per il Terzo mondo inizia dall’amore e dal servizio alla "nonna" e che la partecipazione alla sofferenza di tutti gli uomini parte dall’impegno nel proprio territo- rio. (Relazione sulla Pastorale catechistica dei ragazzi 1982) N Il Convegno diocesano Catechesi e Caritas del 29 marzo in via Donnini. Un invito a tutti gli operatori pastorali che si occupano di carità, catechesi, giovani e famiglia onvertirsi. Abbiamo la possibilità in questi quaranta giorni di preparazione alla Pasqua di meditare,di fare silenzio, di condurre una vita più sobria e di ricercare un maggiore rigore interiore. I tempi della crisi e il troppo vociare dell’era tecnologica ci offrono l’occasione per abbellire "la nostra casa" di modestia e di umiltà e di ripensare e rigenerare i nostri stili di vita. L’ astinenza, il digiuno (non solo dai cibi) e la penitenza siano per ognuno compagni salutari nel cammino quotidiano. Saranno un balsamo per aiutarci ad irradiare le nostre vite con la luce della giustizia. Con la speranza di portare energie nuove nei nostri paesi e nelle nostre città. C Al Santuario di Montenero 24 ORE PER IL SIGNORE DALLE 17 DEL 28 ALLE 16 DEL 29 MARZO ADORAZIONE EUCARISTICA CONTINUA E CONFESSIONI a Nuova Evangelizzazione ha tra i suoi compiti quello di rendere più centrale il sacramento della Penitenza. Per questo motivo, ci proponiamo di valutare al massimo il tempo della Quaresima come momento particolarmente adatto per vivere l’esperienza di evangelizzazione alla luce del sacramento della Penitenza. È nata così la proposta «24 ore per il Signore». A partire dalle ore 17 di venerdì 28 marzo, per ventiquattro ore, si chiede che almeno una chiesa in ogni diocesi possa rimanere aperta per consentire a quanti lo desiderano di accostarsi al sacramento della penitenza, auspicabilmente in un contesto di adorazione eucaristica. L’iniziativa dovrebbe essere pastoralmente preparata..Per questo abbiamo pensato a un breve sussidio pastorale che le Edizioni San Paolo proporranno sia direttamente ai parroci interessati sia in abbinamento ad alcune loro riviste. A Roma, l’iniziativa sarà presieduta da Papa Francesco con una celebrazione penitenziale nella Basilica di San Pietro. Conclusa questa celebrazione, le confessioni proseguiranno in alcune chiese del centro storico che rimarranno aperte per accogliere quanti desiderano incontrare il Signore e fare esperienza della sua misericordia. La celebrazione, unita all’adorazione eucaristica, continuerà fino alle ore 16,00 di sabato 29 marzo per concludersi alle ore 17,00, con la celebrazione dei Primi Vespri della Dominica in Laetare nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia, santuario romano della Divina Misericordia. La proposta è rivolta alla Chiesa intera con l’intento di poter creare una felice tradizione, che annualmente troverà riscontro nella IV Domenica di Quaresima. Secondo le indicazioni del Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione L Astinenza e digiuno eggendo le Scritture risulta peraltro chiaro che la proposta del Vangelo non consiste solo in una relazione personale con Dio. E neppure la nostra risposta di amore dovrebbe intendersi come una mera somma di piccoli gesti personali nei confronti di qualche individuo bisognoso, il che potrebbe costituire una sorta di "carità à la carte", una serie di azioni tendenti solo a tranquillizzare la propria coscienza».(E.G. 180). Queste parole di Papa Francesco sono il leitmotiv del Convegno Diocesano Catechistico che vede l’unione con la Caritas Diocesana, per un unico Congegno che si volgerà il 29 marzo nel nuovo centro di via Donnini. Questa attenzione alla Carità non fatta di piccoli gesti individuali, come ci invita papa Francesco, è una parte integrante dell’atto catechistico, infatti non si ha annuncio del Vangelo se questo non si realizza nella pratica, ma soprattutto se non si vive la Carità come fondamento della catechesi, addirittura potrei dire dell’intera azione pastorale della Chiesa. Questa idea era una delle attenzioni dell’Ufficio Catechistico, che infatti propose lo scorso anno la gita del 25 aprile a Cortona, proprio per iniziare un percorso di riflessione su Catechesi e Carità, visto che la diocesi che ci ospitava aveva elaborato un progetto, che vedeva la collaborazione tra Catechesi e Caritas diocesane. Ecco che quest’anno il Convegno Diocesano giunge alla sua seconda tappa, visto che la prima è stata caratterizzata dall’incontro con Mons. Bregantini avvenuto il 18 dicembre presso le "Sorgenti della Carità" di via Donnini. Il Convegno Catechesi e Carità, vedrà la presenza di Don Salvatore Soreca, giovane catecheta, assistente di studio dell’Ufficio Catechistico Nazionale, che aiuterà a riflettere sul rapporto Catechesi e Carità, non una catechesi che fa piccoli gesti di carità, ma che ha alla base la Carità. La sua relazione darà l’avvio a dei gruppi di lavoro che dovranno elaborare delle proposte perché questo tema si realizzi nelle nostre parrocchie, attraverso la collaborazione dei catechisti con le caritas parrocchiali. Questo convegno quindi, pone un altro tassello al lento rinnovamento proposto dal vescovo Simone, cioè la pedagogia del "fare consapevole", che aiuta il ragazzo a comprendere, che essere cristiani non è solo una dottrina, ma, potremmo dire, "uno sporcarsi le mani" che fa incontrare Cristo in modo concreto. Da qui allora, la proposta di quest’anno di fare un unico convegno in Quaresima, che veda uniti la Caritas con l’Ufficio Catechistico. Ma a questo appuntamento sono invitati a partecipare non solo operatori Caritas e i catechisti della formazione cristiana, ma tutti coloro che si occupano di catechesi da quelli degli 0-6 anni, alla catechesi familiare, dei fidanzati e degli adolescenti, giovani e adulti. Un convegno ambizioso, forse sì! Ma vogliamo crederci e vogliamo continuare a camminare insieme per far sì che la nostre parrocchie siano sempre di più animate dall’azione testimoniante di Cristo Amore. Riepilogando: SABATO 29 MARZO ALLE ORE 16.00 presso le "SORGENTI DELLA CARITÁ" di Via Donnini 165. Ma non finisce qui… infatti il terzo appuntamento sarà la Gita del 25 aprile a S. Antimo. don Fabio Menicagli L « IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi LINEA di Pensiero di Luca Lischi Carità «à la carte»?

La Settimana n. 11 del 16 marzo 2014

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

16 marzo 2014

ell’esempio di Gesù c’è il prezioso insegnamento per questoamore universale verso il mondo che inizia però dall’amore per

il proprio territorio. Gesù ha pianto per la sua città e sulla croce, perla salvezza del mondo, ha portato i suoi piedi sporchi della terra diGerusalemme. Dovremmo far comprendere ai ragazzi, così facil-mente incantati da un facile amore universale, questo stile di amoreuniversale di Gesù, che parte dal particolare e dall’immediato. Così iragazzi impareranno allora che l’amore per il Terzo mondo iniziadall’amore e dal servizio alla "nonna" e che la partecipazione allasofferenza di tutti gli uomini parte dall’impegno nel proprio territo-rio.

(Relazione sulla Pastorale catechistica dei ragazzi 1982)

N

Il Convegno diocesano Catechesi e Caritas del 29 marzo in via Donnini.Un invito a tutti gli operatori pastorali che si occupano di carità, catechesi, giovani e famiglia

onvertirsi. Abbiamo la possibilitàin questi quaranta giorni di

preparazione alla Pasqua dimeditare,di fare silenzio, di condurreuna vita più sobria e di ricercare unmaggiore rigore interiore. I tempidella crisi e il troppo vociare dell’eratecnologica ci offrono l’occasioneper abbellire "la nostra casa" dimodestia e di umiltà e di ripensare erigenerare i nostri stili di vita.L’ astinenza, il digiuno (non solo daicibi) e la penitenza siano perognuno compagni salutari nelcammino quotidiano. Saranno unbalsamo per aiutarci ad irradiare lenostre vite con la luce della giustizia.Con la speranza di portare energienuove nei nostri paesi e nelle nostrecittà.

C

Al Santuario di Montenero24 ORE PER IL SIGNOREDALLE 17 DEL 28 ALLE 16 DEL 29 MARZOADORAZIONE EUCARISTICA CONTINUA E CONFESSIONI

a Nuova Evangelizzazione ha tra i suoicompiti quello di rendere più centrale il

sacramento della Penitenza. Per questomotivo, ci proponiamo di valutare almassimo il tempo della Quaresima comemomento particolarmente adatto per viverel’esperienza di evangelizzazione alla lucedel sacramento della Penitenza. È nata cosìla proposta «24 ore per il Signore».A partire dalle ore 17 di venerdì 28 marzo,per ventiquattro ore, si chiede che almenouna chiesa in ogni diocesi possa rimanereaperta per consentire a quanti lo desideranodi accostarsi al sacramento della penitenza,auspicabilmente in un contesto diadorazione eucaristica. L’iniziativa dovrebbeessere pastoralmente preparata..Per questoabbiamo pensato a un breve sussidiopastorale che le Edizioni San Paolo

proporranno sia direttamente ai parrociinteressati sia in abbinamento ad alcuneloro riviste. A Roma, l’iniziativa sarà presieduta da PapaFrancesco con una celebrazionepenitenziale nella Basilica di San Pietro.Conclusa questa celebrazione, leconfessioni proseguiranno in alcune chiesedel centro storico che rimarranno aperte peraccogliere quanti desiderano incontrare ilSignore e fare esperienza della suamisericordia. La celebrazione, unitaall’adorazione eucaristica, continuerà finoalle ore 16,00 di sabato 29 marzo perconcludersi alle ore 17,00, con lacelebrazione dei Primi Vespri dellaDominica in Laetare nella Chiesa di SantoSpirito in Sassia, santuario romano dellaDivina Misericordia. La proposta è rivolta alla Chiesa intera conl’intento di poter creare una felicetradizione, che annualmente troveràriscontro nella IV Domenica di Quaresima.

Secondo le indicazioni del Pontificio Consiglio

per la Promozione della nuova evangelizzazione

L

Astinenza e digiuno

eggendo le Scritturerisulta peraltro chiaroche la proposta delVangelo non consiste

solo in una relazionepersonale con Dio. E neppurela nostra risposta di amoredovrebbe intendersi comeuna mera somma di piccoligesti personali nei confrontidi qualche individuobisognoso, il che potrebbecostituire una sorta di "caritàà la carte", una serie di azionitendenti solo atranquillizzare la propriacoscienza».(E.G. 180).

Queste parole di PapaFrancesco sono il leitmotivdel Convegno DiocesanoCatechistico che vedel’unione con la CaritasDiocesana, per un unicoCongegno che si volgerà il 29marzo nel nuovo centro divia Donnini.Questa attenzione alla Caritànon fatta di piccoli gestiindividuali, come ci invitapapa Francesco, è una parteintegrante dell’attocatechistico, infatti non si ha

annuncio del Vangelo sequesto non si realizza nellapratica, ma soprattutto senon si vive la Carità comefondamento della catechesi,addirittura potrei diredell’intera azione pastoraledella Chiesa. Questa idea era una delleattenzioni dell’UfficioCatechistico, che infattipropose lo scorso anno la gitadel 25 aprile a Cortona,proprio per iniziare unpercorso di riflessione suCatechesi e Carità, visto chela diocesi che ci ospitavaaveva elaborato un progetto,che vedeva la collaborazionetra Catechesi e Caritasdiocesane. Ecco che quest’anno ilConvegno Diocesano giungealla sua seconda tappa, vistoche la prima è statacaratterizzata dall’incontrocon Mons. Bregantiniavvenuto il 18 dicembrepresso le "Sorgenti dellaCarità" di via Donnini. Il Convegno Catechesi eCarità, vedrà la presenza diDon Salvatore Soreca,

giovane catecheta, assistentedi studio dell’UfficioCatechistico Nazionale, cheaiuterà a riflettere sulrapporto Catechesi e Carità,non una catechesi che fapiccoli gesti di carità, ma cheha alla base la Carità. La suarelazione darà l’avvio a deigruppi di lavoro chedovranno elaborare delleproposte perché questo temasi realizzi nelle nostreparrocchie, attraverso lacollaborazione dei catechisticon le caritas parrocchiali. Questo convegno quindi,pone un altro tassello al lentorinnovamento proposto dalvescovo Simone, cioè lapedagogia del "fareconsapevole", che aiuta ilragazzo a comprendere, cheessere cristiani non è solo unadottrina, ma, potremmo dire,"uno sporcarsi le mani" chefa incontrare Cristo in modoconcreto. Da qui allora, laproposta di quest’anno difare un unico convegno inQuaresima, che veda uniti laCaritas con l’UfficioCatechistico. Ma a questo

appuntamento sono invitati apartecipare non solooperatori Caritas e i catechistidella formazione cristiana,ma tutti coloro che sioccupano di catechesi daquelli degli 0-6 anni, allacatechesi familiare, deifidanzati e degli adolescenti,

giovani e adulti. Un convegno ambizioso,forse sì! Ma vogliamo credercie vogliamo continuare acamminare insieme per far sìche la nostre parrocchie sianosempre di più animatedall’azione testimoniante diCristo Amore.

Riepilogando: SABATO 29MARZO ALLE ORE 16.00presso le "SORGENTI DELLACARITÁ" di Via Donnini 165.Ma non finisce qui… infatti ilterzo appuntamento sarà laGita del 25 aprile a S.Antimo.

don Fabio Menicagli

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

LINEAdi Pensiero

di Luca LischiCarità «à la carte»?

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI16 marzo 2014II

La parola alle... CARITAS PARROCCHIALI

n occasione del IX anniversario della mortedel Servo di Dio don Luigi Giussani e XXXII

del riconoscimento pontificio della Fraternità, siè tenuta presso la chiesa di S. Giulia, la Messapresieduta da monsignor S. Giusti. Lacomunità di CL si ritrova, inoltre, per laricorrenza dei 60 anni della nascita delmovimento; 60 anni da quell’iniziale “salire lescale del liceo Berchet”, così come ce loracconta nel suo libro dedicato alla Vita di donGiussani A. Savorana, di cui il 14 Marzo saràpresentato nella nostra città. Nella fedeltà alcarisma di don Giussani, - si leggenell’intenzione - chiediamo a Dio la grazia diuna sana e bella inquietudine affinché,seguendo papa Francesco, riconosciamo in ognicircostanza della vita l’iniziativa di Dio chesempre ci precede e ci attrae a Sé con il Suoamore. E con Cristo presente andiamo incontroa ogni uomo che Lo desidera e Lo cerca converità per rendere visibile l’essenziale.Ma cos’è questo carisma? Introducendo lacelebrazione Mons. Giusti ha evidenziato comedon Giussani non abbia voluto fare niente dinuovo, se non mettere al centro Cristo ecostruire la Chiesa attraverso la realtà:incontrando degli studenti in treno, prima, e ascuola, poi.Nell’omelia – che prende avvio dal passo delVangelo di Matteo in cui Gesù manifesta aisuoi discepoli quelle che sa essere leprospettive della sua vicenda terrena e, difronte alle rimostranze di Pietro gli dice “Va’dietro di me, Satana, perché non pensi secondoDio, ma secondo gli uomini”– il Vescovo haindividuato nella difficoltà di seguire i disegnidi Dio anziché la mentalità del mondo “ildramma di sempre”, che anche Don Giussani sitrovò ad affrontare nei momenti più difficilidella storia del movimento, riuscendo, tuttavia,a tener sempre chiara la rotta – cioè tenendo

sempre al centro Cristo – così da evitare che ilsuo impegno cadesse nel moralismo edivenisse sterile. Occorre aver sempre chiara labussola: Cristo al centro. Il Vescovo delinea, poi,un’immagine dell’attuale società capitalisticaoccidentale (ma non tralascia riferimenti allacorruzione e alla decadenza delle societàcinese e russa), come figlia di una culturacentrata sull’appagamento dei desideri, egoistaed individualista, in cui si vende la coscienza incambio del potere e del denaro e in cui si fasempre più pressante la costruzione di unoStato etico, ideologico e intollerante.Attribuisce la causa di questa crisi morale alfatto che si è cercato di emarginare la religionedalla società, un principio di bene – quindi Diostesso – dal cuore delle persone che, smarritala bussola, non sanno più cos’è bene e cos’èmale. Basti pensare che in Belgio hannodovuto inventare il consenso dei bambini perl’eutanasia, perché altrimenti sarebbe statauna legge contraria alla Carta Europea. Unbambino non chiede di essere ucciso, machiede ai suoi genitori di stargli vicino, diaiutarlo a guarire.Ma è questa la società che vogliamo? Si è poichiesto il Vescovo. Giussani ci insegna comeun’esperienza spirituale forte e radicata inCristo ci impedisce di lasciarci abbagliaredall’ideologia. Una delle frasi di Don Giussani:“In casa mia c’era poco pane, ma tantamusica”: un’educazione al bello. Dobbiamocostruire qualcosa di grande, avere il coraggiodi pensare a una società diversa dalla presente.Certamente non siamo dei conservatori per ilconservatorismo, ma non a patto ditrasformare i valori fondanti in una semplicelotta di potere. Cristo al Centro. Nella misura incui Cristo è al centro vi potrà essere unaprofonda liberazione, nostra e della societàtutta.

a cura di Andrea Capaccioli

VENERDÌ 14 MARZO ALLE 21.00PRESSO IL MEETING & CONFERENCECENTRE PANCALDI ITALIA EVENTI,PRESENTAZIONE DEL LIBRO “VITA DIDON GIUSSANI”

I

PRIMA FESTA DIOCESANA DEI BEATI FRANCESCO E GIACINTA MARTO

Un cuore per Gesùella parrocchia di N.S di Fatima, sedediocesana del Movimento del Mes-

saggio di Fatima, si è svolta la prima festain onore dei Pastorelli di Fatima: i BeatiFrancesco e Giacinta Marto.I Beati Francesco e Giacinta, beatificati il13 maggio del 2000 da Giovanni PaoloII, sono due figure molto importanti dafare conoscere ai bambini, ma anche aigrandi; i due pastorelli, infatti, insiemealla cugina Lucia, videro per tre volte unangelo e, da maggio a ottobre del 1917, ilgiorno 13 , apparve loro la Madonna cheli esortava a pregare e offrire sacrifici perriparare i peccati, ottenere la conversionedei peccatori e la pace del mondo.Infiammati d’amore per il Signore e per

le anime, ebbero una sola aspirazione:pregare e soffrire, secondo l’invito del-l’Angelo della Pace e della Madonna.Arrivati molti bambini e ragazzi dalle va-rie parrocchie della diocesi , accompa-gnati dai genitori e da alcune catechiste,la festa ha avuto inizio alle 15, animatada don Rosario Esposito, con una proces-sione iniziata nei giardini della parroc-chia fino alla chiesa, dove due ragazzihanno portato le due statue dei pastorellifino all’altare, e tutti hanno offerto unfiore bianco deponendolo ai piedi delquadro del Cuore Immacolato di Maria.

N

Molto bello e coinvolgente, anche per igrandi, il momento di preghiera doveogni bambino ha scritto una preghierinaa Gesù per intercessione dei pastorelli,inoltre la scritta sul cartoncino a formadi cuore del proprio nome offerto allaMadonna, che a luglio depositeremo aFatima nella Cappellina delle Apparizio-ni, con la recita dell’Atto di Consacrazio-ne.Interessante anche il cartone animato sul-la storia dei pastorelli e sulle apparizioni

di N.S. di Fatima piaciuto molto anche aigenitori e alle catechiste.Nel finale i bambini si sono divertiti tan-tissimo con il lancio dei palloncini aiquali avevano spillato la preghiera perso-nale scritta precedentemente.

Alessandra e Silvia M.M.F.

L’anniversariodella morte didon Luigi Giussani

È questa la società che vogliamo?

DI FABIO FIGARA

pessoabbandonatidai figli;oppure

costretti adospitarlinuovamente conloro, dopo chehanno perso illavoro. E amantenerli, pursapendo di nonpoterci riuscire. Omagari soli, forsemalati, circondatida solitudine eindifferenza. Uneffetto della crisieconomica, sicuramente, maanche di una cultura che porta avedere gli anziani solo come unpeso. Realtà che non possonopiù essere ignorate né tollerate. Iparrocchiani della chiesa dellaMadonna hanno pensato diaffrontare tale situazioneoffrendo una serie di servizirivolti proprio a loro.«Abbiamo cominciato nel 2011,organizzando un incontro almese con gli anziani cheabitano la nostra Parrocchia -spiega don Placido Benivetto,parroco della Madonna - adoggi, nonostante le attualidifficoltà economiche, grazie ainumerosi volontari che siadoperano per portare avanti unservizio di questo tipo,riusciamo a sfamare, in media,almeno 25 persone per 12 volte

S

al mese, tre volte ognisettimana, proponendo unulteriore incontro, seguito da S.Messa, a cui possonopartecipare anche i loro parenti»Spesso bussano alla porta delcentro di Via delle Galere,adiacente alla chiesa, anchemolti utenti provenienti dalquartiere Venezia.«Queste persone, comprese inuna fascia di età tra i 65 e i 99anni, soffrono anzitutto disolitudine: abbandonatecompletamente a loro stesse,cercano un dialogo, unconfronto, qualcuno con cuiconfidarsi, e qualche attività pertrascorrere serenamente legiornate. Ecco, vorremmoproprio aiutarli a “togliere iltempo alla solitudine”. E moltidi loro, avendo una pensione

piuttostobassa, sonoentrati purenella sogliadi povertà».Adaffiancare laCaritas dellaMadonna inquesta“opera disostegno aglianzianifragili”,arrivanoaiuti ancheda molte

altre associazioni, tra cuil’Ordine di Malta, il Cisom el’SVS, che non solo offronoulteriori volontari per i turnidella mensa (solo per questoservizio è necessaria la presenzadi almeno 24 persone ed uncoordinatore per ogni mattina),ma si occupano anche diorganizzare varie occasioni diintrattenimento e momenti diattività fisica assistita.A causa dei tagli volutidall’Europa su alcuni fondi,molti dei quali utilizzati per ilfinanziamento di attivitàsolidali, il Banco Alimentarenon riesce più ad erogare lemedesime quantità di viveridegli anni precedenti, causandodelle difficoltà notevoli nelreperimento di risorse.Fortunatamente, oltre che dalle

raccolte monetarie devolute daiparrocchiani, il Centrousufruisce di un contributo daparte della CET, la ConferenzaEpiscopale della Toscana.«Attualmente stiamo cercandodi educare i giovani acomprendere loro quanto siaimportante l’aiuto del prossimoin difficoltà, e, di riflesso,sensibilizzare le loro famiglie -continua don Salvatore - dasettembre abbiamo chiesto atutti i bambini del catechismodi portare un prodottoalimentare, una volta al mese,da destinare alla Caritas» Ma non solo mensa per anziani:all’interno del Chiostro dellaMadonna è attivo il Centrod’ascolto ogni 1° e 3° lunedìdel mese, dalle 15.00 alle 17.30,con distribuzione dei pacchialimentari. Purtroppo anchealtre realtà, seppur in numerolimitato, si affacciano ai localidel Centro Caritas: ludopatici,tossicodipendenti e alcolisti(sempre più spesso Italiani)chiedono aiuto o assistenza perrisolvere i propri problemi.Fortunatamente anche grazie adun’ottima collaborazione con laCaritas diocesana, il Centrod’ascolto della Madonna riescead arginare molte di questesituazioni, dimostrando quantosia importante il mantenimentodi una “Rete per la Carità” nellanostra città.

Nella Parrocchia della Madonna i

volontari del Centrod’ascolto operano per

offrire un sostegnoconcreto a molte

persone provenientida situazioni

di disagio.Tra cui molti anziani

soli e poveri

«Vogliamo togliereil tempo alla solitudine»

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI16 marzo 2014 III

NEL MONDO della Musica

Una chitarra per amica

DI GAETANO MASTRORILLI

reta Merli, nata evissuta a Livorno, classe1983, mammalivornese e papà

aretino. Un fratello pianista,plurilaureato e insegnante nellescuole pubbliche e docente dipianoforte.

Che ci fa con una chitarra atracolla?«Ah, non me ne ero accorta…Beh, ormai è un pezzo di me.Passare tanto tempo insieme ciconsente di approfondire lareciproca conoscenza».

Della musica ha fatto unaprofessione?«Sì, e mi ritengo fortunata!Insieme con alcuni colleghi hocreato, e gestisco, una societàchiamata “Percorsi Musicali”,un centro di musicapolifunzionale che organizzacorsi di musica (classica, jazz,moderna, elettronica e perl’infanzia), noleggia numerosesale prova e ospita uno studiodi registrazione di alto livellotecnico. Una professione, lamia, fatta di tante sfumaturedi colore: dall’insegnamento,ai concerti, ai servizi alpubblico, alle sessioni diregistrazione».

Esiste, dunque, l’equazionelavoro = passione?«Per me, esiste! Volgendo losguardo al passato rivedo imomenti d’incertezza tra lascelta della professioned’ingegnere o quella delmusicista… Credo di averscelto la strada giusta, quellache mi ha condotto alla metapiù amata e alle cose chemeglio so fare! In un momento così difficileper l’occupazione, la sceltamigliore che un giovane possafare per il proprio futuro ècoltivare i propri sogni elottare perché si realizzino.Proprio così, “lottare”. L’Italianon è terreno fertile per igiovani imprenditori chedevono letteralmente"combattere" contro gliostacoli di un sistema socialeimbrigliato nelle maglie dellaburocrazia e aggravato da unacrisi strutturale senzaprecedenti.Spero davvero che i genitorinon ostacolino le passioni e leinclinazioni di quei figli chedella musica vorrebbero farneun lavoro o anchesemplicemente unostraordinario strumento per

Gavvicinarsi all’arte. Io sonostata fortunata: mia madre miha sempre supportata nellemie scelte».

Qual è la sua formazionemusicale?«Nasco come chitarristaclassica. Dopo aver conseguitoil diploma di solfeggio e ilcompendio inferiore dichitarra, ho affrontato lostudio moderno dedicandomialla chitarra acustica, a quellaelettrica e all’armonia Jazz. Hoiniziato a suonare in alcuneband pop-rock e formazioni“unplugged” (che utilizzanostrumenti acustici, ndr).

La Musica è più ortodossia deipostulati di teoria musicale opiù ricerca e sperimentazione?«Io amo la ricerca e lasperimentazione, ma quellodel suono è un mondo darispettare, dacoltivare e da ritrovare, giornodopo giorno. M’ispiro aigrandi chitarristi, quelli chericonosci dalla prima nota chesuonano: credo sia importantee stimolante rivolgersi a chi lamusica l’ha costruita e, altempo stesso, trasformata.Evviva la molteplicità dellesonorità, la ricchezza deglieffetti prodotti dagli strumentielettronici, la varietà dellechitarre, ma nondimentichiamo che la Musicaprima di essere fuori, è nellemani, nella testa e nel cuore».

Come è cambiata la vita di unmusicista nell’era del Web 2.0?

«Sinceramente non credo cheinternet abbia mutato il mododi fare musica, né che siacambiato qualcosa per unmusicista. Peraltro i mieistudenti parlano e vivono inun mondo assai lontano dalmio ma, forse, rispetto altempo in cui io erostudentessa, non è cambiatopoi molto, salvo il fatto cheoggi siamo costretti a perderetempo dietro ai “social”, allapubblicità e alle forme dicomunicazione di ogni tipo.La musica, per fortuna, è fattadi cose concrete: di mani, diorecchie, di occhi, di personeche cercano, che si fermano eche ascoltano. La musicascaricata, riprodotta dallecuffiette e vista su Youtubenon porta direttamente allasua conoscenza che invece sipersegue ascoltando gli artistidal vivo, studiandone ediscutendone le performance.

Tuttavia mi rendo conto che lamultimedialità rappresenta unveicolo importante per ladiffusione del gusto musicale».

Dunque lei non riconosce alcunvalore aggiunto a internet,soprattutto in relazione allapossibilità di "creare pubblico"per un artista?«Io credo che i fans si creinocon il tempo e il sudore,suonando dal vivo.Indubbiamente il fatto cheessi possano seguirti sul web ècertamente un valore aggiuntorispetto al passato, ma non sicostruisce un seguito dipubblico dalla rete, se mai èvero il contrario».

Plugged o unplugged?«Unplugged? Forse… Il mioprimo grande amore è senzadubbio la chitarra acustica,sebbene io la concepisca inuna versione piuttosto“contemporanea”. Infatti, mipiace usare sulla chitarra oltrea suoni "legnosi", propri dellostrumento, anche effetti didelay (“eco”, ndr), il looper(sistema elettronico a pedaleche permette di fare piccoleregistrazioni dal vivo eriascoltare immediatamente,ndr) e di percussione sullacassa. Adoro suonare lachitarra acustica, è un po’come il blues, sangue epassione: devi faticare per faruscire la sua voce e darle iltempo di crescere e maturare.Quando la suoni con tanta“presenza”, ti fanno male lemani, le braccia. La senti, èviva e allo stesso tempo saessere dolce e delicata,seducente...Oggi, però, con la mia nuovaband (le Missteryke) eseguobrani inediti dal sapore hardrock tutto italiano. Insomma,ho imparato a fare amiciziacon la chitarre elettrica… »

… allora Plugged?«Beh, diciamo che ho scopertodi amare tutte e due!»

Quali sono i suoi prossimiimpegni?«Portare avanti i progetti cuitengo di più: Percorsi Musicali(www.facebook.com/centropercorsimusicali), il centropolifunzionale di cuiaccennavo sopra.Naturalmente lavorare per idue gruppi musicali di cuifaccio parte: le Honky TonkGirlz(www.facebook.com/HonkyTonkGirlz), duo unplugged,chitarra e voce, con cui suonoprincipalmente cover conarrangiamenti originali e leMissteryke(www.facebook.com/pages/Missteryke), rock band per cuisono chitarrista e autrice».

Ci indica tre prioritàirrinunciabili nella sua vita?«L’amore per le persone.L’amore per la musica e, inparticolare, per la chitarra.Viaggiare… nella curiosità!»

Per finire, le pongo la stessadomanda che rivolsi nel 1995 aGaetano Curreri degli Stadio.Cos’è per lei un accordo disettima?«Forse è la “domanda” cheogni musicista si pone ognigiorno per diminuire ladistanza che lo separa dallaperfezione assoluta dellamusica, per avvicinarsi allameraviglia di quest’arte unicae immensa. Ogni tantoqualcuno ci riesce. Ecco chedalla settima, stato disospensione e attesa, si passa auno stato di perfezioneassoluta: penso a Jeff Beck, aTommy Emmanuel, JimiHendrix, a Stef Burns, a EricClapton...»

È possibile fare della propriapassione un lavoro? Greta Merli,giovane musicista livornese c’è riuscita e ci racconta come harealizzato il suo sogno

a leggenda narra che Livorno fu il primo portoitaliano in cui sbarcarono i chicchi di caffè. Ma non si

tratta solo di mito se anche Paolo Castignoli, direttoredell’Archivio di stato per molti anni e conoscitoreattento delle origini del "labrone", sosteneva di avertrovato un documento che dimostrasse come il caffèfosse arrivato preda dell’assalto a una nave turcamesso in atto dalla Compagnia di Santo Stefano.La storia non ci dice in quale modo quel primo caricovenne usato ma certo è che col tempo la città haimparato ad amare quel prodotto. Intorno a un buoncaffè conversavano artisti in Piazza Cavour, nello storicocaffè Bardi, punto di ritrovo di personaggi che hannodato lustro alla nostra città in campo artistico.Ancora oggi il caffè è un piacere tanto che in una cittàdi piccole dimensioni come la nostra si contano più diquattro grandi torrefazioni, senza scordarsi i piccolinegozietti che ancora puntellano le strade del centro.Oggi ne vogliamo conoscere una che non solo vantaun’esportazione in tutto il mondo e un’ottima qualità,ma che forse trova la sua particolarità anche nellapersona che ne è a capo.Ornitologo in gioventù, Enrico Meschini rappresenta laquarta "generazione Arcaffé", storico marchio made inLivorno. "Mi sono laureato in scienze naturali e per diecianni ho seguito questa passione. Poi, a 35 anni, misono dedicato all’azienda di famiglia, Arcaffé appunto,fondata nel 1945, con un’esperienza nell’arte del caffèiniziata già dal 1893".Ma lui non era un imprenditore e cancellare una mentescientifica non era facile. Forse proprio questo è statoquello che lo ha portato a creare un’azienda sempre piùrinomata: "Ho trasmesso tutti quei valori e esperienzeche mi ero costruito con la mia vita fino a quelmomento, guardando all’azienda non con un occhio daimprenditore ma basandomi anche in questo caso su unapproccio scientifico che era quello che conoscevomeglio".È così che oggi il signor Meschini è amministratoreunico Arcaffé Estero e Presidente de "Le Piantagioni dicaffè", l’altra torrefazione nata in Via Provinciale Pisanadalle radici Arcaffé.Sì, perché Arcaffé oggi ha una duplice identità: il caffèche beviamo in Italia non proviene più dall’azienda delsignor Meschini, anche se mantiene il nome originario,che si è dedicata solo al caffè di esportazione dialtissima qualità con contatti europei ma non solo. LePiantagioni di caffè ha deciso invece di mantenereanche il territorio italiano.L’etichetta su cui si legge "Livorno" arriva fino inRussia, in Canada, ad Hong Kong e in Corea e supera ilMar Mediterraneo fino a Israele. "Proprio lì abbiamotrovato il nostro cliente migliore, tanto da decidere diimpiantare una torrefazione locale".L’interno della struttura di Via Provinciale Pisana èimpregnata dell’aroma inconfondibile con una sala didegustazione dove uno dei 12 dipendenti si dedica all’assaggio del caffè tostato nella sala accanto."Il nostro è un prodotto monopiantagione per macchineespresse da bar. Monopiantagione vuol dire qualità cheè quello su cui abbiamo voluto specializzarci". Per farlo,negli anni ’90 Enrico Meschini iniziò a visitare lepiantagioni nei paesi produttori, El Salvador, Costa Ricae Guatemala. "Era un investimento importante per unapiccola azienda, ma aveva un significato forte". Pertrovare qualità era necessario il contatto con chi quelcaffè lo toccava e lo sceglieva, per far capire loro iproblemi che ci potevano essere una volta arrivato alconsumatore."E’ così che ho fondato Caffè SpecialiCertificati, una associazione di 9 torrefazioni italiane lacui missione è promuovere la cultura del caffè di qualitàattraverso la conoscenza diretta delle piantagioni diprovenienza. Conoscere il produttore fa sì che lui abbiaun occhio di riguardo nei tuoi confronti e come te puntialla cosa più buona che possa produrre. Da questaesperienza è nata un’imprenditorialità dal volto piùumano".La linea Le Piantagioni di caffè vanta anche unprodotto "Fair trade": "Abbiamo voluto insegnarel’assaggio del caffè espresso così come viene fatto inEuropa per far capire come quaggiù viene interpretatoil gusto". Oggi Enrico Meschini grazie alla sua azienda èstato nominato partner tecnico Slow Food per il caffè.Tra tanti che se ne vanno, è bello scoprire che Livornonasconde ancora tanti piccoli o grandi imprenditori checon coraggio hanno fatto della qualità la loro armacontro la crisi.

Giulia Sarti

L

Enrico Meschini ciracconta il suo “caffè”

Tutto il mondo in un chicco

Diocesiinforma

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI16 marzo 2014IV

VENERDÌ 14 MARZONella mattina, udienze laici in vescova-do18.00 il Vescovo partecipa alla presenta-zione del libro "Vita di don Giussani" acura del Portico di Salomone al Meeting& Conference Centre Pancaldi (ingressoBagni Pancaldi)

SABATO 15 MARZO8.00 pellegrinaggio mensile diocesano aMontenero a seguire S. Messa e rito deicatecumeni 16.00 incontro con i bambini capitanidelle squadre partecipanti alla JuniorTim Cup, il calcio degli oratori

DOMENICA 16 MARZOIl Vescovo è a Verona per impegni pasto-rali

LUNEDÌ 17 MARZO21.15 in vescovado, cineforum

MARTEDÌ 18 MARZONella mattina, udienze clero in vescova-do

MERCOLEDÌ 19 MARZO9.30 il Vescovo è in visita alla Wass10.45 il Vescovo, visita l’Anfass a Villa Se-rena18.00 S. Messa e processione in occasio-ne della festa patronale a S. Giuseppe

GIOVEDÌ 20 MARZO9.30 ritiro spirituale del clero per la Qua-resima a villa Tirrena21.15 in occasione della visita pastoraleal VI vicariato, incontro con i genitoridei ragazzi del catechismo della parroc-chia di S. Martino in Parrana

VENERDÌ 21 MARZONella mattina, udienze laici in vescova-do19.00 vespri e lectio divina in seminario21.15 consiglio pastorale diocesano invescovado

SABATO 22 MARZO11.00 S. Messa per i Cavalieri Costanti-niani alla chiesa di S. Caterina18.00 S. Messa e cresime alla parrocchiadella SS.ma Trinità

DOMENICA 23 MARZO11.00 S. Messa e cresime alla parrocchiadi S. Stefano a Castelnuovo della Miseri-cordia

Agenda del VESCOVO

ei locali dell’associazione nella sede di via Cecconi si è riunita lapresidenza delle Acli provinciali per compiere una riflessione

sulle attività in corso e sul loro sviluppo futuro. Il presidente, Anto-nio Melani, nel fare il punto sul tesseramento ha messo in risalto lasostanziale stabilità del numero complessivo degli iscritti malgra-do la disaffezione delle persone alla partecipazione dovuta anchealla situazione di crisi che stiamo vivendo. Per quanto riguarda leattività di servizio a favore dei cittadini, la programmazione degliinterventi risulta oggi difficile da determinare perché bisogna tenerconto degli eventuali nuovi provvedimenti legislativi di cui non siè ancora in grado di conoscerne la forma e la consistenza. Nel pro-sieguo dei lavori dell’incontro è emersa la linea di sostenere i Cir-coli come investimento di energie per il futuro, il proposito di vita-lizzare le Acli si è già manifestato nel Circolo di Piombino con unainiziativa specifica come quella della raccolta di indumenti di-smessi in simbiosi con la locale San Vincenzo de’ Paoli. Riguardoal Patronato Acli si è constatato che si sono prodotti gli stessi ricavidell’anno precedente e i primi due mesi del 2014 risultano moltopromettenti. Per quanto concerne i moduli del CUD non verrannopiù mandati ai cittadini e saranno reperibili presso i patronati cheli stamperanno gratuitamente, saranno anche ritirabili negli ufficipostali con l’esborso di un piccolo corrispettivo. La stampa gratuitadel CUD potrà anche permettere agli uffici del patronato di verifi-care se ci sono pratiche da attivare nell’interesse dei cittadini richie-denti. Le Acli livornesi -ha aggiunto il presidente- sono attualmen-te impegnate nel settore della Formazione Professionale, infatti in-sieme alle Acli di Pontedera si sta svolgendo un Corso in ambitoagricolo rivolto ai ragazzi senegalesi per far loro acquisire delle co-noscenze fondamentali riguardo alla vite - olio cultura. Il fine, altermine del Corso, è quello di fornire loro la possibilità di aprireuna propria attività in Senegal oppure di essere impiegati in azien-de italiane operanti in questo settore. In aprile sarà aperto un Cor-so rivolto agli stranieri per apprendere la lingua italiana, l’ufficioInformagiovani è in grado di fornire ogni dettaglio, mentre con ilCesvot è in attuazione un Corso per assistenti volontari per la sicu-rezza degli anziani. Le Acli sono anche in primo piano nel Corsodel servizio di orientamento della Regione Toscana rivolto a 450lavoratori dell’intera provincia di Livorno in cassa integrazione dilungo periodo, cioè in mobilità da almeno due anni, il Centro perl’Impiego sarà l’ente preposto al controllo di questo servizio. Sonoinoltre allo studio delle particolari convenzioni per agevolare ipensionati per poter usufruire di occasioni culturali e di svago.

Gi. Gi.

L

Le attività delle ACLI

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Perroni M. e Legrand H. a cura di -Avendo qualcosada dire. Teologhe e teologi rileggono il VaaticanoII.- Ed. Paoline, pp. 224, euro 16,00.

Perché impegnarsi a promuovere anche in ambitoteologico la prospettiva di genere, guardare e rileggereil Vaticano II dal punto di vista delle donne? Non sitratta di una prospettiva parziale? è questo il dubbioche viene prendendo in mano questo testo chepropone, arricchendoli, gli atti del Convegnointernazionale "Teologhe rileggono il Vaticano II",svoltosi a Roma nell’ottobre 2012. Alla questionerisponde nell’introduzione al libro, con grande incisività,la teologa Marinella Perroni, curatrice del volumeinsieme al domenicano Hervé Legrand: "Guardare allastoria, anche a quella del Vaticano II, dal punto di vistadelle donne non significa scegliere una prospettivaparziale né, tanto meno, ghettizzante. Significa,piuttosto, guardare alla storia di tutte e di tutti: il puntodi vista delle donne è, forse, non usuale, ma riguarda lasocietà intera, la Chiesa tutta. Con la loro analisi e laloro valutazione della realtà, le donne offrono uncontributo non alle donne soltanto, ma alla politica deiloro Paesi, alla cultura delle loro società, all’insiemedelle loro Chiese. Quando un Paese o una Chiesainclude o esclude le donne, ne va della cultura politicadi quei Paesi o della visione comunitaria di quelleChiese. [...] Genere è categoria dell’essere e delpensare, determina le pratiche e le riflessioni critichesulle pratiche, attiene alle esperienze e alla lorotraduzione narrativa e, quindi, alla trasmissione dei lorosignificati".Va infine detto che non si tratta di unarivisitazione storica, magari lamentosa e nostalgica, madi uno sguardo positivo e fattivo verso il futuro, in cuiaccanto alle questioni aperte si stagliano prospettive epotenzialità.

NEL 450° ANNIVERSARIO DELLAMADONNA DI MONTENERO“Ero carcerato e siete venuti atrovarmi”

FESTA DI SAN DISMAProtettore dei detenutiSABATO 29 MARZO ALLE 11.00 Santuario di Montenero S. Messapresieduta da mons. Simone Giusti

In quest’occasione sarà presentatoil libro dal titolo "L’altra libertà"Premio Nazionale "Emanuele Casalini" 12maedizione- Bollate 2013

ALCUNE INIZIATIVE PER QUESTO ANNO

Elenco delle celebrazioni giubilari in onore della B.M.V.di Montenero in DiocesiChiesa della Madonnasabato S.Messa alle ore 8 preceduta dalle Lodi alle ore 7,30.S.Sebastianosabato S.Messa alle ore 8,30.Nostra Signora di Fatimail giovedì celebrazione dei Vespri alle ore 16,30.S.Giuseppesabato S.Messa alle ore 9.S.Maria del Soccorsosabato S.Messa alle ore 9.S.Maria di Montenerotutte le S. Messe in orario celebrate al Santuario sono celebra-zioni giubilari.S.Teresa del Bambin Gesùsabato S.Messa alle ore 8,30.Cattedralevenerdì Rosario e Adorazione Eucaristica in onore della Ma-donna alle ore 17. Sabato S.Messa alle ore 10.S.Maria Assunta a Castellanselmosabato S.Messa alle ore 10 preceduta dal Rosario alle ore 9,30(tutte le memorie mariane saranno celebrate alle ore 18).

BREVI DALLA DIOCESICooperatori Paolini- Cif- Aimc- CesvotSABATO 15 MARZO DALLE 10.30 ALLE 16.30Presso la Casa di ferie "Regina Mundi" incontro dal titolo"Le donne nella Bibbia"Introduce e saluta monsignor Giovanni Paolo Benotto Ar-civescovo di Pisa, intervengono: Lidia Giorgi (pastora batti-sta), Barbara Pandolfi (teologa), Maria Paola Foralni (Pit-trice), Mariangela Sarti (scrittrice), Massimo Lucchesi (gior-nalista dell’Osservatore Romano), Maria Letizia Gaudenzi(Presidente Cif Regionale). Modera: Monica Leonetti Cuz-zocreaSaranno esposte le opere della pittrice Maria Paola Forlanidi Ferrara

ConfesercentiMARTEDÌ 18 MARZO ALLE 15.30Nella Sala Capraia della Camera di Commercio, convegnodal titolo "S.O.S. usura. La dimensione del fenomeno dalle im-prese alle famiglie"

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI16 marzo 2014 V

Dimostriamocivicendevolmentel’amore di Dio(Dai « Discorsi » di san GregorioNazianzeno, vescovo. Disc. 14 sul-l’amore verso i poveri, 23-25; PG35, 887-890)

1. RICONOSCI I DONI DI DIORiconosci l’origine della tua esi-stenza, del respiro, dell’intelli-genza, della sapienza e, ciò chepiù conta, della conoscenza diDio, della speranza del Regno deicieli, dell’onore che condividicon gli angeli, della contempla-zione della gloria, ora certo comein uno specchio e in manieraconfusa, ma a suo tempo in mo-do più pieno e più puro. Ricono-sci, inoltre, che sei divenuto figliodi Dio, coerede di Cristo e, perusare un’immagine ardita, sei lostesso Dio!Donde e da chi vengono a te tan-te e tali prerogative? Se poi vo-gliamo parlare di doni più umilie comuni, chi ti permette di vede-re la bellezza del cielo, il corsodel sole, i cicli della luce, le miria-di di stelle e quell’armonia ed or-dine che sempre si rinnovanomeravigliosamente nel cosmo,rendendo festoso il creato comeil suono di una cetra?Chi ti concede la pioggia, la ferti-lità dei campi, il cibo, la gioiadell’arte, il luogo della tua dimo-ra, le leggi, lo stato e, aggiungia-mo, la vita di ogni giorno, l’ami-cizia e il piacere della tua paren-tela? Come mai alcuni animalisono addomesticati e a te sotto-posti, altri dati a te come cibo?Chi ti ha posto signore e re di tut-to ciò che è sulla terra?E, per soffermarci solo sulle cosepiù importanti, chiedo ancora:chi ti fece dono di quelle caratte-ristiche tutte tue, che ti assicura-no la piena sovranità su qualsiasiessere vivente? Fu Dio.

2. RICAMBIA CON L’AMOREEbbene, egli in cambio di tuttociò che cosa ti chiede? L’amore.Richiede da te continuamente in-nanzitutto e soprattutto l’amorea lui e al prossimo. L’amore versogli altri egli lo esige al pari del pri-mo. Saremo restii a offrire a Dioquesto dono dopo i numerosibenefici da lui ricevuti e quelli dalui promessi? Oseremo essere co-sì impudenti? Egli, che è Dio e Si-gnore, si fa chiamare nostro Pa-dre, e noi vorremmo rinnegare inostri fratelli?Guardiamoci, cari amici, dal di-ventare cattivi amministratori diquanto ci è stato dato in dono.Meriteremmo allora l’ammoni-zione di Pietro: Vergognatevi, voiche trattenete le cose altrui, imi-tate piuttosto la bontà divina ecosì nessuno sarà povero.Non affatichiamoci ad accumu-lare e a conservare ricchezze,mentre altri soffrono la fame, pernon meritare i rimproveri duri etaglienti già altra volta fatti dalprofeta Amos, quando disse:«Orsù, voi che dite: Quando saràpassato il novilunio e si potràvendere il grano, e il sabato peraprire i magazzini? }) (Cfr. Am 8,5).

3. DIVIENI IMITATORE DI DIO.Operiamo secondo quella supre-ma e prima legge di Dio che fascendere la pioggia tanto sui giu-sti che sui peccatori, fa sorgere ilsole ugualmente per tutti, offre atutti gli animali della terra l’aper-ta campagna, le fontane, i fiumi,le foreste; dona aria agli uccelli eacqua agli animali acquatici; atutti dà con grande liberalità i be-ni della vita, senza restrizioni,senza condizioni, senza delimita-zioni di sorta; a tutti elargisce ab-bondantemente i mezzi di sussi-stenza e piena libertà di movi-mento. Egli non fece discrimina-zioni, non si mostrò avaro con

nessuno. Proporzionò sapiente-mente il suo dono al fabbisognodi ciascun essere e manifestò atutti il suo amore.

Chi diede la vita,insegnò anche a pregare(Dal trattato sul «Padre nostro» disan Cipriano, vescovo e martire;Cap. l-3; CSEL 3, 167-168)

1. ILLUMINATI DALLA LUCEDELLA GRAZIADio volle che molte cose fosserodette e ascoltate per mezzo deiprofeti, suoi servi. Ma immensa-mente più sublimi sono le realtàche comunica attraverso il suo Fi-glio. Più incomparabili le coseche la parola di Dio, pur già pre-sente nei profeti, proclama oracon la propria voce, e cioè nonpiù comandando che gli si prepa-ri la via, ma venendo egli stesso,aprendoci e mostrandoci il cam-mino da seguire. Così mentre pri-ma eravamo erranti, sconsideratie ciechi nelle tenebre della morte,ora, illuminati dalla luce dellagrazia, possiamo battere la viadella vita con la guida e l’aiutodel Signore.

2. DIO CI HA INSEGNATO APREGAREEgli fra gli altri salutari suoi am-monimenti e divini precetti, coni quali venne in aiuto al suo po-polo per la salvezza, diede anchela norma della preghiera, ci sug-gerì e insegnò quel che doveva-mo domandare. Colui che ha da-to la vita, ha insegnato anche apregare, con la stessa benevolen-za con la quale s’è degnato di da-re e fornire tutto il resto; e ciòperché parlando noi al Padre conla supplica e l’orazione che il Fi-glio insegnò, fossimo più facil-mente ascoltati.

3. PREGARE CON LE PAROLE DIGESÙAveva già predetto che sarebbevenuta l’ora in cui i veri adoratoriavrebbero adorato il Padre in spi-rito e verità, ed egli adempì lapromessa perché noi, ricevendodalla sua santificazione lo spiritoe la verità, adorassimo veramentee spiritualmente in grazia del suodono. Quale orazione infatti puòessere più spirituale di quella checi è stata data da Cristo, dal qualeci è stato mandato anche lo Spiri-

to Santo? Quale preghiera al Pa-dre può essere più vera di quellache è stata proferita dalla boccadel Figlio, che è verità? Pregarediversamente da quello che eglici ha insegnato non sarebbe sol-tanto ignoranza ma anche colpa,avendo egli stesso affermato: «Re-spingete il comandamento diDio, per osservare la vostra tradi-zione!» (cfr. Mc 7, 9). Preghiamo,dunque, fratelli, come Dio, no-stro Maestro, ci ha insegnato. Èpreghiera amica e familiare pre-gare Dio con le sue parole, far sa-lire ai suoi orecchi la preghiera diCristo.

4. GESÙ SIA NELLA NOSTRA VOCERiconosca il Padre le parole delFiglio suo quando preghiamo;egli che abita dentro il nostrocuore, sia anche nella nostra vo-ce. E poiché è nostro avvocatopresso il Padre, usiamo le paroledel nostro avvocato, quando, co-me peccatori, supplichiamo per inostri peccati. Se egli ha detto chequalunque cosa chiederemo alPadre nel suo nome ci sarà data,impetreremo più efficacementequel che domandiamo in nomedi Cristo, se lo domanderemocon la sua preghiera.

Imitiamo l’esempiodel Buon Pastore(Dalle «Omelie» di sant’Astèrio diAmasea, vescovo, Om. 13; PG 40,355-358. 362)

1. IMITATORI DI DIOPoiché il modello, ad immaginedel quale siete stati fatti, è Dio,procurate di imitare il suo esem-pio. Siete cristiani, e col vostrostesso nome dichiarate la vostradignità umana, perciò siate imi-tatori dell’amore di Cristo che sifece uomo.Considerate le ricchezze della suabontà. Egli, quando stava per ve-nire tra gli uomini mediante l’in-carnazione, mandò avanti Gio-vanni, araldo e maestro di peni-tenza e, prima di Giovanni, tutti iprofeti, perché insegnassero agliuomini a ravvedersi, a ritornaresulla via giusta e a convertirsi auna vita migliore.Poco dopo, quando venne eglistesso, proclamò di persona econ la propria bocca: «Venite ame, voi tutti che siete affaticati estanchi e io vi ristorerò» (Mt 11,28). Perciò a coloro che ascolta-

rono la sua parola, concesse unpronto perdono dei peccati e li li-berò da quanto li angustiava. IlVerbo li santificò, lo Spirito li resesaldi, l’uomo vecchio venne se-polto nell’acqua, e fu generatol’uomo nuovo, che fiorì nella suagrazia.Dopo che cosa seguì? Colui cheera stato nemico diventò amico,l’estraneo diventò figlio, l’empiodiventò santo e pio. Imitiamo l’e-sempio che ci ha dato il Signore,il buon Pastore. Contempliamo iVangeli e, ammirando il modellodi premura e di bontà in essi ri-specchiato, cerchiamo di assimi-larlo bene.

2. LA PECORELLA SMARRITANelle parabole e nelle similitudi-ni vedo un pastore che ha centopecore. Essendosi una di esse al-lontanata dal gregge e vagandosperduta, egli non rimane conquelle che pascolavano in ordine,ma messosi alla ricerca dell’altra,supera valli e foreste, scala montigrandi e scoscesi, e camminandoper lunghi deserti con grande fa-tica, cerca e ricerca fino a che nontrova la pecora smarrita.Dopo averla trovata, non la ba-stona, né la costringe a forza araggiungere il gregge, ma, presalasulle spalle, e trattatala con dol-cezza, la riporta al gregge, pro-vando una gioia maggiore perquella sola ritrovata, che per lamoltitudine delle altre.Consideriamo la realtà velata enascosta della parabola. Quellapecora non è affatto una pecora,né quel pastore un pastore, ma si-gnifica altra cosa. Sono figure checontengono grandi realtà sacre.Ci ammoniscono, infatti, chenon è giusto considerare gli uo-mini come dannati e senza spe-ranza, e che non dobbiamo tra-scurare coloro che si trovano neipericoli, né essere pigri nel porta-re loro il nostro aiuto, ma che ènostro dovere ricondurre sullaretta via coloro che da essa si so-no allontanati e che si sonosmarriti. Dobbiamo rallegrarcidel loro ritorno e ricongiungerlialla moltitudine di quanti vivonobene e nella pietà.

Dal terzo fascicolo deiQuaderni di Santa Giulia, a

cura di mons. Mauro Peccioli.Adattamento dalla seconda

lettura dell’Ufficio delle Letturedella Liturgia delle Ore

secondo il Rito Romano,Tempo di QUARESIMA

I doni di Dio, segni di un amore sconfinato

SPUNTI DI RILFESSIONE: SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA.........

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI16 marzo 2014VI

Un anniversario per DON CARLO LEONI

57 annidi impegno«reciproco»

ualche giornofa siamoandati atrovare donCarlo Leoni,

per farci raccontarecome svolge ancora ilsuo servizio nelladiocesi e qualiiniziative riesce semprea seguire all’età di 84anni.Nonostante siacostretto su una sedia arotelle da oltre cinqueanni a causa di unarara e grave malattia eassistitoquotidianamente dauna persona badante,don Carlo celebra tuttii giorni la Messa in casa dove siriunisce una piccolacomunità.Stretta è l’amicizia ecollaborazione tra donGabriele Bezzi chespesso visita don Carloe la sua piccolacomunità percondividere progetti:preghiera e maratonasembrano correreinsieme quando siparla di cercare fondied aiuti per l’ospedalepediatrico diBetlemme.Entrando nel suostudio, dove sono

Q

appese decine difotografie, sembra dicominciare un viaggionel tempo, nel qualepossiamo trovare unmessaggio per ciascunafotografia davanti allaquale ci soffermiamo acommentare oppuresolamente adosservarne iprotagonisti.L’incontro con la BeataMadre Teresa diCalcutta per esempioci fa capirel’importanza dei viaggie dei progetti ai qualici ha sempre abituati

don Carlo, perl’intensità e lavoglia di scenderein campo dallaparte dei piùbisognosi.I pozzi inTanzania e lapossibilità didare acqua anchein zone difficilisembravano soloun sogno e invecei vari progetti legatialla CentroMondialità, la suacreatura più preziosa,hanno portato unpiccolo sollievo, una

speranza figliadell’amore.La CooperativaComunità Impegno,che da anni èsaldamente unconcreto aiuto almondo sociale indifficoltà, ha ottenutoun consenso positivonon solo a livellocittadino, ma conpalcoscenici proiettatiad un livello superiore.L’impegno pastoralevissuto nelleparrocchie dove haprestato il suo serviziosacerdotale e poi ilruolo della Socrem(gestione dellacremazione postmortem) del quale haavuto un ruolorilevante nel prepararespiritualmente epsicologicamente ifamiliari delle vittimeche avevano fattorichiesta di averequesto tipo disepoltura.Il progetto piùimportante, di donCarlo Leoni, èsicuramente il CentroMondialità SviluppoReciproco, del quale èfondatore e presidenteonorario.La scelta di intitolare ilCentro allo "svilupporeciproco" comericorda spesso donCarlo suscitò qualcheperplessità nello stessoclero, perché loschema si consolidavadi un’identità cattolicaritenutaautosufficiente rispettoai mutamenti deglieventi storici, per iquali l’istituzioneecclesiastica possedevala verità integralesull’uomo, senza doverricorrere ad alcun

apporto esterno. Negli"anni di guerra fredda"sottolinea don Carloera "difficile edimpensabile credere adun concetto delgenere", l’espressionesembrava strana perchénumerose persone,anche di elevato livelloculturale, avvertivanoinizialmente curiositàe perplessità. Ilconcetto " reciproco"

intendeva lapossibilità dipoterpotenzialmenteimparare ,captare,percepire unqualcosa: "Cosaabbiamo noi daprendere daquestepopolazioni?"Il CentroMondialità è

una realtà consolidatanel panorama dellacooperazioneinternazionale che Ha superato i profondie continui mutamentisocio-politici deglianni ottanta e ancoraoggi riesce adinterpretare leemergenze, i bisognideterminati dalla crisidelle ideologie edall’avvento dellaglobalizzazione.Lo spirito ed ilmessaggio che si leggenegli occhidell’anziano prete, cheha combattuto moltebattaglie sociali edall’insegna dellasolidarietà, si riassumenella grande volontà diagire concretamenteper sostenerel’integrazione,l’emancipazione dellefigure marginali dellasocietà: i deboli. Moltisono i giovani cresciutiseguendo gli idealitrasmessi da don Carloe spesso nel corso delsuo ministero di preteha avuto un grandeseguito, soprattuttonegli incontri dipreghiera. E ancoraoggi, anche se non hapiù le energie fisiche diuna volta, con lospirito e la preghierasostiene idee di pace edi solidarietà diestrema attualità,attraverso i semi gettatiin tanti anni disacerdozio e le personeche hanno saputoraccoglierli. Graziedon Carlo.Domenica 16 Marzosarà festa per i 57 annial servizio della chiesa,della gente: in Italia enel mondo.Simone Marcis

el primo fine settimana di Marzoi ragazzi dei gruppi del 5° anno e

del 6° anno di catechesi hannopartecipato al ritiro spiritualeorganizzato dai loro catechisti eanimatori, in preparazione allaQuaresima. I genitori li hannoaccompagnati alla casa Mari-Stelladelle suore Figlie della Carità, dovead accoglierli c’erano Alice, Martina,Camilla, Mattia, Alessio, Monica e imitici cuochi dei capi estivi Miria eMichele. Dopo la sistemazione nellecamere e un gioco di presentazione

moltosimpatico, èiniziatal’attività dicatechesi: unacaccia al tesorosu Gesù. Iragazzi, divisiin gruppo eguidatidall’animatore,hanno fatto unviaggio nelVangelo,seguendo le

orme di Gesù e rispondendo a 50domande. Hanno avuto adisposizione il Vangelo per risolvere iquesiti, trovare i versetti giusti earrivare al tesoro: Gesù Eucaristia. Lasera arrivato don Pietro, i ragazzihanno partecipato all’AdorazioneEucaristica, seguendo la lectio divinasul Vangelo di Giovanni 13,1-17 , sulVangelo di Marco 15,1-39 e facendouna breve veglia di preghiera, affidatinelle mani di Dio, come un bimboin braccio al padre o alla madre.Finita la veglia tutti a letto…permodo di dire: i ragazzi erano allaloro prima esperienza di "dormirefuori casa" ed erano così felici edeccitati che non riuscivano aprendere sonno...a notte fonda sonocrollati come massi!Il giorno seguente, un bellissimo soleha svegliato tutti; la tempestanotturna sul mare aveva liberato ilcielo da quelle nubi piene di pioggia!Finalmente dopo la colazione iragazzi hanno passato bellissime orein riva al mare, ammirando labellezza della creazione e dopo unpo’… tutti a messa alla chiesa diQuercianella, dove i ragazzi hannopartecipato anche all’animazione,leggendo le letture.Nel pomeriggio i ragazzi hannotrascorso tutto il tempo all’ariaaperta, a giocare a pallavolo e acalcio, fino all’arrivo dei genitori.Una preghiera finale e tutti a casa! E’stato un bellissimo ritiro, accoltomolto dai genitori che non hannoancora il coraggio di far partecipare ipropri figli a campi estivi di unasettimana, i quali hanno chiesto aglianimatori e ai catechisti diorganizzarne altri, vedendo la gioiadei loro figli. Questo ritiro aveva untitolo: Gesù, sei Tu…il mio Sorriso!Proprio con un grande sorriso questiragazzi sono tornati a casa: gioiosi diavere conosciuto meglio Gesù, diaverlo adorato, di avere ammirato evissuto tutta la sua bellezza insiemeagli amici, ai catechisti e aglianimatori dei gruppi.

Monica Calvaruso

N

Abbiamo incontrato don Carlo Leoni,costretto a casa dagli acciacchi,

ma con tanta voglia ancora di impegnarsi per i più deboli

GESÙ,SEI TUIL MIOSORRISO!

I ragazzi dellaparrocchia S. Luca inritiro a Quercianella

I ragazzi divisi in gruppo e guidatidall’animatore, hanno fattoun viaggio nel Vangelo,seguendo leorme di Gesù

Domenica 16 Marzo alle 10 nella sua casa in viadel Bosco 6/c don Carlocelebrerà la Messa in occasione del suoanniversario. A seguire un brindisi con tutti gli amici

Nelle foto: in alto durante una celebrazione nella chiesa della Purificazione; l’inaugurazione della sede delCentro Mondialità; la prima Messa di don Carlo

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI16 marzo 2014 VII

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Per la cessazione del Colerascoppiato nel 1835

Le lampadedel Santuario

er la cessazionedel colera del1835 generalifurono le

manifestazioni dipubblica riconoscenzaa Maria e tra gli altridoni furono portatenumerose lampaded’argento alSantuario.La Società dei Facchinivennero in 122 inprocessione alSantuario e portaronoin dono 4 lampaded’argento.Il popolo diMontenero donò unalampada il 31 ottobre1835.La Confraternita diS.Maria del Suffragiodi Montenero offrì unalampada di 84 oncefatta dall’oreficeFilippo Cappanera.La CivicaAmministrazioneaffidò all’oreficeRoberto Onorato Pinila commissione di una

Plampada d’argento perriconoscenza allaMadonna che venneconsegnata nel mese diottobre.L’offerta di questalampada venne fattacon la più grandesolennità il 29 diottobre con unanotificazione delGonfaloniere diLivorno che stabiliva ilsuono della campanadel Palazzo Comunaletre volte al giorno neitre giorni precedenti.Il giorno stabilito simosse da Livorno ilcorteo con ilGonfaloniere, iMagistrati, ilGovernatore dellaCittà e del Porto,ilVicario Generale dellaDiocesi, e tutti ,dapiazza delle Carrozze,salirono a piedi alSantuario,passando daVia del Governatore. AlSagrato del Santuariovennero accolti dai

Monaci Vallombrosanie da una follaimmensa. La S.Messavenne celebrata dalDecano dei Canonicidel Duomo ed i cantivennero eseguiti daiMonaci. Al Vangelol’Abate salì sul trono

ove il Gonfaloniereoffrì la lampada.Terminata la S.Messavenne cantato il TeDeum. La lampada ètutta d’argento con lostemma del Comune emisura un metro didiametro guarnita con

rapporti dibronzodorato,ornatacon quattroviticci,aventiognuno cinquebraccia peraltrettantecandele,attualmente sitrova dalla partedell’Ambone.Sulla Lampadala seguenteiscrizione: “inrendimento digrazie la città diLivorno l’anno1835.L’ultimaLampada per lacessazione del

Colera del 1835 fuportata dalla ICompagnia del IIReggimento Cacciatoria piedi di Linea checon il loro CapitanoLeoni offrirono taldono il 14 settembre1837.

LA QUARTA TRASLAZIONE DELLA MADONNA IN CITTÀ 28 GENNAIO-11 FEBBRAIO 1742

Quella che diventerà la Festa del Votol 27 gennaio 1742 gli elementi di tutta la terra; la terra conspaventose scosse scrollava le case; il mare rigonfio cheinvadeva le contrade della città; il vento impetuoso chesradicava gli alberi e abbatteva i muri;tutto insomma parve

congiurare contro l’esistenza di Livorno, tanto che,in unprimo momento,si era sparsa la voce della sua completadistruzione. Fu un attimo;in quell’attimo il popolo ebbe iltempo di alzare il grido della fede: “Madonna di Montenero,salvateci”: Il miracolo fu completo:nessuno morì: ma aLivorno parve un deserto;dei suoi 30 mila abitanti, 26 milaerano per le campagne e affermavano che non sarebberorientrati in città senza la Madonna di Montenero. Infatti lamattina del 28 i Padri Teatini portarono in città la SacraImmagine e la collocarono sotto la loggia del Duomo, esoltanto l’8 febbraio l’Icona della Madonna venne portatadentro il Duomo restaurato alla meglio.L’11 febbraio la Madonna venne riportata a Montenero.Durante quella mattina l’Arcivescovo di Pisa mons. FrancescoGuidi aveva celebrato un solenne pontificale in Duomo allapresenza del Governatore della città Marchese GasperoCapponi, del Civico Magistrato e di tutto il popolo. IlCancelliere Comunale Giuseppe Mattei lesse il “voto” deiLivornesi nel quale si diceva che il giorno 27 Gennaio di ognianno sarà un giorno di digiuno e che il popolo livornese si

sarebbe astenuto da qualsiasi manifestazione carnevalesca e didivertimento e si obbligavano a presentare 10 libre di cera nelSantuario di Montenero. Ed il popolo rispose: “lo giuriamo, logiuriamo".

I

Il Fondatore di Nomadelfia molte volte fu ospite a Montenero

A chiedere «lumi»per un progetto importante

antissime volte don Zeno Saltini èsalito a Montenero a celebrare la Santa

Messa per chiedere lumi ed aiuto allaVergine per la sua opera di Nomadelfia .Don Zeno nasce a Fossoli di Carpi(Modena) il 30 Aprile 1900 in unafamiglia benestante, è il nono tra i dodicifigli di Cesare e Filomena. Nel 1914 lasciala scuola e va a lavorare in campagna congli operai del nonno paternoGiuseppe.Nel 1920 è militare a Firenze edopo una violenta discussione con unanarchico decide di cambiare vita eriprendere gli studi. Dal 1920 al 1927 è ilPresidente dell’Azione Cattolica di Carpie si ritira presso don Giovanni Calabria aVerona per finire gli studi. Nel 1929 silaurea in Legge alla Cattolica di Milano enel 1931 viene ordinato sacerdote (dopoun solo anno di seminario!!!) e divenda“padre” di un ragazzo appena uscito dicarcere, sarà il primo di 5000 figli. Nel1933 fonda l’opera Piccoli Apostoli. Nel1948 viene approvata “La Costituzione”di Nomadelfia. Grande benefattrice saràla contessa Maria Giovanna AlbertoniPirelli che insieme a Padre David Maria

Turoldo OSM saranno promotori delprimo comitato pro-Nomadelfia. Dopovarie vicissitudini canoniche con leautorità Vaticane e civili con lo StatoItaliano finalmente la comunità diNomadelfia si trasferisce in Maremma aGrosseto e, nella tenuta di Roselle, donatadalla Contessa Pirelli, si ricostituisce lafamiglia di fon Zeno grazie alla tenaciadel Vescovo mons.Paolo Galeazzi e dalparroco di Roselle Mons.Lorenzo Biagi (èil sacerdote che ha portato don Luca aMontenero!!!). Nel 1962 Nomadelfiaviene eretta in Parrocchia con il titolo di“Santa Maria Assunta”. Dal 1965 le“serate di Nomadelfia” portano ovunqueil messaggio di don Zeno che propone uncambiamento di rotta per costruire unanuova civiltà fraterna. Nel 1968 nasce laScuola Familiare. Il 12 agosto 1980 donZeno con i figli di Nomadelfia offrono inCastel Gandolfo una serata di danze ecanti al Beato Giovanni Paolo II. Il Servodi Dio don Zeno muore a Nomadelfia il15 gennaio 1981. La lezione evangelica didon Zeno è un segno della vitalità delloSpirito nella Chiesa.

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■ L’APPROFONDIMENTO STORICO a cura di don Luca Bernardo Giustarini

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI16 marzo 2014VIII