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La società è composta in ugual misura da donne e uomini (le donne sono il 51,5% dei residenti in Italia) le istituzioni rappresentative dovrebbero essere

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La società è composta in ugual misura da donne e uomini (le donne sono il 51,5% dei residenti in Italia)

le istituzioni rappresentative dovrebbero essere composte in misura analoga da donne e uomini

Un’inadeguata rappresentanza di donne impoverisce le istituzioni

E’ un problema di qualità della democrazia

In politica, equality = quality

2Quote di genere e democrazia rappresentativa paritaria 7 giugno 2011

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In metà dei paesi del mondo esistono quote di genere in campo elettorale:―a livello legislativo o costituzionale(circa 45 paesi) ―a livello di partiti (circa 50 paesi)

In Asia ed Africa, è applicato il sistema dei seggi riservati alle donne in Afghanistan, le donne hanno il 28% dei seggi il paese con la più alta presenza femminile in Parlamento è il Ruanda (56%)

In America Latina, sono diffuse le quote legislative(in Argentina, 38,5 per cento di donne)

Quote di genere e democrazia rappresentativa paritaria 37 giugno 2011

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I Paesi nordici sono ai primi posti per presenza femminile (Svezia 45,6%, Islanda 41,3%, Finlandia 39,5%, Norvegia 39,1%, Paesi Bassi 38,7%, Danimarca 37,9%) in questi paesi non sono previste quote a livello legislativo la parità tra i generi è pressoché realizzata a livello sociale laddove la parità è nei fatti, le quote non servono i paesi nordici hanno impiegato 70 anni per superare il 30

per cento

Il Belgio ha raggiunto il 40% nel 1994 ha introdotto con legge le quote nel 1994 la rappresentanza femminile era inferiore al 10% nel 1999 è salità al 35%, nel 2004 al 37%, nel 2010 al

40% se il modello sociale non è propizio, le quote funzionanoQuote di genere e democrazia rappresentativa paritaria 47 giugno 2011

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I paesi che superano il 30%:- o sono Paesi nordici- o adottano le quote a livello legislativo (Belgio, Spagna, Portogallo)- o hanno partiti che praticano con convinzione le quote (Germania)

Hanno risultati medio bassi il Regno Unito (22,2%), Italia (21,1%) e Francia (19,4%)

In Francia e nel Regno Unito incide in senso negativo il sistema elettorale di tipo maggioritarioQuote di genere e democrazia rappresentativa paritaria 57 giugno 2011

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La sentenza della Corte costituzionale n. 422/1995 ha dichiarato incostituzionali le quote:

― in campo elettorale, il principio di uguaglianza (artt. 3 e 51) deve essere inteso rigorosamente formale: è esclusa qualsiasi differenziazione in base al sesso (sia per l’eleggibilità, che per la candidabilità)

Riforme costituzionali del 2001 affermano il principio della promozione della parità di accesso in ambito regionale

― Art. 117, settimo comma (L. Cost. 3/2001): le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive

― L. Cost. 2/2001 introduce il principio negli statuti delle regioni ad autonomia differenziata

Quote di genere e democrazia rappresentativa paritaria 67 giugno 2011

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Modifica dell’art. 51 Cost. (L. Cost. 1/2003)Art. 51 - Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini.

Art. 23 Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europeaArt. 23 - La parità tra uomini e donne deve essere assicurata in tutti i campi, compreso in materia di occupazione, di lavoro e di retribuzione.Il principio della parità non osta al mantenimento o all'adozione di misure che prevedano vantaggi specifici a favore del sesso sottorappresentato.

Quote di genere e democrazia rappresentativa paritaria 77 giugno 2011

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Corte Costituzionale sentenza n. 49/2003La Corte dà il ‘via libera’ all’obbligo di inserire nelle liste elettorali candidati di entrambi i sessi introdotto dalla legge elettorale valdostana e quindi supera la sentenza del 2005 che aveva affermato che il sesso non poteva essere rilevante ai fini della candidabilità

Corte Costituzionale ordinanza n. 39/2005

Corte Costituzionale sentenza n. 4/2010La Corte dà il ‘via libera’ alla doppia preferenza di genere della legge elettorale campana“Il quadro normativo, costituzionale e statutario, è complessivamente ispirato al principio fondamentale dell’effettiva parità tra i due sessi nella rappresentanza politica, nazionale e regionale, nello spirito dell’art. 3, secondo comma, Cost. [...] Preso atto della storica sotto-rappresentanza delle donne nelle assemblee elettive, non dovuta a preclusioni formali incidenti sui requisiti di eleggibilità, ma a fattori culturali, economici e sociali, i legislatori costituzionale e statutario indicano la via delle misure specifiche volte a dare effettività ad un principio di eguaglianza astrattamente sancito, ma non compiutamente realizzato nella prassi politica ed elettorale

Quote di genere e democrazia rappresentativa paritaria 87 giugno 2011

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Solo l’11,1 % dei consiglieri regionali è donna a livello sub-nazionale i partiti hanno una minore attenzione alla parità di genere

Le quote di lista aumentano il numero di candidate, ma non il numero delle elette

Non hanno consiglieri donne Basilicata, Calabria e Molise, che non adottano quote

Le ultime 5 posizioni sono occupate dalle regioni del Sud (anche Puglia e Sicilia che hanno le quote)- nel Sud la parità tra i generi fatica ad affermarsi a livello sociale

La Campania è però al primo posto (23%)- è l’unica regione che ha introdotto la doppia preferenza di genere

Quote di genere e democrazia rappresentativa paritaria 97 giugno 2011

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Art. 56 codice delle pari opportunità (d.lgs. n. 198/2006)Nell’insieme delle liste di candidati, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi dei candidati. In caso di mancato rispetto vi è una riduzione proporzionale dei rimborsi elettorali. Sono, comunque, inammissibili le liste che non prevedono la presenza di candidati di entrambi i sessi.

― Misura di carattere premiale: Le somme decurtate ai partiti che non candidano donne, sono destinate ai partiti che hanno eletto più di un terzo dei candidati di entrambi i sessi

― Donne italiane al Parlamento europeo:9% dei parlamentari italiani del 1999 19% del 2004 e 22% del 2009

Quote di genere e democrazia rappresentativa paritaria 107 giugno 2011

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La disposizione ha natura temporanea: si applica solo per le prime 2 elezioni del Parlamento europeo successive alla legge elettorale del 2004. non si applicherà alle prossime elezioni

La temporaneità si basa sull’assunto che le quote consentono l’avvio di un processo che accresce la partecipazione femminile alla vita politica.Conseguito il risultato, le quote non sono più necessarie

Ma se manca un’azione di contesto, il risultato può non essere raggiunto solo con le quote

Quote di genere e democrazia rappresentativa paritaria 117 giugno 2011

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Sta per iniziare l’iter parlamentare di alcuni progetti di legge in materia di quote di genere per le elezioni amministrative

Un elemento positivo è la convergenza

Per le elezioni comunali, viene proposto il modello campano della doppia preferenza di genere

La doppia preferenza di genere ha un vantaggio ‘culturale’: richiama l’attenzione dell’elettore sull’importanza della rappresentanza di genere

Il modello può essere esteso anche ai consigli circoscrizionali

Per le elezioni provinciali, la questione è diversa perché si vota con collegi uninominali

Quote di genere e democrazia rappresentativa paritaria 127 giugno 2011

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Nei 6 paesi europei in cui le quote sono previste a livello legislativo (Belgio, Spagna, Portogallo, Francia, Polonia e Slovenia), esse riguardano sia il livello nazionale che il livello locale

(In Polonia e Slovenia le quote non sono previste solo per la Camera alta; in Slovenia la Camera alta non è neanche elettiva)

Quote di genere e democrazia rappresentativa paritaria 137 giugno 2011

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A livello normativo, vi sono diverse disposizioni, per lo più di principio.- Legge finanziaria 2008: la composizione del Governo deve essere coerente con il principio costituzionale delle pari opportunità nell’accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive (art. 1, commi 376 e 377, L 244/2007).

- Art. 6 TUEL: gli statuti comunali e provinciali stabiliscono norme per promuovere la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali del comune e della provincia- Molti statuti regionali contengono disposizioni Ad esempio, Statuto Umbria: nella Giunta deve essere garantita una presenza equilibrata di uomini e di donne

Nei fatti, le situazioni sono molto differenziate

Quote di genere e democrazia rappresentativa paritaria 147 giugno 2011

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Le soluzioni possono essere diverse, più o meno vincolanti

È importante evitare il fenomeno della token woman (una sola donna inserita in un organo esecutivo tutto al maschile perché è ‘politicamente corretto’)

Per fare massa critica sono necessarie almeno 2 donne negli organi di piccole dimensioni o almeno 3 donne negli organi più numerosi.

Naturalmente il dato numerico non è da solo sufficiente. Conta più che mai l’elemento qualitativo: - inteso come qualità della persona: ci vogliono donne in grado portare elementi di differenza e innovazione rispetto al punto di vista maschile- inteso come qualità delle posizioni ricoperte

Quote di genere e democrazia rappresentativa paritaria 157 giugno 2011

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Grazie per l’attenzione.

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