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A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica
ed il Piano delle Verifiche
Agostino Goretti
REGIONE ABRUZZO UNIVERSITA’ DE L’AQUILA
LINEE GUIDA PER LA VALUTAZIONE DELLA RESISTENZA SISMICA DEGLI EDIFICI
STRATEGICI E RILEVANTI DI COMPETENZA DELLA REGIONE ABRUZZO
7-9 maggio 2007
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Epicentri dei terremotidal 217 aC al 1992
Gruppo di Lavoro CPTIING, GNDT, SGA, SSN,Bologna 1999
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
28.12.1908 Terremoto di Messina (Io=XI)
80,000 vittime
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
1909
Adattato da Bramerini, Lucantoni & Martini, 2004
Eventi con IMCS>VIII
28.12.1908 Messina (Io=XI)
RD 193/1909 Norme Tecniche per la riparazione e ricostruzione di edifici danneggiati dal sisma e per la costruzione di nuovi edificiRD 542/1909 Classificazione sismica
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Le Norme Tecniche del RD 193/1909 (molto avanzate per l’epoca)
Non consentivano di costruire su siti inadeguati (franosi, paludosi, molto acclivi)
Individuavano i sistemi resistenti con cuiedificare nuovi edifici (muratura animata,squadrata, listata, telai in ca)
Limitavano l’altezza degli edifici, il numero di piani, la larghezza minima delle strade e gli spazi tra gli edifici
Introducevano forze statiche orizzontali e verticali, proporzionali alle masse, ma non quantificate
Richiedevano opportuni dettagli costruttivi (cordoli, luce degli sbalzi a 60-70 cm, assenza di strutture spingenti)
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
13.01.1915 Terremoto di Avezzano (Io=XI)
32,000 vittime
La cattedrale di Avezzano
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
1915
Eventi con IMCS>VIII
07.06.1910 Irpinia (Io=VIII-IX)15.10.1911 Etna (Io=X)07.06.1910 Etna (Io=IX)13.01.1915 Avezzano (Io=XI)
RDL 573/1915
Adattato da Bramerini, Lucantoni & Martini, 2004
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Le Norme Tecniche del DL 1526/1916
Quantificano le forze statiche equivalenti al sisma
Sisma VerticaleFv=0.5(G+Q)
Sisma OrizzontaleFh=(1/8)(G+Q) al piano terrenoFh=(1/6)(G+Q) agli altri piani
Considerando edifici di 1, 2 e 3 piani, il rapporto tra taglio resistente alla base e peso totale dell’edificio vale:
Edificio ad 1 piano C=Vb/W=1/8= = 0.125Edificio a 2 piani C=Vb/W= (1/8+1/6)/2 = 0.145Edificio a 3 piani C=Vb/W= (1/8+1/6+1/6)/3 = 0.152
1/6 W2
1/8 W1
0.5 W2
0.5 W1
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
1927
Eventi con IMCS>VIII
26.04.1917 Valtiberina (Io=IX)29.06.1919 Mugello (Io=IX)07.09.1920 Garfagnana (Io=IX-X)
Adattato da Bramerini, Lucantoni & Martini, 2004
RDL 431/1927
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Normativa Tecnica
RDL 2089/1924Le forze sismiche orizzontali e verticali non agiscono contemporaneamenteRichiede un progetto redatto da un ingegnere o architetto per edifici in muratura o ca
Classificazione
RDL 431/1927Introduce due categorie sismicheI CategoriaII Categoria
RDL 431/1927Introduce nuove limitazioni in altezza (3 piani in zona II, 2 piani in zona I e solo per telai in ca o muratura animata). Specifica le regole per il dimensionamento deglielementi strutturali. Modifica l’entità delle azioni sismiche
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Le Norme Tecniche del RDL 431/1927
Quantificano le forze statiche Zona I Zona IIequivalenti al sisma
Sisma VerticaleFv=0.5(G+Q)
Sisma OrizzontaleFh=(1/8)(G+Q) al piano terrenoFh=(1/6)(G+Q) agli altri piani
Considerando edifici di 1, 2 e 3 piani, il rapporto tra taglio resistente alla base e peso totale dell’edificio vale:
Zona I Zona IIEdificio ad 1 piano C=Vb/W= 0.125 C=Vb/W= 0.100Edificio a 2 piani C=Vb/W= 0.145 C=Vb/W= 0.100Edificio a 3 piani C=Vb/W= 0.100
1/6 W2
1/8 W1
0.5 W2
0.5 W1
0.3 W2
0.3 W1
1/10 W2
1/10 W1
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
1930
Eventi con IMCS>VIII
27.03.1928 Friuli (Io=VIII-IX)23.07.1930 Irpinia (Io=X)30.10.1930 Marche (Io=IX)
Adattato da Bramerini, Lucantoni & Martini, 2004
RD 682/1930
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
1935
Eventi con IMCS>VIII
26.09.1933 Maiella (Io=VIII-IX)
Adattato da Bramerini, Lucantoni & Martini, 2004
RD 640/1935
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Le Norme Tecniche del RDL 640/1935
Quantificano le forze statiche Zona I Zona IIequivalenti al sisma
Sisma VerticaleFv=0.50(G+sQ)
0.25(G+sQ)
Sisma OrizzontaleFh=0.10(G+sQ) a tutti i pianiFh=0.07(G+sQ) a tutti i piani
Si introduce s=0.33Il rapporto tra taglio resistente alla base e peso totale edificio vale:
Zona I Zona IIQualunque num. piani C=Vb/W= 0.100 C=Vb/W= 0.07
La luce max dei balconi a sbalzo viene portata ad 1.0 m
0.1 W2
0.1 W1
0.5 W2
0.5 W1
0.25 W2
0.25 W1
0.07 W2
0.07 W1
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
1937
Eventi con IMCS>VIII
18.10.1936 Pieve d’Alpago (Io=IX)
Adattato da Bramerini, Lucantoni & Martini, 2004
RD 2125/1937
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
1962
Eventi con IMCS>VIII
03.10.1943 Offida (Io=VIII-IX)21.08.1962 Irpinia (Io=IX)
Adattato da Bramerini, Lucantoni & Martini, 2004
RD 2125/1937
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Nel corso della II GM e nell’immediato dopoguerra vengono inseriti in zona sismica alcuni comuni, ma altri vengono declassificati per favorire lo sviluppo economico:
“.. La richiesta si basa sulla considerazione che i danni prodotti in quella zona dal terremoto del 1915 furono minimi ed imputabili, piùche altro, alla cattiva costruzione delle case, e che, d’altra parte, l’assoggettamento a tali norme costituisce un notevole intralcio allo sviluppo di quella zona eminentemente turistica…(Terminillo, 1938)“.. E che, d’altra parte, l’assoggettamento delle norme del decreto citato costituisce un notevole intralcio allo sviluppo edilizio di quella zona, di cui vari centri sono stazioni balneari…(Provincia di Pesaro-Urbino, 1941)
“.. E che, d’altra parte, l’assoggettamento a tali norme sismiche costituisce un notevole intralcio alla costruzione di nuovi fabbricati e anche alla ricostruzione di quelli distrutti dalla guerra in un momento in cui maggiormente è sentito il bisogno di nuovi alloggi …(Vittorio Veneto, 1947)
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Declassificati nel 1962 Classificazione attuale
Oggi in zona 2
Oggi in zona 2
Oggi in zona 2Al limite della
zona 1
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Le Norme Tecniche della L.1684/1962
Quantificano le forze statiche equivalenti al sisma
Sisma verticale (sbalzi)Fv=0.40(G+sQ)
Sisma orizzontaleFh=0.10(G+sQ) a tutti i pianiFh=0.07(G+sQ) a tutti i piani
s=0.33-1.0 per edifici residenziali e magazzini Fh nella direzione peggiore (ma si progetta ancora telai piani)
Il rapporto tra taglio resistente alla base e peso totale vale:Zona I Zona II
Qualunque num. piani C=Vb/W= 0.100 C=Vb/W= 0.07
La luce max dei balconi a sbalzo viene portata ad 1.5 m, vietate le strutture spingenti
0.1 W2
0.1 W1
0.4 W
0.07 W2
0.07 W1
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
15.01.1968 Terremoto del Belice (Io=X)
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Le Legge 64 del 02.0.2.1974
Demanda a decreti ministeriali del M.LL.PP., e non più a leggi, l’emanazione delle norme tecniche
Prevede norme tecniche per edifici, ponti, dige, ecc
Demanda a decreti ministeriali del M.LL.PP., e non più a leggi, l’emanazione della classificazione sismica da redigersi sulla base di comprovate motivazioni tecnico-scientifiche
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
1975
Eventi con IMCS>VIII
15.01.1968 Belice (Io=X)
Adattato da Bramerini, Lucantoni & Martini, 2004
RD 2125/1937
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Le Norme Tecniche del DM 03.03.1975
Quantificano le forze statiche equivalenti al sisma
Sisma Verticale Fv=0.2(G+sQ) grandi luciFv=0.4(G+sQ) sbalzi
Sisma OrizzontaleFhi=CRεβγiWi Wi=Gi+sQi
γ2 W2
γ1 W1
0.2 W0.4 W
I categoria, S=12, C=(S-2)/100=0.10II categoria, S=9, C=(S-2)/100=0.07
R=1 per T<0.8 secR=0.862T-2/3 per T≥0.8 sec
γi = zi (ΣjWj)/Σj(zj Wj)
Il rapporto tra taglio resistente alla base e peso totale edificio vale:Zona I Zona II
Qualunque num. piani C=Vb/W= 0.100 C=Vb/W= 0.07
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Emanate le norme per il calcolo delle strutture in ca, cap e acciaio;Possibilità di analisi dinamica;Fh da considerare in due direzioni non contemporanee (regola di progettazione ancora largamente disattesa);V e H combinati con SSR;Controllo degli spostamenti;Si modifica il coefficiente di contemporaneità
s=0.33 per edifici residenzialis=0.50 per ospedali, luoghi affollatis=1.00 per magazzini, serbatoi
Le Norme Tecniche del DM 03.03.1975 contengono ulteriori aspetti innovativi:
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
ArtegnaBuja
Gemona Gemona Tarcento
06.05.1976 Terremoto del Friuli (Io=IX-X)
965 vittime
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
τu=τk(1+σo/τk)0.5
POR-VET
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
23.11.1980 Terremoto dell’Irpinia (Io=X)2,750 vittime
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Si è visto che fino al 1980 solo le zone dove avvenivano i terremoti venivano classificate come sismiche
“SI CORREVA DIETRO AI TERREMOTI”
Il processo di classificazione stava durando da circa 80 anni e si erano quindi classificati sismici quei Comuni che avevano risentito un evento distruttivo negli ultimi 80 anni.
L’idea poteva andare bene se il processo degli eventi avesse avuto un periodo di ritorno nell’ordine del centinaio di anni. Tuttavia il periodo di ritorno di un evento catastrofico può essere anche nell’ordine del migliaio di anni.
Avremmo quindi dovuto aspettare altri 900 anni per avere il territorio italiano adeguatamente protetto, almeno per quanta riguarda le nuove costruzioni
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Dopo il terremoto del Friuli fu promosso il Progetto FinalizzatoGeodinamica (PFG) con l’obiettivo di realizzare mappe di scuotibilitàbasate su moderni approcci tecnico-scientifici, cercando, cioè, di prevedere dove sarebbero accaduti i terremoti, piuttosto che guardando a dove erano accaduti di recente
In particolare furono redatti e sistematizzati i cataloghi storici, contenenti terremoti a partire dall’anno 1000 (eventi alla sorgente), e furono valutati i risentimenti ad ogni Comune a partire da questi terremoti.
Per ogni Comune, ed in maniera omogenea sul piano nazionale, furono determinati 3 indicatori:
La massima intensità macrosismica risentita nel Comune, come da catalogo storico
L’intensità con un determinato periodo di ritorno (500 anni)
Il rapporto C/Crif (C=coefficiente sismico delle Norme Tecniche)
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
PROGETTO FINALIZZATO GEODINAMICAGRUPPO DI LAVORO “SCUOTIBILITA’ “
Distribuzione delle massime intensità osservabiliCarta n. 1
Distribuzione dell’intensità per periodo di ritorno T=500 anniCarta n. 5
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Zonazionesismogenetica nel 2000
Meletti, Patacca & Scandone (2000)Construction of a seismotectonicmodel: The case of Italy, Pure AppliedGeophys. 157
Zonazione sismogeneticautilizzata
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Successivamente una Commissione del Min. LLPP riprese il lavoro del PFG e stabilì dei valori di soglia per ognuno dei 3 precedenti indicatori e inserì in zona sismica quei Comuni che, almeno per 2 indicatori, eccedevano i valori di soglia o le eccedevano per un indicatore, ma per più di un certo valore.
Il Ministero emanò una serie di decreti di classificazione per giungere nel 1984 alla classificazione che rimase vigente fino al 2003
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
1984
Eventi con IMCS>VIII
06.05.1976 Friuli (Io=IX-X)15.04.1978 Patti (Io=IX)19.09.1979 Valnerina (Io=VIII-IX)23.11.1980 Irpinia (Io=X)
Adattato da Bramerini, Lucantoni & Martini, 2004
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Aggiornamento delle norme tecniche:Limitazioni in funzione dell’altezza massima dell’edificioe non sulla base del numero di pianiViene introdotto il metodo di verifica agli stati limiteDiventa più stringente il controllo degli spostamenti
Una circolare (65/AA.GG. Del 10.04.1997) suggerisce i dettagli costruttivi per gli edifici in ca al fine di garantire alla struttura una adeguata duttilità.Non essendo cogente, rimane largamente disattesa
1996, dodici anni dopo….
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
29.09.1997 Terremoto di Umbria-Marche(Io=VIII-IX)
12 vittime
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Nel frattempo le conoscenze nel settore della pericolositàsismica erano decisamente aumentate rispetto al 1980:
CataloghiZone sismogeneticheModelli di occorrenzaRelazioni di attenuazione
oltre a disporre di SW più aggiornato e di HW più potente
La Commissione Grandi Rischi incaricò quindi un Gruppo di Lavoro (SSN-GNDT-INGV) per la redazione di una proposta di riclassificazione del territorio italiano
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
1998
Adattato da Bramerini, Lucantoni & Martini, 2004
Contrariamente a quanto accaduto dopo il PFG, la proposta NON fu accolta dal Min. LL.PP e quindi NON divenne Legge
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
30.10.2003 Terremoto di Molise-Puglia(Io=VIII-IX)29 vittime
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Dal 1980 le istituzioni italiane sono rimaste ferme nel settore della classificazione sismica
In circa 20 anni le aumentate conoscenze scientifiche nel settore della pericolosità avevano portato ad una proposta di riclassificazione del territorio, più aderente alla effettiva pericolosità
Abbandono delle istituzioni centrali rispetto ai problemi locali del territorio
Decenni di nuove costruzioni sottoprotette
Situazione puntualmente evidenziata nella tragedia di San Giuliano
Stagnazione della classificazione sismica
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Classificazione sismica delle zone colpite dal sisma del Molise 2002
Vigente nel 2002 Proposta del 1998
Proposta del 1998
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Stagnazione delle Norme Tecniche
La stessa stagnazione che si era avuta nel settore della classificazione si era avuta anche nelle Norme Tecniche
L’Italia aveva avuto nel 1908 uno dei codici più moderni per la riparazione di edifici danneggiati e la costruzione di nuovi
Nel 2002 aveva uno dei codici più obsoleti tra le nazioni soggette ad elevato rischio sismico. Senza parlare di Giappone, California, Nuova Zelanda, le norme erano piùobsolete di quelle vigenti in Grecia, Turchia, Cipro…
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Alcune incongruenze del DM96
In zona di I categoria sismicaS=12C=(S-2)/100=0.1
Vb=CRεβIW
C rappresenta una accelerazione al suolo
Ma sappiamo che l’accelerazione al suolo con periodo di ritorno di 475 anni in zona 1 è pari ad
ag=0.35
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Alcune incongruenze del DM96
Vb=CRεβIW
R=0.862 T-2/3 per T>0.8 secR=1.0 per T<0.8 sec
R rappresenta una amplificazione dinamica
Ma sappiamo che l’amplificazione dinamica in un sistema elastico può essere molto maggiore di 1
Le norme moderne assumono R=2.5
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Incongruenza spostamenti SLD e SLU
Alcune incongruenze del DM ‘96
λ = 2 quando I = 1.0 λ = 3 quando I = 1.2 λ = 4 quando I = 1.4
Spostamenti da sisma
λ = 9 per SLU
δinel=δel=agxR=0.35x2.5=0.10x1.0xλ
λ=3.5x2.5=8,75~9.0
Spostamentida sisma (con I)
δel=(ag/2.5)xR=0.35/2.5x2.5=0.35=0.10x1.0xλ
λ=0.35/0.10=3.5 > 2.0
d<0.005h per edifici in cad<0.003h per muratura ordinaria
SLU
SLD
Limite DM96
Limiti OPCM3274
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
2003
Eventi con IMCS>VIII26.09.1993 Umbria-Marche (Io=VIII-IX)31.10.2002 Molise-Puglia (Io=VIII-IX)
Adattato da Bramerini, Lucantoni & Martini, 2004
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Normativa Tecnica
Normativa prestazionale. Norme per edifici nuovi, edifici esistenti, edifici isolati, ponti, opere di sostegno
Fattore di struttura dipendente dalla tipologia strutturale e dai dettagli costruttivi
Coerenza interna tra azione, metodo di analisi, modello di calcolo, metodo di verifica
Gerarchia delle resistenze
Analisi Statica Non Lineare (Pushover)
Tecnologie innovative
Classificazione
Zona 1, ag=0.35gZona 2, ag=0.25gZona 3, ag=0.15gZona 4, ag=0.05g
OPCM 3274/2003 e smi
1984 Numero % 2003 Numero %I cat 368 4.5% Zona 1 716 8.8%II cat 2498 30.8% Zona 2 2323 28.7%III cat 99 1.2% Zona 3 1632 20.1%NC 5135 63.4% Zona 4 3429 42.3%
8100 100.0% 8100 100.0%
1984\2003 Zona 1 Zona 2 Zona 3 Zona 4I cat 368 368II cat 348 2151 2499III cat 88 11 99NC 85 1623 3427 5135
716 2324 1634 3427
Solo il 30% dei Comuni italiani era correttamente classificato (73%)
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Vengono definiti spettri elastici e di progetto per Sisma Verticale Sisma OrizzontalePer SLDPer SLUIn funzione del fattore di struttura q
0 0.5 1 1.5 2 2.5 30
0.2
0.4
0.6
0.8
1
1.2
1.4
Periodo (sec)
Sa
(g)
Suolo ASuolo B-C-ESuolo D
BTT0 <≤
CB TTT <≤
DC TTT <≤
TTD ≤
( )⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛−⋅η⋅+⋅⋅= 15,2
TT1Sa)T(S
Bge
5,2Sa)T(S ge ⋅η⋅⋅=
⎟⎠
⎞⎜⎝
⎛ ⋅⋅η⋅⋅=T
T5,2Sa)T(S C
ge
⎟⎠
⎞⎜⎝
⎛⋅⋅η⋅⋅= 2DC
ge TTT5,2Sa)T(S
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Vb = Sa(T1,q) W λ
Fi = Vb γi
λ=0.85 se l’edificio ha almeno tre piani e se T1<2TC λ=1.00 negli altri casi.
γi = (zi Wi) / Σj (zj Wj)
γ2 Vb
γ1 Vb
∑ ψ+++γ i Kii2KKI )Q(PGE
∑ ψ+ i KiEiK )Q(G
iEi 2ψϕψ ⋅=ψEi=0.30 0.80 magazzini, archiviϕ=0.5 per carichi indipendentiϕ=0.8 per carichi correlati
Combinazioni di verifica allo SLU
Combinazione per il calcolo delle masse
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
2004
Recepimento e parziale modifica da parte delle Regioni
Adattato da Bramerini, Lucantoni & Martini, 2004
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
2004
Adattato da Bramerini, Lucantoni & Martini, 2004
Obbligo di progettazione antisismica in zona 4, come deliberato dalle Regioni
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
OPCM 3519 del 28 aprile 2006, All. 1bPericolosità sismica di riferimento per il territorio nazionale 2006
Mappa di ag con Pecc del 10% in 50 anni. Curve di livello con passo 0.025 g su una griglia di 0.05°. Utilizzabile dalleRegioni o DPC per aggiornare le zone sismiche
Consultabile per coordinate geografiche
16mo
percentile
84mo
percentile
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Valutazione del valore delle ordinate spettrali per alcuni periodi di interesse ingegneristico
www.zonesismiche.mi.ingv.it
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
0%
10%
20%30%
40%
50%
60%
70%80%
90%
100%
1927
1930
1935
1937
1962
1969
1980
1981
1982
1984
2002
2003
Anno
Com
uni c
lass
ifica
ti
NCZona 4Zona 3Zona 2Zona 1
0
2000
4000
6000
8000
1900 1920 1940 1960 1980 2000 2020
Anno
Com
uni c
lass
ifica
ti…
IrpiniaMolise
MessinaAvezzano
Evoluzione del numero di Comuni classificati sismici in Italia.... ed eventi sismici collegati
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Il binomio normativa-classificazione, se ben definito ed applicato, riduce il rischio sismico di edifici nuovi
Ma gli edifici esistenti, realizzati nel corso di centinaia di anni di sottoprotezione sismica?
Ed in particolare gli edifici strategici o rilevanti ai fini delle conseguenze di un eventuale collasso?
Ospedali, caserme VVF, caserme Forze Armate, Strutture per l’emergenza, ponti, centrali elettriche, …
Scuole, teatri, luoghi di grande affollamento, chiese, beni monumentali, ….
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Decreto attuativo: Definizione di “Edifici rilevanti ai fini del collasso” di competenza statale
Edifici pubblici o destinati allo svolgimento di funzioni pubbliche con presenza significativa di personeEdifici e strutture aperte al pubblico suscettibili di grande affollamento (DM ‘96: sale convegno, cinema, teatri, chiese, negozi, tribune)
Strutture il cui collasso può comportare gravi conseguenze in termini di danni ambientali (impianti a rischi odi incidente rilevante)
Edifici il cui collasso può comportare danni significativi al patrimonio storico, artistico e culturale (musei, biblioteche, chiese)
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Decreto attuativo: Indicazioni Tecniche per le verifiche di opere di competenza statale
Redatte dalla Commissione Grandi Rischi e fatte proprie da DPC per edifici ordinari. Prevedono 3 livelli di verifica:
L0 acquisizione di dati sommari sull’opera su tutti gliedifici
L1, L2 verifiche analitiche sulle opere ad elevata priorità(zona 1 e 2, ante 1984)
L1 e L2 si differenziano in base al livello di conoscenza ed agli strumenti di analisi (lineare o non lineare) e si applicano in funzione della regolarità della struttura
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Obiettivi delle verifiche di livello 0
Una graduatoria di priorità per le verifiche di livello L1 e L2
Obiettivi delle verifiche di livello 1 e 2
Edifici in cemento armatoPGA corrispondente allo SLD (Danno lieve)PGA corrispondente allo SLU (Danno severo)PGA corrispondente allo SLC (Collasso)
Edifici in muraturaPGA corrispondente allo SLD (Danno lieve)PGA corrispondente allo SLU (Danno severo)
Confrontare questi valori con la PGA con probabilità di eccedenza del 2% in 50 anni, 10% in 50 anni, 50% in 50 anni
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
Il binomio normativa-classificazione, se ben definito ed applicato, riduce il rischio sismico di edifici, anche esistenti, il cui comportamento è ben descritto da adeguati modelli meccanici
Ma gli edifici monumentali e le murature storiche?
L’OPCM 3274 prevede per questo tipo di opere, come il DM 96, il miglioramento sismico. Richiede, tuttavia, di calcolare la PGA che provoca il raggiungimento di un determinato stato limite prima e dopo l’intervento di miglioramento.
A tal fine sono state redatte delle Linee Guida per l’applicazione delle norme tecniche al patrimonio monumentale
A. Goretti, “La Storia delle Norme Tecniche e della Classificazione Sismica in Italia”
2005Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (Testo Unico)GU. 222 del 23.09.2005
Stessa classificazione
Richiama l’OPCM 3274 come uno dei possibili metodi di verifica
γi=1.00 per opere di Classe 1γi=1.40 per opere di Classe 2(sparisce γi=1.20)
Introduce due distinte forme spettrali per la verifica dello SLU e dello SLD