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OLTRE IL LIMITE La Straordinaria Avventura Del Soldato John Libia B Martinengo Libia Martinengo è nata una sessantina danni fa a Savona ed ebbe un infanzia assai travagliata, perdendo la madre all’età di circa due anni e venendo colpita dalla poliomielite subito dopo, poliomielite che la bloccò compietamente per oltre sette anni; avuta una piccola remissione spontanea s’impegnò con feroce voglia di vivere e di agire a ricuperare l’uso pariale delle membra. Impossibilitata a frequen ta scuole, è un autentica autodidatta favorita nello studio assiduo da doti, ben presto rivelatesi, di sensibilità ultra fanica. Fra l’altro suscitò anche il vivo interesse dello scrittore Pitigrilli. Intendendo le sue facoltà come vera missione nei confronti degli uomini fratelli, non volle essere solo un oggetto di curiosità ma, seriamente applicandosi a migliorare se stessa, proiettandosi verso sfere di puro pensiero, ne captò lo spirito che trasfuse in una serie di opere letterarie e di conferenze, tanto che fondò un centro di studi attualmente seguito in Torino, Savona, Milano e Busto Arsizio da seri studiosi. Avendo fra le altre cose svilup‘pato doti guaritrici specialmente diagnostiche intese studiarle in quegli aspetti cosmici connessi con gli aspetti zodiacali, di cui tratta questo libro. Essa intende mandare un alto messaggio d’incoraggiamento e di amore a tutti quegli esseri che la sventura, il dolore e la malattia hanno colpito, essa intende questo messaggio avvallarlo con la sua esperienza, Non vi è tragica situazione che non sia possibile superare, con la fede in Dio e Fa buona volontà. Non vi è dramma che non sia per un bene maggiore; la Provvidenza guida ogni cosa per il bene e verso il bene, il male che s’incontra nella vita può dall’uomo esser mutato alchemicamente in bene durevole. L’Autrice proclama la sua sincera fede in Dio, ed e convinta dell’immortalità dell’anima umana, immortalità che sente come senso di piena responsabilità di ogni aspetto della vita Sopracopertina di SASCHA ROBB CUCCHETTI

La Straordinaria Avventura Del Soldato John

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Libia Martinengo

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  • OLTRE IL LIMITE

    La Straordinaria Avventura Del Soldato John

    L ibia B M artinengo

    Libia Martinengo nata una sessantina danni fa a Savona ed ebbe un infanzia assai travagliata, perdendo la madre allet di circa due anni e venendo colpita dalla poliomielite subito dopo, poliomielite che la blocc compietamente per oltre sette anni; avuta una piccola remissione spontanea simpegn con feroce voglia di vivere e di agire a ricuperare luso pariale delle membra. Impossibilitata a frequen ta scuole, un autentica autodidatta favorita nello studio assiduo da doti, ben presto rivelatesi, di sensibilit ultra fanica. Fra laltro suscit anche il vivo interesse dello scrittore Pitigrilli. Intendendo le sue facolt come vera missione nei confronti degli uomini fratelli, non volle essere solo un oggetto di curiosit ma, seriamente applicandosi a migliorare se stessa, proiettandosi verso sfere di puro pensiero, ne capt lo spirito che trasfuse in una serie di opere letterarie e di conferenze, tanto che fond un centro di studi attualmente seguito in Torino, Savona, Milano e Busto Arsizio da seri studiosi. Avendo fra le altre cose sviluppato doti guaritrici specialmente diagnostiche intese studiarle in quegli aspetti cosmici connessi con gli aspetti zodiacali, di cui tratta questo libro. Essa intende mandare un alto messaggio dincoraggiamento e di amore a tutti quegli esseri che la sventura, il dolore e la malattia hanno colpito, essa intende questo messaggio avvallarlo con la sua esperienza, Non vi tragica situazione che non sia possibile superare, con la fede in Dio e Fa buona volont. Non vi dramma che non sia per un bene maggiore; la Provvidenza guida ogni cosa per il bene e verso il bene, il male che sincontra nella vita pu dalluomo esser mutato alchemicamente in bene durevole. LAutrice proclama la sua sincera fede in Dio, ed e convinta dellimmortalit dellanima umana, immortalit che sente come senso di piena responsabilit di ogni aspetto della vita

    Sopracopertina di SASCHA ROBB CUCCHETTI

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    Al maestro Thearcos e allAssociazione Pitagorica che stata la pi pura manifestazione

    in questi ultimi quarantanni, d - dono - dedico

    L ibia

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    PREFAZIONE

    Queste mie brevi pagine non sono n una recensione, n una critica letteraria. Sono una testimonianza. Giuro di dire la verit, nientaltro che la verit, sapendo di avere come avversari tutti coloro che, incapaci di osservare, analizzare, interpretare un fenomeno, si adagiano nella loro pigrizia mentale e nella paura dellinconoscibile enunciando la riposante formula:

    IO NON CREDO

    Dopo aver letto vari libri sulla morte e su quellaldil, che la continuazione senza urti dellaldiqu, il caso (ma sar davvero il caso?) mi ha fatto incontrare lautrice di questo libro che ebbe tanta influenza su di me modificando le mie convinzioni sul destino dellanima, sul soprannaturale e su DIO. Come ho raccontato in alcuni miei libri, lautrice del presente libro quarantanni fa mi ha messo in comunicazione medianica con amici, conoscenti e sconosciuti trapassati che (parlandomi di cose che conoscevo e di cose che ignoravo, ma della cui autenticit diedero la prova e la documentazione) mi diedero la certezza che la morte non esiste, che morendo conserviamo la nostra personalit terrena, la nostra formazione mentale, il bagaglio culturale e linguistico che avevamo racimolato nella nostra esistenza.

    DA MORTI SAREMO COME FUMMO DA VIVI.

    Dellautrice di questo libro ho parlato nel mio saggio GUSTO PER IL MISTERO (Sonzogno Editrice - Milano) facendo la relazione scrupolosa ed obiettiva dei colloqui medianici che furono il compendio e la sorgente delle sconcertanti rivelazioni. Posso esprimere la mia opinione su questo romanzo di LIBIA B. MARTINENGO sottolineandone una caratteristica che non lascia dubbi e tanto meno interpretazioni contrarie. Questo libro (come il precedente GIOVANNI LANNUNCIATORE dovuto alla stessa mano) rivela che lautore del mestiere. Si sente la potenza di chi sa davvero scrivere un libro, un gran libro cio il libro di un artiere che conosce larchitettura del romanzo e i segreti di lavorazione cio: preparazione, sviluppi, conclusione, con tutti i fili sparsi che si radunano e si ricollegano con le idee che emergono dagli avvenimenti. Questo racconto non il frutto di vaneggiamenti onirici o di divagazioni di un febbricitante bens lopera quadrata, solida, incrollabile, senza incrinature, di un personaggio che sa scrivere. Non saprei mettere il nome di un autore su questo romanzo; potrebbe essere Fogazzaro, Barrili o Guido Gozzano; metto alla rinfusa dei nomi, nomi di spiriti dei quali la straordinaria medium (che mi ha consegnato le sette chiavi del mistero) mi ha fatto sentire la voce o leggere la parola per le vie dellinvisibile. Leggendo questo libro ci si rende conto che non scritto da un dilettante, da un arruffone, da un incompetente, da una signorinetta che improvvisa, c in esso la potenza, la maturit, labilit consumata di un tecnico del romanzo che non scrive come colui che scrive per la prima volta. Se non fosse irriverente direi che scritto da un Artista al corrente di tutti i segreti, che scritto o dettato da un romanziere al corrente di tutte le malizie

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    del mestiere: colpi di scena, suspense, battute di dialogo martellante. Ci si domander: ma chi lautore? E ci si deve rispondere: Non so. Non lo so, ma certamente ci che si dice QUALCUNO con una grande iniziale maiuscola. Ci sono piccoli difetti e trascurabili errori, essi sono dovuti alla trascrizione e si avuto la probit di non correggere, di lasciarlo nella sua emozionante integrit, perch, in questi generi di esperimenti si debbono evitare le interferenze del medium allo stato di veglia. Guai se nel dettato di uno spirito mette le mani il medium o peggio ancora un estraneo, un correttore, uno stilista. Se questo libro fosse una successione di vicende e di stati danimo o di sensazioni, lopera sarebbe irrilevante o quasi come tanti libri di riflessioni a sfondo letteraria, ma qui ci troviamo di fronte a personaggi stereoscopicamente disegnati che si muovono secondo una loro logica e coerenza. C larchitettura del romanzo giallo pieno di happening e del romanzo psicologico vecchio stile. Qui non ci sono scarabocchi inconcludenti, n ricerche delleffetto, n ghirigori psicologici o patologici, n arabeschi bizzarri. Quando il lettore entrato nello spirito del racconto si trova a suo agio fra le linee geometriche e i chiaro scuri, fra le luci e le penombre. Coloro che ne sanno pi di me analizzino il fenomeno e me lo spieghino. Io non so spiegarlo altrimenti che come un autentico colloquio con lAldil, comunque consiglio chi legge di vedere (parafrasando Dante) la dottrina che si nasconde sotto il velame degli accadimenti strani.

    PITIGRILLI

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    PARTE PRIMA

    CAPITOLO PRIMO

    La rappresaglia

    Poggi Mara 3 luglio 1974

    La giungla fumava per linfernale calore umido che la velava di una nebbiolina soffocante, nellintrigo della vegetazione il meriggio metteva bagliori di sangue sui tronchi e le liane. Nella boscaglia, aprendosi a fatica un passaggio, avanzava un gruppetto di soldati con i sensi tesi sino allesasperazione e al contempo come sotto unanestesia. Non erano pi di un commandos, forse una dozzina di uomini: le tute mimetiche fradice di sudore, sporche di sangue; quasi tutti giovanissimi tradivano uneccitazione nervosa malamente contenuta; un sergente li guidava, aveva il volto segnato da rughe profonde, grigio di capelli, che per nel corpo scattante e asciutto, faceva capire che le rughe nel volto e il grigio della capigliatura non erano opera degli anni. Nel gruppetto la tensione emotiva era intensa; quei soldati erano reduci dalla pi tragica esperienza che possa incontrare un soldato: la rappresaglia, rappresaglia contro civili indifesi. Il sergente diede lalt; erano giunti ad uno slargo della foresta e tutti erano sfiniti. Il silenzio pesante fu bruscamente interrotto d nifgesto dira del sergente che strappatosi la bustina dal capo la gett a terra con unimprecazione. Che sporco affare che la guerra! E quanto pi sporco quello che abbiamo fatto, Puach che schifo... che schifo! Ma sergente interloqu un soldato, perch te la prendi calda? In fin dei conti abbiamo solo eseguito degli ordini... Begli ordini! rugg linterpellato belli quegli ordini: massacrare donne e bambini, distruggere campi e case... che vergogna! Sergente, intervenne il soldato John ma non ricordate perch lo abbiamo fatto? Perch fu comandata questa rappresaglia? Non ricordate Edward e Tom in che stato 1tbbiamo trovati nella foresta? Alla vista di quanto queste maledette scimmie gialle avevano fatto loro, eravate pi rabbioso di noi, e adesso perch tutto questo? Abbiamo fatto giustizia sergente! Ed io sono fiero di averla fatta! Che giustizia, che giustizia, no ragazzo no, quella non era giustizia, che ne poteva quella povera gente, quelle donne quei bimbi? Io mi vergogno dindossare una divisa che adonesta simili cose! Sergente, intervenne laltro parliamo di quei cari bambini che vengono a mendicare alle cucine e portano nei nostri accampamenti mine tascabili! le donne poi... carine, davvero carine! ... Puttane dannate che allettano in tutti i modi i nostri ragazzi per trascinarli nelle imboscate e consegnarli vivi alle scimmie gialle.., e dopo, costui, non pi un uomo. Jimmy! rispose il sergente tu traspiri pi odio che sudore; ti ripeto che quella povera gente, era gente pacifica; non erano vietcong, non nascondevano partigiani, non esercitavano lo spionaggio contro di noi... e poi se anche ci fosse

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    stato... Questa la loro terra, sono in casa loro, hanno il diritto di governarsi come meglio credono. Noi siamo stranieri, siamo invasori, che ci facciamo qui? Perch siamo qui? Cosa difendiamo? In nome di che, di chi, incendiamo, massacriamo? Quanto avviene sporco! Quanto facciamo schifoso! Ora il sergente urlava sfogando la tensione emotiva che lo strangolava. Il soldato John scarlatto dindignazione interloqu con forza: Ma sergente! Siete comunista per caso? Voi parlate come un disfattista, voi insultate lesercito americano! Il soldato John era un ragazzino appena dicianovenne, era partito volontario, la testa imbottita di slogan patriottici e propagandistici, egli amava la vita militare, la guerra, la divisa, le fanfare. La sua vanit giovanile ne era luskigata, si sentiva importante, ed era gonfio di virtuosa indignazione patriottica di fronte ai discorsi e allatteggiamento di un sergente dellesercito degli Stati Uniti. Ora rimuginava, fra s e s, linqualificabile atteggiamento chiedendosi seriamente se non era suo stretto dovere fare rapporto contro il suo sergente. Va bene che io non sono uno spione e non mi piace denunziare un camerata, ma costui, pi di un disfattista un sabotatore vero e proprio: come si fa a fare una guerra con simili uomini? Anche lui ha ben visto Edwart e Tom, ed era furioso, pi di tutti noi, adesso piagnucola perch abbiamo fatto fuori un buon numero di scimmie gialle, come se le scimmie gialle fossero uomini come gli altri, come gli esseri civili; ceran dei bambini? E non si uccidono i lupicini con il lupo? Spenta la bestia, finito il veleno, santo cielo come la fa lunga, una rappresaglia una rappresagila ecco tutto... in fin dei conti una guerra non mica una scampagnata!... S la guerra non era una scampagnata e, senza voler ammetterlo neppure con se stesso, il soldatino John se ne rendeva conto. Rendersene conto era per lui cosa troppo disgustosa, era il risveglio amaro da uno splendido sogno, il sogno per cui era partito volontario. Per il soldato John, la scelta della vita militare, era stata molto importante. Egli era Irlandese di terza generazione, figlio di povera gente, penultimo di una numerqa famiglia, per lui indossare la divisa aveva significato divenire qualcuno, uscire dallanonimato, qualcuno di cui tutta la famiglia un po si pavoneggiava. Ricordava quel giorno in cui era partito per il campo base, ma pi ancora quello in cui, ubriaco di propaganda, di fanfare, di discorsi patriottici era partito per il Vietnam; i genitori, i vicini di casa, i fratelli, le sorelle erano tutti fuori ad ammirarlo, persino lorgogliosa Kate, la figlia del pizzicagnolo allangolo, si era lasciata rubare un bacio. Il Vietnam per John era stata una prova esaltante, checch ne pensasse, checch ne dicesse quello strambo sospetto sergente. Il naturale modo di essere di John era, coraggio e violenza; il sangue della gente Irlandese tumultuava in lui con la potenza di unonda oceanica, egli amava la lotta. Questa natura si era, sotto le armi come ampliata; egli era lesercito degli Stati Uniti, in lui il respiro della stirpe si allargava e diveniva incomprensione, rampollo di una gente costantemente oppressa non si accorgeva che, diventando a sua volta oppressore, rinnegava i principi stessi della verde Irlanda originaria, dove uomini della sua specie lottavano proprio per quegli ideali che dilaniavano le gialle genti Vietnamite. Le rappresaglie contro i civili non lo esaltavano affatto, anzi a dire il vero lo disgustavano assai; che gusto cera a sparare in un mucchio di civili terrorizzati,

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    morti di paura prima che di pallottole.., meglio, molto meglio il corpo a corpo, dove ogni muscolo ogni nervo si erge contro il nervo il muscolo dellavversario; sentire la propria e laltrui forza, vincere piegando laltrui resistenza sentendola cedere poco a poco quasi in un amplesso sessuale, sopraffacendo, spezzando, annichilendo, tramite il dolore, nellaltro la resistenza, la forza, la vita. Quello era bello. Ma non sempre si pu avere solo quello che piace; una buona rappresaglia di quando in quando non guastava, teneva allenati, chiss perch quellassurdo sergente si faceva prendere dagli scrupoli? E per cosa poi? Per un branco di scimmie gialle, una teppa di comunisti di vietcong? Ah si! Decisamente era suo dovere fare rapporto, suo dovere riferire gli strani discorsi del sergente; non si poteva fare del disfatti. smo, peggio del sabotaggio contro il glorioso esercito degli Stati Uniti. Mentre egli cos fra s si dibatteva, echeggi un urlo: Attenti, unimboscata! Prima che fosse possibile estrarre unarma, organizzare una difesa, il gruppo si trov circondato. Da tre lati si scaten linferno di una fucileria intensa. Il primo a cadere con la testa spaccata fu proprio il sergente dai capelli grigi; altri caddero falciati dinfilata; John, con due o tre compagni, tentarono di retrocedere, n il tragico retrocedere fu impedito. Anzi con misurata pressione i superstiti vennero respinti sempre pi indietro, sempre pi indietro verso il villaggio in fiamme, il villaggio della rappresaglia; ed ecco di colpo, alle spalle, il ruggire delle fiamme; ecco sulla piazza il triste mucchio dei civili uccisi; ecco emergere dal fumo visione infernale, volti ghignanti di partigiani vietcong... Poi, John e i suoi compagni, non videro, non sentirono pi niente. I loro corpi furono spinti fra le fiamme: le vittime della rappresaglia erano vendicate.

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    CAPITOLO SECONDO

    Dopo limboscata

    Il soldato John riacquist conoscenza, era stordito, tutto il corpo gli dolorava; gemendo cerc di levarsi in piedi e vi riusc, ma subito barcoll preso da vertigine. Poco distante da lui, pure il sergente si stava riprendendo; cercando di vincere una tremenda nausea John si guard intorno. Con stupore not la strana nitidezza di quanto si offriva ai suoi occhi. Si accorse di essere in un villaggio vietnamita, un villaggio che credeva vagamente di riconoscere, ma che sembrava addobbato per qualche festa locale. Anche il sergente si era levato in piedi e si stropicciava la testa non pi grigia ma bianca, di un bianco immacolato; intorno ai due soldati si svolgeva una vita serena e ordinata: tutto era pulito, spazzato, lavato e ornato di fiori; nelle stradine di tetra battuta bambini giocavano strillando di gioia; donne con fresche vesti attendevano cantando a semplici faccende. Sulle soglie di capanne pulitissime, sostavano vecchi dallaspetto venerabile che fumavano le pipe di giada. Tutto era festante, eppure lordinato movimento testimoniava di un giorno qualunque; da una stradina sbuc abbaiando un cane giallo inseguito a fatica da un bamberottolo di due o tre anni, che pareva divertirsi moltissimo; da una capanna usc una gatta, magra ma di pelo lucido, seguita da due gattini. Cane e gatta si trovarono muso a muso, ma, quali ottimi amici e conviventi si annusarono leccandosi e andando ognuno per i fatti suoi. Ora il bambino aveva finalmente raggiunto il cane che lo seguiva scodinzolando. Tutto ci fu colto dal soldato John in un tempo pi breve di quanto descritto. S? rispose il sergente. State bene? S, e tu? Anchio... ma cosa successo? Dove siamo? Dove sono i camerati? Ragazzo mio ne so quanto te, ma lasciami raccapezzare... non c stata unimboscata? S, e ci siamo rifugiati nel villaggio distrutto... Ma questo il villaggio distrutto! Ma no! Insomma, o abbiamo sognato di distruggere questo villaggio, o stiamo sognando adesso! Che ne stato degli altri? Sergente! Url John. guardate! La scena idilliaca era assurdamente cambiata, e il cambio era orrendo. Le strade non pi ornate di fiori, erano piene di una folla terrorizzata, che fuggiva in cerca di salvezza, incalzata da un gruppo di uomini in divisa mimetica, con sulle facce unespressione satanica; essi scagliavano granate che esplodeva- no incendiando le povere capanne di stoppie; un bambino che stringeva fra le braccia un cagnolino giallo, centrato in pieno esplose in brandelli insieme al cane; da una capanna in fiamme pazza di terrore usc una gatta seguita da due gattini; tutti si affiosciarono soffocati. Donne con bambini fra le braccia, vecchi che tentavano di fare scudo a ragazzetti, venivano, con le baionette alle reni, spinti come animali verso la piazzetta del villaggio circondata da capanne in fiamme; fra urla inumane, imprecazioni

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    preghiere, i soldati si disposero come per al tiro al bersaglio.., il massacro ebbe inizio. John vide s stesso e i suoi compagni puntare le armi e sparare nel misero gruppo di creature umane pazze di terrore; in un gioco assurdo e crudele ognuno si sceglieva un bersaglio, sfogando nella rossa furia linnato sadismo; ognuno vedeva traverso le dimensioni dellodio e della foia, vendicando sugli infelici ogni sua remota frustrazione. Qualcuno centrava accuratamente le donne al basso ventre ghignando soddisfatto allinarcarsi della vittima, vi era chi preferiva colpire le testoline dei bimbi in braccio alle madri, colpendo dopo la medesima, taluno puntava alle gambe dei vecchi per vederli annaspanti nel sangue e finirli a bellagio. John con orrore, vedeva se stesso sparare e ghignare. Accanto a lui anche il sergente sparava piangendo, ma con precisa freddezza mirava fra i due occhi delle vittime offrendo la misericordia di una rapida morte; bagnato di limpide lacrime, il volto del sergente era come un blocco di pietra... Sangue e fumo... poi inatteso innaturale il silenzio. No, gemette John non vero, non pu essere vero, un sogno, un incubo.., noi non abbiamo potuto far questo, non labbiamo fatto, mi devo svegliare, sergente aiuto! ... Lentamente come in un film al rallentatore, la scena cambi; ancora il villaggio ridente ornato di fiori, le placide occupazioni, i canti dolci delle donne, i vecchi sereni e severi, fumanti in pipe di giada. Bimbi e cani allegramente ruzzanti per le stradine fresche e pulite, una bellezza pacata e serena, unumile felicit fatta di umili cose... John vide se stesso e i suoi compagni aggirarsi per il villaggio senza che la gente mostrasse il minimo interesse quasi essi fossero fatti daria; la loro presenza non esisteva. Poi la scena cambi, ancora fu lorrore, il sangue, la bestiale furia, ancora le urla, gli spari, il fuomo... e di iuovo il villaggio sereno, in un altalenare pauroso dimmagini contrapposte, John sent la pazzia avviluppargli il cervello. Si strinse la testa fra le mani tappandosi le orecchie, chiudendo gli occhi, ma vedeva, sentiva, partecipava suo malgrado come se le funeste visioni scorressero ormai in lui con il sangue bruciandogli il cervello. Con un rantolo cadde con il volto a terra e sent sulle guancie, sulle labbra il fango impastato di sangue, un fango liquido, caldo che gli entrava nelle narici, gli scorreva in gola... Poi una grande tenebra cadde su di lui; non vide non ud pi nulla, non conobbe altro che uno sprofondare in un abisso ovattato dove la coscienza si spense in un ultimo guizzo di disperazione. Poi, lentamente, faticosamente, John usc dallincoscienza. La prima sensazione che impression i suoi sensi, fu quella di una nebbia grigia e fredda che tutto avvolgeva, impedendogli di vedere alcunch unitamente ad un silenzio innaturale che pareva pieno di fremiti, ma la nebbia che lo avvolgeva non permetteva di veder nulla a due palmi di distanza; fisicamente si sentiva indenne, le membra erano sciolte e docili, non aveva limpressione di essere ferito, mosse qualche passo ma si ferm di colpo con un fremito di paura, non vedeva nulla nella nebbia, persino i suoi piedi sparivano, rimase fermo con il cuore stretto, un gelido sudore alle radici dei capelli; dovera? Con chi era? E soprattutto quanto tempo era passato? Non aveva alcuna idea del tempo n del luogo, aveva solo paura, la paura animale del bruto caduto in trappola. Cerc in fondo alla gola un filo di voce che non riconobbe per sua, tanto suon stridula.

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    Ehi qualcuno? C qualcuno? Nessuna risposta, non un eco... le memorie tornavano terrorizzandolo e con le memorie degli orrori, la supposizione di orrori ancor peggiori. Ricordava la rappresaglia, limboscata; sent i capelli drizzarglisi in testa... era vivo ed era caduto vivo nelle mani dei Vietcong... e adesso? Che cosa sarebbe avvenuto? Che gli avrebbero fatto? Ricordava con raccapriccio molte storie di prigionieri liberati quando ormai erano diventati un oggetto di terrore e di sgomento; chiss che avrebbero fatto a lui e al sergente, che certamente era prigioniero del pari. John avrebbe urlato, ma lagghiacciante terrore lo rendeva muto ed immobile simile ad un pezzo di ghiaccio. Intanto la nebbia, prigione immateriale, lo costringeva peggio di solidi muri, egli non osava fare un passo, incerto dellabisso che si sarebbe spalancato sotto i suoi piedi mandandolo magari a infilarsi su di un bamb accuminato dovre avrebbe lungamente agonizzato come un cinghiale; il sudore diaccio che scorreva sulla sua fronte gli riempiva gli occhi facendoli bruciare e aumentando la cecit della nebbia.

    Cauto alz una mano a strofinarsi gli occhi, si accorse di poterlo fare con facilit e andando oltre presso la fronte scopr di avere ancora la bustina in capo, con un lungo soffio lasci uscire il respiro che bruciava nei polmoni contratti; strano non lo avevano spogliato; misurando i movimenti, cautamente si esplor la persona, aveva ancora la divisa, gli avevano lasciate le armi. La stranezza della cosa fu tale che di colpo divenne lucido. Non era prigioniero dei Vietcong, era smarrito nella foresta, la nebbia era una cosa naturale, che si sarebbe dissipata, tutto era ancora possibile. Un sospiro di sollievo sfugg quasi inavvertitamente dalle sueiabbra, certo la situazione non era la migliore, ma, con un podi fortuna la nebbia alla fine si sarebbe sollevata e avrebbe potuto vedere dovera e cosa fosse possibile fare; ma come mai era solo? Dove era finito il sergente chegli ricordava di aver visto ben vivo al suo fianco? Il pensiero del sergente lo ricolleg colle scene della rappresaglia, ricord come il sergente lavesse deprecata e tutto sommato, adesso anche lui non si sentiva pi tanto fiero: rimuginando i suoi pensieri finiva con il concludere, che s, la guerra era proprio uno sporco affare... Ma perch poi era finito in guerra? Gi, la storia delleroe volontario, linfatuazione della divisa; ma perch poi si era tanto infatuato? Pian piano, quasi inconsciamente, John si ritrov a ricapitolare i fatti salienti della sua pur breve esistenza... La casa meschina, la famiglia povera, il padre troppo amico delle belle bevute e delle belle cantate, la madre indaffarata, incinta o allattante, troppi fratelli, troppe sorelle, troppi pannolini in aria, troppi lettini, e soprattutto troppo poco spazio; scale che sapevano di gatto, vicoli che sapevano di vizio. Si rivedeva ragazzo cresciuto in fretta, in fretta disincantato, rivedeva le ragazze equivoche, e i compagni loschi. Poi lincontro con lingaggiatore, la grande tirata propagandistica, le promesse di gloria.., e, perch no?, di quattrini, buona paga, buon vitto, una bella divisa in cui pavoneggiarsi, lonore di servire la patria, la civilt, lui, il povero ragazzo di strada... Ricordava, o come ricordava, lentusiasmo, che gli si era acceso dentro, la vestizione, la dura vita di caserma, simile ad uniniziazione religiosa (che tale era stata per lui), il misticismo della guerra, dellavventura eroica mediante la quale,

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    lui, sarebbe finalmente stato qualcuno. Tornare nel povero quartiere con la bustina sulle ventitr, tutto azzimato nella divisa nuova con quel S.V. sul colletto, soldato volontario. S, quella era stata la sua grande giornata, e poi la cerimonia del giuramento, le fanfare, i discorsi, il colonnello che stringeva la mano con un virile buona fortuna ragazzi e il decollo.., il lungo volo fra i canti... poi?... Poi la discesa allinferno... nella giungla insidiosa, nella guerra senza quartiere... ed ora? Ora eccolo l, che non sapeva dovera, n cosa dovesse fare, perduto in un mare di nebbia e forse dinsidie mortali. Pi il tempo passava pi in John aumentava langoscia, la nebbia persisteva e il non vedere il non sentire era per John un supplizio aggiunto agli altri. Ma quanto tempo era passato? Un secolo o pochi minuti? Avessi un bastone pens potrei tastare il terreno, potrei avviarmi da qualche parte, ma cos impossibile questa nebbia non si lever dunque mai? Come uccelli stanchi, altri pensieri affluivano a lui, ora vedeva il volto soave e raggrinzito della vecchissima nonna, morta quandegli era ancora piccolo; la nonna che lo segnava sulla fronte con la croce e lo portava in chiesa; stranamente ricordava la sua prima ed ultima comunione nella quale tutta la famiglia si era unita festosa e che si era conclusa con una sbornia colossale del capo famiglia e di tutto il dan maschile. Gi, rimuginava fra s dopo non sono pi entrato in una chiesa, ma se la scampo, garantito che in chiesa ci torno; ci torno sicuro, mi confesser e far anche la comunione; ah! Nonnina aiutami tu, fa chio mi salvi, e ti prometto che muter costumi. Ora la nebbia sembrava meno densa; un pallido bagliore come di sole invernale filtrava, ma tuttavia continuava a non veder nulla; s, era un po meno nero, ma quanto al raccapezzarsi niente da fare. Mosse un passo avanti alla cieca, ma per andar dove? Il cuore era stretto dalla disperazione; mai John era stato cos solo con se stesso, scoprendo che la sua compagnia non gli era affatto gradita. Anche il sopraggiungere di un nemico, in quel momento sarebbe stato un meraviglioso sollievo. Forse perse conoscenza o si assop, non lo seppe mai Di colpo si trov sveglio, sveglissimo; la nebbia era svanita; innanzi a lui un arcigno sottufficiale in divisa mimetica lo guardava con aria disgustata. Lo sguardo di John abbracci uno squallido panorama emerso dalla nebbia di cui conservava il colore; una landa ignuda, desolata con allorizzonte una fila di tristi grigi baraccamenti. Dove sono? Chi siete? chiese il soldato John. Silenzio soldato! Qui le domande le faccio io! Si sent acidamente rispondere. Tu, piuttosto, chi sei? Sbalordito John disse chi era, di quale distaccamento facesse parte, ma non pot impedirsi di chiedere ancora. Ma dove mi trovo? Il sottufficiale arcigno rise senza allegria. Dove diavolo vuoi trovarti? In un centro di raccolta e di ricondizionamento! Come? Io non capisco! Beh, non preoccuparti, ci penseremo noi a farti capire... piuttosto, chi te lo ha fatto fare di venire qui ad ammazzare la gente? Vi fu una breve sospensione durante la quale John rimase in allibito silenzio e il sottufficiale sembr consultare qualcosa poi questi riprese: Ah vedo; volontario eh? Potevi fare il gansteruccio a casa, hai preferito fare il soldato, pi soddisfazione e meno pericolo di sedia elettrica.., licenza di uccidere, eh!

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    John era sempre pi esterefatto; chi era quel sottufficiale impazzito? Cosa significava centro di raccolta e di ricondizionamento? La mente di John era alla tortura in una disperata domanda, la cui risposta non avrebbe potuto che essere una tremenda: Vietcong! Bene riprese il sottufficiale vedo qui delle note curiose, ti fanno onore.., che ti aveva fatto quel bambino con il cane? Bambino? Cane? S, bambino e cane che hai fatto a pezzi con una granata, bellimpresa guerriera questa; valoroso il soldatino! Dio mio, gem John sono finito nelle mani dei Vietcong e costui un rinnegato. Un gelo di morte gli corse lungo la spina dorsale; John ricordava molte storie dellorrore e fremeva di disperazione; cader vivi nelle mani dei Vietcong era peggio della morte, ed egli vi era caduto vivo... fulmineamente ricord che non lo avevano disarmato; con una mossa repentina trasse la pistola dalla fondma e la punt sullinterlocutore urlando... Miserabile traditore, rinnegato! Creper, ma ti ammazzo. Lo scatto di John fu bloccato a mezzaria, la pistola vol lontana ed egli si sent avvolgere da spirali di fuoco come fosse incappato in una barriera ad alta tensione; tutti i suoi nervi urlavano contorti in una paralisi spasmodica, il sottufficiale non si era mosso. Ma di bene in meglio! Violento il giovanotto vero? Ma qui la violenza non giova sai? Qui tinsegneremo a calmarti, vedrai; ne abbiamo domati di pi feroci, bello mio, e domeremo anche te,ah! Schiumi di rabbia? A tuo piacere, ti giover alla salute e capirai da solo come dovrai fare per liberarti! Buon divertimento soldatino, quando vuoi la cameriera suona pure il campanello. John, contratto in unagonia di tutto lessere, lo vide allontanarsi tranquillo, lasciandolo appeso alla barriera di alta tensione. Come una farfalla infilzata viva, egli si dibatt; ma tutto fu inutile, ben presto cap come ogni suo movimento, ogni sua reazione scatenasse linferno della corrente nei nervi contorti; solo stando immobile e silenzioso poteva attenuare lo spasimo atroce, la disperazione linvase; ma misericordiosa scese su di lui, la benefica perdita di coscienza. Luomo stato creato per essere felice, per essere buono; nessun limite alla gioia, nessun ostacolo alla bont. Questa verit si viene a conoscere proprio quando si in presenza della malvagit o della sofferenza: ai limiti la malvagit diviene impotenza, la sofferenza si perde nellincoscienza. Queste cose il soldato John non le sapeva, ma ben presto le avrebbe imparate. Ritornando a conoscere il suo stato, John si accorse di non essere pi appeso al campo di forza, ma in luogo ristretto dove le pareti sfumavano in un grigiore di nebbia. Con stupore constat di non aver ricevuto alcun danno dal duro abbraccio con la barriera e che ancora non lo avevano disarmato, eccetto la pistola che era stata strappata via dalle sue mani. Quegli strani catturatori, non si preoccupavano di disarmare i prigionieri, stante gli incredibili mezzi che avevano a disposizione. La povera mente di John lavorava freneticamente per tentare di scoprire qualcosa del luogo dove si trovava; per quanto poteva vedere, non vi era nulla da servire da indizio o da riferimento. Era una landa piatta e vuota, uniformemente grigia e in quel grigiore, sagome pi scure si scorgevano qua e l a gruppi o isolate. Non un albero, non una collina; lorizzonte era breve, chiuso da una fila di bassi edifici incolori. Innaturale, il silenzio avvolgeva ogni cosa. Mai John aveva conosciuto un simile terrore, la sua era paura ancestrale, atavica, una paura di belva in

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    trappola; aveva voglia di urlare e sapeva che avrebbe urlato. Per frenare il battito dei denti si morse a sangue le mani traendo sollievo dal dolore che gliene venne. Non devo impazzire, impose a se stesso non devo, sono nelle loro mani chiss che mi faranno; ma non devo impazzire, non devo darla vinta, non devo chiedere piet; dovranno vedere tutti come unamericano sa portare alta la sua bandiera, e poi, finch mi lasceranno le armi... In quella una voce risuon vicina chiamandolo per nome. John; John! Sergente?! rispose John. Dove siete? Qui accanto a te, non mi vedi ragazzo? Non vedo un corno, in questa maledetta nebbia! Ma io ti vedo John, la nebbia non pu esser pi densa per te che per me. Eppure pare che sia cos; come state sergente? Passabilmente bene, date le circostanze. Siamo caduti nelle mani dei Vietcong? Non io s John non capisco nulla... Siete ancora l, siete ancora armato sergente? S, ma a che serve? Meglio non fare sciocchezze John, se ci hanno lasciate le armi, ci perch non temono nulla da parte nostra, ci conviene star quieti almeno sino a che avremo capito qualcosa... Intanto la nebbia sembrava dissiparsi e John pot vedere ai suo fianco il sergente; ancora una volta fu colpito dalla capigliatura perfettamente candida, not laspetto sofferente e perplesso di chi non sa se sogna o se desto. John? S? Cosa ci realmente accaduto? Non lo so, sergente, so solo di essere mortalmente spaventato e di avere una voglia furiosa di menar le mani: anche a costo di farmi ammazzare! Non sarebbe un buon affare John. Fra i due pes un lungo silenzio, entrambi cercavano di vedere qualcosa, ma nello squallido grigio panorama vi era poco da vedere. Di colpo, come materializzato dalla nebbia, essi scorsero il sottufficiale arcigno; vecchia conoscenza di John. Ehi! Voi due, venite, il signor maggiore vi vuoi vedere. E tu, non fare scherzi capito? lammonimento era minacciosa- mente rivolto a John. Il sergente dopo aver salutato, cerc di chiedere qualcosa, ma il sottufficiale tagli corto seppur con una sfumatura di cortesia. Saprete tutto quando sar il momento! Il terzetto si avvi verso le basse costruzioni sempre avvolte dalla nebbia; pi volte ebbero limpressione dincontrare persone in movimento, ma non vi era tempo di accertarsi di nulla; entrarono in una di queste costruzioni trovandosi in una specie di ufficio in cui si affaccendavano due o tre persone. Il sottufficiale fece un rigido saluto, e disse: signor maggiore, ecco i nuovi. Cos dicendo spinse innanzi John e il sergente. Istintivamente essi salutarono, ma .il saluto di John sinterruppe in un gesto di stupore ed incredulit: in piedi davanti a lui vi era un ufficiale chiaramente tedesco, e ancor pi chiaramente in perfetta uniforme di S.S.; sul petto la svastica risplendeva insieme ad unalta decorazione al valore. Buon Dio! esclamarono ad unisono i due americani, ma John gi vedeva rosso e in lui la furia esplose incontenibile. Maledetti! url, maledetti! Ora capisco tutto, rinnegati, . ..ma io ora vendicher

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    tutti! Cos dicendo, con la rapidit del lampo, estratto dalla cintura il pugnale da marines si scagli sul nazista affondandoglielo nel petto; con volutt sent sotto la lama la resistenza della stoffa e della carne e spinse sino allelsa, ma il maggiore non cadde, come sarebbe stato logico attendersi; sul volto duro e ascetico apparve un lieve bagliore di sorriso; intanto il sergente terrorizzato aveva afferrato John. Sei pazzo. Cosa hai fatto?! Il sottufficiale arcigno non si era mosso, restando impassibile prese la parola dicendo: signor maggiore, che cosa ne dobbiamo fare? Costui credo sia irrecuperabile... Nessuno irrecuperabile, caporale rispose il maggiore che non aveva fatto ancora un movimento, come se lassalto di John fosse stato un soffio di vento, dal suo petto sporgeva ancora leisa del pugnale. Con un gesto noncurante lufficiale si strapp dal petto la lama perfettamente asciutta e la gett ai piedi di John dicendo seccamente: Raccoglila, soldato!. Esterefatto John ubbid... Ora dammela! e John la porse; il maggiore la prese e la porse al sottufficiale arcigno: meglio non lasciargli questi giocattoli. Prego, lasciatemi solo con lui, sergente, vi vedr fra poco. Il sergente e il caporale uscirono e, ad un gesto del maggiore, uscirono pure i due ufficiali che erano stati immobili spettatori. John e lS.S. si trovarono soli; John smarrito, stordito, con una disperata quanto infantile voglia di piangere. Gli occhi di ghiaccio del maggiore lo fissavano scrutandolo con uno sguardo pensoso. Inconsciamente John si era messosullattenti regolamentare. Riposo soldato! disse il maggiore che voltandogli le spalle and a sedersi alla scrivania dove riprese a fissarlo in silenzio. Il silenzio dur cos a lungo che John ebbe un sussulto quando il maggiore riprese a parlare: Soldato, sai dove sei? S, fra le mani dei Vietcong farfugli John. Non precisamente, anche se qui ne potrai trovare qualcuno... sei in un centro di raccolta e di ricondizionamento di caduti. Si riprese rapidamente senza dare a John il tempo di fiatare, tu, io, i sottufficiali che sono usciti, tutti insomma siamo dei caduti, dei morti in guerra, o se preferisci siamo delle anime, dei disincarnati! ... Morti! url John Morti? No, non vero, questi sono i vostri trucchi! Volete farmi impazzire, lavarmi il cervello, siete dei mostri, ecco cosa siete, mostri! Nazisti e Vietcong, siete degni gli uni degli altri, ed io non sono affatto morto! Oh! s, me ne hanno parlato dei vostri trucchi, ma con me non attaccheranno, non mi farete impazzire, non mi farete diventare un rinnegato! Sono un americano io!... Impassibile e assorto il nazista laveva lasciato parlare, urlare senza interromperlo, e quando John tacque, soffocato dalla sua stessa furia, con voce bassa e cortese riprese a parlare dicendogli: Soldato, posso capirti benissimo e non ti faccio colpa di cosa senti, di ci che pensi, per, per il tuo stesso bene, ti prego, calmati e sottomettiti alla legge comune. Se vorrai far cos, non ci costringerai a prendere nei tuoi riguardi provvedimenti punitivi, alla fine vedrai ti troverai assai bene. Dovrai imparare cose che ignori, che ti sono necessarie, ma non potrai imparare nulla se ti lasci travolgere da questa furia; hai bisogno di spiegazioni e le avrai, ma prima devi convincerti della verit... Il tuo corpo di carne non esiste pi, quello che senti come il tuo corpo, non quello fisico ma quello eterico. La nostre forme le nostre

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    sensazioni appartengono ad una diversa dimensione della materia, tu non puoi accorgertene perch la tua mente delira fra le immagini del recente passato, devi placarti, fare silenzio in te, e quanto pi presto lo farai tanto prima ti sentirai pi sereno, pi libero.., forse pi felice! Non vero rugg John, voi mentite! Mentite! Menti- te! Sul volto del maggiore apparve unespressione indecifrabile. Povero ragazzo, ti comprendo e ti compatisco, ma non posso lasciarti in questo tuo volontario inganno; tu sai di essere morto, lo sai ma non vuoi ammetterlo; non vuoi ammetterlo perch ti vergogni, perch sai che i tuoi pensieri, i tuoi atti furono e sono riprovevoli; ma quanto pi ti ostinerai a negare la verit, tanto pi questa ti ossessioner, dovrai ammetterla per forza, e dovrai piegarti davanti a lei e pi tarderai e peggio sar per te, accetta almeno, come ipotesi di lavoro, lidea di essere morto e vedrai tutto sar pi facile. Gi! ghign John comodo, e credete chio la beva? Siamo morti vero? Tutti morti, e voi signor maggiore del grande Reich, maggiore delle S.S. di Hitler ve ne state qui, con una divisa immacolata, con splendide decorazioni a farmi la predica? Sembrate quasi un pastore, siete convincente; straordinario, questo nuovo sistema di intontimento, dimbottimento di crani, degno, pienamente degno di Hitler e di Stalin; con qualcuno forse funzioner, ma con me no! Per Dio! Con me no! Alla bestemmia il maggiore si era alzato in piedi e dominava con lo sguardo di ghiaccio il frenetico John. Smettila soldato!... Non pronunziare invano il nome di Dio! Siamo tutti sotto la Sua legge e soggetti alla Sua giustizia! La mia divisa immacolata perch lho portata con onore, le mie decorazioni risplendono perch duramente guadagnate a servizio di unIdea; di Hitler non so, di Stalin non discuto, ma potrei dirti soldato che, i mostri sadici, se a questi ti riferisci per insultarmi, non mancano decisamente neppure da voi, n vi mancano gli sfacciati bugiardi della propaganda e della guerra psicologica, n di essi che dobbiama discutere: ognuno sbaglia e paga per conto proprio. Mi venne affidato un mandato, cerco di adempierlo del mio meglio; rendermelo difficile non giova a nessuno! Che lo voglia o no capire tu sei morto; il tuo corpo, o almeno quanto ne rimane, marcisce nella giungla, se sa r necessario ti porteremo a vederlo e ne riparleremo... Come richiamato telepaticamente, il caporale dallaria acida, era rientrato nellufficio e stava alle spalle di John: Caporale, vi affido questo ragazzo, non vogliate esser con lui troppo duro, non ragiona, sconvolto... Infami! John, pazzo, schiumante di collera, tent di avventarsi per ritrovarsi immediatamente, avvolto in un velo di bruciante dolore, appeso ad un campo di forza. Il maggiore si era allontanato. Ovattata giunse alle orecchie di John, la voce arcigna del caporale. . . .La smettiamo? Chi credi dimpressionare zotico che non sei altro? Fatti un esame di coscienza piuttosto e impara il pudore... proprio tu hai da fare lorgoglioso? Fucilatore di cani! ...Assassino! Poi intorno a John tutto fu silenzio e buio. Quanto tempo pass? Minuti o secoli? Infine, che leternit se non un tempo senza tempo, uno spazio vuoto senza punti di riferimento? John venne riscosso da una voce nota che lo chiamava con insistenza: John, John! Egli riconobbe quella voce: Sergente? sospir.

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    S, ragazzo mio, s, sono il tuo sergente; ascoltami, figliolo... Che? Hanno convinto anche voi? No ragazzo, no! Nessuno mi ha convinto, ma la verit che... s..., insomma, siamo stati fottuti! Puoi crederlo o non crederlo, ma non c niente da fare, siamo regolarmente morti, impossibile esserlo di pi, ho visto il mio corpo e non era un bello spettacolo, ho visto anche il tuo; non ostinarti, perch se no dovrai vederlo; sentimi, dammi retta, sottomettiti, scusati. Nessuno ce lha con te, in fondo eri un ragazzo, qui vi molta bont. Andate via! la voce di John era un urlo rauco di belva. Via rinnegato, via traditore...! Un soffocato sospiro di rammarico fu la risposta; di nuovo silenzio e tenebre e paurosa solitudine. John, fisicamente, non solo non soffriva, ma aveva la sensazione di essere sotto anestesia, non avvertiva pi il suo corpo, solo la mente viveva e vibrava dolorosamente in una ridda, in un rimuginio continuo di pensieri, di ricordi. Paura e angoscia erano gli stati che conosceva di pi: infine la solitudine atroce port un nuovo tormento, il dubbio; il dubbio di aver sbagliato, il dubbio che gli altri potessero aver ragione: non si sentiva pi tanto eroe, non era pi tanto deciso ad aggredire, lira se ne andava e con lira la forza morale che lo aveva sostenuto. Si possono affrontare supplizi e carnefici, lorgoglio talora tiene luogo di respiro, ma il buio, il silenzio, lassenza di ogni compagnia.., anche quella di un topo, di uno scorpione, di un serpente a sonagli sarebbe stata gradita. Il fanciullo riaffiorava in lui, un fanciullo in castigo, che aveva tanta voglia di chiedere perdono; ma non vi era alcuno a cui chiedere perdono. Intanto qualcuno si stava occupando di lui, e questo qualcuno era proprio il nazista. Aveva convocato alla sua presenza lex sergente di John e un caporale di nome Dan, che noi gi conosciamo, larcigno sottufficiale con il quale John si era scontrato per primo. Il maggiore interrogava lex sergente: Conoscete bene il soldato John? S, signor maggiore, lo conosco abbastanza, non un cattivo ragazzo, solo un fanatico imbottito di propaganda. Me ne sono accorto sorrise il maggiore ma che si pu fare per lui? Saprei io cosa fare interloqu larcigno sottufficiale lo sbatterei su quanto resta del suo cadavere e starei a vedere se continua a sostenere di essere vivo Caporale, quante volte vi ho detto che questo complesso del giustiziere un errore; siamo qui per salvare le creature, non per dannarle, un soggetto come il soldato John, si perde se portato alla disperazione, e sarebbe un peccato, perch questo ragazzo mi piace, un valoroso che non si arrende, se diventasse un disperato vampiro, empirebbe il mondo del suo odio; non trovate che di odio nel mondo ve ne sia a sufficienza? Il caporale tacque stringendosi nelle spalle; il maggide si rivolse al sergente di John, che suggerite di fare per questa creatura? Non ha parenti, amici, capaci di consigliarlo?. Signor maggiore, lunico amico che avrebbe sarei io, ma mi ha scacciato come un cane; certo non me la prendo, vorrei tentare ancora, ma temo far peggio; il guaio di John nella sua natura, egli aggressivo per difesa e per ignoranza, il suo coraggio irreffiessivo, fatto di scatti; io conosco i miei uomini, egli ha bisogno di vivere in una continua effervescenza, teme di perdere le sue convinzioni, teme di scoprire il vuoto che sotto lo sventolio delle bandiere.

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    Egli part volontario, vero? S, signor maggiore, part volontario, ed stato un buon soldato, come dico, un fanatico avido di considerazione; nellesercito si sentiva importante, lo chiamavano leroe da fumetti, e si arrabbiava da matto, era convinto della sacra missione degli Stati Uniti, un crociato... dava ai nervi a tutti, ma ci nonostante era un buon ragazzo, signor maggiore lo compatisca... Certo che lo compatisco, ma compatirlo non basta, bisogna tirarlo fuori, farlo ragionare; unombra pass negli occhi glaciali del maggiore, anche lui ricordava e capiva; perch lui pure sapeva il significato di essere posseduto da unidea, perch pure lui, spesso aveva tremato di una possibilit di tradimento alla stessa, e in John aveva sentito passare lidentica corrente di un fanatismo al quale tutto deve essere immolato. Il sergente continuava a parlare, e il maggiore quasi non ludiva, capt le ultime parole... adesso spaventato, e ne ha di che, se ci si pensa, io sono pure io, signor maggiore. Il nazista si scosse, A proposito sergente quanti anni avete? Trentacinque, signor maggiore. Come mai anche voi, con le idee che avete vi trovate volontario? Che ci vuoi fare signor maggiore? la paga mi faceva comodo, amavo lavventura, daltronde ero solo, e nessuno avrebbe pianto per me. Vi capisco sergente, da un mucchio di tempo non faccio che capire, ma questo non risolve il problema del nostro soldatino. Nellufficio risuon ad un tratto una voce senza et che diceva: Che il cielo si stenda su di voi e la sua pace vi compenetri fratelli doccidente; pu il povero bonzo essere laiuto a qualcuno? Il nazista era balzato in piedi salutando militarmente. Bne arrivato fra di noi, venerabile, siamo tutti onorati dalla vostra presenza. Il nuovo arrivato era un bonzo avvolto nella veste arancione che sembrava tessuta di luce, ispirava reverenza, purtuttavia un certo lieve sorrisino indicava una educata ironia; era fraterno e scostante ad un tempo, un giudice bonario, ma giudice, simile ad un gatto domestico; affettuoso, ma gatto. Il nazista sembr sollevato dallapparizione e licenziati in fretta i suoi interlocutori, proruppe: S! Venerabile Maestro, ho molto bisogno di Voi, Mi-Con-F, venerabile Maestro ho molto bisogno di voi. Il nazista riassunse in brevi frasi il problema di John e aggiunse: questo ragazzo mi sconvolge letteralmente, intuisco in lui una natura strana, strana e fraterna, non posso abbandonarlo al corso normale della legge... eppure, se lui rifiuter di aiutarmi, non potr far pi nulla... nulla capite? Fratello doccidente disse mitemente il Bonzo posso tentare io? Credo sommessamente che si sia sbagliato ad esaltare in lui la personalit del soldato e non piuttosto si sia cercato il fanciullo smarrito; questo John minteressa; di solito nessuno pi buono di questi... cosiddetti cattivi. Avete ragione venerabile, ma solo voi potete tentare in questo senso; vi prego fatelo. Dov adesso? Nelle celle vuote. Sar disperato... Lo era; lo era al limite estremo della resistenza. Andr, fratello doccIdente

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    Di cuore, grazie!

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    CAPITOLO TERZO

    Il Bonzo

    John era disperato. Il silenzio, la solitudine, linerzia, il buio che non era neppure nero, era grigio, ma ugualmente avvolgente, ugualmente acciecante. Per il poveretto lesistere era solo un martirio, il peggiore; si sentiva vivo e ben vivo, ma questo pi nulla significava per lui, con terrore ma con uno strano sollievo, egli capiva di essere ormai pronto a qualunque ammissione, a qualunque rinnegazione. Era spezzato, e lo avevano spezzato cos, nel silenzio e nel vuoto senza neppur toccarlo. Nel profondo dellessere la sua natura di soldato aveva ancora qualche esile velleit di reazione, ma quelle povere velleit si smorzavano da sole cadendo in un vuoto di pensiero, in un vuoto di tutto lessere. Stranamente incominciava a capire molte cose; ma a che gli avrebbe servito capire? Con un intimo sorriso ironico verso se stesso, chiuse gli occhi; chiusi o aperti era lo stesso, non vi era proprio nulla da vedere. Di colpo li spalanc; un tocco dinesprimibile delicatezza gli aveva sfiorato la fronte, ed egli vide davanti a s un volto incredibilmente vecchio e dolce, colmo di saggezza e di comprensione; un saio arancione, che sembrava luminoso, avvolgeva una sagoma estremamente esile, due meravigliosi occhi di giaietto nero lo fissavano con tale carica di umana simpatia che John si sent scosso sino nel profondo, una voce carica di saggezza dei secoli lo chiam affettuosamente. John! Mio povero ragazzo! Spezzato, fiaccato nellorgoglio, incapace ormai di ogni reazione, ridotto ad un piccolo bambino spaventato, John si abbandon con infinito sollievo allincantesimo di quella voce, di quella presenza. Una sorta distinto spirituale lo rendeva edotto, per la prima volta, di non aver nulla da temere; un senso dolce e pieno di fiducia, un bisogno di abbandono lo rendeva docile ad una influenza nuova, diversa e meravigliosa. Il vecchio volto luminoso di bont, il mite sguardo, il timbro gentile della voce, lo attraevano, lo calmavano, lo consola- vano. Si rivide bambino per mano dellava che lo conduceva a messa: con la stessa fiducia cap che avrebbe potuto seguire il vecchio meraviglioso. John, vuoi tu parlare con me? Sissignore rispose John umilmente Allora vieni, vieni con me, dove potrai gustare quiete, e ascoltarmi con tranquillit e cos dicendo lo prese per mano attraendolo a s senza sforzo. John si guard intorno stupito, non vi era pi nebbia. Era unimprecisata ora mattutina, piena di sole, di voli di uccelli, di affaccendarsi di insetti multicolori; a perdita di vista si scorgeva un panorama ridente di alberi fruttiferi, di erba verde; a poca distanza un lago intensamente azzurro rifletteva la luce del sole. Verso quel lago sincammin il nobile vecchio, John lo segu. Giunto alla riva il vecchio sed su di un sedile di muschio, John placato si accocol ai suoi piedi. Misuratamente il vecchio incominci a parlare: Figliolo, so il tuo stato di confusione e di angoscia e voglio aiutarti a liberartene, ma mi impossibile senza il tuo aiuto, senza la tua cooperazione. Padre che debbo fare?

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    Niente altro che ascoltarmi, e dopo potrai farmi tutte le domande che credi e alle quali cercher di rispondere, il pi chiaramente possibile. Sissignore, grazie Signore... ecco io vorrei.., vorrei sapere cosa veramente mi accade, dove sono. Figliolo, so che ti sembra impossibile quanto ti accade, anche perch non hai termini di comparazione. Qui in questa dimensione, ci vedi reali, come nella tua primitiva dimensione ci avresti ritenuti irreali; se ti fossimo apparsi quando eri sulla terra, avresti detto di essere vittima di unallucinazione, ugualmente se qui comparisse un corpo fisico sarebbe per tutti noi unallucinazione. Sulla terra abbiamo tutti una specie di guscio fatto di carne, qui abbiamo il nostro vero corpo, che il corpo eterico fatto di una materia sottile, ma non meno solida e reale di quella apparente sulla terra, su quella terra che hai lasciato, e che di te conserva una spoglia simile alla pelle che il serpente lascia quando si muta. Anche per te venuta la grande mutazione, ora tu qui vivi una vera vita poich la tua essenzialit interamente contenuta nei corpi sottili che ti costituiscono. Come sulla terra tu avevi un sistema nervoso e un sistema circolatorio, qui hai un corpo passionale ed emozionale, nei quali sono pienamente integrate le memorie della tua breve esistenza (che evidentemente non hai potuto decantare) e logicamente sei spaventato dallalternarsi delle due realt. Ma signore...! Taci figliolo, lasciami dire e cerca di seguirmi, per il tuo bene; dimmi, hai seguito qualche religione? Sai qualcosa dellanima? So ben poco Signore, quello che insegnavano al catechismo, ma non ero molto bravo, e... poi... qui, non come diceva il prete. Gi, sorrise il bonzo qui non vi sono angeli svolazzanti, n diavoli con coda di scorpione e corna da toro.., anche se tutto sommato, potrebbero esservi; s, se tu ti fossi fissato in questo pensiero ecco che li vedresti, invece vedi cose usuali, forse banali ma reali, come reale la mia e la tua natura animica. Qui non sei fra nemici, nessuno vuol lavarti il cervello o farti tradire il tuo giuramento, anzi tutti coloro che si prendono cura di te, vogliono il tuo vero bene, sono qui con lautorit che vien loro dallavere perfettamente adempito il loro giuramento; come te essi sono senza un corpo di carne, ma viventi operanti nella loro natura eterica e chiss che in un domani, forse vicino, tu non sia come loro al servizio dei tuoi simili. Hai sofferto molto, ma queste sofferenze non erano n punizioni n vendette, erano una cura necessaria per guarirti dalla malattia della vita terrena, e per inserirti felicemente nella vera vita. La voce del vecchio maestro, pur essendo piana e soave non mancava di ferma autorit, e John la sentiva penetrare in s, come la terra riarsa pu sentire la dolcezza di una pioggia benefica. Non capiva, non poteva ancora credere, ma sentiva distinto che quella era la verit, una verit forse terribile, certo grandiosa. Si torceva le mani, che sentiva ben corporee, ben vive, ma ormai quella certezza era incrinata. Signore anel io divento pazzo. Al contrario, stai rinsavendo; stai imparendo ad usare le tue facolta, mentali e spirituali. Non riesco ancora a capire, ma dove sono finito, infine? Te lo fu detto (forse un po bruscamente) il giorno stesso che ti svegliasti dal tuo sonno di morte; sei in un centro di raccolta e di ricondizionamento di caduti in guerra.

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    Ma perch? Te lo spiego subito, ascolta: gli uomini muoiono in due modi, per usi o per crisi. Per lisi quando la morte sopraggiunge in seguito a malattie organiche o a vecchiaia; per coloro che muoiono in questo modo vi una preparazione graduale di distacco dei corpi sottili, la stessa agonia serve a ci; i riti religiosi sono una preparazione, il morente conoscendo il suo stato viene predisposto e consolato, intorno a lui cedono le passioni, si placano i contrasti; gli estremi, coscienti addii, sono veramente un viatico, e molto male fanno i medici, a nascondere al morente il suo stato, rischiando di mandano sprovveduto nella sua nuova forma di esistenza. Spesso, amici, parenti premorti, vanno incontro alla soglia della coscienza, sovente lagonizzante li riconosce, serenamente, senza stupirsene e conversa con loro; certi moti della bocca, negli ultimi momenti, non tanto sono parole che avrebbero voluto ancora dire ai vivi, quanto linizio di una conversazione con i morti (che per lui diventano i soli viventi).

    La nebbia cala sul mondo delle forme, il sole si leva su quello delle idee; se la vita fu corretta, se fede, speranza, carit animarono il soggetto, la morte finisce per essere una esperienza esaltante. Beato chi terminata una lunga vita sazio di giorni, infastidito dal peso della materia esausta, lascia la vuota crisalide, e, insetto perfetto, spiega le ali di luce e vola al suo Dio. Lattimo della morte di un giusto, , per la terra intera, un gaudioso avvenimento, unarricchimento di potenza spirituale. Il giusto morendo lascia ai vivi il soprappi delle sue ricchezze interiori. Ma per chi invece incontra la morte per crisi, la cosa diversa. La morte violenta, per suicidio o omicidio, in guerra o per causa di disgrazie naturali, specie se giunge inaspettata, inavvertita, veramente una ben dolorosa esperienza; per colui che muore per causa violenta, qualunque ne sia il genere, limprovviso incontro con la vita doltretomba un trauma gravissimo, in special modo se chi muore attaccato fortemente alle sue passioni e del tutto impreparato a lasciare un corpo nel quale si identifica; persino una condanna a morte, persino unesecuzione crudele meglio del brusco recidere il filo doro, del brusco catapultare in unaltra dimensione. Questo stato il tuo caso, ed il caso dei pi che la guerra falcia in pieno odio e furore, e se chi muore in tal modo non viene isolato prima, soccorso poi, si troverebbe a mal partito; i corpi sottili, passionali ed emozionali si ispessirebbero in un duro bozzolo, avviluppante e soffocante tutte le facolt spirituali, ottundendo le capacit razionali e lasciando solo prorompere ed affermarsi quegli aspetti negativi della personalit che meglio si esprimono come paura e aggressivit. Se noi..., come dire?, fratelli anziani non intervenissimo tempo, queste povere anime finirebbero ben presto preda di forze oscure e malvagie, che si servirebbero di loro per nuocere al maggior numero di uomini ancora incarnati. Sui campi di battaglia, o in qualche grande cataclisma, facile intervenire con prontezza; meno facile nello stillicidio delle grandi citt, che finiscono con il diventare veri ricoveri diabolici, autentici inferni che la persona sensibile intuisce, con estremo disagio e dove fatti di sangue, crudelt, violenza, si susseguono a ritmo serrato. Hai mai notato che dove avviene un suicidio, ne avvengono in breve tempo molti altri, e dove accadde unincidente sulla strada in breve in quel punto gli incidenti si moltiplicano? Morte chiama morte, sangue chiama sangue, delitto invoca

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    delitto. A rimedio e soccorso la divinit, non manda angeli o geni, ma manda dei disincarnati, che essendosi riconosciuti in lei, non cessano di riconoscersi nelluomo e perci possono veramente dare un aiuto concreto ai loro fratelli di vita. John taceva attentissimo, annichilito. Subito dopo la vostra rappresaglia, il bonzo riprese seguita dallimboscata in cui tu e i tuoi compagni perdeste la vita, il distaccamento a ci addetto intervenne; i pi maturi fra voi, i meno passionali, quelli che avevano una naturale avversione ad ogni crudelt, facilmente accedettero dellavvenuta trasformazione, e chiesero di entrare nella nuova milizia, richiesta che venne accolta con slancio (mai troppi sono i cavalieri dellideale) tu, ed altri pochi, sceglieste invece la via della ribellione, della non accettazione, offuscati dalla passione di parte, cos foste subito posti in condizione di non poter pi nuocere a voi stessi e agli altri. Tu in special modo eri una belva irragionevole, spaventato a morte trovavi un unico rifugio nellaggressivit; si cap benissimo la tua confusione mentale, e non si volle credere che tu fossi irrimediabilmente malvagio, non si presero nei tuoi confronti provvedimenti punitivi, ti si volle aiutare; il comandante del centro in modo particolare mi preg di tentare di farti ragionare... ed eccomi qui. John stava silenzioso, rimuginando lincredibile storia, ma la quiete sovrana dellambiente lo penetrava sino in fondo e levando gli occhi verso il suo mentore, non pot frenare un moto di reverenza, tanto laspetto del venerabile bonzo era pieno di benigna maest. Co... come debbo chiamarvi signore? balbett John. Come vuoi figliuolo, come il tuo cuore ti detta, maestro o fratello, per te sono luno e laltro. John aveva solo pi una disperata voglia di piangere contro la quale lottava come un bambino cocciuto che non vuoi ammettere il proprio errore, eppure capiva che solo abbandonandosi a quei pianto, come in un nuovo battesimo, sarebbe stato ricreato; fuor dal caso prese a dire: Avevo una nonna Signore, una nonna tanto vecchia e tanto buona, se non vi offendete... vi somigliava... Il bonzo sorrise ineffabilmente, un sorriso da Buddha. Puoi chiamarmi anche nonna, se credi che ci ti agevoli; io sono anche lei, non essendo lo spirito diviso in forme o sessi, ma unitario nellessenza, io sono tua nonna se essa conosceva lamore, se tu lo conoscerai, sarai anche me. Adesso John aveva qualcosa di cui parlare, in cui vuotare lemozione che lo strozzava: Mia nonna era molto buona, molto religiosa, mi portava in chiesa, non voleva che io facessi a pugni, che sgraffignassi la frutta dai banchetti dei mercati, ma non mi picchiava mai; diventava triste quando ero cattivo.., e mi guardava con occhi da Ges; tutti volevano bene alla nonna anche se la prendevano in giro per la sua mania verso le bestie randage... sapete che non beveva il suo latte per dario ai vecchi gatti?... Quando mor si fece promettere da mio padre che avrebbe dato sempre ai gatti la sua scodella di latte, e che non li avrebbe mai scacciati... Perdonatemi signore, siete cristiano? Non lo so figliolo e non minteressa di saperlo; gli uomini amano dividere, catalogare, Dio ama unire, fondere, cancellare le differenze... Dio Amore! Cristiano o mussulmano, buddista o ebreo, induista o libero pensatore, per Dio

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    purissimo spirito, Luce increata ogni cosa creante, non ha importanza; Egli non chiede allanima che cosa hai creduto? Ma, come hai vissuto, come hai operato? In tutte le religioni sinsegna a bene operare, a bene amare, a vincere egoismo e separativit, orgoglio e presunzione. In tutte le religioni, Dio la meta suprema, lunico premio, cui si giunge solo al prezzo della totale rinnegazione di se stessi, del dono totale dellamore. Ognuno, come pu, come sa, cammina e giunge pi o meno ferito, pi o meno estenuato alla meta della morte fisica per trovare nel cuore stesso di Dio, pace, ristoro, perdono. Solo chi rifiuta consapevolmente lamore, chi rifiuta la piet, la tenerezza, si perde miseramente. Chi ama, in qualunque maniera ami, purch il suo amore non sia egoistico si salva. Oh Signore! Grid John ma allora io sono perduto! Il volto di vecchio avorio del bonzo assunse unespressione divertita. E perch mai? Ma tutto quello che ho fatto! Come ho agito! Ah figlio, figlio! Ma non hai ancora capito che tutfo questo tumulto che ti porti dentro, questo martirio del cuore, questangoscia che ti fa impazzire nullaltro se non amore? Oggi il suo nome rimorso, domani sar comprensione, sar giusta valutazione di te stesso e degli altri; nessuno si perde quando lamore piange. Ora debbo lasciarti, figliolo, ma non temere, anche se tutto torner come prima; sii solo docile con i tuoi superiori, essi sono i tuoi maestri e non vogliono che il tuo bene, sii docile e grato; lasciati guidare, obbedisci sempre, prega nel tuo cuore il Padre di tutti che strappi lodio dallanima tua. Un giorno, soldatino, ci ritroveremo; quando avrai riscattato i tuoi errori e maturato cosciente capirai le esigenze di questa dimensione, sarai pronto per una nuova e pi splendida avventura di vita. Sii benedetto, sii in pace. Il venerabile bonzo lentamente svan insieme al bel panorama, nella nebbia impalpabile che era tornata a calare; John rimase solo, stordito, confuso, stranamente rassicurato, qualcosa che somigliava alla pace era scesa in lui, qualcosa cui sempre pensare senza urlare di terrore. Non sapeva ancora, non era del tutto convinto, ma sentiva di accettare unincomprensibile verit che era ormai la sua sola realt. Lento, impalpabile, il tempo, o quanto ne faceva le veci, pass; John si era, ed era stato inserito nella vita del centro, la quale era piuttosto monotona e non dimostrava di voler cambiare. John impar che altrove, nel mondo dei vivi, le azioni seguivano le azioni e la guerra continuava; a rivelarglielo fu la continua vista delle centinaia di anime sbalordite e terrificate che arrivavano dai campi di battaglia. Trascorse ore pesanti di angoscia e di tentativi abortiti di rendersi utile, un mondo affacendato dove nessuno mostrava di sapere che farne di lui; il buon bonzo era svanito nel nulla, come pure il maggiore nazista, al quale avrebbe voluto chiedere scusa del suo comportamento; qualche volta aveva intravisto il suo cx sergente indaffaratissimo che non si era fermato a parlargli; chi non era svanito nel nulla, anzi costituiva un vero incubo per John, era larcigno caporale, il quale metteva una cura speciale nel perseguitare il terrorizzato soldatino. Spesso John traversava vere crisi di abulia in cui tutto e nulla avevano egual valore; allora una specie di pace da narcotico scendeva su lui, ma pi spesso si sentiva tragicamente vivo ed incapace di fare alcunch di quella sua vita. Dalle profondit dellanima aveva ricuperato alcune infantili preghiere e le recitava abbandonandosi allonda dei ricordi e dei rimpianti; allora la sua breve vita gli appariva come un qualcosa di veramente prezioso, di irrimediabilmente perduto. Con infinita amarezza ricordava e rimpiangeva: perch, perch infine era

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    partito per quel maledetto Vietnam? Perch andar volontario? La ragione, nella coscienza risvegliata, rispondeva sinceramente e crudelmente: per una stupida vanit, per non aver voglia di applicarsi ad un lavoro, per sottrarsi alle responsabilit della vita familiare. Ormai non vedeva alcuna possibilit di cambiamento nella sua squallida esistenza; in cuor suo talora pensava se non avrebbe fatto meglio a rifugiarsi nella pazzia della negazione, perdersi nella rivolta suprema. Come potrei star peggio di cos? si diceva, ma ricordava il buon bonzo e la promessa che si sarebbero riveduti; quando? Dove? Eppure a quella promessa si aggrappava, era unesile speranza, ma era ancora qualcosa che gli apparteneva, in cui poteva rifugiare la sua angoscia senza nome.

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    CAPITOLO QUARTO

    Cambiamenti in vista

    Per lennesima volta John ascoltava disperato lennesima sfuriata del suo caporale, quando alle sue spalle una voce giovane, ridente ed insolente interloqu: Di, recluta! Non prenderai mica sul serio questo grosso barattolo di vaselina? Stupefatto John si volt e scorse un giovane in divisa della folgore italiana, con il berretto sulle ventitr, una mano insolente sul fianco, una sigaretta accesa allangolo della bocca, uno sprezzante sorriso. Il caporale Dan divenne addirittura fune- reo: Ancora tu Pietrino? S, Oui, Yes, Ja, Da, o quel che diavolo preferisci, Vaseuna. Sono proprio io, per grazia di Dio e volont della Nazione, caporal maggiore Pietrino Mori, livornese di nascita, folgorino delezione, fottuto per la stupidit della guerra. E tu? Smpre arrabbiato con i volontari? Quando diventerai serio Pietrino? Mai, per grazia di Dio! Cosa sei venuto a fare? A deliziarmi del tuo aspetto Vaselina; mi mancavi. Parla seriamente, se possibile. Tutto possibile in questo mondo e nellaltro! Ma insomma!? Insomma, siamo venuti a dare il cambio Il cambio? Gi, il cambio; dora innanzi pi niente yankee, nazi, bonzi, quaccheri, et similia; ma noi della Folgore, ed era ora per tanti poveracci, no? Senti Pietrino, se ti possibile parla seriamente! Parlo seriamente; pare che gli alti comandi abbiano deciso di muovere un po le acque dalla parte del mdio oriente; quella gente seria, ed ha pensato di spedirvi l come pi adatti, ed ha spedito noi qua a tenere un po pi allegri questi poveri diavoli che debbono averne abbastanza di prediche e di salmi. Pietrino...? Vaselina del mio cuore! Esterefatto John ascoltava, guardava alternativamente luno e laltro interlocutore, non credendo a ci che vedeva e udiva. Il suo mondo mentale veniva capovolto; il magnifico insolente ragazzo della folgore sembrava la quintessenza della scanzonata giovinezza, e il severo caporale non solo non reagiva alla sfacciataggine dellaltro ma la subiva passivamente come fosse scontato che non vi era altro da fare, affascinato dalla bellezza strafottente e gaia del nuovo venuto. John aveva sentito parlare dei ragazzi della folgore, ma non era mai riuscito ad immaginarseli, ed ecco che uno di questi leggendari cavalieri del rischio, si ergeva davanti a lui ironico, sicuro di s, magnifico. Era il lato eroico, fresco e gioioso dellavventura guerresca, che si presentava al povero avvilito John, lincarnazione di un sogno ormai lontano, ormai rinnegato. Ma gi nel centro nasceva un ordinato movimento di formicaio in marcia; senza replicare il burbero caporale era andato di corsa al suo posto, i ranghi si

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    muovevano con ordine e disciplina, erano ovunque evidenti i segni di un rapido cambiamento. Le voci gutturali o miagolanti, gli accenti slang, venivano sostituiti da cantanti voci, da liquide desinenze latine; John si vide intorno facce sorridenti e scanzonate, e scorse divise a lui quasi sconosciute. Ragazzi della folgore, bersaglieri, carabinieri, e fra essi inequivocabili, malgrado la divisa, delle giovani donne, crocerossine, ausiliarie. Unaria nuova circolava, unaria di Kermesse eroica, ma dove leroismo era solo un modo di far chiasso, di ridere, di sfottere senza peso senza cattiveria. John si sent pi solo, pi triste che mai, rimpiangeva persino il suo acido caporale; anche se era il suo persecutore era pur sempre un pezzo della patria, un pezzo del suo mondo; i nazisti i bonzi i vietcong erano figure familiari, razionalizzate, prevedi- bili; non cos questi strani nuovi venuti, dalleloquio precipito- so, dalla risata pronta, dalla scanzonata irrisione di ogni cosa; questi italiani versatili, mimetici, imprevedibili, con i quali era impossibile orientarsi su quello che era bene o male, su quello che si doveva fare o non fare. Fu perci con autentico sollievo che egli scorse di nuovo il suo caporale che era rimasto, e non era andato con gli altri; John ne fu rassicurato; tutto sommato era qualcuno di familiare, qualcuno con cui comunicare, una specie di burbero parente, ma dello stesso sangue. Nel campo, il folgorino era una gaia forza di natura e, John scopr con stupore, che fra questi e il suo ex caporale correvano rapporti tanto affettuosi quanto burrascosi; poco per volta John apprese che circa diciassette anni prima il folgorino aveva accolto alla morte il suo caporale, cadute mentre portava soccorso a dei feriti, e che lo aveva aiutato nellinserimento con molto affetto, apprese pure che Dan, Daniele questo era il suo nome, morendo aveva lasciato la moglie incinta e il figliolino era nato postumo; Dan si struggeva di questo figlio, e nel folgorino lo sognava, lo immaginava; di qui una tenerezza che il folgorino irrideva amichevolmente. Ah! Daniele nella fossa dei leoni, Daniele Daniele, tutto cuore e tutto fiele. Nel centro raccolta latmosfera era molto mutata, ma i superiori si vedevano di rado, fra questi, John intravide una tonaca di domenicano, ma i suoi rapporti rimasero al consueto livello fra il caporale Dan e il caporale Pietrino. Costui non teneva al suo grado che per sfotterlo e voleva con i suoi sottoposti rapporti di aperto cameratismo, per cui ben presto la timidezza e soggezione di John provocarono una burrasca... Senti recluta! Se non la smetti di dirmi sissignore ad ogni fregnaccia che dico, garantito che ti riscaravento in terra! La sfuriata terrorizz ancor pi il malcapitato John che tacque interdetto. Il Mori riprese: Avanti! Fuori il verme! Mi sai dire che diavolo hai con questaria di seminarista malcontento? Signore... balbett John. Signore... scimmiott laltro. Ehi, pais, la smettiamo? John non riusc pi a frenare il pianto, e piangendo diede la stura ai suoi sentimenti, ai suoi rimorsi, alle sue paure... Signore... io sono un volontario! Ebbene? Un volontario, capite? Sono andato in guerra volontrio... Ma si! che c di strano?! John soffocava Ma sinora che mi si f colpa di essere andato volontario.

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    Chi te ne ha fatto una colpa? Il caporale Dan Il Mori scoppi in una risata. Dunque, recluta, siamo a questo punto? Dalla tua aria pensavo che tu avessi fatto chiss cosa, ma povero cucciolo grosso e scemo! Non sei capace di rispondere che chi d la pelle per il suo ideale non pu dare nulla di pi? Signore! Ta, ta, ta! Daccordo recluta, risparmiami i pianistei, tu avresti voluto fare il boy-scout, se ti avesse offerto le stesse possibilit? Ma a ventanni si tutto meno che dei boy-scouts, e allora hai giocato la ghirba vero?.., ce lavevi la ragazza?... Signore... Piantala con il signore! Ah... io non capisco pi niente! Vi poco d capire ragazzo mio, siamo stati tutti ingannati in nome dellideale. Tutto sommato non poi tanto male, per me adesso sarebbe gi il tempo dei reumi, e la mia ragazza ha rivelato poi un caratterino, che, guai, se fosse toccata a me! Come vedi ci sono dei vantaggi, lunica rogna e che qui la naja non finisce mai, reclutati a vita senza licenze ed altri ammennicoli... Senti recluta ora finiscila, s con la vita, siamo giovani, lo saremo sempre e questo non da disprezzare; vuoi fumare? cos dicendo offr un pacchetto di sigarette; istintivamente John tese la mano, posso? Se lo vuoi. ma la mano tesa di John incontr il vuoto, mortificato desistette. Stupido! Se davvero vuoi fumare, fumerai; concentrati idiota. John mand un grido, fra le sue mani vi era una sigaretta accesa, ma laveva afferrata dalla parte sbagliata. Il folgorino rideva allegramente: Fuma, idiota! John fum. La sigaretta era buona. Per John cominci una vita nuova; il folgorino, sempre con il suo tono scanzonato, lo istru in molte cose, fraternamente, senza arie di superiorit chiar per il poveretto gli infiniti punti interrogativi della sua nuova vita; da Mori apprese molte cose sul caporale Dan. Dan era quacchero di religione; chiamato alle armi aveva chiesto ed ottenuto di svolgere il suo servizio nella sanit, e diciannove anni prima, allalba dellintervento americano in Vietnam, era caduto perch si era offerto di andare a ricuperare i feriti sotto un cannoneggiamento, erano morti tutti, lui il ferito e laltro portantino, e Dan non poteva perdonare al destino la sua tragedia; per una curiosa deformazione mentale egli vedeva in ogni volontario capovolgendo stranamente tutti i valori la causa della sua precoce fine, forse non riusciva a perdonare a se stesso di aver osato unazione a cui nessuno laveva spinto. Mori lo aveva accolto allora, e fra botta e risposta, era nata una di quelle amicizie che solo pu nascere fra compagni di una suprema avventura. Naturalmente i caratteri erano opposti, ma la carica vitale del folgorino era tale, che Dan la subiva affascinato. Il toscano era un capo nato: pratico, semplice, gaio, facil

    mente entrava in sintonia con i sottoposti e, senza averne laria ne conquistava la confidenza ed una rispettosa familiarit che preludeva alle domande, alle sgridate, ai conforti. Nel centro di raccolta, adesso non si lasciava pi molto tempo al crogiolamento o allautocommiserazione; appena possibile ogni anima veniva posta in servizio

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    attivo, del resto lincalzare dei fatti guerreschi lo rendeva indispensabile. John e i suoi compagni impararono presto a rigettarsi nelle mischie, a stornare colpi omicidi da chi non doveva ancora morire, ad accelerare la morte a quelli per cui lora era scoccata, ma soprattutto a trascinare via, il pi presto possibile, dai campi di battaglia, i caduti ancora frementi. Spesso lopera era veramente estenuante specie per chi come il soldato John, non era ancora perfettamente condizionato, ma la presenza e la parola del folgorino davano lievit, rischiaravano la cupa atmosfera. T! esclam una volta chi lo avrebbe detto, quando vidi a teatro lopera del vecchio Wagner, che mi sarei trovato proprio io a fare la Walchiria! Ehi, tu! Dove scappi? Cos dicendo afferr al volo un soldato che si voleva rigettare nella mischia: Per te, carino, finita; congedo illimitato ormai... Lasciatemi... ansim laltro lasciatemi, il mio compagno rimasto l sotto... Ah bene, Dmone e Pizia? Pilade e Oreste? Mi spiace, ma c abbastanza casino con i vivi senza che se ne immischino i morti! Ma io non sono morto! Certo che non sei morto fra noi, ma sei morto laggi, amico mio, devi lasciare che il tuo Dmone o il tuo Oreste se la cavi da solo... John, vecchio mio, occupatene un po tu, insegnagli il Pater noster... Ma un Vietcong!... E con questo? John rimase interdetto, ma altri accorsero e trascinarono via lo smaniante. Quella volta Mori fece a John un severo predicozzo... Sentimi bene tu, qui le balle della Terra, sei pregato di dimenticartele... Qui non ci sono americani, vietcong o la miseria che preferisci, qui non ci sono comunisti, fascisti, nazisti, tedeschi, italiani, inglesi o spagnoli. Qui ci sono solo anime di uomini, pi o meno coglioni, come me e come te, che han gettato alle ortiche la loro tonaca di carne e che, pi o meno mal- conciati, debbono essere avviati alla loro destinazione. A noi non chiesto altro, non dobbiamo fare altro; ogni caduto un fratello e basta! Ognuno ha abbastanza guai per conto suo senza dover aggiungerne altri. La guerra una sporca cosa anche se talora inevitabile o forse necessaria; non sta a noi peggiorarla con la partigianeria; tienti in mente che io non sono il vecchio Dan, non ce lho con i volontari, ma con i partigiani s; qualunque sia la loro stramaledetta parte. Qui non si parteggia per nessuno, ma si al servizio di tutti, intesi? E il folgorino gli volt le spalle senza ascoltare le affannose scuse di John. Ma non sempre si era in azione; vi erano anche lunghi periodi di quiete in cui le anime, attratte da affinit elettive, si riunivano in gruppi, paragonavano le varie esperienze, chiedevano e davano consigli. I superiori si vedevano di rado, pur essendo tutti molto affabili e gentili, mantenevano una rigida distanza e non interferivano mai con lopera e le decisioni dei sottufficiali pre-indicati. John, bloccato dalla timidezza non aveva fatto amicizie; voleva chiedere molte cose, ma non osava, del resto non avrebbe saputo a chi rivolgersi; ricordava con intenso rimpianto la fulgida ora passata con il bonzo, la rievocava per trarne un senso di intima pace, di dolce speranza, ma con ci rimaneva sempre solo e finiva con il gironzolare intorno a Dan o al Mori, sempre burbero il primo, sempre canzonatore il secondo. Ma un giorno, John, pot rendere un grande servigio a Dan e quello fu il principio di una meravigliosa amicizia.

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    CAPITOLO QUINTO

    La buona idea di John

    Quel giorno era molto tranquillo; la guerra taceva, non si prevedevano azioni e persino il burbero Dan era meno ingrognato, con sua grande gioia si era incontrato con un pastore metodista e dopo una lunga discussione su una questione biblica, trovatisi alla fine daccordo, si erano messi a cantare salmi; ma dun tratto sul volto di Dan appar unespressione turbata, quasi angosciata: Che ti accade fratello? chiese premuroso il pastore. Mio Dio, mio Dio! grid Dan sento mio figlio in pericolo, accade qualcosa a mio figlio. Preghiamo per lui, sugger commosso il pastore; anche il folgorino, cui nulla sfuggiva, si accost. Che ti accade vecchio? Vedi qualcosa? Dan si era concentrato e aveva sul volto unespressione di orrore: Si, lo vedo.., su una strada, al buio, piove a dirotto... un incidente con la motocicletta! Si st dissanguando ed ha solo diaciassette anni! Presto, proruppe Mori andiamo a cercarlo, vediamo di dargli aiuto! Un gruppetto si era stretto intorno a Dan. Andiamoci ... guidaci ... Senza essere invitato John si era unito al drappello dei soccorritori. Per John ormai il rapido spostamento nel tempo e nello spazio, non era pi una sorpresa; in pochi attimi gli spiriti si trovarono in una localit dellAmerica del Nord, in piena notte e sotto una pioggia torrenziale. John vide una strada lucida dacqua dove saettavano automobili veloci; di fianco alla strada in un fossato, un groviglio di lamiere contorte, sotto alle quali giaceva riverso il corpo di un giovanetto. Su questo corpo si levava una specie di sagoma nebbiosa, unita allo stesso da uno strano cordoncino luminescente e questa sagoma gemeva, invocava aiuto, ripetendo in un lamento, Pap, Pap! Sono qui, figlio... Piccino mio, qui pap! E Dan si gett sul figlio prendendolo fra le braccia: Sono qui, piccolo, non aver paura... Aiutami, pap, aiutami! Dio! Come fa male! Il folgorino, con unocchiata si era reso conto dello stato del ferito. Ha una gamba quasi tranciata; morr dissanguato disse. Non c che da abbreviare lagonia. Dan, recidi il cordone ombelicale S... piccolo mio, non aver paura, non ti far male, vieni, vieni con il tuo pap... Ma la sagoma grigia si irrigid con orrore, dibattendosi per sfuggire alle braccia affettuose. No, no! Voglio vivere!... Non puoi farmi questo, non voglio venire con te. Lasciami... Assassino! Dan sconvolto si volse ai compagni: Dio mio, che fare, che fare? Gli spiriti sconvolti guardavano la scena ormai allapice del dramma; Dan cerc di tener pi stretto il figlio, ma ne suscit una ribellione violenta che tese pericolosamente il cordone luminescente. Il folgorino con pochi decisi passi magnetici arrest lemorragia e il ferito cess di dibattersi, rimanendo per in vigile difesa. Che fare? gemette Dan. Non ne ho la pi pallida idea, possiamo bloccare lemorragia, ma ha gi perso

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    molto sangue e senza soccorsi immediati non potr cavarsela. Non possiamo accelerare la fine, perch chiaro che morrebbe da maledetto e si perderebbe... Aiutatemi ragazzi... supplic disfatto e angosciato Dan. Ma insomma non si pu far ragionare tuo figlio?.., gi! Un bel discorso... diciassette anni, una voglia di vivere da matti e, mi pare ben poca istruzione religiosa Caporale... intervenne John ma non possiamo fermare una macchina? Ne passano tante... Potrebbe essere molto pericoloso John, con questa pioggia una brusca frenata potrebbe causare una serie di incidenti e poi? anche fermando una macchina, il guidatore guarderebbe dappertutto fuorch nel fossato. Ma l c una cascina continu John additando circa a trecento metri una costruzione completamente al buio. S, e che vuoi fare? Suonare il campanello? Lo sai meglio di me che i viventi hanno fette di salame sugli occhi. I vivi in quanto uomini s, ma vi sono degli animali, ed essi sono sensibili alla nostra presenza... e... John, sei un genio! Hai ragione! Andiamo!... In un attimo John e il folgorino si trasferirono nella grossa cascina addormentata, e di l a poco scoppi il finimondo. Nella stalla le mucche, come impazzite cercavano di spezzare le catene muggendo e scornando, nei cortili i cani ululavano, nella casa i gatti domestici soffiando e graffiando ogni cosa balzavano rovesciando e rompendo oggetti, nel pollaio, un concerto di coccod e di chicchiricch assordanti annunziavano uninsolita presenza; il fracasso risvegli gli abitanti che balzarono dal letto impauriti, luci si accesero, imposte sbatterono, qualcuno afferrata una carabina esplose colpi contro loscurit esterna, ormai vi era solo da convincere gli uomini ad uscire allesterno. John e Mori si gettarono addosso ai cani che, pazzi di terrore corsero verso la porta carraia ululando; i contadini, armandosi, scesero in cortile, aprirono la porta, uscirono nella pioggia notturna; i due grossi lupi erano balzati fuori, con alla coda i due spiriti, seguiti dalla gente. In pochi balzi i lupi giunsero sul luogo e sedutisi di colpo, ad un ordine magnetico, puntarono i musi verso il cielo ululando alla morte. I contadini scorsero subito il ferito... Intanto il chiasso e i colpi darma da fuoco erano giunti an49

    che sulla strada, le macchine rallentavano e si fermavano; qualcuno scese di macchina, ormai intorno al figlio di Dan vi era un capannello di soccorritori e Dan sospir di sollievo. Un uomo si fece riconoscere come medico e si accost al ferito; con pochi gesti esperti constat la situazione: Presto ordin una sciarpa,una cinghia, una corda, ha una gamba quasi staccata, non ancora morto perch si miracolosamente formato un grossissimo coagulo di sangue, ma potrebbe staccarsi di colpo... Dieci mani porsero gli oggetti richiesti, e sotto la pioggia tambureggiante, in un cerchio di fari puntati, il medico oper prontamente legando larteria; la sagoma grigia che era il figlio di Dan sembr risucchiata allinterno del corpo; ora il luminescente cordone quasi non si vedeva pi, era solo una debole pulsazione. Una barella fu improvvisata, il ragazzo vi venne adagiato con precauzione... Bisogna chiamare unambulanza, se non sopraggiunge il tetano se la caver con

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    una gamba di meno.., i soliti pazzi rompicolli! Bene! disse allegramente il folgorino dando unamichevole pacca sulle spalle di Dan: tutto sommato al tuo ragazzo andata bene, non far il soldato.,, grazie a quei bravi animali e a John che ha avuto lidea... John tent di schermirsi, ma si trov stretto tra le braccia di Dan che rideva e piangeva, trasfigurato dalla gioia. Ora aveva anche smesso di piovere. Lindomani, nella cascina, una bambina decenne, che il fracasso non era riuscita a svegliare, narr di aver visto in sogno due angeli luminosi vicino a lei. Naturalmente non si dette molto retta al sogno della bambinetta, ma qualcuno non pot fare a meno di ricollegare il sogno stesso agli avvenimenti della notte e al quasi miracoloso ritrovamento del ragazzo ferito. Era scritto che per John, le sorprese e i cambiamenti non dovevano mancare: ormai John aveva realizzato la sua vita in quella dimensione come una lunga ferma militare impegnata a difendere, anzich ad offendere, ogni forma di vita; naturalmente disciplinato e obbediente non trovava che quellesistenza fosse molto strana o molto difficile; la personalit militare, che tuttavia lo plasmava, faceva si che accettasse con tranquillit esercizi e istruzioni, la sua mente era avida di apprendere, di conoscere, anche se talora ci che veniva a conoscere lo gettava in uno sgomento profondo. Si era fatto qualche amico: Dan non lo perseguitava pi, e il folgorino non lo canzonava pi ad ogni pi sospinto; ma egli non poteva non porsi infinite domande, a cui nessuno sembrava disposto a rispondere. Una volta chiese al folgorino: dov Dio? Questi gli aveva riso in faccia: A me lo domandi? Mi hai preso per un prete? Da qualche parte sar, che te ne vuoi fare? Ovviamente la risposta non lo aveva soddisfatto, ma da allora non aveva pi osato chiedere; tuttavia il pensiero di Dio lossessionava, rimpiangeva di non aver seguito il catechismo, di non aver letto la Bibbia, di non aver chiesto informazioni alla nonna cos pia, cos religiosa; la religione non curata, forse derisa in vita, ora era in lui come una lacuna dolorosa, un vuoto che nulla poteva colmare. Al centro, vero aveva visto qualche cappellano, qualche pastore militare, ma non osava avvicinarglisi, forse temendo che una maldestra risposta lo avesse a ferire nella sua sensibilit malata. Due categorie di persone egli invidiava: i faciloni e i fanatici; per loro tutto era semplice, tutto era facile, non esistevano problemi per loro, pure invidiandoli per istinto ne stava lontano. Un misterioso lavorio dolce e crudele si svolgeva dentro di lui, dandogli una sorta di sfinimento, come un qualcosa che tentasse di nascere. Chiaramente una volta sent risuonare in s una voce misteriosa, dolce ma imperiosa: Tu non mi cercheresti, se non mi avessi gi trovato! John ne trasal, travolto da unemozione profonda, ma la voce non si ripet per da allora vi fu in lui una struggente nostalgia, di un qualcosa desiderato sino allo spasimo e tuttavia sconosciuto. Una paredria di cinque membri, governava il centro di raccolta con imparziale austerit, ad essa erano assoggettate molte migliaia di esseri trafelati, spauriti, provenienti dalle pi disparate condizioni, esseri che si erano vista bruscamente conclusa lavventura terrena. In mezzo a questo coacervo di disperati, poche decine di efficienti spiriti erano, della paredria, gli esecutori fedeli. A questi spiriti di servizio, John era stato aggregato e cercava di far del suo meglio,

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    scrupolosamente obbediente, docile, attivo... Ma spesso la sua buona volont non gli bastava e gli si faceva bruscamente capire che era meglio si togliesse di mezzo, ed egli con un sorriso soffocato, si toglieva di mezzo. Il centro conosceva giorni tranquilli in cui un certo ritmo armonico governava ogni cosa; ma pi sovente arrivavano masse in grande agitazione che si dovevano irregimentare, dividere e avviare a questa o a quella destinazione; in quei giorni gli spiriti responsabili erano intrattabili, ed erano quelli i momenti in cui il mal capitato soldatino si accorgeva di sbagliare sempre, qualunque cosa facesse. E un giorno, emozionatissimo e spaventato, John fu convocato dalla Paredria. Un levati dai piedi! dellidaffarato folgorino, fu tutto il suo viatico.

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    CAPITOLO SESTO

    La paredria

    John si trov in una grande sala, come tante altre senza nulla di