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Regione Siciliana Assessorato della Salute Centro per la Formazione Permanente e l’Aggiornamento del Personale del Servizio Sanitario Libro Bianco della Salute 2011 II Edizione La trasparenza in Sanità del cambiamento

La trasparenza in Sanità - ASPTrapani.it...Sergio Buffa Dirigente Area interdip.le 4 DPS “Sistemi informatici, statistica e monitoraggi” Antonio colucci Dirigente Area 2 DASoe

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Regione SicilianaAssessorato della Salute

Centro per la Formazione Permanentee l’Aggiornamento del Personale del Servizio Sanitario

Libro Bianco della Salute2011II Edizione

La trasparenzain Sanità

del cambiamento

Regione Siciliana Assessorato della Salute • La

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SpaRen

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San

ità • Libro bianco della Salute 2011 II Edizione

C’È VOLUtO FeGatO peR tOCCaRe iL FOnDO SanitaRiO

2008 - Spese senza controlli e debito pubblico della sanità miliarda-rio. Abbiamo ridotto gli sprechi, eliminato i servizi con poca attività, allineato le tariffe alle altre Regioni e voluto le gare pubbliche e cen-tralizzate con risparmi per oltre 100 milioni. Spendere meno e meglio (e pagare tutti meno tasse) è possibile.

La SCHiena DRitta peR MOtiVi Di SaLUte

Ridurre le spese, pagare i fornitori in ordine di tempo, investire anche i Fondi Europei per avere Ospedali migliori, adeguare le strutture e i servizi di emergenza-urgenza, informatizzare il 118, nuove tecnologie e Radioterapie in tutta la Sicilia, promuovere le eccellenze sanitarie siciliane basandosi sui dati, potenziare telemedicina, ricerca sanitaria, formazione, i servizi alle comunità

L’USO DeL CeRVeLLO peR aUMentaRe La QUaLità e nOn La QUantità

In Sicilia la spesa farmaceutica arrivava al 21,94% in Italia la media è il 16%. C’erano il doppio dei laboratori di analisi della Lombardia, ma la metà dei suoi abitanti. Appropriatezza significa: i servizi e i farmaci più giusti, al momento opportuno, nel luogo adatto, la dose utile, per il tempo necessario, dal professionista qualificato. Per il sistema pub-blico e quello privato.

peR naSCeRe e CReSCeRe in SiCURezza

La mortalità infantile in Sicilia era dell’5,1 per mille, In Italia, invece, si fermava al 3,7 per mille. Partorire nel posto più sicuro, non in quello più vicino, accorpando ginecologie e neonatologie per prevenire il rischio di malformazioni neonatali e complicanze per le mamme. Pro-muovere l’allattamento al seno e il parto naturale, senza dolore.

peR DaRe FiatO aGLi OSpeDaLi e aiUtO a CaSa

Consulta il tuo medico/pediatra di famiglia per visite ambulatoriali ed esami specialistici, assistenza, riabilitazione, dimissioni protette e cure domiciliari. Aiutaci a ridurre le liste d’attesa, curando in Ospedale le malattie più complesse, senza intasare i pronto soccorsi.

aBBiaMO a CUORe L’inteReSSe Di CittaDini e OpeRatORi

2011 – C’è ancora da fare, insieme: alle istituzioni programmare e vi-gilare, ai direttori organizzare, agli operatori collaborare, ai cittadini segnalare le disfunzioni: [email protected]

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La trasparenzain Sanità:fatti, numeri e dati del cambiamento

Libro Bianco della Salute 2011

Regione SicilianaAssessorato della Salute

Regione SiciLiAnAAssessorato della Salute

centro per la Formazione Permanentee l’Aggiornamento del Personale del Servizio Sanitario

La trasparenzain Sanità

Libro Bianco della Salute2011ii edizione

del cambiamento

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Hanno contribuito(in ordine alfabetico) AgenAS Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali Bernardo Alagna Dirigente servizio 6 DPS “Programmazione dell’emergenza” Angelo Aliquò capo Segreteria Tecnica Lucia Borsellino Dirigente Generale Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico Sergio Buffa Dirigente Area interdip.le 4 DPS “Sistemi informatici, statistica e monitoraggi” Antonio colucci Dirigente Area 2 DASoe “nucleo ispettivo e Vigilanza” M. Francesca currò Dirigente U.o.B. presso il Servizio 5 DPS “economico Finanziario” Maurizio D’Arpa Dirigente Servizio 9 DPS “Tutela della fragilità” gabriella Dardanoni Dirigente Servizio 2 DASoe “Promozione della Salute” Maria grazia Furnari Dirigente Area interdip.le 2 DPS “Ufficio del Piano di Rientro” Maurizio Guizzardi Dirigente Generale Dipartimento Pianificazione Strategica Antonio Leonardi Dirigente Servizio 3 DASoe “Tutela della Salute nei luoghi di vita e di lavoro” giada Li calzi Dirigente Ufficio di gabinetto – coordinamento redazionale Sonia Lo Bue Dirigente Area interdip.le 6 DASoe “Progetti, ricerca e innovazione” Lorenzo Maniaci Dirigente Area interdip.le 5 DASoe “Accreditamento istituzionale” Duilia Martellucci Dirigente Servizio 3 DPS “gestione degli investimenti” Attilio Mele Dirigente Servizio 6 DASoe “Trasfusionale” guido Monastra coordinamento redazionale Rosalia Murè Dirigente Servizio 4 DPS “Programmazione ospedaliera” giuseppe Murolo Dirigente Servizio 5 DASoe “Qualità, governo clinico e sicurezza dei pazienti” giuseppe noto Dirigente Servizio 8 DPS “Programmazione territoriale” e interim “Personale convenzionato del SSR” Mario Palermo Dirigente Servizio 1 DASoe “igiene Pubblica” cristina Pecoraro Dirigente Servizio 10 DASoe “Valutazione delle tecnologie sanitarie” Salvatore Sammartano Dirigente Servizio 5 DPS “economico finanziario” Donatella Schembri Dirigente Area interdip.le 7 DASoe “Formazione e comunicazione” Pietro Schembri Dirigente Servizio 9 DASoe “Sanità veterinaria” Salvatore Scondotto Dirigente Servizio 7 DASoe “osservatorio epidemiologico” giuseppe Sgroi Dirigente Servizio 1 DPS “Personale dipendente S.S.R.” Rosalia Traina Dirigente Servizio 7 DPS “Farmaceutica” Si ringraziano per la collaborazione KPMg Advisory gianluca Arnone Dirigente Segreteria Tecnica Maria Lume Bua Funzionario Direttivo presso Servizio 5 DPS “economico finanziario” Antonello Porcaro collaboratore Amministrativo presso Servizio 5 DPS “economico finanziario” gelsomina De Simone Funzionario Direttivo presso l’Ufficio di gabinetto – Segreteria Tecnica giampiero gliubizzi Dirigente U.o.B. 3 DASoe “comunicazione” – Area interdip.le 7 Lucia Li Sacchi Dirigente U.o.B. 4.1 DPS “Programmazione ospedaliera” Rosanna oliva Dirigente Amministrativo ASP Trapani, responsabile uffici di Staff, già dirigente servizio 1 “Personale dipendente S.S.R.” Francesca Maltese Funzionario Direttivo presso l’Area 1 DPS “coordinamento, affari generali e comuni” Damiana Pepe Assistente sociale, collaboratore esperto presso l’Area interdipartimentale 2 DPS “Ufficio del Piano di Rientro”

Un ringraziamento va esteso a tutto il personale in forza all’Assessorato della Salute e alle Aziende sanitarie che dal settembre 2009 ha contribuito al raggiungimento di questi traguardi

StampaTipolitografia Paruzzoc.da calderaro - Z.i., caltanissettawww.paruzzo.it

cefpas caltanissettaiSBn 978-88-88265-06-3

Realizzato e diffuso in occasione del Forum Mediterraneo in Sanità 2011 (Palermo, 24-26 maggio)

©Tutti i diritti sono riservati all’Assessorato regionale della Salute. La riproduzione è possibile previa autorizzazione rilasciata dall’ente.

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SommarioLa trasparenza in Sanità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5Dal Piano di rientro e riqualificazione al Piano operativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7

1) Riqualificazione della spesa sanitaria » Piano di rientro e ricadute sul piano economico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11 Riordino del sistema sanitario regionale: le riforme strutturali e il loro impatto economico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14 Le 6 linee di intervento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18

2) Riassetto normativo e istituzionale » Gli strumenti normativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21 Riordino del sistema sanitario regionale. La riforma normativa: la legge 05/09 . . . . . . . . . . . .22 Lalegge05/09diriordinodelsistemasanitarioregionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23 Riordino del sistema sanitario regionale: il Piano Sanitario Regionale 2011-2013 . . . . . . . . . .29 il modelloHub&Spoke . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .33 L’art. 79: servizi di consulenza direzionale operativa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .36 Le politiche per il personale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .39 AgenAS - La Valutazione e gli obiettivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .41

3) Programmazione per lo sviluppo » L’Osservatorio Epidemiologico per la riorganizzazione dei livelli di assistenza . . . . . .43 indicatori dello stato di salute . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .43 Aumentodellasperanzadivitaallanascita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44 Riduzionedellamortalitàgenerale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44 Riduzionedellamortalitàpercause . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45 Assistenza ospedaliera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .47 TabellacomplessivapostilettoPubbliciePrivati–dal2008al2010 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50 ILDAY SeRVice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53 L’assistenza territoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .56 CronoprogrammaattivazionePTAal2012 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61 il 118 e i servizi di emergenza-urgenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .64 i Laboratori di analisi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .66 Tempi di attesa e monitoraggio specifico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .68 Farmaceutica - effetti e implicazioni sugli interventi di efficientamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . .70 Riconfermadellequotedicompartecipazione(ticket)allaspesafarmaceutica . . . . . . . . . . . . 72 Misureperilmiglioramentodell’appropriatezzaprescrittiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73 Risultatiprogrammati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74 Altremisureperilmiglioramentodell’appropriatezzaprescrittivainambitoospedaliero . . . 79

4) Riqualificazione attività Sanitarie » Integrazione Ospedale - Territorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .81 cure palliative e terapia del dolore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .81 Sviluppodellaretedicurepalliative . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81 Programmadisviluppodellaretediterapiadeldolore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 82 Rete regionale di residenzialità per i soggetti fragili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .82 Sistema integrato delle cure domiciliari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .84 Screening oncologici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .85

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Piano Vaccinazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .87 Piano Regionale Sangue e Plasma 2010-2012 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .90 Sistema regionale per la gestione del rischio clinico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .93 Accreditamento istituzionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 100 Piano annuale dei controlli. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 102 Piano regionale straordinario per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro 2010-2012 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 105 PianoRegionalediPrevenzioneinEdilizia2010-2012 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .108 PianoRegionalediprevenzioneinAgricoltura2010-2012 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .109 Pianodiemersionedellemalattieprofessionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .111 La Sanità Veterinaria e la Sicurezza Alimentare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 116

5) Pianificazione investimenti » Integrazione fonti finanziarie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 129 Dupiss: Documento Unitario di Programmazione degli investimenti Sanitari in Sicilia . . . . . . . . . . . 129 Po FeSR 2007-2013 – gli interventi per la Sanità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 134 Linee di intervento 6.1.2.3 investimenti strutturali per l’innalzamento della salubrità nelle strutture sanitarie . . . . . . 140 interventi in cantiere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 142 gare centralizzate e fondi Po Fesr 2007 – 2013 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 143 LaGaraFarmaci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .143 LaGaraAlteTecnologie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .145 gare centralizzate di bacino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 149 La Sanità digitale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 153 Progetti obiettivo di Piano Sanitario nazionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 158

6) Formazione e Ricerca per la Salute . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 161 Riqualificare la Formazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 161 comunicazione istituzionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 163 Ricerca Sanitaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 164 Disegno di Legge sulla Ricerca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 168 Ricerca Talassemia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 169 Ricerca Sanitaria – Verso un Distretto Biomedico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 170 Siamo cresciuti » dobbiamo crescere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 173 Tutte le prime volte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 174

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 5

La trasparenza in Sanità

il Piano di rientro e riqualificazione ci ha imposto di guardare indietro per rico-noscere e aggiustare i meccanismi che hanno portato a una spesa sanitaria fuori controllo.

La riqualificazione impone di guardarsi dentro per comprendere come spezza-re quei meccanismi e restituire efficacia e efficienza al sistema salute, in nome del diritto alla tutela della salute.

il confronto impone di guardare oltre e riprogrammare l’offerta sanitaria, par-tendo dal fabbisogno e dalle metodologie già sperimentate da altre regioni, che si sono misurate prima di noi con la sfida di un sistema salute al servizio delle politiche di salute e non più, o non solo, al servizio della politica.

Siamo riusciti a trasformare l’emergenza in una straordinaria occasione di svilup-po e innovazione per la sanità siciliana. Prendendo spunto dai comportamenti delle regioni italiane più virtuose, anche grazie al sostegno fornitoci dall’Age.na.S. abbiamo stabilito verso quali linee di programmazione indirizzarci, quali errori non ripetere, per uscire dalla politica dell’emergenza e entrare nella programma-zione delle attività sanitarie nel medio e lungo periodo.

in meno di tre anni, grazie allo straordinario impegno di tante persone di buona volontà e nonostante forti resistenze al cambiamento, sono stati raggiunti risul-tati eccezionali. Basterebbe, ogni tanto, guardarsi indietro: il risanamento finan-ziario, il varo di una legge di riforma (la 05/09), la riduzione dei dipartimenti (da 5 a 2) e la riorganizzazione dell’assessorato, la soppressione di 12 amministrazioni sanitarie (da 29 a 17) che erano centri di costo e di potere, la rimodulazione della rete ospedaliera con il taglio agli sprechi e la destinazione delle risorse a servizi per i cittadini per allinearci a standard nazionali, l’acquisto di apparecchiature di alta tecnologia, gli investimenti nella ricerca, l’adozione di modelli sanitari inno-vativi con la creazione delle reti assistenziali, l’approvazione degli atti aziendali e delle nuove piante organiche, l’approvazione del nuovo Piano regionale della Salute che mancava da oltre dieci anni e i concorsi pubblici per l’assunzione di nuovo personale.

il tutto ottenendo una crescita degli indicatori di appropriatezza. Oggi, più di ieri, in Sicilia ci sono le condizioni per curare come nelle altre regioni: cresce il ricorso alle cure ospedaliere per i casi più complessi, sono già notevoli i numeri delle prestazioni sanitarie rese in regime di dayservice, sono partiti gli screening, stiamo lavorando per l’autosufficienza del sangue, abbiamo risparmiato milioni con le gare centralizzate, le cure sul territorio sono aumentate e vanno verso la distribuzione equilibrata.

Tutti i dati, già verificati in sede ministeriale, sono qui trasparentemente pubbli-cati perché la forza dei fatti sia antidoto nei confronti di chi ieri non protestava per convenienza, e talvolta per connivenza, e oggi si ostina a non (far) vedere i frutti del cambiamento che già sta facendo crescere il nostro sistema sanitario.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana6

nel bilancio triennale voglio aggiungere altri risultati, forse anche più impor-tanti: il recupero della credibilità e della dignità in tutte le sedi istituzionali più prestigiose come i Ministeri della Salute e dell’economia e la conferenza Stato – Regioni; l’aver dimostrato il giusto valore di principi etici irrinuncia-bili come la legalità e la trasparenza amministrativa mettendo al centro del sistema la persona umana e il suo fondamentale diritto alla tutela della salute.

Pur se già tanto è stato fatto è opportuno ribadire con fermezza che dobbiamo ancora percorrere tanta strada per migliorare la qualità, la sicurezza e la tempe-stività delle prestazioni erogate.

Questo libro bianco dà e rende conto a operatori e cittadini di tutto il lavoro sin qui svolto dagli Uffici dell’Assessorato e dalle nuove Aziende Sanitarie che hanno raccolto i cocci di un sistema che stava andando in pezzi e hanno lavora-to – prima di tutto – per ricondurlo a livelli accettabili. Questa raccolta dei fatti, numeri e dati non è certamente esaustiva della enorme mole di lavoro portato avanti, ma il senso è proprio quello del racconto di ciò che abbiamo trovato (di cui molti dolosamente sembrano non serbare memoria) e del modo in cui ab-biamo cambiato le cose, con dati aggiornati al gennaio 2011.

Un cambiamento frutto di un processo concretamente innovativo ancora in cor-so, di cui sono testimoni affidabili tutti gli indicatori di costante crescita di questi tre anni e che - come ogni cambiamento - non può essere colto se si isolano i dati di un singolo anno, ci si ferma a un solo “fotogramma”, o si evita di citare fonti attendibili solo per potere affermare strumentalmente che la Sicilia non cresce o non si sta allineando ai parametri nazionali, come fa chi è privo di un sentimento di lealtà verso i siciliani stessi.

Raccontiamo anche le tante prime volte, segni tangibili di una svolta reale, di cui oggi gli operatori possono essere orgogliosi ma che adesso dobbiamo consolidare insieme, fissando il percorso per monitorare il perseguimento degli obiettivi e degli standard di salute per il futuro (non a caso la legge 05/09 preve-de che ogni anno l’Assessore relazioni sull’attuazione del Piano Sanitario).

A cittadini e operatori, infatti, resta rivolto l’invito a segnalare costruttivamente ciò in cui si deve e si può ancora crescere ([email protected]).

La nostra è una sfida aperta a favore della Sicilia e dei siciliani: gli obiettivi sono ancora tanti e tutti ben delineati negli strumenti di programmazione. c’è bisogno dell’aiuto di tutti per fare della nostra Regione un modello di effica-cia e efficienza, di buona volontà e di buon senso.

Per non far tornare indietro la sanità e con essa la Sicilia, affinché ciascuno possa finalmente dire “sono siciliano e mi curo in Sicilia”!

Perché cambiare si può. Basta crederci e volerlo. insieme.

Massimo RussoAssessoreperlaSalute

RegioneSiciliana

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 7

Dal Piano di rientro e riqualificazione al Piano operativo

nel luglio del 2007 la Regione Siciliana sottoscriveva il Piano di contenimento e di riqua-lificazione del Sistema Sani-tario Regionale 2007-2009, (il cosiddetto Piano di Rientro) una sorta di contratto con lo Stato con il quale la Regione si impegnava ad adempiere ad una precisa lista di prescrizio-ni per realizzare profondi cambiamenti strutturali: l’obiettivo era quello di contenere la spesa sanitaria allineando gli standard di salute a quelli delle regioni più virtuose e correggendo tutti quei comportamenti che avevano portato a un indebitamento straordinario che lo Stato non era più disposto a coprire. il mancato raggiungimento degli obiettivi avreb-be autorizzato lo Stato a commissariare la Sicilia.

A che punto era l’adempimento del Piano nel giugno 2008 . Al mo-mento dell’insediamento del governo Lombardo, gli impegni sottoscritti dal precedente governo regio-nale nel 2007 erano stati in larga parte disattesi.

il 15 giugno del 2008, giorno fis-sato per la verifica degli adem-pimenti del Piano di rientro, l’as-sessore per la Salute Massimo Russo, insediatosi appena la set-timana precedente, aveva potu-to solamente prendere atto dei rilievi che venivano giustamente mossi in ordine alla mancata at-tuazione delle misure previste rispetto alle scadenze programmate.

Le inadempienze e i ritardi furono rimarcati dal rigoroso tavolo di verifica ministeriale che evidenziò come dalla data della sottoscrizione solo 12 degli impegni assunti (cioè il 13% dei complessivi 96) era stato con-cluso e approvato nonostante si fosse già a metà del periodo .

Macro obiettiviPiano di Rientro a giugno 2008

conclusi e approvati 12istruttoria 16non approvati da rifare 27non esaustivi 14da avviare 27Totale 96

conclusie approvati

13%

in istruttoria17%

non approvatida rifare28%

non esaustivi15%

da avviare27%

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Il fattore tempo: in poche settimane, dunque, da un lato si doveva pro-cedere ad amministrare l’ordinario, dall’altro occorreva acquisire le ne-cessarie conoscenze sullo stato della sanità siciliana e comprendere i meccanismi di governance di un sistema complesso, obsoleto e pieno di pieghe che aveva consentito comportamenti e inefficienze che hanno portato al tracollo della spesa sanitaria.

il personale, per quanto spesso preparato, era a volte demotivato o non adeguatamente valorizzato: certamente non sentiva come suo il proble-ma di un piano da rispettare, di una situazione economica gravissima che di lì a poco avrebbe portato al commissariamento, di una qualità delle prestazioni sempre più compromessa nonostante le ingenti risorse im-piegate, di ospedali pieni in modo non appropriato nelle grandi città e semivuoti nelle periferie, di una migrazione verso le altre regioni nuova-mente in forte ascesa.

Il sistema era orientato all’appartenenza invece che alla competen-za, incrinando il rapporto di fiducia con i cittadini.

Cosa abbiamo fatto/cambiato e perché . era fondamentale ripristinare immediatamente il rapporto di credibilità con le istituzioni ministeriali cui competeva il controllo degli adempimenti sottoscritti.L’unico modo, considerato il fattore tempo, era quello di adempiere pun-tualmente alle prescrizioni ministeriali con il massimo rigore e la massi-ma celerità. Lo sforzo poderoso compiuto in pochi mesi è ampiamente testimoniato dalla tabella che mette a confronto, in tre diversi periodi di rilevazione, la percentuale di crescita degli interventi conclusi o avviati.

Periodo di rilevazione % obiettivi non conclusio da avviare

% obiettivi conclusio avviati

OTTOBRE 2008 48% 52% AGOSTO 2009 62% 38%MARZO 2010 80% 20%

Rispetto al primo periodo di rilevazione, in cui si riscontrava il 48% di obiettivi operativi conclusi e/o avviati e il 52% di obiettivi non conclusi e/o da avviare, nel mese di marzo 2010 - grazie all’ingente mole di prov-vedimenti adottati nel 2009 - si è invertito il trend con l’80% di obietti-vi operativi conclusi e/o avviati e solo il 20% da concludere.

Va detto, peraltro, al di là del semplice dato numerico, che si è trattato di provvedimenti di una certa complessità mentre quelli realizzati fino alla prima metà del 2008, come più volte sottolineato dal tavolo tecnico

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ministeriale in sede di verifica, erano per lo più interventi che non riguar-davano misure strutturali.

Avendo adempiuto ai propri doveri, adottando con apprezzata puntua-lità i provvedimenti strutturali imposti dal Piano di rientro, la Regione Si-ciliana ha chiesto e ottenuto in sede di verifica che venisse consentito, in continuità con il medesimo piano, un periodo di tempo ulteriore al fine di dare dimostrazione dei risultati conseguiti: nasce così il Programma Operativo.

nel Programma operativo confluiscono tutte le azioni, riferite alle princi-pali misure strutturali, i cui effetti hanno avuto effetto a partire dal 2010:

•piano attuativo del nuovo assetto dei servizi ospedalieri (esempio: di-smissione o riconversione dei Presidi ospedalieri, accorpamento delle Unità operative, riconversione dei posti letto per acuzie in riabilitazione e lungodegenza, potenziamento del sistema di governo del rischio clini-co eccetera);

•piano attuativo del nuovo assetto dei servizi territoriali e socio-sanitari (esempio: attivazione dei PTA, attivazione del cUP regionale, potenzia-mento della rete dell’assistenza residenziale e semiresidenziale, delle cure domiciliari, delle cure palliative, riordino della rete laboratoristica, attivazione dei Punti Unici di Accesso eccetera);

•riqualificazione del sistema dell’emergenza-urgenza e della continuità assistenziale;

•messa a regime delle sperimentazioni gestionali;•consolidamento degli effetti delle misure di contenimento della spesa

per il personale avviate fino ad oggi;•ulteriore efficientamento della spesa per l’acquisto di beni e servizi;•riqualificazione della spesa farmaceutica attraverso il miglioramento dei

percorsi di appropriatezza prescrittiva e il potenziamento dell’uso dei Re-gistri di sorveglianza.

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1 Riqualificazione della spesa sanitaria » Piano di rientro e ricadute sul piano economico

COSA ABBIAMO TROvATO

il grafico riporta tutte le regioni interessate ai Piani di rientro e riqualifi-cazione nel 2007.

negli anni antecedenti al 2008 in Sicilia si registrava un disavanzo struttu-rale che si attestava, annualmente, su importi variabili da 375 mln a 926 mln di euro, nonostante gli incrementi della quota del Fondo Sanitario Regionale (FSR) oscillassero da 202 mln a 502 mln di euro annui.

Questa situazione, come è noto, aveva provocato un enorme indebitamento e ci aveva costretto, nel 2008, a ricorrere a un mutuo ban-cario di 2,6 miliardi di euro, utilizzato in larga parte per ripianare le perdite subite fino all’anno 2005.

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

-375.004.000 -424.131.999 -926.834.208 -30.358.042 -863.280.967 -630.483.666 -320.885.616 -266.732.217

22.675.000 30.869.000 2.779.033 14.141.213 5.115.895 2.001.096 10.772.547 6.660.195

374.809.000 424.131.999 879.700.327 29.095.907 835.834.028 421.296.735 146.550.953 110.335.479

-195.000 - -47.133.881 -1.262.135 -27.446.939 -209.186.931 -174.334.663 -156.396.738Residui

Perdite

Utili

Pagato/coperto

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COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHè

già a partire dal secondo semestre dell’anno 2008 le politiche di risana-mento avviate dal governo Lombardo hanno consentito di ridurre i disa-vanzi annuali del bilancio nel settore Sanità.

infatti il bilancio 2008 si è chiuso con una perdita di sistema di 310 milioni di euro con un decremento pari al 50% circa rispetto al 2007, che si è chiuso con 628 milioni di euro di perdite.

PAGATO/COPERTO

RESIDUI

UTILI

PERDITE

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COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

gli effetti più significativi delle politiche di risanamento dei conti della sa-nità in ambito regionale, così come apprezzato sia dal Ministero che dalla corte dei conti, si sono registrati a partire dall’anno 2009, che ha chiuso il conto consolidato del sistema sanitario con un disavanzo di 259 milioni di euro fino ad arrivare, nell’anno 2010, ad un disavanzo certificato nei modelli ce iV trimestre 2010, di 128 milioni di euro.

Tale disavanzo scaturisce dal dato che si registra in fase di pre-consunti-vo; infatti la prospettiva in fase di consuntivo definitivo, farà registrare un dato ancora inferiore di oltre 40 milioni di euro, arrivando a un disavanzo di sistema di circa 80 milioni di euro. Tale risultato è tanto più significativo se lo si contrappone all’esiguo incremento della quota del FSR a partire dal 2009, per effetto del contenimento della spesa pubblica in ambito nazionale. infatti da un incremento della quota pari a circa 300 milioni di euro nell’anno 2008, nel 2009 si è passati ad un incremento di soli 157 milioni di euro.

Il risultato conseguito, invertendo i trend negativi consolidati negli anni precedenti al 2008 con una media di 700 milioni di euro di disa-vanzo per anno può tradursi, per esemplificare, in una economia di circa 1,5 miliardi di euro nel triennio 2008 - 2010 .

L’attività fin qui svolta ha coniugato la riduzione del disavanzo con una migliore organizzazione dei servizi sanitari: adesso l’ammontare dei disa-vanzi è interamente contenuto dentro l’ammontare del maggior gettito che scaturisce dagli incrementi delle aliquote dell’addizionale regionale dell’iRPeF (+ 0,50%) e dell’iRAP (+ 0,92%). già nel 2010, per la parte di competenza dell’Assessorato della Salute, si era in grado di intervenire per una prima riduzione delle addizionali irpef e irap per complessivi 20 milioni di euro. nel prossimo futuro il miglior impiego delle risorse eco-nomiche consentirà di ridurre tali aliquote, ottenendo una minore pres-sione fiscale a carico delle famiglie e delle imprese siciliane.

Migliori servizi per i cittadini ma con minori sprechi, l’avvicinamen-to della Sicilia agli standard nazionali, la corsa verso il completo re-cupero del deficit e la conquista di credibilità e fiducia a livello na-zionale sono, in sintesi, i risultati conseguiti nel recente periodo .

L’attività di risanamento dei conti ha anche consentito, grazie alla posi-tiva conclusione delle verifiche del tavolo tecnico ministeriale, di recu-perare oltre un miliardo di euro dalla complessiva somma che lo Stato, nel corso degli ultimi anni, aveva accantonato a causa delle numerose inadempienze amministrative da parte della Regione.

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Tra le misure adottate per il conseguimento di tali obiettivi vi sono: l’ap-provazione delle piante organiche delle aziende sanitarie; il blocco par-ziale del turnover previsto dal Piano di rientro per raggiungere il livello di personale previsto dai parametri nazionali, sfruttando la mobilità inter-na, i pensionamenti e le assunzioni di nuove figure professionali. Misure, queste, che hanno ricevuto l’apprezzamento del Ministero e della corte dei conti proprio perché hanno carattere strutturale, a conferma dello sforzo compiuto dalla Sicilia per riequilibrare i conti della sanità e riorga-nizzare il sistema.

L’obiettivo nel breve termine è pertanto il mantenimento del governo dei costi sanitari, garantendo contestualmente il rispetto dei Lea (Livelli es-senziali di Assistenza), attraverso l’implementazione dei percorsi virtuosi di contenimento e di riqualificazione del Servizio Sanitario Regionale, ar-rivando così preparati all’appuntamento con la normativa in materia di federalismo e di costi standard.

Riordino del sistema sanitario regionale: le riforme strutturali e il loro impatto economico

L’analisi dall’anno 2006 all’anno 2010 evidenzia le risultanze economiche di partenza del SSR prima dell’avvio delle attività previste nel triennio 2007/2009 dal Piano di Rientro e Riqualificazione sottoscritto dalla Re-gione e dai Ministeri della Salute e dell’economia.

Le base dati dei valori presi a riferimento sono:

•i valori del Fondo sanitario regionale desunti dalle assegnazioni di riparto del fondo sanitario nazionale;

•i valori delle perdite di esercizio desunti, nel periodo 2006/2009, dai dati di Bilancio delle strutture sanitarie pubbliche, mentre per l’anno 2010, non essendo ancora disponibili i dati di Bilancio, i valori sono stati desun-ti dal modello ministeriale ce (conto economico) del 4° trimestre 2010 pre-consuntivo, formulato alla data del 31/12/2010;

•i valori dei costi desunti, nel periodo 2006/2009 dai modelli ministeriali ce (conto economico) consuntivi, mentre per l’anno 2010 dal modello ce del 4° trimestre 2010 pre-consuntivo, formulato alla data del 31/12/2010

nella seguente tabella si analizza, nel periodo di riferimento, anzitutto l’incremento del fondo sanitario regionale assegnato in sede di riparto del fondo sanitario nazionale, quale principale indicatore del fabbisogno

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economico necessario per erogare i livelli essenziali di assistenza ai resi-denti della regione e contestualmente si evidenziano i risultati econo-mici generati dal sistema sanitario regionale e, annualmente, l’incidenza percentuale della perdita maturata rispetto al fabbisogno assegnato:

Fondo Sanitario Regionale e Perdite di sistema

-

7.578.573 7.793.608 8.093.710 8.250.298 8.474.621 896.048 11,82%

858.165- 628.483- 310.113 260.072- 127.828- 730.337 -85,10%

11,32% 8,06% 3,83% 3,15% 1,51%

Fondo SanitarioRegionale

2006

Risultatod’esercizio

% Perditad’eserciziorispetto al FSR

2007 2008 2009 2010(dato pre-consuntivo)

∆2010-2006

%2010-2006

Le risorse economiche nel periodo di riferimento si sono incrementate complessivamente di 896.048 €./000 rispetto all’anno 2006 con un in-cremento percentuale del 11,82%, mentre le perdite di sistema si sono progressivamente ridotte complessivamente di 730.337 €./000 con una percentuale di incidenza sul fondo che è passata dal 11,32% per l’anno 2006 all’1,51% per l’anno 2010.

Tale riduzione delle perdite di sistema è stata generata sia dall’incremen-to del Fondo, ma ancor più dal contenimento dei costi gestionali per ef-fetto delle azioni di risanamento e riqualificazione conseguenti alle azio-ni operative poste in essere dalla Regione.

L’incremento annuale del Fondo trova fondamento nel tendenziale in-cremento dei costi di gestione, conseguentemente il contenimento del tasso di crescita di questi, che nella maggior parte dei casi ha raggiunto valori inferiori a quelli assunti in sede di riparto nazionale, e il decremen-to dei costi di gestione in alcuni casi, hanno consentito in estrema sintesi il miglioramento dei risultati d’esercizio.

Di seguito si analizzano i principali aggregati di costo che hanno con-tributo complessivamente al raggiungimento dei risultati economici riportati:

Costo del Personale

2006

Δ2010 - 2006

al nettoe�etti C C NL

%2010 - 2006

al nettoe�etti C C NL

Costo delpersonale

2010(dato pre-consuntivo)

2.861.107 2.984.372

C

246.538 - 123.273 -4,31%

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in questo aggregato è ricompreso il costo del personale dipendente (a tempo indeterminato e determinato), il costo relativo al personale uni-versitario in organico nelle Aziende ospedaliere Universitarie Policlinici, e il valore del costo relativo al personale non dipendente (contrattisti, personale precario, collaborazioni, lavoro interinale, etc):

il confronto fra il costo del personale rilevato nel 2010 rispetto all’anno 2006 evidenzia in prima istanza un incremento di 123.265 €./000, ma tale valore deve essere decurtato della quota di incremento derivante dall’ap-plicazione dei contratti collettivi nazionali nel periodo di riferimento, al fine di individuare l’eventuale effettivo contenimento dei costi, metodica adoperata tra l’altro dal tavolo tecnico di verifica ministeriale.

Al netto della decurtazione dell’incremento generato dall’applicazione dei contratti collettivi nazionali, la variazione del costo del personale nel periodo di riferimento evidenzia un decremento di 123.273 €./000 pari al 4,31% rispetto al valore rilevato nell’anno 2006.

Costo per acquisti di beni e servizi (costi interni)in questo aggregato sono ricompresi i costi per l’acquisto di fattori pro-duttivi (beni e servizi) effettuato dalle strutture erogatrici pubbliche, fun-zionali all’espletamento della loro attività caratteristica:

2006Δ

2010 - 2006%

2010 - 20062010

(dato pre-consuntivo)

1.422.605 1.575.538 152.933 10,75%

Acquisti di beni e servizi (costi interni)

La variazione evidenzia un complessivo incremento rispetto al dato re-gistrato nell’anno 2006 facendo, tuttavia, registrare un indice inferiore al tasso di crescita delle risorse assegnate con il fondo sanitario regionale (+11,82%).

Costo per la medicina di basein questo aggregato sono ricompresi i costi sostenuti per le convenzioni del sistema sanitario regionale con i medici di medicina generale, i pedia-tri di libera scelta, i medici della continuità assistenziale eccetera.

2006Δ

2010 - 2006al netto

e�etti C C NL

%2010 - 2006

al nettoe�etti C C NL

Costo per la medicinadi base

2010(dato pre-consuntivo)

524.005 582.099 40.000

C

18.094 3,45%

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il confronto fra il costo rilevato nel 2010 rispetto all’anno 2006 evidenzia in prima analisi un incremento di 58.094 €./000, ma, così come per i costi del personale, tale valore deve essere decurtato della quota di incremento de-rivante dall’applicazione degli accordi collettivi nazionali nel periodo di ri-ferimento, al fine di individuare l’eventuale effettivo contenimento dei co-sti, metodica adoperata tra l’altro dal tavolo tecnico di verifica ministeriale.

Al netto della decurtazione dell’incremento generato dall’applicazione degli accordi collettivi nazionali, la variazione del costo nel periodo di ri-ferimento evidenzia un incremento di 18.094 €./000 pari al 3,45% rispet-to al valore rilevato nell’anno 2006.

Tale incremento è peraltro quasi interamente ascrivibile agli effetti ge-nerati nell’anno 2010 dall’accordo integrativo regionale per i medici di medicina generale (16.940 €./000).

Anche in questo caso si é registrato un indice di incremento ben al di sotto del tasso di crescita delle risorse assegnate con il fondo sanitario regionale (+11,82%).

Costo per la Farmaceutica Convenzionatain questo aggregato sono ricompresi i costi sostenuti per le convenzioni con le farmacie territoriali:

2006Δ

2010 - 2006%

2010 - 20062010

(dato pre-consuntivo)Farmaceuticaconvenzionata

1.307.474 1.056.498 - 250.976 -19,20%

in questo aggregato si è rilevato il maggiore decremento, sia in termi-ni assoluti che in termini percentuali, rispetto al dato di costo rilevato nell’anno 2006.

Costi per assistenza sanitaria in convenzione da privato in questo aggregato sono presenti i costi per le prestazioni sanitarie in convenzione da (ospedaliera - ambulatoriale - riabilitativa - integrativa e protesica -psichiatrica residenziale e semi residenziale - socio sanitaria a rilevanza sanitaria - trasporti sanitari):

2006Δ

2010 - 2006%

2010 - 20062010

(dato pre-consuntivo)

1.813.578 1.852.890 39.312 2,17%

Costi per assistenza sanitaria in convenzione da privato

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La variazione evidenzia un complessivo incremento rispetto al dato re-gistrato nell’anno 2006 ma, ancora una volta, tale incremento è stato contenuto ad un tasso di crescita sensibilmente inferiore a quello delle risorse assegnate con il fondo sanitario regionale (+11,82%).

Le 6 linee di intervento

Una volta concordate le misure per raggiungere gli obiettivi previsti dal Piano di rientro, era necessario lavorare per spezzare i meccanismi che avevano consentito al sistema di far crescere senza alcun controllo le spese a carico del fondo sanitario.

Si è deciso così di intervenire lungo 6 linee direttrici:

Riorganizzazione del Sistema Sanitario

in Sicilia

Riquali�carela spesa

Piano di rientro e ricadutesul piano economico

La legge5/09 e ilPiano Sanitario

Riassettonormativo e Istituzionale

Programmare per losviluppo

Riorganizzazione rete ospedaliterritorio

Integrazioneospedaleterritorio

Integrazionefonti�nanziarie

Verso undistrettobiomedico

Riquali�careAttivitàSanitarie

Piani�careinvestimenti

Salute e Ricerca

Allo stesso modo è iniziata una puntuale ricognizione delle risorse da impiegare per lo sviluppo di un’economia virtuosa proprio a partire dalla filiera sanità.

oggi, a complemento degli obiettivi strategici definiti già con il Piano di rientro e riqualificazione - concorrono anche tre documenti di pianifica-zione strategica realizzati con il concorso di tutti gli uffici dell’Assessorato:

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1 . Programma Operativo di sviluppo, per il consolidamento dell’equili-brio economico e della razionalizzazione della spesa sanitaria.

2 . Piano Sanitario Regionale, per la metodologia di intervento e di offerta di salute rispetto ai bisogni della popolazione siciliana.

3 . DuPISS - Documento unitario di Programmazione degli Investi-menti Sanitari in Sicilia, per aumentare qualità, equità e accessibilità all’offerta dei servizi erogati, soprattutto sul territorio, nonché interventi di sistema per completare la dotazione, in ogni provincia, di almeno un ospedale completamente attrezzato per livelli di complessità.

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2 Riassetto normativo e istituzionale » gli strumenti normativi

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

La scelta metodologica era tra un modello che mettesse in concorren-za il pubblico e il privato per spingere alla qualità tramite una selezione operata dal cittadino o un modello che bilanciasse, senza distinzioni tra pubblico e privato, la domanda di medicina del territorio con l’offerta dell’assistenza ospedaliera, partendo dal fabbisogno di salute rilevato dell’osservatorio epidemiologico e dall’analisi di parametri rilevabili dal-le SDo (schede dimissioni ospedaliere).

il sistema della sanità siciliana era immaturo per un modello concorren-ziale dove la sanità privata è indotta a selezionare i pazienti e le patologie verso quelle a minor costo e minor rischio, dove l’ospedale è sovraccari-cato da ricoveri inappropriati, dove il territorio è in grado di risponde-re solo parzialmente alla domanda di assistenza di base e di dimissioni protette.

nel dibattito che all’Assemblea regionale Siciliana ha accompagnato il cammino della riforma si è parlato troppo di ospedali e di posti letto con-siderando che la sanità è molto altro.

il nuovo modello di funzionamento, ancorato al contesto locale, sia sto-rico sia economico, sociale e professionale, supera la forte situazione di deficit, la inappropriatezza di molte prestazioni, la disomogeneità - o ad-dirittura l’assenza - dei servizi territoriali nonché l’eccessiva frammenta-zione dei servizi sanitari.

Un modello che parte dalla vera conoscenza dei dati epidemiologici e economici, i flussi, i tassi di occupazione, l’appropriatezza delle cure e soprattutto la qualità delle prestazioni che ovviamente influisce sulla migrazione.

Per la prima volta è stato determinato il fabbisogno e proposto un mo-dello di riorganizzazione generale basato sull’integrazione di livelli a rete, mantenendo un’ampia e completa assistenza di base collegata con i li-velli di più alta intensità delle cure, individuando queste linee guida:

•Riassetto organizzativo dell’assessorato (da 5 a 2 Dipartimenti), delle aziende sanitarie (da 29 a 17) e riassetto normativo .

•Riqualificazione delle spese necessarie e eliminazione degli sprechi.

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•Trasparenza delle procedure (esempi: vaccini dal costo di oltre 100 euro senza gara e acquistati a 43 euro dopo la gara; concorsi per le far-macie bloccati da oltre 10 anni; primi modelli di procedure centralizzate di acquisto su base regionale come la gara triennale per l’acquisto di far-maci da parte delle Aziende sanitarie che ha permesso risparmi di circa 160 milioni di euro).

•Pianificazione e programmazione per lo sviluppo, con l’obbligo di adempiere a tutti gli atti previsti per amministrare le aziende, con precisi obiettivi e verifica del raggiungimento degli stessi, per i direttori generali.

Riordino del sistema sanitario regionale. La riforma normativa: la legge 05/09

il primo obiettivo era un salto culturale, lasciando alle spalle certe logi-che ormai superate. La sanità siciliana, stretta fra la necessaria conquista dell’equilibrio economico e la ineludibile ricerca della qualità, necessita-va di una programmazione delle risorse che sapesse incidere sulle cause strutturali che avevano generato vistose e non più sopportabili criticità.

Dalla legge di riforma emerge proprio una visione nuova e moderna del-la sanità siciliana, che ci ha permesso di presentarci al “tavolo tecnico” ministeriale con un assetto del Servizio sanitario regionale organico e ra-zionale, che coniuga economicità, efficienza e efficacia.

Si è trattato, dunque, di un risultato qualificante, frutto anche di un otti-mo lavoro del Parlamento regionale che, dopo un periodo di difficile in-terlocuzione politica, ha varato una legge innovativa, moderna, origina-le, frutto non certo di compromessi politici ma dell’apporto costruttivo da parte di tutte le forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione.

con questa legge davvero riformatrice, la Sicilia, ha certamente recupe-rato la dignità di una Regione virtuosa, che non ha più voglia di presen-tarsi a Roma sottomessa, ma che vuole competere con le realtà più effi-cienti del paese e recuperare il necessario grado di fiducia nei confronti dei cittadini.

in estrema sintesi, i pilastri della riforma sono programmazione, obiettivi, controlli, responsabilità, premialità e sanzioni. Per questo si è partiti da-gli aspetti legati alla programmazione sanitaria che viene affidata al Pia-no Sanitario Regionale, proposto dall’Assessore, della durata triennale, ed approvato dalla giunta col parere vincolante della commissione Sanità dell’Ars.

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già dai principi generali, contenuti nell’articolo 2, sono ben chiare le fina-lità della legge. È scritto, infatti, che il servizio sanitario regionale ispira la propria azione al principio della sussidiarietà solidale e pone al centro di tutto la figura del cittadino.

LA LEGGE 05/09 DI RIORDInO DEL SISTEMA SAnITARIO REGIOnALE

1 CEnTRALITà DEL MALATOil Servizio sanitario regionale assicura:

•centralità e partecipazione del cittadino.•Universalità e parità di accesso ai servizi sanitari.•Appropriatezza del percorso di accoglienza, presa in carico, cura e dimissione.•LeA (Livelli essenziale di Assistenza).•Appropriatezza e uniformità su tutto il territorio.

2 RIDuZIOnE DELLE DIFFEREnZE FRA PROvInCEil Servizio sanitario regionale:

•Rimuove le cause di inadeguatezza. •garantisce che tutte le strutture, pubbliche e private, operino secondo

atti di programmazione sanitaria tendenti ad assicurare l’autosufficien-za su base provinciale.

•Riordina la rete ospedaliera, pubblica e privata, in funzione di una equi-librata distribuzione territoriale.

•Finanzia le Aziende secondo criteri di perequazione volti ad assicurare una assistenza omogenea in tutta la regione.

3 RIORGAnIZZAZIOnE DELLA RETE OSPEDALIERAcriteri:

•Aggregazione in dipartimenti delle strutture organizzative, nei casi di frammentazione e/o duplicazione.

•Accorpamento e/o eliminazione delle strutture organizzative che risul-tassero superflue o sovradimensionate.

•Rifunzionalizzazione dei presidi ospedalieri sottoutilizzati o a bassa com-plessità.

•Attuazione del principio di responsabilità mediante un adeguato con-trollo gestionale.

4 InTEGRAZIOnE SOCIO - SAnITARIAil nuovo assetto del Servizio sanitario regionale pone le basi per:

•Rendere effettiva l’integrazione socio-sanitaria, ai sensi della legge

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328/2000, a partire dalla coincidenza territoriale dei distretti sanitari e sociosanitari quale ambito unitario di programmazione.

•Promuovere una qualificata integrazione socio-sanitaria anche attra-verso un compiuto coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta.

5 PROGRAMMAZIOnE SAnITARIA Tra i soggetti che concorrono alla programmazione sanitaria, oltre alle

realtà territoriali presenti nella conferenza permanente per la program-mazione sanitaria e sociosanitaria regionale, hanno un ruolo anche le Università, gli irccs, gli enti di ricerca pubblici e privati e, nell’ambito delle rispettive competenze, nonché le associazioni di categoria del settore sanitario maggiormente rappresentative e le associazioni di volontariato e di tutela dell’utenza, attraverso:

•Piano sanitario regionale triennale - relazione annuale dell’Assessore alla sanità.

•Programmi di bacino annuali. •Piani attuativi triennali delle Aziende sanitarie e ospedaliere. •Parere obbligatorio della conferenza dei sindaci. •Piani annuali di attività delle Aziende sanitarie e ospedaliere - relazione

annuale dei Direttori generali. •Partecipazione ai processi programmatori della collettività di portatori

di interesse attraverso la consulta regionale.

con i piani attuativi, le Aziende sanitarie provinciali (Asp) e le aziende ospedaliere (Ao), svilupperanno in ambito locale il piano sanitario, de-finendo le attività da svolgere nei limiti delle risorse disponibili.

Le Asp, le aziende ospedaliere e le aziende ospedaliero - universitarie concorreranno anche allo sviluppo a rete del sistema sanitario regiona-le attraverso la programmazione interaziendale di bacino che ha come finalità la integrazione ottimale delle attività sanitarie.

6 DA 29 A 17 AZIEnDE organizzate in Bacini Uno degli obiettivi primari della legge, per venire incontro alle dispo-

sizioni contenute nel Piano di rientro, era la riduzione del numero delle aziende da molti etichettate come “centri di costo e di potere”.

Da 29 siamo passati a 17, quasi la metà, sul principio di deospedalizza-re, garantendo nelle città metropolitane i centri di alta specialità e po-tenziando le attività territoriali con l’obiettivo, dichiarato, di assicurare una “eccellente normalità” in ogni parte del territorio regionale.

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Aziende Bacino Sic . Bacino Sic .

Occidentale OrientaleAziende sanitarie provinciali 4 (Pa, Tp, Ag, cl) 5 (ct, Me, en, Rg, Sr)Aziende ospedaliere 1 (Pa) 2 (ct, Me)Aziende alta specializzaz. 1 (Pa) 1 (ct)Aziende osped.universitarie 1 (Pa) 2 (ct, Me) TOT 7 10irccs 1 (Me)

Uno dei principi ispiratori della legge di riforma è la governance unica in ciascuna delle nove province da parte di un’unica entità giuridica che sovraintenda sia all’attività di tipo territoriale, svolta in precedenza dal-le Ausl, sia alle funzioni ospedaliere svolte in precedenza dalle aziende ospedaliere e dai presidi territoriali delle Ausl, ad eccezione delle tre aree metropolitane in cui sono previste anche aziende ospedaliere autonome e Policlinici, per un totale di 17 aziende.

2 BACInI REGIOnALI il territorio è stato suddiviso in due ambiti di riferimento, detti Bacini:

•Bacino Sicilia occidentale (Pa, Tp, Ag, cl)•Bacino Sicilia orientale (ct, Me, en, Rg, Sr) • nel Bacino, tutte le Aziende concordano un programma comune volto

alla integrazione delle attività sanitarie e socio sanitarie:•coordinamento acquisto di beni e servizi.•definizione interventi per specifici bisogni territoriali.•costituzione dipartimento interaziendale per servizi specifici. •sviluppo della attività ospedaliere in rete.

Viene istituito un comitato composto dai dirigenti generali delle Aziende che avrà il compito di programmare e monitorare gli interventi.

7 COnSuLTA REGIOnALE DELLA SAnITà esprime la voce di tutti gli operatori del mondo della sanità, compreso il terzo settore, come rappresentanza qualificata dei cittadini. Svolge gra-tuitamente funzioni di consulenza, in ordine a questioni di rilevanza re-gionale e di interesse diffuso, in materia di servizi sanitari e socio sanitari.

8 unA SOLA AZIEnDA SAnITARIA PROvInCIALE per ogni provincia Dalle vecchie Ausl alle Asp, aziende sanitarie provinciali: il nuovo siste-

ma ne ha previste 9, una per ogni provincia con precisi compiti:•assumere tutti gli oneri relativi alle prestazioni sanitarie. •erogare tutta l’assistenza pubblica, ospedaliera e territoriale.

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•destinare le proprie risorse alla integrazione dei servizi sanitari e socio-sanitari, anche mediante il “necessario trasferimento” dell’offerta sani-taria, dall’ospedale al territorio

ciascuna azienda sanitaria provinciale si articola nei distretti ospeda-lieri (complessivamente 20) che sono costituiti dall’aggregazione di uno o più presidi ospedalieri, appartenenti alle soppresse Ausl con le soppresse aziende ospedaliere, nonché dalle aggregazioni degli altri presidi ospedalieri pure appartenenti alle soppresse Ausl.

DISTRETTO OSPEDALIEROil distretto ospedaliero sono una struttura funzionale dell’Azienda sani-taria provinciale costituita dalla aggregazione di uno o più presidi ospe-dalieri per l’organizzazione e la erogazione di prestazioni ospedaliere e specialistiche ambulatoriali.

Rappresentano strutture dotate di autonomia tecnico-gestionale e eco-nomico-finanziaria nonché di adeguate risorse e sono guidati da un co-ordinatore sanitario e da un coordinatore amministrativo individuati dal direttore generale.

gli obiettivi sono: •Uniformità dell’attività ospedaliera sull’intero territorio di riferimento.•Riequilibrio della rete ospedaliera anche mediante accorpamento e/o

eliminazione di strutture organizzative superflue o sovradimensionate e la rifunzionalizzazione di presidi ospedalieri sottoutilizzati o a bassa complessità.

•Superamento della frammentazione e/o duplicazione delle strutture organizzative esistenti, attraverso l’aggregazione in dipartimenti e la loro integrazione operativa e funzionale.

DISTRETTO SAnITARIOi distretti sanitari, invece, costituiscono l’articolazione territoriale dell’azien-da sanitaria provinciale all’interno della quale vengono erogate le presta-zioni in materia di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione e educazione sanitaria. i distretti sanitari fanno capo all’area territoriale, coordinata da un diretto-re sanitario e da un direttore amministrativo individuati con le stesse mo-dalità dei distretti ospedalieri e dotati dello stesso grado di autonomia.gli obiettivi sono: •Prevenzione individuale o collettiva, diagnosi, cura, riabilitazione e

educazione sanitaria della popolazione. •i distretti sanitari e i distretti socio-sanitari devono riguardare lo stesso

territorio.

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•istituzione di presidi territoriali di assistenza (PTA) che, anche attraver-so il centro Unico di Prenotazione (cUP), garantiranno in materia capil-lare l’erogazione di prestazioni in materia di:-cure primarie (UTAP, continuità assistenziale, cure domiciliari, diagno-

stica specialistica, piccola chirurgia d’emergenza, ricoveri di bassa e media complessità, riabilitazione, assistenza per patologie croniche).

-Servizi socio-sanitari integrati con le prestazioni sociali. -Servizi a favore di minori e famiglie con bisogni complessi.-Servizi salute mentale e tossicodipendenze (DSM).

Le aziende ospedaliere assicurano l’attività sanitaria di alta specializza-zione, con dotazioni di tecnologie diagnostico-terapeutiche avanzate e innovative e svolgono i compiti specificamente attribuiti dagli atti della programmazione regionale.

Le aziende ospedaliero-universitarie mantengono la propria autono-mia ma è prevista la possibilità di integrazione tra aziende ospedaliere e Università sulla base di specifici protocolli d’intesa.

ogni Azienda deve prevedere i comitati consultivi Aziendali (ccA)

9 STRuTTuRE PRIvATE La legge assegna all’Assessore per la Salute anche compiti di control-

lo sulle attività espletate e sulle prestazioni erogate dalle strutture sia pubbliche che private.

il rapporto con le strutture private tiene conto, fra l’altro, del fabbiso-gno sanitario, degli standard occupazionali e del rispetto degli obbli-ghi contrattuali in materia di lavoro e di previdenza.

È previsto il criterio della premialità per le strutture capaci di produrre mobilità attiva e cioè di attrarre pazienti da altre regioni. Viene prevista:

•Programmazione sanitaria secondo fabbisogno epidemiologico.•Verifica di qualità e appropriatezza delle attività e delle prestazioni

erogate. •Monitoraggio informatizzato quantitativo e qualitativo, rispetto degli

standard occupazionali, contrattuali e obbligo formativo.•individuazione di classi di strutture private secondo qualità e potenzialità

erogativa, con diversa valorizzazione economica delle prestazioni rese.

10 DIRETTORI GEnERALI Vengono disciplinati i requisiti, le condizioni, le modalità di nomina

dei direttori generali e l’ipotesi di decadenza e commissariamento:• nomina: obbligo di analitica ricognizione dei requisiti effettivamente

posseduti da pubblicare sul sito web della Regione.

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• Verifiche trimestrali degli obiettivi assegnati.• obbligo di riduzione delle liste d’attesa.• Valutazione: analisi di indicatori multidimensionali di performance per

obiettivi di salute, sostenibilità finanziaria, qualità, appropriatezza e equità d’accesso delle prestazioni erogate.

• Decadenza: mancato raggiungimento dell’equilibrio economico di bi-lancio, in relazione alle risorse negoziate nonché in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi.

• Durata: 3 anni, con possibile riconferma per 3 anni nella stessa azienda• Divieto di riconferma in caso di valutazione non positiva.

11 SERvIZIO EMERGEnZA uRGEnZA 118 viene affidato a un organismo di diritto pubblico. nel dicembre del

2009 è stata creata la Seus, società consortile per azioni, che vede la partecipazione della regione per il 51% e delle aziende sanitarie regio-nali per il 49%.

È stato espressamente previsto che, nel triennio successivo all’entrata in vigore della legge non venga impiegato personale in numero supe-riore a quello utilizzato dal precedente gestore.

12 MIGRAnTI E DIRITTO ALLE CuRE Per espressa volontà dell’Assessore, è stato inserito nella legge

quello che può essere definito un atto d’amore e di responsabilità, che si è trasformato in norma e che l’Ars ha votato all’unanimità: si tratta dell’articolo 28 che afferma un inderogabile principio di civiltà, solida-rietà e responsabilità sociale verso i migranti.

Un principio che, oltretutto, libera normativamente da un peso incom-patibile con la professione medica, chi è chiamato ad aiutare tutti colo-ro che per il fatto stesso di dover ricorrere alle cure mediche essenziali, si trovano in una condizione di bisogno, spesso estremo.

Un bel segnale che parte da una regione del Sud, come la Sicilia, terra di frontiera con tanti problemi ma anche ricca di civiltà e storia, che pur nel bisogno e nelle difficoltà non smarrisce i valori fondanti di una comunità.

Questo il testo integrale dell’articolo 28 della legge di riforma: “Nellemore di una nuova disciplina regionale relativa all’assistenza sanitariaaicittadiniextracomunitari,daadottarsineilimitidellacompetenzasta-tutariainmateriadiigieneesanitàpubblica,laRegione,inapplicazionedeiprincipicostituzionalidieguaglianzaedidirittoallasalutenonchédigratuitàdellecureagliindigenti,garantisceatutticolorochesitrovinosulterritorioregionale,senzaalcunadistinzionedisesso, razza, lingua,reli-

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gione,opinionipolitiche,condizionipersonaliesociali,lecureambulato-rialieospedaliereurgentiocomunqueessenzialiindividuatedall’articolo35,comma3,deldecretolegislativo25luglio1998,n .286,senzacheciòimplichialcuntipodisegnalazioneall’autorità,salvoicasiincuisiaobbli-gatorioperdisposizioneinderogabiledilegge,eaparitàdicondizioniconicittadiniitaliani”.

Riordino del sistema sanitario regionale: il Piano Sanitario Regionale 2011-2013

COSA ABBIAMO TROvATO

in Sicilia mancava un piano sanitario dal 2000.

il piano è importante perché traccia le linee di sviluppo programmatiche a cui deve essere improntata sia l’azione dell’assessorato della salute che quella delle aziende sanitarie.

il Piano, fornisce ai direttori generali delle aziende sanitarie, sufficienti elementi per programmare l’assistenza sanitaria e sociosanitaria secon-do obiettivi, criteri, parametri e modelli che consentiranno una rimodu-lazione dei rispettivi ambiti gestionali e organizzativi.

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

nella costruzione del nuovo Piano Sanitario regionale si è voluto defini-re, attraverso un’attenta analisi di contesto, demografica, biostatistica e socio-economica delle nove province siciliane, il fabbisogno di salute, ar-ticolato nei tre Livelli essenziali di Assistenza (LeA), collettiva, distrettuale e ospedaliera, in relazione ai quali programmare gli interventi sanitari.

il Piano tiene conto di alcuni principi di fondo quali: •L’universalità.•il rispetto della libertà di scelta. •il pluralismo erogativo da parte di strutture pubbliche e private accreditate.•L’equità di accesso alle attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilita-

zione per tutti i cittadini, comprese le fasce più vulnerabili.

Tali principi, tuttavia, non possono prescindere dall’appropriatezza, in-tesa sia in senso strettamente clinico, sia nella accezione di “erogazione della prestazione più efficace al minor consumo di risorse”.

Sulla base di questi presupposti, il nuovo PSR ponendo il cittadino al centro del sistema assistenziale, costituisce lo strumento programmatico

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sul quale costruire un sistema in grado di fornire risposte appropriate e diversificate in relazione agli specifici bisogni di salute sia sul territorio sia in ospedale, tenendo conto anche delle esigenze che attengono alla sfera della persona.

Per raggiungere tali obiettivi, il PSR promuove da un lato il territorio quale sede primaria di assistenza e di governo dei percorsi sanitari con la realizzazione di un sistema di assistenza che costituisca un forte riferimento per la prevenzione, la cronicità, le patologie a lungo de-corso e la personalizzazione delle cure, dall’altro pone le condizioni per la riqualificazione dell’assistenza ospedaliera puntando all’appropriatez-za dei ricoveri, dall’acuzie alla riabilitazione e lungodegenza.

Questa prospettiva organizzativa e gestionale si inserisce in un processo culturale di rinnovamento fondato sulla riqualificazione dell’assistenza, traducibile in un cambiamento di orientamento e investimento strategi-co aziendale, destinato allo sviluppo di appropriati strumenti gestionali e organizzativi.

il processo di riqualificazione dell’assistenza richiede, inoltre, un lavoro in rete. Lavorare in una logica di sistema significa far sì che gli operatori della sanità, come quelli del sociale, possano comunicare tra loro, condi-videre obiettivi e progetti collettivi e assicurare in maniera integrata la continuità dell’assistenza.

infatti, attraverso le Reti, possono essere offerte risposte alle esigenze di superamento della compartimentazione da cui scaturisce uno degli aspetti più critici dell’assistenza sanitaria e cioè la sua frammentarietà.

nella costruzione del Piano, si è posta inoltre particolare attenzione all’esigenza di riequilibrio tra l’universo dei bisogni sanitari e sociosanita-ri dei cittadini e la loro sostenibilità, puntando ad una sanità che non va considerata solo come un costo ma soprattutto come un investimen-to diretto al miglioramento della qualità della vita delle persone, a beneficio di tutta la società.

il Piano Sanitario regionale va inteso come strumento flessibile di pro-grammazione degli interventi in modo attivo e dinamico essendo su-scettibile di aggiornamenti, approfondimenti e integrazioni in relazione sia ad eventuali esigenze sociosanitarie emergenti sia a nuove disposi-zioni normative, fermi restando i principi di coerenza con le strategie di programmazione sanitaria regionale e la disponibilità di risorse.

Lo stesso Piano, inoltre, dovrà essere sottoposto a puntuale verifica e va-lidazione dei risultati via via conseguiti attraverso i piani attuativi azien-dali, in termini di misurabilità dei processi, trasparenza dei percorsi e loro sostenibilità economica.

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STRuMEnTI E METODI

La definizione del Piano Sanitario regionale, i cui lavori erano in fase avanzata già due anni fa, ha richiesto un ulteriore approfondimento alla luce del Patto per la Salute, cioè l’intesa nazionale sulla Salute raggiunta a fine 2009 tra Stato e Regioni: bisognava, pertanto, procedere in confor-mità alle indicazioni di quell’accordo che la Regione è tenuta a recepire nei propri atti di programmazione.

L’iter di realizzazione del Piano si è espletato attraverso il coordinamento e il confronto con i Dipartimenti, mediante riunioni periodiche collegiali e non, per la partecipazione e la condivisione del metodo e per la produ-zione di documentazione tecnica specifica.

Data la complessità e la multidisciplinarietà degli argomenti trattati nel Pia-no e al fine di garantire un maggiore grado di qualità dei contenuti sotto il profilo tecnico-scientifico, ci si è avvalsi anche di professionisti esterni di comprovata esperienza e di rappresentanti di Società Scientifiche di rilievo.

COnTEnuTI

il Piano Sanitario Regionale è articolato in quattro parti principali, che seguono alla parte introduttiva, nella quale sono stati inseriti i riferimenti normativi, i collegamenti con altri livelli di programmazione, i principi ispiratori, le politiche socio-sanitarie e l’assistenza religiosa.

La prima parte, “Analisi di contesto”, è finalizzata all’individuazione del fabbisogno di salute e comprende una approfondita analisi del profilo demografico, biostatistico, epidemiologico e socio-economico della po-polazione siciliana distribuita nelle nove province.

La seconda parte, “La risposta di salute in Sicilia”, mette in evidenza la rilevanza strategica, sia dal punto di vista sociale sia sanitario, dell’attività di prevenzione nei diversi ambiti specialistici, ivi compresi quelli alimen-tare, veterinario e dell’ambiente.

Una sezione è dedicata alla centralità del territorio con la riorganizza-zione dell’assistenza primaria, il potenziamento della rete assistenziale territoriale e l’implementazione di più qualificati modelli di cura per la gestione delle cronicità e la continuità assistenziale. nella medesima se-zione si dà rilievo alle linee principali lungo le quali vanno sviluppati i temi dell’integrazione sociosanitaria, includendo la non autosufficienza, le disabilità e gli immigrati, le politiche del farmaco, la nuova configu-razione dell’offerta ospedaliera, secondo il principio delle reti integrate e l’applicazione del modello “hub&spoke”, le innovazioni del sistema di emergenza-urgenza e l’assistenza nelle isole minori.

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La terza parte, “Aree prioritarie di intervento”, in risposta alle prioritarie esigenze di salute emerse dall’analisi di contesto, delinea specifici ambiti di intervento in aree di peculiare interesse, quali la salute della donna e del bambino, l’area oncologica, l’area cardiologica, le neuroscienze, la ge-stione del politraumatizzato, l’area dei trapianti e il Piano sangue, l’area della salute mentale e le dipendenze. Per ciascuna area viene trattato l’in-tero percorso assistenziale nella logica della interoperabilità di tutte le fasi e dei relativi interventi, dalla prevenzione alla cura e alla riabilitazio-ne, inclusa l’assistenza domiciliare nella forma integrata sociosanitaria.

La quarta parte, “Qualità, ricerca e sviluppo”, affronta temi trasversali ai vari ambiti specialistici, di fondamentale importanza per la riqualificazio-ne del sistema sanitario e per la sua misurabilità, tra i quali si annoverano il miglioramento della qualità, il governo clinico e la sicurezza dei pazien-ti, la formazione degli operatori, la comunicazione/consenso informato, la ricerca e la programmazione degli investimenti nonché le modalità di monitoraggio e valutazione delle azioni inerenti l’attuazione del Piano.

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

Per far si che il Piano fosse aderente alle esigenze dei cittadini siciliani, è stata portata avanti un’azione assolutamente inedita di presenta-zione e partecipazione del documento, finalizzata alla condivisione del-la metodologia, dei contenuti, degli strumenti per una piena conoscenza della forma di programmazione pianificata e per sollecitare la produzione di contributi da parte di operatori sanitari, rappresentanti di categorie, esperti, altre componenti del “sistema salute” (istituzioni, enti pubblici e privati, espressioni organizzate della comunità), non limitando la co-noscenza del documento esclusivamente a addetti ai lavori e ai livelli istituzionali.

il piano, infatti, è stato redatto tenendo conto anche di 11 osservazioni e contributi pervenuti tramite consulta della salute, 82 osservazioni e con-tributi pervenuti da associazioni di categoria, ordini, società scientifiche, associazioni di volontariato, federazioni, sindacati e aziende sanitarie.

i contributi accolti hanno trovato una loro collocazione ragionata, perve-nendo alla definizione di un sistema sanitario regionale, che vuole concor-rere, a livello centrale, alla definizione delle politiche per la salute e alla pia-nificazione e programmazione strategica sanitaria per contribuire, a livello periferico, al perseguimento degli obiettivi strategici regionali, garanten-do un supporto tecnico-metodologico e formativo alle aziende sanitarie. in più, tale metodo ha implicitamente avviato il concetto di coinvolgi-mento dei cittadini nei sistemi di valutazione degli utenti.

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nell’ambito dei passaggi istituzionali il Piano ha ottenuto i seguenti ricono-scimenti:

•Parere favorevole della consulta regionale della sanità.•Parere favorevole obbligatorio da parte della conferenza permanente

per la programmazione sanitaria sociosanitaria (l.r. 9 ottobre 2008, n. 10).•Parere favorevole obbligatorio, ai sensi dell’art. 3, comma 3, l.r. 5/09, da

parte della Vi commissione legislativa dell’Assemblea Regionale Sicilia-na, ottenuto dopo numerose audizioni, che hanno dato voce a tutti i portatori di interesse del sistema sanitario e sociosanitario, propedeutico alla successiva delibera della giunta di governo e alla emanazione del decreto del Presidente della Regione.

il modello Hub&Spoke L’assistenza sanitaria è un fenomeno complesso, che non ha un unico centro propulsore e che si realizza con il contributo fondamentale di va-rie strutture e di diversi professionisti. in ragione di ciò, negli ultimi anni si sono diffuse le “reti assistenziali”, che non rappresentano soltanto uno strumento di innovazione del sistema in termini di efficacia, efficienza e qualità.

Le reti sono la premessa per il concretizzarsi delle logiche di equità di fronte al diritto alla salute e per contrastare le disuguaglianze assistenzia-li, le quali tendono a esasperarsi ancora di più nello scenario attuale, che da un lato deve tendere al progressivo specializzarsi di alcune parti del sistema, dall’altro deve determinare la contrazione necessaria dei costi.

L’affermarsi delle logiche di rete, quindi, non costituisce soltanto un’op-portunità di innovazione culturale e professionale, ma rappresenta un campo di sfida sulle politiche sanitarie del prossimo futuro, lo strumen-to per mantenere vivi i presupposti di equità e etica, che hanno sempre contraddistinto, in particolare, il sistema sanitario italiano.

Le “reti assistenziali”, ritenute un ambito prioritario di intervento per la Regione siciliana, rispondono all’esigenza di superare la frammentarietà dell’assistenza, e anche grazie a un uso significativo dell’icT (informationandcommunicationtechnology) aziendale e sovraziendale forniscono:

•al cittadino maggiori garanzie di continuità per la gestione dei propri problemi di salute, anche in riferimento all’umanizzazione delle cure;

•al sistema garanzie di efficienza che evitino inutili sperperi di risorse;•ai professionisti garanzie di sviluppo di “competenze distintive” appro-

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priate e coerenti con le funzioni svolte, compatibili con le reali potenzia-lità del contesto nel quale essi sono chiamati ad operare.

L’assistenza ospedaliera, secondo il principio delle reti integrate, prevede la concentrazione della casistica più complessa, o che richiede più complessi sistemi di gestione, in un numero limitato di centri (HuB) che trattino vo-lumi di attività tali da garantire la miglior qualità dell’assistenza erogata e il miglior utilizzo delle risorse organizzative e tecnologiche disponibili.

L’attività di tali centri è fortemente integrata attraverso connessioni fun-zionali con quella dei centri periferici (SPOKE), che assicurano l’assisten-za per la casistica a minore grado di complessità.

La qualità e la compatibilità economica del modello ‘HUB & SPoKe’ parte dal principio della “equità di Accesso a Prestazioni di Qualità Uniforme”.

Le caratteristiche che contraddistinguono il modello sono:•Minima congestione.•Forte specializzazione.•Miglioramento del grado di cooperazione e minima competizione.•Massima efficienza tecnica.•Minima ridondanza.•concentrazione della casistica.•Tempestività di invio dalla periferia.

La creazione di un’assistenza ospedaliera ‘HUB & SPoKe’ necessita della creazione della ‘Rete integrata di Servizi’ e cioè va studiato e implementa-to l’assetto della rete (distribuzione territoriale dei centri), la definizione delle funzioni distribuite fra il centro e i nodi nonché il sistema delle rela-zioni funzionali fra questi. Per ogni funzione è necessaria l’individuazione dei bacini di popolazione di riferimento in relazione ai fabbisogni specifici e ai volumi di attività relativi al mantenimento della “clinicalcompetence”.

Vanno definite le caratteristiche dei nodi della rete e i criteri di comuni-cazione fra i servizi e le modalità attraverso le quali mantenere le compe-tenze nei centri di riferimento nonché i processi per renderle disponibili ai vari punti del sistema. L’attuazione del piano dovrà comportare l’appli-cazione di nuovi modelli, che saranno divergenti rispetto alle strutture o alle relazioni funzionali attualmente esistenti e richiederà pertanto un attento studio di fattibilità, che sappia integrare la pianificazione regio-nale e le varie autonomie aziendali.

gli interventi prioritari da compiere in tal senso sono:•il lavoro di equipe in sinergia con centri di ricerca nazionali e internazio-

nali pubblici e privati, promuovendo la ricerca e la traslazione della stessa e dei progressi tecnico scientifici alla pratica clinica.

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•La promozione di progetti per lo sviluppo delle reti.•Lo sviluppo di data base clinici dedicati (registri) per specifici interventi –

servizi – patologia.

La realizzazione di tali interventi deve favorire la costituzione di network professionali in grado di coinvolgere l’insieme delle aziende sanitarie del-la Regione, per la prevenzione del rischio e la valutazione della qualità dell’assistenza oltre che per la conoscenza epidemiologica. La valutazione dei dati, acquisiti per mezzo dei registri, costituirà la base razionale per la pianificazione degli interventi e la valutazione precoce dell’efficienza delle tecnologie acquisite e dell’assistenza erogata.

IL DISEGnO DELLE RETI ASSISTEnZIALI nELLA REGIOnE SICILIAnA

Sulla base delle analisi di contesto e della determinazione del fabbiso-gno di salute, il Piano Sanitario Regionale dedica particolare attenzione alla trattazione delle seguenti aree specialistiche:

1. Salute della donna e del bambino.2. Prevenzione e cura dei tumori.3. Prevenzione e cura delle malattie cardiache.4. Prevenzione e cura delle malattie neurologiche.5. Area dei trapianti.6. gestione dei politraumatismi.7. Salute mentale e le dipendenze.

il disegno di massima delle reti, dettagliato per ciascuno degli ambiti specialistici, dovrà essere successivamente applicato ad altri ambiti assi-stenziali, che integreranno il Piano stesso, secondo una logica dinamica di progressivo aggiornamento con allegati tecnici specifici per singola rete, con il contributo delle aziende sanitarie e delle società scientifiche.

il lavoro di approfondimento delle reti già definite e di costruzione delle nuove reti si svilupperà per fasi:1. Un primo disegno delle “strutture”, da articolare attraverso specifici gruppi di lavoro (“panel” regionali anche con il contributo di consulenti esperti esterni), che verifichino l’applicabilità anche del modello Hub and Spoke.2. Una fase successiva, nella quale i “panel” saranno chiamati a dettaglia-re gli aspetti operativi e il funzionamento delle singole reti attraverso la condivisione di “percorsi assistenziali” sui vari target di pazienti acuti (iMA, ictus, ecc.) e cronici (Scompenso cardiaco, Diabete mellito, ecc.). i “percorsi assistenziali” rappresentano, infatti, il metodo più valido e affi-dabile per rendere evidenti:

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•Quali risultati sono misurabili.•con quali livelli di garanzia (standard).•Per quali pazienti.•con quali prestazioni erogate e da quali attori assistenziali.•con quali strumenti e modalità.•Attraverso l’uso di quali risorse.•Ampliare progressivamente il disegno della rete con il pieno coinvolgi-

mento di tutte le componenti ospedaliere e territoriali, nella prospettiva di graduale ampliamento anche alle componenti socio-assistenziali della rete, che sono di fondamentale importanza per la gestione di pazienti con patologie croniche.

Sono in corso di definizione, oltre a quelle previste nel Piano, ulteriori reti assistenziali, tra le quali le reti delle malattie renali, infettivologica, reumatologica, ematologica, talassemica, radioterapica, gastroenterolo-gia, della celiachia, delle tubercolosi, delle malattie rare e di assistenza pediatrica (neurologica, reumatologica e genetica) e quelle relative alle patologie con un alto tasso di migrazione sanitaria.

L’art. 79: servizi di consulenza direzionale operativa

COSA ABBIAMO TROvATO

il Piano di rientro ha dimostrato di essere uno strumento fondamentale e capace di incidere in modo decisivo sul governo della spesa sanitaria e sulla riqualificazione del sistema. Ma le azioni compiute, coerenti con quanto previsto dallo stesso Piano di Rientro, da sole non garantivano il raggiungimento degli obiettivi e la possibilità di verificare:

•L’adozione di coerenti azioni a livello aziendale, previste o meno dal Pia-no di rientro.

•L’aderenza di quanto emerge dalle rappresentazioni economiche delle aziende, in particolare infrannuali, alla realtà gestionale delle strutture in cui si producono e si erogano servizi.

Si è reso necessario, quindi, l’ulteriore sviluppo del modello e della cul-tura gestionale del Sistema sanitario regionale e il superamento dei nodi strutturali, rappresentati dalla conoscenza parziale e sintetica dei “fatti” aziendali. il percorso avviato deve essere ulteriormente potenziato, pro-muovendo nelle strutture operanti a livello locale quella cultura azienda-le - gestionale, fondamentale per poter incidere in modo permanente sul governo della sanità.

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COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

La Regione siciliana, prima tra tutte le regioni soggetto al Piano di rien-tro, si è avvalsa della possibilità, offerta dal legislatore attraverso l’art. 79 della Legge 133/2008, che consente l’utilizzo delle risorse ex art. 20 (soli-tamente utilizzate in realizzazioni di opere pubbliche o in potenziamenti tecnologici) da investire in “asset immateriali”, ovvero nella realizzazione di un programma finalizzato a garantire la disponibilità di dati economi-ci, gestionali e produttivi delle strutture sanitarie operanti a livello loca-le, “perconsentirnelaproduzionesistematicael’interpretazionegestionalecontinuativa,aifinidellosvolgimentodelleattivitàdiprogrammazioneedicontrolloregionaleeaziendale,inattuazionedeiPianidirientro”.

i predetti interventi devono garantire la coerenza e l’integrazione con le metodologie definite nell’ambito del Sistema nazionale di verifica e con-trollo sull’assistenza sanitaria (Siveas) e con i modelli dei dati del nuovo Sistema informativo Sanitario nazionale (nsis).

Le finalità per le quali la Regione Siciliana ha fatto ricorso alle risorse dell’art. 79, sono la progettazione e la realizzazione del modello di moni-toraggio del sistema sanitario, volto a garantire la raccolta sistematica e continuativa di tutti i dati provenienti dalle aziende e necessari per il go-verno della spesa, il monitoraggio dei Livelli essenziali di Assistenza (LeA) e la verifica sull’avanzamento delle azioni, previste al fine del rientro dal disavanzo regionale e dell’attuazione della riforma del sistema sanitario.

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

L’Assessorato della Salute ha condotto direttamente tutto il procedimento di gara, aggiudicando il 30 dicembre 2010 l’incarico per la progettazione del modello, la implementazione dello stesso e la formazione delle risorse umane sia in ambito regionale sia locale (aziende sanitarie).

La stipula del contratto con il RTi, costituito da KPMg (capofila) e Pricewa-therhousecoopers, ha dato inizio alle attività che si estenderanno per un triennio.

Data la complessità dell’oggetto dell’appalto, è stata costituita una strut-tura interna all’amministrazione (comitato guida) per la valutazione pe-riodica delle realizzazioni portate avanti dal RTi, per l’analisi delle migliori proposte e soluzioni alle criticità incontrate, nonché un gruppo operati-vo composto da soggetti esperti in specifiche tematiche di particolare impatto sulla realizzazione del modello di monitoraggio.

La progettualità, finanziata con l’art.79 della Legge 133/2008, dovrà so-stanzialmente svilupparsi su tre assi di lavoro:

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A. Una componente con carattere “immateriale” (oggetto dell’aggiudica-zione in favore del RTi) orientata:

• Alla progettazione, alla condivisione su base regionale e locale, all’avvia-mento operativo e al progressivo sviluppo di un modello di monitorag-gio del sistema sanitario regionale.

• Allo sviluppo di un piano di accompagnamento e di supporto alle azien-de del sistema sanitario regionale nell’attività di produzione dei dati ne-cessari all’alimentazione del modello di monitoraggio.

• Alla diffusione di competenze e di metodologie di analisi dei dati sia a livello aziendale sia a livello regionale.

B. Una componente dedicata agli interventi di adeguamento dei siste-mi informativi aziendali, che sulla base dei fabbisogni a livello aziendale, renda più tangibile e duraturo il miglioramento dei processi di produzio-ne e raccolta dei dati gestionali. gli adeguamenti saranno strettamente funzionali al progressivo miglioramento dei processi di monitoraggio aziendali e è esclusa l’acquisizione di apparecchiature hardware tramite le risorse del programma.

c. Una componente comprendente la realizzazione e l’implementazione del sistema di data-warehouse, businessintelligence e reporting (SiD), che verrà attuata a valere sulle risorse disponibili all’interno della cornice pro-grammatica dell’APQ Società dell’informazione 2005.

Il Sistema Informativo Direzionale ha la funzione di soddisfare le esi-genze conoscitive interne connesse ai processi decisionali: in particolare, è l’insieme dei processi, delle tecniche e degli strumenti con cui si raccolgono, si rappresentano e si analizzano i dati e si interpretano le informazioni derivanti dalla loro elaborazione, al fine di suppor-tare le decisioni degli organi direzionali . il sistema informativo dire-zionale dà luogo a una contabilità direzionale (budget, contabilità gene-rale e contabilità gestionale).

Tale componente è collegata e concorre agli obiettivi di miglioramen-to del governo e monitoraggio del sistema sanitario regionale, di cui al “Documento programmatico ex art.79”. il progetto è in fase di attuazione dal febbraio del 2011 e il suo stato di avanzamento è governato da una forte regia a livello regionale, che si interfaccia con i referenti aziendali di progetto.

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Le politiche per il personale

COSA ABBIAMO TROvATO

L’assenza di linee di indirizzo regionali in materia di gestione giuridica e economica del personale dipendente, di rideterminazione delle do-tazioni organiche, di rideterminazione dei fondi contrattuali, di ricorso alle forme contrattuali flessibili nonché l’assenza di un monitoraggio/controllo costante sulle spese per il personale, aveva determinato una applicazione non corretta e uniforme, a livello regionale, delle prescrizio-ni introdotte dalle Leggi Finanziarie nazionali del 2006/2007, con conse-guente significativi incrementi della spesa per il personale dipendente.

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

con riferimento alle misure di contenimento della spesa del personale la Regione ha messo in atto quattro obiettivi strategici previsti dal Piano di rientro: D.1.1: riduzione delle strutture dirigenziali complesse e semplici, nella

misura non inferiore rispettivamente al 5% e al 10% a seguito della rimodulazione delle piante organiche e dell’assetto ospedaliero.

D.1.2: blocco del turn-over del personale nella misura del 90% per il per-sonale delle aree professionale, tecnica e amministrativa e nella misura del 75% per il personale dell’area sanitaria.

D.1.3: riduzione del 50% dei corrispettivi erogati a titolo di incentivo al personale medico e infermieristico del servizio 118.

D.1.4: riduzione del 5% dei fondi destinati all’erogazione delle attività ac-cessorie.

con il Decreto Assessoriale n. 01147/09 del 15 giugno 2009 sono state emanate le prime direttive ai fini della individuazione della dotazione organica provvisoria di ciascuna nuova azienda sanitaria, nelle more dell’adozione dell’atto aziendale e della rideterminazione delle dotazioni organiche delle nuove aziende sanitarie individuate dalla legge di rifor-ma, nonché poste le basi per la successiva rideterminazione dei fondi contrattuali.

con 6 Decreti Assessoriali del 4 settembre 2009 sono state emanate le linee di indirizzo in materia di rideterminazione dei fondi contrattua-li, di gestione giuridica e economica del personale dipendente e degli incarichi dirigenziali, di ricollocazione di eventuali esuberi a seguito dei processi di riorganizzazione previsti dalla legge 5. con successivo D.A.

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del 21 dicembre 2009 sono state integrate e parzialmente modificate le summenzionate linee di indirizzo per la rideterminazione dei fondi con-trattuali.

con D.A. n. 1868 del 22 luglio 2010 sono state emanate le linee di indi-rizzo regionali in materia di rideterminazione delle dotazioni organiche, previa analisi del fabbisogno di personale di ciascuna azienda del siste-ma sanitario.

con lo stesso D.A. si è proceduto a un ridimensionamento, a livello regio-nale, rispetto al consolidato 2009, della disponibilità finanziaria per assun-zioni di personale, con rideterminazione del tetto di spesa di ciascuna azienda in linea con i posti della nuova dotazione organica, determinati sulla base di appositi standard per posto letto e popolazione assistita.

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

il processo di riduzione delle strutture dirigenziali complesse e semplici, nella misura non inferiore rispettivamente al 5% e al 10%, a seguito della rimodulazione delle piante organiche e dell’assetto ospedaliero, è avvia-to. È in corso di definizione, in quanto i Direttori generali delle nuove Aziende, secondo quanto previsto dalla l.r. n.5/2009, stanno proceden-do a adottare negli atti aziendali, con appositi regolamenti di organiz-zazione, le misure che di fatto conducono alla riduzione delle strutture dirigenziali e semplici nonché alla ricollocazione di eventuali esuberi di personale.

Sulla base dei dati comunicati dalle Aziende risulterebbe che tra il 2008 e il 2009 le teste siano complessivamente diminuite di circa 1.130 unità e che tra il 2006 e il 2009 il numero complessivo del personale dipendente a tempo indeterminato e determinato sia diminuito di circa 3.200 unità. inoltre, la rideterminazione in riduzione dei fondi contrattuali relativi alle voci fisse del trattamento economico (fondi fasce e posizione) ha deter-minato una complessiva riduzione di spesa nell’anno 2009 pari a 25 mi-lioni di euro al lordo di oneri sociali e iRAP.

Riduzione del 50% dei corrispettivi erogati a titolo di incentivo al perso-nale medico e infermieristico del servizio 118: tale azione è stata posta in essere in misura inferiore rispetto a quella prevista dal Piano, ma comun-que compatibile nel contesto degli interventi che afferiscono al processo complessivo di riorganizzazione del servizio 118.

Riduzione del 5% dei fondi destinati all’erogazione delle attività acces-sorie (particolari situazioni di disagio, straordinario, incentivazione e ri-sultato): tale misura ha determinato, secondo quanto comunicato dalle

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Aziende, un effetto complessivo di riduzione del costo del personale nel triennio 2007 - 2009 pari a 28 milioni di euro al lordo di oneri sociali e iRAP (iV trimestre 2009 pari a 31,8 mln di euro e del costo dell’iRAP pari a 2,5 mln di euro).

il rispetto delle linee di indirizzo di cui al D.A. n. 1868/2010, da parte delle aziende sanitarie, ha permesso di contenere, a livello regionale, il nume-ro totale delle assunzioni, e nel contempo la spesa per il personale entro i limiti di cui alle vigenti disposizioni finanziarie nazionali, senza ricorrere ulteriormente al blocco parziale del turn-over nei termini di cui al Piano di Rientro, anche se ad oggi non risulta ancora definito il processo di approvazione delle nuove dotazioni organiche, nonché di reclutamen-to di personale a tempo indeterminato tramite procedure concorsuali/mobilità.

A seguito di tale D.A., il disposto di cui all’art. 2 comma 71 della Legge Fi-nanziaria 2010 (tetto di spesa per il personale) trova applicazione a livello regionale e non più a livello aziendale.

in termini di politiche per il personale, tale percorso permette di operare nel rispetto delle vigenti disposizioni finanziarie in materia di conteni-mento delle spese per il personale e, nel contempo, di superare in modo radicale e definitivo il “lavoro precario” di tipo subordinato nelle azien-de del SSR., con conseguente riqualificazione del personale in termini di profili e competenze.

AgenasLa Valutazione e gli obiettivi

COSA ABBIAMO TROvATOil lavoro dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, sul sistema di valutazione dei direttori generali parte a metà del 2010, quando all’Agenzia viene affidato l’incarico, come previsto dalla Legge regionale 5/2009, di formulare la valutazione del grado complessivo di raggiungimento degli obiettivi assegnati alle aziende per gli anni 2009 e 2010.

L’Agenas ha preso in carico gli obiettivi assegnati ai direttori generali: obiettivi che, pur presentando alcune criticità, davano atto di una signifi-cativa volontà di cambiamento nel modello di valutazione delle aziende e dei loro direttori. in particolare, si evince la volontà di governare il siste-ma sanitario regionale secondo un modello “holding”, in cui l’Assessorato

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definisca gli indirizzi strategici e le aziende vengano valutate sull’effica-cia dimostrata nel perseguirli, quindi sulla perfomance oggettiva anziché sull’appartenenza politica.

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

Proponendo di andare oltre la valutazione intesa come momento forma-le – anche contrattuale - di riscontro dei risultati ottenuti, l’Agenas ha condiviso con l’Assessorato una impostazione focalizzata sul processo prima che sul risultato, utilizzando la valutazione stessa come strumento di sviluppo organizzativo e del management delle aziende.

È stato quindi attivato un processo di accompagnamento - articolato at-traverso una serie di incontri con i direttori generali di ogni azienda - con finalità di affiancamento e non con una logica ispettiva: lo scopo era aiu-tare le aziende sanitarie a raggiungere i risultati attesi.

Questi incontri sono stati utili anche per cogliere da vicino le criticità e le opportunità di miglioramento e hanno permesso di mettere a punto, insieme alla struttura interna all’Assessorato, un modello per la defini-zione degli obiettivi 2011, costruiti in funzione delle caratteristiche e del punto di partenza di ogni singola azienda. il 2011 sarà “l’anno del mo-nitoraggio”, cioè l’anno in cui si conta di raccogliere i frutti del percorso di accompagnamento descritto, continuando a fornire supporto affinché l’orientamento all’obiettivo dia luogo a un lavoro quotidiano di verifica in itinere.

Per ogni obiettivo è stato tracciato il percorso ideale che, in ogni azienda, ne garantisce il raggiungimento. i momenti di verifica serviranno per rile-vare i risultati intermedi e il percorso compiuto rispetto al tracking ideale, per valutare l’opportunità di eventuali correzioni di rotta e per individua-re le azioni necessarie a garantire i risultati attesi.

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

il lavoro del 2010 ha portato una consapevolezza diffusa, tra i direttori generali, di appartenere a una struttura complessa con una chiara divi-sione dei ruoli tra Assessorato – holding e Aziende, che devono garantire il presidio operativo dei servizi sanitari sul territorio.

nel corso dell’anno, si è riscontrata una progressiva presa in carico de-gli obiettivi da parte dei direttori generali e un forte coinvolgimento di gran parte delle squadre operative delle Aziende, che dimostrano di aver compreso il significato di lavorare per obiettivi e come i fatti oggettiva-mente rilevabili contino, in un sistema sanitario maturo, più delle parole.

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3 Programmazione per lo sviluppo » L’osservatorio epidemiologico

per la riorganizzazione dei livelli di assistenza

indicatori dello stato di salute

È stato attribuito un peso determinante al valore “salute”, introducen-do anche nel Piano della Salute una nuova prospettiva metodologica di programmazione sanitaria, basata sull’individuazione, misurazione e raggiungimento di specifici obiettivi di salute (Programmazione per obiettivi di salute).

È stato intensificato il ricorso agli strumenti di osservazione epidemio-logica, al fine di garantire il monitoraggio degli indicatori di salute nella popolazione e dell’andamento dei principali fattori di rischio verso cui in-dirizzare interventi di sanità pubblica mirati, attraverso azioni rivolte alla riduzione dell’incidenza (prevenzione primaria), della mortalità o degli esiti sanitari avversi (riqualificazione dell’assistenza).

È stato perseguito lo sviluppo e la valorizzazione, a livello regionale, di strumenti epidemiologici e metodi di indagine, per la valutazione dello stato di salute e di eventuali rischi sulla base di: a) Flussi informativi correnti del Sistema informativo Sanitario. b) Sistemi di sorveglianza specifici e registri di patologia. c) indagini ad hoc svolte sul territorio regionale.

in tale ottica, risulta strategico il potenziamento e il ricorso sistematico ai seguenti strumenti: 1. Rafforzamento della banca dati regionale di mortalità, attraverso l’im-plementazione del Registro regionale nominativo (RencAM) che costitu-isce la più comune e affidabile misura riassuntiva degli esiti di salute in comunità.2. implementazione dei Registri di patologia, con particolare riferimento alle patologie di interesse socio-sanitario prioritario o la cui etiologia è correlabile ad esposizione ambientale.

•estensione della copertura della Rete regionale dei Registri Tumori di cui alla legge 5/09, art. 27: l’area servita da Registri accreditati a livello na-zionale dalla Associazione italiana Registri Tumori (AiRTUM), fra il 2007 e il 2011 è passata dal 6% (la sola provincia di Ragusa) al 46,5% (Palermo,

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Siracusa, Trapani e Ragusa) e ha quindi superato in pochissimi anni la media italiana (33,8%).

•Attivazione del nuovo sistema di sorveglianza sulle malformazioni con-genite, che consente di corrispondere alle legittime aspettative di tutela della salute poste dalla popolazione, specie nelle aree ad elevato rischio ambientale della Sicilia.

3. conduzione di indagini epidemiologiche su base regionale su aspetti di salute prioritari, attraverso il sistematico ricorso allo strumento delle “survey” campionarie.

4. intensificazione della sorveglianza, in particolare, su stili di vita (siste-ma di sorveglianza regionale su fattori di rischio comportamentali), di-pendenze patologiche e sull’utenza tossicodipendente, diseguaglianze e equità di accesso alle prestazioni come criterio innovativo per le scelte di programmazione, fattori di rischio ambientali (in particolare nelle aree industriali, urbane e in relazione al ciclo di trattamento dei rifiuti).

Attraverso questi strumenti è possibile misurare i guadagni in termini di salute, che sono intervenuti anche a seguito degli interventi intrapresi.

AuMEnTO DELLA SPERAnZA DI vITA ALLA nASCITA

La speranza di vita è un indice statistico, che indica il numero medio di anni che una persona può aspettarsi di vivere all’interno della popolazio-ne che è stata indicizzata.

È una diretta conseguenza del tasso di mortalità e, assieme all’indice di mortalità infantile, rispecchia lo stato sociale, ambientale e sanitario in cui vive una popolazione: il dato è utile per valutare lo stato di sviluppo di una popolazione oltre che per rappresentare semplicemente un indice demografico.

in Sicilia, tra il 2007 e il 2009, si è registrato un aumento dell’aspettativa di vita alla nascita, che ha raggiunto 78,4 anni negli uomini e quasi 83 anni nelle donne (fonte RencAM regionale). ciò indica un miglioramento dei livelli di salute della popolazione.

RIDuZIOnE DELLA MORTALITà GEnERALE

il tasso di mortalità generale è uno tra i maggiori indici dello stato di sa-lute della popolazione e di esito della qualità dell’assistenza.

il tasso standardizzato di mortalità generale si è abbassato, dal 2007 al 2009, passando da 695,2 a 672,4 ogni 100.000 abitanti negli uomini e da 449,6 a 439,3 nelle donne (fonte RencAM).

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RIDuZIOnE DELLA MORTALITà PER CAuSE

L’aumento della vita media e la riduzione della mortalità sono ascrivibili alla riduzione della mortalità per le principali cause.

in particolare, negli uomini si è verificata una riduzione della mortalità per quasi tutte le cause, soprattutto quelle che riguardano le prime tre categorie: malattie tumorali (da 209 a 202/100.000) dell’apparato circo-latorio (da 254,6 a 244,2/100.000) e respiratorio (da 49,6 a 44,6/100.000).

Analoga riduzione si è verificata nelle donne: malattie tumorali (da 118 a 116) dell’apparato circolatorio (da 188 a 177) e respiratorio (da 19,2 a 18,1).

Grandi Categorie ICD IX

UOMINI2007 2009

Tasso St.x100.000

Mal. dell’apparato circolatorio 254,6 244,2

Tumori maligni 209,4 202,6

Mal. dell’apparato respiratorio 49,6 44,6

Mal. endocrine, metaboliche, immunitarie 32,7 34,4

Cause accidentali 38,6 35,5

Mal. dell’apparato digerente 31,4 30,0

Stati morbosi malde�niti 18,4 17,4

Tutte le cause 695,2 672,4

Tasso St.x100.000

Grandi Categorie ICD IX

2007 2009

Tasso St.x100.000

Mal. dell’apparato circolatorio 188,2 177,8

Tumori maligni 118,2 116,4

Mal. dell’apparato respiratorio 19,2 18,1

Mal. endocrine, metaboliche, immunitarie 28,5 29,2

Cause accidentali 13,7 14,4

Mal. dell’apparato digerente 16,9 17,5

Stati morbosi malde�niti 15,0 13,2

Tutte le cause 449,6 439,3

Tasso St.x100.000

DONNE

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COnTROLLO DEI PRInCIPALI FATTORI DI RISCHIO MODIFICABILI ATTRAvERSO STILI DI vITA SALuTARI

il contrasto alla diffusione progressiva delle malattie croniche, nel nostro Paese, è basato su una puntuale azione di monitoraggio e di controllo dei principali fattori di rischio individuali, legato a stili di vita inadeguati.

Per questo motivo, è stato rafforzato un apposito sistema di sorveglian-za sulla popolazione regionale, che attraverso interviste telefoniche, ef-fettuate da operatori dell’ASP a un campione casuale di utenti, fornisce tempestivamente informazioni sulla frequenza di tali fattori nelle varie ASP e sull’adesione dei cittadini ai programmi di prevenzione regionali.

La Sicilia, si contraddistingueva tra le regioni con livelli più alti per alcuni fattori di rischio come obesità, sedentarietà e fumo che sono alla base del particolare carico di patologie cardiovascolari che costituiscono la prima causa di morte nell’isola.

Tra il 2007 e il 2009 si è registrata, nella popolazione tra i 18 e i 69 anni, una diminuzione della frequenza di obesità (- 2%), un aumento della po-polazione che pratica regolarmente attività fisica (+ 4%) e un incremento dei soggetti che smettono di fumare (+ 1%).

SALuTE PERCEPITA

Lo stato di salute percepito è correlato alla presenza di malattie croniche o di loro fattori di rischio e la Sicilia era tra le regioni con i più bassi livelli di percezione dello stato di salute.

nell’ultimo periodo la percezione soggettiva dello stato di salute (cioè la percentuale di siciliani che giudica favorevolmente il proprio stato di salute) è aumentata: oltre due terzi dei siciliani giudica positivamente la propria condizione (+ 3% rispetto al 2007).

L’obiettivo è intensificare ulteriormente i programmi e gli interventi di promozione dell’educazione alla salute e dei comportamenti finalizzati alla riduzione dei fattori di rischio, sia individuali che nella popolazione generale, partendo dalle linee di intervento individuate quali prioritarie nel piano di prevenzione nazionale e regionale e dalle indicazioni del Pia-no Sanitario Regionale 2011-2013.

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Assistenza ospedaliera

COSA ABBIAMO TROvATO

il sistema sanitario della Regione ha dato luogo nel tempo a un eccesso di domanda, non sempre connessa a un effettivo bisogno sanitario e non appropriata sul piano organizzativo. Di conseguenza l’offerta ospedaliera della Regione, in passato, è stata caratterizzata dalle seguenti criticità:

•eccesso di ricoveri ospedalieri e una rete ospedaliera ridondante, dotata di unità assistenziali non in rete.

•carente offerta di riabilitazione e lungodegenza post acuzie, pubblica e privata, e comunque non sempre in continuità con l’assistenza per acuti.

•Mancata integrazione ospedale territorio.

Per contrastare tali fenomeni, la rimodulazione della rete ospedaliera ha definito:

•La rimodulazione delle strutture ospedaliere con casistica ridotta e con bassi indici di performance (tasso di occupazione, inappropriatezza, ecc.), in strutture anche per l’assistenza residenziale.

•La riconversione di posti letto per acuti in posti letto di riabilitazione e lungodegenza, per allineare i valori regionali agli standard previsti dal Patto per la Salute (0,7 posti letto di riabilitazione e lungodegenza per 1.000 abitanti). COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

il processo di razionalizzazione delle prestazioni sanitarie ospedaliere, con l’obiettivo di spostare il baricentro dall’ospedale al territorio, ha portato ad elevare la qualità dei servizi offerti e l’efficienza nella loro erogazione e ad adeguare, tendenzialmente, il tasso di ospedalizzazione che era più alto rispetto alla media nazionale.

nella prima fase del processo è stato definito il fabbisogno di posti letto per acuti, riabilitazione post acuzie e lungodegenza prevedendo la rimo-dulazione di circa 2.000 posti letto per acuti in posti di riabilitazione e lungodegenza.

Tuttavia la riduzione dei posti letto non costituisce, da sola, la risposta all’obiettivo di revisione dell’assistenza sanitaria regionale, il cui compito principale, è quello di garantire sicurezza e appropriatezza nelle presta-zioni e efficacia e economicità del sistema.

gli obiettivi individuati per il completamento del processo di riorganizza-zione della rete ospedaliera, fanno riferimento a:

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana48

•Analisi della domanda e rimodulazione dell’offerta.•Riduzione del numero di posti letto ospedalieri per acuti e del numero

delle Unità operative complesse (Uoc) e Semplici (UoS).•individuazione delle strutture in cui disattivare le funzioni di ricovero per

acuti duplicate.•Trasferimento di prestazioni ospedaliere ad alto rischio di inappropria-

tezza, verso forme di assistenza alternative al ricovero (ciò concorrerà al progressivo allineamento del tasso di ospedalizzazione dal valore di 202,59 x 1000 abitanti [Dati SDo anno 2009] ai parametri nazionali [180 x 1000 abitanti] di cui alle intese Stato-Regioni del 23 marzo 2005).

•completamento del percorso di riconversione delle case di cura psichia-triche, entro il 30 giugno 2012 saranno riconvertiti in posti residenzia-li, funzionalmente integrati con il Dipartimento di Salute Mentale delle Aziende Sanitarie Provinciali.

•Percorsi di integrazione ospedale - territorio (per esempio: dimissioni protette e facilitate, dayservice).

il Piano di rimodulazione dei posti letto, ne ha comportato la riduzio-ne complessiva di 322, passando da 19.880 posti letto esistenti nel 2008 (ante rimodulazione) ai 19.558 attesi al completamento del processo fis-sato per il 31 dicembre 2011.

A seguito della rimodulazione, in tutte le aziende sanitarie sono stati ri-dotti i posti letto per acuti e sono in fase di disattivazione i presidi di San Luigi currò di catania, il Santa Marta e l’Ascoli Tomaselli di catania, la casa del Sole di Palermo, l’enrico Albanese, la guadagna e l’istituto Materno infantile di Palermo. È già stato disattivato il presidio di Palazzo Adriano.

La rimodulazione della rete ha comportato anche la variazione del nume-ro dei posti letto di alcune discipline, in rapporto all’effettivo fabbisogno rilevato. Sono infatti in corso, sia l’attivazione di posti letto di lungo-degenza e riabilitazione sia l’inserimento progressivo di funzioni di tipo territoriale, che si configurano prevalentemente in RSA, PTA, PTe e poliambulatori, per la completa integrazione fra ospedale e territorio.

L’attuazione, a regime, consentirà il raggiungimento in termini percen-tuali della dotazione di 3,87 posti letto per mille abitanti, di cui 3,22 per acuti (3,57 nel 2009) e 0,65 per riabilitazione e lungodegenza (0,22 nel 2009), andando dunque incontro ai parametri introdotti dal Patto per la Salute.

L’ospedale rappresenta un valore per le collettività e in tal senso abbia-mo voluto garantire un punto qualificato di riferimento nei bacini di competenza. in ogni caso, lo scenario di riferimento è diretto a confi-gurare un ospedale altamente specializzato e tecnologico, strettamente

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 49

collegato al territorio e facente parte di una rete diversificata per livelli specialistici e di intensità di cure, dove è valorizzato anche il ruolo dei piccoli ospedali.

L’ospedale è pertanto riconfigurato definendo nuovi assetti per la mul-tidisciplinarità, l’integrazione, l’approccio centrato sulla persona e non sulla malattia. il percorso intrapreso sarà completato nel 2011. Saranno poi definite le reti cliniche secondo il modello Hub&Spoke per gli ambi-ti specialistici contenuti nel Piano Sanitario Regionale, tra specialità di base, media e alta.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana52

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

Rimodulazione dell’offerta attraverso:1. Riduzione dei posti letto per acuti.2. Aumento dei posti letto per riabilitazione.3. Aumento dei posti letto di lungodegenza.4. Diversificazione dell’offerta assistenziale (dayhospital, daysurgery, dayservice, ambulatorio).

Aumento dell’indice di appropriatezza dei ricoveri attraverso:1. Rinnovamento dei setting assistenziali e attivazione dei pacchetti di

“Prestazioni Ambulatoriali complesse” (PAc).2. Riduzione dei ricoveri a rischio di inappropriatezza1

3. Riconversione progressiva dei piccoli ospedali.4. costruzione di reti cliniche secondo il modello hubespoke (materno-

infantile, cardiologia, talassemia, malattie rare, riabilitazione, malattie renali, neurologia, infezioni osteo-articolari, nefrologica, ecc.).

5. Miglioramento degli indicatori di performance ospedaliera.

Soddisfacimento dei bisogni assistenziali carenti attraverso:1. Attivazione della rete SUAP (Speciale Unità di Accoglienza Permanen-

te) e casa dei risvegli.2. cardiochirurgia pediatrica.3. Rete dei trapianti.4. Rete aritmologica.

il processo di rimodulazione, insieme all’introduzione di nuovi setting as-sistenziali, ha portato al raggiungimento di obiettivi importanti quali la riduzione del tasso di ospedalizzazione da 225,7 ricoveri per mille abitan-ti del 2008 ai 185,5 del 2010 come da tabella seguente:

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Fonte dati: Area interdipartimentale 4 - Sistemi informativi, statistica, monitoraggi esclusi i ricoveri in posti letto tecnici: 31 nido, 51 astanteria e 99 hospice* dato fuori Regione 2010 non disponibile (si riporta il dato 2009)

1 di cui all’all. 2 c del D.P.c.M. 29 novembre 2011 come integrato dal Patto della Salute 2010-2012

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 53

Per contenere le prestazioni inappropriate o ad alto rischio di inappro-priatezza, con Decreto Assessoriale n.2229 del 18/10/2007, si è disposto l’abbattimento della valorizzazione dell’attività di ricovero ospedalie-ro ordinario, relativa ai 43 D.R.g. contenuti nell’allegato 2c del D.P.c.M. 29 novembre 2001, oltre al superamento di una soglia del 5% sui valori di ciascuno dei suddetti D.R.g. prodotti, con decurtazioni pari al 50% per i D.R.g. chirurgici e al 60% per i D.R.g. medici.

Anno n ricoveri 43 drg Tot . Ricoveri ordinari Inappropriatezza %

2008 47.388 63.6815 72009 35.571 60.4305 62010 25.987 56.5979 4,6

il Day Service

COSA ABBIAMO TROvATO

Fino al 2008 la Regione Siciliana non aveva formalizzato alcun provve-dimento di attivazione del Day Service e non era stato sperimentato il ricorso a tale modello assistenziale. La mancanza di tale setting assisten-ziale, alternativo al ricovero ordinario, ha contribuito a determinare un incremento della inappropriatezza delle prestazioni ospedaliere.Questo Assessorato, ponendosi come obiettivo la riduzione del tasso di ospedalizzazione, ha favorito contestualmente un uso appropriato dell’ospedale con azioni concrete e mirate tra cui, appunto, l’attivazione del DayService.

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

il DayService nasce quindi come un modello organizzativo ambulatoria-le, alternativo al ricovero ordinario o indayhospital, per lo svolgimento dell’attività specialistica ambulatoriale programmabile che comporta l’attivazione di interventi articolati e interdisciplinari. il dayservice preve-de la presa in carico del paziente da parte della struttura specialistica, per la gestione di alcune situazioni cliniche che necessitano di un insieme complesso di prestazioni ambulatoriali: si configura, pertanto, come un modello centrato sul percorso clinico e non sulla singola prestazione.

Tale modello risponde alla necessità di gestione di situazioni cliniche complesse, tali da richiedere una presa in carico del paziente, per un suo

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana54

inquadramento globale e la definizione in tempi brevi della relativa ge-stione assistenziale, ma per le quali il ricovero in regime ordinario e/o in DayHospital risulta inappropriato.

L’istituzione del Day Service concorre quindi al raggiungimento dei se-guenti obiettivi:

•Migliorare l’appropriatezza dell’uso delle risorse con conseguente ridu-zione dell’attività “inappropriata” in regime di DayHospital per il trasferi-mento della stessa in regime ambulatoriale, mantenendo i contesti orga-nizzativi di riferimento per la presa in carico del cittadino.

•Migliorare la qualità del servizio reso all’utente. •garantire la continuità assistenziale.•Ridurre i tempi di attesa delle attività ambulatoriali e della lista di attesa

per il ricovero. •Migliorare la qualità della pratica clinica nelle strutture ospedaliere, pro-

muovendo la condivisione di comportamenti assistenziali controllati (percorsi individuati e condivisi da specialisti in ambiti disciplinari tra-sversali nel presidio) e l’integrazione e il confronto tra i Medici di Medici-na generale e i Medici Specialisti ospedalieri.

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

il DayService Ambulatoriale ospedaliero (DSAo) è già stato istituito e re-golamentato con decreto dell’11 maggio 2009 e successive integrazioni, per garantire una risposta efficace, appropriata e il più possibile efficien-te agli assistiti che necessitano di un insieme complesso di prestazioni per le seguenti procedure:1. interventi sul cristallino. 2. Trapianti di pelle e/o sbrigliamenti. 3. interventi sul ginocchio.4. Altri interventi sulla pelle. 5. Decompressione tunnel carpale. 6. chemioterapia non associata a diagnosi secondaria di leucemia. 7. Litotripsia extracorporea con utilizzo di ultrasuoni.

Successivamente l’intesa del 3 dicembre 2009 concernente il nuovo Pat-to per la salute per gli anni 2010 - 2012 ha stabilito che le Regioni am-plino l’offerta delle prestazioni da erogare in regime di ricovero diurno ovvero in regime ambulatoriale e già rese in regime di ricovero ordinario.

Pertanto, con decreto del 5 novembre 2011, si è data applicazione nella Regione Siciliana all’intesa Stato - Regioni per ottimizzare e garantire l’as-sistenza sanitaria in ambito regionale e favorire una graduale e reale deo-spedalizzazione dei pazienti, affetti dalle patologie mediche e chirurgiche

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individuate negli allegati A e B della citata intesa, definendo la soglia di pre-stazioni che debbono essere rese in regime di dayservice e quelle che po-tranno continuare a essere erogate in regime di ricovero ordinario o di dayhospital, tenendo conto di alcuni criteri di ordine epidemiologico e sanitario.

con tale decreto sono state pertanto trasferite in regime di dayservice le seguenti prestazioni:1. Liberazione tunnel tarsale.2. Ricostruzione palpebra non a tutto spessore.3. Ricostruzione palpebra a tutto spessore.4. Riparazione monolaterale di ernia inguinale diretta o indiretta.5. Riparazione monolaterale di ernia inguinale con innesto o protesi

diretta o indiretta.6. Riparazione monolaterale di ernia crurale con innesto o protesi.7. Riparazione monolaterale di ernia crurale.8. Riparazione di ernia ombelicale con protesi.9. Riparazione di ernia ombelicale.10. Riparazione dito a martello/artiglio.11. Artroscopia in sede non specificata.12. Artroplastica dell’articolazione metacarpofalangea/interfalangea

senza impianto.13. Artroplastica dell’articolazione carpocarpale/carpometacarpale sen-

za impianto. 14. Amputazione/disarticolazione di dita della mano.15. Amputazione/disarticolazione del pollice.16. Amputazione di dita del piede.

Si riportano di seguito i dati di attività dei primi 7 Dayservice istituiti, di-stinti per gli anni 2009 e 2010, raffrontati con i dati di ricovero ordinario per i medesimi DRg:

DRGnumero

SDAO 2009

numero SDAO 2010

DIFFEREnZAnumero

SDO 2009

numero SDO 2010

DIFFEREnZA

006 1.028 4.841 +3813 5015 833 -4182

039 8.713 38.490 +29777 24789 5385 -19404

266 1.448 5.092 +3644 14474 9545 -4929

270 1.426 4.438 +3012 5579 3170 -2409

323 0 1.685 +1685 5912 3615 -2297

410 3.183 14.802 +11619 27085 14380 -12705

503 1.203 4.819 +3616 7356 3172 -4184

Totale complessivo 17 .001 74 .167 +57 .166 90 .210 40 .100 -50 .110

Fonte dati: Area interdipartimentale 4 - Sistemi informativi, statistica, monitoraggi

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana56

L’assistenza territoriale

COSA ABBIAMO TROvATO

Territorio “disperso”: servizi dispersi sul territorio e strutture allocate geo-graficamente senza una effettiva logica di sistema (esempio: poliambula-tori specialistici vicini che erogano prestazioni scoordinate e tutte uguali).

Territorio “dis-integrato” e “paziente errante” tra i servizi: assoluta mancanza di raccordo tra servizi e tra operatori, con circuiti complicati e distanti, compensati dal “girovagare” del paziente, costretto a ricostruire personalmente il proprio percorso di cura.

Territorio con offerta stantia, senza alcuna capacità attrattiva rispet-to all’ospedale: servizi territoriali destinati a erogare “routine” senza al-cuna innovazione dell’offerta se non, grazie a sporadici progetti (senza logica di sviluppo in un disegno regionale unico) e all’impegno di singoli operatori più sensibili e più esperti.

Territorio con offerta “appiattita” (non-differenziata): un livello di erogazione, cioè, che ha sempre esulato dalle logiche di priorità collega-te ai reali bisogni dei pazienti. Questo aspetto diventa particolarmente grave, quando non vi è alcuna attenzione ai pazienti fragili (nel mondo occidentale sono la maggioranza), con complessi bisogni di salute che necessitano di circuiti “privilegiati” e “personalizzati” di assistenza.

Territorio debolmente regolamentato, burocratizzato e con scarsa tendenza all’innovazione: un sistema diviene caotico e ingovernabile anche a causa della carenza (o della genericità) degli indirizzi normativi e delle regole. Le norme possono essere viste in modo distorto come stru-menti burocratici, ma in realtà sono strumenti “vivi” dei sistemi, che defi-niscono e concordano le regole e gli strumenti di verifica. Senza regole e senza verifiche si genera il caos organizzativo e tutto viene affidato alle buone volontà dei singoli.

Finora, dunque, le risposte sanitarie sono state fornite prevalentemente dall’ospedale, senza che vi sia mai stato alcun filtro da parte del territo-rio, che progressivamente è stato reso “invisibile”, confuso e confondente, con un’impronta più burocratica che assistenziale. Tutto ciò ha favorito e storicizzato la “fuga” verso l’ospedale, cosa che ha generato un progres-sivo impoverimento (organizzativo, tecnologico, culturale) dei servizi del territorio, ha mortificato il potenziale tecnico - professionale e ha pena-lizzato i professionisti che ne fanno parte.

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La strategia di fondo della Regione Siciliana è stata quella non di contrap-porre il territorio all’ospedale, ma di riqualificare il territorio per riqua-lificare l’ospedale, riportando questi due sistemi, che devono essere pienamente integrati, alle loro funzioni naturali originarie.

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHè

Territorio “disperso”

problema strumento risolutivo

descrizione

creazione di nuove strutture: i p.t.a.- presidi territoriali di assistenza

contro l’attuale dispersione dei vari servizi territoriali, i PTA rap-presentano “l’ospedale del territorio”, presidi con diverso grado di aggregazione dei servizi territoriali (a seconda delle esigenze e delle potenzialità dei contesti locali) con porta d’accesso unica, collegamento con l’ospedale e spazi di integrazione tra Medico di Famiglia, Specialista e infermiere, con nuovi servizi, finora non presenti nella Regione Sicilia, quali:

- Ambulatori infermieristici

- Punti di Primo intervento con apertura diurna per le “piccole urgenze” territoriali, che assieme alla guardia Medica nottur-na, danno una copertura h 24 del servizio (se ne prevedono 62 nella Regione da realizzare nel 2011)

- Sportello dei pazienti fragili per facilitare l’accesso, le preno-tazioni multiple, il disbrigo veloce delle pratiche e il raccordo con i pazienti dimessi dall’ospedale

- Ambulatori di gestione integrata (tra Medico di Famiglia, Specialista e infermieri) per i pazienti cronici complessi: am-bulatori cioè, nei quali il Medico di Famiglia, con un impegno orario retribuito medio di 2 ore a settimana, può portare i propri assistiti a rischio di scompenso e di ricovero per con-cordare le giuste strategie con lo specialista (se ne prevedono 42 entro il 2011)

- Day Service Territoriale (ne sarà sperimentato uno per ogni ASP nel corso del 2011): una sorta di DayHospital effettuato nel territorio, per seguire stabilmente i pazienti cronici con grado elevato di scompenso di malattia, che necessitano di controlli specialistici e infermieristici frequenti.

Territorio “dis-integrato” e “paziente errante tra i servizi”

Porta di accesso unico ai servizi sanitari e gestione integrata dentro il territorio e tra territorio e ospedale

La Regione Siciliana è stata, finora, una delle regioni più arretrate nel campo informatico, che rappresenta un’area fondamentale per la gestione dei problemi sanitari.

il disegno dei cUP- cenTRi Unici Di PRenoTAZione pro-vinciali e regionale, dopo venti anni di inefficaci propositi, si sta finalmente concretizzando e questo strumento con-tribuirà ad evitare il “girovagare” del paziente fra i diversi servizi, ridurrà i tempi di attesa e faciliterà il collegamento tra servizi e i controlli su tutti i livelli di produzione.

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il cUP sarà collegato allo SPoRTeLLo DeL PAZienTe FRA-giLe nei PTA e allo SPoRTeLLo DeLLe cURe DoMiciLiARi e ReSiDenZiALi, in modo da generare la “porta unica di accesso” indicata dalla L.R. 5/2009 e ad esso si colleghe-ranno progressivamente i Medici e i Pediatri di Famiglia, la Specialistica privata e le Farmacie. La mappa della realizza-zione dei cUP è diversificata in rapporto alla diversa storia delle aziende, ma si completerà tra il 2011 e il 2012.

La Regione e le Aziende territoriali e ospedaliere stanno in atto sviluppando un PRogRAMMA Di geSTione inTe-gRATA dei pazienti con patologia cronica (iniziando con Diabete Mellito e Scompenso cardiaco, ma progressiva-mente estensibile), di cui si daranno i dettagli più avanti, che collegherà le diverse componenti territoriali e que-ste con l’ospedale, per dare risposte coordinate e più efficaci e per ridurre l’eccessivo, e spesso improprio, uso dell’ospedale

Territorio con offerta stantia senza alcuna efficace offerta alternativa all’ospedale

Due linee di azione:

- Associazionismo medico, disponi-bilità telefonica diurna, “punti di primo interven-to” (per adulti e pediatrici), i “punti territoriali di emergenza” per ridurre gli ac-cessi impropri al pronto soccorso

- Sviluppo di nuovi servizi, (ambula-tori infermieristi-ci e nuovi servizi specialistici rivol-ti ai pazienti con patologia cronica come alternativa ai ricoveri ospe-dalieri)

il Territorio è sempre stato concepito e percepito come “assistenza di seconda categoria”, cosa che ha effettiva-mente inciso sul suo sviluppo, ne ha mortificato le po-tenzialità e gli stessi professionisti e ha generato la fuga dei cittadini verso l’ospedale anche per problemi gestibili efficacemente nei servizi territoriali.

contrastare questa ultradecennale tendenza, che ha or-mai intriso la cultura, sia dei cittadini sia degli stessi ser-vizi, impone una strategia di medio lungo periodo che si sviluppi lungo diverse linee:

i PPI - punti di primo intervento precedentemente ac-cennati, che sono già operanti in alcuni PTA e Presidi po-liambulatoriali territoriali (vi è una tempistica di realizza-zione diversa legata alla necessità di completare, da parte di ogni ASP, le graduatorie dei medici a seguito di specifici bandi), saranno la risposta alternativa all’accesso ai Pron-to Soccorso per i “codici bianchi” e in parte per i “codici verdi”, evitando in tal modo, l’improprio intasamento de-gli ospedali e le lunghe e inaccettabili attese.

Adesso che si sta concludendo anche l’accordo con la Pe-diatria, entro l’anno partiranno i PPi-PUnTi Di PRiMo in-TeRVenTo PeDiATRici (ma i bambini potranno già da su-bito fruire degli attuali PPi), aperti tutti i festivi e prefestivi nelle ore diurne, dato che questi sono i momenti più critici nella rintracciabilità dei pediatri da parte delle famiglie.

i PPI, assieme al potenziamento della rete di associazio-nismo medico e pediatrico e alla disponibilità telefonica diurna del Medico e del Pediatra di famiglia, che sono ulteriori strumenti previsti nei nuovi Accordi regionali, potranno invertire progressivamente la tendenza dei cittadini a rivolgersi all’ospedale per qualsiasi bisogno

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assistenziale, anche se si rende necessario un profondo cambiamento culturale.

nei contesti periferici più difficili, quali quelli montani di-stanti dagli ospedali, i PTE - punti territoriali di emer-genza potranno gestire anche le emergenze, stabilizzare i pazienti e trasportarli negli ospedali più appropriati alle necessità del caso clinico.

Vari sono i nuovi servizi territoriali alternativi all’ospe-dale e i nuovi strumenti di integrazione ospedale-territorio, che sono finalizzati ad evitare l’uso improprio dell’ospedale. Tra questi:

- iSTiTUZione DeL “ReFeRenTe” DeLLe DiMiSSioni PRo-TeTTe e FAciLiTATe: per pazienti non autosufficienti (da inviare nel circuito di assistenza domiciliare e re-sidenziale) e per pazienti cronici, indipendentemente dal grado di autosufficienza, da dimettere (anche solo dopo l’accesso al PS e non solo dopo i ricoveri) aggan-ciandoli alla rete territoriale (Sportello del paziente cronico del PTA e rete dei Medici di Famiglia). Questo è molto utile per ridurre i ricoveri ripetuti.

- AMBULAToRio inFeRMieRiSTico: è molto importante in considerazione del fatto che molti accessi all’ospeda-le dipendono dalla carenza di offerta infermieristica nel territorio, assillato dalla cronica carenza di infermieri, alla quale si sta ponendo rimedio attraverso il piano di nuove assunzioni, che si sono rese possibili dopo che la Sicilia ha brillantemente superato la fase del Piano di Rientro.

- AMBULAToRi DeDicATi Ai PAZienTi cRonici: basati cioè, su una riorganizzazione degli specialisti dei PTA e dei Poliambulatori territoriali, con giornate dedicate al Diabete Mellito, allo Scompenso cardiaco e a altri pa-zienti complessi.

- AMBULAToRi Di geSTione inTegRATA: tra MMg, Spe-cialisti e infermieri, cui si è accennato prima.

- DAYSERVICE AMBULAToRiALe TeRRiToRiALe: di cui si è precedentemente parlato, mirato ad una offerta quali-ficata territoriale rivolta ai pazienti cronici più comples-si e a rischio di ricovero.

Territorio con offerta “appiattita” (non-differenziata)

Servizi “personalizzati”, cioè differenziati in rapporto ai fabbisogni assistenziali dei pazienti

Le patologie croniche rappresentano un vero dramma per le popolazioni di tutto il mondo e per i servizi assistenziali esse infatti vengono denominate “le nuove epidemie”.

non è facile riconvertire, verso nuovi scenari di offerta, servizi e professionisti che si sono formati sulla base di una prassi e una cultura poco attente alla gestione perso-nalizzata. Tale obiettivo rappresenta una sfida che va ne-cessariamente affrontata, se ci si vuole attrezzare adegua-tamente verso gli scenari futuri di “devolution” e, quindi, di regionalizzazione dell’assistenza.

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il PRogRAMMA PAZienTe cRonico, a cui si è fatto cen-no, esprime al meglio la necessità di differenziazione e personalizzazione degli interventi. con l’impegno di tutti i Medici di Famiglia si è già dato il via alla creazione di un RegiSTRo Dei PAZienTi con PAToLogiA cRonicA (iniziando dalle malattie croniche con la prevalenza al Diabete Mellito e Scompenso cardiaco) DiSTReTTUALe, AZienDALe e RegionALe.

Questo registro servirà da subito a differenziare i PAZienTi PiU’ coMPLeSSi permettendo di rivolgere loro un’offerta specifica, integrata tra diverse figure professionali (con pro-grammi di visite specialistiche intensive, quando necessa-rio e di educazione dei pazienti e dei loro familiari), un’of-ferta effettivamente calibrata rispetto al grado di sviluppo della malattia e ai fabbisogni specifici del paziente (gli Am-bulatori di gestione integrata, il DayService Territoriale e gli Ambulatori infermieristici servono a questa finalità).

Questo permetterà di sviluppare progressivamente le aree di maggiore bisogno e di allocare in modo ponde-rato le risorse. La ReTe inTegRATA inTRA-TeRRiToRiALe e oSPeDALe-TeRRiToRio costituirà la base di questa differenziazione. Per sostenere ulteriormente questo progressivo processo, si è già progettato per il 2011 un PRogRAMMA Di FoRMAZione RiVoLTo AL VoLonTARiA-To QUALiFicATo, da utilizzare nei programmi di informa-zione e di educazione dei pazienti con patologia cronica e dei loro familiari.

Territorio debolmente regolamenta-to, burocra-tizzato e con scarsa ten-denza all’in-novazione anche a causa dello scarso sviluppo degli strumenti normativi

Accordi regionali coerenti nei tempi e nei contenuti con i quadri normativi nazionali e con gli scenari più innovativi

Un problema complesso di organizzazione del territorio è legato al fatto che, la stragrande maggioranza dei suoi attori non è “dipendente”, come negli ospedali, ma ha rap-porti di convenzione con il Servizio Sanitario Regionale. A questa categoria non appartengono soltanto i privati convenzionati, ma anche i Medici e i Pediatri di Fami-glia, i Medici di guardia Medica e dell’emergenza 118, gli Specialisti dei Poliambulatori e altri (veterinari, psicologi, biologi et cetera.

i rapporti di lavoro e con essi gli obiettivi e le risorse, ven-gono regolamentati attraverso Accordi collettivi nazio-nali che devono essere poi tradotti (ed anche arricchiti e contestualizzati) a livello regionale.

La Sicilia, che ha sempre accumulato ritardi significativi nella definizione di questi strumenti, nel 2010 è stata la prima Regione italiana a siglare i nuovi Accordi Regionali della Medicina generale e della continuità Assistenziale (guardia Medica), come applicazione del nuovo Accordo nazionale del luglio 2009.

oltre al rispetto della tempistica, i contenuti degli Accordi siciliani hanno ricevuto significativi riconoscimenti, non

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CROnOPROGRAMMA ATTIvAZIOnE PTA AL 2012

ecco la tabella riepilogativa dei PTA che stanno sorgendo in Sicilia e il cui diverso grado di sviluppo è dovuto alle differenti potenzialità di partenza nei vari contesti locali.

AA.SS.PP. PTA attivati nel 2010 PTA da attivare nel 2011 PTA da attivare nel 2012

AGRIGEnTO Ribera (ex P.o.) - Bivona Favara

Agrigento - Palma di Montechiaro - canicattì - casteltermini - Sciacca

CALTAnISSETTA Mazzarino (ex P.o.) - Mussomeli S. cataldo (ex P.o.) caltanissetta - gela -

niscemi (ex P.o.)

CATAnIA giarre (ex P.o.) Librino – Militello (ex P.o.) – Acireale

catania - Adrano - gravina - e Paternò (ex P.o.) – Vizzini - Palagonia

EnnA Leonforte (ex P.o.) – P. Armerina (ex P.o.) enna nicosia

MESSInA Mistretta (ex P.o.) - Barcellona P.g. (ex P.o.)

Messina - S. Agata di Militello (ex P.o.) Milazzo - Lipari (ex P.o.)

PALERMOPalazzo Adriano (ex P.o.) - e. Albanese (ex P.o.) - Biondo

casa del Sole (ex P.o.)guadagna - Bagheria - corleone (ex P.o.) - Petralia (ex P.o.)

RAGuSA comiso (ex P.o.) – Scicli (ex P.o.)   Ragusa

SIRACuSA Siracusa – Lentini (ex P.o.)

Palazzolo Acreide - noto (ex P.o.) - Augusta (ex P.o.) (già attivato)

Pachino

TRAPAnI Trapani - Pantelleria (ex P.o.) - Salemi (ex P.o.)   Alcamo (ex P.o.)

Totale 19 13 23

è un caso che la nostra Regione adesso partecipa attiva-mente (e in alcuni casi coordina) ai tavoli nazionali della conferenza Stato - Regioni.

Anche il “travagliato” accordo con la Pediatria di Famiglia (l’ultimo accordo risale al lontano 2004), e quello della Specialistica ambulatoriale, sono già in fase conclusiva.

Alle diverse categorie di professionisti nonché alle for-ze sindacali che li rappresentano va riconosciuto un at-teggiamento costruttivo, che ha permesso alla Sicilia di raggiungere tali risultati e di potersi sedere alle assise nazionali con un livello di riconoscimento di cui non si ha memoria negli anni precedenti.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana62

È utile precisare, che la prima azione che le direzioni aziendali stanno svolgendo, è quella dell’aggregazione dei servizi e del loro collegamento organizzativo e funzionale (che dipende anche dal grado di sviluppo at-tuale e futuro del cUP e del sistema informativo locale).

PPI – Punti di primo intervento e ambulatori di gestione integrata

Questi nuovi servizi, attivati in quasi tutte le province, sono in corso di attivazione in quei territori dove ancora mancano. La diversa tempistica è legata, come si diceva prima, alle necessità di completare le graduatorie e le assegnazioni secondo le modalità previste dagli Accordi Regionali con le diverse categorie professionali.

Ambulatori infermieristici

Anche questi sono già stati attivati in alcune realtà, laddove la pianta or-ganica originaria prevedeva personale infermieristico sufficiente all’atti-vazione immediata. Le altre realtà aziendali si stanno muovendo verso l’espletamento di concorsi e trasferimenti.

Day service ambulatoriale territoriale

Sarà oggetto di una sperimentazione guidata dall’Assessorato, che si at-tiverà dopo un piano di condivisione (già in fase avanzata) del disegno organizzativo e operativo, con le componenti ospedaliere e territoriali che saranno direttamente coinvolte. Questo disegno, che prevede anche la programmazione di investimenti mirati di rinnovamento tecnologico, sarà implementato in tutte le ASP entro il 2011 e sviluppato, per gli obiet-tivi più specialistici (DayService, pieno raccordo tra Specialistica territo-riale e ospedaliera), nel corso 2012.

Tutto il programma territoriale verrà sostenuto con un Piano di Formazio-ne che si svilupperà presso il ceFPAS di caltanissetta nel corso del 2011 e che si rivolgerà a tutte le componenti interne alle aziende (direttori di distretto e operatori dei vari servizi interessati, territoriali e ospedalieri) e alle componenti esterne (Medici di medicina generale, Specialisti ambu-latoriali, ecc.).

Il programma “paziente con patologia cronica”

È lo strumento per fornire risposte non solo ai pazienti ma ai vari fabbi-sogni del nostro sistema territoriale “disperso e dis-integrato”, “appiatti-to e non differenziato” e “non alternativo all’ospedale”. Tale programma fungerà da apripista per riorganizzare e riqualificare l’intera rete territoria-

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le. Le patologie che fungeranno da “modello sperimentale”, da estendere successivamente, saranno innanzitutto il Diabete Mellito e lo Scompenso cardiaco. Si tratta di malattie ad altissima frequenza e con altissima percen-tuale di danni alla salute, di ricoveri e di costi per il sistema.

entro marzo 2011 ogni Medico di Famiglia ha inviato alla propria ASP la “scheda di startup”, che servirà a creare un Registro dei pazienti cronici (nella ASP, nel Distretto e nella Regione) e a individuare da subito i pa-zienti più complessi che necessitano di essere inseriti rapidamente nel Programma di gestione integrata con gli specialisti e gli infermieri. i pa-zienti in gestione integrata saranno inseriti in un percorso assistenziale specifico, che verrà dettagliato più avanti e che vedrà una gestione attiva degli stessi (Medicina d’iniziativa e Piano di cura annuale personalizzato), per evitare che si sottraggano alle tappe assistenziali concordate e che peggiorino le loro condizioni di salute.

gli ospedali, già impegnati nell’individuazione del “Referente per le di-missioni protette e facilitate” (alcuni hanno già attivato la funzione), attraverso una “scheda dimissione” alla quale sta lavorando un gruppo misto, ospedale - territorio, comunicheranno al PTA e al Medico di Fami-glia interessato, le dimissioni di tutti i pazienti con Diabete Mellito e con Scompenso cardiaco (anche di quelli dimessi dal Pronto Soccorso, sen-za aver effettuato ricovero). Anche questi pazienti cosiddetti “a rischio” saranno tempestivamente inseriti nel programma di gestione integrata.

nel PTA saranno progressivamente attivati i Servizi di cui si è parlato prima, con la tempistica definita. il “Piano di specialistica ambulatoriale unico provinciale” e il “Dayservice territoriale” saranno oggetto di speri-mentazione, guidata dall’Assessorato.

il collegamento dello Sportello e del Registro distrettuale del paziente cronico con le varie componenti del sistema (Medico di Famiglia, ospe-dale) avverrà attraverso un circuito di e-mail criptate (nel pieno rispetto della legge sulla privacy) in andata e ritorno, in attesa di un sistema regio-nale unico, sul quale si sta lavorando, che potrà rendere più facili e veloci le interconnessioni.

i target di pazienti prioritari per il 2011 saranno:•i pazienti con “nuova diagnosi”, che verranno inseriti in specifici percorsi

di educazione.•i pazienti più complessi, con stadio di malattia avanzato (e malattia non

ben controllata).

nB: fanno parte del territorio una serie di altri Servizi e funzioni (Salute mentale, neuropsichiatria infantile, Materno - infantile, Medicina legale e

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana64

fiscale, Servizi farmaceutici, etc.), di cui non si è parlato perché si è scelto di concentrare l’attenzione sui “capisaldi” della strategia innovativa della nostra Regione, cioè sulle “nuove strutture” e sui “nuovi strumenti”.

ogni settore e servizio territoriale è comunque oggetto di riorganizzazio-ne e rifunzionalizzazione che sarà più evidente nei prossimi mesi, consi-derato che tra i presupposti dei nuovi piani vi era la definizione degli Atti aziendali e delle dotazioni organiche approvate recentemente.

il 118 e i servizi di emergenza-urgenza

COSA ABBIAMO TROvATO

il Piano di rientro individuava alti costi nell’espletamento del servizio 118 dovuti essenzialmente:

•Agli oneri derivanti dall’utilizzazione del personale delle aziende sanita-rie, retribuito con incentivazioni i cui importi risultavano superiori a quel-li del personale dedicato.

•Alla presenza di ambulanze dotate di personale medico e infermieristico, il cui costo restava fisso indipendentemente dal numero dei servizi prodotti.

•Da un esame del numero di accessi del 2005, risultava che gli stessi era-no stati circa 2.120.000 e che quelli correlati al ricovero rappresentavano meno della metà.

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

il piano di riorganizzazione ha previsto:•L’aumento della quota di Medici dell’emergenza territoriale a bordo delle

ambulanze di Soccorso Avanzato (MSA) che rappresentano medici dedi-cati e la riduzione della partecipazione degli anestesisti - rianimatori.

•La riduzione del compenso per incentivazioni a favore del personale utilizzato per il servizio del 118 che è stato pari al 30%; insieme alla riorganizzazione dell’ubicazione dell’unità mobili e alla riduzione delle ambulanze.

•La riorganizzazione delle ambulanze del 118 (con linee guida del 25/03/09) complessivamente 256, di cui 177 sono divenute “mezzi di soc-corso di base” (con 1 solo autista e 1 soccorritore) inviate per i codici verdi e 79 sono invece “mezzi di soccorso avanzatto” (con medico e infermiere) inviati per i codici gialli e rossi.

•i codici rossi nel 2010 sono stati il 15% del totale degli interventi eseguiti dal 118 regionale (304.292 interventi complessivi).

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•nell’80% degli interventi codificati come “codice rosso” il 118 ha raggiun-to il target entro 8 minuti in città e entro 20 minuti in area extraurbana, come da standard nazionali.

•con un decreto del giugno 2009, per via di un numero molto basso di servizi espletato, 31 ambulanze sono state ridotte di operatività oraria da h 24 a h 12, altre due ambulanze sono state trasformate da h 24 a h 16.

•Ad aprile 2010 sono state pubblicate sulla gURS le “Linee guida - Proto-colli e Procedure Seus 118 Sicilia”, rivolte agli operatori sanitari del 118.

•Ad ottobre 2010 si è provveduto a riorganizzare il servizio regionale di elisoccorso, potenziando l’eliambulanza di base a Palermo e riducendo l’operatività oraria dell’eliambulanza di base a catania a h 12. il risultato è una razionalizzazione del servizio e un efficientamento dei costi.

•A febbraio 2011 è stata bandita una gara d’appalto, d’accordo con il ce-FPAS, per la realizzazione di un “centro di simulazione regionale”, che ri-vestirà una importanza strategica per la formazione degli operatori sani-tari della Regione.

È stata poi affrontata la questione dell’incredibile deficit di infrastrutture tecnologiche che il 118 riscontra: informatizzazione, telefonia, sistema e frequenze radio scontano infatti ritardi di anni. Sono state avviate le pro-cedure per dotare il sistema di questi essenziali fattori di operatività.

e già stato attivato il progetto per l’avvio del 112 numero Unico emer-genza (nUe) per il distretto di Palermo/Trapani, che sarà operativo nel settembre 2011.

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

ieri con la SiSe:•Si spendevano 112 milioni di euro (97 milioni + 15 di costi di straordinari)•3.300 persone lavoravano part time per 120 ore mensili (il resto era paga-

to con lo straordinario, cioè costava di più)•La dotazione era di 256 ambulanze•non c’erano auto mediche.

La SeUS, costituita dalla Regione e dalle 17 aziende sanitarie, ha mante-nuto il personale abbattendo i costi che, peraltro, oggi sono costi certifi-cati. oggi:

•Spendiamo 103 milioni di euro•L’organico è di 3.180 persone•La dotazione è di 251 ambulanze•Sono 16 le auto mediche•il personale lavora full time fino a 156 ore mensili.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana66

Ai costi razionalizzati va aggiunta la crescita di standard di qualità e di servizi che per anni erano mancati, quali ad esempio:

•centrali operative informatizzate che entro il 2011 saranno ristrutturate anche dal punto di vista della logistica.

•Personale riqualificato. •Tempi di attesa ridotti del 50%.•espletamento di molti altri servizi di trasporto di tipo sanitario.

i Laboratori di analisi

COSA ABBIAMO TROvATO

in Sicilia i laboratori di analisi pubblici e privati erano il doppio rispetto a quanti ce ne sono in Lombardia (che ha una popolazione doppia e dove la rete laboratoristica funziona meglio).

COSA ABBIAMO CAMBIATO E PERCHé

La rete delle strutture pubbliche di laboratorio di analisi, attivi in Sicilia, presentava un numero elevato di centri di produzione.

È stato necessario ridisegnare i bacini di utenza, distinguendo tra utenza territoriale e utenza elettiva dei presidi universitari e ospedalieri, condivi-dere con i medici di base e i clinici protocolli e percorsi diagnostici e tera-peutici, per ridurre il ricorso a indagini diagnostiche inappropriate.

come per il pubblico, anche per il privato è stata necessaria una riorga-nizzazione e rimodulazione delle strutture accreditate su base provincia-le, per riallineare il numero degli erogatori alla media nazionale, in ot-temperanza a quanto previsto dal Piano di rientro.

con l’emanazione del D.A. n. 62 del 16 gennaio 2009 e del D.A. n. 1933 del 16 settembre 2009 e successive modifiche e integrazioni, sono state poste le basi per la riorganizzazione della rete laboratoristica pubblica e privata, individuando le azioni che hanno condotto alla realizzazione di quella nuova.

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

il processo di riordino della rete laboratoristica ha comportato:

A. Una riduzione del numero di laboratori pubblici centralizzati da 126 a 52 cui afferisce una rete di 118 punti prelievo distribuiti sul territorio, 27

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dei quali, presenti nei Presidi ospedalieri territoriali, hanno mantenuto una diagnostica di base per garantire le urgenze. Anche il numero dei laboratori specialistici presenti nelle aziende Universitarie e ospedaliere è in via di riduzione secondo i piani aziendali.

b. Una riduzione media delle strutture private del 27,7% (con notevoli differenze tra le province, dallo 0% di enna al 32,1% di Ragusa). comples-sivamente il numero di laboratori privati si è ridotto da 683 a 494 come si evince dalla tabella seguente.

RIORGAnIZZAZIOnE DELLA RETE LABORATORISTICA DELLE STRuTTuRE PRIvATE

AA .SS .PP .n.

nuovi soggetti gestori

n. Laboratori aggregati

n. Lab. aggregatisi

c/o altre province

n. Laboratori

pre-aggregaz.

n. Laboratori

attualeRiduz in %

Popolazione residente anno

2010

Agrigento 8 18 2 84 72 -14,3 454.593 caltanissetta 3 7 1 29 24 -17,2 272.052 catania 19 66 0 131 84 -35,9 1.087.682 enna 0 0 0 14 14 0,0 173.009 Messina 6 18 5 96 79 -17,7 653.810 Palermo 19 90 2 187 114 -39,0 1.246.094 Ragusa 1 8 2 28 19 -32,1 316.113 Siracusa 4 7 4 57 50 -12,3 403.356 Trapani 10 29 0 57 38 -33,3 436.283

TOTALI 70 243 16 683 494 -27,7 5 .042 .992    259 -189    

Per garantire standard di qualità omogenei sul territorio regionale, la partecipazione a schemi di valutazione esterna di qualità (VeQ), gestiti da enti terzi, e, infine, definire programmi specifici di controllo Qualità interno (cQi), è stato istituito con D.A. n. 03253 del 30 dicembre 2010, il centro regionale per l’implementazione, l’assicurazione e il controllo della Qualità nella rete laboratoristica pubblica e privata (cRQ).

Si è altresì provveduto, con l’emanazione del D.D.g. n. 03248 del 30 di-cembre 2010, alla eliminazione dal nomenclatore Tariffario Regionale vigente delle prestazioni di diagnostica di laboratorio obsolete e a fare chiarezza, con provvedimenti specifici, su prestazioni già riconducibili a codici e relative tariffe previsti nel nomenclatore e erogate, in alcuni casi, con costi (maggiori) a carico dei cittadini.

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Tempi di attesa e monitoraggio specifico

Alla luce dell’art. 22 della legge 5/09, che assegna ai direttori generali delle aziende sanitarie, l’obiettivo della riduzione dei tempi d’attesa nel rispetto della normativa vigente e dei livelli essenziali di assistenza, è sta-ta diramata2 la direttiva che definisce le modalità per l’implementazione di un flusso informativo specifico ai sensi del punto 7.2 (“Monitoraggio specifico”) del Piano nazionale di contenimento dei Tempi di Attesa (Pn-cTA) per il triennio 2006 – 2008.

Questo Piano, fissando le modalità di attivazione del nuovo Sistema in-formativo Sanitario come strumento di misura dei tempi di attesa per l’erogazione effettiva delle prestazioni, consente il monitoraggio siste-mico delle informazioni attraverso i flussi informativi dedicati, tra i quali il monitoraggio della sospensione delle attività di erogazione da parte delle aziende sanitarie e ospedaliere.

È stato adottato, pertanto, il Piano Regionale per il Contenimento dei Tempi di Attesa (PRcTA)3.

il “monitoraggio specifico” dovrà essere effettuato attraverso l’utilizzo del flusso informativo dell’art. 50 della legge 326/2003 che alimenta il Siste-ma Tessera Sanitaria.

i dati relativi all’elenco richiesto, raccolti dal Servizio competente, sono stati trasmessi all’nSiS (sistema informativo) del Ministero della Salute.

Tempi di attesa intramoenia e controllo delle relative liste di attesa al fine di garantire l’equilibrato rapporto con le attività istituzionali .

il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e l’Agenas hanno disposto l’attivazione di una indagine nazionale diretta a rilevare i tempi di attesa, secondo la metodologia “ex-ante”, relativamente alle pre-stazioni ambulatoriali erogate in attività libero - professionale intramura-ria e intramuraria allargata.

L’indagine ha previsto il monitoraggio dei tempi di attesa di 7 presta-zioni ambulatoriali, erogate in attività libero-professionale intramu-raria e intramuraria allargata, individuate tra le 11 prestazioni oggetto dei precedenti monitoraggi dell’attività istituzionale: 1. RM colonna vertebrale.

2 nota prot./serv 5/DASoe/n.443 e Area int.2/DPS/n.863 del 19/11/20093 D.A. 2 luglio 2008 n.1544, pubblicato sulla g.U.R.S. n. 33 del 25 luglio 2008

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2. RM cervello e tronco encefalico. 3. TAc del capo. 4. TAc dell’addome superiore, inferiore e completo. 5. Visita cardiologica. 6. Visita oculistica. 7. Visita ortopedica.

È stato organizzato e effettuato il corso formativo per i referenti aziendali (35 persone che rappresentavano la totalità delle strutture sanitarie della Regione Siciliana). i referenti aziendali hanno svolto le attività di monito-raggio a livello locale e hanno raccolto e trasmesso i dati all’Assessorato.

Monitoraggio delle sospensioni dell’erogazione delle prestazioni

il “Piano Regionale per il contenimento dei Tempi di Attesa (PRcTA)” de-termina le linee di intervento per il conseguimento degli obiettivi di mi-glioramento dei tempi appropriati di attesa, in relazione al fabbisogno di salute dei cittadini siciliani, prevedendo l’introduzione delle “Linee guida per la sospensione delle attività di erogazione”.

il 16 ottobre 2009, l’Assessorato ha definito le modalità di attuazione del monitoraggio delle sospensioni con un sistema di rilevazione informatiz-zato, denominato “Rilevazione sospensione delle attività di erogazio-ne”, operativo dal 1 gennaio 2010.

Percorsi di miglioramento dell’attività prescrittiva

È stato definito un apposito “Programma regionale per l’ottimizzazio-ne delle prestazioni ambulatoriali” approvato con D.A. n. 2654 del 17 novembre 2009, che ha individuato tre ambiti di maggiore criticità, quali lo sportello unico per il paziente diabetico, l’avvio del sistema di preno-tazione per priorità cliniche e la realizzazione di percorsi facilitati per pa-zienti cronici.

La riduzione dei tempi di attesa per le “prestazioni critiche” indicate dal Programma Regionale, è stata posta tra gli obiettivi dei direttori generali delle aziende per il 2009 e il 2010, con riferimento alla riduzione di alme-no il 60% del numero di prestazioni erogate oltre i tempi stabiliti rispetto al valore del 2008.

Le aree prioritarie di intervento sono state condivise in sede di concerta-zione con la Medicina generale, nell’ambito della definizione del nuovo accordo integrativo regionale, con specifico riferimento ai temi relativi alle “prestazioni indotte”, ai “tempi di attesa” e alle “prescrizioni per clas-si di priorità cliniche”. nello stesso Programma sono state individuate le

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“prestazioni critiche” sulle quali concentrare l’attività di miglioramento e di monitoraggio.

L’attuazione del Programma prevede un piano operativo, previa l’anali-si e la revisione degli aspetti organizzativi, dei dati di produzione e dei tempi di attesa, finalizzato al riordino e alla riqualificazione della specia-listica e della diagnostica ambulatoriale pubblica e privata e al ridisegno dell’offerta, in una prospettiva di maggiore appropriatezza, efficienza e riduzione dei tempi di attesa, sia per l’accesso alle prestazioni che per la consegna dei referti (massimo tre giorni).

Riguardo al sistema di verifica delle attività prescrittive, con particolare riferimento alle prestazioni di specialistica ambulatoriale, è stato costitu-ito un apposito gruppo di lavoro, che include anche alcuni referenti della rete regionale per la qualità e la sicurezza dei pazienti nonché rappresen-tanti dei medici di Medicina generale, allo scopo di fornire un supporto tecnico metodologico per la verifica dello sviluppo del Programma e per favorire la condivisione del metodo e l’implementazione dello stesso.

È previsto, tra l’altro, l’obbligo che le prescrizioni specialistiche riportino:•La formulazione del quesito diagnostico. •La specifica indicazione relativa al livello di priorità clinica. •L’indicazione se si tratta di prescrizione suggerita dallo specialista per

una migliore tracciabilità delle ricette, indispensabile per le attività di monitoraggio, controllo e verifica.

Dopo la recente approvazione del nuovo Piano nazionale di governo dei Tempi di Attesa è stato attivato un tavolo tecnico per l’aggiornamento del Piano Regionale.

Farmaceutica - effetti e implicazioni sugli interventi di efficientamentoFARMACOvIGILAnZA

nell’ambito dei programmi di farmacovigilanza, per migliorare la quan-tità e la qualità delle segnalazioni di reazioni avverse a farmaci e vaccini, sono state intraprese diverse azioni relativamente ai farmaci sottoposti a monitoraggio intensivo e a quelli inclusi nei registri AiFA (oncologici, bio-tecnologici, cardiologici, oftalmici), analizzando i loro consumi e il profilo rischio/beneficio, tramite l’elaborazione di periodici report.

Si è valutata la sicurezza dei vaccini di più recente introduzione in com-mercio, con particolare attenzione al nuovo vaccino anti HPV e in corso di

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pandemia influenzale, al Focetria, analizzando tutte le schede di segnala-zione di eventi avversi provenienti dalle aziende sanitarie della Regione Siciliana.

CEnTRI PRESCRITTORI

È stata effettuata,  in collaborazione con il Servizio Programmazione ospedaliera, la revisione dei centri prescrittori e la successiva definizio-ne della Rete regionale, alla luce del nuovo assetto organizzativo delle aziende del sistema sanitario regionale, elaborando i relativi elenchi del-le categorie di farmaci oggetto di prescrizione specialistica, nel rispetto dei provvedimenti adottati a livello nazionale e regionale.

Sono diversi i provvedimenti messi in campo per riportare la spesa far-maceutica dentro livelli ragionevoli che abbiano come parametro l’ap-propriatezza prescrittiva. Si va da misure per favorire l’uso di farmaci generici, alla distribuzione diretta da parte dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie dei presidi riservati ai cronici e a particolari patologie, all’analisi degli acquisti per una loro razionalizzazione in gare centralizza-te e consorziate in modo da ridurre gli acquisti sottosoglia e senza gara di evidenza pubblica.

Stiamo favorendo, inoltre, anche campagne di formazione - informazio-ne per limitare gli effetti delle prescrizioni inappropriate e monitorare le prescrizioni indotte.

POLITICHE PER IL FARMACO

Dall’analisi della spesa farmaceutica siamo passati allo studio di fattibilità per una piattaforma di e-procurement in cui sia possibile favorire la rac-colta dati finalizzata all’acquisizione centralizzata di beni e servizi nonché il controllo tra gli ordinativi e i meccanismi di pagamento, in modo che sia sempre possibile far corrispondere i beni ordinati a quelli consegnati e pagare sempre – diversamente da ora - solo quelli effettivamente in ingresso.

in relazione agli effetti delle disposizioni del D.L. 78/2010, convertito in Legge 30 luglio 2010 n. 122, in ambito farmaceutico l’approccio re-gionale (sinteticamente rappresentato nella tabella sottostante) è stato prudenziale e ha considerato solo una parte di risparmi che deriveranno dall’attuazione delle misure previste.

in particolare, nella stesura del Programma operativo 2010 - 2012, in re-lazione:

•Alla ridefinizione dei margini della filiera (rif. Art 11, com. 6) si è consi-

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derato, inserendo nella definizione del tendenziale, il solo effetto della trattenuta a carico delle farmacie dello sconto dell’1,82% sul prezzo di vendita al pubblico al netto dell’imposta sul valore aggiunto. non si è invece considerato l’impatto della previsione secondo la quale le aziende farmaceutiche, sulla base delle tabelle AiFA definite per Regione e per singola azienda, sono tenute a corrispondere alle medesime regioni l’im-porto pari all’1,83% sul prezzo di vendita al pubblico al netto dell’iVA dei medicinali erogati in regime SSn.

•Alla soglia di appropriatezza prescrittiva (rif. Art 11, com. 7, lett. b), la Re-gione ha ipotizzato una serie di interventi sui prescrittori e ha inserito i risparmi attesi tra le manovre del Programma operativo, con impatto sui valori di ce programmatico.

•All’identificazione dei farmaci suscettibili di uso ambulatoriale o domi-ciliare attualmente a carico dell’assistenza farmaceutica ospedaliera, da erogarsi attraverso l’assistenza farmaceutica territoriale (rif. Art 11, com. 7, lett. a), non si sono considerate le potenziali economie, non essendo ancora stato pubblicato l’elenco dei farmaci suscettibili di trasferimento da parte dell’AiFA e essendo incerto l’effetto che potrà derivare dall’inclu-sione di tali farmaci nel tetto della spesa territoriale.

•Alla ridefinizione dei prezzi dei medicinali equivalenti (rif. Art 11, com. 9), non si sono considerate le potenziali economie, non essendo l’AiFA ancora intervenuta in materia.

RICOnFERMA DELLE QuOTE DI COMPARTECIPAZIOnE (TICKET) ALLA SPESA FARMACEuTICA

con Decreto 443/07 sono state introdotte nuove quote di compartecipa-zione alla spesa farmaceutica. Tali quote, in ottemperanza al Piano di Ri-entro 2007 – 2009, sono state riconfermate per tutta la durata del Piano.con D.A. 03145 del 22 dicembre 2009 sono state riconfermate le sud-dette quote fino al 30 giugno 2010, sebbene siano stati previsti ulteriori esenti a seguito degli eventi calamitosi che hanno colpito alcune popola-zioni della provincia di Messina a ottobre 2009 e a febbraio 2010.

con successivo D.A. n. 1709 del 30 giugno 2010, si è prorogato l’attuale sistema di compartecipazione al 31 dicembre e è indispensabile proro-gare il sistema di compartecipazione fino a tutto il periodo di validità del Programma operativo con l’adozione dei provvedimenti specifici, che ne confermino gli effetti sino al 31 dicembre 2012.

in sintesi, si intende, da un lato rafforzare il tendenziale in termini di con-tenimento dei costi e dei consumi registrati nell’anno 2009 per l’assisten-za farmaceutica convenzionata; dall’altro, introdurre nuove misure per

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promuovere l’appropriatezza della stessa spesa e dei consumi, attraverso processi che richiedono il coinvolgimento attivo dei medici prescrittori della filiera distributiva, che aumentino la consapevolezza dei cittadini rispetto agli effetti e ai rischi connessi all’uso dei farmaci e alle loro inte-razioni in caso di politerapie.

MISuRE PER IL MIGLIORAMEnTO DELL’APPROPRIATEZZA PRESCRITTIvA

L’Agenzia italiana del Farmaco ha predisposto il documento “indicatori, programmazione e controllo DL 78/2010 – Art. 11 comma 7b” che contiene “le tabelle di raffronto tra la spesa farmaceutica territoriale delle singole Re-gioni sulla base dei migliori risultati in termini di principi attivi non coper-ti da brevetto, ovvero a prezzo minore rispetto al totale della medesi-ma categoria terapeutica equivalente” al fine di “mettere a disposizione delle Regioni strumenti di programmazione e controllo idonei a realizzare un risparmio di spesa non inferiore a 600 milioni di euro su base annua”.La Regione, richiamandosi alle disposizioni normative regionali in mate-ria di appropriatezza prescrittiva e relativi aspetti sanzionatori, ribadite nel recente Accordo con i Medici di Medicina generale (art. 10), intende adottare, nel triennio 2010 - 2012, ulteriori misure finalizzate al migliora-mento dell’appropriatezza prescrittiva e al contenimento dei consumi e della spesa farmaceutica, con il progressivo allineamento, per le catego-rie indicate nel citato documento AiFA, ai valori percentuali di consumi per principi attivi non coperti da brevetto afferenti alle medesime, come da seguenti tabelle.Si intende altresì adottare ulteriori misure, di cui ai paragrafi successivi, finalizzate al progressivo contenimento dei consumi verso i valori medi nazionali per le categorie di interesse. A tal fine la Regione interverrà in-troducendo dei parametri di riferimento per i medici prescrittori in ter-mini di:

•incidenza minima dei farmaci equivalenti4 sulla singola categoria tera-peutica (esempio: statine).

•incidenza minima dei principi attivi a minor costo rispetto al totale della medesima categoria terapeutica equivalente (es: antiipertensivi).

•L’intervento avrà come obiettivo di indurre comportamenti prescrittivi in linea con i parametri forniti dall’AiFA per le classi/categorie “alto spen-denti” (a maggior impatto sulla spesa complessiva).

•c09 - Farmaci Attivi sul Sistema Renina Angiotensina.

4 Medicinali non coperti da brevetto, di cui è stato prodotto un generico, avente uguale composizione in Principio Attivo, nonché forma farmaceutica, via di somministrazione, modalità di rilascio, numero di unità posologiche e dosi unitarie.

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•Prevista introduzione di una soglia minima di Ace-inibitori non associati (c09A) sul totale degli Ace-inibitori non associati (c09A) e dei sartani non associati (c09c).

•Prevista introduzione di una soglia minima di Ace-inibitori associati a diuretico (c09B) sul totale degli Ace-inibitori associati a diuretico (c09B) e dei sartani associati a diuretico (c09D).

•Prevista introduzione di una soglia minima di molecole a brevetto scadu-to (vedi Losartan) sul totale della classe dei Sartani (c09cA).

•A02Bc - inibitori di Pompa Protonica, c10AA - inibitori delle coA-Redutta-si (Statine), n06AB - inibitori Selettivi del Reuptake della Serotonina (SSRi).

•Prevista introduzione di una soglia minima di molecole a brevetto scaduto.

La scelta di tale intervento, in linea con la L. 122/2010, è coerente con la l.r. 12 maggio 2007, sulla incentivazione delle prescrizioni di equivalenti delle cosiddette classi “alto spendenti” 5. il nuovo intervento, pertanto, si presenta in continuità con quanto già attuato a livello regionale cui si farà riferimento per gli altri aspetti, anche sanzionatori (Accordo integra-tivo regionale MMg, LR 12/2007 e relativi decreti attuativi).Si prevede, infine, di introdurre un sistema di monitoraggio delle prescri-zioni e di reportistica destinata ai prescrittori, sulla base degli indicatori previsti dal Sistema tessera sanitaria. RISuLTATI PROGRAMMATI

•contenimento dei costi dell’assistenza farmaceutica territoriale.•contenimento della spesa attraverso l’incremento della prescrizione dei

farmaci equivalenti che permette un risparmio legato a:A. La prescrizione, all’interno di classi terapeutiche omogenee, di prin-cipi attivi scaduti in luogo di quelli ancora coperti da brevetto a parità d’indicazioni terapeutiche;B. La prescrizione, a parità di Principio Attivo, delle forme farmaceutiche di cui esistano farmaci equivalenti.

•Linee guida per l’impiego di farmaci a maggior impatto sui consumi e sulla spesa (antipertensivi, statine, antibioticoprofilassi pre-operatoria).

•Formazione/informazione sul corretto uso dei farmaci – attivazione di servizi informativi innovativi mirati all’acquisizione di competenze per la comunicazione e informazione, per attività di counselling orientate agli operatori medici e al cittadino, per il monitoraggio delle prescrizioni farmaceutiche, il trasferimento dell’informazione farmaceutica indipen-dente, azioni tutte funzionali a realizzare l’obiettivo del miglioramento dell’appropriatezza.

5 nel 2009 sono stati raggiunti gli obiettivi d’incidenza minima degli equivalenti sulle classi alto spendenti individuate dalla L.R. 12/2007.

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•Verifica dei risultati conseguiti da ciascun prescrittore da parte delle Aziende Sanitarie Provinciali in relazione ai consumi dei propri assistiti, misurati sulla base del flusso regionale.

in sintesi, tra le misure orientate a promuovere l’appropriatezza prescrit-tiva e il contenimento dei consumi farmaceutici hanno rilievo:

•L’ istituzione dell’osservatorio per l’appropriatezza delle prestazioni sani-tarie e dei consumi farmaceutici.

•L’adozione del Decreto con il quale sono stati introdotti, a decorrere dal 2011, i parametri di riferimento per le prescrizioni di cui alle tabelle AiFA precedentemente richiamate.

•L’adozione di linee guida per l’impiego di farmaci a maggior impatto sui consumi e sulla spesa (es. antiipertensivi, statine, eparine a basso peso molecolare et cetera).

•implementazione della reportistica per il monitoraggio delle prescrizioni rispetto alle soglie definite per i farmaci equivalenti, attraverso il Portale Tessera Sanitaria e i relativi indicatori.

L’impatto economico di tali misure, quale effetto dell’intervento sull’ap-propriatezza prescrittiva, è stato stimato prudenzialmente, considerando esclusivamente un riallineamento sui prezzi medi e sul mix prescrittivo (farmaci equivalenti vs farmaci ancora coperti da brevetto) della Regio-ne, rispetto ai valori di benchmark individuati dall’AiFA.

non si è considerato l’impatto di tale intervento in termini di riallinea-mento ai dati di benchmark sulle quantità di farmaci prescritti. Proprio sui consumi, si ritiene di avere significativi margini di risparmio riportan-do i consumi per 1.000 abitanti ai valori di riferimento AiFA, stante gli scostamenti che caratterizzano la Regione tanto dai valori di benchmark, quanto dalla semplice media nazionale (si veda tabella).

C09 CA C10AA A02B C N06 AB C09 A + C09 C C09 B + C09 D

5 9 ,75 4,58 3 ,123 ,0

15 7,06 7,8

3 3 ,0 3 4,2 26 ,0 21,0 8 9 ,0 5 2,2

48 ,2 46 ,8 5 2,3 26 ,7

13 6 ,6 6 5 ,8

8 1%5 9 %

220%10%76 %3 0%

24%16 %5 9 %-14%15 %

3 %

*Dato documento AIFA - Indicatori per la programmazione e il controllo - DL 78/2010 art. 11 comma 7b

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il risparmio complessivo atteso nel triennio è rappresentato in tabella.

Sintesi risparmi potenziali (su base 2009)

C09CA - SartaniC10AA - StatineA02BC - Inibitori di pompaN06AB - Inibitori serotoninaC09A + C09C - Ace Inibitori e sartani non associatiC09B + C09D - Ace Inibitori e sartani associati

------

-2.676 -2.894

-16.694 -2.177 -7.602 -7.834

-195 -1.036

0-1.520 -7.198 -2.354

-2.871 -3.930

-16.694 -3.697

-14.801 -10.188

nelle tabelle successive si presenta il dettaglio dei dati di partenza, le assunzioni e le elaborazioni, che portano per ciascuna categoria terapeu-tica ai risparmi sopra indicati.

Base Dati2009 2010 (5 mesi) 2010 E**

consumi DDD Totali 46.047.054 110.512.930 DDD Losartan 5.157.270 12.377.448 Altre DDD 40.889.784 98.135.481 % Losartan 11,2 11,2Costo DDD brevetto scaduto (Regione) 0,34 0,34Spesa netta totale (€ 1000) 25.504 61.210 Spesa netta Losartan (€ 1000) 2.914 6.994

Assunzioni

% Obiettivo Brevetto scaduto** 13,4 13,0 11,2 12,00 Costo DDD brevetto scaduto (Bench) 0,34 0,33 0,33 0,33 Costo DDD brevetto NON scaduto (Regione) 0,56 0,55 0,55 0,55 Mesi applicazione manovra 2010 12 12 - 12

13,000,330,55

12 % obiettivo sul risparmio potenziale 80%

Elaborazione Risparmio

Consumi Teorici Losartan (DDD) 14.366.681 Consumi teorici non Losartan (DDD) 96.146.249 Spesa Teorica POTENZIALE (€ x 1000) 57.621Risparmio POTENZIALE MASSIMO (€ x 1000)

13.621.99188.034.655

53.9316.222- 3.588

Risparmio OBIETTIVO PERSEGUITO (€ x 1000) 2.871Risparmio incrementale (€ x 1000)

13.261.552 97.251.378

57.865 3.345 2.676 2.676

12.377.44898.135.481

58.059

- 195

*Dato documento AIFA - Indicatori per la programmazione e il controllo - DL 78/2010 art. 11 comma 7b** Proiezione lineare dei primi 5 mesi dell'anno 2010

*Dato documento AIFA - Indicatori per la programmazione e il controllo - DL 78/2010 art. 11 comma 7b**La % obiettivo del 13% è individuata sulla base della penetrazione attuale degli equivalenti nella regione Best in Class. Essendo misurata a pochi mesi dalla scadenza del brevetto, AIFA fornisce come ulteriore soglia obiettivo pari al 40%

101.656.646 11.487.201 90.169.445

11,30,35

60.152 9.742

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 77

Base Dati

consumi DDD Totali 92.713.514 101.369.266 DDD brevetto scaduto 37.224.476 37.506.628 DDD brevetto NON scaduto 55.489.038 63.862.637 % brevetto scaduto 40,15 37,0Costo DDD brevetto scaduto 0,499232657 0,4Spesa netta totale (€ 1000) 80.944 86.335 Spesa netta brevetto scaduto (€ 1000) 18.584

42.237.194 15.627.762 26.609.432

37,00,43

35.973 6.759 16.222

Assunzioni

% Obiettivo Brevetto scaduto 43,3 41,8 40,00 41,80Costo DDD brevetto scaduto 0,45 0,39 0,39 0,39Costo DDD brevetto NON scaduto 1,12 1,10 1,10 1,10Mesi applicazione manovra 2010 12 12

37,00,391,10- 12 12

% obiettivo sul risparmio potenziale 80%

Elaborazione Risparmio

Consumi Teorici brevetto scaduto (DDD)Consumi teorici NON scaduto (DDD)Spesa Teorica POTENZIALE (€ x 1000)Risparmio POTENZIALE MASSIMO (€ x 1000)Risparmio OBIETTIVO PERSEGUITO (€ x 1000) -Risparmio incrementale (€ x 1000)

40.182.037 52.531.477

77.169 3.775-

37.506.628 63.862.637

84.876 - - - - -

42.372.353 58.996.913

81.422 4.913 3.930 1.036

40.547.70660.821.559

82.7173.618 - 2.894 - 2.894 -

*Dato documento AIFA - Indicatori per la programmazione e il controllo - DL 78/2010 art. 11 comma 7b** Proiezione lineare dei primi 5 mesi dell'anno 2010

*Dato documento AIFA - Indicatori per la programmazione e il controllo - DL 78/2010 art. 11 comma 7b

Base Dati

consumi DDD Totali 65.147.192 DDD brevetto scaduto 60.586.889 DDD brevetto NON scaduto 4.560.303 % brevetto scaduto 93,0Costo DDD brevetto scaduto 0,55Spesa netta totale (€ 1000) 37.323 Spesa netta brevetto scaduto (€ 1000) 33.338

156.353.261145.408.533

10.944.72893,00,55

89.57680.010

Assunzioni

% Obiettivo Brevetto scaduto 93,6 93,0 Costo DDD brevetto scaduto 0,41 0,41 Costo DDD brevetto NON scaduto 0,87 0,87 Mesi applicazione manovra 2010 -

93,600,410,87

12

93,600,410,87

12% obiettivo sul risparmio potenziale 80%

Elaborazione Risparmio

Consumi Teorici brevetto scaduto (DDD) Consumi teorici NON scaduto (DDD) Spesa Teorica POTENZIALE (€ x 1000) Risparmio POTENZIALE MASSIMO (€ x 1000) Risparmio OBIETTIVO PERSEGUITO (€ x 1000) Risparmio incrementale (€ x 1000)

146.346.65210.006.609

68.70820.868 - 16.694 - 16.694

145.408.53310.944.728

69.139- - - - - -

146.346.65210.006.609

68.70820.86816.694

-

*Dato documento AIFA - Indicatori per la programmazione e il controllo - DL 78/2010 art. 11 comma 7b** Proiezione lineare dei primi 5 mesi dell'anno 2010

*Dato documento AIFA - Indicatori per la programmazione e il controllo - DL 78/2010 art. 11 comma 7b

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana78

Base Dati

consumi DDD Totali 16.937.115 40.649.076 DDD brevetto scaduto 12.042.289 28.901.493 DDD brevetto NON scaduto 4.894.826 11.747.583 % brevetto scaduto 71,1 71,1Costo DDD brevetto scaduto 0,33 0,3Spesa netta totale (€ 1000) 8.120 19.489 Spesa netta brevetto scaduto (€ 1000) 4.015 9.635

Assunzioni

% Obiettivo Brevetto scaduto 71,1 75,00 83,20 Costo DDD brevetto scaduto 0,27 0,27 0,27 Costo DDD brevetto NON scaduto 0,84 0,84 0,84 Mesi applicazione manovra 2010 - 12 12 % obiettivo sul risparmio potenziale

83,2 0,27 0,84

12 80%

Elaborazione Risparmio

Consumi Teorici brevetto scaduto (DDD)Consumi teorici NON scaduto (DDD)Spesa Teorica POTENZIALE (€ x 1000)Risparmio POTENZIALE MASSIMO (€ x 1000) Risparmio OBIETTIVO PERSEGUITO (€ x 1000) Risparmio incrementale (€ x 1000)

28.901.493 11.747.583

17.671 - - - - - -

33.820.031 6.829.045

14.868 4.6213.6971.520

- -

30.486.807 10.162.269

16.768 2.7212.1772.177 -

*Dato documento AIFA - Indicatori per la programmazione e il controllo - DL 78/2010 art. 11 comma 7b** Proiezione lineare dei primi 5 mesi dell'anno 2010

*Dato documento AIFA - Indicatori per la programmazione e il controllo - DL 78/2010 art. 11 comma 7b

Base Dati

consumi DDD Totali 117.608.377 DDD Ace Inibitori non associati - C09A 71.505.893 DDD Sartani non associati C09C 46.102.484 % C09A/(C09A + C09C) 60,8Costo x DDD C09A (Regione) 0,17Spesa netta totale (€ 1000) 37.466 Spesa netta Ace Inibitori non associati - C09A (€ 1000)

267.396.236 165.892.625 101.503.611

62,040,184705728

90.794 30.641 11.962

282.260.105 171.614.144 110.645.961

60,80,2

89.919 28.709

Assunzioni

% Obiettivo C09A/(C09A + C09C) 72,7 72,70Costo x DDD C09A (Bench) 0,14 0,14Costo x DDD C09C (Regione) 0,55 0,55Mesi applicazione manovra 2010 12

73,6 0,16 0,59

12

60,80,140,55-

65,000,140,55

12 12% obiettivo sul risparmio potenziale 80%

Elaborazione Risparmio

Consumi Teorici C09A (DDD)Consumi teorici C09C (DDD)Spesa Teorica POTENZIALE (€ x 1000)Risparmio POTENZIALE MASSIMO (€ x 1000)

196.910.588 70.485.648

73.527 17.266-

Risparmio OBIETTIVO PERSEGUITO (€ x 1000)Risparmio incrementale (€ x 1000)

171.614.144 110.645.961

85.324 - - - - - -

205.203.096 77.057.009

71.418 18.50114.801

7.198

- -

183.469.068 98.791.037

80.416 9.5037.6027.602 -

*Dato documento AIFA - Indicatori per la programmazione e il controllo - DL 78/2010 art. 11 comma 7b** Proiezione lineare dei primi 5 mesi dell'anno 2010

*Dato documento AIFA - Indicatori per la programmazione e il controllo - DL 78/2010 art. 11 comma 7b

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 79

Base Dati

consumi DDD TotaliDDD Ace Inibitori associati - C09BDDD Sartani associati C09D% C09B/(C09B + C09D)Costo x DDD C09B (Regione)Spesa netta totale (€ 1000)Spesa netta Ace Inibitori associati - C09B (€ 1000)

50.042.413 19.416.456 30.625.957

38,80,40

32.354 7.707

120.101.791 46.599.495 73.502.296

38,80,4

77.650 18.498

Assunzioni

% Obiettivo C09B/(C09B + C09D) Costo x DDD C09B (Bench) Costo x DDD C09D Mesi applicazione manovra 2010 -

38,80,320,81 12

50,000,320,81

12

55,000,320,81

% obiettivo sul risparmio potenziale

55,00,320,81

12 80%

Elaborazione Risparmio

Consumi Teorici C09B (DDD) Consumi teorici C09D (DDD) Spesa Teorica POTENZIALE (€ x 1000) Risparmio POTENZIALE MASSIMO (€ x 1000) Risparmio OBIETTIVO PERSEGUITO (€ x 1000) Risparmio incrementale (€ x 1000)

46.599.49573.502.296

74.449- - - - - -

66.055.985 54.045.806

64.915 12.735 10.188

2.354

60.050.896 60.050.896

67.858 9.7927.8347.834

- - -

*Dato documento AIFA - Indicatori per la programmazione e il controllo - DL 78/2010 art. 11 comma 7b** Proiezione lineare dei primi 5 mesi dell'anno 2010

*Dato documento AIFA - Indicatori per la programmazione e il controllo - DL 78/2010 art. 11 comma 7b

ALTRE MISuRE PER IL MIGLIORAMEnTO DELL’APPROPRIATEZZA PRESCRITTIvA In AMBITO OSPEDALIERO

i farmaci antiblastici innovativi, specialmente quelli biotecnologici, uniscono a grandi potenzialità diagnostiche e terapeutiche, scarse in-formazioni sulla sicurezza, un costo elevato e spesso anche un rilevante rischio di inappropriatezza prescrittiva, per cui l’AiFA ne ha sottoposto l’impiego ad appositi Registri di monitoraggio. L’uso dei Registri permet-te di ridurre progressivamente gli impieghi off-label evidenziando perciò una maggiore appropriatezza d’uso e garantendo la valutazione della sicurezza e dell’efficacia.

L’AiFA unitamente alla valutazione del potenziale innovativo dei farmaci ha dato avvio a un nuovo approccio per la ripartizione/condivisione del rischio (RiskSharing).

L’associazione di Registri di monitoraggio e accordi di RiskSharingcon-tribuisce alla definizionedel giusto costo da sostenere da parte del SSn, sia definendo il valore terapeutico del nuovo farmaco nella pratica cli-nica, sia consentendone un uso più appropriato.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana80

Analogamente, anche per i farmaci biologici per il trattamento dell’ar-trite reumatoide (AR) e dell’osteoporosi, per i quali si registrano elevati indici di consumo nella Regione, l’attenzione sull’appropriatezza d’uso degli stessi, attraverso l’elaborazione di apposite schede di monitoraggio regionali, può costituire uno strumento valido per garantire l’ottimizza-zione dei benefici e la riduzione dei rischi.

Per tali finalità, le schede dovranno riportare specificamente indicazioni su eventuali trattamenti pregressi, sulla base delle condizioni di prescri-vibilità già fissate all’atto dell’autorizzazione all’immissione in commer-cio e/o dalle relative note AiFA.

Le iniziative proposte saranno implementate anche attraverso l’assegna-zione di specifici obiettivi ai direttori generali, con i relativi indicatori per la loro misurabilità nonché anche attraverso la revisione dei centri pre-scrittori secondo una logica di rete che ne definisca i livelli, le relative funzioni e le modalità di interazione all’interno della rete stessa.

RISuLTATI PROGRAMMATI

•chiusura di tutte le schede di fine trattamento del Registro Monitorag-gio Farmaci oncologici, con particolare riferimento a quelle per le quali è previsto il sistema di RiskSharing;

•Monitoraggio delle prescrizioni dei farmaci biologici destinanti al tratta-mento dell’AR e dell’osteoporosi.

Sono state già adottate:•Una direttiva per il completamento dell’iter di registrazione di tutte le

fasi del trattamento per paziente, con i farmaci oncologici sottoposti al Registro AiFA di Monitoraggio, con particolare riferimento a quelle per le quali è previsto il sistema di condivisione del rischio (RiskSharing) e conseguente verifica semestrale.

•Una direttiva con la quale sono state approvate apposite schede regiona-li di monitoraggio per i farmaci biologici destinati al trattamento dell’AR e dell’osteoporosi.

entro il 31 dicembre 2012 si prevede l’elaborazione di un report sulle ri-sultanze dell’analisi delle schede di monitoraggio.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 81

4 Riqualificazione attività Sanitarie » integrazione ospedale - Territorio

cure palliative e terapia del dolore

COSA ABBIAMO TROvATO

in ottemperanza alle indicazioni di cui alla Legge n.38 del 15 marzo 2010, il coordinamento regionale per le cure palliative e terapia del dolore ha definito il “Programma di sviluppo della rete di cure palliative nella Regio-ne Siciliana” e il “Programma di sviluppo della rete di terapia del dolore”, che sono stati approvati con D.A. 3 gennaio 2011 pubblicato sulla gURS n.6 del 4/2/11.

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

con tali programmi si è voluto tutelare e garantire l’accesso alla rete di cure palliative e di terapia del dolore e che l’assistenza all’interno delle reti sia erogata nel rispetto dei principi fondamentali quali: tutela della dignità e autonomia della persona malata senza alcuna discriminazione; tutela e promozione della qualità della vita fino al suo termine; adeguato sostegno sanitario e socio-assistenziale della persona malata e della famiglia.

SvILuPPO DELLA RETE DI CuRE PALLIATIvE

Si intende incrementare l’offerta di tali cure in ambito domiciliare e resi-denziale e definire le modalità di presa in carico e accompagnamento dei pazienti che necessitano di tale assistenza in tutte le fasi della loro malattia.

È stata delineata la realizzazione dell’intervento palliativo, declinandone tutte le fasi e indicando gli elementi caratterizzanti di ciascun intervento: dalla segnalazione del caso alla valutazione del bisogno, all’attuazione del programma di presa in carico del malato e della sua famiglia.

Sono inoltre stati indicati gli elementi per una adeguata realizzazione del-la rete, definendo per ciascun livello di cura tutti gli interventi necessari.

Va segnalato inoltre che nell’ambito dei Progetti obiettivi di Piano Sa-nitario nazionale 2010 la Regione Siciliana, per implementare le attività assistenziali di cure palliative, ha definito uno specifico progetto regio-nale destinando complessivamente alle aziende sanitarie la somma di € 2.867.000.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana82

PROGRAMMA DI SvILuPPO DELLA RETE DI TERAPIA DEL DOLORE

L’obiettivo prioritario è quello di definire un modello di rete regionale di centri specialistici integrato con la medicina del territorio, capace di ga-rantire il diritto d’accesso alla terapia del dolore per tutti i cittadini in ogni età e in ogni luogo di cura. il modello regionale prevede che per tutelare tale diritto siano attivati tutti i nodi della rete sia a livello ospedaliero che territoriale e che siano garantiti adeguati percorsi diagnostici terapeutici e riabilitativi condivisi.

Tale modello si articola in 3 nodi complementari: i centri di riferimento di terapia del dolore (Hub); l’ambulatorio di terapia antalgica (Spoke); l’ag-gregazione funzionale territoriale (AFT) di medici di Medicina generale., Per ciascuno dei tre livelli, nel programma vengono definiti compiti e funzioni con particolare riguardo agli aspetti organizzativi, professionali e prestazionali.

nell’ambito dei Progetti obiettivi di Piano Sanitario nazionale 2010 la Re-gione Siciliana, per la linea progettuale “Terapia del dolore”, ha destinato la somma di € 1.922.000 al “Progetto ospedale -Territorio senza dolore”, per favorire la realizzazione del modello assistenziale sopra descritto e per la formazione di formatori in ambito ospedaliero.

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

Al dicembre del 2007 risultavano attivati 5 hospice per complessivi 51 posti. Al dicembre del 2009 risultavano attivati 9 hospice per complessivi 99 posti. A completamento del programma la rete degli hospice sarà costituita da 13 strutture per complessivi 165 posti.

Rete regionale di residenzialità per i soggetti fragili

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

con il D.A. del 24 maggio 2010 si interviene nella riorganizzazione delle Residenze Sanitarie Assistite (RSA) pubbliche e private, in coerenza con le più recenti linee di indirizzo in materia di rifunzionalizzazione di taluni presidi ospedalieri e tenendo conto dei criteri nel nuovo Patto per la sa-lute, stabilendo omogenei aspetti organizzativi, funzionali e di adeguata qualità a garanzia dei livelli assistenziali.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 83

con tale provvedimento si è inteso superare l’incongruo sviluppo della rete delle RSA determinatosi precedentemente, non correlato ai bisogni dei rispettivi bacini d’utenza.

in particolare, si è proceduto a definire la nuova caratterizzazione delle strutture RSA quali strutture finalizzate a fornire ospitalità, prestazioni sa-nitarie, di recupero funzionale e di inserimento sociale a persone non au-tosufficienti, in condizione di instabilità clinica e comorbilità derivati da esiti di patologie acute, richiedenti un’assistenza sanitaria di buon livello e un’assistenza tutelare che garantisca il supporto alla mancata autono-mia familiare, non assistibili a domicilio e che pur tuttavia non necessita-no di ricovero in strutture ospedaliere o di riabilitazione globale.

considerato il fabbisogno e avuto riguardo alla sostenibilità economica correlato al potenziamento della rete si è ritenuto, di fissare in 2.500 po-sti la dotazione a carico del Servizio Sanitario Regionale da completare entro il triennio 2010 - 2012.

considerato che alla data di pubblicazione del decreto risultavano at-tivati 1.052 posti, si prevede un programma di attivazione nell’arco del triennio di ulteriori 1448 posti, da realizzare tenuto conto dei posti di RSA già finanziati ai sensi dell’art. 20 ex L.67/88, dei posti di RSA attivabili a seguito della rifunzionalizzazione dei presidi ospedalieri dismessi non-ché degli ulteriori posti di RSA private accreditate già titolari di accordi contrattuali alla data del 14 aprile 2009.

Pur tuttavia va rilevato, che lo sviluppo del programma, definito coeren-temente alle indicazioni della legge di riforma regionale, ha evidenziato delle criticità laddove, a fronte di posti disponibili previsti dalla program-mazione regionale, né il pubblico né il privato per mancanza dei requisiti di accesso possono concretamente concorrere alla realizzazione dei po-sti in questione.

ciò ha indotto il governo a farsi promotore di un disegno di legge, già approvato all’unanimità dalla competente commissione Legislativa dell’ARS, con cui si intende assicurare la piena copertura dei posti dispo-nibili previsti dalla programmazione al fine di superare le criticità.

inoltre, a completamento del fabbisogno di assistenza residenziale, an-che per le forme di lungo assistenza oltre l’anno che non trovano risposta nella rete delle RSA, si prevede di attivare entro il 2012, in coerenza con quanto indicato nel Piano Sanitario Regionale e nel Programma ope-rativo, oltre 400 posti residenziali di minore intensità assistenziale, i cui aspetti gestionali saranno definiti nell’ambito del più ampio processo di integrazione sociosanitaria in atto in corso di sviluppo.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana84

Sistema integrato delle cure domiciliari

nell’ambito di quanto previsto dal Quadro Strategico nazionale 2007 - 2013, con cui è stato istituito un meccanismo premiale associato al con-seguimento di risultati verificabili in termini di servizi essenziali per la qualità della vita dei cittadini, la Regione è impegnata nell’obiettivo di Servizio ii – indicatore S.06 “Presaincaricodeglianzianiperilserviziodiassistenzadomiciliareintegrata” .

Tale obiettivo prevede la creazione di un sistema integrato di servizi e in-terventi che coinvolge congiuntamente l’Assessorato della Salute e quello della Famiglia, finalizzato a ottimizzare e incrementare i servizi di cura per anziani, al fine di giungere al target del 3,5% di assistiti sul totale della popolazione anziana (>65 anni), il cui raggiungimento rappresenterà un concreto segnale di miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

in tale ambito, con le lineeguidaregionaliperl’accessoeilgovernodelsi-stemaintegratodellecuredomiciliari approvate con il Decreto Presiden-ziale del 26 gennaio 2011 (gURS n.7 del 11/2/11), è stata definita la go-vernance di tale sistema, delineando i livelli di integrazione e il percorso di erogazione delle cure domiciliari con specifico riferimento alle moda-lità di accesso al sistema integrato, alla presa in carico, all’articolazione dell’offerta assistenziale nonché al sistema degli interventi e dei servizi sociali in tale contesto.

ciò posto, sono state introdotte opportune misure per potenziare tale livello di assistenza in tutte le realtà aziendali della Regione, inserendo tra gli obiettivi dei direttori generali delle ASP, l’incremento percentuale sui casi trattati nell’anno precedente e inserendo all’interno dei Progetti obiettivi di Piano Sanitario nazionale 2010, una specifica linea proget-tuale finalizzata all’incremento dei Punti Unici di Accesso e al potenzia-mento delle prestazioni sanitarie da erogarsi in ambito domiciliare, pre-vedendo al tal fine un finanziamento complessivo di € 4.288.000.

Tutto ciò ha permesso di registrare un forte trend di crescita dell’ADi, come è rilevabile dai dati del nuovo Sistema informativo Sanitario di cui si fornisce il seguente quadro riepilogativo regionale riferito al triennio 2008 - 2010.

AnnO n . casi trattati n .casi trattati - anziani2008 11.638 8.6982009 14.697 9.9862010 19.278 14.055

Fonte: Ministero della Salute nSiS modello FLS 21

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 85

Screening oncologici

L’efficacia degli screening oncologici per ridurre la mortalità per tumore è ormai ampiamente dimostrata.

COSA ABBIAMO TROvATO

Alla fine del 2008, in Sicilia erano attivi lo screening del cervicocarcinoma in 4 ASP su 9 e quello mammografico in 2 ASP; in nessuna era attivo lo screening del colon retto.

Le criticità che ostacolavano la diffusione degli screening su tutto il terri-torio regionale, erano: la mancanza di un forte coordinamento regionale, la carenza di personale e in particolare di lettori qualificati per i test di screening di i livello, la presenza di software gestionali diversi fra loro e la mancata adozione di un diverso software comune a tutti e in grado di dialogare con il livello nazionale, la mancata utilizzazione dei fondi statali per gli screening.

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

nel luglio del 2009 è stato predisposto il “Progetto per il miglioramento degli screening oncologici nella Regione Sicilia”, approvato dal ccM - Mi-nistero della Salute, per garantire in tutto il territorio regionale l’accessi-bilità agli screening da parte della “popolazione bersaglio”, minimizzan-do le differenze di performance e qualità dei programmi, e valorizzando la capacità di coinvolgimento della popolazione e il corretto utilizzo delle informazioni sanitarie di supporto.

nell’ambito di questo progetto, è stato istituito il gruppo di coordina-mento regionale per gli screening oncologici, composto da due funzio-nari regionali, tre delle ASP e dal direttore dell’osservatorio nazionale Screening. il coordinamento ha riunito i tavoli tecnici dei referenti dei tre screening che hanno esitato diversi documenti da utilizzare quali proto-colli operativi nelle ASP.

Sono state affrontate le criticità legate ai software posseduti dalle ASP (è stato fornito a tutti uno schema di capitolato d’appalto, con le caratteristi-che tecniche necessarie, per l’adeguamento del software esistente o per l’acquisto di un nuovo software compatibile con il tracciato nazionale del “Progetto MATToni”) e alla carenza di lettori qualificati per i test di scre-ening di i livello (si è convenuto di procedere mediante convenzioni per la lettura dei Pap Test con le ASP dotate di centri già operanti con lettori

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qualificati e sono state emanate le direttive contenenti le procedure per l’adeguamento delle performance di lettura e refertazione delle mammo-grafie, in modo da certificare i radiologi che non possiedono il requisito della lettura annuale di almeno 5.000 mammografie di screening, tramite l’affiancamento da parte dei radiologi certificati di altre ASP).

infine è stato predisposto il percorso di formazione per gli operatori, ini-ziato con la giornata del 16 novembre 2010 sugli aspetti epidemiologici, organizzativi e gestionali in generale e sta proseguendo presso il ceFPAS con la formazione per la comunicazione (23-24 febbraio 2011) e quella specifica per i tre screening (9 -10 marzo screening del cervicocarcinoma, 12 - 13 aprile 2011 screening del tumore della mammella, successiva-mente screening del colon retto).

Per favorire lo sviluppo delle attività previste nelle ASP è stata chiesta la reiscrizione in bilancio dei fondi statali per gli screening oncologici e suc-cessivamente le somme sono state ripartite e liquidate alle ASP.

L’inserimento dell’estensione degli screening oncologici fra gli obiettivi dei direttori generali delle ASP per il 2010 è stato di fondamentale impor-tanza per incentivare l’attuazione del progetto.

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

entro il mese di dicembre del 2010 sono iniziati gli inviti per lo screening del cervicocarcinoma in tutte le Aziende Sanitarie Provinciali, per lo scre-ening mammografico in 8 ASP e per lo screening del colon retto in 3 ASP.

nel 2010 sono state invitate per lo screening del cervicocarcinoma 229.641 donne, corrispondenti al 49,5% della popolazione target annua-le regionale, con una adesione complessiva del 30,2% (nel 2008 gli inviti erano stati 115.117, corrispondenti al 25,1% della popolazione target an-nuale regionale, con una adesione complessiva del 20,1%).

Per lo screening mammografico sono state invitate 84.511 donne, corri-spondenti al 27,9% della popolazione target annuale regionale, con una adesione complessiva del 38,6% (nel 2008 gli inviti erano stati 51.730, corrispondenti al 17,4% della popolazione target annuale regionale, con una adesione complessiva del 35,2%).

21.796 persone sono state invitate per lo screening del colon retto, cor-rispondenti al 3,8% della popolazione target annuale regionale, con una adesione complessiva del 39,7% (nel 2008 lo screening non era attivo).

nell’ultima riunione del direttivo dell’osservatorio nazionale Screening (onS), tenutasi a Verona il 15 dicembre 2010, è stato deciso di allargare il direttivo dell’onS a rappresentanti esperti di Regioni particolarmente

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importanti per lo sviluppo dei programmi di screening: la rappresentante della Sicilia è stata chiamata insieme ai rappresentanti di Lombardia, Ve-neto, Lazio e campania.

Un forte coordinamento istituzionale, il coinvolgimento degli operatori e la condivisione delle procedure fra le realtà già operative e quelle da attivare, hanno permesso l’estensione della popolazione interessata da-gli screening e l’avvio degli stessi in ASP in cui non erano ancora attivati.

È auspicabile che dopo il periodo iniziale di assestamento, con la colla-borazione di tutte le parti interessate, si raggiunga un’offerta di qualità omogenea su tutto il territorio regionale, anche attraverso il suppor-to, per lo screening del colon retto, della rete delle farmacie operanti sul territorio con la diffusione di un protocollo operativo condiviso a livello regionale con le organizzazioni rappresentative di categoria.

Piano Vaccinazioni

COSA ABBIAMO TROvATO

Un calendario vaccinale, adottato con il D.A. n° 1477 del 2003, ormai su-perato, visto che in questi ultimi anni sono stati sperimentati e immessi sul mercato nuovi vaccini, affidabili sia per quanto attiene l’efficacia che la sicurezza.

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

La Regione Siciliana è stata sempre molto sensibile nel garantire l’offerta attiva e gratuita di tutti i vaccini “obbligatori” e “raccomandati” e, nell’ot-tica di un continuo miglioramento dell’offerta vaccinale, con il Decreto Assessoriale 01819/10 del 13 luglio 2010, si è dotata di un nuovo calen-dario, che prevede l’inserimento di nuovi vaccini raccomandati, attual-mente disponibili, e ulteriori richiami per alcune vaccinazioni già previste nel precedente calendario.

Vaccini previsti in calendario:DTPa:diftotetanopertosseacellularedTpa:diftotetanopertosseacellulareadultiIPV:polioSalkHB:epatiteBHib:emofiloMPR:morbillo-parotite-rosoliaVar:varicella

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HPV:papillomaPCV:pneumococco13valenteconiugatoPPV:pneumococco23valentepolisacc .MCV:meningococcoCconiugato

La vaccinazione rappresenta uno degli interventi più efficaci e sicuri a di-sposizione della sanità pubblica, per la prevenzione primaria delle malat-tie infettive. Tale pratica, comporta benefici non solo per effetto diretto sui soggetti vaccinati ma anche in modo indiretto, inducendo protezione ai soggetti non vaccinati (herdimmunity).

i vaccini hanno cambiato la storia della medicina, essi si sono affermati come strumento fondamentale per la riduzione della mortalità e mor-bosità, modificando profondamente l’epidemiologia delle malattie in-fettive. L’impiego dello strumento vaccinale ha portato a risultati spesso clamorosi, come la scomparsa del vaiolo e della poliomielite.

in italia, le malattie per le quali sono state condotte vaccinazioni di massa, sono pressoché eliminate (difterite, poliomielite) o ridotte ad un’inciden-za molto bassa (tetano, epatite B, haemophilusinfluenzae tipo b); per altre malattie, tipiche dell’infanzia, si è pervenuti a una veloce e costante dimi-nuzione dell’incidenza grazie all’aumento della copertura vaccinale (per-tosse, morbillo, rosolia, parotite). Queste vaccinazioni, insieme a quella anti-influenzale per i soggetti considerati a rischio, sono incluse nei Livelli essenziali di Assistenza (LeA) e offerte attivamente in tutto il Paese.

negli ultimi anni sono stati registrati vaccini che hanno dimostrato eleva-ta efficacia nel prevenire malattie infettive con un grave decorso clinico (meningiti e altre infezioni invasive da meningococco c e da streptococ-cuspneumoniae) o malattie che, pur decorrendo nella maggior parte dei casi senza complicanze, hanno un’elevata incidenza (varicella). Queste vaccinazioni, non ancora incluse nei LeA, sono offerte attivamente dalla Regione Siciliana.

Le vaccinazioni proteggono l’individuo dalle malattie infettive inducen-do una risposta immunitaria, simile a quella provocata dall’infezione na-turale, senza però causare i sintomi e i danni della malattia. il soggetto vaccinato, oltre a non ammalare, non viene colonizzato dall’agente pa-togeno. non è quindi infettante per gli altri e protegge indirettamente anche chi non è vaccinato.

Per le infezioni a serbatoio esclusivamente umano, che permangono nel-la collettività trasmettendosi da persona a persona, rendere immuni con la vaccinazione porzioni molto elevate della popolazione suscettibile, consente di ridurre o addirittura interrompere la catena di trasmissione interumana del corrispondente agente patogeno.

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nel sottolineare il valore delle vaccinazioni per prevenire le malattie in-fettive va ricordato, che anche il miglioramento delle condizioni socio-economiche e dell’igiene individuale e ambientale contribuiscono in ma-niera importante al calo dell’incidenza di queste patologie. Va peraltro segnalato che le vaccinazioni riescono a svolgere un’azione preventiva importante, anche quando si opera in popolazioni che vivono in condi-zioni di igiene ambientale e individuale sfavorevole.

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

con il nuovo calendario delle vaccinazioni si è stabilita la successione cronologica con cui vanno effettuate le vaccinazioni dei bambini e de-gli adolescenti, dopo la nascita. esso costituisce un’utile guida sia per gli operatori sanitari dei servizi vaccinali, i pediatri e i medici di Medicina generale, sia per i genitori ma rappresenta, soprattutto, lo strumento per rendere operative le strategie vaccinali e conseguire gli obiettivi fissati, per il raggiungimento della massima efficacia delle diverse vaccinazioni.

L’aggiornamento del calendario ha l’obiettivo di mantenere elevate co-perture per le vaccinazioni la cui pratica è ormai consolidata e propone l’inserimento di nuovi vaccini riconosciuti come efficaci e sicuri (offerta attiva ai nuovi nati, ricerca attiva e vaccinazione dei soggetti a rischio), attraverso la messa a regime in tutta la Regione dell’anagrafe vaccinale per soggetto vaccinato e registrato, nonché l’implementazione della sor-veglianza degli eventi avversi a vaccino.

oBieTTiVo coPeRTURe VAccinALi ( D.A. n° 01819/10 del 13/07/2010)

vaccino24 mesi % 6 anni % 12 - 15 anni %

Valore soglia

Valore atteso

Valore soglia

Valore atteso

Valore soglia

Valore atteso

DTPa

95 98iPVepatite B

HibPcV 80 > 90McV 80 > 90 70 80

Varicella > 90 > 95 > 90 > 95 > 90 > 95MRP > 90 > 95 > 90 > 95 > 90 > 95

iPV-DTPa / iPV-dTpa 90 > 90dTpa 70 > 80HPV 70 > 80

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oper valore soglia si intende il limite minimo di copertura per garantire il controllo della malattia.

oper valore atteso si intende il limite ottimale raccomandato di copertura.

L’anagrafe vaccinale, che consente di informare con sollecitudine l’utente affinché il calendario vaccinale venga pienamente rispettato, in atto già implementata in alcune ASP, confluirà nel contesto del più ampio “Pro-gramma di innovazione digitale per la Sanità” in un “cruscotto” centrale a seguito dell’uniformazione dei sistemi informativi aziendali conseguente al processo di ricognizione in corso.

Piano Regionale Sangue e Plasma 2010-2012

il Piano Regionale Sangue e Plasma 2010 - 2012 (PRSP) costituisce il pri-mo documento programmatico che definisce la governance delle attività trasfusionali sul territorio regionale, in forma coerente con la normativa di settore e le attuali linee di tendenza nazionali.

COSA ABBIAMO TROvATO

L’atto di programmazione scaturisce da un’analisi di contesto che docu-menta l’esistenza di numerose criticità nella gestione delle attività pro-duttive (raccolta sangue intero, emazie, piastrine e plasma) e delle fun-zioni clinico assistenziali proprie della medicina trasfusionale (raccolta staminali emopoietiche, aferesi terapeutica e banking), che risultavano rispondenti a esigenze aziendali piuttosto che a una vision regionale.

L’assenza di un forte coordinamento, attribuito dalla Legge 219/2005 alla struttura regionale, refluiva in un difetto di monitoraggio periodico delle attività produttive e di programmazione, inerenti la raccolta e il consumo degli emocomponenti labili e del plasma e in una gestione difforme da quella prevista dalla normativa di settore in tema di emovigilanza, con conseguente impossibilità a produrre utili strumenti di gestione proatti-va del rischio trasfusionale.

Ulteriori elementi di criticità risultavano:•Dall’assenza di un modello gestionale a impronta dipartimentale.•Dalla presenza di strutture trasfusionali non modulate su livelli di attività. •Dalla polverizzazione delle attività relative alla qualificazione biologica degli

emocomponenti, in precedenza attribuita a ciascun servizio trasfusionale.•Dall’assenza di una programmazione regionale, basata sull’evidenza, in

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tema di autosufficienza per emocomponenti (globuli rossi, piastrine) e prodotti di derivazione plasmatica.

•Dal mancato soddisfacimento del debito informativo nei confronti delle strutture sovraordinate (centro nazionale Sangue - MdS).

•Dall’assenza del network telematico.•Dalla mancata identificazione di requisiti strutturali, tecnologici e orga-

nizzativi per l’esercizio delle attività sanitarie presso le strutture trasfusio-nali e le unità di raccolta associative, in forma coerente con i contenuti del codice comunitario e dei decreti legislativi di recepimento nazionali.

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

gli elementi caratterizzanti il nuovo modello organizzativo adottato, ri-spondono alle criticità riscontrate e alle peculiari esigenze del contesto regionale, con particolare riferimento:

•Al decentramento delle attività produttive, quale strumento utile ad assi-curare l’attività di raccolta in forma diffusa sul territorio regionale.

•Alla centralizzazione gestionale, tendente a ricondurre il 35% circa delle strutture trasfusionali, alla gestione di unità operative complesse di me-dicina trasfusionale attraverso l’istituzione di articolazione organizzative (unità operative semplici).

•Alla modulazione su livelli di attività delle strutture trasfusionali, attraver-so la centralizzazione delle attività di qualificazione biologica, prevista presso 4 strutture (centri di Qualificazione Biologica – cQB), che genera economie di scala con liberazione di risorse assicurando, contestualmen-te, più elevati livelli di qualità e sicurezza dei prodotti trasfusionali e eco-nomie refluenti dall’aumento delle masse critiche.

•Alla definizione di un programma regionale per l’autosufficienza di dura-ta triennale, utile ad assicurare una disponibilità della risorsa trasfusiona-le secondo standard oMS.

•Alla definizione di un modello organizzativo di monitoraggio e trasfe-rimento dei flussi informativi richiesti dalle strutture sovraordinate (iSS - MdS), indispensabili ai fini della programmazione regionale.

•All’implementazione di un network informatico trasfusionale, quale stru-mento a supporto della sicurezza trasfusionale, come previsto dalla nor-mativa di settore e da apposita raccomandazione del centro nazionale Sangue.

•Alla definizione di requisiti minimi specifici che, già previsti dal vigente PRSP, risultano, oggi, già identificati all’interno di apposito decreto asses-soriale.

•Alla definizione di un modello organizzativo delle attività clinico assi-stenziali proprie della rete trasfusionale e di promozione del biobanking regionale. La qualificazione delle attività clinico assistenziali ha previsto

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l’identificazione di una rete regionale, preposta alla raccolta e criopreser-vazione delle staminali emopoietiche, per la tipizzazione tissutale, per la LDL aferesi, per la fotoforesi, per l’emofiltrazione. È prevista l’istituzione di una Biobanca regionale per gli emocomponenti di gruppo raro, uni-tamente a un progetto per la riqualificazione della Biobanca del Sangue cordonale di Sciacca.

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

il Piano Sangue è il primo documento di programma che disegna una prospettiva di autosufficienza entro un orizzonte temporale trien-nale (periodo di vigenza del piano), identificando in ciascun ambito pro-vinciale, la quantità di emazie concentrate e plasma da raccogliere e pre-vedendo, altresì, di assegnare agli stessi direttori generali delle aziende sanitarie, l’obiettivo della produzione al fine di realizzare sinergie ulteriori tra l’attività del management e la funzione trasfusionale. il nuovo model-lo organizzativo risulta già implementato sul territorio regionale.

La centralizzazione gestionale ha ridotto da 31 a 21 il numero delle unità operative complesse di Medicina Trasfusionale, istituendo 10 articolazio-ni organizzative, rappresentate da unità operative semplici e riducendo pertanto i costi gestionali.

L’operatività dei centri di qualificazione biologica risulterà implementata entro il 2011. Apposito Decreto Assessoriale, di attuazione del PRSP, assi-cura il finanziamento di queste attività a valenza sovra aziendale definen-do, altresì, i costi della qualificazione biologica.

il programma di autosufficienza previsto dal documento programmati-co, risulta soddisfatto nell’anno 2010 con riferimento alla produzione di emazie (181.546) e di plasma da conferire all’industria dell’emoderivazio-ne (44.000 Kg).

il debito informativo inerente i dati di attività e di emovigilanza risulta, per la prima volta soddisfatto nell’anno 2010 e consolidato nel 2011.

il network informatico, che garantisce il collegamento telematico tra i 4 centri di qualificazione biologica e le strutture trasfusionali, risulta già operativo e assicura attualmente la connettività prevista tra gli hub di catania, Palermo, Ragusa, Sciacca e gli spoke afferenti.

Apposito Decreto Assessoriale di attuazione del PRSP, che recepisce l’Ac-cordo Stato – Regioni del 16 dicembre 2010, ha già identificato i requisiti minimi strutturali, tecnologici e organizzativi per l’esercizio delle attività sa-nitarie presso per le strutture trasfusionali e le unità di raccolta associative.

Una Banca regionale degli emocomponenti di gruppo raro, per la tipiz-

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zazione genomica estesa dei donatori con tecnologia microarray prevista dal Piano Sangue, è già operativa dal mese di settembre 2010.

L’articolato progetto di riqualificazione della Banca del Sangue cordona-le di Sciacca è attualmente in corso e lo stato di avanzamento, induce a ritenere prossimo il trasferimento presso la nuova sede, dotata di un’area di stoccaggio tecnologicamente avanzata, mentre la completa operativi-tà con esposizione delle unità cordonali già bancate, viene prevista entro l’anno 2011.

Sistema regionale per la gestione del rischio clinico

La sicurezza dei pazienti rappresenta una priorità di politica sanitaria in italia come nel resto del mondo, rientra tra le fondamentali dimensioni della qualità dell’assistenza sanitaria, e garantisce (attraverso l’identifi-cazione, l’analisi e la gestione dei rischi e degli incidenti possibili per i pazienti) la progettazione e l’implementazione di sistemi operativi e pro-cessi che minimizzano la probabilità di errore, i rischi potenziali e i conse-guenti possibili danni ai pazienti.

COSA ABBIAMO TROvATO

nella Regione Siciliana, in seguito al verificarsi di eventi sentinella, sono state avviate a partire dal 2005 diverse iniziative per il miglioramento della sicurezza dei pazienti:

•D.A. 23 settembre 2005: istituzione della commissione regionale per la sicurezza del paziente, nell’ambito delle strutture operatorie.

•D.A. 5 ottobre 2005: costituzione presso le aziende sanitarie e le case di cura private, del comitato per il rischio clinico nell’ambito delle strutture operatorie.

•intesa 27 gennaio 2006 sottoscritta dal Ministro della Salute e dall’Asses-sore per la Salute.

•D.A. 22 febbraio 2006: istituzione del centro di coordinamento Regiona-le, quale cabina di regia tecnica per le attività relative alla sicurezza dei pazienti e alla gestione del rischio clinico.

•D.A.11 gennaio 2008: Approvazione degli standard per la gestione del ri-schio clinico per le strutture ospedaliere e le centrali operative Seus 118.

Dalla elencazione dei provvedimenti adottati si rileva che, storicamente, mancava una attività di coordinamento delle diverse attività volte alla sicurezza dei pazienti.

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COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

con la riforma sanitaria è stato dato per la prima volta un assetto alle politiche di governo clinico, con particolare riferimento alla gestione del rischio clinico e alla sicurezza dei pazienti con l’obiettivo di:

•Predisporre un ambiente organizzativo, adeguato all’esercizio dei pro-cessi assistenziali e diagnostico terapeutici che in esso si svolgono.

•identificare, riconoscere e correggere in modo sistematico i comporta-menti inadeguati e correggere i processi nei punti che si dimostrano vul-nerabili a errori causali.

•Recuperare le condizioni antecedenti all’occorrenza degli eventi avversi, laddove possibile, o comunque gestire in modo efficace e efficiente le conseguenze degli stessi danneggiati (in termini di comunicazione effi-cace, assistenza post intervento e risarcimento).

L’Assessorato della Salute ha voluto riorientare il sistema per la gestione del rischio clinico a livello regionale, per riconfigurare un quadro omo-geneo e coerente rispetto ai diversi aspetti della sicurezza dei pazienti. i diversi programmi e le diverse attività, fino a ieri parziali e frammentarie, sono adesso orientate in un’unica direzione e all’interno di una un’unica strategia regionale.

ISTITuZIOnE DELLA FunZIOnE AZIEnDALE PER LA GESTIOnE DEL RISCHIO CLInICO E MOnITORAGGIO DEGLI EvEnTI SEnTInELLA (D .A . 3181/2009)

il 23 dicembre 2009 è stato firmato il Decreto Assessoriale che istituisce il flusso informativo per la gestione degli eventi sentinella SiMeS e l’attiva-zione di una funzione aziendale, permanentemente dedicata alla gestio-ne del rischio clinico e alla sicurezza dei pazienti.

in coerenza agli indirizzi nazionali, a partire dalla seconda metà del 2010, il sistema di monitoraggio degli eventi sentinella è gradualmente passa-to dal formato cartaceo a quello elettronico, tramite il sistema informa-tizzato SiMeS, pertanto, è cambiato il sistema di validazione degli stessi eventi.

i referenti aziendali del rischio clinico segnalano gli eventi sentinella dopo che si verificano, seguendo le indicazioni del protocollo nazionale, inserendo su sistema informatico le informazioni relative alle analisi dei fattori contribuenti.

nel contesto del Protocollo di monitoraggio degli eventi sentinella, il Mi-nistero definisce evento sentinella un “evento avverso di particolare gra-vità, potenzialmente evitabile, che può comportare morte o grave danno

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al paziente e che determina una perdita di fiducia dei cittadini nei con-fronti del servizio sanitario. il verificarsi di un solo caso è sufficiente per dare luogo a un’indagine conoscitiva diretta ad accertare se vi abbiano contribuito fattori eliminabili o riducibili e per attuare le adeguate misure correttive da parte dell’organizzazione”.

Si riportano alcuni dati estratti dal SiMeS:

Tabella 1 - Tipo Evento n .

Morte o grave danno per caduta di paziente 24

Morte o grave danno imprevisto conseguente ad intervento chirurgico 14

Morte o disabilità permanente in neonato sano di peso >2500 grammi non correlata a malattia congenita 13

Strumento o altro materiale lasciato all’interno del sito chirurgico che richieda un successivo intervento o ulteriori procedure 13

Morte materna o malattia grave correlata al travaglio e/o parto 11

Suicidio o tentato suicidio di paziente in ospedale 9

Morte, coma o gravi alterazioni funzionali derivati da errori in terapia farmacologica 5

Atti di violenza a danno di operatore 4

Reazione trasfusionale conseguente ad incompatibilità ab0 3

Morte o grave danno conseguente ad inadeguata attribuzione del codice triage nella centrale operativa 118 e/o all’interno del pronto soccorso 2

errata procedura su paziente corretto 1

ogni altro evento avverso che causa morte o grave danno al paziente 26

Totale 125

Tabella 1: numeri di eventi sentinella per tipologia (periodo 2005 - 2010)

nella Tabella 2 vengono riportate le conseguenze degli eventi avversi per categoria di esito (periodo 2005 - 2010) e quindi la severità del danno che hanno subito i pazienti. Sono stati segnalati 61 decessi e 64 casi di grave danno.

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Tabella 2 – Esito n .

Morte 61Trauma maggiore conseguente a caduta di paziente 18Reintervento chirurgico 15Stato di malattia che determina prolungamento della degenza o cronicizzazione 6Trasferimento a una unità semintensiva o di terapia intensiva 6Reazione trasfusionale conseguente a incompatibilità A B Ø 2Disabilità permanente 2Rianimazione cardio respiratoria 1Altro 14

Totale 125

Tabella 3. numero di eventi sentinella per esito (morte o danno al pazien-te) e per anno.

Tabella 3 2006 2007 2008 2009 2010

eventi sentinella 17 26 26 27 26Mmorte 11 11 11 8 2Danno 6 15 15 19 24

grafico 1- % di segnalazioni complete rispetto al totale degli eventi senti-nella segnalati

Una segnalazione incompleta, ovvero mancante di una delle sue compo-nenti, quali ad esempio l’analisi dei fattori contribuenti o la mancanza di un piano di miglioramento, è indicativa di una scarsa capacità dell’organiz-zazione di reagire in modo adeguato all’evento avverso che si è verificato.

Una segnalazione completa deve necessariamente comprendere la sche-da di segnalazione con le informazioni preliminari descrittive dell’evento

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avverso occorso (scheda A), la scheda con le analisi dei fattori determi-nanti o contribuenti al verificarsi dell’evento avverso (scheda B) e la for-mulazione delle azioni correttive, finalizzate a prevenire la possibilità che lo stesso evento si possa ripetere. nel grafico soprastante è stata riporta-ta la percentuale di segnalazioni complete (comprensive di scheda A + scheda B + azioni correttive).

Si rileva, un incremento progressivo della completezza delle segnalazioni effettuate dai referenti aziendali, per la funzione del rischio clinico dal 2006 al 2010.

Collaborazione con Joint Commission International: Attività volte a fa-vorire il raggiungimento di alcuni standard per la sicurezza dei pazienti, nelle strutture ospedaliere della Regione Siciliana e nel SUeS 118.

il progetto ha definito una metodologia per la rilevazione degli aspetti critici, individuati nelle seguenti aree:

•Trasporti e trasferimenti.•Accettazione dei pazienti e Pronto Soccorso.•erogazione di procedure ad alto rischio (nella fattispecie procedure chi-

rurgiche, anestesia e sedazione).•Monitoraggio del paziente dopo la procedura.

Tale metodologia è stata definita mediante la selezione per gli ospedali, di 25 standard Jci6 e 2 obiettivi internazionali per la Sicurezza del pazien-te (iPSg) e per le centrali operative 118, 14 standard Jci7.

nel corso dell’anno 2009 - 2010 sono state svolte le seguenti attività:•Processo di autovalutazione semestrale del livello di compliance agli

standard Jci selezionati da parte di tutte le strutture sanitarie (pubbliche e private accreditate) della Regione Siciliana mediante software SAT di-sponibile on-line.

•Attività di formazione, per i Referenti di Presidio di tutte le strutture sani-tarie, relativamente ai contenuti dei diversi standard Jci selezionati per il progetto.

•Attività di on-sitevisit da parte di un consulente esperto Jci, presso un campione rappresentativo di presidi ospedalieri e delle centrali operati-ve del 118, per verificare il livello di compliance ai diversi standard Jci.

•Attività di formazione, rivolta a un gruppo ristretto di professionisti e fi-nalizzata all’apprendimento delle modalità di analisi e verifica durante una on-sitevisit (formazione per Valutatori Regionali Jci).

6 Tratti dal Manuale per l’Accreditamento all’eccellenza degli ospedali – 3^ edizione – edizione italiana7 Tratti da Joint commission international Accreditation Standards for Medical Transport organizations –

1st edition

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•Attività di formazione sugli standard Jci e sensibilizzazione sulla sicurezza del paziente, per i responsabili e gli operatori delle centrali operative 118.

•Sviluppo di documentazione periodica, relativamente alle evidenze emer-se dalle attività di visita e di autovalutazione.

•Sviluppo di strumenti operativi e tutoraggio, per le diverse strutture sani-tarie coinvolte nel progetto.

i primi risultati derivanti da queste attività hanno consentito, alle 17 aziende pubbliche, alle strutture private accreditate e all’Assessorato del-la Salute, di comprendere quali sono le aree critiche che necessitano del-la definizione e implementazione di azioni di miglioramento.

inoltre, la capillare diffusione del programma nella Regione ha fatto sì, che il livello di sensibilizzazione e coinvolgimento dei professionisti e del-le direzioni fosse omogeneo sul territorio, facilitando così collaborazione e integrazione tra presidi della stessa azienda e anche tra aziende diverse.

IL nuOvO PROGETTO REGIOnALE “PatIent Safety & emergenCy DePartment”

con D.A. n. 2855/10 e D.A. 2720/10 è stata approvata la nuova conven-zione tra la Regione Siciliana e la “Joint Commission International” (Jci) per la realizzazione del Progetto regionale “Patient Safety & EmergencyDepartment”.

Tale progetto si articola in due linee di attività. La prima linea, “Patient Sa-fety”, riguarda la prosecuzione dell’attività svolta con il precedente Pro-getto (di cui ai punti precedenti) “La gestione del rischio clinico presso le strutture del Sistema Sanitario della Regione Siciliana”.

L’attività progettuale prevede:•L’ampliamento dei 27 standard già adottati dalla Regione Siciliana.•La diffusione dei nuovi standard ai Referenti di presidio, per l’attività di

autovalutazione svolta da ciascun Presidio ospedaliero.•La formazione rivolta agli specialisti ospedalieri sui nuovi standard adottati.•La prosecuzione dell’attività di onsitevisit nelle strutture ospedaliere del-

la Regione siciliana.•La prosecuzione dell’attività di formazione rivolta ai Valutatori Regionali.

La seconda linea, “EmergencyDepartment”, riguarda l’analisi dei 21 Pron-to Soccorso della Regione Siciliana selezionati in base alla tipologia, al numero degli accessi e in maniera da rappresentare tutte le province. L’analisi riguarderà i seguenti aspetti: la logistica, i costi, il personale, l’or-ganizzazione, i percorsi clinico - assistenziali, la qualità e il rischio clinico, la documentazione sanitaria.

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La metodologia prevede l’effettuazione delle onsitevisit pari a due giorni presso ogni Pronto Soccorso individuato, poste in essere dai consulen-ti Jci, secondo una check list predisposta con il consenso delle Società Scientifiche interessate.

GARA PER L’AFFIDAMEnTO DEL SERvIZIO DI COnSuLEnZA E BROKERAGGIO ASSICuRATIvO PER COnTO DELLE AZIEnDE SAnITARIE DELLA REGIOnE SICILIAnA

il problema dell’aumento dei premi delle polizze assicurative è stretta-mente connesso al tema della gestione del rischio clinico: nel settore sanitario e in particolare in Sicilia, si è registrato un aumento fino a 10 volte dei premi delle polizze RcTo. La situazione è aggravata dalla con-temporanea riduzione delle garanzie e dall’introduzione delle franchigie, nonché dal ridotto numero di compagnie assicurative disponibili ad as-sumere i rischi in sanità.

Tale situazione, evidenzia i limiti del modello tradizionale di gestione dei rischi delle aziende sanitarie e del suo trasferimento al mercato assicu-rativo, che attualmente genera un globale senso di insoddisfazione, sia nelle compagnie assicurative (che considerano insufficienti i ricavi deri-vanti dai premi, per far fronte alle richieste di risarcimento dei sinistri), sia nelle Aziende Sanitarie (che considerano troppo costosi i premi versati rispetto ai sinistri che vengono effettivamente liquidati alle compagnie assicurative), sia nei cittadini che certamente risultano insoddisfatti, poi-ché il danno subito viene rimborsato con notevole ritardo.

in questo contesto, l’Assessorato ha predisposto una gara regionale, per l’affidamento del servizio di consulenza e brokeraggio assicurativo, che ha per oggetto, l’espletamento da parte del broker assicurativo, di un supporto in materia assicurativa, che dovrà essere necessariamente inte-grata con le attività svolte dalla Regione Siciliana in materia di gestione del rischio clinico, così come descritte nei punti precedenti.

Lo scopo ultimo è quello di superare il modello “tradizionale” sopra ac-cennato e predisporre un modello innovativo che preveda l’integrazione di tutti gli strumenti finalizzati alla riduzione del rischio e dei costi assicu-rativi e l’integrazione dei diversi “attori” potenziali, coinvolti a vario titolo nel processo di gestione del rischio, coniugando le competenze sensustrictiori di brokeraggio assicurativo, quelle nel campo del riskmanage-ment e della formazione.

il nuovo modello, sulla base delle caratteristiche specifiche di rischio delle singole aziende sanitarie, dovrà essere in grado di evidenziare le capacità di riduzione e prevenzione dei rischi, utilizzare nuovi strumenti

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informatici e gestionale innovativi, individuare gli strumenti alternativi di finanziamento dei rischi che favoriscano l’efficace e efficiente gestione delle risorse finanziarie per l’acquisto delle polizze.

Accreditamentoistituzionale

COSA ABBIAMO TROvATO

il D.A. 17 giugno 2002 n. 890, “Direttive per l’accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie nella Regione Siciliana”  e le successive integra-zioni e modifiche apportate con il D.A. 17 aprile 2003, n. 463, hanno co-stituito nei fatti, il caposaldo della nuova concezione di accreditamento, per la prima volta attivata nella Regione Siciliana. con questi provvedi-menti infatti, si è da un lato recepita la norma nazionale costituita dal D.P.R. 14 gennaio 1997 (c.d. decreto Bindi) e dall’altro, si è dato inizio ad un percorso di riqualificazione e ammodernamento delle strutture sani-tarie pubbliche e private esistenti, secondo una nuova metodologia di lavoro basata sulla sussistenza sia dei c.d. requisiti minimi autorizzativi che dei c.d. requisiti ulteriori di qualità.

il procedimento è stato lungo e complesso in quanto da un lato si pre-supponeva l’esistenza di una programmazione sanitaria nei vari ambiti di intervento  e dall’altro ha imposto che l’offerta rispondesse a precisi requisiti di ordine strutturale, impiantistico, tecnologico e organizzativo.

Fattori di criticità sono stati senza dubbio l’eccessiva burocratizzazio-ne del processo, l’eccessivo utilizzo dello stesso quale strumento per rimanere nel mercato sanitario, piuttosto che strumento finalizzato al miglioramento della qualità dell’assistenza e dell’organizzazione sa-nitaria, l’eccessiva focalizzazione sugli elementi intrinseci piuttosto che su quelli relativi alla qualità dell’assistenza e delle cure e, “last butnot least”, la esiguità delle risorse economiche che, specialmente in ambito pubblico, non ha tuttora consentito un complessivo adegua-mento delle strutture, e di quelle umane destinate alle attività di veri-fica e controllo sul possesso e sulla sussistenza dei requisiti medesimi.

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

Sono state evidenziate e analizzate le carenze nei vari ambiti di attività sanitaria e già nel Piano di Rientro sono stati inseriti i primi correttivi, al fine dell’ottenimento di un complessivo guadagno in termini di qualità e sicurezza dell’assistenza, laddove sono stati posti anche come obiettivi,

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per i direttori generali delle aziende, le tematiche relative alla implemen-tazione delle bestpractices, alla sicurezza dei pazienti e, più in generale, al riskmanagement.

in tale ambito, significative sono state anche le azioni intraprese dal com-petente servizio dell’Assessorato in tema di rischio clinico. È stato comun-que necessario imprimere un’ulteriore spinta al processo di cambiamen-to già avviato e ciò è stato possibile, anche sulla base delle attività svolte in seno ai tavoli ministeriali di verifica sul raggiungimento degli obiettivi del Piano di Rientro nonché delle indicazioni contenute nel Patto per la Salute 2010 – 2012, mediante lo strumento costituito dal “Programma operativo Regionale 2010 -2012 per la prosecuzione del piano di con-tenimento e riqualificazione del Servizio Sanitario Regionale richiesta ai sensi dell’art.11 del D.L. n.78/2010 convertito dalla Legge 30 luglio 2010, n.122 validato dai competenti Ministeri e reso esecutivo con D.A. 30 di-cembre 2010, n. 3254.

in effetti, tra gli interventi di sviluppo previsti dal Programma operativo, vi è quello relativo alla istituzione del sistema di governo clinico all’inter-no del quale, una delle azioni è quella relativa al “Programma regionale per l’adeguamento dell’accreditamento istituzionale delle strutture sani-tarie pubbliche e private”.

Fra i risultati programmati di particolare rilievo vi sono, quello inerente la elaborazione di un rapporto, sul livello di raggiungimento dei requisiti di accreditamento da parte delle strutture pubbliche e private e quel-lo riguardante la revisione, del D.A. n.890/02, con particolare riferimen-to all’integrazione dei requisiti organizzativi con i nuovi orientamenti in tema di qualità, governo clinico e sicurezza dei pazienti provenienti dalle evidenze internazionali, nazionali e regionali.

L’obiettivo quindi di questa nuova fase di attività è legato sia ad aspetti strutturali, mediante specifiche programmazioni aziendali con produzio-ne di piani di intervento/adeguamento concordati, che ad aspetti orga-nizzativi, mediante l’integrazione degli attuali requisiti con i nuovi orien-tamenti in tema di qualità e sicurezza (raccomandazioni ministeriali, standard per la sicurezza in sala operatoria, adozione e implementazione di bestpractices, progetto regionale per il raggiungimento degli standardJointCommissionInternational).

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

È già stata creata la rete di riferimento delle Unità operative per l’accre-ditamento. Al riguardo, è stato adottato un modello operativo che preve-de riunioni con cadenza almeno mensile, di tutti i responsabili di queste

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Unità operative, con gli uffici dell’Assessorato per la valutazione dello stato di realizzazione delle iniziative intraprese e la disamina congiunta di eventuali criticità di interesse comune. È necessario tuttavia un poten-ziamento di tali Unità operative, una qualificazione delle stesse con l’ap-porto di specifiche professionalità, in funzione delle problematiche da ri-solvere e il loro costante raccordo con le altre funzioni aziendali coinvolte trasversalmente nel processo.

È già stato emanato il D.A. n.755 del 26 aprile 2011 con il quale è stato approvato un modello di scheda propedeutico alle attività di verifica sul mantenimento dei requisiti di accreditamento delle strutture private, in modo da rendere uniforme su tutta la Regione il percorso da parte delle Unità operative per l’accreditamento delle ASP.

Analoga iniziativa verrà a breve concretizzata per quanto riguarda le strutture pubbliche, essendo in questo caso ancor più necessaria sia una collaborazione fra gli uffici dell’Assessorato (Accreditamento, Qualità, Tutela della salute nei luoghi di vita e di lavoro) che una sinergia con i corrispondenti Servizi delle ASP (Tecnico e Patrimoniale, Prevenzione e Protezione, Rischio clinico, Qualità e Accreditamento). È in programma la costituzione di un tavolo tecnico permanente, presso l’Assessorato, all’interno del quale i vari attori possano portare il loro contributo per il raggiungimento degli obiettivi di cui al Programma operativo. in tale sede, verrà elaborata una scheda di rilevazione degli interventi necessari presso le strutture pubbliche e verranno fornite indicazioni operative ai direttori generali, per la predisposizione dei piani di adeguamento/in-vestimento necessari per il raggiungimento dei requisiti di qualità che verranno definiti.

infine, si è già convenuto di avviare la progettazione di specifiche attività formative per il personale inserito all’interno delle Unità operative per l’accreditamento, che peraltro, dovranno essere collegate telematica-mente per l’accesso in tempo reale e la condivisione delle informazioni.

Piano annuale dei controlli

COSA ABBIAMO TROvATO

Fino al 2008 l’azione della Regione Siciliana in tema di valutazione delle strutture del Servizio Sanitario Regionale si è concentrata sullo sviluppo di metodologie di valutazione dei servizi sanitari e delle performance e sulla progettazione e sperimentazione di modelli organizzativi.

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in particolare, è stato sviluppato e diffusamente applicato, un protocollo per la valutazione dell’appropriatezza dei ricoveri ospedalieri per acuti (RS-PVA) in regime ordinario; è stato messo a punto un sistema di va-lutazione delle attività di gestione dei direttori generali delle aziende sanitarie; è stato realizzato uno studio per la valutazione della qualità della codifica delle schede di dimissione ospedaliera (SDo); sono stati progettati e parzialmente implementati sistemi di gestione delle patolo-gie croniche sul modello del diseasemanagement; sono state realizzate diverse esperienze di studio e definizione di modelli di analisi della realtà sanitaria; sono stati monitorati e valutati i processi di adozione dei Piani qualità delle aziende sanitarie.

non sono stati realizzati, tuttavia, programmi sistematici di verifica onsite sulla adeguatezza delle condizioni strutturali, tecnologiche e organizza-tive delle strutture sanitarie regionali.

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

con la costituzione delle nuove Aziende Sanitarie, in applicazione del nuovo assetto definito dalla Legge regionale 5/09, ha avuto inizio un pe-riodo di profonda trasformazione delle organizzazioni sanitarie.

L’articolo 2, comma 1 attribuisce alla Regione, tra le altre, la funzione “di controllo e di supporto nei confronti delle Aziende del Servizio Sanita-rio Regionale”. Tale indispensabile funzione acquisisce rilevanza ancora maggiore nella fase di profondo cambiamento avviata dalla legge di ri-forma. nella considerazione che un’azione di controllo svolta in modo programmato può svolgere al meglio la funzione di supporto e di stimo-lo al miglioramento delle strutture e delle prestazioni del sistema sanita-rio regionale, nel corso del 2009 sono state pianificate alcune iniziative per organizzare e sviluppare una sistematica e diffusa azione di controllo.

in considerazione della vastità e della complessità delle tematiche og-getto di verifica nell’ambito del Servizio Sanitario Regionale l’Assessorato della Salute ha pubblicato un “Avviso pubblico per la costituzione di un elenco di professionisti qualificati disponibili a collaborare alle attività di ispezione e verifica”, al fine di acquisire la collaborazione di professionisti qualificati, operanti nel Servizio Sanitario Regionale, disponibili a con-tribuire al miglioramento del SSR partecipando alle attività di controllo promosse dalla Regione. Ad oggi, oltre trecento professionisti esperti in tutti i settori di attività del SSR (sanitario, professionale, tecnico, ammini-strativo) hanno manifestato la disponibilità a collaborare e più di cento sono già stati coinvolti in attività di verifica.

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Per verificare e supportare il processo di cambiamento è stata quindi pianificata, una azione di controllo sistematico e programmato e con decreto 23 dicembre 2009, è stato approvato il Piano annuale dei con-trolli 2010 nel quale sono stati individuati alcuni settori di intervento, re-lativi ad attività sanitarie e amministrative sui quali concentrare l’attività di verifica. Tale programma, che comunque non ha esaurito l’attività di controllo dell’Assessorato della Salute, era finalizzato anche ad acquisire utili elementi per la valutazione dell’impatto sulle strutture sanitarie del-le scelte di gestione operate dalle direzioni aziendali in attuazione degli indirizzi adottati dalla Regione.

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

in attuazione del piano annuale dei controlli 2010 è stata condotta una sistematica attività di verifica sui quattro settori di seguito elencati:1. Assistenza in emergenza e urgenza in ambito ospedaliero. 2. Tutela della Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro.3. contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.4. Programmi di ricerca finanziati dal Ministero della Salute e dalla Regio-

ne Siciliana.

Si riportano di seguito i dati sulle attività realizzate in attuazione del Piano annuale dei controlli 2010, con riferimento ai singoli settori di intervento.

1. Assistenza in emergenza e urgenza in ambito ospedaliero. Per verifica-re e migliorare l’efficienza e l’efficacia delle attività in emergenza e urgen-za, rese all’interno delle strutture ospedaliere, sono state svolte verifiche “on site” sui servizi di Pronto Soccorso delle strutture ospedaliere della Regione. Sono stati elaborati specifici strumenti di verifica, sono stati in-dividuati i requisiti strutturali di dotazione tecnologica e organizzativi, delle strutture di Pronto Soccorso da verificare, gli standard di riferimen-to e le modalità di misurazione del livello di soddisfacimento dei requisi-ti. Sono stati verificati, quindi, i Pronto Soccorso di 20 presidi ospedalieri della Regione e sulla base dei risultati delle verifiche, è stato richiesto alle aziende interessate di predisporre dei piani di adeguamento per la rimo-zione delle criticità riscontrate.

2. Tutela della Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro. Per verificare e mi-gliorare l’attività di prevenzione dei rischi sui luoghi di lavoro, sono stati analizzati i documenti di valutazione dei rischi adottati dalle 17 azien-de sanitarie con riferimento all’articolo 17, comma 1, lettera a) del D.Lgs. 81/2008.

3. contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture. Per sostenere il miglioramento dell’efficienza del sistema e incentivare il rispetto dei

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principi di correttezza e trasparenza negli approvvigionamenti, è stata effettuata una verifica a campione sui contratti di valore inferiore alla soglia comunitaria. Dopo aver analizzato i dati relativi alle procedure di acquisizione di beni e servizi espletate nel 2009 dalle aziende sanitarie della Regione e aver definito un protocollo specifico per la verifica, sono stati selezionati e valutati 139 eventi di acquisto.

4. Programmi di ricerca finanziati dal Ministero della Salute e dalla Re-gione Siciliana. Per verificare il corretto svolgimento dei programmi di ricerca sotto il profilo amministrativo - contabile, è stata svolta una verifi-ca onsite sulle modalità di utilizzo dei finanziamenti adottate dalle Unità operative alle quali la Regione ha affidato la realizzazione delle attività di ricerca. Previa definizione di specifici strumenti e metodi per le verifiche, sono state selezionate e controllate 13 unità operative attive nella rea-lizzazione di programmi ricerca relativi a diversi progetti, appartenenti a diverse strutture sanitarie della Regione.

Piano regionale straordinario per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro 2010-2012

il Piano Regionale Straordinario 2010-2012 (PRS) costituisce il primo do-cumento programmatico che definisce la governance delle attività di Pre-venzione nei luoghi di lavoro nel territorio regionale, in forma coerente con la normativa di settore e le attuali linee di tendenza nazionali.

COSA ABBIAMO TROvATO

L’atto di programmazione è scaturito da un’analisi di contesto che docu-mentava l’esistenza di numerose criticità nella gestione delle attività di indirizzo, controllo e coordinamento. Mancava infatti (o risultava limitato per il contesto organizzativo, che riuniva l’area della sicurezza sul lavo-ro indistintamente nell’area della sanità pubblica), il ruolo della Regione nella gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro nel territorio, dovuto anche all’assenza di una struttura tecnica capace di gestire le at-tività, ai fini di indirizzo e di programmazione degli interventi collegati a obiettivi specifici.

Ulteriori elementi di criticità erano costituiti da:•Mancata realizzazione di un numero di interventi ispettivi nei luoghi

di lavoro, proporzionato alla consistenza numerica delle unità produttive

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territoriali della regione, così come era previsto dal “Patto per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” e dagli orientamenti e scelte operate a livello nazionale.

•Mancato potenziamento operativo e strutturale, sia dal punto di vista numerico che professionale, dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro e dei Servizi di impiantistica e Antinfortunistica del Dipartimento di Prevenzione delle ASP, coerente e funzionale all’attua-zione uniforme dei LeA in tutto l’ambito regionale, al fine di raggiungere una copertura del 5% delle unità produttive locali, oggetto di interventi ispettivi e preventivi in un anno. con riguardo alla dotazione organica dei Servizi, il personale risultava complessivamente insufficiente in ter-mini quantitativi e qualitativi, con una disomogenea distribuzione delle figure professionali fra le diverse ASP; inoltre vi era una scarsa risponden-za delle professionalità presenti, rispetto alle prestazioni di fatto richieste agli operatori.

•Assenza di un sistema informativo regionale per la prevenzione, per una efficiente e efficace attività di gestione, programmazione e valuta-zione delle attività dei Servizi.

•Assenza di una programmazione di piani mirati di prevenzione, per comparti lavorativi particolarmente a rischio, da individuare come priori-tari, per la promozione di Piani Regionali di Prevenzione e per il contrasto efficace del fenomeno infortunistico.

•Assenza di un Piano regionale di formazione e di aggiornamento con-tinuo e mirato degli operatori delle strutture regionali.

•Assenza del coordinamento delle attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro nel territorio regionale, previ-sto dal D. lgs. 81/08.

•Assenza di rappresentanza proficua e qualificata della Regione Si-ciliana, negli organismi di programmazione e consultazione nazionali e interregionali.

•Assenza di uno strumento di rilevazione, per la disamina delle cause e dinamiche infortunistiche e delle patologie occupazionali, al fine di elaborare soluzioni tecniche, organizzative, gestionali da proporre agli organi decisori.

•Mancanza di procedure per la destinazione delle somme delle san-zioni che le Asp, in qualità di organi di vigilanza, ammettono a pagare in sede amministrativa (art. 21,comma 2 del D.L.vo 758/94), come previsto dall’art. 13 comma 6 del D. L.gs 81/09.

•Assenza di organizzazione di iniziative di informazione, formazio-ne, comunicazione nel territorio regionale per la diffusione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro.

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COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

il sistema produttivo regionale è estremamente variegato per tipologia e qualità di insediamenti; in analogia con il sistema nazionale, è composto prevalentemente da piccole imprese, dove spesso le esigenze della sicu-rezza e della salute dei lavoratori, per problemi strutturali e congiuntura-li, passano in secondo piano.

era dunque necessario pianificare un efficace intervento preventivo, as-sistenziale e di controllo da parte della Regione e dei Servizi pubblici di tutela della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro.

L’azione delle strutture regionali deve prevalentemente mirare alla pre-venzione e deve essere basata sulla conoscenza preventiva dei rischi e delle relative misure di protezione, sulla conoscenza dell’impatto di tali rischi sullo stato di salute dei lavoratori, sulla adozione di iniziative di pre-venzione collettive scaturenti dai dati contestuali emergenti dal territo-rio di competenza.

L’Assessorato della Salute ha voluto costruire un nuovo sistema per la prevenzione nei luoghi di lavoro a livello regionale, per riconfigurare un quadro omogeneo e coerente rispetto al panorama nazionale, con diver-si programmi e attività fino a ieri parziali e frammentari, da orientare in un’unica direzione e all’interno di un’unica strategia regionale.

A tal fine è stato recepito, con il Decreto Assessorato del 28 luglio 2009, il “Patto per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro di cui al DPCM del 17 dicembre 2007”, che impegna la Regione Sicilia-na ad attuare una serie di obiettivi strategici per la promozione e la tutela della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro.

il Decreto prevede, all’art. 3, per la prima volta in Sicilia, un “Piano re-gionale straordinario per la tutela della salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro 2010-2012”, che si è concretizzato con l’approvazione del D.A. n. 1174/2010 del 28 aprile 2010.

il“Piano Straordinario per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” contiene la pianificazione regionale per il raggiungimento di più elevati standard di sicurezza sul lavoro e rappresenta un modello che si intende seguire in questa nuova programmazione regionale, nella quale, la realizzazione di piani regionali di prevenzione costituisce, un elemen-to metodologico irrinunciabile per un progressivo miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano non può prescindere dal rafforzamento dei Servizi S.Pre.S.A.L e S.i.A attraverso l’incremento

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delle figure professionali ritenute fondamentali per lo svolgimento delle attività da parte delle ASP. L’incremento numerico e la qualificazione del personale consentirà, inoltre, una maggiore presenza in campo e un’ac-cresciuta disponibilità delle strutture per le attività sia di controllo e vigi-lanza che di prevenzione, assistenza, formazione e informazione, ritenu-te cruciali per il buon esito del programma di interventi.

Su questa base, la Regione Siciliana si allinea a importanti esperienze di settore finora maturate nel Paese e risponde con la necessaria tempesti-vità ad un’istanza sociale divenuta pressante e per la quale si impone una risposta complessa, articolata e condivisa.

in particolare, il Piano straordinario dà avvio ai seguenti Piani Regionali di Prevenzione:1. Piano Regionale di Prevenzione in edilizia 2010 - 2012 che dà attuazio-ne al Piano nazionale triennale per l’edilizia.

2. Piano Regionale di prevenzione in agricoltura2010 - 2012, che dà at-tuazione al Piano nazionale triennale di prevenzione in agricoltura.

3. Piano Regionale di prevenzione 2010 - 2012 per l’emersione delle ma-lattie professionali in Sicilia.

PIAnO REGIOnALE DI PREvEnZIOnE In EDILIZIA 2010-2012

L’analisi dei dati infortunistici più recenti evidenzia che il comparto delle costruzioni in Sicilia, rappresenta oggi, una priorità per il sistema pubbli-co di prevenzione poiché resta ai primi posti nella classifica delle attività economiche più rappresentate sul territorio, specie per quanto riguarda gli indicatori di gravità infortunistica.

il Piano prevede i seguenti obiettivi generali e specifici:1. Potenziare l’attività di vigilanza al fine di ridurre gli infortuni, in parti-colare mortali e gravi, in edilizia.1.1 Raggiungimento delle quote di ispezione stabilite per la Sicilia dal Piano nazionale edilizia approvato dal coordinamento delle Regioni e P.A, obiettivo da raggiungere con le modalità descritte in dettaglio nel piano.

2. Miglioramento della capacità di intervento coordinato tra le strutture territoriali delle istituzioni.2.1 intervento prioritario nei cantieri a rischio grave, con ispezioni co-ordinate fra i diversi enti ispettivi, finalizzato a un aumento di efficacia rispetto al raggiungimento degli obiettivi di salute.2.2 costituzione di una cabina di regia regionale di supporto alla cabina di regia nazionale.

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3. Potenziamento delle attività di promozione della salute e sicurezza nei cantieri edili, tramite iniziative di informazione, formazione, assistenza.3.1 Realizzazione di una campagna di informazione, formazione e diffu-sione della cultura della sicurezza nei cantieri.3.2 Realizzazione di specifiche iniziative di formazione nei confronti dei lavoratori, datori di lavoro, coordinatori per la sicurezza, R.S.P.P. e di tutte le altre figure professionali coinvolte nella prevenzione, anche in collabo-razione con altri enti e istituzioni pubbliche, ordini professionali, Associa-zioni scientifiche, ecc.

4. Aumento delle conoscenze tecniche e procedurali degli operatori S.Pre.S.A.L.4.1 Realizzazione di programmi di formazione per gli operatori degli S.Pre.S.A.L., funzionali alla realizzazione del progetto.

5. individuazione e promozione delle soluzioni.5.1 Definizione di buone pratiche relative alle problematiche evidenzia-te, con l’attivazione di una banca dati Regionale delle “buone prassi” e delle migliori procedure di prevenzione.nella tabella si riportano gli obiettivi di attività, in termini di cantieri da sottoporre a controllo, per singola Asp:

OBIETTIvI DI ATTIvITà

ASP Popolazione notifichePreliminari 2010 2011 2012

Agrigento 448.913 1196 129 193 292÷300

Caltanissetta 272289 637 66 98 146÷154

Catania 1.084.977 2240 268 403 613÷622

Enna 176.943 482 53 80 116÷123

Messina 651.173 1521 179 269 408÷417

Palermo 1.250.850 1740 268 403 613÷622

Ragusa 313.901 1081 104 155 233÷241

Siracusa 402.840 1265 129 193 292÷300

Trapani 435.913 1920 91 136 204÷212

TOTALE 5 .037 .799 12082 1287 1930 2917÷2991

PIAnO REGIOnALE DI PREvEnZIOnE In AGRICOLTuRA 2010 - 2012

il Piano prevede azioni coordinate di vigilanza, informazione, formazio-ne e assistenza. Per l’attività di vigilanza, sulla base di quattro parametri (aziende agricole presenti, infortuni gravi e mortali, addetti al comparto) ad ogni Regione è stata assegnata una quota di aziende agricole da ispe-

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zionare ogni anno, al fine di raggiungere l’obiettivo di 10.000 aziende/anno sul territorio nazionale.

il Piano ha i seguenti obiettivi generali e specifici:

1 . Il censimento e la mappatura dei rischi:1.1. costituzione di una banca dati del settore, come strumento da cui partire per indirizzare gli interventi.1.2. Anagrafe delle aziende e mappatura dei rischi del settore, relativa-mente al proprio territorio.

2 . La formazione del personale:2.1. Realizzazione di programmi formativi rivolti agli operatori dei Servizi coinvolti.

3 . I controlli:3.1. Avvio di un programma di controlli con specifici sopralluoghi nelle aziende agricole, a partire da quelle che utilizzano prevalentemente ma-nodopera extrafamiliare.

4 . Attività di assistenza, informazione e formazione: 4.1. Avvio di campagne informative e programmi di formazione, rivolti agli operatori del settore sui principali rischi del settore.

5 . Sorveglianza sanitaria dei casi di intossicazione acuta da fitosanitari .

La suddivisione delle aziende da sottoporre a controllo per ogni singola ASP per anno di riferimento è riportata nella seguente tabella:

ASPAziende forza lav

> 300 uLA

Quota %Sopralluoghi

da fare2010 2011 2012

Trapani 1508 10 50 60 75

Palermo 2262 15 75 90 113

Messina 2564 17 85 102 128

Agrigento 2111 14 70 84 105

Caltanissetta 1206 8 40 48 60

Enna 1206 8 40 48 60

Catania 1960 13 65 78 100

Ragusa 1206 8 40 48 60

Siracusa 1055 7 35 42 52

TOTALE 15 .083 100 500 600 750

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Piano di emersione delle malattie professionali

ilPiano scaturisce dalla constatazione dell’incoerenza dei dati statistici nazionali delle malattie professionali rispetto ai dati sanitari attestanti lo stato di salute dei lavoratori. obiettivo del Piano è di far emergere il dato reale delle malattie professionali attraverso interventi di controllo, di as-sistenza, di educazione alla salute mirati al rispetto e alla divulgazione delle norme che disciplinano l’obbligo delle denunce delle malattie pro-fessionali. L’attuazione del Piano comporterà anche, la classificazione e l’adesione al programma nazionale “Malprof” coordinato dall’ispesl/inail.

il Piano si pone i seguenti obiettivi: •Migliorare la raccolta e la registrazione delle segnalazioni di patologie

correlate al lavoro. •implementare e aggiornare gli strumenti standardizzati per la registra-

zione delle patologie correlate al lavoro da inserire nel database nazio-nale dell’ispesl/inail e attivare modelli efficaci di comunicazione.

•Programmare iniziative di aggiornamento professionale degli operatori, per migliorare le capacità di registrazione e analisi delle patologie corre-late al lavoro e il livello di omogeneità nella attribuzione dei nessi causali tra l’attività e la malattia stessa.

•Rendere operativa l’architettura operativa del sistema di sorveglianza nazionale.

Le risorse per l’attuazione del Piano regionale straordinario

il Piano regionale per la tutela della salute e la sicurezza nei luoghi di la-voro,in quanto programma straordinario volto a potenziare le attività di prevenzione nei luoghi di lavoro e a colmare il divario di risorse rispetto alla situazione obiettivo, è finanziato con risorse opportunamente pre-viste per sostenere lo sforzo eccezionale richiesto alle aziende sanitarie provinciali nel triennio di validità del Piano stesso.

Per la realizzazione del Piano è assegnata una quota di finanziamento regionale, dal 2010 al 2012 di 3.500.000,00 euro annui, che troverà coper-tura nell’ambito delle risorse per obiettivi di piano.

in particolare sono assegnati:

- 1.415.185,00 euro annui per la realizzazione del Piano regionale edilizia. - 1.257.894,00 euro annui per la realizzazione del Piano regionale agricoltura.- 469.000,00 euro annui per la realizzazione del Piano regionale “emersio-

ne malattie professionali”.- 357.921,00 euro annui per la realizzazione delle attività di promozione,

comunicazione, informazione e formazione previste dai Piani Regionali.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana112

Per favorire il raggiungimento degli standard di attività definiti nel Piano straordinario, si ritiene necessario procedere al potenziamento dei Servi-zi, per garantire una adeguata dotazione di medici del lavoro, ingegneri, tecnici della prevenzione, secondo le tabelle sotto riportate.

Dotazione organica SPRESAL - obiettivo Edilizia

ASP Tecnici dellaprevenzione Ingegneri Totale risorse

necessarie /anno

Agrigento 3 1 4 142.448,00

Caltanissetta 1 1 2 75.870,00

Catania 7 1 8 275.603,00

Enna 1 1 2 75.870,00

Messina 5 1 6 209.025,00

Palermo 7 1 8 275.603,00

Ragusa 2 1 3 109.159,00

Siracusa 3 1 4 142.448,00

Trapani 2 1 3 109.159,00

TOTALE 31 9 40 1 .415 .185,00

Dotazione organica SPRESAL - obiettivo Agricoltura

ASP Medici Ing . TdP Totale risorsenecessarie /anno

Agrigento 1 1 1 3 128 .670

Caltanissetta 1 1 1 3 128 .670

Catania 1 1 2 4 161 .958

Enna 1 1 1 3 128 .670

Messina 1 1 2 4 161 .958

Palermo 1 1 2 4 161 .958

Ragusa 1 1 1 3 128 .670

Siracusa 1 1 1 3 128 .670

Trapani 1 1 1 3 128 .670

TOTALE 9 9 12 30 1 .257 .894

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 113

Dotazione organica SPRESAL – obiettivo Malattie Professionali

ASPPAT

Posizione Assicurativa Territoriale

n° Malattie Profession .

2008

DotazioneObiettivo

Medici

risorsenecessarie /

anno

Agrigento 21792 93 1 52.801,00

Caltanissetta 14196 136 1 52.801,00

Catania 53272 93 1 52.801,00

Enna 8542 116 1 52.801,00

Messina 35993 287 1 52.801,00

Palermo 52250 127 1 52.801,00

Ragusa 18092 33 1 52.801,00

Siracusa 18160 74 1 52.801,00

Trapani 23862 51 1 52.801,00

TOTALE 239 .362 1010 9 469 .000,00

Piano straordinario di formazione del personale dei Servizi afferenti all’Area di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro del Di-partimento di prevenzione

Promuove, con adeguati e mirati interventi formativi, il miglioramen-to della formazione degli operatori sui principali temi della sicurezza e dell’igiene del lavoro, anche per consentire la realizzazione e l’attuazione di procedure e linee guida omogenee e funzionali in tutto il territorio regionale. il programma formativo potrà essere realizzato con la collabo-razione delle strutture del ceFPAS.

Piano di Prevenzione per la salute e la sicurezza degli operatori nelle strutture sanitarie della Regione Siciliana

il Piano dovrà prevedere una verifica, nelle strutture sanitarie, della pre-senza di idonei sistemi di organizzazione aziendale della salute e sicurezza sul lavoro, con particolare riferimento ai Servizi di Prevenzione e Protezio-ne, nel rispetto delle “Linee guida sull’assetto organizzativo e funzionale dei SPP delle strutture sanitarie della Regione Siciliana”, nonché della pre-senza di standard di igiene e sicurezza adeguati a impedire eventi infortu-nistici e malattie professionali. Saranno previste iniziative di informazione e formazione rivolte a tutti gli operatori della sanità, per la diffusione della cultura della sicurezza nelle strutture sanitarie. il piano prevede anche, la promozione e diffusione della “governance” della sicurezza nelle Strutture Sanitarie, tramite l’implementazione di Sistemi di gestione della salute e

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana114

sicurezza sul lavoro (SgSL). È stato istituito un tavolo tecnico permanente del quale fanno parte i responsabili dei servizi di prevenzione e protezio-ne delle aziende sanitarie regionali, coordinato dal responsabile del Ser-vizio “Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Protocollo di intesa tra Regione Siciliana e Inail per la promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, della cura e della riabi-litazione

Sottoscritto dal presidente della Regione, dall’Assessore per la Salute, dal Presidente nazionale e dal Direttore Regionale dell’inail il 18 dicembre 2009 e istituisce inoltre l’ Osservatorio regionale sugli infortuni e ma-lattie professionali .

Linee guida per l’organizzazione dell’area della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro nell’ambito del dipartimento di prevenzione delle aziende sanitarie provinciali

Danno indicazioni ai direttori generali delle ASP, per definire l’assetto or-ganizzativo dell’area “Tutela della salute e Sicurezza nei luoghi di Lavoro” nell’ambito del Dipartimento di prevenzione.

Costituzione del Comitato regionale di coordinamento per la pro-grammazione e l’indirizzo delle attività di prevenzione e vigilanza e dell’ufficio operativo

È stato costituito con D.A. n. 2486 del 5 novembre 2009 e ha il compito di coordinare gli interventi di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, per individuare i settori e le priorità d’in-tervento. con D.A. n. 1864 del 21 luglio 2010 è stato costituito l’Ufficio operativo del comitato, composto da tutte le istituzioni pubbliche coinvolte nel settore della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro, con l’obiettivo di co-ordinare i vari enti pubblici preposti, definire i Piani operativi di vigilanza integrata nei luoghi di lavoro, individuandone priorità, obiettivi, ambi-ti territoriali, settori, tempi e mezzi avvalendosi, se necessario, di figure professionali di altre amministrazioni pubbliche.

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

il programma previsto dal Piano regionale straordinario risulta sod-disfatto nell’anno 2010, con riferimento ai seguenti dati di attività e di performance.

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Piano Regionale straordinario per la Tutela della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro: anno 2010

Edilizia Agricoltura

cantieri ispezionati 1269 aziende agricole ispezionate 407

iniziative di confronto (incontri, seminari, ecc…) con le figure aziendali per la prevenzione

161interventi di informazione/comunicazione per gruppi di lavoratori esposti a specifici rischi

623

soggetti formati 3478 di ore erogate 1027

Malattie ProfessionaliAdesione al Programma nazionale di analisi e classificazione delle malattie professionaliinchieste malattie professionali concluse 346

•Avviato il potenziamento operativo e strutturale dei Servizi di Pre-venzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro del Dipartimento di pre-venzione delle ASP, con l’incremento previsto di ben 79 professionisti, tra medici, ingegneri e tecnici della prevenzione, distribuiti nelle 9 ASP siciliane per il potenziamento delle attività.

•Raggiunto un reale Coordinamento delle attività di vigilanza e preven-zione nel territorio regionale e in particolare degli SPReSAL e SiA delle ASP, promuovendo un processo di qualificazione dei Servizi affinché gli operatori della prevenzione possano comunicare tra di loro, condividere obiettivi e progetti collettivi, dando un forte impulso alla loro “mission” nonché prevedendo una periodica verifica e validazione dei risultati conseguiti in termini di misurabilità dei processi, trasparenza dei percorsi e loro sostenibilità.

•Avviata la prima campagna regionale di comunicazione, informazio-ne, formazione, promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, coordinata dall’Assessorato della Salute e attuata con la collaborazione delle ASP che prevede, tra l’altro, la realizzazione delle “giornate regiona-li della Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro”.

•Partecipazione della Regione agli organismi nazionali e interregionali di pianificazione e programmazione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, assumendo anche, in alcuni casi, ruoli di coordinamento. in parti-colare la Sicilia coordina insieme al Veneto l’attuazione del Piano nazio-nale di prevenzione in edilizia.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana116

La Sanità Veterinaria e la Sicurezza Alimentare

COSA ABBIAMO TROvATO

il territorio regionale fino al 2008 non aveva acquisito alcuna qualifica sa-nitaria nei confronti delle malattie animali oggetto di eradicazione obbli-gatoria (brucellosi bovina e ovi-caprina, tubercolosi bovina, leucosi bovi-na enzootica, malattia vescicolare da enterovirus del suino). La mancanza di un adeguato sistema informativo per la gestione dei Piani nazionali di eradicazione, non consentiva di seguirne lo stato di attuazione regionale e provinciale. La conseguenza, era l’assenza di ogni forma di monitorag-gio dei principali indicatori di attività e di efficacia che non permetteva l’adozione di misure correttive adeguate nei tempi necessari, né il gover-no delle azioni. L’analisi e l’elaborazione dei dati, raccolti in formato carta-ceo, era possibile solo nel corso dell’anno successivo a quello di riferimen-to, quando, cioè, non era più possibile alcun intervento correttivo.

Lo stato sanitario della popolazione ovi-caprina nei confronti della bru-cellosi era caratterizzato, alla fine del 2008, da una prevalenza di aziende positive pari all’11,96% e da una percentuale di aziende ufficialmente in-denni pari all’80,92%.

i principali indicatori dello stato sanitario della popolazione ovi-ca-prina nei confronti della brucellosi e la relativa distribuzione territoriale nell’ambito delle ASP viene riportata nella tabella A.

A .S .

P .

Brucellosi Ovi-Caprina (BROC)

N° AziendeControllabili

N° AziendeControllate

% AziendeControllate

N° AziendePositive

% AziendePositive

N° AziendeIndenni o

Uff. Indenni

% Aziende Indenni o

Uff. Indenni

AG 1.188 1.184 99,66 103 8,70 1.137 95,71%

CL 467 464 99,36 91 19,61 374 80,09%

CT 619 617 99,68 154 24,96 421 68,01%

En 1.222 1.197 97,95 214 17,88 904 73,98%

ME 1.602 1481 92,45 245 16,54 1.031 64,36%

PA 2.189 2.176 99,41 58 2,67 2.078 94,93%

RG 647 624 96,45 29 4,65 584 90,26%

SR 389 382 98,20 20 5,24 360 92,54%

TP 675 670 99,26 138 20,60 392 58,07%

TOT . 8 .998 8 .795 97,74 1 .052 11,96 7 .281 80,92%

Tabella A: (dati al 31 dicembre 2008)

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 117

Anche lo stato sanitario nei confronti della brucellosi bovina, alla fine del 2008, era caratterizzato da una prevalenza di aziende positive pari al 6,12% e da una percentuale di aziende ufficialmente indenni pari all’87,52%, come riportato nella tabella B.

A .S

.P .

Brucellosi bovina (BRC)

N° AziendeControllabili

N° AziendeControllate

% AziendeControllate

N° AziendePositive

% AziendePositive

N° AziendeUfficialmente

Indenni

% Aziende Ufficialmente

Indenni

AG 575 575 100 5 0,87 570 99,13

CL 237 237 100 12 5,06 225 94,94

CT 658 658 100 79 12,01 536 81,46

En 1.549 1.549 100 142 9,17 1.383 89,28

ME 2.096 2.082 99,33 222 10,66 1.366 65,17

PA 2.526 2.502 99,05 57 2,28 2.404 95,17

RG 1.678 1674 99,76 29 1,73 1.649 98,27

SR 979 978 99,90 87 8,90 895 91,42

TP 312 312 100 14 4,49 258 82,69

TOT . 10 .610 10 .567 99,59 647 6,12 9 .286 87,52

Tabella B: (dati al 31 dicembre 2008)

Lo stato sanitario della popolazione bovina nei confronti della tuberco-losi, alla fine del 2008, era caratterizzato da una prevalenza di aziende positive pari al 4,1% e da una percentuale di aziende ufficialmente inden-ni pari al 91,7%, come riportato nella tabella c.

A .S

.P .

Tubercolosi bovina (TBC)

N° AziendeControllabili

N° AziendeControllate

% AziendeControllate

N° AziendePositive

% AziendePositive

N° AziendeUfficialmente

Indenni

% Aziende Ufficialmente

Indenni

AG 575 575 100,00% 7 1,22% 569 98,96%

CL 237 237 100,00% 17 7,17% 222 93,67%

CT 645 645 100,00% 71 11,01% 549 85,12%

En 1.547 1.547 100,00% 76 4,91% 1.398 90,37%

ME 2.096 2.046 97,61% 59 2,88% 1.787 85,26%

PA 2.503 2.502 99,96% 118 4,72% 2.332 93,17%

RG 1.655 1.649 99,64% 19 1,15% 1.617 97,70%

SR 982 981 99,90% 42 4,28% 939 95,62%

TP 312 312 100,00% 21 6,73% 263 84,29%

TOT . 10 .552 10 .494 99,45% 430 4,10% 9 .676 91,70%

Tabella c: (dati al 31 dicembre 2008)

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Per quanto riguarda la leucosi bovina enzootica, infine, si rilevava una pre-valenza di aziende positive inferiore all’1% e una percentuale di aziende ufficialmente indenni pari al 97,32%, come riportato nella tabella D.

A .S .

P .

Leucosi bovina enzootica (LEB)

N° AziendeControllabili

N° AziendeControllate

% AziendeControllate

N° AziendePositive

% AziendePositive

N° AziendeUfficialmente

Indenni

% Aziende Ufficialmente

Indenni

AG 575 575 100,00% 0 0,00% 575 100,00%

CL 237 237 100,00% 0 0,00% 237 100,00%

CT 658 658 100,00% 1 0,15% 644 97,87%

En 1.537 1.537 100,00% 4 0,26% 1.531 99,61%

ME 2.096 2.035 97,09% 20 0,98% 1.884 89,80%

PA 2.526 2.500 98,97% 2 0,08% 2.495 98,77%

RG 1.651 1.637 99,15% 2 0,12% 1.635 99,03%

SR 979 978 99,90% 1 0,10% 977 99,80%

TP 312 312 100,00% 0 0,00% 312 100,00%

TOT . 10 .571 10 .469 99,04% 30 0,29% 10 .290 97,32%

Tabella D: (dati al 31 dicembre 2008)

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

L’obiettivo è quello di promuovere azioni orientate a migliorare lo stato sanitario delle popolazioni animali:

•Migliorando la qualità e intensificando la quantità degli interventi per le malattie ancora presenti sul territorio regionale.

•Potenziando la sorveglianza epidemiologica per quelle già eradicate o non presenti sul territorio regionale.

nella seconda metà del 2008 è stato promosso l’utilizzo di un sistema informativo (SAnAn), collegato alla Banca Dati nazionale dell’ana-grafe zootecnica, per la gestione dei piani nazionali di risanamento (brucellosi, tubercolosi, leucosi). Tale software, di tipo gestionale, consi-gliato dal Ministero della Salute e messo già gratuitamente a disposizio-ne dal centro Servizi nazionale (c/o iZS di Teramo), ha consentito non solo la programmazione delle attività ma anche la registrazione di tutti gli interventi sanitari effettuati presso le aziende zootecniche.

Tale base dati risulta visibile a tutti gli attori istituzionali coinvolti e rea-lizza condizioni di trasparenza amministrativa, che permette agli organi coinvolti (ASP, Regione, Ministero, istituto Zooprofilattico, centro di refe-renza nazionale) di disporre delle medesime informazioni, in tempo re-

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ale, per la valutazione dell’andamento, per il monitoraggio delle attività, per l’adozione di azioni correttive, per la verifica dei risultati.

in tema di brucellosi, il sistema di registrazione delle attività di Sanità Animale (SAnAn), alimentato dai Servizi Veterinari delle ASP, ha messo a disposizione una significativa mole di dati la cui analisi ha permesso di evidenziare i seguenti punti critici:

• Una percentuale di allevamenti positivi elevata e tecnicamente incom-patibile con il raggiungimento di obiettivi di controllo della diffusione dell’infezione.

• Una percentuale di allevamenti ufficialmente indenni che non giustifica-va il ricorso a interventi vaccinali di massa che, utilizzando vaccini vivi, avrebbero potuto rallentare il processo di eradicazione.

• il 26% degli allevamenti bovini e il 36% di quelli ovi-caprini positivi nel corso del 2008 erano risultati positivi anche nei due anni precedenti, a dimostrazione della difficoltà di proseguire con le attività di risanamento in una significativa percentuale di allevamenti.

• gli intervalli tra i controlli negli allevamenti non venivano rispettati, né sulle aziende ufficialmente indenni né in quelle infette.

L’analisi degli stessi dati riferiti al biennio 2006-2007, ha dimostrato che il miglioramento dello stato sanitario, anche se progressivo, risultava lento, specie in rapporto al territorio nazionale e comunitario.

con D.A. n. 1327 del 3 luglio 2009 è stato approvato il Piano straordinario per il controllo e l’eradicazione della brucellosi bovina e ovi-caprina dal territorio della Regione, pubblicato sulla g.U.R.S. n. 36 del 31 luglio 2009.

L’obiettivo generale del Piano è l’eradicazione della brucellosi dal ter-ritorio regionale entro 3 anni, col raggiungimento di almeno il 99% di aziende indenni o Ufficialmente indenni, e è basato sull’esecuzione delle seguenti attività:a) controllo delle aziende da riproduzione bovine - bufaline e ovi - ca-

prine.b) Rispetto dei tempi di ricontrollo delle aziende (infette, negative, uf-

ficialmente indenni).c) identificazione elettronica di tutti i capi presenti nelle aziende in-

fette, di tutti i capi vaccinati e di tutti quelli che si spostano per tran-sumanza, pascolo, ecc.

d) individuazione e gestione delle aziende e aree problema.e) implementazione dell’anagrafe dei pascoli e registrazione degli

spostamenti da e verso i pascoli.f ) individuazione di unità epidemiologiche sulla base di indicatori

epidemiologici.

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g) Aggiornamento costante della Banca Dati nazionale.h) implementazione costante del sistema informativo SAnAn.

Per l’esecuzione di tali attività i servizi veterinari delle ASP e l’iZS Sici-lia, hanno predisposto i programmi aziendali di attuazione del Piano nei quali sono stati indicati i tempi entro cui le attività sono andate a pieno regime, gli obiettivi raggiungibili a uno e a due anni, i tempi entro i quali è possibile procedere al risanamento dell’intero patrimonio di aziende bovine e ovi-caprine.

con l’approvazione dei programmi di attuazione, il 1° ottobre 2009 è sta-to individuato quale data di inizio del monitoraggio sull’andamento del Piano.

Per monitorare gli indicatori relativi alla verifica delle attività correlate all’esecuzione del piano di eradicazione della brucellosi, in collaborazio-ne con l’istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, è stato redatto e pubblicato, con cadenza mensile, un Bollettino Epidemiologico Re-gionale veterinario.

La valutazione dello stato di attuazione in Sicilia del Piano nazionale di eradicazione della Leucosi Bovina Enzootica (LEB), reso obbligatorio e disciplinato dal D.M. n. 358 del 2 maggio 1996 e successive modifiche e integrazioni, ha messo in luce che nel triennio 2006 – 2008 il livello medio regionale di aziende ufficialmente indenni da LeB si è mantenuto oltre il 94% e che le aziende infette non hanno superato l’1% delle azien-de controllate.

Alla luce dell’analisi della situazione epidemiologica regionale e tenuto conto delle possibilità di monitoraggio e valutazione offerte dal sistema informativo SAnAn, si è ritenuto di potere individuare quale obiettivo raggiungibile nell’arco temporale di un triennio, l’eradicazione della LeB dalla Sicilia, attraverso il raggiungimento della qualifica di Ufficialmente indenne per almeno il 99,8% degli allevamenti controllabili.

Si precisa, che l’acquisizione della qualifica sanitaria di “Provincia Ufficial-mente indenne da LeB” concorre alla libera circolazione di capi sensibili e diminuisce il grado di controlli da effettuare, realizzando un risparmio di spesa che può essere orientata verso altri obiettivi di Sanità Pubblica Veterinaria.

Tale obiettivo è stato ritenuto perseguibile attraverso l’applicazione inte-grale delle attività previste dal D.M. 358/96, con particolare riferimento:

a) Al controllo globale delle aziende bovine (effettuato contestualmen-te ai controlli per la brucellosi bovina).

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 121

b) Aall’attribuzione e al mantenimento delle qualifiche sanitarie.c) Al rispetto dei tempi di ricontrollo.d) Alla costante implementazione del sistema informativo SAnAn.

La valutazione dello stato di attuazione in Sicilia del Piano nazionale di eradicazione della Tubercolosi Bovina (TBC), reso obbligatorio e disci-plinato dal D.M. n. 592 del 15 dicembre 1995 e successive modifiche e integrazioni, nel triennio 2006 - 2008, ha messo in luce un costante mi-glioramento del livello medio regionale di aziende ufficialmente indenni da TBc, che ha raggiunto valori superiori al 92%, ad una prevalenza di aziende infette i cui valori hanno segnato un costante decremento atte-standosi su valori inferiori a 3,7% delle aziende controllate.

Tale obiettivo, è stato ritenuto perseguibile attraverso l’applicazione inte-grale delle attività previste dal Piano nazionale, con particolare riferimento:

•Al controllo delle aziende bovine.•All’attribuzione e al mantenimento delle qualifiche sanitarie.•Al rispetto dei tempi di ricontrollo.•Alla costante implementazione del sistema informativo SAnAn.

Si è ritenuto, a tal riguardo, di dovere tenere conto delle modalità di dia-gnosi della tubercolosi bovina che, rispetto ad altre malattie oggetto di intervento e eradicazione, viene effettuata con l’utilizzo di una prova al-lergica (intraDermoTubercolinizzazione) effettuata dal medico veterina-rio, senza l’ausilio di esami di laboratorio.

La situazione epidemiologica regionale, pertanto, è stata oggetto di una verifica preliminare che ha messo in luce alcune carenze legate alle mo-dalità di esecuzione della prova diagnostica e alla corretta interpretazio-ne della prova allergica.

È stata potenziata la sorveglianza epidemiologica nei confronti dell’In-fluenza aviaria, attraverso l’esecuzione di un piano regionale annuale e nei confronti della malattia vescicolare da enterovirus del suino (MvS) mediante l’intensificazione dei controlli sulle movimentazioni dei suini.

Per quanto riguarda, infine, la West nile disease (WnD) si è ritenuto di tenere alta l’attenzione, attraverso il monitoraggio delle attività di con-trollo sulle aree di studio individuate in Sicilia dal Piano nazionale. infatti, le migrazioni delle popolazioni umane e animali, la progressiva tropica-lizzazione del clima, la posizione geografica della Sicilia, posta ai confini dell’U.e., costituiscono fattori che possono determinare non solo l’ingres-so di agenti patogeni di norma non presenti sul territorio ma anche con-dizioni favorevoli alla permanenza e alla circolazione degli stessi nelle popolazioni recettive.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana122

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

• con decisione comunitaria n. 2009/2/ce del 18 dicembre 2008, pubbli-cata sulla gUce L 2/8 del 6 gennaio 2009, la Sicilia è stata riconosciuta Indenne da MvS (Malattia Vescicolare da enterovirus del Suino;)

• Quattro province siciliane (Agrigento, caltanissetta, Siracusa e Trapani), con decisione comunitaria n. 2010/391/Ue dell’8 luglio 2010, sono sta-te dichiarate ufficialmente Indenni da LEB (Leucosi Enzootica Bovi-na); per altre quattro province siciliane (catania, enna, Palermo, Ragusa) l’emissione del relativo riconoscimento comunitario è stata già richiesta. Focolai di Leucosi continuano ad essere registrati soltanto in provincia di Messina, dove si sta intervenendo in maniera mirata (tabella e).

• Per quanto riguarda la Brucellosi bovina, al 31 dicembre 2010, rispetto alle 10.304 aziende controllabili, sono state controllate 10.294 aziende, con un indice di copertura del territorio pari al 99,9%. A seguito di tali controlli sono stati accertati 575 focolai di brucellosi bovina, pari al 5,59% delle aziende controllate. inoltre, 9.168 aziende, pari al 91,55%, sono in-denni o Ufficialmente indenni, con un numero di capi pari a 253.327.

infine, su 286.331 bovini controllabili, sono stati saggiati 285.450 capi, pari al 99,69% e sono stati riscontrati 2.995 capi positivi, pari al 1,05%. Di tali capi 2.905 risultano già macellati.

La provincia di Agrigento risulta già in possesso delle condizioni necessa-rie per ottenere il riconoscimento quale provincia Ufficialmente indenne da Brucellosi Bovina. i dati sono riportati nella tabella F.

• Per quanto riguarda la Brucellosi ovi - caprina, al 31 dicembre 2010, ri-spetto alle 8.933 aziende controllabili, sono state controllate 8.925 azien-de, con un indice di copertura del territorio pari al 99,91%. A seguito di tali controlli sono stati accertati 824 focolai, pari al 9,23% delle aziende controllate. inoltre, 7.690 aziende, pari al 87,53%, sono indenni o Ufficial-mente indenni, con un numero di capi pari a 741.904.

infine, su 983.418 ovi - caprini controllabili, sono stati saggiati 982.026 capi, pari al 99,86% e sono stati riscontrati 26.851 capi positivi, pari al 2,73%. Di tali capi 25.437 risultano già macellati (tabella g).

• Per quanto riguarda la Tubercolosi bovina, al 31 dicembre 2010, rispet-to alle 10.301 aziende controllabili, sono state controllate 10.287 azien-de, con un indice di copertura del territorio pari al 99,86%. A seguito di tali controlli sono stati accertati 389 focolai, pari al 3,78% delle aziende controllate. inoltre, 9.254 aziende, pari al 91,55%, sono indenni o Ufficial-mente indenni, con un numero di capi pari a 317.413.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 123

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana126

infine, su 358.420 bovini controllabili, sono stati saggiati 357.133 capi, pari al 99,64% e sono stati riscontrati 3.091 capi positivi, pari allo 0,87%. Di tali capi 3.028 risultano già macellati.

La provincia di Agrigento risulta già in possesso delle condizioni necessarie per ottenere il riconoscimento di provincia Ufficialmen-te indenne da Tubercolosi Bovina (tabella H).

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 129

5 Pianificazione investimenti » integrazione fonti finanziarie

Dupiss: Documento Unitario di Programmazione degli investimenti Sanitari in Sicilia

COSA ABBIAMO TROvATOLe fonti finanziarie, ripartite su più centri di responsabilità in Assessorato, non si integravano in una logica programmatoria tra gli scopi attribuiti alle fonti di finanziamento.

Spesso, inoltre, nella mancanza di coordinamento e concertazione tra il livello aziendale, regionale, ministeriale e universitario si è realizzata una inutile duplicazione di spesa (come nel caso di una doppia PeT ciclotro-ne nella sola città di Messina, intervento che è stato opportunamente corretto).

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

Una particolare attenzione nel percorso della innovazione è indispen-sabile relativamente al patrimonio immobiliare ospedaliero, che deve essere utilizzato in modo strategico e efficace. ingenti risorse vanno re-cuperate dalla dismissione e soprattutto dalla alienazione di beni con possibili evidenti effetti positivi sul mercato e corretto utilizzo delle risor-se disponibili.

Parte della Sicilia, Palermo in particolare, possiede ospedali obsoleti o quantomeno da rimodernare in quanto parte di una rete organizzata se-condo i differenti livelli assistenziali. non esiste infatti alcuna possibile razionalizzazione senza innovazione dei modelli e delle azioni.

il Documento Unitario di Programmazione degli investimenti Sanitari in Sicilia (DUPiSS) riunisce, per la prima volta, le fonti finanziarie e la ratio della loro programmazione con i temi e i contenuti dei documenti pro-grammatici regionali, già esposti nel presente documento, delineando le risorse a disposizione e la loro allocazione rispetto al quadro strategico degli obiettivi regionali e nazionali cosi come fissati dal Quadro Strategi-co nazionale (QSn).

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana130

Obiettivi Strategici Obiettivi generali Obiettivi specifici Obiettivi Operativi

Ridurre la mobilità passiva aumentando l’appropriatezza e l’accesso alle cure

Sviluppare, potenziare e uniformare sul territorio, la rete poliambulatoriale e socio-sanitaria

Migliorare l’offerta dei servizi sul territorio e renderli più vicini al cittadino anche come offerta temporale (>h6);

Maggiore copertura temporale e spaziale, garantendo più servizi di tipo ambulatoriale e per un numero maggiore di ore, portando da h12 o h24 dove ora sono ad h6;

Ottimizzare le risorse disponibili in ottica di rete, anche extra-regionale

Riqualificare e specializzare l’offerta ospedaliera

Riqualificare e specializzare l’offerta ospedaliera, completando nelle 6 province di Ag, cL, en, Rg, SR e TP, almeno un ospedale di riferimento distrettuale e nelle altre province(PA, Me, cT) con sistema metropolitano integrato anche con i policlinici universitari

Riqualificare e razionalizzare la rete delle dimissioni protette

Aumentare e riqualificare l’offerta residenziale e riabilitativa (con attenzione alle fragilità: terapia del dolore anziani, malati cronici, disabili, etc);

completare e riqualificare l’offerta residenziale, lungodegenza/riabilitativa (con attenzione alle fragilità: terapia del dolore anziani, malati cronici, disabili, etc)

Aumentare la cultura della responsabilità e gli strumenti per assicurarla

Potenziare il sistema di monitoraggio e controllo, innalzare la qualità, aumentare la sicurezza, ridurre l’ impatto ambientale

Aumentare salubrità e sicurezza per gli operatori e cittadiniimplementare sistemi di risparmio energetico

Adeguamento strutturale e impiantistico delle strutture esistenti, compresa messa a norma e in sicurezza

Potenziare il capitale umano

Sostenere l’innovazione ela ricerca

Distribuire uniformemente sul territorio le Alte Tecnologie secondo standard sovraregionali

Dotazione Alte Tecnologie (già avviato con Po Fesr)

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 131

con questo quadro logico sono stati programmati gli interventi a valere sulle altre linee di finanziamento avendo cura di procedere, prima, alla ricognizione dell’esistente, presidio per presidio, alla verifica di standard da raggiungere, al bacino di popolazione e alle caratteristiche orografi-che, al livello di complessità di assistenza della struttura in ottica di rete e posizionando poi gli interventi individuati nella fonte finanziaria più adatta. ecco la tabella con il dettaglio.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana132

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Salut

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana134

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

La programmazione delle Alte tecnologie ha visto uno sforzo di rilevazione che è diventato anche metodo per successive ricognizioni e una program-mazione superiore a quanto inizialmente previsto dal Programma, con una rimodulazione delle somme complessivamente a disposizione sulle linee dei fondi europei. ciò ha permesso di programmare in modo trasparente in termini di equità di accesso alle cure e distribuzione territoriale su tutta la Sicilia, proporzionalmente ai bacini di assistenza, con la consapevolezza di quanto già fatto prima, con criteri comuni a quelli delle società scientifi-che i cui rappresentanti sono coinvolti in fase di capitolato di gara.

Al programma, va ascritta un’iniezione di investimenti sul territorio e una gestione attenta in fase di gara centralizzata, che ha già permesso di ge-nerare significative economie a fronte di un mantenimento di forniture di alta qualità.

Un importante sforzo programmatorio per sostenere l’adeguamento in-frastrutturale delle aziende sanitarie, è stata la pianificazione delle risorse dell’art.20, che non a caso è venuta per ultima, in ordine di tempo, in modo da seguire la rimodulazione della rete ospedaliera e territoriale e programmare prima i fondi europei con scadenza 2013.

il programma art. 20 è già passato al vaglio della giunta. Si attende la restituzione delle schede di interventi da parte delle aziende per sotto-porlo alla valutazione, approvazione e finanziamento del Ministero che, probabilmente, avverrà per fasi.

Po FeSR 2007-2013gli interventi per la Sanità

COSA ABBIAMO TROvATO

L’esperienza precedente del POR Sicilia 2000 - 2006 . il Piano program-matico degli interventi in Sanità del PoR Sicilia 2000/2006, identificato come sottomisura 5.01/b, che prevedeva la realizzazione di interventi de-dicati al “potenziamento e dotazione di infrastrutture e di apparecchiatu-re ad alta tecnologia per le diagnosi precoci di malattie ad alto impatto sociale da destinare ai tre poli sanitari regionali”, per l’importo di 20 milio-ni di euro, è stato portato a compimento in breve tempo.

Si trattava, in dettaglio, di apparecchiature diagnostiche di alta tecno-logia (principalmente TAc e RnM) destinate agli ospedali di Palermo, Messina e catania, per innalzare, con il concorso di altri programmi omo-

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loghi, lo standard quali-quantitativo, allora molto deficitario, delle dota-zioni rispetto alla media nazionale, riducendo conseguentemente le liste d’attesa e la migrazione sanitaria. Di fatto tutti gli interventi previsti nel programma sono stati avviati entro il 2004 e conclusi entro il 2006.

La coerenza con gli obiettivi generali del Piano e l’alta capacità di spesa dimostrata, hanno consentito, a seguito di un’apposita modifica al com-plemento di Programmazione del PoR apportata dall’Autorità di gestio-ne, di certificare ulteriori 22 milioni di euro per interventi coerenti (D.A. n. 6472 del 25 ottobre 2005) e alla fine del 2007, di rendicontare un ulterio-re over-booking per complessivi 43.129.996,30 di euro8

i tre provvedimenti, aggiuntivi rispetto alla dotazione iniziale, hanno consentito, pertanto di liberare ulteriori risorse, ammontanti a 20 milioni di euro, recentemente impegnati per la realizzazione di ulteriori inter-venti di riqualificazione e aggiornamento del patrimonio tecnologico.

PO FESR 2007 - 2013 - (linee di competenza Ass . Salute) . Rispetto al precedente ciclo di programmazione, nella considerazione della trasver-salità del tema salute, rispetto agli obiettivi generali del programma in termini di ricadute sul sistema “ città” , il P.o. FeSR ha consentito l’inseri-mento nella programmazione di interventi non relegati soltanto al tema dell’implementazione delle dotazioni tecnologiche di alta specialità.

infatti, il Programma ha espressamente individuato nell’ambito dell’Asse 3, dell’Asse 6 e dell’Asse 7 obiettivi specifici e operativi e linee di inter-vento di competenza dell’Assessorato Regionale della Salute, che sono esplicate nella seguente tabella.

8 (D.A. n. 02726/07 del 4.12.2007; D.D.g. n. 02883/07 del 19.12.2007; D.D.g. n. 02884/07 del 19.12.2007).

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Linee di intervento Importi* finanziari totali

3.3.3.2 Attivazione di servizi sanitari di teleassistenza nei luoghi ad alta vocazione turistica e in particolare nelle isole minori €5.000.000

6.1.2.1

Azioni per l’incremento della dotazione di apparecchiature ad alta tecnologia nei poli sanitari regionali €119.172.000

intervento relativo al grande progetto di adroterapia e protonterapia € 90.000.000

6.1.2.2collegamento a poli sanitari di eccellenza anche extraregionali, anche attraverso l’integrazione delle prestazioni mediante Tic e una gestione coordinata degli interventi in materia di Si

€20.000.000

6.1.2.3 investimenti strutturali per l’innalzamento della salubrità delle strutture ospedaliere €72.904.500,6.

€ 307.076.500,60

La dotazione maggiore di risorse riguarda l’Asse 6 “Sviluppo urbano so-stenibile” e più specificatamente l’obiettivo operativo 6.1.2 che si colloca all’interno di una ampia cornice che, puntando specificamente al poten-ziamento dei servizi urbani nelle aree metropolitane e nei medi centri, fissa, fra gli altri, il parametro del potenziamento dei “poli sanitari regio-nali e l’adozione di tecnologie avanzate per la qualificazione dei servizi”.

L’obiettivo operativo 6.1.2 è rivolto, dunque, alla realizzazione di inter-venti fisicamente compresi all’interno delle strutture già destinate all’ero-gazione di servizi sanitari pubblici direttamente gestite dalle aziende sanitarie territoriali e ospedaliere, compresi i policlinici universitari e gli iRccS pubblici, individuati nella categoria dei beneficiari.

Tutto quanto sopra esposto è stato tenuto in forte considerazione dal Dipartimento Pianificazione Strategica, individuato quale centro di Re-sponsabilità e dal Servizio 3, individuato quale Ufficio competente delle operazioni, durante tutte le fasi del procedimento posto in essere per attuare la linea di intervento di specifica competenza.

COSA ABBIAMO CAMBIATO E PERCHé

nessuna iniziativa tesa alla riduzione delle spese e alla riqualificazione dell’offerta sanitaria sul territorio potrà realizzarsi se non sarà sostenuta da una programmazione degli investimenti coerente e sincrona con le politiche sanitarie, mettendo a sistema la capacità di risposta al fabbiso-

* Si precisa che, alla luce della riforma dipartimentale dell’Assessorato Sanità il Dipartimento responsabile delle linee di intervento dell’Asse 3 e dell’Asse 6 è il Dipartimento per la Pianifi-cazione Strategica, mentre il Dipartimento responsabile delle linee di intervento dell’Asse 7 è il Dipartimento Attività Sanitarie e osservatorio epidemiologico e che gli importi finanziari di ciascuna linea discendono dalla richiesta di rimodulazione avanzata recentemente al Dip. della programmazione con nota prot. 27437 del 22.03.2011. gli importi sono quelli previsti in fase di rimodulazione. Attribuiscono al settore Sanità il 50% in più rispetto alla dotazione iniziale di circa 200 milioni di euro in forza della capacità di investimento.

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gno sanitario e intervenendo virtuosamente nelle aspettative di sviluppo economico della Regione.

Una particolare attenzione nel percorso della innovazione, come si di-ceva prima, è indispensabile relativamente al patrimonio immobiliare ospedaliero che deve essere utilizzato in modo strategico e efficace. Sono significative le risorse che è possibile recuperare dalla dismissione e dalla alienazione di beni.

in un unico documento interno (Bussola – guida agli investimenti per la Sanità in Sicilia, evoluzione di un primo documento denominato goSS) è stato riunito l’insieme dei portafogli di cui disponeva il settore, sono stati evidenziati gli ambiti di intervento e diffusi ai dipartimenti e ai servizi.

È stato riunito dentro un unico servizio la competenza per gli investimen-ti e un coordinamento informativo tra le varie fonti di finanziamento (Po Fesr, art. 20, art. 71, Hospice, Aids).

È stata avviata una programmazione integrata tra le varie fonti di finan-ziamento, portandole all’attenzione sia della procedura negoziale con le aziende sanitarie, sia nelle fasi successive con i tavoli partenariali e la con-ferenza permanente socio-sanitaria.

inoltre all’avvio delle procedure negoziali per la programmazione delle linee di intervento del Po Fesr dell’asse Vi, le aziende sono state convoca-te prima insieme e poi per provincia e le richieste di finanziamento avan-zate sono state vagliate con gli interventi precedentemente finanziati, riducendo il rischio di duplicazioni o frammentazioni.

Avvio delle Attività e percorsi rivolti alla negoziazione degli inter-venti. L’avvio delle attività ha inizio sostanzialmente subito dopo il riordi-no del Servizio Sanitario Regionale introdotto con la Legge 5/2009.

il riordino ha riqualificato l’offerta sanitaria regionale, riconducendola a criteri di appropriatezza e efficienza di ottimizzazione dell’uso delle ri-sorse, provvedendo a una profonda rivisitazione dei punti di erogazione sanitaria, preceduta da una attenta analisi delle attività erogate, che ha comportato la riduzione delle aziende sanitarie regionali da 29 a 17, a cui va aggiunto l’iRccS pubblico Bonino - Pulejo.

Dal momento che la platea dei beneficiari finali delle linee di intervento di competenza dipartimentale è composta dalle aziende sanitarie pub-bliche regionali, compresi i policlinici universitari e gli iRccS pubblici, era indispensabile attendere la modifica dello scenario sanitario complessi-vo, introdotto dalla Legge 5/2009, per affrontare compiutamente e orga-nicamente il procedimento negoziale.

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Difatti, subito dopo l’entrata in vigore della legge di riforma, si è procedu-to a indire una tornata di incontri con le nuove aziende, condotti esclu-sivamente su base provinciale, in modo da consentire una visione più ampia dei fabbisogni espressi dai soggetti che operano nella stessa pro-vincia e la possibilità di trovare risposte alle molteplici esigenze esposte dalle aziende anche attraverso soluzioni che passano tramite l’integra-zione di risorse e di capacità.

Dall’avvio della negoziazione per l’attivazione della linea d’intervento, la struttura interna del dipartimento ha operato in sinergia con gli uffici di diretta collaborazione dell’Assessore e attraverso il coordinamento delle competenze disciplinari interne.

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

Linea d’intervento 6 .1 .2 .1 - Azioni per l’incremento della dotazione di apparecchiature ad alta tecnologia nei poli sanitari regionaliin coerenza con il Piano sanitario la progettazione degli interventi rela-tivi alla linea 6.1.2.1 dedicata alle Alte Tecnologie si è concentrata sulla capacità di dare risposta a temi di maggior interesse e impatto sociale: le patologie cardiovascolari e oncologiche, che rappresentano le prime cause di mortalità in italia e in Sicilia. La pianificazione dell’intervento è stata l’occasione per avviare concretamente dei percorsi di rete che han-no portato all’individuazione di azioni in grado di incidere sui percorsi di prevenzione, di diagnosi e cura sia delle patologie oncologiche e cardio-vascolari che sulla rete dell’ictus e del politrauma, tra le prime cause dei cosiddetti “viaggi della speranza”.

La programmazione della spesa per investimenti a valere sui Fondi del PoR Fesr 2007 - 2013, inoltre, è stata accompagnata dal rigore metodolo-gico e dalla cantierabilità degli investimenti perché:

•Da un lato, il profondo cambiamento che ha interessato la Sanità sicilia-na, ha reso opportuno programmare la spesa, solo dopo aver definito la nuova geografia sanitaria con l’assetto definitivo risultante dalla riforma del sistema e dalla redazione del nuovo Piano Sanitario Regionale.

•Dall’altro, le scadenze prefissate dall’europa impongono una program-mazione puntuale, al fine di concorrere ai target di spesa per ultimo asse-gnati dal Dipartimento della programmazione nel gennaio 2011.

Per procedere ad una programmazione degli specifici interventi è stato seguito il percorso metodologico che, oltre a tenere in considerazione i requisiti di ammissibilità previsti per la linea d’investimento, si è basata sulla rilevazione delle apparecchiature di alta tecnologia, sviluppata in collaborazione con l’Agenas e l’Agenzia Regionale sanitaria del Friuli, in

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base a scelte selettive nella conduzione degli investimenti, fondati su cri-teri oggettivi discendenti da una rigorosa analisi delle dotazioni esistenti e, quindi, del fabbisogno.

Rispetto alla complessiva dotazione assegnata alla linea d’intervento 6.1.2.1, la g.R.g., con delibera n 539 del 15 dicembre 2009 ha approva-to la programmazione di alte tecnologie per l’importo complessivo di € 119.172.000,00 in extrabudget rispetto alla dotazione iniziale della linea che si attestava a € 68.338.872,00, mentre sono stati ammessi a program-ma interventi cantierabili per l’importo complessivo di € 62.011.000.

Impatto delle Alte Tecnologie (Po Fesr 6 .1 .2 .1)

attr

ezza

ture

iniz

iali

Acqu

isti

Sost

ituzi

oni

Acqu

isti

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stitu

z

Tota

le co

n ac

quis

ti

Entr

o il

2013

Radioterapie (acc .lineari) 19 3 8 11 22

Attivate a cL, Me, Rg. nuove a Ag, SR, TP - Radioterapie avanzate a Pa e ct

PET e PET Tac 7 5 0 5 12 nuove a Ag, cL, Rg, SR, TP

IORT 2 2 4 Palermo (a catania: esistente)

RMn 35 21 4 25 56Rinnovati oltre i 6 anni e almeno 1 aperta in tutte le province

Mammografi e m . digitali 87 12 12 24 99 Rinnovati quelli oltre gli 8 anni

in tutte le province

Angiografi fissi 32 12 12 32 Sostituiti con app. digitali tutti quelli oltre i 6 anni

Angiografi portatili 13 8 8 21 Dotazione di portatile per le

procedure cardio-vascolari

Tac 96 13 15 28 109Rinnovati con > 16 slice quelli oltre i 6 anni in tutte le province; cardioTac a cT

Gamma Camera 16 9 6 15 25 nuovi acquisti a cL, en, Me,

PA, Rg

Laboratori Genomica 2 2 2 nuovi e in rete a Palermo

catania

Lokomat 1 1 1 per cerebrolesi c/o ircss Me

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Impatto delle Alte Tecnologie (Po Fesr 6 .1 .2 .1) comparato ai costi

attrezzature Acquisti euro sostituzioni euro

Acquisti e sostituzioni euro

Radioterapie (acc .lineari) 3 7.200 8 12.700 11 19.900PET e PET Tac 5 15000 0 0 5 15.000 IORT 2 1400 1.400RMn 21 27.520 4 5.280 25 32.800Mammografi e m . digitali 12 2484 12 2544 24 5.028Angiografi fissi 12 10.977 12 10.977Angiografi portatili 8 2.064 8 2.064Tac 13 8.340 15 10.740 28 19.080Gamma Camera 9 2.250 6 1.500 15 3.750Laboratori Genomica 2 2.248 2 2.248Lokomat 1 500 1 500

Le economie di gara, esaurita la missione istituzionale vocata all’assisten-za sanitaria, possono essere destinate, in quota parte, all’implementa-zione del parco tecnologico delle Aziende Universitarie, degli irccs, delle sperimentazioni gestionali per implementare la qualità dell’assistenza attraverso opportune azioni di supporto all’alta formazione, ricerca e col-legamento funzionale tra i vari livelli assistenziali.

Linea d’intervento 6.1.2.3investimenti strutturali per l’innalzamento della salubrità delle strutture ospedaliere

in coerenza con l’attività svolta per la linea d’intervento 6121, gli inter-venti ammissibili alla programmazione comunitaria inerenti la salubrità delle strutture ospedaliere ha seguito i medesimi step procedurali, con l’avvio della procedura negoziata con le aziende sanitarie su base pro-vinciale.

All’interno dei requisiti di ammissibilità e dei requisiti di selezione, la pro-grammazione degli interventi parte dalle nuove indicazioni della politica sanitaria dalle quali sono state estratte, in relazione alla linea d’interven-to, le seguenti priorità, tenuto conto dell’ ulteriore requisito della cantie-rabilità degli stessi:

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ADegUAMenTo DeLLe ARee Di eMeRgenZA URgenZA•Riqualificazione delle unità di Pronto Soccorso.•Riqualificazione delle sale e dei complessi operatori.•Ammodernamento dei reparti di terapia intensiva.

ADegUAMenTo noRMATiVo•Aggiornamento dell’impiantistica.•Adeguamento delle Unità operative finalizzato alla riduzione del rischio

clinico.

Sono stati inoltre valutati interventi cogenti in virtù di normative setto-riali che imponevano le seguenti azioni:

•interventi relativi alle Unità operative di medicina nucleare, necessari per l’adeguamento alle norme di buona preparazione dei radio farmaci per medicina nucleare di cui al D.P.R. 30 marzo 2005, pubblicato in gURi 168/2005.

•interventi connessi sia all’adeguamento ai requisiti strutturali, tecnolo-gici e organizzativi per l’esercizio dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta del sangue di cui al D.A. 4 marzo 2011 sia all’adeguamento ai requisiti necessari per l’accreditamento istituzionale.

Rispetto alla complessiva dotazione della linea d’intervento prevista nel-la richiesta di rimodulazione delle risorse, avanzata al Dipartimento della Programmazione pari a € 72.904.500,68, è stata ammessa al programma operativo una prima tranche di interventi dell’importo complessivo di € 15.224.236,12 con il DDg in corso di registrazione alla corte dei conti.

A seguito dell’ulteriore attività espletata dall’inizio di quest’anno, sono stati ritenuti ammissibili alla programmazione comunitaria ulteriori in-terventi, che coprono quasi interamente la dotazione finanziaria della linea d’intervento.

Si riporta di seguito l’attribuzione finanziaria per linea prioritaria a segui-to della negoziazione con le aziende sanitarie.

Medicina nucleare €/m 5.967

Pronto Soccorso €/m 4.367

Riqualificazione delle sale e dei complessi operatori €/m 4.832

Ammodernamento reparti Terapia intensiva €/m 4.559

Aggiornamento impiantistica €/m 10.520

Adeguamento UU.oo. finalizzato alla riduzione del rischio clinico (ristrutturazioni, adeguamenti, completamenti) €/m 44.000

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana142

occorre ribadire, che la programmazione dei fondi comunitari di perti-nenza del Dipartimento va inquadrata nell’ambito della più ampia attivi-tà di programmazione delle risorse statali di cui all’art. 20 della L. 67/88, concorrendo sinergicamente all’attuazione degli investimenti strutturali necessari per la riqualificazione e l’ammodernamento del patrimonio sa-nitario pubblico e al superamento del gap esistente tra i bacini provincia-li dell’isola in forza delle precedenti programmazioni, sia del citato art. 20 che dell’art. 71 della L. 448/98.

interventi in cantiere

Linea d’intervento 6 .1 .2 .2 - Collegamento a poli sanitari di eccellen-za anche extraregionali La dotazione finanziaria complessiva della linea, a seguito della rimodu-lazione, si è attestata a 20 milioni di euro e sarà utilizzata anche per la realizzazione del ponte radio del servizio 118, la cui bozza di progetto è stata già redatta dal competente servizio e per gli interventi infrastruttu-rali aziendali a integrazione del progetto inerente la realizzazione della rete a banda larga che metterà in rete tutte le informazioni provenienti dalle aziende sanitarie.

Linea d’intervento 3 .3 .3 .2 - Attivazione di servizi sanitari di teleas-sistenzaLa linea d’intervento, ascritta alla competenza del Dipartimento Pianifica-zione Strategica, riguarda la ”attivazione di servizi sanitari di teleassisten-za nei luoghi ad alta vocazione turistica e in particolare nelle isole minori”. essa si inserisce all’interno dell’asse 3 “Valorizzazione delle identità cultu-rali e delle risorse paesaggistico ambientali per l’attrattività turistica e lo sviluppo” e dell’obiettivo operativo 3.3.3. “potenziare i servizi a sostegno dell’imprenditorialità turistica e i processi di integrazione di filiera”.

il progetto, si propone di potenziare e sostenere l’offerta turistica con l’avvio di un servizio di telecardiologia, finalizzato a soccorrere tempesti-vamente i cittadini colpiti da emergenze cardiologiche, a diagnosticare la natura dell’attacco e a trasferire gli stessi nel centro più attrezzato per la terapia ottimale.

La rete, inoltre, mira a integrare le strutture del 118, della medicina d’ur-genza e della cardiologia e sarà organizzata per prendere in carico il pa-ziente e governarne il percorso, conformemente alle sue necessità.

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gare centralizzate e fondi Po Fesr 2007 – 2013

in seguito al Riordino del S.S.R. – L.R. n. 5/2009 art. 5 comma 9, il territo-rio è stato suddiviso in due bacini: orientale e occidentale, sono stati no-minati, per singolo bacino, un comitato  e un gruppo di coordinamento, sono state individuate le categorie merceologiche e le Aziende capofila per singola procedura. i gruppi di coordinamento, in ambito di bacino, individuano le categorie merceologiche da acquistare mediante ricorso all’e-procurement.

La Regione Siciliana ha, inoltre, da tempo intrapreso un percorso di mo-dernizzazione avente a oggetto la creazione di una  Piattaforma Telema-tica integrata da utilizzare di tutti i settori chiave dell’infrastruttura della Pubblica Amministrazione della Regione Siciliana. Anche in ambito ac-quisti si sta realizzando un sistema informativo di tipo e-Procurement per gli approvvigionamenti on-line denominato Sistema di approvvigiona-mento elettronico (SAe).

L’Assessorato Salute ha in corso di presentazione un Progetto dal titolo “Appalti in buona salute”, finanziabile attraverso il Programma operativo nazionale (Pon Sicurezza Sud).

L’obiettivo è quello di accrescere la capacità di programmazione e pro-gettazione degli acquisti, incrementando trasparenza, legalità, sicurezza dei procedimenti amministrativi, anche attraverso l’utilizzo di infrastrut-ture informatiche.

nell’ambito del Progetto, saranno posti in essere dei meccanismi sinergi-ci tra i partner coinvolti (Ministero Salute, Agenas, comando cc per la tu-tela della Salute, Università di Palermo, Sicilia e-Servizi…) con l’obiettivo di costituire una unità di BusinessIntelligence all’interno dell’Assessorato e sviluppare applicazioni per raccogliere, analizzare e monitorare infor-mazioni e dati strategici provenienti dalle Aziende.

La Gara Farmaci Una tra le prime iniziative di gara, intraprese in ambito regionale, ha ri-guardato l’affidamento di specialità medicinali su piattaforma consip. L’Azienda capofila è stata il Cervello–villa Sofia9.

obiettivo regionale, da perseguire attraverso questa primissima esperien-za, l’omogeneizzazione e razionalizzazione delle forniture di specialità farmaceutiche presso le Aziende Sanitarie Regionali nonché il conteni-

9 Rup del Procedimento: d.ssa Antonella Lupo

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mento della spesa farmaceutica regionale nelle misure programmate nel piano di contenimento e riqualificazione del Sistema Sanitario Regionale 2007/2009.

Attraverso il ricorso alla gara telematica regionale ci si attendevano im-portanti vantaggi economici e di processo, sintetizzabili in:

•Una consistente riduzione dei costi amministrativi del processo di ap-provvigionamento;

•economia di scala prodotte dall’aggregazione dei fabbisogni;•evidenti vantaggi derivanti dalla riduzione dei tempi di gara, dovuta, tra

l’altro, anche alla immediata comparazione delle offerte;•eliminazione della documentazione cartacea e connessa ottimizzazione

dell’impiego di risorse sia umane che economiche nella gestione della procedura;

•Maggiore trasparenza verso i cittadini e verso i fornitori in ossequio ai principi tipici dell’azione della P.A.;

•Diffusione di una cultura informatica fortemente innovativa della P.A. che contempla, oltre all’utilizzo del canale internet, l’uso della firma digitale e l’informatizzazione degli esiti di gara

•La definizione, per la prima volta, di un data base regionale che, a parti-re dai fabbisogni comunicati dalle Aziende, ha consentito azioni di con-trollo e verifica analitiche, sulla aderenza delle scelte terapeutiche opera-te all’interno delle strutture del SSR, rispetto ai principi attivi contemplati nel Prontuario Terapeutico ospedaliero-territoriale della Regione Sicilia.

Il risparmio della prima gara farmaci destinati alle aziende ospe-daliere siciliane ammonta, nel triennio, a 102 milioni di euro. i lotti negoziati, per un valore a base d’asta di 732 milioni di euro, sono stati aggiudicati a complessivi 630 milioni di euro, con un risparmio percen-tuale del 14%. 

il risparmio complessivo può considerarsi pari a oltre 150 milioni di euro circa, se si considera, che i prezzi a base d’asta di molti prodotti messi a gara erano già inferiori a quelli che le aziende sanitarie pagavano fino a pochi mesi fa. 

il valore complessivo della gara telematica centralizzata - finora la più grossa gara per farmaci in ambito europeo per valore economico – è sta-to di 932 milioni di euro + iVA del 10%, per un totale di 2.035 lotti da ag-giudicare. La gara, ha riguardato il fabbisogno delle aziende ospedaliere siciliane relativamente a specialità medicinali e mezzi di contrasto. non erano compresi nei lotti i prodotti emoderivati, le soluzioni galeniche e i vaccini. i lotti che non sono stati aggiudicati per mancanza di offerte rap-presentano soltanto il 21% del valore complessivo della gara, una cifra

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che si può considerare fisiologica. Alla gara sono state prodotte offerte da ben 102 aziende farmaceutiche.

Il risparmio della seconda gara farmaci destinati alle aziende ospe-daliere siciliane ammonta, nel triennio, a 16 milioni e mezzo di euro. Altri 288 lotti, relativamente a specialità medicinali e mezzi di contrasto, la cui base d’asta era di 168 milioni e mezzo di euro, infatti sono stati ag-giudicati alla cifra di 152 milioni di euro con un risparmio del 10% circa.

Anche in questo caso il risultato di questa seconda tranche della gara, in realtà, è ancora più soddisfacente se si considera che i prezzi a base d’asta di molte molecole erano generalmente inferiori rispetto ai tariffari previsti dall’AiFA e ben al di sotto di quanto pagato dalle Aziende sanita-rie fino a poco tempo fa.

inoltre, è da considerare il fatto, che la stragrande maggioranza dei lot-ti aggiudicati in questa seconda tranche riguarda molecole prodotte in esclusiva e quindi non sottoposte ad un regime di concorrenza.

il ricorso alle gare e i risultati ottenuti hanno permesso di attestare che almeno per la spesa farmaceutica ospedaliera la Regione Siciliana ha, per il 2010, il tasso più basso di incidenza ospedaliera (2,7%), e uno dei bassi indici di sfondamento del tetto di spesa farmaceutica ospedaliera (29) tra tutte le Regioni italiane10.

La Gara Alte Tecnologie La prima gara centralizzata su scala regionale per l’acquisizione di appa-recchiature ad alta tecnologia è stata aggiudicata il 27 dicembre 2010, a valere sui fondi del P.o. Fesr 2007 - 2013 Linea 6.1.2.1 “Alte Tecnologie”, individuando nell’Asp di Siracusa11 la capofila per l’acquisizione di Tac e Angiografi.

L’elenco delle attrezzature da acquisire prevedeva 48 interventi: •22 TAc da 16 strati. •4 Tac da 64 strati.•6 Angiografi portatili. •10 Angiografi fissi. •5 mammografi. •1 lokomat.

Prevista in gara, anche l’installazione e la manutenzione post - garanzia (1+4 anni full-risk), per un importo complessivo posto a base d’asta di € 24.266.809,00 (iva esclusa).

10 osservatorio Farmaci – cergas – Università Bocconi , report semestrale 2010, n°2611 Rup del procedimento: dott. eugenio Bonanno

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana146

La gara ha permesso di conseguire economie rilevanti mantenendo un ottimo rapporto qualità/prezzo grazie ad almeno tre fattori innovativi:

La redazione dei capitolati tecnici . Tutti gli esperti - referenti indivi-duati dalle aziende assegnatarie dei finanziamenti, hanno condiviso col-legialmente le caratteristiche tecniche delle attrezzature da acquisire e l’applicazione del criterio prezzo - qualità. L’apporto specialistico e parte-cipativo di ognuna delle professionalità interessate ha consentito di de-finire l’oggetto dell’acquisto, le modalità di gara e del contratto in modo da qualificare al meglio la domanda in termini di costi e appropriatezza.

L’applicazione dell’Accordo Quadro al lotto n .1. Prevedeva la fornitura di n.22 Tac da almeno 16 strati. il ricorso al cosiddetto Accordo Quadro, senza nuovo confronto competitivo, in base alla graduatoria di merito finale ha consentito di disciplinare la gara nel seguente modo, con tre aggiudicazioni:

•Alla 1^ migliore offerta in graduatoria assicurare il 60% della fornitura; •Alla 2^ migliore offerta il 30%, una volta esaurito il massimale per la pri-

ma in graduatoria; alla 3^ migliore offerta il 10% della fornitura, una volta esaurito anche il massimale della seconda in graduatoria.

il ricorso all’Accordo Quadro è stato basato sulla valutazione di:•Limitare e/o scongiurare condizioni di monopolio sul versante dell’offerta,

considerato che, oltre alla fornitura dell’attrezzatura, era pure prevista la manutenzione full-risk per una durata di anni 4 oltre al primo di garanzia.

•Favorire la concorrenzialità delle aziende partecipanti sul piano dell’in-novazione e della qualità.

•ottimizzare i tempi di consegna delle attrezzature sull’intero territorio regionale.

gli esiti di gara si sono rivelati fortemente positivi, sia sul piano della qua-lità che del prezzo, se si pensa che:

•Sul lotto n.1 (n.22 TAc) si chiedevano TAc da almeno 16 strati e sono sta-te offerte TAc da 64 strati dalle prime due ditte aggiudicatarie e la terza ditta ha offerto TAc da 32 strati.

•chi ha conseguito il punteggio migliore sulla qualità ha anche offerto il prezzo più basso.

•Le percentuali di sconto sui prezzi a base d’asta sono state significative, passando dal 24,17% sull’attrezzatura al 39,39% sulla manutenzione full-risk per le TAc da 16 strati in su e dal 29,70% sull’attrezzatura al 46,81% sulla manutenzione per le TAc da 64 strati.

•Le percentuali di sconto sugli angiografi fissi ad uso cardiologico sono passate dal 7,31% sull’attrezzatura al 41,76 sulla manutenzione full-risk

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 147

e dall’11,7294 sull’attrezzatura al 47,0588 sulla manutenzione per gli an-giografi fissi ad uso interventistico – vascolare.

•Questi sconti hanno determinato forti risparmi rispetto ai prezzi a base d’asta,  (va specificato che gli importi sono iva esclusa e che le somme per la copertura della spesa sono a valere sui fondi del Po FeSR per le attrez-zature e sui fondi di bilancio della singole aziende per la manutenzione).

complessivamente, i risparmi realizzati rispetto agli importi a base d’asta ammontano a € 7.777.943,42, di cui € 3.720.627,78 per le attrezzature e € 4.057.315,64 per le manutenzioni.

Tutti i dettagli sono riportati nelle tabelle successive.

La seconda gara, centralizzata su scala regionale per l’acquisizione di ap-parecchiature di alta tecnologia è stata indetta il 7 marzo 2011, giusta deliberazione n. 438, a valere sui fondi del P.o. FeSR 2007 - 2013 Linea 6.1.2.1 “Alte Tecnologie”, individuando nell’ARnAS Garibaldi di Cata-nia12, la capofila per l’affidamento della fornitura e installazione di appa-recchiature di alta tecnologia (RnM tradizionali e aperte, gamma camera e n. 1 Tac 128 slice), il cui termine di presentazione delle offerte è fissato il 12 maggio 2011.

ATTREZZATuRE Prezzo unitario a base d’asta

Prezzo unitario aggiudicazione

Prezzo complessivo aggiudicazione

Risparmio rispetto base asta

LoTTo 1 n.22 TAc 16 STRATin.13 aggiudicati al i in graduatoria 522.727,27 399.985,72 5.199.814,46

n.  7 aggiudicati al ii in graduatoria 522.727,27 447.396,92 3.131.778,45

n.  2 aggiudicati al iii in graduatoria 522.727,27 486.120,13   972.240,27

Totale 9 .303 .833,18 2 .196 .166,82

LoTTo 2 n.4 TAc 64 STRATiaggiudicati 757.952,50 532.766,69 2.131.066,76

Totale 2 .131 .066,76  900 .743,24

LoTTo 4 n.6 AngiogRAFi DigiTALi FiSSi PeR USo cARDioLogicoaggiudicati 708.333,33 658.107,54 3.948.645,25

Totale 3 .948 .645,25  301 .354,75

LoTTo 5 n.4 AngiogRAFi DigiTALi FiSSi PeR USo inTeRV. VAScoLAReaggiudicati 708.333,33 627.742,50 2.510.970,03

Totale 2 .510 .970,03  322 .362,97

12 Rup del procedimento: dott. Salvatore Torrisi

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana148

ASSISTEnZA E MAnuTEnZIOnE

Prezzo unitario a base d’asta

Prezzo unitario aggiudicazione

Prezzo complessivo aggiudicazione

Risparmio rispetto base asta

LoTTo 1 n.22 TAc 16 STRATin.13 aggiudicati al i in graduatoria 264.000,00 160.001,95 2.080.025,37

n.  7 aggiudicati al ii in graduatoria 264.000,00 203.599,96 1.425.199,77

n.  2 aggiudicati al iii in graduatoria 264.000,00 221.760,00   443.520,00

Totale 3 .948 .745,14 1 .859 .254,86

LoTTo 2 n.4 TAc 64 STRATiaggiudicati 382.800,00 203.584,83  814.339,34

Totale  814 .339,34  716 .860,66

LoTTo 4 n.6 AngiogRAFi DigiTALi FiSSi PeR USo cARDioLogicoaggiudicati 340.000,00 199.799,98 1.198.799,88

Totale 1 .198 .799,88  841 .200,12

LoTTo 5 n.4 AngiogRAFi DigiTALi FiSSi PeR USo inTeRV. VAScoLAReaggiudicati 340.000,00 180.000,00  720.000,00

Totale  720 .000,00  640 .000,00

Le altre gare centralizzate per l’acquisizione di apparecchiature di alta tecnologia, a valere sui fondi del P.o. FeSR 2007 - 2013 Linea 6.1.2.1 “Alte Tecnologie”, sono in fase di lavorazione come da prospetto riepilogativo.

AZIEnDA CAPOFILA OGGETTO DELLAPROCEDuRA STATO DELLA PROCEDuRA

Azienda ARnAS civico di Palermo

Procedura aperta regionale per l’acquisizione di apparecchiature di radioterapia (Acceleratori lineari e ioRT).

in data 1/10/2010 è stata individuata l’Azienda ARnAS quale capofila della ditta in questione. L’azienda ha predisposto il capitolato tecnico ma è in attesa di reperire la documentazione necessaria da parte delle Aziende (Atto di delega, nomina referente, DUVRi, l’indicazione dei singoli costi non ribassabili per la sicurezza). in data 8/03/2011 è stato disposto lo stralcio dell’acquisto dell’acceleratore lineare del P.o. di Mazara del Vallo, in quanto tale acquisto sarà incluso nell’ambito del progetto di ristrutturazione del predetto Presidio ospedaliero.

ASP di Trapani Procedura aperta regionale per l’acquisizione di apparecchiature cT/PeT.

in data 10/12/2010 è stata individuata l’ASP di Trapani quale Azienda capofila. L’Azienda ha predisposto il capitolato tecnico in trasmissione alle Aziende Sanitarie per la condivisione. nelle more sarà predisposta la progettazione.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 149

gare centralizzate di bacino

COSA ABBIAMO TROvATO

A fine 2008 un’analisi del comportamento all’acquisto delle aziende sani-tarie13 condotta sulla spesa 2005 - 2007, ha permesso di rilevare che

•nella maggior parte dei casi: Le aziende sanitarie pubblicano bandi di gare per l’acquisto di beni sanitari meno di tre volte nel triennio di riferimento.

•nella maggior parte dei casi: Le aziende sanitarie pubblicano bandi di gare per l’acquisto di beni non sanitari meno di tre volte nel triennio di riferimento.

•nella maggior parte dei casi: Le aziende sanitarie pubblicano bandi di gare per l’acquisto di servizi non sanitari meno di tre volte nel triennio di riferimento.

•nella maggior parte dei casi: L’incidenza della modalità di acquisto alter-nativa “acquisti sottosoglia” rispetto alla totalità delle gare è inferiore al 25% (un numero consistente di aziende effettua acquisti sottosoglia con una percentuale maggiore del 25%).

•non è possibile definire un valore netto d’incidenza della modalità alter-nativa di acquisto, “acquisti sottosoglia”, sul totale delle gare effettuate da prendere come riferimento (acquisti sottosoglia elevati per questa tipo-logia di fornitura).

•nella maggior parte dei casi: L’incidenza della modalità di acquisto al-ternativa, “trattativa privata”, rispetto alla totalità delle gare è inferiore al 25% (un numero consistente di aziende effettua acquisti in trattativa pri-vata con una percentuale maggiore del 25%).

•nella maggior parte dei casi: L’incidenza della modalità di acquisto alter-nativa, “trattativa privata”, rispetto alla totalità delle gare è inferiore al 25%.

La tabella seguente riporta il numero di gare espletate o in corso di espletamento per ogni macrovoce di spesa e il loro valore in percentuale rispetto al numero totale di gare riferite al 2007.

13 Studio di fattibilità per attività di e-Procurement in ambito sanitario Regione Siciliana (DTPM, Facoltà di ingegneria, Università di Palermo) 2008

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana150

Codice Macro voce di spesa n° gare %

B0020 B.1.a) Prodotti farmaceutici 8 9,88%

B0030 B.1.b) emoderivati e prodotti dietetici 4 4,94%

B0040 B.1.c) Materiali per la profilassi (vaccini) 2 2,47%

B0050 B.1.d) Materiali diagnostici prodotti chimici 4 4,94%

B0070 B.1.f ) Presidi chirurgici e materiali sanitari 31 8,27%

B0080 B.1.g) Materiali protesici e materiali per emodialisi 4 4,94%

B0120 B.1.k) Materiali di guardaroba, pulizia e convivenza in genere 4 4,94%

B0140 B.1.m) Supporti informatici e cancelleria 5 6,17%

B0200 B.1.o) Altri beni non sanitari 1 1,23%

B0600 B.2.13.1) Lavanderia 4 4,94%

B0610 B.2.13.2) Pulizia 2 2,47%

B0660 B.2.13.7) Smaltimento rifiuti 5 6,17%

B0690 B.2.13.10) Altro (Altri servizi non sanitari) 4 4,94%

B0710 B.3.a) Manutenzione e riparazione (ordinaria esternalizzata) agli immobili e loro pertinenze 1 1,23%

B0730 B.3.c) Manutenzione e riparazione (ordinaria esternalizzata) alle attrezzature tecnico-scientifico sanitarie 2 2,47%

TOT 81 100%

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

con riferimento alle procedure di acquisto di beni e servizi l’Assessorato ha attivato strumenti per il contenimento della spesa e la razionalizzazio-ne delle operazioni di approvvigionamento, attraverso l’utilizzazione di gare consorziate, implementando il processo di centralizzazione anche attraverso lo sviluppo del ricorso alla conSiP o al MePA e/o all’utilizzo dei parametri di qualità e prezzo come limiti massimi da utilizzare in sede di espletamento di gara.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 151

nell’ambito del processo per l’efficientamento della spesa per l’acquisto di beni e servizi, le aziende sanitarie con la programmazione inter-azien-dale di bacino, dovranno privilegiare la forma di aggregazione delle pro-cedure di gara in forma consorziata nell’ambito del bacino territoriale, con conseguente maggiore competitività tra le ditte partecipanti e un risparmio per il sistema.

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

L’art. 5 della legge di riforma, “Programmazione sanitaria locale”, dispone al comma 8 che le aziende sanitarie, in un coordinato sviluppo a rete del sistema sanitario regionale, realizzino la programmazione inter-azienda-le di bacino finalizzata alla integrazione delle attività sanitarie, in relazio-ne agli accertati fabbisogni sanitari.La legge ha anche individuato i due bacini, distinguendoli in quello occi-dentale e in quello orientale, e in quest’ultimo ha ritagliato un’area com-prendente le province di Messina e enna, per specifici motivi riconduci-bili alla particolarità del territorio delle due province.Questi i risultati programmati:

•Soglia minima di acquisti centralizzati: 40% di beni e servizi acquistati a seguito di procedura centralizzata con aumento minimo del 10% annuo.

•Percentuale di consumo dei beni acquistati nella misura minima del 90% del fabbisogno individuato.

Riduzione:•eterogeneità prodotti; riduzione giacenze magazzino; •tempi di svolgimento gare; riduzione variabilità nei prezzi di acquisto;

riduzione acquisti in economia.con decreto del 2 novembre 2009 sono state stabilite le modalità di co-stituzione e funzionamento dei bacini e sono state individuate in modo più particolareggiato le funzioni, dettagliate programmazioni di bacino per il coordinamento delle attività sanitarie, accertati i fabbisogni specifi-ci delle aziende e nella definizione di linee e criteri per la centralizzazione e la razionalizzazione a livello di bacino delle attività non sanitarie. con Decreto Assessoriale del 17 dicembre 2009 è stato approvato il rego-lamento tipo a cui devono attenersi le aziende sanitarie per gli acquisti in economia di beni e servizi, disponendo la presa d’atto con provvedimen-ti amministrativi delle direzioni generali. Si evidenzia altresì, che è stato sottoscritto il Codice Etico e Protocollo di Legalità da parte delle rappresentanze delle Associazioni di catego-ria di fornitori in campo nazionale e regionale, finalizzato ad adeguare i comportamenti a principi etici, al miglioramento del sistema sanitario e allo sviluppo della società civile.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana152

il 3 marzo 2010 sono stati costituiti i gruppi di coordinamento dei bacini orientali e occidentali e contestualmente sono state individuate le azien-de capofila per la gestione delle procedure centralizzate di gara indivi-duando determinati percorsi, che si esemplificano in:

• nomina delle commissioni di validazione dei capitolati, attraverso le indi-cazioni dei singoli direttori generali.

• Definizione congiunta dei capitolati tecnici.

La tabella seguente riporta in formato prospettico la situazione nei due bacini e provvede a dare una visione di insieme riguardante le gare a valenza regionale, comprensive delle gare in fase di svolgimento per l’ac-quisizione di beni durevoli (apparecchiature e impianti sanitari).

Programmazione inter-aziendale di bacino14

AZIEnDA CAPOFILA OGGETTO DELLA PROCEDuRA

Baci

no O

ccid

enta

le

A. o. ospedali RiunitiVilla Sofia – cervello

Procedura aperta per fornitura quinquennale sistemi di prelievo sottovuoto

Azienda ARnAS civico di Palermo Procedura aperta per fornitura dispositivi specialistici per emodinamica

Azienda ASP di caltanissetta Procedura aperta per fornitura sistemi infusionaliAzienda ASP di Trapani Procedura aperta per fornitura dispositivi medici specialistici per anestesia e rianimazioneAzienda ASP di Palermo Procedura aperta per fornitura materiale sanitarioAzienda Universitaria Policlinico di Palermo Procedura aperta per fornitura suture, suturatrici, materiale laparoscopico

Azienda ASP di Agrigento Procedura aperta (presumibilmente accordo quadro) per fornitura protesi ortopediche

Baci

no O

rien

tale

A.o. Papardo Piemonte emodinamicaA.o. cannizzaro neurochirurgiaA.o. garibaldi Fili di sutura - laparoscopiaA.o. cannizzaro Dietetici e pompe infusionaliASP Siracusa Anestesia e RianimazioneASP Ragusa Antisettici, vetreria. Sistemi di prelievoASP enna Presidi per incontinenzaASP catania Smaltimento rifiutiASP Messina Presidi per chirurgia

Proc

edur

e di

gar

a re

gion

ale A. o. ospedali Riuniti

Villa Sofia – cervello Procedura aperta telematica regionale specialità medicinali (ii avviso)

A. o. ospedali RiunitiVilla Sofia – cervello Procedura negoziata regionale per specialità medicinali

A. o. ospedali RiunitiVilla Sofia – cervello Procedura aperta regionale per brokeraggio assicurativo e consulenza

ASP Siracusa Procedura aperta regionale per la fornitura “chiavi in mano” di tac, angiografi, mammografi e sistema per locomozione robotizzata

Azienda ARnAS civico di Palermo Procedura aperta regionale per l’acquisizione di apparecchiature di radioterapia (Acceleratori lineari e ioRT).

ASP di Trapani Procedura aperta regionale per l’acquisizione di apparecchiature cT/PeT.

14 dati al 22/12/2010

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 153

La Sanità digitale

COSA ABBIAMO TROvATO

Lo sviluppo delle tecnologie informatiche si presentava fortemente ete-rogeneo, a “macchia di leopardo”, Aziende con servizi e reparti ben infor-matizzati coesistevano accanto a strutture molto carenti, determinando il disequilibrio nelle opportunità di servizio e di accesso all’offerta sanita-ria da parte dei cittadini.

Questa situazione caratterizzava il contesto anche per attività basilari come ad esempio l’anagrafe degli assistiti sanitari - che di fatto costitui-sce la componente fondamentale di tutti i processi gestionali in ambi-to sanitario - e il pagamento degli emolumenti dei medici di base e dei pediatri, su cui l’Assessorato svolgeva un’azione sussidiaria per 8 delle 9 aziende territoriali.

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

La diffusione dell’innovazione tecnologica è stata individuata quale de-cisiva leva di miglioramento del sistema sanitario regionale, in termini di modernizzazione e di crescita della qualità.

Per tale obiettivo, è stata adottata la strategia di una forte governance regionale e di un approccio integrato alle problematiche di digitaldivide tra Aziende - Regione, Regione – MdS/MeF, individuando obiettivi co-muni e soluzioni tecnologiche interoperabili all’interno del Sistema e tra tutte le aziende, da affiancare alla riforma strutturale definita dalla legge regionale 5/2009 e alla costruzione di Reti inter-aziendali per specifiche patologie, secondo il modello hub&spoke.

Si è pervenuti alla elaborazione di un vero e proprio Programma di inno-vazione digitale per la Sanità (prot.n. 3554 del 30 aprile 2010), cui dedi-care in maniera integrata programmazione e investimenti delle risorse disponibili: PoR 2000 - 2006, APQ S.i. 2005, Po FeSR 2007 - 2013, etc., e con l’obiettivo generale di costruire il progetto cornice Sistema informa-tivo Sanitario regionale (SiS), che comprende gli obiettivi di settore e le relative componenti applicative/priorità.

Le parole d’ordine nella realizzazione del Programma sono: •L’interoperabilità tecnologica per assicurare la massima efficacia degli

applicativi e la salvaguardia degli investimenti aziendali.

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•L’aderenza alle direttive/linee guida nazionali per garantire il rispetto dei debiti informativi e le soluzioni più avanzate.

•L’adozione di modelli tecnologici - organizzativi idonei per l’avanzamen-to dell’intero SSR e pari opportunità in tutto il territorio regionale.

•La verifica delle possibilità di riuso di sistemi e soluzioni sperimentati in altre Regioni.

•La forte regia regionale nel processo di definizione, attuazione e avvio dei nuovi applicativi.

•L’integrazione tra gli applicativi realizzati, al fine di capitalizzare gli inve-stimenti.

•Stringente attribuzione di responsabilità ai diversi livelli istituzionali.

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

Dalle informazioni sullo stato di attuazione, è possibile rilevare come sia-no già a regime (dal 2009) i nuovi sistemi gestionali in materia di anagra-fe assistiti e paghe dei medici di base e dei PLS (progetti nAR e AMMg), con cui si è provveduto a ricondurre la materia alla dovuta responsabilità gestionale delle ASP, dotandole dei necessari applicativi che cooperano con la banca dati del Ministero dell’economia e Finanze - Sogei.

Sono già in sperimentazione i servizi applicativi del sistema di emergen-za-urgenza presso 3 delle 4 centrali operative del Servizio 118 (Palermo – Trapani, caltanissetta – enna – Agrigento, Messina), con l’obiettivo di creare un network di comunicazione, con base comune per la gestione del territorio, attraverso gli strumenti della cartografia e i sistemi di co-municazione, da e verso, le risorse mobili e con il cittadino, virtualmente unici su tutto il bacino di riferimento.

È stato realizzato il collegamento in rete delle 27 strutture trasfusionali della regione con i 4 centri nAT (centri di Validazione del Sangue) sici-liani di riferimento, per ridurre gli interventi manuali, fonti di errore, e produrre flussi informativi utili alla programmazione regionale. A breve verrà attivato il centro regionale di controllo e compensazione (cRcc) e garantito lo scambio dei flussi informativi tra la Regione e il centro na-zionale Sangue (cnS).

inoltre è in corso presso L’ASP di Trapani e le Aziende sanitarie di Paler-mo, la sperimentazione del sistema centro Unico di Prenotazione (cUP) on-line - intra e interaziendale – con cui ci si propone di garantire l’in-tegrazione tra componenti organizzative e tecnologiche dell’offerta e della prestazione sanitaria, dunque uno strumento utile anche ai fini del monitoraggio delle liste di attesa, dell’appropriatezza prescrittiva e dei percorsi diagnostici.

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con il progetto SeTT - componente TeLeFoRMAZione è stata realizzata la piattaforma regionale di e-learning, dotata di un sistema di reportistica avanzata, con cui si è garantita ai professionisti sanitari coinvolti, l’ero-gazione di 6 corsi in modalità FAD su: Radioprotezione dei pazienti e dei lavoratori, Tessera sanitaria, Prevenzione e sorveglianza delle infezioni ospedaliere, Rischio clinico, gestione delle risorse umane, Appropriatez-za delle prescrizioni. inoltre è stata creata una aula multimediale - dotata di video conferenza - presso ciascuna ASP e realizzati due laboratori mul-timediali mobili (LAMM) disponibili per le sedi disagiate. L’attività di e-learning è stata accompagnata da formazione residenziale su informatica di base e utilizzo della stessa piattaforma per circa 800 operatori, privi di adeguate competenze.

con la componente SeTT - TeLeMeDicinA è stato realizzato il progetto pilota di teleradiologia, per l’erogazione – in fase di avvio - di un servizio di teleconsulto radiologico di secondopinion tra 2 centri di Riferimento regionali (cRiF) presso le AoPU di catania e di Palermo, dotati di HW e SW per gli archivi legali, e 12 Strutture sanitarie periferiche (SSP) individuate presso alcune Unità operative di radiologia delle 9 ASP.

L’applicativo, garantirà il confronto tra gli specialisti di settore, ai fini del miglioramento dell’attività diagnostica, attraverso la creazione di un net-work di specialisti, nonché l’archiviazione legale dell’iconografia radiolo-gica e dei relativi referti, sia ai fini diagnostici che di costruzione di banca dati specifica per patologie, da dedicare alla crescita professionale del network e alle attività di studio e ricerca.

Per le componenti progettuali realizzate e in fase di sperimentazione o progettazione avanzata sono stati investiti circa 40 milioni di euro.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana156

OBIETTIvI DI InnOvAZIOnE PROGETTI

Scal

a di

Prio

rità

STATO DI ATTuAZIOnE

Gestione dell’Emergenza-urgenza

AgenDA 118 (posti letto emergenza - urgenza, ADT e PS - flusso eMUR) Sistema gestione posti letto reparti

1 Modello organizzativo in fase di definizione

Si-SeUS 118 - Servizi applicativi di centrale Applicativo già in fase di sperimentazione

STi -SeUS 118 infrastrutture telecomunicazioni delle centrali 1 Progettazione esecutiva in corso

Ponti Radio 1

Assegnazione frequenze radio e architettura sul territorio, già approvato dal MdS. in corso la redazione del bando pubblico per selezionare il Soggetto realizzatore

Sperimentazione numero Unico 112 in Sicilia 1Avviati i confronti con i Partner istituzionali (Prefettura, Forze di polizia, VV.FF:, etc.) sul modello organizzativo gestionale

Sistema Trasfusionale Regionale

centro Reg.le di coordinamento e compensazione e centri trasfusionali - eMoneT Applicativi già in fase di sperimentazione

Spesa farmaceutica, farmacovigilanza e farmacoutilizzazione

cDSF Applicativo già in fase di sperimentazione

Portale della Salute comunicare la salute in Sicilia (compreso condivisione librerie scientifiche) 1 in fase di progettazione

Anagrafe Assistiti e Gestione MMG/PLS

nAR Applicativo già in uso a regime

APMMg Applicativo già in uso a regime

Mantenimento Dati e estensione nAR (Sogei) 3 in attesa di verifica fabbisogni con Sogei

vaccinazioni (in accordo con progetto nSIS Mattoni 15) S.i. Anagrafe vaccinale (An.Va.S.) 1 in corso le procedure per individuare il

modello di cooperazione Regione-ASP

Centro unico di Prenotazione (CuP) cUP regionale on line 1 in fase di sperimentazione presso l’ASP

di Trapani e le Aziende di Palermo

Sicurezza alimentare e salute veterinaria Sicurezza alimentare e salute veterinaria (SAVe) 1 in corso le procedure per garantire

l’utilizzo delle soluzioni dell’iZS Teramo

Formazione

SeTT - Telformaio (6 corsi FAD) Applicativo già in uso

e-SeTT - estensione reportistica Applicativo già in uso

cruscotto ciclo formazione

Analisi bisogni formativi

1

Analisi di contesto

gestione ecM Modulo base cform base in fase di progettazione

critical care card Analisi di contesto

Telemedicina

SeTT - Teleradiologia Applicativo in fase di sperimentazione

e-SeTT - Archivi legali Applicativo in fase di sperimentazione

Diffusione Telemedicina Analisi di contesto

cartella clinica ospedaliera informatizzata Analisi di contesto

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 157

OBIETTIvI DI InnOvAZIOnE PROGETTI

Scal

a di

Prio

rità

STATO DI ATTuAZIOnE

Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE)

RMMg (Aziende PA-cT)

cartella clinica MMg/PLS

1Sperimentazione dell’applicativo FSe in fase di avvio

integrazione ADT

e-RMMg (Aziende altre Province)

integrazione RiS

integrazione LiS

Ricetta elettronica SAR

verifiche e Qualità gestione Qualità delle Apparecchiature Tecnologiche- QualiTech 2 Sistema in fase di progettazione

Approvvigionamento e manutenzione forniture

Piattaforma e-Procurement regionale personalizzata per la sanità 1 Progetto in fase di approvazione

Appalti in buona salute 1 Progetto già approvato dalla giunta, presentato a valere sul Pon SUD 2007 -2013

Sistema Informativo Direzionale (SID)

componente tecnologica integrata con Programma art.79 L.133/08, dedicata al miglioramento della governance regionale e aziendale, attraverso la reingegnerizzazione e ottimizzazione dei flussi informativi gestionali – economici e di performance. il progetto SiD inoltre realizzerà: il cruscotto regionale per Screening, il Registro Tumoriil Registro fragilità (Paziente cronico,

Trapianti, Malattie Rare, Disabili, Dipendenze e Salute Mentale)

la creazione del SiAD - monitoraggio assistenza domiciliare

il flusso FAR per l’assistenza residenziale e semiresidenziale

2 Analisi di contesto

TABeLLA 1 Quadro di sintesi sulle principali componenti del Programma di innovazione digitale per la Sanità. colorati gli interventi già operativi

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Progetti obiettivodi Piano Sanitario nazionale

COSA ABBIAMO TROvATO

Fino al 2009 i progetti obiettivo erano ricompresi nelle somme per il pia-no di rientro. il meccanismo di individuazione dei progetti, aveva una scarsa regia di coordinamento con i programmi e le linee di indirizzo as-sessoriali e era, più che altro, lasciato all’iniziativa dei proponenti da parte delle Aziende.

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHè

È stato individuato un servizio che coordina il monitoraggio e cura ogni adempimento per la definizione del Programma in conferenza Stato-Regioni.

All’uscita delle linee guida, ogni servizio coinvolto per competenza vie-ne invitato a proporre e/o a raccogliere proposte progettuali dalle Azien-de. Queste vengono quantificate sia in termini di obiettivi che di risorse destinabili.

Una volta approvato il programma, i servizi raccolgono dalle aziende le proposte attuative che monitorano ogni sei mesi.

La responsabilità dell’esecuzione del progetto è in capo all’azienda che, a sua volta, deve ottenere dalle Unità operative coinvolte un piano di azioni.

i progetti obiettivo sono attività che vanno istituzionalizzate dalle Azien-de una volta andata a buon fine la fase sperimentale.

COSA ABBIAMO (GIà) RAGGIunTO

Alla fine del 2010 la Sicilia investe ben 68 milioni di euro in “progetti-obiet-tivo” previsti dal Piano sanitario, in ottemperanza alle linee guida emanate dal ministero della Salute, che individuano priorità e ambiti di intervento.

Tali progetti, rivolti al territorio per supportare la crescita della rete assi-stenziale, consentiranno di ridurre gli accessi inappropriati in ospedale. L’investimento, accompagna l’avvio di nuove e importanti iniziative da parte delle aziende sanitarie, sostenendo i costi iniziali di attrezzature, tecnologie, formazione, personale e innovazioni organizzative che poi, a regime, le stesse aziende sanitarie avranno il compito di ricomprendere nelle proprie attività istituzionali.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 159

Questi, nel dettaglio, i “programmi obiettivo” (in maiuscolo gli ambiti di intervento).

cURe PRiMARie: continuità assistenziale e supporto all’associazionismo tra Medici di Famiglia; realizzazione e avvio di altri 5 Presidi Territoriali di Assistenza (PTA); realizzazione e avvio attività per 42 Punti di Primo inter-vento nei PTA. Somma programmata: 17,1 milioni di euro.

non AUToSUFFicienZA: incremento dei Punti Unici di Accesso (PUA) per lo sviluppo delle attività di Assistenza Domiciliare integrata (ADi). Som-ma programmata: 4,3 milioni di euro.

non AUToSUFFicienZA: Ulteriore dotazione di comunicatori vocali per malati di sclerosi laterale amiotrofica (SLA) per ridurre le attese (ad oggi il Policlinico di catania è capofila di una convenzione tra le aziende sanitarie e ha in dotazione 36 comunicatori). Somma programmata: 957.000 euro.

non AUToSUFFicienZA: Attivazione di 18 centri Diurni, per complessi-vi 180 posti, per pazienti con Alzheimer presso strutture con i requisiti strutturali, adeguate al trattamento della disabilità e con la presenza di almeno 2 camere con 2 letti ciascuno. Somma programmata: 3,5 milioni di euro.

non AUToSUFFicienZA: Progetto pilota per l’accoglienza di pazienti af-fetti da malattie invalidanti. Somma programmata: 200.000 euro.

PRoMoZione Di MoDeLLi oRgAniZZATiVi e ASSiSTenZiALi Dei PAZien-Ti in STATo VegeTATiVo cRonico: istituzione di 40 posti letto in Speciali Unità di Accoglienza Permanente (SUAP) per i pazienti in coma. Somma programmata: 5 milioni di euro.

cURe PALLiATiVe e TeRAPiA DeL DoLoRe: Definizione della rete degli Hospice e avvio della rete ospedale e territorio senza dolore. Somma pro-grammata: 4,7 milioni di euro.

inTeRVenTi PeR Le BioBAncHe Di MATeRiALe UMAno: Riqualificazione della Banca del sangue cordonale di Sciacca e creazione di un centro per le Risorse Biologiche (cRB) regionale, di cellule e tessuti umani per tra-pianto e ricerca. Somma programmata: 2,2 milioni di euro.

SAniTÀ PeniTenZiARiA: interventi di riabilitazione e reinserimento so-ciale per persone dimesse da ospedale psichiatrico giudiziario. Somma programmata: 500.000 euro.

ATTiViTÀ MoToRiA AnZiAni: attività di informazione e sensibilizzazione per la prevenzione delle malattie croniche e il mantenimento dell’effi-cienza fisica negli anziani. Somma programmata: 100.000 euro.

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TUTeLA DeLLA MATeRniTÀ e PRoMoZione DeLL’APPRoPRiATeZZA DeL PeRcoRSo nASciTA: Razionalizzare / ridurre i punti nascita e supportare la rete materno-infantile. Somma programmata 5 milioni di euro.

TUTeLA DeLLA MATeRniTÀ e PRoMoZione DeLL’APPRoPRiATeZZA DeL PeRcoRSo nASciTA: Favorire e umanizzare l’evento nascita e l’allatta-mento al seno con la diffusione del “Quaderno della gravidanza”. Somma programmata: 450.000 euro.

MALATTie RARe: Avvio del registro e potenziamento dell’attività diagno-stica. Somma programmata: 958.000 di euro.

VALoRiZZAZione DeLL’APPoRTo DeL VoLonTARiATo: Programma di Audit civico; creazione di una banca dati regionale organizzata per te-matiche delle organizzazioni di volontariato (odV) nell’ambito sanitario: percorsi di formazione per il personale delle odV; 3 progetti di sperimen-tazione di “ospedale a domicilio” (per talassemia adulti, leucemia adulti e pediatrica). Somma programmata: 1,4 milioni di euro.

RiABiLiTAZione: implementazione e potenziamento Unità per lo Stroke; avvio attività di riabilitazione cardiologica in due centri; attività di sup-porto psicologico e psicoterapeutico nei reparti ospedalieri per patolo-gie ad alta criticità; pre e followup domiciliare dei pazienti in trapianto. Somma programmata: 4,6 milioni di euro.

SALUTe MenTALe: Potenziamento presa in carico per bulimia e anoressia e disturbi mentali in età evolutiva; implementazione delle azioni per la presa in carico dei soggetti autistici. Somma programmata: 2,8 milioni di euro.

PiAno nAZionALe PReVenZione: Piani di prevenzione per la tutela del-la salute sui luoghi di lavoro (agricoltura, edilizia, malattie professionali). Somma programmata: 3,5 milioni di euro.

PiAno nAZionALe PReVenZione: Politiche di prevenzione per l’HiV; “pro-getto cuore” per la rilevazione del rischio cardiovascolare; screening; pro-getto “guadagnare Salute”: Somma programmata: 10,8 milioni di euro.

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6 Formazione e Ricerca per la Salute

Riqualificarela Formazione

L’Assessorato della Salute svolge attività di programmazione e di coordi-namento della formazione di base, specialistica e manageriale del S.S.R.

Le attività di formazione rivolte al personale sanitario necessitano di es-sere integrate e contestualizzate, in base ai bisogni di salute dei cittadini e in linea con le politiche e le strategie di intervento individuate nel PSR.

La formazione, se opportunamente pianificata, non raggiunge soltanto l’obiettivo di saturare un bisogno formativo del singolo operatore o di gruppi di essi, ma diventa una ulteriore azione di miglioramento dei ser-vizi offerti in termini di efficacia, appropriatezza, e economicità.

Per tale motivo, diventa di primaria importanza avere una visione strate-gica e unitaria dei bisogni e delle risposte di formazione attraverso una forte valorizzazione degli uffici dedicati, al fine di evitare sovrapposizioni e di caratterizzare le specificità di contesto.

L’Ufficio Assessoriale dedicato alla formazione e alla comunicazione, in questi anni, si è fatto carico delle numerose e variegate istanze di for-mazione e dei progetti già in itinere, con rigore metodologico, attivando tutti gli strumenti di monitoraggio, integrazione e valorizzazione delle singole azioni formative che si configurano come vero strumento di cre-scita per il sistema.

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHè

•Determinazione dei contratti aggiuntivi regionali, per la frequenza alle scuole di specializzazione in medicina e chirurgia, in relazione al turn-over e alla programmazione regionale;

•Maggiore trasparenza dell’azione amministrativa nei procedimenti con-corsuali, per l’accesso al corso di formazione specifica in Medicina gene-rale per il triennio 2010/2013, attraverso la correzione dei quesiti, apposi-tamente predisposti dal Ministero della Salute per tutt’italia, con lettore ottico;

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•istituzione del livello regionale del sistema di educazione continua in Medicina, con il compito di promuovere lo sviluppo professionale degli operatori sanitari;

•costituzione dell’albo degli enti che posseggono i requisiti per avviare corsi di formazione per operatore socio sanitario (oSS) e disciplina delle modalità organizzative e didattiche di tali corsi.

•È stato siglato un protocollo d’intesa con l’Assessorato dell’istruzione e della Formazione Professionale per poter avviare corsi per oSS a titolo gratuito, fruendo dei finanziamenti FSe per la formazione professionale. Tale azione, ha una duplice valenza sociale e strategica per l’Amministra-zione Regionale, poiché, oltre a configurarsi come una bestpractice nella gestione integrata e appropriata delle risorse economiche comunitarie, rappresenta una notevole opportunità di formazione al lavoro per nume-rosi “cittadini” che vogliono intraprendere la professione dell’oSS.

•Sono stati riavviati i corsi di formazione manageriale per il management strategico delle Aziende Sanitarie.

•È stata disegnata l’architettura del cruscotto della formazione (cForm) quale strumento informatico, che permette la pianificazione e la gestio-ne integrata dell’intero ciclo della formazione del personale in ambito sanitario, sulla base dei fabbisogni formativi rilevati dall’Amministrazione Regionale.

COSA ABBIAMO (GIà) RAGGIunTO

La Formazione e l’aggiornamento dei professionisti sanitari sono stati as-sunti dall’Assessorato quali strumenti indispensabili per il raggiungimen-to degli obiettivi di Salute.

Solo attraverso il miglioramento delle conoscenze, delle competenze e delle capacità individuali degli operatori sanitari è possibile perseguire il cambiamento dettato dalla necessaria razionalizzazione delle risorse umane e economiche.

Al centro del concetto della Formazione è stato posto “il cittadino” con i suoi bisogni sanitari e le sue aspettative di salute.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 163

comunicazioneistituzionale

COSA ABBIAMO TROvATO

La comunicazione pubblica e istituzionale, all’interno dei Servizi Sanitari regionali, ha presentato una forte disomogeneità per quanto riguarda sia l’organizzazione dei siti istituzionali sia le competenze e le funzioni assegnate ai responsabili degli uffici comunicazione URP e uffici stampa.

L’attività di comunicazione, considerato il contesto territoriale partico-larmente complesso e variegato, risultava, in alcune realtà territoriali già avviata e consolidata mentre in altre ancora in fase embrionale.

Altro aspetto fondamentale ha interessato la corretta applicazione della L.150/2000 recepita dalla Regione Siciliana con la L.R. n. 2/2002, risultan-do poco definito il ruolo dei comunicatori, nonché le competenze e le funzioni demandate agli uffici stampa e agli URP.

Ulteriore criticità è stata individuata nella mancata applicazione del com-ma 5 dell’art 127 della L. 26/03/2002 “informazione e comunicazione” che prevede l’obbligo per tutti gli enti, di cui all’art 1 della L.R. 30 aprile 1991, di istituire, in sede di predisposizione di bilancio annuale, un capitolo o un conto dedicato alle spese per la comunicazione e l’informazione pubblica.

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHé

in considerazione delle peculiarità territoriali è stata avviata un’analisi conoscitiva dei singoli contesti aziendali al fine di procedere a una piani-ficazione omogenea delle strutture dedicate alla comunicazione.

Per migliorare la comunicazione interna e avviare processi di rete suppor-tati da un adeguato sistema informatico/informativo, sono state intrapre-se azioni specifiche che hanno visto coinvolti i responsabili degli URP.

A tal fine, è stata avviata un’attività formativa in collaborazione con il FoRMeZ di Roma, rivolta agli operatori di FronteBackoffice degli URP delle Aziende sanitarie con l’obiettivo di ampliare e sviluppare le cono-scenze e le competenze relative alla comunicazione interna e esterna.

Sono state presentate, inoltre, proposte per la realizzazione di un nuovo portale, che dovrà essere gestito con il supporto di tutti gli UU.RR.PP. del Servizio Sanitario Regionale.

con apposita Direttiva Assessoriale è stata disciplinata la materia ineren-

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te la costituzione di uffici comunicazione, articolati in URP e Uffici stampa presso tutte le Aziende del SSR.

nella considerazione che l’accoglienza è la nuova frontiera del servizio sanitario siciliano, è stata costituita la rete dei referenti del servizio civile in sanità, nell’ottica di promuovere un progetto territoriale integrato at-traverso un protocollo d’intesa con l’Assessorato alla Famiglia e alle Poli-tiche Sociali, competente in materia.

COSA ABBIAMO (GIà) RAGGIunTO

L’attribuzione alla Linea d’intervento 7.1.2.5 del Po Fesr 2007/2013 di ri-sorse dedicate alla comunicazione, ha permesso di avviare un bando di gara europeo (in fase di aggiudicazione) per l’attivazione di una campa-gna integrata di comunicazione istituzionale, sull’informazione in mate-ria di offerta dei servizi sanitari (in fase di aggiudicazione).

RicercaSanitaria

RICERCA SAnITARIA FInALIZZATA

L’art. 12 bis del Decreto Legislativo 502 del 1992, comma 6, stabilisce che le Regioni sono, unitamente ad altri enti, destinatari istituzionali di finan-ziamenti per progetti di ricerca sanitaria. Alla realizzazione dei progetti possono concorrere, sulla base di specifici accordi, contratti o convenzio-ni, le Università, il consiglio nazionale delle ricerche e gli altri enti di ricer-ca pubblici e privati, nonché imprese pubbliche e private. in attuazione di tale normativa, ogni anno, il Ministero della Salute emana un bando che consente alle Regioni di presentare progetti di ricerca.

COSA ABBIAMO TROvATO

È attiva, dal 2004, la banca dati dei ricercatori, costruita sulla base di un bando rivolto a chiunque voglia manifestare l’interesse a collaborare con la Regione Siciliana per progetti di ricerca sanitaria, inserendoon-line il proprio curriculum, le pubblicazioni, i progetti a cui ha partecipato, sce-gliendo sino a tre aree tematiche. Tale banca dati viene utilizzata per co-municare ogni informazione relativa a bandi o programmi riguardanti la ricerca sanitaria.

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Al 2009 risultavano 41 progetti di ricerca finalizzata, finanziati dal Mini-stero della Salute per il periodo 1997/2007, di cui ancora in corso 19.

Si descrivono di seguito le aree tematiche dei progetti finanziati:

1. Patologie tumorali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 2. Malattie cardiovascolari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 3. Fonti di finanziamento del SSn e modalità di remunerazione degli erogatori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44. Modalità di assistenza agli anziani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25. Accesso ai servizi sanitari delle fasce deboli (immigrati e fasce meno abbienti) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26. Diseasemanagement delle patologie croniche e acute . . . . . . . . . . . 3 7. Alzheimer e altre demenze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 8. Teleradiologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19. Validazione di test genetici per patologie ereditarie . . . . . . . . . . . . . . 110. Valutazione dei costi di sala operatoria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 111. Patologie neurologiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 12. Diagnostico-strumentale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 13. cellule staminali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 14. Analisi genetica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 15. Patologie degenerative . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1

TOTALE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41

Per i progetti di ricerca finanziati dal Ministero della Salute è prevista la pos-sibilità di cofinanziamenti aggiuntivi. Al 2009, non c’era alcuna procedura amministrativa attivata per la copertura finanziaria dei cofinanziamenti re-gionali, da destinare ai progetti di ricerca finalizzata, per i quali erano stati assunti, a suo tempo, impegni dall’Assessorato Regionale Sanità.

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHè

Abbiamo pianificato le attività in favore della ricerca sanitaria che pre-vedono:

• creare un Ufficio unico all’interno dell’Assessorato della Salute, dedica-to alla Ricerca e all’innovazione;Realizzare una regia regionale sulla pro-grammazione della ricerca sanitaria;

• coordinare gli enti che operano nel settore della ricerca in Sicilia (Univer-sità, Aziende e altre Strutture Sanitarie, iRccS, iZS e enti di ricerca pubbli-ci e privati) anche tramite la rete dei referenti;

• Attivare un maggiore controllo sulla spesa destinata alla ricerca sanitaria; • individuare fonti di finanziamento regionali per il cofinanziamento dei

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progetti di ricerca, finanziati dal Ministero della Salute o per il finanzia-mento di progetti approvati dalla Regione;

• Perseguire una maggiore sinergia con le Aziende e Strutture Sanitarie presenti in Sicilia e con le altre Regioni;

• Rafforzare le relazioni istituzionali con i Ministeri della Salute e dell’istru-zione, dell’Università e della Ricerca nonché con altri organismi nazionali e internazionali di riferimento;

• implementare gli strumenti di informazione e comunicazione, anche mediante l’istituzione di un portale telematico regionale dedicato alla ri-cerca, anche per la diffusione delle opportunità di finanziamento offerte dal Ministero della Salute e dall’Unione europea;

• Facilitare la partecipazione ai bandi nazionali e comunitari, rafforzando il necessario supporto sia nella fase della presentazione dei progetti che nella fase attuativa e di rendicontazione;

• Monitorare l’attuazione dei progetti e il loro impatto sui bisogni di salute della popolazione;

• Sostenere i giovani ricercatori sia cofinanziando specifici progetti finan-ziati con bandi comunitari o nazionali, sia finanziando con proprie risorse progetti di ricerca in ambito regionale;

• costituire una Banca dation-line, condivisa, sui progetti di ricerca sanita-ria e di internazionalizzazione, elaborata con la collaborazione della Rete dei referenti, anche al fine di verificare la coerenza tra programmi e pro-getti per l’utilizzazione integrata dei fondi, evitando le duplicazioni tra gli stessi ambiti di ricerca;

• Aggiornare la banca dati dei ricercatori per avere una conoscenza capilla-re della potenzialità di offerta di ricerca nella nostra regione, ai fini anche dell’orientamento della programmazione regionale in materia di ricerca sanitaria;

• creare strumenti normativi specifici sulla ricerca sanitaria. il disegno di legge sulla Ricerca, qualora approvato, consentirebbe alla Regione Sicilia-na, per la prima volta, di avere un atto normativo specifico dotato di una copertura finanziaria, propedeutico all’avvio di una concreta programma-zione sulla ricerca sanitaria a livello regionale, sino a oggi mancante;

• Attivare le procedure di utilizzo delle risorse del 5 per mille destinato alla ricerca sanitaria, di cui è beneficiaria.

COSA ABBIAMO (GIà) RAGGIunTO

È stata creata, all’interno del Dipartimento Attività Sanitarie e osservato-rio epidemiologico dell’Assessorato Salute, un’Area interdipartimentale specifica, dedicata alla Ricerca e all’innovazione, unificando competenze prima assegnate a più gruppi di lavoro dell’Assessorato.Sono stati effet-

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 167

tuati, per la prima volta, nell’ambito del Piano Annuale dei controlli 2010, approvato dall’Assessore con decreto del 23 dicembre 2009, i controlli in loco sulle Unità operative siciliane che partecipano ai Progetti di Ricerca Finalizzata finanziati dal Ministero della Salute, al fine di verificare il cor-retto svolgimento dei programmi di ricerca sotto il profilo amministrati-vo-contabile. Sono stati scelti per il controllo i progetti relativi all’annua-lità 2006, ancora in corso ma i per i quali era stata già prodotta una prima rendicontazione.

Le verifiche hanno riguardato la coerenza delle somme spese rispetto ai piani finanziari approvati dal Ministero della Salute e alle finalità del progetto, la completezza e correttezza della documentazione contabile. il personale dedicato all’attività di controllo è stato scelto da un elenco predisposto dall’Area 2 – nucleo ispettivo e Vigilanza. i risultati delle ve-rifiche sono stati utilizzati per effettuare un riscontro rispetto alle rendi-contazioni intermedie già pervenute, nonché oggetto, per alcune uni-tà operative, di richieste di chiarimenti e di indicazioni assessoriali per le rendicontazioni finali. Per migliorare l’attività di controllo contabile sull’utilizzo dei fondi ministeriali, è stata predisposta una nuova scheda di rendicontazione finanziaria, intermedia e finale, nella quale si richiede un dettaglio completo delle spese effettuate.

Relativamente ai bandi 2008 e 2009, emanati dal Ministero della Salute, è stato rafforzato il supporto tecnico scientifico ai ricercatori, al fine di migliorare la presentazione dei progetti, anche in termini della comple-tezza della modulistica, da inviare al Ministe.

Sui cofinanziamenti regionali dei Progetti di Ricerca finanziati dal Mi-nistero della Salute, si è proceduto all’accantonamento di una quota dell’1% delle risorse del Fondo Sanitario Regionale, di cui all’art. 66 della legge regionale 25/93, istituendo apposito capitolo di bilancio.

ciò ha consentito, anche, la sottoscrizione di tre convenzioni con il Mini-stero della Salute, relative all’annualità 2007, che erano state sospese per la mancanza dei suddetti cofinanziamenti regionali.

È stata intensificata la diffusione delle informazioni, tramite comunica-zioni alla rete dei referenti e alla banca dati dei ricercatori nonché tramite l’attivazione di specifiche Aree tematiche nel sito web dell’Assessorato della Salute, relative alla pubblicazione di programmi e bandi regionali, nazionali e comunitari riguardanti la ricerca sanitaria;

Sono stati implementati i rapporti e le interlocuzioni con le altre Regioni e il Ministero della Salute, anche con l’organizzazione di giornate forma-tive in Sicilia.

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RETE DEI REFEREnTI

È stata istituita con Decreto Assessoriale n. 2694 dell’8 novembre 2010, la rete dei referenti per la ricerca e l’internazionalizzazione nel settore sanitario. i compiti principali della rete sono i seguenti: promuovere lo scambio di informazioni con l’Assessorato e con le strutture che, all’interno delle Aziende e Strutture Sanitarie dislocate nel territorio siciliano, possano cogliere le opportunità di finanziamento offerte dai bandi regionali, nazionali e comunitari; diffondere le direttive nazionali e regionali di settore; partecipare alla costituzione di banche dati informatizzate; agevolare la diffusione delle buone pratiche; promuovere reti internazionali di partenariato, anche supportando la partecipazione a eventi.

Per conoscere la metodologia di lavoro dei referenti, e individuare le mi-gliori pratiche da condividere, si è sottoposto loro, in occasione di incon-tro presso il Dipartimento ASoe, apposito questionario.

Disegno di Leggesulla Ricerca

nel 2009 è stato predisposto un disegno di legge per la Promozione della Ricerca Sanitaria, esitato positivamente sia dalla giunta Regionale il 28 ottobre 2009 che, nel novembre del 2010, dalla commissione Vi – Servizi Sociali e Sanitari e dal comitato per la Qualità della Legislazione dell’As-semblea Regionale Sanitaria.

La legge prevede: una programmazione triennale della ricerca ove indi-viduare le aree o i settori prioritari verso i quali la regione intende indi-rizzare le ricerche e le risorse finanziarie appositamente destinate (da 1 a 3 milioni della quota di fondo indistinto del Fondo Sanitario Regionale); una valutazione dell’impatto del programma; la costituzione di una com-missione tecnica sulla ricerca, che vede la presenza dei rappresentati dei principali enti operanti nel campo della ricerca scientifica e dei diparti-menti regionali interessati; bandi regionali sulla ricerca sanitaria con un metodo trasparente di selezione basato su una piattaforma informatica e referenti internazionali; finanziamenti specificatamente dedicati ai gio-vani ricercatori e incentivazione di reti internazionali tra ricercatori anche con borse di studio; attivazione di idonei strumenti i comunicazione; rac-cordo con la Rete dei referenti aziendali per la ricerca e l’internazionaliz-zazione nel settore sanitario.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 169

RicercaTalassemia

COSA ABBIAMO TROvATO

Ai sensi della legge regionale n. 20 del 1 agosto 1990, l'Assessorato regionale della Salute concede contributi per la realizzazione di progetti di ricerca sulla prevenzione e cura della talassemia, presentati da ricercatori singoli o in equipe, operanti in strutture sanitarie pubbliche. Annualmente l'Assessorato emana un bando per la presentazione dei progetti di ricerca sottoposti a giudizio della commissione regionale per la talassemia, che esamina e approva anche i risultati ottenuti dalla ricerca scientifica documentati dalle relazioni finali redatte dai responsabili scientifici dei progetti.

Al settembre 2009 risultavano finanziati 218 progetti di ricerca presentati da Aziende sanitarie territoriali, ospedaliere e universitarie, molti dei quali presentavano le procedure amministrative e contabili non ancora concluse. La tempistica dell'iter procedurale, dalla pubblicazione del bando per la presentazione dei progetti sino al pagamento del saldo del contributo, risultava, pertanto, eccessivamente lunga.

erano, inoltre, pendenti le graduatorie relative alle annualità 2007 e 2008 e non pubblicato il bando relativo all’annualità 2009.

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHè

È stata emanata, il 15 giugno 2010, la circolare che disciplina le procedu-re per l’erogazione dei contributi per i progetti di ricerca, in attuazione dell’articolo 128 della Legge Finanziaria regionale per l’anno 2010, fissan-do una precisa tempistica delle varie fasi procedurali, con particolare ri-ferimento alle attività che fanno capo agli enti e ai responsabili scientifici dei progetti beneficiari dei contributi. ciò, non solo allo scopo di perve-nire a una riduzione dei tempi burocratici del procedimento, ma anche a garanzia di un corretto e uniforme comportamento da parte degli stessi beneficiari.

COSA ABBIAMO GIà RAGGIunTO

Accelerazione delle procedure per l’erogazione dei contributi ai progetti di ricerca sulla prevenzione e cura della talassemia.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana170

Ricerca SanitariaVerso un Distretto Biomedico

COSA ABBIAMO TROvATO

La ricerca, nel settore salute, è condizionata da alcune dicotomie che è necessario superare:

•Tra ricerca biomedica e ricerca industriale trovando fattori comuni che incentivino azioni di sistema, in luogo del regime di mutua esclusione che vige oggi.

•Tra ricerca medica e ricerca in altri settori, superando la tendenza a consi-derare i policlinici luogo privilegiato, a scapito di un’auspicabile maggio-re e migliore integrazione con le altre facoltà (farmacia, biologia, chimica, fisica, ingegneria, etc.)

Queste dicotomie sono effetto del sistema di finanziamento italiano alla ricerca e lo affliggono, creando competizioni tra forze, che impediscono la integrazione di intelligenze.

COSA ABBIAMO FATTO/CAMBIATO E PERCHè

L’Assessorato della Salute sta promuovendo un’attività di scouting per invitare le imprese, potenzialmente interessate allo sviluppo di programmi di ricerca industriale, a valere sul Pon Ricerca e competitività 2007/2013, con lo scopo di utilizzare la salute come driver, come corridoio, per lo sviluppo di capitale economico e sociale.

Sin dal mese di marzo 2010 sono stati attivati incontri presso l’Assessorato della Salute con i rappresentanti delle Aziende e Strutture Sanitarie pubbliche e private, Università e cnR, con l’obiettivo di procedere a una definizione condivisa di ambiti di intervento di ricerca scientifica rilevanti per la piena attuazione della riforma sanitaria, verso i quali promuovere una manifestazione di interesse, mirante ad ottimizzare la proposizione di progetti orientati al settore Salute dell’uomo e Scienze della Vita. in tale sede, è stata anche condivisa la proposta di costituire un Distretto Biomedico, in aggiunta ai Distretti Tecnologici esistenti in Sicilia al fine di creare un centro forte e competitivo con la presenza delle migliori professionalità siciliane, che possa accedere a specifiche linee di finanziamento destinate proprio ai Distretti tecnologici.

A ciò hanno fatto seguito incontri con i rappresentanti del Dipartimenti regionali, responsabili dell’attuazione delle linee di intervento dell’Asse

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 171

iV del P.o. FeSR riguardanti la ricerca e delle linee di intervento sulla formazione del P.o. FSe in un’ottica di azione coordinata e integrata di tutte le fonti finanziarie interessate.

nel corso dei mesi successivi è stato elaborato dall’Assessorato della Salute un documento intitolato “verso una strategia regionale per lo sviluppo della ricerca per la salute e le tecnologie della vita” contenente un Piano Strategico per lo Sviluppo della Ricerca Biomedica in Sicilia.

in tale documento vengono individuati:

• gli obiettivi generali delle politiche di sviluppo, funzionali alla ricerca e all’innovazione relativi al settore della Salute e Tecnologie della Vita

• gli indirizzi e i criteri generali dei processi di innovazione collegati a tale settore

• i possibili sistemi di governante regionale della ricerca biomedica

COSA ABBIAMO (GIà) RAGGIunTO

nel gennaio 2011 è stato pubblicato dall’Assessorato delle Attività Pro-duttive, di concerto con l’Assessorato della Salute, un Avviso a manife-stare il proprio interesse a partecipare al Tavolo di confronto per l’avvio di una procedura negoziale finalizzata alla individuazione e definizione di una struttura di governance, per la gestione e il coordinamento del Distretto di Alta Tecnologia “Bio-Medico”.

A seguito di tale avviso, sono stati selezionati e successivamente invitati 25 istituti di ricerca e 33 imprese al Tavolo tenutosi il 19 gennaio 2011, durante il quale, sono stati costituiti 9 gruppi di lavoro misti pubblico/privati suddivisi per Aree tematiche e un gruppo di lavoro finalizzato alla individuazione della forma di governance del Distretto.

Tali gruppi, coordinati dal Parco Scientifico e Tecnologico, si sono più volte incontrati pervenendo alla elaborazione dello studio di fattibilità necessario per la partecipazione al bando Pon Ricerca e competitività (presentato alla scadenza del 21 aprile 2011).

gli enti sottoscrittori del Di-stretto sono 51.

Le imprese, i laboratori pubbli-ci e privati e le università, coin-volte nel processo, sono 90.

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana 173

Siamo cresciuti » dobbiamo crescere

è stato cambiato il metodo:•c’è una maggiore e migliore programmazione basandosi sui dati •gli obiettivi sono assegnati coerentemente con il reale fabbisogno di salute •Sono previste analisi del rischio mirate e consequenziali audit e interventi

di formazione •Sono attivati dei controlli periodici sulla spesa, che nei prossimi tre anni,

deve essere ulteriormente ristrutturata •Sono individuate responsabilità precise e sanzioni (tempestive) per chi

non raggiunge gli obiettivi

Prima c’erano:•Pochi controlli sulla spesa•Pagamenti a piè di lista e extra budget•Scarsa conoscenza dei dati di reale attività•numero posti letto imprecisato (persino il Ministero, allaterzadifferenza

riscontrata nel dato comunicato, aveva chiesto di avere un conteggio de-finitivo)

•Sottoutilizzo dati epidemiologici

Oggi ci sono:•controlli periodici e osservatorio dei costi•Tetti di spesa vincolanti (case di cura, laboratori, branche a visita, fkt) fissa-

ti a inizio anno•Flussi di dati che alimentano le banche dati regionali e ministeriali•Posti letto dimensionati alle percentuali di malattie acute o complesse•Una programmazione coerente con i dati epidemiologici

Ieri il modo di fare spesa prevedeva•29 aziende (centri di costo)•Pagamenti a prezzo pieno•Arretrati saldo fatture•Acquisti sotto soglia e parcellizzati•consumo farmaci ingiustificato

Oggi, con la riforma:•il sistema di basa su 17 centri di costo e di responsabilità•genera economia grazie alle gare consorziate e di bacino•Ha ristabilito l’ordine temporale nei pagamenti verso terzi•Prevede la farmacovigilanza

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Libro Bianco 2011-RegioneSiciliana174

Tutte leprime volte

È più facile dare le cattive notizie, o le cattive informazioni, invece delle notizie buone e delle informazioni giuste.

80 prime volte sono il segno di una buona sanità che cambia in meglio, creando percorsi che prima non c’erano, allineandosi a standard naziona-li e alle regioni virtuose, quelle in cui finora si andava per curarsi.

unA SAnITà CHE CAMBIA PER CAMBIARE LA SICILIA

1. La Regione Siciliana è la prima regione ad avere superato il Piano di rientro e di Riqualificazione. Le altre Regioni, ancora sotto Piano, sono: Piemonte, Liguria, Lazio, Abruzzo, Molise Puglia, campania, calabria.

2. Per la prima volta, una legge di riforma sanitaria nasce su presupposti epidemiologici (presenza e misurabilità dei dati di domanda e offerta di salute).

3. Per la prima volta, e a differenza dell’unico piano sanitario che lo ha pre-ceduto, il nuovo Piano – imperniato in una logica di rete e di integrazione tra i servizi e le competenze professionali, sulla base di una premessa di analisi epidemiologica e di contesto demografico, biostatistico e am-bientale che delinea il fabbisogno e le priorità assistenziali, si sgancia da una logica di individuazione aprioristica di “centri di riferimento” e di “dimensionamento” di unità organizzative, essendo improntato al princi-pio, che è il sistema dei servizi, che ruota attorno ai bisogni della persona e non viceversa.

4. Per la prima volta, il Piano Sanitario, dopo un vuoto di 10 anni, viene esitato dopo un lungo processo di condivisione con tutte le parti sociali.

5. Per la prima volta, vengono fatte le piante organiche per le corretta e equilibrata dotazione di personale in Azienda sanitaria.

6. Per la prima volta, si promuove un’azione per uniformare la contabilità analitica e gestionale di tutte le aziende sanitarie (programma ex art.79).

7. Per la prima volta, si definisce un piano di riqualificazione della medici-na di laboratorio.

8. Per la prima volta, si definiscono tetti di spesa sulla base dell’analisi del-la domanda e vengono introdotti criteri oggettivi di premialità.

9. Per la prima volta, vengono definite modalità univoche per la contrat-tualizzazione del sistema privato accreditato.

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10. Per la prima volta, vengono definite regole per il rispetto dell’ordine cronologico dei pagamenti.

11. Per la prima volta, viene definito, creato, un ufficio specifico per il co-ordinamento delle azioni finalizzate all’attuazione e al monitoraggio del Piano di rientro e per la definizione e il monitoraggio della conseguente attuazione del Piano sanitario regionale e dei piani attuativi aziendali a esso correlati.

12. Per la prima volta, viene definito (e concluso) un processo per l’accer-tamento delle partite creditorie e debitorie delle Aziende tra le stesse e verso la Regione e viceversa.

13. Per la prima volta, vengono introdotte misure per agevolare il controllo effettivo delle prescrizioni specialistiche (criteri di priorità clinica e obbli-go del quesito diagnostico).

14. Per la prima volta, viene effettuata una ricognizione di tutte le inadem-pienze amministrative a partire dal 2001, provvedendo all’assolvimento degli obblighi pregressi cui è conseguito lo svincolo delle risorse a essi correlate.

15. Per la prima volta, sono introdotte le gare centralizzate di bacino.

16. Per la prima volta, viene fatta una gara centralizzata per i farmaci (con un risparmio di oltre 115 milioni di euro sul triennio di spesa).

17. Per la prima volta, viene fatta una gara per l’affidamento del servizio di brokeraggio assicurativo e consulenza, destinato alle 17 Aziende Sani-tarie Regionali per arrivare a una omogeneizzazione e razionalizzazione delle coperture assicurative, a partire dall’analisi dei contratti assicurativi esistenti e delle effettive esigenze per singola Azienda, fortemente colle-gato al nuovo programma regionale sul rischio clinico.

18. Per la prima volta, si fa una gara regionale per l’acquisto di Alte Tecno-logie (e si realizza un risparmio del 24% sulla base d’asta).

19. Per la prima volta, si sottopone un progetto regionale al Pon Sicurezza Sud per la ingegnerizzazione e tracciabilità degli acquisti di beni e servizi Sanitari su piattaforma die-Procurement .

20. Per la prima volta, si effettua attività di verifica e monitoraggio, con periodicità semestrale, sistematico delle attività dei presidi ospedalieri con riferimento a criteri e indicatori di efficacia, di efficienza e di appro-priatezza e economicità delle prestazioni erogate, al fine di riqualificare i servizi sanitari e adottare, ove necessario, le eventuali modifiche alla rete ospedaliera.

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21. Per la prima volta, cresce il tasso di complessità ospedaliera (in ospeda-le si curano meno patologie ma più complesse) e il tasso di appropriatez-za misurato sulla base di DRg che fissano standard di degenza media e di tempo di intervento.

22. Per la prima volta, diminuisce stabilmente il tasso di ospedalizzazione allineandosi tendenzialmente al tasso previsto a livello nazionale.

23. Per la prima volta, si definisce concretamente fra i presidi ospedalieri una organizzazione e una offerta di tipo distrettuale attraverso un siste-ma di reti assistenziali.

24. Per la prima volta, vengono introdotti setting assistenziali alternativi al regime di ricovero ordinario più appropriati e meno costosi, consenten-do un recupero non solo economico ma soprattutto di soddisfacimento dell’utente.

25. Per la prima volta, si individuano i criteri per la costruzione della rete aritmologica.

26. Per la prima volta, si individuano i criteri per la costruzione della rete materno infantile.

27. Per la prima volta, si individuano i criteri per la costruzione della rete della riabilitazione.

28. Per la prima volta, si individuano i criteri per la costruzione della rete della talassemia.

29. Per la prima volta, si individuano i criteri per la costruzione della rete cardiologia e cardiochirurgia pediatrica.

30. Per la prima volta, si prendono provvedimenti per combattere il ricorso al parto cesareo (medie sopra il 50% nelle strutture pubbliche e sopra l’80% nelle strutture private).

31. Per la prima volta, vengono fissate le tariffe per la radioterapia avanza-ta, consentendo di recuperare 50 milioni di euro l’anno, prima indebita-mente riconosciuti a villa Santa Teresa, oggi bene confiscato alla mafia. Si passa da una fatturazione di 56 milioni di euro l’anno per 1.300 tratta-menti a 6 milioni di euro l’anno per lo stesso tipo di trattamenti in nume-ro di 1.100.

32. Per la prima volta, si definisce una programmazione ragionata e coe-rente della rete delle RSA, in relazione all’effettivo fabbisogno e comple-mentare al processo di riconversione della rete ospedaliera.

33. Per la prima volta, nella provincia di Palermo si attivano 100 nuovi posti di RSA convenzionati e 166 posti di RSA pubblici (entro il 2011).

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34. Per la prima volta, è finanziata l’apertura di 18 centri diurni per Alzhei-mer in tutta la Sicilia.

35. Per la prima volta, si attivano posti di RSA per Alzheimer (entro 2011 a Piana Albanesi, Palermo).

36. Per la prima volta, aumenta nel triennio il numero degli anziani rag-giunti da cure domiciliari a casa.

37. Per la prima volta, il tema della tutela dei minori viene affrontato in modo interdisciplinare, integrando la formazione degli operatori coin-volti in rete con un progetto promosso dall’Assessorato Famiglia.

38. La Regione Siciliana è la prima regione ad avere siglato il nuovo contratto con i medici di Medicina generale per una maggiore copertura del territo-rio. È stato siglato, dopo 7 anni, anche il rinnovo del contratto con i pediatri.

39. Per la prima volta, si individuano e disciplinano, i centri prescrittori.

40. Per la prima volta, si individuano e disciplinano, tra gli altri, i centri di riferimento anche per le malattie rare.

41. Per la prima volta, nel calendario vaccinale entra anche il vaccino con-tro la meningite c.

42. Per la prima volta, il 118 si caratterizza con molti altri servizi di trasporto di tipo sanitario, per cui serve una disponibilità H24 come per le equipe di trapianti, i servizi trasfusionali, il sangue cordonale, trasporto emodia-lizzati, trasporto intra e interospedaliero.

43. Per la prima volta, apre, dopo oltre 20 anni di attesa, Villa delle ginestre - centro di Riabilitazione di Alta Specializzazione per Medullolesi (attiva-zione degenze che si aggiungono all’attività ambulatoriale).

44. Per la prima volta, apre centro residenziale regionale per pluriminorati sensoriali (con la Lega del Filo d’oro a Termini imerese).

45. Per la prima volta, si avvia lo screening del tumore al colon-retto.

46. Per la prima volta, si avvia il registro della dialisi.

47. Per la prima volta, si avvia il registro delle malattie rare.

48. Per la prima volta, si avvia la sorveglianza dell’infezione da HiV.

49. Per la prima volta, si istituisce un servizio per la pianificazione e il coordi-namento delle attività relative al rischio clinico con l’avvio di un program-ma regionale che ha attivato un monitoraggio sistematico degli eventi avversi.

50. Per la prima volta, è stato adottato e attuato un Piano Annuale dei con-trolli.

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51. Per la prima volta, l’Assessorato si dota di un elenco di professionisti del SSR per le attività di ispezioni e sanitarie, a titolo gratuito.

52. Per la prima volta, si adotta il Piano di sviluppo dell’HealthTechnologyAssessmentdel SSR, 2010-2012.

53. Per la prima volta, viene fatta una ricognizione delle procedure di ac-quisto dei dispositivi medici, su tutte le Aziende Sanitarie.

54. Per la prima volta, si realizzano infrastrutture e processi per promuove-re, in modo sistemico, la formazionee-learning tra tutti gli operatori delle aziende sanitarie.

55. Per la prima volta, ci si dota di un piano per il governo delle attività tra-sfusionali.

56. Per la prima volta, si alimenta correttamente il flusso nazionale dei dati di attività di emovigilanza.

57. Per la prima volta, si istituisce la Banca delle emazie Rare.

58. Per la prima volta, i cittadini, il volontariato e il terzo settore, entrano a pieno titolo nei processi decisionali attraverso la consulta della Salute in Assessorato e i comitati aziendali in ogni azienda sanitaria.

59. Per la prima volta, si censiscono tutte le organizzazioni di volontariato che operano nel sistema sanitario.

60. Per la prima volta, si avvia un programma di customersatisfaction e di qualità percepita, adottando una procedura uniforme per tutte le Azien-de sanitarie con l’obiettivo di istituire un apposito flusso informativo.

61. Per la prima volta, l’URP dell’Assessorato ha avviato le rilevazioni di “cu-stomersatisfaction” con il cittadino/utente.

62. Per la prima volta alcune province della Sicilia (Ag, cL, SR e TP) sono state dichiarate Ufficialmente indenni da Leucosi Bovina enzootica.

63. Per la prima volta, la prevalenza della brucellosi ovi-caprina in Sicilia è scesa sotto il livello del 10% (9,2% al 31 dicembre 2010).

64. Per la prima volta, la Sicilia è stata dichiarata indenne da MVS (malattia vescicolare da enterovirus del suino).

65. Per la prima volta, sono state attivate azioni di verifica sulle aziende zootecniche ufficialmente indenni da malattie degli animali soggette a eradicazione (tubercolosi, brucellosi, leucosi).

66. Per la prima volta, in Sicilia si pubblica un Bollettino epidemiologico Re-gionale Veterinario, redatto in collaborazione con l’istituto Zooprofilatti-

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co Sperimentale della Sicilia, per il monitoraggio degli indicatori relativi alla verifica delle attività correlate ai piani di eradicazione delle malattie animali.

67. Per la prima volta, ci si dota di criteri per la pianificazione della spesa di oltre 200 milioni di Fondi europei in Sanità.

68. Per la prima volta, si finanzia la pianificazione di radioterapie su tutto il territorio, ogni 250.000 abitanti, entro un’ora di percorrenza.

69. Per la prima volta, si censisce il patrimonio di alte tecnologie e si equili-bra e redistribuisce la dotazione su tutto il territorio.

70. Per la prima volta, è introdotta la radioterapia avanzata e pianificato il finanziamento dell’adroterapia (quattro centri in tutta l’italia).

71. Per la prima volta, si pianifica l’adeguamento a norma delle medicine nucleari e dei centri trasfusionali di tutta la Sicilia.

72. Per la prima volta, si pianifica la filiera degli interventi, integrando diffe-renti fonti di finanziamento.

73. Per la prima volta, ci si dota di un programma regionale di sanità digitale.

74. Per la prima volta, si finanzia la dotazione di cartelle cliniche ospedalie-re informatizzate per tutti i posti letto.

75. Per la prima volta, si programma la banda larga per connettere tutte le aziende sanitarie.

76. Per la prima volta, si usa il Fondo Sociale europeo per innalzare la ca-pacità istituzionale con attività formative rivolte agli operatori sanitari (corsi regionali per oSS).

77. Per la prima volta, si presenta un progetto a valere sul programma eu-ropeo Leonardo, per formare quadri dirigenti delle Aziende sanitarie e dirigenti dell’assessorato, sui temi della salute, nella programmazione dei Fondi europa 2014-2020, il prossimo settennio la cui Agenda è in cor-so di definizione.

78. Per la prima volta, la regione Siciliana è l’unica regione italiana a essere stata individuata da un gruppo indipendente di studio europeo (euregio iii), come caso esemplare per la pianificazione dei fondi europei in Sanità.

79. Per la prima volta, si promuove la costituzione del Distretto Biomedico a valere sui fondi del Pon Ricerca, all’interno del quale si incontrano le at-tività di ricerca e sviluppo di più di 90 tra imprese, centri di ricerca pubbli-ci e privati, università per incentivare lo sviluppo economico qualificato.

80. Per la prima volta, si avanza un DDL sulla ricerca sanitaria regionale.

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Finito di stamparenel mese di

LuGLIO 2011

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Regione SicilianaAssessorato della Salute

Centro per la Formazione Permanentee l’Aggiornamento del Personale del Servizio Sanitario

Libro Bianco della Salute2011II Edizione

La trasparenzain Sanità

del cambiamento

Regione Siciliana Assessorato della Salute • La

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C’È VOLUtO FeGatO peR tOCCaRe iL FOnDO SanitaRiO

2008 - Spese senza controlli e debito pubblico della sanità miliarda-rio. Abbiamo ridotto gli sprechi, eliminato i servizi con poca attività, allineato le tariffe alle altre Regioni e voluto le gare pubbliche e cen-tralizzate con risparmi per oltre 100 milioni. Spendere meno e meglio (e pagare tutti meno tasse) è possibile.

La SCHiena DRitta peR MOtiVi Di SaLUte

Ridurre le spese, pagare i fornitori in ordine di tempo, investire anche i Fondi Europei per avere Ospedali migliori, adeguare le strutture e i servizi di emergenza-urgenza, informatizzare il 118, nuove tecnologie e Radioterapie in tutta la Sicilia, promuovere le eccellenze sanitarie siciliane basandosi sui dati, potenziare telemedicina, ricerca sanitaria, formazione, i servizi alle comunità

L’USO DeL CeRVeLLO peR aUMentaRe La QUaLità e nOn La QUantità

In Sicilia la spesa farmaceutica arrivava al 21,94% in Italia la media è il 16%. C’erano il doppio dei laboratori di analisi della Lombardia, ma la metà dei suoi abitanti. Appropriatezza significa: i servizi e i farmaci più giusti, al momento opportuno, nel luogo adatto, la dose utile, per il tempo necessario, dal professionista qualificato. Per il sistema pub-blico e quello privato.

peR naSCeRe e CReSCeRe in SiCURezza

La mortalità infantile in Sicilia era dell’5,1 per mille, In Italia, invece, si fermava al 3,7 per mille. Partorire nel posto più sicuro, non in quello più vicino, accorpando ginecologie e neonatologie per prevenire il rischio di malformazioni neonatali e complicanze per le mamme. Pro-muovere l’allattamento al seno e il parto naturale, senza dolore.

peR DaRe FiatO aGLi OSpeDaLi e aiUtO a CaSa

Consulta il tuo medico/pediatra di famiglia per visite ambulatoriali ed esami specialistici, assistenza, riabilitazione, dimissioni protette e cure domiciliari. Aiutaci a ridurre le liste d’attesa, curando in Ospedale le malattie più complesse, senza intasare i pronto soccorsi.

aBBiaMO a CUORe L’inteReSSe Di CittaDini e OpeRatORi

2011 – C’è ancora da fare, insieme: alle istituzioni programmare e vi-gilare, ai direttori organizzare, agli operatori collaborare, ai cittadini segnalare le disfunzioni: [email protected]