21
1 All. n° 4 AL P.O.F. ISTITUTO COMPRENSIVO MASSA 3 LA VALUTAZIONE (riferimenti legislativi) INDICE PAG. 2 PREMESSA PAG. 3 NORME VIGENTI PER LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI NELLA SCUOLA PRIMARIA PAG. 4 REGOLAMENTO (D.P.R. n°122 del 22 giugno 2009) PAGG. 5-7 CRITERI VALUTAZIONE SCUOLA PRIMARIA PAGG.8-10 CRITERI VALUTAZIONE SCUOLA SECONDARIA DI I° GRADO PAGG.11-12 VALUTARE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA PAGG.13-19 ALUNNI CON DISABILITA’, DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO, STRANIERI O CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI: SINTESI DELLA NORMATIVA VIGENTE PAGG.20-21 I TEMPI DELLA VALUTAZIONE, MODALITA’ DI COMUNICAZIONE ALLE FAMIGLIE, RACCORDO TRA ORDINI DI SCUOLA

LA VALUTAZIONE - ISTITUTO COMPRENSIVO MASSA 3istitutocomprensivomassa3.gov.it/wp-content/uploads/2012/07/All.-4... · La valutazione è parte integrante della programmazione, non

Embed Size (px)

Citation preview

1

All. n° 4 AL P.O.F.

ISTITUTO COMPRENSIVO MASSA 3

LA VALUTAZIONE

(riferimenti legislativi)

INDICE

PAG. 2 PREMESSA

PAG. 3 NORME VIGENTI PER LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI NELLA SCUOLA PRIMARIA

PAG. 4 REGOLAMENTO (D.P.R. n°122 del 22 giugno 2009)

PAGG. 5-7 CRITERI VALUTAZIONE SCUOLA PRIMARIA

PAGG.8-10 CRITERI VALUTAZIONE SCUOLA SECONDARIA DI I° GRADO

PAGG.11-12 VALUTARE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA

PAGG.13-19 ALUNNI CON DISABILITA’, DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO, STRANIERI O CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI: SINTESI DELLA NORMATIVA VIGENTE

PAGG.20-21 I TEMPI DELLA VALUTAZIONE, MODALITA’ DI COMUNICAZIONE ALLE FAMIGLIE, RACCORDO TRA ORDINI DI SCUOLA

2

1) PREMESSA Agli insegnanti compete la responsabilità della valutazione e la cura della documentazione didattica, nonché la scelta dei relativi strumenti nel quadro dei criteri deliberati dagli organi collegiali. Le verifiche intermedie e le valutazioni periodiche e finali devono essere coerenti con gli obiettivi e i traguardi previsti dalle Indicazioni e declinati nel curricolo. La valutazione precede, accompagna e segue i percorsi curricolari. Attiva le azioni da intraprendere, regola quelle avviate, promuove il bilancio critico su quelle condotte a termine. Assume una preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo. Occorre assicurare agli studenti e alle famiglie un’informazione tempestiva e trasparente sui criteri e sui risultati delle valutazioni effettuate nei diversi momenti del percorso scolastico, promuovendone con costanza la partecipazione e la corresponsabilità educativa, nella distinzione di ruoli e funzioni. Alle singole istituzioni scolastiche spetta poi la responsabilità dell’autovalutazione, che ha la funzione di introdurre modalità riflessive sull’intera organizzazione dell’offerta educativa e didattica della scuola, ai fini del suo continuo miglioramento. (dalle“Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo dell’istruzione”- settembre 2013) La valutazione è parte integrante della programmazione, non solo come momento di verifica degli apprendimenti, ma come spunto per migliorare il progetto educativo- formativo. Il momento della valutazione costituisce motivo di riflessione e di ricerca delle migliori strategie per promuovere in tutti gli alunni un apprendimento che valorizzi le loro potenzialità. La valutazione permette un adeguamento della programmazione educativa e didattica che consente di: - predisporre possibilità di aiuto nei confronti dell'alunno per favorire il superamento delle difficoltà in itinere; - pianificare percorsi individualizzati per gli alunni in situazione di insuccesso; - predisporre prove di verifiche degli apprendimenti: in ingresso, in itinere, finale.

3

2) NORME VIGENTI PER LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI NELLA SCUOLA PRIMARIA Si sottolinea innanzi tutto che criteri essenziali per una valutazione di qualità sono:

A. la finalità formativa

B. la validità, l’attendibilità, l’accuratezza, la trasparenza e l’equità C. la coerenza con gli obiettivi di apprendimento previsti dai piani di studio D. la considerazione sia dei processi di apprendimento sia dei loro esiti E. il rigore metodologico nelle procedure F. la valenza informativa I citati criteri devono fare da riferimento nella valutazione in itinere,nella valutazione periodica e finale, nell’esame di stato conclusivo di ciclo,negli interventi di rilevazione esterna degli apprendimenti da parte dell’Invalsi.(C.M. n°10 23/01/2009) La Legge di conversione 30 ottobre 2008 n°169 (Gelmini) ha apportato modifiche alla valutazione del comportamento e degli apprendimenti (art.3) introducendo nella scuola primaria l’espressione della valutazione degli apprendimenti degli alunni con voto in decimi e confermando la valutazione del comportamento con giudizio (sintetico o analitico secondo l’autonoma scelta delle scuole). Appartiene alle scuole e ai docenti, nell’esercizio dell’autonomia scolastica, la scelta delle modalità per la valutazione in itinere e per la predisposizione del documento di valutazione con l’obbligo di rispettare tre elementi fondamentali derivanti dalle norme generali del sistema di istruzione nazionale: 1. la valutazione degli apprendimenti relativi alle discipline previste dai piani di studio; 2. la valutazione del comportamento dell’alunno; 3. l’espressione delle valutazioni, periodiche e finali, con voti in decimi per ciascuna disciplina.

4

REGOLAMENTO (D.P.R. n°122 del 22 giugno 2009)

(Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni)

1. Finalità e caratteri della valutazione

VALUTAZIONE

E’ espressione dell’autonomia professionale propria della funzione docente, nella sua dimensione sia individuale che collegiale e dell’autonomia didattica delle istituzioni scolastiche. Ogni alunno ha diritto ad una valutazione trasparente e tempestiva.

Ha per oggetto il processo di apprendimento, il comportamento e il rendimento scolastico complessivo degli alunni. Concorre al miglioramento dei livelli di conoscenza e al successo formativo.

Le verifiche intermedie e le valutazioni periodiche e finali sul rendimento scolastico devono essere coerenti con gli obiettivi previsti dal P.O.F.

Il collegio dei docenti definisce modalità e criteri per assicurare omogeneità, equità e trasparenza della valutazione, nel rispetto della libertà di insegnamento. Detti criteri e modalità fanno parte integrante del P.O.F.

I minori con cittadinanza non italiana presenti sul territorio nazionale, in quanto soggetti all’obbligo d’istruzione, sono valutati nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani.

Nel primo ciclo dell’istruzione la scuola certifica le competenze acquisite ed i livelli di apprendimento raggiunti da ciascun alunno.

Le istituzioni scolastiche assicurano alle famiglie una informazione tempestiva circa il processo di apprendimento e la valutazione degli alunni effettuata nei diversi momenti del percorso scolastico, nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di riservatezza.

5

2. Valutazione degli alunni nel primo ciclo d’istruzione Scuola primaria La valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni nella scuola primaria

viene effettuata dal docente, ovvero collegialmente dai docenti contitolari della classe, mediante l’attribuzione di voti numerici espressi in decimi, riportati in lettere nei documenti di valutazione e illustrata con giudizio analitico sul livello globale di maturazione raggiunto dall’alunno. I docenti possono comunque autonomamente prevedere che i voti in decimi siano accompagnati anche da giudizi sintetici o analitici. Possono altresì fare riferimento ad eventuali indicatori di apprendimento.

La valutazione del comportamento dell’alunno viene espressa dal docente, ovvero dai docenti contitolari della classe, attraverso un giudizio, formulato secondo le modalità deliberate dal collegio dei docenti, riportato nel documento di valutazione.

Relativamente alla valutazione finale, si dispone che “nella scuola primaria i docenti, con decisione assunta all’unanimità, possono non ammettere l’alunno alla classe successiva solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione”. Tale procedura valutativa viene attuata per ogni passaggio alla classe successiva.

Il passaggio da un periodo didattico ad un altro avviene per scrutinio, rispettivamente al termine del 1° e del 3° anno, nonché al termine del 5° anno di corso per il passaggio al primo periodo della Scuola Secondaria di primo grado; è determinato a seguito di valutazione positiva oppure è diniegato in caso di valutazione negativa complessiva con decisione assunta collegialmente ed a maggioranza dai docenti della classe.

L’ammissione alla classe successiva all’interno di un medesimo periodo didattico, al termine del 2° e del 4° anno di corso, può essere diniegata esclusivamente con decisione assunta collegialmente e all’unanimità dai docenti della classe e solamente in casi eccezionali e con specifica motivazione.

La valutazione degli apprendimenti e del comportamento dell’alunno è riferita a ciascuna classe frequentata.

I soggetti preposti alla valutazione periodica e finale degli alunni sono esclusivamente i docenti della classe titolari degli insegnamenti della discipline comprese nel piano di studio nazionale. Il consiglio di interclasse non svolge ruoli valutativi dell’alunno.

I docenti di sostegno, in quanto contitolari della classe, partecipano alla valutazione di tutti gli alunni, oltre a quelli per i quali svolgono attività di sostegno. Qualora un alunno con disabilità sia affidato a più docenti del sostegno, essi si esprimono con un unico voto. Il personale docente esterno e gli esperti di cui si avvale la scuola, che svolgono attività o insegnamenti per l’ampliamento e il potenziamento dell’offerta formativa, ivi compresi i docenti incaricati della attività alternative all’insegnamento della religione cattolica, forniscono preventivamente ai docenti della classe elementi conoscitivi sull’interesse manifestato e il profitto raggiunto da ciascun alunno.

La valutazione dell’insegnamento della religione cattolica resta disciplinata dalle specifiche norme vigenti in materia ed è comunque espressa senza attribuzione di voto numerico. I docenti incaricati dell’insegnamento della religione cattolica partecipano alla valutazione periodica e finale limitatamente agli alunni che si avvalgono dell’insegnamento in oggetto.

CRITERI DI VALUTAZIONE SCUOLA PRIMARIA I criteri di valutazione in decimi sono precisati nelle indicazioni operative per la compilazione dei registri (I. O. 08. 02) in relazione agli indicatori riferiti alle singole aree disciplinari. Voto 5: l’alunno non ha ancora raggiunto gli obiettivi minimi Voto 6: l’alunno ha raggiunto sufficientemente gli obiettivi minimi richiesti Voto 7: l’alunno ha raggiunto una preparazione più che sufficiente Voto 8: l’alunno ha raggiunto una preparazione buona Voto 9: l’alunno ha raggiunto una preparazione molto buona Voto 10: l’alunno ha raggiunto la piena competenza

6

Griglia di corrispondenza tra voti e conoscenze, abilità e competenze disciplinari Classi prime e seconde GIUDIZIO DI PROFITTO In riferimento a: conoscenze, abilità, competenze disciplinari

LIVELLO DI PROFITTO

VOTO

Abilità corrette, complete e senza errori di lettura e scrittura, capacità di comprensione e di analisi precisa e approfondita, applicazione sicura ed autonoma delle nozioni matematiche in situazioni anche nuove, esposizione chiara, ricca e ben articolata, capacità di sintesi appropriata e di rielaborazione personale creativa ed originale

ECCELLENTE 10 in tutte le discipline

Abilità corrette, complete e senza errori di lettura e scrittura, capacità di comprensione e di analisi precisa e sicura, applicazione sicura e autonoma delle nozioni matematiche in situazioni anche nuove, esposizione chiara, ricca e ben articolata, capacità di sintesi appropriata con spunti creativi e originali

OTTIMO 9/10

Abilità corrette, complete di lettura e scrittura, capacità di comprensione e di analisi precisa e sicura, applicazione sicura delle nozioni matematiche in situazioni via via più complesse, esposizione chiara e precisa, capacità di sintesi appropriata con apporti critici personali anche apprezzabili

DISTINTO 8/9

Abilità solide di lettura e scrittura, capacità di comprensione e di analisi puntuale di semplici testi, applicazione sostanzialmente sicura delle nozioni matematiche senza gravi errori i situazioni semplici e note, esposizione chiara e abbastanza precisa, sintesi parziale con alcuni spunti critici

BUONO 7/8

Abilità essenziali di lettura e scrittura, capacità di comprensione e di analisi elementare di semplici testi, applicazione delle nozioni matematiche senza gravi errori in situazioni semplici e note, esposizione in forma sostanzialmente ordinata seppur guidata

SUFFICIENTE 6/7

Abilità di lettura e scrittura da consolidare, scarsa capacità di comprensione di semplici testi, applicazione delle nozioni matematiche con errori, esposizione in forma frammentaria

INSUFFICIENTE 5

7

Classi terze, quarte e quinte GIUDIZIO DI PROFITTO In riferimento a: conoscenze, abilità, competenze disciplinari

LIVELLO DI PROFITTO

VOTO

Conoscenze ampie e particolarmente approfondite, abilità complete e senza errori di lettura e scrittura, capacità di comprensione e di analisi precisa e pertinente, applicazione sicura ed autonoma delle nozioni matematiche in situazioni anche nuove, esposizione rigorosa, ricca e ben articolata, capacità di sintesi appropriata e di rielaborazione personale creativa ed originale, autonoma organizzazione delle conoscenze acquisite

ECCELLENTE 10 in tutte le discipline

Conoscenze complete e approfondite, abilità corrette e sicure di lettura e scrittura, capacità di comprensione e di analisi precisa e puntuale, applicazione sicura ed autonoma delle nozioni matematiche in situazioni anche nuove, esposizione chiara e ben articolata, capacità di sintesi appropriata con spunti creativi e originali

OTTIMO 9/10

Conoscenze complete, abilità corrette di lettura e scrittura, capacità di comprensione precisa e sicura, applicazione sicura delle nozioni matematiche in situazioni via via più complesse, esposizione chiara, precisa e articolata, capacità di sintesi appropriata con apporti critici personali anche apprezzabili

DISTINTO 8/9

Conoscenza corretta dei nuclei fondamentali delle discipline,abilità solide di lettura e scrittura, capacità di comprensione/analisi puntuale, applicazione sostanzialmente sicura delle nozioni matematiche senza gravi errori in situazioni semplici e note, esposizione chiara e abbastanza precisa, sintesi parziale con alcuni spunti critici

BUONO 7/8

Conoscenza accettabile dei contenuti disciplinari, abilità essenziali di lettura e scrittura, capacità di comprensione/analisi elementare, applicazione delle nozioni matematiche senza gravi errori in situazioni semplici e note, esposizione in forma sostanzialmente ordinata seppur guidata

SUFFICIENTE 6/7

Conoscenza parziale e lacunosa dei minimi contenuti disciplinari, abilità di lettura e scrittura ancora incerte ma in graduale miglioramento rispetto alla situazione di partenza, capacità di comprensione scarsa, applicazione delle nozioni matematiche scorretta e con errori, esposizione ripetitiva e imprecisa, povertà lessicale

INSUFFICIENTE 5

8

Scuola secondaria di primo grado La valutazione, periodica e finale, è effettuata dal Consiglio di classe, presieduto dal

Dirigente Scolastico, con deliberazione assunta, ove necessario, a maggioranza. Riguarda apprendimenti e comportamento e prevede per entrambi l’attribuzione di voti

numerici espressi in decimi. Per procedere alla valutazione finale è richiesta la frequenza dell’alunno di almeno i tre

quarti dell’orario annuale, salvo casi eccezionali deliberati dal collegio docenti. Relativamente alla valutazione finale, sono ammessi alla classe successiva, gli alunni che

hanno ottenuto un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline.

È possibile per le scuole (Nota prot. n° 6051 dell’8 giugno 2009 del MIUR), con scelta autonoma e a maggioranza, ammettere alla classe successiva anche in presenza di carenze formative. In tal caso la scuola dovrà provvedere ad inserire una specifica nota nel documento di valutazione da trasmettere alla famiglia dell’alunno e programmare gli interventi didattici e formativi opportuni per il recupero di tali carenze, sin dalla fase di avvio del successivo anno scolastico.

La valutazione sul comportamento concorre, come il voto delle altre discipline, alla determinazione della media complessiva dei voti (da tale votazione complessiva sono escluse Religione Cattolica e Educazione Fisica).

Con apposito decreto del MIUR sono specificati i criteri per correlare la particolare e oggettiva gravità del comportamento al voto inferiore a sei decimi.

3. Esame di stato conclusivo del primo ciclo dell’istruzione

L’ammissione all’esame di Stato è disposta, previo accertamento della prescritta frequenza

ai fini della validità dell’anno scolastico, nei confronti dell’alunno che ha conseguito una votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l’attribuzione di un unico voto e un voto di comportamento non inferiore a sei decimi. Tale giudizio di idoneità, è espresso dal Consiglio di classe in decimi, considerando il percorso scolastico compiuto dall’allievo nella scuola secondaria di primo grado.

Alla valutazione conclusiva dell’esame concorre l’esito della prova scritta nazionale. I testi della prova sono scelti dal Ministro tra quelli predisposti annualmente dall’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione (INVALSI).

All’esito dell’esame di Stato concorrono gli esiti delle prove scritte e orali. Il voto finale è costituito dalla media dei voti in decimi ottenuti nelle singole prove e nel giudizio di idoneità arrotondata all’unità superiore per frazione pari o superiore a 0,5.

Ai candidati che conseguono il punteggio di dieci decimi può essere assegnata la lode da parte della commissione esaminatrice con decisione assunta all’unanimità.

Gli esiti finali degli esami sono resi pubblici mediante affissione all’albo della scuola.

4. La valutazione degli alunni con disabilità

La valutazione degli alunni con disabilità certificata nelle forme e con le modalità previste dalle disposizioni in vigore è riferita al comportamento, alle discipline e alle attività svolte sulla base del piano educativo individualizzato previsto dall'articolo 314, comma 4, del testo unico di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994, ed è espressa con voto in decimi.. Per l'esame conclusivo del primo ciclo sono predisposte prove di esame differenziate, comprensive della prova a carattere nazionale corrispondenti agli insegnamenti impartiti, idonee a valutare il progresso dell'alunno in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali. Le prove sono adattate, ove necessario in relazione al piano educativo individualizzato, a cura dei docenti componenti la commissione. Le prove differenziate hanno valore equivalente a quelle ordinarie ai fini del superamento dell'esame e del conseguimento del diploma di

9

licenza. Le prove dell'esame conclusivo del primo ciclo sono sostenute anche con l'uso di attrezzature tecniche e sussidi didattici, nonchè di ogni altra forma di ausilio tecnico loro necessario. Sui diplomi di licenza è riportato il voto finale in decimi, senza menzione delle modalità di svolgimento e di differenziazione delle prove. Agli alunni con disabilità che non conseguono la licenza è rilasciato un attestato di credito formativo. Tale attestato è titolo per l'iscrizione e per la frequenza delle classi successive, ai soli fini del riconoscimento di crediti formativi validi anche per l'accesso ai percorsi integrati di istruzione e formazione.

5. Alunni con difficoltà specifiche di apprendimento

Per gli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento (DSA) adeguatamente certificate, la valutazione e la verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo dei cicli, devono tenere conto delle specifiche situazioni soggettive di tali alunni; a tali fini, nello svolgimento dell'attività didattica e delle prove di esame, sono adottati gli strumenti metodologico-didattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei. Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove.

10

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO CRITERI DI VALUTAZIONE E DI ATTRIBUZIONE DEL VOTO NELLE DISCIPLINE voti Descrittori 10 (dieci/decimi) Raggiungimento completo e sicuro di tutti

gli obiettivi. Competenze pienamente acquisite . Capacità critiche e rielaborazione personale

9 (nove/decimi) Raggiungimento completo e sicuro di tutti gli obiettivi. Competenze pienamente acquisite

8 (otto/decimi) Completo raggiungimento degli obiettivi. Competenze acquisite

7 (sette/decimi) Raggiungimento adeguato degli obiettivi / Competenze complessivamente acquisite

6 (sei/decimi) Raggiungimento degli obiettivi fondamentali. Competenze minime acquisite. Presenza di lacune lievi

5 (cinque/decimi) Mancato raggiungimento degli obiettivi fondamentali. Competenze parzialmente acquisite. Presenza di lacune diffuse

4 (quattro/decimi) Mancato raggiungimento di tutti gli obiettivi. Competenze non acquisite. Presenza di lacune gravi e diffuse

CRITERI DI VALUTAZIONE E DI ATTRIBUZIONE DEL VOTO DI CONDOTTA Voti Descrittori del comportamento 10 (dieci/decimi) Si comporta sempre in modo corretto e

responsabile, collabora con i compagni e gli insegnanti, partecipa in modo costruttivo e si impegna in modo costante e approfondito.

9 (nove/decimi) Si comporta in modo corretto e responsabile, la socializzazione è positiva, partecipa con interesse alla lezione e si impegna in modo costante.

8 (otto/decimi) Rispetta le regole di comportamento, la socializzazione è positiva, partecipa con interesse alla lezione e si impegna in modo abbastanza costante.

7 (sette/decimi) Vivace ma non sempre corretto, la socializzazione è positiva, talvolta distratto, qualche discontinuità nell’impegno.

6 (sei/decimi) Se controllato rispetta le regole, la socializzazione è, in genere, positiva, interviene se sollecitato, l’impegno è superficiale.

5 (cinque/decimi) Spesso non rispetta le regole, i rapporti con i compagni ed insegnanti sono difficoltosi, fa interventi non pertinenti, l’impegno è inadeguato.

11

SCUOLA DELL’ INFANZIA

SPECIFICITA' DELLA SCUOLA DELL'INFANZIA Al fine del conseguimento degli obiettivi formativi, i docenti curano: 1. l'accoglienza, intesa come metodologia di lavoro e approccio educativo 2. la personalizzazione delle attività educative in continuità con la famiglia 3. opportune forme di coordinamento didattico sia con altri servizi all'infanzia che con la scuola primaria

CAMPI DI ESPERIENZA

Il sé e l'altro.

Il corpo e il movimento.

Immagini, suoni, colori

I discorsi e le parole.

La conoscenza del mondo.

VALUTARE PER …

Conoscere e comprendere i livelli raggiunti da ciascun bambino per poter identificare i processi da promuovere, sostenere e rafforzare al fine di favorirne lo sviluppo e la maturazione.

Valutare l’alunno per ricavare elementi di riflessione sul contesto e l’azione educativa, in una prospettiva di continua regolazione dell’attività didattica tenendo presenti i modi di essere, i ritmi di sviluppo e gli stili di apprendimento dei bambini.

VALUTARE QUANDO … 1. All’inizio dell’anno scolastico per conoscere la situazione di partenza. 2. Durante l’anno scolastico nell’ambito dei percorsi didattici proposti. 3. Al termine dell’anno scolastico per una verifica degli esiti formativi raggiunti dai bambini e

della qualità dell’attività educativa. 4. A conclusione dell’esperienza scolastica in un’ottica di continuità con la famiglia e la scuola

elementare (v. scheda di raccordo). VALUTARE COME … Raccogliendo elementi sulla base di specifici indicatori tramite osservazioni, colloqui, conversazioni, analisi di elaborati prodotti dai bambini, prove e test standardizzati. Documentando gli elementi raccolti. Confrontando e discutendo sugli elementi raccolti e documentati.

OSSERVARE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA OSSERVARE PER … Conoscere, comprendere, educare meglio il bambino relativamente a: · maturazione dell’identità · conquista dell’autonomia · sviluppo delle competenze

12

OSSERVARE QUANDO … Occasionalmente, in riferimento a momenti e situazioni particolari che necessitano di essere adeguatamente analizzati Sistematicamente, in tempi predefiniti e a cadenza periodica per una raccolta nel tempo di elementi utili a comprendere e valutare i processi di sviluppo e i contesti educativo-didattici. OSSERVARE COME … Individuando e circoscrivendo l’ambito di indagine Predisponendo e/o selezionando gli strumenti ritenuti idonei per l’osservazione da effettuare Registrando ed analizzando i dati raccolti.

13

3) ALUNNI CON DISABILITA’, DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO, STRANIERI O CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI: sintesi della normativa esistente sulla valutazione 1. Alunni con disabilità Principi chiave per la valutazione degli alunni con disabilità Tre principi chiave: La valutazione è un diritto La valutazione degli alunni con disabilità è riferita al loro PEI La valutazione è compito di tutti gli insegnanti La valutazione è un diritto Il diritto all’educazione e all’istruzione è sancito anche per gli alunni con disabilità dalla L.104/92. E' garantito il diritto all'educazione e all'istruzione della persona disabile nelle sezioni di scuola dell’infanzia, nelle classi comuni delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e nelle istituzioni universitarie (art. 12/2). Tale legge individua la Diagnosi Funzione (DF), il Profilo Dinamico Funzionale (PDF) e il Piano Educativo Individualizzato (PEI) come strumenti necessari alla effettiva integrazione degli alunni con disabilità. Come precisato nel DPR 24 febbraio 1994, tali documenti, redatti in collaborazione con il Servizio Sanitario Nazionale, hanno lo scopo di riscontrare le potenzialità funzionali dell’alunno con disabilità e sulla base di queste costruire adeguati percorsi di autonomia, di socializzazione e di apprendimento. Nel comma 4 dell’ordinanza ministeriale n. 90 del 2001 all’articolo 15 viene precisato che “al fine di assicurare loro il diritto allo studio, il Piano Educativo Individualizzato, deve essere diversificato in funzione degli obiettivi didattici e formativi non riconducibili ai programmi ministeriali e l’attribuzione dei voti deve tener conto di ciò.” La valutazione degli apprendimenti è una componente indispensabile di qualsiasi attività di insegnamento intenzionale e questo vale certamente anche in caso di disabilità. Per questo è importante sottolineare che ogni alunno, anche con disabilità grave e la sua famiglia hanno diritto a veder seriamente valutati i risultati dell’azione educativa e didattica svolta a scuola. La valutazione degli alunni con disabilità è riferita al loro PEI La valutazione degli apprendimenti per i soggetti con disabilità va riferita sempre alle potenzialità della persona e alla situazione di partenza definiti nella individualizzazione dei percorsi formativi e di apprendimento. Il Consiglio di classe, in sede di valutazione periodica e finale, sulla scorta del Programma Educativo Individuale, a suo tempo predisposto, esamina gli elementi del giudizio forniti da ciascun insegnante sui livelli di apprendimento raggiunti, anche attraverso l’attività di integrazione e di sostegno e verifica i risultati complessivi rispetto agli obiettivi prefissati. Ove il Consiglio di Classe riscontri che l’allievo abbia raggiunto un livello di preparazione conforme agli obiettivi didattici previsti dalla programmazione d’Istituto o, comunque, ad essi globalmente corrispondenti, decide in conformità alle disposizioni valide per tutti gli alunni. Qualora il Programma Educativo Individuale sia diversificato in funzione di obiettivi didattici e formativi non riconducibili alla programmazione generale, il Consiglio di Classe, fermo restando l’obbligo della relazione di cui al paragrafo 8 della Circolare Ministeriale n. 262 del 22/09/1988, valuta i risultati di apprendimento, con l’attribuzione di voti relativi unicamente allo svolgimento del Programma Educativo Individuale. Tali voti hanno pertanto valore legale solo ai fini della prosecuzione degli studi per il perseguimento degli obiettivi dei P.E.I. I predetti alunni possono, di conseguenza, essere ammessi alla frequenza dell’anno successivo o dichiarati ripetenti anche per tre volte, in forza del disposto di cui all’art.316 del D.Lgs 16/04/1994, n.297. In calce alla pagella degli alunni medesimi, deve essere apposta l’annotazione secondo la

14

quale la votazione è riferita al P.E.I. Tale indicazione deve comparire unicamente nelle certificazioni e nelle pagelle, ma non deve comparire nei tabelloni. L’obbligo di riferimento della valutazione al PEI è valido per tutti gli ordini di scuola. Unica eccezione si ha quando, nella scuola secondaria di secondo grado, la famiglia rifiuta la programmazione differenziata. L’articolo 9 del Regolamento sulla valutazione degli alunni (dpr 122/2009) prevede che, in sede di esame conclusivo del primo ciclo di istruzione, le prove siano adattate in relazione agli obiettivi del PEI. Le prove differenziate hanno valore equivalente a quelle ordinarie ai fini del superamento dell’esame e del conseguimento del diploma di licenza. Inoltre le suddette prove possono essere sostenute anche con l’uso di attrezzature tecniche e sussidi didattici, nonché di ogni altra forma di ausilio tecnico loro necessario. Agli alunni con disabilità che non conseguono la licenza è rilasciato un attestato di credito formativo. Tale attestato è titolo per l’iscrizione e per la frequenza delle classi successive, ai soli fini del riconoscimento dei crediti formativi validi anche per l’accesso ai percorsi integrati di istruzione La valutazione è compito di tutti gli insegnanti Tutti gli insegnanti titolari della classe dell’alunno con disabilità sono corresponsabili dell’attuazione del PEI ed hanno quindi il compito di valutare i risultati dell’azione didattica-educativa. La valutazione non può mai essere delegata al solo insegnante di sostegno. 2. Alunni con disturbi specifici di apprendimento (dislessia, discalculia,ecc.) La Legge 8 ottobre 2010, nº 170 ("Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico") riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, denominati "DSA", che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana. Una della finalità della presente legge è quella di adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti. Agli studenti con DSA sono garantite, durante il percorso di istruzione e di formazione scolastica e universitaria, adeguate forme di verifica e di valutazione. Con nota del 5 ottobre 2004 del Dipartimento per l’Istruzione Direzione Generale per lo Studente per gli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento (DSA), adeguatamente certificate, la valutazione e la verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo dei cicli, devono tenere conto delle specifiche situazioni soggettive di tali alunni; a tali fini, nello svolgimento dell' attività didattica e delle prove di esame, sono adottati gli strumenti metodologico-didattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei( Decreto n.122 22 giugno 2009) Le Istituzioni scolastiche adottano modalità valutative che consentono all’alunno o allo studente con DSA di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento raggiunto, mediante l’applicazione di misure che determinino le condizioni ottimali per l’espletamento della prestazione da valutare - relativamente ai tempi di effettuazione e alle modalità di strutturazione delle prove - riservando particolare attenzione alla padronanza dei contenuti disciplinari, a prescindere dagli aspetti legati all’abilità deficitaria(D.M. 5669 12/07/11). Nella circolare ministeriale n. 51/2009, che concerne gli esami conclusivi del primo e del secondo ciclo, si raccomanda di sensibilizzare le Commissioni affinché adottino, nel quadro e nel rispetto delle regole generali che disciplinano la materia degli esami di Stato, ogni opportuna iniziativa per un appropriato svolgimento delle prove da parte degli studenti affetti da disturbi specifici dell'apprendimento. In sede di esame di Stato non è possibile dispensare gli alunni dalle prove scritte, in particolare da quelle di lingua straniera e dalla prova scritta nazionale prevista per gli esami conclusivi della

15

scuola secondaria di I grado. Le oggettive difficoltà degli studenti dovranno essere pertanto compensate mediante l'assegnazione di tempi più distesi per l'espletamento delle prove, l'utilizzo di apparecchiature, strumenti informatici e ogni opportuno strumento compensativo, valutazioni più attente ai contenuti che alla forma. Pertanto, in tutti i casi in cui le prove scritte interessino lingue diverse da quella nativa, i docenti vorranno riservare maggiore considerazione per le corrispondenti prove orali come misura compensativa dovuta. Per l'espletamento della prova scritta nazionale da parte degli studenti della scuola secondaria di I grado è prevista una versione informatizzata della suddetta prova per i candidati con disturbo specifico di apprendimento (DSA). Si ricorda, altresì, che, nel diploma finale, nelle certificazione sostitutive, nonché nella pubblicizzazione degli esiti conclusivi degli esami, non deve esservi menzione delle misure compensative disposte nei confronti degli studenti affetti da disturbi specifici di apprendimento. 3. Alunni stranieri La C.M. n. 24, del 1 marzo 2006, “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri” fornisce un quadro riassuntivo di indicazioni finalizzate all’organizzazione dell’ inserimento e dell’integrazione scolastica degli alunni stranieri. Al punto 8 viene affrontato dettagliatamente il tema della valutazione. La valutazione degli alunni stranieri, in particolare di coloro che si possono definire neo arrivati, pone diversi ordini di problemi, dalle modalità di valutazione a quelle di certificazione, alla necessità di tener conto del singolo percorso di apprendimento. La pur significativa normativa esistente sugli alunni con cittadinanza non italiana non fornisce indicazioni specifiche a proposito della valutazione degli stessi. L'approccio alla valutazione nella scuola è, in questi ultimi anni, positivamente cambiato. Accanto alla funzione certificativa si è andata sempre più affermando la funzione regolativa in grado di consentire, sulla base delle informazioni via via raccolte, un continuo adeguamento delle proposte di formazione alle reali esigenze degli alunni e ai traguardi programmati per il miglioramento dei processi e dei risultati, sollecitandola partecipazione degli alunni e delle famiglie al processo di apprendimento. L’art. 4 del DPR n.275/1999, relativo all’autonomia didattica delle istituzioni scolastiche, assegna alle stesse la responsabilità di individuare le modalità e i criteri di valutazione degli alunni, prevedendo che esse operino “nel rispetto della normativa nazionale”. Il riferimento più congruo a questo tema lo si ritrova nell’art. 45, comma 4, del DPR n 394 del 31 agosto 1999 che così recita “il collegio dei docenti definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario adattamento dei programmi di insegnamento…” Benché la norma non accenni alla valutazione, ne consegue che il possibile adattamento dei programmi per i singoli alunni comporti un adattamento della valutazione, anche in considerazione degli orientamenti generali su questo tema, espressi in circolari e direttive, che sottolineano fortemente l’attenzione ai percorsi personali degli alunni. 4. Alunni con bisogni educativi speciali (BES) La Direttiva delinea la strategia per realizzare il diritto all’apprendimento degli alunni in situazione di difficoltà, estendendo il campo di intervento non solo agli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), già previsto dalla L. n. 170/11, ma anche all’intera area dei Bisogni Educativi Speciali (BES), comprendente disabilità, DSA e/o disturbi evolutivi specifici, svantaggio linguistico, sociale e culturale. Essa estende a tutti gli allievi in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, richiamandosi ai principi della L. n. 53/03. Fermo restando l’obbligo di certificazione per le situazioni di disabilità e di diagnosi per i DSA, è compito del Consiglio di classe o del team dei docenti di scuola primaria indicare in quali altri casi sia necessaria l’adozione di una personalizzazione della didattica e/o di misure compensative o dispensative, nella presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni. Strumento privilegiato è il percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico Personalizzato

16

(PDP), che ha lo scopo di definire e documentare, secondo un’elaborazione collegiale, le strategie di intervento ed i criteri di valutazione più idonei. Il PDP, dunque, non è più indicato solo per i DSA, ma anche per progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita, di cui moltissimi alunni con BES, privi di certificazione diagnostica, hanno bisogno. La circolare dedica ampio spazio proprio ai BES non certificati, agli svantaggi socioeconomici, linguistici e culturali: tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi o di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche. Per questi alunni è possibile attivare percorsi individualizzati e personalizzati, oltre che adottare strumenti compensativi e misure dispensative, per il tempo strettamente necessario. A differenza delle situazioni di disturbo documentate da diagnosi, infatti, le misure dispensative avranno in questo caso carattere transitorio, privilegiando le strategie educative e didattiche attraverso percorsi personalizzati. Nella circolare si esplicita che compiti del Gruppo di lavoro e di studio d’Istituto (GLHI) si estendono alle problematiche relative a tutti i BES, assumendo la denominazione di Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI), con più ampie funzioni, anche di interfaccia con altri organi istituzionali e del territorio. Nel Piano dell’Offerta Formativa (POF) della scuola, inoltre, occorre che trovino esplicitazione il concreto impegno programmatico per l’inclusione e l’utilizzo funzionale delle risorse. A livello territoriale un ruolo fondamentale è affidato ai Centri Territoriali di Supporto (CTS), quale interfaccia fra l’Amministrazione e le scuole, nonché rete di supporto al processo di integrazione. Risulta inoltre strategico il ruolo dei nuovi Centri Territoriali per l’Inclusione (CTI), che potranno contribuire anche all’attuazione del D.L. n. 5/12, in cui si prevede la definizione di un organico dell’autonomia, funzionale all’ordinaria attività e di un organico di rete (scuole, reti di scuole ed ambiti provinciali), con carattere di stabilità per almeno un triennio, anche per i posti di sostegno, fatte salve le esigenze che ne determinano la rimodulazione annuale.

17

Diagramma schematico dei passi previsti dalla legge 170/2010 per la gestione dei DSA SCUOLA FAMIGLIA SERVIZI Il Piano Didattico Personalizzato ( C.M. n. 4099 del 5/10/2004, C.M. 28/05/2009, , C.M. n. 4089 del 15/06/2010, L. 170 del 8/10/2010, DM n°5669 del 12/07/11) E’ uno strumento che consente alla scuola, agli studenti con DSA e alle loro famiglie di personalizzare, monitorare e raggiungere le competenze specifiche previste al termine di ogni anno scolastico. Dovrebbe essere un documento sempre presente insieme alla diagnosi, in quanto è solo attraverso un concreto lavoro di rete che è possibile garantire allo studente con DSA un percorso scolastico sereno ed efficace.

Attività di recupero

didattico mirato

Persistenti

difficoltà

Comunicazione della

scuola alla famiglia

Richiesta di

valutazione Iter diagnostico

Diagnosi documento di

certificazione diagnostica

Comunicazione della

famiglia alla scuola

Provvedimenti compensativi e

dispensativi – Didattica e

valutazione personalizzata

Interventi di identificazione

precoce casi sospetti

18

La personalizzazione di un intervento, a differenza dell’individualizzazione (così come avviene nei PEI per studenti con disabilità) ha la caratteristica distintiva di voler diversificare le metodologie, i tempi, gli strumenti ma NON gli obiettivi. La difficoltà per i ragazzi con DSA non è nella capacità cognitiva di apprendere ma nell’abilità di saper accedere alla conoscenza attraverso i “normali” canali o strumenti. Il PDP, in ultima istanza, è un contratto tra famiglia, scuola e istituzioni socio-sanitarie, per organizzare un percorso mirato nel quale vengono soprattutto definiti gli strumenti compensativi e dispensativi che aiutano alla realizzazione del successo scolastico degli studenti con DSA. Per ciascuna materia devono infatti essere individuati gli strumenti dispensativi e compensativi più efficaci per consentire allo studente il raggiungimento degli obiettivi alla pari dei compagni. Attualmente gli strumenti tecnologici hanno acquistato un grande rilievo: l’utilizzo sempre più frequente del computer a scuola non deve sottolineare una differenza, ma una ricchezza come strumento di lavoro per l’intero gruppo classe, a maggior ragione nel panorama attuale dove l’introduzione dei supporti informatici va via via sostituendo i tradizionali strumenti di insegnamento. Perché fare il PDP? Innanzitutto in quanto diritto garantito dalla legislazione agli studenti con DSA. Sul piano pratico è inoltre uno strumento importante per monitorare il percorso scolastico dello studente con DSA e documento ufficiale e vincolante in sede di esami di stato o passaggio da un ordine di scuola all’altro. Tutto ciò nel garantire le pari opportunità e il pari diritto allo studio per ogni persona. Compito di ogni scuola è dimostrare di aver messo in atto tutte le misure previste dalla legislazione per consentire agli studenti con DSA il raggiungimento degli obiettivi minimi per ogni area disciplinare. Chi deve redigerlo? Il PDP viene redatto dal consiglio di classe una volta acquisita la diagnosi specialistica e dopo aver ascoltato la famiglia e, laddove è necessario, gli specialisti, in un’ottica di dialogo e di rispetto delle diverse competenze e specificità Nella fattispecie: Il coordinatore ha il compito di incontrare la famiglia e raccogliere le informazioni sull’alunno, redigere una sintesi della diagnosi e mantenere i contatti con la famiglia. I singoli insegnanti devono, in riferimento alla loro disciplina, compilare la parte del documento con le proprie osservazioni, gli strumenti compensativi e dispensativi che intendono adottare e le modalità di verifica e valutazione che metteranno in atto. Con quali tempi? Il PDP deve essere redatto all’inizio di ogni anno scolastico, entro la fine del mese di novembre, per gli studenti con già in atto un percorso, o su segnalazione della famiglia laddove si inizia un rapporto nuovo con l’istituzione scolastica. Il percorso prevede quindi: - la presa in considerazione della segnalazione della diagnosi - un incontro conoscitivo tra il coordinatore di classe, la famiglia, il dirigente scolastico o il

tutor referente DSA (nelle scuole in cui è presente questa figura) per raccogliere tutte le

19

informazioni - un incontro fra i docenti per la predisposizione e la distribuzione dei moduli da compilare

- la stesura finale - la sottoscrizione del documento da parte dei docenti e dei genitori dello studente - il PDP deve essere verificato almeno due volte all’anno, in sede di scrutini. I contenuti del PDP a. i dati generali con l’analisi della situazione dell’alunno b. il livello delle competenze raggiunte nelle diverse aree disciplinari c. gli obiettivi e i contenuti d’apprendimento previsti per l’anno scolastico e la metodologia con le

misure compensativi e dispensative d. le modalità di verifica con le misure compensative e dispensative e. la valutazione in itinere e finale con le indicazioni sul come viene effettuata f. i rapporti con la famiglia, con particolare riferimento alla parte dei compiti da svolgere a casa I destinatari Il PDP deve essere consegnato alla famiglia dello studente con DSA. E’ infatti uno strumento indispensabile per poter attivare tutta la rete che sta intorno e deve sostenere il processo di apprendimento dello studente con DSA. Nella progettazione sono infatti presenti le modalità di accordi tra scuola e famiglia. In particolar modo:

- modalità con cui vengono assegnati i compiti da svolgere a casa - quantità dei compiti assegnati - scadenze con cui i compiti devono essere consegnati, evitando, soprattutto quando ci sono

verifiche, sovrapposizioni o sovraccarichi. - modalità di presentazione e di esecuzione dei compiti.

20

4) I TEMPI DELLA VALUTAZIONE

La valutazione iniziale diagnostica permette di valutare il possesso dei prerequisiti necessari all'attivazione di particolari competenze così da determinare la pertinenza del percorso che si intende affrontare. La valutazione formativa, consente di rilevare informazioni nel corso del processo di insegnamento/apprendimento per poterlo modificare durante la realizzazione e per predisporre interventi di recupero e di rinforzo basati sulle esigenze degli alunni. La valutazione sommativa: è dedotta - dalle osservazioni sistematiche sul processo d'apprendimento e di maturazione; - dalle rilevazioni fatte attraverso prove specifiche o trasversali orali e/o scritte; - dallo scarto tra il livello di partenza e quello raggiunto, rispetto ai criteri definiti. Nella scuola dell’infanzia le osservazioni sistematiche del bambino vengono effettuate nei mesi di gennaio e maggio. La valutazione per la scuola primaria e per la scuola secondaria di primo grado viene effettuata ogni quadrimestre in fase di scrutinio. 5) COMUNICAZIONE DEGLI ESITI ALLE FAMIGLIE

I momenti di comunicazione tra scuola e famiglia sono importanti poiché in essi c’è interazione, scambio,dialogo, tra soggetti coinvolti, per migliorare l’azione di ciascuno, nel rispetto delle competenze specifiche, in vista della crescita dell’alunno e del raggiungimento del successo formativo. La valutazione del processo formativo risponde alla finalità di far conoscere : - all’alunno, la sua posizione rispetto agli obiettivi prefissati - ai docenti, l’efficacia delle strategie adottate - alla famiglia i livelli conseguiti ed eventuali strategie da adottare in sinergia con la scuola. Scuola dell’infanzia Incontri scuola–famiglia (settembre) Colloqui individuali (dicembre-aprile)

Scuola primaria

Colloqui individuali (dicembre e aprile).

Consegna documento di valutazione intermedia (febbraio) e finale (giugno).

Comunicazione scritta e/o convocazione straordinaria dei genitori in caso di situazioni particolari.

Scuola secondaria di primo grado

Consegna prima informativa (dicembre) e seconda informativa (aprile).

Consegna documento di valutazione intermedia (febbraio) e finale (giugno).

Comunicazione scritta e/o convocazione straordinaria dei genitori in caso di situazioni particolari.

21

6) RACCORDO TRA ORDINI DI SCUOLA

Scuola dell’infanzia –scuola primaria

Al termine della scuola dell’infanzia viene compilata la scheda di raccordo. A inizio anno scolastico vengono effettuati i colloqui di presentazione alle insegnanti della scuola primaria dei bambini iscritti nelle classi prime dell’Istituto.

Scuola primaria-scuola secondaria di primo grado

A conclusione della scuola primaria vengono compilate le certificazioni delle competenze che vengono inoltrate dall’ufficio di segreteria dell’Istituto alle scuole di ordine superiore. Nel mese di luglio vengono effettuati dei colloqui con le insegnanti della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto per la presentazione degli alunni iscritti nelle classi prime.

Scuola secondaria di primo grado-scuola secondaria di secondo grado

Nel secondo quadrimestre vengono organizzati incontri/laboratori con docenti ed esperti delle scuole secondarie di II° grado per l’orientamento.

A conclusione della scuola secondaria di primo grado vengono completate le certificazioni delle competenze che vengono inoltrate dall’ufficio di segreteria dell’Istituto alle scuole di ordine superiore.