32
LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A DISTRIBUZIONE GRATUITA DEL LICEO “A. CANOVA” - NUMERO VI ANNO VII

LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

  • Upload
    others

  • View
    4

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A DISTRIBUZIONE GRATUITA DEL LICEO “A. CANOVA” - NUMERO VI ANNO VII

Page 2: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

BRASILE,Rio de Janeiro, una sedicenne è stata drogata, stuprata e ilmata da un branco di 33 ragazzi; il video di 40 secondi in poche ore è diventato virale sui social networks. Si pensa sia stata una vendetta dell’ex idanzato, membro della favela Morro de Barão.

EGITTO,19 maggio, l’airbus 320 di Egyptair sulla rotta Parigi-Cairo è precipitato al largo dell’isola di Creta e Karpathos provo-cando la morte di 66 persone. Sono stati ritrovati rottami dell’aereo ed al-cuni oggetti appartenenti passeggeri. Si ipotizzano molte cause, tra queste quella dell’esplosione di una bomba a bordo, secondo le immagini infrarossi captate da un satellite.

FRANCIA,maggio, i sindacati hanno protestato per la riforma sul lavoro Jobs Act, voluta da François Hollande che prevede alcune sempliicazioni sulle procedure di assunzione e licenziamento e la possibilità di riduzione dei salari per le grandi aziende, bloccando 6 su 8 rainerie e molte stazioni petrolifere in tutto il Paese. Le proteste e gli scioperi hanno coinvolto anche aeroporti, metro, ferrovie e la centrale nucleare di Nogent-sur-Seine.

USA,Donald Trump ha vinto le elezioni del-le primarie repubblicane nello Stato di Washington.

CILE,ci sono stati scontri violenti in seguito alle proteste degli studenti che contin-uano dal mese di marzo contro una ri-forma dell’istruzione attuata della presi-dentessa Michelle Bachelet.

Page 3: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

a cura di Lorena Patricia Hossu

ITALIA,- 19 maggio, è morto Marco Pannella, leader del Partito Radicale.

- 28 maggio, Salvatore Girone , fuciliere della marina italiana, accusato di aver ucciso due pescatori indiani, è tornato in patria dopo quattro anni di detenzione in India.

VIETNAM,Obama conclude l’embargo sulle armi. Uicializzazione della nromalizzazione dei rapporti di pace tra Vietnam e USA. L’impegno nel Paese orientle deve essere mantenuto con un riconoscimento più ampio dei diritti umani.

INDONESIA,il Presidente Joko Widodo ha introdotto la pena di morte e la castrazione chimica per strupro e violenza sessuale sui minori, in seguito all’ennesimo caso di stupro su una ragazzina di 14 anni.

GIAPPONE,26 maggio, Ise-shima: si è tenuto il G7 dove sono riuniti Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Fran-cia, Canada, Italia e il Giappone per discutere sull’economia globale, sui rifugiati, sul terroris-mo e su molti altri temi. In occasione di questa riunione, il 27 maggio, Barack Obama si è recato a Hiroshima con l’obiettivo di fermare le armi nucleari, preferendo non rivangare troppo nel passato e quindi non chiedere scusa per quello che è successo 71 anni fa.

Page 4: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

4

EDITORIALE

Addio al Canova ovvero storia di come circa ieri sono entrata in questa scuola quattordicen-

ne (capello piastrato eyeliner glitterato) e di come oggi diciottenne (capello in crisi epilettica

occhiaie allarmanti) sto dedicando al caro Toni Canova l’estremo saluto (sebbene un ultimo

ostacolo anche piuttosto imponente mi separi dal salpare verso nuove e ancora piuttosto va-

ghe rotte). *

Per deformazione professionale da studio delle letterature italianalatinagreca mi sento in dovere di anticipare qualsiasi scritto con una qualche dichiarazione programmatica d’intenti. È evidente che sarei una poetessa epica ultrafallita, perché non ho idea di come impostare il proemio di que-sto mio bilancio quinquennale. Il punto è che quando cinque anni fa sono arrivata qui, guardavo incantata i maturandi: mi sembravano altissimi-bellissimi-realizzati. Mi chiedevo come avessero fatto ad arrivare in lì, pensavo avessero un repertorio sterminato di conoscenze e un brillante futuro di certezze davanti a sé. Ora mi guardo, ci guardo: belli siamo belli, per carità. Per il resto, ovviamente, mi sbagliavo su tutta la linea. Siamo alla ine di un percorso, è vero, ma siamo ancora così giovani e incompleti, degli abbozzi in divenire, abbiamo ancora tutto da fare, tutto da sceglie-re, tutto da sbagliare. Siamo alla ine di un percorso ma non abbiamo intenzione di fermarci, dopo. E da questa bizzarra e instabile posizione, complice lo stress da metà-maggio-pre-esame-ultim-e-interrogazioni, si fa fatica a fare un bilancio ponderato. Quindi ecco cosa posso fare: far scorrere i ricordi, belli, brutti, divertenti, prenderne una manciata e fermarli sulla carta, per rendere in qualche modo giustizia a questi anni passati in un attimo, e a questa scuola che ho amato odiato e ancora amato, e tutto sommato amo anche ora, di sabato pomeriggio, nel portico** pieno del caldo di maggio, davanti un centinaio di pagine di ilosoia da studiare.

Persone straordinarie, conosciute profondamente e a lungo, oppure in pillole, in conversazioni frettolose davanti alla macchinetta del cafè o sorrisi di cortesia sulle scale. Bidelli*** che diventa-no agitatori di folle e bidelle*** che diventano amiche o mamme o benefattrici di fotocopie, cibo e altri generi di prima necessità. Partite di pallavolo in palestra che diventano l’arena degli Hunger Games, lezioni in giardino per rispondere al bisogno isiologico di locus amoenus e allegria ner-vosa degli ultimi giorni di scuola, applausi di incoraggiamento alla ine delle esposizioni. Le gite di un giorno, le ore in corriera con la musica da casse di diametro 5 cm che arriva comunque a tutti perché ampliicata cantando, e ovviamente, stonando. I ripassi disperati in autobus, in atrio, in ricreazione, nel cambio dell’ora. E sempre e comunque sapere di non sapere. Le ultime ore del sabato. Quando piove e ci si ammassa tutti all’ingresso e le imprecazioni perché bisogna lasciare l’ombrello giù e lanciarsi sui termosifoni ad asciugarsi e scaldarsi. I lunghi inverni di Ca’ del gal-letto. Chiedere in prestito dizionari, penne, libri, fogli protocollo. O correre a comprarli da Tullio alle 7.49. I panini dell’Oste. E quanto è bello il Canova il pomeriggio, che dovrebbero essere tutti a casa e invece no, c’è chi fa prove di teatro, riunione di giornalino, gruppo di fotograia, canora, collettivo, corsi di recupero dell’ultima ora, conferenze, comitati studenteschi, consigli di classe. Vita, voglia di fare, persone che si incontrano. Un clima che trasmette energia, un ambiente viva-ce, brulicante di volti, voci, idee. Le attese in segreteria. I libri che vanno persi. Le lezioni noiose e insostenibili in cui si riempiono gli angoli delle pagine di disegni allucinati, ma anche le lezioni illuminate, radiose, che ispirano, che si ricordano. I gruppi classe che strabordano di notiiche e i litigi per le interrogazioni programmate. Quella notte incollata al termosifone a divorare le ultime 84729564 pagine di Delitto e Castigo per il “campionato di lettura”, la stessa notte che compagni di classe più furbi hanno passato ascoltando l’audiolibro, probabilmente nel sonno.

Page 5: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

Maledire o benedire l’autista della navetta a seconda della situazione, e chiamarlo sempre e comun-que Automedonte, dando inizio ad una carriera da cabarettisti Indie a base di battute tristemente incomprensibili ai più. Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofane, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche per gli insegnanti). Non capire Hegel, e fare un atto di fede. Studiare il duale, e non credere alla sua esistenza neanche per un secondo. La metropo-litana di Berlino. Tutto di Berlino: concerto di musica classica dopo la visita al bunker senza passare per il via, Zolla, quella sera in pizzeria, contrattare grazie alle abilità retoriche della professoressa il prezzo di magliette con slogan anticapitalisti stampati, 20 km al giorno, la grandine, il sole, la gran-dine. (questo non è un ricordo collettivo, chiedo venia. Ma il mondo deve sapere. III A,un bacio.) Essere in IV ginnasio e perdersi in via mura S. Teonisto, arrivare a studiare Heidegger e perdersi nel proprio cervello.

A proposito di perdersi. Se c’è un consiglio che posso darvi, anche se da che pulpito non si sa, è que-sto. Non fate mai che il vostro studio, il vostro lavoro, il vostro impegno siano troppo utilitaristi. Non fatevi prendere troppo dall’ansia del voto, del risultato. Ogni tanto ci sta, è una spinta a migliorarsi, ma non permettetele mai di fagocitare tutto il vostro tempo,le vostre passioni, la vostra intelligen-za. Perdetevi in quello che leggete, che fate, che studiate. In una poesia, nel pensiero di un autore, in un’opera d’arte. E prendetevi il tempo di rimuginarci, di issare il vuoto, di farvi e fare domande, di discuterne, di andare a fondo per sapere di più, anche se questo tempo non rientra nel piano di lavoro di quel pomeriggio. Sarà qualcosa che vi tornerà utile prima o poi, e anche se non succederà pazienza, la maggior parte delle cose che ho studiato in questi cinque anni sono completamente, meravigliosamente inutili, e grazie a Dio ci sono ancora luoghi in cui si investe su un sapere inutile. E se non ce la fate più chiudete il libro e uscite, fate altro, non dimenticate mai di fare altro. Saranno quell’altro, quel perdervi e quell’appassionarvi che vi resteranno alla ine, che renderanno il vostro percorso qualcosa di unico e irripetibile. Che vi faranno dire, anche un sabato pomeriggio di maggio davanti a cento pagine di ilosoia, che ne è valsa la pena, per tutto, e che rifareste ogni cosa. Ecco, sono riuscita a fare un bilancio. Così è per me, e vi auguro che sia/sarà così anche per tutti voi. Vi auguro anche, insieme alla bellissimissimissima redazione della 25esima Ora a cui voglio un mondo di bene, una degna conclusione dell’anno scolastico, un’estate straordinaria, e un in bocca al lupo per i prossimi anni, che siano lontano da qui o ancora sotto l’ala protettiva del buon vecchio Toni Canova.

*Chiedo seriamente perdono per a) la prosa sovrabbondante, ma dopo tutti questi anni di Divina Commedia bisognava necessariamente concludere con qualcosa di altisonante e prolisso; b) i riferi-menti incomprensibili ai più, almeno quanto le battute dei classicisti, ma sono/siamo ormai al punto in cui la cosa sfugge di mano; c) l’utilizzo a sproposito di note a piè di pagina. Sto cercando di recu-perare tutte le note che ho dimenticato di inserire in questi anni alla ine dei saggi brevi.

** situato nella campagna Consciese, quartier generale di studio matto e disperatissimo, nonché di stesura di questo testo, con la imprescindibile partecipazione di Omar Lorenzet, Elena Polazzon e Giulia Vincenzi.

*** domando scusa al Ministero dell’Istruzione per l’utilizzo iero di tale arcaico termine, ma trovo “personale A.T.A.” cacofonico e privo di quella valenza afettiva che per me, nostalgica con alle spalle sedici anni di scuola pubblica, il termine bidello porta con sé.

****ci sono termini dialettali che non hanno una traduzione in italiano corrente. Uno di questi è “imboresso” (l’altro è “freschin”).

Beatrice Criveller

5

Page 6: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

6

COSA SUCCEDE AL CANOVA

Le prime giornate al mare e le abbronzature, i primi bagni, le nuove canzoni di Enrique Iglesias e Alvaro Soler ci fanno capire che ormai siamo agli sgoccioli... anche quest’anno scolastico sta per inire e ci aspettano 3 lunghi, caldi e belli mesi di vacanza (un po’ meno per i maturandi e gli sfortunati che si ritrovano a giugno sui banchi di scuola per sanare qualche lacuna, ma non temete presto avrete anche voi il meritato riposo). Arrivati a questo punto, se devo essere sincera penso che questo sia stato uno degli anni più ricchi: ci sono state molte novità e rivalutazioni quali il Merry Christmart, il Cineforum, la Festa dei Popoli, che hanno coinvolto non solo i canoviani, ma anche studenti e professori di altre scuole/genitori/fratelli/sorelle/amici. Nell’ultimo mese, forse quello più tosto, è vero che sia-mo stati parecchio impegnati tra veriiche/interro-gazioni/tesine non abbiamo rinunciato alle nostre attività autogestite: abbiamo visto sul palcoscenico del Teatro Eden i due spettacoli rispettivamente il 25 maggio “I Fisici” di Friedrich Dürrenmatt regia, scenograia e costumi di Domenico Palma(5d) e Angelo Callegarin (5e), il 1 giugno “Un vivo uccidono i morti, dico”, regia di Matilda Di Nardo (IID), testo di Giacomo Confortin (ex-allievo). Tutti i ragazzi che si sono cimentati nella recitazione, nei costumi, nella scenograia, che hanno messo in gioco loro stessi e si sono impegnati ben nove mesi per impressionarci o strapparci un sorriso, vanno premiati e applauditi ancora. Poi ci sono i ragazzi del Canora, i quali dopo essersi esibiti in una fantastica performance alla GDA il 22 aprile, hanno continuato a cantare ad esempio per la Casa dei Gelsi il 26 maggio, portando canzoni di sicuro non facili come “Man in the mirror”, “Joyful joyful” o “Amazing grace”.

Non dimentichiamoci però del PES e del Collettivo, sempre presenti e propositivi. E’ giusto citare anche gli studenti vincitori di alcuni concorsi esterni alla nostra scuola: per il concorso letterario ANDE scuola,il 18 maggio presso Palazzo dei Trecento sono state premiate Elena Zanetti (4b, prima classiicata) e Giada Tubiana (4b, terzo premio); per il Torneo Nazionale di Geometiko ad Uggiano La Chiesa il 7 maggio Virginia Giuriato (2a) e Miriam Di Natale (2g); per il Certamen Lucreziano a Pordenone il 15 aprile Rachele Bergamo (IIB, terzo posto) e Ottavia Casagrande (IIB, menzione d’onore).

Invece mercoledì 4 maggio presso il teatro Eden in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Stefanini e la Fondazione Stefanini si è tenuta la serata dedicata al sessantesimo anniversario della morte di Luigi Stefani-

ni, ilosofo ed ex-allievo, nella quale alcuni studenti hanno letto dei passi tratti dall’opera del ilosofo.Grazie al costante impegno dei professori e soprattutto della professoressa Cirino, docente di matematica e isica, il 20 maggio per la prima volta si è tenuta un’asta di beneicienza organizzata dall’associazione FATOU Studenti Solidali (accompagnata da “Man in the mirror” e “Amadeus” del Canora) per la costruzione di un “centre de ressources” a Mbour in Senegal per garantire la scolarizzazione anche a ragazzi e ragazze disabili.

Le tanto attese foto di classe e l’annuario scattate da Sara Galli (IID) e Filippo Zorzan (IID), rappresentanti del gruppo di Canograia, il 9 (Galletto), il 10 (centrale) e il 12 maggio (succursale) ogni classe alla disperata ricerca di un tema fantasioso e bizzarro, se ne sono viste di tutti i colori (ad esempio alunni travestiti da pro-fessori).Ci sarebbero ancora tante cose da raccontare, ma non vorrei dilungarmi troppo ed essere noiosa (è maggio per tutti!).Ma non vi preoccupate ... non è ancora inita! Per concludere in bellezza il 6 e 7 giugno ci sarà non solo la cogestione, ma anche il tradizionale ballo d’istituto suddiviso in biennio e triennio, dove si esibiranno il Canora, band e un dj vi farà scatenare nell’atrio della sede centrale sulle note dei tormentoni estivi.Il tema è libero, è richiesta solamente un po’ di eleganzaDa classicista: “Nunc est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus..”.

Un grande in bocca al lupo a tutti i maturandi!

Al prossimo anno!

Lorena Patricia Hossu

Page 7: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

BUCCIA DI BANANA Scivoloni e svarioni di alunni e professori (quando lo stress al Canova gioca brutti scherzi!)

durante la veriicaProf: “Non fate copia-incolla che dopo copio-incollo i voti!”

Prof: “Per favore scrivi in modo che io non debba prendere 5 moment!”

alla vista di un alunno in maniche corteProf: “X, non fa caldo!”Alunno: “Ma come prof?”Prof: “Non è colpa mia se hai le vampate!”

trattando l’argomento sulla morteProf: “Non sfuggirete alla morte! Potete toccare il ferro, fare le corna... Mi raccomando fermatevi lì! Non toccare altre cose!”

riferendosi ai colloqui con i genitoriAlunno: “Prof, se viene mia mamma, Lei sarà clemente?”Prof: “No, sarò sempre X (suo nome)!”

Alunno: “Prof, Lei ascolta i Pooh?”Prof: “I Pooh alla tua suora!”

Prof: “Mi sono vestito come l’orso Yoghi per farti sentire a tuo agio!”

Prof: “Di certo non fa efetto entrare in un albergo con il nome di Eppia e Sergiolus!”

Prof: “Questa lavagna è tridimensionale! Si vede ciò che fu scritto un anno fa!”

durante l’ora di latinoProf: “Sembra una marca di profumo “dus”!”

Prof: “Se fossi un’oca mi faresti venire la pelle d’uomo!”

Prof: “Non è un campo di profughi questa classe.”Alunno: “Assumiamo una colf!”Prof: “Cosa sei? Sei il piccolo lord tu? Assumeremo qualcuno che ti raddrizzi la schiena!”

Prof: “Qual è il femminile di precursore?”Alunno: “Precustrice!”Prof: “E questo è il liceo classico...”

Prof: “Le tradizioni sono come le donne: se sono belle sono infedeli!”

Anche tu hai degli scivoloni da raccontare?

Scrivi a [email protected] !Daniela Zotea

7

©Lucrezia Gazzola

Page 8: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

No Triv: difesa ambientale o opportunismo politico?Uno sguardo più approfondito sulla questione per capire cosa nasconde realmente il

referundum

Il 17 Aprile scorso si è svolto il referendum abrogativo sulle trivellazioni petrolifere, che ha chiamato gli italiani a esprimersi sulla questione relativa alla durata dei permessi per l’estrazione di idrocarburi in mare per gli impianti entro le 12 miglia dalla costa: si è discusso se continuare a mantenerli in vigore ino all’esaurimento del giacimento oppure ino al termine della concessione accordata, la quale, una volta scaduta, se non più rinnovabile, comporterebbe lo smantellamento delle piattaforme senza possibilità di totale sfruttamento delle risorse presenti nei fondali. Il referendum non è passato, a causa della scarsa e limitata partecipazione: alle urne si sono presentati solamente 15 milioni di votanti, circa il 31% de-gli aventi diritto, pertanto, nonostante la maggioranza (circa l’86%) si sia espressa a favore del sì, l’esito della consultazione non è stato tenuto in considerazione. Sulle prime pagine dei quotidiani sono subito divampate accuse e polemiche, ma per capire a fondo la questione è necessario risalire innanzitutto alla sua genesi, per poi passare ad analizzare gli eventuali aspetti positivi e negativi, le inalità e utilità efettive. Per prima cosa va sottolineato che questo referendum è stato il primo nella storia del Paese ad essere stato ottenuto dalle Regioni, grazie a nove consigli regionali (svoltisi in Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise) e all’ammissione da parte della Consulta di uno dei sei quesiti referendari proposti dai distretti territoriali, in seguito al riiuto da parte del governo degli altri cinque, relativi alla restituzione agli enti locali di maggiore rilevanza nelle decisioni sullo sfruttamento petrolifero. Di qui, perciò, la forte contrarietà ed astensione del PD in merito alla consultazione, consi-derata inutile, inalizzata a veicolare esclusivamente un messaggio politico e non di difesa ambientale, nonché estremamente costosa per i cittadini, data l’impossibilità (o mancata volontà?) di accorparla alle elezioni amministrative. La rilessione degli oppositori si è concentrata anche su altri aspetti: il mancato investimento degli oltre 300 milioni di fondi destinati al referendum in progetti per la scuola, la sicurezza e l’ambiente; il possibile licenziamento di oltre 3000 dipendenti; l’eventuale necessità di dover aumentare le spese per l’acquisto di idrocarburi all’estero. I comitati “no Triv”, invece, appoggiati da Greenpeace e WWF, si sono pronunciati in difesa dell’ambiente a fronte dei rischi sanitari legati alle trivellazioni, anche se nelle loro argomentazioni è chiaramente emersa la ragione eminentemente politica che ha mosso tutta la questione, inalizzata a mostrare al governo la contrarietà nei confronti di un ulteriore sfruttamento di combustibili fossili, a favore di un maggior impiego di fonti energetiche alternative e rinnovabili. A questo il governo si è fermamente opposto, tentando di sabotare il progetto mediante un caloroso invito rivolto agli elettori a non recarsi alle urne e lasciando loro spazio e tempo limitatissimi per informarsi ed elaborare un’opinione in materia: una vera e propria negazione dei principi democratici sui quali il nostro governo intende fondarsi, causata, ancora una volta, dal puro opportunismo, non solo politico ma anche, chiaramente, economico (se si considerano gli elevati costi previsti per lo smantellamento delle piattafor-me inutilizzabili). Ma tutto questo non dovrebbe aver modo di veriicarsi: come aferma Stefano Rodotà, i referendum non possono essere usati solo quando fanno comodo, per misurare il consenso del leader e togliere autonomie e competenze ai corpi intermedi, ma devono essere impiegati come strumento di ricomposizione sociale contro la frammentazione e la passivizzazione dei cittadini promossa dal governo attuale; e questo, a mio avviso, diventa tanto più signiicativo se riferito ai problemi che ci riguardano più da vicino, come la tutela del futuro del nostro pianeta, sui quali non possiamo astenerci dal rilettere con attenzione, ma è necessario agire attivamente e consapevolmente ogni giorno.

Alice Barbisan

8© Pietro Stefani

Page 9: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

La scuola perfetta? Quella in-

landeseLa scuola inlandese è considerata una

delle migliori al mondo, sarebbe possibi-

le applicare questo metodo scolastico in

italia?

Il sistema scolastico inlandese ha acquistato improvvisa notorietà nei primi anni del duemila, quando i test Pisa (programma per la valutazione internazionale dell’allie-vo) mostrarono che gli studenti della Finlandia erano davanti a tutti gli altri. Da allora, citare la Finlandia è diventato d’obbligo per indicare un sistema scolastico di qualità: nell’Economist viene perino descritta come “la scuola perfetta”. Ebbene, tutte le scuole sono inanziate dallo Stato, non ci sono test, il 93% degli studenti si di-ploma (in licei o scuole professionali), il 66% prosegue gli studi iscrivendosi all’università, l’obbligo scolastico che inizia a sette anni, pochi compiti a casa, docenti te-nuti ad aggiornarsi continuamente, forme di sostegno personalizzate e in quantità, insomma il sogno di qual-siasi alunno. Viene da sé che la tentazione è quella di creare una riforma, addormentarsi italiani e risvegliarsi inlandesi. Ovviamente, non tutto è esportabile. Ad esempio, la cultura inlandese non si autovaluta in continuazione: ciò si spiega per le caratteristiche struttu-rali della popolazione scolastica innica. Qui non possia-mo compararci alla Finlandia, in quanto le condizioni di

partenza sono diverse: lassù la varianza tra scuole è molto bassa e vi sono poche disuguaglianze tra scuole delle peri-ferie e del centro. Da noi, in Italia, c’è molta diferenza nei risultati di apprendimento soprattutto tra scuole, pertan-to, la valutazione serve proprio per rilevarle nel dettaglio e trovare soluzioni didattiche a quelle carenze che si mo-strano. Per i docenti ci sono molte diferenze: quelli inlandesi hanno uno “status” riconosciuto come importante so-cialmente; studiano molti anni e per entrare in carriera afrontano concorsi diicilissimi e selettivi. Inine, sono scelti dalle stesse scuole e da queste stesse possono essere licenziai, per questo motivo non vi è bi-sogno di valutarli continuamente. In Italia, invece, la professione dell’insegnante ten-de a essere considerata come una professione di ripie-go e a rischio di stress. La colpa è sicuramente della comunità educante che non è così coesa come in Fin-landia. Rispetto a quest’ultimo paese, l’Italia ha un’al-tissima mobilità docente proprio nelle scuole enei tipi di scuole più a rischio di abbandono tra gli studenti. Qui, l’organico, in quanto a caratteristiche, non è a mi-sura delle necessità e dei progetti attivati dalle scuole, ma è scelto altrove con diversi criteri amministrati-vi. Considerato tutto questo, si può sicuramente afermare che la Finlandia è un paese da prendere almeno come punto di riferimento dal punto di vista scolastico, per migliorare l’esperienza sia di studenti che di docenti.

Giulia Giacomin

Quell’auto diversa da chiudere

all’angoloIl SUV si è evoluto come ibridazione tra i

tipi di auto più apprezzati, conquistando

il mercato

“La prossima volta còmpratela più piccola” se non “Quel trattore sai dove te lo metto?” sono frasi che possono - specialmente a ciclisti innervositi, pedoni afrettati o ignari viaggiatori che percorrono strade strette – ve-nire spontanee incontrando fuoristrada indisciplinati. Qualche anno fa possedere un SUV (o avere un “jeeppo-ne”) era ritenuto sintomo di aggressività e prepotenza, ma questo tipo di veicoli ha conquistato talmente tanti clienti nel mondo e si è declinato in talmente tante di-mensioni e versioni che è stato perdonato; e infatti, per tagliar la testa al toro, ora lo chiamano “crossover”. Ma cosa spinse e cosa spinge ad acquistare questi veicoli? Gli entusiasti della prima ora decantavano valori quali la sicurezza e la libertà, cui corrispondevano prontamen-te le incontrovertibili analisi caratteriali dei detrattori: insicurezza psichica e individualismo becero. Ma con il

passare degli anni le dimensioni medie di questi mezzi si sono ridotte, con conseguente loro difusione anche tra i più diidenti delle vere qualità di un’auto ingombrante, dispendiosa, inquinante e poco maneggevole. Dati tec-nici alla mano, oggi, i cosiddetti SUV di medie dimen-sioni sono in realtà normali autovetture rialzate, spesso con poche o nulle pretese fuoristradistiche, e vengono scelti perchè rappresentano un perfetto compromesso tra le esigenze di versatilità e i gusti estetici, oltre che per il decisivo “aspetto moda”. Infatti i “crossover” possono sostituire una monovolume (da qualcuno descrivibile come melanzana su ruote) e una meno pratica berlina dal look sportiveggiante, la cui silhouette viene ripro-dotta solo alzata di qualche decimetro; non solo, man-dano in pensione anche le station wagon, o “familiari”, perchè lo spazio della coda viene recuperato in altezza. Ofrono inoltre una posizione di guida più alta rispetto alle altre auto, che aumenta la visibilità e quindi (almeno nella sensazione) il comfort e la sicurezza. Tanti pregi e, ormai, quasi nessun difetto: qualunque siano i tuoi gusti troverai lo Sport Utility Vehicle adatto a te, dalla Lam-borghini alla Panda. Non solo una moda o uno status, dunque, ma un’idea geniale.

Giovanni Risato

9

Page 10: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

Capraia

Vi raccontiamo la nostra esperienza a Capraia, pezzo di paradiso

sul mare

Il 15 aprile la nostra classe, la VB, accompagnata dal Prof. Tavella e dalla Prof.ssa Maione, si è recata per una settimana nell’arcipelago toscano, a Capraia, un’isola molto tranquilla, dal clima gradevole, dove montagne e mare si incontrano dando origine a viste spettacolari.A detta degli abitanti l’isola è “un po’ monotona”, ma noi non ci siamo di certo annoiati.Abbiamo svolto diverse attività, dal pulire i sentieri dedicati alle escursioni a fare orienteering di sera in giro per il paese, operazioni più o meno faticose, ma molto divertenti ed insolite. Non era la solita gita scolastica del tipo “parti, visiti e torni”: la inalità di questo campus non era “accademica”, cioè di appren-dere qualcosa a ini scolastici; al contrario, consisteva in un mettersi alla prova, tirando fuori parti del proprio carattere o abilità che altrimenti non sarebbero uscite. Ogni giorno era completamente diverso dal precedente, e quando andavamo a letto, invece di pensare “sono stanco, voglio riposarmi”, pensava-mo “chissà cosa faremo domani!”. Infatti la stanchezza non si sente mai quando ci si diverte veramente, perché anche lavorare, che non è facile, diventa quasi un gioco se lo si fa in compagnia di amici.

Durante quest’esperienza abbiamo avuto la possibilità di conoscerci meglio tra compagni di classe, poi-ché solitamente a scuola non si ha la possibilità di parlare tanto; in più, questa è stata la nostra prima uscita durata più di un giorno, in cui si sono create nuove amicizie e quelle già esistenti si sono raforzate.Capraia manca a tutti nella nostra classe. Lì c’è una tranquillità che non avevamo mai sperimentato pri-ma. Il ritmo delle persone che ci vivono è molto più lento di quello a cui siamo abituati noi, sempre di corsa senza fermarci un attimo per goderci il momento: a Capraia ci si sente liberi. In particolar modo, quando arrivavamo alla meta di un’escursione e potevamo ammirare una vista mozzaiato, ogni volta qualcosa ci colpiva nel cuore - non dimenticheremo mai né il paesaggio né l’emozione provata.In conclusione, consigliamo questo campus a tutti, per provare emozioni indescrivibili e tornare a casa trasformati in meglio.

Niccolò Bonato e Matteo Rubbini

10

Page 11: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

“Non scorgiamo più l’orizzonte”

Perdersi nell’immensità del Cielo e del Mare assaporando la brezza

dell’Estate

Passeggiamo solitari tra le vie del Centro e, muniti di gelato, cominciamo ad avvertire i primi caldi. Inter-rompendo i nostri passi, ritmati dal motivetto che ci ronza per le orecchie, osserviamo che il sole che bagna la nostra città (e che, di tanto in tanto, si dimentica di illuminare queste grigie giornate) ci trasmette una piacevole e frizzante energia, che alimenta in noi il desiderio d’Estate. Quotidianamente il nostro entusia-smo è condotto verso lo spegnimento dalle ultime fatiche scolastiche che ci impegnano, ma la crescente volontà di Evasione ci spinge a lottare contro la stanchezza per riuscire a vivere, attraverso la nostra Imma-ginazione, le serene e vitali sensazioni estive.

Nel corso di questi ultimi mesi abbiamo accumulato una pesante dose di stress, causata da una costante ansia e alimentata da diverse preoccupazioni e paranoie. Liberarsi di queste sensazioni, svuotare completa-mente la nostra mente intorpidita e tirare un sospiro di sollievo, a pochi giorni dalla ine, sembrano ancora traguardi lontani. La nostra triste condizione, però, non ci sembra più così tragica se cominciamo a pensare al Mondo che sta fuori da quella inestra.

Allora, subito voliamo in un’isola sperduta (da bravi Peter Pan), dalle coste alte e frastagliate, che non si lasciano levigare dal Mare che, spirito indomabile, tenta ripetutamente di acchiapparle e di stringerle a sé per portarle giù. Dietro a quella violenza e a quella ferocia, quello scontro titanico tra Vento ed Acqua per aggiudicarsi la sorte della Terra, teatro delle bellezze della natura, si nasconde ben altro. L’impagabile vista di un simile spettacolo a cui prendono parte tutti gli elementi del Mondo, dall’alto della nostra impermea-bilità, ci regala un succoso e saporito assaggio di Ininito. Ora ci riempiamo di Serenità e, trasportati in una dimensione pressoché inesplorata e priva di conini, non scorgiamo più l’orizzonte.

In questo posto, inoltrarsi tra i sentieri alle volte rocciosi e selvaggi, perdersi tra i profumati arbusti sotto la calura estiva, e inine volgere lo sguardo all’azzurro e a quelle candide e spumose nuvole puriica il nostro spirito alleggerendolo dalle precedenti preoccupazioni. Svuotati raggiungiamo la macchia blu sconinata, rimanendo ipnotizzati dalle volte e dalle giravolte che tracciano leggeri i gabbiani in cielo. Saliamo sugli scogli umidi, attenti a non scivolare, e accarezziamo il mare, calmo dopo le liti del giorno precedente. Im-mergendoci, ci apprestiamo delicatamente ad entrare nella sua casa, esplorandola e rimanendo abbagliati dalle luci, dai suoni e dai colori che il mondo subacqueo ci ofre. Vivaci e scaltri pesci colorati ci nuotano intorno, quasi a farci festa, ma timidamente, al nostro gofo avvicinarsi, si ritirano.

Passeggiare ancora umidi per le strade semideserte del porto ci regala, tenendo bassa la musica che esce dal-le nostre cuiette (quasi a volerci ricordare che non apparteniamo a quella realtà vergine ed incontaminata), nuove serene esperienze: il vociare dei pescatori che rientrano da un’intensa giornata di lavoro, i bambini che scorrazzano con il volto dipinto di ingenuità ed innocenza, una tavolozza brillante, e il fruscio del vento sulle vele delle barche. Questo quadro è incorniciato da colorate casette di mare, alte, inerpicate sulle rocce, dai balconi allegri e sempre spalancati, quasi a voler dare il benvenuto al giorno, e con la biancheria svolaz-zante sui ili del bucato, da persone gentili e cordiali e dal penetrante, ma delicato, profumo di mare.

Questo è il mondo che ci si presenterà a breve, che contempleremo sporgendo il volto che ci si macchia di lentiggini per i raggi del sole che lo baciano teneramente. Dobbiamo solo portare un po’ di pazienza e nutri-re una certa iducia, così da terminare l’anno con carica e determinazione, prima di goderci le bellezze che l’Estate porta con sé.

Linda Petenò

11

Page 12: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

Sculture dell’indecenzaLa giovane artista giapponese di Megumi Igarashi multata per le proprie opere “oscene”

L’artista giapponese Megumi Igarashi ci è ricaduta: è stata condannata nuovamente dalla Corte Distrettuale di Tokyo al pagamento di una multa di ben quattrocentomila yen (circa 3250 euro), con l’accusa di difu-sione di materiali osceni: la donna, infatti, è famosa per la creazione di sculture e gadget ispirati alla forma delle sue parti intime, difusi grazie al web ormai in tutto il mondo.Sembra però che la sua arte non sia apprezzata: già in passato, nel 2014, Megumi aveva difuso sul web immagini codiicate dei suoi organi genitali, in cerca di sponsor che la sostenessero nella sua raccolta fondi per la costruzione di un kayak con la medesima forma, ma pur venendo anche allora fermata e condotta in tribunale, l’indignazione di gran parte della popolazione per la sua accusa aveva fatto decadere la con-danna.Il fatto però che l’artista non abbia smesso di riprodurre icone delle sue parti intime, ma che anzi abbia in-crementato il suo successo, non è piaciuto alla magistratura giapponese, che ha inine decretato di multarla pochi giorni fa, il 9 maggio 2016.L’avvenimento, seguitissimo, ha nuovamente scatenato la polemica sulla censura (accesasi nel precedente processo all’artista), alla quale hanno preso parte sia i sostenitori di Megumi sia la popolazione del web: tutti sostengono il punto di vista della donna, che aferma di essere innocente e di combattere contro il pre-giudizio di oscenità radicato nelle persone; tuttavia, al di là delle sue motivazioni, resta comunque un dub-bio sulla correttezza dell’azione guidata dalla magistratura: si tratta efettivamente di un caso di censura? In Giappone, infatti, come in altri Stati, è vietata la difusione di materiale osceno o pornograico, ma il fatto che la condanna sia stata inlitta ad un personaggio pubblico, e per di più ad un’artista, lascia intendere che ci sia ancora un’intolleranza nei confronti di chi la pensa diversamente o di chi, come Megumi, si esprime in modo eccentrico e stravagante. Sembra quasi contraddittorio: in un mondo di pose provocanti, di labbra laccate e seni prorompenti, tutto condito con allusioni sessuali ad ogni piè sospinto, ci scandalizziamo e additiamo come osceni dei gadget gialli e rosa, che più che ad una vagina assomigliano a dei iori.

Pietro Stefani

12

Page 13: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

Il lieto ineL’Italia si vanta delle quote rosa in Parlamento quando ancora nella società in cui vivia-

mo la condizione della donna è inferiore a quella dell’uomo

Non tutte le storie hanno un lieto ine e questa, nonostante abbia avuto un primo momento in cui tutto sembrava riprendersi, non fa eccezione. Sono passati anni ormai da quando la nostra protagonista è approdata sulla misteriosa spiaggia ed è stata salvata da una strana vecchietta, che malgrado le sue maniere stravaganti e scorbutiche, si è afezionata alla piccola orfana e si è presa cura di lei.Per mesi la bambina non aveva smesso di rivivere ogni notte lo stesso incubo: si vedeva rapita dai traicanti di uomini, che la picchiavano solo per il gusto di dimostrare il loro potere e, nella migliore delle ipotesi, la mandavano con altri bambini a tessere i tappeti. Ancora più terribile era stata l’impossibilità di svegliarsi: sebbene avesse desiderato fermare l’incubo, era rimasta ferma, attaccata al duro letto, mentre nella sua testa i colpi di frusta risuonavano sulla sua pelle delicata lasciando profondi segni rossi. L’anziana le era stata accanto, aveva cercato di calmarla con i dolci sguardi di una mamma, poiché non parlando la stessa lin-gua le parole erano inutili. Era rimasta un anno inchiodata a quel letto, non lo aveva voluto lasciare, come non aveva voluto mettere piede fuori dalla capanna. I suoi incubi erano stati la sua unica occupazione, non era riuscita a pensare ad altro. A poco a poco aveva iniziato a capire la lingua della vecchietta, i suoni erano aspri, ma sicuramente meno tristi di quelli della propria, che ormai le ricordava soltanto il suo felice passato. Dopo un anno l’anziana aveva deciso di cambiare dimora, di portarla in città e di allontanarla deinitivamente da quella spiaggia, che suscitava in lei solamente brividi. Era stato molto diicile convin-cere la bambina a partire, perché questa temeva di ritrovarsi in un posto sconosciuto, ancor più di uscire dalla capanna. Alla ine, però, si trasferirono, e dopo qualche mese di adattamento la piccola orfana era sembrata migliorare. Aveva perino accettato con entusiasmo di frequentare la scuola. Il primo giorno fu strano: era circondata da persone, che per quanto ne sapeva avrebbero potuto essere gli stessi che l’avevano costretta a lasciare la casa, a perdere tutti i familiari; ma poi si abituò tanto da trovarsi due grandi amiche, che non la squadravano da lontano come facevano gli altri. Aveva ritrovato la gioia di vivere, l’incubo non l’abbandonava, ma almeno riusciva a svegliarsi appena sopraggiungeva. La ripresa, però, durò poco, visto che un giorno le amiche le chiesero dei genitori. Andò in panico, e al posto delle parole sgorgarono lacrime di profonda nostalgia e soferenza. Come aveva potuto essere così egoista da essere felice mentre i genitori e il fratello da tanto non vedevano la luce pallida del sole all’alba? Lei sorrideva mentre migliaia di bambini erano strappati alle madri per pura cattiveria umana. Tornata a casa, l’anziana la confortò, dicendole che doveva sorridere perché era sopravvissuta. Ma la piccola orfana non riusciva a rimettersi. Se prima i suoi occhi avevano rilettuto in parte la tragedia che aveva sopportato, ora era l’unica cosa che esprimevano. In classe i compagni la consideravano ancora più strana, perino le sue amiche l’avevano abbandonata. Era rimasta sola. Neanche gli sguardi dolci della vecchietta riuscivano a toccarle il cuore e a salvarla come una volta. Ogni giorno si chiudeva sempre più nei suoi ricordi ino al punto di non poterne più uscire. Gli in-cubi tornarono ad essere più intensi di prima: non riusciva più a risvegliarsi. Lasciò la scuola, era debole, peggiorava ogni giorno. Purtroppo non c’era rimedio. Il suo ultimo ricordo fu la madre che l’abbracciava prima di prendere due barche diverse, ma che alla ine, come aveva detto l’uomo che le aveva imbarcate, le avrebbero portate allo stesso approdo.

Mathilde Romeo

13

Page 14: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

Capraia

E il vento soia, come a sussurrare,Con dolci parole di poesia,Una cantilenante melodia,

E invita con tristezza a ricordare.

Racconta che lì tutto resta uguale,Incurante della nostra nostalgia,

Che il verde resta verde, il mare mare,Che l’aria è sfrigolante di magia.

Le porte sempre aperte, fuori i iori,I balconi spalancati contro i muri,

I sentieri scintillanti di colori,Gli uomini passeggiano sicuri.

Le navi ancorate sempre al porto,Le stelle ancorate sempre al cielo,

Il sole l’abbiam visto quando è sorto,In quel mattino carico di gelo.

I sentieri sono ancora lì in attesa,Di passi che non passeranno più,

L’aria ancora impregnata dell’intesaDi tante mani sotto un cielo blu.

E intanto tutto scorre e resta uguale,Mentre dolci parole di poesia,In una cantilenante melodia,

Sembrano dirci:”Non dimenticare.”

E intanto tutto scorre ed è perfetto,Risuona lungo il mare un solo invito...Ed è una voce anziana, è Carlo Vito.

Ed è un sussurro triste:”Io vi aspetto.”Cristiana Mazzetto

Specchio

O specchio, bloccato alla pareteTu solo guardi la realtà reale.

Insegnami a non provare iltri diversi,Rilesso nascosto di immagini.

Corri sul muro dei ricordiE nascondi le paure;

Insegnami a non aver pauraDi guardare le tue sfaccettature.

Tranquillo, stai tranquillo,Non vibrare.

Il terremoto non scuote il reale,Il terremoto non ti farà piangere.

Le onde del mare si infrangonoSulle onde sonore del vento,Si interferiscono a vicenda,Si colpiscono e si uccidono.

La spuma del mare si riletteSul cielo, specchio del sole.

Acram

14

Gocciolano sul selciatoDella via traversa

Ingiallita da lampioni serali

Ma cos’hai?

La pelle stanca I neri capelli

E il grembiule di lei

Sicuro?

Seduta sulle ginocchiaDella soglia di fronte

Parlando

Sei stanco?

Fuma la ciccaCalda di stanca

Paura. Anonimo

PO

ES

IA

Page 15: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

15

Viaggiare! Perdere paesi! Essere altro costantemente,non aver radici, per l’anima,da vivere soltanto di vedere!

Neanche a me appartenere! Andare avanti, andare dietro

l’assenza di avere un inee d’ansia di conseguirlo!

Viaggiare così è viaggio.Ma lo faccio e non ho di miopiù del sogno del passaggio.Il resto è solo terra e cielo.

Fernando Pessoa

E così, anche Maggio sta inendo. Maggio, che un giorno ci illude e ci incanta con le luci e i colori della primavera, ma che il giorno dopo ci fa tremare di nuovo sotto la pioggia. Maggio, che porta sempre con sè tanta voglia d’estate, di libertà, di viaggiare.

Ricordo che chi avesse piacere di pubblicare un suo testo, anche in anonimo,

può farlo inviandolo alla mail:

[email protected]

Dolcemente, la pace.Ci cullano i pensieri delle sere di primavera;

Leggeri, torniamoAi nostri porti sicuri,

Torniamo a vedere Fra le ombre del giardino.

Che ne è stato di noi Nelle cieche ore del Sole?

Ci attende ancora La nostra barca, nel porto?Torniamo a quel pontile.

Troveremo pace, Distesi sull’acqua scura

Come verdi foglie o vele,Dimenticati dal mare.

Francesca Varago

Admiro tu pelo negro como la oscuridadque corte atravesar le da al viento,

admiro tus ojos sin arrepentimiento,tan profundos que el mar pierde intensidad.

Admiro tu piel de oliva coloreada,que de acariciar los rayos tienen suerte,

admiro tu sonrisa de luminosidad tan fuerte,que hasta la luz se siente caldeada.

Y, ¿ qué puede ser la naturaleza,estoy aquí preguntándome hechizado,

comparada con tanta belleza?

Pero la vida pasa a tu ladoy antes de perder tanta nobleza,

goza y aprovecha el momento que ha llegado.

Anonimo

©Alexia Cautis

Page 16: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

Forse perché di quest’estiva pacetu sei l’immago, a noi si caro vieni,

O giugno! Ed in questa scuola vivace,Rallegri gli studenti e li sostieni.

Ed anche ai professori tanto piaceQuel sole con cui tu li rassereni.

Sempre scendi invocato, inché taceAnche il Canova, ed i suoi atrii pieni.

Vagar ci fai co’ pensier a l’estateche sembra un paradiso; e se ne vanno

Quei voti e le veriiche sudate

Mentre tutti in attesa se ne stannoe noi, pensando alle vacanze amate,Siamo sopravvissuti un altro anno

Cristiana Mazzetto Alla Sera, Ugo Foscolo

PARODIA

16

©Pietro Stefani

Page 17: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

HACK…CHE?? Intervista ad Alessandro D’Annibale

A cura dell’associazione Ex Allievi Liceo A. Canova

Scarpe grosse e cervello ino… conoscete questo detto? Cade a pennello per questa intervista, l’ospite di questa puntata è Alessandro D’Annibale, 35enne trevigiano che lo conosce molto bene e vive immerso in una realtà tra il paesaggio tipico della campagna veneta e il mondo digitale del futuro. La sua casa è H-FARM, lui fa il Client Manager e la sua storia è l’esempio di come un laureato in lettere moderne può trovare il suo posto nella società di oggi. Anzi, di domani.

AD) Mi chiamo Alessandro D’Annibale e sono un Client Manager, mi occupo della relazione col cliente dalla fase di ac-quisizione ino allo svolgimento dei progetti e allo sviluppo business. All’interno dell’azienda sono responsabile dei format di Open Innovation e Co-design come H-ACK (hackers+marathon) e i workshop che chiamiamo “Garage”. Sono arrivato a questo lavoro passando per gli studi di Lettere Moderne e un’esperienza di circa 6 anni come giornalista prima e diret-tore editoriale di un semestrale per fashion buyer (Mug Magazine). Dopo essermi “fatto le ossa” sulla carta stampata e nell’organizzazione di eventi tradizionali (come mostre d’arte, iere, ecc.) ho cominciato a sentire l’esigenza di afacciarmi al digitale. Alla ine del 2011 ho raccolto al sida di Simon Beckerman (fondatore di Pig Magazine e Super, occhiali) e ac-cettato di lavorare per una startup che si chiama Depop, un marketplace iphone/android per comprare e vendere oggetti con la stessa facilità con cui si carica una foto su Instagram.Ho lasciato il team di Depop perché sono convinto che in Italia ci siano ancora tantissime opportunità e perché volevo continuare a lavorare con le grandi aziende del nostro territorio. Ho fondato con altre due socie all’interno di H-FARM l’agenzia che si occupa della comunicazione del gruppo e di digital PR (anche di brand esterni) e poco dopo il lancio del format H-ACK sono entrato a far parte della squadra di H-FARM. PV) Spiegaci meglio che cosa sono questi hackathon… a me fanno venire in mente certe scene di he Social Network… AD) Gli hackathon sono maratone di 24-54 ore non-stop nate alla ine degli anni ‘90 in Silicon Valley all’interno delle grandi aziende informatiche allo scopo di sviluppare nuovi sotware o risolvere i problemi di quelli attuali. In genere agli hackathon partecipano ragazzi che stanno studiando/hanno studiato informatica o ingegneria informatica e si occupano di programmazione. Dopo aver organizzato una serie di hackathon con aziende come Facebook, Technogym, Google abbiamo cominciato a pensare che questo format potesse essere eicace anche nei settori tradizionali. Per questo motivo nell’Ottobre 2013 abbiamo creato H-ACK, il nostro modo di fare hackathon e cercato di orientarlo alle esigenze di aziende che vengono da settori come quello del turismo, della cultura, dell’agroalimentare, della moda. Sostanzialmente ogni mese organizziamo un hackathon dedicato ad una o più aziende che provengono dallo stesso settore e chiediamo a ragazzi della vostra età o leggermente più vecchi di formare dei piccoli team di lavoro (massimo 6 persone) per rispondere alle side lanciate dalle aziende sviluppando dei progetti innovativi attraverso gli strumenti digitali. Coloro che sono appassionati di graica e design si iscrivono alla categoria dei “designer”, chi vuole o si occupa di marketing e comunicazione si registra sotto la categoria del “marketing” e i programmatori informatici o aspiranti tali, sotto quella dei “developer”. Ciascuna squadra sceglie in quale sida cimentarsi. Molti decidono di partecipare con squadre già formate, altri vengono da soli o in gruppo e li aiutiamo a formare delle squadre. Dopo aver lavorato senza sosta per 24 ore, supportati da noi, i ragazzi presentano uno dopo l’altro i loro progetti alla giuria delle aziende sponsor e vengono premiati. I progetti premiati nelle successive settimane possono essere comprati dall’azienda o implementati ingaggiando i ragazzi. Vi do un’anteprima, il prossimo sarà il 18 Giugno e sarà dedicato allo sport. Seguiteci su h-farm.com per iscriversi (gratuitamente, pensiamo a tutto noi) e non dimenticate di portarvi il computer ;) PV) Sei stato di recente nostro ospite in un incontro di orientamento a scuola, hai destato molta curiosità nei ragazzi, secondo te che cosa di quello che hai detto ha interessato i ragazzi e come ti sono sembrati loro?

AD) Spero sinceramente che a destare la loro curiosità non sia stata solo la presentazione di una serie di opportunità che il mio settore ofre ai ragazzi che scelgono un proilo umanistico (Social Media Manager, Digital Strategist, Community Manager che abbiamo solo citato) ma anche il fatto che la maggior parte di loro, secondo me e secondo molti, farà in futuro un lavoro che nemmeno esiste oggi. Io ho vent’anni in più di loro e faccio un mestiere che probabilmente non esiste ancora in termini di classiicazione e mi sono totalmente inventato. Il messaggio che volevo passare loro è di non guardare sem-plicemente avanti quando pensano a cosa fare da “grandi” perché probabilmente sembrerà che non ci sia nulla. Ragazzi pensate sempre solo a ciò che vi piace fare, tutto il resto è una perdita di tempo perché se lo volete veramente, quello che vi piace fare, può diventare il vostro lavoro. Mi rendo conto suoni banale ma anche una piccola passione o una semplice propensione può trasformarsi in qualcosa di più.

17

Page 18: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

PV) Assolutamente d’accordo, nel tuo intervento infatti hai parlato positivamente dei laureati in ilosoia/materie umanistiche applicati all’ambiente in cui sei immerso, spiegaci meglio: in cosa hanno una marcia in più e invece in cosa peccano? AD) Molto banalmente, per fare un esempio, saper scrivere bene e correttamente (cosa non più scontata), essere curiosi e magari un po’ appassionati di cucina può fare di voi un potenziale Community Manager che si rivelerà bravissimo nel gestire le pagine social di aziende del settore del “Food”. Tornando alla tua domanda ti direi che spesso noi “umanisti” pecchiamo di eccessivo romanticismo ma direi che questo ci rende unici, siamo più bravi degli altri nell’ispirare le per-sone, nel raccontare un progetto o un prodotto toccando le corde più intime dei nostri interlocutori; tanto poi ci pensa il mercato del lavoro e un bel foglio excel a riportarci a terra.

PV) Secondo te, per essere “produttivamente utile” oggi un laureato in maniere umanistiche cosa deve implementare nei suoi studi e/o esperienze?

AD) Deve semplicemente cercare di “fare” delle esperienze, di qualsiasi tipo, provando a comprendere cosa signiica fare quel lavoro... spesso l’idea che abbiamo di un lavoro non corrisponde completamente a quello che poi realmente signiica “fare” quel lavoro. Altro suggerimento che mi sento di dare, è di accreditarsi o di fare delle esperienze il più professionali possibili nelle aree in cui sentono un reale interesse. Vi piace scrivere, fate corsi di scrittura, andate al Festival del Gior-nalismo, partecipate a workshop, conferenze, eventi come i nostri hackathon (anche se vi sembrerà di non avere nulla da dare ma vi sbagliate), parlate con le persone che fanno quel lavoro.

PV) Ti ho sentito dire che quando eri indeciso sui tuoi studi universitari hai letto biograie di persone famose. Come è nata questa idea, cosa hai letto, cosa ti ha colpito? E a chi lo consiglieresti?

AD) Lo consiglierei a tutti coloro che sentono di non eccellere in nulla in particolare e magari sanno fare discretamente due cose. Io giocavo bene a pallavolo e amavo scrivere... ma non sapevo proprio cosa fare. Per questo motivo ho letto e continuo a leggere “biograie” (anche su Wikipedia) di personaggi famosi come Agassi (tennista degli anni ‘80-90’), Gan-dhi, politici come Andreotti, Imprenditori anche initi in disgrazia come Cragnotti (patron di Cirio e Lazio calcio), Renzo Rosso (Diesel, “Be Stupid” mi pare si chiami il suo libro) insomma cercate di capire cosa li rende unici perché anche voi potete diventarlo se non lo siete già. Molte persone di successo sono medici mediocri ma fantastici romanzieri.

PV) Tornando a quello che fai, visto che è diicile immaginarsi il tuo lavoro, potresti descriverci una tua giornata tipo?

AD) Quasi tutte le mie giornate iniziano con la lettura della posta elettronica e le risposte alle mail, la mail secondo me restano uno degli strumenti che più hanno inciso negativamente sulla produttività personale. Anche se sono in trasferta da qualche parte, comincio sostanzialmente sempre in questo modo la giornata. Nel 99% dei casi seguono delle veloci riunioni con i colleghi che lavorano nei progetti che sto seguendo e successivamente una serie ininita di telefonate alle quali si aggiungono almeno due incontri al giorno con dei clienti (o collegamenti in conference call) per veriicare l’avan-zamento dei progetti, il loro sviluppo e coordinare le diverse attività. In genere nel pomeriggio mi dedico ai nuovi progetti, ai documenti di presentazione e alle oferte commerciali. Questa è sostanzialmente una giornata tipo ma le cose si fanno più divertenti quando si tiene un workshop o un hackathon perché non solo devo moderarlo, coordinare le diverse attività e tutte le persone coinvolte della nostra azienda ed eventuali fornitori esterni. Sostanzialmente entro in simbiosi con le persone delle aziende clienti che diventano dei nostri ospiti e sono al centro delle attività. È molto faticoso, non hai orari ma ti dà l’opportunità di lavorare a stretto contatto con aziende pazzesche che fanno cose tutte diversissime.

PV) Ti sento molto coinvolto in quello che fai…ora guardandoti indietro, cosa è stato utile di quello che hai studiato all’università? AD) Sono totalmente sincero... se dico che ad eccezione della storia dell’arte moderna e contemporanea, mi è stato molto più utile quello che ho appreso durante il Liceo Scientiico.

PV) Ahahah… però so che avresti voluto fare il classico! Grazie Ale, buon lavoro!

18

Page 19: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

“Le opere struggenti di un formidabile cineilo”

Come ultimo articolo vi lascio con le recensioni dei tre ilm che hanno cambiato la mia vita, rendendomi rendendomi il cineilo che oggi voi tutti conoscete (e amate).

IL CUORE: “Pulp Fiction” – Quentin Tarantino (1994)

C’è un rituale, un po’ macabro a dire il vero, che compio ogni volta che mi attende un viaggio in aereo: guar-dare “Pulp Fiction”, così, se proprio devo morire, almeno lo farò dopo aver visto per l’ultima volta il mio ilm preferito. Ebbene sì, il buon vecchio zio Quentin ha fatto breccia nel mio cuore con questa pellicola a dir poco sublime. Ricordo ancora la prima volta che la vidi: IV ginnasio, prima autogestione della mia vita, un’aula piccolissima ai piani alti della succursale, partono i titoli di testa ed è amore a prima vista. L’acutezza dei dialoghi, lo humor nero, le situazioni surreali e non-sense, il pulp, la colonna sonora surf-rock e funk, tutto di questo ilm mi conquistò. La prima cosa che feci appena uscito da scuola fu precipitarmi in libreria e comprare il dvd, che, a questo punto, avrò visto almeno un centinaio di volte, il primo della mia collezione che ora conta più di duecento dischi. Insomma, se oggi sono il cineilo che tutti voi conoscete il merito va tutto a “Pulp Fiction”, che, a mio parere, è l’apice di tutta la ilmograia tarantiniana. È vero, è solamente il secondo ilm del maestro del pulp, ma nessuno di quelli futuri, per quanto siano senza dubbio più maturi, riuscirà mai a eguagliare il brio e l’argutezza di questo prodotto simbolo dell’Avant-Pop cinematograico. I dialoghi, le interpretazioni e forse anche la regia, infatti, raggiungono in questo caso livelli toccati solo con il recente “he Hateful Eight”. Memorabile il monologo “Ezechiele 25:17”, recitato dall’impeccabile Samuel L. Jackson, e anche Travolta, all’apparenza un attore piuttosto scadente, riesce a dare il meglio di sé sotto la guida di Tarantino, un maestro nel costruire personaggi al limite tra l’assurdo e il terribilmente comune, così vicini allo spettatore ma anche circondati da un’aura indistinguibile di inzione che non può che farceli amare nonostante le loro azioni non del tutto “corrette”. Moltissimi sono i rimandi ai maestri del passato, com’è tipico di Tarantino, il cui mestiere principale sembra essere quello di ingurgitare “B Movies” e pelli-cole di nicchia con la voracità di un leone afamato per poi riversare il tutto in un citazionismo esasperato in grado di dare vita ad un qualcosa di nuovo ed innovativo sotto ogni punto di vista. La trama fondata su episodi intrecciati ma cronologicamente non sequenziali, i dialoghi surreali e iper-realisti, la violenza espli-cita e la leggerezza con cui viene trattata portarono una ventata di aria fresca nell’industria cinematograica americana e molti registi capirono che era possibile fare cinema in un modo del tutto nuovo, senza curarsi troppo della trama tradizionale o del messaggio profondo, ma portando sullo schermo un prodotto ine a se stesso e apparentemente fondato sul nulla, capace di tenerti incollato allo schermo per più di due ore e mezza senza fartene sentire il peso. In deinitiva, se dovessero chiedermi cosa rappresenta per me “Pulp Fiction” risponderei: è l’opera che mi ha fatto avvicinare al mondo del cinema, facendomene innamorare, e che lascerà per sempre un marchio indelebile nel mio cuore.

LA MENTE: “C’era una volta in America” – Sergio Leone (1984)

C’è un dibattito in corso nel mondo della critica cinematograica ormai da parecchio tempo: qual è il mi-glior ilm della storia del cinema? Essenzialmente le posizioni sono due, chi propone “Quarto Potere” di Orson Welles (1941) e chi, invece, sostiene “C’era una volta in America” del nostro Sergio Leone. Direi che è abbastanza evidente da che parte mi schiero. Lo so, ho appena detto che “Pulp Fiction” è il mio ilm prefe-rito e ciò resta vero, ma qui non si parla di preferenze, qui si tratta di stabilire con rigore oggettivo quale sia l’opera meglio riuscita di tutta l’industria cinematograica e mi dispiace per l’enfant prodige di Hollywood, ma la maturità, l’esperienza e la “saggezza” di Leone ne escono vincitrici. Essenzialmente quello che, secon-do me, gioca a favore del regista italiano è quel calore e quella passione tutti nostrani che, invece, mancano nei ilm anglosassoni e stranieri in generale. Dal punto di vista tecnico, infatti, le pellicole si equivalgono, anzi, se proprio vogliamo dire le cose come stanno, vengono entrambe ampiamente superate dalla mano maniacale del miglior regista di sempre, Stanley Kubrick, ma sia ai capolavori del cineasta anglo-americano sia all’opera di Wells manca quel je ne sais quoi che, invece, troviamo in “C’era una volta in America” , quella marcia in più capace di farti emozionare d’innanzi a questa summa della cinematograia.

19

CIN

EM

A

Page 20: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

C’è poco da dire, questo ilm ha tutto, questo ilm è tutto: un gangster movie all’interno del quale pos-siamo trovare il noir, la commedia, il romanticismo, il mistero, il dramma, l’azione, il racconto di forma-zione, l’analisi storica, il tutto concentrato in una pellicola a dir poco mastodontica (la versione integrale dura più di quattro ore). A fare da fondamenta a questa impresa titanica abbiamo innanzitutto la regia sublime di uno dei grandi maestri del cinema italiano, che in quest’ultimo lavoro ci regala scene memo-rabili e inquadrature mozzaiato, incantandoci per l’ultima volta con i suoi tipici primi piani magici sui volti di attori che hanno svolto performance a dir poco perfette; in secondo luogo va citata la sceneggia-tura, geniale in quel suo procedere attraverso lashback e piani disallineati tra loro che alla ine vanno a chiudere il cerchio di una storia incantevole, capace di farti emozionare sin dalle prime battute. Ovvia-mente il tutto viene reso ancora più suggestivo dal terzo elemento portante del ilm: la colonna sonora, composta da quelle che forse sono le musiche più belle mai composte per il cinema, ma che sicuramente raggiungono il massimo per quanto riguarda il lavoro del loro ideatore, Ennio Morricone (sido chiunque a trattenere i brividi di emozione all’ascolto di “Deborah’s heme”). Insomma, la strada del cinema è an-cora lunga, certo, ma nel 1984 venne posta una pietra miliare d’innanzi alla quale ancora oggi è d’obbligo inchinarsi per chiunque aspiri a diventare un grande della “settima arte”.

L’ANIMA: “Pom Poko” – Isao Takahata (1994)

Avete presente quei ilm che all’apparire dei titoli di coda vi lasciano spiazzati, con un senso di vuoto den-tro, quelle pellicole che vi sconvolgono l’esistenza? Non sto parlando di quei lavori celebri e terriicanti sulla Shoah o su una qualsiasi altra strage che ti lasciano spiazzato e attonito, sì, ma perché ti mettono di fronte a fatti terribili. No, io intendo quei ilm che all’apparenza possono sembrare anche banali, ma che ci hanno colpito talmente nel profondo che ora hanno per noi un signiicato del tutto particolare. Ebbene, su di me questo efetto lo ha avuto “Pom Poko” un cartone, o, per meglio dire, “anime” di Isao Takahata, il cofondatore, assieme ad Hayao Miyazaki , del più celebre studio di animazione giapponese, lo “Studio Ghibli”. La trama essenzialmente racconta della speculazione edilizia che ebbe inizio nel paese del Sol levante con l’avvento dell’Era Heisei (dal 1989 in poi) da un punto di vista, però, non convenzionale. I Protagonisti del ilm, infatti, sono i Tanuki (degli animali simili ai procioni molto importanti nel folklore giapponese) che cercano in tutti i modi di fermare la distruzione della collina di Tama, loro dimora, ad opera dell’uomo, intento a costruirvi sopra dei complessi residenziali. “Pom Poko” rientra dunque in quel ilone dei ilm Ghibli, interpretato dallo stesso Miyazaki con “Principessa Mononoke”, atti a sensibilizzare lo spettatore sulla natura e sui rischi che essa corre. Il motivo per cui quest’opera ha avuto un così forte impatto su di me è essenzialmente il inale agrodolce, per non dire amaro, e le forti sensazioni che riesce trasmetterti nonostante il suo carattere più infantile rispetto agli altri lavori dello studio, divenuto famo-so nel mondo per i suoi prodotti deiniti “cartoni per adulti”. Vedere la lotta totalmente inutile di questi animaletti simpatici e mossi da un vero sentimento di attaccamento alla propria casa, che si prodigano con ogni sforzo per impedire all’uomo di distruggere l’ultimo spiraglio di natura in una Tokyo dominata dal cemento ma destinati inesorabilmente a fallire, ha lasciato in me un vero senso di disagio e ha smosso qualcosa nella mia anima. Non so ben deinire cosa sia questa sensazione, ma certo è che dopo la visione di questo ilm il mio rapporto con la spiritualità, di cui la trama è profondamente intrisa, è cambiato. Ed efettivamente è vero che dietro all’apparente ingenuità si cela un messaggio più profondo, che Takahata ci vuole trasmettere attraverso le gesta impacciate e bufe dei Tanuki, capaci, però, anche di commuovere con scene che ti lasciano davvero impietrito. Certamente non pretendo che tutti provino quello che ho provato io guardando per la prima volta questo ilm, so che queste sensazioni sono del tutto personali e soggettive, ma se non altro ve lo consiglio perché tutti le opere Ghibli hanno qualcosa da dire ad ognuno e sono certo che di fronte a certi lavori è impossibile rimanere indiferenti.

Davide Sutto

20

LIB

RI

Page 21: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

Il futuro dell’umanitàCome potrebbe essere il 2050?

Il futuro è un argomento ostico, che in qualche modo ci spaventa sempre. La prospettiva di non conoscere cosa ci accadrà domani, di vivere senza davvero essere sicuri che i nostri sforzi serviranno mai a qualcosa, perché ci sarà sempre un imprevi-sto che devierà il corso delle nostre decisioni. E se queste sono le preoccupazioni a livello personale, allora cosa dovremmo dire del futuro dell’intero pianeta? La maggior parte di noi evita di riletterci troppo, altrimenti si demoralizzerebbe in un atti-mo.Tuttavia, c’è anche chi ha tentato di pensarci e di prevedere il destino dell’umanità, come Jacques Attali, dal cui libro “Una breve storia del futuro” è stata ispirata una mostra sul 2050 a Bruxelles. At-traverso varie opere artistiche scopriamo le diverse fasi in cui si potrebbe alternare il nostro futuro:

Declino dell’Impero Americano: un po’ come per l’Impero Romano, anche l’Impero Americano è de-stinato ad annullarsi progressivamente a causa di un cambiamento del modello socio-economico che abbiamo avuto inora. Nonostante rimanga una grande potenza, non potrà più assicurare l’ordine mondiale, quindi si alleerà con le altre nazioni più potenti nel tentativo di mantenere l’ordine, senza, però, riuscirci. Mentre la potenza americana declinerà, il pianeta dovrà afrontare altri problemi a livello di risorse. Infatti, ben presto si giungerà ad un esaurimento delle fonti di energia tradizionali (gas, petrolio) e delle risorse essenziali alla sopravvivenza dell’uo-mo, come l’acqua. Questa minaccia si farà ancora più grande a causa dell’aumento della popolazione mondiale. Inoltre, si assisterà al ritorno del nomadi-smo, quindi ci saranno uomini e donne, dipendenti da sé stessi, concorrenti spietati, che eserciteranno più di un lavoro alla volta. Accanto a questa catego-ria, rimarranno i sedentari salariati, che saranno i principali consumatori. Per essi, infatti, proteggersi e distrarsi dalle paure del mondo saranno le uniche esigenze, attorno alle quali le aziende si sviluppe-ranno. S’innescherà, di conseguenza, un meccani-smo ancora più solido di produzione e sovra-con-sumo per dimenticare la condizione umana (in questo le droghe avranno un ruolo importante).

Impero del mercato: dopo il fallimento dell’Ame-rica, il mercato prenderà il potere. Il pianeta di-venterà un mondo senza stati, un mercato globale senza democrazia. Le leggi saranno quelle della i-nanza e tutto diventerà una merce: le idee, le perso-ne, perino il tempo avrà il suo valore monetario. In questo clima i problemi di oggi si accentueranno, inché non ritroveremo l’equilibrio tra democrazia e mercato.

Iperconlitto: “Dopo la violenza del denaro, verrà, viene già, quella delle armi”. L’impero del mercato avrà creato tanti squilibri e contraddizioni, che al momento del suo crollo si giungerà all’iperconlit-to. Diverse ideologie cercheranno di afermare la loro supremazia: così, molteplici forme di violenza si riverseranno in un unico conlitto globale con il rischio di vedere la Terra dissolversi.

Utopia: se l’umanità sopravvivrà all’iperconlitto, allora si giungerà ad una condizione di iperdemo-crazia. Un po’ come nelle iabe a lieto ine, il bene vincerà il male, ma questa volta sarà duraturo, per-ché fondato sull’altruismo e sull’esperienza del pas-sato. L’arte sarà uno degli strumenti per il manteni-mento di questa pace, poiché essa è all’avanguardia di ogni audacia.

Queste rimangono, comunque, delle ipotesi. Le fasi potrebbero seguire un ordine diverso, alcune po-trebbero non esserci afatto oppure niente di tutto questo potrebbe accadere. Intanto, è un modo per rilettere sulle nostre possibilità, per non ignorare i problemi attuali, su come eventualmente prevenire un iperconlitto. Il futuro è tanto lontano quanto vicino, ma soprat-tutto è inevitabile, quindi va afrontato. Come re-cita l’opera inale della mostra: “Let the future tell

the Truth, Another world is possible”.

Mathilde Romeo

21

©Federica Scapin

LIB

RI

Page 22: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

Vi consigliamo qualche libro da protare in spiaggia e leggere sotto l’ombrello!

•L’eleganza del riccio || Muriel Barbery•Il giovane Holden || J.D. Salinger•Oceano Mare || Alessandro Baricco•Norwegian Wood || Haruki Murakami•Sofocare || Chuck Palahniuk•L’immortalità || Milan Kundera•Il Profumo || Patrick Süskind•Kitchen || Banana Yoshimoto•Le Notti Bianche || Fëdor Dostoevskij•Uno, Nessuno, Centomila || Luigi Pirandello•Come Dio Comanda || Niccolò Ammaniti•Il Re dei Ladri || Cornelia Funke•Ubik || Philip K. Dick •Wildwood || Colin Meloy •L’opera Struggente di un Formidabile Genio || Dave Eggers•Lui è tornato || Timur Vermes•La sovrana lettrice || Alan Bennet•Meno di zero || Breat Eston Ellis•Vizio di Forma || homas Pynchon•Le Benevole || Jonathan Littel•Gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche || Jack Kerouac e William S. Borroughs•L’uomo senza qualità || Robert Musil•Guida galattica per autostoppisti || Douglas Adams•I racconti del Necronomicon || Howard Philips Lovecrat•Silmarillion || J.R.R. Tolkien•Fahreneit 451 || Ray Bradbury•Il signore delle mosche || William Golding•Lolita || Vladimir Nobakov•Il Padrino || Mario Puzo•Trainspotting || Irvine Welsh•Tenera è la notte || F.S. Fitzgerald•Addio alle armi || Ernest Hemingway•Il cacciatore di aquiloni || Khaled Hosseini•Qualcuno con cui correre || David Grossman•Il gusto proibito dello zenzero || Jamie Ford

La Redazione de “La Venticinquesima Ora”

22

Page 23: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

Stuzzichini freschi estivi

L’estate ormai è vicinissima, non fatevi trovare impreparati e date un’occhiata a questi stuzzichini freschi e gustosi! Tutte le tartine, per essere preparate, non richiedono l’uso di forno e fuochi, che col caldo non fanno che peggiorare la situazione! Piccolo appunto: non sono speciicate le dosi degli ingredienti perché dipendono molto dal numero di persone e dalla loro voracità, quindi dovete valutare caso per caso!

Ingredienti:

Crostini o pane tostatoRobiola

StracchinoSalmone afumicato

AcciugheBresaolaCapperi

Olive nereErba cipollina

TimoPomodori ciliegini

Limone

Procedimento:

Per gli involtini di bresaola: mescolate la robiola insieme a dell’erba cipollina tagliuzzata, inché il tutto non diventerà cremoso. A questo punto mettete al centro delle fette di bresaola un cucchiaino della salsa ottenu-ta e arrotolatele. Legatele con un ilo di erba cipollina. Per i crostini col salmone: spalmate sui crostini dello stracchino e adagiatevi sopra il salmone. Tagliate a metà il limone e ricavate delle sottili rondelle; tagliate via la buccia del limone e disponete ciò che rimane sui crostini. Per i crostini in stile bruschetta: spalmate dello stracchino sui crostini. Tagliate a cubetti i pomodori e le olive e aggiungetevi delle foglioline di timo e un pizzico di sale; disponete il tutto sopra i crostini. Per i crostini acciughe e capperi: spalmate sui crostini lo stracchino e adagiatevi sopra un acciuga e due tre capperi. Variante: potete aggiungere anche dei pomo-dorini tagliati in quarti.

Valentina Dalla Villa

23

CU

CIN

A

©Valentina Dalla Villa

Page 24: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

24

ADDII AL CANOVA

Trovare qualche minuto tra un paragrafo di ilosoia e un esercizio di matematica è stato arduo, ma ritengo che cinque anni di Canova vadano commemorati. Un pensiero va a tutti i soldi spesi in cafè alle mac-chinette, a tutti i 3 in isica, a tutte le nottate passate sui libri, a tutti i deliri a cui i miei compagni hanno assistito, a tutte le volte che sono stata interrogata per prima in latino (cioè sempre,dalla prima liceo), alle ore di sonno recuperate durante le prime ore di italiano al lunedì (perdoname profe per mi vida studiosa), ai piccolini che ho maledetto sentendoli preoccuparsi per l’imminente veriica sull’aoristo (in realtà vi con-sidero tutti un po’ come miei igli adottivi,tipo Cesare e Ottaviano,vvb), a tutte le volte che sono arrivata in ritardo, a tutte le imitazioni di professori che ho sentito e per le quali ho riso ino alle lacrime (grandi talenti sforna il Canova in questo senso) ma soprattutto un pensiero va a tutto quanto quello che imparato in questi anni, ai professori che mi hanno legnato e spronato, ai compagni che mi hanno vista crescere isicamente e regredire celebralmente, alle persone che ho conosciuto, alle esperienze che ho fatto. Grazie di tutto e arrivederci, perché 5 anni sono stati belli ma adesso è anche ora di andare a prendere il mio 61 e lode - perché dopo un lustro qui, tutti ci meritiamo di essere lodati - e salutarci.E per tutti i maturandi come me, ma anche per chi deve arrivare vivo all’8 giugno - come direbbe Leopardi se fosse vivo ora - #siateGINESTREBacioni, Ilaria Bisetto IIIC

Canova 5 anni sono passatiE non conto più tutti i 4 collezionati

ogni anno era una gara tra chiMaggiormente imprecava Odi et amo catullo diceva

Forse anche lui il Canova faceva Tra occhiaie e nottate di cafè disperato

Pregavo di non essere interrogato Ore e ore di studio indefesso

Ma ai maschi importava solo il gentil sessoCaro Canova ti do’ il mio saluto inale

Magari rimpiangendo un giorno di non poter ritornare

Alessandro Abram IIIE

Per il Canova ci sono sempre stato: nei momenti tristi come nei momenti belli. Quando il suo nome era infangato ai tornei sportivi, ero tra i primi a difenderne l’onore con un entrata a martello sull’avversario. Che si trattasse di basket, ora ha poca importanza. E se solamente fossi stato capace di tenere un vocabolario in mano, avrei dato il mio contributo anche ai certamina.Per questa scuola ho dato tutto ma lei mi ha sempre visto solo come un amico.Adesso che ci dobbiamo salutare non trovo le parole per un addio e purtroppo Yahoo Answer questa volta non mi può aiutare, nemmeno skuolanet e incastraiprof.com. Quindi non mi resta altro che salutarla come sempre, come se fosse una qualunque partita di calcetto in cortile.

Page 25: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

La prima volta che entrai al Canova ne restai traumatizzata: gente impazzita con troppi libri in mano e occhiaie troppo evidenti per essere vere. Pazzesco, mi sono ridotta nello stesso stato.

E ora, nonostante le mie occhiaie ininite e le poche ore di sonno, credo sia giusto lasciare il mio saluto al Canova.

Il Canova è un’esperienza di vita: mi ha fatto conoscere gli elementi più improbabili, i casi umani più ricer-cati, mi ha fatto amare il cafè e mi ha permesso di capire che ogni momento libero è buono per farsi una doccia (carpe diem!). Ormai ho perso il conto dei soldi lasciati alle macchinette, delle imprecazioni contro questa scuola ma soprattutto delle litigate con i miei compagni per le interrogazioni: ragazzi, che lotta!

Eppure, adesso mi prende un po’ di nostalgia. Gli ininiti pomeriggi passati con i miei compagni tra pianti e rassegnazione, le serate fuori per festeggiare, le gite, i balli di ine anno, i 4 in greco, le crisi, le lacrime, le notti passate seduta sulla mia scrivania a mo’ di Leopardi e mille altri momenti che il Canova mi ha fatto vivere.

È un rapporto di amore-odio il nostro, ma so per certo che mai smetterò di ringraziare il Canova per tutte quelle persone che mi ha fatto incontrare e che mi mancheranno da morire!

Sono stati lunghi anni questi ed ora è giunto il momento di salutarci davvero, di salutare i professori che tanto hanno creduto in me e i miei compagni, che tra gioie e dolori, mi hanno sostenuta in ogni momento e mi hanno vista crescere.

Spero che un’esperienza come la mia la possano vivere anche i piccoli Canoviani che ancora adesso sono spaventati.

E per tutti i maturandi: in bocca al lupo e facciamo in modo che sia inita davvero!! Giulia Palaja IIIA

Sono stati otto mesi di impegno, di passione, di iniziative e di scoperte. Noi rappresentanti ci teniamo a riportare la nostra esperienza per tutti coloro che sono intenzionati a candidarsi l’anno prossimo e a lasciare un ricordo di questo anno scolastico all’insegna dell’organizzazione e delle nuove responsabilità. È stato un importante percorso di crescita personale. Siamo stati uniti da un forte spirito di collaborazione che ci ha permesso di mantenere le tradizioni della nostra scuola e di aver portato alcune novità come ‘La festa dei Popoli’ o le tanto apprezzate felpe e maglie che speriamo vengano riproposte l’anno venturo. Lasciamo questo percorso con una maggiore consapevolezza delle nostre potenzialità e dei nostri limiti che ci aiuterà da qui per sempre. Se dovessi trarre un bilancio inale di questi mesi, sottolineerei come sia stato diicile conciliare questo impegno con l’attività scolastica e personali. Questo, tuttavia, non toglie che la scuola sia diventata per me, così come per miei compagni di avventura, una seconda casa, un luogo dove la mattina l’ansia dell’interro-gazione viene mitigata da un sorriso dei collaboratori scolastici, dei professori o degli amici che ci siamo creati, ma soprattuto dalla convinzione di far parte di una realtà così grande che ci riguarda tutti i giorni e che va ben oltre la lezione frontale. Tutti e quattro speriamo vivamente di aver trasmesso la nostra passione e di aver organizzato iniziative gradite per i ragazzi. Aspettiamo con gioia la chiusura dell’anno e auguriamo a tutti una riposante estate.

Gaia Conte IIC, a nome dei Rappresentanti

25

Page 26: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

26

PAGELLONE IGNORANTE CANOVA EDITION

(l’unico che non conosce l’uso della punteggiatura, ma ne è iero)

Il RISVOLTINATO è sempre allegro e ischiettante perché abita a 5 minuti massimo dal canova. Nonostante ciò, riesce anche ad arrivare in ritardo. Questo perché nella classiica delle cose più importanti nella sua vita la scuola è rispettivamente dopo: risvoltino, occhiale da sole, panino settimanale all’oste,cosa mettere nel panino settimanale all’oste,”oh ma quanti like ho preso oggi su instagram”. Insomma il risvoltinato non esce di casa se l’astuccio non è abbinato alla Freitag. Spesso prova a diventare un bomber ma l’eredità feudale grava sulle sue spalle e non riesce a ignorare come si deve perché frenato dalle regole di convivenza civile. Nell’attesa di svol-tare nella vita e diventare un bomber, si svolta i pantaloni.

Lo STUDENTELLO si riconosce subito per lo zaino con tutti i libri del giorno, anche religione, che quindi assume le sembianze di un carro armato e per l’odiosa tendenza a urlare la coniugazione dell’aoristo preventivo alle 7.40 di mattino, quando il canoviano medio vuole solo ascoltare il “Buondì” del Pez.Tutti bene o male siamo stati Studentelli, soprattutto al biennio quando il greco genera ancora buchi nei gio-vani cervelli e le particolarità della terza declinazione sembrano più importanti della formazione dell’Italia campione nel mondo. Il problema sorge quando lo studentello è alitto dalla sindrome di Peter Pan e continua a rimanere tale anche nel triennio.

L’ESAURITO è forse la igura più preoccupante del Canova: concentra tutte le energie nello studio e gli sbalzi d’umore non sono causati dalla presenza o meno delle kinder delice alle macchinette bensì dai voti che prende a scuola. Oltre a studiare moltissimo ci tiene che tutti lo sappiano e scrive di continuo stati su quanto sia brutto e diicile fare il Canova, come se facesse questa scuola proprio per lamentarsi di quanto studia: d’altronde la lamentela dello studio non è lo studio stesso?

L’ALUNNO DEL GALLETTO invece è un po’ come Babbo Natale: nessuno lo ha mai visto ma ormai tutti si sono abituati a credere che esista. Quando fa una gita fuoriporta e viene in centrale, si nota subito tra la folla perché all’ingresso sgomita come un rugbista poiché è abituato alla lotta per la sopravvivenza in navetta.Nonostante appaia ai più risvoltinati come un rinnegato da Dio perché non è in centrale, in realtà è l’alunno più fortunato poiché il Galletto, oltre ad essere una sorta di Paradiso Terrestre, è un’università della strada poiché le sbarre e i ritardi delle navette forgiano uno spirito forte e combattivo, donando in oltre il fascino del duro e anche dello spacciatore.Il dubbio esistenziale attorno a cui ruota l’esistenza dello studente galletti ano è: perché se le chiamano “navette” appena scendono due gocce di pioggia afondano e fanno 48 ore di ritardo?

L’ATTIVISTA è una sorta di Big Brother del Canova. Egli partecipa a tutte le attività e gli eventi gestiti dalla scuola tanto che se lui non c’è, l’evento viene rimandato. Inoltre su i social network ha sempre una buona parola da spendere sugli eventi di attualità anche se ha 12 followers, proprio come Gesù. In sintesi egli declina il con-cetto di fenomeno, secondo cui ogni occasione è buona per mettersi in mostra che siano i Ludi Canoviani o la Sagra del Vocabolario Fritto. Dietro la mera estetica di supericie, dietro le foto dei libri di David Foster Wallace in combo con una sigaretta su instagram, dietro ai link delle canzoni de “Lo Stato Sociale” si cela un qualunque Antonio Cassano, con un pizzico di congiuntivo in più.

IL BOMBER è quel losco individuo che divide la sua presenza a scuola tra macchinette e bagno. Egli infatti si rifà al teorema di Bounty secondo cui la scuola è la prolunga del proprio divano ; i risultati si vedono nella me-dia che tende a meno ininito ma anche al numero di ritardi che è superiore al quadrato delle suicienze. Tut-tavia il bomber se ne frega perché ha solo due neuroni e usarli per matematica sarebbe uno spreco. Il bomber è un personaggio che divide: o lo ami o lo odi. Amato quando esce come agnello sacriicale nelle interrogazioni perché “tanto con due settimane in più non avrei studiato lo stesso” ma odiato per i suoi comportamenti. Il paradosso è che i suoi haters sono troppo impegnati a girare con il vocabolario in mano per notare che egli è il degno continuatore della ilosoia platonica secondo cui l’ignoranza è il miglior bene da perseguire.Dedico questo articolo al Branco, ossia ai quei 10 premi Nobel per l’Ignoranza con cui ho avuto l’onore e l’onere di trascorrere il triennio, e alla mia (quasi ex) classe. Tommaso Baldo IIID

Page 27: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

La Venticinquesima Ora ringrazia:la meravigliosa fata madrina della redazione Nellida Cattarin, per tutto il tempo e l’afetto dedicatoci;l’inimitabile professor Alberto Pezzè per i consigli, per la presenza, e soprattutto per le torte;la dirigente Mariarita Ventura,la professoressa Carla Borghetto e tutto il personale sco-

lastico che ci permettono di svolgere questa attività e la sostengono, rendendo la scuola un luogo di incontro, creatività e partecipazione; Paolo Vitale e tutta l’associazione Ex Allievi per la costante attenzione, collaborazione e partecipazione;il Cinema Edera per la disponibilità e l’impegno che hanno reso possibile il progetto del Cineforum;il Collettivo del liceo Canova per la collaborazione al progetto Cineforum e tutti i “colleghi” dei gruppi autogestiti, perché insieme rendiamo il Canova più bello; i rappresentanti d’Istituto per il loro impegno gratuito e costante; il Centro Stampa delle Venezie per la cortesia e la professionalità;tutti gli sponsor che hanno concretamente sostenuto il nostro progetto;chiunque di voi abbia contribuito con un’oferta, un complimento, una critica, e tutti voi che ci avete letto dando valore a quello che facciamo;

GRAZIE!

27

©Pietro Stefani ©Pietro Stefani

Page 28: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

GIO

CH

I

Un saluto speciale va alla professoressa Fuser, docente di latino, greco e italiano, che alla ine di quest’anno scolastico andrà in pensione. Dal 1988 ino al 2016, ha passato nel no-stro istituto ben 28 anni, durante i quali ne ha viste di generazioni di studenti, a cui non ha solo insegnato la propria materia, ma anche a crescere come persone, creando così un forte legame con i propri allievi. Donna sempre con il sorriso sul volto, simpatica e sem-pre disponibile ad aiutare gli studenti in diicoltà. A tutti gli studenti a cui ha insegnato è rimasta nel cuore, sia come docente sia come persona.

Ci sentiamo di rivolgere un caloroso saluto anche alla professoressa Horsky, che dopo aver accompagnato per molti anni gli studenti nello studio della lingua inglese, potrà ora gode-re del meritato riposo. Vogliamo ringraziarla anzitutto per la professionalità e l’impegno con i quali ha aiancato i propri alunni, nonché per la comprensione e la disponibilità a venire incontro alle esigenze delle classi: in questi anni ha sempre cercato di aiutare gli studenti a sviluppare la capacità di esprimersi in lingua inglese anche in vista di un fu-turo inserimento nel mondo internazionale del lavoro, educandoli non solo all’impegno scolastico ma anche alla crescita e alla maturazione della persona; inoltre, è stata in grado di creare un forte legame con i propri allievi che superasse il semplice rapporto alunno- insegnante e di lasciare spazio all’interno delle lezioni anche a momenti di scherzosità e divertimento, capaci di alleggerire il clima e rendere meno complesso lo studio di regole e brani non sempre di facile comprensione. Dopo questi anni di onorata carriera Le auguriamo una felice pensione!

La Redazione de “La Venticinquesima Ora”

28©Pietro Stefani

Page 29: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

Lorena Patricia Hossu

29

GIO

CH

I

https://worksheets.theteacherscorner.net/make­your­own/crossword/crossword.php 1/1

Down

1. Locale più gettonato di Jesolo2. Fa scappare i bagnanti dalla spiaggia3. Si vedono volare in cielo4. Un cocktail estivo6. Se è grande, può essere travolgente7. Un uccello bianco 'marino'8. L'urlo in spiaggia11. Si può curare la sua puntura con l'aloe16. Indispensabili sulla sabbia scottante17. Curioso come un ...18. Uno sport in acqua19. ..., cuore, amore

Across

3. Frutto rosso che si mangia d'estate5. Un'isola greca conosciuta per la movida9. Si cerca l'ombra sotto l' ... degli altri10. Se non ti vuoi scottare devi mettere la ...12. Sulla sabbia si lasciano ...13. Se l'appoggi all'orecchio sentirai il mare14. Tiene sotto controllo la spiaggia15. Rivista che contiene molti quiz e giochi19. Muta, maschera, boccaglio e pinne e sei pronto per fare ...20. Può essere alta o bassa21. Una delle 7 isole della Toscana22. Una bevanda rinfrescante23. Nuovo tormentone estivo di un artista spagnolo

IT'S SUMMER TIME!

1 2

3 4

5 6

7

8

9 10 11

12

13

14

15

16 17

18 19

20 21

22 23

Created with TheTeachersCorner.net Crossword Maker

Page 30: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

Visto il grande successo della “colouring page for adults” dello scorso numero, ne riproponiamo una

bellissima variante realizzata da Pietro Stefani da utilizzare come anti-stress degli ultimi giorni!

Page 31: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

31

QUESTO NUMERO È STATO GENTILMENTE SPONSORIZZATO DA:

Page 32: LA VENTICINQUESIMA ORA - GIORNALINO A ......Le letture animate in classe dei Promessi Sposi, dell’Odissea, di Aristofan e, di Petronio, con relativi imboressi**** contagiosi (anche

Caterina BaldassoAlice BarbisanNiccolo’ BonatoClara BortolettoChiara BuosiNiccolo’acram CappellettoAlexia CautisMarco Cecchinato Beatrice CrivellerValentina Dalla VillaGiacomo De ColleFlavia FalconeEva FedatoMarco Frassetto

Elena ForteLucrezia GazzolaGiulia GiacominLorena Patricia HossuMartina LovatAnjeza LlullaChiara MarcassaCristiana MazzettoGiulia MencarelliCarla Ogoumah OlagotGiulia PalajaLinda Peteno’Giovanni RisatoMathilde Romeo

Francesca RossoMatteo Rubbini Caterina SammarchiGiulia SantiFederica ScapinPietro StefaniDavide SuttoChiara TortatoGiada TubianaFrancesca VaragoDaniela Zotea

LA REDAZIONE:

Impaginatrice: Lorena Patricia Hossu

Copertina realizzata da Alexia Cautis

Illustrazioni di Alexia Cautis, Lucrezia Gazzola, Federica Scapin,

Pietro Stefani

Inolt

re,

da q

uest’

anno l

a “

Venti

cin

quesim

a O

ra” s

i può

vis

uali

zzare

in f

orm

ato

PD

F a

ll’i

ndir

izzo:

http://liceocanova.it/studenti/giornalino

32

QUESTO NUMERO È STATO GENTILMENTE SPONSORIZZATO DA: