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La Working Memory INDIRIZZI Neuroscienze Cognitive Clinica e Dinamica Silvia Stentella 198941 Argo Penovi 205876

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La Working Memory

INDIRIZZI

Neuroscienze Cognitive Clinica e Dinamica

Silvia Stentella 198941Argo Penovi 205876

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La memoriaLa memoria La memoria non è semplicemente elaborazione di

idee, sentimenti ed emozioni passate, nonostante il senso comune la consideri così.

Ciò che chiamiamo “ricordo” è il risultato dell’interazione tra differenti sistemi di memoria (sistema: insieme di elementi collegati, che formano una totalità strutturale e funzionale)

Memoria→capacità di mantenere informazioni acquisite dal sistema per più o meno tempo in modo da poterle avere a disposizione e utilizzarle per lo svolgimento dei compiti che si porranno all’individuo.

La memoria rappresenta una delle funzioni cognitive più importanti per l’apprendimento e per la vita di tutti i giorni ed è per questo che è diventato uno dei principali oggetti della psicologia

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La memoriaLa memoria(definizioni)(definizioni)

Memoria a breve termine memoria immediata per eventi, immagazzina

passivamente le informazioni che possono, o non, essere consolidate nelle memoria a lungo termine.

è prettamente dominio-specifica (verbale o visuospaziale)

mantiene ed elabora le informazioni durante l’esecuzione di compiti cognitivi

capacità molto limitata (+ 7/-2 elementi); è di breve durata

Memoria a lungo terminememorie relativamente stabili di eventi che sono

avvenuti nel passato. Il processo attraverso il quale le memorie a breve termine vengono trasformate in memorie a lungo termine viene detto consolidamento

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La memoriaLa memoria(definizioni)(definizioni)

Esplicita (sistema lobo temporale-mediale)Codifica informazioni che riguardano gli

eventi autobiografici e le conoscenze relative a fatti passati

tracce mnestiche attivate mediante un atto intenzionale di richiamo alla mente

memoria episodica: conterebbe i ricordi episodici di cui si è stati testimoni diretti e le memorie autobiografiche

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La memoriaLa memoria(definizioni)(definizioni)

Implicita (varie vie percettive e riflesse)Possiede proprietà automatiche o riflessivenon richiede un richiamo intenzionale volontario si fonda sulla ripetizione non la si può eprimere con le parole (abilità percettive

a apprendimento di alcuni tipi di tecniche e regole)

memoria procedurale:(svolgimento compiti complessi) magazzino di memoria che contiene le conoscenze operative del soggetto in merito ai processi percettivi, cognitivi e motori.

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La memoriaLa memoria(definizioni)(definizioni)

Memorie dichiarative (esplicita)Possono essere espresse verbalmente, ad esempio

la memoria autobiografica.

Memorie non dichiarative (implicita)Termine collettivo con cui si indicano la memoria

percettiva, quella stimolo-risposta e quella motoria. La loro formazione non dipende dalla struttura ippocampale.

Memoria SemanticaHa a che fare con le conoscenze astratte,

rappresentabili in modo simbolico.

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La memoriaLa memoria(definizioni)(definizioni)La Memoria di Lavoro (MdL), o Working Memory. sistema di memoria che si occupa

contemporaneamente del mantenimento e del processamento delle informazioni: ha funzioni esecutive,

mantiene relativamente stabili gli eventi che sono avvenuti nel passato,

ha relazioni più strette con l’apprendimento e con altre

funzioni cognitive. Si collega alle strutture della memoria a lungo

termine.Alcuni considerano la memoria a breve termine

come un sottotipo di memoria di lavoro, altri ritengono che le due funzioni siano due cose distinte e separate.

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La memoriaLa memoria((cenni storici)cenni storici)

Il primo a proporre una classificazione fu James

(1890) che distinse una memoria primaria, che riguarda il presente conscio, da una secondaria, come il vasto insieme di informazioni immagazzinate nel corso della vita.

I termini di memoria “a breve termine” e “a lungo termine” sono stati probabilmente coniati da Thorndike (1910).

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La memoriaLa memoria((cenni storici)cenni storici)Nel 1949 Hebb parla di un magazzino

temporaneo e uno permanente di memoria.

Con l’avvento del modello cognitivo della Human Information Processing (HIP) negli anni ’60, che paragona l’elaborazione mentale a ciò che avviene in un computer, la memoria assume un ruolo fondamentale nei processi cognitivi e viene formulato un numero cospicuo di modelli, tra i quali quello di Atkinson e Shiffrin (1968) emerge come il più accettato.

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La memoriaLa memoria(storia recente)(storia recente)Modello dei magazzini multipli

(Atkinson & Shiffrin, 1968, 1971) Reiterazione

AttenziStimolo one

Decadimento Spostamento attenzione Interferenza

MEMORIESENSORIALI

MEMORIAA BREVETERMINE

MEMORIA A LUNGOTERMINE

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La memoriaLa memoria(storia recente)(storia recente)Per Baddeley (1974) la memoria a breve termine

andrebbe sostituita da una memoria di lavoro composta da quattro componenti:

a) un circuito fonologico (phonological loop) che mantiene l’informazione in forma fonologica nell’ordine di presentazione

b)un taccuino visuo-spaziale (visuo-spatial sketchpad) specializzato per il mantenimento e l’elaborazione di informazione visiva e spaziale

c) un buffer episodico che è il sistema nel quale viene integrata l’informazione (proveniente dagli altri magazzini o dalla MLT) in nuovi elementi, che possono poi essere ulteriormente elaborati

d) un sistema esecutivo centrale (centralexecutive) che svolge funzioni di controllo, coordinamento e allocazione delle risorse

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UN MODELLO PER LA MEMORIAUN MODELLO PER LA MEMORIAIl modello multicomponenzialeIl modello multicomponenzialedella Working Memorydella Working Memory

Baddeley (1974) ha dunque sostenuto il concetto di un sistema comune che è "a capacità limitata e opera attraverso una serie di compiti che comportano codici di lavorazione diversi e differenti modalità di input”

Tale modello è un modello funzionale di

memoria di lavoro che,all’inizio, prevedeva solo tre componenti:un esecutivo centrale, un taccuino visuospaziale e un circuito fonologico.

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IL MODELLO MULTI-COMPONENZIALE IL MODELLO MULTI-COMPONENZIALE DELLADELLAMEMORIA DI LAVOROMEMORIA DI LAVOROIn una serie di esperimenti basati sull’ipotesi che

se un sistema comune a capacità limitata è impiegato in un range di compiti cognitivi, allora l’assorbire una quantità sostanziale della sua capacità per un compito supplementare concorrente dovrebbe avere effetti deleteri sulla performance di tali compiti, Baddeley e collaboratori ottennero risultati che fornirono:

1) un argomento convincente a sostegno del generale concetto di un sistema di memoria di lavoro,

2) le informazioni che hanno portato alla

formulazione del loro primo modello multicomponente di memoria di lavoro.

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IL MODELLO MULTI-COMPONENZIALE DELLAIL MODELLO MULTI-COMPONENZIALE DELLAMEMORIA DI LAVOROMEMORIA DI LAVORO

Nel 2000. a seguito di ulteriori studi, Baddeley, sempre più convinto del fatto che la memoria a breve termine andasse sostituita con la memoria di lavoro, perfezionò il modello aggiungendo, come detto, il quarto componente: il buffer episodico.

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Il circuito fonologicoIl circuito fonologico

Il circuito fonologico comprende due componenti

Magazzino fonologico ripetizione subvocalica

tracce mnestiche in ( ripetizione silente) forma acustica o fonologica che sfumano in pochi secondi

(circa 2sec) mantiene l’informazione nel magazzino fonologico

Il magazzino fonologico è paragonato ad un registratore, che registra le informazioni vocali su un nastro di durata determinata, tali informazioni vengono cancellate se il meccanismo di reharsal non le continua a registrare sul nastro (Dehn 2008)

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Il circuito fonologicoIl circuito fonologicoMentre l’input verbale entra nel magazzino

fonologico automaticamente, le informazioni da altre modalità entrano nel magazzino fonologica solo attraverso la ricodifica in forma fonologica, un processo eseguito dalla riterazione subvocalica.

Span limitato Poiché l'articolazione opera in tempo reale, la

capacità del magazzino fonologico è limitato dal numero di elementi che possono essere articolati in tempo reale prima che le tracce mnestiche siano svanite (5 - 8 voci o parole circa)

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Il circuito fonologicoIl circuito fonologicoL'effetto somiglianza fonologica Tuttavia, come molti esperimenti mostrano, il

numero di punti rinviati, dipende dalle loro caratteristiche.

Le sequenze di lettere dal suono dissimile come W, X, K, R, Y e Q sono più facili da ricordare che sequenze di lettere con suono simile, come V, B,G, T, P e C.

La similarità di significato ha poco effetto. Il significato non interferisce significativamente

con il ricordo a breve termine, mentre diventa una variabile cruciale nel ricordo a lungo termine.

Il significato delle parole infatti attiva strutture di memoria a lungo termine che facilitano il ricordo.

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Il circuito fonologicoIl circuito fonologicoL'effetto sonoro irrilevante. L’esposizione a termini irrilevanti (cue o

altro) riduce in modo significativo il ricordo seriale di materiale verbale (sia in presentazione visiva che uditiva).

L’effetto lunghezza delle parole. Sembra che la misura di span sia

influenzata dalla lunghezza delle parole e dal tempo necessario per articolarle

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Il circuito fonologicoIl circuito fonologico Il meccanismo di ripetizione subvocalica è

fondamentale per lo span verbale, poichè è stato dimostrato che impedire il rehearsal, ad esempio chiedendo ai soggetti di ripetere una parola, riduce notevolmente la lunghezza dello span stesso

Attraverso la soppressione articolatoria è possibile quindi valutare la capacità pura del magazzino fonologico e dimostrare anche come il circuito fonologico possa essere distinto in un magazzino passivo e una funzione di ripetizione

Il circuito fonologico sembra essere una componente fondamentale del modello di MdL. Numerosi studi ne hanno dimostrato la relazione con le altre funzioni cognitive (e, dunque, con l’esecutore centrale) e i processi di apprendimento, soprattutto quelli che interessano l’acquisizione del linguaggio.

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Il taccuino Il taccuino visuospazialevisuospaziale Il taccuino visuospaziale (visuo-spatial

sketchpad):E’ responsabile dell’immagazzinamento delle

informazioni visive e spaziali, per esempio memoria degli oggetti e delle loro posizioni.

Esso sembra anche occuparsi della produzione e manipolazione di immagini mentali (Baddeley, 2006; De Beni et al., 2007)

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Il taccuino visuospazialeIl taccuino visuospazialeE’ suddiviso in due sottocomponenti (Baddeley, 2006) Componente visiva Componente

spaziale

magazzino informazioni magazzino informazionivisive statiche spaziali dinamiche(colore, forma,…) (movimento, direzione)

Passivo e temporaneo Attivo di ripetizione spaziale

(mantenimento di posizioni e movimenti)

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Il taccuino visuospazialeIl taccuino visuospazialeSia la componente visiva che quella spaziale

sembrano avere capacità e durata limitate.

I pattern visuospaziali complessi sono memorizzati più difficilmente di quelli semplici, per esempio dei blocchi disposti in una matrice sono più facilmente rievocabili che se disposti in ordine sparso, e le figure asimmetriche sono più difficili da ricordare rispetto a quelle simmetriche

Non è ancora chiaro come funzionino i meccanismi di reharsal visuospaziale, ma è stato dimostrato che compiti che impegnano i soggetti in un compito visuospaziale concorrente (per esempio chiedendo loro di spingere dei tasti o muovere le braccia seguendo un target in movimento) danneggia l’immagazzinamento visuospaziale a breve termine (Logie e Marchetti, 1991; Henry, 2001).

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Il taccuino Il taccuino visuospazialevisuospazialeLa memoria di lavoro visuospaziale pare sia

coinvolta nei meccanismi di formulazione e manipolazione di immagini e nella costruzione di modelli mentali .(Cornoldi et al. 1996; De beni et al.2007) anche se le due funzioni non possono essere sovrapposte

Lo svolgimento di un compito visuospaziale concorrente, come abbiamo già sottolineato, può arrivare a danneggiare la formulazione di immagini: più o meno a seconda del tipo di compito

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Rappresentazione e mantenimento Rappresentazione e mantenimento delle informazioni nella memoria di delle informazioni nella memoria di lavoro visivalavoro visivaDopo aver accertato l'esistenza di magazzini

separati per le informazioni visive e spaziali, si può assumere che anche le rappresentazioni usate siano diverse (via del what e via del where?)

In una serie di esperimenti Luck e Vogel (1997) hanno stabilito che gli osservatori sono in grado di conservare circa 3 o 4 diverse caratteristiche all'interno di una singola dimensione (ad esempio colore, orientamento), ma che questi possono essere raggruppati con tre o quattro elementi di un'altra dimensione quando vengono integrati in oggetti

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Rappresentazione e mantenimento Rappresentazione e mantenimento delle informazioni nella memoria di delle informazioni nella memoria di lavoro visiva lavoro visiva

La memoria di lavoro visiva è vincolata dal numero di oggetti e non dal numero delle caratteristiche distinguibili che compongono gli oggetti, tali informazioni nella memoria di lavoro visiva vengono mantenute nella forma di oggetti integrati (rappresentazioni).

Nella gestione degli oggetti nella memoria di lavoro e nella selezione di oggetti percettivi in una scena visiva, sono impegnati anche i meccanismi attenzionali:

- la memoria di lavoro visiva è strettamente legata alla percezione e all’immaginazione visiva (è stato provato che la presentazione delle immagini irrilevanti interrompe il mantenimento delle informazioni nella memoria di lavoro visiva ma non in quella spaziale)

- la memoria di lavoro spaziale mostra una più stretta connessione con l'attenzione e l'azione: essa utilizza importanti risorse, come l'attenzione spaziale e/o il controllo oculomotore (le saccadi)

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Rappresentazione e mantenimento Rappresentazione e mantenimento delle informazioni nella memoria di delle informazioni nella memoria di lavoro visivalavoro visivaSulla base dei risultati empirici raccolti possiamo

supporre che il mantenimento di oggetti integrati (rappresentazioni) avvenga grazie ad un meccanismo legato alle risorse attentive.

Un compito importante per il futuro sarà quello di distinguere chiaramente tra le rappresentazioni che si svolgono nel taccuino visuospaziale e quelle detenute nel buffer episodico.

Questo fatto è particolarmente rilevante nel caso d immagini visive che integrano le informazioni visive da varie fonti, tra cui la memoria a lungo termine: un compito per il quale il buffer episodico sembrerebbe più adatto.

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L’esecutivo centraleL’esecutivo centraleL’esecutivo centrale (central executive) rappresenta il

nucleo della MdL e (a differenza dei servosistemi) appare modalità-indipendente.

Alcune critiche lo considerano come un homunculus, ossia un cervello nel cervello che prende le decisioni in maniera non specificata.

Baddeley gli attribuisce delle funzioni specifiche: 1- il coordinamento dei servosistemi (es. compiti di

dual-task, come quelli che impegnano simultaneamente il circuito fonologico e il taccuino visuospaziale o che richiedono simultaneamente l’immagazzinamento e il processamento delle informazioni

2- la capacità di alternare le strategie di recupero delle informazioni e di focalizzare l’attenzione su uno stimolo (inibendo l’interferenza di quelli irrilevanti)

3- la capacità di recuperare e manipolare informazioni dalla memoria a lungo termine

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L’esecutivo centraleL’esecutivo centraleSecondo Baddeley esso si occupa anche della

regolazione attentiva delle funzioni cognitive collegate alla memoria di lavoro (paragonato al SAS di Shallice, sistema attentivo che entra in funzione quando ci si presenta uno stimolo nuovo che non concorda con gli schemi automatizzati che regolano il nostro normale comportamento)

Baddeley nel 1996 ne ha anche sottolineato la stretta connessione con la memoria a lungo termine, attribuendogli:

- il compito di attivazione e recupero delle informazioni dalla memoria a lungo termine, stabilendo quale fra queste sia rilevante per il compito che si sta svolgendo,

- il compito di creare delle associazioni tra le nuove informazioni in entrata e quelle già possedute.

Miyake et al hanno recentemente confermato l’importanza dell’esecutivo centrale

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L’esecutivo centraleL’esecutivo centraleMiyake gli attribuisce tre funzioni:Lo Shifting riguarderebbe la capacità dell’esecutivo

centrale di spostare alternativamente l’attenzione tra compiti multipli, operazioni o sistemi mentali (es:riprodurre una sequenza alfa-numericai alternando tra loro le lettere e i numeri, cosa che richiede l’alternativo ancoraggio e disancoraggio al codice verbale e al codice numerico..

Lo Updating sarebbe il monitoraggio e la codifica di nuove informazioni rilevanti per il compito e la sostituzione di queste ultime con le vecchie informazioni non più rilevanti (es rievocare le ultime tre lettere di serie di lettere, appunto, ogni volta che ne viene aggiunta una nuova).

L’Inibizione riguarda l’abilità di inibire volontariamente una risposta automatica fortemente predominante (da non intendere come inibizione dell’attivazione intesa come il decremento dell’attivazione dovuto ad un’attivazione negativa)

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Il buffer episodicoIl buffer episodico Il buffer episodico è stato postulato per tenere

conto di una serie di dati empirici che non potevano essere spiegati usandoil modello originale tripartito.

Tampone perché funge da intermediario tra sottosistemi con codici diversi, che unisce in rappresentazioni unitarie multi-dimensionali.

Le funzioni ad esso assegnate erano prima incluse nella componente esecutiva centrale: la capacità di interfacciare i sottosistemi di memoria di lavoro con il contenuto della memoria di lavoro a lungo termine nella formazione e gestione di strutture complesse: scene o episodi, da cui l’aggettivo episodico.

Viene descritto come un magazzino a capacità limitata e coscientemente accessibile, che si collega con la memoria episodica e semantica a lungo termine in modo da costruire rappresentazioni integrate sulle nuove informazioni.

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Il buffer episodicoIl buffer episodicoViene descritto anche come un componente

multimodale, che riceve informazioni sia dalla componente verbale che da quella visuospaziale ma anche dalla memoria a lungo termine, per combinarle in un’unica rappresentazione episodica (Baddeley, 2000).

Si occupa di trasmettere e recuperare le informazioni dalla memoria episodica e semantica a lungo termine e tale recupero sembra avvenire in maniera consapevole e cosciente (Baddeley, 2000).

Gli studi fino ad oggi fatti sostengono l’esistenza di tale archivio di memoria di lavoro separato che consente il mantenimento delle informazioni in una forma integrata e multidimensionale basandosi sulle risorse di elaborazione dell'esecutivo centrale.

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Scienze cognitive: la connessione Scienze cognitive: la connessione tra le funzioni cognitive e il tra le funzioni cognitive e il

cervellocervello..Studi relazionali tra danni cerebrali e disfunzioni

cognitive e studi di neuroimmagine funzionale hanno consentito una mappatura sistematica tra i processi mentali e le strutture cerebrali.

Studi su pazienti con grave compromissione della capacità di richiamo immediato ma con intatte capacità cognitive generali e MLT, hanno supportato l’esistenza di una MBT e del suo frazionamento in più componenti.

Henson (2005):1- se stesse condizioni sperimentali danno modelli

qualitativi diversi le due condizioni danno luogo a due diversi processi funzionali,

2- se stesse regioni cerebrali si attivano per condizioni sperimentali diverse esistono processi funzionali che sono ad entrambe comuni.

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Memoria e cervelloMemoria e cervello Ipotesi confermate da studi di neuroimmagine

funzionale (PET e fMRI): 1- separazione tra ciclo fonologico e taccuino

visuospaziale, 2- possibilità di gestire le informazioni spaziali, a

seconda del compito, sia in forma di preparati o movimenti oculari che come memoria percettiva di posizione dello stimolo. (vedi slide n° 22).

Il modello funzionale della memoria di lavoro che abbiamo appenadescritto potrebbe non rivelarsi di facile mappatura.

Alcuni hanno infatti sostenuto che la memoria di lavoro esaminata che potrebbe rivelarsi essere una proprietà emergente, un prodotto della interazione di un sistema neurale altamente distribuito.