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Laboratorio Buridda, bilancio sociale 2008

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Le attività stabili del Buridda, i progetti futuri, gli eventi realizzati negli ultimi 12 mesi. Una piccola guida a uno degli spazi autogestiti più grande d'Eruopa.

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Intro 6Buridda Blues di Wu Ming 8(Ri)Percussioni sociali 10Buridda live: i concerti 12La Linea 13Filo da torcere 13

Dandymites Hi-Fi 14Casa della cultura peruviana 15Spazio migrante 15Anyway Gallery 16Atelier Monjoujou 17Subliquida psydeco’s lab 18

indice

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> bilancio sociale 2008

Officine fotografiche 19Palestra sociale 20-21Boxe “Noble art”, Yoga, Reiki,Chen Tai Ji Quan, Kung fu labAssociazioni 22-23Liska, Pixel, OnnivoroDisordredrama 2424h streaming radio 25

Autoproduzioni 26-27Compost, Subliminalart, Buridda vol I-III, Ri-percussioni vol. I-IICritical Wine 28Illegal world arts 29Progetti futuri e cooperazione 30-31Impronte sonore, Chiapas, Palestina,Biennale dello Spazio pubblico

buriddavia bertani 1, pianeta terra

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Introcamminato, tessendo le trame di un pro-getto collettivo per aprire uno spazio nella metropoli attraversata dai movimenti.Così occupammo - insieme ad altre real-tà genovesi che ancora vivono e lavorano nella nostra città - un’ edificio in Via Milano di proprietà della Carlyle Group, multina-zionale che metteva attorno al tavolo del suo consiglio d’amministrazione Bush e il fratello di Bin Laden, la Moratti e un ex di-rettore della CIA.Dopo un mese di attività venimmo sgom-berati dalla Polizia che si riprese l’immobi-le e ci consegnò svariate denunce penali.Passano poche settimane e il progetto di liberazione di uno spazio cresce in città,

Ce le avevano raccontate di tutti i colori. Per anni e anni. La globa-lizzazione avrebbe portato un’era

di sviluppo, prosperità, pace. L’economia globalizzata avrebbe tolto dal fango milio-ni di esseri umani. La guerra? Un brutto ri-cordo del secolo passato: al massimo led luminosi su uno schermo, dei pulsanti che premuti avrebbero generato conseguen-ze lontane, eliminazioni necessarie. La flessibilità? la nuova parola d’ordine per aprire le porte di un futuro rampante per milioni di ragazzi e ragazze al loro primo impiego. Balle.Un nuovo dominio globale ha raccontato la sua versione dei fatti.

Un sacco di balle. Sul pianeta Terra, una nuova ribellione, la prima del nuovo mil-lennio, ha costretto chi mentiva a circon-darsi di polizia ed eserciti per potersi riu-nire e decidere per tutti, per 6 miliardi di persone. WTO, Banca Mondiale, OCSE, G8. Assediati, ovunque andassero. Seat-tle, Praga, Cancùn, Genova. E poi contro la guerra, quella interna che prosciuga i diritti sociali e quella che an-cora sconvolge il medio oriente. Centinaia di milioni di uomini e donne nelle piazze, a occupare le stazioni, le autostrade, in Italia, sui binari a fermare i treni carichi di armi.Lì ci avreste trovato in quei tempi, insieme a tanti e tante. Su quelle strade abbiamo

“Devo avere una casaper andare in giro peril mondo”. Assalti Frontali

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nutrito dal sostegno di decine di associa-zioni, dei centri sociali genovesi, di tanti singoli e singole.In Via Bertani, al civico 1, un grande edifi-cio che ha ospitato la facoltà di economia e commercio è abbandonato dal 1997. Seimila metri quadrati vuoti su tre piani. Il pomeriggio dell’ 11 maggio 2003 un cen-tinaio di persone entrano nell’immobile e restituiscono lo spazio alla città.Laboratorio sociale, spazio pubblico, pa-role che vediamo crescere e riempirsi di senso dentro l’attività di questi anni. La-boratorio perchè bisogna sperimentare sul terreno sociale le contaminazioni che producono cultura e socialità. Quello che

non ha spazio nella metropoli, la cultura e le autoproduzioni, forme dell’arte tenute fuori dal mercato, dentro un laboratorio trovano un luogo di pratica, di condivisio-ne, trovano cittadinanza.Spazio pubblico come territorio liberato dai vincoli, dai codici, dai confini imposti dal governo della metropoli che gli spazi pubblici li chiude, li vende o li sussume dentro logiche mercantili. Spazio pubbli-co come definizione fluida di un antidoto all’insicurezza, alla solitudine, alla preca-rietà che sono le vere cifre con cui ci mi-suriamo nel presente. Ed è così che arriviamo a mettere a bilan-cio le esperienze maturate in tutto il per-

corso e, soprattutto, negli ultimi due anni, in cui si è giunti al confronto con il vuoto pneumatico delle politiche culturali della città di Genova. Il Laboratorio ha trovato il modo di diventare nodo per la rete delle dinamiche presenti e future di produzione di cultura in città. Il bilancio sociale che qui scriviamo è an-che l’occasione per aggiornare le nostre poche certezze, per continuare a speri-mentare, per provare ad essere una parte della risposta collettiva alla trasformazio-ne sociale che è necessario attivare.

Laboratorio sociale Buridda,dal pianeta Terra

intr

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Buridda bluesbreve cronistoria di un amore a distanza

di Wu Ming

La prima cosa che chiedemmo fu cosa volesse dire. Per un emiliano la parola buridda ha un suono insulare,

sardo o piuttosto siculo, da romanzo di Camilleri.Ci risposero invece che era una ricetta li-gure, una sorta di piatto globale a base di seppie e piselli, in combinazione variabile con altri ingredienti. Ci dissero che infatti a Genova una buridda è anche “un gran guazzabuglio”, “un gran casino”. E allora non solo scovammo una parentela con l’emilianissimo buridone (che significa la stessa cosa), ma capimmo anche per-ché un centro sociale avesse scelto quel nome. Soprattutto però manifestammo l’intenzione di essere portati a cena.Fu così che ci ritrovammo in un ristoran-

tino tipico, infossato in una calle - forse dovremmo dire carrugio - e affollato di gente, dove consumammo la migliore, nonché unica, buridda della nostra vita.Quella sera eravamo ospiti del laboratorio sociale per presentare il documentario di Guido Chiesa su Radio Alice, Alice è in pa-radiso. Si trattava di un lavoro preliminare al film che avevamo poi sceneggiato insie-me a Guido, Lavorare con lentezza, e che usciva nelle sale proprio in quel periodo.Quando arrivammo in via Bertani, dopo la lauta cena di pesce, ci venne messo in mano un volantino. Purtroppo non ne con-serviamo più una copia, ma la ricordiamo come una delle cose più esilaranti mai scritte sul nostro conto. Si trattava nien-temeno che di una contestazione anar-

chica, in effetti un vero cliché nella storia dei movimenti (alzi la mano chi non è mai stato contestato dagli anarchici), e tutta-via in questo caso sembravano esserci le condizioni per spassarsela davvero.Il volantino citava un nostro pezzo scrit-to nei giorni seguenti il G8 di Genova, nel quale sostenevamo che per evitare equivoci e danni collaterali a terzi durante le contestazioni di piazza, bisognava te-nere ben distinta la disobbedienza civile protetta (all’epoca praticata dalle Tute Bianche) da stili più retrò, a nostro avviso ormai del tutto controproducenti, come l’uso di spranghe e molotov.È evidente che questa presa di posizione faceva di noi dei pericolosi revisionisti e buonisti borghesi.

“Fu così che ci ritrovammo in un ristorantino tipico, dove consumammo la migliore, nonché unica, buridda della nostra vita.”

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I ragazzi e le ragazze del laboratorio so-ciale, un po’ preoccupati, andarono a parlare con gli anarchici per saggiarne le intenzioni. Noi eravamo convinti che una contestazione avrebbe movimentato la serata. In realtà le nostre aspettative si rivelarono un po’ troppo alte rispetto ai soggetti in questione: una mezza dozzina di tizi nerovestiti che ci attaccarono assai fiaccamente, prendendosi tremendamen-te sul serio. E più si prendevano sul serio più rimediavano sghignazzi e frecciate da noi e dal pubblico. A un certo punto, nel tentativo maldestro di mettere in discus-sione il nostro ruolo di narratori “copylef-ter”, sostennero addirittura che fissare le storie su un qualsivoglia supporto è già di per sé un atto conservativo e reazionario, un modo di volersene appropriare. Una tesi originale, che - tratte le debite con-seguenze - ci porterebbe a individuare la radice della corruzione del nostro mestie-re nel momento in cui il primo uomo di Neanderthal disegnò una scena di caccia sulla parete di una grotta. Ah, bei tempi, la Preistoria. Non potemmo trattenerci dal consigliare a lorsignori di tornare a vivere in purezza... sugli alberi.Irritati dal nostro sarcasmo i suddetti ini-ziarono a farsi più grevi e commisero un errore madornale: chiamarono in causa le Tre Giornate di Genova 2001. Proprio non

avevano considerato che in prima fila ad ascoltare la nostra presentazione erano seduti i coniugi Giuliani.Difficile dimenticare l’intervento che Giu-liano Giuliani fece quella sera. Riuscì nell’impresa di coprire quei mesti figuri di contumelie e di ridicolo senza perdere una grammo di stile. Magistrale.Alla fine, vuoi per la simpatia dei compa-gni e delle compagne del Buridda, vuoi per la performance degli anarchici, vuoi per la passione di Mr. Giuliani, ne uscì una gran serata e finimmo per lasciare lì un pezzo di cuore, certi che prima o poi le nostre stra-de si sarebbero incrociate di nuovo. E infatti.Tornammo in via Bertani tre anni dopo, per parlare di Manituana, il nostro roman-zo “americano”, che racconta la guerra d’indipendenza dal punto di vista dei na-tivi Mohawk.Ai muri del centro sociale trovammo appe-si manifesti in stile Space Invaders, dove navicelle aliene incombevano minacciose su un piccolo polpo (o forse una seppia). L’unica scritta diceva: (under attack). Pro-prio così, tra parentesi, quasi a voler sot-tolineare che il Buridda non era “chiuso per emergenza”, che anche sotto attacco continuava a fare iniziative. Un proposito raro e prezioso: in giro per l’Italia abbiamo visto decine di sgomberi annunciati far

saltare concerti, presentazioni di libri, ini-ziative culturali. Ci aspettavamo nervi tesi e la sala mezza vuota per problemi orga-nizzativi: invece c’era il pienone, la gente in piedi e tante domande.Unico sintomo della difficile situazione politica, un’epidemia di raffreddore.Già, perché una settimana prima, un folto drappello di indiani metropolitani era an-dato a far visita allo sceriffo della contea Centro-Est, mister Aldo Siri, che aveva auspicato il rapido sgombero del Buridda, in quanto ricettacolo di perdizione e sedi-zione. Prima di essere ricevuti, i Mohawk avevano dovuto aspettare a lungo al fred-do sotto la pioggia, con le sole penne a far da ombrelli sulle teste, e così erano fioccati i malanni. Una volta dentro, però, avevano consegnato a quel caro signore una copia di Manituana, insieme a una lettera che cominciava così:“Questa contea ha bisogno di meno sceriffi in municipio e di più indiani per le strade.”E si concludeva con la certezza che “Ci saranno sempre più indiani che sceriffi”.Non siamo sicuri che la frase abbia una va-lidità universale, soprattutto se pensiamo all’America di oggi. Ma quel che è certo è che il Laboratorio Buridda, a differenza di altre tribù, non sembra davvero rassegnar-si a diventare una riserva. Una gran bella attitudine per i tempi che viviamo.

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Nato 3 anni fa dall’entusiasmo di un gruppo di ragazzi percussionisti allievi di Marco Fossati, il Lab. Ri-

percussioni sociali è ormai una realtà della scena musicale underground genovese, è il luogo dove tutti i giorni si sperimentano, praticano, insegnano vari generi musicali. È un laboratorio animato da decine di per-sone di diverse nazionalità.Lo spirito che anima i componenti del col-lettivo musicale è la condivisione della pas-sione per la musica, secondo le molteplici declinazioni che essa può assumere, dalla pratica estemporanea al professionismo, dall’insegnamento all’improvvisazione.Tutte le attività si ispirano a principi di equità sociale che contrastano quindi l’idea di dover pagare per poter fare, stu-diare, provare musica. Demercificazione

degli spazi pubblici è la parola d’ordine: gli strumenti e i saperi musicali sono mes-si a disposizione gratuitamente.Ripercussioni organizza corsi a prezzo sociali per l’approfondimento della per-cussione e del canto afrocubano, gruppi di studio autogestiti ed ospita all’interno dei propri spazi le prove (sempre aperte!) di diversi gruppi musicali che si alternano settimanalmente.Il laboratorio dispone di un archivio digi-tale di materiali musicali audio-video in continua espansione, grazie al contributo di tutti coloro che vogliono condividere cultura liberamente.Proiettato all’esterno, Ripercussioni propone le proprie produzioni in vari locali genovesi ed organizza attività di diffusione della percussione afrocuba-

na nelle scuole e nei centri educativi del territori.Grande importanza hanno assunto gli in-terventi di animazione musicale in colla-borazione con Lega Ambiente e Mercato Equo Solidale e i laboratori musicali per bambini e per disabili in collaborazione con l’associazione ZetaT nei centri edu-cativi del ponente genovese.Dal gennaio 2008 il laboratorio ospita all’interno dei suoi spazi l’associazione culturale OltreilSuono che cura, con Me-lavideo, le riprese audio-video e le pro-duzioni del laboratorio. I primi due anni di sperimentazioni musicali sono conflu-iti nelle due compilations Ri-Percussioni Sociali vol.1 e vol.2, autoprodotte e ascol-tabili gratuitamente su www.myspace.com/ripercussionisociali.

(Ri)Percussioni sociali“Demercificazione degli spazi pubblici è la parola d’ordine:gli strumenti e i saperi musicali sono messi a disposizione gratuitamente.”

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musi

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Ripercussioni sociali ha Inoltre in cantiere il progetto Impronte Sonore, vedi progetti futuri a pag. 30

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Dalle prime serate hardcore e noise, realizzate con impianti di fortuna, è passato del tempo: il Laboratorio Sociale Buridda, che non nasceva come palco live, è diventato, con tutta probabilità, una delle scene più importanti di una città che

a gran voce chiede cultura.Dalla mancanza di filtro, all’attuale gruppo di lavoro dedicato – una commissione spet-tacoli che garantisce ciclicità e qualità della proposta artistica – il collettivo del Labo-ratorio ha dimostrato di saper costruire stagioni dense tanto di proposte quanto di coraggio nello sperimentare.Il calendario dei concerti del Laboratorio è costruito a più mani, insieme a diverse re-altà. Tra queste: Disorder Drama, Volùmia, Ripercussioni Sociali, Relative Foundation, Onnivoro, Dandymites Hi-Fi, Borberock, Second Skin, Malevoci, Subliminalart.Sul palco, in questi 5 anni, si sono esibiti gruppi provenienti da tutto il mondo, co-stituendo nella Buridda un nodo fondamentale dei circuiti nazionali di produzione di musica dal vivo.Due gli obiettivi che non abbiamo mai perso di vista: l’accessibilità alle serate, garantita dal prezzo dei concerti che non supera mai i cinque euro, necessari al rimborso per i gruppi in tour e l’attenzione alle band genovesi, sempre numerose sulla scena dei no-stri concerti e che, da questo proficuo scambio, hanno ricavato i contatti e la possibilità di portare oltre i confini cittadini le proprie proposte.

Buridda live: i concertim

usi

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info concerti:www.buridda.orgmyspace.com/buridda

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Il laboratorio La linea nasce dopo lunghi lavori di adeguamento delle sale - insonorizzazione, strumentazione - il primo Gennaio 2007.Oggi partecipano al progetto cinque persone, ma in passato (e speriamo nel

futuro) il laboratorio è stato ben più affollato!All’interno del laboratorio si sono svolte fino ad oggi prove di diversi gruppi musicali, studio e composizione d’opere di numerosi “artisti”.Il laboratorio è attualmente utilizzato come sala prove dal gruppo “Blood sweat and no tears”.Dall’ 1 Ottobre 2008 “La Linea” ha finalmente dato il via al progetto “Sala pro-ve ad ore” obiettivo al quale i componenti miravano ormai da tempo; questo progetto è nato per dare possibilità ai gruppi emergenti genovesi di suonare in una sala - con strumentazione professionale - spendendo la metà rispetto ad una qualunque sala a ore; il ricavato serve al laboratorio come autofinan-ziamento. Un particolare ringraziamento va, oltre che al Laboratorio Buridda, alle asso-ciazioni Volùmia e Liska.

La Linea

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FiloDaTorcereNato come luogo del baratto tra i componenti che animano il Bu-ridda, FilodaTorcere è approdato con carrelli e grucce per le strade di Genova! Il mercatino dell’usato è attivo oramai da due anni e in manie-ra più o meno sincopata fa la sua comparsa durante concerti ed eventi culturali in via Ber-tani e per la città, ultima uscita durante la notte bianca del 13 settembre 2008. Insieme alla ridestinazione d’uso dell’edificio e agli arredi della Buridda, è un altro valido esem-pio della “filosofia del riciclo”che accompagna le nostre attività: non ti va più un paio di pantalo-ni? Il maglione verde ti ha stufa-to? Potrai barattarlo con un altro capo o acquistarne uno a prezzo simbolico!

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È solo l’ultima sigla ad apparire nel panorama dei sound system geno-vesi; le basi di questo nuovo proget-

to sono state gettate nel corso dell’estate 2008 da tre amici: Tommy, Taffy e Dr. Win-ston. Un gruppo di recente formazione ma che arriva dagli storici Godfather Ska club e vanta esperienze in numerose si-tuazioni: scooter rally, raduni mod, feste, aperitivi, concerti.La nostra caratteristica principale, quella che ci distingue dagli altri e ci ha fornito di un seguito fedele e competente, sta nel tipo di musica che proponiamo, qualcosa che gli altri non suonano.La musica giamaicana che ci piace ha Ra-dici ben precise e il nostro sound riflette ovviamente i nostri gusti. Gli anni dello ska, del rocksteady e dello skinhead reg-gae rivivono ad ogni serata!

Il reggaeche proponiamo è quello con cui siamo cresciuti e che ha influenzato le no-stre sottoculture.Altro aspetto non secondario riguarda i sup-porti con cui suoniamo: per noi sound sy-stem vuol dire vinile e vinile vuol dire dischi originali... niente ristampe sui nostri piatti!Questo ci porta attraverso vari canali ad una costante ricerca di materiale originale per avere sempre nuovi pezzi da proporre alla nostra attentissima audience… anche se poi c’è una lunga serie di classici e pez-zi immortali che il popolo reggae gradisce sempre.Oltre al sound system il nostro impegno va anche nell’organizzazione di concerti ska e reggae. Nel nostro piccolo facciamo il possibile per portare a Genova dei grup-pi validi e organizzare delle serate musi-cali divertenti e di buon livello.

A l di là delle frontiere dell’immigra-zione, le vicissitudini umane ci hanno portato 4 anni fa a convi-

vere socialmente con i nostri fratelli del laboratorio sociale occupato Buridda: lì non siamo andati a piangere le nostre disgrazie né a lottare per l’integrazione; lì siamo andati a sviluppare le potenzia-lità della nostra comunità, lì abbiamo imparato a lavorare insieme, con la con-sapevolezza comune che tutti abbia-mo il diritto di vivere in una terra senza frontiere! La grande forza del laboratorio sociale è quella di aver aiutato a cresce-

Dandymites Hi-Fim

usi

ca

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Casa della cultura peruvianare una associazione giovane, nata con l’intento di riunire le associazioni peru-viane presenti a Genova, obiettivo oggi realizzato.In questi 4 anni la Casa della Cultura Peruana ha fatto sì che molte associa-zioni dell’America latina intrecciassero il loro percorso con le attività del Buridda: associazioni peruviane come Los Chan-cas del Perù, il circolo sportivo peruano, l’Hermandad del Senor dei miracoli...Tante le persone che usufruiscono degli spazi dell’associazione (gruppi musicali, pittori…) tantissime le feste organizzate nella consapevolezza comune che il pro-blema degli spazi per una socialità fuori dalle logiche di mercato, è un problema che investe tutti, migranti e non.Insieme al laboratorio Sociale Buridda abbiamo organizzato il progetto Spazio Migrante, la festa del Primo Maggio, ab-biamo partecipato e organizzato la marcia per i diritti dei migranti, qui a Genova.La continuità del Buridda è anche la con-tinuità della nostra associazione!

mig

ranti

SpaziomigranteÈ stato il luogo dove nel 2007 è iniziato un percorso di incontro e condivisione di conoscenze e cul-tura tra i componenti della Buridda e le comunità migranti che vivono o hanno attraversato gli spazi del la-boratorio.Corsi di italiano, incontri di appro-fondimento delle tematiche legate alla mediazione interculturale, alla legislazione sull’immigrazione, alla sanità, al lavoro...Momenti di festa durante i qua-li, nei locali dello spazio migrante, strumenti musicali del Bangladesh hanno suonato insieme alle chi-tarre sudamericane, momenti nei quali abbiamo fermato le danze per ragionare insieme su precarietà e condizione migrante.sociali.

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L’atelier nasce come spazio personale di lavoro nell’estate del 2006 e subito concentra la

propria ricerca attraverso la sperimen-tazione di diversi media; la fotografia, il video, l’installazione. La scelta dello spazio e alcuni progetti in esso realiz-zati sono stati fondamentali per la pro-pria formazione.Successivamente si è cercato di cre-are uno spazio collettivo autogestito dove artisti possano sperimentare, mutare, stravolgere il proprio lavoro, sviluppare nuovi progetti in rapporto con il luogo che li ospita.Per questo motivo per dare maggiore spazio e visibilità nell’autunno del 2007 si è creata la Anyway Gallery, uno spazio nato dall’esigenza di mettersi in gioco in una città che non offre nulla a giovani artisti emergenti.Partendo dal significato del nome stesso, riuscire a realizzare espo-sizioni personali e collettive, performances, installazioni audio-vi-deo, musica sperimentale e dj set.Offrire opportunità ad artisti di creare passo dopo passo il proprio spazio espositivo, interagendo con le varie realtà ospitate dal Labo-ratorio Sociale Buridda, maturando e rapportandosi con esse.

art

i vis

ive Anyway Gallery

info: [email protected]/anywaygallery

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Atelier Monjoujou – confezioni artigianali, rivisitazione capi vintage, riciclaggio tes-suti – è una creazione di Irene e Chiara.Nasce nel gennaio 2008 come luogo d’incontro di stili e competenze acquisiti

attraverso percorsi differenti.La nostra collaborazione ha inizio casualmente nell’inverno 2005 per la progettazione e realizzazione di un abito per un concorso.Da quel momento le richieste di produzione e collaborazione sono divenute sempre più frequenti, finché, alla fine dei nostri percorsi di studi, abbiamo deciso di trasfor-mare queste occasioni in un progetto tuttora in fase di sviluppo.L’idea è quella di creare autonomamente una linea di abbigliamento, occupandoci noi di tutte le fasi di ideazione, progettazione e confezione.Questo spazio è per noi luogo di ricerca, sperimentazione e crescita, un comune percorso di evoluzione che ci dà l’opportunità di condividere idee e conoscenze con altre realtà.L’atelier mette a disposizione lo spazio a chi avesse bisogno di utilizzare i macchinari, consultare testi di modellistica, taglio e cucito, storia della moda e del costume.Nell’ultimo trimestre con i finanziamenti della provincia di Genova Monjoujou ha dato il via a un circolo di studio sul riutilizzo di abiti e costumi.

art

igia

natoAtelier Monjoujou

info: [email protected]/monjoujou

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Subliquida diventa parte effettiva del Laboratorio Buridda negli ultimi mesi del 2007: propone un progetto

di sviluppo artistico tramite la creazione di decorazioni psytrance e l’organizzazione di eventi legati alla cultura goa.Rispetto al classico lavoro artistico legato alle feste goa, Subliquida lavora per rivo-luzionare i canoni di decorazione; man-tenendo la costante di fluorescenza crea installazioni dove variano forme, materiali e concezione.La ricerca artistica portata avanti nel la-boratorio ha portato tutti i suoi compo-nenti ad una maggiore consapevolezza di se stessi in relazione alle altre persone e all’ambiente circostante: questa nuova consapevolezza è confluita nell’organiz-zazione di eventi ecosostenibili e ad im-patto zero.L’atmosfera che si vuole raggiungere è di totale positività grazie al connubio tra mu-sica, installazioni artistiche e spettacolo.Gli eventi che abbiamo organizzato si sono svolti principalmente fuori dal La-boratorio, immersi nella natura, ma sono previsti in futuro workshop e dibattiti all’interno del Buridda.

Subliquidapsydeco’s lab

info: myspace.com/subliquida

art

i vis

ive

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Officine fotograficheIl laboratorio Officine Fotografiche nasce con l’idea di colmare la mancan-

za di spazi gratuiti o a basso costo nei quali praticare/apprendere la tec-nica fotografica in modo (semi)professionale. Basato sulla condivisione

dei saperi, il laboratorio è aperto a chiunque necessiti di uno spazio o voglia mettere in comune esperienze.OF è strutturato in due parti: una sala di posa, in via di ultimazione, che comprenderà un set di luci e flash, fondali di vario genere, at-trezzatura fotografica da studio per il ritratto e lo still-life, due ca-merini, un piccolo deposito per oggetti di scena e una camera oscura (solo bianco e nero), già attiva, comprendente due ingran-ditori per pellicole in piccolo formato e uno per il medio formato, vaschette di varie dimensioni e tank per lo sviluppo.Nell’ultimo trimestre del 2008, con i finanziamenti della Provincia di Ge-nova, OF ha dato il via al circolo di studio “Officine Fotografiche | Retrò”. Ri-utilizzare macchine fotografiche vecchie e amatoriali apprezzandone difetti ed errori. I lavori in corso sono visionabili sul fotolog: http://www.flickr.com/officinefotograficheburidda mentre a dicembre 2008 Anyway Gallery ospiterà la mostra finale del gruppo.

foto

gra

fia

info: www.flickr.com/officinefotograficheburidda | [email protected]: myspace.com/subliquida

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Palestra socialeBoxe “Noble art”

Crediamo che lo sport, con gli alti costi delle palestre sia troppo spesso un privilegio. Noi pensia-

mo che sia un diritto poterlo praticare. Perchè intendiamo lo sport anche come mezzo per attivare percorsi di inclusione e di emancipazione sociale attraverso la sua pratica.La palestra popolare ‘noble art’ è uno dei primi progetti sociali nati all’interno del Laboratorio Buridda. Già dall’estate 2003 il recupero di alcune sale, la costruzione di un ring e l’installazione degli attrezzi ne-cessari, rendono possibili le prime attività che procedono spontaneamente e in ma-niera totalmente gratuita.Nel 2004, dall’ incontro con Antonio Vil-lasante, maestro di boxe e membro del-la squadra uruguaiana nelle olimpiadi di Roma 1960, la palestra diventa uno spa-zio organizzato dove poter apprendere e praticare pugilato, seguiti da un maestro per tre giorni alla settimana.

Dall’inizio dell’attività sono transitati dalla sul ring di via Bertani più di un centinaio di ragazzi e ragazze e sono state organizza-te diverse esibizioni amatoriali di pugila-to, oltre che la partecipazione nel 2006 ai mondiali antirazzisti. Attualmente la sottoscrizione mensile per partecipare alle lezioni di boxe è di 20 euro al mese più l’assicurazione obbligatoria annua-le e gli allenamenti si tengono tutti i lunedì, mercoledì e venerdì dalle 17.30 alle 19.00. Per info e contatti è possibile venire diret-tamente in palestra, al primo piano del la-boratorio Buridda, durante gli allenamen-ti, oppure mandare una mail a [email protected]

[email protected]

sport

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Yoga e ReikiLaboratorio di Yoga e Reiki Il laboratorio organizza corsi ed incontri di avvicinamento alle due discipline e ses-sioni di approfondimento. L’idea di socia-lizzare i saperi, di aprire le porte a differen-ti culture in modo accessibile e semplice a tutti ci sembra importante e assoluta-mente coerente con le discipline che pra-tichiamo; proprio per questo il laboratorio cercherà la collaborazione di chi ha in co-mune con noi lo spirito di condivisione dei saperi, in particolare quei saperi che sono volti al benessere di tutti. I corsi sono in via di attivazione.Per informazioni contattate:Marta: 3477880370 [email protected]: 3398122488 [email protected]

Kung Fu lab Laboratorio di stili d’arte marziale Il programma d’allenamenti è rivolto al neofita e a chi possiede già la conoscenza dei rudimenti, e si svolge in regime di mul-tiplo reciproco scambio culturale. L’obiettivo è l’autorealizzazione del-l’uomo come essere spirituale che agisce in un mondo materiale rispetto al quale trasmette e riceve forze fisiche che, con Kung Fu lab, vengono sapientemente codificate con le cosiddette “forme” de-gli stili del Wing Chun e dell’Hung Gar.

Frequentazione gratuitaLunedì , Giovedì , Venerdìdalle 18,00 in poi.Info: mail a [email protected]

Chen Tai Ji QuanIl Tai Ji Quan stile Chen unisce l’efficacia del combattimento alla ricerca del rag-giungimento di un buono stato di salute, l’armonia del corpo e della mente.Il termine Tai Ji rappresenta la sorgente primaria della creazione, che presiede ed è antecedente alla divisone dell’energia Yin e Yang.Quan è qui inteso come Arte Marziale.Chen Wangting vissuto nella prima metà del 1600 è il fondatore del Tai Ji stile Chen. Nel laboratorio gli allievi vengono intro-dotti all’apprendimento della prima forma, Yi Lu, composta da 83 figure.

Frequentazione gratuita.Martedì e Giovedì 9:00-10:[email protected]

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LISKA

Liska è un associazione nata nel 2006 che vuol’ essere strumento per chi ha un idea ma non lo spazio dove

farla crescere, per chi rivendica il diritto alla cultura ma non sa come e con chi esercitarlo.Nella metropoli diventano più stretti i ca-nali che assicuravano la condivisione del-le idee e la loro riproduzione, se non in-tendono transitare dal mercato. Ma c’è un fiume sotterraneo che si fa strada e che emerge quando vengono riaperti spazi pubblici dove può esondare l’espressione artistica.L’associazione Liska vuole essere un possibile varco per l’ esondazione e per la convergenza di teatranti, musicisti, scul-tori, pittori, scrittori, mediattivisti che al-trove non hanno cittadinanza, non hanno spazio, non hanno strumenti e che attra-verso Liska possono incontrarsi, mesco-

larsi, resistere, fare cultura.Dal 2006 a oggi Liska ha promosso e or-ganizzato mostre fotografiche, festival musicali, presentazioni di libri e progetti di cooperazione internazionale nelle comu-nità zapatiste in Messico e in Palestina. Liska è fra i fondatori dell’ associazione nazionale Pixel, rete di associazioni e gruppi informali che intende connettere e moltiplicare esperienze sociali e culturali alternative.Liska, in partenariato con l’associazione ‘A la CallÈ di Rimini’ e il Rapprochement Center di Beit Sahour in Palestina, par-tecipa al progetto del “Centro Educativo Angelo Frammartino”.

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Associazione PixelAbbiamo bisogno di reti. Abbiamo bisogno di strumenti concreti.Abbiamo bisogno di dare una possibilità reale ai nostri sogni.

Pixel vuole innanzi tutto quindi essere contenitore, motore di ricerca e moltiplicatore di opportunità nell’ambito della produzione sociale nel nostro paese. Una rete di progetti sociali connessi che condivida, ricerchi, produca risorse, nell’accezione più ampia e complessa del termine.Pixel è un’associazione nazionale composta da più di 70 fra reti di associazioni, gruppi formali e informali. Più info si possono trovare sul sito www.associazionepixel.org

Associazione OnnivoroOnnivoro è un’associazione di promozione sociale e culturale senza scopo di lucro, nata per mettere in comunicazione fra loro persone con idee, contatti ed esperienze diverse. Vuole essere uno strumento efficace per la realizzazione di mostre, convegni, concerti e festival. Le esperienze realizzate con il Laboratorio Buridda rappresentano l’inizio di un percorso di collaborazioni con realtà territoriali e sono state preziose per iniziare a promuovere i nostri intenti culturali e sociali.

[email protected]

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Disorderdrama

le compilation del Buridda, una fanzine e molti altri progetti.Dopo una peregrinazione durata sette anni, tra locali privati, circoli ARCI e si-tuazioni varie, abbiamo realizzato che uno dei valori messi in campo nelle nostre interazioni era la tensione a riportare l’at-tenzione dei gestori e del pubblico sulla musica dal vivo di qualità.Consci, dell’importanza di riconquistare spazi da utilizzare per concerti non scon-tati, a basso costo, ma ad alto spessore culturale, abbiamo incontrato un collettivo con cui è stato possibile, per la prima vol-ta, dialogare e non semplicemente fermar-

Disorder Drama organizza concerti, eventi, mostre. Si occupa inoltre di produzione e booking per gruppi

locali su scala nazionale e della realizza-zione di materiali audio, foto e video.Il progetto, nato nel 2000, attraverso va-rie collaborazioni è diventato una struttura ben radicata nel territorio locale, con gran-de visibilità e un’ottima rete di contatti sia sul piano nazionale che internazionale.Ad oggi, DD ha organizzato più di 400 eventi permettendo a quasi 500 gruppi di calcare le proprie scene. Ha un sito che sta diventando un portale di riferimento e, in produzione, un libro,

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si agli stereotipati meccanismi dedotti da problematiche economiche e/o di genere.Abbiamo aderito al progetto Buridda nel 2005 accettando entusiasti la sperimen-tazione e la continua ricerca di identità, che questo incontro ha generato.La cadenza dei concerti stagione 2005/06 è stata mensile, quella del 2006/07 e 2007/08 settimanale. Nel 2008/09 siamo tornati al mensile per invitare, lasciando libero più spazio, un maggior numero di realtà a partecipare alla programmazio-ne. Insieme al laboratorio stiamo parteci-pando al progetto radio, progetto che ha mosso i primi passi con la 24h [vedi 24h].

info: [email protected]

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“24H Creative streaming”, una giorna-ta di radio online: in diretta dalle 12 di Sabato 28 Giugno alle 12 di Do-

menica 29, 2008. Genova è una città anziana che investe poco sui giovani in termini di politiche cul-turali e sociali. Gli investimenti per la promozione delle nostre culture sono ridotti al minimo, a favore di interventi, peraltro insufficienti, volti al consoli-damento di un offerta culturale di tipo tradizionale. C’è la necessità, avvertita da tutti gli operatori nell’ambito delle culture off, giovanili e informali di un cambio di tendenza, attraverso interventi di sup-porto e valorizzazione delle realtà esistenti nel set-tore.Si tratta di “fare sistema” e dare visibilità a progetti che, aldilà del loro valore intrinseco (spesso eccel-lente), sono in grado di intervenire positivamente sul mondo giovanile: sia in termini complessivi sia nell’ambito dell’integrazione intra-culturale. Ci è sembrato interessante realizzare la radio in strea-ming, per seguire l’evento “24H di Creat(t)ività”, rac-contarlo e arricchirlo di contributi e riflessioni. Una comunicazione autonoma è un ottimo mezzo per acquisire visibilità anche in ambito mainstream.

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24hradio.buridda.org

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CompostCMPST è una fanzine aperiodica fotoco-piata in formato A5 orizzontale, con la co-pertina stampata a colori. La tiratura è di 200 copie ad uscita, assemblate a mano, distribuite gratuitamente a concerti e in selezionati luoghi di Genova. Il file, forma-to pdf e licenza Creative Commons, è a disposizione sul web.CMPST cerca di de-scrivere il comples-so panorama dell’underground culturale locale, partendo dalla musica ma appro-dando, spesso, ad altre arti: dal teatro all’immagine, dal paesaggio al video. Si sforza di far collidere le nicchie culturali parallele. Mette in relazione chi produce: chi fa musica con chi disegna, chi fa gra-fica con chi organizza mostre.CMPST nasce nel 2007, vive grazie alle donazioni e ai concerti benefit tenuti in Buridda. Parla di quello che succede, dei corsi e ricorsi storici, dal ‘77 ad oggi, dal punk alla globalizzazione obbligata. Pro-dotto da Disorder Drama, si permette di

SubliminalartSubliminalart è un’autoproduzione che nasce a metà degli anni 90 dalle men-ti di Tibo e 108; inizialmente fanzine in formato a5 fotocopiato in bianco e nero, oggi, dopo un lungo periodo di inattività, Subliminalart è tornata!Vittorio “uez” e Alberto “albeok” - pur mantenendo inalterato l’aspetto di au-toproduzione, in continuità con lo spirito che animava la prima edizione - la ripre-sentano con un aspetto grafico nuovo e una qualità di stampa superiore.Subliminalart propone una panora-mica della scena dei graffiti in Italia e all’estero, puntando molto sulla qualità

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Fanzine

dire ciò che altri dimenticano.CMPST ha per sottotitolo “A Genova Non Si Butta Via Niente” e tratta anche di am-biente, cucina vegetariana e detti popo-lari: per riscrivere un’immagine contem-poranea di una città che è come il porco, necessaria e vitale.

http://compost.disorderdrama.org

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Il progetto delle nostre auto-produzioni audio è l’inizio di un lavoro che vuole sottolineare la scarsa qualità della circo-

lazione dei prodotti culturali. Primo passo per avvicinare e rieducare i mezzi di co-municazione che spesso tralasciano le re-ali potenzialità dell’underground locale, le Compilation del Laboratorio Buridda sono il veicolo attraverso il quale presentare alla

città la produzione culturale|musicale del centro. Nel cercare di offrire un progetto il più possibile professionale si è optato per la stampa del cd con booklet in quadricro-mia e tray trasparente. Grazie al concept grafico si sta componendo una serie - tre i cd già usciti, presto in arrivo i prossimi due capitoli! - che rende l’opera viva come un unicum in progress.La complessità della scena genovese è tale che non abbiamo ritenuto utile una di-visione per generi, ma abbiamo scelto, cd dopo cd, di premiare le realtà che operano in Buridda dando loro il ruolo di Direzione Artistica: Disorder Drama prima, voLùmia e Ripercussioni Sociali poi, si sono trovate nella condizione di scrivere, attraverso la tracklist, una sorta di racconto delle pro-prie serate. Realizzate in coproduzione con i gruppi, che pagano una piccola quo-ta in cambio di venti copie da ridistribuire, le cinquecento copie sono un esempio di quanto si possa fare autogestendo un pro-getto di stampa.

Compilationdelle opere scelte.Sul primo numero, uscito a luglio 2008, trovate artisti provenienti da tutta Europa, dagli USA , dal sud America e dall’Asia.Oltre ad uno spazio nel quale viene propo-sto un mix dei migliori disegni pervenuti, Subliminalart propone approfondimenti su eventi e special di singoli artisti o crew.Nonostante l’autoproduzione e l’impossi-bilità ad entrare nei canali ufficiali di distri-buzione, la prima uscita ha avuto un buon successo in Italia e all’estero. Sublimina-lart ha raggiunto Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Spagna ... e ha avuto richieste anche oltre oceano!Il progetto Subliminalart è potuto ripartire grazie alla possibilità di autofinanziamen-to data dal Buridda attraverso l’organiz-zazione di serate hiphop ed è per questo che a noi piace considerarlo un prodotto a tutti gli effetti “figlio” del Lsoa Buridda.Durante questa estate l’entusiasmo col quale abbiamo proposto la fanzine in tut-ta Italia ha fatto si che altri artisti italia-ni si siano avvicinati al progetto: oggi la “redazione” ha un nuovo collaboratore, il foggiano Vincenzo”caktus” che si occupa delle interviste agli artisti, mentre molte sono oramai le mani che ci aiutano nella diffusione e nella raccolta di materiale.

www.myspace.com/subliminalart

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Terra e Libertà/Critical Wine (TL/CW) nasce da un’idea di Luigi Veronelli e si propone di difendere i piccoli

produttori agricoli dallo strapotere delle multinazionali agro-alimentari, salvaguar-dando l’umanità dall’omologazione del gusto, sempre più appiattito dalle grandi produzioni industriali.Da 6 anni Critical Wine è una manifes-tazione itinerante, dedicata al vino, che propone ai cittadini/consumatori piccole produzioni vinicole rispettose del lavoro contadino e della t/Terra.A Genova la manifestazione è ospitata all’interno del Laboratorio sociale Burid-da e si svolge ogni anno intorno a metà novembre, raccogliendo produttori da tutto il Nord-Centro Italia con una parti-colare attenzione alle imprese agricole dell’entroterra ligure.Ogni anno per due giorni il Laboratorio Buridda si trasforma in una grande perfor-mance collettiva enogastronomica dove è possibile riscoprire gusti e sensazioni, cibi e vini sempre più rari.L’ultima edizione ha visto la partecipazi-one di oltre cinquanta aziende agricole, con più di 2.000 visitatori.Con i finanziamenti della Provincia di Genova nell’ultimo trimestre del 2008 è stato aperto un circolo di studio sui temi dell’agricoltura e alimentazione biologica.

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Critical Wine

info: criticalwine.buridda.org

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I llegal Art non è solo palcoscenico per l’arte visiva - in prevalenza Street – ma è un evento laboratorio nel qua-

le si ricercano e creano nuovi legami e nuove tendenze. Punto di partenza per questo incontro è stato l’underground, luogo fertile e creativo per le produzioni indipendenti e spontanee. Ci sono volute numerose edizioni prima che Illegal Art divenisse un appuntamento ufficiale, ed oggi molti degli Artisiti che vi hanno preso parte sono emersi dall’un-derground, divenendo agli occhi di tutti artisti riconosciuti a livello internazionale.

Dal 2007 l’evento prende il nome di Illegal World Art grazie alla partecipazione di al-cuni fra i nuovi creativi dell’underground mondiale, allargando quindi la visuale pri-ma concentrata unicamente sul contem-poraneo made in Italy.L’Illegal Arts nasce spontaneamente da chi produce “arte” indipendente, pratica o si avvicina in maniera critica alle nuove tendenze. Solitamente gli artisti, che si ri-uniscono nello spazio urbano, occupano e improvvisano una mostra, sottolineando quindi al contempo la mancanza di spazi pubblici per la libera espressione.

Diversamente l’Illegal Art di Genova, si è svolto in un posto già occupato, il Lsoa Buridda (struttura indipendente che ha supportato e permesso a molti giovani di evolvere e arricchire le proprie intuizioni trasformandole in conoscenze ed espe-rienze uniche per la Città)Le tre edizioni svoltesi in Buridda hanno visto centinaia di artisti alternarsi sulle pa-reti del palazzo, e migliaia di visitatori.Genova, che sembrava affetta da una dif-fidenza congenita nei confronti dell’arte underground, dal 2003, grazie all’Illegal Art, si sta poco a poco svegliando.

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Illegal World Arts

info: criticalwine.buridda.org

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Impronte sonoreIl progetto promosso da Ri-Percussioni Sociali è frutto della volontà di confron-tarsi con la crescente diversità cultura-le della città, e della presa di coscienza dei problemi che nascono dalla stigma-tizzazione e dal rifiuto acritico di queste diversità; attraverso la registrazione di “impronte sonore” che lascino un segno nel tessuto sociale cittadino e favorisca-no il riconoscimento delle reciproche dif-ferenze, ma anche delle somiglianze che caratterizzano le nuove comunità migranti di Genova, si vuole appunto dare il via ad un percorso di conoscenza delle proprie identità sonoro-musicaliL’idea consiste nell’offrire l’opportunità ai vari gruppi migranti che cercano spazi di aggregazione musicale – ad oggi precari e improvvisati, come lo sono la Commen-

ProgettiinternazionaliQue viva la dignidad rebelde!Dal 2007 il laboratorio Buridda, insieme a Carta, Mani Tese, Giovani Comunisti, l’associazione Less e Riva Sinistra,ha dato vita al progetto nazionale “Dignidad Rebelde”. Non solo solidarietà con le co-munità zapatiste e un sostegno all’EZLN ma l’idea che dal Messico all’Italia, dalle barricate di Oaxaca passando per le ma-nifestazioni a Vicenza contro la base, fino alla resistenza di Atenco e l’opposizione alla tav in Val Susa le lotte abitino lo stes-so mondo e che debbano incontrarsi per poter vivere. La Buridda, dentro Dignidad Rebelde, ha sostenuto e partecipato alla IV e V Com-missione Civile Internazionale di osser-vazione sui diritti umani in Messico e ha sostenuto economicamente la lotta per la liberazione dei detenuti del FPDT di Atenco.Attulamente è in fase di studio un proget-to di supporto all’autonomia dei caraco-les zapatisti con l’installazione di pannelli solari nelle comunità.www.dignidadrebelde.orghttp://cciodh.pangea.org

da di Pré per la comunità Latinoamerica-na o l’Expo per la comunità Magrebina - di incidere i propri pezzi nella sala di registrazione messa a disposizione gra-tuitamente dal Laboratorio, guidati da un operatore; il risultato sarà la produzione di memorie musicali, una sorta di carta di identità sonora! Il progetto è indirizzato specialmente ai giovani migranti di seconda generazione, per i quali il conflitto culturale tra le radi-ci dei propri genitori e quelle della cultura italiana è particolarmente difficile da af-frontare. Attraverso l’approccio ludico-musicale, si possono creare concrete occasioni di mediazione culturale, oltre che offrire costruttive occasioni di svago all’interno della struttura del Laboratorio.

Progetti futuri

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Laboratorio di Musica nel CentroEducativo “Angelo Frammartino”

Il Centro Educativo Popolare “Angelo Frammartino” nasce nel 2007 da un pro-getto del Reapprochement Center di Beit Sahour, costruito insieme all’associazione “A la Calle” di Rimini e all’ ONG inglese Oxfam per permettere il recupero scola-stico di ragazzi e ragazze palestinesi che vivono in una condizione di forte disagio il loro percorso formativo a causa dell’oc-cupazione militare israeliana.L’associazione Liska, con il Laboratorio di Ri-Percussioni Sociali ha avviato, nel settembre 2008, un percorso che vedrà la costruzione all’interno del Centro Educa-tivo Popolare di un laboratorio di musica per i ragazzi e le ragazze di Beit Sahour.Crediamo che la musica possa abbattere i muri che ogni giorno l’occupazione mi-litare impone, possa aggregare e fornire vocabolari nuovi per praticare resistenza. Grazie all’esperienza nell’ambito della mul-ticulturalità e grazie anche alla forza aggre-gativa del laboratorio di Ri-Percussioni Sociali, una serie di artisti fra cui Bunna degli Africa Unite e Madaski, si sono messi in rete per sostenere il progetto del centro educativo con un compilation ad hoc che vedrà la luce nei prossimi mesi.www.rapprochement.org

Verso una Biennale europea dello Spazio Pubblico

Come declinare oggi e far convergere due parole semplici, quanto oramai abusate, come Spazio e Pubblico?Il progetto prevede un momento di incon-tro e progettualità tra le realtà genovesi, italiane ed europee che in questi anni han-no lavorato attivamente nei diversi tessuti urbani, confrontandosi con chi vive quoti-dianamente la città. Discuteremo sul valore dello Spazio Pubblico e sulle diverse declinazioni che può assumere. La scelta di biennalizzare l’evento è data dalla necessità di provocare il dibattito sulla temporaneità e precarietà dello spa-zio ospitante, la Buridda, nonchè dall’esi-genza di alternare all’evento una serie di confronti preparatori, organizzati in wor-kshop ospitati nelle sedi delle altre realtà partecipanti. Base comune e richiesta fondativa è il mettere a sistema le buone pratiche già in atto e riproporle ove possibile, sugge-rirle alle istituzioni e parteciparle con la comunità. A fronte di una collaborazione già avviata con le realtà di Grenoble, Bar-cellona, Belgrado e Mostar si invitano tutti i soggetti interessati a mettersi in contatto per partecipare.

editing: Francesca Bertino e Andrea Iori

layout e impaginazione: [email protected]

foto di: Valeria Cavagnetto, Anna Positano, Giorgio Staccioni

stampato nel dicembre 2008 presso Flyeralarm.com

ringraziamo tutti quelli che negli ultimi cinque anni hanno suonato, mangiato, bevuto, ascoltato, giocato, discusso, amato, lottato. in via bertani.dedicato a tutti quelli che vogliono continuare a farlo, li o altrove.

Laboratorio sociale Buriddaallarga i tuoi spazi

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Dem e Blu, Senza titolo, via Bertani 1 - Genova, 2006, vernice da esterni su muro, m 15x30.Foto tratta da: “Street art, Sweet art”, a cura di Alessandro Riva, Skira, 2007, Milano

Buridda. Allarga i tuoi spazi