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Prima lezione
□ Il processo di comunicazione
interpersonale
□ I disturbi/rumore
□ Ascolto attivo
□ Contenuto o forma?
□ Il messaggio
Modello del processo di comunicazione
interpersonale
Fonte: Leadership di A. La Bella, 2005
Percezione
Percezione
Risposte
Obiettivi
Motivazioni
Aspettative
Emittente
Percezione
Percezione
Risposte
Obiettivi
Motivazioni
Aspettative
Ricevente
Feedback
Messaggio
Disturbi Cambiamenti
La percezione
□ prendere coscienza di una realtà che
si considera esterna, attraverso stimoli
sensoriali, analizzati e interpretati
mediante processi intuitivi, psichici,
intellettivi
□ noi non conosciamo la realtà, noi
percepiamo la realtà
Principali cause di
disturbo/rumore □ Codice non condiviso
□ Obiettivi poco chiari e/o diversi
□ Scarsa motivazione
□ Preconcetti o pregiudizi
□ Contenuto insufficiente
□ Fretta
□ Superficialità
□ Noia
□ Eccesso di informazioni
□ Credibilità
□ Attese deluse
□ …
Aspettative
□ Effetto Pigmalione
□ Se ci sia aspetta da una persona un
certo comportamento la si influenza
spesso tanto da produrre proprio quel
comportamento
L’ascolto
□ Ascoltare non è udire
□ Saper ascoltare ci permette di:
□ migliorare la nostra comunicazione
□ avere maggior controllo sulla situazione
□ diminuire i punti di conflitto e le
polemiche
□ capire meglio gli altri (e noi stessi)
□ migliorare sensibilmente alcune abilità
come la capacità di memorizzazione
I quattro livelli
1. Ascolto finto
2. Ascolto logico
3. Ascolto selettivo
4. Ascolto attivo/empatico
Alcune efficaci tecniche
d’ascolto
□ Fare attenzione
□ Rispondere
□ Domandare
□ Rifrasare
□ Evitare eccessiva condiscendenza
□ Evitare atteggiamenti di sfida
Rifrasare - esempio
□ Contesto: colloquio di un dirigente (D) con un responsabile di progetto (RP) sul comportamento di un membro del team.
□ RP: “Non so più come comportarmi con lui. Svolge i compiti che gli affido, ma sempre a modo suo, spesso in contrasto con le mie indicazioni”
□ D: “La vedi come una difficoltà a seguire le nostre politiche e procedure?”
(non si ripetono le stesse identiche parole, ma si “rifrasa” omettendo il fatto che
c’è un palese dissidio personale tra i due)
□ RP: ”No, se volesse potrebbe. Lo fa intenzionalmente.”
□ D: “Mi stai quindi dicendo che non condivide i nostri valori?”
□ RP: “No, non è questo. E’ che vuol fare di testa sua, tutto qui!”
□ D: “Porta quindi a termine il lavoro in modo indipendente ed autonomo. È questo il problema?”
□ RP: “In effetti non è questo il problema. Il problema è il suo atteggiamento.”
□ Esercizio: come potrebbe continuare questo colloquio?
Domande
□ Appropriate
□ Al momento giusto
□ Possono modificare l’atteggiamento
dell’emittente
□ Chiuse o aperte
□ www.20q.net
Contenuto o forma
□ Effetto alone
□ Celebrità
□ Esperti riconosciuti
□ Le tre leve della retorica
□ Ethos
□ Logos
□ Pathos
Seconda lezione
□ Il messaggio/feedback
□ La comunicazione verbale
□ Il layout
□ I supporti
□ La cura del proprio aspetto
Quanto è comprensibile
questo brano?
La rete è piuttosto estesa e permette di ottenere, al di là dei limiti
di tempo e spazio, quanto desiderato, con conseguente
diminuzione della propria disponibilità.
Ogni atto deve essere svolto in estrema sicurezza: la banda
reagisce solo ad un codice preciso, la cui segretezza è
fondamentale. Si deve però fare attenzione: all’ennesimo errore si procede alla cattura.
Non sempre siamo sotto commissione, e la stessa può variare a
seconda delle condizioni.
Val bene la pena però: l’uomo ha ormai perso il retaggio della
coda e può operare in estrema libertà.
Framing
□ Leggete il testo che vi è stato
consegnato
□ Tempo: 2 minuti
□ Seguite le istruzioni del moderatore
La comunicazione verbale
non c’è nulla al mondo di così terribile
come la parola: essa è un potente
sovrano, poiché, con un corpo
piccolissimo e del tutto invisibile, riesce
a portare a compimento opere
profondamente divine
Parole a valenza negativa
□ Evitiamo:
□ espressioni che suggeriscono il dubbio o
evocano cose negative
□ scuse inutili
□ l’uso compulsivo del no
□ espressioni o parole che suscitano reazioni
emotive di sfida
Inventio – Diagramma
hub&spokes
Comunicazione
organizzativa
Comunicazione
interpersonale
Direzione d’impresa
Comunicazione
Negoziato
Modelli decisionali
Dispositio
□ Inizio (exordium)
□ Apertura (captatio benevolentiae)
□ Esposizione (narratio)
□ Esemplificazione (demostratio)
□ Provocazione (elocutio)
□ Conclusione (peroratio)
□ Risposte ad eventuali domande
Captatio benevolentiae -
esempio
“Non so se valga la pena di dirvi quello
che vi dirò, perché ho la chiara
coscienza di parlare a una massa di
idioti con il cervello andato in acqua,
ma parlo solo per rispetto verso quei
due o tre di voi, presenti in questa sala,
che non appartengono alla
maggioranza degli imbecilli” (Umberto Eco)
Actio e memoria – I 6 livelli
1. Lettura di un testo preparato da un
altro
2. Lettura di un proprio testo
3. Improvvisazione
4. Lettura recitata
5. Recitazione
6. Finta improvvisazione
Actio e memoria
- dai classici 1 □ “Per quanto riguarda poi il fiato non deve essere preso troppo spesso
così da interrompere il senso della frase, ma non deve nemmeno
essere trattenuto fino al punto di rimanerne senza. Sgradevole risulta
infatti il suono di un respiro che si sta per esaurire, perché assomiglia
a quello di un uomo che ha trattenuto a lungo il fiato sott’acqua, e
simile a questo è anche il respiro che si prende troppo a lungo e
viene fatto in un momento poco opportuno perché è regolato non
dalla nostra volontà, ma dalla necessità. Per questo motivo coloro
che stanno per pronunciare un periodo piuttosto lungo devono
raccogliere il fiato, prestando però attenzione a non farlo troppo
lentamente o rumorosamente – cercando insomma di fare in modo
che nessuno se ne accorga; negli altri casi, la cosa migliore sarà
riprendere fiato fra le pause del discorso”. (Quintiliano, Istituzione
Oratoria [XI, 3,53])
Actio e memoria
dai classici 2 □ “C’è errore nelle sopracciglia quando esse sono completamente
immobili o troppo mobili o quando sono in disaccordo l’una con
l’altra (...) oppure quando sono in contrasto con quello che diciamo:
l’ira viene infatti mostrata dalle sopracciglia contratte, la tristezza da
quelle abbassate, la felicità da quelle rilassate. Possono essere
abbassate o sollevate anche se c’è l’intenzione di dire di sì o di no”.
(Quintiliano, Istituzione Oratoria [XI, 3,79])
□ “L’imparare a memoria in silenzio (è stato infatti sollevato anche
questo problema) sarebbe la cosa migliore, se non ci fossero il più
delle volte altri pensieri a penetrare nella nostra mente quando essa
è per così dire distratta: sono proprio questi pensieri a rendere
necessario stimolare la mente per mezzo della voce, in modo che la
memoria sia aiutata dalla duplice attività del parlare e
dell’ascoltare. Ma la voce non deve essere troppo forte e deve
assomigliare piuttosto a un mormorio”. (Quintiliano, Istituzione
Oratoria [XI, 2,33])
Il layout
□ Disposizione spaziale delle componenti d’arredo e delle
persone all’interno di una sala
□ Stabilito a priori, in genere non dall’oratore
□ Elementi influenti: □ spazio tra oratore e pubblico
□ possibilità d’interazione
□ luci
□ supporti audiovisivi
□ comfort
□ posizione relativa se presenti più oratori contemporaneamente
Le slide
□ Sono un vero e proprio format di comunicazione
□ Caratteristiche: □ sequenzialità
□ frammentarietà
□ bassa risoluzione
□ relazioni logiche
□ non saturazione semantica
□ I software più diffusi per la preparazione delle slide mettono a
disposizione un insieme di elementi visivi alquanto ridotto
□ Gli elementi visivi devono essere funzionali, semplici e
informativi
□ Lo sfondo migliore è un colore chiaro uniforme, sul quale si devono usare caratteri scuri
Grafici - 1
□ Meglio utilizzare le tabelle per presentare risultati e grafici per
confrontare dati
A partire dalla tabella seguente:
□ Definiamo il messaggio e costruiamo il grafico
% vendite Azienda A Azienda B
Nord 13 39
Sud 35 6
Est 27 27
Ovest 25 28
Grafici - 2
□ Da questi due grafici emerge il messaggio:
□ il mix delle vendite è diverso per le aziende A e B
Grafici - 3
□ Da questi due grafici emerge il messaggio:
□ la percentuale delle vendite delle aziende A e B varia in base alla regione
Grafici - 4
□ Da questi due grafici emergono i messaggi:
□ l’azienda A ha più alta percentuale di vendite al Sud;
□ l’azienda B ha più alta percentuale di vendite al Nord.
□ l’azienda A ha più bassa percentuale di vendite al Nord e
quella B al Sud.
Grafici - 5
□ Il titolo deve contenere un messaggio:
□ NO: Quota vendite per regione
□ SI: Dall’Est dipende più di un quarto dei profitti
La cura del proprio aspetto - 1
□ La valenza simbolico-comunicativa dell’abbigliamento
domina le scelte personali, segna l’evoluzione etnico-culturale
di un popolo, agisce sul sistema economico-sociale attraverso
l’impatto delle mode sui consumi
□ Desiderio individuale di differenziarsi vs ricerca di un
adeguamento al gruppo sociale cui si desidera appartenere
□ Gli oratori dell’era classica puntavano molto sulla differenziazione, oggi c’è un affievolimento delle differenze tra
oratorie platea, con tendenza comune verso la sregolatezza
□ Dobbiamo essere sempre appropriati alle circostanze ed
all’evento, interpretando in modo personale l’esteriorizzazione
del ruolo che intendiamo ricoprire
La cura del proprio aspetto - 4
□ Abiti discreti, eleganti e sobri: doppiopetto blu, gessato grigio,
spezzato tweed, gonna scura sotto il ginocchio, tailleur, ecc.
□ Seriosi, ma meno formali: maglione dolce vita, jeans, camicia
senza giacca, ecc.
□ Non sono accettati favorevolmente abbigliamenti provocanti,
sciatti o eccessivamente colorati
□ Attenzione alla scarpe
□ Mai derogare dal buon senso ed educazione: mai indossare
simboli di “fede” opposta alla platea (ad esempio gioielli, abiti
e accessori costosi in eventi organizzati per beneficienza, blu
jeans in eventi formali, ecc.)
Terza lezione
□ La comunicazione non verbale
□ La paraverbalità
□ La prossemica
□ La kinesica
□ La tacesica
□ La cronemica
Comunicazione non verbale
□ Considerata fino agli anni ‘50 una funzione
accessoria e rafforzativa del sistema verbale
□ Negli ultimi anni si è sviluppato un notevole
interesse multidisciplinare sulla comunicazione
non verbale (analisi antropologiche, linguistiche,
sociologiche, ecc.), ma non ancora una ben
consolidata teoria
Comunicazione non verbale
□ In caso di contraddizione tra espressione verbale
e comunicazione non verbale il ricevente pone,
in genere, più attenzione al linguaggio non
verbale, perché ritiene sia difficilmente
dissimulabile.
□ Tema trattato in telefilm di successo come “Lie to
me “ e “The Mentalist”
□ In genere siamo molto attenti ai segnali non
verbali dei nostri interlocutori, ma siamo portati a
trascurare i nostri.
Comunicazione non verbale
□ Funzione espressiva
□ Funzione interattiva
□ Funzione di controllo
□ Funzione referenziale
□ Funzione metacomunicativa
Comunicazione non verbale
Codice biologico o culturale?
□ atti innati
□ atti istintivi
□ atti comunicativi
□ atti utilizzati per influenzare e modificare il
comportamento interattivo degli altri
Comunicazione non verbale
□ Distinti livelli di analisi:
□ intrapersonale
□ interpersonale o situazionale
□ posizionale
□ ideologico
Programmazione NeuroLinguistica
(PNL)
□ Discussa tecnica psicologica
□ I segnali non verbali sono referenti espressivi dei
sistemi di rappresentazione interni alla persone
(del modo in cui acquisiscono cognizione di ciò
che succede, lo memorizzano o lo immaginano)
□ Noi percepiamo l’ambiente in tre modi:
□ visivo
□ uditivo
□ cinestetico (gusto, olfatto, consapevolezza corporea, tattile)
Programmazione NeuroLinguistica
(PNL)
□ Il linguaggio (verbale e non verbale) permette:
□ di rilevare il sistema rappresentativo attivo nella mente
di una persona in un determinato momento;
□ accedere ai sistemi di rappresentazione utilizzati dai
nostri interlocutori ed essere molto più efficaci durante
la comunicazione.
□ Alcuni studi sperimentali hanno permesso di
stabilire che il 40% circa delle persone è “visiva”, il
20% è “uditiva” ed il restante 40% è “cinestetica”.
La paraverbalità
□ L’uomo utilizza suoni, non propriamente linguistici, in
grado di riempire parzialmente o totalmente il vuoto
semantico lasciato dal codice verbale.
□ La voce è indicatore:
□ delle emozioni
□ degli atteggiamenti interpersonali
□ della personalità
□ del gruppo sociale e culturale d’appartenenza di un
individuo
Comunicazione paraverbale
□ È piuttosto difficile da controllare, deve essere
educata perché possa sostenere le altre
componenti del messaggio
□ Un esercizio utile è la registrazione della nostra voce
mentre leggiamo un brano o parliamo di un
determinato argomento
Comunicazione paraverbale
□ Dobbiamo evitare che risulti nasale, gutturale,
afona, roca, o stridula.
□ Il segreto è nella respirazione:
□ respirazione “di torace”: ispirazione con il naso, la
dilatazione del torace e il rientro del ventre (è il tipo di
respirazione che pratichiamo in palestra come esercizio
ginnico)
□ respirazione “di addome”: consiste nel lasciar andare
l’addome, utilizzandolo come pistone per espellere l’aria (è
il tipo di respirazione che attuiamo inconsapevolmente
quando parliamo con persone familiari)
Componenti paraverbali
□ Colore: capacità di comunicare uno stato emozionale, critico
o ironico
□ Tono: grado di elevazione di un suono
□ Volume: intensità del suono
□ Tempo: maggiore o minore velocità di articolazione delle
parole
□ Ritmo: successione di tempi lenti e veloci o di accenti alti e bassi
□ Dizione: modo con cui si pronunciano le parole
□ Mordente: capacità di correlare il respiro con la frase da
pronunciare
□ Timbro: caratteristiche individuali della voce
La paraverbalità
□ Analizzate la frase: “Maria parla Roberta“
□ Può suggerire vari messaggi sottostanti a
quello più evidente
□ accentuare con la voce uno o l'altro degli
elementi della frase
□ cercate di individuare i possibili significati
aggiuntivi
□ si può utilizzare la voce per farli emergere
La paraverbalità
□ posso trovare due interpretazioni
□ Maria parla Roberta (sto suggerendo a
Maria di far parlare Roberta)
□ Maria parla Roberta (sto dicendo a
Roberta che Maria sta parlando e che la
dovrebbe ascoltare)
La prossemica
□ Ogni persona cerca di mantenere attorno a
sé uno spazio, il più esteso possibile, per una
sorta di retaggio istintivo di difesa del
proprio territorio e della propria intimità
□ Se durante una comunicazione
interpersonale l’interlocutore si avvicina
troppo il nostro stato emozionale aumenta e
siamo portati ad allontanarci istintivamente
Distanza
□ Inferiore ai 50 cm: intima
□ Tra i 50 e 120 cm: personale
□ Tra 120 e 340 cm: sociale o della
neutralità
□ Maggiore di 340 cm: distanza pubblica
La kinesica
□ Lo studio dei fenomeni comunicativi che avvengono attraverso il movimento: □ postura
□ espressioni del volto
□ sguardo
□ gesti
La postura
□ Posizione che il corpo assume sia da
fermo che in movimento
□ Non rivela chiaramente emozioni
□ Rivela il grado di sicurezza
□ Indica l’atteggiamento generale nei
confronti degli altri
□ Dal grado di asimmetria o incongruenza
delle posture assunte da due interlocutori
possiamo dedurre il loro reale interesse
alla comunicazione
Il mirroring
□ Una delle tecniche più efficaci e più
utilizzate per creare una connessione
empatica con il proprio interlocutore
□ comunicazione a due
□ replicando (non copiando) alcuni
comportamenti si crea un sentimento di affinità
□ Si applica a: □ voce (tono, velocità)
□ movimenti
□ postura
□ respiro
Kinesica - Segnali
Descrizione – Postura in piedi Interpretazione
braccia conserte, spalle incassate scarso interesse, non desidera
affrontare l’argomento
braccia aperte o rilassate lungo il corpo disponibilità ed apertura
capo piegato in avanti e le braccia conserte chiusura, difesa e distacco
braccia dietro la schiena sottomissione ed inferiorità
mento in alto, le gambe divaricate e rigide,
la schiena inarcata all’indietro
superiorità
camminare a testa alta, mostrando il petto superiorità, sicurezza
mani sui fianchi o sulla cintura atteggiamento di sfida
Kinesica - Segnali
Descrizione – Postura seduti Interpretazione
busto in avanti voglia di prevaricare o un
grande interesse
busto eretto apertura e sicurezza
busto indietro rilassatezza o presunzione
schiena ben appoggiata allo schienale segnale di sicurezza
sedersi sul bordo esterno della sedia timore ed ansia, volontà di
interrompere presto la
conversazione
piedi attaccati alle gambe della sedia insicurezza
Kinesica - postura
□ Discorso in pubblico □ In
□ parlare in piedi e non seduti
□ avvicinandosi per quanto possibile alla platea
□ braccia rilassate lungo il corpo
□ Out □ incrociare le braccia
□ cercare un modo di posizionare le mani (unite
dietro la schiena o davanti)
□ evitare di abbarbicarsi sopra il leggio/tavolo
Kinesica – Il volto
□ Emozioni fondamentali □ traspaiono immediatamente e in modo chiaro
attraverso le espressioni del viso
□ paura, felicità, rabbia, sorpresa, disgusto,
tristezza
□ Emozioni sociali complesse □ si manifestano attraverso la combinazione
con altri indicatori corporei
□ vergogna, orgoglio, colpa, ecc.
Kinesica – Il volto
□ Lo studio dell’espressione si basa su due metodi distinti: □ rilevazione e misurazione analitica (movimenti
dei muscoli facciali e dell’intensità del movimento)
□ esame del giudizio e del riconoscimento da parte degli altri
□ Dal punto di vista espressivo possiamo suddividere il volto in tre aree: □ superiore (sopracciglia e fronte)
□ inferiore (mento e bocca)
□ mediana (occhi e sguardo)
Il volto: parte superiore
Descrizione Interpretazione
pieghe della fronte orizzontali stupore, meraviglia, perplessità,
sorpresa, ansia, difficoltà di
comprensione
pieghe della fronte orizzontali +
occhi spalancati
in attesa ed è ben predisposto
pieghe della fronte orizzontali +
occhi semichiusi
sforzo per prestare attenzione o
ascolto
pieghe della fronte verticali totale concentrazione sulla
comunicazione in atto o su una
persona presente. Possono essere
associate a collera, irritazione,
malumore, ma anche a forte
concentrazione.
Il volto: parte inferiore Descrizione Interpretazione
mento in avanti voglia di farsi valere
mento indietro stato di benessere
bocca aperta o socchiusa forte desiderio di conoscere, capire o
comunicare; oppure stupore o attenzione
bocca serrata, labbra
risucchiate all’interno
atteggiamenti di difesa e chiusura
accompagnati a volte anche da mascelle
serrate: ostilità, indisponibilità,
scontentezza, frustrazione, rifiuto,
disapprovazione
sorriso disponibilità verso gli altri e desiderio di
conciliazione
mordersi le labbra voler dire, o avere già detto, qualcosa di
sbagliato
deglutire ripetutamente insicurezza e imbarazzo
Lo sguardo - 1
□ sguardo - contatto visivo □ utilizzato per cominciare o terminare
una comunicazione
□ contatto ottimale 70%-80% del totale
Tipologia di sguardo Interpretazione
sguardo non orientato
all’interlocutore
indifferenza o rifiuto
sguardo orientato e fisso volontà di mettere a disagio,
aspettativa nei suoi confronti
sguardo protratto e persistente forte interesse
sguardo lungo e “cattivo” interesse e voglia di competizione
sguardo aggressivo volontà di sconfiggere o sopraffare
Lo sguardo - 2
□ Può essere usato per dare e ricevere feedback □ Se guardiamo il nostro interlocutore alla fine di
una frase lo porteremo a parlare di più □ Se lo guardiamo mentre gli poniamo delle
domande lo porteremo a parlare di più di se stesso
□ Guardando gli altri segnaliamo il nostro interesse,
facilitando il mantenimento dell’attenzione da parte degli interlocutori
□ Siamo, infatti, portati ad essere più attratti da chi si dimostra affascinato da noi
Il volto che mente
□ espressioni del volto simulate □ più accentuate sul lato destro del volto
□ asimmetriche
□ compaiono e scompaiono improvvisamente,
□ hanno una durata brevissima o lunghissima,
□ sono localizzate nella parte inferiore del viso,
□ sono esagerate rispetto alle espressioni emotive
ingenue,
□ mancano dell’attivazione dei muscoli della fronte e
degli occhi,
□ non sono sincronizzate con i movimenti del corpo che
indicano il medesimo stato d’animo.
La fisiognomica
□ Espressioni stabili e radicate nel viso, indipendenti
dall’interazione in atto, possono rivelare la
personalità di un individuo
□ Mimica acquisita nel tempo (rughe attorno agli
occhi o alla bocca, ecc.)
□ Si sviluppano a causa di atteggiamenti ed emozioni
vissuti di frequente e diventano stabili
□ Attenzione agli stereotipi
I gesti
□ Primari o accidentali
□ Classificazione(Ekman, Freisen): □ emblematici
□ illustratori
□ regolatori
□ indicatori di stato emotivo
□ adattativi
Segnali barriera
□ Azioni compiute inconsciamente quando siamo in pericolo o in difficoltà
□ Quando il nostro interlocutore compie gesti barriera cerchiamo di fargli cambiare posizione/atteggiamento
□ Esempio: braccia incrociate
Le mani Descrizione Interpretazione
nascondere le mani nelle tasche o dietro
la schiena
quando si mente o si è in
imbarazzo
palmo verso l’alto indicano sincera disponibilità
palmo verso l’interno volontà di non dare
eccessiva confidenza
palmo verso il basso antagonismo
puntare l’indice o serrare le dita a pugno superiorità, imperio, rabbia
giocherellare o torcere in continuazione
le mani, metterle in tasca per tirarle fuori
subito dopo
atteggiamento di sfida ansia
o agitazione
nascondere la propria bocca con la
mano, sfiorare il naso o una zona vicina
alla bocca
disaccordo, se lo fa mentre
parla sta mentendo
Le mani Descrizione Interpretazione
mani congiunte a guglia Sicurezza
gomiti appoggiati sul tavolo, le mani
all’altezza del volto con le dita incrociate
mascherare una valutazione
negativa
afferrare il proprio polso con l’altra mano
o una mano con l’altra
tentativo di autocontrollo
manipolare o giocherellare con gli
oggetti
prendere tempo prima di
una decisione, indecisione
pugni serrati rabbia, frustrazione,
aggressività
IMPORTANTE: □ i segnali corporei non vanno mai intesi come gesti valutabili
singolarmente, ma sempre analizzati in relazione ai parametri dinamici di esecuzione, agli altri gesti contemporaneamente attuati ed al contesto
Il contatto fisico - 1
□ H. F. Harlow ha dimostrato che
favorisce la costruzione del legame
d’attaccamento più dei fattori legati
alla soddisfazione dei bisogni primari
□ Il nostro cervello riceve messaggi da
tutta la superficie corporea e dal
punto di vista biologico il contatto
fisico permette la costruzione di rapporti sociali più intensi.
Il contatto fisico - 2
□ Verso e da altri
□ protezione, affetto, sicurezza
□ affiliazione
□ aggressività
□ Verso noi stessi
□ sicurezza, conforto
Il contatto fisico - 3
□ un lieve e non intrusivo contatto fisico da
parte del nostro interlocutore ha in genere
un effetto positivo sulla relazione
□ nelle culture occidentali è utilizzato
prevalentemente nelle situazioni di saluto o
congedo, nelle cerimonie o quando ci si
congratula con qualcuno
□ é inoltre utilizzato per regolare l’interazione
nei processi di comunicazione
La stretta di mano
□ Pesce morto(insicuri e diffidenti)
□ Morsa (esibizionisti, voglia di dominare)
□ Tritaossa (esasperazione della morsa)
□ Fuori bersaglio (altezzosi e falsi)
□ A braccio rigido (voglia di imporre regole)
□ Il lussaspalla (insicuri della relazione)
□ La pompa (invadenti e fastidiosi)
□ Il mazzo di carote (schivi e introversi)
□ A guanto (imbarazzo per chi la riceve)
La mano sudata
□ La mano non suda a causa della
temperatura ambientale
□ La mano sudata dà sempre
un’impressione negativa
□ fonte di calore
□ fazzoletto
Atteggiamento di predominio
o sottomissione
□ Quando una persona vuole dominare
l’altra tende, durante la stretta di
mano, a girare il proprio palmo verso il
basso, costringendo l’altra a tenerlo
verso l’alto.
□ Ristabilire la condizione di rispettosa
interazione
La cronemica
□ La gestione dei turni di parola, delle pause e dei silenzi, la loro
lunghezza, il ritmo del parlato, il senso di “puntualità” dei
singoli interventi riguardano il sistema cronemico
□ Ciascuno di noi ha i propri ritmi ed una personale percezione
del tempo
□ Molto spesso la comunicazione con persone che hanno ritmi
biologici e psicologici diversi può disorientare e causare disagio.
□ Oltre ai ritmi circadiani, che riguardano i cicli fisiologici e
psicologici degli esseri viventi nell’arco delle 24 ore, i ritmi e la
percezione personale, anche la cultura influisce
notevolmente sulla cronemica.
la vostra storia
□ La vostra storia:
□ Dividetevi in due gruppi
□ Cominciate a inventare una storia sulla base
del brevissimo testo che vi viene consegnato
□ Dopo qualche minuto vi verrà consegnato un
altro breve testo con altri elementi da
incorporare nella storia
□ Raccontate le vostre storie
Conclusioni
Una donna portò il figlioletto dal Mahatma Gandhi e gli domandò:
“Mahatma, digli di non mangiare più dolci”.
“Abbi la bontà di tornare fra tre giorni” rispose Gandhi.
Tre giorni dopo la donna tornò con il bambino e Gandhi disse al
bambino: “Non mangiare più dolci!”.
La donna domandò: “Perché ci hai fatto aspettare tre giorni per
dire soltanto questo?”.
Il Mahatma rispose: “Perché tre giorni fa anch’io mangiavo
ancora dolci”.
Tratto da: Bruno Ferrero (2002), La Vita è Tutto Ciò che Abbiamo,
Elledici
Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere
Gandhi