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Direzione d’impresa la comunicazione interpersonale Maria Assunta Barchiesi

Laboratorio di comunicazione efficace - Homepage | DidatticaWEBdidattica.uniroma2.it/assets/uploads/corsi/144821/DI... · 2013-10-24 · La comunicazione verbale non c’è nulla

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Direzione d’impresa la comunicazione interpersonale

Maria Assunta Barchiesi

Prima lezione

□ Il processo di comunicazione

interpersonale

□ I disturbi/rumore

□ Ascolto attivo

□ Contenuto o forma?

□ Il messaggio

PERCHÉ COMUNICHIAMO?

Modello del processo di comunicazione

interpersonale

Fonte: Leadership di A. La Bella, 2005

Percezione

Percezione

Risposte

Obiettivi

Motivazioni

Aspettative

Emittente

Percezione

Percezione

Risposte

Obiettivi

Motivazioni

Aspettative

Ricevente

Feedback

Messaggio

Disturbi Cambiamenti

La percezione

□ prendere coscienza di una realtà che

si considera esterna, attraverso stimoli

sensoriali, analizzati e interpretati

mediante processi intuitivi, psichici,

intellettivi

□ noi non conosciamo la realtà, noi

percepiamo la realtà

Principali cause di

disturbo/rumore □ Codice non condiviso

□ Obiettivi poco chiari e/o diversi

□ Scarsa motivazione

□ Preconcetti o pregiudizi

□ Contenuto insufficiente

□ Fretta

□ Superficialità

□ Noia

□ Eccesso di informazioni

□ Credibilità

□ Attese deluse

□ …

Esercizio

□ Elencare le cause di disturbo/rumore a

cui siamo in genere più esposti

Aspettative

□ Effetto Pigmalione

□ Se ci sia aspetta da una persona un

certo comportamento la si influenza

spesso tanto da produrre proprio quel

comportamento

L’ascolto

□ Ascoltare non è udire

□ Saper ascoltare ci permette di:

□ migliorare la nostra comunicazione

□ avere maggior controllo sulla situazione

□ diminuire i punti di conflitto e le

polemiche

□ capire meglio gli altri (e noi stessi)

□ migliorare sensibilmente alcune abilità

come la capacità di memorizzazione

I quattro livelli

1. Ascolto finto

2. Ascolto logico

3. Ascolto selettivo

4. Ascolto attivo/empatico

Percezione selettiva - 1

Percezione selettiva - 2

Alcune efficaci tecniche

d’ascolto

□ Fare attenzione

□ Rispondere

□ Domandare

□ Rifrasare

□ Evitare eccessiva condiscendenza

□ Evitare atteggiamenti di sfida

Rifrasare - esempio

□ Contesto: colloquio di un dirigente (D) con un responsabile di progetto (RP) sul comportamento di un membro del team.

□ RP: “Non so più come comportarmi con lui. Svolge i compiti che gli affido, ma sempre a modo suo, spesso in contrasto con le mie indicazioni”

□ D: “La vedi come una difficoltà a seguire le nostre politiche e procedure?”

(non si ripetono le stesse identiche parole, ma si “rifrasa” omettendo il fatto che

c’è un palese dissidio personale tra i due)

□ RP: ”No, se volesse potrebbe. Lo fa intenzionalmente.”

□ D: “Mi stai quindi dicendo che non condivide i nostri valori?”

□ RP: “No, non è questo. E’ che vuol fare di testa sua, tutto qui!”

□ D: “Porta quindi a termine il lavoro in modo indipendente ed autonomo. È questo il problema?”

□ RP: “In effetti non è questo il problema. Il problema è il suo atteggiamento.”

□ Esercizio: come potrebbe continuare questo colloquio?

Domande

□ Appropriate

□ Al momento giusto

□ Possono modificare l’atteggiamento

dell’emittente

□ Chiuse o aperte

□ www.20q.net

Contenuto o forma

□ Effetto alone

□ Celebrità

□ Esperti riconosciuti

□ Le tre leve della retorica

□ Ethos

□ Logos

□ Pathos

Messaggio/Feedback

Seconda lezione

□ Il messaggio/feedback

□ La comunicazione verbale

□ Il layout

□ I supporti

□ La cura del proprio aspetto

Influenza sul ricevente

7%

38% 55%

Componenti

Testo

Voce

Tutte le altre

Quanto è comprensibile

questo brano?

La rete è piuttosto estesa e permette di ottenere, al di là dei limiti

di tempo e spazio, quanto desiderato, con conseguente

diminuzione della propria disponibilità.

Ogni atto deve essere svolto in estrema sicurezza: la banda

reagisce solo ad un codice preciso, la cui segretezza è

fondamentale. Si deve però fare attenzione: all’ennesimo errore si procede alla cattura.

Non sempre siamo sotto commissione, e la stessa può variare a

seconda delle condizioni.

Val bene la pena però: l’uomo ha ormai perso il retaggio della

coda e può operare in estrema libertà.

Framing

□ Leggete il testo che vi è stato

consegnato

□ Tempo: 2 minuti

□ Seguite le istruzioni del moderatore

La comunicazione verbale

non c’è nulla al mondo di così terribile

come la parola: essa è un potente

sovrano, poiché, con un corpo

piccolissimo e del tutto invisibile, riesce

a portare a compimento opere

profondamente divine

Parole a valenza negativa

□ Evitiamo:

□ espressioni che suggeriscono il dubbio o

evocano cose negative

□ scuse inutili

□ l’uso compulsivo del no

□ espressioni o parole che suscitano reazioni

emotive di sfida

Public speaking

□ Inventio

□ Dispositio

□ Actio

□ Memoria

Inventio – Diagramma

hub&spokes

Comunicazione

organizzativa

Comunicazione

interpersonale

Direzione d’impresa

Comunicazione

Negoziato

Modelli decisionali

Dispositio

□ Inizio (exordium)

□ Apertura (captatio benevolentiae)

□ Esposizione (narratio)

□ Esemplificazione (demostratio)

□ Provocazione (elocutio)

□ Conclusione (peroratio)

□ Risposte ad eventuali domande

Captatio benevolentiae -

esempio

“Non so se valga la pena di dirvi quello

che vi dirò, perché ho la chiara

coscienza di parlare a una massa di

idioti con il cervello andato in acqua,

ma parlo solo per rispetto verso quei

due o tre di voi, presenti in questa sala,

che non appartengono alla

maggioranza degli imbecilli” (Umberto Eco)

Domande

□ Ostili

□ Di facciata

□ Sinceramente interessate

Actio e memoria – I 6 livelli

1. Lettura di un testo preparato da un

altro

2. Lettura di un proprio testo

3. Improvvisazione

4. Lettura recitata

5. Recitazione

6. Finta improvvisazione

Actio e memoria

- dai classici 1 □ “Per quanto riguarda poi il fiato non deve essere preso troppo spesso

così da interrompere il senso della frase, ma non deve nemmeno

essere trattenuto fino al punto di rimanerne senza. Sgradevole risulta

infatti il suono di un respiro che si sta per esaurire, perché assomiglia

a quello di un uomo che ha trattenuto a lungo il fiato sott’acqua, e

simile a questo è anche il respiro che si prende troppo a lungo e

viene fatto in un momento poco opportuno perché è regolato non

dalla nostra volontà, ma dalla necessità. Per questo motivo coloro

che stanno per pronunciare un periodo piuttosto lungo devono

raccogliere il fiato, prestando però attenzione a non farlo troppo

lentamente o rumorosamente – cercando insomma di fare in modo

che nessuno se ne accorga; negli altri casi, la cosa migliore sarà

riprendere fiato fra le pause del discorso”. (Quintiliano, Istituzione

Oratoria [XI, 3,53])

Actio e memoria

dai classici 2 □ “C’è errore nelle sopracciglia quando esse sono completamente

immobili o troppo mobili o quando sono in disaccordo l’una con

l’altra (...) oppure quando sono in contrasto con quello che diciamo:

l’ira viene infatti mostrata dalle sopracciglia contratte, la tristezza da

quelle abbassate, la felicità da quelle rilassate. Possono essere

abbassate o sollevate anche se c’è l’intenzione di dire di sì o di no”.

(Quintiliano, Istituzione Oratoria [XI, 3,79])

□ “L’imparare a memoria in silenzio (è stato infatti sollevato anche

questo problema) sarebbe la cosa migliore, se non ci fossero il più

delle volte altri pensieri a penetrare nella nostra mente quando essa

è per così dire distratta: sono proprio questi pensieri a rendere

necessario stimolare la mente per mezzo della voce, in modo che la

memoria sia aiutata dalla duplice attività del parlare e

dell’ascoltare. Ma la voce non deve essere troppo forte e deve

assomigliare piuttosto a un mormorio”. (Quintiliano, Istituzione

Oratoria [XI, 2,33])

Le tre leve della persuasione

□ Ethos

□ Logos

□ Pathos

Il layout

□ Disposizione spaziale delle componenti d’arredo e delle

persone all’interno di una sala

□ Stabilito a priori, in genere non dall’oratore

□ Elementi influenti: □ spazio tra oratore e pubblico

□ possibilità d’interazione

□ luci

□ supporti audiovisivi

□ comfort

□ posizione relativa se presenti più oratori contemporaneamente

Le slide

□ Sono un vero e proprio format di comunicazione

□ Caratteristiche: □ sequenzialità

□ frammentarietà

□ bassa risoluzione

□ relazioni logiche

□ non saturazione semantica

□ I software più diffusi per la preparazione delle slide mettono a

disposizione un insieme di elementi visivi alquanto ridotto

□ Gli elementi visivi devono essere funzionali, semplici e

informativi

□ Lo sfondo migliore è un colore chiaro uniforme, sul quale si devono usare caratteri scuri

Grafici - 1

□ Meglio utilizzare le tabelle per presentare risultati e grafici per

confrontare dati

A partire dalla tabella seguente:

□ Definiamo il messaggio e costruiamo il grafico

% vendite Azienda A Azienda B

Nord 13 39

Sud 35 6

Est 27 27

Ovest 25 28

Grafici - 2

□ Da questi due grafici emerge il messaggio:

□ il mix delle vendite è diverso per le aziende A e B

Grafici - 3

□ Da questi due grafici emerge il messaggio:

□ la percentuale delle vendite delle aziende A e B varia in base alla regione

Grafici - 4

□ Da questi due grafici emergono i messaggi:

□ l’azienda A ha più alta percentuale di vendite al Sud;

□ l’azienda B ha più alta percentuale di vendite al Nord.

□ l’azienda A ha più bassa percentuale di vendite al Nord e

quella B al Sud.

Grafici - 5

□ Il titolo deve contenere un messaggio:

□ NO: Quota vendite per regione

□ SI: Dall’Est dipende più di un quarto dei profitti

La cura del proprio aspetto - 1

□ La valenza simbolico-comunicativa dell’abbigliamento

domina le scelte personali, segna l’evoluzione etnico-culturale

di un popolo, agisce sul sistema economico-sociale attraverso

l’impatto delle mode sui consumi

□ Desiderio individuale di differenziarsi vs ricerca di un

adeguamento al gruppo sociale cui si desidera appartenere

□ Gli oratori dell’era classica puntavano molto sulla differenziazione, oggi c’è un affievolimento delle differenze tra

oratorie platea, con tendenza comune verso la sregolatezza

□ Dobbiamo essere sempre appropriati alle circostanze ed

all’evento, interpretando in modo personale l’esteriorizzazione

del ruolo che intendiamo ricoprire

La cura del proprio aspetto - 2

La cura del proprio aspetto - 3

Una giacca tra tutte…

La cura del proprio aspetto - 4

□ Abiti discreti, eleganti e sobri: doppiopetto blu, gessato grigio,

spezzato tweed, gonna scura sotto il ginocchio, tailleur, ecc.

□ Seriosi, ma meno formali: maglione dolce vita, jeans, camicia

senza giacca, ecc.

□ Non sono accettati favorevolmente abbigliamenti provocanti,

sciatti o eccessivamente colorati

□ Attenzione alla scarpe

□ Mai derogare dal buon senso ed educazione: mai indossare

simboli di “fede” opposta alla platea (ad esempio gioielli, abiti

e accessori costosi in eventi organizzati per beneficienza, blu

jeans in eventi formali, ecc.)

Terza lezione

□ La comunicazione non verbale

□ La paraverbalità

□ La prossemica

□ La kinesica

□ La tacesica

□ La cronemica

Comunicazione non verbale

□ Considerata fino agli anni ‘50 una funzione

accessoria e rafforzativa del sistema verbale

□ Negli ultimi anni si è sviluppato un notevole

interesse multidisciplinare sulla comunicazione

non verbale (analisi antropologiche, linguistiche,

sociologiche, ecc.), ma non ancora una ben

consolidata teoria

Comunicazione non verbale

□ In caso di contraddizione tra espressione verbale

e comunicazione non verbale il ricevente pone,

in genere, più attenzione al linguaggio non

verbale, perché ritiene sia difficilmente

dissimulabile.

□ Tema trattato in telefilm di successo come “Lie to

me “ e “The Mentalist”

□ In genere siamo molto attenti ai segnali non

verbali dei nostri interlocutori, ma siamo portati a

trascurare i nostri.

Comunicazione non verbale

□ Funzione espressiva

□ Funzione interattiva

□ Funzione di controllo

□ Funzione referenziale

□ Funzione metacomunicativa

Comunicazione non verbale

Codice biologico o culturale?

□ atti innati

□ atti istintivi

□ atti comunicativi

□ atti utilizzati per influenzare e modificare il

comportamento interattivo degli altri

Comunicazione non verbale

□ Distinti livelli di analisi:

□ intrapersonale

□ interpersonale o situazionale

□ posizionale

□ ideologico

Programmazione NeuroLinguistica

(PNL)

□ Discussa tecnica psicologica

□ I segnali non verbali sono referenti espressivi dei

sistemi di rappresentazione interni alla persone

(del modo in cui acquisiscono cognizione di ciò

che succede, lo memorizzano o lo immaginano)

□ Noi percepiamo l’ambiente in tre modi:

□ visivo

□ uditivo

□ cinestetico (gusto, olfatto, consapevolezza corporea, tattile)

Programmazione NeuroLinguistica

(PNL)

□ Il linguaggio (verbale e non verbale) permette:

□ di rilevare il sistema rappresentativo attivo nella mente

di una persona in un determinato momento;

□ accedere ai sistemi di rappresentazione utilizzati dai

nostri interlocutori ed essere molto più efficaci durante

la comunicazione.

□ Alcuni studi sperimentali hanno permesso di

stabilire che il 40% circa delle persone è “visiva”, il

20% è “uditiva” ed il restante 40% è “cinestetica”.

Gli schemi di rappresentazione

mentale

La paraverbalità

□ L’uomo utilizza suoni, non propriamente linguistici, in

grado di riempire parzialmente o totalmente il vuoto

semantico lasciato dal codice verbale.

□ La voce è indicatore:

□ delle emozioni

□ degli atteggiamenti interpersonali

□ della personalità

□ del gruppo sociale e culturale d’appartenenza di un

individuo

Comunicazione paraverbale

□ È piuttosto difficile da controllare, deve essere

educata perché possa sostenere le altre

componenti del messaggio

□ Un esercizio utile è la registrazione della nostra voce

mentre leggiamo un brano o parliamo di un

determinato argomento

Comunicazione paraverbale

□ Dobbiamo evitare che risulti nasale, gutturale,

afona, roca, o stridula.

□ Il segreto è nella respirazione:

□ respirazione “di torace”: ispirazione con il naso, la

dilatazione del torace e il rientro del ventre (è il tipo di

respirazione che pratichiamo in palestra come esercizio

ginnico)

□ respirazione “di addome”: consiste nel lasciar andare

l’addome, utilizzandolo come pistone per espellere l’aria (è

il tipo di respirazione che attuiamo inconsapevolmente

quando parliamo con persone familiari)

Componenti paraverbali

□ Colore: capacità di comunicare uno stato emozionale, critico

o ironico

□ Tono: grado di elevazione di un suono

□ Volume: intensità del suono

□ Tempo: maggiore o minore velocità di articolazione delle

parole

□ Ritmo: successione di tempi lenti e veloci o di accenti alti e bassi

□ Dizione: modo con cui si pronunciano le parole

□ Mordente: capacità di correlare il respiro con la frase da

pronunciare

□ Timbro: caratteristiche individuali della voce

La paraverbalità

□ Analizzate la frase: “Maria parla Roberta“

□ Può suggerire vari messaggi sottostanti a

quello più evidente

□ accentuare con la voce uno o l'altro degli

elementi della frase

□ cercate di individuare i possibili significati

aggiuntivi

□ si può utilizzare la voce per farli emergere

La paraverbalità

□ posso trovare due interpretazioni

□ Maria parla Roberta (sto suggerendo a

Maria di far parlare Roberta)

□ Maria parla Roberta (sto dicendo a

Roberta che Maria sta parlando e che la

dovrebbe ascoltare)

La prossemica

□ Ogni persona cerca di mantenere attorno a

sé uno spazio, il più esteso possibile, per una

sorta di retaggio istintivo di difesa del

proprio territorio e della propria intimità

□ Se durante una comunicazione

interpersonale l’interlocutore si avvicina

troppo il nostro stato emozionale aumenta e

siamo portati ad allontanarci istintivamente

L’uovo prossemico

davanti

dietro

di fianco

Distanza

□ Inferiore ai 50 cm: intima

□ Tra i 50 e 120 cm: personale

□ Tra 120 e 340 cm: sociale o della

neutralità

□ Maggiore di 340 cm: distanza pubblica

La kinesica

□ Lo studio dei fenomeni comunicativi che avvengono attraverso il movimento: □ postura

□ espressioni del volto

□ sguardo

□ gesti

La postura

□ Posizione che il corpo assume sia da

fermo che in movimento

□ Non rivela chiaramente emozioni

□ Rivela il grado di sicurezza

□ Indica l’atteggiamento generale nei

confronti degli altri

□ Dal grado di asimmetria o incongruenza

delle posture assunte da due interlocutori

possiamo dedurre il loro reale interesse

alla comunicazione

Il mirroring

□ Una delle tecniche più efficaci e più

utilizzate per creare una connessione

empatica con il proprio interlocutore

□ comunicazione a due

□ replicando (non copiando) alcuni

comportamenti si crea un sentimento di affinità

□ Si applica a: □ voce (tono, velocità)

□ movimenti

□ postura

□ respiro

Kinesica - Segnali

Descrizione – Postura in piedi Interpretazione

braccia conserte, spalle incassate scarso interesse, non desidera

affrontare l’argomento

braccia aperte o rilassate lungo il corpo disponibilità ed apertura

capo piegato in avanti e le braccia conserte chiusura, difesa e distacco

braccia dietro la schiena sottomissione ed inferiorità

mento in alto, le gambe divaricate e rigide,

la schiena inarcata all’indietro

superiorità

camminare a testa alta, mostrando il petto superiorità, sicurezza

mani sui fianchi o sulla cintura atteggiamento di sfida

Kinesica - Segnali

Descrizione – Postura seduti Interpretazione

busto in avanti voglia di prevaricare o un

grande interesse

busto eretto apertura e sicurezza

busto indietro rilassatezza o presunzione

schiena ben appoggiata allo schienale segnale di sicurezza

sedersi sul bordo esterno della sedia timore ed ansia, volontà di

interrompere presto la

conversazione

piedi attaccati alle gambe della sedia insicurezza

Kinesica - postura

□ Discorso in pubblico □ In

□ parlare in piedi e non seduti

□ avvicinandosi per quanto possibile alla platea

□ braccia rilassate lungo il corpo

□ Out □ incrociare le braccia

□ cercare un modo di posizionare le mani (unite

dietro la schiena o davanti)

□ evitare di abbarbicarsi sopra il leggio/tavolo

Kinesica – Il volto

□ Emozioni fondamentali □ traspaiono immediatamente e in modo chiaro

attraverso le espressioni del viso

□ paura, felicità, rabbia, sorpresa, disgusto,

tristezza

□ Emozioni sociali complesse □ si manifestano attraverso la combinazione

con altri indicatori corporei

□ vergogna, orgoglio, colpa, ecc.

Kinesica – Il volto

□ Lo studio dell’espressione si basa su due metodi distinti: □ rilevazione e misurazione analitica (movimenti

dei muscoli facciali e dell’intensità del movimento)

□ esame del giudizio e del riconoscimento da parte degli altri

□ Dal punto di vista espressivo possiamo suddividere il volto in tre aree: □ superiore (sopracciglia e fronte)

□ inferiore (mento e bocca)

□ mediana (occhi e sguardo)

Il volto: parte superiore

Descrizione Interpretazione

pieghe della fronte orizzontali stupore, meraviglia, perplessità,

sorpresa, ansia, difficoltà di

comprensione

pieghe della fronte orizzontali +

occhi spalancati

in attesa ed è ben predisposto

pieghe della fronte orizzontali +

occhi semichiusi

sforzo per prestare attenzione o

ascolto

pieghe della fronte verticali totale concentrazione sulla

comunicazione in atto o su una

persona presente. Possono essere

associate a collera, irritazione,

malumore, ma anche a forte

concentrazione.

Il volto: parte inferiore Descrizione Interpretazione

mento in avanti voglia di farsi valere

mento indietro stato di benessere

bocca aperta o socchiusa forte desiderio di conoscere, capire o

comunicare; oppure stupore o attenzione

bocca serrata, labbra

risucchiate all’interno

atteggiamenti di difesa e chiusura

accompagnati a volte anche da mascelle

serrate: ostilità, indisponibilità,

scontentezza, frustrazione, rifiuto,

disapprovazione

sorriso disponibilità verso gli altri e desiderio di

conciliazione

mordersi le labbra voler dire, o avere già detto, qualcosa di

sbagliato

deglutire ripetutamente insicurezza e imbarazzo

Lo sguardo - 1

□ sguardo - contatto visivo □ utilizzato per cominciare o terminare

una comunicazione

□ contatto ottimale 70%-80% del totale

Tipologia di sguardo Interpretazione

sguardo non orientato

all’interlocutore

indifferenza o rifiuto

sguardo orientato e fisso volontà di mettere a disagio,

aspettativa nei suoi confronti

sguardo protratto e persistente forte interesse

sguardo lungo e “cattivo” interesse e voglia di competizione

sguardo aggressivo volontà di sconfiggere o sopraffare

Lo sguardo - 2

□ Può essere usato per dare e ricevere feedback □ Se guardiamo il nostro interlocutore alla fine di

una frase lo porteremo a parlare di più □ Se lo guardiamo mentre gli poniamo delle

domande lo porteremo a parlare di più di se stesso

□ Guardando gli altri segnaliamo il nostro interesse,

facilitando il mantenimento dell’attenzione da parte degli interlocutori

□ Siamo, infatti, portati ad essere più attratti da chi si dimostra affascinato da noi

Il volto che mente

□ espressioni del volto simulate □ più accentuate sul lato destro del volto

□ asimmetriche

□ compaiono e scompaiono improvvisamente,

□ hanno una durata brevissima o lunghissima,

□ sono localizzate nella parte inferiore del viso,

□ sono esagerate rispetto alle espressioni emotive

ingenue,

□ mancano dell’attivazione dei muscoli della fronte e

degli occhi,

□ non sono sincronizzate con i movimenti del corpo che

indicano il medesimo stato d’animo.

La fisiognomica

□ Espressioni stabili e radicate nel viso, indipendenti

dall’interazione in atto, possono rivelare la

personalità di un individuo

□ Mimica acquisita nel tempo (rughe attorno agli

occhi o alla bocca, ecc.)

□ Si sviluppano a causa di atteggiamenti ed emozioni

vissuti di frequente e diventano stabili

□ Attenzione agli stereotipi

I gesti

□ Primari o accidentali

□ Classificazione(Ekman, Freisen): □ emblematici

□ illustratori

□ regolatori

□ indicatori di stato emotivo

□ adattativi

Segnali barriera

□ Azioni compiute inconsciamente quando siamo in pericolo o in difficoltà

□ Quando il nostro interlocutore compie gesti barriera cerchiamo di fargli cambiare posizione/atteggiamento

□ Esempio: braccia incrociate

Le mani Descrizione Interpretazione

nascondere le mani nelle tasche o dietro

la schiena

quando si mente o si è in

imbarazzo

palmo verso l’alto indicano sincera disponibilità

palmo verso l’interno volontà di non dare

eccessiva confidenza

palmo verso il basso antagonismo

puntare l’indice o serrare le dita a pugno superiorità, imperio, rabbia

giocherellare o torcere in continuazione

le mani, metterle in tasca per tirarle fuori

subito dopo

atteggiamento di sfida ansia

o agitazione

nascondere la propria bocca con la

mano, sfiorare il naso o una zona vicina

alla bocca

disaccordo, se lo fa mentre

parla sta mentendo

Le mani Descrizione Interpretazione

mani congiunte a guglia Sicurezza

gomiti appoggiati sul tavolo, le mani

all’altezza del volto con le dita incrociate

mascherare una valutazione

negativa

afferrare il proprio polso con l’altra mano

o una mano con l’altra

tentativo di autocontrollo

manipolare o giocherellare con gli

oggetti

prendere tempo prima di

una decisione, indecisione

pugni serrati rabbia, frustrazione,

aggressività

IMPORTANTE: □ i segnali corporei non vanno mai intesi come gesti valutabili

singolarmente, ma sempre analizzati in relazione ai parametri dinamici di esecuzione, agli altri gesti contemporaneamente attuati ed al contesto

Il contatto fisico - 1

□ H. F. Harlow ha dimostrato che

favorisce la costruzione del legame

d’attaccamento più dei fattori legati

alla soddisfazione dei bisogni primari

□ Il nostro cervello riceve messaggi da

tutta la superficie corporea e dal

punto di vista biologico il contatto

fisico permette la costruzione di rapporti sociali più intensi.

Il contatto fisico - 2

□ Verso e da altri

□ protezione, affetto, sicurezza

□ affiliazione

□ aggressività

□ Verso noi stessi

□ sicurezza, conforto

Il contatto fisico - 3

□ un lieve e non intrusivo contatto fisico da

parte del nostro interlocutore ha in genere

un effetto positivo sulla relazione

□ nelle culture occidentali è utilizzato

prevalentemente nelle situazioni di saluto o

congedo, nelle cerimonie o quando ci si

congratula con qualcuno

□ é inoltre utilizzato per regolare l’interazione

nei processi di comunicazione

La stretta di mano

□ Pesce morto(insicuri e diffidenti)

□ Morsa (esibizionisti, voglia di dominare)

□ Tritaossa (esasperazione della morsa)

□ Fuori bersaglio (altezzosi e falsi)

□ A braccio rigido (voglia di imporre regole)

□ Il lussaspalla (insicuri della relazione)

□ La pompa (invadenti e fastidiosi)

□ Il mazzo di carote (schivi e introversi)

□ A guanto (imbarazzo per chi la riceve)

La mano sudata

□ La mano non suda a causa della

temperatura ambientale

□ La mano sudata dà sempre

un’impressione negativa

□ fonte di calore

□ fazzoletto

Atteggiamento di predominio

o sottomissione

□ Quando una persona vuole dominare

l’altra tende, durante la stretta di

mano, a girare il proprio palmo verso il

basso, costringendo l’altra a tenerlo

verso l’alto.

□ Ristabilire la condizione di rispettosa

interazione

La stretta di mano perfetta

La cronemica

□ La gestione dei turni di parola, delle pause e dei silenzi, la loro

lunghezza, il ritmo del parlato, il senso di “puntualità” dei

singoli interventi riguardano il sistema cronemico

□ Ciascuno di noi ha i propri ritmi ed una personale percezione

del tempo

□ Molto spesso la comunicazione con persone che hanno ritmi

biologici e psicologici diversi può disorientare e causare disagio.

□ Oltre ai ritmi circadiani, che riguardano i cicli fisiologici e

psicologici degli esseri viventi nell’arco delle 24 ore, i ritmi e la

percezione personale, anche la cultura influisce

notevolmente sulla cronemica.

la vostra storia

□ La vostra storia:

□ Dividetevi in due gruppi

□ Cominciate a inventare una storia sulla base

del brevissimo testo che vi viene consegnato

□ Dopo qualche minuto vi verrà consegnato un

altro breve testo con altri elementi da

incorporare nella storia

□ Raccontate le vostre storie

Conclusioni

Una donna portò il figlioletto dal Mahatma Gandhi e gli domandò:

“Mahatma, digli di non mangiare più dolci”.

“Abbi la bontà di tornare fra tre giorni” rispose Gandhi.

Tre giorni dopo la donna tornò con il bambino e Gandhi disse al

bambino: “Non mangiare più dolci!”.

La donna domandò: “Perché ci hai fatto aspettare tre giorni per

dire soltanto questo?”.

Il Mahatma rispose: “Perché tre giorni fa anch’io mangiavo

ancora dolci”.

Tratto da: Bruno Ferrero (2002), La Vita è Tutto Ciò che Abbiamo,

Elledici

Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere

Gandhi

Conclusioni

Che tu creda di farcela o non farcela, hai ragione.

Henry Ford