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1 Spedizione in abb. postale art. 2 comma 20/C L. 662/96 www.altracitta.org Cacciati come topi NUMERO 1 - MAGGIO 2010 Le Piagge, Firenze - Anno XIV - Seconda serie 1 € Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case (...) meditate che questo è stato. M argherita ha 20 anni, un marito pallido e biondo e una bambina di nome Maria. Margherita ha un sacchetto di plastica come bagaglio, i vestiti li ha tutti addosso, il resto, se c’era, l’hanno schiacciato le ruspe la mattina del 15 gennaio. Non stava bene che dormissero lì nelle baracche, non era igienico, non era salutare. Così alle 6 di mattina si sono svegliati con le ruspe e la polizia, e poco dopo la loro casa malsana e sudicia non c’era più. Ed è iniziata la storia che vi raccontiamo, la storia dei rom Dopo gli sgomberi dell’Osmatex, una storia non finita che sembra roba del medioevo e invece accade qui e ora, Firenze, Italia, 2010. Manca poco al Giorno della memoria quando l’area ex Osmatex viene sgomberata. Manca poco ai discorsi, alle celebrazioni, alle testimonianze dei sopravvissuti ai lager nazisti. Chissà se qualcuno di loro nei campi ha incontra- to anche gli “zigeuner”, gli zingari, i rom, che furono ra- strellati e sterminati a migliaia perché, come gli ebrei, ri- tenuti esseri inferiori, o più semplicemente perché serviva un capro espiatorio, un diversivo dalla crisi della Germania. Ecco, per i rom sembra che quel tempo non sia passato mai. Gli zingari fanno schifo a tutti, a destra e a sinistra, in basso e in alto. Anche i più progressisti, i più antiraz- zisti, fanno un’eccezione per i rom, e non si vergognano. Sarà per questo che lo sgombero dell’area ex Osmatex nel co- mune di Sesto Fiorentino non provoca tanto clamore, malgra- do arrivi senza preavviso nei giorni di maggior freddo e senza offrire nessuna alternativa ad un gruppo di più di 100 persone (continua a pagina 2) I “rom dell’Osmatex” vivono da mesi senza alloggio nè tutele. E la legge regionale? Contro il tunnel dall’avvocato Ecco come tutelarsi dai danni della TAV A PAGINA 3 QUESTO NUMERO LE IDEE L ’aspetto più aber- rante della legisla- zione italiana che norma i Centri di Identi- ficazione ed Espulsione per i migranti (CIE) è che una persona vi può veni- re imprigionata, e quin- di privata della propria libertà, senza che abbia commesso nessun reato. Lo Stato non punisce un “comportamento” (un furto, un omicidio, una truffa, l’evasione fiscale, il falso in bilancio) bensì una “condizione” (l’essere “straniero irregolare”). Nel nostro Paese, per la prima volta dalle leggi razziali fasciste del 1938, si privano della libertà migliaia di persone senza processo e in spregio dei basilari diritti umani. Nelle scorse settimane il nostro giornale ha lancia- to una petizione on line - http://bit.ly/92fgDN, fir- mata da oltre 500 perso- ne, per contrastare la deci- sione del nuovo presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che si è detto disponibile ad aprire anche nella nostra regione alcuni CIE, purché umani. Associare la parola “uma- nità” ai Centri di espul- sione è semplicemente assurdo. A più di dieci anni dalla loro istituzione la gestione ha un “approc- cio ancora emergenziale”. I servizi al suo interno sono concepiti nell’ottica di “soddisfare a mala- pena i bisogni primari, tralasciando le molteplici istanze che possono con- tribuire a determinare una condizione accettabile di benessere psicofisico”. Lo dice Medici Senza Frontiere in un accurato rapporto condotto nei vari Cie e Cpt aperti in Italia. Alle stesse conclusioni è arrivata l’Unione Euro- pea che ha monitorato questa oscenità giuridica presente anche in altri paesi all’interno della cosiddetta Fortezza Euro- pa (qui un esplicito video http://bit.ly/cwOYcZ). Noi sul nostro territorio i CIE non li vogliamo, preferiamo tutelare i diritti umani. E voi? Perché non vogliamo i CIE in Toscana Stranieri nella notte di un’Italia che ha paura I n questo numero ab- biamo deciso di dare molto spazio alla que- stione “stranieri in Italia”. Siamo infatti preoccupati e sconcertati nel vedere come il colore della pelle, la lingua, le usanze diver- se stiano diventando mo- tivo di ostilità, diffidenza, o puro e semplice razzi- smo, verso immigrati, pro- fughi, lavoratori regolari o in nero, insomma verso tutti i non italiani, uomini, donne e persino bambi- ni. È trascorso già molto tempo da quando l’Italia è divenuta una meta ambita per chi cerca un lavoro, o fugge dalla guerra, o sem- plicemente desidera una vita migliore. Ma invece di esserci abituati alla diversità, alla mescolanza dei popoli che è così tipica delle società avanzate in questo millennio, sembra quasi che stiamo tornan- do indietro, che abbiamo paura di questi “alieni” da cui ci sentiamo circondati. Al di là di tanti bei discor- si, in effetti, non è stato fatto molto per costruire cultura e condizioni per la convivenza. Bisogne- rebbe che tutti avessero garantiti almeno i diritti di base, che non ci fossero motivi per l’esplosione di guerre tra poveri. Invece, pensiamo a Ro- sarno: stranieri sfrutta- ti da italiani criminali, mentre altri italiani, per povertà, per ignoranza, vedono nei “negri” la causa del loro malessere. Oppure, guardiamo in casa nostra: centinaia di rom in Toscana vivo- no ancora nei campi, o in insediamenti abusivi. Pochissimo è stato fatto per la loro integrazione, eppure la gente li odia quasi fossero dei privile- giati. Ancora ignoranza? Noi proviamo a raccon- tare dei fatti, delle storie, cerchiamo di avvicinar- ci alla realtà di queste persone per quello che sono. E, per una volta, siamo contenti di po- ter parlare anche di un bellissimo esperimento, riuscito, di accoglien- za e integrazione. APPALTI A FIRENZE, CHE DISASTRO! Corruzione e sprechi dal Panificio a Castello L’ANTIRAZZISMO ATTIVO DEL KULANKA Visita al centro che lavora con i profughi somali FIRENZE NOVELLA, SOPRA È MEGLIO Progetto alternativo per la stazione della TAV DISCARICA ABUSIVA? TRANQUILLI... Ma che ne sarà della “montagna” di via Piemonte? MAG, CHI CRESCE PIANO... La finanziaria solidale è quasi a metà del cammino APPLAUSI AL TEATRO DELLE SPIAGGE Ottimo inizio per la nuova sala in via del Pesciolino IN QUESTO NUMERO Anche quest’anno puoi destinare il 5 per mille delle tue tasse a sostegno delle attività portate avanti dalla Comunità delle Piagge. Per sapere come, visita il nuovissimo sito della Comunità delle Piagge http://www.comunitadellepiagge.it/ Riace, la Calabria che accoglie Dove gli stranieri fanno rinascere un paese A PAGINA 3 Acqua pubblica, ci riproviamo In Toscana servono 40mila firme per il referendum A PAGINA 2

l'Altracittà - Aprile 2010

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Notizie da Firenze. Giornalismo partecipativo

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Numero 1 - mAGGIo 2010 L e P i a g g e , F i r e n z e - A n n o X I V - S e c o n d a s e r i e1 €

Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case (...) meditate che questo è stato.

Margherita ha 20 anni, un marito pallido e biondo e una bambina di nome Maria. Margherita ha un sacchetto di plastica come bagaglio, i vestiti li ha

tutti addosso, il resto, se c’era, l’hanno schiacciato le ruspe la mattina del 15 gennaio. Non stava bene che dormissero lì nelle baracche, non era igienico, non era salutare. Così alle 6 di mattina si sono svegliati con le ruspe e la polizia, e poco dopo la loro casa malsana e sudicia non c’era più. Ed è iniziata la storia che vi raccontiamo, la storia dei rom

Dopo gli sgomberi

dell’Osmatex, una storia non finita che sembra roba del medioevo e invece accade qui e ora, Firenze, Italia, 2010.Manca poco al Giorno della memoria quando l’area ex Osmatex viene sgomberata. Manca poco ai discorsi, alle celebrazioni, alle testimonianze dei sopravvissuti ai lager nazisti. Chissà se qualcuno di loro nei campi ha incontra-to anche gli “zigeuner”, gli zingari, i rom, che furono ra-strellati e sterminati a migliaia perché, come gli ebrei, ri-tenuti esseri inferiori, o più semplicemente perché serviva

un capro espiatorio, un diversivo dalla crisi della Germania. Ecco, per i rom sembra che quel tempo non sia passato mai. Gli zingari fanno schifo a tutti, a destra e a sinistra, in basso e in alto. Anche i più progressisti, i più antiraz-zisti, fanno un’eccezione per i rom, e non si vergognano. Sarà per questo che lo sgombero dell’area ex Osmatex nel co-mune di Sesto Fiorentino non provoca tanto clamore, malgra-do arrivi senza preavviso nei giorni di maggior freddo e senza offrire nessuna alternativa ad un gruppo di più di 100 persone

(continua a pagina 2)

I “rom dell’Osmatex” vivono da mesi senza alloggio nè tutele. E la legge regionale?

Contro il tunnel dall’avvocato

Ecco come tutelarsi dai

danni della TAV A PAGINA 3

QUESTO NUMERO LE IDEE

L’aspetto più aber-rante della legisla-zione italiana che

norma i Centri di Identi-ficazione ed Espulsione per i migranti (CIE) è che una persona vi può veni-re imprigionata, e quin-di privata della propria libertà, senza che abbia commesso nessun reato. Lo Stato non punisce un “comportamento” (un furto, un omicidio, una truffa, l’evasione fiscale, il falso in bilancio) bensì una “condizione” (l’essere “straniero irregolare”). Nel nostro Paese, per la prima volta dalle leggi razziali fasciste del 1938, si privano della libertà migliaia di persone senza processo e in spregio dei basilari diritti umani.Nelle scorse settimane il nostro giornale ha lancia-to una petizione on line - http://bit.ly/92fgDN, fir-mata da oltre 500 perso-ne, per contrastare la deci-sione del nuovo presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che si è detto disponibile ad aprire

anche nella nostra regione alcuni CIE, purché umani.Associare la parola “uma-nità” ai Centri di espul-sione è semplicemente assurdo. A più di dieci anni dalla loro istituzione la gestione ha un “approc-cio ancora emergenziale”. I servizi al suo interno sono concepiti nell’ottica di “soddisfare a mala-pena i bisogni primari, tralasciando le molteplici istanze che possono con-tribuire a determinare una condizione accettabile di benessere psicofisico”. Lo dice Medici Senza Frontiere in un accurato rapporto condotto nei vari Cie e Cpt aperti in Italia. Alle stesse conclusioni è arrivata l’Unione Euro-pea che ha monitorato questa oscenità giuridica presente anche in altri paesi all’interno della cosiddetta Fortezza Euro-pa (qui un esplicito video http://bit.ly/cwOYcZ).Noi sul nostro territorio i CIE non li vogliamo, preferiamo tutelare i diritti umani. E voi?

Perché non vogliamo i CIE in Toscana

Stranieri nella notte di un’Italia che ha paura

In questo numero ab-biamo deciso di dare molto spazio alla que-

stione “stranieri in Italia”. Siamo infatti preoccupati e sconcertati nel vedere come il colore della pelle, la lingua, le usanze diver-se stiano diventando mo-tivo di ostilità, diffidenza, o puro e semplice razzi-smo, verso immigrati, pro-fughi, lavoratori regolari o in nero, insomma verso tutti i non italiani, uomini, donne e persino bambi-ni. è trascorso già molto tempo da quando l’Italia è divenuta una meta ambita per chi cerca un lavoro, o fugge dalla guerra, o sem-plicemente desidera una vita migliore. Ma invece di esserci abituati alla diversità, alla mescolanza dei popoli che è così tipica delle società avanzate in questo millennio, sembra quasi che stiamo tornan-do indietro, che abbiamo paura di questi “alieni” da cui ci sentiamo circondati.Al di là di tanti bei discor-si, in effetti, non è stato fatto molto per costruire

cultura e condizioni per la convivenza. Bisogne-rebbe che tutti avessero garantiti almeno i diritti di base, che non ci fossero motivi per l’esplosione di guerre tra poveri. Invece, pensiamo a Ro-sarno: stranieri sfrutta-ti da italiani criminali, mentre altri italiani, per povertà, per ignoranza, vedono nei “negri” la causa del loro malessere. Oppure, guardiamo in casa nostra: centinaia di rom in Toscana vivo-no ancora nei campi, o in insediamenti abusivi. Pochissimo è stato fatto per la loro integrazione, eppure la gente li odia quasi fossero dei privile-giati. Ancora ignoranza?Noi proviamo a raccon-tare dei fatti, delle storie, cerchiamo di avvicinar-ci alla realtà di queste persone per quello che sono. E, per una volta, siamo contenti di po-ter parlare anche di un bellissimo esperimento, riuscito, di accoglien-za e integrazione.

APPALTI A FIRENZE, CHE DISASTRO!Corruzione e sprechi dal Panificio a CastelloL’ANTIRAZZISMO ATTIVO DEL KULANKA Visita al centro che lavora con i profughi somali FIRENZE NOVELLA, SOPRA è MEGLIO Progetto alternativo per la stazione della TAV DISCARICA ABUSIVA? TRANQUILLI... Ma che ne sarà della “montagna” di via Piemonte?MAG, CHI CRESCE PIANO...La finanziaria solidale è quasi a metà del cammino APPLAUSI AL TEATRO DELLE SPIAGGE Ottimo inizio per la nuova sala in via del PesciolinoIN

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Anche quest’anno puoi destinare il 5 per mille delle tue tasse a sostegno delle attività

portate avanti dalla Comunità delle Piagge.Per sapere come,

visita il nuovissimo sito della Comunità delle Piagge

http://www.comunitadellepiagge.it/

Riace, la Calabria che accoglie Dove gli stranieri fanno rinascere un paese A PAGINA 3

Acqua pubblica, ci riproviamo

In Toscana servono 40mila firme

per il referendumA PAGINA 2

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La strategia delle ‘bonifiche’ Appello al presidente Rossi

Acqua, via con le firmeTre referendum per riprendersi l’acqua Il Pozzo ospita il Comitato provinciale

Kulanka, l’antirazzismo oltre le parole Corsi di italiano e di informatica, iniziative culturali e “Sala da tè”: piccolo ma vivace, il centro Kulanka continua la propria attività insieme ai profughi somali

In nome della legalità colpiti i diritti fondamentali delle persone: la povertà è diventata un reato da perseguire?

Corruzione al PanificioL’ex assessore all’urbanistica Gianni Biagi è stato iscritto nel registro degli indagati per corruzione nell’ambito dell’opera-zione di trasformazione immobiliare dell’ex Panificio milita-re. La destinazione dell’area è da tempo oggetto delle batta-glie dei cittadini riunitisi in comitato, per i quali il progetto non è altro che l’ennesima cementificazione del quartiere di Rifredi. Biagi – già indagato nella vicenda Castello - sarebbe inquisito insieme all’architetto Marco Casamonti e all’im-prenditore Riccardo Fusi, proprietario dell’area. L’ex assessore avrebbe rilasciato permessi in cambio dell’impegno da parte di Fusi di affidare il progetto a professionisti indicati dallo stesso Biagi, ovvero Marco Casamonti e il celebre architetto spagnolo Rafael Moneo. Casamonti e Moneo furono in effetti incaricati della progettazione, a spese del Gruppo Fusi. In seguito però Palazzo Vecchio tirò i freni e bloccò le dichia-razioni di inizio attività. Dopo l’arrivo della giunta Renzi, l’impresa ha ripreso le trattative e ha modificato il progetto.

Auditorium, la gara è irregolareIl Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato da Gia.Fi. Costruzioni Spa, annullando l’assegnazione dell’appalto per la realizzazione del nuovo Parco della Musica e della Cultura di Firenze. Il bando annullato rientra nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta corruzione nell’assegnazione di appalti per le “Grandi opere” per i 150 anni dell’Unità d’Italia, nella quale è indagato anche il sottosegretario e capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Il 25 febbraio scorso Stato, Regione e Comune avevano firmato la convenzione per la realizzazione della struttura. Il nuovo teatro del Maggio, il cui costo si è quasi triplicato fino a raggiungere 237 milioni di euro, do-vrebbe sorgere nella zona di Porta al Prato e l’inaugurazione era prevista per dicembre 2011.

Viale Strozzi, Comune truffato? Si allarga l’inchiesta su presunte truffe ai danni del Comune per la costruzione del sottopasso di viale Strozzi. Secondo l’ac-cusa, i costi dell’opera alla Fortezza sarebbero lievitati di circa 3 milioni di euro rispetto al progetto iniziale da 5 milioni. Fra i nuovi iscritti, compaiono Carlo Volpi, presidente di Project Costruzioni (la società privata che ha realizzato le ope-re e che detiene la fetta più grande di Firenze Mobilità), Luigi Di Renzo, ex amministratore delegato di Firenze Parcheggi, e alcuni tecnici. Gli indagati diventano così 11, rispetto ai 4 iniziali (Gaetano Di Benedetto del Comune; Vincenzo Di Nardo, ex presidente di Firenze Mobilità; Giorgio Formigli e Mario Pasquini di Project Costruzioni) e ad alcuni di loro sono contestati i reati di associazione a delinquere e corruzio-ne, che vanno ad aggiungersi a quelli di abuso d’ufficio, falso in atto pubblico e truffa aggravata. Fra le altre opere finite nel mirino degli investigatori anche i parcheggi di piazza Becca-ria, della Fortezza e di piazza Alberti.

Il pasticcio di CastelloQuella della Scuola dei Marescialli è una storia infinita, dove l’unica cosa certa sembra il danno alle casse dello Stato. A causa di un indice sismico sottostimato, e dei conseguenti annullamenti e ricorsi, il costo dell’opera è lievitato da 190 milioni di euro a 261, più i costi del lodo, più i danni dei sequestri. Non solo, la BTP di Riccardo Fusi deve avere dallo Stato 28 milioni di danni, perché ingiustamente defraudata dell’appalto, assegnato alla ditta Astaldi per un costo supe-riore. Adesso poi Fusi si dichiara pronto ad appellarsi di nuo-vo alla magistratura, dopo che il Ministero delle infrastruttu-re, malgrado la sentenza precedente e l’inchiesta in corso, ha sbloccato i cantieri, che sono sempre in mano alla Astaldi. Alla fine, se una fine ci sarà, la Scuola dei Marescialli costerà più di 300 milioni di euro, tutti a carico della collettività. Per ora, a nove anni dall’assegnazione del primo appalto, tutto ciò che si vede è uno scheletro di torri che incombono su ciò che resta della Piana fiorentina.

di Ada Salas Macias

Sono a Firenze da poco tempo, ma Kulanka mi ha aiutato molto e adesso credo che posso trovare una vita migliore. Qui non solo im-

paro una lingua, imparo anche a migliorare come persona». Rashid, come altri ragazzi somali, frequenta il corso di italiano e aiuta con la ristrutturazione dell’edificio dell’associazione Kulanka. Giovani e precari, gli occhi di Rashid trasmettono pazienza. Ora sa che la sua vita dipende da ogni gesto che fa. La cosa principale è adesso dare qualità alla sua vita.Il centro Kulanka - parola somala che significa “assemblea”- è al-l’interno di un edificio abbandonato, sotto il cavalcavia delle Cure. Grazie all’appoggio del Movimento di lotta per la Casa e all’impegno dell’assemblea Insicuri si è costituita l’associazione Kulanka che cerca di rispondere alle necessità di coloro che arrivano al posto in cerca di aiuto.Il punto di forza del Kulanka è la capacità di trasmettere il messaggio dell’antirazzismo vero. È un luogo che dà un’opportunità a chi pensa di essere perduto, qui si costruisce un’esperienza che può essere un esempio d’integrazione. «Grazie al gruppo di volontari che vengono qua ogni settimana, stia-mo rendendo questo posto migliore a poco a poco – racconta Silvia, una delle ragazze che lavorano al Kulanka come volontarie – Inoltre invitiamo a tutti coloro che vogliono stare un po’ più vicino alla real-tà dei ragazzi somali a venire ad aiutare in qualsiasi momento».In questo momento sono molti gli immigrati somali che vivono nel centro. I somali lavorano con le persone dell’associazione per il man-tenimento del luogo e fanno attività diverse. In più, al Kulanka si or-ganizzano diverse attività per l’integrazione di questi cittadini. Come ad esempio la scuola d’italiano. Nell’autunno 2008 una cinquantina di richiedenti asilo somali ven-nero invitati a un incontro sul razzismo nella Facoltà di Lettere. I so-mali allora invitarono gli studenti a mettere in pratica l’antirazzismo insegnando loro l’italiano. Nacque così la scuola d’italiano.

Le lezioni sono due volte la settimana - martedi e giovedì - e durano due ore. Ma al Kulanka si svolge anche un laboratorio d’informatica ogni lunedì con computer e stampanti raccolti tramite un appello pubblico alla città, che è così entrata in contatto con il Kulanka e con i suoi abitanti. Nello stesso tempo, il laboratorio d’informatica sta lavorando al progetto “Un pc migrante per ogni scuola del quar-tiere”, offrendo la possibilità di noleggiare a basso costo un computer e fornendo assistenza gratuita e continuata per il periodo d’utilizzo del pc adottato.Un’altra iniziativa interessante è la “Sala da tè”. Ogni mercoledì po-meriggio, i volontari e i ragazzi somali si riuniscono a un tavolo per condividere le loro esperienze e parlare della loro vita. «A volte la gente viene per ascoltare la musica, fare qualche gioco, suonare la chitarra… è un’occasione per raccontarsi e conoscersi soprattutto in questo caos che stiamo vivendo»- dice Pierpaolo, un altro ragazzo volontario nell’associazione. Ci dice Abu, «alla Sala da tè posso par-lare liberamente dei miei pensieri e dei miei sentimenti e divertirmi insieme ai volontari». A marzo è stato presentato in questo centro sociale “La Casa che non c’è”, un documentario di Marcantonio Lunardi, dove un gruppo di persone sfuggite alla violenza si raccontano in dieci minuti attraverso la loro immaginazione, unico spazio rimasto ancora libero per volare sull’orrore dell’esilio e della solitudine. «Ero emozionato e impaziente di vedere il documentario. Grazie a Marco Lunardi, la gente potrà conoscere tutto quello che pensiamo, dopo essere usciti dal nostro paese. È un momento di confusione, di speranza per il nostro futuro – spiega ancora Rashid, che è arrivato al Kulanka tre mesi fa – Non parlo molto bene l’italiano, ma penso che chi la dura, la vince!». “La Casa che non c’è”, a cui partecipano alcuni ragazzi somali, mostra tutto ciò che hanno passato per ottenere la speranza di un futuro.Una casa, un giardino, le immagini di un mare che è metafora di libertà. Ecco cosa emerge dal racconto degli esuli somali del centro autogestito Kulanka.

(segue dalla prima) dove non mancano anziani, malati, un disabile e due bambini piccolissimi. Il sindaco di Sesto, che pure ringrazia il questore per aver posto fine alla situazione di degrado, sostiene che la decisione è partita dalla proprietà del terreno. L’Osmatex di oggi non ha più nulla a che fare con il tessile: si occupa invece di compravendita, costruzione e loca-zione di beni immobili, ed il suo capitale è diviso fra una finanziaria e altre imprese immobiliari. Tra queste anche Sviluppo Italia spa, che vanta tra le proprie realizzazioni il centro commerciale Omnia center accanto alla multisala di Prato - San Giusto, e tra i progetti comples-si residenziali a Montemurlo, Campi e sulla collina di Marignolle. Facile intuire quanto sia appetibile un terreno vuoto in una zona di possibile espansione come l’Osmannoro... Dopo lo sgombero dell’area, qualcuno dei rom sparisce nel nulla, gli altri iniziano un pellegrinaggio senza fine tra una porta chiusa e l’altra, passando diverse notti a dormire all’addiaccio. Il Comune di Sesto, dichiara Gianassi, ha già fatto abbastanza e non ha altre risor-se per accogliere nessuno. Da Firenze gli fa eco l’assessore Saccardi, che in modo abbastanza esplicito lancia un chiaro messaggio: se ci mettiamo ad accogliere tutti, chissà quanti ne arriveranno. Anzi, si spinge fino a rimbrottare la chiesa valdese, unica istituzione in città che per giorni ospita nei propri locali una quarantina di persone. Non muove un dito invece la chiesa cattolica, con le eroiche eccezioni di qualche parroco isolato, non dice nulla il vescovo Betori. E il sindaco Renzi? Ha altro da fare. Nessuno risponde agli appelli di poche spa-rute associazioni per trovare un ricovero temporaneo a questa gente, che dorme nelle piazze sotto la pioggia gelata. Dormiranno anche in piazza del Comune a Sesto, ma questo non cambia nulla nella linea dura del sindaco Gianassi. D’altronde anche i circoli Arci della zona, dopo meditata riflessione, scartano l’ipotesi di ospitare qualcuno, perché “prima viene il rispetto della legalità”. Ma di che legalità stiamo parlando? I rom in questione sono cittadini romeni, quindi europei a tutti gli effetti. Non sono irregolari, non sono clandestini, non sono criminali - anche se Saccardi ha garbata-mente ricordato che alcuni sono pregiudicati. La loro colpa più gran-de, imperdonabile, è quella di essere poveri. È per questa colpa che sono fuggiti dalla Romania, dove lo stato non è in grado di dare loro nessun aiuto, anche perché, in quanto rom, non li ama. “Adesso siamo qui e ci trattano peggio di cani. Anche cane se vedi che ha freddo lo fai entrare, noi no, perché?” Dircana ha cinque figli, solo il più grande è venuto con lei, gli altri sono rimasti con i nonni, ma in Romania la casa è piccola e non c’è lavoro. “Tanti italiani sono venuti, hanno comprato case, negozi... c’è grande supermarket da noi, padrone è italiano, ma per noi non c’è lavoro”. Anche Margheri-ta ha lasciato in Romania un bambino più grande. Il marito dovreb-

be operarsi in Italia perché ha un problema all’orecchio “abbiamo già appuntamento fissato, ma intanto dove andiamo a dormire, cosa mangiamo?”Dopo più di tre mesi dallo sgombero, i rom dell’Osmatex sono ancora senza casa, mentre proseguono implacabili le ‘bonifiche’ dovunque spuntino ripari di fortuna. Insomma, dietro gli alibi della legalità, dell’igiene, della sicurezza, la strategia sembra piuttosto chiara: si vuole render loro impossibile la vita, scacciandoli da qualsiasi luo-go, perché non tornino più. Ma siamo davvero in Toscana, regione civile e progressista? E pensare che abbiamo persino una legge quasi nuova, praticamente mai usata, che fra le altre cose dice: “Particolare attenzione sarà riservata ai diritti dei cittadini stranieri vulnerabili, in particolare i minori non in regola con le norme sull’ingresso e il soggiorno, i minori stranieri non accompagnati, cittadine straniere madri, cittadini stranieri disabili”.Alcune associazioni e gruppi hanno scritto una lettera aperta al neo-Presidente Rossi chiedendogli di fermare questa persecuzione contro i rom e di fare applicare la legge regionale, di cui si fa giustamente vanto il centrosinistra toscano, legge che garantisce i diritti fonda-mentali a ‘regolari’ e ‘irregolari’. La lettera aspetta ancora una risposta. I rom, anche.

Cecilia Stefani

In nome della leggeIl 31 marzo un gruppo di cittadini romeni è stato fatto sgomberare da sotto il Ponte Rosso a Firenze, dove queste persone avevano bivaccato e dormito “in modo palesemente indecente con materiali vari”. Per questo reato i vigili hanno elevato loro multe da 160 euro a testa e sequestrato materassi, coperte, indumenti e altri oggetti di loro proprietà, tra cui delle medicine. Alle proteste sollevate da diverse associazioni e singoli, il comandante della Polizia municipale ha replicato che è stato un intervento pienamente conforme alla legge, mentre l’assessore Saccardi ha accusato gli autori delle critiche di occuparsi solo dei rom.

A Scandicci è aperto “Sfusillo” Presso la bottega del mondo Eticamente è iniziata la vendita di prodotti alimentari secchi (bio e di produzione locale) sfusi. Grazie a quattro dispenser i clienti potranno riempire il loro sacchetto di carta con i prodotti nella quantità desiderata. I prodotti disponibili sono pasta (farfalle e penne), legumi, farro, tutti proveniente o realizzati da aziende agricole biologiche e toscane con grano/cereali e legumi da loro stesse coltivati. Pasta e legumi sfusi si aggiungono agli ormai gettonatissimi detersivi e detergenti “alla spina” disponibili da due anni in bottega. Sono tanti i clienti che si portano da casa la bottiglia per riempirla con il detersivo desiderato.Eticamente si trova a Scandicci in Piazza Marconi 15.

di Riccardo Capucci

È partita da pochi giorni la raccolta di firme per i tre referendum d’iniziativa popolare necessari per ripubblicizzare l’acqua in Ita-

lia. Se siete stanchi di pagare ogni mese più cara l’acqua per soddi-sfare gli appetiti delle società private, se volete tutelare questo bene indispensabile e garantirne l’accesso a tutti, potete firmare anche voi questa proposta referendaria.Nei prossimi tre mesi l’obiettivo è di raggiungere le 600.000 firme a livello nazionale. La nostra città, Firenze, ha l’obiettivo di racco-glierne 12.000. A tal proposito è nato un comitato provinciale, che la Comunità delle Piagge ha l’onore di ospitare al Centro sociale Il Pozzo, che organizza la raccolta firme e promuove la cultura della ripubblicizzazione.Per saperne di più è attivo un sito regionale all’indirizzo www.acqua-benecomunetoscana.it/referendum, dove è possibile informarsi nel dettaglio sui tre quesiti, leggere le ultime notizie dalla Campagna, scaricare materiale utile per promuovere il referendum. Dal sito, ma anche passando al Pozzo, è anche possibile donare una piccola cifra per coprire i costi della Campagna e lasciare la disponibilità per di-ventare attivista e organizzare banchetti e iniziative utili alla raccolta delle firme.

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di Cecilia Stefani

I lavori necessari a scavare il tunnel previsto per il passaggio dell’Alta Velocità produrranno, e in

parte hanno già prodotto, danni agli edifici vicini oltre a peggiorare di molto la qualità di vita di chi vive nelle zone coinvolte dai cantieri. I cittadini possono però almeno cercare di difendersi parteci-pando all’azione legale collettiva promossa dal Co-mitato contro il sottoattraversamento. Si tratta di un’azione cautelare davanti al Giudice Civile che mira ad ottenere uno stop dei lavori o comunque un’azione risarcitoria dei danni provocati dai lavori stessi. Per questa “class action” come è stata im-propriamente definita è necessario raggiungere un buon numero di adesioni.I cittadini interessati possono contattare il referen-te del Comitato, Tiziano Cardosi ([email protected] - 338/3092948) o scrivere agli avvo-cati ([email protected]), specificando il proprio interesse ad intervenire (proprietario, usufruttuario, conduttore, detentore ad altro titolo degli immobili interessati; genitori di alunni fre-quentanti scuole Rosai e Rodari). Sono accolte an-che iniziative collettive attraverso l’interessamento dell’amministratore condominiale.L’azione legale evidenzierà anche l’alternativa del passaggio in superficie - promossa dal Comitato ed elaborata dal Gruppo tecnico dell’Università di Firenze - che eviterebbe tutti questi rischi, co-sterebbe un sesto garantendo la stessa velocità di percorrenza dei treni e potrebbe essere realizzata in circa tre anni contro i tempi previsti di otto, nove anni del progetto sotterraneo.

Tutti dall’avvocato

Un’azione legale collettiva per difendersi dal tunnel

“Firenze Novella”: un progetto per restare in superficie

Perché perseverare nell’idea costosa e rischiosa di una stazione sotterranea dell’Alta velocità? “Sopra” c’è una valida alternativa studiata da un gruppo di tecnici dell’Università di Firenze

L’accoglienza che fa rinascere RiaceA 70 km da Rosarno c’è un’altra Calabriadove gli immigrati sono ospiti preziosidi Chiara Paganuzzi

Mentre in Italia imperversano respingi-menti e politiche xenofobe, segnali di resistenza politica e morale giungono

dal nostro sud. Riace e dintorni. Terra della Lo-cride. Una regione che nell’immaginario collettivo rimanda alla violenza della ‘ndrangheta, alla ge-stione collusa delle amministrazioni, ai boss del-la politica. Eppure non è di questa Locride che ci racconta Issa, afghano, sbarcato otto anni fa sulla

Chi salverà i pini del Poggi? I pini del Viale Torricelli, alberature ‘storiche’ risalenti al progetto del Poggi, rischiano di essere tagliati. I motivi? Le radici affioranti disturbano il traffico veicolare, dice il Comune, aggiungendo poi che sarebbero anche pericolanti... Soluzioni alternative, suggerite in un’interrogazione del gruppo perUnaltracittà, sono state seccamente respinte come inadeguate dall’assessore Scaletti. Intanto anche in zona Varlungo ci si prepara a buttar giù una decina di alberi rigogliosi, per ripiantarne altri. Chi ci guadagna da tutto ciò? Non certo i poveri volatili che proprio adesso ci fanno il nido...

coste reggine dello Ionio: “A Riace son tornato a vivere, ho trovato una casa e imparato un lavoro”. Sfinito dalle sofferenze del viaggio e dalla vita clan-destina, Issa approda a Riace e trova una realtà che, oggi, ha quasi dell’incredibile. In questo borgo dalle antiche origini magno-greche, gli immigrati e i richiedenti asilo non sono respinti né emargina-ti, ma vengono accolti e integrati nella realtà della vita locale.Un’utopia? Nient’affatto. Tutto ha inizio nel 1998 quando a Riace, sulle stesse spiagge che restituiro-

no i bronzi, sbarcano 300 profughi curdi. Nasce un’accoglienza spontanea. Un gruppo di giova-

ni del luogo si dà da fare per alloggiare i pro-fughi nelle case abbandonate degli emigra-

ti. Di lì a poco viene fondata l’associazione “Città Futura - Giuseppe Puglisi” per

dar seguito a un’esperienza che, quasi per caso, ha rivitalizzato una comu-

nità intera. “Il senso dell’ospitalità è di casa qui a Riace, ha sempre

occupato un posto prioritario tra i valori dell’antica comunità

rurale calabrese” - ci spiega Cosimo Damiano, presi-

dente dell’associazione. Oggi l’accoglienza di

chi scappa dalla fame, dalle persecuzioni e

dalle carestie è al centro del pro-

getto di Città

Futura e non ultimo dell’amministrazione comu-nale il cui sindaco, Domenico Lucano, è tra i fon-datori. Il segreto del successo? L’accoglienza dello stranie-ro come motore di sviluppo locale, il recupero de-gli antichi mestieri artigianali e, non ultimo, vir-tuose iniziative eco-sostenibili che hanno meritato a Riace l’appellativo di eco-villaggio. Gli sbarchi sulle coste ioniche calabresi sembrano aver sottrat-to Riace all’inesorabile destino di spopolamento e di abbandono. Oggi il borgo pullula di botteghe artigiane in cui gli immigrati e i giovani del posto lavorano insieme il vetro, la stoffa, la ceramica e la ginestra. Grazie ai contributi della regione vengo-no finanziate delle “borse – lavoro” destinate sia ai tirocini formativi dei migranti sia alla retribuzione dei giovani artigiani. Le tradizioni di Riace, come l’antichissima lavorazione della ginestra, si fondono con le tradizioni della cultura araba, eritrea, etiope, somala, curda, irakena, afghana. I manufatti che prendono vita nei laboratori del borgo intrecciano storie di culture lontane e, talvolta, anche di popoli in guerra. Un’amministrazione determinata trasforma Riace in un centro di seconda accoglienza riconosciuto e sostenuto dallo SPRAR (Sistema di Protezione e Richiedenti Asilo). “A Riace – racconta Pina, ani-ma e fondatrice del progetto – un intero paese si è costituito in comunità d’accoglienza. Non vi è spazio per le logiche repressive dei Centri d’Iden-tificazione ed Espulsione o per l’assistenzialismo di alcune realtà che conosciamo bene. Lo straniero, che costa ai centri d’identificazione circa 60 euro al giorno, qui ne costa 20 e lavora, aiutando la nostra economia”. Grazie a un prestito di Banca Etica, vengono ri-strutturate altre case del centro storico in cui sono alloggiati turisti desiderosi di intraprendere una vacanza eco-solidale, curiosi, ricercatori, fotografi e giornalisti da tutta Europa. Viene aperto un ri-storante, “Donna Rosa”, che offre prodotti e piatti

tipici della tradizione locale. E’ promossa la rac-colta differenziata con gli asini che – nonostante i temporanei impedimenti burocratici, sarà riav-viata simbolicamente, a breve, con l’aiuto di un ragazzo immigrato e di un giovane del posto. Ma gli abitanti del borgo sembrano essere grati ai mi-granti anche per un’altra ragione. “Da quando sono arrivati i rifugiati con i loro bambini, la scuola ele-mentare ha riaperto!” Ci racconta con entusiasmo Cosmina, che si occupa dell’alfabetizzazione dei migranti e della scuola estiva dei loro figli – “Oggi, su 23 iscritti, 11 sono figli di stranieri!”.Tutto facile? No. Le difficoltà non sono mancate. A cominciare dalle intimidazioni mafiose: gli spari contro il ristorante Donna Rosa e l’avvelenamen-to dei cani del sindaco, poco prima delle elezioni del maggio 2009. Obiettivo: fermare la rielezione di Domenico Lucano e della sua coraggiosa lista “L’altra Riace: alla luce del Sole”. Già, perché la lotta alla speculazione edilizia e all’illegalità sono stati protagonisti della prima amministrazione Lu-cano. Ma il buon governo trionfa, anche se di soli 41 voti, e il visionario sindaco, conosciuto come “Mimmo dei Curdi” viene rieletto per un secondo mandato. Il caso Riace è contagioso. Nel giro di pochi anni coinvolge numerosi comuni limitrofi, tra cui Sti-gnano e Caulonia. E non finisce qua. La regione Calabria approva nel giugno del 2009 una legge sul diritto d’asilo che propone la trasferibilità del modello d’accoglienza della Locride. La legge por-ta il nome “Modello Riace”. Utilizzando finanzia-menti europei, fornisce incentivi a quei progetti che includono i rifugiati, sviluppano l’edilizia po-polare e ristrutturano i borghi. Chissà che questa contagiosa avventura di Riace possa contaminare, prima o poi, una politica sorda e avversa al rispetto della dignità umana.

Altre informazioni su:http://www.cittafuturariace.it/

di Riccardo Capucci

Dopo il progetto alternativo che permette ai treni ad Alta velocità di attraversare la città

(vedi http://bit.ly/9UJRWH) il generoso Grup-po tecnico composto da architetti, urbanisti e in-gegneri ferroviari con sede presso l’Università di Firenze, ha prodotto - sollecitato da abitanti, co-mitati, associazioni ambientaliste, lista di cittadi-nanza perUnaltracittà, ecc. - anche il progetto di una stazione di superficie che a cui hanno dato il nome di “Firenze Novella” [http://bit.ly/d4fn2o]. Una stazione che intende dare nuova centralità ad un pezzo di città oggi trascurato, Statuto, e allo stesso tempo difendere la falda fiorentina dai danni

che provocherà il cassone di cemento della stazione sotterranea progettata da Foster e voluta a tutti i costi da Regione Toscana e Ferrovie. “Firenze Novella” prevede l’ampliamento dell’at-tuale stazione Statuto in modo tale da permettere un comodo attraversamento della città da parte dei treni ad Alta velocità e allo stesso tempo consentire di rispondere adeguatamente ai bisogni di “mobi-lità” dei fiorentini e non a quelli “economici” delle imprese del sistema delle Grandi Opere (scopri i costi economici, ambientali e le cooperative rosse che ci guadagnano su http://bit.ly/cO8FCr). Le prospettive aperte dal progetto “Firenze Novel-la” vanno verso un’integrazione virtuosa tra l’Alta velocità e la mobilità, non solo ferroviaria, utile a

pendolari fiorentini e regiona-li. Criteri cui risponde piena-mente la proposta di ristrut-turazione della stazione di Statuto in collegamento con Santa Maria Novella, da cui il nome evocativo di Firenze Novella. Si apre così uno scor-cio significativo su un possi-bile progetto urbano in grado di rappresentare un reale valo-re aggiunto per tutta la città e soprattutto per chi la vive. Lo scenario prospettato dai progettisti volontari è for-temente modulabile. C’è un primo livello che riguarda la realizzazione del passaggio di superficie tout court, con bas-

sissimo impatto ambientale e costi pari a circa un ottavo rispetto al sottoattraversamento; una secon-da fase concernente operazioni di miglioria della rete ferroviaria per la sua evoluzione in sistema integrato metropolitano (metrotreno). Infine un panorama vasto di azioni che, in prospettiva, in-teressano l’intero sistema della mobilità dell’area metropolitana. È proprio questa modularità, per cui la “grande opera” viene riassorbita in un am-bito più vasto di temi e problemi concernenti il buon governo del territorio, che consente a questo approccio di configurare il TAV come un’occasio-ne da cogliere piuttosto che un rischio da scon-giurare. Il Sistema delle Grandi opere italiane abbiamo avuto modo di approfondirlo grazie all’azione della magistratura fiorentina che ha scoperchiato quanto di marcio c’è nei lavori pubblici in città (http://bit.ly/cqFxcG). Quella stessa magistratura che ha mandato a processo i responsabili dei lavori Tav nel Mugello (http://bit.ly/dBrtRK). Il nodo fiorenti-no della Tav ancora non è finito nei faldoni della Procura e auspichiamo che mai vi finisca, resta il fatto che il doppio tunnel ferroviario sotto la città e l’enorme stazione Foster rappresentano a nostro avviso un enorme spreco di denaro pubblico e la messa a rischio della stabilità di centinaia di appar-tamenti, negozi, immobili (qui la lista http://bit.ly/cH8o2m) che risentiranno certamente, come è successo a Bologna (http://bit.ly/bziK1l) degli in-vadenti e pericolosi lavori sotterranei. Coloro che hanno i loro immobili in una zona a rischio posso-no provare a cautelarsi con una azione legale pre-ventiva (http://bit.ly/bo0lo9).

Da qualche mese a Riace vivono anche 108 palestinesi iracheni, scacciati dalla nuova democrazia perché considerati “amici di Saddam” e chiusi per 4 anni in un campo profughi in mezzo al nulla. Come avviene da anni in paesi del Nord Europa, Riace ha risposto all’appello dell’Agenzia Onu per i rifugiati e ha “reinsediato” questo gruppo di palestinesi, mentre altri 70 hanno trovato casa, lavoro e una speranza di futuro nella vicina Caulonia.

Le videoinchieste di Saverio TommasiL’attore Saverio Tommasi continua a produrre fulminanti videoinchieste su questioni di grande interesse. L’ultima si intitola “Non si affitta agli immigrati” e conferma l’inquietante realtà di una Firenze diffidente verso gli stranieri, a volte anche verso specifici gruppi. Mesi prima, l’inchiesta sull’emergenza freddo aveva fatto arrabbiare l’assessore Stefania Saccardi, chiamata al telefono da un inesistente “assessore Ghiaccio” e poi interrogata da Tommasi sulle carenze del servizio di accoglienza del Comune. Le videoinchieste si trovano tutte sul sito www.saveriotommasi.it/

alberi abbattuti e sradicati nei cantieri degli ex Macelli

Page 4: l'Altracittà - Aprile 2010

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L’Altracittà, giornale della periferia è nato nel 1995 per raccontare le dinamiche locali e internazionali della globalizzazione econo-mica e le esperienze di chi resiste e lotta per un sistema alternati-vo, più equo e rispettoso della persona e degli equilibri Nord/Sud del mondo. Viene pubblicato dalla Comunità delle Piagge, una realtà di base fondata sulla prassi del coinvolgimento e sulla logica dell’autodeterminazione sociale.SUL WEB: http://www.altracitta.org http://www.flickr.com/photos/altracitta http://www.facebook.com/altracitta http://www.youtube.com/user/altracittainformaE-mail: [email protected]. resp.: Cecilia Stefani Registrato al Tribunale di Firenze con il n. 4599 del 11/7/1996Stampato da Litografia IP con il contributo di ECR FIRENZERedazione: Via Barellai, 44 | 50137 Firenze | Tel. 055/601790

Il progetto Altracittà

Una discarica sotto casaIn via Piemonte è spuntata una montagna di terra (e non solo) Gli abitanti pretendono risposte chiare da Ferrovie e Comune

una sala da 100 posti per spettacoli teatrali, una per incontri e conferenze, un cortile per eventi all’aperto, un foyer con bar e tre sale dove suonare… sono in tutto 600 i metri quadri di via del Pesciolino 26/a dove ha sede il Teatro delle Spiagge. Grazie ad un progetto di riqualificazione urbana dell’area “ex Gover”, in questi spazi è nato un centro polivalente che va ad arricchire notevolmente l’offerta culturale del quartiere 5. Il centro polivalente comprende anche tre sale insonorizzate gestite dall’associazione il Globo, che le affitta per prove musicali e che organizza corsi di ‘professionalizzazione’ per le band, oltre a corsi di formazione ‘tecnica’ riconosciuti dalla Regione.Per informazioni tel. 329 4187925 o [email protected]

Vittime della rotonda, 2 indagatiCi sono due indagati per la rotonda di via Pistoiese dove in un terribile incidente morirono tre ragazzi nel gennaio 2008. Sono stati inquisiti per concorso in omicidio colposo plurimo il direttore dei lavori geometra Ricciardi e l’architetto Carla Guerrini, dirigente dell’ufficio traffico del Comune dal 2001 al 2006. La procura ha quindi accolto la tesi del consulente tecnico del PM, per il quale la rotonda fu realizzata in modo difforme dal progetto originario, con una forma ovoidale che provocherebbe una sorta di inganno visivo negli automobilisti che la impegnano.

Teatro delle Spiagge, una scommessa vintaGrande successo per la stagione numero zero del nuovo spazio in via del Pesciolino

In viaggio verso la MAG

di Alessandro Zanelli

Una giornata per conoscersi, comprendersi e quindi accettarsi. Così si combatte, o meglio, si previene il razzismo. Per ren-

dersene conto bastava osservare le facce dei bambini fiorentini di fronte allo spettacolo dei loro coetanei cinesi che si esibivano sul palco con balletti e canti tradizionali della loro terra, al Teatro delle Spiagge, domenica 21 marzo, in occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della discriminazione razziale. Anche senza ca-pire una parola, la partecipazione e l’attenzione era totale. Bocche aperte e occhi fissi sullo spettacolo. Non un fiato per mezz’ora. Tan-to che il preside della scuola elementare delle Arti di Wenzhou, in tour in Italia, ha dovuto fare i complimenti ai bambini per il loro silenzio.

I primi mesi di attività del Teatro delle Spiagge, il teatro che dallo scorso settem-bre ha aperto i battenti grazie alla compa-gnia dei Teatri d’Imbarco, sono un “suc-cesso su tutti i fronti”. Esaurito ad ogni replica, con una media di novantacinque persone su centro posti disponibili. E per due spettacoli, “7 contro Giorgia” e “Gli impuniti”, gente in piedi ad ogni rappre-sentazione. Giulia, organizzatrice nonché attrice della compagnia, ci racconta come

la scommessa di trasferirsi in una zona di periferia come quella delle Piagge sia stata lungimirante e vincente. La stagione numero zero in via del Pesciolino, proprio sopra la Conad di via Pistoiese, sta letteralmente “andando alla grande”. “La soddi-sfazione più grande è data dal fatto che, pur essendo un teatro che non esisteva proprio in questo quartiere, la risposta della gente è stata molto buona”, dice Giulia. “Il pubblico è composto da una parte di affezionati, una buona percentuale di gente del quartiere, e un’altra che viene un po’ da tutta la città”. I corsi di recitazione hanno visto un incremento del numero dei bambini, che sono arrivati ad 80. Grande successo anche per le matinée dedicate alle scuole medie ed ai licei. “A questo proposito”, ci dice Giulia, “sono molto orgogliosa del fatto che molti ragazzi sono tornati da soli la sera a vedersi altri spettacoli, dopo essere stati portati dalla scuola. Chi l’avrebbe mai detto?”.

di Jacopo Menichetti

Continua, a piccoli passi ma con decisione, il cammino dell’asso-ciazione “Verso MAG Firenze”. Grazie al costante impegno dei

soci fondatori e di tutte le persone che si sono unite al progetto, più di 300, l’idea di far nascere a Firenze una cooperativa finanziaria in grado di rappresentare un’alternativa al sistema bancario ordinario prende sempre più corpo. Nel mese di marzo ci sono stati diversi incontri pubblici per presen-tare il progetto a Firenze e in provincia. Suscitano molto interesse le idee di fondo che l’associazione si è data: diffondere un nuovo concet-to di denaro come strumento e non come fine, sostenere i più deboli e dare credito alle persone e alle relazioni umane, in nome del principio che “dal denaro non si può fare altro denaro”. Mentre sul piano prati-co gli obiettivi sono il sostegno alla nascita di realtà di microcredito a Firenze (oltre a quelle già esistenti, come il Fondo Etico e Socia-le delle Piagge e il progetto Seme), l’aiuto a iniziative economiche etiche e solidali, la formazione e consulenza a imprese socialmente responsabili. Gli incontri diventano occasioni per far avvicinare nuo-ve persone al mondo della finanza solidale. Cresce così il numero dei soci e con esso il capitale necessario per dar vita alla MAG: in questo momento sono stati raccolti complessivamente quasi 300mila euro. Nel frattempo prosegue la discussione interna all’associazione sulle regole da adottare per il funzionamento della futura MAG e sui cri-teri di finanziamento. Un aspetto importante è senza dubbio il lavoro da fare per creare una rete cittadina di beni e servizi improntata ai va-lori della solidarietà e dello scambio, in modo da realizzare un tessuto economico solidale che metta insieme e faccia incontrare le persone nell’ottica di condividere ideali e competenze. A Firenze e in provincia sono ormai diversi i “nodi” dell’associazione già nati e che stanno lavorando ognuno nel proprio territorio per cer-care di dare vita ad una rete più ampia e capillare possibile. E ci sono poi persone che stanno seguendo un percorso di formazione ai temi della finanza solidale con l’aiuto di MAG Reggio Emilia, la realtà con cui già da anni il Fondo Etico e Sociale delle Piagge è in rapporto di amicizia e collaborazione. Insomma, il cammino da fare è lungo ma sembra che l’associazione “Verso MAG Firenze” abbia gambe e fiato sufficienti per poterlo percorrere.Ricordiamo che è possibile aderire all’associazione con una quota di 10 euro, e sottoscrivere contratti di mutuo di 25 euro per poter pre-stare parte del proprio denaro. Per tutte le informazioni il sito dell’as-sociazione è: www.magfirenze.it

di Floriana Pagano

In via Piemonte, alle Piagge, c’è una discarica enorme: una vera e propria barriera, alta quasi 4 metri, che si snoda lungo tutta la strada e la separa dalla linea ferroviaria Firenze Pisa Livorno.

Metri e metri cubi di terra mescolata a materiale di scarto di ogni tipo, trasportata direttamente dagli scavi dei lavori di adeguamento del torrente Mugnone, nell’ambito dei cantieri per la realizzazione dell’alta velocità fiorentina. Quanta terra sia stata scaricata abusiva-mente dall’incessante e rumoroso via vai dei camion, non è facile dirlo: i rappresentanti del Comitato di via Piemonte parlano di più di 40mila metri cubi; Rete Ferroviaria Italiana - RFI - dichiara di averne stoccati “solo” 24mila. Davanti ai cartelli di protesta attaccati alla recinzione conosco Lido Ballati, uno dei rappresentanti del Comitato. Ballati è uno di qui; questo territorio lo conosce come le sue tasche; abita in una delle case davanti alla discarica ed è un biologo. Una volta, racconta, su que-st’area si coltivavano gli orti. Il terreno è di proprietà delle Ferrovie dello Stato. Nel piano regolatore risulta destinato a “piazzale ferro-viario” mentre la zona intorno è invece vincolata a verde pubblico. Il Piano De Carlo qui prevedeva una rivisitazione complessiva della zona con parco fluviale, passaggi sotto la ferrovia per raggiungere l’Arno, percorsi tematici e naturalistici. Nella realtà, da anni, tutta l’area versa in stato di completo abbando-no tanto che qualcuno ogni tanto attraversava i binari, lasciati prati-camente incustoditi e senza le necessarie protezioni. Poi, con i lavori di adeguamento del Mugnone, sono iniziati altri problemi: il rumore e la polvere, certo, ma anche e soprattutto la preoccupazione degli abitanti per il tipo di materiale scaricato, cemento, tubi di ferro, ma-teriale da demolizione... un po’ di tutto anche se ben sotterrato. La magistratura, dopo l’esposto presentato dalla lista “perUnaltracittà”,

ha aperto un’inchiesta. Gli abitanti sostengono da tempo che quella terra contiene rifiuti che sarebbero dovuti finire in discarica e non davanti ai loro nasi. In un recente incontro al quartiere 5 l’Ammini-strazione comunale ha ammesso, “che vi è stato un risparmio da parte di FS e che si sarebbe potuta fare un’altra scelta meno impattante per i cittadini”, ma che, da parte dell’Amministrazione c’è sempre stata la volontà di venire incontro alle loro richieste svolgendo più volte sopralluoghi sul posto. Tutto questo non basta e non può certo convincere chi la discarica la subisce a 50 metri dalla propria abitazione! Blocchi di calcestruz-zo, cemento armato e pezzi di lamiera sono visibili a tutti anche se parzialmente nascosti sotto i cumuli di terra. Non ci vuole una par-ticolare intelligenza per capire che, una volta depositata qui, questa terra non sarà facile sistemarla altrove. Com’è possibile che l’Ammi-nistrazione Comunale non abbia vigilato su cosa stava succedendo alle Piagge? Soltanto grazie alle continue sollecitazioni dei cittadini sono stati disposti dei controlli. L’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (ARPAT), nel periodo aprile-maggio 2009, ne ha eseguiti alcuni ma secondo il suo rapporto il materiale da de-molizione presente non deriverebbe dagli scavi del Mugnone bensì “dall’abbattimento dei casotti siti nell’area in precedenza, quando era adibita anche ad orti”. Sarebbe allora tutto regolare? I conti non tornano e per diversi moti-vi. Intanto, perché i rifiuti scaricati sono stati opportunamente spia-nati e pare difficile, a posteriori, stabilirne l’origine. E poi, perché quello dei rifiuti non è certo l’unico elemento della questione. Per esempio, cosa intende fare di questo spazio Ferrovie dello Stato? Pare che l’intenzione sia quella di costruirci un piazzale. I cittadini sono preoccupati per la possibilità concreta di ritrovarsi con binari o va-goni all’amianto e, visto come sono state gestite le cose finora, le rassicurazioni del Comune servono a poco.

Maggio/ TeaTro in forMazioneNel mese di maggio, spazio agli allievi della scuola, ai laboratori e alle realtà del territorio con rassegna scuole del territorio; stage, seminari; ospitalità giovani Compagnie teatrali; saggi spettacolo della Scuola di Teatro l’Imbarco.

> Venerdì 7 maggio ore 21 - SPuTA LA GommA! (Il teatro va a scuola), di e con Pier Paolo Palladino, Regia Manfredi Rutelli.

Ambientata in una scuola media di una qualsiasi periferia urbana italiana, la storia è quella di un attore “precario”...

In occasione dell’anniversario della strage di via de’ Georgofili> Giovedì 27 maggio ore 21 - LA FerITA, di Sergio Pierattini

con Giulia Weber, Regia Dominick TambascoÈ la storia delle vittime della strage, narrata da un personaggio di

fantasia che rievoca i fatti di quella tragica notte del 1993.

BIGLIeTTIintero: 10 EURO, ridotti: 8 EURO (soci ARCI, over 65, under 20, studenti universitari), 6 EURO (allievi scuola di teatro L’Imbarco)

Il punto a metà della strada

Allarme diossina a Montale Dopo la carne di pollo, anche il latte materno: nel latte di due neomamme di Montale e Agliana è stata riscontrata a gennaio scorso la presenza di diossina in limiti superiori al normale. Inassenza di reazioni dalle amministrazioni, in questi giorni comitati e cittadini hanno presentato una diffida ai sindaci e al presidente della Regione per vietare il consumo e la vendita di prodotti alimentari di origine animale e vegetale, coltivati e allevati nelle aree di ricaduta degli inquinanti che fuoriescono dall’inceneritore di Montale. Se anche stavolta non accadrà nulla, si annunciano denunce alle procure competenti.

Compagni di viaggio in tournéeContinua il “tour” di “Compagni di viaggio”, il dvd con le interviste ai sacerdoti Andrea Bigalli, Alessandro Santoro e Luigi Verdi realizzato da Umberto Benedetti e Stefano De Martin e prodotto da Edizioni Piagge. Nelle serate si svolgono incontri ispirati al tema “fedeltà sovversiva” con la presenza di ospiti di spessore, come lo scrittore Maurizio Maggiani o l’avvocato Ezio Menzione. Per tutte le informazioni si può visitare il sito www.edizionipiagge.it Per vedere il trailer: http://www.youtube.com/watch?v=JGUanuZnz-A