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OBIETTIVITÀ di GIUDIZIO
LA CONOSCENZA DEL REGOLAMENTO NON DETERMINA L’OBIETTIVITÀ
Capacità di eliminare la soggettivitàdi chi osserva e giudica per prendere decisioni
in modo imparziale, oggettivo ed equo
L’APPLICAZIONE DEL REGOLAMENTO NON DETERMINA L’OBIETTIVITÀ
PERCHÉ SI È SEMPRE INFLUENZATI
RECETTORI SENSORIALI
GUSTO
OLFATTO
VISTA
UDITO
TATTO
FATICA
SITUAZIONE
1- ANALISI DELLA SITUAZIONE
ISOLARSI DAL CO
NTESTO
AM
BIENTALE
ATTENZIONE
L’ATTENZIONE è il processo cognitivo che consente di selezionare e di organizzare le informazioni nel modo più appropriato per emettere una risposta in relazione ad uno stimolo o ad un evento esterno; l’elaborazione riguarda, infatti, solo alcune delle informazioni a disposizione, mentre altri aspetti della realtà vengono trascurati. Fin dalla nascita il bambino è in grado di emettere delle risposte di orientamento e di selezione tra gli stimoli che gli provengono dall’ambiente e con lo sviluppo ciò che si modifica non è la sua capacità attentiva, ma il tipo di selezione che attua sugli stimoli e la possibilità di astrarre delle regole in modo da prevedere risposte adeguate. La concentrazione è una forma di orientamento dell’attenzione volta alla ricerca e all’organizzazione dei contenuti della realtà. Richiede una restrizione cosciente dell’attenzione. Come l’attenzione varia in relazioni a fatto i fisiologici (fatica, efficienza del sistema nervoso centrale, …) e a fattori psicologici (interessi, emozioni, motivazioni, …).L’attenzione si attua sapendo raccogliere solo le informazioni che servono per risolvere quel problema.
ISOLARSI dal CONTESTO AMBIENTALE
Con il termine PERSONALITÀ si intende l'insieme delle caratteristiche psichiche e delle
modalità comportamentali
OGNI SITUAZIONE ESIGE UN COPORTAMENTO DIVERSO
1- ANALISI DELLA SITUAZIONE
2- SCELTA DELLA
RISPOSTA
CON
OSCEN
ZE4- FEEDBACK
3- ESECUZIONETEM
PESTIVITÀ
1- PRESA di INFORMAZIONE (elaborazione degli stimoli)
attenzione e selezione delle informazioni
Concentrazione e controllo sui fattori d
distrazione
2- PRESA di DECISIONE (interpretazione della situazione e scelta della risposta
3- ESECUZIONE
SUCCESSOERRORE
ESPERIENZA
nella percezione
nell’elaborazione
nell’esecuzione
FEEDBACK
CRITICA del PENSIERO VELOCE
NON SI PUÒ CAMBIARE IDEA
NON SI PUÒ RIPARARE ALL’ERRORE
VALE ANCHE PER L’ARBITRO?
1. Ci sono arbitri che preferiscono non sapere niente della partita. È un errore colossale. Io entravo in campo cercando di avere il massimo delle informazioni possibili sui protagonisti2. Non vivo il rigore o l'espulsione come gratificazione. L'arbitro non è felice quando espelle un giocatore. L'espulsione è una piccola sconfitta. Non c'è nessuna libido nel tirare fuori il cartellino rosso. 3. Preparando bene la partita e conoscendo gli schemi delle squadre, le caratteristiche dei giocatori, si riesce quasi sempre a trovarsi nelle migliori condizioni per giudicare e decidere.
PENSIERI IN LIBERTÀ
4. Saggio è chi pensa. L'arbitro non può essere saggio. Deve essere impulsivo. Deve decidere in tre decimi di secondo. 5. Senza un pizzico di follia non ci si mette a rischio in maniera così elevata
6. I partecipanti ad una gara faranno ciò che gli arbitri permetteranno loro di fare.
7. Mai due gare sono identiche, anche se le pressioni sono simili; In aggiunta alle pressioni della gara, ci sono quelle della propria vita personale e professionale; ognuno eogni cosa rimane connesso con casa e lavoro.
8. Gli arbitri devono tentare di trasferire nell’ambiente uno standard di comportamento civile, di rispetto, di condivisione di una passione per il gioco e lo sport, di fratellanza e fair play. 9. C'è forza in un atteggiamento controllato e calmo, qualità che sono usate con grande effetto dagli arbitri migliori. L'invisibilità è una grande dote dell’arbitro, l'abilità di essere efficace senza realmente essere notato.10. Il cercare di conoscere, di “capire” allenatori (e giocatori) è una parte integrante della preparazione di un arbitro, al fine di prevenire situazioni insorgenti prima, durante e dopo la gara.
11. La maniera con la quale un arbitro si propone sul campo nelle questioni disciplinari farà molto per costruire un livello di rispetto con giocatori, allenatori e colleghi. Gli arbitri costituiscono una squadra, sostenendosi l'un l'altro, rispettandosi l'un l'altro e lavorando soprattutto per la stessa finalità. Per ottenere ciò IL LORO MODO DI AGIRE DEVE ESSERE UNIVOCO.Ci deve essere solamente uno standard e tutti devono uniformarsi a quello, non svalutandolo con“personali” interpretazioni od opinioni. IL GIOCO È PIÙ IMPORTANTE DI QUALSIASI ALLENATORE, GIOCATORE O ARBITRO.
12. Gli allenatori (e giocatori) apprezzano la correttezza, l’utilizzo di buon senso, feeling e, soprattutto, la continuità (stesso peso e stessa misura) e competenza interpretativa. Gli arbitri non devono andare alla ricerca di favorire qualcuno, ma guadagneranno rispetto se lavoreranno sulla propria professionalità di volta in volta. 13. L’atteggiamento, l’approccio e la prestazione sono elementi indicativi dello sviluppo di corrette relazioni.
Infine gli oggetti dell'arbitro per assicurare il buono svolgimento della partita sono:il cartellino giallo, che serve per ammonire un giocatore colpevole di una scorrettezza e il cartellino rosso, che serve per espellere un giocatore colpevole di una scorrettezza grave o ammonito per la seconda volta; Il taccuino, che serve per annotare eventuali gol e provvedimenti arbitrali; Il fischietto, che serve per interrompere e far riprendere il gioco; il cronometro per controllare la durata dei tempi di gioco (molti arbitri ne utilizzano anche un secondo, in caso di problemi con il primo) e la monetina per eseguire il sorteggio iniziale, il vincitore del quale sceglierà su quale metà campo difendere, lasciando la battuta del calcio d'inizio alla squadra perdente.
Fox 40, il fischietto comunemente utilizzato dagli arbitri
Il cartellino giallo ed il cartellino rosso, che consentono all'arbitro di comminare sanzioni disciplinari. Furono introdotti per la prima volta da Ken Aston
Kenneth George Aston (Colchester, 1º settembre 1915 – Londra, 23 ottobre 2001) è stato un arbitro di calcio inglese. A lui si devono molti miglioramenti nel settore dell'arbitraggio. Oltre a questo è stato anche insegnante e soldato dell'esercito britannico. Terminò il corso per arbitri nel 1936 e fece carriera nelle leghe inferiori diventando guardalinee nella stagione 1949-50 per i campionati corrispondenti alle nostre attuali Serie B, Serie C1 e Serie C2, e cominciando poi ad arbitrare.Di ritorno dal servizio militare nel 1946, diventò il primo arbitro federale a vestire la divisa nera con rifiniture bianche che divenne poi uno standard per gli arbitri. L'anno seguente fu lui che suggerì l'introduzione delle bandiere gialle per i guardalinee, al posto dei vessilli della squadra di casa utilizzati fino a quel momento. Nel 1953 diventò l'insegnante capo alla Newbury Park School e migliorò fino ad arbitrare incontri di primo livello. Arbitrò la finale di ritorno della Coppa Intercontinentale del 1960 tra Real Madrid e Peñarol anche se il suo nome rimarrà per sempre nelle pagine più nere del calcio italiano per aver arbitrato il celeberrimo incontro Cile-Italia del 1962 (ricordato anche in termini epici come la Battaglia di Santiago), ossia la partita del gruppo 2 del Campionato del mondo di calcio che si disputò in Cile nel 1962.Aston non arbitrò più partite in quella coppa del mondo a causa di una lesione al tendine di Achille.
Successivamente fu chiamato a far parte della commissione arbitrale della FIFA, presiedendola per quattro anni. Fu responsabile di tutti gli arbitri nelle coppe del mondo del 1966, 1970 e 1974. Durante i mondiali inglesi del 1966, avvenne un fatto curioso durante l'incontro tra Inghilterra e Argentina: un giocatore non capì o scelse di non capire di essere stato espulso. Questo fatto evidentemente inculcò in Aston la voglia di trovare un modo per far sì che episodi del genere non si ripresentassero più. Aston raccontò che il "flash" gli venne a un semaforo: fu in questo modo che nacque l'idea dei cartellini gialli per le ammonizioni e i cartellini rossi per le espulsioni. Nel 1966 Aston introdusse anche la pratica di designare un arbitro sostituto che potesse prendere il posto dell'arbitro ufficiale in caso di infortunio di quest'ultimo (pratica che evolvendo sarebbe poi sfociata nel cosiddetto Quarto uomo). Propose inoltre di indicare precisamente nelle Regole del calcio la pressione atmosferica che doveva avere il pallone. Nel 1974 introdusse inoltre l'uso della lavagna per indicare le sostituzioni, in modo da permettere ai giocatori e all'arbitro di capire più velocemente chi fosse il calciatore da sostituire. Aston divenne poi membro della Football Association e capo istruttore dell'American Youth Soccer Organisation. Nel 1997 fu nominato Membro dell'Ordine dell'Impero Britannico per i suoi servizi al calcio negli Stati Uniti. Morì nel 2001 a Ilford, un sobborgo di Londra.
Stefano FalettiE-mail [email protected]
cell. +39 347 3122490 cell. +41 76 2408011
Grazie dell’attenzione e…
“Chi ascolta dimenticaChi vede ricorda
Chi fa impara”