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Facoltà di Interpretariato e Traduzione GUIDA ALLA TESI DI LAUREA MAGISTRALE Lo svolgimento della tesi di laurea costituisce il momento culminante del percorso di studi universitario di secondo livello. In questa fase i laureandi devono fare appello alle conoscenze e alle metodologie di studio acquisite e devono dimostrare autonomia e rigore nello sviluppo e nella redazione di un lavoro completo e adeguatamente strutturato. La tesi di laurea può di fatto essere considerato il primo prodotto scientifico e/o professionale realizzato dai neolaureati, e in alcuni casi può essere oggetto di discussione in un colloquio di lavoro. La Facoltà di Interpretariato e Traduzione (FIT) ha ritenuto opportuno stilare il presente documento con l’obiettivo di fornire indicazioni finalizzate ad agevolare i laureandi nello sviluppo del proprio lavoro. 1. INFORMAZIONI GENERALI E ADEMPIMENTI FORMALI La prova finale del Corso di laurea magistrale in Interpretariato e Traduzione è costituita dall'elaborazione della Tesi di laurea e dalla sua discussione davanti alla Commissione di laurea. La prova finale attribuisce 12 CFU. 1.1 Tipi di tesi Sono previste due tipologie di tesi di laurea magistrale: a) tesi applicative (TA); b) tesi di ricerca (TR). a) La TA è un lavoro per la cui realizzazione sono in larga misura sufficienti le conoscenze e competenze acquisite nel corso degli studi, che vengono applicate all'oggetto della tesi. I laureandi solitamente sono dunque in grado di svolgere il lavoro con un notevole grado di autonomia. L'esito della TA può essere considerato un prodotto, non uno studio. Un'ottima TA può dar luogo a pubblicazioni in vari contesti (editoriale, divulgativo, professionale...), ma non in ambito scientifico. In sintesi, le TA: sono prive di un’ipotesi di ricerca; possono essere realizzate grazie all’applicazione delle conoscenze e competenze che i laureandi acquisiscono nel corso di studi; hanno per esito un prodotto. Rientrano in questa categoria traduzioni, glossari terminologici, lavori compilativi, raccolte dati, inchieste basate su interviste. Esempi di titoli di TA sono: Tradurre il teatro d’avanguardia spagnolo del Novecento. Proposta di traduzione: El Público di Federico García Lorca. Proyectar para el mar, di Arturo Catalá Benet (2006). Traduzione di un manuale sulla progettazione di interni navali. L'energia fotovoltaica: proposta di glossario terminologico nelle lingue italiano, inglese, spagnolo. L’offerta glottodidattica nel sistema universitario italiano. Per le TA il punteggio massimo attribuibile è di 8 punti. Il foglio di assegnazione firmato dal docente deve essere consegnato in Segreteria non meno di 6 mesi prima della laurea.

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Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  

GUIDA  ALLA  TESI  DI  LAUREA  MAGISTRALE    Lo  svolgimento  della  tesi  di  laurea  costituisce  il  momento  culminante  del  percorso  di  studi  universitario  di  secondo  livello.  In  questa  fase  i  laureandi  devono  fare  appello  alle  conoscenze  e  alle  metodologie  di  studio  acquisite  e  devono  dimostrare  autonomia  e  rigore  nello  sviluppo  e  nella  redazione  di  un  lavoro  completo  e  adeguatamente  strutturato.  La   tesi  di   laurea  può  di   fatto  essere  considerato   il  primo  prodotto  scientifico  e/o   professionale   realizzato   dai   neo-­‐laureati,   e   in   alcuni   casi   può   essere   oggetto   di   discussione   in   un  colloquio  di  lavoro.  La   Facoltà   di   Interpretariato   e   Traduzione   (FIT)   ha   ritenuto  opportuno   stilare   il   presente  documento   con  l’obiettivo  di  fornire  indicazioni  finalizzate  ad  agevolare  i  laureandi  nello  sviluppo  del  proprio  lavoro.    

1.  INFORMAZIONI  GENERALI  E  ADEMPIMENTI  FORMALI  

La  prova  finale  del  Corso  di  laurea  magistrale  in  Interpretariato  e  Traduzione  è  costituita  dall'elaborazione  della  Tesi  di  laurea  e  dalla  sua  discussione  davanti  alla  Commissione  di  laurea.  La  prova  finale  attribuisce  12  CFU.    1.1  Tipi  di  tesi  

Sono  previste  due  tipologie  di  tesi  di  laurea  magistrale:  a)  tesi  applicative  (TA);  b)  tesi  di  ricerca  (TR).  

a)   La  TA  è  un   lavoro  per   la   cui   realizzazione   sono   in   larga  misura   sufficienti   le   conoscenze  e   competenze  acquisite   nel   corso   degli   studi,   che   vengono   applicate   all'oggetto   della   tesi.   I   laureandi   solitamente   sono  dunque   in   grado   di   svolgere   il   lavoro   con   un   notevole   grado   di   autonomia.   L'esito   della   TA   può   essere  considerato   un   prodotto,   non   uno   studio.   Un'ottima   TA   può   dar   luogo   a   pubblicazioni   in   vari   contesti  (editoriale,  divulgativo,  professionale...),  ma  non  in  ambito  scientifico.  

In  sintesi,  le  TA:  

• sono  prive  di  un’ipotesi  di  ricerca;  • possono   essere   realizzate   grazie   all’applicazione   delle   conoscenze   e   competenze   che   i   laureandi  

acquisiscono  nel  corso  di  studi;  • hanno  per  esito  un  prodotto.    

Rientrano   in  questa   categoria   traduzioni,   glossari   terminologici,   lavori   compilativi,   raccolte  dati,   inchieste  basate  su  interviste.  Esempi  di  titoli  di  TA  sono:  

• Tradurre   il   teatro   d’avanguardia   spagnolo   del   Novecento.   Proposta   di   traduzione:   El   Público   di  Federico  García  Lorca.  

• Proyectar  para  el  mar,  di  Arturo  Catalá  Benet  (2006).  Traduzione  di  un  manuale  sulla  progettazione  di  interni  navali.  

• L'energia  fotovoltaica:  proposta  di  glossario  terminologico  nelle  lingue  italiano,  inglese,  spagnolo.  • L’offerta  glottodidattica  nel  sistema  universitario  italiano.  

Per  le  TA  il  punteggio  massimo  attribuibile  è  di  8  punti.    Il   foglio   di   assegnazione   firmato   dal   docente   deve   essere   consegnato   in   Segreteria   non  meno   di   6  mesi  prima  della  laurea.  

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Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  

b)   La   TR   è   un   lavoro   che   si   prefigge   di   apportare   un   contributo   originale   alla   disciplina   su   cui   verte.  Presuppone  dunque:  un'ipotesi  di  ricerca  scientifica;  un'eventuale  raccolta  dati;    l'analisi  -­‐  con  metodologia  e  basi   teoriche  adeguate   -­‐  del  suo  oggetto;  una  sintesi  conclusiva  che  risponda  all'interrogativo  di   ricerca  iniziale.   Per   realizzare   una   TR   i   laureandi   solitamente   devono   acquisire   nuove   conoscenze   attraverso   lo  studio  di  testi  specialistici  e  hanno  bisogno  di  essere  guidati  dal  docente  relatore.  Il  frutto  di  una  TR  è  uno  studio.  I  risultati  di  un'ottima  TR  possono  essere  presentati  in  un  contesto  scientifico  (convegni,  letteratura  specializzata).  

In  sintesi,  le  TR:    

• muovono  da  un’ipotesi  di  ricerca  scientifica;  • necessitano  di  conoscenze  supplementari  rispetto  a  quelle  che  si  acquisiscono  nel  corso  di  studi;  • comportano  un'analisi  fondata  su  basi  teoriche;  • hanno  per  esito  uno  studio.  

Esempi  di  titoli  di  TR  sono:  

• Le  sentenze  della  Corte  di  giustizia  europea  e   le  conclusioni  degli  avvocati  generali.   Indagine  sulle  traduzioni  italiane  del  referé  civil  francese  (1994-­‐2013).  

• Euroletto   e   spagnolo   giuridico   nazionale.   Analisi   linguistico-­‐contrastiva   di   un   corpus  normativo   in  materia  di  diritto  di  stabilimento  e  libera  prestazione  dei  servizi.  

• I  “numeri”  nel  testo  orale:  memoria  e  comprensione.  Un  contributo  sperimentale.  • Analisi   comparata   delle   traduzioni   italiane   di   componimenti   selezionati   di   Pablo   Neruda:   da  

Salvatore  Quasimodo  a  Roberta  Bovaia.    L’assegnazione  di   queste   tesi   prevede   la   compilazione,   da  parte  del   laureando,   di   una   scheda  descrittiva  sintetica,   controfirmata   dal   relatore,   in   cui   compaiono:   ipotesi   di   ricerca;   obiettivi;   metodo   di   analisi;  risultati  attesi.  La  scheda,  scaricabile  dalla  sezione  “Laurea”  della    pagina  web  del  corso  di  laurea  magistrale,  deve  essere  allegata  al  foglio  di  assegnazione  della  tesi.  Per  le  TR  il  punteggio  massimo  attribuibile  è  di  11  punti.    Il   foglio   di   assegnazione,   controfirmato   dal   docente   relatore,   deve   essere   consegnato   in   Segreteria   non  meno  di  9  mesi  prima  della  seduta  di  laurea.  Per  maggiori  dettagli  sull'attribuzione  dei  punteggi  si  veda  il  punto  10  "Valutazione  della  tesi".    1.2  Chiedere  la  tesi  

Sebbene  il  Regolamento  didattico  della  Facoltà  non  imponga  alcuna  data  per  la  richiesta  della  tesi,  è  bene  farlo  non  oltre  la  fine  del  1°  semestre  del  II  anno  di  corso.  È   possibile   chiedere   la   tesi   a   qualsiasi   docente   del   corso   di   laurea   magistrale   e   in   qualsiasi   disciplina  insegnata,  di  cui  si  sia  superato  l'esame.  Ciò  significa  che  non  è  possibile  laurearsi  su  argomenti  che  sono  al  di   fuori   degli   ambiti   disciplinari   previsti   dall’offerta   formativa   del   corso   di   studi.   Non   si   possono   dunque  chiedere  tesi   in  Architettura,  Biologia,   Informatica,  Medicina  o  altre  discipline  non   insegnate  nel    corso  di  laurea.  Si  potranno  invece  tradurre  e  analizzare  testi,  o  compilare  glossari,  relativi  a  queste  materie.  La   scelta   del   relatore  deve   essere   coerente   con   il   tipo   e   l'argomento  della   tesi:   per   esempio,   una   tesi   in  Traduzione  o  Interpretazione  inglese  deve  essere  chiesta  a  un  docente  che  insegna  le  stesse  materie;  una  tesi  di  analisi   letteraria  su  un  autore  francofono  va  chiesta  a  un  docente  di  Letteratura  francese;  una  tesi  sulla  storia  di  un  paese  di  lingua  spagnola  deve  essere  chiesta  a  un  docente  di  Storia;  una  tesi  sull'economia  

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Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  

della  Cina  deve  essere  seguita  da  un  docente  di  materie  economiche;  una  tesi  sul  diritto  tedesco  va  chiesta  a  un  giurista.  Inoltre,  la  scelta  della  materia  in  cui  ci  si  laurea  dovrebbe  essere  coerente  con  il  percorso  formativo  seguito;  è  dunque  auspicabile  che  l'argomento  della  tesi  rientri  fra  gli  ambiti  a  cui  si  è  dedicato  un  certo  spazio  nel  piano   di   studi.   Per   fare   alcuni   esempi   concreti,   chi   ha   scelto   un   percorso   quasi   esclusivamente   di  Interpretazione   non   dovrebbe   laurearsi   in   Traduzione,   e   viceversa;   chi   per   la   tesi   vuole   realizzare   un  glossario  terminologico  deve  aver  sostenuto  l'esame  di  Ricerca  documentale  e  terminologica  applicata  alla  traduzione  e,  preferibilente,  anche  quello  di  Traduzione  assistita  e   localizzazione;  chi  desidera   laurearsi   in  Linguistica  dovrebbe  aver  acquisito  un  congruo  numero  di  CFU  negli  insegnamenti  del  settore  disciplinare  L-­‐LIN/01.  Quest'ultima  considerazione  vale  anche  per  le  materie  non  linguistiche  (v.  5  "Tesi  di  laurea  in  altre  materie").  Non  attenersi  a  queste  norme  di  buon  senso  porta  spesso  a  risultati  deludenti.    1.3  Presentare  il  modulo  di  assegnazione  della  tesi  

Il  foglio  di  assegnazione  della  tesi  deve  essere  presentato  almeno  6  mesi  prima  della  sessione  di   laurea  in  cui  si  prevede  di  discuterla  per  le  TA  e  almeno  9  mesi  prima  per  le  TR.  Il  modulo  deve  essere  scaricato  dalla  pagina  personale  studente  del  sito  web.    1.4  Presentare  la  domanda  di  ammissione  all’esame  di  laurea  

I  laureandi  devono  presentare  alla  Segreteria  studenti  la  domanda  di  ammissione  all’esame  di  laurea  circa  45  giorni  prima  della  sessione  di  laurea.  Il  foglio  deve  essere  controfirmato  dal  relatore,  il  quale,  in  questo  modo,  autorizza  lo  studente  a  laurearsi  e  certifica  che  il  lavoro  ha  raggiunto  un  livello  sufficiente  per  poter  essere  completato  nei  tempi  previsti  per  la  presentazione.  Ulteriori    informazioni    sono    disponibili    alla    pagina    “Laurea”    del    sito  web  di  Ateneo.    1.5  Depositare  la  tesi  

La   tesi  deve  essere   consegnata  presso   la   Segreteria   studenti   su   supporto  elettronico   (CD)   in   copia  unica,  firmata  dal  candidato,  20  giorni  prima  della  sessione  di  laurea.  Il   CD   deve   essere   contenuto   in   una   custodia   rigida   (non   in   bustina)   e   deve   riportare   nel   frontespizio   i  seguenti  dati:  

• UNINT  • Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  • Corso  di  Laurea  magistrale  in  Interpretariato  e  Traduzione  • Tesi  di  Laurea  in  (materia)  • Titolo  della  tesi  • Candidato/a  (Nome  e  Cognome)  • Relatore/trice  (Titolo  accademico,  Nome  e  Cognome)  • Correlatore/trice  (Titolo  accademico,  Nome  e  Cognome)  • Anno  accademico  in  cui  si  sostiene  l’esame  di  laurea  

Una  volta  consegnato  in  Segreteria,  il  testo  non  è  più  modificabile.  Se  ci  si  accorge  di  errori  formali  dopo  la  consegna,   si   può   preparare   un   errata   corrige   da   distribuire   alla   Commissione   il   giorno   stesso   della  discussione.  

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Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  

La   tesi   deve   inoltre   essere   consegnata   in   forma   cartacea   al   relatore   e   al   correlatore,   nei   tempi   e   modi  concordati  con  questi  ultimi,  i  quali  metteranno  le  loro  copie  a  disposizione  della  Commissione  di  laurea  il  giorno  della  discussione.  Per  la  rilegatura  delle  copie  cartacee  i  laureandi  sono  liberi  di  seguire  le  preferenze  personali:  non  è  dunque  necessario  ricorrere  a  copertine  costose,  ma  è  consigliabile  evitare  soluzioni  poco  solide.      

1.6  Cambio  di  tesi  e  di  relatore  

Se   si   decide   di   abbandonare   un   progetto   di   tesi   e   intraprenderne   un   altro,   è   necessario   presentare   in  segreteria   un   nuovo   foglio   di   assegnazione   con   il   nuovo   titolo.   Qualora   il   relatore   rimanga   lo   stesso,  deciderà   se   per   la   nuova   tesi   è   possibile   rispettare   o   no   la   tempistica   della   tesi   precedente.   In   caso   di  cambio  di  relatore,   invece,   i   termini  verranno  azzerati,  e  dunque  dovranno  trascorrere  prima  della   laurea  almeno  6  mesi  per  le  TA  e  almeno  9  mesi  per  le  TR.    

2.  RELATORE  E  CORRELATORE  

2.1  Ruolo  del  relatore  

La  funzione  del  relatore  è  quella  di  seguire  i   laureandi  durante  lo  svolgimento  della  tesi.  Nello  specifico,  il  relatore  si  occupa  di:  

• aiutare  a  individuare  e  definire  un  argomento  per  la  tesi,  nell'ambito  della  disciplina  insegnata;  • concordare  tempi  ragionevoli  di  stesura;  • fornire   indicazioni   utili   (struttura   e   organizzazione   dello   studio,   fonti   documentali,   spunti  

bibliografici,  suggerimenti  redazionali…)  per  un  corretto  e  adeguato  svolgimento  del  lavoro;  • leggere   i   capitoli   che   compongono   la   tesi,   suggerendo   miglioramenti   e   fornendo   indicazioni   sul  

contenuto  e  sulla  forma.  

È  bene  concordare   con   il   relatore   tutti   gli   aspetti   importanti  del   lavoro,  modalità  e   tempi  di   consegna   in  primo   luogo.   I   laureandi   hanno   il   dovere   di   mantenere   contatti   costanti   con   il   relatore;   è   importante  informarlo   tempestivamente   di   eventuali   interruzioni   di   lungo   periodo   o   di   altri   fattori   che   potrebbero  comportare  un  ritardo  nello  svolgimento  della  tesi.    2.2  Ruolo  del  correlatore  

Il  correlatore  può,  in  accordo  con  il  relatore,  seguire  l’intero  sviluppo  del  lavoro  o  parte  di  esso,  qualora  la  natura  della   tesi   lo   richieda;  oppure  può   limitarsi   alla   valutazione  del   lavoro   concluso,   esprimendo   il   suo  giudizio  in  sede  di  discussione  della  tesi.  Nel  primo  caso  il  nome  del  correlatore  figurerà  già  nel  foglio  di  assegnazione  della  tesi;  nel  secondo,  potrà  essere  proposto  in  seguito  dal  relatore,  in  base  a  interessi  e  aree  di  competenza  affini  con  l’argomento  della  tesi.  In  ogni  caso,  va  sottolineato  che  non  è  il  laureando  che  sceglie  il  correlatore,  ma  è  il  relatore  che,  se  lo  ritiene,  può  indicarlo.  Inoltre,  non  deve  essere  lo  studente,  ma  il  relatore  stesso  a  mettere  a  conoscenza  il  correlatore  del  fatto  che  è  stato  individuato  come  tale.  Infine,   se   il   relatore   preferisce   non   proporre   un   correlatore,   questo   sarà   nominato   dalla   Presidenza   di  Facoltà  nell'imminenza  della  sessione  di  laurea.        

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Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  

2.3  Capitoli  in  visione  al  relatore  e/o  al  correlatore  

I  materiali   da   lasciare   in   visione  al   relatore/correlatore  possono  essere   cartacei  o   in   formato  elettronico,  secondo  le  preferenze  dei  docenti  interessati.  Il  testo,  scritto  con  un  programma  di  elaborazione  testi,  dovrebbe  essere  accompagnato  dai  seguenti  dati:  

• nome  e  cognome;  • indirizzo  di  posta  elettronica;  • titolo  completo  (anche  se  provvisorio)  della  tesi;  • indice  (anche  se  provvisorio)  dell’intero  lavoro.  

Nel   caso   di   materiali   in   formato   elettronico,   è   consigliabile   inserire   sempre   nel   nome   del   file   tutte   le  informazioni   che   possono   permettere   ai   docenti   di   individuare   facilmente   il   file   stesso:   cognome   del  laureando,  numero  del  capitolo  (o  della  sezione),  titolo,  data  di  invio.  Le  pagine  devono  essere  numerate  e,  se  il  relatore/correlatore  lo  richiede,  il  testo  può  essere  impaginato  in  modo   tale   da   lasciare   spazio   per   correzioni   e   commenti.   Il   relatore/correlatore   restituirà   i   materiali  revisionati   e   sarà   disponibile   a   discuterne   i   contenuti   con   il   laureando   in   tempi   ragionevolmente   brevi,  compatibilmente   con   gli   altri   impegni   accademici.   Al   fine   di   evitare  malintesi,   è   comunque   consigliabile  chiarire  e  concordare  in  precedenza  tempi  e  modalità  di  consegna,  revisione  e  discussione.  Prima  di   consegnare  un  capitolo  al   relatore/correlatore  bisogna   rileggerlo   con  attenzione,  anche  qualche  giorno  dopo  averlo  ultimato:   consegnare  materiali   in  uno  stato   redazionale   intermedio  o,  peggio  ancora,  abbozzato,  comporta  solo  perdite  di  tempo,  soprattutto  per  chi  si  deve  laureare.  Il  compito  principale  del  relatore  non  è  quello  di  riscrivere  o  correggere  il  lavoro  dei  laureandi,  ma  intervenire  per  fornire  linee  guida  e  consigli  utili  al  miglioramento  della  tesi,  individuando  i  punti  critici  e  aiutando  a  sviluppare  il  lavoro.  Si   consiglia   infine   di   utilizzare   sempre   le   funzioni   di   controllo   ortografico   presenti   nei   programmi   di  elaborazione  testo.    

3.  TESI  IN  TRADUZIONE  E  INTERPRETAZIONE  

Per  un  quadro  di  riferimento  sulle  possibilità  operative  a  disposizione  degli  studenti  interessati  (tipi  di  tesi,  argomenti,  pianificazione  e  sviluppo  del  lavoro,  ecc.),  è  vivamente  consigliata  la  lettura  di:  

• Williams,  J.  &  Chesterman,  A.  (2002).  The  Map.  A  Beginner’s  Guide  to  Doing  Research  in  Translation  Studies.  Manchester:  St.  Jerome.  

Si   tratta   di   un   manuale   introduttivo   ai   fondamenti   della   ricerca   nell’ambito   degli   studi   in   Traduzione   e  Interpretazione.  Altri  filoni  di  ricerca  per  le  tesi  in  Interpretazione  vengono  suggeriti  nel  volume:  

• Pöchhacker,  F.  (2004).  Introducing  Interpreting  Studies.  London/New  York:  Routledge.    

Inoltre,   un   elenco   aggiornato   di   tesi   in   Interpretazione   del   periodo   corrente,   insieme   ad   altre   ricerche  portate  a  termine,  sono  presenti  in:  

• Gile,   D.   CIRIN.   An   international   information   network   on   research   into   conference   interpreting.  http://cirinandgile.com  

Per  le  tesi  di  Traduzione  si  dovrà  preferibilmente  utilizzare  un  testo  integrale  e  inedito  nella  lingua  di  arrivo.  Quantificare  un’estensione  minima  del   testo  da   tradurre  non  è  semplice,  dato  che  uno  stesso  numero  di  

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Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  

parole  può  avere   valore  diverso   secondo   la   tipologia   testuale.  A   titolo   indicativo,   si   consigliano   tuttavia   i  seguenti  limiti  minimi:  

• per  testi  caratterizzati  da  un  livello  di  specializzazione  medio-­‐alto:  20.000  parole  /  50  pagine;  • per  testi  non  specialistici  o  letterari:  40.000  parole  /  100  pagine.  

La   traduzione   dovrebbe   essere   impaginata   con   il   testo   di   partenza   a   fronte,   in   modo   da   rendere   più  immediata  e  agevole  la   lettura  parallela  dei  due  testi.  Se  il  testo  originario  viene  scansionato  e  riprodotto  nella  tesi,  l’impaginazione  della  traduzione  dovrà  rispettarne  le  caratteristiche.    

4.  GLOSSARI  

Glossari  terminologici  in  ambiti  specialistici,  realizzati  con  un’adeguata  metodologia,  possono  costituire  tesi  di  laurea  applicative.  Alla   base   di   una   ricerca   terminologica   vi   è   il   presupposto   che   non   si   duplichi   materiale   già   esistente.   È  indispensabile   quindi   verificare,   con   ogni   mezzo   possibile,   che   non   esistano   né   glossari,   né   vocabolari  tecnici,  né  tesi  di  laurea  sullo  stesso  argomento  e  nella  combinazione  delle  lingue  in  esame.  Di  norma  una  tesi  di  laurea  di  questo  tipo  considera  3  lingue:  l'italiano  e  le  2  lingue  di  studio  principali.  La   compilazione   del   glossario   deve   basarsi   sull’analisi   di   testi   autentici   e   aggiornati,   in   quantità   e  combinazione     rappresentativa.     I     testi     da     cui     viene     estratta     la     terminologia     e     le     opere     di  consultazione   utilizzate   devono   essere   sempre   esplicitamente   menzionati;   la   tesi   deve   inoltre   indicare   i  criteri  applicati  nella  scelta  dei  testi  e  nell’estrazione  dei  termini.  Il   glossario  deve  essere   compilato   rispettando   i   criteri   ufficialmente  definiti   dai  maggiori   centri   di   ricerca  terminologica;  non  ha  la  forma  di  una  lista,  ma  di  uno  schedario  terminologico,  realizzato  mediante  l’uso  di  appositi  programmi  elettronici.  Le  schede  devono  essere  realizzate  secondo  un  formato  standard  (v.  4.1).  Una  tesi  terminologica  deve  contenere  almeno  100  termini,  di  ognuno  dei  quali  deve  essere  realizzata  una  scheda  per  ogni   lingua  considerata.  Per  ogni  termine  verrà  presentata  prima  la  scheda  in   italiano,  seguita  da  quelle  nelle  altre  versioni  linguistiche.    Il   glossario   deve   essere   corredato   da   una   sintetica   presentazione   dell’ambito   tecnico-­‐scientifico   a   cui   si  riferisce,  da  cui  risultino  anche  gli  elementi  di  attualità  e  i  principali  aspetti  operativi  che  possano  motivare  la  relativa  ricerca  terminologica.  Deve  inoltre  contenere  una  descrizione  dei  problemi  linguistici  e  traduttivi  affrontati  in  tutte  le  fasi  della  compilazione,  ed  eventuali  puntualizzazioni  o  approfondimenti  riguardanti  la  teoria  e  la  prassi  terminologica.  Il  glossario  deve  essere  seguito  da  un  diverso  indice  per  ogni  lingua  considerata  (quindi  3  indici  nel  caso  di  3  lingue),  con  indicazione  del  numero  di  pagina  di  ciascuna  scheda.    4.1  Formato  della  scheda  

Le  schede  devono  contenere,  in  ogni  lingua,  i  seguenti  campi:  

• Termine   (ogni   termine   va   registrato   in  minuscolo   e  nella   sua   forma  base,   ovvero   al   singolare  nel  caso   di   sostantivi,   al  maschile   nel   caso   di   aggettivi,   all'infinito   nel   caso   di   verbi   e   nel   loro   ordine  naturale  nel  caso  di  locuzioni).  

• Dominio  (ovvero  il  principale  settore  di  appartenenza  del  termine,  che  può  essere  determinato,  per  esempio,  consultando  i  sistemi  di  classificazione  esistenti,  come  il  sistema  di  classificazione  Lenoch  o  il  sistema  di  classificazione  decimale  universale  (UDC)).  

• Sottodominio   di   riferimento   (circoscrive   e   delimita   ulteriormente   il   settore   di   appartenenza   del  termine).  

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Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  

• Note  grammaticali  relative  al  termine.  • Definizione  (breve  enunciato  che  indica  le  caratteristiche  essenziali  e  distintive  di  un  termine).  • Fonte  della  definizione.  • Contesto  (porzione  di  testo  che  contiene  il  termine,  che  viene  così  presentato  in  un  tipico  contesto  

d'uso).  • Fonte  del  contesto.  • Grado   di   affidabilità   (è   espresso   in   una   scala   di   punti   e   offre   indicazioni   di   tipo   qualitativo  

riguardanti  la  fonte  da  cui  è  stata  estratta  la  definizione).  

Oltre  ai   suddetti   campi,   in  base  al  dominio  di   studio  e  a   seconda  delle  esigenze,  potranno  essere   inseriti  anche  i  seguenti  campi  facoltativi:  

• Varianti  (abbreviazioni,  acronimi,  varianti  regionali,  ecc.).  • Sinonimi.  • Immagine  (con  relativa  fonte).  • Note.  

 5.  TESI  DI  LAUREA  IN  ALTRE  MATERIE  

Si  è  già  detto  che  la  tesi  può  essere  richiesta  a  qualsiasi  docente  del  corso  di  laurea  magistrale  e  in  qualsiasi  disciplina  insegnata  di  cui  si  sia  superato  l'esame.  È  importante  sottolineare  che  la  scelta  di  materie  distanti  dagli   ambiti   linguistici   o   traduttologici   non   comporta   alcuna   penalizzazione   in   fase   di   valutazione.   Al  contrario,   una   tesi   in   campo   giuridico,   economico,   sociale   o   letterario   (solo   per   fare   alcuni   esempi)   può  costituire   un’ottima   occasione   per   ampliare   e   approfondire   competenze   che   possono   essere   di   grande  importanza  nel  futuro  professionale  dei  laureati,  oltre  a  soddisfare  passioni  e  interessi  personali.  È  tuttavia  fondamentale   che   la   scelta   della   materia   della   tesi,   qualunque   essa   sia,   sia   sostenuta   da   un'adeguata  preparazione  di  base,  evitando  dunque  di  avventurarsi  in  ambiti  poco  conosciuti.  È  infine  consigliabile  che  gli  studenti  che  si  laureano  in  materie  non  linguistiche  considerino  con  il  relatore  la   possibilità   di   inserire   nella   tesi   un’appendice   consistente   nella   traduzione   di   uno   o   più   testi   relativi  all’argomento   trattato.   L’estensione   di   questi   testi   può   essere   limitata,   e   non   è   necessario   che   siano  accompagnati  da  un  commento  approfondito.    

6.  STRUTTURA  DELLA  TESI  

La   tesi  di   laurea  può  essere   redatta   in   lingua   italiana  o   in   lingua  straniera:   la   scelta  non  comporta  alcuna  discriminazione  o  agevolazione  in  termini  di  valutazione  finale  del  lavoro.    Il  lavoro  presenta,  solitamente,  la  seguente  struttura  generale:  

• Titolo  • Indice  • Riassunto  della  tesi  in  ognuna  delle  due  lingue  non  usate  per  la  stesura  • Introduzione  • Capitoli    • Conclusioni  • Note  • Bibliografia  • Eventuali  appendici  (tabelle,  grafici,  ecc.)  

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Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  

 6.1  Il  titolo  

Il  titolo  della  tesi  di  laurea  ha  una  funzione  esclusivamente  descrittiva.  Non  ha  quindi  l'obiettivo  di  piacere  al   lettore,  né  deve  attirarne  l'attenzione  come  avviene  per  i  titoli  giornalistici;  allo  stesso  modo,  non  deve  esprimere  valutazioni  di  alcun  tipo.  La  funzione  del  titolo  è  dunque  quella  di  presentare  tutti  gli  elementi  utili  a  far  capire  il  tipo  di  lavoro  svolto.  Può  succedere  che  questi  elementi  siano  numerosi,  e  che  il  titolo,  di  conseguenza,  non  sia  breve,  ma  non  lo  si  deve  considerare  un  difetto.    6.2  L'indice  

L'indice  deve  riportare  tutte  le  parti  di  cui  compone  la  tesi,  comprese  le  sezioni  e  sottosezioni  dei  capitoli,  con  i  relativi  numeri  delle  pagine  iniziali.    6.3  Il  riassunto  

Il  riassunto  (non  più  lungo  di  500  parole)  serve  al  candidato  per  esporre  in  modo  conciso:  

• il  lavoro  svolto;  • come  tale  lavoro  sia  stato  condotto;  • i  principali  risultati  e  il  loro  significato.  

Il  riassunto  non  è  un  elenco  di  ciò  che  si  è  fatto,  ma  un  testo  informativo  che  ha  lo  scopo  di  permettere  a  chi   lo   legge   di   capire   se   il   lavoro   è   di   suo   interesse.   Può   essere   utile   fornire   una   copia   del   riassunto   in  italiano  ai  membri  della  Commissione  di  laurea,  unitamente  al  frontespizio  e  all’indice  generale  della  tesi.    6.4  L’introduzione  

L’introduzione  deve  contenere  gli  elementi  essenziali  per  presentare  la  tesi,  pensando  anche  a  chi  non  ha  il  tempo  di   leggerla   integralmente.  Pertanto,  nell’introduzione  occorre   illustrare  con  chiarezza   la  natura  del  lavoro   e   le   ragioni   sottostanti,   nonché   descrivere   in   sintesi   la   metodologia   adottata,   i   risultati   attesi   e  l’organizzazione  in  capitoli  della  tesi.    6.5  I  capitoli    

L'organizzazione  dei  capitoli  sarà  diversa  in  base  al  tipo  di  lavoro  svolto.  Si  possono  comunque  individuare  alcuni  elementi  ricorrenti.  Per  le  TA:  

• una  presentazione  del  prodotto  della  tesi  e  del  contesto  in  cui  si  inserisce;  • la  metodologia  di  lavoro  adottata;  • il  prodotto  ottenuto.  

Per  le  TR:  

• una  rassegna  della  letteratura  rilevante;  • il  modello  teorico  o  lo  schema  interpretativo  sul  quale  si  fonda  il  lavoro;  • la  metodologia  di  ricerca  adottata;  • l'analisi  svolta;  • i  risultati  ottenuti.  

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Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  

 6.6  L'organizzazione  dei  capitoli  

I  capitoli  e  le  relative  sezioni  e  sottosezioni  devono  essere  numerati  nel  modo  seguente:  

1  (primo  capitolo)  1.1  (prima  sezione  del  primo  capitolo)  1.1.1  (prima  sottosezione  della  prima  sezione  del  primo  capitolo)  ecc.  

Ogni  parte  numerata  della  tesi  deve  avere  un  titolo.  La  numerazione  permette  di  creare  rimandi  all’interno  della  tesi.  Per  lo  stesso  motivo  è  quindi  necessario  numerare  anche  gli  esempi  (brani  di  trascrizioni,  di  testi  oggetto  di  analisi,  ecc.).  Ogni  esempio  deve  dunque  essere  preceduto,  tra  parentesi  tonde,  dal  numero  dell’esempio  stesso,  a  partire  da  (1)  per  ogni  capitolo.  

(3)     -­‐  ¡Caray!  -­‐  pensó  el  hada  al  oírla  -­‐.  Eso  cae  al  otro  extremo  de  la  ciudad.  ¡Vaya  papeleta!  -­‐  Caramba!  -­‐  esclamò  la  fata.  -­‐  È  dall'altra  parte  della  città.  Accipicchia!    

Anche  tabelle,  illustrazioni,  grafici,  ecc.  vanno  numerati,  inserendo  inoltre  titolo  ed  eventuale  fonte.  La  numerazione  e  il  titolo  di  ogni  capitolo,  sezione  e  sottosezione  devono  essere  riportati  nell'indice.    6.7  Le  note  

Le  note  hanno  una  duplice  funzione:   inserire  un  rimando  bibliografico  per  opere  marginali  –  ma  degne  di  essere  citate  –  rispetto  al  punto  che  si  sta  trattando  (introdotte  in  genere  con  “Cfr.”);  permettere  ulteriori  considerazioni,   citazioni   o   rinvii   che  non   trovano  posto  nel   testo.   Le  note  possono  essere   rilevanti   ai   fini  della  valutazione  della  serietà  della  ricerca.  Le  note  vanno  posizionate  a  piè  di  pagina  e  devono  essere  numerate  a  partire  da  (1)  per  ogni  capitolo.  È  consigliabile  inserirle  di  volta  in  volta,  e  non  rimandarne  la  stesura  in  un  secondo  momento.    6.8  L'impaginazione  

Il  numero  di  pagine  non  è  predefinito.  Dilungarsi  o  meno  nel  dettaglio  è  una  scelta  che  spetta  ai  candidati,  ma  è  importante  ricordare  che  quantità  e  qualità  non  sono  per  forza  direttamente  proporzionali.    Il  formato  delle  pagine  deve  seguire,  per  quanto  possibile,  le  seguenti  impostazioni:  

• carattere:  Times  New  Roman,  corpo  12  (testo  normale)  e  corpo  10  (note);  • interlinea:  1.5;  • margini:  superiore  3.5  cm,  inferiore  2.5  cm,  interno  ed  esterno  2.5  cm  • rilegatura:  1.5  cm  • distanza  intestazione:  2  cm  • distanza  piè  di  pagina:  1.5  cm.  

Con   intestazione  e  piè  di  pagina   si   intendono  due   righe  –   inserite   tra   il   testo  e,   rispettivamente,   il  bordo  superiore   e   quello   inferiore   del   foglio   –   nelle   quali   riportare:   in   alto,   informazioni   come   il   nome   del  laureando  o  il  titolo  della  tesi  o  del  capitolo  corrente;  in  basso,  il  numero  di  pagina.    6.9  La  copertina  e  il  frontespizio  

Come  sulla  copertina  del  CD,  anche  su  quella  delle  copie  cartacee  devono  figurare  i  seguenti  dati:  

   

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Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  

• UNINT  • Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  • Corso  di  Laurea  magistrale  in  Interpretariato  e  Traduzione  • Tesi  di  Laurea  in  (materia)  • Titolo  della  tesi  • Candidato/a  (Nome  e  Cognome)  • Relatore/trice  (Titolo  accademico,  Nome  e  Cognome)  • Correlatore/trice  (Titolo  accademico,  Nome  e  Cognome)  • Anno  accademico  in  cui  si  sostiene  l’esame  di  laurea.  

Inoltre,  sul  frontespizio  delle  copie  cartacee  devono  comparire  gli  stessi  dati  della  copertina.  I  modelli  della  copertina  del  CD  e  del   frontespizio  della  tesi  sono  scaricabili  dalla  sezione  “Laurea”  della    pagina  web  del  corso  di  laurea  magistrale.    

7.  RIFERIMENTI  BIBLIOGRAFICI  

7.1  Indicazioni  generali  

Nella  tesi  di  laurea  è  necessario  indicare  la  fonte  di  qualsiasi  informazione  (idee  o  dati)  ricavata  dai  testi  consultati,  per  diversi  e  importanti  motivi:  

• il  rispetto  della  proprietà  intellettuale  e  dei  diritti  d’autore,  evitando  quindi  il  plagio;  • la  possibilità  di  risalire  al  testo  originale  da  parte  del  lettore;  • la  necessità  di  documentare  l’entità  e  la  natura  delle  proprie  ricerche.  

Le  norme  che  regolano  i  riferimenti  bibliografici  nel  testo  e   in  appendice  sono  legate   in  parte  alle  diverse  tradizioni   culturali   e   in   parte   alle   consuetudini   delle   case   editrici.   Le   varianti   sono   molte:   per   esempio,  cambia  la  posizione  della  data,  l’uso  della  punteggiatura,  il  modo  di  abbreviare  “pagine”  (“pp./pagg.”).  Pur  esistendo  molte  valide  alternative,  la  FIT  ha  deciso  che  i  laureandi  utilizzino  tutti  le  stesse  norme,  al  fine  di  verificarne   la   capacità   di   applicare   in   modo   corretto   delle   indicazioni   redazionali.   Nell’elaborato   scritto,  dunque,  gli  studenti  devono  seguire  le  norme  contenute  in  queste  pagine,  poiché  il  modo  in  cui  lo  faranno  sarà  oggetto  di  valutazione.      7.2  Il  sistema  autore-­‐data  

Il   sistema  di   citazione  autore-­‐data  consiste  nell'inserimento  dell’autore  e  dell’anno  di  pubblicazione  della  fonte  consultata  all'interno  del   corpo  del   testo,  evitando  dunque   l'uso  delle  note  a  piè  di  pagina.  Questa  indicazione  costituisce  un  rimando  alla  bibliografia  finale,  che  fornirà  le  altre  informazioni  relative  alla  fonte  bibliografica.  La   citazione   bibliografica   nel   corpo   del   testo   è   formata   da   tre   elementi:   il   cognome   dell’autore   (o   degli  autori)  dell'opera  consultata,  l’anno  di  pubblicazione  e,  se  si  cita  un  passaggio  letteralmente  o  ci  si  riferisce  a  specifiche  pagine,  il  numero  di  pagina.  Gli  elementi  della  citazione  solitamente  devono  essere  indicati  tra  parentesi.  Di  seguito  si  descrive  come  applicare  il  sistema  autore-­‐data  nei  diversi  casi  possibili.        

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Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  

Citazione  alla  fine  della  frase  

È  il  caso  più  comune:  

Per     comprendere     il     linguaggio    occorre     studiare     i    processi     che  precedono,  accompagnano  e  seguono  la  produzione  linguistica  (Wundt,  1900).  

 

Autore  citato  nel  testo  

In  questo  caso  non  è  necessario  ripetere  tra  parentesi  il  cognome  dell'autore:  

Quando   si   assiste   a   un’omogeneità   generale   dei   consumatori   e   a   una   fluidità   dei   mercati,   la  strategia  più  idonea  è  l’internazionalizzazione,  definita  da  Usai  come  "esportazione  diretta"  (1990).  

Se  il  cognome  e  la  data  sono  entrambi  citati  nel  testo,  non  occorre  indicare  nulla  tra  parentesi.  

Secondo  Ted  Nelson,   che  coniò   il   termine  hypertext  nel  1965,   la  definizione   riveste  un  significato  più  ampio,  coinvolgendo  qualsiasi  sistema  di  scrittura  non  lineare  che  utilizza  l'informatica.  

 Numero  di  pagina  nella  citazione  

Il  numero  di  pagina  si  deve  sempre  indicare  quando  si  cita  letteralmente  una  porzione  del  testo.  

Della   stessa   opinione   è   anche   Denise   Dibattista,   la   quale   è   arrivata   a   constatare   che   vi   è   “una  tendenza  abbastanza  diffusa  del   linguaggio  giuridico  comunitario  verso  una  maggiore  accessibilità  rispetto  ai  linguaggi  giuridici  dei  singoli  stati”  (1998:  166).  

Tuttavia,  è  consigliabile  indicare  il  numero  di  pagina  anche  quando  si  parafrasa  il  testo.  

Difatti   non   esiste   nessun’altra   organizzazione   internazionale   in   cui   sia   vigente   un  multilinguismo  così  esteso  e   che   svolga   le  proprie   funzioni   impiegando  un  così  elevato  numero  di   lingue  ufficiali  (Cosmai,  2003:  8).  

Se  si  cita  letteralmente  un  testo  privo  di  numeri  di  pagina  (come  un  sito  Internet),  si  deve  indicare  il  titolo  della  sezione  in  cui  figura  il  passo  citato.  

Come  evidenzia  Noto   (2015:   "Rappresentazione  e  prassi   della   guerra"),   "Il   cinema   rappresenta   la  guerra,   rendendola   visibile   ai   contemporanei   e   ai   posteri,   e   allo   stesso   tempo   la   trasforma   in  argomento  propagandistico  utilizzabile  da  governi  e  stati  maggiori".  

 Istituzioni,  enti  e  imprese  come  autori  

Nella  prima  citazione  si  deve  citare  il  nome  per  esteso;  a  partire  dalla  seconda  si  possono  usare  eventuali  acronimi.  

Crystal  propone  il  complementare  utilizzo  dell’inglese  e  delle   lingue  nazionali  e  regionali   in  ambiti  diversi,   tra   vita   pubblica   e   privata,   e   apprezza   le   iniziative   dell’Unione   europea   volte   alla  promozione  del  bilinguismo  e  dell’apprendimento  delle  lingue  (Direzione  generale  della  Traduzione  [DGT],  2011).  

Citazione  successiva:  (DGT,  2011).    

   

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Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  

Data  sconosciuta  

Quando  la  data  di  pubblicazione  del  testo  non  è  nota,  si  utilizza  l'abbreviazione  "n.d.".    Citazione  indiretta  

Se   si   fa   riferimento   a   un   testo   citato   in   un   altro   testo,   è   consigliabile  menzionare   la   fonte   originaria   nel  proprio  discorso,  e  la  fonte  secondaria  tra  parentesi.  

È  un  po’  quello  che  sostiene  Bernbach,  ossia  “La  buona  pubblicità  fa  vendere  prodotti,  ma  l'ottima  pubblicità  fa  costruire  fabbriche”  (citato  in  Mancina,  2007:  102).  

Il   ricorso   alle   citazioni   indirette   dovrebbe   limitarsi   ai   casi   in   cui   è   impossibile   consultare   direttamente   la  fonte  originaria.    7.3  Citazioni  letterali  

Se  la  citazione  è  breve  (entro  le  due  righe  circa),  va  messa  tra  virgolette  e  inserita  nel  testo.  

Con   il   termine  multiculturalità   “si   indica  un  dato  di   fatto:   l’esistenza   su  un   territorio  di  molteplici  culture”  (Bosi,  1998:  35).  

Se   la   citazione   è   lunga   (oltre   le   due   righe),   deve   essere   riportata   staccata   dal   testo,   in   un   paragrafo  autonomo,  senza  virgolette,  in  corpo  11  e  con  interlinea  singola;  il  margine  sinistro  deve  essere  rientrato  di  1   cm.   rispetto   al   testo   della   tesi.   In   questo   caso   i   riferimenti   bibliografici   vanno   aggiunti   alla   fine   della  citazione,  nella  riga  successiva,  allineati  a  destra.  

Cien   años   de   soledad,   il   romanzo-­‐che-­‐non-­‐c’era,   il   libro   di   cui   aveva   bisogno   il   ’68,   letto  immediatamente  dai  nostri   genitori  ma  già   letto  anche  dai  nostri   figli,   convertitosi   in   fretta   in  un  classico,  entrato  nei  programmi  scolastici,  è  meno  magico  e  meno  tropicale  di  quanto  si  creda.   In  fondo,  non  è  niente  di  più  di  ciò  che  l'autore  stesso  ha  spiegato.  

  Un  día,  yendo  para  Acapulco  con  Mercedes  y   los  niños,   tuve   la   revelación:  debía  contar   la  historia     como  mi  abuela  me  contaba  las  suyas,  partiendo  de  aquella  tarde  en  que  el  niño  es   llevado  por  su     padre    para   conocer     el     hielo.   (…)  Una  historia   lineal,   donde   con   toda   inocencia   lo  extraordinario   entrara  en  lo  cotidiano.  

(García  Márquez,  1993:  52)  

Eventuali  omissioni  all’interno  delle  citazioni  devono  essere  segnalate  con  (…);   interventi  su  una  citazione  devono  essere  segnalati  con  parentesi  quadre  [  ].  Per  attirare   l'attenzione  del   lettore  su  una  parola,  espressione  o  frase  del  testo  citato,  questa  parte  verrà  formattata   in   corsivo   e   si   scriverà   "corsivo   mio"   dentro   la   parentesi   dopo   il   riferimento   bibliografico.  Esempio:  (2007:  13,  corsivo  mio).  Le  citazioni  in  lingue  diverse  da  quella  in  cui  è  scritta  la  tesi  devono  essere  riportate  in  lingua  originale,  con  traduzione  in  nota.  Se  la  traduzione  è  pubblicata,  e  dunque  è  a  sua  volta  una  citazione,  deve  essere  seguita  dai  riferimenti  bibliografici  tra  parentesi:  autore  (del  testo,  non  della  traduzione),  data  e  numero  di  pagina;  in  questi   casi   il  nome  del   traduttore   figurerà  nella  bibliografia   finale.   Se   invece   la   traduzione  è  opera  del  laureando,  si  deve  indicare  tra  parentesi  "traduzione  mia".        

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Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  

7.4  Bibliografia  finale  

La  bibliografia  alla  fine  della  tesi  deve  contenere  tutti,  e  soltanto,  i  documenti  citati  con  autore  e  data  nel  testo  e  nelle  note.  Possono  esistere  testi  che,  pur  essendo  stati  funzionali  per  indirizzare  il  lavoro  di  ricerca,  non  vengono  citati  all’interno  della  tesi.  In  tal  caso,  non  devono  essere  inseriti  nella  bibliografia  finale.  È  possibile  inserire  delle  appendici  bibliografiche,  utili  nel  caso  in  cui  una  certa  categoria  di  testi  sia  oggetto  della  tesi  stessa  (ad  esempio,  se  la  tesi  prende  in  esame  dieci  traduzioni  italiane  di  Alice  in  Wonderland,  è  opportuno  creare  una  sezione  della  bibliografia  dove  inserire  i  testi  presi  in  esame).  La   bibliografia   deve   essere   organizzata   in   ordine   alfabetico   per   autore   (in   caso   di   omonimia   si   deve  considerare  il  nome  proprio)  o  per  titolo  del  documento,  nel  caso  di  testi  anonimi.  Se  vi  sono  più  opere  di  uno  stesso  autore,  queste  vanno  elencate   in  ordine  cronologico   (dalla  più  vecchia  alla  più   recente).  Se  vi  sono  più  opere  dello  stesso  autore  nello  stesso  anno,  vanno  elencate  in  ordine  cronologico  (se  possibile)  o  in  ordine  alfabetico,   inserendo  inoltre  una  lettera  dell'alfabeto  vicino  alla  data,  iniziando  da  "a"  (esempio:  2013a,  2013b,  ecc.).    In   caso   di   più   autori   l’opera   va   inserita   secondo   il   cognome   del   primo   degli   autori   che   compaiono   nella  fonte.  Per  esempio,  il  libro:  

Zanettin,   F.,   Bernardini,   S,   &   Stewart,   D.   (2003).   Corpora   in   Translator   Education.  Manchester/Northampton:  St.  Jerome.  

va  indicato  sotto  Zanettin  (anche  se  in  ordine  alfabetico  gli  altri  coautori  lo  precederebbero).  Ecco   un   elenco   dei   più   comuni   tipi   di   pubblicazioni,   accompagnati   dal   relativo   modello   di   riferimento  bibliografico  e  da  un  esempio.  Per  casi  diversi,  consultare  il  relatore  o  il  correlatore.  Nel  caso  dei  libri,  i  dati  non  devono  essere  presi  dalla  copertina,  ma  dal  frontespizio  e  dal  verso  (retro)  del  frontespizio.    Libro  di  un  solo  autore  

Cognome,  Iniziale  del  nome.  (Data).  Titolo  in  corsivo.  Città:  Editore.  

Baraldi,  C.  (2003).  Comunicazione  interculturale  e  diversità.  Roma:  Carocci  editore.    Libro  di  più  autori  

Cognome,  Iniziale  del  nome.  e/and/&  Cognome,  Iniziale  del  nome.  (Data).  Titolo  in  corsivo.  Città:  Editore.  

Armstrong,   N.   &   Federici,   F.M.   (2006).   Translating   Voices,   Translating   Regions.   Roma:   Aracne  editrice.  

 Libro  a  cura  di  un  solo  curatore  

Cognome,  Iniziale  del  nome.  a  cura  di/ed.  (Data).  Titolo  in  corsivo.  Città:  Editore.  

Nergaard,  S.  a  cura  di  (2002).  Teorie    contemporanee  della  traduzione.  Milano:  Bompiani.    Libro  a  cura  di  più  curatori  Cognome,  Iniziale  del  nome.  e/and/&  Cognome,  Iniziale  del  nome.,  a  cura  di/eds.  (Data).  Titolo  in  corsivo.  Città:  Editore.  

De  Mauro,  T.  e  Chiari,   I.,  a  cura  di   (2005).  Parole  e  numeri.  Analisi  quantitative  dei   fatti  di   lingua.  Roma:  Aracne  editrice.  

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Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  

Saggio  in  rivista  

Cognome,   Iniziale   del   nome.   (Data).   “Titolo   saggio   in   tondo”   [non   in   corsivo].     Titolo   rivista   in   corsivo,  numero  del  volume  in  cifra  araba  [non  latina]:  numero  pagine  [senza  "pp./pagg./pags"].  

Duranti,  A.   (1984).   “The   social  meaning  of   subject  pronouns   in   Italian   conversation”.Text,   4:  277-­‐312.  

 

Saggio  in  raccolta  

Cognome,  Iniziale  del  nome.  (Data)  “Titolo  saggio   in  tondo”  [non  in  corsivo].     Iniziale  del  nome.  Cognome  curatore   [senza   data].   Titolo   della   raccolta   in   corsivo.   Città:   Editore.   Numero   pagine   [senza  "pp./pagg./pags"].  

Davidson,  J.  (1984).  “Subsequent  versions  of  invitations,  offers,  requests  and  proposals  dealing  with  potential   or   actual   rejection”.   J.M.   Atkinson   &   J.   Heritage.   Structures   of   social   action:   studies   in  conversation   analysis.   Cambridge:   Cambridge   University   Press   and   Editions   de   la   Maison   des  Sciences  de  l'Homme.  102-­‐128.  

 Altri  casi  

a.  Nel  caso  di  edizioni  diverse  dalla  prima,  indicare  l'edizione  citata  tra  parentesi  dopo  il  titolo:  (3a  ed.).  

b.  Nel  caso  di  opere  in  più  volumi,  se  si  cita  l'intera  opera  indicare  tutti  i  volumi  tra  parentesi  dopo  il  titolo:  (Voll.  1-­‐3).  Se  si  vuole  citare  un  solo  volume,  si  deve  indicarne  solo  il  relativo  numero:  (Vol.  2).  

c.  Nel  caso  di  successive  pubblicazioni  di  opere  del  passato,   indicare  la  data  dell'edizione  originale  dopo  il  titolo,  tra  parentesi  quadre.    

Alberti,  R.  (1998).  Marinero  en  tierra  [1924].  Madrid:  Alianza  Editorial.    

In   questo   caso   la   citazione   nel   corpo   del   testo   deve   riportare   sia   l'anno   della   pubblicazione   originale   sia  quello  della  ristampa:  (Alberti,  1924/1998).  

d.  Nel  caso  di  opere  tradotte,  indicare  il  traduttore  dopo  il  titolo.  

Dickinson,   E.   (2013).   Io   lascerò   il   mio   cuore   appena   in   vista.   F.   Fava   (trad.).   Roma:   Editori  Internazionali  Riuniti.  

 Documenti  tratti  da  Internet  

I   riferimenti   a  materiali   tratti   da   Internet   devono   essere   inseriti   nella   bibliografia   generale;   non   si   deve  quindi  creare  una  sezione  specifica  (sitografia)  per  questo  tipo  di  fonti.  I  riferimenti  devono  essere  riportati  seguendo  le  norme  abituali,  con  alcune  differenze.  La  data  deve  essere  quella  in  cui  il  documento  è  stato  creato,  o  quella  dell’ultimo  aggiornamento.  Questa  data  è  solitamente  reperibile  in  fondo  alla  pagina  web,  oppure  sulla  home  page  di  un  gruppo  di  pagine.  Se  la  data  non  è  disponibile,  accanto  al  nome  dell’autore  deve  essere  indicato  tra  parentesi  "n.d.".  Alla   fine   del   riferimento   bisogna   aggiungere   l’indirizzo   web   (URL)   della   pagina.   L’URL   va   riprodotto  fedelmente  ed  integralmente  (senza  punti  finali  o  trattini  nel  caso  si  vada  a  capo)  poiché  è  l’elemento  che  deve   consentire   al   lettore   di   ritrovare   la   fonte   qualora   desiderasse   consultarla.   Si   consiglia   di   inserire   il  collegamento  ipertestuale  allo  stesso  indirizzo  web,  utile  per  chi  consulta  la  versione  elettronica  della  tesi.  

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Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  

Solo  se  non  è  stata   inserita  alcuna  data  vicino  al  nome  dell'autore   (n.d.),  dopo   l’URL  bisogna   indicare   tra  parentesi  la  data  in  cui  il  documento  è  stata  consultato:  (data  di  consultazione:  gg/mm/anno).  

• Garzone,   G.   (2002).   “The   Cultural   Turn.   Traduttologia,   interculturalità   e   mediazione   linguistica”,  Culture,  16.  http://www.club.it/culture/culture2002/giuliana.garzone/corpo.tx.garzone.html  

• Pedrinazzi,   P.,   a   cura  di   (12/05/2010).   "Daniel   Pennac:   il   traduttore  è   lo  psicanalista  dell'autore".  Wuz.  http://www.wuz.it/intervista-­‐libro/4410/daniel-­‐pennac-­‐traduzione.html  

• European   Commission   (n.d.).   "Translating   Europe   -­‐   Forum   &   Workshops".  http://ec.europa.eu/dgs/translation/programmes/translating_europe/index_en.htm   (data   di  consultazione:  17/10/2015).  

Nel  caso  di  documenti  non     firmati,  al  posto  del  nome  bisogna   indicare   l’entità   (istituzione,  associazione,  impresa,  ecc.)  che  pubblica  la  pagina  stessa,  come  nell'esempio  precedente.  Nel  caso  di  documenti  senza  un  titolo  all’interno  della  pagina,  questo  solitamente  si  può  trovare  nella  parte  alta  della  finestra  del  browser.    Materiale  audiovisivo  

a.  Film  

Indicare  regista,  data,  titolo,  nazione,  casa  di  produzione.  

Tarantino,  Q.  (1997).  Pulp  Fiction.  USA:  A  Band  Apart,  Jersey  Films,  Miramax  Films.    b.  Serie  televisive  

Indicare  autore,  data,  titolo  dell’episodio,  autore  della  serie,  titolo  della  serie,  nazione,  casa  di  produzione.  

Napolitano,  T.   (2013).   "Everybody's  Crying  Mercy".  S.  Rhimes,  Grey's  Anatomy.  USA:  ShondaLand,  The  Mark  Gordon  Company,  ABC  Studios.  

 

8.  ALCUNE  INDICAZIONI  STILISTICHE  E  ORTOGRAFICHE    Dediche  e  ringraziamenti  

Si  consiglia  di  evitare  le  dediche,  inopportune  nei  testi  d'esame  (come  una  tesi)  e  insolite  nei  testi  scientifici.  Il   ricorso   ai   ringraziamenti   è   consentito   solo   per   istituzioni,   strutture   e   persone   del   settore   che   hanno  contribuito  in  modo  sostanziale  al  lavoro.  Mai  ringraziare  il  relatore  e  il  correlatore  della  tesi.    Presenza  dell'autore  

Non   usare   la   prima   persona   singolare,   né   tantomeno   il   plurale   maiestatis.   Sono   preferibili   lo   stile  impersonale  e  la  diatesi  passiva.    Enfasi  

La  tesi  di   laurea  rientra  nel  genere  della  letteratura  scientifica,  e  in  quanto  tale  deve  essere  caratterizzata  da  uno  stile  retoricamente  sobrio.  Vanno  dunque  evitati  grassetti,  sottolineature  e  maiuscole  con  funzione  enfatizzante,  così  come  le  virgolette  ammiccanti  per  segnalare  l'uso  improprio  di  una  parola.  

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Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  

Per  dare  enfasi  è  consentito  solo  l'uso  (limitato)  del  corsivo,  come  per  esempio  nella  prima  occorrenza  di  un  termine  tecnico  o  di  una  parola  particolarmente  rilevante.    Riferimenti  ad  autori  

Per   riferirsi   ad   autori   e   autrici   si   usa   solo   il   cognome,   che   non   deve   essere   preceduto   né   dal   nome,   né  dall'iniziale   puntata   (non   "Roman   Jakobson"   o   "R.   Jakobson",   ma   semplicemente   "Jakobson"),   né  dall'articolo  (non  scrivere  "il  Lepschy"  o  "la  Levi  Montalcini").  L'articolo  è  ammesso  solo  per  le  enciclopedie  e  i  dizionari  ("la  Treccani",  "lo  Zingarelli").    Convenzioni  linguistiche  

Se  ci  si  sta  riferendo  alla  forma  grafica  di  un  lessema,  utilizzare  le  parentesi  uncinate:  <cane>.  Se  se  ne  sta  dando   la   rappresentazione   fonologica,   si   usino   le   barre   oblique:   /’ka.ne/;   per   la   trascrizione   fonetica  impiegare   le  parentesi  quadre:   [‘ka:.ne].   In  entrambi  gli  ultimi  due  casi  utilizzare   i   simboli   IPA   (Alfabetico  Fonetico  Internazionale).    Punteggiatura  

Si   consiglia   vivamente  di   non   trascurare   la  punteggiatura,   prestandovi   la  dovuta  attenzione   sia   in   fase  di  redazione  che  di  revisione.  In  particolare:  

• non  inserire  una  virgola  tra  soggetto  e  predicato,  o  tra  predicato  e  complemento  diretto;  • differenziare   l'uso   del   punto   e   del   punto   e   a   capo:   il   primo   segnala   la   fine   di   una   singola   frase,  

mentre  il  secondo  indica  la  conclusione  di  un  paragrafo,  che  dovrebbe  essere  uniforme  dal  punto  di  vista  del  contenuto;  

• ricordarsi  dell'esistenza  e  della  funzione  dei  due  punti  e  del  punto  e  virgola;  • evitare  l'uso  dei  3  punti  di  sospensione  (tranne  che  per  indicare  omissioni  nelle  citazioni);  • non  usare  i  punti  in  sigle  e  acronimi.  

 Accenti  grafici  

Non   confondere   accenti   gravi   e   acuti.   Non   usare   l'apostrofo   al   posto   dell'accento,   né   l'accento   al   posto  dell'apostrofo  (si  scrive  "È",  non  "E'").    Spazi  tra  le  parole  

Tra  due  parole  ci  va  sempre  un  solo  spazio;  i  segni  di  punteggiatura  devono  essere  attaccati  alla  parola  che  li  precede  e  seguiti  da  un  solo  spazio.      Plurale  di  parole  straniere  

Non  si   forma  il  plurale  delle  parole  straniere.  Sono  utilizzabili,  ma  non  indispensabili,   i  plurali  delle  parole  latine.        

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Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  

Forme  "ed",  "od",  "ad"  

Si   usano   solo   se   la   parola   che   segue   inizia   con   la   stessa   vocale:   si   deve   scrivere   "Scienze   sociali   ed  economiche",   ma   "Scienze   sociali   e   organizzative".   L'unica   eccezione   è   l'espressione   "ad   esempio",   che  tuttavia  può  essere  sostituita  con  la  più  agevole  per  esempio.    Principali  abbreviazioni    anon.  anonimo    app.  appendice  ca.  circa  cap./capp.  capitolo/capitoli  cfr.  confronta  cur.  curatore/curatori  ecc.  eccetera  ed./eds.  editor/editors  ed.  edizione  e.g.  exempli  gratia  (per  esempio)  es.  esempio  et  al.  et  alii  (e  altri)  fasc.  fascicolo  fig./figg.  figura/figure  i.e.  id  est  (cioè)  ill.  illustrazione  ms./mss..  manoscritto/manoscritti  n./nn.  numero/numeri  (non  n°)  o  nota/  note  n.d.  senza  data    p./pp.  pagina/pagine  par.  paragrafo  o  (§)  

s.a.  senza  anno    s.l.  senza  luogo  s.n.  sine  nomine  (senza  editore)  sc.  scena  sez.  sezione  sg./sgg.  seguente/seguenti  s.v./  s.vv.  sub  voce  (alla  voce/alle  voci)  t.  tomo  tab./tabb.  tabella/tabelle  tav./tavv.  tavola/tavole  trad.  it.  traduzione  italiana  trad.  lett.  traduzione  letterale  trad.  traduzione  v.  vedi  v./vv.  verso/versi  vol./voll.  volume/volumi  [N.d.R.]  nota  del  redattore  [N.d.A.]  nota  dell'autore  [N.d.C.]  nota  del  curatore  [N.d.T.]  nota  del  traduttore  

   

9.  PRESENTAZIONE  E  DISCUSSIONE  DELLA  TESI  DI  LAUREA  

L’esame    di    laurea    consiste    nella    presentazione    e    discussione    della    tesi    di    fronte    alla  Commissione  di  laurea,   formata   dal   relatore,   dal   correlatore   e   da   altri   docenti   della   Facoltà.   I   candidati   sono   chiamati   a  illustrare   il   proprio   lavoro   in   maniera   sintetica,   semplice   e   chiara.   Poiché   di   solito   solo   il   relatore   e   il  correlatore   conoscono   in   maniera   specifica   l’argomento,   mentre   gli   altri   membri   della   Commissione  potrebbero   non   essere   esperti   del   settore   trattato,   si   consiglia   di   esporre   il   proprio   lavoro   in   modo  esaustivo  ma  sintetico,  senza  scendere  troppo  nei  dettagli  ma  preoccupandosi  di  mettere  in  rilievo:  

• le  ragioni  e  gli  obiettivi  alla  base  della  tesi;  • lo  sviluppo  del  lavoro,  sottolineando  gli  elementi  originali  e/o  di  maggiore  interesse;  • i  risultati  ottenuti  e  il  loro  valore.  

I   candidati   devono   essere   comunque   pronti   a   rispondere   e   spiegare   qualsiasi   particolare   eventualmente  richiesto  da  un  membro  della  Commissione  in  sede  di  discussione.  In   termini   di   tempo,   la   presentazione   non   deve   superare   i   15  minuti.   Tuttavia   le   Commissioni   in   genere  apprezzano  esposizioni  anche  più  brevi,  che  lascino  spazio  a  eventuali  richieste  di  approfondimento  e  alla  discussione  con  i  laureandi.  

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Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  

È  possibile  che    si    desideri  o  sia  necessario  avvalersi  di  supporti  elettronici  (in  genere  il  computer  portatile  per  presentazioni  in  Power  Point).  Anche  in  tal  caso  è  opportuno  seguire  il  criterio  della  sinteticità  e  della  chiarezza   consigliato   in   precedenza   per   la   realizzazione   e   l’illustrazione   delle   diapositive.   L’uso   di   Power  Point  dovrebbe  tuttavia  limitarsi  all’illustrazione  o  esemplificazione  di  elementi  di  difficile  trattazione  orale  (immagini,    grafici,    esempi    testuali,    ecc.).    Le    diapositive    non    devono    dunque    essere    usate    come    degli  appunti    dai    quali    i    candidati    leggono,    né    il    supporto    audiovideo    deve    essere    utilizzato    per    proporre  elementi    puramente    decorativi    (immagini    o    musiche    non    sostanziali    ai    fini    della    presentazione).  Infine,   prima   della   discussione   è   bene   sincerarsi   che   tutto   funzioni   ed   è   opportuno   avere   a   disposizione  almeno  due  copie  dei   file,  nel   caso  un  supporto  venga  smarrito  o  danneggiato.   In  alternativa,  è  possibile  preparare   un   sommario   dei   punti   fondamentali   della   presentazione   e   distribuirlo   in   fotocopia   ai  membri  della  Commissione.    10.  VALUTAZIONE    DELLA  TESI  

Il   voto  di   laurea   (espresso   in  110mi)   risulta  dalla   somma   tra   la  media  ponderata  dei   voti   conseguiti  negli  esami  sostenuti  nel  Corso  di  laurea  e  il  punteggio  attribuito  dall'esame  di  laurea.    

Per  entrambi  i  tipi  di  tesi,  2  punti  sono  attribuiti  secondo  i  seguenti  parametri:  

• per  chi  si  laurea  in  corso  (entro  la  sessione  invernale  del  II  anno)  o  per  chi  ha  usufruito  nel  biennio  magistrale  della  mobilità  Erasmus,  sia  UE  che  extra  UE:  1  punto  

• per  chi  si  presenta  alla  laurea  con  una  media  pari  o  superiore  a  27/30:  1  punto  

Il  punteggio  attribuibile  dalla  tesi  va  da  0  a  6  punti  per  le  TA  e  da  0  a  9  punti  per  le  TR.    

Sulla  valutazione  della   tesi  potranno  ovviamente   influire   la  qualità  della  presentazione  e   la  discussione   in  seduta  di  laurea.      

   

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Facoltà  di  Interpretariato  e  Traduzione  

BIBLIOGRAFIA  

Per  ulteriori  informazioni  si  rimanda  ai  seguenti  documenti:  

• Biblioteca   Universitaria   di   Lugano   (n.d.).   "Stile   APA:   sistema   autore-­‐data".  https://it.bul.sbu.usi.ch/learning/apa_date  (data  di  consultazione:  16/10/2015).  

• Di    Domenico,  G.  e  Innocenti,  P.  (1994).  Teoria  e  pratica  della  redazione.  Guida  alla  compilazione  dei  testi  e  alla  loro  preparazione  per  la  stampa.  Milano:  Ed.  Bibliografica.  

• Di  Girolamo,  C.  e  Toschi,  L.   (1988).  La  forma  del  testo.  Guida  pratica  alla  stesura  di  tesi  di   laurea,  relazioni,  articoli,  volumi.  Bologna:  Il  Mulino.  

• Eco,  U.  (1994).  Come  si  fa  una  tesi  di  laurea.  Milano:  Bompiani.  • Giupponi,   T.   F.,   Morrone,   A.   e   Tega,   D.   (2002).   La   tesi   di   laurea   in   scienze   giuridiche.   Bologna:  

Libreria  Bonomo  Editrice.  • Lesina,  R.  (1994).  Il  nuovo  manuale  di  stile.  Bologna:  Zanichelli.  • Matricciani,   E.   (1992).   La   scrittura   tecnico-­‐scientifica.   Un   manuale   per   tesi   di   laurea,   articoli,  

relazioni,  libri.  Milano:  CittàStudi.  • Melograni,  P.  (1993).  Guida  alla  tesi  di  laurea.  Milano:  Rizzoli.  • Metitieri,  F.  e  Ridi,  R.  (2002).  Biblioteche  in  Rete.  Istruzioni  per  l’uso.  Roma/Bari:  Laterza.    • Nobili,  M.  (1986).  Guida  alla  tesi  di  laurea  in  materie  giuridiche  e  politico  sociali.  Bologna:  Patron.  • Rolando,   S.   a   cura  di   (2001).  Preparare   e   scrivere   la   tesi   in   Scienze   della   Comunicazione.   Firenze:  

Sansoni.                                    Queste  pagine  sono  state   redatte  sulla  base  di  analoghi  documenti  pubblicati   in   rete  dai   seguenti  atenei,   facoltà  e  dipartimenti:  SSLiMIT  (Forlì),  Università  degli  Studi  di  Bologna;  Università  Carlo  Cattaneo,  Castellanza  (Varese);  Biblioteca  universitaria  di  Lugano,  Università  della  Svizzera  italiana;  Dipartimento  di  Progettazione  Aeronautica,  Facoltà  di  Ingegneria,  Università  degli    Studi    di    Napoli    “Federico    II”;    Facoltà    di    Ingegneria,    Università    degli    Studi    di    Udine;  Dipartimento  di  Scienze  Economiche,  Università  degli  Studi  di  Verona.  Da  tali  documenti  si  è  preso  spunto  per  concepire  queste  pagine;  talvolta  ne  sono  stati  rielaborati  alcuni  brani,  spesso  contaminandoli  fra  loro,  e  a  essi  si  è  sommato  il  contributo  originale  della  nostra  Facoltà.