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Le contraddizioni dell’economia • Lo squilibrio tra nord e sud : Il nord dopo l’unificazione ha avuto modo di potenziare la sua economia, mentre il sud è rimasto abbandonato a se stesso • L’80% delle terre coltivabili era in mano dei grandi proprietari terrieri( gli agrari) e l’agricoltura era poco produttiva

Le contraddizioni dell’economia Lo squilibrio tra nord e sud : Il nord dopo l’unificazione ha avuto modo di potenziare la sua economia, mentre il sud è

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Le contraddizioni dell’economia

• Lo squilibrio tra nord e sud : Il nord dopo l’unificazione ha avuto modo di

potenziare la sua economia, mentre il sud è rimasto abbandonato a se stesso

• L’80% delle terre coltivabili era in mano dei grandi proprietari terrieri( gli agrari) e l’agricoltura era poco produttiva

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Il protezionismo

• Durante la guerra industriali ed agrari si erano arricchiti vendendo i loro prodotti a caro prezzo

• Ora vorrebbero mantenere i loro privilegi chiedendo al governo misure protezionistiche (alte tasse sui prodotti stranieri in modo da favorire la vendita dei prodotti italiani)

• In cambio offrono allo stato il proprio appoggio politico

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L’inflazione

• A causa della difficile situazione economica provocata dalla guerra l’inflazione ( perdita di valore della moneta ) era altissima.

• I prezzi – in confronto al periodo precedente la guerra – si erano quadruplicati

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Proteste contadine e scioperi nelle fabbriche

• Al sud e al centro-Italia molti contadini occuparono le terre lasciate incolte dagli agrari

• Cosa chiedevano ? Volevano la distribuzione delle terre , come era stato promesso durante la guerra.

• Ottennero solo la distribuzione di piccoli lotti

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Situazione nel nord-Italia

• I contadini settentrionali si associarono e formarono le “leghe contadine” che ottennero dei miglioramenti delle condizioni di lavoro dei braccianti

• Anche gli operai entrarono in sciopero e i metalmeccanici ottennero la riduzione dell’orario di lavoro ad otto ore

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Il biennio rosso

• In questo periodo (1919-1920) gli operai ottennero molti aumenti di stipendio, per adeguarlo all’inflazione, ma il potere d’acquisto continuava ad essere inadeguato.

• Il partito socialista italiano diffondeva, intanto, il fascino dell’esperienza sovietica

• il timore della rivoluzione spingeva industriali ed agrari a fare piccole concessioni per mettere a tacere le proteste più accese.

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La “vittoria mutilata”

• Una parte della popolazione, dopo la conclusione della guerra , lamentava la mancata concessione all’Italia della Dalmazia, della città di Fiume e di una parte delle ex colonie tedesche, che rientravano negli accordi stipulati all’inizio del conflitto mondiale con il Patto di Londra

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L’impresa di Fiume

• Vittorio Emanuele Orlando ( capo del governo del Regno d’Italia) abbandonò in segno di protesta Versailles, dove si teneva la Conferenza di pace

• Gabriele D’Annunzio, famoso poeta ed eroe di guerra, si mise a capo di un gruppo di legionari ed occupò Fiume, che già nel 1918 aveva espresso la sua volontà di essere annessa all’Italia e, poco dopo, anche Zara

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..e le sue conseguenze

• L’impresa di Fiume violava i patti di Versailles e Giolitti dovette prendere dei provvedimenti:

• Nel settembre 1920 l’Italia firma il trattato di Rapallo che assegna la Dalmazia alla Jugoslavia

• Fiume viene dichiarata “città libera”

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Le elezioni del 1919

• Si tennero con il sistema proporzionale : ogni partito aveva al governo un numero di rappresentanti proporzionali al numero degli elettori

• Il partito socialista ottenne 156 seggi• Il partito popolare fondato da don Luigi Sturzo

ottenne 100 seggi• I liberali furono pesantemente sconfitti e

ottennero solo pochi seggi

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Mussolini fonda i fasci di combattimento

• Uno dei partiti partecipanti alle elezioni del 1919 furono i Fasci di combattimento, partito fondato da Benito Mussolini

• Il movimento si presentava come sostenitore dei valori di patriottismo ed ordine sociale ed era contrario sia alla alta borghesia sia alle classi popolari

• Alle elezioni i Fasci non ottennero alcun successo

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I motivi del malcontento della piccola e medio borghesia

• Essi non possedevano la ricchezza degli industriali e degli agrari e temevano che la difficile situazione economica mettesse a rischio anche la loro modesta ricchezza

• Per questo guardavano con sospetto all’ascesa del partito socialista ed alle organizzazioni sindacali

• Molti di loro avevano svolto ruoli di comando nell’esercito durante la guerra ed erano risentiti anche nei confronti di Giolitti e dei liberali perché non avevano concesso loro una giusta ricompensa .

• Si accostarono, per questo motivo, ai Fasci di Combattimento

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Instabilità politica e disordini sociali

• Il governo era instabile perché era difficile conciliare forze politiche diverse (liberali, socialisti e popolari)

• Intorno alla metà degli anni venti si aprì un difficile periodo di crisi :

• Gli industriali rifiutarono di accogliere le proteste dei metalmeccanici

• Gli operai entrarono in sciopero• Gli industriali reagirono con la serrata : chiusero le

fabbriche per dimostrare agli operai che non avrebbero ceduto alle loro richieste

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Reazioni e conseguenze

• Il governo decise di non intervenire• La ribellione degli operai si spense perché essi

non potevano permettersi di perdere il proprio lavoro

• Gli operai furono sconfitti, ma gli industriali persero fiducia nel governo, da cui non vedevano garantiti i loro interessi

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Lotte contadine e squadre fasciste

• Nelle campagne i contadini protestavano contro gli agrari chiedendo il rinnovo e l’aggiornamento dei patti colonici

• Molti disoccupati erano contrari alle leghe contadine perché non avevano trovato loro un’occupazione e insieme ai giovani borghesi antisocialisti si avvicinarono ai fasci di combattimento, sostenuti dagli agrari

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Le divisioni all’interno del partito socialista

• Dopo il fallimento degli scioperi del 1920 si riunì l’anno seguente a Livorno il XVII Congresso del partito socialista.

• All’interno del partito si operò la divisione tra massimalisti (che erano favorevoli ad una rivoluzione) e riformisti ( che volevano collaborare con il governo ed attuare graduali riforme in favore dei ceti popolari)

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Nasce il partito comunista italiano

• Un piccolo gruppo di socialisti, che scelsero la denominazione di “comunisti”, guidati da Antonio Gramsci e Amadeo Bordiga, avrebbe voluto seguire l’esempio della rivoluzione russa.

• Essi chiesero al Congresso che i riformisti venissero espulsi dal partito e che si desse inizio alla rivoluzione

• Quando il partito socialista rifiutò questa richiesta i comunisti si separarono e diedero vita ad un nuovo partito politico

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Verso nuove elezioni

• Le squadre fasciste per riportare “l’ordine” compivano indisturbate violenze di ogni genere soprattutto ai danni di contadini ed operai

• Giolitti, intanto, faceva fatica a trovare accordi tra socialisti e popolari e chiese al re di sciogliere le camere e indire nuove elezioni

• Egli sperava di ottenere la vittoria dei liberali e si alleò con i fascisti convinto di poterli utilizzare per vincere le elezioni

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Il fascismo in Parlamento

• Nelle elezioni del 1921 socialisti e popolari ottennero poco meno del 50% dei seggi, mentre i blocchi nazionali ( liberali e fascisti) ottennero una maggioranza stentata

• Dopo l’ingresso in Parlamento le squadre fasciste aumentarono ancora le loro violenze e Mussolini, temendo di perdere consenso popolare propose ai socialisti, ai popolari ed ai sindacalisti della CGL un accordo

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Il Patto di pacificazione

• Con questo accordo ci si impegnava “ a fare immediatamente opera perché minacce, vie di fatto, rappresaglie, punizioni, pressioni e vendette personali abbiano subito a cessare”

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Nasce il partito nazionale fascista

• Dopo le elezioni del 1921 Giolitti si dimise• Le violenze degli squadristi continuavano in

tutta Italia• Nel novembre del 1921 Mussolini riunì a Roma

un congresso e decise di fondere in un nuovo partito politico tutti gli aderenti al movimento dei Fasci di Combattimento e i loro simpatizzanti : nasce il partito nazionale fascista, che ottiene soprattutto l’appoggio della media borghesia

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La marcia su Roma

• Il 24 ottobre 1922 Mussolini organizza un raduno di circa 40000 fascisti provenienti da tutta Italia nella città di Napoli

• Il 28 ottobre le camicie nere, in armi ed assetto militare, marciano su Roma guidati da Mussolini

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Mussolini primo ministro

• Facta, nuovo capo del governo dopo le dimissioni di Giolitti, consigliò al re Vittorio Emanuele III di proclamare lo stato d’assedio e convocare l’esercito per sciogliere quella adunata.

• Il re non volle seguire il consiglio di Facta e, al contrario, convocò Mussolini e gli diede l’incarico di formare un nuovo governo

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Verso la dittatura

• Mussolini, che aveva al Parlamento solo 35 deputati, creò un governo di coalizione, ma presto fece comprendere la natura autoritaria del suo governo:

• Creò un Gran Consiglio del Fascismo• Istituì la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale

, un corpo di armati al suo diretto comando, che avrebbe dovuto tenere a bada gli squadristi e invece se ne servì per imporre la propria volontà con la prepotenza e la violenza

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Una nuova legge elettorale

• Nel 1924 Mussolini pretese per sé e seguenti cariche :

• Presidente del Consiglio• Ministro degli Interni• Ministro degli Esteri• Con la legge Acerbo, inoltre, ottenne che il

partito che avesse ottenuto almeno il 25 % dei voti avrebbe avuto diritto al 65%dei seggi nella Camera dei deputati.

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Il delitto Matteotti

• Ottenuta l’approvazione della legge Mussolini sciolse le Camere e indisse nuove elezioni

• Nei mesi che precedettero le elezioni le camicie nere commisero innumerevoli episodi di violenza con minacce, pestaggi e intimidazioni degli avversari o degli oppositori

• Durante le elezioni dell’aprile 1924, vinte con larga maggioranza dal partito fascista, furono commesse una serie di brogli (illegalità elettorali)

• Il deputato socialista Giacomo Matteotti raccolse una serie di prove di questi illeciti e li denunciò in Parlamento

• Pochi giorni dopo venne rapito ed ucciso

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L’Aventino

• Il 27 giugno 1924 i deputati dei partiti dell’opposizione , in segno di protesta, lasciarono Montecitorio

• Questa scelta viene chiamata “la secessione dell’Aventino”in ricordo dell’abbandono di Roma da parte dei plebei al tempo delle lotte contro i patrizi

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Verso la dittatura

• In assenza degli oppositori Mussolini cominciò ad agire autonomamente, senza più alcun controllo

• Il 3 gennaio 1925 riaprì le camere e in un discorso pubblico si assunse le responsabilità delle aziono degli squadristi e persino dell’assassinio di Matteotti.

• Nessuno mosse lo stato di accusa contro di lui.• L’Italia era ormai sottoposta alla dittatura

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