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Esecuzione forzata Le novità in materia di esecuzione forzata nel D.L. n. 83/2015 in attesa della prossima puntata di Alberto Tedoldi, Associato di diritto processuale civile nell Università di Verona Larticolo illustra le novità in materia di esecuzione forzata contenute nel D.L. n. 83/2015, converti- to con modificazioni dalla L. n. 132/2015, introdotte con lo stesso metodo a macchia di leopar- doche connotava il D.L. n. 132/2014, convertito dalla L. n. 162/2014, cui era già stato dedicato un precedente scritto, del quale il presente costituisce la naturale prosecuzione e integrazione. Irri- versebile è la crisi del positivismo giuridico e della normazione primaria, ridottasi a emanazione estemporanea di circolari burocratico-ministeriali in forma di articoli di codice, inutilmente prolissi e la cui efficacia è inversamente proporzionale alla quantità di istruzioni per l usoche meticolo- samente si vorrebbero offrire agli operatori, ormai stremati da inesausto produttivismo legiferante. Gli argomenti trattati sono i seguenti: 1) la nuova figura di pignoramento immobiliare (o di beni mobili registrati) a efficacia revocatoria di atti istitutivi di vincoli di indisponibilità o di alienazioni a titolo gratuito (art. 2929 bis c.c.); 2) l avvertimento al debitore, con l atto di precetto, della possibi- lità di accedere alla composizione della crisi da sovraindebitamento; 3) la conversione del pignora- mento, anche mobiliare, con amplissima rateazione; 4) i limiti di pignorabilità delle pensioni e dei conti correnti sui quali vengano accreditate pensioni o retribuzioni; 5) ulteriori modifiche al proce- dimento di espropriazione presso terzi; 6) modifiche alla procedura di ricerca telematica dei beni da pignorare (art. 492 bis c.p.c. e artt. 155 bis ss. disp. att. c.p.c.); 7) dimidiazione dei termini per le istanze di vendita e per il deposito della certificazione notarile sull immobile; 8) modifiche al pi- gnoramento di veicoli; 9) iscrizione a ruolo della procedura da parte di soggetto diverso dal credi- tore pignorante (art. 159 ter disp. att. c.p.c.); 10) La pubblicità telematica e centralizzata delle ven- dite giudiziarie, a pena di estinzione della procedura esecutiva; 11) novità in tema di procedure di vendita; 12) modifiche ai compensi degli ufficiali giudiziari; 13) misure coercitive per tutti gli obbli- ghi diversi da quelli di pagamento di somme di denaro (art. 614 bis c.p.c.); 14) sospensione par- ziale dell efficacia del titolo esecutivo a seguito di opposizione a precetto. Il diluvio è ormai inarrestabile: ancora un decreto legge in materia di processo civile e di procedure concorsuali Con tripudio di gioia per gli appassionati di enig- mistica, un pomeno per chi di processo civile e procedure concorsuali debba occuparsi per ragioni di studio, dinsegnamento e di lavoro, esce in breve volger di tempo dal precedente (D.L. n. 132/2014) lennesimo D.L., il n. 83 del 2015, convertito con modificazioni nella L. n. 132 del 2015 (i numeri cabalisticamente ritornano), novellando random svariati settori della giustizia civile con dettami (stentiamo, invero, a chiamarle norme) sempre più prolissi e illeggibili, aggiunti anche in sede di con- versione (1) e scritti in perfetto stile burocratico- bancario-ministeriale. (1) Degno di nota è lart. 21 sexies D.L. n. 83/2015, conte- nente la Proroga della durata dellincarico del commissario straordinario nominato per la realizzazione dellintervento per la sicurezza degli uffici giudiziari aventi sede nel Palazzo di giu- Primo piano Processo civile il Corriere giuridico 2/2016 153

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Esecuzione forzata

Le novità in materiadi esecuzione forzatanel D.L. n. 83/2015 … in attesadella prossima puntata…di Alberto Tedoldi, Associato di diritto processuale civile nell’Università di Verona

L’articolo illustra le novità in materia di esecuzione forzata contenute nel D.L. n. 83/2015, converti-to con modificazioni dalla L. n. 132/2015, introdotte con lo stesso metodo “a macchia di leopar-do” che connotava il D.L. n. 132/2014, convertito dalla L. n. 162/2014, cui era già stato dedicatoun precedente scritto, del quale il presente costituisce la naturale prosecuzione e integrazione. Irri-versebile è la crisi del positivismo giuridico e della normazione primaria, ridottasi a emanazioneestemporanea di circolari burocratico-ministeriali in forma di articoli di codice, inutilmente prolissie la cui efficacia è inversamente proporzionale alla quantità di “istruzioni per l’uso” che meticolo-samente si vorrebbero offrire agli operatori, ormai stremati da inesausto produttivismo legiferante.Gli argomenti trattati sono i seguenti: 1) la nuova figura di pignoramento immobiliare (o di benimobili registrati) a efficacia revocatoria di atti istitutivi di vincoli di indisponibilità o di alienazioni atitolo gratuito (art. 2929 bis c.c.); 2) l’avvertimento al debitore, con l’atto di precetto, della possibi-lità di accedere alla composizione della crisi da sovraindebitamento; 3) la conversione del pignora-mento, anche mobiliare, con amplissima rateazione; 4) i limiti di pignorabilità delle pensioni e deiconti correnti sui quali vengano accreditate pensioni o retribuzioni; 5) ulteriori modifiche al proce-dimento di espropriazione presso terzi; 6) modifiche alla procedura di ricerca telematica dei benida pignorare (art. 492 bis c.p.c. e artt. 155 bis ss. disp. att. c.p.c.); 7) dimidiazione dei termini perle istanze di vendita e per il deposito della certificazione notarile sull’immobile; 8) modifiche al pi-gnoramento di veicoli; 9) iscrizione a ruolo della procedura da parte di soggetto diverso dal credi-tore pignorante (art. 159 ter disp. att. c.p.c.); 10) La pubblicità telematica e centralizzata delle ven-dite giudiziarie, a pena di estinzione della procedura esecutiva; 11) novità in tema di procedure divendita; 12) modifiche ai compensi degli ufficiali giudiziari; 13) misure coercitive per tutti gli obbli-ghi diversi da quelli di pagamento di somme di denaro (art. 614 bis c.p.c.); 14) sospensione par-ziale dell’efficacia del titolo esecutivo a seguito di opposizione a precetto.

Il diluvio è ormai inarrestabile: ancora undecreto legge in materia di processocivile e di procedure concorsuali

Con tripudio di gioia per gli appassionati di enig-mistica, un po’ meno per chi di processo civile eprocedure concorsuali debba occuparsi per ragionidi studio, d’insegnamento e di lavoro, esce in brevevolger di tempo dal precedente (D.L. n. 132/2014)

l’ennesimo D.L., il n. 83 del 2015, convertito conmodificazioni nella L. n. 132 del 2015 (i numericabalisticamente ritornano), novellando randomsvariati settori della giustizia civile con dettami(stentiamo, invero, a chiamarle norme) sempre piùprolissi e illeggibili, aggiunti anche in sede di con-versione (1) e scritti in perfetto stile burocratico-bancario-ministeriale.

(1) Degno di nota è l’art. 21 sexies D.L. n. 83/2015, conte-nente la “Proroga della durata dell’incarico del commissario

straordinario nominato per la realizzazione dell’intervento perla sicurezza degli uffici giudiziari aventi sede nel Palazzo di giu-

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Irreversibilmente compiuta è ormai la crisi del po-sitivismo giuridico e, diremmo, del diritto stessocome strumento di conformazione anzitutto logicae sistematica della realtà effettuale, per il soprav-vento incontrastato di una tecnocrazia economico-finanziaria, che sostituisce al pensiero giuridico lapiù prosastica delle prassi aziendalistiche: solo lavocazione del nostro tempo per la giurisdizione, co-me amerebbe chiamarla Nicola Picardi parafrasan-do il titolo dell’aureo pamphlet ottocentesco di Sa-vigny, potrebbe salvarci dal diluvio, purché i sem-pre più stremati ministri dello ius dicere sui singolicasi sappiano ancora far uso di autentica aequitas,resistendo nella cittadella della giustizia alle pres-sioni e alle forze tremende che li accerchiano e liassalgono da ogni parte, per ricondurre a ragionequella massa disordinata, confusa e informe cui so-no stati ridotti fondamentali testi legislativi, comeil codice di procedura civile e la legge fallimentare,scritti un tempo da giuristi che oggi, a quanto pare,non esistono più o, quando esistano, tacciono onon ricevono il benché minimo ascolto.Non si può fare a meno di tratteggiare uno scena-rio, in certo qual modo, apocalittico per lo studiostesso del diritto processuale civile e del diritto del-le procedure concorsuali, confusi e dispersi nei mil-le rivoli di articoli di legge che tali hanno cessatodi essere, trasformati in circolari ministeriali o inbanali “istruzioni per l’uso”, che vorrebbero indica-re best practices nei più minuti dettagli, specie tele-matici, senza avvedersi che, come insegnava EliasCanetti, a furia di avvicinarsi all’oggetto, questo sisfuoca allo sguardo e sempre meno se ne intravve-dono i tratti (Die Blendung, infedelmente tradottonella versione italiana con Autodafé, indica proprioquesto abbacinamento, onde sfugge il senso dellecose a chi le guardi troppo d’appresso) e si perdonocompletamente la forza e il valore delle parole, chetanto sono maggiori quanto meno se ne adoperino,specie in enunciati che dovrebbero esser prescritti-vi, ma che finiscono per sovrapporre descrizione aprescrizione, del tutto dimentichi della mai smenti-ta né superata legge di Hume, che vieta di trascor-rere dall’una all’altra, come se nulla fosse e comepervicacemente fanno i conditores dei nostri giorni.

In memoria del positivismo giuridicoe della tecnica legislativa

L’articolo che ora andiamo scrivendo è il seguitodi quello pubblicato, breve tempo addietro, sullecolonne di questa stessa Rivista, per descrivere inp r im a l e t t u r a i l c o n t e n u t o d e l D . L . n .132/2014 (2). Il D.L. n. 83/2015, di cui ci accingia-mo a parlare, è (se possibile) ancor peggio del pre-decessore, sia per ispirazione che per tecnica legi-slativa (ammesso e non concesso che di tecnica le-gislativa abbia ancora senso discorrere): già solotracciarne la mappa e orientarsi tra le molteplicidisposizioni, cercando di trovare il filo di Ariannache ci guidi fuori dal dedalo, persino delle disposi-zioni transitorie, richiede un paziente e tedioso la-voro di cucitura e di ricerca di senso …per coseche probabilmente un senso non hanno…Gli slogan contenuti nelle premesse al D.L. in esa-me, onde giustificare oleograficamente i requisitidi straordinaria necessità e urgenza per l’adozionedi questo modus legiferandi, svelano in filigrana l’i-spirazione non propalata dell’estemporaneo prov-vedimento, che tanto meno urgenza aveva e ha alcospetto di ben due commissioni ministeriali chehanno alacremente operato, in questo torno ditempo, per l’ennesima riforma del processo civile(la Commissione Berruti) e per redigere un testounico, se non addirittura un codice delle procedu-re concorsuali (la Commissione Rordorf): dove siparla, in codeste premesse al D.L. in esame, di“rafforzare le disposizioni di erogazione di provvi-sta finanziaria alle imprese in crisi, di promuoverela contendibilità delle imprese in concordato pre-ventivo in modo da incentivare condotte virtuosedei debitori in difficoltà e favorire esiti efficientiai tentativi di ristrutturazione” e di “modificare ledisposizioni in materia di deducibilità delle svalu-tazioni e perdite su crediti di enti creditizi e finan-ziari” (v. gli artt. 16 e 17, D.L. n. 83/2015, che ap-paiono assai debolmente connessi alle altre misurecontenute nella melassa del D.L. in esame), si co-glie l’intesa economico-politica che sorregge l’in-tera trama del provvedimento; la quale ratio (an-cor qui, come per la tecnica legislativa, ammessoe non concesso che di ratio legis abbia tuttora sen-so parlare) nient’affatto è smentita o altrimentibilanciata da alcune paternalistiche misure di sol-lievo per debitori “onesti, ma sfortunati”, introdu-

stizia di Palermo”: che la giustizia nel bel Paese e la fiducia inessa siano ormai crollate è amara e quotidiana constatazione,di cui l’articolo testé trascritto assurge a simbolo. Si veda an-che l’art. 21 octies, D.L. n. 83/2015, contenente “Misure ur-genti per l’esercizio dell’attività di impresa di stabilimenti og-

getto di sequestro giudiziario”, che è norma dichiaratamentescritta su misura per l’ILVA di Taranto.

(2) Tedoldi, Le novità in materia di esecuzione forzata nel d.l.132/2014, in questa Rivista, 2015, 3, 390 ss.

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cendo a loro favore - come si legge sempre in uncapoverso delle premesse al D.L., misure di soste-gno, “in particolare con riferimento al pignora-mento delle pensioni e delle somme depositate inconto corrente”. E qui il pensiero non può fare ameno di correre al celeberrimo invito di NanniMoretti…Proviamoci comunque a compiere lavoro ricostrut-tivo, cercando di fornire una bussola e di dare, do-ve opportuno e possibile, continuità ai discorsi cheandavamo facendo nel precedente, già ricordato,contributo sul D.L. n. 132/2014. Dovremo, per ne-cessità di spazio e anche per evitare tedio eccessivoin chi legge, procedere per riduzioni e semplifica-zioni assai nette, sperando purtuttavia che tronca-menti ed elisioni giovino a rischiarare un poco l’o-scurità dei testi legislativi, con l’ulteriore avverten-za che l’entrata in vigore di ciascun gruppo di nor-me di cui parleremo verrà indicata in nota, in ogniparagrafo pertinente, sempre per scongiurarne l’ec-cessivo appesantimento.

Espropriazione di beni immobili o di benimobili iscritti in pubblici registri, oggettodi vincoli di indisponibilità o di alienazionia titolo gratuito (art. 2929 c.c.): una nuovafigura di “pignoramento revocatorio”

L’art. 2929 bis c.c. (3) è l’unico articolo di cui sicompone la Sezione I bis, sotto rubrica testualmen-te identica, salvo utilizzare il latinismo introduttivo“Dell’espropriazione di beni oggetto di vincoli diindisponibilità o di alienazioni a titolo gratuito be-ni immobili o beni mobili iscritti in pubblici regi-stri” (repetita iuvant…).Già la scelta topografica rovina e deturpa la sobriaarmonia del fondamentale Titolo IV del Libro VIdel codice civile, dedicato alla tutela giurisdiziona-le dei diritti e che, dopo una terna di norme stili-sticamente perfette come gli artt. da 2907 a 2909c.c., s’occupa di disciplinare soprattutto gli effettisostanziali del pignoramento e della vendita forza-ta, chiudendo il cerchio con l’art. 2929 c.c. sullastabilità della vendita forzata, nonostante il proces-so esecutivo che ad essa aveva condotto fosse affet-to da un qualche vizio di nullità.L’art. 2929 bis c.c. descrive, invece ed essenzial-mente, un procedimento o, al più, una tipologia di

azione esecutiva per espropriazione forzata su benialtrui o su beni sottoposti a vincoli d’indisponibili-tà, che migliore collocazione avrebbe probabilmen-te trovato, senza necessità d’una pleonastica sezio-ne a parte, nel contesto delle disposizioni generalisull’espropriazione forzata e subito dopo l’art. 2911c.c., il quale contiene previsioni particolari quandovi siano beni gravati da pegno o ipoteca e, così, inrelazione all’oggetto del processo di espropriazione,ovvero anche come art. 2901 bis c.c., dacché quellache veniamo esaminando altro non è che un’inso-lita azione esecutiva revocatoria, a effetti modificati-vi del regime giuridico del negozio impugnato, dicui determina l’inefficacia relativa mercé trascrizio-ne nei registri immobiliari del pignoramento, coninversione dell’onere d’iniziare il processo di cogni-zione, ricadente sul debitore e/o sul terzo coinvoltonella fattispecie negoziale lesiva della garanzia pa-trimoniale di cui all’art. 2740 c.c.Ed infatti, scopo del nuovo art. 2929 bis c.c. èquello di render superflue le azioni revocatorieex art. 2901, n. 1, c.c., allorché l’atto dispositivodel debitore riesca inficiato da evidentissima scien-tia damni: una scientia quasi e praticamente in reipsa (salvo che il debitore non sia un Creso con al-tri numerosi beni alla luce del sole), che conducenon tanto a un’inversione dell’onere della pro-va (4) - sub specie di assenza di pregiudizio per le ra-gioni del creditore (cioè dell’oggetto della rappre-sentazione mentale) più che di inscientia di un talpregiudizio in mente debitoris, bastando anche soloun deterioramento qualitativo del patrimonio po-sto a garanzia delle obbligazioni di cui questi debbarispondere (5) - quanto a un’inversione dell’oneredi promuovere il giudizio di cognizione, lasciatonon più, appunto, all’iniziativa del creditore me-diante actio pauliana ex art. 2901 c.c., d’ordine co-stitutivo onde conseguire l’inefficacia relativa del-l’atto pregiudizievole, bensì a quella del debitoreesecutato o del terzo acquirente a titolo gratuitodel bene, mercé opposizione all’esecuzione ex art.615 c.p.c. ovvero, per i vizi unicamente formalidella procedura, con opposizione agli atti esecutiviex art. 617 c.p.c., non invece mediante opposizionedi terzo ex art. 619 c.p.c., essendo l’acquirente a ti-tolo gratuito parte necessaria nell’espropriazioneforzata contro terzo proprietario, che deve svolgersi

(3) L’art. 2929 bis c.c. si applica esclusivamente alle proce-dure esecutive iniziate successivamente alla data di entrata invigore del D.L. n. 83/2015, nelle quali cioè sia stato eseguito ilpignoramento a partire dal 27 giugno 2015. Sulla nuova normav. R. Franco, La novella codicistica dell’art. 2929-bis c.c.: tra ac-celerazione delle tutele creditorie e riflessioni sistematiche. Pri-mo commento, in corso di pubblicazione in Foro nap., 2015,

consultato grazie alla cortesia dell’A.(4) Così, invece, la Relazione al d.d.l. di conversione del

D.L. n. 83/2015 e R. Franco, op. cit.(5) Cfr., ex multis, Cass. 29 aprile 2009, n. 10052; Cass. 17

gennaio 2007, n. 966. Sulla natura del pregiudizio v. Cass. 9febbraio 2012, n. 1896.

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a norma degli artt. 602 ss. c.p.c., testualmente evo-cate dallo stesso comma 2 dell’art. 2929 bis c.c. (6).Perciò, d’ora innanzi, il creditore munito di titoloesecutivo che constati che il debitore ha compiutosul proprio patrimonio atti dispositivi su beni im-mobili o beni mobili iscritti in pubblici registri im-plicanti vincoli d’indisponibilità ovvero alienazionia titolo gratuito, non dovrà più promuovere azionerevocatoria ex art. 2901, n. 1, c.c. - che impliche-rebbe esorbitanza nell’esercizio dei mezzi di tutelae, dunque, abuso del processo, aggravando il caricogiudiziario (con sanzioni che, come noto, trascorro-no dalla radicale inammissibilità per difetto di me-ritevolezza dell’azione, che pare francamente ecces-siva, sino al carico delle spese e alla lite temeraria,con risarcimento di punitive damages ex art. 96,comma 3, c.p.c.) - bensì notificare titolo esecutivoe precetto e, decorsi i consueti dieci giorni (salvoesenzione dal termine dilatorio, a mente dell’art.482, ultime frasi, c.p.c.), far eseguire il pignora-mento, la cui trascrizione nei registri produce ex se,senza bisogno d’alcuna pronuncia costitutiva giudi-ziale, l’inefficacia dell’atto dispositivo del debitore,purché questo (recte, la sua trascrizione) risalga adata non anteriore a un anno dalla trascrizione delpignoramento (senza sospensione feriale, trattan-dosi di termine sostanziale, non certo processuale,ché esso incide sugli effetti dell’atto).Avremo, insomma, con la trascrizione del pignora-mento d’immobili o di beni mobili iscritti in pub-blici registri, una nuova fattispecie processualecomplessa, attraverso cui la tutela esecutiva e, se-gnatamente, la trascrizione del pignoramento neiregistri immobiliari assumono un carattere costitu-tivo, siccome di per sé idonee a determinare l’inef-ficacia relativa dell’atto di disposizione del debitorenei confronti del creditore procedente e dei credi-tori intervenuti (alle condizioni di cui infra breve-

mente diremo): donde la sineddoche “pignoramentorevocatorio”, con cui proporremmo di denominareil nuovo istituto, ancorché l’effetto modificativodiscenda propriamente dalla trascrizione di questo,di cui è discusso se appartenga o meno alla fattispe-cie costitutiva del pignoramento immobiliare (7).L’eventuale opposizione all’esecuzione ex art. 615c.p.c., proposta dal debitore e/o dal terzo acquiren-te mercé inversione dell’onere dell’iniziativa adagendum, avrà per oggetto l’accertamento dell’ine-sistenza dei presupposti per l’operare dell’effettomodificativo del vincolo di indisponibilità o dell’a-lienazione a titolo gratuito, senza però comportarealcuna inversione dell’onus probandi, ben potendol’opposizione consistere nella semplice, ancorchéspecifica ex art. 115 c.p.c., contestazione degli ele-menti che fondano il pignoramento compiuto etrascritto su richiesta del creditore, come tipica-mente avviene nei processi a struttura oppositiva, iquali invertono la posizione formale delle parti,non invece quella sostanziale e gli annessi oneriprobatorii.Per gli atti di apposizione di vincoli d’indisponibili-tà o di alienazione a titolo gratuito che, pur rien-tranti nella fattispecie astratta di cui all’art. 2929bis c.c., risalgano a oltre un anno prima della tra-scrizione del pignoramento occorrerà, invece, con-tinuare a far uso dell’azione revocatoria ex art.2901, n 1, c.c., che va proposta, come noto, entrocinque anni dal compimento dell’atto ex art. 2903c.c., recte dalla sua trascrizione, necessaria affinchéil trasferimento sia reso pubblico, conoscibile aiterzi e agli stessi opponibile (8). Talché potremmodire che l’azione revocatoria di atti istitutivi di vin-coli di indisponibilità o comportanti alienazioni atitolo gratuito è proponibile solo per quelli com-piuti nell’arco temporale che va dal quinto al pri-mo anno anteriore alla notifica della citazione ov-

(6) Analogamente R. Franco, op. cit., dove ulteriori richiamidottrinali e giurisprudenziali. Nella Relazione al d.d.l. di conver-sione del D.L. n. 83/2015 si rinviene, per vero, qualche inesat-tezza: “L’azione esecutiva si svolge contro il debitore, se i benisono tuttora a lui appartenenti (ad esempio fondo patrimonia-le, trust auto-dichiarato), o nei confronti del terzo proprietario,se con l’atto dispositivo o di vincolo o in esecuzione dell’attostesso il bene pignorato è stato trasferito, assegnato o conferi-to a persona diversa dal debitore-disponente. La presunzionedi inefficacia dell’atto programmatico, costitutivo del vincolo,si estende all’atto esecutivo. Anche in tal caso, è trasparentel’identità tra gli effetti della norma e quella che si verifichereb-be se il creditore avesse ottenuto una sentenza di revoca exart. 2901. La cognizione sulla domanda revocatoria in formaesecutiva è recuperata a posteriori tramite opposizione all’ese-cuzione, da proporre nelle forme di cui all’art. 615 o 619 c.p.c.Il tema dell’opposizione verte sull’irrevocabilità dell’atto, laquale implica l’impignorabilità dei beni se l’atto revocabile con-siste in un vincolo di indisponibilità del tipo del fondo patrimo-

niale o trust auto-dichiarato, ovvero la non soggezione del ter-zo proprietario all’azione esecutiva (e quindi, anche in tal caso,un’impignorabilità lato sensu) se l’atto revocabile consiste inun atto di alienazione o ha dato luogo a un trapasso di proprie-tà a un terzo (ad esempio trustee). Poiché sono inefficaci inpregiudizio soltanto atti gratuiti e soltanto nei confronti di cre-ditori anteriori, il tema di prova è estremamente semplificato esi articola su questi due punti:1) pregiudizio dell’atto (eventusdamni) per le ragioni dei creditori; 2) consapevolezza del pre-giudizio da parte del debitore (scientia fraudis). Coerentementecon la presunzione di frode, è prevista l’inversione dell’oneredella prova”.

(7) Questo è, per vero e come noto, l’indirizzo giurispruden-ziale consolidato, revocato ora motivatamente in dubbio daMontanari, Profili di rilievo per l’analisi sistematica in un recenteintervento riformatore in tema di esecuzione forzata, in Giustoproc. civ., 2015, 695 ss.

(8) Cass. 27 maggio 2014, n. 11815; contra Cass. 15 feb-braio 2007, n. 3379.

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vero per l’intero quinquennio, quando il creditorenon sia ancora provvisto di titolo esecutivo o ilcredito sia geneticamente sorto dopo il compimen-to dell’atto (ché il credito che legittima all’actiopauliana, come noto, può essere anche solo futuro eprobabile (9)): nell’ultimo anno, per tal sorta di at-ti successivi al sorgere del credito, il creditore giàprovvisto di titolo esecutivo non soltanto avrà ilpotere, ma lo stringente onere (pena l’abuso delprocesso) di valersi direttamente dell’espropriazio-ne di beni immobili o beni mobili iscritti in pub-blici registri disciplinata nel nuovo art. 2929 bisc.c., badando però bene che ne ricorrano i tassativipresupposti dacché, ove di questi l’azione esecutivarevocatoria e la trascrizione da lui promosse sianprive, risponderà ai sensi dell’art. 96, comma 2,c.p.c., cioè per mancanza della “normale prudenza”e, così, per colpa semplice, non già per “mala fedeo colpa grave”, come prevede il comma 1 dell’art.96 c.p.c. per le azioni di cognizione.Rientrano, exempli gratia, nell’ambito applicativodella norma, purché abbiano ad oggetto beni im-mobili o beni mobili iscritti in pubblici registri, gliatti di costituzione del fondo patrimoniale ex art.168 c.c., quelli di destinazione dei beni per la rea-lizzazione di interessi meritevoli di tutela, riferibilia persone con disabilità, a pubbliche amministra-zioni o ad altri enti o persone fisiche ex art. 2645ter c.c. (10), l’atto istitutivo di un trust (anche selfdeclared, cioè con trustee coincidente con il set-tlor) (11), la donazione e, comunque, i negozii a ti-tolo gratuito inter vivos, anche innominati e meri-tevoli di tutela ai sensi dell’art. 1322 c.c., purchétali risultino essere, stando al nomen iuris adottatoab extrinseco, senza dover passare attraverso riquali-ficazioni giuridiche in base al loro contenuto o, an-

cor meno, mercé azioni di accertamento della si-mulazione relativa di un atto apparentemente com-piuto a titolo oneroso: in tali ipotesi, il creditorenon potrà certo procedere a pignoramento imme-diato del bene, ma dovrà previamente agire in sededi cognizione per sentir dichiarare e accertare la ri-qualificazione dell’atto ovvero la simulazione rela-tiva di questo e susseguentemente sentirne pronun-ciare l’inefficacia relativa ex art. 2901 c.c., ovvia-mente trascrivendo l’atto introduttivo del processodi cognizione, per poter poi utilmente aggredire ilbene in executivis in esito al giudizio dichiarativo-costitutivo.Come accennato, quando l’atto dispositivo a titologratuito su beni immobili o beni mobili registratidel debitore ne comporti l’alienazione a terzi, que-sti saranno parte necessaria del procedimentoespropriativo, secondo le forme di cui agli artt. 602ss. c.p.c. (v. l’art. 2929 bis, comma 2, c.c.). Perciò,titolo esecutivo e precetto debbono essere notifica-ti anche al terzo e nel precetto deve essere fattaespressa menzione del bene del terzo che si intendeespropriare; il pignoramento e, in generale, gli attid’espropriazione si compiono nei confronti del ter-zo, al quale si applicano tutte le disposizioni relati-ve al debitore, tranne il divieto di cui all’art. 579,comma 1, c.p.c.; ogni volta che deve essere sentitoil debitore, è sentito anche il terzo.Non crediamo che, in ipotesi di fondo patrimonia-le istituito anche dal coniuge del debitore, questivada soggetto a codesta azione esecutiva revocato-ria ex art. 2929 bis c.p.c., se non quando l’immobileconferito in fondo patrimoniale ricada anche nellacomunione legale dei beni (12): l’aggressione inexecutivis, contestualmente produttiva dell’ineffica-cia dell’atto istitutivo del fondo verso il creditore

(9) Cass. 20 febbraio 2015, n. 3461; Cass. 18 luglio 2008, n.20002.

(10) Sui quali v. ampiamente Trib. Reggio Emilia 10 marzo2015, in Arch. locaz., 2015, 309 e in Trusts, 2015, 274; Trib.Reggio Emilia 27 gennaio 2014, in questa Rivista, 2014, 11,1367, con nota di Sgobbo; in Giur. it., 2014, 2494, con nota diOccelli; in Fall., 2014, 907, con nota di Bosticco e in Trusts,2014, 643.

(11) Sul quale v., ex plurimis, Trib. Monza 12 gennaio 2015,in Trusts, 2015, 292; Trib. Genova 18 febbraio 2015, in Foro it.,2015, I, 2535; in dottrina Caputi - Palmieri, Vicissitudini del trustautodichiarato: il problema della riconoscibilità e l’assoggetta-mento all’azione revocatoria (nota a Trib. Genova, 18 febbraio2015, cit. e Trib. Forlì, Ord. 5 febbraio 2015), in Foro it., 2015,I, 2543 ss., dove ampie indicazioni dottrinali e giurisprudenzia-li, anche sul dibattito circa la revocabilità dell’atto istitutivopiuttosto che dell’atto di dotazione del trust (l’art. 2929 bis c.c.sembra optare per la revocabilità dell’atto di costituzione delvincolo in sé e per sé considerato, senza distinguere tra nego-zio istitutivo del trust e negozio dispositivo del bene in essoconferito), nonché sul problema del litisconsorzio necessario omeno dei beneficiaries nel giudizio revocatorio del trust (a no-

stro avviso da escludersi, dacché i beneficiari non sono nor-malmente titolari di un vero e proprio diritto, ma di una sempli-ce aspettativa, salvo che le disposizioni del trust non abbianoimmediati effetti traslativi dei beni a loro favore: solo in tal ca-so, l’azione esecutiva revocatoria ex art. 2929 bis c.c. dovrà es-sere promossa anche nei confronti dei beneficiari, secondo leforme dell’espropriazione contro il terzo proprietario ex artt.602 ss. c.p.c.: cfr. Trib. Genova 18 febbraio 2015, cit., nel sen-so di escludere il litisconsorzio necessario coi beneficiaries).

(12) È tuttora controverso se il coniuge non debitore sia omeno litisconsorte necessario nell’azione revocatoria di fondopatrimoniale: lo negano, secondo l’opinione a nostro avvisopreferibile, Cass. 29 aprile 2009, n. 10052, in Fam. e dir., 2009,901, con nota di Bilò, Revocatoria ordinaria del fondo patrimo-niale e legittimazione passiva alla causa del coniuge non debito-re, e Cass. 31 maggio 2005, n. 11582; di opposto avviso Cass.27 gennaio 2012, n. 1242, in Foro it., 2012, I, 2784; Cass. 18ottobre 2011, n. 21494, in Giust. civ., 2013, I, 1157; Trib. Ca-gliari 22 febbraio 2013, in Riv. giur. sarda, 2013, I, 573, con no-ta di Marci, La revocatoria dell’atto costitutivo del fondo patri-moniale, fra tutela del regime patrimoniale della famiglia e ga-ranzia patrimoniale generica del debitore, e Trib. Cagliari 10 di-

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procedente, va limitata al “minimo mezzo”, cioè al-la sola posizione del coniuge debitore, senza intac-care quella dell’altro coniuge, che debitore non è eche non può patire conseguenze per debiti a luinon riferibili, divenendo soggetto passivo di un’a-zione esecutiva che pertiene esclusivamente al co-niuge debitore.Peraltro, in caso di conferimento di bene immobiledi ambedue i coniugi in fondo patrimoniale, nonvanno confusi due distinti profili: l’azione esecuti-va revocatoria ex art. 2929 bis c.c. è rivolta controil bene del solo coniuge debitore, producendo mer-cé trascrizione infrannuale l’inefficacia relativa delvincolo da questi apposto; la susseguente e conse-guente espropriazione della quota del coniuge debi-tore seguirà le forme dell’espropriazione dei beniindivisi (artt. 599 ss. c.p.c.), quando si tratti di co-munione ordinaria con quote, sia pure pro indiviso;dovrà invece seguire, sin dal pignoramento, le for-me dell’espropriazione immobiliare a carico anchedell’altro coniuge, quando la comunione sia legalee, così, senza quote, secondo un (pur criticabile eassai criticato) arrêt della S.C. (13). Un conto, in-somma, è l’azione esecutiva revocatoria contro ilvincolo d’indisponibilità nascente dal conferimen-to del bene immobile in fondo patrimoniale; altroconto è l’espropriazione della quota del coniuge de-bitore, le cui modalità variano a seconda che sitratti di quota in comunione ordinaria o legale conl’altro coniuge non debitore. Quando, nella comu-nione ordinaria per quote indivise, l’azione esecuti-va revocatoria venga illegittimamente estesa al co-niuge non debitore, trascrivendo il pignoramentoanche a suo carico, ben potrà questi proporre op-posizione di terzo all’esecuzione ex art. 619 c.p.c.,avendo l’esecuzione investito un bene di sua esclu-siva proprietà, anziché doverosamente limitarsi allaquota indivisa del coniuge debitore, coinvolgendol’altro coniuge soltanto per dar corso alle prescri-zioni di cui agli artt. 599 ss. c.p.c.

Oltre a ciò, gli effetti della trascrizione del pignora-mento revocatorio di cui all’art. 2929 bis c.c. neiregistri immobiliari prodotti sull’atto di conferi-mento del bene in fondo patrimoniale debbono fa-re i conti con l’indirizzo delle Sezioni Unite, se-condo cui l’annotazione a margine dell’atto di ma-trimonio ex art. 162, comma 4, c.c. (lex specialis) èl’unica forma di pubblicità idonea ad assicurarel’opponibilità della convenzione matrimoniale aiterzi, mentre la trascrizione di cui all’art. 2647 c.c.(lex generalis) ha funzione di mera pubblicità-noti-zia (14): vi è, a ben guardare, una certa qual incoe-renza tra l’attitudine di mera pubblicità-notizia del-la trascrizione dell’atto istitutivo del fondo patri-moniale e la trascrizione del pignoramento immo-biliare, con effetti revocatori e, così, modificatividel regime giuridico dell’atto, che il nuovo art.2929 bis c.c. prevede, sì da esigere, da parte delleSezioni Unite, di ripensare funditus al tema, chenon sembra potersi più assidere sull’arrêt del 2009,apparentemente superato ex positivo iure.Si noti, inoltre, che questo pignoramento di beniimmobili o di mobili registrati senza passare attra-verso il previo esperimento dell’azione revocatoriaistituisce, a differenza di questa, un vincolo a portaaperta o, meglio, semiaperta: intrapresa l’azioneesecutiva da creditore anteriore all’apposizione delvincolo o al compimento dell’atto da parte del de-bitore, anche gli altri creditori anteriori potrannointervenire nella procedura esecutiva, purché lofacciano sempre entro l’anno dalla trascrizione del-l’atto pregiudizievole (art. 2929 bis, comma 1, ulti-ma frase, c.c.).Volendo ora schematizzare il contenuto del nuovoart. 2929 bis c.c., si può notare quanto segue:- il creditore, per legittimarsi all’espropriazione dibeni oggetto di vincoli di indisponibilità o di alie-nazioni a titolo gratuito, deve essere munito di untitolo esecutivo per un credito pecuniario certo, li-quido ed esigibile ex art. 474 c.p.c., nonché ante-

cembre 1996, in Riv. giur. sarda, 1998, 127, con nota di Zud-das, Considerazioni sulla pretesa inutilità di costituire un fondopatrimoniale per eludere le pretese dei creditori. Per Cass. 15maggio 2014, n. 10641, la costituzione del fondo patrimonialedetermina soltanto un vincolo di destinazione sui beni confluitinel fondo, affinché, con i loro frutti, sia assicurato il soddisfaci-mento dei bisogni della famiglia, ma non incide sulla titolaritàdei beni stessi, né implica l’insorgere di una posizione di dirittosoggettivo in favore dei singoli componenti del nucleo familia-re, neppure con riguardo ai vincoli di disponibilità; ne conse-gue che deve escludersi che i figli minori del debitore siano liti-sconsorti necessari nel giudizio promosso dal creditore persentire dichiarare l’inefficacia dell’atto con il quale il primo ab-bia costituito alcuni beni di sua proprietà in fondo patrimoniale(in tale ultimo senso v. anche Trib. Cagliari 10 dicembre 1996,cit.).

(13) Cass. 14 marzo 2013, n. 6575, in Foro it., 2013, I,

3274, con nota di richiami di R. Lombardi e nota di Acone,Espropriabilità dei beni della comunione legale per i debiti per-sonali di uno dei coniugi: un passo avanti ed uno indietro dellaCorte di cassazione; in Nuova giur. civ. comm., 2013, I, 663,con nota di C. Costa, Responsabilità della comunione per debitipersonali dei coniugi: ancora non chiaro il concetto di quota; inRiv. dir. proc., 2014, 790, con nota di Pilloni, L’espropriazione“integrale” dei beni del coniuge in regime di comunione legale;e in Riv. esec. forz., 2014, 563, con nota di Santagada, Espro-priazione forzata dei beni in comunione legale per debiti perso-nali del singolo coniuge.

(14) Cass., SS.UU., 13 ottobre 2009, n. 21658, in questa Ri-vista, 2010, 12, 1612, con nota di Ridella, in Foro it., 2010, I,3122, con nota di Maltese, in Fam. e dir., 2010, 561, con notadi Baldini, in Corr. mer., 2010, 630 (m), con nota di Travaglino,in Giust. civ., 2010, I, 296, in Riv. not., 2010, 412, con nota diMazzotta, in Dir. fall., 2010, II, 479, con nota di Bailo Leucari.

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riore per genesi al compimento dell’atto pregiudi-zievole da parte del debitore; sono esclusi, dunque,i creditori sprovvisti di titolo esecutivo o che van-tino crediti non ancora esigibili ovvero sorti suc-cessivamente al compimento dell’atto pregiudizie-vole, che potranno e dovranno continuare a valersisoltanto dell’azione revocatoria ex art. 2901, n. 1,c.c.: questo perché la scientia damni del debitore èin re ipsa per i soli crediti anteriori, laddove perquelli successivi al compimento dell’atto occorreche vi sia il consilium fraudis, cioè la dolosa preordi-nazione dell’atto a pregiudicare il soddisfacimentodei crediti futuri.- Potranno però giovarsi del pignoramento revo-catorio (recte e per l’esattezza, della sua trascrizio-ne nei RR.II.) e intervenire nella procedura ese-cutiva anche gli altri creditori anteriori al compi-mento dell’atto pregiudizievole, naturalmente pur-ché muniti di titolo idoneo a legittimarli all’inter-vento ex art. 499 c.p.c. (cioè, di un titolo esecuti-vo o di un diritto di prelazione o di un sequestroiscritti sul bene de quo ovvero di estratto autenti-co dei libri contabili). Peraltro, della proceduradovrà esser data notizia a tutti i creditori iscritti, anorma dell’art. 498 c.p.c., tanto del debitore alie-nante quanto del terzo acquirente a titolo gratui-to, dacché all’esito della vendita forzata si avràcomunque l’effetto purgativo delle ipoteche e del-le iscrizioni pregiudizievoli, a prescindere dal sog-getto (debitore o terzo acquirente) cui siano ascri-vibili.- Il creditore procedente dovrà previamente notifi-care titolo esecutivo e precetto al debitore ed an-che al terzo acquirente ex art. 603 c.p.c., quandol’atto dispositivo a titolo gratuito abbia comportatol’alienazione del bene, per poi procedere, decorso iltermine di dieci giorni dalla notificazione del pre-cetto (salvo esenzione autorizzata dal presidentedel tribunale ex art. 482 c.p.c.), a richiedere il pi-gnoramento immobiliare (o del bene mobile regi-strato), con trascrizione di questo nei RR.II., affin-

ché la relativa fattispecie a formazione progressivaabbia a completarsi, producendo l’inefficacia del-l’atto dispositivo.- Infatti, con la trascrizione del pignoramento, pur-ché avvenga entro l’anno dalla trascrizione dell’at-to pregiudizievole, in deroga al principio generalein materia di trascrizioni del prior in tempore potiorin iure (15), si produce e determina ipso iure l’ineffi-cacia dell’atto rientrante nelle categorie tipologi-che identificate dalla norma in esame, senza neces-sità di alcuna pronuncia giudiziale a effetti costitu-tivi, destinati a prodursi soltanto con la formazionedel giudicato (16).- Le contestazioni attinenti alla sussistenza dei pre-supposti dell’azione esecutiva o alla conoscenza delpregiudizio da parte del debitore (stante il carattereunilaterale o gratuito dell’atto, non occorre inveceallegare né dimostrare la scientia damni del terzo ac-quirente) andranno fatte valere dal debitore o dalterzo soggetto all’espropriazione, parte necessariadel procedimento, mediante opposizione all’esecu-zione ex art. 615 c.p.c., che sarà per lo più quellasuccessiva al pignoramento, di cui al comma 2 ditale ultimo articolo, con annessa istanza di sospen-sione dell’esecuzione e, in caso di accoglimento diquesta (eventualmente anche in sede di reclamo alcollegio), estinzione della procedura esecutiva e li-berazione dal vincolo pignoratizio, a norma del-l’art. 624 c.p.c. (17).- Non vi è, a ben guardare, alcuna inversione le-gale dell’onere probatorio, mediante presunzioniiuris tantum di scientia damni, bensì soltanto dell’i-niziativa per instaurare l’incidente di cognizionenel processo esecutivo, con il relativo onere dispecifica contestazione in capo al debitore o alterzo acquirente a titolo gratuito (cfr., infatti, l’ul-timo comma dell’art. 2929 bis c.c.), ferma la posi-zione sostanziale delle parti, onde attore e conve-nuto in senso sostanziale restano, rispettivamente,il creditore opposto e il debitore (o il terzo) oppo-nente. Gli è che la scientia damni in capo al debi-

(15) Ricorda giustamente R. Franco, op. cit., in nt. 24 chealtre eccezionali deroghe al principio si trovano nell’art. 2652,nn. 5, 6, 7 e 9, c.c. limitatamente al quinquennio anteriore enell’art. 2652, n. 8, c.c. per il decennio anteriore.

(16) Sulla natura costitutiva della sentenza di accoglimentodell’azione revocatoria v. Cass., SS.UU., 13 giugno 1996, n.5443, in questa Rivista, 1996, 1017, con nota di Gio. Tarzia e inForo it., 1996, I, 2734. Sul punto v. anche la relazione al d.d.l.di conversione del D.L. n. 83/2015, dove si sottolinea che “ilcreditore pregiudicato da un atto revocabile deve promuovereun’azione revocatoria per rimuovere il medesimo atto e, primadi procedere al pignoramento, deve attendere il passaggio ingiudicato della sentenza. È un’ipotesi tutt’altro che infrequen-te, posto che ogni anno vi è una sopravvenienza di circa 6.500nuovi fascicoli. Se si considera che in media un’azione revoca-

toria richiede, per la sua definizione, 1.372 giorni per il primogrado e 1.546 giorni per il grado di appello, se ne deduce cheil creditore è oggi costretto ad attendere circa otto anni, primadi sottoporre a esecuzione forzata il bene che il debitore haalienato o su cui ha costituito un vincolo di indisponibilità. Siritiene quindi opportuno introdurre un’azione semplificata, in-trodotta dal creditore non con un atto di citazione ma diretta-mente con il pignoramento e quindi contestualmente all’eser-cizio dell’azione esecutiva”.

(17) V. anche la Relazione al d.d.l. di conversione del D.L.n. 83/2015, che però impropriamente fa riferimento all’opposi-zione di terzo ex art. 619 c.p.c., laddove l’acquirente a titologratuito è soggetto passivo e parte necessaria dell’azione ese-cutiva, a norma degli artt. 602 ss. c.p.c. e, così, è legittimato aopporsi all’esecuzione ex art. 615 c.p.c.

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tore, non occorrendo per gli atti unilaterali e perquelli a titolo gratuito dimostrare quella del terzoacquirente, è in re ipsa, potendo soltanto il debito-re opponente, giusta il principio di vicinanza allefonti di prova, dimostrare non tanto la sua inscien-tia damni, quanto l’insussistenza di un pregiudizioper le ragioni del creditore procedente, neppured’ordine qualitativo, rispetto alla complessivaconsistenza del patrimonio posto a garanzia di tut-te le obbligazioni (18).- Debitore e terzo acquirente avranno naturalmen-te a disposizione anche l’opposizione formale all’e-secuzione ex art. 617 c.p.c., per far valere nei ter-mini nullità o irregolarità di questa.- Gli effetti traslativi e purgativi della susseguentevendita o assegnazione saranno quelli tipici dellaespropriazione forzata, con piena salvezza dell’ac-quisto del terzo aggiudicatario, anche in caso diestinzione del procedimento esecutivo, salvo chenon sia colluso con il creditore procedente (artt.2929 c.c., 632 c.p.c. e 187 bis disp. att. c.p.c.) (19).Indubbiamente, in grazia del nuovo art. 2929 bisc.c., l’acquirente a titolo gratuito di bene immobileo mobile iscritto in pubblici registri dovrà ora ave-re contezza che il suo acquisto, per un anno dallatrascrizione dell’atto, è tutt’altro che solido, ba-stando a privarlo di efficacia un’azione esecutivadel creditore del suo dante causa, di cui potrebbeignorare la situazione patrimoniale. Un tal regimed’instabilità non potrà, tuttavia, affliggere il succes-sivo atto di alienazione compiuto, con ulteriori ter-zi acquirenti e a titolo oneroso anziché gratuito,dall’avente causa del debitore, a differenza di quelche è previsto a tutela dei legittimarii che abbianoottenuto la riduzione delle donazioni lesive dellaquota riservata loro per legge, a norma dell’art. 563c.c.: seguiterà a vigere la regola dell’anteriorità del-le trascrizioni ai sensi degli artt. 2901, comma 4, e2652, n. 5, c.c., talché l’acquisto dell’ulterioreavente causa trascritto anteriormente al pignora-mento ex art. 2929 bis c.c. rimarrà integro, salvoche il creditore del primo alienante non provi lacollusione dell’ultimo acquirente con il proprio de-bitore (20).

L’avvertimento, nel precetto a debitorenon fallibile, che può accedere allaprocedura di composizione della crisi dasovraindebitamento di cui alla L. n.3/2012

A guisa di paternalistica misura di favor debitoris,s’impone ora al creditore (che magari ha atteso an-ni per conseguire finalmente un titolo esecutivo),a mente del nuovo secondo periodo del comma 2dell’art. 480 c.p.c., di inserire nel precetto l’avver-timento al debitore che questi “può, con l’ausiliodi un organismo di composizione della crisi o di unprofessionista nominato dal giudice, porre rimedioalla situazione di sovraindebitamento concludendocon i creditori un accordo di composizione dellacrisi o proponendo agli stessi un piano del consu-matore” (21).Il riferimento è alla procedura di composizione del-la crisi da sovraindebitamento di cui agli artt. 6 ss.della L. n. 3/2012, che consente al debitore nonfallibile, perché privo dei requisiti di cui all’art. 1l.fall., di accedere a una procedura concorsualeche, con l’ausilio di organismi istituiti da camere dicommercio, ordini professionali o altri enti pubbli-ci ovvero, in alternativa, di un professionista nomi-nato dal presidente del tribunale tra quelli abilitatia esercitare le funzioni di curatore fallimentare exart. 28 l.fall., sfoci in un accordo con il ceto credi-torio ovvero, quando il debitore sia un consumato-re, in un piano omologato dal tribunale, con effettiesdebitatorii e, in pendenza della procedura, inibi-torii d’ogni azione esecutiva e cautelare o di iscri-zioni di diritti di prelazione, ope legis od ope iudicisa seconda che si tratti di una proposta di accordo odi un piano del consumatore (cfr., rispettivamente,l’art. 10, comma 2, lett. c, e l’art. 12 bis, comma 2,L. n. 3/2012).Che il creditore debba avvertire il proprio debitore(“onesto, ma sfortunato”) che, se vuole, può fare ameno di pagarlo, accedendo a una procedura con-corsuale che può comportare per i creditori chiro-grafarii soddisfazioni in percentuali anche infime(non è stato introdotto qui il limite di decenza delventi percento, che lo stesso D.L. n. 83/2015 hainvece dettato per il concordato preventivo del-l’imprenditore commerciale fallibile: v. il nuovoart. 160, ultimo comma, l.fall.), è imposizione im-prontata al più assurdo dei fariseismi: come se i de-

(18) Cfr. anche R. Franco, op. cit., dove riferimenti a dottrinae giurisprudenza.

(19) V. Cass., SS.UU., 28 novembre 2012, n. 21110, in que-sta Rivista, 2013, 387, con nota di Capponi, in Foro it., 2013, I,1224, con nota di Longo, in Giust. civ., 2013, I, 997, con nota

di Campi, in Riv. dir. proc., 2013, 1551, con nota di Vincre.(20) Più ampio discorso in R. Franco, op. cit.(21) La norma si applica agli atti di precetto notificati a par-

tire dal 21 agosto 2015, data di ingresso in vigore della leggedi conversione n. 132/2015.

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bitori soggetti alla composizione delle crisi da so-vraindebitamento (22), a differenza degli imprendi-tori fallibili, meritino d’essere perdonati dai lorocreditori con animo misericordioso, avvertendolibenevolmente che possono, se lo desiderano, farpenitenza e, mettendosi nelle mani di un mediato-re terreno (il gestore della crisi), attraverso contritiocordis, confessio oris et satisfactio operis ottenere la ri-messione dei loro debiti da creditore che, come ilbuon padre, è pronto a riabbracciare il figliuol pro-digo, uccidendo in suo onore il vitello grasso.Quanto una tale visione edulcorata e falsa sia di-stante dalla realtà ognun scorge da sé: i tedeschi,che furon tra i primi a introdurre nella Insolven-zordnung il fallimento civile e procedure concor-suali negoziate per non imprenditori e consumato-ri, continuano a considerare il debito come colpa epeccato (Schuld, nella lingua tedesca forgiata daMartin Lutero, indica entrambe le cose), né mai sisognerebbero di imporre al creditore di avvertire ildebitore che, se vuole, può fare a meno di pagarlo,ricorrendo a una procedura di composizione dellacrisi e, così, impedendogli di promuovere o coltiva-re l’azione esecutiva.Neppure è dato comprendere perché consimile av-vertimento non debba esser dato anche agli im-prenditori commerciali fallibili rispetto alle soluzio-ni negoziali della crisi previste dalla l.fall. (concor-dato preventivo, accordo di ristrutturazione omolo-gato, ecc.), viste le categorie, talora tutt’altro chebisognose di protezione, le quali hanno accesso allaprocedura di composizione della crisi da sovrainde-bitamento.In ogni caso, il nuovo secondo periodo dell’art.480, comma 2, c.p.c. è lex imperfecta: quando man-chi tale avvertimento in precetto, non si scorgequal mai sanzione di nullità o d’altro genere colpi-sca l’atto prodromico all’esecuzione forzata. Qualo-ra il debitore intimato proponesse opposizione alprecetto ex art. 617 c.p.c. nel termine perentoriodi venti giorni dalla sua notifica, lamentando lamancanza dell’avvertimento suddetto, nulla gli im-pedirebbe di dare comunque corso alla proceduradi composizione della crisi da sovraindebitamento,così paralizzando l’azione esecutiva minacciata dalcreditore, senza pregiudizio veruno: talché l’avver-

timento non ha funzione e scopo processuali, bensìmeramente pubblicitarii e de notitia.Non resta che concludere che il secondo periododell’art. 480, comma 2, c.p.c. non contenga unanorma giuridica, ma un wishful thinking e un atto dicarità cristiana che, nel Giubileo della Misericor-dia proclamato e aperto dal Pontefice l’8 dicembre2015, potrà concorrere a far guadagnare ai creditoril’indulgenza plenaria.

La conversione del pignoramento incomode rate mensili di trentasei mesi:una nuova ipotesi di “credito alconsumo”?

Sempre quale apparente misura di sostegno al debi-tore in difficoltà (candidamente fingendo di crede-re che tale sia la gran parte dei debitori su italicosuolo), la riscrittura del comma 4 dell’art. 495c.p.c. consente di convertire in danaro non più sol-tanto il pignoramento di beni immobili, ma anchequello di cose mobili, pignorate presso il debitoreovvero anche in possesso di terzi, con esclusionedel solo pignoramento di crediti, chiedendo, e ot-tenendo “se ricorrono giustificati motivi”, il benefi-cio di una rateizzazione mensile lungo un arco tem-porale di tre anni, maggiorata degli interessi scalarial tasso convenzionale pattuito ovvero, in difetto,al tasso legale (23).Rientrano nella nozione di tasso legale, convienericordare, anche il saggio maggiorato degli interessiapplicato alle transazioni commerciali ex art. 5,D.Lgs. n. 231/2002, nonché i c.d. interessi giudizia-ri, in misura pari a quelli previsti per le transazionicommerciali, a decorrere dalla data di proposizionedella domanda, ai sensi dei commi 4 e 5 dell’art.1284 c.c., introdotti con D.L. n. 132/2014, ondeevitare che il debitore tragga vantaggio dalla dura-ta dei civili litigi.La genericità del presupposto autorizzativo dell’am-pia dilazione (“giustificati motivi”) dà ampia di-screzionalità al giudice dell’esecuzione (d’ora in-nanzi, come d’uso, abbreviato in g.e.), in praticaincontrollabile, dacché interporre opposizione agliatti esecutivi ex art. 617 c.p.c. avverso l’ordinanzadi conversione sarebbe mezzo ch’eccede il fine edel tutto antieconomico, che nessun difensore s’az-zarderebbe a suggerire al creditore assistito. V’è

(22) Che non sono soltanto i consumatori, ma anche im-prenditori agricoli, imprenditori commerciali di poco e magariartificiosamente sotto le soglie di fallibilità, non poi così infime,di cui all’art. 1 l.fall., nonché professionisti, anche quandoesercitino l’attività in forma associata o societaria in grandelaw and accounting firm, magari legata alle big four multinazio-nali della revisione e della consulenza contabile, legale e fisca-

le.(23) Il beneficio si applica anche alle procedure pendenti al

27 giugno 2015, ovviamente purché non sia già stata dispostala vendita, stante la preclusione di cui al comma 1 dello stessoart. 495 c.p.c., che consente di chiedere la conversione soltan-to prima dell’ordinanza di vendita o assegnazione.

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dunque da sperare che della dilazione si faccia sor-vegliato ed equilibrato utilizzo, senza alcun auto-matismo burocratico-procedurale. Una rateazioneeccessiva nei pignoramenti di cose mobili produr-rebbe la probabile svalutazione di queste anche perobsolescenza, mentre per gli immobili vanno consi-derati anche i costi di amministrazione ordinariadegli stessi nelle more della procedura.I riparti parziali tra i creditori, ogni semestre, dellesomme versate dal debitore, secondo prassi giàadottata in molti tribunali (ed anzi in alcuni diquesti anche più elastica, quando vi sia un solocreditore procedente, che viene autorizzato a rice-vere direttamente o a prelevare ogni singola ratamensile versata dal debitore esecutato) riequilibraun poco l’ampia dilazione e consente di conservareil controllo sul puntuale e integrale adempimento,ferma la regola onde il debitore, ove ometta o ri-tardi di oltre quindici giorni il versamento anchedi una sola delle rate previste nel comma 4, decadedal beneficio e le somme versate divengono partedei beni pignorati, la cui vendita viene senza indu-gio disposta dal g.e., su richiesta del creditore pro-cedente o di creditore intervenuto munito di titoloesecutivo.Naturalmente, la liberazione delle cose pignorate siavrà soltanto con il versamento dell’intera somma(v. il riscritto penultimo comma dell’art. 495c.p.c., che esprime peraltro una norma identica allaprecedente).

I limiti di pignorabilità delle pensioni

Più puntuali e condivisibili appaiono gli interventiin tema di limiti alla pignorabilità delle pensioni edei conti correnti bancari o dei depositi, sui qualiaffluiscano somme rinvenienti da stipendi o pen-sioni, sollecitati più volte dalla Consulta, sin dallacelebre sentenza del 2002, che rese pignorabili le

pensioni nei limiti del quinto eccedente la partenecessaria per assicurare al pensionato mezzi ade-guati alle esigenze di vita (24) e, poco prima dellanovella, con riguardo all’accredito delle pensionisu conto corrente, senza poter manipolare il testodi legge, ma pressantemente esercitando la propriamoral suasion, affinché il legislatore intervenissequam primum (25).Ora, con il nuovo art. 545, comma 7, c.p.c. (26), lesomme da chiunque dovute a titolo di pensione, diindennità che tengono luogo di pensione o di altriassegni di quiescenza non possono essere pignorateper un ammontare corrispondente alla misura mas-sima mensile dell’assegno sociale, aumentato dellametà (27): l’eccedenza potrà essere pignorata entroi limiti di un quinto ovvero, per crediti alimentari,nella misura determinata dal presidente del tribu-nale, senza mai superare, in caso di cumulo di plu-rimi pignoramenti, la misura della metà ovvero ecomunque quella stabilita da speciali disposizionidi legge.L’ente che eroga la pensione, quale terzo pignora-to, non potrà opporre vincoli in relazione alla fran-chigia e alla quota dell’eccedenza non pignorabili,stante quel che espressamente prevede l’ultimocomma dello stesso art. 545 c.p.c., in base al qualeil pignoramento eseguito in violazione dei divieti eoltre i limiti previsti dal medesimo articolo o daspeciali disposizioni di legge è parzialmente ineffi-cace e l’inefficacia è rilevata dal giudice anched’ufficio: il pensionato, insomma, potrà sempre ecomunque esigere il pagamento di un importomensile pari all’assegno sociale aumentato dellametà e ai quattro quinti dell’eccedenza (o della di-versa quota non pignorata, in caso di crediti ali-mentari e di autorizzazione del presidente a supera-re la soglia del quinto, ovvero in caso di cumulo diespropriazioni per simultaneo concorso di moltepli-ci crediti) (28).

(24) V. Corte cost. 4 dicembre 2002, n. 506, in questa Rivi-sta, 2003, 3, 315, con nota di Conte, in Foro it., 2003, I, 2554,in Riv. esec. forz., 2003, 170, in Giur. it., 2003, 1326 e in Giust.civ., 2003, I, 876.

(25) Corte cost. 15 maggio 2015, n. 85, sulla quale v. Salva-to, Dalla Consulta un monito al legislatore a razionalizzare la di-sciplina del pignoramento delle pensioni, in Quotidiano giuridico,18 maggio 2015.

(26) Che, a tenore dell’art. 23, comma 6, D.L. n. 83/2015,s’applica esclusivamente alle procedure esecutive iniziate suc-cessivamente alla data di entrata in vigore del D.L. n. 83/2015(27 giugno 2015): v., però, in successiva nota per una possibilequestione di legittimità costituzionale.

(27) L’assegno sociale, istituito con L. n. 335/1995 (art. 3,comma 6), viene quantificato annualmente con circolare del-l’INPS e, per il 2015, è stato pari a € 448,51 per tredici mensili-tà: perciò, la pensione gode di una franchigia assoluta di impi-gnorabilità, quanto al 2015 e sino ad aggiornamenti dell’INPS,

fino all’importo di € 672,76 per tredici mensilità.(28) L’art. 23, comma 6, D.L. n. 83/2015 prevede che i nuo-

vi limiti di pignorabilità s’applichino soltanto alle procedureesecutive iniziate a partire dal 27 giugno 2015, cioè con pigno-ramenti eseguiti in quel dì o successivamente. Consimile disci-plina transitoria presta il fianco a censure di legittimità costitu-zionale, dacché vi sono espropriazioni di crediti pensionisticianteriori a tale data, ma che continuano a produrre i loro effettiperiodici, con assegnazioni dei crediti e conseguenti pagamen-ti ai creditori, da parte dell’ente terzo pignorato, eccedenti i no-velli limiti di impignorabilità. Perciò, su istanza del debitore ri-volta al g.e. ch’ebbe ad assegnare il credito pensionistico pi-gnorato, ben dovranno adeguarsi le preterite ordinanze di as-segnazione ai nuovi limiti di pignorabilità, ancorché le proce-dure esecutive risultino formalmente già chiuse ed esauritecon l’assegnazione del credito pignorato, previamente solle-vando la questione di legittimità costituzionale dell’anzidettoart. 23, comma 6, D.L. n. 83/2015, nella parte in cui non preve-

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I limiti di pignorabilità dei conti correntio dei depositi postali, sui quali venganoaccreditati stipendi o pensioni

Per orientamento tutt’altro che indiscusso, ma pre-valente prima della novella di cui al D.L. n.83/2015, alle somme dovute per crediti di lavoro opensioni già affluite o affluenti su conto correntebancario o su deposito postale non si applicavanole limitazioni al pignoramento previste dall’art.545 c.p.c., dacché si riteneva che il credito pigno-rato fosse quello del debitore esecutato per la resti-tuzione delle somme depositate, che trovava titolotout court nel rapporto giuridico di conto correnteo di deposito verso l’istituto bancario o postale,quale terzo debitor debitoris, mentre restava irrile-vante la causa per cui le somme venivano versate,essendo il denaro bene fungibile par excellence, chesi confonde con quello di simil genere (29).Già ricordavamo che la Consulta aveva rivolto alconditor un pressante invito a razionalizzare la disci-plina, alla stregua della tutela previdenziale e assi-stenziale accordata dall’art. 38 Cost. a tutti i citta-dini, con riguardo ai trattamenti pensionistici cheaffluiscano su conto corrente bancario o depositopostale, com ’è ora imposto ex lege (D.L. n.201/2011), quando stipendi e pensioni superinol’importo di € 1000. D’altronde, per l’esecuzioneesattoriale si era già da qualche tempo stabilitoche, nel caso di accredito di stipendi o salari sulconto corrente intestato al debitore, gli obblighidel terzo pignorato non si estendessero all’ultimoemolumento accreditato a tale titolo (v. l’art. 72ter, comma 2 bis, d.P.R. n. 602/1973, introdottocon D.L. n. 69/2013). Vi è anzi oggidì una discra-sia tra limiti di pignorabilità di stipendi e salari fis-sati per l’esecuzione esattoriale rispetto a quellidettati dall’art. 545 c.p.c., che suscita non peregri-

ni dubbi di legittimità costituzionale per disparitàdi trattamento (30).La Corte costituzionale ha chiamato e il conditor le-gum ha risposto con un penultimo comma dell’art.545 c.p.c., in base al quale “le somme dovute a ti-tolo di stipendio, salario, altre indennità relative alrapporto di lavoro o di impiego, comprese quelledovute a causa di licenziamento, nonché a titolo dipensione, di indennità che tengono luogo di pen-sione, o di assegni di quiescenza, nel caso di accre-dito su conto bancario o postale intestato al debi-tore, possono essere pignorate, per l’importo ecce-dente il triplo dell’assegno sociale, quando l’accre-dito ha luogo in data anteriore al pignoramento;quando l’accredito ha luogo alla data del pignora-mento o successivamente, le predette somme pos-sono essere pignorate nei limiti previsti dal terzo,quarto, quinto e settimo comma, nonché dalle spe-ciali disposizioni di legge”.Traduzione: sulle giacenze risultanti dal saldo delconto corrente o del deposito, purché comprovata-mente alimentati con stipendi o pensioni del debi-tore esecutato, opera una franchigia secca pari altriplo della pensione sociale (31), senza discerneretra poste in avere, ma badando esclusivamente alsaldo del conto ed ivi lasciando quanto basti a de-bitore esecutato per un torno minimo di tempo(sempre che non spenda i suoi danari per volersidivertir, come il Don Giovanni di Da Ponte-Mo-zart). Quando il pignoramento eseguito continui acolpire somme che, originate da stipendi o pensio-ni o, comunque, crediti della su descritta natura,affluiscano su conti o depositi del debitore esecuta-to dal giorno del pignoramento in avanti (recte eper amor di precisione, dal giorno di notifica delpignoramento presso terzi alla banca o alle poste,allorché scatta per il terzo il vincolo a non disporredelle somme, dei crediti e dei beni pignorati), tor-neranno a vigere sulle inerenti rimesse le stesse,

de che i nuovi limiti s’applichino anche alle espropriazioni for-zate di crediti pensionistici, il cui pagamento mensile sia avve-nuto successivamente al 27 giugno 2015, con la contestualesospensione, in via interinale e urgente e in attesa della pro-nuncia della Consulta, dei pagamenti al creditore eccedenti isuddetti nuovi limiti.

(29) V. Cass. 9 ottobre 2012, n. 17178, in Giur. it., 2013,2324, con nota di Conte, Contrasti giurisprudenziali in temad’impignorabilità delle somme affluite su conto corrente banca-rio e provenienti da stipendi o pensioni; contra Trib. Udine 3gennaio 2013, ibidem.

(30) L’art. 72 bis, d.P.R. n. 602/1973 (modificato da ultimocon D.L. n. 16/2012 e D.L. n. 69/2013) testualmente consenteil pignoramento esattoriale dei crediti mediante ordine al terzodi pagare direttamente il concessionario, “salvo che per i cre-diti pensionistici e fermo restando quanto previsto dall’art.545, commi quarto, quinto e sesto, del codice di procedura ci-vile, e dall’art. 72-ter del presente decreto”: il quale ultimo pre-

vede che le somme dovute a titolo di stipendio, di salario o dialtre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, com-prese quelle dovute a causa di licenziamento, possano esserepignorate dall’agente della riscossione in misura pari a un de-cimo per importi fino a € 2.500 e in misura pari a un settimoper importi superiori a € 2.500 e non superiori a € 5.000; sopratale soglia di € 5.000 si applica il consueto limite di un quinto,di cui all’art. 545, comma 4, c.p.c. Già ricordavamo nel testoche, in caso di accredito di stipendi o salari sul conto correnteintestato al debitore, gli obblighi del terzo pignorato non siestendono all’ultimo emolumento accreditato allo stesso titolo,fermi (diremmo) i limiti ut supra, giusta la ratio del nuovo art.545 c.p.c., come modificato dal D.L. n. 83/2015 in esame.

(31) Oggi € 448,51 per 3, id est € 1.345,53 (v. supra in nota29). Sul problema v. anche Borghesi, La l. 132/2015 intervieneancora sul pignoramento di crediti (con particolare riferimento aquelli di lavoro e previdenziali), in www.judicium.it, 2015, 2 e 4.

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già illustrate, limitazioni alla pignorabilità: cioè,per stipendi, salari, ecc. di regola un quinto degliimporti versati sul conto, per le pensioni un quintodell’eccedenza rispetto alla franchigia pari alla pen-sione sociale aumentata della metà. Il vincolo siestenderà ai nuovi afflussi al massimo fino al cri-stallizzarsi dell’ordinanza di assegnazione, la qualefissa definitivamente l’importo che la banca o leposte dovranno versare al creditore procedente e aicreditori intervenuti, non essendovi qui alcun cre-dito periodico del debitore esecutato verso l’istitutobancario o postale, bensì semmai e unicamenteverso il datore di lavoro o l’ente erogatore il tratta-mento pensionistico, che dovrà dunque assumerela veste di terzo pignorato in aggiunta rispetto allabanca o alle poste ovvero anche con separata pro-cedura (ma è ora, evidentemente, più agevole pro-cedere con unico atto di pignoramento dinanzi altribunale del luogo in cui il debitore ha residenzaovvero domicilio, giusta il nuovo criterio di com-petenza territoriale di cui all’art. 26 bis c.p.c. (cheperò non s’applica quando il terzo sia una p.a.: ilche, per trattamenti pensionistici, sarà frequentissi-mo) (32).Nuovi apporti sul conto che provengano aliunde ri-spetto a stipendi, salari, pensioni ecc., non benefi-ciano invece di codeste limitazioni, bensì unica-mente della franchigia sul saldo del conto, pari altriplo della pensione sociale, che è condizionataunicamente alla dimostrazione, comunque acquisi-ta (exempli gratia, in base alla dichiarazione del ter-zo o all’estratto conto esibito dal debitore o dallabanca), che sul quel conto deposito affluiscano an-che, sebbene non solo, somme che trovino causain stipendi, salari o pensioni.Franchigie e limiti opereranno ipso iure, come risul-ta dall’ultimo comma dell’art. 545 c.p.c., in forzadel quale il pignoramento eseguito in eccedenza èparzialmente inefficace e l’inefficacia è rilevata dal

g.e. anche d’ufficio: perciò, l’istituto bancario o po-stale terzo pignorato non è tenuto a vincolare som-me superiori al triplo della pensione sociale perquelle giacenti alla data del pignoramento, né som-me superiori ai veduti limiti di pignorabilità di sti-pendi, salari e pensioni per quelle successivamenteaffluite sul conto (v. il nuovo secondo periodo del-l’art. 546, comma 1, c.p.c.). Il debitore esecutatopotrà, dunque, continuare a disporre liberamentedelle somme rientranti nella franchigia o esulantidai limiti di pignorabilità, né la banca o l’ente po-stale potranno opporre ostacolo alcuno al riguardo(anche se è agevole immaginare che una prudenza“pelosa” indurrà questi a opporre ai prelievi dell’e-secutato ostacoli di varia natura, precipuamente egenericamente d’ordine burocratico-amministrati-vo).La dichiarazione di terzo che tali istituti dovrannorendere si complica un poco, è ben vero, esigendosiquantomeno l’analisi delle voci del conto correntedel debitore esecutato nelle poste contabili in“avere”, onde verificare se sussistano o meno trat-tamenti salariali, stipendiali o pensionistici o, co-munque, versamenti che trovino la loro fonte ge-netica in rapporti di lavoro subordinato (privato opubblico) o pensionistico, dacché la loro natura eil loro regime di pignorabilità non muta quando,come ormai obbligatorio per legge, vengano accre-ditati sul conto del lavoratore o del pensionato,senza confondersi con il rimanente danaro (virtua-le e contabile, s’intende, quella scritturale essendooramai la condizione prevalente del moderno ster-cus demonii). Diverso regime viene, invece, riserva-to sulle somme giacenti alla data del pignoramen-to, le quali si presumono frutto del risparmio deldebitore esecutato, cui è accordata unicamente sal-vezza per un minimo vitale (il triplo della pensionesociale) (33).

(32) Cfr. - si vis e anche per problemi di legittimità costitu-zionale del nuovo criterio di collegamento per l’espropriazioneforzata di crediti di cui all’art. 26 bis c.p.c., introdotto con D.L.132/2014 - Tedoldi, op. cit., 393 ss.

(33) Anche in tal caso la norma transitoria contenuta nel-l’art. 23, comma 6, D.L. n. 83/2015, secondo cui le modifichefin qui esaminate s’applicano esclusivamente alle procedureesecutive intraprese dal 27 giugno 2015, allorché il D.L. n.83/2015 è entrato in vigore (“Il presente decreto entra in vigoreil giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficialedella Repubblica italiana”, come si legge nell’art. 24 D.L. n.83/2015: il legislatore non studia, mal scrive e… non lascianeppure il tempo di leggere… ma ignorantia iuris non excusat…), presta il fianco alle censure di legittimità costituzionale, dicui si diceva in precedente nota, per le procedure esecutiveiniziate prima dell’introduzione dei nuovi limiti di pignorabilitàdi conti correnti e depositi postali sui quali vengano accreditatistipendi o pensioni ed ancora non chiuse nel giorno suddetto.

Censure tanto più gravi e, prima facie, fondate, sol che si con-sideri che, in precedenza e come dianzi già riferito, a prevalereera l’opposto indirizzo, che opinava per la confusione di stipen-di e pensioni sul conto di destinazione, stante il carattere natu-ralisticamente fungibile del danaro, specie di quello oggidìscritturale. Non pare dunque possibile far luogo alla c.d. inter-pretazione conforme, costituzionalmente orientata, ma si do-vrà, a parer nostro, passare attraverso una pronuncia d’illegitti-mità della norma transitoria di cui all’art. 23, comma 6, D.L. n.83/2015, nella parte in cui non prevede che i nuovi limiti di pi-gnorabilità di conti correnti e depositi postali s’applichino an-che alle espropriazioni forzate di crediti in corso al 27 giugno2015, previa sospensione della procedura esecutiva da partedel g.e., eventualmente a seguito di opposizione all’esecuzioneex art. 615, comma 2, c.p.c. od opposizione agli atti esecutiviex art. 617, comma 2, c.p.c., quando fosse già stata emessaordinanza di assegnazione.

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Le ulteriori modifiche alla procedura diespropriazione prezzo terzi (artt. 548 e549 c.p.c.): per la terza volta in neppureun triennio…

Trattiamo qui, per connessione e consecutio, le mo-difiche apportate alla procedura di espropriazionepresso terzi, per l’ennesima volta nel volger di unbreve triennio (34), facendo per il resto rinvio, perragioni di brevità, a quanto già si esponeva nel pre-cedente scritto più volte ricordato (35). Si tratta dimodificazioni introdotte con la L. n. 132/2015 diconversione del D.L. n. 83/2015, priva di qualun-que esplicita disciplina transitoria e, dunque, teori-camente vigenti soltanto per gli atti esecutivi com-piuti a far tempo dal 21 agosto 2015, data di in-gresso in vigore della legge di conversione n.132/2015, giusta il principio transitorio tipico inmateria processuale del tempus regit actum, salvoche non si intenda applicare l’art. 23, comma 6,D.L. cit., che applica le novelle anche alle proce-dure esecutive pendenti (ovviamente al 21 agosto,non certo al 27 giugno 2015, in allora queste speci-fiche norme non esistendo neppure).Questa parrebbe la soluzione più ragionevole, atte-so che gli inserti nel corpo, tutt’altro che mistico,degli artt. 548 e 549 c.p.c. non attengono propria-mente alla forma degli atti del processo esecutivo,bensì ai poteri del giudice di porre o meno la du-plice non contestazione del debitor debitoris a basedell’ordinanza di assegnazione, recependo l’inter-pretazione che era venuta affermandosi in questobreve torno di tempo: cioè che il potere di assegna-re il credito pignorato sol per effetto di dupliceomessa contestazione del terzo pignorato è possibi-le soltanto allorché il creditore procedente, nell’at-to di pignoramento presso terzi, abbia allegato ele-menti bastevolmente atti a consentire “l’identifica-zione del credito o dei beni di appartenenza del de-bitore in possesso del terzo” (art. 548, comma 1, adfinem, c.p.c.), mancando i quali il giudice dovrà co-munque dar corso all’accertamento incidentale en-doesecutivo di cui all’art. 549 c.p.c., prima di prov-vedere sull’istanza di assegnazione (art. 549, com-ma 1, primo periodo, c.p.c.: “Se sulla dichiarazionesorgono contestazioni o se a seguito della mancatadichiarazione del terzo non è possibile l’esatta

identificazione del credito o dei beni del debitorein possesso del terzo, il giudice dell’esecuzione, suistanza di parte, provvede con ordinanza, compiutii necessari accertamenti nel contraddittorio tra leparti e con il terzo”).Si è passati, insomma, da un modello impropria-mente contumaciale, che sanzionava illico et imme-diate il terzo per due volte renitente a rispondere,ancorché parte propriamente non sia (almeno nel-la prima fase del procedimento, divenendone parte,per di più necessaria, soltanto ove la procedura sfo-ci nella fase di cognizione endoesecutiva, ai soli fi-ni dell’eventuale assegnazione del credito; un terzotrascinato, oltretutto, innanzi a un foro per lui tut-t’altro che “naturale” ex art. 25 Cost., stante la pre-visione di cui all’art. 26 bis c.p.c., già censurata nelprecedente scritto per possibile incostituzionali-tà (36)), a un modello ambiguamente perplesso,che attenua bensì le conseguenze per il terzo, la-sciando al g.e. il potere di commisurare la mancatacontestazione del debitor debitoris in rapporto allasufficiente specificità dell’allegazione del creditoreprocedente rispetto all’esistenza e alla consistenzadel credito pignorato, ma che si espone a due op-posti rischi, ambedue possibile frutto di diametraliforme di abuso del processo.Il primo è quello che il creditore procedente pro-spetti nell’atto di pignoramento - di sana pianta emagari con qualche fantasioso dettaglio (non v’è,da noi, alcun Wahrheitspflicht né si assume alcunpuritano Statement of Truth, se non un generico di-vieto di non raccontare spudorate menzogne, al dilà dei limiti della decenza, elegantemente espressoin termini di doverosa osservanza dei canoni dilealtà e probità di cui all’ art. 88 c.p.c.) - un credi-to verosimile, epperò del tutto inesistente: la man-cata risposta del terzo pignorato, per due volte con-secutive, all’invito a dichiarare il debito asseritodal creditore procedente importerà senza fallo l’as-segnazione di questo, salvo rimedii risarcitorii o,fors’anche, una revocazione avverso l’ordinanza diassegnazione per dolo della parte o errore di fattoex art. 395, nn. 1 o 4, c.p.c. (ad instar del rimedioche la Consulta ha introdotto per l’ordinanza diconvalida dello sfratto, basata su mendace dichia-razione di persistente morosità (37)), non bastando

(34) L. n. 228/2012, in vigore dal 1° gennaio 2013; D.L. n.132/2014, in vigore dall’11 dicembre 2014; L. n. 132/2015, diconversione del D.L. n. 83/2015, in vigore dal 21 agosto 2015.

(35) Tedoldi, Le modifiche cit., 395 ss., dove ulteriori riferi-menti, cui adde ora Capponi, Dieci anni di riforme sull’esecuzio-ne forzata, in www.judicium.it, 2015, destinato a Questione giu-stizia, 3/2015, par. 3, nonché Borghesi, La l. 132/2015 intervie-ne ancora sul pignoramento di crediti (con particolare riferimen-

to a quelli di lavoro e previdenziali), in www.judicium.it, 2015.(36) Tedoldi, Le novità cit., 393 ss.(37) Corte cost. 20 dicembre 1989, n. 558, in Foro it., 1990,

I, 372 e in Giust. civ., 1990, I, 614; Corte cost. 20 febbraio1995, n. 51, in Giur. it., 1995, I, 458, con nota di Consolo, Con-valida di sfratto - cassazione - e revocazione: dall’errore di fattoal dolo; in Foro it., 1995, I, 2414, con nota di Monnini; in Arch.locazioni, 1995, 47, con nota di D’Amico; in Giust. civ., 1995, I,

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certo l’opposizione agli atti esecutivi ex art. 617,comma 2, c.p.c. (è stato ora giustamente cancella-to, dallo stesso D.L. n. 83/2015, l’erroneo richiamoal comma 1), che l’art. 548, comma 2, c.p.c. subor-dina alla “prova di non averne avuto tempestivaconoscenza per irregolarità della notificazione oper caso fortuito o forza maggiore”, dove la sciatte-ria del legislatore raggiunge l’apice, introducendouna particella determinativa (“…ne”) sintattica-mente riferibile all’ordinanza di assegnazione, malogicamente da riferire alle precedenti notifiche alterzo del pignoramento e dell’ordinanza di fissazio-ne di nuova udienza, che fungono da presuppostiper l’operare del meccanismo di duplice non conte-stazione e susseguente assegnazione forzata del cre-dito pignorato.Il secondo rischio, opposto al primo, è di annac-quare e dilatare a dismisura quel liofilizzato inci-dente di cognizione endoesecutiva funzionale al-l’assegnazione del credito pignorato, dacché il cre-ditore procedente spesso assai poco saprà dell’esi-stenza e della consistenza del credito del debitoreesecutato verso il terzo, a meno che non abbia ap-preso alcunché attraverso le indagini telematichedi cui all’art. 492 bis c.p.c., una volta che fossero fi-nalmente a regime (…tra un decennio o più…),facendo così rientrare dalla finestra, nelle formecontratte e semplificate, ma viepiù arbitrarie, dellacognizione endoesecutiva di cui all’art. 549 c.p.c.,quel giudizio di accertamento dell’obbligo del terzoche la novella introdotta dal 2013 aveva cancella-to, con annessi assai gravosi oneri probatorii in ca-po al creditore procedente e rimettendo, per cosìdire, in termini il terzo anche in caso di soccom-benza, dacché egli, pur due volte renitente a ri-spondere, oltre a dover partecipare ex necesse all’in-cidente cognitivo, ben potrà impugnare l’ordinanzadi assegnazione del credito mediante opposizioneagli atti esecutivi ex art. 617, comma 2, c.p.c., nonpiù subordinatamente alla prova di non aver rice-vuto notifica del pignoramento e dell’ordinanza difissazione dell’udienza successiva per rendere la di-chiarazione omessa (v. l’art. 549 raffrontato conl’art. 548, comma 2, c.p.c.).

Un dedalo, insomma, dal quale è difficilissimouscire incolumi… essendo stato reciso, ormai daanni, ogni possibile filo di Arianna...

La ricerca con modalità telematichedei beni da pignorare (art. 492 bis c.p.c.)

Qui, per non ripeterci, dobbiamo rinviare alloscritto introduttivamente menzionato (38), limi-tandoci a segnalare e, sperabilmente, esplicare gliulteriori interventi apportati dal conditor con ilD.L. n. 83/2015.Nell’anno ormai trascorso dalla sua entrata in vigo-re (11 dicembre 2014) l’art. 492 bis c.p.c., intro-dotto dal D.L. n. 132/2014, è rimasto lettera mor-ta: gli insani di mente che abbiano avuto l’ardiredi chiederne l’applicazione si sono sentiti risponde-re che gli ufficii non sapevano neppure cosa fosse onon erano ancora attrezzati, nonostante quel cheapparentemente prevede anche l’art. 155 quinquiesdisp. att. c.p.c.Gli interventi mirati, che allungano ulteriormentele norme de quibus (gli artt. 492 s. c.p.c. e gli ine-renti artt. 155 bis disp. att. c.p.c., hanno ormai unalunghezza paragonabile a quella della Gerusalemmeliberata, senza, per vero, esser scritte con “lo bellostilo” di questa), recepiscono ed esplicitano alcuneconsiderazioni già avanzate sul testo degli articoliintrodotti nel 2014 (39), chiarendo che:1) l’istanza per la ricerca dei beni con modalità te-lematiche, rivolta al presidente del tribunale delluogo in cui il debitore ha residenza, domicilio, di-mora o sede, non può essere presentata prima chesia decorso il termine dilatorio di dieci giorni dallanotifica del precetto ex art. 482 c.p.c.; se vi è peri-colo nel ritardo, il presidente del tribunale autoriz-za la ricerca telematica dei beni da pignorare primadella notificazione del precetto.Già si era avuto modo di osservare (40) che, aven-do sganciato i poteri d’indagine dell’ufficiale giudi-ziario dall’infruttuosità o dalla prognosi di lungadurata della liquidazione del compendio pignoratopreviste nell’anteriore comma 7 dell’art. 492 c.p.c.,vi era il problema di coordinarli con la successivaapposizione, anche d’ufficio, dei vincoli pignoratizi

1149.(38) Tedoldi, Le novità in materia di esecuzione forzata nel

d.l. 132/2014 cit., spec. 403 ss.; v., inoltre, Amendolagine, Laricerca con modalità telematiche dei beni da pignorare: cosa è ecome funziona, in www.altalex.com, 2014; G.G. Poli, Modifichein tema di iscrizione a ruolo della procedura esecutiva, di ricercadei beni da pignorare e di chiusura anticipata del processo ese-cutivo, in Foro it., 2015, V, 82 ss. In giurisprudenza v. Trib. Mila-no (decr.), 28 settembre 2015, in Quotidiano giuridico, 21 otto-bre 2015, con nota di Amendolagine.

(39) Le modifiche apportate con il D.L. n. 83/2015 agli artt.492 bis c.p.c., 155 quater e quinquies disp. att. c.p.c. si appli-cano anche ai procedimenti pendenti alla data di entrata in vi-gore del D.L. medesimo (27 giugno 2015): a dire il vero le nor-me hanno ad oggetto indagini prodromiche all’inizio della pro-cedura esecutiva; ma chiedere a ipercinetico conditor di porreun minimo di attenzione a quel che scrive e, soprattutto, dipensare prima di enunciar regole è chieder troppo.

(40) Tedoldi, op. ult. cit., 404.

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su beni e crediti rinvenuti a seguito dell’indagine,senza soluzione di continuità rispetto alle indaginiesperite: vincoli che evidentemente presuppongo-no la previa notificazione al debitore del titolo ese-cutivo e del precetto, quali consueti e generali attiprodromici a qualsivoglia esecuzione forzata ex art.479 c.p.c., nonché la richiesta di pignoramento en-tro il termine di efficacia del precetto (come noto,novanta giorni dalla notifica ex art. 481 c.p.c., nonsoggetti a sospensione feriale, trattandosi di attostragiudiziale), decorso altresì il termine dilatoriodi dieci giorni, salvo esenzione da questo ex art.482 c.p.c.Tanto l’art. 492, comma 8, quanto l’art. 492 bisc.p.c. continuano a esigere l’istanza del creditore,che “procedente” non è fintanto che non abbiachiesto all’ufficiale giudiziario l’avvio dell’azioneesecutiva o, quantomeno, delle indagini patrimo-niali e finanziarie a questa funzionali (donde lacancellazione del participio aggettivale, operataora con il D.L. n. 83/2015), previa notificazione aldebitore del titolo esecutivo e del precetto, i qualiandranno pretesi more solito, pena l’irricevibilitàdell’istanza di autorizzazione alle indagini rivolta alpresidente del tribunale, ai sensi del nuovo art.492 bis c.p.c. e salvo esenzione dall’onere di pre-ventiva notifica del precetto quando, come saràfrequentemente e facilmente prospettabile, vi siaanche soltanto il più o meno remoto pericolo che,nelle more, il debitore faccia sparire beni mobili osvuoti conti correnti, dossier titoli, cassette di sicu-rezza, effettui cessioni del quinto dello stipendio,compia insomma quegli atti eufemisticamente an-noverabili tra gli “strumenti di protezione del patri-monio familiare”, quasi tutti effettualmente intesia prevenire ed eludere la garanzia patrimoniale exart. 2740 c.c. In tal caso, si legge ad finem nel com-ma 2 dell’art. 492 bis c.p.c. (con periodo aggiuntodalla L. n. 132/2015, di conversione del D.L. n.83/2015) (41), l’ufficiale giudiziario dovrà farsiconsegnare dal creditore titolo esecutivo e precettopreviamente notificati (salvo esenzione dal terminedilatorio ex art. 482 c.p.c., che non potrà comun-que ritenersi implicita nell’autorizzazione a esperirele indagini patrimoniali senza previa notificazionedi titolo e precetto, come prevede ora l’art. 492 bis,comma 1, ultima frase, c.p.c.), onde procedere aeseguire i pignoramenti di beni o crediti rinvenutimercé le indagini suddette.

2) Qualora non fruisca dell’esenzione dalla previanotifica di titolo esecutivo e precetto, sorge il pro-blema di capire se, durante il corso delle indaginipatrimoniali sul debitore, potenzialmente sfociantinel pignoramento di beni o crediti rinvenuti in esi-to a queste senza soluzione di continuità e senzaonere di formulare un’ulteriore richiesta di eseguireil pignoramento, il termine di efficacia del precetto(a norma dell’art. 481 c.p.c., novanta giorni dalperfezionarsi della notifica) resti o meno sospeso e,in caso positivo, sino a quando. Nel commentarel’innovazione introdotta dal D.L. n. 132/2014 conl’art. 492 bis c.p.c., s’era notato che il termine dinovanta giorni di efficacia del precetto, di cui al-l’art. 481 c.p.c., è osservato non solo con il pigno-ramento immediato (o, secondo la tesi preferibile,con la richiesta di questo (42)), ma anche con ildeposito dell’istanza di indagini patrimoniali, inconsiderazione dei possibili esiti pignoratizi di que-sta, che evidentemente presuppongono che nell’i-stanza sia insita anche la richiesta di susseguentepignoramento ex officio, ove le indagini consentanodi individuare beni o crediti utilmente pignorabili:talché l’istanza ex art. 492 bis c.p.c. produce un du-plice effetto, poiché vale, a un tempo, sia per l’au-torizzazione alle indagini patrimoniali e finanziariecommesse all’ufficiale giudiziario, sia per il susse-guente pignoramento su beni o crediti del debitoreeventualmente individuati: l’azione esecutiva par-rebbe, così, esercitata anche solo con l’istanza diindagini, purché non esentata dalla previa notificadi titolo esecutivo e precetto (ai sensi dell’ultimoperiodo dell’art. 492 bis c.p.c., introdotto con ilD.L. n. 83/2015); all’esito delle indagini potrà darsiimmediatamente corso al pignoramento, senza so-luzione di continuità.Non v’è, tuttavia, da attendersi che le indagini te-lematiche, ammesso che vengano effettivamenteesperite, s’esauriscano nell’arco dei due mesi circadal rilascio dell’autorizzazione (ragionevolmenteoccorrerà un mesetto “circumcirca”, come direbbeLeporello, per approdare all’autorizzazione alle in-dagini, dopo la notifica di titolo esecutivo e precet-to e decorsi dieci giorni da questa, residuando cosìun paio di mesi prima che il precetto scada), tantose esse vengano svolte, a regime, dall’ufficiale giu-diziario, quanto nell’ipotesi (transitoria: ma in Ita-lia nulla è più definitivo del provvisorio) in cui sial’avvocato del creditore, ottenuta l’autorizzazione

(41) La norma s’applica anche ai procedimenti pendenti al-la data di entrata in vigore della legge di conversione del D.L.n. 83/2015 (21 agosto 2015).

(42) Cfr. Satta, Commentario al c.p.c., Milano, III, 1959-71,117; in egual senso e proprio alla luce delle novelle da ultimo

apportate, v. Montanari, op. cit., 691 s.; in giurisprudenza Pret.Catania 1° dicembre 1982, in Giur. mer., 1983, 1178, con notadi Vassallo; contra Andrioli, Commento al c.p.c., Napoli, III,1964, 55, secondo cui solo il pignoramento positivo fa salvo iltermine di efficacia del precetto.

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ed esibendone copia autenticata, a chiedere diret-tamente l’accesso alle banche dati dell’anagrafe tri-butaria e degli enti previdenziali, a norma dell’art.155 quinquies disp. att. c.p.c. La risposta non è age-vole, dacché la sospensione del termine di efficaciadel precetto dovrebbe essere prevista per legge, co-me fa il comma 2 dello stesso art. 481 c.p.c. in casodi opposizione del debitore intimato, né le indaginipotrebbero durare sine die, pena la manifesta viola-zione di elementari regole garantistiche, da esigersie applicarsi viepiù quando si invada la privacy e siminacci l’aggressione materiale della sfera giuridicaaltrui. L’istanza per le indagini telematiche, comenotavamo già nel precedente scritto (43), vale al-tresì quale richiesta di susseguente pignoramento,che verrà attuato dal medesimo ufficiale giudiziarioo da altro ufficiale giudiziario territorialmente com-petente, previa richiesta del creditore entro il ter-mine perentorio di quindici giorni dalla consegnadel verbale di indagine che abbia utilmente indivi-duato beni e crediti del debitore (seconda frase del-l’art. 492 bis, comma 3, c.p.c.) (44). Nel corso delleindagini telematiche il termine di efficacia del pre-cetto che sia stato previamente notificato restadunque salvo, quanto meno sino alla consegna alcreditore istante del processo verbale redatto dal-l’ufficiale giudiziario sulle ricerche telematiche ef-fettuate e sugli esiti di queste ovvero, nel regimetransitorio, sino alla ricezione da parte dell’avvoca-to del creditore dei dati reperiti nelle consultazionitelematiche effettuate ai sensi dell’art. 155 quin-quies disp. att. c.p.c., esigendosi in tal caso che, en-tro i quindici giorni successivi, il creditore richiedail pignoramento all’ufficiale giudiziario competen-te, in analogia con quanto prevede l’anzidetta se-conda frase dell’art. 492 bis, comma 3, c.p.c., a pe-na d’inefficacia del precetto.Tali e tante sono le complicazioni, come ognunvede, che appare decisamente preferibile autorizza-re le indagini prima che il precetto sia notificato,secondo l’ordine naturale delle cose: l’azione esecu-tiva e i suoi atti prodromici non possono che segui-re l’identificazione di beni o crediti del debitoreutilmente pignorabili, essendo dunque auspicabileche l’esenzione dalla previa notifica del precetto,se non del titolo esecutivo (per quelli formatisiinaudita altera parte, come un decreto ingiuntivoprovvisoriamente esecutivo ex art. 642 c.p.c., la

notificazione appare indispensabile, non posseden-do certo l’istanza di indagini telematiche alcun ef-fetto sospensivo sul termine di efficacia del decretoingiuntivo di cui all’art. 644 c.p.c., né potendosiammettere che il debitore subisca un’occhiuta ecosì penetrante invasione del proprio patrimoniosenza neppure sapere d’esser debitore in forza di ti-tolo esecutivo giudiziale), sia autorizzata con qual-che larghezza, dacché è, diremmo, in re ipsa il peri-colo che il debitore occulti o disperda elementi delproprio patrimonio, una volta che abbia ricevutola notifica del precetto, onde sottrarli ad espropria-zione forzata.Lo strumento è pur tuttavia indubbiamente possen-te, quando fosse a regime, consentendo al creditorel’esercizio di poteri d’indagine analoghi a quellidella polizia tributaria, stante l’inesorabile evolu-zione dei mezzi telematici e il contesto da GrandeFratello tecnologico nel quale l’uomo contempora-neo si trova orwellianamente e ineluttabilmenteimmerso: sotto questo profilo, l’umana leggerezza evaghezza della nostra italica schiatta riesce un pocoa compensare e frenare uno scenario che presentaprofili non di rado incubici, pur nella consapevo-lezza della necessità di perseguire con tenacia e ri-gore debitori sempre più refrattari ad adempiere.3) È appena il caso di ribadire che, quando la prov-visoria esecutorietà del titolo venga sospesa, le in-dagini telematiche dovranno interrompersi subitoappresso e il creditore che non ne chieda l’imme-diata cessazione, mediante idonea comunicazioneall’ufficiale giudiziario ovvero interrompendo im-mediatamente l’accesso alle banche dati per il tra-mite dell’anagrafe tributaria o degli enti previden-ziali, risponderà per danni: il titolo esecutivo è pre-supposto non solo dell’azione esecutiva, ma anchedi codeste indagini telematiche talché, sospesa l’ef-ficacia del titolo, dovranno immantinente inter-rompersi e l’ufficiale giudiziario dovrà serbare pres-so di sé le risultanze medio tempore eventualmenteacquisite, senza più poterle disvelare al creditore ri-chiedente.4) Va da sé, ed anche questo avevamo loce osserva-to (45), che l’ufficiale giudiziario procederà al suc-cessivo e immediato pignoramento (si fa per dire,non essendo i nostri uffici pubblici propriamenteadusi al Blitzkrieg), ovviamente munito del titoloesecutivo e del precetto, anche acquisendone copia

(43) Tedoldi, Le novità cit., 406 s.; conf. Montanari, op. cit.,686 s., dove ulteriori richiami.

(44) Sul significato della sanzione d’inefficacia della richie-sta d’indagine, in caso di inosservanza di questo termine daparte del creditore v. amplius Montanari, op. cit., 687 ss., ilquale condivisibilmente conclude per la perdita di efficacia del

precetto, anziché della richiesta (come testualmente si leggenella sgangherata norma), stante il venir meno degli effetti im-peditivi che questa produce sul termine di scadenza del pre-cetto di cui all’art. 481 c.p.c.

(45) Tedoldi, ibidem.

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dal fascicolo informatico (quello, s’intende, delsubprocedimento di autorizzazione alle indagini,che sconta un contributo unificato in misura fissae, dunque, implica la formazione di un fascicolo te-lematico d’ufficio: è, però, plausibile che l’ufficialegiudiziario chieda titolo esecutivo e precetto diret-tamente al difensore del creditore) ovvero, nel ca-so in cui le indagini siano state autorizzate senza laprevia notifica del precetto per pericolo nel ritar-do, facendoselo consegnare o trasmettere dal credi-tore con la relazione di preventiva notifica ovverocon il provvedimento in calce di esenzione dal ter-mine dilatorio ex art. 482 c.p.c.: nel quale caso l’uf-ficiale giudiziario procederà, a un tempo, a notifi-care titolo e precetto e ad eseguire il pignoramen-to, secondo le forme prescritte dal medesimo art.492 bis c.p.c., nei prolissi commi di cui si componee dei quali già ci siamo occupati nel precedentescritto, cui non rimane che rinviare il paziente let-tore (46).5) Quanto alle banche dati attingibili dall’ufficialegiudiziario, tolto ogni riferimento al gloriosoP.R.A. (Pubblico Registro Automobilistico), ora-mai desueto e abolito e, comunque, rientrante nelnovero delle banche dati della P.A., ed eliminatoaltresì un inciso del comma 2 dell’art. 492 bis c.p.c.,che pareva sceverare tra banche dati pubbliche, ac-cessibili e non dalla stessa P.A., il nuovo comma 1dell’art. 155 quater disp. att. c.p.c. ha reso superflual’adozione di un apposito D.M. del dicastero dellaGiustizia, rinviando per l’utilizzo di tutte le banchedati pubbliche al codice dell’amministrazione digi-tale (D.Lgs. n. 82/2005) e, segnatamente, al suoart. 58, che fa riferimento all’Agenzia per l’Italiadigitale: finché quest’ultima, intenta ad alacre ope-ra di definizione di standard di comunicazione e diregole tecniche (delle quali facciamo grazia a chilegge e, scilicet, a noi stessi), non l’abbia portata atermine ovvero l’amministrazione coinvolta nondisponga di sistemi informatici che consentanol’interazione dei dati con le altre branche dellaP.A., basterà che il Ministero della giustizia stipuliuna convenzione, sotto l’egida del Garante per laprivacy (tanto proclamata, quanto ormai inesisten-te nel contesto telematico e cibernetico in cui sia-mo immersi), per la fruibilità dei dati informatici,

indicando sul proprio portale web l’elenco di quelleper le quali è operativo l’accesso da parte dell’uffi-ciale giudiziario, ai sensi e per le finalità di cui al-l’art. 492 bis c.p.c. La più importante di questebanche dati, va da sé, è il potentissimo softwaredell’anagrafe dei rapporti finanziari (simbolicamen-te denominato Serpico), di cui è dotata l’Agenziadelle entrate per la lotta all’evasione fiscale, me-diante controllo su saldi e movimentazioni nei rap-porti bancari e finanziari d’ogni genere e specie,con buona pace del segreto bancario, cui è statadata definitiva sepoltura in grazia delle “magnifichesorti e progressive” di globale e crescente omologa-zione.

La riduzione dei termini per l’istanzadi vendita e per il depositodella certificazione notarile attestantele risultanze catastali e dei registriimmobiliari

“Though this be madness, yet there is method in ‘t”,diceva Polonio a proposito di Amleto.Dopo aver inutilmente dimezzato nel 2009 il ter-mine lungo ad impugnandum di cui all’art. 327c.p.c. - creando insensate incoerenze (47) e tra-scurando di considerare che, se proprio la partevittoriosa abbia fretta di vedere formarsi il giudi-cato, altro non debba fare che notificare il prov-vedimento alla controparte, ora per lo più me-diante p.e.c., senza neppure lasciare lo scranno néscomodarsi ad andare presso gli uffici giudiziarii oall’ufficio postale - il conditor ci delizia con la di-midiazione del termine di efficacia del pignora-mento (art. 497 c.c.), passato da novanta a qua-rantacinque giorni e decorrente sempre dal perfe-zionarsi della conoscenza legale del pignoramentoin capo al debitore nonché, nell’espropriazioneimmobiliare, del termine per il deposito del certi-ficato notarile attestante le risultanze delle visurecatastali e dei registri immobiliari, ridotto da cen-toventi a sessanta giorni, ai sensi del novellatoart. 567 c.p.c. (48), decorrente dal deposito dell’i-stanza di vendita e prorogabile per giusti motiviper una durata non superiore a ulteriori sessanta

(46) Tedoldi, op. cit., 406 s.(47) V., ad es., l’art. 328, ultimo comma, c.p.c., che si coor-

dinava con l’anteriore anno e che ora mal si concilia con il se-mestre dell’articolo che lo precede: ma, si sa, il legislatore nonè obbligato a rileggere l’intero c.p.c. ogni volta che intervengasu questo e neppure a scorrere con lo sguardo appena pocherighe più sotto… (sia consentito rinviare, sul punto, a Tedoldi,sub art. 328, in Consolo (diretto da), C.p.c. commentato, II, Mi-lano, 2013). Prodigi questi della nostra civiltà digitale, che mo-

stra sullo schermo piatto un solo articolo, a differenza di quel“prisma a sei facce”, che costringeva a scorrer le pagine e acercar di comprendere e ricostruire a fondo, nella tridimensio-nalità del libro, il senso sistematico complessivo delle disposi-zioni.

(48) I nuovi termini dimidiati si applicano alle procedureesecutive iniziate con pignoramento eseguito a carico del de-bitore esecutato dal 27 giugno 2015 in poi.

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giorni, allorché la documentazione catastale o deiregistri immobiliari sia manchevole (49).Ovviamente la violazione di tali termini produceimmantinente l’estinzione della procedura esecuti-va, rilevabile e pronunciabile anche d’ufficio.Non è da credere che tali dimidiazioni bastino aottenere più presta ragione o a dimezzare la duratadelle procedure esecutive, come se lungaggini e fre-quenti infruttuosità di queste dipendano dalla scar-sa sollecitudine dei creditori nell’adempiere aquanto loro è imposto da assillante legislatore, an-ziché dalla penuria di risorse, dalla disorganizzazio-ne degli uffici, dalle difficoltà del ciclo economicoe, specialmente, del mercato immobiliare ovveroanche da altri subiettivi e variabili fattori, ivi in-clusa l’assidua calliditas di recalcitranti debitori, deiquali ogni pratico ha fatto e fa ampia esperienza,che talora si traduce in assai ricca aneddotica fo-rense.Il legislatore ha inteso impugnare la ramazza per fa-re pulizia di abnorme arretrato, con poca o nessunacura per i diritti sottostanti, pronto ad armare iproprii ministri di potenti marchingegni azionabiliex officio, per fulminare con estinzione o improce-dibilità ogni procedimento esecutivo che non siconformi a formalistici e iterativi adempimenti,entro sempre più ristretti termini (50). Non è, pe-rò, disseminando di trappole l’iter dell’azione esecu-tiva che si assicura lo scopo di questa: dare al cre-ditore, nel minor tempo, il bene della vita consa-crato nel titolo esecutivo, giusta la funzione essen-

ziale e irrinunciabile dello Stato, che detiene ilmonopolio della forza. Se l’esercizio della tutelagiurisdizionale esecutiva viene reso sempre più dif-ficile, complicato, lungo e costoso, il baratro e ilvaso di Pandora dell’autotutela e della “ragion fat-tasi” si schiudono inesorabilmente, con il rischio diriportarci a epoche buie e a società primordiali.Nelle espropriazioni forzate occorre, dunque, tenerbene a mente la sequenza:- notificazione del precetto e del titolo esecutivo(salvo che non sia già stato previamente notifica-to);- esecuzione del pignoramento entro novanta gior-ni dal perfezionarsi della notifica del precetto (51);- iscrizione a ruolo della procedura entro quindicigiorni (trenta nell’espropriazione presso terzi) (52)dalla consegna al creditore, da parte dell’ufficialegiudiziario, del titolo esecutivo, del precetto e del-l’atto di pignoramento;- istanza di vendita o di assegnazione entro quaran-tacinque giorni dall’esecuzione del pignoramento acarico del debitore;- deposito (nell’espropriazione immobiliare) delcertificato notarile, attestante le risultanze delle vi-sure catastali e dei registri immobiliari, entro ses-santa giorni dal deposito dell’istanza di vendita.Così completata la sequenza procedurale, si potràrimanere in paziente e serena (si fa per dire) attesadegli adempimenti dell’ufficio, i cui termini, purinsistentemente dettati dal conditor, tendono sem-pre ad avere quel retrogusto “canzonatorio” che il

(49) Poiché le complicazioni in Italia non mancano mai,qualora sia sottoposto a pignoramento un diritto reale su unbene immobile di provenienza ereditaria e l’accettazione dell’e-redità non sia stata trascritta a cura dell’erede-debitore esecu-tato, il creditore procedente, se il chiamato all’eredità ha com-piuto uno degli atti che comportano accettazione tacita dell’e-redità, può richiedere, a sua cura e spese, la trascrizione sullabase di quell’atto, qualora esso risulti da atto pubblico o dascrittura privata autenticata od accertata giudizialmente, an-che dopo la trascrizione del pignoramento, ripristinando cosìla continuità delle trascrizioni ai sensi e per gli effetti dell’art.2650, comma 2, c.c., prima che venga autorizzata la vendita aisensi dell’art. 569 c.p.c. (v. Cass. 26 maggio 2014, n. 11638, inRiv. esec. forz., 2014, 632 ss.; v. anche Trib. Verbania 7 feb-braio 2003, in Notariato, 2003, 483, con nota di Petrelli, Trascri-zione degli acquisti mortis causa e espropriazione forzata immo-biliare, secondo cui, quando il bene oggetto di pignoramentosi assume essere stato acquistato dall’esecutato per succes-sione mortis causa a titolo universale, e dalla documentazioneipocatastale depositata a corredo dell’istanza di vendita nonemerge un’accettazione espressa o tacita dell’eredità, non puòconsiderarsi provata la proprietà dei beni pignorati in capo al-l’esecutato medesimo, avendo la trascrizione del certificato didenunciata successione valenza esclusivamente tributaria, enon sussistono i presupposti per l’accoglimento dell’istanza divendita, con la conseguenza che l’esecuzione deve essere di-chiarata improcedibile e deve essere cancellato il pignoramen-to).

(50) “Le controversie giudiziarie - si leggeva in un edittodell’imperatore cinese Kangxi nella seconda metà del XVII se-colo - tenderebbero a moltiplicarsi smisuratamente se il popo-lo non avesse timore dei tribunali e confidasse di trovare in es-si una rapida e perfetta giustizia. Pertanto io desidero chequanti si rivolgono ai tribunali siano trattati senza pietà e in talmodo da sentire avversione verso la legge e tremino al pensie-ro di comparire davanti a un giudice. In tal modo il male saràtagliato alle radici. I buoni cittadini che abbiano controversietra loro le comporranno come fratelli, ricorrendo all’arbitrato diun uomo anziano o del capo del villaggio. Per quanto riguardai turbolenti, gli ostinati e i litigiosi, lasciate che si rovinino neitribunali; questa è la giustizia che si meritano”.

(51) Termine questo non soggetto a sospensione feriale,inerendo a un atto stragiudiziale prodromico all’esecuzione.

(52) Questi termini e i successivi indicati nel testo, concer-nendo tutti il processo esecutivo, vanno soggetti a sospensio-ne feriale dal 1° al 31 agosto d’ogni anno: cfr., sia pure con ri-guardo alla pregressa sospensione feriale dal 1° agosto al 15settembre, Cass. 29 luglio 1986, n. 4841, in Foro it., 1987, I,498; Trib. Asti 25 ottobre 1995, in Giur. it., 1997, I, 2, 112, connota di Nela, Il termine dilatorio previsto dall’art. 567 c.p.c.;contra, inspiegabilmente, Trib. Genova 10 febbraio 2005, inRiv. esec. forz., 2005, 898, con nota di Sotgiu, Sospensione fe-riale del termine di efficacia del pignoramento ed estinzione delprocesso esecutivo (con brevi note a margine del nuovo art. 567c.p.c.).

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grande Redenti già notava, da par suo, ormai piùdi mezzo secolo fa: sempre vigili, però, e così perio-dicamente scadenzando e controllando dalla pro-pria consolle lo stato della procedura, ché vigilanti-bus non dormientibus iura succurunt… anche, ed an-zi soprattutto, nell’era telematica del secolo XXI,ben potendo accadere che un avviso non pervengao neppure si visualizzi sulla consolle.

Pignoramento e custodia di autoveicoli,motoveicoli e rimorchi (art. 521 bis c.p.c.)secondo le forme tradizionali delpignoramento mobiliare o mediante attonotificato e trascritto nel registroautomobilistico

Delle forme dell’espropriazione forzata di veicoliiscritti al P.R.A., peraltro destinato a scomparireper essere sostituito da più moderni registri digitaliconsultabili on line, già abbiamo scritto nel prece-dente contributo sul D.L. n. 132/2014, alle cui pa-gine integralmente rinviamo (53).Le modifiche apportate dalla legge di conversionedel D.L. n. 83/2015 (che, sempre a conferma di co-me vi sia un metodo anche cabalistico in questafollia, reca n. 132/2015; 83 era anche il numerodel D.L. “appellicida” risalente al 2012) sono sem-plici limature pratiche.Il legislatore conferma, anzitutto e nell’incipit del-l’art. 521 bis c.p.c. (54), che il pignoramento diveicoli può ancora avvenire secondo l’old style,cioè nelle più semplici forme del pignoramentomobiliare, mediante accesso dell’ufficiale giudi-ziario, ove questi rinvenga il veicolo illico et im-mediate nella casa del debitore o in altri luoghi alui appartenenti, redigendo un processo verbale enominando il custode ex artt. 518 ss. c.p.c.; ilverbale di pignoramento, restituito al creditoreprocedente per l’iscrizione a ruolo (che andrà ef-fettuata, in tal caso, entro i successivi quindicigiorni, come per tutte le esecuzioni su beni mobi-li), andrà altresì trascritto nel registro dei veicoli,

onde rendere opponibile a terzi il vincolo appo-sto (55), ad instar di quanto prevede lo stesso art.521 bis c.p.c. nella modalità alternativa, da segui-re quando il veicolo non venga immediatamentereperito.Richiamandoci integralmente al già citato scrittoquanto alle forme e ai termini del pignoramentomobiliare di veicoli senza immediato rinvenimen-to del bene da parte dell’ufficiale giudiziario insede di accesso (pignoramento che chiameremmo“virtuale”, per distinguerlo dal pignoramento“materiale” del veicolo, di cui testé abbiamo det-to, mercé rinvio dell’incipit della norma in esameagli artt. 518 ss. c.p.c.), codesto pignoramento“immateriale” si attua attraverso una fattispeciecomplessa a formazione progressiva (56), chemolto somiglia al pignoramento immobiliare,componendosi d’un atto notificato al debitore(contenente i dati di identificazione del veicolo el’invito a consegnare lo stesso e i documenti al-l’I.V.G. entro dieci giorni dalla notificazione) edella successiva trascrizione di tale atto nel regi-stro automobilistico (sinora il P.R.A.; a breve al-tro registro informatico). Comincerà poi, in taleseconda e alternativa forma di pignoramento“virtuale” del veicolo, di cui il debitore esecutatoè comunque costituito custode ex lege per effettodella notificazione dell’atto, la ricerca, a non dirl’inseguimento (sperabilmente non secondo lemodalità dei telefilm americani alla Starsky &Hutch), per rinvenirlo e apprenderlo material-mente, essendo ben poco plausibile che il debito-re ottemperi sponte sua all’invito a consegnare en-tro dieci giorni i beni pignorati, nonché i titoli ei documenti relativi alla proprietà e all’uso deimedesimi, all’I.V.G. autorizzato a operare nel ter-ritorio del circondario nel quale è compreso illuogo in cui il debitore ha la residenza, il domici-lio, la dimora o la sede o, in mancanza, a quellodel circondario giurisdizionale più vicino, comeprecisa meticolosamente l’ultima proposizionesempre del comma 1, secondo periodo, dell’art.

(53) Tedoldi, Le novità cit., 398 ss.(54) Le modifiche all’art. 521 bis c.p.c., comparse ex abrup-

to con la conversione in legge del D.L. n. 83/2015, sono sprov-viste di una norma transitoria, non potendosi far riferimento al-la regola residuale contenuta nell’art. 23, comma 9, D.L. cit.,onde esse andrebbero applicate anche ai procedimenti pen-denti alla data di entrata in vigore del D.L. (27 giugno 2015),non foss’altro perché non erano state neppure scritte. Non re-sta, dunque, che applicarle soltanto agli atti del processo ese-cutivo compiuti successivamente all’entrata in vigore della L.132/2015, di conversione del D.L. n. 83/2015, cioè ai pignora-menti effettuati dal 21 agosto 2015 in poi, salvo quanto diremotra breve in nota a proposito dei termini per l’iscrizione a ruoloe per l’istanza di vendita in caso di pignoramento “immateria-

le” del veicolo.(55) Cfr. Pret. Ravenna 6 maggio 1985, in Foro romagn.,

1986, 16, secondo cui l’acquisto di un’autovettura con datacerta anteriore all’atto di pignoramento presso terzi avente peroggetto lo stesso veicolo non è opponibile al creditore pigno-rante che abbia trascritto l’atto di pignoramento nel pubblicoregistro automobilistico in data anteriore a quella della trascri-zione (nello stesso registro) dell’atto di acquisto.

(56) Ammesso e non concesso che la trascrizione debbaancora considerarsi elemento costitutivo del pignoramento im-mobiliare, come giustamente nota Montanari, op. cit., 694 ss.,al lume dei termini d’inefficacia del pignoramento per mancataiscrizione a ruolo introdotti con il D.L. n. 132/2014, che eviden-temente prescindono dalla trascrizione.

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521 bis c.p.c., quale aggiunta dalla L. n. 132/2015di conversione del D.L. in esame.Quando finalmente gli organi di polizia, che accer-tino la circolazione del veicolo o comunque lo rin-vengano parcheggiato sulla pubblica via, riescano aprocedere al ritiro della carta di circolazione non-ché, ove possibile, dei titoli e dei documenti relati-vi alla proprietà e all’uso del veicolo, consegnando-lo fisicamente all’I.V.G. più vicino al luogo in cuiil bene pignorato è stato rinvenuto (questa la nuo-va lectio minutamente descrittiva del comma 4 del-l’art. 521 bis c.p.c., che evidentemente presupponeche gli organi di polizia, stradale o municipale od’altro genere, consultino telematicamente i regi-stri automobilistici, per accertare che sul veicolo incontravvenzione o coinvolto in un sinistro stradalenon risultino trascritti pignoramenti, procedendoin tale ipotesi al fermo del veicolo stesso e al ritirodella carta di circolazione, asportandolo mediantecarroattrezzi per poi consegnarlo al competenteI.V.G.), si potrà alfine dar corso all’espropriazionee l’I.V.G., divenuto custode del bene, dovrà darnepronta comunicazione al creditore procedente, pos-sibilmente tramite p.e.c.Dopodiché, in deroga a quanto previsto dall’art.497 c.p.c. (che continua, pur tuttavia, ad appli-carsi all’altra forma di pignoramento mobiliare delveicolo, contestualmente rinvenuto dall’ufficialegiudiziario in sede di accesso ex artt. 518 ss.c.p.c.), si è pure avuto cura di precisare (nuovopenultimo comma dell’art. 521 bis c.p.c.) che l’i-stanza di assegnazione o di vendita deve essere de-positata entro quarantacinque giorni non dal pi-gnoramento, ma dal deposito da parte del credito-re della nota di iscrizione a ruolo della procedu-ra (57): la quale ultima, nella forma di pignora-mento “virtuale” del veicolo di cui all’articolo inesame, deve avvenire entro trenta giorni dalla co-municazione effettuata dall’I.V.G. all’avvocatodel creditore, anziché entro quindici giorni dallariconsegna dell’atto di pignoramento al creditoreprocedente da parte dell’ufficiale giudiziario, come

prevede invece l’art. 518, penultimo comma,c.p.c. (introdotto con D.L. n. 132/2014), allorchési adottino le forme del pignoramento “materiale”del veicolo (58).Come ben vedesi, in queste “istruzioni per l’uso”di giuridico v’è poco o punto, se non la formaestrinseca di fonte primaria di legge (sic) che lecontiene: talché si dovrebbe tornare a convenire,con Giuseppe Chiovenda e Francesco Carnelut-ti (59), sulla non appartenenza dell’esecuzioneforzata all’attività giurisdizionale in senso proprio,ma ad un facere puramente materiale e meramen-te attuativo della prestazione inscritta nel titoloesecutivo, dando così atto e rendendo evidenti,anche sul piano sistematico, la regressione e lasvalutazione parodistiche degli articoli del LibroIII del c.p.c. e delle inerenti disposizioni di attua-zione, ampiamente ritoccate e manipolate dal le-gislatore del 2014-2015, con un furore analiticod’origine e d’indole schiettamente burocratico-pragmatiche, che di giuridico ha ben poco, senon la sempre più sfilacciata e bolsa forma estrin-seca.

L’iscrizione a ruolo della proceduraesecutiva a cura di soggetto diversodal creditore (art. 159 ter disp. att. c.p.c.)

Già nel precedente scritto (60) abbiamo ricordatocome il conditor abbia imposto al creditore proce-dente l’onere di iscrivere a ruolo la procedura entrotermini perentori, fissati in diversa misura e varia-mente decorrenti in base alla tipologia di ciascunaprocedura (quindici giorni per quella mobiliarepresso il debitore e immobiliare, trenta per quellapresso terzi, a far tempo dalla consegna al creditoredi pignoramento, titolo esecutivo e precetto; trentagiorni dalla comunicazione di avvenuta apprensio-ne del bene nel pignoramento di veicoli), sempre apena di inefficacia del pignoramento (v. l’art. 164ter disp. att. c.p.c.). Ormai tutto è affidato all’auto-gestione telematica del creditore, sgravandosi gli

(57) Di regola con modalità telematiche ex art. 159 bis disp.att. c.p.c. e con le copie del titolo esecutivo, del precetto, del-l’atto di pignoramento e della nota di trascrizione certificateconformi dall’avvocato del creditore, ai sensi dell’art. 518, pe-nultimo comma, c.p.c., quale introdotto dal D.L. n. 132/2014:cfr., si vis, Tedoldi, op. ult. cit., 400 ss.

(58) Il penultimo comma dell’art. 521 bis c.p.c., introdottocon L. 132/2015 di conversione del D.L. n. 83/2015, s’applicaanche alle procedure pendenti, sia in ragione di quanto preve-de l’art. 23, comma 9, D.L. cit. sul piano della disciplina transi-toria (ancorché questa non si riferisca puntualmente alla modi-fica introdotta solo in sede di conversione in legge, bensì sol-tanto alle disposizioni già dettate nel testo originario del D.L.),sia soprattutto perché la norma altro non è che la naturale

conseguenza dell’iscrizione a ruolo della procedura esecutivasoltanto dopo la comunicazione dell’I.V.G. d’intervenuta ap-prensione materiale del veicolo, non potendosi certo esigere,neppure in precedenza, un’istanza di vendita entro novanta(ora quarantacinque) giorni dal pignoramento, senza la previaiscrizione a ruolo della procedura. Perciò, il penultimo commadell’art. 521 bis c.p.c. oggi introdotto altro non fa che avallaree consolidare l’interpretazione già anteriormente preferibile.

(59) Chiovenda, Sulla natura giuridica dell’espropriazione for-zata, in Saggi di diritto processuale civile, II, Roma, 1931, 459ss.; Carnelutti, Lezioni di diritto processuale civile. Processo diesecuzione, II, Padova, 1930, 224 ss.

(60) Tedoldi, Le novità cit., 400 ss.

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uffici giudiziari d’ogni anche minimo onere, chenon sia quello di digitare gli estremi della procedu-ra per aprirne il fascicolo telematico e renderlo così“visibile”.Sovviene ora una norma sull’iscrizione a ruolo(l’art. 159 ter disp.att. c.p.c.) (61) da parte di sog-getti diversi dal creditore procedente (ivi inclusol’ufficiale giudiziario: auguri...), così mal scritta dariuscire poco o punto comprensibile e il cui conte-nuto precettivo ci pare possa essere ridotto a dueessenziali proposizioni: l’iscrizione a ruolo, cui nor-malmente darà corso il creditore pignorante in viatelematica, quando sia effettuata da altro soggettopresuppone comunque il deposito di nota di iscri-zione a ruolo, che potrà avvenire anche solo in for-ma cartacea, con una copia del pignoramento, an-che non autenticata, quando si tratti dei dipenden-ti di cui si avvalgono le pubbliche amministrazioniper stare in giudizio personalmente o di altri sog-getti esentati dall’onere del patrocinio mediantedifensore (ad es., i debitori personalmente, chechiedano la conversione o la riduzione del pignora-mento) (62); dovrà, pur tuttavia, il creditore pi-gnorante depositare comunque, nei termini peren-tori dianzi ricordati, copie conformi di titolo esecu-tivo, precetto, pignoramento e, nelle esecuzioniimmobiliari o di beni mobili registrati, la nota ditrascrizione.Il tutto, sempre sotto minaccia di “repulisti”, id estinefficacia del pignoramento, pronunciabile ancheex officio a norma dell’art. 164 ter disp. att. c.p.c.

La pubblicità telematica delle venditegiudiziarie, a pena di estinzione delprocedimento esecutivo

Le norme s’adeguano e aggiornano quel che già erala best practice delle vendite, specialmente immobi-liari. L’obsoleto e obliabile albo degli avvisi del tri-bunale, pur senza andare definitivamente in soffittaancorché ormai affetto da irreversibile obsolescen-za, scompare dall’orbita della pubblicità degli avvisidi vendita, per lasciar posto, come già avveniva defacto, a più moderni strumenti telematici, consulta-bili per l’intero orbe terracqueo, stando comoda-mente seduti in poltrona o su una sdraio, in mezzoal mare o sui monti, a contemplar mirabilia elettro-niche, in quella ch’è ormai l’evoluzione dell’homodigitalis, un nuovo homo sapiens sapiens sempre piùsolo e narciso, ancorché immerso nel mare magnumdell’era di internetI portali web dedicati alle vendite giudiziarie - sino-ra gestiti da società private, iscritte in appositoelenco istituito e conservato presso il Ministerodella giustizia (63) - diverranno un unico “Portaledelle Vendite Pubbliche”, affidato alle cure del Mi-nistero della giustizia (art. 490, comma 1, c.p.c.; v.anche gli artt. 530, penultimo comma, e 533, pe-nultimo comma, c.p.c. sulla pubblicità delle vendi-te mobiliari) e che dovrà funzionare secondo le re-gole tecniche emesse dal responsabile per i sistemiinformativi automatizzati del Ministero, teorica-mente entro sei mesi dal 21 agosto 2015, data diingresso in vigore della legge di conversione delD.L. in esame (v. l ’art. 161 quater disp. att.c.p.c.) (64).

(61) Questa la tutt’altro che perspicua norma transitoria(art. 23, comma 11 bis, D.L. n. 83/2015, conv. dalla L. n.132/2015): il deposito telematico delle note di iscrizione a ruo-lo ai sensi dell’art. 159 ter disp. att. c.p.c. può essere effettuatodai soggetti (difensori e dipendenti di cui si avvalgono le pub-bliche amministrazioni per stare in giudizio personalmente) dicui all’art. 16 bis, comma 1, D.L. 18 ottobre 2012, n. 179, con-vertito, con modificazioni, dalla L. 17 dicembre 2012, n. 221, esuccessive modificazioni, diversi dal creditore, a decorrere dal2 gennaio 2016.

(62) Al punto 9 della Circolare 23 ottobre 2015 del Ministe-ro della giustizia, sugli “Adempimenti di cancelleria relativi alProcesso Civile Telematico”, si legge che, “allo stato attualedella normativa, non sono tenute al deposito mediante inviotelematico le parti non costituite a mezzo di difensore”. In par-ticolare si segnala che, ai sensi dell’art. 16-bis, comma 1, ulti-mo periodo, d.l. n. 179/2012, aggiunto dall’art. 44, comma 2,d.l. n. 90/2014, “per difensori non si intendono i dipendenti dicui si avvalgono le pubbliche amministrazioni per stare in giu-dizio personalmente”. Per tali funzionari, dunque, non sussiste,né attualmente, né, a normativa invariata, sussisterà in futuro,l’obbligo di invio telematico di atti e documenti processuali”.

(63) Il D.M. 31 ottobre 2006 (in G.U. 22 dicembre 2006, n.297) individuava i requisiti dei siti internet destinati all’inseri-

mento degli avvisi di vendita di cui all’articolo 490 c.p.c. (neltesto vigente sino al 2015), istituendo altresì il “Portale VenditeGiudiziarie” per la ricerca e il monitoraggio dei dati pubblicatisui vari siti dei soggetti iscritti all’elenco, al fine di consentireuna visione completa e unitaria di tutte le vendite forzate incorso; con Provvedimento del Direttore generale del Ministerodella giustizia datato 2 aprile 2009 (in G.U. n. 139 del 15 giu-gno 2002 - S.O. n. 126) è stato istituito l’elenco dei siti internetgestiti da soggetti in possesso dei requisiti professionali di cuiagli artt. 3 e 4 del D.M. 31 ottobre 2006 e del registro nel qualesono conservati i decreti di ammissione delle società e degliistituti autorizzati.

(64) Le nuove disposizioni in materia di pubblicità delle ven-dite si applicheranno decorsi trenta giorni dalla pubblicazionein G.U. delle specifiche tecniche (v. l’art. 23, comma 2, D.L. n.83/2015), confidando che i sei mesi, scadenti il 21 febbraio2016, bastino al Ministero per emanare codeste specifiche tec-niche. Una volta entrate in vigore, è da ritenere ch’esse si ap-plichino a ogni nuovo esperimento di vendita che esiga la pre-via pubblicità, anche rispetto alle procedure esecutive penden-ti, giusta il principio onde tempus regit actum. Sul tema v. Gior-dano, Note “a prima lettura” sulle nuove modalità di pubblica-zione dell’avviso di vendita nell’espropriazione immobiliare, inGiustiziacivile.com del 5 agosto 2015.

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Con norma non priva di ambiguità inserita in sededi conversione in legge, lo stesso art. 490, ultimocomma, c.p.c. prevede che, “anche su istanza” delcreditore procedente o di un creditore munito dititolo esecutivo (trovandoci nella fase espropriativadell’esecuzione forzata), il giudice possa disporreche, in aggiunta alla pubblicità obbligatoria sulPortale delle Vendite Pubbliche, l’avviso sia inseri-to, almeno quarantacinque giorni prima del termi-ne per la presentazione delle offerte, una o più vol-te sui quotidiani di informazione locali aventi mag-giore diffusione nella zona interessata o, quandoopportuno, sui quotidiani di informazione nazionalio che sia divulgato con le forme della pubblicitàcommerciale, in ossequio a già esistente previsionee alla migliore prassi, che aveva bensì consentitodi aprire le vendite giudiziarie al mercato, special-mente immobiliare, ma con l’effetto, viepiù indesi-derabile in questo periodo di crisi, di caricare leprocedure d’ingenti e, in alcuni casi, del tutto spro-porzionate spese pubblicitarie, che si sommavano aquelle di custodia e per la delega alle operazioni divendita. Quell’“anche” aggiunto all’istanza del cre-ditore procedente o comunque munito di titoloesecutivo che, nel testo originario del D.L. n.83/2015 (ante conversione nella L. n. 132/2015),era il solo a poter provocare le forme pubblicitariemediante mass media più o meno costosi, ha lo sco-po di consentire al g.e. di disporre anche d’ufficiotali forme di pubblicità ovvero di esercitare unamoral suasion sui creditori, che difficilmente oppor-ranno resistenza alle sollecitazioni ricevute in talsenso. Non ci si può esimere, tuttavia, dal rilevarel’infelicità della formula, ché gli atti del processo sicompiono o su istanza di parte o anche d’ufficio(tertium non datur), non già “anche su istanza diparte”: ma questo è ciò che il turbolegislatore am-mannisce a sempre più disincantati sudditi.I costi per la pubblicità sul “Portale delle VenditePubbliche” sono, è ben vero, assai contenuti e leg-geri, dovendosi soltanto dar corso al versamento delcontributo unificato, ai sensi del nuovo art. 18 bisd.P.R. n. 115/2002 (v. anche lo stesso art. 161 qua-

ter disp. att. c.p.c.) (65). Oltremodo gravosa sarà, in-vece, la sanzione per aver omesso la pubblicità, percagioni imputabili al creditore procedente o ai cre-ditori intervenuti muniti di titolo esecutivo i quali,salvo che l’omissione sia ascrivibile al commissiona-rio o al delegato alla vendita (tenuti anch’essi, inprimo luogo, a effettuare la pubblicità), potrannogiustificarsi soltanto producendo la certificazione dimancato funzionamento del portale rilasciata dalMinistero (auguri…: vedansi, all’uopo, gli artt. 631bis c.p.c. e 161 quater disp. att. c.p.c.): l’estinzione,rilevabile anche d’ufficio, sarà ineluttabile, con one-re di impugnare il provvedimento, quale che ne siail contenuto (cioè dichiarativo o meno dell’estinzio-ne), unicamente mediante reclamo al collegio entroventi giorni dalla comunicazione di esso; il collegio,di cui fa parte lo stesso g.e., deciderà con sentenza,appellabile in corte d’appello nelle forme del ricorsointroduttivo di procedimento camerale, ai sensi de-gli artt. 630 c.p.c. (che richiama l’art. 178) e 130disp. att. c.p.c., poiché “vuolsi così colà dove si puoteciò che si vuole, e più non dimandare” (66).

Le novità in tema di vendita forzatamobiliare

Le sparse norme dedicate dalla novella del 2015 al-le vendite mobiliari perseguono due obiettivi difondo, ormai tipici nel contesto economico-finan-ziario contemporaneo, a ulteriore riprova del meto-do cui s’ispira l’italico conditor, assillato unicamen-te dal desiderio di scalare la classifica Doing Busi-ness (67) e di compiacere i signori della City e diWall Street, che hanno in mano l’abnorme debitopubblico del nostro Paese: affidare le procedure inoutsourcing e chiuderle nel minor tempo, a costo dilasciare il creditore a mani vuote (tenendo oltre-tutto le spese a proprio carico dacché, per censura-bile orientamento della Cassazione, le spese delprecetto e della procedura o trovano collocazione esoddisfazione in questa o non sono separatamenteripetibili dal debitore, che pur le ha cagionate conla propria inadempienza (68)).

(65) Euro cento per le sole pubblicità di vendite di beni im-mobili o di beni mobili registrati, da aggiornare ogni anno se-condo gli indici ISTAT. Gratiis et amore dei per beni d’altro ge-nere.

(66) Cfr., si vis, Tedoldi, Il “caro estinto”: sulla forma dell’ap-pello contro sentenza di rigetto del reclamo avverso ordinanzadichiarativa dell’estinzione del processo (Nota a Cass., SS.UU.,8 ottobre 2013, n. 22848), in Riv. dir. proc., 2014, 1552 ss.

(67) Sulla quale v., con puntuali osservazioni critiche, Capo-ni, Doing Business come scopo del processo civile?, in Foro it.,2015, V, 10 ss., dove ulteriori riferimenti; v. anche Capponi, Ilprocesso civile e la crescita economica (una commedia degliequivoci), in Giustiziacivile.com del 22 giugno 2015; Id., Dieci

anni di riforme sull’esecuzione forzata, in www.judicium.it,2015, destinato a Questione Giustizia, 3/2015, par. 4.

(68) V., ex plurimis, Cass. 9 maggio 2007, n. 10572, secon-do cui la sopravvenuta inefficacia del precetto per mancato ini-zio dell’esecuzione nel termine di novanta giorni dalla sua noti-ficazione comporta che le spese del precetto ormai perento re-stano a carico dell’intimante, essendo applicabile, anche inquesta ipotesi, il principio - stabilito dall’ultimo comma dell’art.310 c.p.c. e richiamato, per il caso di estinzione del processoesecutivo, dall’art. 632, ultimo comma, codice di rito - che lespese del processo estinto stanno a carico delle parti che lehanno anticipate; né la spesa sopportata per intimare il precet-to divenuto inefficace può essere assimilata a un costo soste-

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Vediamo schematicamente le novità, secondo con-secutio procedurale (69):- anche per le vendite mobiliari dovrà esser previa-mente eseguita la pubblicità sul Portale delle Ven-dite Pubbliche almeno dieci giorni prima della sca-denza del termine per la presentazione delle offer-te, senza l’onere di versare il contributo unificato(v. l’art. 18 bis, d.P.R. n. 115/2002), ma a pena diestinzione ex art. 631 bis c.p.c. (cfr. l’art. 530, pe-nultimo comma, c.p.c.);- salvo che il valore dei beni mobili pignorati nonsuperi € 20.000, l’aggiudicatario può essere ammes-so al pagamento rateale, sino a un massimo di do-dici mesi, secondo la medesima disciplina di cui di-remo a proposito di vendita forzata immobiliare(art. 530, ultimo comma, c.p.c.);- la vendita forzata mobiliare avverrà sempre me-diante commissionario, scelto tra gli iscritti all’e-lenco dei soggetti specializzati per la custodia e lavendita dei mobili pignorati, ai sensi degli artt.532 c.p.c. e 165 sexies disp. att. c.p.c., formato se-condo modalità telematiche dal presidente del tri-bunale, sentito il procuratore della Repubblica (v.anche l’art. 16 novies D.L. n. 179/2012) (70);- nel disporre la vendita tramite commissionario, ilg.e. fissa il numero complessivo, non inferiore atre, degli esperimenti di vendita, i criteri per deter-minare i relativi ribassi, le modalità di depositodella somma ricavata dalla vendita e il termine fi-nale (non inferiore a sei mesi e non superiore a unanno), alla cui scadenza il commissionario dovràrestituire gli atti in cancelleria: in tale ultimo caso,se non vi sono istanze di integrazione del pignora-mento ex art. 540 bis c.p.c., il g.e. dispone la chiu-sura anticipata del processo esecutivo per infrut-tuosità, anche quando non sussistano i presuppostidi cui all’art. 164 bis disp att. c.p.c., presumendosiche, falliti tre esperimenti di vendita, non sia “piùpossibile conseguire un ragionevole soddisfacimen-to delle pretese dei creditori, anche tenuto contodei costi necessari per la prosecuzione della proce-

dura, delle probabilità di liquidazione del bene edel presumibile valore di realizzo”;- si prevedono modalità di vendita telematica, di-sciplinate con apposito decreto ministeriale, da in-tegrare eventualmente con il Portale delle VenditePubbliche e con i portali dei gestori delle venditetelematiche, iscritti nell’apposito registro istituitopresso il Ministero della giustizia, a norma dell’art.161 ter disp. att. c.p.c. e del D.M. n. 32/2015 (71);- qualora la vendita non avvenga nel termine fissa-to ut supra, il commissionario restituisce gli atti incancelleria e fornisce prova dell’attività specifica-mente svolta in relazione alla tipologia del beneper reperire potenziali acquirenti e di avere effet-tuato la pubblicità disposta dal giudice;- per i beni mobili iscritti in pubblici registri divie-ne automatica la delega a professionista iscritto ne-gli elenchi di cui all’art. 179 ter disp. att. c.p.c. (art.534 bis c.p.c.), come per le vendite immobiliari exart. 591 bis c.p.c.;- sulle contestazioni inerenti all’operato di commis-sionario o del delegato alla vendita di beni mobiliregistrati, provvede il g.e. con ordinanza, non piùsoggetta a opposizione agli atti esecutivi ex art. 617c.p.c., bensì a reclamo al collegio, di cui non puòfar parte il g.e., ai sensi dell’art. 669 terdecies c.p.c.e nel relativo termine di quindici giorni dalla co-municazione del provvedimento (v. l’art. 534 terc.p.c.) (72); gli è che, così facendo, la controversianon trova soluzione definitiva, come avveniva si-nora mercé sentenza sull’opposizione agli atti ese-cutivi, soggetta a ricorso straordinario per cassazio-ne, pena il trascorrere della stessa in rem iudicatam,ancorché su oggetto meramente processuale e,dunque, idonea al giudicato formale, non a quellosostanziale ex art. 2909 c.c.: il reclamo al collegio,ad instar dei procedimenti cautelari, non si chiudenormalmente con provvedimento idoneo al giudi-cato, neppure formale, a meno che non voglia rico-noscersi a questo, allorché incida su situazioni so-stanziali delle parti e possegga, così, efficacia e con-tenuto decisorii, quel carattere definitivo atto a

nuto per il recupero delle somme non corrisposte alla scaden-za, ripetibile dal debitore ai sensi dell’art. 6, D.Lgs. n. 231 del2002. Orientamento questo che merita, invero, d’esser com-pletamente e immantinente rivisto, salvo che non s’intendacontinuare a premiare debitori incalliti e impenitenti.

(69) Le nuove norme in materia di vendita mobiliare, salvoquanto specificheremo nelle note a piè di pagina che immedia-tamente seguono questa, si applicano anche alle procedureesecutive pendenti al 27 giugno 2015 e, segnatamente, allevendite disposte dal g.e. a partire da tale data e, deve ritenersi,anche a quelle nuovamente esperite dopo che anteriori esperi-menti di vendita non abbiano avuto esito.

(70) Queste disposizioni si applicano, invece, a partire dal21 agosto 2015, ammesso e non concesso che i presidenti dei

vari tribunali abbiano formato l’elenco dei soggetti specializzatiper la custodia e la vendita dei mobili pignorati.

(71) Il D.M. 26 febbraio 2015, n. 32 (in G.U. 24 marzo 2015,n. 69), contiene il “Regolamento recante le regole tecniche eoperative per lo svolgimento della vendita dei beni mobili e im-mobili con modalità telematiche nei casi previsti dal codice diprocedura civile, ai sensi dell’articolo 161-ter delle disposizioniper l’attuazione del codice di procedura civile” ed è destinatoad applicarsi “decorsi dodici mesi dalla sua entrata in vigore”(v. art. 28, comma 1, D.M. cit.), cioè, tenuto conto della vacatiolegis ex art. 10 prel. (e se non abbiamo sbagliato i calcoli), afar tempo dall’8 aprile 2016.

(72) La disposizione si applica anche ai procedimenti pen-denti al 27 giugno 2015.

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renderlo impugnabile con ricorso straordinario percassazione ex art. 111, comma 7, Cost. (ma è bendifficile pensare che la S.C., già sommersa dai ri-corsi, sia incline ad ammetterlo). V’è, insomma, ilrischio che la questione sia così suscettibile d’essereriproposta enne volte, senza trovare definitiva solu-zione con provvedimento idoneo al giudicato for-male. Per non parlare, poi, dell’incertezza in cui sigetta l’operatore, astretto a ricordarsi che l’opposi-zione ex art. 617 c.p.c., usualmente e generalmenteadoperabile per far valere nullità o irregolarità e,comunque, contestare provvedimenti del g.e., nons’adopera invece per gli incidenti su atti del com-missionario o del delegato alla vendita (così comeper l’estinzione per rinuncia o per inattività deveadoprarsi un mezzo ancora diverso, id est il reclamoentro venti giorni dal provvedimento, ai sensi degliartt. 630 e 178 c.p.c. e 130 disp. att. c.p.c., con ilg.e. che può far parte del collegio e con susseguen-te appello camerale, da proporsi mediante ricorso,anziché citazione, avverso la sentenza emessa dalcollegio (73)).Una galleria degli orrori, insomma, più degna diun luna park che di un processo “civile”, entro cuiè facile perdersi ed esser divorati da abnormi for-malismi.

…e di vendita forzata immobiliare

Anche per le vendite immobiliari converrà sunteg-giare le novità:- iscritta a ruolo telematicamente la procedura entroquindici giorni dalla restituzione di atto di pignora-mento notificato al debitore, titolo esecutivo e pre-cetto dall’ufficiale giudiziario al creditore pignoran-te, depositata l’istanza di vendita decorsi dieci giornied entro quarantacinque giorni dalla notifica del pi-gnoramento al debitore, effettuata la trascrizionenei registri immobiliari e depositata la relativa notanel fascicolo telematico della procedura (v. l’art.557 c.p.c.), entro sessanta giorni (in luogo dei cen-toventi) dal deposito (telematico, ça va sans dire)dell’istanza di vendita va depositato il certificatonotarile attestante le risultanze delle visure catastalie dei registri immobiliari ex art. 567 c.p.c., salvo

proroga autorizzata dal g.e. prima della scadenza eper un massimo di ulteriori sessanta giorni (anzichécentoventi, com’era prima del D.L. in esame) (74).- Depositato il certificato notarile - salvo difficoltoseappendici per far constare l’accettazione tacita dieredità, in caso di acquisti mortis causa del bene im-mobile pignorato che non risultino trascritti nei re-gistri immobiliari, onde assicurare in tal modo lacontinuità delle trascrizioni (75) - il g.e. dovrà no-minare immantinente (entro quindici giorni da que-sto, recita il nuovo art. 569, comma 1, c.p.c., fissan-do poi udienza per la comparizione delle parti e deicreditori iscritti e per disporre la vendita entro no-vanta giorni da tale nomina: ma codesti termini as-segnati all’ufficio, si sa, sono meramente “canzona-tori”) l’esperto stimatore, che giurerà direttamentein cancelleria, anziché nelle mani del g.e., e sarà te-nuto ora, come peraltro già avveniva nelle best prac-tices, a redigere la stima avendo riguardo al valore dimercato del bene (in luogo dell’ormai vetusto valo-re catastale, che ancor compariva sinora mercé rin-vio all’art. 15 c.p.c.) e con le informazioni di cui alnovellato art. 568 c.p.c., procedendo “al calcolo del-la superficie dell’immobile, specificando quella com-merciale, del valore per metro quadro e del valorecomplessivo, esponendo analiticamente gli adegua-menti e le correzioni della stima, ivi compresa la ri-duzione del valore di mercato praticata per l’assenzadella garanzia per vizi del bene venduto, e precisan-do tali adeguamenti in maniera distinta per gli oneridi regolarizzazione urbanistica, lo stato d’uso e dimanutenzione, lo stato di possesso, i vincoli e glioneri giuridici non eliminabili nel corso del proce-dimento esecutivo, nonché per le eventuali spesecondominiali insolute” (76): il tutto secondo il mo-dello di perizia descritto, nei più minuti dettagli,dall’art. 173 bis disp. att. c.p.c., cui vengono aggiun-ti tre numeri (il 7, l’8 e il 9), di cui facciamo graziaal paziente lettore, che potrà semmai giocarli al lot-to, non necessariamente in quest’ordine ed anchecomponendoli secondo la cabala e sfidando la sorte,un po’ come fa il creditore quando s’avventuri inuna procedura esecutiva italico more.Il furore analitico-procedurale del conditor suscita au-tentica e barocchissima “maraviglia”, spingendosi a

(73) Cfr., si vis, Tedoldi, Il “caro estinto”: sulla forma dell’ap-pello contro sentenza di rigetto del reclamo avverso ordinanzadichiarativa dell’estinzione del processo (Nota a Cass., SS.UU.,8 ottobre 2013, n. 22848), in Riv. dir. proc., 2014, 1552 ss.

(74) La dimidiazione dei termini s’applica esclusivamentealle procedure esecutive immobiliari iniziate, con il pignora-mento, dal 27 giugno 2015 in poi (v. l’art. 23, comma 6, D.L.n. 83/2015).

(75) V. supra nota 55.(76) La disposizione si applica anche ai procedimenti pen-

denti al 27 giugno 2015; peraltro, quando è già stata dispostala vendita, la stessa ha comunque luogo con l’osservanza dellenorme precedentemente in vigore e le disposizioni inerenti alsubprocedimento di vendita introdotte dal D.L. n. 83/2015 siapplicano quando il giudice o il professionista delegato dispo-ne una nuova vendita, salvo tener ferma la perizia già effettua-ta, quando (come per buone prassi) risulti già rispondente aicontenuti di cui ai novellati artt. 568 c.p.c. e 173 bis disp. att.c.p.c.

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prevedere che l’esperto invii la relazione di stima al-meno trenta (anziché quarantacinque) giorni primadell’udienza fissata dal g.e. per disporre la vendita eche le parti debbano muovere eventuali osservazionientro i quindici giorni anteriori all’udienza, invian-dole direttamente all’esperto, tenuto in tal caso acomparire all’udienza per rendere chiarimenti (art.173 bis, ultimi due commi, disp. att. c.p.c. (77)).Tutto ormai è sterile procedura: il resto non contanulla, sol che le forme siano scrupolosamente os-servate. Finché un giorno diverremo forse anchenoi freddi e disumani robot, meccanismi perfetta-mente oliati, in grado di produrre e sfornare a gettocontinuo atti e provvedimenti formalmente irre-prensibili, contenutisticamente indifferenti alla vi-cenda umana che s’agita dietro i files telematici.- L’art. 161 disp.att. c.p.c., in un nuovo ultimo com-ma, prevede ora che il compenso finale dell’espertoo dello stimatore nominato dal giudice o dall’ufficia-le giudiziario venga calcolato sulla base del prezzo ri-cavato dalla vendita e che prima della vendita nonpossano essere liquidati acconti in misura superioreal cinquanta per cento del compenso calcolato sullabase del valore di stima. La disposizione, pur lodevo-le nella misura in cui intende evitare stime eccessi-vamente ottimistiche, è tuttavia irragionevole e, pertal ragione, in contrasto con l’art. 3 Cost., non po-tendo certo ridursi a un nonnulla il compenso dell’e-sperto sol perché l’immobile o i mobili vengano alfi-ne aggiudicati a prezzi irrisori dopo numerosi esperi-menti di vendita andati deserti e susseguenti riduzio-ni del prezzo base d’asta o quando la procedura ven-ga estinta per infruttuosità ex art. 164 bis disp. att.c.p.c. L’estraneità delle valutazioni dell’esperto ri-spetto agli svolgimenti della procedura è affatto pale-se e non autorizza riduzioni del compenso smodatee, al postutto, prive di senso e irrispettose d’ogni cri-terio di adeguatezza all’importanza dell’opera intel-lettuale e al decoro della professione (cfr. l’art. 2233c.c.), anche quando il bene sia stato svenduto al mi-glior offerente o sia rimasto invenduto.- All’udienza fissata per la comparizione delle partie dei creditori iscritti, il g.e. delega (non più facolta-

tivamente, ma obbligatoriamente) le operazioni divendita a notaio o a commercialista o avvocatoiscritti all’elenco di cui all’art. 179 ter disp. att.c.p.c. (78); la vendita delegata è, insomma, la regolae può non esser disposta soltanto quando il g.e., sen-titi i creditori (ed anche il debitore esecutato, cipermettiamo di aggiungere, sebbene il nuovo com-ma 2 dell’art. 591 bis c.p.c. l’abbia obliterato, a ulte-riore conferma della matrice, a dir così, “bancaria”della novella del D.L. n. 83/2015), ritenga preferibi-le procedere direttamente alle operazioni di vendita,a tutela degli interessi delle parti e in ragione dipossibili fattori di inquinamento ambientale dellevendite forzate (ad es., per infiltrazioni mafiose o ri-ciclaggio di danaro) o, ancora, per sproporzione deicosti della delega rispetto al valore del bene; inoltre,analogamente a quel che è ora previsto per l’osser-vanza del programma di liquidazione dell’attivo daparte del curatore fallimentare (v. l’art. 104 ter, ulti-mo comma, l.fall., introdotto dallo stesso D.L. n.83/2015), il g.e. dispone la revoca della delega delleoperazioni di vendita, previa convocazione del dele-gato, se non vengono rispettati i termini e le diretti-ve per lo svolgimento delle operazioni, salvo che ilprofessionista delegato dimostri che il mancato ri-spetto del termini o delle direttive sia dipeso dacausa a lui non imputabile (v. art. 591 bis, comma 2e ultimo comma, c.p.c.) (79).- Gli incidenti sull’attività del delegato vengono ri-solti con ordinanza del g.e., soggetta a reclamoex art. 669 terdecies c.p.c., anziché a opposizioneagli atti esecutivi (v. l’ultima parte dell’art. 591 terc.p.c.), come avviene per l’attività del commissio-nario o del delegato alle vendite mobiliari (art.534 bis c.p.c.) e con gli stessi problemi esaminatinel precedente paragrafo in tema di stabilità e diregime impugnatorio dell’ordinanza collegiale sulreclamo, quando abbia contenuto decisorio (80).- Riscrivendo il comma 3 dell’art. 569 c.p.c. (81) inpuro e stretto “burocratese”, il legislatore ha volutoaccelerare e serrare, sempre attraverso termini can-zonatori, la fase di presentazione delle offerte in bu-sta chiusa, secondo le modalità proprie della vendita

(77) Il cui testo peraltro vigeva già dal 1° marzo 2006 ed erastato parzialmente modificato con effetto dal 1° gennaio 2012.

(78) L’iscrizione va effettuata in via telematica, a norma del-l’art. 16 novies D.L. n. 179/2012, introdotto dallo stesso D.L. n.83/2015, che detta le modalità informatiche per le domande diiscrizione e per la tenuta dell’albo dei consulenti tecnici, dell’al-bo dei periti presso il tribunale, dell’elenco dei soggetti specia-lizzati per la custodia e la vendita dei beni pignorati e dell’elen-co dei professionisti disposti a provvedere alle operazioni divendita.

(79) Il nuovo art. 591 bis si applica anche alle procedureesecutive pendenti al 27 giugno 2015.

(80) L’art. 591 ter c.p.c., a differenza dell’art. 534 ter per le

vendite mobiliari tramite commissionari o delegato, è statomodificato soltanto con la legge di conversione n. 132/2015,senza dettare alcun regime transitorio: se ne desume che ilnuovo regime impugnatorio (reclamo al collegio anziché oppo-sizione agli atti esecutivi) s’applica alle ordinanze del g.e. su in-cidenti relativi all’operato del delegato o del commissionarioemesse a far data dal 21 agosto 2015 (ingresso in vigore dellalegge di conversione n. 132/2015), giusta il principio tempusregit actum, laddove per le vendite mobiliari l’analogo art. 534bis è applicabile anche alle procedure pendenti al 27 giugno2015 (entrata in vigore del D.L. n. 83/2015).

(81) La disposizione si applica anche ai procedimenti pen-denti alla data di entrata in vigore del presente decreto ex art.

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senza incanto, ché la procedura di vendita con in-canto è stata ormai ridotta allo stato ectoplasmaticoo, se si preferisce, alla stregua dell’araba Fenice(“che vi sia ciascun lo dice; dove sia, nessun lo sa”):il g.e., fallita la vendita senza incanto, dispone l’in-canto “solo quando ritenga probabile che la venditacon tale modalità possa aver luogo a un prezzo supe-riore della metà rispetto al valore (di perizia) del be-ne” (ultima frase dell’art. 569, comma 3, c.p.c.; v.anche il novellato art. 591, comma 1, c.p.c.), cioèevidentemente mai, ché solo un Don Quixote, granlettore in gioventù di libri di cavalleria, può pensaredi ottenere munifici doni grazie alla magia dell’in-canto e magari al chiarore o agli incensi esoterici diantiche “candele vergini”, che s’usavano in illo tem-pore per misurare il tempo prima di sancire la vitto-ria nell’asta e la susseguente aggiudicazione provvi-soria al miglior offerente.- Il novellato comma 3 dell’art. 569 c.p.c. racco-manda anche di indicare nell’ordinanza con cui sidispone la vendita (di regola, salvo casi assoluta-mente eccezionali, mediante delegato, come si di-ceva poc’anzi) l’offerta minima (82), cioè l’offertaanche inferiore di un quarto al prezzo base di ven-dita dell’immobile, che nondimeno resta efficace,concorrendo comunque all’eventuale gara tra pluri-mi offerenti (v. anche l’inciso introdotto nell’art.571, comma 2, c.p.c.): in una parola, chi vende di-ce a chi è interessato all’acquisto che il prezzo delbene è cento, ma che può venderlo anche a settan-tacinque e va bene lo stesso...- In caso di aggiudicazione, il prezzo dovrà essere pa-gato entro i successivi centoventi giorni o, quandoricorrano giustificati (e non meglio precisati) moti-vi, anche ratealmente in dodici mesi (cfr. altresì ilnovellato art. 107 l.fall. per le vendite fallimentari).In tale ipotesi, con il decreto che pronuncia l’aggiu-dicazione e dispone il versamento rateale del prezzoil g.e. può autorizzare l’aggiudicatario, che ne facciarichiesta, a immettersi nel possesso dell’immobilevenduto, a condizione che sia prestata una fideius-sione, autonoma, irrevocabile e a prima richiestaper un importo pari ad almeno il trenta per centodel prezzo di vendita, rilasciata da un operatore pro-

fessionale appartenente a una categoria individuatadal g.e. in ragione della capacità di garantire l’a-dempimento integrale e tempestivo della garanzia, afavore della procedura esecutiva e a garanzia del ri-lascio dell’immobile entro trenta giorni dall’even-tuale provvedimento di decadenza dall’aggiudicazio-ne per inadempimento, nonché del risarcimento deidanni eventualmente arrecati all’immobile; la fi-deiussione è escussa dal custode o dal professionistadelegato su autorizzazione del giudice.- Se l’aggiudicatario non versa il prezzo nel terminestabilito nel decreto di aggiudicazione provvisoriao anche una sola rata entro dieci giorni dalla sca-denza del termine (83), il g.e. dispone la perdita atitolo di multa della cauzione e delle eventuali rategià versate, ordinando altresì all’aggiudicatario chesia stato immesso nel possesso di rilasciare l’immo-bile al custode, sotto comminatoria di esecuzioneforzata per il rilascio a cura dello stesso custode,valendosi di tale decreto quale titolo esecutivo (v.il novellato comma 1 dell’art. 587 c.p.c.). Restaferma, inoltre, la condanna in danno dell’aggiudi-catario inadempiente: se il prezzo che si ricava dal-la nuova vendita, unito alla cauzione e alle rateconfiscate, risulti inferiore a quello della preceden-te vendita, l’aggiudicatario inadempiente è tenutoal pagamento della differenza (artt. 587., u.c.,c.p.c. e 177 disp. att. c.p.c.). Non pare, invece, chepossa farsi luogo a condanna in danno dell’aggiudi-catario inadempiente, quando la procedura esecuti-va si chiuda per infruttuosità ex art. 164 bis di-sp.att. c.p.c.: la norma di cui all’ultimo comma del-l’art. 587 c.p.c., affatto eccezionale, esige che unasuccessiva vendita abbia luogo e non tollera appli-cazioni analogiche.- Giova ricordare che, ai sensi dell’art. 173 quin-quies disp. att. c.p.c., il g.e., con l’ordinanza di ven-dita, può disporre che la presentazione dell’offertad’acquisto sia effettuata mediante posta elettronicacertificata e la prestazione della cauzione avvengacon sistemi telematici di pagamento ovvero concarte di debito, di credito o prepagate o con altrimezzi di pagamento disponibili nei circuiti banca-rio e postale. È consentita la prestazione della cau-

23, comma 9, D.L. n. 83/2015. Quando è già stata disposta lavendita, la stessa ha comunque luogo con l’osservanza dellenorme precedentemente in vigore e le disposizioni di cui alpresente decreto si applicano quando il giudice o il professio-nista delegato dispone una nuova vendita.

(82) L’inciso è stato aggiunto con la legge di conversione n.132/2015 e dovrebbe valere la stessa disposizione transitoriadi cui alla nota che precede.

(83) Sulla perentorietà del termine per il versamento delprezzo di aggiudicazione del bene v. Cass. 29 maggio 2015, n.11171, secondo cui il termine per il versamento del saldo del

prezzo da parte dell’aggiudicatario del bene staggito va consi-derato perentorio e non prorogabile, attesa la necessaria im-mutabilità delle iniziali condizioni del subprocedimento di ven-dita, da ritenersi di importanza decisiva nelle determinazionidei potenziali offerenti e, quindi, del pubblico di cui si sollecitala partecipazione, perché finalizzata a mantenere - per l’interosviluppo della vendita forzata - l’uguaglianza e la parità di quel-le condizioni tra tutti i partecipanti alla gara, nonché l’affida-mento di ognuno di loro sull’una e sull’altra e, di conseguenza,sulla trasparenza assicurata dalla coerenza ed immutabilitàdelle condizioni tutte.

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zione anche mediante fideiussione autonoma, irre-vocabile e a prima richiesta, rilasciata da banche,società assicuratrici o intermediari finanziari disci-plinati dal T.U.B. (D.Lgs. n. 385/1993). La fideius-sione è rilasciata in favore della procedura esecuti-va ed è escussa dal custode o dal professionista de-legato su autorizzazione del g.e. L’accredito di cuial comma 1 deve avere luogo non oltre cinquegiorni prima della scadenza del termine entro ilquale possono essere proposte le offerte d’acquisto.Quando l’offerta presentata è accolta, il termineper il versamento del prezzo e di ogni altra sommaè di novanta giorni anziché di centoventi giorni,come previsto dall’art. 569, comma 3, c.p.c.- Se l’unica offerta efficace è pari o superiore al va-lore dell’immobile stabilito nell’ordinanza di vendi-ta, la stessa è senz’altro accolta. Quando, però, l’of-ferta sia inferiore al prezzo base d’asta (ovviamentee come veduto, per non più di un quarto, a penad’inefficacia), il g.e. fa egualmente luogo alla ven-dita, salvo che non ritenga possibile conseguire unprezzo superiore con una nuova vendita e non sia-no state presentate istanze di assegnazione da partedi uno o più creditori muniti di titolo esecutivo(art. 572, commi 2 e 3, c.p.c.). Nell’ipotesi di piùofferte dello stesso valore, il g.e. disporrà la venditaa favore di colui che ha presentato l’offerta per pri-mo (come parrebbe desumersi dall’assai poco per-spicuo comma 2 dell’art. 573 c.p.c.).- Ai sensi del novellato art. 573 c.p.c., se vi sonopiù offerte, si fa luogo in ogni caso alla gara sull’of-ferta più alta, senza che sia più richiesta l’adesionedegli offerenti (che, peraltro, assai di rado venivanegata). Ai fini dell’individuazione della miglioreofferta, si tiene conto dell’entità del prezzo, dellecauzioni prestate, delle forme, dei modi e dei tempidel pagamento, nonché di ogni altro elemento uti-le indicato nell’offerta.- Se, però, sono state presentate istanze di assegna-zione nel termine di dieci giorni prima della datadell’udienza fissata per la vendita e per il prezzo ba-se stabilito per il relativo esperimento di vendita,eventualmente ribassato per precedenti vendite ri-maste deserte (v. i novellati artt. 588 e 589 c.p.c.),e se il prezzo indicato nella migliore offerta o nel-l’offerta presentata per prima è inferiore al valoredell’immobile stabilito nell’ordinanza di vendita, ilg.e. non fa luogo alla vendita e procede all’assegna-zione a favore del creditore istante (art. 572, com-mi 2 e 4, c.p.c.). Il che avverrà, ai sensi dell’art.

591, ultimo comma, c.p.c., anche quando, al se-condo tentativo, la vendita non abbia luogo permancanza di offerte e vi siano domande di assegna-zione formulate da almeno uno dei creditori munitidi titolo esecutivo, nei termini e per il prezzo basedi cui ai suddetti artt. 588 e 589 c.p.c.- Qualora l’immobile resti invenduto, il g.e. puòstabilire successive vendite, sempre senza incanto,a prezzi ribassati fino al limite di un quarto del pre-cedente prezzo base: si può immaginare qui, analo-gamente a quel che prevede il novellato art. 532c.p.c. per le vendite mobiliari a mezzo di commis-sionario, la fissazione nell’ordinanza con cui delegalo svolgimento delle operazioni di vendita di treesperimenti successivi, con predeterminazione deiprogressivi ribassi entro il suddetto limite di unquarto del prezzo base precedente.- In prospettiva è previsto che le vendite forzateimmobiliari si svolgano con procedure telematiche,integrando le regole tecnico-operative, al fine diassicurare un agevole collegamento tra il Portaledelle Vendite Pubbliche di cui al novellato art.490 c.p.c. e i portali dei gestori delle vendite tele-matiche, ai sensi del regolamento di cui al D.M. n.32/2015, recante le regole tecniche e operative perlo svolgimento della vendita dei beni mobili e im-mobili con modalità telematiche nei casi previstidal codice di procedura civile, ai sensi dell’art. 161ter disp. att. c.p.c. (84).

Liquidazione dei compensi agli ufficialigiudiziari in caso di chiusura anticipatadella procedura

Intervenendo nuovamente sull’art. 122, d.P.R. n.1229/1959 (“Ordinamento degli ufficiali giudiziarie degli aiutanti ufficiali giudiziari”), già modificatocon il D.L. n. 132/2014 al fine di incentivare gliufficiali giudiziari a eseguire sollecitamente ricer-che telematiche e susseguenti pignoramenti in vo-tis satisfattivi per il ceto creditorio (85), il conditorha voluto mitigare tali oneri “provvigionali”, inipotesi di chiusura anticipata della procedura ese-cutiva.Queste, schematicamente, le ipotesi contemplatenel nuovo comma 4 dell’art. 122 cit.:- se il processo esecutivo si estingue per rinuncia oper inattività dei creditori, il compenso “provvigio-nale” spettante agli ufficiali giudiziari è liquidatoin misura pari alla metà delle aliquote indicate nelcomma 2 dello stesso art. 122 cit. (maggiori quan-

(84) D.M. 26 febbraio 2015, n. 32, in G.U. 24 marzo 2015,n. 69. Ai sensi dell’art. 28.1, le disposizioni di cui al D.M. si ap-plicano decorsi dodici mesi dalla sua entrata in vigore, id est

(se non sbagliamo i calcoli) dall’8 aprile 2016.(85) Sui quali sia consentito rinviare sempre a Tedoldi, Le

novità cit., 409.

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do sia stato il medesimo ufficiale giudiziario a indi-viduare tempestivamente, mediante ricerche tele-matiche, beni mobili o crediti del debitore util-mente pignorabili), applicate al valore dei beni odei crediti pignorati o, se minore, al valore del cre-dito per cui si procede (86);- in caso di chiusura anticipata del processo esecu-tivo per infruttuosità (ex artt. 164 bis disp. att.c.p.c. e 532, comma 2, terzo periodo, c.p.c.), nes-sun compenso “provvigionale” è dovuto agli uffi-ciali giudiziarii;- in ipotesi di inefficacia del pignoramento permancata o tardiva iscrizione a ruolo (ex artt. 164ter o 159 ter disp.att. c.p.c.), nessun compenso“provvigionale” è dovuto agli ufficiali giudiziarii;- negli altri casi di chiusura anticipata del processoesecutivo (difficile, però, identificarne ulteriori ri-spetto a quelli elencati nella norma), si applica ilcriterio di cui al primo alinea di questo elenco.

Le misure coercitive ex art. 614 bis c.p.c.

Secondando una linea emersa in seno ai lavori dellaCommissione Vaccarella del 2013, ancorché poinon tradottasi in una corrispondente proposta dimodifica, e anticipando l’intentio già manifestatacon il d.d.l. n. 2953, presentato dal Governo allaCamera l’11 marzo 2015 (c.d. disegno di legge dele-ga della Commissione Berruti) (87), la L. n.132/2015 di conversione del D.L. n. 83/2015 è in-tervenuta sulla rubrica e sull’incipit dell’art. 614 bisc.p.c., ha introdotto un nuovo Titolo IV bis nel Li-bro III del c.p.c. (“Delle misure di coercizione indiret-ta”) e ha espressamente esteso le misure coercitive(sub specie di multe pecuniarie o c.d. astreintes) al dilà dei provvedimenti di condanna aventi ad oggettoprestazioni di fare infungibile o di non fare, per in-cludervi anche tutti gli obblighi diversi dal paga-

mento di somme di denaro e, così, di consegnare, ri-lasciare e di fare interamente fungibili (88).La modifica, apportata sotto l’improprio titolo di“misure coercitive indirette” (laddove “indiretta” èla forma di esecuzione della prestazione principale,che è perseguita compulsando il debitore ad adem-piere, anziché a lui surrogandosi mediante gli organiesecutivi; le multe pecuniarie sono, invece, “diret-tissime” e suscettibili di esecuzione immediata conintimazione del precetto e susseguente espropriazio-ne forzata per credito pecuniario), intende chiara-mente rafforzare l’efficacia dei provvedimenti dicondanna, quali che siano le forme processuali se-guite e per qualsivoglia petitum sostanziale, esclusele sole obbligazioni pecuniarie, che già beneficianodel gravoso tasso degli “interessi giudiziarii”, pari aquello delle transazioni commerciali di cui all’art. 5,D.Lgs. n. 231/2002, applicabile ipso iure in via diautomatico effetto sostanziale, quale che sia la causapetendi (contrattuale, extracontrattuale, da quasi-contratto o quasi-delitto, da “contatto sociale” od exlege, restitutorie o risarcitorie) alle domande di con-danna pecuniaria proposte a far tempo dall’11 di-cembre 2014, giusta novella introdotta con D.L. n.132/2014 ai commi 4 e 5 dell’art. 1284 c.c. (89).Il sistema dell’esecuzione forzata ne esce, in qual-che misura, sconvolto, posto che, sia pure seguen-do in parte l’esempio degli ordinamenti di originedelle astreintes (90), le misure coercitive non costi-tuiranno più il proprium dell’esecuzione forzata in-diretta, mediante coazione del debitore ad adem-piere a prestazioni di fare infungibile o di non fare,ben potendo accedere ora anche a pronunce dicondanna, anche sommarie e speciali (ad es., mo-nitorie, per convalida di sfratto, anticipatorie, cau-telari e non), aventi ad oggetto prestazioni di con-segnare beni mobili, rilasciare beni immobili, fare

(86) Regola questa già dettata dal precedente D.L. n.132/2014.

(87) Nel quale si prospetta un “ampliamento dell’ambito diapplicazione dell’istituto delle misure coercitive indirette di cuiall’articolo 614-bis del codice di procedura civile, mediante laprevisione della possibilità, per la parte vittoriosa, di chiedereal giudice la fissazione della somma dovuta dalla parte soc-combente, a causa della mancata o ritardata esecuzione del-l’ordine giudiziale, in presenza di qualunque provvedimento dicondanna, indipendentemente dal carattere fungibile o infun-gibile dell’obbligazione a cui esso si riferisce”.

(88) Trattandosi di modifica introdotta con la legge di con-versione, manca qualsiasi disciplina transitoria. Vigerà, dun-que, il tradizionale principio del tempus regit actum: esigendouna richiesta l’istanza di parte e trattandosi di provvedimentoaccessorio alla condanna, che può essere richiesto sino a chequesti non trattenga il fascicolo per la decisione, la novella po-trà applicarsi ai procedimenti che abbiano ad oggetto obblighidi consegnare, rilasciare o di fare fungibile non ancora tratte-nuti per la decisione, indifferentemente in sede di cognizione

piena o sommaria, a prescindere dalla specialità delle formeseguite (rito ordinario, sommario, laburistico, procedimenticautelari, monitori per consegna di beni mobili, per convalidadi sfratto, ecc.).

(89) Cfr., si vis, Tedoldi, Le novità cit., 392 s.(90) V. Capponi, Astreintes nel processo civile italiano?, in

Giust. civ., 1999, II, 157 ss.; Id., Manuale di diritto dell’esecuzio-ne civile, Torino, 2015, 25 ss.; De Stefano, Chalopin, Le astrein-tes nell’elaborazione della giurisprudenza francese in vista dellaloro introduzione nel diritto italiano, in Riv. esec. forz., 2009, 38ss. Capponi, Dieci anni cit., par. 2 ad finem critica la scelta delD.L. n. 83/2015 di non applicare le misure coercitive anche alleobbligazioni pecuniarie, difformemente dalle indicazioni prove-nienti al d.d.l. Berruti 2953/2015: pare, tuttavia, che la manca-ta inclusione degli obblighi pecuniari dipenda dalla previsionedi “interessi giudiziari” aggravati, a norma dell’art. 1284, com-ma 4, c.c., che continuano ovviamente a maturare anche dopola condanna e sino al pagamento effettivo, spontaneo o coatti-vo che sia.

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o distruggere, perfettamente surrogabili dagli orga-ni esecutivi, a mente degli artt. 2930, 2931, 2933c.c. e nelle forme, rispettivamente, di cui agli artt.605 ss. e 612 ss. c.p.c.Non pare invece che, nonostante la modificaestensiva, le misure coercitive possano assisterepronunce di esecuzione in forma specifica dell’ob-bligo a contrarre ex art. 2932 c.c., come illustredottrina ha autorevomente, ancorché dubitativa-mente e, sinora, isolatamente, proposto già con iltesto della norma pregressa (91). L’esplicito riferi-mento ai provvedimenti di condanna ancor oggicontenuto nell’art. 614 bis c.p.c. pare escludere dalnovero dei petita processuali le domande e le susse-guenti pronunce costitutive, idonee a produrre di-rettamente l’effetto giuridico costitutivo, modifica-tivo o estintivo, senza necessità di passare attraver-so alcuna attività del debitore e, dunque, senza do-versi tradurre in pratica mediante attuazione mate-riale. Una condanna a stipulare resta, invero, im-predicabile, essendovi nell’ordinamento uno stru-mento idoneo a produrre direttamente gli effettigiuridici che il debitore ha omesso di realizzare suasponte, violando l’obligatio ad contrahendum. Solo glieffetti condannatorii ulteriori e conseguenti allapronuncia costitutiva (ad es., l’adempimento dellacontroprestazione o la restituzione della res conse-gnata) potrebbero essere assistiti da misure coerci-tive: ma è noto come tali condanne, quando leinerenti prestazioni dipendano sinallagmaticamen-te dall’effetto costitutivo sancito in via principale,restino sprovviste di esecutorietà provvisoria e deb-bano attendere che si formi il giudicato sul capocostitutivo principale; talché anche le misure coer-citive, quando accedano a consimili condanneconsequenziali, dovranno attendere che il provve-dimento trascorra in rem iudicatam (92).Vale, per il resto, quanto già in precedenza è statoscritto e si legge in tema di misure coercitive ex art.614 bis c.p.c. (93).

Sospensione dell’efficacia esecutiva deltitolo in seguito a opposizione a precetto(art. 615, comma 1, c.p.c.)

È appena il caso di segnalare un’ovvietà, che il le-gislatore ha inteso introdurre expressis verbis nelcomma 1 dell’art. 615 c.p.c., a proposito di poteredi sospensione dell’azione esecutiva da parte delgiudice dell’opposizione a precetto (ivi incluso ilgiudice di pace, quando il credito intimato rientrinella sua competenza per valore) e prima che que-sta inizii, prevedendo che, se il diritto del creditoreprecettante è contestato solo in parte, il giudicedell’opposizione sospenda l’efficacia esecutiva deltitolo esclusivamente in relazione alla parte conte-stata, analogamente (e simmetricamente) a quelche si legge nell’art. 648, comma 1, (secondo pe-riodo), c.p.c., a proposito di provvisoria esecutorie-tà del decreto ingiuntivo opposto per contestazioneparziale dell’opponente.Deve trattarsi, naturalmente, di ragioni spendibiliin sede di opposizione a precetto, in quanto inerentia titoli esecutivi stragiudiziali ovvero per fatti suc-cessivi alla formazione del titolo esecutivo giudizialeovvero, eccezionalmente, quando questo sia affettoda vizio di radicale “inesistenza”, secondo i principiiusualmente applicabili all’oggetto dell’opposizioneall’esecuzione e ai suoi rapporti con i mezzi di impu-gnazione del provvedimento giudiziale.Nessuno dubitava che il giudice dell’opposizione aprecetto possedesse, già prima della novella, poteridi sospensione parziale dell’efficacia esecutiva del ti-tolo. Meglio avrebbe fatto semmai il conditor - comeera stato proposto in esito ai lavori della Commis-sione Vaccarella del 2013 - a inserire nel comma 1dell’art. 615 c.p.c. un’esplicita previsione, che risol-vesse una volta per tutte il problema della reclama-bilità dell’ordinanza sull’istanza di sospensione anteexecutionem, di cui molti continuano a dubitare, no-nostante quanto prevede l’art. 624, comma 2, c.p.c.in relazione al provvedimento sull’istanza di sospen-sione executione pendente, richiamando la disciplinadi cui all’art. 669 terdecies c.p.c. (94).

(91) Consolo - Godio, in Consolo (diretto da), C.p.c. com-mentato, II, Milano, 2013, sub art. 614 bis, 2573 ss.

(92) V. Cass., SS.UU., 22 febbraio 2010, n. 4059, in Foro it.,2010, I, 2082; in Giusto proc. civ., 2010, 515 (m), con nota diImpagnatiello; in Riv. dir. proc., 2011, 171, con nota di Marelli.Nel d.d.l. Berruti n. 2953/2015 si propone di dotare di provvi-soria efficacia tutte le sentenze di primo grado e di secondogrado, anche non passate in giudicato, a prescindere dalla loronatura condannatoria o costitutiva o meramente dichiarativa.

(93) V. Consolo, Spiegazioni di diritto processuale civile. Le

tutele (di merito, sommarie ed esecutive) e il rapporto giuridicoprocessuale, I, Torino, 2015, 76 ss.; Consolo - Godio, in Conso-lo (diretto da), C.p.c. commentato cit., II, sub art. 614 bis, 2553ss., dove ulteriori richiami dottrinali e giurisprudenziali.

(94) Favorevole alla reclamabilità dell’ordinanza ex art. 615,comma 1, c.p.c. Trib. Torino 31 agosto 2012, in Giur. it., 2013,1879; contrario Trib. Savona 16 ottobre 2012, in Giur. it., 2013,1879. Sull’ordinanza di sospensione ex art. 615, comma 1,c.p.c. v. amplius Recchioni, in Consolo (diretto da), C.p.c. com-mentato, II, sub art. 615, 2619 ss.

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