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Alla manifestazione LuccAnziani una ricerca fa il punto sui servizi dedicati alla terza e quarta età nel territorio dei sette comuni di Lucca e Piana, con la mappa di indirizzi, orari e recapiti, più un focus sui servizi per i malati di Alzheimer. Venerdì 17 febbraio 2012 la presentazione in anteprima nei locali del Real Collegio.
Citation preview
DANIELE BAGGIANI
le vie del sorriso Il mercato dei servizi agli anziani nei comuni della Piana di Lucca
Con un approfondimento sui servizi per i malati di Alzheimer
Febbraio 2012
GRUPPO DI LAVORO
Direzione scientifica: Prof. Gabriele Tomei (LARISS, LABORATORIO DI RICERCA SULL’INTEGRAZIONE E LO SVILUPPO SOCIALE, UNIVERSITÀ DI PISA)
Coordinamento generale: Elisabetta Linati (CONSORZIO SO.&CO.)
Coordinamento della ricerca e redazione: Daniele Baggiani (LOCAL GLOBAL SAS)
Raccolta dati: Alessandro Barsanti (CONSORZIO SO.&CO.), Daniele Baggiani, Gloria Gilardoni (STUDIO DB PROGETTI),
Interviste: Valentina Carmignani (COOPERATIVA “IRIS”), Irene Marlia (COOPERATIVA “GIOVANI E COMUNITÀ”), Katiuscia Giannecchini (COOPERATIVA “LA MANO AMICA”)
RINGRAZIAMENTI
Senza il contributo di tutto lo staff di So.&Co. e la collaborazione delle cooperative associate – in particolare della Cooperativa Iris, Giovani e Comunità, e La Mano Amica – questo lavoro non sa‐rebbe stato possibile. Ringrazio Elisabetta Linati per il suo dialogo con tutte le parti interessate dal‐la ricerca, realizzando un coordinamento tanto lungo e impegnativo quanto efficace. Per la sua squisita disponibilità mi è caro ringraziare Luca Cinquini, responsabile dei servizi anziani dell’Azienda USL 2 di Lucca, il quale ha voluto discutere con me alcuni aspetti salienti dei servizi, ri‐solvendo con la sua competenza molti miei dubbi. Ringrazio Andrea Manuelli di Local Global sas per aver sostenuto questo lavoro; e con lui il Presidente del Consorzio So. & Co. Luca Rinaldi, sicuro che la ricerca sociale e l’analisi del mercato sociale possano fattivamente contribuire al migliora‐mento dei servizi sociali, potenziando la sinergia tra enti locali e Terzo Settore. A Valentina Carmi‐gnani, Katiuscia Giannecchini e Irene Marlia, la mia gratitudine per le interviste realizzate con tatto e competenza. Gloria Gilardoni mi ha assistito nella realizzazione dei focus group; Alessandro Bar‐santi ha provveduto con pazienza alle operazioni di segreteria. Infine, rivolgo un abbraccio a tutte le persone che sono state intervistate e a quelle che hanno voluto essere presenti alle riunioni di discussione, per la loro appassionata partecipazione.
Indice
PRESENTAZIONE......................................................................................................... 5
INTRODUZIONE .......................................................................................................... 7
CAPITOLO 1 ‐ I SERVIZI PER GLI ANZIANI. LA LEGISLAZIONE, LE TIPOLOGIE............................ 13
CAPITOLO 2 ‐ FUNZIONI E MAPPA DEI SERVIZI ................................................................ 17
Servizi “preventivi” __________________________________________________ 19
Servizi informativi ______________________________________________________ 19
Punto Insieme ‐ Segretariato sociale ___________________________________________ 19
Sportello badanti __________________________________________________________ 20
Telesoccorso ______________________________________________________________ 21
Servizi ricreativi e culturali _______________________________________________ 23
Centri sociali ______________________________________________________________ 23
Università per la terza età ___________________________________________________ 24
Vacanze estive ____________________________________________________________ 25
Altri servizi ____________________________________________________________ 26
AFA ‐ Attività fisica adattata. Ginnastica anziani __________________________________ 26
Banca del tempo___________________________________________________________ 27
Pasti a domicilio ___________________________________________________________ 28
Servizi “curativi” ____________________________________________________ 29
Servizi sociali __________________________________________________________ 29
Accompagnamento_________________________________________________________ 29
Assistenza domiciliare – SAD _________________________________________________ 30
Centro diurno _____________________________________________________________ 31
RA ‐ Residenza Assistenziale (Casa di Riposo, Casa Albergo)_________________________ 31
Servizi Socio‐Sanitari ____________________________________________________ 33
ADI ‐ Assistenza Domiciliare Integrata __________________________________________ 33
Riabilitazione (non ADI) _____________________________________________________ 34
RSA ‐ Residenza Sanitaria Assistenziale _________________________________________ 35
Sostengo economico _______________________________________________________ 36
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Servizi per l’Alzheimer ___________________________________________________ 37
Centri di ascolto ___________________________________________________________37
Centri diurni ______________________________________________________________38
Moduli residenziali _________________________________________________________38
Unità di valutazione ________________________________________________________39
CAPITOLO 3 ‐ DATI DEMOGRAFICI E CARATTERISTICHE DELLA DOMANDA ............................41
CAPITOLO 4 ‐ LA QUALITÀ PERCEPITA ...........................................................................45
Le interviste nominative: i risultati______________________________________ 47
I focus group e la discussione: temi e approfondimenti______________________ 58
Focus group degli operatori __________________________________________________60
Focus group con i familiari e i volontari _________________________________________67
CAPITOLO 5 ‐ I SERVIZI MIGLIORI SECONDO GLI INTERVISTATI ...........................................75
CAPITOLO 6 ‐ LE PROBLEMATICHE DELLE PATOLOGIE E DEI SERVIZI DEDICATI ALL’ALZHEIMER .81
Rilevanza delle problematiche _________________________________________ 82
Priorità di cui occuparsi ______________________________________________ 84
Consigli e strategie__________________________________________________ 85
Ruolo del volontariato _______________________________________________ 87
Modalità di utilizzazione dei servizi. Le interviste ai familiari _________________ 88
CAPITOLO 7 ‐ DIREZIONI DI MIGLIORAMENTO. PRIORITÀ E RACCOMANDAZIONI ...................99
1. Urgenze _______________________________________________________ 100
2. Lacune ________________________________________________________ 100
3. Interventi di sistema______________________________________________ 101
INDICE DELLE FIGURE ...............................................................................................103
IL QUESTIONARIO....................................................................................................105
BIBLIOGRAFIA.........................................................................................................111
IL CONSORZIO SO. & CO. .........................................................................................114
LE COOPERATIVE CHE HANNO COLLABORATO ...............................................................115
Presentazione
aluto con piacere e orgoglio questa nuova ricerca dedicata ai servizi per gli anziani nei sette comuni della Piana di Lucca, che fa seguito a quella del 2009 – prodotta ugualmente dal Consorzio So. & Co. in collaborazione, per
la parte di rilevamento dati e analisi, con Local Global sas – intitolata Crescere insieme. mercato dei servizi socio educati per l’infanzia e l’adolescenza in Pro‐vincia di Lucca. Entrambe hanno beneficiato dell’attenzione e del sostegno eco‐nomico degli enti locali, che hanno apprezzato quanto il Laboratorio di Ricerca sull’Inclusione e lo Sviluppo Locale (LARISS) del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’ Università di Pisa ha fatto nell’ultimo decennio per promuovere la ri‐cerca sociale applicata quale metodo per migliorare operativamente la qualità dei servizi sociali. Una strada aperta alla collaborazione tra mondo accademico, istituti di ricerca, enti pubblici e Terzo Settore, che vale la pena di continuare a percorrere.
Le vie del sorriso mi pare mostri, in modo convincente, come una politica sociale integrata, pensata a partire dall’analisi quantitativa e qualitativa della situazio‐ne in essere, possa aspirare a incidere, in tempi brevi, sul wellbeing degli indivi‐dui, dei gruppi sociali e delle comunità. Insieme ai dati numerici, alla mappatura dei servizi esistenti, alla determinazione del loro livello di qualità, infatti, questo lavoro raccoglie e sistematizza le idee e le indicazioni di miglioramento emerse dalle interviste e dagli incontri con gli utenti, i pubblici funzionari, il mondo del volontariato, gli operatori sociali e sanitari.
L’attenzione alla solidarietà sociale, a tutti quei cittadini che vivono con disagio e aspettano una risposta sincera dalle istituzioni, può indicare attività e iniziative da realizzare a costo zero, o con spesa limitata, capaci di liberarli dal bisogno e di migliorarne la qualità della vita, riducendo i fenomeni di esclusione sociale che affliggono i nostri anziani e le loro famiglie. Per una società più giusta e solidale.
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Prof. Gabriele Tomei DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE E SOCIALI
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PISA
S
Introduzione
nalogamente alla ricerca prodotta alcuni anni fa in materia di servizi socio‐educativi per l’infanzia e l’adolescenza, questa pubblicazione del Consorzio So. & Co. – Solidarietà e Cooperazione, fa punto sullo
stato dei servizi per gli anziani nei comuni della Piana di Lucca. Cambia l’oggetto di indagine, ma il metodo è lo stesso: attenzione alla realtà dei bi‐sogni e alla qualità delle infrastrutture del territorio.
L’ “Analisi del Mercato Sociale” è un metodo già sperimentato con successo dal LARISS, il Laboratorio di Ricerca sullo Sviluppo Sociale collegato all’ Uni‐versità degli Studi di Pisa. Un metodo di ricerca partecipato con gli operato‐ri e i destinatari dei servizi attento ai bisogni delle persone e ai modi con i quali esse trovano risposta sul territorio. Così da cogliere il rapporto tra le necessità sociali e l’infrastruttura dei servizi destinati a dare loro risposta, quelli per gli anziani nei sette Comuni della Zona Socio Sanitaria della AUSL2.
Trattare dei servizi agli anziani e del loro miglioramento può sembrare nor‐male in una società dove dal secondo dopoguerra la vita media è aumenta‐ta di quasi venti anni. Tuttavia i nostri anziani sono nella società ancora una categoria fragile, cui non sono riservate ancora le dovute attenzioni, entro una cornice sociale, istituzionale ed economica, che di fatto favorisce l’ e‐nergia e le capacità produttive di coloro che sono in età di lavoro. Giovani e anziani sono collocati, storicamente, da almeno due secoli, sullo sfondo del palcoscenico sociale.
Degli anziani ci si occupa soprattutto nella malattia, quando perdono la loro autosufficienza e diventano un problema per la famiglia e per la società. La loro esperienza, il bagaglio di competenze da loro acquisito durante una vi‐ta fatta di lavoro e di fatica, non è certo adeguatamente valorizzato. Vero è che qualcosa si muove. Ad esempio, sono state varate politiche europee, progetti e attività volti a prevenire la degenerazione fisica e mentale, e a stimolare le attività sociali dei cittadini anziani. Tra l’altro, il 2012 è l’anno
A
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europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni, a testimonianza di come il tema della salute e del concorso degli anziani alla vita sociale sia ormai in agenda, meritando progetti e azioni a sostegno.
Tuttavia, le esigenze d’assistenza di tipo preventivo ed extrasanitario, in To‐scana così come nella Piana di Lucca, sembrano trovare scarso ascolto. Ad esempio, lo vedremo in questa ricerca, si fatica a realizzare interventi con‐creti per favorire il permanere della persona anziana fragile, o non autosuf‐ficiente, il più a lungo possibile presso il proprio domicilio, evitandone l’ospedalizzazione attraverso soluzioni integrative e di assistenza alle perdi‐te fisico‐funzionali (assistenza domiciliare integrata) o attraverso sostegni alle famiglie che hanno in casa anziani cronici o malati di patologie neurolo‐giche degenerative.
Si tratta, dunque, non solo di domandarsi come migliorare concretamente la qualità della vita delle persone anziane, o come irrobustire l’assistenza domiciliare nel suo complesso. Serve anche una riflessione più generale, volta da un lato a fare il punto sulle emergenze, per soddisfarle prontamen‐te, dall’altro a promuovere azioni di sistema capaci di ottimizzare le risorse pubbliche e le reti del Terzo Settore.
Realizzare un’assistenza puntuale, personalizzare gli interventi rendendoli appropriati alle specifiche esigenze di ogni anziano e di ogni famiglia, que‐sto deve essere lo scopo ambizioso. Mantenere il più a lungo possibile il sorriso dei nostri genitori, dei cittadini più anziani e fragili; è in questo che dobbiamo riuscire, è per questo che dobbiamo impegnarci. I dati rilevati con la presente ricerca, arricchiti dalla voce dei protagonisti, ci aiuteranno a capire di cosa, in questa prospettiva di sviluppo sociale, c’è più bisogno.
Quando si parla di Alzheimer, poi, di malattia neurologica cronica, la rea‐zione è di tale disagio da sfociare in una sorta di negazione del problema. Non per povertà morale, ma per senso d’inadeguatezza. Un senso d’impo‐tenza che ci attanaglia e che condividiamo con la gran parte della nostra so‐cietà. Gli anziani sono scomodi. Mostrano i limiti esistenziali di ognuno di noi. Chi soffre di Alzheimer mostra quanto penoso possa essere vivere quando si perde il senso (e talvolta la dignità) di se stessi. E questo non ci
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piace. Ma quanto conosciamo davvero questa malattia? Per affrontarla con consapevolezza occorre intenderla meglio1.
L’Alzheimer si può combattere in modo intelligente e decoroso. Le terapie nel campo della malattia hanno fatto enormi progressi dall’inizio del secolo. Il declino progressivo delle funzioni intellettive, se non può ancora essere curato, può almeno essere affrontato, nel tentativo di mantenere più a lun‐go possibile alta la qualità della vita di relazione, dell’anziano e della sua famiglia.
Assistere l’anziano significa, infatti, in una società evoluta, preoccuparsi di qualcosa di più che non del puro aspetto curativo. Significa prendersi cura delle persone come tali, come soggetti cui dare rispetto fino alla fine dei lo‐ro giorni. Un rispetto “sociale”. Sì, perché la malattia di Alzheimer è una pa‐tologia individuale e sociale al tempo stesso, dagli effetti disgreganti sull’or‐ganizzazione sociale. Un convegno importante tenutosi proprio a Lucca die‐ci anni fa indicava già cosa fare per affrontare consapevolmente, tutti in‐sieme, l’Alzheimer2. Quelle indicazioni sono ancora valide.
Gli anziani affetti da sindrome demenziale stanno aumentando in virtù di una vita più lunga ma anche dell’indebolimento del legame sociale. Non è solo, dunque, una questione di terapie o di luoghi dove curarli. Negli anni che verranno, serviranno invece più persone e più strutture per contrastare i problemi che gli anziani incontrano nella loro vita quotidiana. Serve più organizzazione e competenza nelle istituzioni e negli operatori, e più co‐scienza nei cittadini. Così come occorre preoccuparsi dei problemi compor‐tamentali e psichici (agitazione psicomotoria, deliri, allucinazioni) degli an‐ziani affetti dal morbo, che si traducono in stress famigliare; anche le fami‐glie (poiché caragiver) hanno bisogno di assistenza e di una guida che per‐metta loro di comprendere e di assistere in modo corretto.
Queste e altre necessità dei nostri anziani e delle loro famiglie attendono una risposta costruttiva, migliorativa di quanto oggi esiste sul territorio in termini di servizi. Ma quali sono con precisione questi servizi? Siamo sicuri di conoscerli? E dove sono dislocati? Quali percorsi di accesso sono praticati
1 Segnaliamo un recente volume di approfondimento. P.J. WHITEHOUSE, Il Mito dell’Alzheimer. Quel‐lo che non sai sulla malattia più temuta, Cairo Publishing , 2011. 2 Malattia di Alzheimer: cosa fare. Percorsi sanitari e socio‐assistenziali, Lucca, 1°‐2 dicembre 2000.
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e come questi possono essere migliorati? Qual è il livello qualitativo di o‐gnuno dei servizi, e quali sono quelli che funzionano meglio? Dovendo in‐tervenire per dare maggiore presenza, qualità e adeguatezza ai servizi, ossia per migliorare il loro impianto, a quali azioni dare la priorità per ottimizzare le risorse disponibili?
La risposta a questi e altri interrogativi non deve essere episodica, né può essere lasciata al buonsenso. L’azione deve fondarsi su di una precisa cono‐scenza, e questo non sempre avviene. L’iniziativa di So. & Co. e della Confe‐renza Zonale della Piana di Lucca3 intende appunto facilitare le decisioni ba‐sate sui fatti, in modo che sia più facile migliorare la vita dei nostri anziani. Un quadro limpido della situazione reale sul territorio permetterà di fare scelte più giuste.
Scopo della presente ricerca è dunque di realizzare un quadro conoscitivo completo di tutti i servizi sociali dedicati agli anziani dei sette comuni della Piana. Un lavoro analogo a quello compiuto nel 2004 per impegno della Conferenza dei Sindaci (Articolazione Zonale della Piana di Lucca: Comuni di Lucca, Capannori, Altopascio, Porcari, Montecarlo, Pescaglia, Villa Basilica), compiuto in collaborazione con il Centro Nazionale per il Volontariato e l’Ass. Culturale Per‐Corso Onlus. Titolo della pubblicazione: Carta dei Servizi Sociali della Piana di Lucca. Un percorso partecipato con le organizzazioni del territorio4.
A questo ottimo lavoro ci siamo ispirati. Dopo sette anni molte cose sono cambiate ed è utile rifare il punto. Per andare avanti e per migliorare. La maggiore virtù dell’esplorare la realtà niente affatto auto‐evidente dei ser‐vizi sociali agli anziani consiste nel rendere palpabile la verità oltre l’espe‐rienza e la necessità dei singoli, traducendola in consapevolezza e, quindi, nella possibilità di un concreto miglioramento operativo a breve termine.
Ogni tanto è bene soffermarsi a osservare il panorama da un luogo eminen‐te, elevando il punto di vista da ciò che ci sta di fronte al generale. L’analisi
3 La ricerca è stata pensata in occasione di un Tavolo di Lavoro che la Conferenza Zonale ha propo‐sto alle associazioni del Terzo Settore sui temi dei servizi alla persona. 4 La pubblicazione era curata da: Nelita Lilli Begliuomini (Comune di Lucca), Elisabetta Linati (CNV), Antonella Paoletti (CNV), Silvia Della Santa (Per‐Corso Onlus), Marialuisa Giannini (Per‐Corso On‐lus): http://www.centrovolontariato.net/carta_servizi_sociali/index.htm. Altri sono gli studi pub‐blicati dall’Osservatorio Politiche Sociali della Provincia di Lucca. In proposito si consulti il link: http://serviziopolitichesociali.provincia.lucca.it/materiale_scaricabile.php).
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del mercato sociale è un modo, in fondo, semplice per individuare soluzioni migliorative adottando un’ottica di tipo strutturale.
Alexis Carrel, premio Nobel per la Medicina nel 1934, riteneva l’osser‐vazione empirica necessaria. “Osservare è meno facile che ragionare. È ri‐saputo che scarse osservazioni e molti ragionamenti sono causa di errore. Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità”5. Che poi il principium individuationis radicato nelle qualità della materia usi l’evidenza statistica dei numeri o le proprietà discorsive poco importa. Nel momento in cui ci si accinge a decidere, a creare e a modificare una situazione data, serve avere il polso della situazione, serve l’evidenza dei fatti nella loro in‐terezza e nelle loro connessioni.
Il lavoro che presentiamo poggia su questa convinzione. Che poi la ricerca sociale non sia una scienza esatta, ma proceda per configurazioni di senso non è decisivo. La qualità del metodo può orientare i risultati, certamente; ma se la parola è lasciata agli attori, come qui abbiamo cercato di fare, il li‐mite euristico sarà veniale.
La ricerca è finanziata dalla Conferenza Zonale della Piana di Lucca e cofi‐nanziata dal Consorzio So. & Co., incaricato di studiare i fenomeni sociali che interessano la popolazione anziana nei sette comuni della Piana di Luc‐ca, nell’ambito di un lavoro realizzato insieme a Local Global sas, piccola so‐cietà indipendente fiorentina che si occupa di ricerca, consulenza e valuta‐zione.
Le vie del sorriso è uno studio non accademico. Uno studio della situazione dei servizi sociali dedicati agli anziani che si pone finalità migliorative, così come richiesto dalle linee guida, elaborate dal patto territoriale e dal tavolo tematico degli anziani, dai quali l’indagine scaturisce. L’intento condiviso, infatti, è stato di capire (prima) e di ridurre (poi) i limiti dei servizi che gli anziani hanno sul territorio della Piana di Lucca, e in particolare: (1) la scar‐sa informazione riguardo ai servizi erogati; (2) la domanda espressa e laten‐te; (3) la mancanza di comunicazione tra i servizi, in particolare tra quelli sociali e quelli sanitari, con una specifica attenzione per le prestazioni dedi‐cate agli anziani affetti da patologie neurologiche.
5 A. CARREL, Riflessioni sulla condotta della vita, Cantagalli, Verona, 2003.
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La ricerca utilizza il metodo AQUMES6, elaborato per analizzare le infrastrut‐
ture di servizio sociale e socio‐sanitario mediante momenti e strumenti di ricerca sociale partecipata, a fini quantitativi e qualitativi, compreso la indi‐viduazione di soluzioni condivise e capaci di migliorare programmazione e attuazione delle politiche pubbliche, in vista di stimolare un welfare di tipo integrato tra parte pubblica e Terzo Settore.
6 AQUMES è una metodologia di analisi del mercato sociale locale messa a punto da Local Global sas insieme, per la parte scientifica, al Laboratorio di Ricerca su Inclusione e Sviluppo Sociale (LARISS).
Capitolo 1
I servizi per gli anziani.
La legislazione, le tipologie
e normative in materia di servizi sociali per gli anziani fanno capo alla Legge nazionale 328/00 e a varie leggi e normative regionali, che di‐sciplinano gli interventi e i servizi utili a rendere migliore la qualità
della vita delle persone anziane, autosufficienti e non, nonché a favorire la loro mobilità, l’integrazione sociale e lo svolgimento delle funzioni primarie.
La L. 328/00, conosciuta come “Legge quadro per la realizzazione del siste‐ma integrato di interventi e servizi sociali”7, ancora in fase di attuazione in praticamente tutte le regioni italiane, prevede la realizzazione di un “siste‐ma integrato delle politiche sociali” per condividere scelte e pratiche tra i differenti soggetti delle comunità locali. Concertazione e programmazione dei servizi locali orchestrata dai Comuni e delle AUSL con tutti i soggetti in‐teressati del territorio, in particolare con il Terzo Settore. Oltre a ciò, la 328 definisce i livelli minimi per ogni servizio, i cosiddetti LIVEAS.
Le fonti normative regionali che definiscono i servizi per gli anziani, le loro caratteristiche e standard di qualità sono, cronologicamente:
Regolamento regionale di attuazione art. 62 L.R. 41/05
Del. Reg. n° 231 ‐ Regolamento di attuazione art. 62 L.R. 41/05.
Del. Reg. n° 231 All. A ‐ Regolamento di attuazione art. 62 L.R. 41/05.
Piano Sanitario Regionale 2005‐2007. Piano integrato sociale regionale 2007‐2010. Piano Sanitario Regionale 2008‐2010. Delibera Regionale n° 402 “Azioni per la riqualificazione del processo
assistenziale a favore persone anziane” (2010).
7 Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 265 del 13 novembre 2000 ‐ Supplemento ordinario n. 186.
L
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A partire da questi riferimenti Il nomenclatore degli interventi e servizi so‐ciali della Regione Toscana ha definito nel 2009 identità e finalità, caratteri‐stiche dei servizi e degli interventi, le schede per la classificazione di centri diurni e strutture residenziali, in accordo con la Legge Regionale 41/05 e con il Regolamento di attuazione dell’art. 62.
Si ricorda che in tutto il territorio regionale l’accesso ai servizi per gli anziani è regolato dalla L.R. 66/08 che istituisce il Fondo regionale per la non auto‐sufficienza. I servizi che vi sono disciplinati sono unicamente quelli relativi agli anziani malati o comunque non autonomi, fisicamente e/o mentalmen‐te, ossia quelle “persone che hanno subito una perdita permanente, parzia‐le o totale, dell’autonomia, della abilità fisiche, sensoriali, cognitive e rela‐zionali, da qualsiasi causa determinata, con conseguente incapacità di com‐piere gli atti essenziali della vita quotidiana senza l’aiuto rilevante di altre persone”8.
La Legge indica quali suoi obiettivi anche finalità preventive. In particolare, quelli di: (a) “migliorare la qualità, quantità e appropriatezza delle risposte assistenziali a favore delle persone non autosufficienti, disabili e anziane; (b) promuove la realizzazione di un sistema improntato alla prevenzione della non autosufficienza e della fragilità ai sensi dell’articolo 54, comma 1, lettera b), della l.r. 41/2005 e del piano sanitario e sociale integrato regio‐nale; (c) favorisce percorsi assistenziali che realizzano la vita indipendente e la domiciliarità”9. Occuparsi dei servizi non curativi è dunque pienamente legittimo secondo le leggi in essere.
Gli indirizzi e la normativa citati hanno permesso di ricomporre, riorganizza‐re e integrare il quadro dei servizi dedicati agli anziani, ricomponendone il quadro. Il lavoro è stato utile. Le interviste realizzate, infatti, hanno mostra‐to che gli stessi operatori dei servizi socio‐sanitari hanno presente l’articolazione e la funzione specifica di tutti i servizi presenti sul territorio (Fig. 1); ma non in modo completo.
8 Ivi, Art. 1, comma 2. 9 Ivi, comma 3.
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Figura 1 – Quadro dei servizi sociaIi, socio‐sanitari e sanitari dedicati agli anziani10
CURATIVI INFORMATIVI, PREVENTIVI, RICREATIVI SOCIALI SOCIO‐SANITARI ALZHEIMER
1. AFA ‐ Attività fisica adattata. Ginnastica
2. Banca del tempo
3. Centri sociali
4. Pasti a domicilio
5. Punto Insieme. Segretariato sociale
6. Sportello badanti
7. Telesoccorso
8. Università per terza età
9. Vacanze estive
10. Accompagnamento
11. Accompagnamento sanitario
12. Centro diurno
13. RA. Residenza Assistenziale
14. SAD. Servizio Assistenza Domiciliare
15. ADI. Assistenza Domiciliare Integrata
16. RSA. Residenza Sanitaria Assistenziale
17. Servizi riabilitativi
18. Sostegno economico
19. Centro di ascolto
20. Centro diurno
21. Moduli residenziali
22. Unità di valutazione
Rispetto alla lista preparata sulla normativa, le interviste hanno consigliato poche integrazioni. Gli esperti che abbiamo incontrato hanno raccomanda‐to di arricchirla con il “sostegno economico” e con il “telesoccorso”. Il so‐stegno economico è previsto dalla L. 328/2000.
Il telesoccorso, lanciato nel 2006, utilizzava inizialmente un sistema che da‐va modo all’utente di lanciare, attraverso un segnalatore, con un semplice gesto, una richiesta di soccorso e agli operatori; da alcuni anni si è trasfor‐mato in un semplice centralino telefonico gestito dal volontariato.
I tipi di servizio censiti sono in totale ventidue. Nove informativi e preventi‐vi; tredici di tipo assistenziale/curativo, dei quali cinque con finalità sociale, destinati agli anziani parzialmente autosufficienti; sei con finalità socio‐sanitaria, dedicati agli anziani non autosufficienti cui necessitano cure me‐diche; quattro, infine, i servizi dedicati espressamente alla patologia Al‐zheimer.
10 Per comodità i servizi sono citati per tipo in ordine alfabetico.
Capitolo 2
Funzioni e mappa dei servizi
l 2012 sarà l’Anno europeo dell’invecchiamento attivo. Le politiche co‐munitarie, infatti, si preoccupano di far sì che gli anziani rimangano nel mercato del lavoro, conservino la loro salute e conducano una vita atti‐
va il più a lungo possibile, contrastando in tal modo l’invecchiamento e di conseguenza il loro peso sui sistemi della sanità e della previdenza sociale11.
Per tale ragione è sembrato coerente censire e descrivere non solo i servizi a valenza curativa, cioè che intervengono in caso di disagio conclamato o di malattia dell’anziano, ma anche dei servizi “preventivi”, dando nota di tutte quelle prestazioni e situazioni che favoriscono la partecipazione dell’an‐ziano alla comunità, mantenendolo fisicamente e intellettualmente in salu‐te.
Nelle pagine che seguono si descrivono le caratteristiche di ogni servizio at‐tivo sul territorio della Zona Sociosanitaria della Piana di Lucca, per ognuno dei sette Comuni che la compongono, indicandone localizzazione, indirizzo e dati di contatto, nella maniera più completa possibile.
La mappa dei servizi è stata realizzata con scrupolo. Tuttavia non possono escludersi lacune o imprecisioni dovute all’estrema polverizzazione dell’ in‐formazione, che abbiamo cercato di ricostruire verificandola nel modo mi‐gliore possibile.
La raccolta dei dati è stata realizzata in due fasi. Inizialmente sono state fat‐te ricerche su internet, sugli studi realizzati e sui repertori disponibili, e cen‐siti i servizi presso gli operatori intervistati. In un secondo momento le in‐formazioni raccolte sono state completate e arricchite con un riscontro te‐lefonico presso le strutture stesse, alle quali sono stati chiesti alcuni dati di dettaglio. Tuttavia non è stato possibile sempre rilevare i tempi di attesa, il 11 Cfr. la Proposta di decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio sull’Anno europeo dell’invecchiamento attivo 2012 [COM(2010) 462 def. – Non pubblicata sulla Gazzetta ufficiale].
I
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numero dei posti disponibili, gli orari eccetera. Ognuno potrà accertarsene singolarmente telefonando alla struttura di riferimento negli orari di aper‐tura.
Vediamo quali sono i servizi che servono una popolazione anziana nella Piana, complessivamente contata in 37.856 persone nel 2010, con una con‐centrazione del 55% nel Comune di Lucca.
Comuni della Piana di Lucca
% di anziani +65 sul totale (n° 37.856) (dato 2010)
Altopascio 6,7%
Capannori 27,7%
Lucca 55,2%
Montecarlo 2,4%
Pescaglia 2,4%
Porcari 4,3%
Villa Basilica 1,2%
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Servizi “preventivi”
SERVIZI INFORMATIVI
PUNTO INSIEME ‐ SEGRETARIATO SOCIALE
Servizio informativo rivolto alle persone anziane non autosufficienti e ai lo‐ro familiari. È la porta d’ingresso ai servizi e alle prestazioni in favore di chi non è in grado di provvedere autonomamente alle sue necessità quotidia‐ne. Al Punto Insieme ci si rivolge, in genere, su segnalazione del medico cu‐rante, oppure attraverso un conoscente o un operatore del volontariato. L’operatore ascolta il bisogno della persona e prepara insieme all’utente la scheda di segnalazione, da compilare con i dettagli dello stato di salute del‐la persona anziana per la quale è richiesta assistenza. Successivamente, vie‐ne effettuata un’attenta valutazione della necessità e viene definito un progetto personalizzato, che prevede una prestazione o un pacchetto di in‐terventi appropriati alla persona non autosufficiente. Inoltre, l’ente nomina un referente cui l’utente può rivolgersi durante il percorso di assistenza, per avere da lui tutte le risposte utili. Il progetto elaborato dal Punto Insieme deve essere definito dall’incaricato entro 30 giorni dalla segnalazione, per poi essere sottoscritto, successivamente, dai familiari dell’anziano e dagli operatori del Distretto Socio‐Sanitario.
COMUNE PRESSO INDIRIZZO TELEFONO/EMAIL ORARIO
ALTOPASCIO Comune Via Casale 26 0583 216353; fax 0583 264128 [email protected]
Mar., ven. 9‐12:30
Comune Piazza Aldo Moro 4/a
0583 934935; fax 0583 428399 [email protected]
Piazza Aldo Moro 1 0583 449169 [email protected]
Via di Sottomonte 398, loc. S. Leonardo in Treponzio
0583 449097; fax 0583 907850; [email protected]
CAPANNORI
USL 2
Via del Parco 3, loc. Marlia
0583 449071; fax 0583 449072; [email protected]
Lun.‐ven. 8:30‐12:30
LUCCA USL 2 Viale Giusti 537 0583 449890; fax 0583 449889; [email protected]
Lun.‐ven. 9‐14
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COMUNE PRESSO INDIRIZZO TELEFONO/EMAIL ORARIO
USL 2 Via Nuova 48 0583 970196; fax 0583 970197 [email protected]
Sant’Anna Via Einaudi 487, loc. S. Anna
0583 449755 ‐ 55852; fax 0583 449780 ‐ 55253; [email protected]
San Vito Via Giorgini 250, loc. S. Vito
0583 998180 ‐ 445950; fax 0583 999265 ‐ 998344; [email protected]
Lun.‐ven. 8:30‐12:30
LUCCA
Ponte a Moriano
Via Vecchiacci 17, loc. Ponte a Moriano
0583 445930; fax 0583 577963; [email protected]
Lun.‐ven. 8:30‐12:30
Comune Via Roma 3 0583 229735; fax 0583 228920; [email protected]
Gio., sab. 9:00‐13
MONTECARLO CSS Turchetto
Via Pietro Nenni, loc. Turchetto
0583 449704; fax 0583 449740 [email protected]
Lun.‐ven. 8:30‐12:30
Comune Via Roma 2 0583 3540211; fax 0583 3540215 [email protected]
Lun.‐ven. 9‐13
PESCAGLIA San Martino in Freddana
Via Mattino 10/E, loc. S. Martino in Freddana
0583 385837; [email protected] Lun. 11:30‐13:30
PORCARI Comune Via Roma 121 0583 211883; fax 0583 211627; [email protected]
Mar., sab. 8:30‐13:30
VILLA BASILICA
Comune Via Roma 1 0572 461637; fax 0572 43514 [email protected]
Mar., ven. 8‐11
SPORTELLO BADANTI
È un servizio gratuito rivolto ad assistenti familiari e aspiranti tali, pensato per favorire l’incontro tra la domanda di assistenza e l’offerta privata e pub‐blica. Gli sportelli sono gestiti, nella maggioranza dei casi, da personale qua‐lificato in grado di dare risposte di qualità alle famiglie che hanno in carico persone sofferenti. Presso lo Sportello Badanti sono raccolte e inserite in una banca dati le informazioni relative alle esigenze delle famiglie e alla preparazione delle badanti, nel rispetto della necessaria autorizzazione mi‐nisteriale. In seguito le richieste sono incrociate con gli altri servizi territo‐riali al fine di dare alle famiglie e alle donne che lavorano un servizio di assi‐stenza adeguato alle loro esigenze.
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COMUNE DOVE GESTIONE INDIRIZZO TELEFONO ORARIO
CAPANNORI Comune di Capannori
Piazza Aldo Moro Mer. 9‐12; ven. 14‐17
Distretto Sociale Sant’Anna
Via Einaudi Gio. 9‐13
Distretto Sociale centro storico
via delle Sette Arti Gio. 14‐18
Consorzio So. & Co.
Consorzio so.&Co.12
via E. Mattei, loc. Mugnano
335 1264724 (Sabrina da Prato, Irene Marlia)
Lun. 15‐17 su appuntamento
UIL Via Barsanti e Matteucci 51
0583 469203 Lun.‐ven. 9‐13:30 ‐ 15‐18
LUCCA
Angelus Via Pisana 791/c 0583 584429; 349 2200018
MONTECARLO Punto Handy. DSS Turchetto Piazza Pietro Nenni 1 0583 286130; 338 9236610
Lun., mar. 15:30‐18:30
TELESOCCORSO
Sistema di telecomunicazione che consente all’anziano di lanciare un segna‐le di soccorso agli operatori, per attivare interventi tempestivi di aiuto uti‐lizzando la viva voce. Una volta ricevuta la chiamata da parte dell’utente, l’operatore preposto dà il via all’assistenza sanitaria o sociale necessaria, a cura delle associazioni di volontariato. Nel caso di indisponibilità sono atti‐vabili interventi di emergenza da parte del servizio domiciliare di base. Ne‐gli ultimi anni il servizio di telesoccorso con apparecchiatura dedicata è sta‐to sostituito da un servizio telefonico chiamato “teleassistenza”, attivo 24 ore su 24. Il servizio è attivato su richiesta dell’utente con domanda al Di‐stretto sociale di appartenenza, presentando documentazione reddituale ISEE. Attraverso un colloquio periodico personalizzato viene dato risposta ai bisogni socio‐sanitari e sono prese iniziative in favore del benessere psico‐fisico dell’anziano. Il servizio è rivolto ad anziani soli o disabili.
12 L’incrocio domanda e offerta di lavoro per le badanti è realizzato nel rispetto della neces‐saria Autorizzazione Ministeriale sicuramente nel caso del Consorzio So. & Co.
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COMUNE DOVE RIVOLGERSI INDIRIZZO TELEFONO ORARIO ATTESA
Punto Handy Piazza Ospitalieri 1 338 9236610 altopascio@ puntohandy.it
Mar. 9‐12; mer. 16‐18.
ALTOPASCIO
Uff. Servizi Sociali Via Casali 24 0583 264128 ‐ 216353
Lun. 16‐19; Giov. 9‐13; Sab. 9‐12.
Punto Insieme Piazza Aldo Moro 0583 449175
Mar. 9 ‐13.; Gio. 9:30‐11:30, 14:30‐16.
CAPANNORI
Punto Insieme, DSS Marlia
Via del Parco 5, loc. Marlia
0583 449013 Lun. 8:30‐11; Mer. 9‐13.
30 gg
Centro Storico e Monte S. Quirico
Via delle Sette Arti 7
0583 467439
S. Vito Via Giorgini 22. loc. S.Vito
0583 445950‐1‐2‐3
Ponte a Moriano via Vecchiacchi 17, loc. S.Gemignano di Moriano
0583 445930‐445931
LUCCA
S. Anna e S. Con‐cordio
via Einaudi 0583 442897
45 gg da doman‐da; 30 gg da con‐segna doc.
MONTECARLO Uff. Servizi Sociali Via Roma 3 0583 229735 sociale.montecarlo @inwind.it
Gio. Sab 9‐13
Via Roma 2 0583 359145 [email protected]
Gio. 8:30‐10:30
PESCAGLIA Uff. Servizi Sociali S. Martino in Fred‐dana, loc. Mattei‐no 10/E
0583 385837 Lun. 10:30 – 13:30
30 gg
PORCARI Uff. Servizi Sociali Piazza F. Orsi,1 0583 211805 sociale@ comune.porcari.lu.it
Mar. Gio. Sab. 9:30 ‐ 13
60 gg
VILLA BASILICA
Uff. Servizi Sociali Via Roma 1
0572 461637 ‐ 461626 comune.vbasilica@ tin.it
Lun. Mer. Ven. 7:30 – 13:30
30/60 gg
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SERVIZI RICREATIVI E CULTURALI
CENTRI SOCIALI
Costituiscono il punto di incontro, aperto a tutti, per le persone non più gio‐vani e pensionate che desiderano partecipare ad attività utili e ricreative. Nei centri anziani sono organizzate attività di vario tipo, di impegno sociale, culturale e di divertimento. Le più diffuse sono quelle di vigilanza scolastica e di trasporto degli studenti, di piccola manutenzione del verde, di sorve‐glianza in parchi, musei, mostre e fiere, di trasporto dei disabili. I Centri So‐ciali programmano anche attività culturali, di tutela dell’arte, ricreative e sportive. Possono iscriversi ai centri sociali tutte le persone con più di 55 anni, residenti nella circoscrizione di appartenenza. Le persone con invalidi‐tà superiore al 70% devono aver compiuto 45 anni. Informazioni circa i cen‐tri sociali presenti nel proprio territorio e sulle modalità di iscrizione si pos‐sono ottenere rivolgendosi al Servizio Sociale del Comune o della Circoscri‐zione di residenza.
COMUNE STRUTTURA INDIRIZZO TELEFONO / EMAIL
ALTOPASCIO Uff. Servizi Sociali Via Casali 26 0583 216353 ‐ 216907; [email protected]
CAPANNORI Fraternita di Misericordia Via Romana 74/76 0583 936771; [email protected]
Associazione provinciale Invalidi Civili e Cittadini Anziani
Via Tiglio 1075, loc. S. Filippo
0583 319775
Casa degli Anziani, Parrocchia di S.M. Assunta ‐ Santa Maria del Giudice
Via XXIV maggio 68/A
0583 379087
Centro “Le Chiavi d’Oro” Via delle Chiavi d’Oro 6
0583 48097
Centro Ricreativo Culturale Anziani
Via don Sturzo 10, loc. Sant’Anna
0583 510602
Circolo Ricreativo Socio Culturale Anziani ‐ Lucca Sette
Via Bonagiunta Urbiciani 380
0583 55849
LUCCA
Centro Unione per l’Assistenza Handicappati e Anziani
Piazza del Palazzo Dipinto 4
0583 53141 ‐ 419274
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COMUNE STRUTTURA INDIRIZZO TELEFONO / EMAIL
Gruppo anziani Oltre Serchio
Via Fregionaia (area ex Ospedale Psichiatrico di Maggiano)
0583 327787
Gruppo Anziani “Il Melograno” . parrocchia arancio
0583 91657
Gruppo Anziani “La Margherita”, parrocchia di S. Vito
0583 426316
Gruppo Anziani “Monsanquilici”
via s.alessio, loc. Monte S. Quirico
0583 394021
Nuovo Centro Anziani c/o Parrocchia di S. Anna
0583 510933
MONTECARLO Via Roma 56 0583 229735; assistentesociale@ comune.montecarlo.lu.it
PESCAGLIA Via Roma 2 0583 3540218; [email protected]
PORCARI via Roma 0583 211883; [email protected]
VILLA BASILICA
Per informazioni: Uff. Servizi Sociali
Via Roma 1 0572 461626; roberta.martinelli@ comune.villabasilica.lu.gov.it
UNIVERSITÀ PER LA TERZA ETÀ
Per chi ha tempo libero e vuole continuare a studiare e a conoscere ci sono le Università per la Terza Età, anche a Lucca. L’istituto è riconosciuto dalla Regione Toscana, in conformità a requisiti di qualità. Tornare sui banchi di scuola dopo la pensione, con entusiasmo e poca spesa, è una esperienza in‐teressante per dare spazio alle passioni e agli hobby, alla comprensione dei fenomeni economici, sociali e tecnologici, secondo i propri interessi e le proprie inclinazioni. Per iscriversi non servono titoli di studio. Servono la cu‐riosità, il coinvolgimento, la passione per la cultura o, semplicemente, riat‐tivare quell’energia positiva per la conoscenza che rende giovane e vitale ogni adulto. È previsto il pagamento di una quota di iscrizione.
COMUNE DENOMINAZIONE INDIRIZZO
LUCCA Unitre Via P. Pfanner 114
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VACANZE ESTIVE
Attivate dai Comuni ogni anno, comprendono il trasporto, la sistemazione in albergo con pensione completa, l’accoglienza in spiaggia e l’animazione. La durata, il periodo di soggiorno al mare, la quota di contribuzione e i pa‐rametri di accesso sono definiti di volta in volta. Per accedere alle vacanze estive anziani occorre presentare domanda ai Comuni a seguito di bandi pubblicati in primavera. I servizi sono attivati in convenzione con le coope‐rative sociali, le quali utilizzano, per realizzare le differenti attività, persona‐le in possesso di qualifica professionale. Per informazioni sull’attivazione del servizio, modalità e quote ci si può rivolgere ai servizi informativi dei Comuni e ai Distretti Socio Sanitari.
COMUNE UFFICIO INDIRIZZO TEL. ORARIO
Punto Handy P.zza Pietro Nenni 1, loc. turchetto
338 9236610 Lun., mar. 15:30‐18:30 ALTOPASCIO
Uff. Servizi Sociali Via Casali 26 0583 216353 Lun.‐sab. 9‐13:30
Punto Insieme, DSS Capannori
Piazza Aldo Moro 0583 935693 Mar.‐gio. 10:30 12:30
CAPANNORI Punto Insieme, DSS di Marlia
Via del Parco 3, loc. Marlia
0583 449070 Lun.‐sab. 10:30 12:30
URP, ufficio relazioni con il pubblico
Via del Moro 17 0583 442444 ‐ 442303 Lun.‐mer.‐ven. 8:45‐13:15: mar.‐gio. 8:45‐17:15
Circoscrizione S. Vito
Via Simonetti 0583 445800 Lun., ven 8:45‐13:15; gio, 8:45‐17:15
Circoscrizione S. Anna
Via Einaudi , loc. S. Anna
0583 442895 Lun merc 8:45 13:15 mar 8:45 17:15
LUCCA
circoscrizione S. Concordio:
Via urbicciani 362 0583 442885 gio 8:45 17:15 ven 8:45 13:15
MONTECARLO Circoscrizione Ponte a Moriano
Via S.Gemignano 37
0583 442130 Mar. 8:45‐17:15; mer. 8:45‐13:15
Via Roma 56 0583 229735 assistentesociale@ comune.montecarlo.lu.it
Gio. Sab. 9‐13
PESCAGLIA Uff. Servizi Sociali
Via Roma 2 0583 3540218; [email protected]
Lun.‐sab. 8:00‐13:00
VILLA BASILICA
Uff. Servizi Sociali Via Roma 0583 211883; [email protected]
Mar. 8:30‐13:30; sab. 8:30‐13:30 su appuntamento
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ALTRI SERVIZI
AFA ‐ ATTIVITÀ FISICA ADATTATA. GINNASTICA ANZIANI
Si tratta di programmi di esercizi non sanitari, definiti sulla base della lette‐ratura scientifica, da praticare regolarmente, dedicati alle persone senior e svolti in gruppo da un massimo di 20 persone. Si accede ai programmi AFA su indicazione del medico curante o dello specialista, oppure su consiglio del fisioterapista alla fine di programmi riabilitativi. L’Attività Fisica Adattata permette di prevenire in modo efficace i fastidiosi problemi fisici della vita sedentaria, favorendo il miglioramento delle capacità motorie degli anziani. I programmi sono in genere promossi dall’Azienda USL, e realizzati in pale‐stre e piscine con il concorso degli enti di promozione sportiva, alle associa‐zioni di volontariato e di altre strutture del territorio. I costi sono contenuti e comprendono la copertura assicurativa. Il personale è laureato in Scienze Motorie o in Fisioterapia, oppure diplomato Isef, secondo il tipo di corso. Diamo qualche indirizzo, rimandando per precisazioni ai centri informativi dei Comuni e DSS.
COMUNE PRESSO INDIRIZZO TEL. ORARIO
Punto Handy P.zza Pietro Nenni 1, loc. Turchetto
338 9236610 Lun., mar. 15:30‐18:30
ALTOPASCIO
Uff. Servizi Sociali Via Casali 26 0583 216353 Lun.‐sab. 9:00‐13:30
Punto Insieme, DSS di Capannori
Piazza Aldo Moro Capannori
0583 935693 Mar., giov. 10:30‐12:30
CAPANNORI Punto Insieme, DSS di Marlia
Via del Parco 3, loc. Marlia
0583 449070 Lun., sab 10:30‐12:30
Piana di Lucca Coord. Operativo AFA
0583 90255; riabilitas.leonardo@ usl2.toscana.it
Polisportiva Libertas “L. Bacci”
Via Mazzini 96 0583 956431; 347 761617; [email protected]
Tutti i giorni e Sab. 9:30‐12:30
Soc. De Coubertin. Scuola Chelini
San Vito 393 9732850 Lun. 16‐17; gio. 17‐18
UISP ‐ Palazzetto dello Sport
Via delle Tagliate 347 8663007
LUCCA
Personal Fitness srl Via di S. Filippo 504
0583 91811 [email protected]
Lun., ven. 16‐17
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COMUNE PRESSO INDIRIZZO TEL. ORARIO
MONTECARLO Via Roma 56 0583 229735; assistentesociale@ comune.montecarlo.lu.it
Gio., sab. 8‐13
PESCAGLIA Via Roma 2 0583 3540218; [email protected]
Lun.‐sab. 8‐13
PORCARI Via Roma 0583 211883; sociale@ comune.porcari.lu.it
Mar. 8:30‐13:30; sab. 8:30‐13:30 su app.
VILLA BASILICA
Uff. Servizi Sociali
Via Roma 1 0572 461626; roberta.martinelli@ comune.villabasilica.lu.gov.it
Lun., mer., ven. 8:30‐13:30
BANCA DEL TEMPO
Le banche del tempo sono “istituti di credito” dove si deposita il proprio tempo al posto del denaro. I cittadini hanno un loro regolare conto‐cor‐rente‐tempo e un libretto di assegni‐tempo da utilizzare per offrire aiuto e riceverne in cambio. Anche a Lucca è attiva dal 2003 una Banca del Tempo, registrata come associazione, che si propone di facilitare i contatti tra le persone del territorio per consolidare i legami di solidarietà e rafforzare la componente di cittadinanza attiva nella realtà urbana. Per agevolare la fa‐miliarità tra i soci si organizzano attività varie (bricolage nel periodo natali‐zio, incontri sulla storia locale, presentazioni di libri con gli autori, cene, gite eccetera). La Banca del Tempo gestisce le disponibilità per attività di ac‐compagnamento, trasporto di persone o cose, ricerca e offerta di compa‐gnia in uscite serali, teatri, gite, babysitting, aiuto nella riparazione e manu‐tenzione, cucina, scambio di consigli e ricette, cucito e ricamo. La Banca del Tempo è aperta a tutti, dietro pagamento della quota associativa.
COMUNE DENOM. PRESSO INDIRIZZO INFORMAZIONI ORARIO
Tempo Insieme c/o Circolo Arci via S.Alessio 0583 330530 [email protected]
Via Mordini 48 0583 91330 Mar. 17:30‐20; ven. 17:30‐19
LUCCA Banca del Tempo13 Auser
Via Fillungo 15 0583 496367
13 Gli indirizzi delle altre Banche del Tempo italiane sono riportati nell’utile volume di R. AMOREVOLE, G. COLOMBO, A. GRISENDI, La Banca del Tempo. Come organizzare lo scambio di tempo: i valori, i prin‐cipi, i protagonisti, FrancoAngeli, 1998 (2° edizione), p 103.
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PASTI A DOMICILIO
I Comuni possono mettere a disposizione all’occorrenza un servizio di pasti a domicilio, che consiste nella consegna di piatti caldi o precotti, a pranzo e a cena, a casa di persone non completamente autosufficienti che hanno gravi problemi economici o che, comunque, non possono prepararsi il pasto da sole tutti i giorni. Il costo del servizio è stabilito in base al reddito della persona che ne fa richiesta. In genere viene data priorità a situazioni di gra‐ve non autosufficienza e condizioni socio‐economiche disagiate. Per richie‐derlo è necessario fissare un appuntamento con l’Assistente Sociale territo‐riale che valuta l’entità del bisogno. Segue la compilazione della domanda a Comune cui va allegata la certificazione ISEE (Indicatore Situazione Econo‐mica Equivalente) del richiedente e del proprio nucleo anagrafico.
COMUNE UFFICIO INDIRIZZO TEL. / MAIL ORARIO
ALTOPASCIO Via Casali 24 0583 216353; fax 0583 264128 [email protected]
Lun. 16‐19; gio. 9‐13; sab; 9‐12.
CAPANNORI
Uff. Servizi Sociali
Piazza Aldo Moro 2 0583 428258; [email protected]
Mar. 9‐12; gio 10‐13.
Centro Storico e Monte S. Quirico. P.za S. Gregorio 4
0583 464396 – 919548; fax 0583.467439; [email protected]
S. Vito, via Giorgini 22 0583 445950‐1‐2; fax 0583 998344
S. Anna e S. Concordio, via Enaudi
0583 442897; fax
LUCCA
DSS. Servizio Sociale comunale
Via Vecchiacchi 17, Ponte a Moriano
0583 577963; fax 0583 445930‐1445953
Mar. Gio. 9‐17; ven. su appuntamento; Sab. 9‐12.
MONTECARLO Via Roma 3 0583 229735; fax 0583 228920; assiatentesociale@ comune.montecarlo.lu.it
Gio. Sab. 9‐13.
Via Roma, 2 0583 359145; [email protected] Gio. 8:30‐10:30
PESCAGLIA Loc. Matteino 10/E, S. Martino in Freddana
fax 0583 385837 Lun. 10:30‐13:30
PORCARI Piazza F. Orsi 1 0583 211883; fax 0583 211887 [email protected]
Mar.8:30‐13:30; sab. 8:30‐13:30 su appun.to
VILLA BASILICA
Uff. Servizi Sociali
Via Roma 1 0572 461637; fax 0583 461626 Lun. mer. ven. 7:30‐13:30
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Servizi “curativi”
SERVIZI SOCIALI
ACCOMPAGNAMENTO
I servizi di accompagnamento e compagnia sono rivolti a persone che han‐no difficoltà a muoversi autonomamente, per aiutarle a spostarsi nelle cit‐tà. Rientrano tra questo tipo di servizi, ad esempio, quello di “alzata da let‐to” e di “trasporto sociale”, ovvero di aiuto per gli spostamenti, compreso l’accompagnamento per affari personali, fare la spesa, cure mediche e op‐portunità di svago per persone anziane non autosufficienti. Questo tipo di servizi sono generalmente gratuiti. Vanno richiesti ai Servizi Sociali del pro‐prio Comune e sono attivati in concorso con le associazioni di volontariato.
COMUNE DENOMIN. INDIRIZZO TEL. / EMAIL ORARIO
ALTOPASCIO Misericordia Via Marconi 0583 25109
CAPANNORI Uff. Servizi Sociali Piazza Aldo Moro 2 0583 428258 Mar. 9‐12; gio. 10‐13.
U.O. 2.2. Servizi anziani
Via S.Maria Corteorlandini 6
0583 442030
Centro Storico e Monte S. Quirico
Via delle Sette Arti 7
0583.464396‐919548 [email protected]
S. Vito e Ponte a Moriano
Via Giorgini 250, loc. S.Vito
0583.445950/1/2/3/4 [email protected]
San Gemignano Via Vecchiacchi 17, S. Gemignano
0583.445930/31 [email protected]
Progetto Tutor
S. Anna e S. Concordio
Via Einaudi 487, loc. S. Anna
0583.442897; fax 0583 55253; [email protected]
Mar. gio. 9‐17; ven. su appun.to; sab. 9‐12.
Croce Verde Viale Castracani 468/D
0583 467713 – 3466842; [email protected]
LUCCA
Misericordia Via C. Battisti 2 0583 494902 ‐ 409546
MONTECARLO Misericordia Via Roma 3 0583 228844
PESCAGLIA Croce Rossa Via Provinciale 19/C 0583 385512 ‐ 386250
Ponti di Condivisione
PORCARI Croce Verde
Via Romana Est 71
0583 210842; fax O583 298587; [email protected]
Feriali 8‐20
VILLA BASILICA
Croce Rossa Via del Castello 34, Loc. Botticino
0572 43137; FAX 0572 43117; [email protected]
Feriali 8‐14; o su ap‐pun.to
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ASSISTENZA DOMICILIARE – SAD
I servizi di assistenza domiciliare concernono prestazioni a domicilio per aiutare le persone che vivono a casa propria e non sono completamente autosufficienti. Tra le attività previste rientrano quelle di aiuto nella cura personale; aiuto per il governo e la pulizia della casa, lavanderia eccetera. Come per i servizi di accompagnamento, possono richiedere questo tipo di assistenza domiciliare le persone o le famiglie di persone parzialmente o to‐talmente non autosufficienti, che non sono in grado, anche temporanea‐mente, di gestire le proprie esigenze. Il servizio è istituito dai Comuni, dalle Circoscrizioni o dalle ASL, spesso in convenzione con organismi privati. Si avvale della collaborazione di organizzazioni di volontariato.
COMUNE UFFICIO INDIRIZZO TEL. / MAIL ORARIO
ALTOPASCIO Via Casali 24 0583 264128; fax 0583 216353 servizi.sociali@ comune.altopascio.lu.it
lun. 16‐19; gio. 9‐13; sab; 9‐12.
CAPANNORI
Uff. Servizi Sociali
Piazza Aldo Moro 2 0583 428258; [email protected]
mar. 9‐12; gio 10‐13.
Centro storico e Monte S. Quirico. P.za S. Gregorio 4
0583 919548‐464396 0583‐467439 FAX; [email protected]
S. Vito. Via Giorgini 22 0583 445950‐51‐52 ‐ 998344
S. Anna e S. Concordio. Via Enaudi
0583 442897; fax 0583 55253
DSS. Servizio Sociale comunale
Ponte a Moriano Via Vecchiacchi 17
0583 445930‐31 – 445953; fax 0583 577963
Telefonare per appuntamento. Mar. Gio. 9‐17; ven. su appuntamento; Sab. 9‐12.
LUCCA
Don Baroni
via Passaglia, 41/A (Borgo Giannotti)
0583 331026; [email protected]
Lun.‐ven. 9‐13
MONTECARLO Via Roma 3 0583 229735; fax 0583 228920; assistentesociale@ comune.montecarlo.lu.it
Gio. Sab. 9‐13.
Via Roma 2 0583 359145; [email protected]
Gio. 8:30‐10:30
PESCAGLIA S. Martino in Freddana Loc. Matteino 10/E
0583 385837 ‐ 359145 Lun. 10:30‐13:30
PORCARI Via Roma 121 0583 211883; fax 0583 211887; [email protected]
Mar. 8:30‐ 13:30; sab. 8:30 – 13:30 solo su appun.to
VILLA BASILICA
Uff. Servizi Sociali
Via Roma 1 0572 461637; fax 0572 461626 Lun. mer. ven. 7:30‐13:30
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CENTRO DIURNO
Si tratta di una struttura semiresidenziale che accoglie gruppi di anziani au‐tosufficienti o non autosufficienti, portatori di patologie particolari o in sa‐lute. Vi si offre assistenza alle persone, vi si realizzano attività culturali, ri‐creative, educative, di animazione e di socializzazione. Sono annessi servizi di mensa e trasporto, di assistenza infermieristica e riabilitativa. Il servizio è in genere riservato ai cittadini ultra sessantacinquenni che non sono in gra‐do di affrontare autonomamente situazioni di emarginazione e di isolamen‐to. Per essere accolti in un Centro Diurno va presentata domanda presso il Distretto Sociale di appartenenza. La domanda è valutata da una commis‐sione e autorizzata dal dirigente, in collegamento o meno con altri servizi, accompagnata eventualmente da benefici economici.
COMUNE DENOMINAZIONE INDIRIZZO TEL. / MAIL
ALTOPASCIO CD “L’Aquilone” Via Marconi 5 0583 264001
CD “Il Melograno”, c/o RSA “Casa Gori”
Via del Parco, 5 Marlia 0583 449012; casagori@ comune.capannori.lu.it
CAPANNORI
Residenza “La Perla” Via delle Suore 11, Fraz. Lammari
0583 3436245
CD “Sette Arti”, c/o U.I.2.2. Anziani Comune Lucca
Via S.Maria Corteorlandi6
0583 442672; socialeanziani@ comune.lucca.it LUCCA
Facciamo Centro, c/o Parrocchia S. Anna
Loc. Sant’Anna 0583 464292
PORCARI CD “Il Girasole” Via Romana Ovest 257 0583 211939; [email protected]
RA ‐ RESIDENZA ASSISTENZIALE (CASA DI RIPOSO, CASA ALBERGO)
Le case di riposo sono degli alberghi con stanze a uno o a due letti e con un bagno ogni due persone, rivolti a persone anziane autosufficienti o parzial‐mente autosufficienti. Nelle case di riposo sono previste, oltre al servizio ri‐storante, anche attività culturali e ricreative, il Centro Diurno, l’aiuto per l’i‐giene personale, il lavaggio biancheria e i servizi di sanità di base come l’assistenza ambulatoriale. Ogni casa di riposo deve essere autorizzata dalla Regione o dal Comune e deve essere dotata di un regolamento che illustri come sono organizzate le attività. Il costo della casa di riposo è stabilito dal‐la struttura stessa e può essere a carico dei servizi sociali del Comune, o con
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una quota richiesta al cittadino secondo la sua situazione economica. Le ca‐se albergo sono un complesso di appartamenti autonomi con alcuni servizi collettivi: sala riunione, sala da pranzo comune, servizi igienici e di lavande‐ria e pulizia. Sono previsti servizi di assistenza di base: ambulatorio, pedicu‐re, barbiere, parrucchiere, e un programma di attività ricreative e culturali interne ed esterne, private e pubbliche.
COMUNE DENOMINAZIONE TITOLARE INDIRIZZO TELEFONO
ALTOPASCIO “Il Sole” Usl Via G. Paolo II 0583 269046; fax 0583 267185
Don A. Gori Comune Via del Parco 0583.449024
Casa Ferie Santa Zita. Pensionato Sacra Famiglia
Privato Via Comunale Matraia 108, loc. MAtraia
0583.402097 CAPANNORI
Villa La Perla Privato Via delle Suore 11 [email protected]
0583 436245; fax 0583 436247
Casa degli Anziani, c/o Parr. S. Maria Assunta
Privato Via XIV maggio 68/A 0583 379087
Centro Anziani Comune Via Poveri Vecchi 0583 442180
Villa Santa Maria Comune Via di Fregionaia 0583 442875
Pia Casa Comune Via S. Chiara [email protected]
0583 442170 0583 490263
Casa Famiglia “Fraternità” Via della Chiesa 1099, Loc. S. Maria a Colle
0583 328050; 339 1676239
Casa di Riposo Volto Santo Privato Via S. Donnino 2 0583 496674
Casa Famiglia Serena Privato Via Crocifisso 0583 587202
Convento Suore Agostiniane
Privato Vicolo Chiosto Cattedrale 0583 467281
Villa dei Pini Privato Via dei Borelli 639 [email protected]
0583 331585 0583 332842
Oasi Ghiselli Privato Via per Sorbano del Vescovo
0583 953687
Casa Famiglia Anziani Privato Via Togliatti 0583 510933
LUCCA
Centro Anziani Sant’Anna c/o Parrocchia
Coop La Mano Amica, Parr. Sant’Anna, Ass. La Finestra
Via Togliatti 53, loc. S. Anna
0583 511818
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SERVIZI SOCIO-SANITARI
ADI ‐ ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA
L’assistenza domiciliare integrata (ADI) prevede interventi e servizi sanitari offerti a domicilio. Le prestazioni offerte dipendono dalla natura e dai biso‐gni degli utenti. Gli interventi sono progettati e gestiti da figure professio‐nali multidisciplinari (sanitari, operatori del sociale, fisioterapisti, farmacisti, psicologi, ecc.). L’erogazione di prestazioni in regime domiciliare si concre‐tizza in base a valutazioni di carattere economico e altre specifiche del‐l’utente che sono effettuate dagli operatori dei Distretti Socio Sanitari. Per informazioni sulle modalità di accesso ci si rivolge ai punti informativi Co‐munali e della Ausl.
COMUNE PRESSO INDIRIZZO TELEFONO/EMAIL ORARIO
ALTOPASCIO Comune Via Casale 26 0583 216353; fax 0583 264128; [email protected]
Mar., ven. 9‐12:30
Comune Piazza Aldo Moro 4/a
0583 428252; fax 0583 428399; [email protected] ; sportello.sociale@ comune.capannori.lu.it
Lun.‐ven. 8:30‐12:30
USL 2 Via di Sottomonte 398, loc. S. Leonardo in Treponzio
tel. 0583 055200; fax 0583 90200; [email protected]
Lun.‐ven. 8:30‐12:30
CAPANNORI
USL 2 Via del Parco 3, loc. Marlia
Tel. 0583 449070; fax 0583 449072; [email protected]
Lun.‐ven. 8:30‐12:30
USL 2 Viale Giusti 537 tel. 0583 449890; fax 0583 449889; [email protected]
Lun. mer., ven. 11:30‐13:00
USL 2 Via Nuova 48 tel. 0583 970196; fax 0583 970197; [email protected]
Sant’Anna Via Einaudi 487 , loc. S. Anna
0583 449755; fax 0583 55852 [email protected]; [email protected]
Lun.‐ven. 8:30‐12:30 Lun.‐ven. 8:30‐12:30 solo su app.to
San Vito Via Giorgini 250, loc. S. Vito
0583 998180 ‐ 445950; fax 0583 999265 ‐ 998344; [email protected]; [email protected]
LUCCA
Ponte a Moriano
Via Vecchiacci 17, loc. Ponte a Moriano
0583 445930; fax 0583 577963 [email protected]
Lun., ven. 8:30‐12:30 Lun.‐ven. 8:30‐12:30
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COMUNE PRESSO INDIRIZZO TELEFONO/EMAIL ORARIO
Comune Via Roma 3 0583 229735; fax 0583 228920 assistentesociale@ comune.montecarlo.lu.it
Gio., sab. 9‐13
MONTECARLO
CSS Turchetto
Via Pietro Nenni, loc. Turchetto
0583 449704; fax 0583 449740 [email protected]
Lun.‐ven. 8:30‐12:30
Comune Via Roma 2 0583 3540211; fax 0583 3540215 [email protected]
Lun.‐ven. 9‐13
PESCAGLIA S. Martino in Freddana
Via Mattino 10/E, loc. S. Martino in Freddana
0583 385837; [email protected] Lun. 11:30‐13:30
PORCARI Comune Via Roma 121 0583 211883; fax 0583 211887 [email protected]
Mar 8:30‐13:30; sab. 8:30‐13:30 su app.to
VILLA BASILICA Comune Via Roma 1 0572 461626; fax 0572 461637 [email protected]
Mar., 9‐ 12; sab. su app.to
RIABILITAZIONE (NON ADI)
I servizi di riabilitazione possono essere forniti dalle Aziende USL o all’in‐terno di strutture di accoglienza residenziali per anziani. Vi si svolge un pro‐gramma per il recupero di una funzione, generalmente motoria, compro‐messa. È necessario che la struttura, se privata, sia accreditata per le pre‐stazioni in regime di ricovero e per i servizi ambulatoriali. Per accedere a servizi riabilitativi di ricovero ordinario, day hospital, ciclo diurno continuo e domiciliare, o ambulatoriale occorre la prescrizione del medico di medicina generale o di specialisti di strutture di ricovero e cura autorizzate. Nel caso di pazienti in dimissione dall’ospedale, che necessitano di trattamenti riabi‐litativi in regime di ricovero, è opportuno un preliminare raccordo tra ospe‐dale e struttura riabilitativa per garantire la doverosa continuità della cura.
COMUNE DENOMINAZIONE INDIRIZZO TEL.
Oratorio Parrocchia di S. Anna, Sala Suore Oratorio
Via Togliatti Palmiro 30
Servizi Angelus Via Pisana 791, Loc. S. Anna 0583 584429; 349 2200018 LUCCA
Coop. La Mano Amica Via Enrico Mattei 721 0583 464292
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RSA ‐ RESIDENZA SANITARIA ASSISTENZIALE
Strutture non ospedaliere a impronta sanitaria che ospitano per un periodo variabile, da poche settimane a qualche anno, persone non autosufficienti, che non possono essere assistite in casa e che necessitano di cure mediche di più specialisti. Gestite da enti pubblici o privati, offrono ospitalità, pre‐stazioni sanitarie e assistenziali, aiuto nel recupero funzionale e nell’inse‐rimento sociale e prevenzione delle principali patologie croniche. In una RSA vengono garantite: l’assistenza medica e infermieristica, l’assistenza riabilitativa, l’aiuto per lo svolgimento delle attività quotidiane, l’attività di animazione e socializzazione, le prestazioni alberghiere, di ristorante, di la‐vanderia, di pulizia. Per richiedere l’accesso è necessario rivolgersi alla A‐zienda USL territoriale o al Servizio sociale del Comune di residenza, ed ave‐re riconosciuta la condizione di non autosufficienza. Le spese, stabilite dagli enti che gestiscono le residenze sanitarie assistenziali in accordi con il Co‐mune, sono in parte a carico del Servizio sanitario nazionale, in parte a cari‐co del Comune e in parte a carico dell’utente.
COMUNE DENOMINAZIONE TITOLARE INDIRIZZO TELEFONO
ALTOPASCIO Il Sole Via Giovanni Paolo II 0583 269046
Casa di Riposo Don A. Gori Comune Via del Parco 0583 449024 CAPANNORI
Sacra Famiglia Privato Via Comunale Matraia 0583 402097
L’Arcobaleno Ausl via di Fregionaia 0583 449962
Centro Anziani Comune Via Poveri Vecchi 0583 442180
Pia Casa Comune via Santa Chiara 0583 442170
Villa Santa Maria Comune Via di Fregionaia 0583 442875
Casa di Riposo Volto Santo Privato Via S. Donnino 0583 496674
Casa Famiglia Serena Privato Via Crocifisso 0583 587202
Convento Suore Agostiniane Privato Vicolo Chiosto Cattedrale 0583 467281
Villa dei Pini Privato Via dei Borelli 0583 331585
Oasi Ghiselli Privato Via per Sorbano del Vescovo 0583 953687
LUCCA
Casa Famiglia Anziani Privato Via Togliatti 0583 510933
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SOSTENGO ECONOMICO
Chiamato anche indennità di accompagnamento, è previsto per le persone anziane ultra 65 anni non autosufficienti. Il contributo per coloro che vivo‐no a casa e non in una struttura di riposo è di qualche centinaio di euro al mese. Ne hanno diritto coloro che non sono in grado di muoversi o di com‐piere gesti di quotidiana normalità senza l’aiuto di qualcuno. Per richiedere l’indennità di accompagnamento occorre presentare domanda alla propria Asl, allegando certificazione medica che comprovi lo stato di non auto suffi‐cienza. Una Commissione Medica per gli Invalidi Civili deciderà se accettarla o no. In caso negativo si può fare ricorso entro due mesi dalla notifica alla Commissione Medica Superiore del Ministero del Tesoro, il quale decide entro sei mesi, intendendosi, in caso di silenzio, respinto il ricorso.
COMUNE UFFICIO INDIRIZZO TELEFONO/EMAIL ORARIO ATTESA
ALTOPASCIO Via Casali 24 0583 264128 ‐ 216353 Lun. 16‐19, gio. 9‐13, sab. 9‐12 o su appun.to
30 gg
CAPANNORI
Uff. Servizi Sociali
Piazza A. Moro 2 0583 428258; socialeanziani@ comune.capannori.lu.it
Mar. 9‐12, gio. 10‐13
DSS Centro storico e M.te S.Quirico
P.za S. Gregorio 4 0583/442111; socialeanziani@ comune.lucca.it
Mar., gio. 9‐17, ven. su app.to; sab. 9‐12
60 gg
S. Vito, Via Giorgini 22
0583 442120
S. Anna e S. Concordio, Via Enaudi
0583 442897
LUCCA Servizio Sociale comunale
Via Vecchiacci 17, loc. Ponte Moriano
0583 445930; fax 0583 577963
MONTECARLO Via Roma 3
0583 229735; fax 0583 228930; sociale.montecarlo@ inwind.it
Gio. Sab. 9‐13
Via Roma 2 0583 359145 [email protected]
Gio. 8:30‐10:30 o su appun.to
PESCAGLIA
Uff. Servizi Sociali
S. Martino in Freddana, Loc. Matteino 10/E
0583 385837 Lun. 10:30‐13:30 o su appun.to
30 gg
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COMUNE UFFICIO INDIRIZZO TELEFONO/EMAIL ORARIO ATTESA
PORCARI Piazza F. Orsi 1 0583 211883; fax 0583 211887; sociale@ comune.porcari.lu.it
Mar. 8:30‐13:30; sab. 8:30‐13:30 su app.to
60 gg.
VILLA BASILICA
Uff. Servizi Sociali
Via Roma 1 0572 461637‐461626 [email protected]
Lun. Mer. Ven. 7:30‐13:30, o su appun.to
30/60 gg
SERVIZI PER L’ALZHEIMER
CENTRI DI ASCOLTO
Specifico per la malattia di Alzheimer, il Centro di Ascolto serve da punto di riferimento della comunità. Opera in integrazione con la rete dei servizi e la rete sociale: medici, assistenti sociali, infermieri, volontari possono avvaler‐si del centro indirizzandovi i familiari dei malati. Presso il Centro si tengono anche attività di formazione, aggiornamento e supervisione dedicate agli operatori e ai volontari. Fornisce consulenza, orientamento e sostegno ai familiari della persona malata informando, favorendo la riflessione e crean‐do momenti di approfondimento problematico. I Centri di Ascolto possono indire incontri individuali di orientamento; fornire consulenza medica, lega‐le o di servizio sociale; chiamare a colloqui psicologici, incontri di gruppo eccetera. Far emergere i bisogni reali, educare all’uso proprio dei servizi, costruire competenze, promuovere il recupero della vita di relazione, orien‐tare le risorse della famiglia alla qualità della vita è il loro scopo. In Toscana i Centri di Ascolto Alzheimer sono promossi e gestiti dai volontari di AIMA – Associazione Italiana Malattia di Alzheimer, in connessione con le Aziende USL e con le Società della Salute14.
COMUNE DENOMINAZ. INDIRIZZO TELEFONO/EMAIL ORARIO
Aima Lucca Via Matteo Civitali 60 347 7880000 [email protected]
Feriali 8‐20
LUCCA
Don Baroni via Passaglia, 41/A (Borgo Giannotti)
0583 331026 (tel./fax); [email protected]
Feriali 9‐10
14 La sezione Aima di Lucca è attiva dal mese di luglio 2011.
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CENTRI DIURNI
Il Centro Diurno Alzheimer – completato talvolta da sevizi dedicati anche al‐la patologia del Parkinson – è un luogo di assistenza specializzato rivolto ad anziani affetti da demenza senile non autosufficienti. Attraverso personale specializzato, opera per attenuare i disturbi del comportamento, favorire il recupero delle attività di base della vita quotidiana, mantenere lo stato fun‐zionale della persona, correggere i disturbi dell’equilibrio e dell’andatura, intervenire clinicamente sulle patologie somatiche acute o croniche, ridurre e razionalizzare l’uso di psicofarmaci. Possono accedervi gli anziani certifi‐cati dalla AUSL come malati di Alzheimer o affetti da demenza senile grave. I familiari devono presentare domanda al Distretto Sociale di residenza a‐nagrafica, corredata da attestazione del reddito15. La domanda si compila presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, la sede INPS o presso i Centri di as‐sistenza fiscale convenzionati.
COMUNE DENOMINAZIONE INDIRIZZO TEL. ORARIO ATTESA POSTI
LUCCA Centro Diurno Alzheimer, presso il Centro anziani di Monte S. Quirico
Via Poveri Vecchi – Loc. Monte S. Quirico
0583 442180 8‐19 45 gg 16
MODULI RESIDENZIALI
I Moduli Residenziali Alzheimer sono conosciuti anche come “Nucleo Al‐zheimer”. Il personale messo a disposizione è preparato a svolgere funzioni sanitarie e riabilitative con logica individualizzata nei confronti di persone con decadimento cognitivo medio/grave o con problemi comportamentali (agitazione, aggressività eccetera). Presso queste unità possono trovare so‐stegno, conforto e consulenza anche i familiari dei malati. Le informazioni e la domanda si richiedono presso i Distretti del Servizio Sociale di apparte‐nenza.
15 Attestazione I.S.E.E. (Indicatore Situazione Economica Equivalente) del richiedente e dei familia‐ri, coniuge e figli anche se non fanno parte del nucleo familiare dell’assistito.
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COMUNE PRESSO DSS INDIRIZZO TELEFONO ORARIO ATTESA
Centro Storico e Monte S. Quirico
Via delle Sette Arti, 7
0583 464396 Mart. Gio. 8:45‐17: 15; Lun. Mer. Ven. 8.45‐13.15
S. Vito Via Giorgini, 22 0583 445950‐1‐2‐3‐4
Ponte a Moriano
Via Vecchiacchi, 17
0583 445930 ‐ 445931
Lun. Mer. Ven. 8:45‐13:15; Mar. Gio. 8:45‐17:15
LUCCA
Centro Anziani Monte San Quirico
S. Anna e S. Concordio
Via Einaudi 0583 442897 Lun. Mer. Ven. 8:45‐13:15; Mar. Gio. 8:45‐17:15
60 gg da domanda
UNITÀ DI VALUTAZIONE
Nel 2000 il progetto ministeriale “Cronos” ha creato le Unità di Valutazione Alzheimer (UVA). Si tratta di strutture identificate per la diagnosi e il trat‐tamento delle demenza di Alzheimer, allo scopo di garantire la massima ac‐cessibilità a tutti i pazienti interessati. Le UVA sono localizzate internamen‐te alla Aziende USL. Loro scopo è di valutare il soggetto con disturbi cogniti‐vo comportamentali seguendo un percorso diagnostico strutturato, anche per mantenere un contatto e un’interazione continua con il medico di fami‐glia, così da garantire la continuità delle cure dell’ammalato e per sommini‐strare in modo controllato farmaci anticolinesterasici per il trattamento sin‐tomatico della demenza di Alzheimer. L’approccio generale prevede strut‐ture di primo livello più centrate sull’assistenza e strutture specialistiche coinvolte soprattutto nella diagnosi differenziale. L’accesso alla UVA avvie‐ne su segnalazione del medico di base o dello specialista. Il servizio è di tipo ospedaliero. COMUNE DENOMINAZIONE RESPONSABILE INDIRIZZO TELEFONO
LUCCA Centro Diagnosi U.O. Neurologia – Ospedale Campo di Marte
Dr. Carlo Giraldi Via dell’Ospedale 0583 970381
Capitolo 3
Dati demografici
e caratteristiche della domanda
aumento della popolazione anziana dovuto alla contrazione dei tas‐si di fertilità e all’allungamento della speranza di vita è un fenome‐no caratteristico delle società industrializzate avanzate. L’impatto
del fenomeno sarà nei prossimi decenni dirompente sull’organizzazione so‐ciale. Le previsioni realizzate dall’ Unione Europea in proiezione al 2015 ve‐dono la contrazione del ‐4,1% delle coorti giovanili, che passano dal 31,1% al 27%; mentre aumentano anziani e grandi anziani, rispettivamente del 3.7% (dal 15,4% al 19,1%), e del 1,3% (da 3,9% a 5,2%).
La Toscana è una delle regioni italiane più interessate dall’aumento degli anziani. Dal 2000 al 2005 il loro numero è passato da 779.272 unità a più di 840mila. Nei prossimi cinquanta anni gli anziani essere più del 36% della popolazione, con un incremento pari al 34,7% rispetto al 2005.
Dall’invecchiamento della popolazione non è immune il territorio lucchese. Il Rapporto Sociale 200716 evidenzia un trend coerente con il dato regiona‐le. Secondo l’ OSSERVATORIO POLITICHE SOCIALI DI LUCCA, al 31 dicembre 2006 gli anziani incidevano sulla popolazione per il 23,1%. Il censimento nelle Zone distretto17 indica nella Versilia il territorio con maggiore quota di ultrases‐santenni, seguita dalla Piana di Lucca, dove gli anziani sono 36.411 (il 40,7% degli anziani lucchesi). La Piana è anche l’area più “vecchia”, dove i “grandi anziani” ultra‐settacinquenni erano, nel 2006, 10.594 unità. Molti anche gli anziani che vivono soli, una delle fasce più deboli della società, pari a circa il 40% del totale.
16. Dipartimento di Scienze Sociali Provincia di Lucca (2007).
38. Valle del Serchio, Piana di Lucca e Versilia.
L’
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Dati più recenti sulla popolazione anziana dei territori lucchesi, su quella malata e utente dei servizi curativi e sanitari, ci sono forniti dalla Relazione Sanitaria Aziendale. Dati attività anno 2010 della Azienda USL 2 Lucca, l’ultima disponibile. Al 31 dicembre 2010 la popolazione della provincia è di 228.432 abitanti, con un aumento di 1175 persone rispetto al 2009. In Pia‐na di Lucca risiedono 169.145 abitanti, pari al 74% del totale. Gli anziani – con età superiore ai 65 anni – rappresentano il 23,2% della provincia; nella Piana sono il 22,4%, pari a 37.856 persone18.
Tabella 1 ‐ La popolazione nei comuni della Piana (2009)
ANNI COMUNE
TOTALE ABITANTI 0‐14
% 15‐64 %
65+ %
INDICE DIPENDENZA
* INDICE
VECCHIAIA**
ALTOPASCIO 15,047 15,7 67,4 17,0 48,4 108,5
CAPANNORI 46,239 13,3 64,0 22,7 56,3 170,1
LUCCA 89,093 12,6 63,9 23,5 56,4 186,3
MONTECARLO 4,538 13,4 66,2 20,4 51,0 152,6
PESCAGLIA 3,757 12,7 63,1 24,2 58,5 190,2
PORCARI 8,735 14,8 66,6 18,7 50,2 126,3
VILLA BASILICA 1,736 10,7 63,7 25,7 57,1 241,1
TOTALE PIANA DI LUCCA 169,145 13,2 64,4 22,4 55,2 169,7
TOTALE ASL 2 228,432 12,8 63,9 23,3 56,4 181,3
Fonte: Relazione Sanitaria Aziendale. Dati attività anno 2010.
La Piana registra, rispetto al 2009, una presenza di soggetti anziani in età 65‐79 anni pari a 26.155 persone; 39 in più rispetto al 2009. E una presenza di >80 anni del 6,92 % (valore assoluto 11.701; 355 in più rispetto al 2009). La popolazione anziana nel 2010 è, dunque, tornata a crescere19. Nel perio‐
18 “La speranza di vita alla nascita nel 2006 (Tabella 3) nella Piana di Lucca è di 79,04 anni nei ma‐schi e 84,49 anni nelle femmine, in leggero aumento in entrambi i sessi rispetto agli anni preceden‐ti”. Ma “i valori per l‟Area Vasta Nord Ovest (79,20 nei maschi e 84,47 nelle femmine) risultano i più bassi fra le tre aree vaste e sono inferiori al dato medio regionale (79,65 e 84,77 rispettivamen‐te nei maschi e nelle femmine)”. Così nella Relazione Sanitaria Aziendale. Dati attività anno 2010 , Azienda USL 2 Lucca, p. 7. * Indice‐dipendenza = [((65+)+(0‐14)) / (15‐64)] x 100 ** Indice‐vecchiaia = [(65+) / (0‐14)] x 100 19 Continua su base triennale, invece, la leggera diminuzione dell’”indice di vecchiaia”, il rapporto tra popolazione anziana e giovane (sotto 14 anni); nel 2008 era il 183,7%, nel 2009 182%, nel 2010
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do dal 2000 al 2010 la popolazione totale è aumentata di 11.481 unità e la popolazione anziana è aumentata di 4.074 unità passando dal 21,42 del 2000 al 22,38% del 2010. Si tratta di cifre molto eloquenti.
Il quadro dei bisogni degli anziani nei territori lucchesi è completato dai numeri relativi ai servizi. Ad esempio, nella Piana i posti letto disponibili nel‐le RSA a gestione diretta Ausl, o in convenzione, sono appena 299, contro un fabbisogno stimato di 605 posti20. Secondo questa rilevazione, il deficit tra domanda e offerta appare superiore al 100%21!
Anche la spesa sostenuta per quote sanitarie a favore di soggetti anziani non autosufficienti ricoverati nelle strutture convenzionate è in crescita. Nella Piana di Lucca nel 2010 ha sfiorato i 4 milioni di Euro, contro di 2.700.000 Euro del 2000, con un incremento del 40% in 10 anni.
Gli anziani non autosufficienti, secondo gli accertamenti della commissione sanitaria, effettuati nel 2010, sono 789. La non autosufficienza accertata è in sette anni aumentata di oltre il 200%!
Tabella 2 – Accertamento di condizioni di non‐autosufficienza
ANNO N. VISITE NON AUTOSUFF. Anno N. VISITE NON AUTOSUFF.
2003 331 223 2007 238 187
2004 246 153 2008 406 376
2005 248 184 2009 584 584
2006 274 222 2010 789 789*
Fonte: Relazione Sanitaria Aziendale. Dati attività anno 2010
Sono numeri che fanno pensare e che indicano la necessità di un’ assistenza da potenziare nel futuro per soddisfare le esigenze di una popolazione che sta rapidamente invecchiando. L’intero sistema socio‐sanitario dovrà essere è pari al 181,3%. Ciò soprattutto a causa delle nascite da famiglie residenti immigrate. Interessante notare, di contro, che l’”indice di dipendenza” tra popolazione inattiva e attiva (in età di lavoro) è in aumento, pari al 56,4%. 20 Relazione Sanitaria Aziendale. Dati attività anno 2010, cit., p. 50. 21 La situazione di qualche anno addietro mostra dà segno della dinamica. Nel 2003 su di una popo‐lazione di 153.025 persone gli anziani sopra 65anni erano 33.967, pari al 22,2%. I posti disponibili per non‐autosufficienti nelle Residenze Sanitarie Assistenziali erano in totale 222, in 13 strutture di ospitalità. Dati dal portale sanitario della Toscana. * PAP cosi suddivisi: domiciliari 386, centri diurni 144, RSA 257. Relazione Sanitaria Aziendale. Dati attività anno 2010, cit., p. 50.
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ripensato a partire da interventi capaci di modificare il rapporto tra anziani attivi / anziani autosufficienti e anziani non‐autosufficienti, a favore del primo termine. L’accompagnamento e l’assistenza domiciliare saranno da preferire rispetto ai ricoveri in strutture dedicate.
La sfida è in fondo quella di garantire un’assistenza equa e omogenea su tutto il territorio. Quindi si riconferma l’importanza dell’adozione di stru‐menti e progetti pensati con l’obiettivo di prevenire e di mantenere la po‐polazione adulta attiva il più a lungo possibile, assistendo a domicilio priori‐tariamente chi è solo, e non ha necessità farmacologiche pesanti.
Quale sia la strada da intraprendere è indicato nella stessa Relazione Sani‐taria 2010. Citiamo.
L’età media e la speranza di vita si elevano anno dopo anno […]. Il progres‐sivo invecchiamento della popolazione continua a determinare un maggiore impegno in termini di servizi di assistenza ospedaliera, assistenza domicilia‐re e disponibilità di farmaci e cure. La domanda di salute della popolazione anziana è un problema molto sentito anche a livello nazionale in quanto, a fronte di un impegno di più della metà delle risorse totali dedicate anziana con particolare attenzione alla prevenzione […]22.
È chiaro che l’aumento progressivo del carico assistenziale pubblico deve coinvolgere le istituzioni locali e tutte le organizzazioni che partecipano all’ assistenza agli anziani per rivedere e rimodulare gli equilibri tra sanitario e socio‐sanitario preventivo, e tra ruolo pubblico e ruolo del privato sociale. La sfida è dunque di tipo progettuale e di sistema, per riuscire a dare mi‐gliori risposte, più articolate e puntuali, a un’utenza in grande aumento23.
22 Ivi, p. 56. 23 Tra gli obiettivi della Azienda Usl 2 di Lucca vi è anche l’impegno, condiviso con la Regione To‐scana, alla “sanità d‟iniziativa”, che consiste nel sollecitare l’assistenza territoriale e i medici di medicina generale a operare con un modello di presa in carico del paziente, nell’ambito di un ap‐proccio organizzativo che affida alle cure primarie la programmazione e il coordinamento degli in‐terventi a favore dei malati cronici. Il modello è il Chronic Care Model, che dà sostegno alla persona anziana fragile e previene la non autosufficienza con la creazione di una rete di servizi sanitari e so‐ciali e di iniziative di sostegno qualificabili come servizi di prossimità, con graduazione di interventi secondo lo stato di salute e le condizioni socio/relazionali/abitative. Relazione Sanitaria Aziendale. Dati attività anno 2010, cit., p. 62.
Capitolo 4
La qualità percepita
ogliere in modo obiettivo e strutturato la “qualità percepita” dei ser‐vizi per gli anziani presenti sul territorio è fondamentale per definire il quadro di partenza sul quale fondare le decisioni migliorative. Co‐
sa pensano dei servizi gli operatori che ad essi prestano contributo e gli u‐tenti che li utilizzano è interessante quanto più il rilevamento è ampio, con‐dotto in maniera coerente, e approfondito rispetto ai registri della qualità. Attribuire punteggi, identificare punti di forza e di debolezza, riferire i con‐sigli dati dalle persone che conoscono i servizi; insomma, fare ricerca parte‐cipata è un modo efficace per entrare nel merito delle questioni dei servizi sociali e poter realizzare miglioramenti duraturi.
Quanto agli elementi qualificanti dei servizi soggetti a valutazione – utilizza‐ti per i questionario somministrato – essi sono stati organizzati in base alle indicazioni metodologiche proposte da Aldo Fortunati nel volume Il sistema regionale dei servizi e il tema della qualità24 e, soprattutto, da Emanuele Ranci Ortigosa nel suo lavoro Diritto sociali e livelli essenziali delle presta‐zioni (2008) nel quale egli offre un contributo fondamentale per l’at‐tuazione della L. 328/0025.
24 REGIONE TOSCANA‐ISTITUTO DEGLI INNOCENTI DI FIRENZE, 2006. 25 E. RANCI ORTIGOSA (a cura di), Diritti sociali e livelli essenziali delle prestazioni, Quaderni Quid, Pro‐spettive sociali e sanitarie, 2008. I Livelli Essenziali di Assistenza Sociale (Liveas) secondo la Legge 328/00 sono uno strumento pensato nel 2000 per salvaguardare i diritti sociali delle persone e del‐le famiglie sancito dalla costituzione. Perché i livelli essenziali? Le condizioni sociali e i bisogni ur‐genti delle persone determinano fattori di convivenza sociale tali da consigliare la definizione e la misurazione obiettiva dei livelli di assistenza erogati alla popolazione. In forza di questa legge in Italia le politiche di welfare incorporano la definizione in itinere dei Liveas a livello regionale. Spet‐ta cioè alle Regioni chiarire strada facendo il livello di prestazioni atte a garantire i diritti sociali. I Liveas comportano dunque scelte circa (a) il diritto della persona a servizi e prestazioni, (b) i titolari di questi diritti, (c) le priorità e la esigibilità del diritto alla prestazione, (d) le tipologie dei servizi e delle prestazioni, (c) i loro requisiti di appropriatezza, adeguatezza e qualità, (d) le risorse finanzia‐
C
- 46 -
I macroaspetti dei servizi dedicati agli anziani soggetti a valutazione di qua‐lità sono tre:
(1) congruenza,
(2) penetrazione,
(3) affidabilità dei servizi stessi.
L’aspetto di “congruenza” riguarda il “disegno del servizio” in rapporto ai diritti e ai bisogni concreti dei cittadini, misurato rispetto a criteri di: (i) di‐versificazione/flessibilità, (ii) professionalità del personale, aggiornamento e formazione, (iii) integrazione/rete tra i servizi sul territorio (complemen‐tarietà).
La “penetrazione” prende invece in considerazione le infrastrutture e i co‐sti: (i) la diffusione territoriale e (ii) l’accessibilità economica e culturale del servizio. L’ “affidabilità” riguarda infine l’idea di stabilità nel tempo della prestazione, relativamente alla struttura fisica del servizio e al personale tecnico che lo fa funzionare; sono valutati, in particolare, (i) la mortalità delle strutture offrenti i servizi e (ii) il turn‐over degli addetti.
I servizi valutati sono in totale quindici. Non sono stati inseriti quelli meno diffusi e meno strutturali, menzionati nella precedente Tabella 1; come ad esempio: le Università per la Terza Età, la Banca del Tempo, i Pasti a domici‐lio, le Vacanze estive eccetera.
I dati sulla qualità ricavati con il questionario sono stati sommati, arricchiti con note e successivamente esplorati con due focus group (gruppi di di‐scussione strutturata) cui hanno partecipato, rispettivamente, gli operatori e gli utenti; ossia chi i servizi li eroga, e chi ne beneficia.
I gruppi di discussione sono stati animati con la tecnica della Scala delle Priorità Obbligate, strumento della ricerca sociale con il quale riflettere e commentare i risultati in tempo reali riguardo a qualità dei servizi, necessità più urgenti, modalità e proposte volte a riorganizzare il quadro complessivo delle prestazioni per gli anziani presenti sul territorio.
rie, professionali, strutturali, e strumentali, e da chi sono fornite, (e) a chi spettano le responsabili‐tà organizzative e di spesa. Il presente lavoro interviene a specificare la suddetta voce “c”.
- 47 -
Figura 2 ‐ Lista dei servizi valutati in termini di qualità percepita
1 Segretariato sociale – Punto Insieme
2 Sportello badanti
3 Centri sociali per anziani
4 Accompagnamento (volontariato)
5 Servizio di accompagnamento (Sad)
6 Centro diurno
7 SAD ‐ Servizio Assistenza Domiciliare
8 RA – Residenza Assistenziale (Casa Riposo, Casa Albergo)
9 Servizi riabilitativi (extra ADI)
10 ADI ‐ Assistenza Domiciliare Integrata
11 RSA ‐ Residenza Sanitaria Assistenziale
12 Centri di ascolto Alzheimer
13 Unità di valutazione Alzheimer
14 Centri diurni Alzheimer
15 Moduli residenziali Alzheimer
Le interviste nominative: i risultati
Al questionario hanno risposto 52 persone, delle quali 29 addetti ai servizi (operatori, assistenti sociali, funzionari, dirigenti ecc.) e 23 utenti (familiari di anziani malati e volontari); rispettivamente pari al 56% e al 44% del tota‐le. Alla leggera prevalenza della voce degli operatori corrisponde la difficol‐tà riscontrata dagli intervistatori in fase di contatto a identificare e a pren‐dere appuntamento con gli utenti e con i volontari, per una sorta di riserbo nei confronti di un tema molto personale e delicato. Consci di questa diffi‐coltà di contatto era stato previsto di considerare dal lato della domanda e di intervistare le persone del volontariato, come particolarmente vicine ai bisogni e alle richieste degli anziani che hanno bisogno.
I ruoli degli intervistati sono posti in luce dalle Figure 3, 4. Tra gli intervistati prevalgono i familiari degli anziani, seguiti dagli operatori, in gran parte as‐sistenti sociali, dai funzionari pubblici e dai volontari26.
26 Hanno risposto al questionario: un responsabile della AUSL 2 Lucca, una soccorritrice, quattro operatori del servizio sanitario, due responsabile dell’organizzazione dei servizi del volontariato, una operatrice di un Centro Diurno anziani volontaria, cinque assistenti sociali, un educatore pro‐fessionale, due presidenti di associazione, un presidente di cooperativa, dodici familiari di anziani,
- 48 -
Figura 3 – Ruolo dei rispondenti
Medico di
base
8%
Volontario
21%
Anziano o
familiare
23%
Operatore
31%
Funzionario
17%
Figura 4 – Provenienza dei rispondenti
Altopascio
15%
Lucca
27%
Porcari
19%
Villa Basilica
6%
Montecarlo
11%
Pescaglia
13%
Capannori
9%
Figura 5 ‐ Servizi carenti*, primi otto (% su totale risposte)
1° Servizio Assistenza Domiciliare 29%
2° Assistenza Domiciliare Integrata 20%
3° Residenza Sanitaria Assistenziale 17%
4° Centro Diurno Alzheimer 17%
5° Centro diurno 14%
6° Accompagnamento sanitario 11%
7° Accompagnamento volontariato 11%
8° Modulo Residenziale Alzheimer 11%
* Per carenti si intendono servizi percepiti come insufficienti nel numero, nella loro distribuzione o per qualità.
due Assessori al sociali, un commissario della Croce Rossa, un tirocinante del Servizio Sociale, un responsabile sportello badanti, quattro operatori socio assistenziali, due responsabili di RSA, un coordinatore referente del assistenza SAD, quattro medici di base, cinque funzionari pubblici, un volontario della Croce Rossa.
- 49 -
Sono stati verificati i servizi meno conosciuti: “Banca del tempo” (scono‐sciuta al 76%), “Attività fisica adattata” (59% degli intervistati), “Centro di Ascolto Alzheimer” (59%), “Pasti a domicilio” (50%), “Università della terza età” (41%), “Unità di valutazione Alzheimer” (29%). Da notare il fatto che anche a coloro che lavorano nei servizi, o tra gli utenti che li hanno utilizza‐ti, vi è chi non sa che esistono servizi di informazione e di diagnosi del‐l’Alzheimer di cui beneficiare. A testimonianza di quanto l’informazione preliminare dei cittadini sia fondamentale per avere accesso utile ai servizi.
Tra i servizi percepiti come più carenti tra i quindici proposti è in testa il Servizio di Assistenza Domiciliare, seguito dall’Assistenza Domiciliare Inte‐grata, seguita dalle Residenze Sanitarie Assistite, dai Centri Diurni Alzhei‐mer, dai Centri Diurni, dai servizi di Accompagnamento sia sanitari sia e‐xtrasanitari, a pari merito con i Moduli Residenziali Alzheimer.
Da notare che i risultati di questa graduatoria generale non sono conferma‐ti dalla qualità percepita. Tra il concetto generico di “carenza” e quello di “qualità”, infatti, esiste una essenziale distanza semantica. Mentre la caren‐za è interpretata prevalentemente come “assenza, mancanza sul territo‐rio”, la qualità dei servizi è un dato composto, articolato nei tre macroa‐spetti della “congruenza”, della “penetrazione” e “affidabilità” del servizio. Approfondire le questioni di operatività dei servizi permette un giudizio più articolato e preciso. Come vedremo.
Per sintetizzare la qualità percepita è stato costruito un semplice indicato‐re. La somma algebrica tra giudizi di forza (+) e di debolezza (‐) di ogni servi‐zio è stata ponderata per il numero delle risposte fornite, ottenendo un va‐lore su di una scala 1/‐1 (tutti punti di forza/tutti punti di debolezza)27.
I risultati, ricavati da un campione qualificato, ma ristretto, di testimoni pri‐vilegiati, appaiono di un certo interesse. Rimandiamo alla visualizzazione grafica di Fig.7 la loro descrizione di merito e le distanze valutative occor‐renti tra i differenti servizi, le eccellenze e le carenze riscontrate nell’opi‐nione dei 52 rispondenti28.
27 Le persone intervistate, infatti, non hanno espresso un giudizio su tutti i servizi e su tutti gli a‐spetti, tralasciando quelli per i quali non ritenevano di essere competenti. Da cui l’esigenza di ren‐dere omogenei i dati, commisurandoli al numero delle risposte fornite. 28 Trattandosi di una valutazione non obiettiva, resa numericamente con un indicatore lineare, le conclusioni forniscono indicazioni generali, da qualificare e approfondire successivamente.
Figura 6 ‐ Indici forza‐debolezza dei sette aspetti di qualità dei servizi
CONGRUENZA PENETRAZIONE AFFIDABILITÀ
SERVIZIO
PRESEN
ZA E FLES‐
SIBILITÀ
PROFESSIONALITÀ
INTEGRAZIONE
MED
IA
DIFFU
SIONE
ACCESSIBILITÀ
MED
IA
MORTA
LITÀ
SERVIZI
TURNOVER
PER
SONALE
MED
IA
INDICE DI Q
UALITÀ
PUNTO INSIEME 0,73 0,33 0,18 0,41 0,62 0,82 0,72 0,82 0,43 0,62 0,59
SPORTELLO BADANTI 0,82 0,90 0,62 0,78 0,36 0,82 0,59 0,62 0,70 0,66 0,68
CENTRO SOCIALE 0,36 0,52 0,14 0,34 ‐0,40 0,05 ‐0,18 0,64 0,06 0,35 0,17
ACCOMPAGNAMENTO 0,88 0,33 0,58 0,60 0,68 0,83 0,76 0,67 0,08 0,38 0,58
CENTRO DIURNO 0,85 0,93 0,77 0,85 0,41 0,57 0,49 0,93 0,76 0,84 0,73
SAD 0,76 0,83 0,92 0,84 0,68 0,68 0,68 0,69 0,62 0,66 0,72
RA 0,71 0,68 0,56 0,65 0,40 0,37 0,38 0,90 0,67 0,79 0,61
RIABILITAZIONI 0,18 1,00 0,43 0,54 0,00 0,14 0,07 0,43 0,71 0,57 0,39
ADI 0,71 1,00 0,55 0,75 0,65 0,55 0,60 0,64 0,68 0,66 0,67
RSA 0,67 0,92 0,76 0,78 0,52 0,23 0,38 0,85 0,68 0,77 0,64
CENTRI ASCOLTO ALZHEIMER ‐0,20 0,60 ‐0,20 0,07 ‐0,60 0,00 ‐0,30 0,20 0,20 0,20 ‐0,01
UNITÀ VALUTAZIONE ALZHEIMER 0,47 0,57 0,20 0,41 0,33 0,73 0,53 0,71 0,71 0,71 0,55
CENTRI DIURNI ALZHEIMER 0,14 0,80 0,50 0,48 0,00 0,30 0,15 0,68 0,67 0,68 0,44
MODULI RESIDENZIALI ALZHEIMER 0,22 0,76 0,38 0,45 0,06 0,18 0,12 0,65 0,50 0,57 0,38
Evidenziati in rosso gli indici negativi, relativi alle voci con prevalenza di giudizi negativi (punto di debolezza).
In giallo i valori sotto la soglia di 0,50, equivalente al doppio di giudizi positivi (punto di forza) rispetto ai negativi (punti di debolezza).
Figura 7 ‐ Grafici di qualità dei servizi (dettaglio degli indicatori)
Punto insieme
0,000,100,200,300,400,500,600,700,800,901,00
Presenza e
flessibilità
Professionalità
Integrazione
Diffusione
Accessibilità
Mortalità
servizio
Turnover
personale
Congruenza Penetrazione Affidabilità
Sportello badanti
0,000,100,200,300,400,500,600,700,800,901,00
Presenza e
flessibilità
Professionalità
Integrazione
Diffusione
Accessibilità
Mortalità
servizio
Turnover
personale
Congruenza Penetrazione Affidabilità
Centro sociale
‐0,60
‐0,40
‐0,20
0,00
0,20
0,40
0,60
0,80
1,00
Presenza e
flessibilità
Professionalità
Integrazione
Diffusione
Accessibilità
Mortalità
servizio
Turnover
personale
Congruenza Penetrazione Affidabilità
Accompagnamento
0,000,100,200,300,400,500,600,700,800,901,00
Presenza e
flessibilità
Professionalità
Integrazione
Diffusione
Accessibilità
Mortalità
servizio
Turnover
personale
Congruenza Penetrazione Affidabilità
Centro Diurno
0,000,100,200,300,400,500,600,700,800,901,00
Presenza e
flessibilità
Professionalità
Integrazione
Diffusione
Accessibilità
Mortalità
servizio
Turnover
personale
Congruenza Penetrazione Affidabilità
Servizio Assistenza Domiciliare
0,000,100,200,300,400,500,600,700,800,901,00
Presenza e
flessibilità
Professionalità
Integrazione
Diffusione
Accessibilità
Mortalità
servizio
Turnover
personale
Congruenza Penetrazione Affidabilità
Residenza Assistenziale
0,000,100,200,300,400,500,600,700,800,901,00
Presenza e
flessibilità
Professionalità
Integrazione
Diffusione
Accessibilità
Mortalità
servizio
Turnover
personale
Congruenza Penetrazione Affidabilità
Riabilitazione
0,000,100,200,300,400,500,600,700,800,901,00
Presenza e
flessibilità
Professionalità
Integrazione
Diffusione
Accessibilità
Mortalità
servizio
Turnover
personale
Congruenza Penetrazione Affidabilità
Assistenza Domiciliare Integrata
0,000,100,200,300,400,500,600,700,800,901,00
Presenza e
flessibilità
Professionalità
Integrazione
Diffusione
Accessibilità
Mortalità
servizio
Turnover
personale
Congruenza Penetrazione Affidabilità
Residenza Sanitaria Assistenziale
0,000,100,200,300,400,500,600,700,800,901,00
Presenza e
flessibilità
Professionalità
Integrazione
Diffusione
Accessibilità
Mortalità
servizio
Turnover
personale
Congruenza Penetrazione Affidabilità
Centro di Ascolto Alzheimer
‐0,80
‐0,60
‐0,40
‐0,20
0,00
0,20
0,40
0,60
0,80
1,00
Presenza e
flessibilità
Professionalità
Integrazione
Diffusione
Accessibilità
Mortalità
servizio
Turnover
personale
Congruenza Penetrazione Affidabilità
Unità di Valutazione Alzheimer
0,000,100,200,300,400,500,600,700,800,901,00
Presenza e
flessibilità
Professionalità
Integrazione
Diffusione
Accessibilità
Mortalità
servizio
Turnover
personale
Congruenza Penetrazione Affidabilità
Centro Diurno Alzheimer
0,000,100,200,300,400,500,600,700,800,901,00
Presenza e
flessibilità
Professionalità
Integrazione
Diffusione
Accessibilità
Mortalità
servizio
Turnover
personale
Congruenza Penetrazione Affidabilità
Modulo Residenziale Alzheimer
0,000,100,200,300,400,500,600,700,800,901,00
Presenza e
flessibilità
Professionalità
Integrazione
Diffusione
Accessibilità
Mortalità
servizio
Turnover
personale
Congruenza Penetrazione Affidabilità
- 54 -
I PUNTI INSIEME dei Comuni della Piana di Lucca sembrano avere in primo luogo problemi di congruenza. Rispetto alle necessità, cioè, l’opinione pre‐valente è che siano carenti l’integrazione con il resto dei servizi sociali per gli anziani e la professionalità del personale che fornisce le informazioni, analizza le necessità e redige le schede di smistamento e indirizzo agli speci‐fici servizi.
Ai PUNTI INSIEME la Regione Toscana assegna il ruolo di “porta di ingresso ai servizi e alle prestazioni in favore delle persone che non sono più in grado di provvedere autonomamente alle necessità di tutti i giorni”29.
I giudizi indicano che nella Piana di Lucca gli sportelli informativi non sono ben collegati al resto dei servizi e che il personale addetto è soggetto a qualche turn‐over. La porta di ingresso risulta per tali motivi ristretta e non indirizzata ai giusti percorsi.
Relativamente migliore il giudizio sullo SPORTELLO BADANTI, anch’esso non perfettamente integrato al quadro dei restanti servizi poiché di recente co‐stituzione.
I CENTRI SOCIALI sono un caso interessante. Esistono, sono stabili nella loro presenza, ma poco diffusi, rimessi nel funzionamento a personale vario e mobile, non ben preparato. Sembrano mediamente poco accessibili e scar‐samente integrati al resto dei servizi informativi e preventivi. Forse negli ul‐timi anni sono stati un poco trascurati; ma meritano di essere valorizzati, promossi e sfruttati come luoghi e strumenti volti a favorire l’invecchia‐mento attivo e la partecipazione degli anziani alla vita sociale dei loro terri‐tori.
I servizi di ACCOMPAGNAMENTO sono presenti sul territorio in modo soddisfa‐cente. Sono diffusi e accessibili. Ma non sempre appare verificata la profes‐sionalità degli operatori che li prestano, soggetti a un significativo turnover. Occorre ricordare, peraltro, come all’accompagnamento partecipi in modo significativo il volontariato, mettendo in campo risorse e persone non sem‐pre dotate di competenze infermieristiche o comunque in grado di fornire aiuto per bisogni specifici.
I CENTRI DIURNI per gli anziani parzialmente autosufficienti o non autosuffi‐cienti vanno molto bene quanto a congruenza e affidabilità, poiché connes‐si ad altre strutture a valenza sanitaria; essi risentono, tuttavia, di scarsa 29 Così ci si esprime nella pagina http://www.regione.toscana.it/puntoinsieme
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penetrazione, diffusione sul territorio e di accessibilità limitata. Non a caso questo servizio è quello che presenta il migliore indicatore complessivo di qualità (Fig. 8).
Il Servizio di ASSISTENZA DOMICILIARE (SAD) sembra essere sui territori della Piana di Lucca molto buono in tutti i parametri, nella congruenza e affidabi‐lità, senza cadute di accessibilità. Resta da comprendere il dato contraddit‐torio che lo vede al primo posto tra i servizi carenti. Forse per via della poca incisività e di poche risorse economiche a esso destinate che riducono il numero di ore a disposizione dell’utenza.
Le RESIDENZE ASSISTENZIALI, case di riposo e case albergo, appaiono poco diffu‐se e poco accessibili, per questioni di rette non da tutti praticabili. Ma sono strutture la cui presenza in loco è molto stabile, dotate di ottime professio‐nalità. Di fatto, come tutte le prestazioni fornite dai professionisti dell’assi‐stenza, dottori, infermieri, Addetti all’Assistenza di Base, mostrano un indi‐catore di sintesi molto buono.
Figura 8 – Indicatori sintetici di qualità
0,59
0,68
0,17
0,58
0,73
0,72
0,61
0,39
0,67
0,64
0,55
0,44
0,38
‐0,01
Punto insieme
Sportello badanti
Centro sociale
Accompagnamento
Centro diurno
SAD
RA
Riabilitazioni
ADI
RSA
Centri Ascolto Alzheimer
Unità Valutazione Alzheimer
Centri Diurni Alzheimer
Moduli Residenziali Alzheimer
Figura 9 ‐ Livelli di congruenza, penetrazione, affidabilità dei servizi
0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 0,70 0,80 0,90
Punto insieme
Sportello badanti
Centro sociale
Accompagnamento
Centro diurno
SAD
RA
Riabilitazioni
ADI
RSA
Centri Ascolto Alzheimer
Unità Valutazione Alzheimer
Centri Diurni Alzheimer
Moduli Residenziali Alzheimer
‐0,40 ‐0,20 0,00 0,20 0,40 0,60 0,80 1,00
Punto insieme
Sportello badanti
Centro sociale
Accompagnamento
Centro diurno
SAD
RA
Riabilitazioni
ADI
RSA
Centri Ascolto Alzheimer
Unità Valutazione Alzheimer
Centri Diurni Alzheimer
Moduli Residenziali Alzheimer
0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 0,70 0,80 0,90
Punto insieme
Sportello badanti
Centro sociale
Accompagnamento
Centro diurno
SAD
RA
Riabilitazioni
ADI
RSA
Centri Ascolto Alzheimer
Unità Valutazione Alzheimer
Centri Diurni Alzheimer
Moduli Residenziali Alzheimer
Congruenza Penetrazione Affidabilità
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I servizi riabilitativi, esclusi quelli forniti in regime di assistenza domiciliare, sono in genere integrati alle strutture residenziali od ospedaliere. Appaiono però poco presenti, poco diffusi e utilizzati, almeno secondo il campione in‐tervistato. Si ha l’impressione di un servizio complessivamente sottovaluta‐to e scarsamente presente sul territorio, con pochi esempi che lo vedono inserito alle prestazioni delle RSA.
L’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) non ha particolari problemi. L’ inte‐grazione agli altri servizi e l’accessibilità da parte degli anziani ne costitui‐scono, forse, i maggiori limiti, dovuti ai ridotti stanziamenti economici dei Comuni. Ottima invece la presenza e la preparazione del personale qualifi‐cato che la eroga.
Le RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI hanno preminenti esigenze di diffusione e di accessibilità. Sono cioè scarsamente penetranti; anche se buono risulta l’indicatore complessivo di qualità, come avviene per gli altri servizi a valen‐za specialistica e terapeutica.
Se i servizi per gli anziani non autosufficienti che hanno bisogno di cure mediche funzionano meglio dei servizi informativi e ricreativi, problemi più seri si registrano nel campo dei servizi per i malati di Alzheimer, soprattut‐to, lo anticipiamo, in termini di presenza e diffusione.
Il dato meno buono è quello dei Centri di Ascolto Alzheimer. L’AIMA (Asso‐ciazione Italiana Malati di Alzheimer) a Lucca è attiva da poco tempo. Negli ultimi anni ha svolto attività soltanto l’associazione DON BARONI, dotata di una postazione di ascolto telefonico e di personale preparato. Né sembra che altre associazioni offrano informazioni sulle malattie neurologiche in maniera strutturata.
Una sola UNITÀ DI VALUTAZIONE per l’ascolto e l’assistenza alle famiglie dei malati, è presente nel plesso ospedaliero della Azienda USL 2. I meccanismi di valutazione della malattia sono quindi poco noti, poco conosciuti e, sem‐bra, non integrati alla rete dei servizi mediante il canale fondamentale dei medici di base, che dovrebbero raccordare chi ha bisogno con i Centri di Ascolto, che sono pochi.
Lo stesso vale per IL CENTRO DIURNO ALZHEIMER. Ce n’è uno solo, per un totale di appena 16 posti, localizzato presso il CENTRO ANZIANI DI MONTE SAN QUIRICO, a Lucca. I giudizi lo indicano poco integrato alla rete degli altri servizi e poco accessibile. Nella stessa struttura è ospitato anche l’unico CENTRO (MODULO)
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RESIDENZIALE ALZHEIMER della Piana di Lucca, servizio che presenta le stesse problematiche di diffusione e di accessibilità del Centro Diurno, acnhe se il giudizio in merito alla preparazione del personale è molto molto buono.
La riflessione comparativa sulla qualità dei servizi a impronta sanitaria ne pone in risalto l’affidabilità. Le normative, gli accreditamenti e la formazio‐ne degli operatori cui sono soggetti, in altri termini, funzionano. Certo le competenze di cui sono dotati aumentano di molto i costi. Mai problemi ci sono e riguardano soprattutto il livello di penetrazione dei servizi sanitari e l’accessibilità da parte dell’utenza, dovuti in parte alle scarse risorse eco‐nomiche a disposizione (problemi molto evidenti soprattutto in quelli a ma‐trice pubblica erogati dai Comuni, soggetti a tetti di spesa, come anche le prestazioni domiciliari). Testimoniano in questo senso i grafici di Fig.9.
I focus group e la discussione: temi e approfondimenti
Nel mese di settembre 2011, conclusa la compilazione dei questionari ed effettuata una prima analisi monovariata, sono stati realizzati a Lucca due focus group, attivati con il metodo della Scala delle Priorità Obbligate (SPO).
I partecipanti sono stati in un caso gli operatori dei servizi, nell’altro i fami‐liari degli anziani, entrambi esperti del tema indagato. La partecipazione è stata di 9 persone al primo focus, di 10 al secondo.
L’obiettivo delle riunioni era di raccogliere informazioni puntuali circa la qualità dei servizi, le questioni evidenti ed emergenti, nonché di raccogliere suggerimenti di miglioramento a partire dalle urgenze identificate con la SPO.
In entrambi i casi la riunione è stata aperta dal conduttore spiegando la fi‐nalità della ricerca e le modalità di raccolta dei dati, introducendo i parteci‐panti ai temi da affrontare. Un modo per riscaldare il clima e favorire la par‐tecipazione.
Ai presenti è stato proposto di ordinare una lista di voci inerenti i servizi per gli anziani, prima in ordine di importanza, poi in ordine di carenza. In altri termini, prima identificando le priorità di sviluppo dei servizi, con una logica di prospettiva orientata al progressivo invecchiamento della popolazione; successivamente cercando di riflettere sui servizi più carenti, quelli che di fatto sembrano funzionare peggio (Fig. 10).
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Figura 10 – Voci della SPO
1. BISOGNI DEGLI ANZIANI E DELLE LORO FAMIGLIE
Sostegno economico alle famiglie
Informazioni capillari sull’Alzheimer, per le famiglie e gli anziani malati e non
Attività di prossimità per gli anziani, di natura sia assistenziale, sia ricreativa
Accompagnamento nelle attività quotidiane degli anziani
Cure a domicilio per i malati di Alzheimer
Badanti, per aiutare la famiglia nell’accudire gli anziani non autosufficienti
Informazioni generali sui servizi agli anziani
Centri di ascolto e valutazione malattie neurologiche
Teleassistenza per garantire agli anziani fragili sicurezza e assistenza
Accompagnamento per utilizzare i servizi ospedalieri
Assistenza domiciliare di tipo sanitario
Spazi e soluzioni per favorire la socializzazione degli anziani autosufficienti
Assistenza domiciliare generale per le famiglie e gli anziani, di tipo non sanitario
Strutture residenziali dove far vivere insieme gli anziani soli autosufficienti
Residenze attrezzate per accogliere gli anziani cui necessitano cure sanitarie
Strutture dove le famiglie possono portare i malati di Alzheimer durante l’orario di lavoro
Servizi di riabilitazione, per recuperare gli anziani non autosufficienti.
2. SERVIZI CARENTI
Assegni di accompagnamento per le famiglie
Servizi informativi sull’Alzheimer, per le famiglie e i malati
Centri diurni, per anziani autosufficienti
Accompagnamento anziani, nel quotidiano
Moduli residenziali per malati di Alzheimer. Cure a domicilio
Informazione e assistenza all’impiego delle badanti nella cura degli anziani
Informazioni generali sui servizi agli anziani
Centri di ascolto e valutazione malattie neurologiche
Telesoccorso
Accompagnamento per uso dei servizi di tipo ospedaliero
Assistenza domiciliare anche sanitaria (ADI)
Centro ricreativi e di socializzazione
Assistenza domiciliare, di tipo non sanitario (SAD)
Case di riposo
Residenza Sanitaria Assistenziale. Accudimento e cure mediche anziani non autosufficienti
Centri diurni per i malati di Alzheimer
Servizi di riabilitazione, per recuperare gli anziani parzialmente autosufficienti
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I risultati dell’esercizio sono quindi inseriti in tempo reale in un foglio di cal‐colo e visualizzati come diagramma, cui ha fatto seguito una discussione strutturata a giro di tavolo, secondo le regole del focus group: tutti devono parlare, tutte le idee sono accettabili dal gruppo, non si commentano le o‐pinioni mentre gli altri espongono.
FOCUS GROUP DEGLI OPERATORI
Il primo focus group dedicato agli operatori, assistenti sociali, medici di ba‐se, coordinatori delle cooperative sociali, dirigenti degli enti locali, è aperto dal conduttore mostrando come dai questionari emerga il fatto che sono pochi coloro che dimostrano di avere un’idea completa del panorama dei servizi. Un dato legato alla difficoltà di tenere sotto controllo e strutturare un parco di servizi molto complesso e differente da comune a comune.
Si chiede quindi l’opinione alla platea. “Qual è la situazione nel vostro terri‐torio?”; “come valutate i servizi, per quanto li conoscente rispetto al vostro ruolo, rispetto alla priorità dei bisogni della popolazione prima, e rispetto al‐le carenze attuali poi?”. L’assistente somministra la prima lista. È dato il tempo di 5 minuti per compilarla. Si raccolgono i fogli e si inseriscono i dati nel foglio di calcolo, mentre il conduttore somministra la seconda scheda via via che le persone completano la prima. In quindici minuti i risultati so‐no proiettati sullo schermo e vengono esaminati dai partecipanti.
I diciassette servizi presi in conto vengono posizionati nei quattro quadran‐ti, in alto delle “urgenze” e “da migliorare”; in basso degli “standard” e dei servizi “adeguati”.
Tra le “urgenze” cadono quattro servizi, più due “da migliorare”, per un to‐tale di sei prestazioni delle quali occorre occuparsi prioritariamente in fase di adeguamento; nell’ordine: “Servizi residenziali per Alzheimer”, “Residen‐ze Sanitarie Assistenziali”, “Assistenza Domiciliare Integrata”, “Centri di A‐scolto Alzheimer”, “Servizio di Assistenza Domiciliare”, “Contributi econo‐mici”30
30 Adeguati invece, secondo l’opinione degli operatori dei servizi i Centri Ricreativi, Accompagna‐mento, Informazione sui servizi e su gestione delle badanti, Telesoccorso. I Centri Diurni, in genere, compresi quelli dedicati alle patologie neurologiche sono in posizione critica, ovvero importanti ri‐spetto ai bisogni e non proprio adeguati quanto ad efficienza. Anche di questi si occuperà la discus‐sione.
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Figura 11 ‐ Risultati SPO con gli operatori
Moduli residenziali
Alzheimer
RSAADI
Centri ascolto
AlzheimerCasa di riposo SAD
Centro diurno
AlzheimerCentro diurno
Informazione sui
serviziInformazione gestione
badanti
Accompagnamento
anziani
Telesoccorso
Accomagnamento
ospedale
Riabilitazione
Centro ricreativo
Contr. economico
Infor. Alzheimer
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17
URGENZEDA MIGLIORARE
OK DA MONITORARE
La discussione inizia non a caso dalle necessità dei servizi per l’ Alzheimer, che nel grafico stanno in alto in bella evidenza. “I servizi mi paiono disper‐si”, dice un assistente sociale, “occorrerebbe, forse, collegarli in un’unica struttura”. In modo inaspettato, in quanto compresi tra i servizi che sem‐brano funzionare a dovere, il discorso scivola subito sui servizi informativi, sui “Punti Insieme” e sulla loro efficienza, accorgendosi i partecipanti di quanto gli aspetti di coordinamento condizionino di fatto l’efficienza del si‐stema.
Il conduttore suggerisce che una generale carenza del sistema informativo emerge anche dai questionari. Una assistente sociale comunale interviene
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rilevando che la corretta informazione dipende più dalla preparazione che dalla numerosità degli addetti:
“noi siamo solo in due allo sportello, e non ce la facciamo a risolvere tutte le problematiche che ci si presentano. Ma chi si rivolge a noi dice di essere contento”.
Il servizio è ben strutturato, il personale competente, sembra. Esiste però anche un problema di numeri e di efficienza. Il conduttore interviene for‐nendo alcuni dati usciti dalle interviste, dando evidenza al fattoche se un servizio in un dato territorio funziona, in altri in luoghi lo si potrebbe pren‐dere ad esempio.
“È vero – interviene un operatore di cooperativa – molti Comuni non sono in grado di orientare chi vi si rivolge, a causa, soprattutto, della scarsa pre‐parazione del personale dedicato. Spesso chi opera nei Punti Insieme non conosce il quadro dei servizi e non è in grado di orientare gli utenti e i fami‐liari. Secondo me, nella mia esperienza”.
“Non basta che una persona stia allo sportello, occorre che sia informata bene per prestare correttamente un servizio di orientamento che funziona”, precisa una impiegata dei servizi sociali comunali che ha a cuore la questio‐ne. “Sono d’accordo”, dice un’altra operatrice delle cooperative, “non a ca‐so gli Sportelli Badanti vanno bene, perché il personale è correttamente formato”.
La discussione prosegue notando che se il Punto Insieme di Pescaglia fun‐ziona molto bene, anche se carente di personale, allora le sue modalità di lavoro potrebbero essere prese ad esempio ed estese agli sportelli informa‐tivi presenti negli altri comuni. La questione della preparazione del perso‐nale sta a cuore a tutti. Si insiste, dunque, sul fatto che gli addetti in genera‐le non conoscono bene l’insieme dei servizi, motivo per cui, nota una assi‐stente sociale che opera in un comune montano, non sono in grado di
“fare filtro, e di orientare come si deve gli utenti e i familiari degli anziani, ai quali vengono date risposte frammentarie, a volte fuorvianti. Come nel caso di una figlia, che girando una settimana per trovare assistenza per sua ma‐dre malata (poi si è saputo, di Alzheimer) ha dovuto ospedalizzarla per riu‐
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scire ad avere ascolto. L’intervento dei servizi secondo me è troppo appros‐simativo e lento”.
Emerge l’importanza dei Distretti Sociali nell’economia dell’informazione. Nel comune di Lucca, ad esempio, i Distretti fanno anche da Punto Insieme, duplicandone la funzione, diversamente da Marlia e Capannori dove non esiste il Distretto. “A Porcari”, nota un operatore di questo comune, “è l’assistente sociale a fare anche da Punto Insieme, a fornire informazioni. C’è un po’ di confusione di ruoli”. La modalità di lavoro del Punto Insieme è ritenuta complicata, macchinosa, e
“spesso si perde il contatto e la fiducia del cittadino che ci si rivolge, avviato a pratiche di tipo burocratico piuttosto che a relazioni umane che gli faccia‐no capire cosa può fare e chi lo può aiutare. Bisogna parlare e spiegare be‐ne le cose alle persone che hanno bisogno. Ci vuole pazienza”.
Anche il medico di base dovrebbe dare informazioni più precise sui servizi agli anziani, che spesso non gli sono noti nell’articolazione e per intero. Il medico manda tutti all’ospedale o al Distretto a chiedere informazioni.
“A Capannori gli utenti sono disperati. Sono mandati da più parti. C’è confu‐sione!”, dice infine l’operatore di una cooperativa del posto. “Come si pre‐parano i medici? Come si può fare per avere un sistema informativo preciso che funziona, senza duplicazioni e che dia certezza di informazioni?”.
Non ci si aspettava, dato il buon posizionamento della voce dedicata all’in‐formazione preliminare, che questo problema fosse così sentito. La corretta informazione e la preparazione del personale di sportello sono in effetti condizioni fondamentali per l’efficienza di tutti i servizi e per la loro corretta utilizzazione sul territorio da parte dei cittadini, che devono prima di tutto esserne informati in modo completo e puntuale.
È il momento dei suggerimenti. Il conduttore stimola i presenti. “Si potreb‐bero integrare le informazioni sui servizi sociali e quelli sanitari, unificando gli sportelli del Comune con quelli del Distretto. Tanti bisogni si risolvereb‐bero lì”, nota un assistente sociale lucchese, indicando la necessità di una completa riorganizzazione di una struttura quantomeno disomogenea. “In‐vece di risolvere le questioni, spesso i Punti Insieme le complicano”, dice un operatore del Comune di Lucca, che continua:
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“allo sportello serve un operatore ben formato, che sappia davvero analiz‐zare il bisogno. Semplici impiegati amministrativi non possono dare corrette informazioni. Servono le competenze di base di un assistente sociale, con una formazione specifica”. “Si vede che le schede dei Punti Insieme si limi‐tano spesso a ripetere quello che dice la famiglia, redatte da persone senza preparazione sanitaria”.
Quasi mezzora è trascorsa. Il gruppo torna a concentrarsi sui problemi dei servizi per i non autosufficienti. “I servizi ospedalieri classici sembrano an‐dare bene nella valutazione di qualità”, indica il conduttore, “quali sono se‐condo voi, invece, quelli carenti? Quali problemi ha, ad esempio, l’assistenza domiciliare?”.
“Problemi di risorse – nota una assistente sociale – di ore disponibili, ossia di budget dedicato. I Comuni hanno pochi soldi”. “È anche vero che l’assi‐stenza domiciliare è per questioni specifiche di tipo medico, non è un servi‐zio di compagnia. Spesso le famiglie scambiano le due cose”.
Nel gruppo in discussione l’assistenza domiciliare suscita moderato interes‐se, come indica il suo posizionamento. Le questioni di assistenza a domicilio dei malati sono più urgenti, mentre gli aspetti di accompagnamento più importanti in prospettiva, dato l’aumento degli anziani soli.
“E dei servizi per i malati di Alzheimer, che avete indicato avere problemi, cosa pensate?”, domanda il moderatore. Risponde un dirigente comunale.
“Ci vorrebbero più centri diurni, certamente. Così come servono almeno al‐tre due strutture residenziali sul territorio in grado prendere in carico le per‐sone con questa malattia, che si sta rapidamente diffondendo. Le famiglie non devono essere lasciate sole. Io penso che molta gente addirittura non sappia che esistono servizi specifici, per lo stesso motivo per cui, a volte, i parenti si accorgono dopo molto tempo di questa particolare patologia. Manca l’informazione di base. L’Alzheimer è una malattia che fa paura e si preferisce non nominarla. Sono molte le persone malate che dovrebbero es‐sere seguite nei Centri diurni, e che invece stanno a casa. Lì la malattia si aggrava”.
“Di fatto – aggiunge una assistente sociale, entrando nei dettagli – c’è un solo Centro Diurno Alzheimer a Lucca, con tre posti riservati per chi arriva
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da Capannori e due per Porcari. È ora di aumentare questi numeri. I malati sono tanti. Si tratta dei nostri anziani, di nostro padre e di nostra madre!”.
“Secondo voi, cosa si deve fare prima?”, chiede il ricercatore. Le risposte non tardano ad arrivare numerose. “Semplice: serve al minimo una seconda struttura residenziale dedicata e un secondo Centro Diurno, anche questo staccato da altri servizi esistenti, nuovi”; è l’opinione della presidente di una cooperativa sociale.
“Servono all’interno della Piana – continua – direi a Porcari, in posizione de‐centrata rispetto a Lucca. Ma va bene ovunque. Le liste di attesa sono lun‐ghissime. Il tempo per gli anziani è particolarmente prezioso. Dare risposte veloci è un dovere”.
“Anche per i malati di Lucca ci sono liste di attesa, occorre potenziare le strutture in città”, dice una operatrice dei servizi comunali. “Solo Monte San Quirico non basta”. “E poi i moduli domiciliari. L’associazione Don Baroni è l’unica che ne propone di specifici”. “Ci sono casi di anziani malati di demen‐za messi in Residenze normali. Non va bene”.
Una operatrice assistenziale è molto informata e ha le idee chiare:
“la malattia di Alzheimer va seguita in modo specifico nella fase iniziale so‐prattutto, non quando ormai l’anziano è completamente catatonico. Allora vanno bene anche le RSA. Serve evitare la degenerazione, favorire il recupe‐ro. Gli anziani malati dovrebbero entrare prima possibile in centri specializ‐zati, per essere seguiti da medici e operatori che possono davvero aiutarli, e aiutare le loro famiglie”.
“Sono d’accordo – dice un’altra assistente – la diagnosi precoce è fonda‐mentale”. Si tratta di favorire la riabilitazione; così come di potenziare la “formazione e la consulenza famigliare, ad esempio nella fase iniziale di as‐sistenza domiciliare”.
Altri hanno una visione diversa. “La consulenza deve essere fatta prima di tutto dal medico di base. Spesso i medici non conoscono tutti i percorsi pos‐sibili con i servizi a disposizione, perdono tempo e inviando le persone al Di‐stretto intasano lo smistamento”.
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Dare assistenza alle persone. Questo è il problema. Il medico curante è la chiave.
“Il medico di base deve essere in grado di attivare l’assistente sociale al momento giusto, il quale a propria volta avvia ai servizi. C’è bisogno trovare il medico lungimirante che faccia domande e parli con il malato per capire. Non è facile. Spesso ci sono resistenze nelle famiglie, che non vogliono fare i conti con la malattia mentale”.
Si è d’accordo sul fatto che l’utilizzazione dei servizi per i malati di Alzhei‐mer “è in mano ai medici, che hanno contatti sia con la famiglia sia con gli assistenti sociali”.
Un’assistente sociale va al cuore della questione: “le famiglie sono devasta‐te quando sanno della malattia, serve loro un supporto psicologico, che po‐trebbe essere dato dalle stesse strutture che prendono in carico gli anziani una volta che sono internati”.
Caso emblematico sono le badanti. Quando si occupano di un anziano con problemi psichiatrici “scoppiano”, non riescono a sopportarne la vicinanza e “le famiglie implodono. I casi sono tanti”, dice una ragazza della cooperati‐va che gestisce lo Sportello.
Tutti i punti sono stati toccati. Le questioni hanno appassionato e “final‐mente”, nota qualcuno preparandosi per uscire, “ci si è potuti confrontare tra noi addetti. Non c’è mai tempo”.
Sullo sfondo è rimasta solo la questione delle Residenze Sanitarie Assisten‐ziali, importanti per le patologie dei non autosufficienti, strutture che ap‐paiono carenti nel numero sul territorio della Piana di Lucca, ma di qualità molto buona, in fondo, come posto in luce dai questionari.
Riassumendo, il sistema informativo sui servizi agli anziani è da riorganizza‐re profondamente ripensandolo in modo unitario a partire da personale preparato. I medici di base devono riuscire a fare un primo filtro migliore di quanto avviene attualmente. Centri Diurni e Residenziali Alzheimer sono da aprire ex novo fuori Lucca, dove i posti disponibili devono poter aumentare in modo cospicuo per abbattere le liste di attesa. L’assistenza domiciliare dovrebbe trovare più risorse economiche per servire di più e in modo più
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diffuso le famiglie, forse spostando parte delle spese dai servizi meno utili a quelli maggiormente urgenti.
FOCUS GROUP CON I FAMILIARI E I VOLONTARI
Sostanzialmente diversa la mappa di posizionamento uscita dalla riunione di focus group con i familiari e i rappresentanti degli utenti, individuati nei volontari che concorrono all’assistenza agli anziani. Chi con fatica è riuscito nel mezzo di tanti impegni a partecipare all’incontro è già soddisfatto, ap‐prezzando il fatto che qualcuno, finalmente, si occupi di questi problemi in maniera strutturata. C’è un reale interesse per la modalità di lavoro parte‐cipata e per la compilazione delle liste distribuite. Tutti sono molto attenti, facendo poche domande circa i diversi tipi di servizi, alcuni dei quali ap‐paiono loro ignoti. Dopo una rapida spiegazione, tutti completano il lavoro e restituiscono le liste ordinate, il risultato delle quali viene visualizzato co‐me diagramma (Fig. 12) sullo schermo di proiezione.
Emerge subito che i servizi informativi sono quelli sui quali occorre di più concentrarsi. L’informazione che manca è soprattutto rispetto alla patolo‐gia di Alzheimer. Trovano poi spazio i servizi di controllo e quelli ricreativi, diremmo di prevenzione della patologia; mentre carente appaiono l’Assi‐stenza Domiciliare Integrata di tipo infermieristico e le riabilitazioni. Sotto‐stimati, dato da rilevare, i Centri Diurni, e l’accompagnamento, significativo nella sua importanza ma adeguato rispetto alle necessità espresse dal terri‐torio. La discussione intorno a questi temi è stata stimolante. L’interesse per i servizi riservati all’Alzheimer emerge immediatamente.
“La debolezza di questi servizi è evidente, ce n’è solo uno a Monte San Qui‐rico”.
“Prima di entrare in queste delicate questioni, che mi dite del telesoccor‐so?”, chiede il conduttore. “Avete notato l’importanza dei questo strumento e la sua alta necessità. Di che si tratta, in particolare?”.
Una volontaria della Misericordia lo ritiene poco sfruttato in tutti i comuni della Piana.
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“Il servizio è partito anni fa. Si trattava di un apparecchio da tenere al collo. Poi è caduto in disuso, e sostituito da un indirizzario di utenti da chiamare telefonicamente a casa”.
Figura 12‐ Risultati SPO con gli utenti
Moduli residenziali
Alzheimer
RSA
ADI
Centri ascolto
Alzheimer
Casa di riposo
SAD
Centro diurno
Alzheimer
Centro diurno
Informazione sui
servizi
Informazione gestione
badanti
Accompagn. anziani
Telesoccorso
Accomagnamento
ospedale
Riabilitazione
Centro ricreativo
Contributo economico
Informazione
Alzheimer
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17
URGENZEDA MIGLIORARE
OK DA MONITORARE
Le Misericordie, cioè il volontariato, hanno liste di anziani che vengono chiamati più volte in determinati periodi, per esempio d’estate, quando i famigliari sono in vacanza. Attivato inizialmente anche a Lucca con una macchinetta dedicata, il servizio si è via via perso.
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“A causa di una evidente difficoltà organizzativa e di costi alti di installazio‐ne e manutenzione, che veniva fatta da una ditta esterna”. “A Pescaglia – dice una volontaria del posto – sono sicura che non c’è in uso questo appa‐recchio”.
Le varie voci si allineano. In teoria il telesoccorso viene richiesto dai familia‐ri e attivato dai Comuni. Ma di fatto è il volontariato che segue la cosa, do‐ve può.
Manca tuttavia una lista generale degli anziani che hanno bisogno di essere chiamati31. Il servizio viene attivato su richiesta individuale. A Capannori, ad esempio, il volontariato ha in lista circa cento persone. Ma è difficile ag‐giornare gli elenchi. Nei comuni montani il telesoccorso è più utilizzato, a Pescaglia ad esempio. “C’è anche nei Distretti di Sant’Anna e Porcari, dove è gestito dalla Croce Verde”.
L’impressione è che il servizio funzioni in modo disuguale, che non sia a mi‐sura delle necessità e che sia rimesso molto alla buona volontà. Mentre po‐trebbe costituire un momento importante di controllo e di monitoraggio degli anziani qualora si volesse istituire un callcenter intercomunale gestito da una sola associazione.
Si torna a parlare di Alzheimer. Si affronta la lentezza delle risposte da parte dei Centri di Ascolto. I Punti Insieme non sembrano qualificati per questo genere di informazioni. Né il medico è in grado di fornire informazioni pre‐cise.
“Bisogna fare troppi ‘giri’. Io ad esempio, per seguire mia madre malata ho perso il lavoro. L’ho dovuta seguire quattro mesi prima di avere la risposta del Centro di Ascolto”.
Lentezza della burocrazia e necessità di sostegno alle famiglie vanno di pari passo. In alcuni comuni più di altri chi non può spendere per sbrigare le pra‐
31 La questione dell’accesso ai servizi da parte degli anziani e del passaggio da un modello assisten‐ziale “a domanda” a un “nuovo modello capace di individuare i bisogni dei clienti dei servizi socio‐sanitari e prenderli in carico nella loro globalità” è stata ripetutamente discussa. Alcune esperienze in tal senso sono presentate da L. ARDIA, A. CAPODILUPO, R. CENTRA ROBERTA, ET ALIA, Screening della popolazione anziana per la valutazione dei soggetti fragili e dei loro bisogni nel distretto 3 della ASL Latina, in “La rivista di servizio sociale”, 49, n. 3‐4, 2010, pag. 83‐95.
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tiche può sperare nell’aiuto del volontariato. Il problema rimane per chi è più isolato.
“Mancano i soldi, certo, come anche per l’assistenza domiciliare, erogata con il contagocce”.
I Punti Insieme non sono tutti uguali, molti funzionano bene. Ma è il mo‐mento di capire cosa non va, qual è la loro distribuzione sul territorio, per quale motivo esistono problemi di qualità dell’informazione, di identifica‐zione delle necessità dei richiedenti, di smistamento ai servizi sociali piutto‐sto che sanitari. Su questo serve chiarezza. È opinione comune del gruppo che discute il fatto che si debba tenere sotto controllo costantemente la qualità organizzativa del sistema informativo che presiede all’impiego dei servizi dedicati agli anziani. È una questione di primaria importanza.
In modo intelligente una volontaria di lungo corso fa notare come occorra molta attenzione da parte dei Comuni per capire chi ha davvero bisogno.
“Spesso gli anziani si fingono indigenti perché sono abituati a risparmiare, mentre loro stessi o i figli e i parenti hanno soldi da spendere. L’assistenza pubblica dovrebbe andare a chi ha davvero bisogno, tanto più che i soldi sono pochi. Su questo fronte gli assistenti sociali potrebbero fare molto”.
Alla signora, che parla sulla base di decenni di esperienza, il problema sta molto a cuore, e continua:
“quando una persona attiva un servizio con il Comune bisognerebbe far svolgere un controllo dagli assistenti sociali per capire qual è la sua situa‐zione e quella dei figli. Ci vorrebbe un controllo sul patrimonio, in modo che il Comune, se ne ha diritto, possa essere rimborsato delle spese”.
La questione, lo si comprende, è molto delicata. In teoria ci potrebbe essere la possibilità di aprire una pratica con l’Amministratore di Sostegno, ad e‐sempio, reperendo risorse ipotecando un immobile, che poi i parenti riscat‐tano. Il gruppo in discussione porta molti esempi di anziani sedicenti poveri ma che potrebbero attivare buone risorse patrimoniali per la cura.
Tornando all’Alzheimer, informazione, Centri di Ascolto e Moduli residen‐ziali sono i servizi più carenti rispetto ai bisogni in essere. Su di un piano se‐condario stanno la riabilitazione e le attività ricreative, cui si tende a dare
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poca importanza, necessari per migliorare la qualità della vita di chi ha or‐mai un’età avanzata. Anche l’assistenza domiciliare è scarsa rispetto alle necessità. Occorrerebbe più assistenza presso il domicilio, ma i soldi non ci sono per aumentare il monte ore.
“Se la pubblica amministrazione e la gestione dei servizi fossero più efficien‐ti, si potrebbe chiedere che i cittadini contribuissero privatamente ai costi. Si potrebbe riservare così il contributo economico pubblico agli indigenti. Di‐ciamocelo, la lucchesia è ricca mediamente : c’è chi ha veramente bisogno ma anche tanti che se ne approfittano”,
interviene in modo deciso una familiare, rafforzando quanto detto in pre‐cedenza della volontaria della Misericordia.
“La questione economica, che sta sullo sfondo del discorso, dovrebbe essere affrontata, altrimenti niente potrà funzionare, adesso che i vecchi stanno aumentando”.
“Volevo poi dire dell’Alzheimer, una questione che mi preme” – spiega il fa‐miliare, che si vede conosce la materia per esperienza diretta. “L’associa‐zione Don Baroni non basta certo. Un solo Centro di Ascolto per le demenze senili sul territorio è insufficiente. E chi ci pensa? C’è bisogno di prossimità, di disponibilità. Perché non si sostiene allora il volontariato di più?”.
“Le persone che danno informazioni e istruiscono le pratiche di richiesta di assistenza devono essere preparate, è questo il problema”, gli risponde un volontario. “Noi facciamo ciò che possiamo, ma abbiamo poco sostegno”.
Il discorso si chiude, tornando sulla questione iniziale: i Punti Insieme.
“Inutile che ci siano decine di centri informativi quando sono tutti di bassa qualità. Ci vorrebbero persone preparate e formate a dare informazioni, ca‐paci di seguire, come fanno gli assistenti sociali, le singole situazioni”.
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Figura 13 ‐ Risultato SPO globale: urgenze, servizi da migliorare e monitorare
Moduli residenziali
Alzheimer
RSA
ADI
Centri ascolto
Alzheimer
Casa di riposo SAD
Centro diurno
AlzheimerCentro diurno
Informazione sui
servizi
Informazione gestione
badanti
Accompagnamento
Telesoccorso
Accomagnamento
ospedale
Riabilitazione
Centro ricreativo
Contributo economico
Informazione
Alzheimer
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
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1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17
URGENZEDA MIGLIORARE
OK DA MONITORARE
Ovvero servono operatori dotati di competenze psicologiche.
“Sono d’accordo”, interviene in chiusura il conduttore, “lo smistamento de‐gli utenti presso i servizi è una materia complessa, ci vuole organizzazione”. “Serve un corso di formazione, perché gli operatori diano non solo generi‐camente informazioni, ma risposte, facendo da filtro per il sistema dei servi‐zi”.
L’opinione finale di un presidente di una importante associazione chiude il cerchio.
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Con la promessa di portare tutte queste indicazioni e rimostranze all’ atten‐zione dei decisori si conclude la seconda riunione di discussione.
Affaticato ma soddisfatto il gruppo si congeda.
Se sommiamo aritmeticamente le graduatorie uscite dai due focus group otteniamo la mappa di posizionamento di Fig. 13.
Le prime otto voci relative alle urgenze e le relative linee prevalenti di in‐tervento uscite dalla discussione possono esser così sintetizzate (Fig. 14).
Figura 14 ‐ Servizi sui quali intervenire prioritariamente (secondo SPO focus group)
N° SERVIZIO INTERVENTO
1° Modulo Residenziale Alzheimer Apertura di una struttura dedicata intercomunale
2° Centro di Ascolto Alzheimer Integrazione alla rete informativa. Collegamento con i medici di famiglia. Personale formato e prepa‐rato
3° Residenza Sanitaria Assistenziale Aumento dei posti disponibili. Diminuzione liste di attesa
4° Assistenza Domiciliare Integrata Aumento delle ore dedicate a ogni paziente. Con‐trollo delle contribuzioni finanziarie pubbliche e pri‐vate
5° Informazione Alzheimer ai cittadini Campagne di promozione. Preparazione del perso‐nale dei Punti Insieme
6° Riabilitazione Estensione del servizio oltre RSA
7° Telesoccorso Rilancio del servizio su scala intercomunale. Affi‐damento al volontariato. Redazione di un reperto‐rio degli anziani soli.
8° Centro ricreativo Potenziamento della rete per la promozione di atti‐vità di socializzazione dedicate agli anziani autosuf‐ficienti.
Capitolo 5
I servizi migliori
secondo gli intervistati
on il questionario è stato realizzato anche una sorta di benckmark, ri‐levando le esperienze migliori presenti sul territorio che possono servire da modello per orientare altri servizi similari, ma con pro‐
blemi. Lo spirito della domanda fatta in sede di rilevamento era proprio questo: cogliere le eccellenze per utilizzarne le qualità su scala intercomu‐nale (e provinciale).
Confrontare il livello di qualità di un servizio con un indicatore esterno può essere molto utile per cambiare in meglio i processi di progettazione del servizio e per erogarlo e gestirlo correttamente, anche in direzione, per i servizi esistenti, di un sostanziale aggiustamento che non crei traumi e di‐scontinuità.
L’analisi che conduciamo è puramente discorsiva e epidermica. Non utilizza, infatti, alcun cruscotto di indicatori oggettivi rappresentativi del processo critico. Questo lavoro – quando lo si voglia – rimane da fare su incarico del‐le parti che concorrono a realizzare il servizio. Disporre di un benchmark di riferimento è peraltro un punto di partenza decisivo per il successo di un eventuale intervento mirato alle necessità migliorative individuate.
Il ragionamento che preside a un eventuale uso della lista di Fig. 15 è in fondo semplice. Invece di riprogettare i servizi o di ispirarsi per gli adegua‐menti a esperienze esterne al territorio, è possibile studiare le eccellenze locali e trasferirne le qualità e il modello organizzativo a servizi analoghi vi‐cini, i quali mostrano di avere bisogno di qualche revisione.
L’eccellenza può diventare una dote contagiosa se usata a fini di intervento ragionato e di armonizzazione da chi ha titolo per intervenire.
C
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Figura 15 ‐ I servizi migliori (numero di segnalazioni degli intervistati)
GRADIMENTO N° SERVIZIO DENOMINAZIONE COMUNE QUALITÀ INDIVIDUATE
TOT INT. EST.
Misericordia Montecarlo Efficienza. Collaborazione con il Comune. 4 3 1
Misericordia Altopascio Disponibilità. Efficienza. Flessibilità. 4 4 ‐
Misericordia Lucca Molte attività. Punto di riferimento. 2 1 1
Ponti di condivisione
Porcari Efficienza. Disponibilità. 3 2 1
Croce Verde Porcari Buon funzionamento. Disponibilità. Professionalità
3 3
Croce Rossa Pescaglia Efficienza. 1 1
ACCOMPAGNAMENTO
Croce Rossa Villa Basilica Servizio territoriale. 1 1
Asl 2 Lucca Efficienza. Professionalità. 4 3 1 ADI
Asl 2. Turchetto Montecarlo Professionalità. 2 1 1
CENTRO ASCOLTO ALZHEIMER
Don Baroni Lucca Buone indicazioni. Sostegno 2 2
Il Girasole Porcari Efficienza. Professionalità. Accoglienza. Presenza sul territorio.
15 9 6
L’Aquilone Altopascio Professionalità. Efficienza. Disponibilità 6 5 1
Sette Arti Lucca Buona disponibilità . 3 3
CENTRO DIURNO
Il Melograno Capannori 2 1 1
CENTRO DIURNO ALZHEIMER Monte S. Quirico Lucca Professionalità. Coordinamento. 9 5 4
Chiavi d’Oro Lucca Molte attività Bravi. 6 4 2 CENTRO SOCIALE
Misericordia Capannori Soddisfa la domanda. 2 1 1
MODULO RESIDENZIALE
ALZHEIMER ASL 2 Lucca Formazione specifica del personale. 1 1
Punto insieme Porcari Efficienza. Vicinanza all’utenza. 4 4
Comune Lucca Interesse. 3 3
Comune Pescaglia Presenza Disponibilità. 3 3
Comune. Croce Rossa
Villa Basilica 2 1
PUNTO INSIEME
Punto Handy Montecarlo Disponibilità. 1 1
Villa “La Perla” Lucca Livello di assistenza alto. Efficienza. Disponibilità.
3 1 2 RA
Oasi‐Gliselli Lucca Efficacia. 2 1 1
Il Sole Altopascio Efficienza. Professionalità. Accessibilità. 7 4 3
RSA Casa di Riposo Don Gori
Capannori Efficienza. Solerzia. 7 1 6
Don Baroni Lucca Professionalità. Disponibilità. 4 2 2
Comune Montecarlo Efficienza. Professionalità. 4 4
Comune. Coop Iris Porcari Professionalità. Integrazione con Centro Diurno. Affidabilità. Efficienza
4 4
SAD
Comune . Il Castello coop
Lucca Efficacia. 2 2
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GRADIMENTO N° SERVIZIO DENOMINAZIONE COMUNE QUALITÀ INDIVIDUATE
TOT INT. EST.
Comune La Cerchia coop
Pescaglia Disponibilità. Risolve i problemi. Le persone sono contente.
2 2
Comune Altopascio Disponibilità. 1 1
Sportello badanti Capannori Professionalità. Diffusione. Efficienza. 5 2 3
Sportello badanti Lucca Efficienza. 3 2 1
Punto Handy Montecarlo Disponibilità. Soddisfa la domanda. Presenza.
3 2 1 SPORTELLO BADANTI
UIL. Borgo Giannotti
Lucca Disponibilità. 1 1
UNITÀ VALUTAZIONE ALZHEIMER
Nucleo di valutazione
Lucca Professionalità. 1 1
Coloro che hanno voluto esprimere un giudizio di valore circa l’ottima effi‐cienza di un servizio noto sono 49 su 52, il 94% delle persone intervistate, a testimonianza che i servizi che ben funzionano sul territorio sono molti.
Chiaramente, i servizi citati sono prevalentemente quelli frequentati e che gli operatori stessi concorrono a produrre. Occorre, dunque, sottoporre a verifica tali giudizi quanto a coerenza e obiettività.
Per comodità riportiamo le buone pratiche individuate per ogni servizio in una tabella riassuntiva, per poi arricchire i dati con qualche commento di esplorazione.
La logica che presiede alla presentazione dei servizi segnalati li pone in or‐dine alfabetico per tipo. Quindi in graduatoria per somma di giudizi di gra‐dimento. Le linee in grassetto evidenziano i servizi più votati. Il numero del‐le segnalazioni è indicato nella colonna a destra, come somma dei giudizi dati da operatori e utenti residenti nello stesso comune (interni) e esterni al territorio. In tal modo la valutazione tiene traccia del fatto che il servizio è segnalato per conoscenza diretta o per notorietà, quando non appartenen‐te allo stesso comune di chi lo segnala. In questo caso la segnalazione appa‐re particolarmente interessante e imparziale32. Cosa emerge?
I servizi di ACCOMPAGNAMENTO appaiono sufficientemente diffusi. Sono tanti i comuni che li hanno e di buon livello. Spiccano quelli erogati dal volontaria‐to, dalla MISERICORDIA DI MONTECARLO e dalla CROCE VERDE DI ALTOPASCIO in par‐
32 Quando in uno stesso comune sono presenti più servizi dello stesso tipo indicati come interes‐santi, quelli segnalati da una sola persona non sono stati considerati.
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ticolare. Da menzionare anche il servizio fornito dalla Onlus PONTI DI CONDIVI‐SIONE A PORCARI.
Le indicazioni di efficienza di ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA latitano, a con‐ferma di una certa sofferenza del servizio. Oltre alla prestazione fornita dal‐la ASL DI LUCCA, due indicazioni indicano il buon livello del DISTRETTO SOCIO SA‐NITARIO DEL TURCHETTO, nel comune di Montecarlo.
Un solo CENTRO ASCOLTO ALZHEIMER è segnalato, ma molto efficiente: quello svolto dalla associazione DON FEDERICO BARONI che informa i malati e i fami‐liari sulle varie patologie. “Medici specialisti, infermieri professionali, fisio‐terapisti, psicologi, logopedisti e assistenti socio‐familiari si alternano a ri‐spondere a quesiti telefonici o a ricevere in sede coloro che desiderano in‐formazioni circa la malattia, le norme di comportamento, le pratiche buro‐cratiche, i centro diagnosi, le modalità di aiuto, i servizi di assistenza, i cen‐tri di aiuto, le istituzioni di ricovero”33.
Come CENTRO DIURNO spicca IL GIRASOLE di Porcari, gestito direttamente dal Comune, con ben quindici preferenze (!), delle quali sei esterne al territo‐rio. Segue ad Altopascio, con sei preferenze, L’AQUILONE, una struttura u‐gualmente bene organizzata e dove il personale appare molto disponibile.
Il CENTRO DIURNO ALZHEIMER di Monte San Quirico, l’unico presente nei sette comuni della piana, è indicato da nove persone. È aperto dal 2001. Pur‐troppo il suo ottimo esempio non ha ancora trovato seguito. La specializza‐zione delle cure per i malati di Alzheimer è una delle priorità di cui occupar‐si, come più indietro si è notato. Soprattutto, in sintonia con l’ADI, il Centro Diurno per le patologie mentali degenerative costituisce uno spazio di tran‐sizione alternativo alla ospedalizzazione, capace di valorizzare i legami af‐fettivi del malato, con riflessi positivi sulle famiglie, messe a dura prova dal‐la degenerazione cognitiva del loro caro.
I CENTRI SOCIALI sono molto scarsi e carenti nel territorio intercomunale. Spicca tra tutti LE CHIAVI D’ORO a Lucca, gestito in collaborazione tra Comune e associazioni di volontariato, dove si organizzano molteplici attività: per conoscere persone, partecipare ad attività culturali e ricreative, impegnarsi in lavori socialmente utili, collaborare a progetti specifici. Indicazioni di fa‐vore ricevono le attività ricreative e di impegno sociale promosse dalla MI‐
33 http://xoomer.virgilio.it/donbaroni/cosa_facciamo.htm
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SERICORDIA DI CAPANNORI attraverso il centro di aggregazione sociale SACRA FA‐MIGLIA e una Casa Famiglia per anziani.
I NUCLEO ALZHEIMER presso la Asl 2 di Lucca è poco segnalato, a conferma del‐la scarsa conoscenza di questo tipo di servizio anche da parte degli operato‐ri. È presente presso la COMUNITÀ CENTRO ANZIANI DI MONTE S. QUIRICO, dotato di personale preparato nelle funzioni sanitarie e riabilitative, e nell’assi‐stenza individualizzata a persone con decadimento cognitivo medio‐grave, segnate da problemi comportamentali come agitazione e aggressività.
I PUNTI INSIEME sono caratterizzati da giudizi tutti interni, dati da persone re‐sidenti nello stesso comune. Quelli di Porcari, Lucca e Pescaglia sembrano funzionare bene. La qualità più apprezzata è la gentilezza del personale. Né le informazioni rilevate ci permettono di stimarne l’efficienza e l’efficacia. In ogni caso, l’indagine di qualità poneva in luce, nella media dei sette co‐muni, lacune in materia di professionalità e di collegamento con il resto del‐la rete dei servizi.
Tra le RESIDENZE ASSISTENZIALI, non copiose per numero nei comuni di cui ci occupiamo, le preferenze cadono su VILLA LA PERLA e su OASI. La prima è ca‐ratterizzata da una sicura flessibilità per periodi brevi o permanenti, con as‐sistenza infermieristica, fisioterapia, attività ricreative, culturali e meeting che seguono gli interessi degli anziani. La seconda a Sorbano del Vescovo, appena fuori Lucca, è un pensionato gestito dalle Suore Compassioniste Serve di Maria.
Le RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI, ossia le case di cura e le case albergo, ve‐dono al primo posto IL SOLE di Altopascio e la secondo la CASA DI RIPOSO DI MARLIA a Capannori. Ben note sul territorio e apprezzate, ma insufficienti ri‐spetto alle necessità degli anziani non autosufficienti.
I SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE migliori sono quello di DON BARONI a Lucca e quelli forniti dai COMUNI DI MONTECARLO E PORCARI, qui in collaborazione con LA COOPERATIVA IRIS. Appaiono nel complesso molto presenti e noti.
SPORTELLO BADANTI efficienti si hanno a Capannori e a Lucca, collegati al CON‐SORZIO SO.&CO. Bene funziona per questo genere di informazioni anche il PUNTO HANDY nel comune di Montecarlo.
Infine l’ UNITÀ DI VALUTAZIONE ALZHEIMER unica esistente, quella interna alla ASL 2 DI LUCCA.
Capitolo 6
Le problematiche delle patologie
e dei servizi dedicati all’Alzheimer
I servizi specifici per gli anziani malati di Alzheimer sono una novità relativa, con circa dieci anni di vita a Lucca.
La dementia e la malattia di Alzheimer sono oggi meglio conosciute e posso essere affrontate efficacemente, ricordando che si tratta di una malattia che, investendo l’anziano ha un impatto forte sui suoi congiunti e parenti. In un certo qual modo siamo di fronte a una “malattia sociale”. La sfida dei servizi è ormai quella di occuparsi dei diversi aspetti della malattia di Al‐zheimer: la diagnosi, la relazione con il malato, il malato in struttura, il ma‐lato a domicilio, la musicoterapia, le altre terapie di riabilitazione e il soste‐gno alla famiglia.
La ricerca va avanti in fretta. Ad esempio, si è scoperto di recente che una variante genetica detta polimorfismo ha forte peso sull’invecchiamento ce‐rebrale, la quale ha influenza sulle dimensioni dell’ippocampo, quell’area del cervello legata alla memoria e al ragionamento. Per mantenere alto il li‐vello della proteina e del fattore neutrofico celebrale che contrasta l’invec‐chiamento, è fondamentale mantenersi attivi34.
34 Nello studio, pubblicato online su Translational Psychiatry due gruppi di ricercatori americani della Stanford University School of Medicine e del Veterans Affairs Palo Alto Health Care System hanno dimostrato il legame tra polimorfismo e vari disturbi psichiatrici. Lo studio in questione è il primo che ha preso come campione un gruppo di persone ancora sane e non anziane, prendendo‐ne in considerazione le abilità in un settore specifico. Il gene in questione contiene le informazioni necessarie a creare la proteina BDNF (Fattore neutrofico cerebrale), fondamentale per il manteni‐mento del sistema nervoso centrale, il cui livello declina gradualmente con l’invecchiamento anche negli individui sani. Non si conoscono per ora medicine che possano imitare la funzione della BDNF nel cervello. L’unico metodo assodato per mantenere alti i livelli di BDNF è restare attivi. (notizia dalla newsletter del 27 ottobre 2011 del Centro Maderna (Documentazione Formazione e Ricerche sulla Condizione Anziana) cfr. http://www.centromaderna.it/news_dettaglio.php?num=4268).
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Non a caso la Commissione Europea ha dichiarato il 2012 l’anno dedicato alle iniziative in favore dell’ invecchiamento attivo. Il futuro dell’Europa si gioca molto su questo tavolo, così come importanti saranno sempre più i servizi dedicati agli anziani, a quelli malati e non autosufficienti, ma pure a coloro che possono ancora contribuire con la loro esperienza e attività al benessere sociale.
I servizi devono quindi certamente curare ma anche prevenire, devono po‐ter assistere chi è malato, cercando di recuperarne le funzioni mentali per quanto possibile, ma devono anche stimolare la partecipazione degli anzia‐ni alla vita attiva e alle attività sociali. I due binari sono paralleli e nessuno dei due può essere trascurato.
Tenendo presente questa fondamentale necessità la presente ricerca cerca di capire dalla voce delle persone interessate a queste prestazioni qual è l’entità dei problemi e come le urgenze possono essere affrontate, in una prospettiva di medio periodo; tenendo ciò presente la tendenza all’invec‐chiamento della popolazione e l’aumento degli ultrasettancinquenni.
All’approfondimento di questi temi era dedicata una sezione del questiona‐rio. Riportiamo i risultati delle risposte date da coloro che lo hanno compi‐lato.
Le domande sono state preparate da un operatore dei servizi insieme a un familiare che ha seguito l’iter completo della malattia e ha utilizzato servizi sia sociali sia ospedalieri; persone, quindi, con esperienza e conoscenze di‐rette delle problematiche dell’Alzheimer.
Quanto ai rispondenti, le persone con che avevano esperienza d questi ser‐vizi e che hanno compilato il questionario in questa parte sono state 33/52.
Rilevanza delle problematiche
La prima domanda del questionario chiedeva l’importanza delle fondamen‐tali questioni attinenti gli anziani malati di Alzheimer e i loro familiari. Sono state proposte dieci voci che coprono gli aspetti farmacologici, psicologici e pratici di contrasto e assistenza alla malattia, a ognuno dei quali attribuire un voto da zero (aspetto irrilevante) a tre (aspetto molto importante).
Interessanti i risultati, centrati non sulle terapie mediche bensì sugli effetti psicologici e sulle difficoltà delle famiglie.
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I familiari dicono di avere difficoltà nell’assistere i loro malati per imprepa‐razione e per mancanza di tempo da dedicare. L’Alzheimer è una malattia che comporta un notevole carico psicologico. A conferma, vengono i risul‐tati offerti dal campione consultato.
Riconoscere e accettare la malattia mentale è difficile e pesa tanto quanto lo stress e la depressione che affligge, successivamente alla diagnosi, l’an‐ziano e i suoi cari. I malati cadono nell’isolamento e si creano facilmente conflitti tra i parenti, che hanno difficoltà a comprendere cosa fare e come prestare aiuto, stretti tra la negazione/disinteresse e la dedizione. Di con‐tro, le cure mediche e l’assistenza specifica, infermieristica o delle badanti, infondono fiducia e sono considerate dispositivi validi.
Figura 16 ‐ Graduatoria di significatività dei problemi collegati alla malattia di Alzheimer (somma aritmetica dei voti ponderata per numero risposte)
PROBLEMA ASPETTO INTENSITÀ DEL PROBLEMA 1 SCARSA 3 ALTA
Difficoltà di assistenza da parte dei familiari 2,94
Difficoltà nella gestione del tempo da parte dei familiari Pratico
2,94
Identificazione e accettazione della malattia 2,88
Stress, ansia, depressione 2,85
Isolamento del malato 2,73
Difficoltà nei rapporti all’interno delle famiglie
Psicologico
2,73
Carico economico eccessivo Pratico 2,61
Insufficienza delle cure farmacologiche Farmacologico 2,46
Gestione degli assistenti e delle badanti Pratico 2,46
Insoddisfazione per i servizi terapeutici ricevuti Farmacologico 2,14
Il rilievo degli aspetti psicologici pone in questione il ruolo del lavoro di cura e la forma che i servizi per questa patologia devono preferire. È noto agli specialisti che la cura con pazienti affetti da demenza o Alzheimer compor‐ta la messa in campo di numerose competenze tecniche e relazionali. Gli operatori dell’assistenza rischiano di assuefarsi alla malattia; ma non solo. I centri diurni, di ascolto o anche i servizi residenziali e domiciliari mentre cu‐rano devono poter aiutare concretamente i congiunti e le famiglie, alle‐viando l’ansia e la loro sofferenza psicologica. Il discorso si sposta sull’or‐ganizzazione interna dei servizi, sulla loro progettazione corretta, degli spa‐zi, delle attrezzature, dei momenti di animazione e di dialogo con i familiari,
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sulla preparazione degli operatori. I servizi per l’Alzheimer non sono sem‐plici da implementare e non sono tutti uguali.
Priorità di cui occuparsi
Una seconda domanda del questionario cerca di comprendere come sono percepiti i diversi aspetti della cura e dell’assistenza ai malati e alle famiglie. La richiesta era di compilare in ordine di importanza una lista di undici a‐spetti, dando loro, quindi, un ordine di priorità. Il risultato sommato delle opinioni restituisce la graduatoria di Fig. 17.
Dopo la diagnosi precoce della malattia serve sostegno psicologico, infor‐mazione e formazione ai familiari per far fronte ai contraccolpi della malat‐tia. Serve poi assistenza nel quotidiano a domicilio. Quindi le terapie. I Cen‐tri Diurni appaiono soltanto al settimo posto, e i servizi residenziali addirit‐tura al decimo. La tendenza è quella di tenere il malato in famiglia il più a lungo possibile. È evidente l’esigenza di assistere i familiari psicologicamen‐te fornendo loro anche consigli puntuali dati da esperti. È un punto sul qua‐le riflettere.
Figura 17 ‐ Importanza degli aspetti di cura per l’Alzheimer (punteggio/11)
ASPETTO DI CURA TOTALE
1° Diagnosi precoce 9,0
2° Formazione consulenza familiari 8,0
3° Supporto psicologico 6,8
4° Assistenza domiciliare 6,6
5° Assistenza aspetti pratici 6,2
6° Terapie 5,7
7° Centri diurni 5,6
8° Supporto economico 4,9
9° Assistenza badanti 4,3
10° Servizi residenziali 3,9
11° Animazione sociale 3,6
La diagnosi precoce e interventi tempestivi servono a contrastare la malat‐tia per evitare che i sintomi e la patologia siano considerati dai familiari
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come parte del normale invecchiamento della persona, quando non lo so‐no. I familiari, in altre parole, se maggiormente informati sulla malattia e sulle modalità di contrasto possono confrontasi con il morbo di Alzheimer in maniera matura. L’informazione e il sostegno psicologico sconfiggono la paura dei parenti e aiutano il malato, contro la rassegnazione e la passiva accettazione di un problema che se affrontato in maniera costruttiva può migliorare di molto la qualità della vita del malato e dei suoi congiunti.
Sostegno psicologico e cure mirate, realizzate allo stadio iniziale della ma‐lattia, come ricerca recenti dimostrano, hanno infatti il potere di rallentare gli effetti disgreganti della malattia e il suo aggravamento, prolungando di molto l’autosufficienza del malato. In quest’ottica, dunque, diventa essen‐ziale poter effettuare una diagnosi precoce e poter offrire ai parenti un so‐stegno psicologico che li tolga dall’isolamento e sgomini la paura.
Sul piano dei servizi è questo il campo specifico dei Centri di Ascolto e dei Nuclei di Valutazione, che a Lucca abbiamo visto essere deficitari e che so‐no assolutamente da aumentare di numero e da potenziare quanto a colle‐gamento con il resto dei servizi. Ciò emerge chiaramente dalle interviste condotte e dai gruppo di discussione.
Sul versante informativo e preventivo, gli stessi medici di base, come riten‐gono l’Alzheimer’s Association USA e Federazione Alzheimer Italia – devono imparare a diagnosticare tempestivamente la malattia35. Ma, allo stesso modo di come serve un network efficiente per la diagnosi, servono momen‐ti integrati di approfondimento informativo e psicologico con i familiari, ai quali fornire il necessario sostegno mediante una avvertita ed efficiente re‐te dei servizi dove operi un personale preparato per titoli e per formazione nella relazione di aiuto.
Consigli e strategie
Una domanda aperta, a risposta libera descrittiva, chiedeva ai rispondenti di annotare “quali strategie si potrebbero […] porre in essere per alleviare le problematiche legate alla diffusione dell’Alzheimer”.
35 Cfr., M. PRINCE, R. BRYCE, C. FERRI, The benefits of early diagnosis and intervention. World Alzhei‐mer Report 2011, Alzheimer’s Disease International, 2011. Un riassunto in italiano all’indirizzo: http://www.alzheimer.it/riassunto_rapporto.pdf.
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È interessante notare come i consigli vadano nella direzione di colmare le lacune di qualità e di presenza precedentemente illustrate. Un familiare in‐dica come
“serve più formazione e informazione. Anche i familiari devono essere istrui‐ti sulle cose da farsi per stare vicino ai malati, dato che c’è bisogno di capire bene di che tipo di malattia disgrazia si tratta”.
Un operatore nota che gran parte del territorio della piana di Lucca è sguar‐nito di servizi per l’Alzheimer:
“servono più strutture sul territorio, sono troppo concentrate. Servono pic‐coli centri diurni e residenziali”.
È un problema anche di risorse.
“Privato e pubblico dovrebbero avere gli stessi costi, oppure si dovrebbe pensare a voucher di compensazione dove non c’è pubblico e c’è privato, per articolare meglio la situazione”.
In altri termini, non spetta necessariamente ai Comuni o alla Asl dare vita a nuove strutture. Può farlo il privato sociale a partire da convenzioni o da un sistema di voucher che permetta di compensare i costi e di pagare parte dei servizi, come avviene per le presenze in RSA.
La figlia di un’anziana malata, che ha seguito tutto il decorso della malattia e utilizzato molti servizi ha le idee chiare.
“Serve più informazione e formazione per il nucleo famigliare. C’è troppa ignoranza sulla malattia. Per accettare la malattia c’è bisogno di aiuto. ser‐ve anche aiuto. I conflitti all’interno del nucleo famigliare finiscono quando la malattia è stata diagnosticata. E poi servono specialisti dell’assistenza. Spesso la gestione del tempo per aiutare il malato di Alzheimer viene risolta con una semplice badante, spesso impreparata”.
I consigli offerti sono stati per comodità riassunti e organizzati secondo la loro frequenza.
Quanto ai servizi necessari a colmare le carenze, le indicazioni vanno nella direzione di istituire un nuovo Centro Diurno specializzato intercomunale nella zona tra Altopascio, Capannori e Porcari. Potenziare l’assistenza domi‐
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ciliare nei comuni decentrati. Velocizzare la diagnosi e dare subito sostegno alle famiglie con malati riconosciuti. Aumentare di numero di Centri di A‐scolto per dare informazioni e sostenere con azioni di formazione i familiari che hanno malati a casa. Le problematiche relative ai servizi sono tutte ai primi posti.
Figura 18 ‐ Segnalazioni di strategie di contrasto all’Alzheimer
SUGGERIMENTO FORNITO DA N° PERSONE
Serve un nuovo Centro Diurno, che preveda attività di animazione, fuori Lucca 11
Occorre potenziare l’assistenza domiciliare qualificata 10
È importante la diagnosi precoce e offrire un sostegno immediato alle famiglie 7
Sostegno psicologico e formazione a familiari su malattia e assistenza 5
Ai cittadini più informazioni sull’Alzheimer, attraverso i Centri di Ascolto 5
Sinergia tra pubblico e privato, che deve sincronizzarsi col volontariato 4
Moltiplicare i Centri Sociali per mantenere anziani attivi e prevenire malattia 3
Serve più supporto economico alle famiglie, anche mediante i voucher 3
Occorre far funzionare meglio i gruppi di auto‐aiuto 2
Nuovi servizi nelle strutture esistenti per arricchirli là dove mancano 2
Monitorare gli anziani soli, tenendo conto di segnalazioni del medico di base 2
Vengono poi le questioni di prevenzione e di socializzazione, da affrontare con il contributo importante del volontariato. Fermo restante il consolida‐mento del ruolo del medico di base, che deve diagnosticare prima la malat‐tia ed essere in grado di orientare i familiare verso i servizi informativi ade‐guati ad attivare correttamente i servizi necessari, anche di tipo preventivo o riabilitativo.
Ruolo del volontariato
Infine il ruolo del volontariato nell’assistenza all’Alzheimer. Da tutti i ri‐spondenti è stato assegnato al volontariato un ruolo complementare. Le as‐sociazioni sono fondamentali per fornire servizi di prossimità di alta qualità relazionale, nonché di assistenza non qualificata. Ad esempio, per aiutare nella preparazione dei pasti, per sostenere i familiari, per far compagnia a‐gli anziani soli, per proporre attività di socializzazione, per segnalare pro‐
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blemi specifici agli operatori specializzati, per adempiere a piccole commis‐sioni, oppure per i servizi di trasporto.
Ai ruoli classici dell’accompagnamento si unisce, dunque, offerta dal volon‐tariato, una funzione relazionale importante analoga a quella del volonta‐riato oncologico36, diretta soprattutto a fornire sostegno psicologico alla famiglia. Servizi per i quali occorre tuttavia personale preparato con corsi specifici, in quanto per affrontare l’Alzheimer non è sufficiente la buona vo‐lontà.
Modalità di utilizzazione dei servizi. Le interviste ai familiari
Contestualmente al questionario sono state realizzate con i famigliari di persone malate di Alzheimer alcune interviste di profondità per compren‐dere quali sono i percorsi intrapresi fino alla diagnosi e per affrontare la malattia. Le domande erano raccolte in quattro gruppi e così formulate
1. DAI PRIMI SINTOMI ALLA DIAGNOSI. Come e quando è avvenuta la sco‐perta della malattia? (Descriva, da quando ci sono stati i primi sospetti della malattia, i passi che sono stati fatti, i soggetti che sono intervenuti per arri‐vare alla diagnosi e l’impatto psicologico a livello individuale e familiare). Esprima una valutazione sull’intera fase precedente alla diagnosi e se que‐sta poteva essere, secondo lei, più rapida e precoce.
2. LA FASE INIZIALE DELLA MALATTIA. A chi si è rivolto per affrontare la ma‐lattia durante i primi tempi dopo la diagnosi e quali servizi ha utilizzato? Quali le maggiori difficoltà (a livello psicologico, di stress/ansia, di cono‐scenza pratica di gestione del malato, di organizzazione e di condizioni eco‐nomiche e materiali). Quali soggetti sono eventualmente intervenuti nel guidarla e consigliarla sulle decisioni, quanto sono stati utili i servizi ad hoc rispetto agli aiuti e alle informazioni ricevute (es. parenti, amici, conoscenti).
3. LA FASE AVANZATA DELLA MALATTIA. Nel complesso e con l’aggravarsi della malattia e la progressiva perdita di autonomia del malato, come si è
36 Segnaliamo sul tema il volume recente di B. BURALLI, D. AMOROSO (a cura di), Camici invisibili. Ma‐nuale pratico per volontari in oncologia, FrancoAngeli, 2011. Ampio spazio è dedicato alle compe‐tenze e alla formazione del volontario oncologico.
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evoluto l’insieme dei bisogni che via via emergevano da un lato, e dall’altro quali servizi e apporti esterni venivano utilizzati? A questo riguardo, quale è stato l’impatto dei servizi erogati dal sistema sociosanitario pubblico? Come sono state affrontate le scelte terapeutiche e che tipo di personale specializ‐zato si è preso cura del malato? Sono state anche impiegate badanti? È ri‐corso ad altri servizi privati? Ha beneficiato di un supporto da parte delle associazioni di volontariato? Quanto è stato importante l’aiuto esterno ri‐spetto all’impegno profuso dai familiari e quanto ha contribuito l’aiuto e‐sterno a rendere gestibile e sostenibile la situazione anche a livello psicolo‐gico e di stress?
4. VALUTAZIONE E PROPOSTE. A parte l’aspetto strettamente medico e cu‐rativo, quali sono i principali problemi e bisogni su cui l’apporto esterno può avere un impatto positivo per alleviare il disagio e la sofferenza? Quale ruo‐lo per i servizi del SSN? Come considera le opzioni di assistenza in termini di centri diurni, servizi residenziali quali RSA e assistenza domestica anche in forma privata (es. badanti)? Ritiene fondamentale il ruolo del volontariato e delle associazioni? In base alla sua esperienza, come prefigura l’affrontare uno scenario di crescente incidenza della malattia a livello generale e loca‐le? Ha da suggerire tipologie di servizi particolarmente rispondenti ai biso‐gni concreti di una famiglia che si trova a fronteggiare un problema del ge‐nere? Ha da proporre nuovi approcci e soluzioni che consentano di far fron‐te al bisogno crescente di aiuto e di richiesta di assistenza?
Le persone che hanno risposto all’intervista narrativa sono state in totale cinque. Ne riportiamo alcuni brani significativi con qualche commento. I lo‐ro nomi sono stati cambiati per motivi di riservatezza.
1. DAI PRIMI SINTOMI ALLA DIAGNOSI
Antonia, figlia di un malato di Alzheimer si è avvalsa in particolare del Cen‐tro Diurno. Prima di arrivare a questa soluzione ha attraversato varie fasi.
“I sintomi iniziali della malattia sono stati per mio padre che ripeteva sem‐pre le stesse cose, e questo ci dava un senso di depressione in quanto appa‐riva incapace di afferrare la realtà. Mi sono quindi rivolta a un medico di
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base, poi allo psichiatra, che ha prescritto una cura. Quindi siamo andati da un neurologo, che ha effettuato dei test e ha diagnosticato la malattia”.
L’itinerario è stato, quindi, in questo caso, tutto medico‐specialistico.
Matilde, anch’essa figlia di madre con Alzheimer diagnosticato, si è accorta in pratica da sola, e si è rivolta al medico. Anche lei è arrivata alla soluzione del Centro Diurno. La soluzione è stata trovata velocemente.
“Mia madre non era più capace di assistere il marito, anch’esso malato. In casa faceva cose strane e ripetitive. Nella cura personale e della casa era di‐sordinata, come non lo era prima. Mi sono confrontata con il medico di fa‐miglia, e in seguito abbiamo fatto una visita neurologica, che ha dato luogo all’inserimento in un Centro Diurno, nell’obiettivo di contrastare l’isola‐mento. La cosa più difficile in questa fase è stato l’impatto psicologico. Mia madre era angosciata. Anche io lo ero. Ho avuto grandi difficoltà ad accet‐tare e ad affrontare la situazione in modo costruttivo”.
Gianna di Porcari è la sorella di un’anziana malata. Il percorso di riconosci‐mento della malattia è stato celere anche in questo caso.
“Mia sorella si richiudeva in se stessa e tendeva a isolarsi. Il primo passo è stato quello di portala dal medico di base e poi consultare l’assistente socia‐le, che è stato rapido ed efficace nel prestare aiuto. L’abbiamo curata a ca‐sa. Per l’assistenza domiciliare ho avuto il contributo del Comune”.
In questo caso compare la figura dell’ assistente sociale dell’ente locale come mediatore tra il medico e i servizi.
Ferdinando è di Lucca e ha la moglie malata. Il suo percorso è stato più tor‐tuoso. Ha utilizzato il modulo Residenziale di Monte San Quirico, l’ assisten‐za domiciliare e un servizio badanti.
“All’inizio noi parenti – ci dice – non ci siamo resi conto di cosa stava succe‐dendo. Ci si accorge della malattia per le dimenticanze. Nel 2003 mia mo‐glie ha iniziato dicendo di aver perso la borsa, la patente e i soldi. In realtà l’aveva nascosta. Nel 2004 ebbe anche un incidente in macchina. È stato dif‐ficile arrivare alla diagnosi, niente affatto precoce. Non sapevo niente di questa malattia. Nel 2005 ho richiesto, tramite il medico di base, una visita neurologica che ha diagnosticato la malattia. Da lì in poi mia moglie è stata
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seguita farmacologicamente dall’ospedale di Lucca e inserita nel progetto Cronos. Per la diagnosi si poteva essere più precoci, ma noi familiari erava‐mo ignoranti”.
Costanza viene nella campagna di Lucca, con la madre malata. Lei ha utiliz‐zato soprattutto la badante.
“Appena ho avuto sentore di una malattia legata all’invecchiamento mi so‐no rivolta al distretto e al medico di base”.
È commossa. La sua voce trema.
“Mi madre è ancora viva e in salute, fisicamente. Ma per questioni psichiche ha bisogno di essere seguita da una badante. Avevo capito che c’era qual‐cosa che non andava, ma non sapevo che fare. Poi il medico l’ha mandata a una visita neurologica”.
Anna è la nipote di uno zio materno che abita a Lucca.
“Della malattia ci siamo accorti per la perdita di memoria, per la difficoltà di mio zio di ricordare pezzi interi della sua vita. Ma anche per cose quotidia‐ne; ad esempio non si ricordava dove aveva messo la macchina. Ci siamo ri‐volti al medico di base che ci ha mandato a una unità di valutazione neuro‐logica. I miei zii abitano da soli e quindi non sono in grado di dire se la dia‐gnosi è stata precoce”.
Floriana abita invece in un comune periferico della piana. È figlia di padre affetto da Alzheimer.
“Dal 2003 si sono avuti i primi sintomi. Solo nel 2006 gli è stato diagnostica‐to l’Alzheimer. Nel 2010 è morta mia madre, che se ne è sempre occupata da sola. Io come figlia ho deciso di fargli fare la visita neurologica, che pote‐va essere fatta prima, ma i parenti stretti non volevano. Non volevano aiu‐to”.
Un classico caso di ritardo e di resistenza psicologica, che sacrifica le possi‐bilità di recupero e la qualità della vita dell’ anziano malato.
Infine Paola, anche lei figlia di malata di Alzheimer.
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“La scoperta della malattia è avvenuta quando ho notato le prime dimenti‐canze; mia madre è sempre stata fissata con i soldi, e quando ha iniziato ad avere i primi sintomi se li dimenticava. La diagnosi non è stata fatta subito. Me ne sono accorta io. Mi sono rivolta al medico curante che ha prescritto a mia madre una visita neurologica e psichiatrica”.
2. LA FASE INIZIALE DELLA MALATTIA
Antonia si è organizzata a casa per l’assistenza, ma non ce l’ha fatta da sola.
“Dopo la diagnosi da parte del neurologo l’assistenza a mio padre è stata a cura della famiglia. Abbiamo avuto molta difficoltà ad accettare la malattia e a gestirlo nel suo ambiente domestico. Abbiamo quindi scelto di tentare la strada del ricovero in un Centro Diurno. È stata la cosa giusta”.
Matilde, che si è rivolta a un neurologo, ha trovato spazio nel progetto Cro‐nos presso il Centro della Ausl di Lucca.
“In seguito ha frequentato il Centro Diurno per anziani e quanto non è stato più possibile portarvela per un aggravamento delle sue condizioni fisiche ha usufruito del servizio di assistenza domiciliare. Ci sono state difficoltà sia a livello psicologico, sia per l’ organizzazione e la gestione pratica della mala‐ta. Il medico di base è stato il primo a dare informazioni, poi il personale del Centro Diurno e l’assistente sociale. Tutti si sono prodigati, ma la sensazione è stata di mancanza di un quadro di riferimento solido. Questa è la mia opi‐nione. E anche mia madre se ne è resa conto”.
Gianna ha seguito un percorso simile, fino all’inserimento della sorella nel Centro Diurno.
“Senza il supporto di parenti, purtroppo, ma di amici”.
Il riconoscimento della malattia spesso isola e crea solitudine in mancanza di un sostengo costruttivo dei parenti.
Ferdinando ci dice:
“durante i tre anni di malattia mia moglie è stata sempre fisicamente auto‐noma. Io l’ho gestita da solo. Ma l’ho seguita in malo modo, perché non mi
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relazionavo come avrei dovuto. Mi mancava la formazione e la conoscenza. Non saprei dire se non mi hanno dato aiuto o se non l’ho voluto”.
Anche in questo caso il sostegno psicologico è sicuramente mancato.
Costanza che ha la madre malata e vive in campagna, è lontana dai servizi lucchesi. Per far fronte alla necessità è stata costretta a utilizzare una ba‐dante. Tutti e due i genitori sono stati vittima dell’Alzheimer.
“Prima si è ammalato mio padre, 10 anni fa. Ripeteva sempre le stesse cose, dimenticava, e aveva alterazioni caratteriali. La mia mamma si è ammalata alla fine del 2008. Aveva uno stato di ansia all’eccesso, insonnia, iperattivi‐tà. Nella mia esperienza, anche se c’è una diagnosi precoce non cambia niente. Che si fa? Non lo so. C’è comunque il degrado, e non ho trovato nes‐suno che mi dicesse cosa fare”.
Si è trovata isolata, forse per via della distanza dalla città, e non ha trovato chi sapesse sostenerla. I casi come questo sono i più problematici, quando non è possibile contare neppure sulla disponibilità del volontariato.
Floriana ora è serena.
“La diagnosi non mi pare sia stata tardiva. Ci sono stati problemi di accetta‐zione della malattia, perché anche mia zia, moglie del malato, era affetta da Parkinson. Me ne sono occupata io come nipote, e mi ha aiutato anche mia sorella. I parenti si sono tutti eclissati. La diagnosi è stata fatta 2‐3 anni fa”.
L’aiuto è arrivato dall’assistente sociale del Comune.
“La mia difficoltà maggiore è stata nel rapporto con il malato. Relazionarsi con lui e fargli capire le reali difficoltà, anche economiche, non era affatto facile. Il malato, infatti, non ha cognizione di avere la malattia. Non lo sa. Devo ringraziare l’assistente sociale del Comune, che mi ha consigliato e aiutato anche dal punto di vista organizzativo”.
Anna di Pescaglia non ha utilizzato alcun servizio. Il medico di base si è pre‐occupato esclusivamente della terapia farmacologica, e non ha saputo, ci dice, darle altri consigli.
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“Dopo la morte della moglie – continua – mi sono fatta carico del mio bab‐bo in tutto e per tutto. Era il 2008 quando mi sono rivolta all’ospedale tra‐mite amici, conoscenti, che mi hanno aiutata a orientarmi nei servizi. Non conoscevo niente e non sapevo dove rivolgermi. Mio fratello non voleva to‐glierlo dall’ambiente familiare”.
Poter avere, in questo caso, un sostegno psicologico e magari attivare una consulenza familiare, in questo caso, sarebbero state iniziative molto utili.
Paola vive anch’essa a Pescaglia.
“Il medico visitando mia madre mi ha mandato all’ospedale di Lucca, il qua‐le a propria volta mi ha inviato all’ ospedale di Seravezza, specializzato nella malattia”.
Lì, fuori distretto, la madre è stata assistita, non essendoci posto nel centro di Monte San Quirico.
3. LA FASE AVANZATA DELLA MALATTIA
Antonia ci dice che con l’aggravarsi della malattia l’anziano ha continuato a frequentare il Centro Diurno, e che soprattutto lei se ne è fatta carico, ri‐manendo con lui anche nelle ore di lavoro.
Matilde ci dice che il suo
“bisogno primario è stato quello della mobilità della persona in occasione dell’assistenza domiciliare. Il Centro Diurno è stato fondamentale per dare la possibilità alla famiglia di continuare a lavorare”.
Ma nessuno ha chiesto se la famiglia aveva bisogno di altro, se occorreva un altro tipo di aiuto.
Gianna ritiene che i bisogni di sua sorella fossero soprattutto di autonomia personale e di gestione della casa. Il Centro Diurno è stato di sollievo so‐prattutto a livello psicologico e pratico per la sorella. Ma gli impegni causati dalla malattia erano tantissimi. Problemi di tempo e organizzativi, in primo luogo. Nessuno, delle persone che ha incontrato, l’ha aiutata o le ha chiesto se poteva esserle in qualche modo utile.
Ferdinando ha preso una badante quando la moglie è stata peggio.
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“Ma è durata solo un anno perché poi mia moglie non la voleva, e c’era ag‐gressività. Poi mi sono rivolto alla Don Baroni. L’associazione è riuscita a farmi dare l’assistenza domiciliare. E tutto è stato più facile”.
Un caso che mostra il potere enorme dei centri di ascolto quando il loro personale è ben preparato.
Costanza nella fase acuta della malattia della madre è crollata psicologica‐mente. Dopo la vicenda del padre, non ha trovato conforto e aiuto facil‐mente, come ci dice.
“La difficoltà più grande è stata l’accettazione della malattia e della stessa situazione per due volte. I rapporti con i familiari e parenti si sono interrotti, come se i miei genitori fossero già morti. Oltre alla difficoltà dei rapporti af‐fettivi, ha pesato il costo economico legato alla badante e alle cure”.
Certamente non ha potuto beneficiare di utili consigli.
Lo zio di Floriana è ancora malato, ma è autonomo.
“Devo dire – con grande commozione – che il servizio socio‐sanitario è mol‐to, troppo, sbrigativo, addirittura superficiale. Ci vorrebbe più attenzione al‐le persone! Psicologicamente neppure l’assistenza domiciliare mi è stata di aiuto”.
L’aiuto psicologico è una necessità, come si è visto. Continua.
“Dopo l’intervento dell’assistente sociale si era detto di far frequentare a mio zio un Centro Diurno 2‐3 giorni alla settimana, in via delle sette arti. Ma poi non si è potuto farlo perché non c’era posto. Lo si è assistito a casa. A mio parere servono più centri diurni, non per parcheggiare il malato, ma per seguirlo e dare aiuto ai familiari. Ci vuole la vicinanza e attività che possano aiutarli a mantenerli attivi. Spesso anche le RSA sono solo un parcheggio”.
Anna di Pescaglia è sola.
“Sento molto la solitudine. Io sono sola ad assisterlo. Gli amici mi conforta‐no. Ormai spero per lui che mio padre muoia presto. Ricevo un contributo economico dal comune, e con quello lo assisto. Mi dà una mano mia figlia, ma non nessun altro mi aiuta. Mio fratello non vuole estranei in casa. Non vogliamo mettere nostro padre in una struttura”.
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Paola insiste sulla solitudine.
“Quando un malato si aggrava i rapporti con l’esterno cessano, e la famiglia si chiude. Il familiare prende il carico del malato tutto su di sé, e resta solo. L’impatto del servizio pubblico è stato buono. L’ospedale di Seravezza è molto specializzato. Poi ho assunto una badante e ho fatto tutto da sola. Più tardi è subentrata una forma tumorale, e mia madre è morta. Comunque, nella fase dell’Alzheimer mia madre è sempre stata autonoma. Sono con‐tenta di come l’ho curata”.
4. VALUTAZIONI E PROPOSTE
Non tutte le persone intervistate hanno saputo fornire idee su come miglio‐rare i servizi, ma molte cose erano già state dette.
Antonia di Porcari dice che serve seguire di più le famiglie. L’assistenza di cui ha beneficiato è stata di tipo solo farmacologico.
“Serve aiuto nella gestione del tempo, perché l’Alzheimer è una malattia lunga, che toglie spazi importanti”.
“Il volontariato – suggerisce – può essere di supporto agli altri servizi sicu‐ramente. Ma servono strutture. Centri diurni per le malattie mentali dege‐nerative, e case albergo per gli anziani non autosufficienti. Allo stesso tem‐po si deve dare sostegno alle famiglie con personale preparato psicologica‐mente, perché i parenti, soprattutto all’inizio, non possono farsi carico da soli dei problemi causati da questo tipo di malattia”.
Matilde pensa al ruolo del volontariato per prestare compagnia ai malati.
“I parenti ti abbandonano, ignorano la malattia. Chi segue il malato ha in primo luogo bisogno di condividere l’esperienza di assistenza al malato di Alzheimer con altre persone”.
Ferdinando parla di quanto sia importante conoscere la malattia.
“Tutto è cambiato quando ho mutato atteggiamento verso mia moglie. Io non ero assolutamente preparato, e invece è importantissimo. Lei ne ha be‐neficiato molto. Il vero problema era la non accettazione della malattia. Se
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non si ama non si va avanti. Quando sono stato più calmo e capace, erano passati ormai tre anni. Ritrovata la calma mi sono rivolto anche all’ assi‐stente sociale, che mi ha consigliato sul da farsi economicamente, ad esem‐pio il discorso dell’ISEE, come calcolare le rete, gestire il tempo e altre cose come queste”.
Ferdinando ritiene il ruolo del volontariato molto importante, non solo per‐ché fa respirare il familiare, ma perché genera tranquillità.
“Serve qualcuno che ti conforta e ti aiuta subito dopo la diagnosi, prima che la famiglia si chiuda”.
Costanza ha vissuto l’isolamento della campagna. Per questo dà consigli precisi.
“Ci vorrebbero più strutture piccole, dove c’è il residenziale e il diurno colle‐gati a un servizio di accompagnamento tipo scuolabus. Le strutture dovreb‐bero essere articolate meglio sul territorio. La periferia è abbandonata. È vero che il volontariato può essere molto utile – pensa – ma io sono rimasta sola. Il volontariato qui non arriva. Perché nessuno ci segue, perché nessuno ci fa compagnia?”.
Floriana si è accorta che ci sono pochi “centri specializzati” e poche infor‐mazioni.
“Occorre che le famiglie siano il più possibile informate dei servizi che ci so‐no sul territorio, pubblici e privati, sanitari e comunali. Non si sa di cosa si può beneficiare, quali sono le problematiche logistiche ed economiche da affrontare in ogni caso. Mancano indicazioni soddisfacenti sui servizi o, al‐meno, non si sa come averle”.
Paola vive in un piccolo paese.
“Per alleviare il disagio sarebbe necessario più sostegno soprattutto contro la solitudine. La badante è fondamentale. Ma con il progredire della malat‐tia servono via via servizi più specifici. Ce ne rendiamo conto troppo tardi. Nessuno segue le famiglie e le consiglia, anche dopo che hanno diagnostica‐to la malattia”.
Capitolo 7
Direzioni di miglioramento. Priorità e raccomandazioni
indagine sui servizi agli anziani, compresi quelli per le patologie di Alzheimer. costituisce, riteniamo, un buon punto di partenza per al‐tre ricerche di profondità su aspetti particolari dei servizi.
Dal quadro presentato emerge l’esigenza di una rilevazione più estesa e ca‐pace di entrare nel merito soprattutto dei servizi preventivi e informativi ri‐volti alla popolazione.
Ciò che è medico e terapeutico è sempre di buona e spesso di ottima quali‐tà. Serve tuttavia una maggiore copertura del territorio e una precisa stra‐tegia per andare in contro alle due necessità principali; quella di breve pe‐riodo, per ridurre le liste di attesa; quella di lungo, per poter accogliere a‐deguatamente coloro che avranno bisogno nei decenni a venire, caratteriz‐zati da un aumento della vita media e dunque anche degli anziani malati e non autosufficienti.
Serve, poi, maggiore integrazione tra i servizi, un sistema informativo capil‐lare, specialmente per l’Alzheimer, e la capacità a monte di monitorare la popolazione anziana nelle sue necessità (ad esempio gli anziani soli) e di smistare correttamente le necessità appena queste si manifestano.
Il discorso della diagnosi precoce dell’Alzheimer è particolare e forse più complesso, in quanto accanto a una maggiore attenzione al problema da parte del medico curante si devono prevedere modalità di rapporto con personale preparato, capace di ascolto, di approfondimento. Che sappia fornire informazioni sicure e, magari, nel caso di diagnosi positiva, sostegno psicologico ai familiari nella fase di riabilitazione.
Per dare migliore visibilità e rendere più espliciti gli interventi da effettuare per migliorare progressivamente il tenore dei servizi per gli anziani sul terri‐
L’
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torio dei sette comuni della Piana di Lucca, li abbiamo organizzati in modo sintetico per categorie, accompagnando ogni nota e ogni punto di domanda con raccomandazioni utili a favorire decisioni, soluzioni e linee di azione, secondo quanto emerso dalla voce dei protagonisti.
Si tratta anche di iniziare a integrare ai servizi interventi orientati alla pre‐venzione piuttosto che alla cura e riparazione dei deficit (Lavanco, Novara, 2002), secondo un costrutto di “benessere” come interdipendenza tra va‐riabili soggettive, psicologiche e sociali (Zani, Cicognani, 1999). In modo da pensare a una qualità della vita che sappia fare meglio i conti con le esigen‐ze della patologia e del disagio, identificandoli non come necessità ma co‐me condizioni che possono essere contrastate con un’accorta prevenzione fondata sulla corretta informazione.
Per favorire l’adeguamento del sistema dei servizi, nel breve periodo sono tre le categorie di interventi da effettuare per risolvere i principali problemi e debolezze emersi nel corso dell’indagine partecipata.
1. Urgenze
1. Aprire un nuovo CENTRO DIURNO ALZHEIMER nei comuni a Est di Lucca.
2. Aprire nuovi CENTRI DI ASCOLTO ALZHEIMER. Oppure: integrare le informa‐zioni di base sulla malattia nei Punti Insieme.
3. Aumentare i posti disponibili nelle RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI. In‐tervenire con contributi per le rette.
4. Prevedere percorsi di assistenza iniziale ai familiari di malati di Al‐zheimer e di sostegno psicologico per tutto il decorso della malattia.
2. Lacune
1. ASSISTENZA DOMICILIARE, sia SAD sia ADI. Aumentare il pacchetto di ore disponibili per ogni utente. Destinare più risorse e distribuire meglio il raggio di azione del volontariato.
2. Aumentare la disponibilità di posti nei CENTRI DIURNI. Aprirne di nuovi in punti strategici nei comuni periferici.
3. Aumentare il numero e la diffusione dei MODULI RESIDENZIALI ALZHEIMER, aprendone di specifici in qualche RSA efficiente.
4. Migliorare i servizi di RIABILITAZIONE come numero e diffusione, soprat‐tutto fuori le RSA.
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3. Interventi di sistema 1. Integrare meglio i PUNTI INSIEME al resto dei servizi, attraverso: riduzio‐
ne di numero, qualificazione del personale, formazione degli operatori su basi comuni.
2. Moltiplicare il numero dei CENTRI SOCIALI ANZIANI e delle loro iniziative sociali e culturali. Promuoverne la funzione di socializzazione presso la popolazione in modo continuo. Pensare a percorsi di raccordo e di promozione con la rete del volontariato.
3. Promuovere l’attività delle UNITÀ DI VALUTAZIONE ALZHEIMER, anche pres‐so i medici di famiglia.
4. Rilanciare le attività di TELESOCCORSO per monitorare gli anziani soli, in tutti i comuni in modo omogeneo, con particolare attenzione alle zone rurali.
5. Formare il personale anche del volontariato dedicato ai servizi di AC‐COMPAGNAMENTO.
Anche se con ampi margini di miglioramento, il sistema dei servizi dedicati agli anziani nei comuni della Piana di Lucca appare solido. Se esistono alcuni problemi prioritari da risolvere, le iniziative di sistema non dovranno essere trascurate, in quanto è dalle attività di socializzazione e di informazione che potranno essere offerte in modo continuo nel prossimo futuro agli anziani e alle famiglie che sarà possibile mantenerci attivi e in salute più a lungo pos‐sibile, trovando negli enti locali, nelle cooperative sociali e nel volontariato l’aiuto di cui abbiamo bisogno per vivere meglio migliorando costantemen‐te la qualità della nostra vita, anche nella sua ultima stagione.
La nostra speranza è che i dati e le indicazioni offerte in queste pagine pos‐sano servire a incrementare l’integrazione tra servizi pubblici e privato so‐ciale, in modo da disporre nei prossimi anni di un sistema infrastrutturale di servizi per gli anziani più moderno, più efficiente, e maggiormente in grado di rispondere alle necessità di una popolazione che inesorabilmente invec‐chia.
Le vie del sorriso sono infinite.
Indice delle figure
Figura 01 ‐ Quadro dei servizi sociaIi, socio‐sanitari e sanitarii dedicati agli anziani .............15
Figura 02 ‐ Lista dei servizi valutati secondo qualità percepita ..............................................47
Figura 03 ‐ Ruolo dei rispondenti ...........................................................................................48
Figura 04 ‐ Provenienza dei rispondenti.................................................................................48
Figura 05 ‐ Servizi carenti*, primi otto ...................................................................................48
Figura 06 ‐ Indici forza‐debolezza dei sette aspetti di qualità dei servizi ...............................50
Figura 07 ‐ Grafici di qualità dei servizi...................................................................................51
Figura 08 ‐ Indicatori sintetici di qualità .................................................................................55
Figura 09 ‐ Livelli di congruenza, penetrazione, affidabilità dei servizi ..................................56
Figura 10 ‐ Voci della SPO.......................................................................................................58
Figura 11 ‐ Risultati SPO con gli operatori ..............................................................................60
Figura 12‐ Risultati SPO con gli utenti ....................................................................................67
Figura 13 ‐ Risultato SPO globale: urgenze, servizi da migliorare e monitorare ....................72
Figura 14 ‐ Servizi sui quali intervenire prioritariamente ......................................................73
Figura 15 ‐ I servizi migliori (numero di segnalazione degli intervistati .................................76
Figura 16 ‐ Graduatoria di significatività dei problemi collegati alla malattia di Alzheimer ...83
Figura 17 ‐ Importanza degli aspetti di cura per l’Alzheimer .................................................84
Figura 18 ‐ Segnalazioni di strategie di contrasto all’Alzheimer.............................................86
Il questionario
Qualificazione del testimone
Nome e cognome:
Recapiti:
Comune di :
Ruolo/posizione dell’intervistato:
( ) Operatore presso una struttura di servizi per anziani ( ) Medico di base ( ) Anziano (Utente) e/o suo familiare ( ) Funzionario/dirigente pubblico ( ) Volontario ‐ volontariato ( ) Altro ..................................
Funzione specifica
Servizi di cui si ha esperienza particolare
Conoscenza/esperienza (quale operatore, familiare, volontario, medico, dirigente pubblico, ecc.) dei seguenti servizi: (1) .................................................................................... (1) .................................................................................... (2) .................................................................................. (3) ...................................................................................
Mappatura, verifica e carenze locali (segnare con una X i servizi conosciuti)
Curativi Preventivi, ricreativi, socia‐li Sociali Socio‐sanitari Alzheimer
(1) Punto Insieme (2) Sportello badanti (3) Volontariato (4) Centri sociali per an‐
ziani (5) Università per la terza
età (6) AFA ‐ Attività fisica
adattata. Ginnastica (7) Banca del tempo (8) Pasti a domicilio (9) Vacanze estive
(10) Accompagnamento (11) Servizio di accompagnamento
(sad) (12) Centro diurno (13) SAD ‐ Servizio Assistenza Do‐
miciliare (14) RA ‐ Residenza Assistenziale
(Casa di Riposo, Casa Albergo)
(15) Servizi riabilitativi (non ADI)
(16) ADI ‐ Assistenza Domiciliare Inte‐grata
(17) RSA ‐ Residenza Sanitaria Assisten‐ziale
(18) Centri di ascolto
(19) Unità di va‐lutazione
(20) Centri diur‐ni
(21) Moduli re‐sidenziali
Ritieni completa questa lista di servizi per anziani qui prima riportata?
( ) Sì, mi sembra che sia completa e che riporti in modo esaustivo il quadro dei servizi agli anziani
( ) No, mi sembra che manchi qualcosa, per completarla aggiungerei i seguenti servizi: (a) ………………………… (b) ………………………… (c) ……………………
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Quali servizi mancano o sono molto carenti rispetto ai bisogni degli anziani?
N° Servizio mancante/carente Comune Utenza e bisogni non soddisfatti
1
2
3
Note (annotare motivi di valutazioni scarse o positive). Tutte le info discorsive sono importanti.
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Valutazione dei servizi – Qualità percepita (*)
Valuta i servizi che conosci meglio, secondo una scala da uno a cinque
Tipo di servizio Valutazione di qualità
Scarso ottimo
n.c.(**)
1 2 3 4 5
( ) 1. Segretariato sociale – Punto Insieme
( ) 2. Sportello badanti
( ) 3. Centri sociali per anziani
( ) 4. Accompagnamento (volontariato)
( ) 5. Servizio di accompagnamento (Sad)
( ) 6. Centro diurno
( ) 7. SAD ‐ Servizio Assistenza Domiciliare
( ) 8. RA – Resid. Assist. (Casa Riposo, Casa Albergo)
( ) 9. Servizi riabilitativi (extra ADI)
( ) 10. ADI ‐ Assistenza Domiciliare Integrata
( ) 11. RSA ‐ Residenza Sanitaria Assistenziale
( ) 12. Centri di ascolto Alzheimer
( ) 13. Unità di valutazione Alzheimer
( ) 14. Centri diurni Alzheimer
( ) 15. Moduli residenziali Alzheimer
(*) Per ‘qualità percepita’ si intende la percezione di buon funzionamento dei servizi, cioé se l’intervistato ha l’impressione che l’erogazione dei servizi sia efficace/efficiente o meno (cioè faccia effettivamente quello per cui è predisposta) e che risponda ai bisogni reali degli anziani (pertinenza e corrispondenza ai bisogni).
(**) Inserire “n.c.” quando l’intervistato non è in grado di dare una valutazione del servizio
Note (annotare motivi di valutazioni molto scarse o molto positive). Tutte le informazioni discorsive sono im-portanti.
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Per ogni servizio che conosci indica se l’aspetto menzionato costituisce secondo te un punto di forza (PF) o di debolezza (PD).
Congruenza dei servizi (disegno del servizio)
Penetrazione Affidabilità
(permanenza nel tempo)
Presenza e flessibilità
Profession.tà del personale
Integrazione tra servizi
Diffusione territoriale
Accessibilità Mortalità servizi
Turn‐over personale
Tipo di servizio
PF PD PF PD PF PD PF PD PF PD PF PD PF PD
( ) 1. Segretariato sociale – Punto Insieme
( ) 2. Sportello badanti
( ) 3. Centri sociali per anziani
( ) 4. Accompagnamento (volontariato)
( ) 5. Servizio di accompagnamento (Sad)
( ) 6. Centro diurno
( ) 7. SAD ‐ Servizio Assistenza Domiciliare
( ) 8. RA ‐ Residenza Assistenziale (Casa di Riposo, C. Albergo)
( ) 9. Servizi riabilitativi (extra ADI)
( ) 10. ADI ‐ Assistenza Domiciliare Integrata
( ) 11. RSA ‐ Residenza Sanitaria Assistenziale
( ) 12. Centri di ascolto Alzheimer
( ) 13. Unità di valutazione Alzheimer
( ) 14. Centri diurni Alzheimer
( ) 15. Moduli residenziali Alzheimer
Segnala idee su come le debolezze maggiori potrebbero essere corrette.
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Bestpractice. Cita alcuni dei migliori servizi dei quali sei a conoscenza
Tipo di servizio Nome Comune, località Motivi della preferenza
( ) 1. Segretariato sociale – Punto Insieme
( ) 2. Sportello badanti
( ) 3. Centri sociali per anziani
( ) 4. Accompagnamento (volontariato)
( ) 5. Servizio di accompagnamento (Sad)
( ) 6. Centro diurno
( ) 7. SAD ‐ Servizio Assistenza Domiciliare
( ) 8. RA ‐ Residenza Assist.le
( ) 9. Servizi riabilitativi (extra ADI)
( ) 10. ADI ‐ Assistenza Domiciliare Integrata
( ) 11. RSA ‐ Residenza Sanitaria Assistenziale
( ) 12. Centri di ascolto Alzheimer
( ) 13. Unità di valutazione Alzheimer
( ) 14. Centri diurni Alzheimer
( ) 15. Moduli residenziali Alzheimer
Note
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DA SOTTOPORRE SOLO A CHI HA PRATICA DI SERVIZI ALZHEIMER Servizi e bisogni inerenti le patologie neurologiche e cognitive degli anziani
A suo giudizio, quali sono i problemi che affliggono anziani e familiari affetti da patologie neurologiche?
Significatività Scarsa Importante Problemi a livello di
n.c. (**) 1 2 3
1) Identificazione e accettazione della malattia
2) Isolamento dell’anziano e difficoltà di convivere con la malattia
3) Insufficienza cure non farmacologiche (es. psicoterapie) per contrasto degenerazione
4) Stress, ansia e depressione
5) Difficoltà nella gestione del tempo per i familiari
6) Difficoltà di rapporti tra familiari ed anziano
7) Carico economico non sostenibile
8) Gestione assistenti/badanti
9) Difficoltà pratiche per i familiari nell’assistere/seguire l’anziano
10) Insoddisfazione per servizi ricevuti (costi, terapie, qualità, organizz. ecc.)
Dovendo valutare l’importanza degli aspetti indicati in lista, per sostenere gli anziani con problemi neurologici quali aspetti ritiene più importanti? Ordina la lista da 1 a 11
Area Posizione 1, 2, 3 …11
1) Diagnosi precoce
2) Formazione e consulenza per familiari e caregiver
3) Assistenza domiciliare nelle sue varie forme
4) Assistenza nella selezione, formazione e gestione ‘badanti’
5) Centri diurni
6) Servizi residenziali (es. RSA, moduli residenziali, ecc.)
7) Terapie (anche non farmacologiche, con impiego di personale specializzato)
8) Supporto psicologico ai familiari e caregiver
9) Aspetti pratico‐organizzativi nell’assistenza e nella gestione quotidiana dell’anziano
10) (Maggiore) supporto economico
11) Animazione sociale contro isolamento anziano e stress/depressione familiari/caregiver
12) Altro ________________________________________________________
Quali strategie potrebbero, a suo giudizio, essere poste in essere per alleviare le problematiche legate alla dif-fusione dell’Alzheimer?
Servizi ........................................................................................................ Soluzioni/proposte .................................................................................... Soggetti .....................................................................................................
Il mondo del VOLONTARIATO e delle associazionismo può avere un ruolo importante per il completamento dell’offerta di servizi da parte degli enti pubblici e degli ospedali?
( ) no, non credo ( ) sì, se sì,
(a) per arricchire servizi non diffusi… a.1.) .............................. a.2.) .............................. a.3.) ..............................
(b) per fornire servizi complementari… b.1.) ............................. b.2.) ............................. b.3.) .............................
(c) altre forme di assistenza e aiuto… c.1.) .............................. c.2.) .............................. c.3) ..............................
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TRACCIA DI INTERVISTA NARRATIVA DA CONDURRE CON I FAMILIARI DI ANZIANI AFFETTI DA ALZHAIMER CHE HANNO UTILIZZATO I SERVIZI PREDISPOSTI
L’intervista è da effettuare alle persone disponibili, che hanno risposto al questionario, su specifico appuntamento e incontro. Il tempo per la realizzazione dell’intervista è stimato in ½ ora.
DAI PRIMI SINTOMI ALLA DIAGNOSI
Come e quando è avvenuta la scoperta della malattia? (Descriva, da quando ci sono stati i primi so‐spetti della malattia, i passi che sono stati fatti, i soggetti che sono intervenuti per arrivare alla dia‐gnosi e l’impatto psicologico a livello individuale e familiare). Esprima una valutazione sull’intera fase precedente alla diagnosi e se questa avrebbe potuto essere più rapida e precoce.
LA FASE INIZIALE DELLA MALATTIA
A chi si è rivolto per affrontare la malattia durante i primi tempi dopo la diagnosi e quali servizi ha utilizzato? Quali le maggiori difficoltà (a livello psicologico, di stress/ansia, di conoscenza pratica di gestione del malato, di organizzazione e di condizioni economiche e materiali). Quali soggetti sono eventualmente intervenuti nel guidarla e consigliarla sulle decisioni, quando sono stati utili i servizi ad hoc rispetto anche agli aiuti e le informazioni che ha ricevuto da canali informali (es. parenti, amici, conoscenti).
LA FASE AVANZATA DELLA MALATTIA
Nel complesso e con l’aggravarsi della malattia e la progressiva perdita di autonomia del malato, come si è evoluto l’insieme dei bisogni che via via emergevano da un lato, e dall’altro quali servizi e apporti esterni venivano utilizzati; a questo riguardo quale è stato l’impatto dei servizi erogati dal sistema sociosanitario pubblico? Come sono stati affrontate le scelte terapeutiche e che tipo di personale specializzato si è preso cura del malato? Sono state anche impiegate badanti? È ricorso ad altri servizi privati? Ha beneficiato di un supporto da parte del volontariato e delle associazioni? Quanto è stato importante l’aiuto esterno rispetto all’impegno profuso dai familiari e quanto ha contribuito l’aiuto esterno a rendere gestibile e sostenibile la situazione anche a livello psicologico e di stress?
VALUTAZIONE E PROPOSTE
A parte l’aspetto strettamente medico e curativo, quali sono i principali problemi e bisogni su cui l’apporto esterno può avere un impatto positivo per alleviare il disagio e la sofferenza? Quale ruolo per i servizi del SSN? Come considera le opzioni di assistenza in termini di centri diurni, servizi resi‐denziali quali RSA e assistenza domestica anche in forma privata (es. badanti)? Ritiene fondamen‐tale il ruolo del volontariato e delle associazioni? In base alla sua esperienza, come prefigura l’affrontare uno scenario di crescente incidenza della malattia a livello generale e locale? Ha da suggerire tipologie di servizi particolarmente rispondenti ai bisogni concreti di una famiglia che si trova a fronteggiare un problema del genere? Ha da proporre nuovi approcci e soluzioni che con‐sentano di far fronte al bisogno crescente di aiuto e di richiesta di assistenza?
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Il Consorzio So. & Co.
Forma giuridica: Cooperativa sociale
Sede legale e operativa: Via E. Mattei 293/F, loc. Mugnano, 55100 Lucca.
P.I. 01748240460
Telefono e fax 0583 432201– 0583 432231
Email: [email protected]
Sito web: www.soandco.org
Presidente: Luca Giovanni Rinaldi
Anno fondazione: 1999
Albi, certificazioni:
Iscritto Albo Cooperative n° A130144
Iscritto registro prefettizio sez. Produ‐zione e Lavoro n.1201/403, e sez. Coo‐perazione Sociale n. 38, con atto n. 52929/03/2000.
Iscritto all’albo regionale delle coop. soc. con decreto del presidente n. 63 del 06/06/2000.
Agenzia Formativa accreditata dalla Reg. Toscana codice: n.LU0140.
Presentazione:
Il Consorzio So. & Co. nasce a Lucca nel 1999. Oggi è la più importante aggregazione di cooperazione sociale a livello provinciale. Profondamente legato alla realtà economica e sociale in cui opera, coinvolge circa 600 perso‐ne nei diversi settori e servizi della rete. So. & Co. offre servizi ai soci con la missione di costruire un nuovo wel‐fare locale. Applichiamo il principio della sussidiarietà orizzontale, sviluppando in modo imprenditoriale e solida‐le le diverse componenti della comunità territoriale. So. & Co. è presente su tutto il territorio della provincia ed è profondamente legato alla realtà economica e so‐ciale in cui opera.
Attività e servizi:
AMBIENTE E VERDE
ATTIVITÀ TURISTICO RICETTIVE
EDILIZIA
PERSONALE AUSILIARIO SCUOLE
SERVIZI CIMITERIALI
SERVIZI VARI (FACCHINAGGIO, CUSTODIA CANILI, PULIZIE, ECC.)
SERVIZI ALLA PERSONA o Attività di animazione o Assistenza domiciliare per anziani e disabili o Assistenza alla persona in difficoltà o Accoglienza in casa famiglia o Gestione strutture residenziali per anziani e disabili o Progettazione e gestione asili nido o Gestione ludoteche e centri gioco o Servizi per l’emergenza abitativa o Sportello immigrati o Prima accoglienza immigrati
SERVIZI PER L’IMPIEGO
FORMAZIONE PROFESSIONALE, CONTINUA E PER UTENTI SVANTAGGIATI
RICERCA DI OPPORTUNITÀ DI FINANZIAMENTO E PROGETTAZIONE
PROGETTI PER L’AVVIO DI NUOVE IMPRESE SOCIALI
Le cooperative che hanno collaborato
LA MANO AMICA. SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE
Forma giuridica: Cooperativa sociale di tipo A
Sede legale e operativa: via Enrico Mattei 72, loc. Mugnano, 55100 Lucca
P.I. 01334590468
Telefono e fax 0583 464292 – 0583 474496
Email: [email protected]
Sito web: www.lamanoamica.it
Presidente: Luca Giovanni Rinaldi
Anno fondazione: 1989
Albi, certificazioni:
Albo delle cooperative sociali.
Certificato Qualità norma UNI EN ISO 9001:2008 "Progettazione ed erogazione servizi di assistenza terapeutico‐riabilita‐tiva residenziale a favore di disabili psi‐chici".
Accreditamento strutture sanitarie – Giunta regionale Toscana: (1) C.T. Il Mir‐to D.D. n° 3173/2010; (2) C.F. Kairos D.D.. 3243/2010.
Attività e servizi:
AREA SALUTE MENTALE:. Comunità psico‐terapeutica Il Mirto, casa famiglia sanitaria Kairos, casa famiglia Le Margherite, casa famiglia La Fenice, casa famiglia La Magnolia, gruppo appartamento mamme con pro‐blemi psichiatrici La Gabbianella, gruppo appartamento La Futura, gruppo appartamento Tigli Network, servizio appoggi domiciliari, servizio di counseling domiciliare, servizio educativo domiciliare per minori sa‐lute mentale Chirone.
AREA ANZIANI. RSA con ospedale di comunità R. Nobili, casa famiglia anziani Sant'Anna, servizio animazio‐ne e riabilitazione RSA Villa Grassi Landi e C. Pierotti, pacchetti assistenziali in Media Valle e Garfagnana.
AREA HANDICAP. Servizi infermieristici domiciliari per minori.
IRIS. COOPERATIVA SOCIALE ONLUS Forma giuridica: Cooperativa sociale di tipo A Sede legale: Piazzale S. Giusto 30, 55016 Porcari (LU)
P.I. 01361090465 Sede operativa:
Via Romana Ovest 257 e Via Boccaione 10, 55016 Porcari (LU) Email: [email protected]
Telefono e fax 0583 211326 ‐ 0583 211939
Presidente: Velia Bertuccelli
Anno fondazione: 1989
Albi, certificazioni: Albo Società Cooperative n. A121643
Attività e servizi:
INFANZIA (0‐6 anni): nidi d’infanzia, attività estive.
MINORI (6‐18 anni): accompagnamento scuolabus, personale ausiliario, attività estive, assistenza domicilia‐re, educativa territoriale.
ADULTI (18‐65 anni): assistenza domiciliare, centro diurno. Persone con disabilità fisiche, psichiche e senso‐riali: assistenza domiciliare, educativa domiciliare.
ANZIANI (più di 65 anni): centri diurni, animazione in struttura, attività motoria terza età, assistenza domi‐ciliare, servizi a domicilio.
GIOVANI E COMUNITÀ. SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE
Forma giuridica: Cooperativa sociale di tipo A e B Sede legale: Via Immagine dell’Osso 12, 55012 Capannori (LU)
P.I. 01018520468 Sede operativa: Fraz. Pieve S. Paolo, 55012 Capannori (LU)
Email: [email protected]
Telefono e fax 0583 587555 – 0583 983145 Sito web: www.giovaniecomunita.it
Presidente: Fernando Massimiliano Andreoni
Anno fondazione: 1982 Albi, certificazioni:
Albo Società Cooperative n. A104365
UNI ISO 9001‐2008, gestione di comuni‐tà doppia diagnosi.
Attività e servizi:
ADULTI (18‐65 anni): alloggi in autonomia, comunità per doppia diagnosi.
ANZIANI (più di 65 anni): centri diurni, animazione in struttura, assistenza domiciliare, servizi a domicilio, agenzia badanti, agricoltura sociale biologica, spazzamento strade e pulizie.
FINITO DI STAMPARE A LUCCA, FEBBRAIO 2012.
IDEA PRINT S.A.S.
COPYRIGHT © 2012 SO.&CO. ‐ SOLIDARIETÀ E COOPERAZIONE, LUCCA.
CITAZIONI ESTESE SONO ACCORDATE ESCLUSIVAMENTE DALL’EDITORE. E SONO DA RICHIEDERE A [email protected].
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CARATTERE: “TREBUCHET” TITOLI, “CALIBRI” TESTO. COPERTINA: IMMAGINE PUBBLICA DA WWW, SENZA DIRITTI.
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