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L’economia regionale ed il Piano per le Attività Produttive 2005 – 2010 (bozza)

L’economia regionale ed il Piano per le Attività Produttive 2005 – 2010 (bozza)

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L’economia regionale ed il Piano per le Attività Produttive 2005 – 2010 (bozza). IL SISTEMA DELLE IMPRESE. il sistema marchigiano è caratterizzato da una serie di piccole e medie imprese, con tendenza a fare sistema, che è risultato negli anni ‘90 molto dinamico e con una elevata produttività - PowerPoint PPT Presentation

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L’economia regionale edil Piano per le Attività

Produttive 2005 – 2010 (bozza)

IL SISTEMA DELLE IMPRESE

• il sistema marchigiano è caratterizzato da una serie di piccole e medie imprese, con tendenza a fare sistema, che è risultato negli anni ‘90 molto dinamico e con una elevata produttività

• questo sistema necessita di una continua trasformazione per mantenere la competitività nell’attuale fase di globalizzazione.

IL SISTEMA PRODUTTIVO MARCHIGIANO

• Il sistema produttivo marchigiano si è profondamente trasformato, a partire dagli anni ‘60, da agricolo ad industriale con un sistema di piccole imprese settorialmente specializzate e diffuse sul territorio.

• Dagli anni ‘80 ed in particolare negli anni ‘90 e fino ad oggi vi è stato un profondo processo di trasformazione alle mutate condizioni di mercato con una elevata innovazione tecnologica.

SPECIALIZZAZIONI PRODUTTIVE E LOCALIZZ..

• Calzature (provincie Ascoli e Macerata)• Mobile (provincia di Pesaro)• Strumenti musicali (comuni Castelfidardo e

Recanati)• Carta ed elettrodomestici (Fabriano)• Tessile ed abbigliamento (a macchie su tutto il

territorio)• Meccanica (nella Vallesina)• Pelli e cuoio (Tolentino)• Agroalimentare-prodotti ittici (Valle del Tronto)• Elettronica e tlc (su tutto il territorio)

FATTORI DI SUCCESSO DEL SISTEMA PRODUTTIVO REGIONALE

Diffusa imprenditorialità, con elevati indici di natalità delle imprese;

Estrema flessibilità produttiva e specializzazione tecnica con grande capacità di adattamento alla domanda;

Vitalità dei distretti industriali; Competitività delle imprese rispetto alla concorrenza; Coesistenza dei settori tradizionali accanto all'emergere

di nuove attività nella "new economy"; Presenza di centri Universitari e di centri servizi per

l'innovazione; Incremento dell'offerta privata di servizi alle imprese.

ELEMENTI DI CRITICITÀ DEL SISTEMA PRODUTTIVO REGIONALE

posizionamento di molte delle produzioni regionali in fasce di mercato medio basse;

permanere della specializzazione nei settori “maturi”; ridotta dimensione delle imprese che può vincolare

l’attività delle stesse per l’internazionalizzazione e per lo sviluppo dell’innovazione e della ricerca;

bassa vocazione verso forme non tradizionali di posizionamento sui mercati esteri;

scarsità di personale qualificato; mancanza di contatti diretti con il mercato finale di molte

imprese; fragilità finanziaria delle imprese; difficoltà di accesso alle reti nazionali ed internazionali; problema di ricambio generazionale.

CONDIZIONI PER LO SVILUPPO

• Infrastrutture (strade, ferrovie, porti, interporto, energia)

• Istruzione e formazione• Qualità, innovazione, ricerca e servizi alle

imprese• Internazionalizzazione e promozione• Finanza innovativa (migliori condizioni

per l’accesso al credito)• Sviluppo della società dell'informazione • Marketing territoriale

• benessere ⇄ sviluppo • innovazione • risorse umane • rete • internazionalizzazione • finanza

….o .. filo rosso…

LE “PAROLE D’ORDINE”

• PIL 0,0 %

• reddito 0,1 %

• consumi 0,3 %

• investimenti - 0,6%

• export 0,3 %

• disocc. 7,7 % (2005)

ITALIA

 

      STATO E PROSPETTIVE DELL’ECONOMIA

(dati Istat 2005 su 2004)

• P.I.L. 0,9%

• Esportazioni 4,6%• Consumi 1,7%• Investimenti 3,4%• Reddito n.d.• disocc. 4,7 %(2005)

   STATO E PROSPETTIVE DELL’ECONOMIA

(dati Istat - Unioncamere 2005 su 2004 stime)

MARCHE

1. Sviluppare l’innovazione, tecnologica

e organizzativa2.  migliorare le strutture organizzative e di gestione

delle attività di produzione, 3.  collocarsi su fasce di mercato meno sensibili al prezzo, 4. attenuare gli effetti negativi delle dimensioni,5.  incrementare i livelli di

efficienza degli assetti produttivi, 6. riposizionare le produzioni sui mercati interni e internazionali,7.  allentare il vincolo del passaggio generazionale,8.  mantenere elevata la generazione e l’attivazione

di energie imprenditoriali

1. diversificazione del sistema produttivo;

2. aumento della dimensione reale d’impresa;

3.  emersione e consolidamento di nuove specializzazioni;

4.   spostamento delle produzioni tradizionali verso livelli qualitativi più elevati.

Le azioni a sostegno della competitività

Il distretto mobiliero del pesarese

Il distretto meccanico della valle dell’Esino

I “figli” degli strumenti musicali

Il distretto calzaturiero

Oggettistica d’argento e prodotti in plastica

Peculiarità del territorio ascolano

Le politiche di localizzazione: i Distretti

Verso i “nuovi Distretti”

 Innovazione e PMI  NATURA: 47 % di prodotto

 R & S: 15 % PMI – 43 % G.I.

 INVESTIMENTI: 64 % PMI – 42 % G.I.

 Politiche di innovazione nelle imprese marchigiane

 Incidenza: 63 %

  Opportunità: progettazione di prova – fatturato – - export – finanziamenti pubblici

e Vincoli : € - Terzismo

all’innovazione

Ricerca e Innovazione

La Società regionale di Garanzia Marche

Le Cooperative artigiane di garanzia nelle Marche

I Centri servizi

Le infrastrutture a sostegno della produzione (strade,

aeroporti, ferrovie, energia, reti ………)

Finanza, Centri di Servizi, Infrastrutture

Cosmob

Cta

Meccano

Scam

Tecnomarche

Comit

(SVIM)

I Centri servizi

Gli Strumenti della politica economica della Regione

Composizione, andamenti e performance dell’export regionale

2004: 3,1% export nazionale

2005: 3,2% export nazionale

2005/2004 Regione: +4,6%

2005/2004 Italia: +4%

INTERNAZIONALIZZAZIONE

Le Marche e l’export

Composizione, andamento e performance dell’export regionale (2005/2004)

Tessile - 14,9%

Abbigliamento 0,5%

Cuoio e prodotti 5,2%

Legno e prodotti 5%

Macchine e apparecchi mecc - 2,8%

Apparecchi elettrici e di precisione 7,2%

Mobili - 3%

INTERNAZIONALIZZAZIONE

Le Marche e l’export

Composizione, andamento e performance dell’export regionale (2005)

UE 15 53 %

UE 25 60,1%

Europa Est 21,3%

USA 7,1%

America centro sud 2%

Medio oriente 3,2%

Asia orientale 4,2%

INTERNAZIONALIZZAZIONE

Le Marche e l’export

IMPORTAZIONI

AREE GEOGRAFICHE: anno 2000

Unione europea 37,8Europa centro orientale 13,9 Altri paesi europei 2,9 Africa settentrionale 2,6 Altri paesi africani 1,3 America settentrionale 4,7 America centro meridionale 2,9 Medio oriente 21,4 Asia centrale 2,0 Asia orientale 10,3 Oceania ed altri territori 0,3

ESPORTAZIONI

ITALIA MARCHE

Unione Europea

57,3 49,1

Germania 16,5 12,4

Francia 13,0 9,4

U K 7,1 6,8

USA 9,5 10,3

ECO 7,5 13,5

Russia 0,8 4,7

Gli IDE1999

49%

12%

1%

11%

5% 10% 1%

4%

5%

2%

Unione Europea Europa centro orientale Altri paesi europei Altri paesi africani Asia centrale Asia orientale America centro meridionale America settentrionale Africa settentrionale Medio oriente

IL PESO DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE

Stanziamenti Accordo di ProgrammaMl lire

Altri finanziamenti da soggettidiversi

TotaleAccordo diProgramma2001 – 2002

REGIONI Risorse Regionali

RisorseICE

Lazio 1000 1000   2000

Abruzzo 500 500   1000

Campania 4000 2000   6000

P.A. di Trento 500 500 310 1310

Em. Romagna 1939 1939   3459 + 2124

Marche 2000 2000 4624 8624

Liguria 500 500   1000

Sicilia 1830 1830   3660

Piemonte 2150 2130 2717 6997

P.A. di Bolzano 1764 1090 1900 4754

Veneto 950 950 1540 3440

Toscana 2020 2000 540 4560

Umbria 2070 2000 550 4620

Valle d’Aosta 1754 1754 20 3528

Friuli 1500 1500   3000

Molise 555 555   1110

TOTALE ITALIA       61186

Il sostegno pubblico alla politica di internazionalizzazione

L’agevolazione finanziaria e assicurativa

L’assicurazione pubblica dei crediti all’esportazione L’accesso a finanziamenti a tasso agevolato

I servizi reali: i consorzi all’esportazione  La promozione all’export: le fiere

Le tendenze del mercato del lavoro regionale

disoccupazione circa al 5 % (1/2 dei valori nazionali)

alti tassi di attività (v. donne)

minore disoccupazione giovanile

flessibilità

IL MERCATO DEL LAVORO

la gestione del Fondo Unico Semplificazione e contenimento del numero delle leggi finanziate; Premio agli investimenti diretti all'innovazione (tecnologica e organizzativa), alla ricerca, all'impatto ambientale e alla sicurezza del lavoro; Sostegno all’internazionalizzazione attraverso forme consortili di imprese con produzioni complementari sul mercato finale; Rispetto del modello di sviluppo industriale in termini di dimensioni e natura delle imprese; Sostegno alla creazione di impresa; Sviluppo e rafforzamento degli attuali strumenti di gestione finanziaria delle imprese.

valutando l’investimento agevolato

in termini di innovazione, ricerca, compatibilità ambientale

dei processi produttivi, sicurezza e

occupazione; favorendo incentivi con elevato gradimento da parte delle

imprese (ammontare delle agevolazioni richieste investimenti attivati e contributi concessi); tenendo conto della

complementarità rispetto ad altri strumenti nazionali già funzionanti (o interventi coperti da leggi regionali di

incentivazione)

IN ATTESA DEL TITOLO V. . . . .

La performance

LA POLITICA INDUSTRIALE DELLA REGIONE

Innovazione tecnologica

Dall’esportazione all’internazionalizzazione

Accesso al credito

Approccio territoriale degli interventi

   i distretti industriali

    i Centri Servizi

Lo sportello unico per le attività produttive

Il sostegno del sistema produttivo:

l'asse 1 del DOCUP OB.2 2000-2006

REGIONE

SVIM

Camere di Commercio,

Imprese, Consorzi di imprese,

Associazioni di categoria, Università,

Centri Servizi

Gli attori

AZIONE DI GOVERNO

Indirizzi di progettazione

(PRS, piani di settore, tavolo di concertazione)

PROGETTAZIONE

Partecipazione nelle società strumento

della politica industriale(SRG, Interporto, SCAM, CTA,

Meccano, COSMOB)

GESTIONE delle AZIONIdi POLITICA INDUSTRIALE

Realizzazione dei progetti esecutivi

di internazionalizzazione, innovazione

tecnologica,infrastrutture, formazione e credito

OBIETTIVI E LINEE STRATEGICHE:dal Dipartimento al Servizio

Crescita della competitività del

Sistema ▼

Sviluppo compatibile 

▼Creazione di lavoro

stabile e di Qualità ▼

Aumento del PIL Marche 

▼Miglioramento dei

rapporti PA imprese ▼

Semplificazione

Sostegno al sistema produttivo, alla valorizzazione del territorio, allo sviluppo e qualificazione dell’occupazione▼Sviluppo della coesione e ricambio generazionale ▼Riorganizzazione interna e innovazione tecnologica ▼Contenimento della spesa e ottimizzazione utilizzo risorse finanziarie ▼Comunicazione istituzionale ▼Concertazione ▼Revisione enti strumentali ▼Decentramento amministrativo ▼Semplificazione

PIANO REGIONALE PER LE ATTIVITA’ PRODUTTIVE A MEDIO TERMINE

Scopo:

- fornire un quadro organico degli interventi che

la Regione intende realizzare con le risorse a

disposizione di fonte regionale, di fonte

comunitaria (interventi del Docup), di fonte

statale (risorse trasferite a seguito del

decentramento degli incentivi alle imprese).

OBIETTIVI GENERALI DEL PIANO

• COMPETITIVITA' DEL SISTEMA PRODUTTIVO

• SVILUPPO COMPATIBILE

• CRESCITA DEL PIL MARCHE

• LAVORO STABILE E DI QUALITA’

OBIETTIVI DEL PIANO

OBIETTIVO INTERMEDIO:• ASSE 1 SVILUPPO PRODUTTIVO OBIETTIVI SPECIFICI:• AIUTI AGLI INVESTIMENTI• Favorire la localizzazione delle imprese con interventi

infrastrutturali• Ridurre l’impatto ambientale delle attività produttive• Favorire l’ampliamento della produzione e promuovere la

crescita• Favorire la nascita di nuove imprese e promuovere

l’imprenditorialità• Promuovere le forme associative fra le imprese e i consorzi

OBIETTIVI DEL PIANO

OBIETTIVO INTERMEDIO:• asse 2 ricerca e sviluppo, qualita' ed

innovazioneOBIETTIVI SPECIFICI :• Diffondere i servizi qualificanti e le

certificazioni di qualità • Facilitare l’introduzione di innovazioni• Sostenere la ricerca e sviluppo • Favorire la crescita e la competitività del

sistema locale e dei distretti industriali

OBIETTIVI DEL PIANO

OBIETTIVO INTERMEDIO:

• asse 3. internazionalizzazione e promozione

OBIETTIVI SPECIFICI :

Favorire l’internazionalizzazione del sistema Marche

OBIETTIVI DEL PIANO

OBIETTIVO INTERMEDIO:

• asse 4. equilibrio gestione finanziaria

OBIETTIVI SPECIFICI :

Favorire la capitalizzazione delle imprese e sostenere il capitale di rischio

Facilitare l’accesso al credito

OBIETTIVI DEL PIANO

OBIETTIVO INTERMEDIO:

Asse 5 miglioramento dei rapporti fra p.A. Ed imprese

OBIETTIVI SPECIFICI :

Diffusione Sportelli unici per le imprese

Semplificazione amministrativa