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Legal Newsletter Numero 4/2013

Legal Newsletter - KPMG€¦ · in data 2 luglio 2013, provveduto all’aggiornamento n. 15 della Circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche”

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1 © 2013 Studio Associato Consulenza legale e tributaria è un’associazione professionale di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG

International Cooperative ("KPMG International"), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.

Indice

1 BANCHE- SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI - SISTEMA INFORMATIVO E

CONTINUITÀ OPERATIVA - AGGIORNAMENTO CIRCOLARE N. 263/2006 BANCA

D'ITALIA . (pag. 2)

2 COSTITUZIONE DELLE SRL – VERSAMENTO DEI CONFERIMENTI IN DANARO -

NOTA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEL NOTARIATO. (pag. 3)

3 DIRITTO DEL LAVORO – LE NOVITÀ IN TEMA DI CONTRATTO A TERMINE,

DISTACCO DEI LAVORATORI, SOLIDARIETÀ NEGLI APPALTI, ASSOCIAZIONE IN

PARTECIPAZIONE. (pag. 4)

4 MEDIAZIONE OBBLIGATORIA - REINTRODUZIONE - CONVERSIONE IN LEGGE,

CON MODIFICAZIONI, DEL DECRETO LEGGE 21 GIUGNO 2013 N. 69

(‘DECRETO DEL FARE’). (pag. 5)

5 RESPONSABILITÀ DEGLI ENTI EX D.LGS. 231/2001 – TRA I NUOVI ‘REATI

PRESUPPOSTO’ ANCHE DELITTI IN MATERIA DI “PRIVACY”. (pag. 6)

6 RICORSO IN CASSAZIONE – AMMISSIBILITÀ ANCHE IN CASO DI ERRONEA

INDICAZIONE DEL MOTIVO DI IMPUGNAZIONE EX ART. 360, PRIMO COMMA,

C.P.C. - CASS., SEZ. UN., 24 LUGLIO 2013, N. 17931. (pag. 7)

7 START –UP INNOVATIVE - RACCOLTA DI CAPITALI DI RISCHIO - TRAMITE

PORTALI ON-LINE - EQUITY CROWFUNDING - DELIBERA CONSOB N.

18592/2013. (pag. 8)

8 USURA E INTERESSI DI MORA: CHIARIMENTI DELLA BANCA D'ITALIA

SULL'APPLICAZIONE DELLA LEGGE ANTIUSURA. (pag. 9)

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International Cooperative ("KPMG International"), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.

BANCHE - SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI - SISTEMA INFORMATIVO E

CONTINUITÀ OPERATIVA - AGGIORNAMENTO CIRCOLARE N. 263/2006

BANCA D'ITALIA

Con il bollettino n. 7 di luglio 2013, Banca d’Italia ha reso noto di avere,

in data 2 luglio 2013, provveduto all’aggiornamento n. 15 della Circolare

263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche”

inserendo nel Titolo V di detta Circolare il Capitolo 7 (Il sistema dei

controlli interni), Il Capitolo 8 (Il sistema informativo) ed il Capitolo 9 (La

continuità operativa).

L’intervento sul sistema dei controlli interni (Capitolo 7) ha l’obiettivo di

definire un quadro organico di principi e regole cui deve essere ispirato il

sistema dei controlli interni.

Al fine di dotare le banche di un sistema di controlli interni completo,

adeguato, funzionale e affidabile, le nuove norme enfatizzano il ruolo

dell’organo con funzione di supervisione strategica nella definizione del

modello di business e del Risk Appetite Framework; all’organo con

funzione di gestione è invece richiesto di avere un’approfondita

comprensione di tutti i rischi aziendali e, nell’ambito di una gestione

integrata, delle loro interrelazioni reciproche e con l’evoluzione del

contesto esterno.

Di particolare interesse è l’introduzione di una disciplina organica in

materia di esternalizzazione. Le banche sono tenute a presidiare

attentamente i rischi derivanti dall’esternalizzazione, mantenendo la

capacità di controllo e la responsabilità delle attività esternalizzate

nonché le competenze essenziali per re-internalizzare le stesse in caso

di necessità. Disposizioni specifiche riguardano le condizioni per

esternalizzare funzioni aziendali importanti o di controllo. Requisiti meno

stringenti sono invece previsti nel caso di esternalizzazione all’interno di

un gruppo bancario.

Integralmente rivista, anche per recepire le principali evoluzioni emerse

nel panorama internazionale, la disciplina del sistema informativo

(Capitolo 8).

In detto Capitolo sono stati, tra l’altro, disciplinati: la governance e

l’organizzazione del sistema informativo; la gestione del rischio

informatico; i requisiti per assicurare la sicurezza informatica e il sistema

di gestione dei dati. Le disposizioni, inoltre, prevedono che, nella

definizione dei presidi di sicurezza per l’accesso a sistemi e servizi

critici, tramite il canale internet, trovino applicazione le Raccomandazioni

della BCE in materia di sicurezza dei pagamenti in internet.

L’aggiornamento ha infine interessato anche la disciplina la materia della

continuità operativa (Capitolo 9), riorganizzando le disposizioni

attualmente contenute in diverse fonti.

Le nuove disposizioni sono entrate in vigore dalla pubblicazione con

effetto di pubblicità legale nel sito Internet della Banca d’Italia (2 luglio

2013).

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International Cooperative ("KPMG International"), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.

Le banche si conformano alle disposizioni contenute nel Capitolo 7 (Il

sistema dei controlli interni) entro il 1° luglio 2014 (data di efficacia), fatto

salvo quanto segue:

• con riferimento alle funzioni aziendali di controllo di secondo livello (risk

management e compliance), le banche si conformano entro il 1° luglio

2015 (data di efficacia) a quanto previsto in tema di ‘linee di riporto dei

responsabili di tali funzioni’ (cfr. Sezione III, par. 1, lett. b), seconda

linea, secondo periodo);

• con riferimento all’esternalizzazione di funzioni aziendali (Sezioni IV e

V), le banche adeguano i contratti di esternalizzazione in essere alla

data di entrata in vigore delle disposizioni alla prima scadenza

contrattuale e comunque entro tre anni dall’entrata in vigore (1° luglio

2016).

Le banche si conformano alle disposizioni contenute nel Capitolo 8 (Il

sistema informativo), incluse le raccomandazioni della BCE in materia di

sicurezza dei pagamenti in internet, entro il 1° febbraio 2015 (data di

efficacia).

Le banche adeguano i contratti di esternalizzazione del sistema

informativo (Sezione VI) in essere alla data di entrata in vigore delle

disposizioni alla prima scadenza contrattuale e comunque entro tre anni

dall’entrata in vigore (1° luglio 2016).

Le banche si conformano alle disposizioni contenute nel Capitolo 9 (La

continuità operativa) entro il 1° luglio 2014 (data di efficacia).

Entro il 31 dicembre 2013 i destinatari delle norme in esame inviano alla

Banca d’Italia una relazione recante un’autovalutazione della propria

situazione aziendale rispetto alle previsioni della nuova normativa (gap

analysis). La relazione indica altresì le misure da adottare e la relativa

scansione temporale per assicurare il pieno rispetto delle presenti

disposizioni. Entro la stessa data, le banche comunicano alla Banca

d'Italia i contratti di esternalizzazione in essere alla data di entrata in

vigore delle presenti disposizioni e la relativa durata.

E possibile scaricare il testo integrale dell’aggiornamento normativo qui

(ACo).

COSTITUZIONE DELLE SRL – VERSAMENTO DEI CONFERIMENTI IN DANARO -

NOTA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEL NOTARIATO

L'art. 9, comma 15 bis, del Dl 76/2013, convertito nella legge n. 98/2013,

ha abolito l'obbligo di versare "in banca" il 25% del capitale sociale

sottoscritto in denaro (se la società è pluripersonale) e l'intero capitale

sottoscritto (se la società è uni personale).

Il versamento per la costituzione di una srl, pertanto, a norma del citato

art. 9, deve essere effettuato ‘all'Organo Amministrativo, nominato

nell'atto costitutivo’ e il notaio farà menzione, in atto, dei mezzi di

pagamento.

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Queste le riflessioni operative proposte dal CNN in ordine

all’applicazione del sopracitato art. 9:

a) non può essere utilizzato l'assegno bancario, perché l’emissione

dell’assegno non dà certezza della copertura delle somme dovute e non

garantisce, pertanto, l’effettività dei conferimenti;

b) può essere utilizzato il denaro contante, ma solo per importi inferiori

a mille euro;

c) può essere utilizzato il bonifico bancario a favore di uno dei

nominandi amministratori.

La modalità preferibile risulta essere il rilascio di un assegno circolare

intestato al nominando amministratore della costituenda società.

Resta ferma la facoltà per i soci della costituenda srl di optare nell’atto

costitutivo per il versamento in banca, come accadeva in passato. A tal

riguardo si precisa, tuttavia, che, mancando una norma di legge di

supporto a tale adempimento, sarebbe necessario che, all’atto di

costituzione della società, i soci conferissero alla banca depositaria

mandato specifico a istituire un conto vincolato che potrà essere

movimentato solo da coloro che risulteranno essere amministratori della

società, post iscrizione nel R.I. (MI).

DIRITTO DEL LAVORO – LE NOVITÀ IN TEMA DI CONTRATTO A TERMINE,

DISTACCO DEI LAVORATORI, SOLIDARIETÀ NEGLI APPALTI, ASSOCIAZIONE IN

PARTECIPAZIONE

Decreto legge n.76/2013, entrato in vigore il 28 giugno 2013 e

convertito con modificazioni nella Legge n. 99/2013 entrata in vigore il

23 agosto 2013, introduce alcune interessanti modifiche alla disciplina

di istituti lavoristici. Le più importanti e degne di nota riguardano il

contratto a termine. Il primo contratto a tempo determinato può ora

essere prorogato, fermo restando che non deve superare i 12 mesi.

Tale novità riguarda anche i contratti stipulati prima dell’entrata in vigore

del D.L. n. 76/2013 e non ancora scaduti. Dietro sollecitazione di parte

imprenditoriale, vengono ripristinati gli intervalli temporali minimi, vigenti

prima della legge n. 92/2012, nella successione dei contratti a termine:

10 giorni (e non più 60), se il primo contratto ha durata fino a sei mesi,

20 giorni (e non più 90) se il primo contratto ha durata superiore ai sei

mesi.

In materia di distacco dei lavoratori, il d.l. n. 76/2013, limitatamente alle

imprese che hanno sottoscritto un contratto di rete d’impresa, reputa

automatico l’interesse della distaccante. Il legislatore fa cosi tesoro delle

osservazioni della giurisprudenza con riferimento al distacco nei gruppi

di impresa.

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La responsabilità solidale negli appalti viene estesa anche ai lavoratori

con contratto di lavoro autonomo impegnati nell’appalto. Con circolare n.

35/2013, il Ministero del Lavoro ha precisato che devono intendersi

come lavoratori autonomi i collaboratori coordinati e continuativi con o

senza progetto mentre nessuna esplicita menzione viene fatta ai titolari

di partita iva.

Il D.L. n.76/2013 interviene nuovamente sui contratti di associazione in

partecipazione con apporto lavorativo prevedendo una procedura di

stabilizzazione, tramite assunzioni a tempo indeterminato o di

apprendistato, da concordare in sede di contrattazione collettiva, anche

aziendale (MV).

MEDIAZIONE OBBLIGATORIA - REINTRODUZIONE - CONVERSIONE IN LEGGE,

CON MODIFICAZIONI, DEL DECRETO LEGGE 21 GIUGNO 2013 N. 69

(‘DECRETO DEL FARE’)

E’ stata pubblicata sul Supplemento Ordinario n. 63/L della Gazzetta

Ufficiale del 20 agosto 2013, Serie Generale n. 194, la Legge 9 agosto

2013, n. 98 di conversione del Decreto Legge 21 giugno 2013 n. 69

(‘Decreto del Fare’).

Tra le disposizioni convertite in legge del Decreto del Fare, per il rilancio

economico dell’Italia, di particolare importanza risultano essere le

modifiche apportate al D.Lgs 4 marzo 2010 n. 28 disciplinante la

mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e

commerciali.

Il Decreto del Fare, come convertito in legge, ha provveduto al ripristino

delle previsioni del D.lgs 4 marzo 2010 che erano state oggetto della

pronuncia di illegittimità costituzionale (Sentenza Corte Costituzionale n.

272/2012), reintroducendo la mediazione obbligatoria.

E’ stato in particolare introdotto all’art. 5 del D.Lgs 4 marzo 2010 n. 28 il

comma 1bis di contenuto sostanzialmente analogo al precedente

comma 1 del medesimo D.Lgs dichiarato incostituzionale per eccesso di

delega dalla menzionata pronuncia della Corte Costituzionale.

In forza del nuovo art. 5, comma 1 bis, del D.Lgs 4 marzo 2010 n. 28

colui che intende esercitare in giudizio un’azione relativa ad una

controversia nelle materie indicate dalla legge (tra le più rilevanti:

condominio, diritti reali, successioni ereditarie, locazioni, affitto di

azienda, risarcimento da responsabilità medica, contratti assicurativi,

bancari e finanziari) è tenuto, assistito dall’avvocato, ad esperire

preliminarmente il procedimento di mediazione. L’esperimento del

procedimento di mediazione è condizione di procedibilità della domanda

giudiziale.

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Diversamente da quanto contemplato dal comma 1 dell’art. 5 del D.Lgs

4 marzo 2010 n. 28 poi dichiarato incostituzionale, la previsione

recentemente introdotta statuisce l’obbligo per le parti di essere assistiti

da un avvocato; sono state inoltre escluse dal novero delle controversie

soggette alla mediazione obbligatorie le controversie relative al

risarcimento del danno dalla circolazione dei veicoli e dei natanti.

La legge di conversione del Decreto del Fare prevede che le nuove

norme si applichino decorsi trenta giorni dall’entrata in vigore della legge

medesima. Essendo la legge di conversione entrata in vigore il 21

agosto 2013, ne consegue che tutte le nuove disposizioni in materia di

mediazione avranno efficacia a partire dal 21 settembre 2013.

Il ripristino della mediazione obbligatoria avrà efficacia per i quattro anni

successivi al 21 settembre 2013. Si tratta di una sperimentazione che

sarà oggetto di monitoraggio dopo due anni dall’entrata in vigore da

parte Ministero della Giustizia che ne verificherà gli esiti. (ACo).

RESPONSABILITÀ DEGLI ENTI EX D.LGS. 231/2001 – TRA I NUOVI ‘REATI

PRESUPPOSTO’ ANCHE DELITTI IN MATERIA DI ‘PRIVACY’

Il 16 agosto 2013 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto

Legge 14 agosto 2013, n. 93, recante «Disposizioni urgenti in materia di

sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di

protezione civile e di commissariamento delle province».

Tale Decreto, tra l’altro, apporta alcune integrazioni al ‘catalogo’ dei reati

cd. presupposto della responsabilità amministrativa degli enti ai sensi

del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231. In particolare, l’art. 9 del

Decreto Legge modifica l’art. 24-bis, D.Lgs. 231/2001 («Delitti informatici

e trattamento illecito di dati»), estendendo la responsabilità degli enti alle

seguenti fattispecie delittuose, appunto inserite in tale articolo:

1. frode informatica commessa con sostituzione dell’identità digitale (art.

640-ter, comma 3 c.p., anch’esso introdotto dal citato Decreto Legge);

2. indebito utilizzo, falsificazione e ricettazione di carte di credito o di

pagamento, ovvero di qualsiasi altro documento analogo che abiliti al

prelievo di denaro contante o all'acquisto di beni o alla prestazione di

servizi (art. 55, comma 9, D.Lgs. 231/2007);

3. trattamento illecito di dati (art. 167, D.Lgs. 196/2003);

4. falsità nelle dichiarazioni e notificazioni al ‘Garante Privacy’ (art. 168,

D.Lgs. 196/2003);

5. inosservanza di provvedimenti del ‘Garante Privacy’ (art. 170, D.Lgs.

196/2003).

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Soprattutto tali ultime fattispecie in materia di privacy risultano di

particolare impatto per i destinatari del D.Lgs. 231/2001, in particolare –

come ha sottolineato anche la Corte di Cassazione (cfr. Rel. n.

III/01/2013 del 22 agosto 2013) – per effetto della «configurazione della

responsabilità da reato degli enti per l’illecito trattamento dei dati,

violazione potenzialmente in grado di interessare l’intera platea delle

società commerciali e delle associazioni private soggette alle

disposizioni del D.Lgs. 231/2001». Assumono quindi rilevanza ai sensi

del D.Lgs. 231/2001, a titolo esemplificativo, il trattamento dei dati

personali (ivi inclusi quelli sensibili e giudiziari), gestiti dalle società

nell’ambito delle loro attività, in violazione della disciplina di cui al D.Lgs.

196/2003; il trasferimento all’estero, fuori dai casi di legge, dei dati

personali; la falsa attestazione di notizie o circostanze, nonché la

produzione di atti o documenti falsi nel corso di un procedimento dinanzi

al Garante. Conseguentemente, le società che già hanno adottato

Modelli di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D.Lgs.

231/2001, nonché le società che intendono dotarsi di tali Modelli,

dovranno ora implementare, previa analisi del rischio di commissione dei

citati reati, protocolli di controllo idonei a prevenire e contrastare la

commissione degli stessi, al fine di evitare le sanzioni previste dal D.

Lgs. 231/2001. Sanzioni che, per i reati introdotti dal Decreto Legge,

consistono nella sanzione pecuniaria da 100 a 500 quote (per un

ammontare variabile da Euro 25.800 a Euro 774.500) e nelle sanzioni

interdittive dell’interdizione dall’esercizio dell’attività, della sospensione o

revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla

commissione del reato, del divieto di pubblicizzare beni o servizi.

Da ultimo, ricordiamo che, come è noto, un decreto legge perde efficacia

sin dall'inizio se il Parlamento non converte lo stesso in legge entro

sessanta giorni dalla data di pubblicazione; gli effetti prodotti dalla

normativa in oggetto, pertanto, potrebbero essere provvisori (AC).

RICORSO IN CASSAZIONE – AMMISSIBILITÀ ANCHE IN CASO DI ERRONEA

INDICAZIONE DEL MOTIVO DI IMPUGNAZIONE EX ART. 360, PRIMO COMMA,

C.P.C. - CASS., SEZ. UN., 24 LUGLIO 2013, N. 17931

Nel giudizio per cassazione il ricorso deve essere articolato in specifici

motivi immediatamente ed inequivocabilmente riconducibili ad una delle

cinque ragioni di impugnazione tassativamente previste dall’art. 360,

primo comma, c.p.c., senza che tuttavia sia necessaria l’adozione di

formule sacramentali o l’esatta indicazione numerica di una delle

predette ipotesi.

Questo è il principio di diritto espresso dalle Sezioni Unite nella sentenza

n. 17931 del 24 luglio 2013, che risolve un contrasto giurisprudenziale di

legittimità durato oltre un decennio e relativo agli effetti dell’impropria

intestazione, nel ricorso per cassazione, del denunciato vizio di

legittimità:

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l’orientamento più rigoroso e formalistico, infatti, riconosceva,

nell’impropria intestazione del vizio di legittimità, un ipotesi di

inammissibilità del ricorso, laddove l’orientamento opposto negava che

costituisse condizione di ammissibilità la corretta menzione dell’ipotesi

appropriata, tra quelle previste dall’art. 360, primo comma, c.p.c.,

purché nel contenuto del ricorso emergesse inequivocabilmente il vizio

denunciato.

Nel caso esaminato le Sezioni Unite, facendo riferimento ai principi

fondamentali dell’ordinamento processuale e, in particolare, al “giusto

processo”di cui all’art. 111 Cost. e al principio di effettività della tutela

giurisdizionale, hanno dunque optato per la soluzione meno formalistica

ed hanno indicato gli elementi che devono comunque essere presenti

nell’illustrazione della censura per poter ritenere ammissibile il ricorso.

Da un lato, infatti, il giudizio di cassazione è a critica vincolata e quindi

l’ammissibilità dell’impugnazione richiede che il ricorrente indichi con

precisione il vizio da denunciare, specificando a quale delle cinque

ipotesi previste dall’art. 360, primo comma, c.p.c. intende riferirsi.

Dall’altro lato, le Sezioni Unite hanno precisato che però l’erronea

indicazione di un numero non rappresenta, di per sé, un caso di

inammissibilità laddove la posizione del ricorrente sia chiaramente

illustrata nel corpo del ricorso (MP).

START – UP INNOVATIVE - RACCOLTA DI CAPITALI DI RISCHIO - TRAMITE

PORTALI ON-LINE - EQUITY CROWFUNDING - DELIBERA CONSOB N.

18592/2013

Lo scorso 27 luglio 2013 è entrato in vigore il Regolamento Consob in

materia di equity crowfunding che consentirà alle c.d. start up innovative

di raccogliere capitali di rischio per il tramite di apposite piattaforme on

line, svolgendo quindi un appello al pubblico risparmio rivolto ad un

elevato numero di destinatari che potranno effettuare investimenti anche

di modesta entità. In tal modo la Consob ha attuato la delega, contenuta

nel decreto crescita-bis (art. 30 d.l. 179/2012, conv. in l. 221/2012), che

aveva previsto la possibilità per società di capitali neo costituite, che

svolgono attività di sviluppo, produzione e commercializzazione di

prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico (le c.d. start up

innovative), di reperire capitali di rischio avvalendosi della rete internet.

L’attività di gestione dei portali on line sarà riservata alle banche ed alle

imprese di investimento autorizzate alla prestazione dei relativi servizi di

investimento, nonché ai soggetti iscritti in un apposito registro tenuto

dalla Consob, a condizione che questi ultimi trasmettano gli ordini

riguardanti la sottoscrizione e la compravendita di strumenti finanziari

rappresentativi di capitale esclusivamente a banche e ad imprese di

investimento.

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International Cooperative ("KPMG International"), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.

I gestori dovranno pubblicare specifici elementi informativi sulla gestione

del portale e sulla tipologia dell’investimento, assicurando che, alla

sezione del portale, in cui è possibile aderire alle offerte possano

accedervi solo gli investitori, diversi dagli investitori professionali, che

abbiano preso visione delle informazioni pubblicate sul potale e nella

sezione di investor education predisposta dalla Consob, risposto

positivamente ad un questionario sulla piena comprensione delle

caratteristiche dell’investimento e dichiarato di poter sostenere

economicamente l’eventuale intera perdita dell’investimento che

intendono effettuare.

Ai fini del perfezionamento dell'offerta sul portale, il gestore dovrà poi

verificare - tra le altre cose - che una quota almeno pari al 5% degli

strumenti finanziari offerti sia stata sottoscritta da investitori professionali

o da fondazioni bancarie o da incubatori di start-up innovative, ossia

società di capitali che offrono servizi per sostenere la nascita e lo

sviluppo di start-up innovative (MP).

USURA E INTERESSI DI MORA: CHIARIMENTI DELLA BANCA D'ITALIA

SULL'APPLICAZIONE DELLA LEGGE ANTIUSURA

Con Comunicazione del 3 luglio 2013, la Banca d'Italia ha fornito alcuni

chiarimenti in merito alla corretta applicazione della legge n. 108/1996

(c.d. legge antiusura) e ha affermato che anche gli interessi di mora

sono soggetti a tale normativa.

Si ricorda che la legge antiusura ha introdotto un limite ai tassi effettivi

sulle operazioni di finanziamento, oltre il quale gli stessi sono considerati

usurari. I tassi soglia sono determinati in virtù di automatismo stabilito

dalla legge, a partire dai tassi medi di mercato rilevati trimestralmente

dalla Banca d’Italia e pubblicati dal Ministero dell'Economia e delle

Finanze.

La Comunicazione della Banca d’Italia, quindi, oltre a confermare la

competenza dell'Autorità giudiziaria per verificare e valutare l'usurarietà

dei tassi applicati a singoli contratti, elenca i compiti in capo all'Autorità

bancaria, tra cui: i) emanare le istruzioni per la rilevazione dei tassi

effettivi globali medi (‘TEG’); ii) effettuare la rilevazione trimestrale; iii)

verificare la funzionalità delle procedure di calcolo del TEG e di

segnalazione trimestrale; iv) accertare che le tabelle con i tassi soglia

siano correttamente esposte e pienamente accessibili alla clientela; v)

esaminare gli esposti; e vi) segnalare all'Autorità giudiziaria gli aspetti di

potenziale rilevanza penale riscontrati nell'esercizio dell'attività di

vigilanza.

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Inoltre, Banca d’Italia distingue le due tipologie di crediti nella rilevazione

sui TEG (per il finanziamento a utilizzo flessibile, sono rilevati i TEG

praticati nel trimestre per tutti i conti in essere; mentre per i finanziamenti

con un piano di ammortamento predefinito, viene rilevato il TEG relativo

ai nuovi contratti stipulati nel trimestre) ed evidenzia che, essendo inclusi

il tasso normale e tutti gli oneri connessi all’erogazione del credito nella

rilevazione dei TEG medi, gli interessi di mora sono esclusi dal calcolo

del TEG. Tale esclusione viene motivata dall’Autorità bancaria sul

presupposto che gli interessi di mora “non sono dovuti dal momento

dell'erogazione del credito ma solo a seguito di un eventuale

inadempimento da parte del cliente" e che "l'esclusione evita di

considerare nella media operazioni con andamento anomalo".

Infine, la Comunicazione conferma che, attraverso le “Istruzioni per la

rilevazione dei tassi effettivi globali medi ai sensi della Legge sull’usura”

e i connessi chiarimenti pubblicati sul sito di Banca d’Italia, l’Autorità

fornisce agli intermediari i criteri tecnici da seguire per segnalare in

modo corretto e omogeneo i TEG applicati, utilizzati per l’individuazione

delle soglie trimestrali (NK).

Legal Newsletter

Numero 4/2013

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Legal Newsletter / Numero 4/2013

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Numero 4/2013