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1 Gianni Mazzucchelli L'eredità di Issachar Le 4 lune di Dagro Il disco celeste di Nebra Il calendario solare di Rothenfluh Tutti i diritti riservati Pietra e Storia 2009 CH - 6715 Dongio Prima edizione 2009 Pietra e Storia

"L'EREDITÀ DI ISSACHAR"

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Le 4 lune di Dagro, Il disco celeste di Nebra, Il calendario solare di Rothenfluh - Pubblicato da "Pietra e Storia"

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Gianni Mazzucchelli

L'eredità di Issachar

Le 4 lune di Dagro

Il disco celeste di Nebra

Il calendario solare di Rothenfluh

Tutti i diritti riservati Pietra e Storia 2009 CH - 6715 Dongio Prima edizione 2009

Pietra e Storia

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Prefazione Il calcolo del tempo fu sempre un confronto tra calendario solare e lunario. Gli antichi abitanti di Dagro congegnarono una lapide i cui segni, incisi visibilmente nella dura superficie dello gneis, servivano da cronometria astronomica per individuare la data pasquale e, straordinariamente, per riallineare il lunario al calendario solare. Gli abitanti della Villa di Dagro, (Valmalvaglia TI) possiedono così una testimonianza rupestre unica sul territorio svizzero. Nasce la considerazione che gli antichi abitanti della zona di Dagro vissero l'eredità di Issachar e dei suoi discendenti "...esperti conoscitori dei tempi opportuni in cui Israele doveva agire e del modo di farlo..." (1 Cronache 12:32-33). La lapide, sull'altipiano di Dagro, riporta l'osservatore ai tempi nei quali la lettura del cielo era di grande importanza per le opere degli umani. Le antiche scritture mesopotamiche, a caratteri cuneiformi, (Mul-Apin, la stella dell'Aratro1 ) e la Torah 2 raccontano come l'umanità apprese la scienza della divisione del tempo. In queste pagine ho raggruppato esempi di ingegnose creazioni, capaci di regolare la vita terrestre osservando i movimenti celesti.

Gianni Mazzucchelli, 2009

1 Le tavole assire di argilla, dette MUL.APIN, vengono datate nello spazio di tempo tra il 2300 e il

687 a.Chr.. Esse contengono le più antiche annotazioni astronomiche in caratteri cuneiformi. 2 La TORAH venne tramandata oralmente almeno dal 1000 a.Chr. ed esiste in versione scritta dal 70

d.Chr., anno nel quale venne distrutto il secondo Tempio di Gerusalemme.

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S o m m a r i o Pagina Prefazione 2 Le origini del tempo. Bibliografia antica. 4 I presunti movimenti celesti. 5 Le annotazioni di Dagro Cronometria celeste 6 L'arte di conoscere il tempo:

La Tribù di Issachar - I conoscitori dei tempi - I doveri della Luna. 7

I doveri della Luna: "Va'. Israele conterà su di te i giorni e gli anni". 8 L'eredità di Issachar: Luna e costellazioni.

Il lastrone di Dagro . 9 2000 anni fa: Lüna növa, tri dì a la pröva. 23 L'eredità di Issachar: Sole, Luna e stelle.

Il disco celeste di Nebra. 28 L'eredità di Issachar: Il Sole.

Il calendario solare di Rothenfluh. 38 Considerazioni Astrologia ?

Le Epatte: Sapienza o dimenticanza ? 42

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Le origini del tempo Bibliografia antica

Leggere il cielo La divisione del tempo fu da sempre una necessità umana. Individuare l'inizio e la fine delle stagioni, sapere quando sarà il momento della semina e del raccolto servì alla sopravvivenza umana. Sole, Luna, stelle e pianeti furono da sempre cronometrie di alta precisione. Gli attori e i parametri che costruirono e testimoniano la volontà di dividere e riconoscere il tempo, sono ben illustrati dalla tradizione orale e scritta di uno dei libri più antichi dell'umanità: la Torah. Il primo giorno Primo racconto della Creazione (Genesi 1, 1-5): In principio D.o creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di D.o aleggiava sulle acque. D.o disse:

"Sia la luce!". E la luce fu. D.o vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno.

Sole, Luna e stelle D.o disse:

«Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra».

E così avvenne: "D.o fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle. D.o le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E D.o vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno".

L'essere umano Più tardi, nel sesto giorno, D.o creò l'uomo Adamo e gli diede Eva come compagna. I figli dei loro figli contarono i giorni e le notti per conoscere la loro età, per sapere quando fosse il momento propizio per la semina e quello per il raccolto dei frutti della terra. Il primo mese Capitolo 12. del libro della Torah "Esodo":

-משה ואל-ויאמר יהוה אל א . בארץ מצרים לאמר, אהרן

1 E il Signore disse a Mosè e ad Aronne nella terra di Egitto:

ראש , החדש הזה לכם ב, ראשון הוא לכם :חדשים

. לחדשי השנה

2 "Questa Luna segnerà l'inizio del mese; questo mese sarà il primo mese dell'anno 3.

3 Il primo mese dell'anno religioso fu chiamato Abib (Esodo 13, 4) perché era quello in cui apparivano le spighe del grano. Dopo l'esilio in Babilonia lo chiamarono Nisan, come usavano i Babilonesi.

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Il mese di Abib (Nisan) "Osserverai la festa degli Azzimi; mangerai pani azzimi per sette giorni, come io ti ho comandato, nel tempo stabilito del mese di Abib, perché in quel mese tu sei uscito dall'Egitto" (Esodo 23,15). Il mese biblico di Abib cambiò il nome in Nisan, durante l'esilio del popolo ebraico nel regno di Babilonia (597 a.C.).

Il lunario Il mese lunare dei Babilonesi e degli Assiri, viene usato oggi ancora dagli Ebrei e dai Mussulmani ed è facile da interpretare. Il primo spicchio lunare, visibile a Ponente subito dopo il tramonto solare, segna l'inizio del mese (Rosh Chodesh). Il mese lunare ha la durata di 29,53 giorni. La Luna piena segna la metà della fase lunare, cioè il 14 - 15 del mese lunare. I mesi del lunario ebraico hanno la durata di 29 e di 30 giorni. Il lunario si compone di 12 lunazioni (anni comuni) e di 13 lunazioni, anni embolismici o intercalari che avevano la durata di 13 lunazioni per far coincidere il ciclo lunare con quello solare. I mesi del lunario ebraico:

- Nisan equivale a Febbraio-Marzo - Iyar Marzo-Aprile - Sivan Aprile-Maggio - Tammuz Maggio-Giugno - Av Giugno-Luglio - Elul Luglio-Agosto - Tishri Agosto-Settembre - Heshvan Settembre-Ottobre - Kislev Ottobre-Novembre - Tevet Novembre-Dicembre - Shevat Dicembre-Gennaio - Adar - (+ Adar II) Gennaio-Febbraio.

I presunti "movimenti" celesti

Anche se sappiamo che la Terra ruota su se stessa e attorno al Sole, ci illudiamo quotidianamente che l'astro solare e i pianeti si muovono attorno a noi. Il nostro satellite, la Luna, oltre a ruotare sul proprio asse, gira attorno alla Terra.

Le fasi lunari La Luna ci sorprende. Essa appare all'improvviso qui e là nel cielo notturno e diurno e ci confonde. I movimenti lunari sono dettati da due fattori: la circonvoluzione della Terra della durata di 27,5 giorni e l'apparizione del plenilunio ogni 29,53 giorni.

Luna nuova, nuova Luna Con "Luna nuova" definiamo la notte nella quale la Luna non appare nel cielo essendo essa in "congiunzione" con il Sole. La vera "Luna nuova" è in verità la falce lunare che appare subito dopo il tramonto solare, nel cielo di Ponente e che tramonta quasi due ore dopo. Le notti successive mostreranno una falce lunare sempre più visibile e che si sposta ogni notte di ca. 30 gradi o di ca. 2 ore, verso Levante.

La Luna piena Dopo circa 14,75 notti la Luna piena apparirà a Levante subito dopo il tramonto solare e percorrerà l'intero arco celeste, da Levante a Ponente. Un proverbio dice: "Quando la luna è tonda, essa spunta e il Sol tramonta."

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L'arte di conoscere e dividere il tempo

Alla Tribù di Issachar, figlio di Giacobbe, venne assegnato il compito di individuare, nel tempo, le date collegate al contenuto della Legge, della Torah.

< Emblema della Tribù di ISSACHAR: Sette stelle e la falce lunare. La scritta, in caratteri ebraici, va letta da sinistra a destra ed è composta dai segni: Iod - Shin - Shin - Chet - Resh. < Illustrazione tratta dal contratto nuziale (Ketubah) di Weinberger Hemo, Israele]. ISSACHAR Secondo la tradizione orale e scritta, la Tribù di Issachar aveva il compito di preparare e curare il calendario e, aiutata dai consiglieri d'Israele, aiutava la gente nella soluzione dei problemi.

Il nono dei dodici figli di Giacobbe, o il quinto con la prima moglie Leah. Issachar era fratello di Reuben, Giuda, Simeone, Levi e Zebulon, occupava con la sua tribù la pianura di Esdraelon, che si estendeva dal mare al fiume Giordano. L'emblema della tribù di Issachar reca l'immagine del Sole, delle stelle, della Luna, ma anche la figura di un asino con la soma, di un cammello e di un essere umano caricato di pesi. I membri della tribù di Issachar erano "...esperti conoscitori dei tempi opportuni in cui Israele doveva agire e del modo di farlo..." (1 Chron. 12:32-33).

La benedizione di Giacobbe, amministrata in Egitto e registrata nella Genesi 49,14-15, descrive Issachar come "un asino forte" che "divenne uno schiavo ai lavori forzati", forse indicando che la tribù di Issachar era soggetta al dominio dei cananei di quella regione. Il nome Issachar è ebraico e può essere scritto anche Yissachar, trascritto in lingua ebraica יששכר, vocalizzazione standard Yissaḫar, oppure vocalizzazione tiberiense Yiśśâḵār e significa: ricompensa.

Il compito della tribù dispersa di Issachar: Conoscere e dividere il tempo Issachar, figlio di Giacobbe, ebbe quattro figli che lo accompagnarono nella migrazione della famiglia di Giacobbe in Egitto. Dopo l'esodo la sua tribù si stabilì nella valle di Jezreel (Israele) e nei bassi monti ad est del monte Tabor.

It is true, the children of Issachar are celebrated for their skill in computing the times, 1 Chronicle 12:32; where the Targumist, "They were skilled in calculating the beginnings of the years, the calends of the months, and the intercalation both of years and months; sophists [skillful] in new moons, astrologers [conversant] about planets and stars," ecc.. John Lightfoot (1602-1675):

A Commentary on the New Testament from the Talmud and Hebraica. Traduzione: E' vero, i figli di Issachar erano conosciuti per l'arte di computare (calcolare) i tempi (Cronache 12:32). Essi sapevano calcolare l'inizio degli anni, dei mesi e di intercalare anni e mesi. Erano esperti nel riconoscere la Luna nuova e l'astrologia dei pianeti e delle stelle.

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I doveri della Luna Nel trattato Chullin del Talmud babilonese (60b) troviamo questo brano, attribuito a un maestro del III secolo:

R. Shim'on ben Pazzi evidenziava una contraddizione [fra due espressioni]. È scritto (Genesi 1,16): "E D.o fece due grandi luminari,” e subito dopo è scritto “il luminare grande … e il luminare piccolo”. La Luna disse al Santo, benedetto sia: “Sovrano dell'universo! È forse possibile che due re condividano un'unica corona?” Ed Egli rispose: “Vai e rimpiccolisciti!”. Disse [la Luna] davanti a Lui: “Sovrano dell'universo, io che ho suggerito la cosa giusta, devo rimpiccolirmi? “ Le rispose: “ Vai e governa sul giorno e sulla notte”. Gli disse: “Che valore ha? A che serve una lampada alla luce del giorno? “ Le disse; “Vai, Israele conterà su di te i giorni e gli anni”. “Ma non è possibile” disse la Luna” fare a meno del Sole per contare le stagioni, come è scritto, E saranno per segni, e per stagioni, e per giorni e per anni (Genesi 1,14)”. “Va'. Il giusto sarà nominato secondo il tuo attributo'“, e infatti troviamo Giacobbe il piccolo (Amos 7,2), Samuel il piccolo e David il piccolo (1 Sam 17,14). Vedendo che non poteva essere consolata, il Santo, benedetto sia, le disse: “Porta un sacrificio di espiazione per me, perché ti ho fatto rimpiccolire”. Questo è ciò che intendeva R. Shim'on ben Laqish quando dichiarava: “In che cosa si distingue il capro offerto per il capomese, quello di cui è scritto per il Signore (Numeri 28,15)? Disse il Santo, benedetto sia: 'Che questo capro sia un'espiazione per me, per aver fatto rimpiccolire la Luna'”.

Egli replicò: Va'. Israele conterà con te i giorni e gli anni ! 4.

He (G.d) replied: Go. Israel shall reckon by thee the days and the years!.

4 Trattato di Hullin (Chullin, 60 b), The Babylonian Talmud, Seder Kodashim (under the Editorship of Rabbi Dr. J. Epstein, 1983.

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La deportazione babilonese La storia dice che nell'anno 597 a.Chr. il popolo di Israele venne deportato nel regno di Babylonia. In questo periodo avvennero scambi culturali importantissimi per la storia dell'umanità e che vennero integrati nella vita di Israele. Le tavolette babilonesi Le annotazioni più antiche sui movimenti celesti furono raggruppate nell'opera babilonese "Mul-Apin" , la stella dell'Aratro. Le annotazioni, in caratteri cuneiformi, vennero incise su tavolette di argilla. L'interpretazione e la traduzione di queste annotazioni vennero eseguite negli ultimi decenni da numerosi studiosi di archeoastronomia. Le tribù disperse di Israele Dopo la seconda distruzione del Tempio di Gerusalemme da parte dei Romani, nell'anno 72 d.Chr., le Tribù di Israele si dispersero su tutto il territorio europeo e africano. Il sapere di queste Tribù si sparse e si sviluppò su una rete dalle enormi dimensioni. Nacquero le Diaspore ebraiche che mantennero fermamente le tradizioni sociali e religiose dettate dalla Legge Mosaica. Una di queste tradizioni fu quella di individuare la data di Pesach, la Pasqua ebraica che ricorda la liberazione dalla schiavitù nella terra d'Egitto. Le annotazioni di Dagro La simbologia rappresentata sul "lastrone di Dagro" testimonia che, anche sul territorio del Canton Ticino, i nostri avi studiarono il cielo diurno e notturno per individuare con precisione la data della festività ebraica di Pesach, festività celebrata anche dal Cristianesimo nello stesso periodo. Mentre la festività di Pesach ricorda al popolo ebraico la liberazione dalla schiavitù subita nelle terre di Egitto, il Cristianesimo celebra la Risurrezione del Messia ebraico, Gesù Cristo. La sensazione di Dagro La "lettura" dei simboli rappresentati sul lastrone di Dagro implica la conoscenza del lunario ebraico e del calendario solare. La simbologia permette di identificare oggi ancora la data della festività ebraica di Pesach e, di conseguenza, la data della festività della Pasqua cristiana. Calendari atomici Il calcolo dei 4 pleniluni in seguito al solstizio invernale del 21 dicembre è attuabile anche ai nostri tempi, anche se diversi fenomeni astronomici hanno "complicato" le cose. Anche il calendario solare e il lunario non dipendono più, per la semplice umanità, dal controllo visivo delle stelle e dei pianeti. Orologi elettronici e atomici redigono per noi la divisione del tempo con una precisione pressocché assoluta. Calendario di sasso A Dagro, però, basterebbe il "lastrone" per osservare e stabilire la festività di Pesach e della Pasqua.

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L'eredità di Issachar: Luna e costellazioni

Il lastrone di Dagro Prezioso masso calendarico

CH - 6715 Dongio Seconda edizione, 2009

Pietra e Storia

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Il lastrone di Dagro: frammento celeste

Malvaglia / Dagro Sulla strada verso il passo del Lucomagno, pochi chilometri a Nord di Biasca, troviamo il villaggio di Malvaglia, all'imbocco dell'omonima Val Malvaglia. Fino nella metà del XX secolo la Valle Malvaglia era suddivisa in cinque 'ville' (villaggi) abitate durante tutto l'anno e poste tra 1'000 e 1'400 metri di altitudine: Madra e Dandrio lungo il versante destro; Anzano, Chiavasco e Dagro lungo il versante sinistro. Il toponimo indica la presenza di franamenti e canaloni rocciosi, le "draghe" (dragare un fiume: scavarne il letto, per renderlo più profondo). La 'villa' di Dagro vanta edifici lignei risalenti al XIII secolo (La Regione Ticino, 2 agosto 2008) secolo. La cosiddetta "piramide mozza" è un particolare interessante del territorio e offre una bellissima vista sulla Valle di Blenio. La moderna filovia Malvaglia - Monte Dagro, in servizio tutto l'anno, porta il visitatore in pochi minuti da 430 m.s.m. a 1413 m.s.m.. Questo nuovo mezzo di collegamento, rapido e rispettoso dell’ambiente, consente così di godere di un privilegiato punto di partenza per numerose escursioni che il ricco paesaggio e la geografia ci suggeriscono. Il lastrone Il lastrone di Dagro, spezzato in due parti, giaceva nelle immediate vicinanze della piramide mozza di Dagro, detto Kastel (Kastel: la sua forma ripete quella del supporto piramidale per l'asse della ruota del mulino). Lo scopritore, Signor Sandro Scossa Baggi, proprietario del terreno, sostiene che i due frammenti giacevano in posizione verticale ad un metro di profondità. Le due parti, dopo avventurose vicende, vennero "sistemate" a lato di un sentiero nella villa di Dagro, ma in posizione diversa a quella di ritrovamento. Le prime "perizie" degli "archeologi"locali definirono il reperto e le incisioni quali "opere moderne", eseguite da "turisti di passaggio o da pastorelli", mentre oggi si considerano almeno "medievali" (La Regione Ticino, 2 agosto 2008). Il solco di incisione sulla superficie del lastrone lascia supporre che esso venne eseguito con mezzi primitivi. Il fondo del solco stesso presenta ossidazioni dovute alla polverizzazione dei componenti dello gneis. L'assenza di tracce di abrasione sulla superficie non lavorata è dovuta probabilmente al fatto che il lastrone rimase in posizione verticale e non fu soggetto, dopo la posa avvenuta in tempi oscuri, a movimenti di franamento, lavaggio e calpestìo.

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Il lastrone di Dagro: Antica cronometria astronomica

Quando appaiono le costellazioni celesti ? Sul lastrone di Dagro sono raffigurati i simboli astrologici e astronomici visibili nel cielo di mezzanotte del mese solare di marzo. Periodo nel quale avviene l’equinozio di primavera (21 marzo).

Il cielo di mezzanotte del periodo tra febbraio e marzo a Dagro I simboli rappresentati sul lastrone, da sinistra a destra: Bilancia, Corvo, Serpente, Leone, Toro-Pleiadi, Cancro e Orione (il cacciatore celeste) parlano una lingua chiara. Siamo di fronte a un'illustrazione astronomica/astrologica che trova riscontro anche nell'osservazione moderna del cielo notturno. Ai segni tipici dello Zodiaco (Bilancia, Leone, Cancro e Toro) si aggiungono costellazioni già elencate anticamente (Corvo, Hydra e Orione). Le "croci" Le cosiddette “croci” scolpite sul lastrone di Dagro non sono, come erroneamente citato in precedenza da paludate eminenze, né “croci lobate” né tantomeno “pomate”. Si tratta di “lobi sovrapposti” che riproducono movimenti astrali, come il passaggio orizzontale della Luna in relazione all'elevazione dell'arco solare o al movimento di pianeti. Il loro significato è ancora da scoprire. Le "croci semplici" sono invece "marche" che indicano all'osservatore la posizione dei 4 pleniluni che precedono la data della festività di Pesach. A chi servì e a che cosa serve il “lastrone di Dagro”? L'identificazione delle date religiose e civili fu da sempre collegata agli avvenimenti celesti. Il lastrone di Dagro permette, oggi ancora, l'osservazione dei 4 pleniluni, antecedenti il solstizio invernale, e le costellazioni ad essi collegate. L'osservazione implica la conoscenza dei calendari solare e lunare. La formula di Dagro Il lastrone di Dagro illustra "i quattro pleniluni tra il solstizio invernale e Pesach (Pasqua)" e permette oggi ancora di orientarsi nel tempo di primavera.

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Cancro

Le congiunzioni dello Zodiaco con la Luna piena, dopo il solstizio invernale del 21 dicembre: 1. plenilunio: Luna nella costellazione del Cancro.

Cancro Leone Vergine e Corvo

3. plenilunio: Luna nella costellazione della Vergine e del Corvo.. Data di Purim (14-15 Adar).

Cancro

Leone Pleiadi

Vergine Toro Corvo e Coppa Bilancia Hydra (serpente) Orione

4. plenilunio: Luna nella costellazione della Bilancia. A mezzanotte del cielo notturno della quarta Luna appariranno le costellazioni qui indicate. Data di Pesach (14-15 Nisan).

Leone

Cancro

2. plenilunio: Luna nella costellazione del Leone.

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Conclusioni Le raffigurazioni presenti sul lastrone di Dagro mostrano l’insieme delle costellazioni celesti visibili nel periodo tra dicembre e aprile. Periodo nel quale avvengono molti fenomeni astronomici collegati a diversi momenti religiosi e civili: Solstizio invernale (21 dicembre), festività ebraica di Purim (14-15 Adar), festività di Pesach (14-15 Nisan) e la festività cristiana della Pasqua che viene celebrata alla domenica seguente il primo plenilunio dopo l'equinozio primaverile del 21 marzo.

Bibliografia antichissima Alla fine del libro di Ester si trova l’introduzione della festa ebraica di Purim in cui l’intero popolo ricorda la salvezza dall’insidia e dalla persecuzione da parte dei suoi nemici: Ester 9,21-23: "Egli ha stabilito che ogni anno celebrassero il quattordici ed il quindici del mese di Adar come giorni di festa. Questi sono i giorni in cui gli ebrei ebbero tregua dagli attacchi dei nemici e il mese in cui il loro dolore era mutato in gioia, il loro lutto in festa, e perché facessero di questi giorni di banchetto e di gioia, nei quali si mandassero regali scambievolmente e si facessero doni ai poveri". Dagro: Luogo di Barlotto Dai protocolli dell’inquisizione del 1627 si rileva che Dominica Poma di Anzano (Val Malvaglia) viene imputata di aver partecipato al „Barlot“ o danza delle streghe a Dagro. L’etimologia della voce „Barlot“ porta all’antico francese „…birlonjer, bar- ,ber-, bêrlonjî, birlanjer, birlocheu, berlondjî und ballotter : " (se) balancer…" e riflette i movimenti ondulatori e circolari eseguiti dai danzatori [ital. prillare, oscillare, dondolare] dello Shabbat ebraico. Danze, canti e riti della sempre più esigua popolazione ebraica delle nostre valli che cercano luoghi nascosti all’occhio e all’orecchio dell’inquisizione. Le stelle blu, le Pleiadi

I marinai derivavano, dall'apparizione delle stelle dal bel colore blu e dal loro tramonto, il tempo propizio per solcare i mari. Il greco peleiades significa "stormo di colombe" perché prima di divenire stelle, Giove le trasformò in uccelli per sfuggire al cacciatore Orione. I nostri contadini le chiamavano Gallinelle, ma anche Chioccia, Covata o Nido, non diversamente dai francesi che le soprannominavano Gallina (Alcione) con i pulcini e dagli arabi che la

identificavano con una gallina celeste con i suoi piccini. Oltralpe venivano considerate “grappolo d'uva”.

Corvo e Coppa Costellazioni note sin dal tempo di Eudosso di Cnido (408-355 a.C.) che fu il primo a elaborare matematicamente un sistema di sfere celesti. Costellazioni collegate al mito di Apollo. La leggenda racconta che questi aveva inviato un corvo, uccello dal candido piumaggio, a prendere dell’acqua con una coppa o vaso (chiamato anche Crater); avendo fame, però, il volatile si era attardato su un albero di fichi e dopo aver fatto ritorno alla divinità che l’aspettava impazientemente inventò la scusa di essere stato trattenuto da un grosso serpente marino; Apollo lo punì per la menzogna tingendo di nero il suo piumaggio per sempre, ma lo portò egualmente in cielo assieme alla coppa e al serpente che, com'è facile intuire, è rappresentato dall'Hydra. Secondo la leggenda il corvo cerca da sempre di raggiungere l'acqua contenuta nella coppa.

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Allegoria rappresentante le costellazioni del Corvo, Coppa e Serpente.

La coppia Corvo-Serpente è la chiave per l’identificazione astronomica dei simboli rappresentati sul lastrone di Dagro.

La costellazione della Vergine La costellazione della Vergine, la Dea della fertilità. La stella più lucente (*) reca il nome Spica (spiga di grano) Orione, Toro, Pleiadi Le tre stelle della cintura di Orione permettono di individuare facilmente la costellazione del “cacciatore celeste” nel cielo notturno. Le stelle alla sua destra compongono l’arco del cacciatore che vorrebbe scoccare la freccia verso le Pleiadi (le gallinelle) che seguono la costellazione del Toro, accovacciate nella sua criniera.

Particolare del lastrone di Dagro: Toro, Pleiadi e Orione.

Vergine < (*)

Particolari del lastrone di Dagro

Toro

Cancro

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Da Dagro a Babilonia I lastroni di Dagro recano gli stessi simboli presenti sulle tavole astronomiche dell'era babilonese (tavole del re Seleukus, 311 a.C.). 1. tavoletta: A sinistra il gruppo delle Pleiadi, con le sette stelle Beta Alcyone, Electra, Taygeta, Maia, Merope, Atlas, Pleione, la “Luna nuova” nella terza notte si appresta alla congiunzione con le Pleiadi. Il gruppo delle Pleiadi fa parte della costellazione del Toro (a destra). Le scritte sono eseguite con caratteri cuneiformi, usati fino nel 75 d.C. 2. tavoletta: A sinistra l'aquila che fissa la coda del dragone-serpente. Le Pleiadi e la costellazione della Vergine, dea della fertilità. Nella mano destra la spiga di grano che venne immortalata nella lucente stella Spica. 3. tavoletta: Il “drago-serpente”, l’Hydra e il Leone.

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Le „case dei pagani“, osservatori della Valle di Blenio

Le famose costruzioni abbarbicate sulle pareti scoscese della Valle possono essere ritenute senza dubbio „posti di guardia“, ma anche punti di comunicazione di segnali luminosi.

< Lo schizzo dell’architetto Enrico Hartsuyker-Curiel, Locarno, 2000, mostra il possibile collegamento visivo tra le „case dei pagani“ della Valle di Blenio, chiamata anche „Valle del sole“ e „Valle dei fuochi“. “Va’! Israele conterà per mezzo tuo i giorni e gli anni 1”.

“Nella tradizione giudaica la Luna riveste un importante significato liturgico e astronomico, in quanto il principio del mese viene fissato al novilunio. L’apparizione in cielo della Luna nuova è quindi un fenomeno osservato con particolare attenzione e il riconoscimento della neomenia 2 è minuziosamente regolato dal diritto ebraico.

Già nel secondo secolo e.v., il trattato misnico Ro’s ha-sanah stabilì i criteri per esaminare i testimoni che avevano veduto la nuova Luna e per la proclamazione dell’inizio del mese, riportando anche l’antico costume di annunciare l’evento

agli ebrei della diaspora attraverso una catena di fuochi accesi sulle colline, tanto che tutte le terre dell’esilio parevano “rischiarate come da un unico falò” 3. Il Kastel o la piramide mozza di Dagro: Luogo di segnalazioni? La nostra fantasia permette di individuare nel "Kastel" o nella piramide mozza di Dagro un punto che avrebbe ben potuto servire alla propagazione di segnali luminosi per annunciare alla regione le importanti date religiose. Un po' di toponomastica Aggiungo che la Valle di Blenio reca il bel soprannome di "Valle delle luci". Il secondo soprannome "Valle del Sole" permette l'associazione con la divinità solare "celtica" Belenus o "slovenica" Belino. Anche se altri presumono che la voce "Blenio" sia derivata dalla presenza di felci, dette in dialetto bleniese "bregn", definizione che non combacia però con l'idronimo Breno, il fiume della Valle di Blenio.

1 dal "Trattato di Chullin" 60b (Talmud di Babilonia). 2 Neomenia: Dal greco "neo" e "men", nuovo e mese. Avvistamento e definizione della Luna nuova. 3 Giulio Busi: Simboli del pensiero ebraico, Ed. Einaudi.

Olivone Torre Marolta Dongio CorzonesoStabbio Motto Navone Dagro Semione Malvaglia Biasca

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Simbolo indicante il passaggio della luna piena dall'orizzonte orientale a quello occidentale. Astronomia basilare: La Luna piena appare solo in opposizione al sole. Dopo il tramonto solare il disco lunare attraverserà l'arco celeste notturno, da Levante a Ponente. L'abbinamento "costellazioni + Luna" permette di "leggere" date molto precise nel cielo notturno. Questo tipo di croce dà la posizione della Luna piena al momento della sua apparizione all'inizio dell'arco a Levante.

1. plenilunio di Tevet o di Shevat, in seguito al solstizio invernale del 21 dicembre: La luna sorgerà a Levante tra le costellazioni del Cancro e del Leone e tramonterà con esse a Ponente. 2. plenilunio di Shevat o di Adar: La Luna sorgerà a Levante tra la costellazione della Vergine e del Corvo e tramonterà con le stesse a Ponente. 3. plenilunio di Adar I o di Adar II: La Luna sorgerà a Levante tra le costellazioni del Serpente marino (Hydra) e la Bilancia e tramonterà insieme ad esse a Ponente. 14 - 14 Adar: Festività di Purim. 4. plenilunio di Nisan: La Luna sorgerà a Levante nella costellazione della Bilancia e tramonterà insieme ad essa a Ponente. Questo plenilunio (14 - 15 Nisan) segna la data precisa della Pasqua ebraica (Pesach) e alla domenica successiva sarà Pasqua Cristiana.

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Orsa maggiore Grosser Bär Stella Polare

Polarstern Bilancia Toro Pleiadi Waage Stier Orione

Bilancia Pleiadi Corvo Serpente Leone Cancro Toro Orione

Corvo e Serpente (Hydra o serpente marino) non fanno più parte dello Zodiaco moderno. Le due costellazioni vengono però descritte fin dall'antichità. Le Pleiadi (M45) fanno parte della costellazione del Toro e vennero considerate da sempre importanti segni celesti. Il cosidetto "omino" è Orione, il cacciatore celeste che insegue le Pleiadi o "gallinelle". Le "croci" sono "marche" per individuare la posizione precisa della Luna piena nell'ordine delle costellazioni nel cielo notturno.

Eclittica solare

Vergine

Tevet Shevat

Adar

Nisan 14 Nisan Pesach

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Come individuare il solstizio invernale del 21 dicembre

Elevazione massima (mezzogiorno). Ore 12.36 - 21.3 gradi sull'orizzonte Solstizio invernale (il giorno più corto dell'anno)

Alba del 21 dicembre: Tramonto del 21 dicembre: Ore 8.14 - Azimut 123 °. Ore 16.58 - Azimut 236 °.

L'arco tracciato dal sole è il più basso e il più corto dell'anno solare.

Calendario solare

Il giorno più corto dell'anno: 21 dicembre Sopra: Alba solare del 21 dicembre dell'anno 1000. Sotto: Tramonto solare del 21 dicembre dell'anno 1000.

Giorno solare: 8 ore e 44 minuti

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I quattro pleniluni che portano alla data di Pesach (Pasqua), visti da Dagro nell'anno lunare ebraico 4761 e nell'anno solare 1001

Lüna növa, tri dì a la pröva

Orizzonte

Luna piena nel Cancro. Il plenilunio di Tevet 4760 non ha luogo prima del solstizio invernale (21 dic. 1000), così il 1. plenilunio avverrà al 14 di Shevat 4761 (12 gennaio 1001).

Luna piena nel Leone. 2. plenilunio: 14 Adar I dell'anno lunare 4761 (11 febbraio 1001).

3. plenilunio. Luna piena nelle vicinanze del Corvo. 14 Adar II dell'anno lunare 4761: PURIM (13 marzo 1001).

4. plenilunio nella Bilancia. 14-15 Nisan 4761: PESACH (11.12 aprile 1001).

CancroLuna piena

Leone

Corvo

Vergine

Bilancia

Vedi le tre lune nuove di ADAR I (pagina seguente) >>>

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Luna nuova, tre giorni alla prova

La falce lunare della luna nuova (Rosh Codesh) del mese lunare di Adar II del 4761 (a.D. 1001), conferma la sincronizzazione del lunario con il calendario solare. Nella terza notte la face lunare raggiunge e sorpassa (congiunzione) il gruppo delle Pleiadi (M45). Il prossimo lunario 4762 avrà 12 pleniluni.

Pleiadi

Orizzonte

Il Sole è tramontato e illumina parzialmente la Luna. La visibilità è ca. del 2%: "Luna nuova"

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Nisan Adar Iyar Shevat Sivan Le 12 Lune di Israele Tevet e le 4 di Dagro Tammuz Kislev Av Heshvan Elul Tishri

- Nisan equivale a Febbraio-Marzo - Iyar Marzo-Aprile - Sivan Aprile-Maggio - Tammuz Maggio-Giugno - Av Giugno-Luglio - Elul Luglio-Agosto - Tishri Agosto-Settembre - Heshvan Settembre-Ottobre - Kislev Ottobre-Novembre - Tevet Novembre-Dicembre - Shevat Dicembre-Gennaio - Adar - (+ Adar II) Gennaio-Febbraio.

Nisan Adar Shevat Tevet Nisan Adar II Adar I Shevat

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Lüna növa, tri dì a la pröva Luna nuova, tre giorni in prova

Il detto popolare sopraccitato comprova come l'osservazione del cielo notturno, e in particolare dei movimenti lunari e stellari, orientarono l'umanità sul "trascorrere" del tempo. Questo detto popolare serviva a taluni per predirre il tempo meteorico, per altri l'andamento dei fatti che accompagnano la vita campestre e animale. In verità ci troviamo dinnanzi a un detto che riflette conoscenze astronomiche antiche abbinate allo svolgimento della vita religiosa e rurale. Questo detto è oggi ancora comprovabile, anche se il movimento di precessione del nostro pianeta Terra, sposta le date ad esso abbinate, di almeno 2000 anni.

La prima falce della Luna nuova contrassegna l’inizio di ogni mese del calendario lunare ebraico. Se la congiunzione della falce lunare con il gruppo delle sette stelle delle Pleiadi (M45) avveniva nella terza notte del mese di Adar, la festa di Purim cadeva nel mese di Adar, altrimenti nel mese di Adar II, di conseguenza la festa di Pesach (Pasqua) cadeva e cade sempre al 14 - 15 di Nisan.

Figura tratta dal “Buch der Bräuche” (Minhagim) Amsterdam 1723.

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2000 anni fa: “Lüna növa, tri dì a la pröva” Luna nuova, tre giorni in prova

Le 12 lunazioni del calendario lunare definiscono la durata di un anno di 354 giorni. Già dal primo anno lunare vanno persi 11 giorni (365 – 354 = 11). E’ chiaro che nel secondo anno i giorni mancanti saranno 22. Per correggere questa differenza si aggiungono, nel lasso di tempo di 19 anni lunari, 7 mesi supplementari di 30 giorni (Adar II, mesop. Addaru II). La correzione permette così di sincronizzare i calendari e di celebrare la festività ebraica di Pesach sempre al 14-15 del mese lunare di Nisan, data del plenilunio di Nisan. La correzione avveniva o no dopo la costatazione che la prima falce della Luna nuova del mese lunare di Adar entrava in “congiunzione”, nella terza notte, con il gruppo delle Pleiadi (M45).

Il movimento di precessione della Terra ha cambiato il calcolo L'asse terrestre compie, nel giro di circa 26'000 anni, una rotazione di 360 gradi. La stessa data si sposta così di 26'000 : 12 = 2130 anni. Risulta che la costellazione osservata al 31 dicembre dell'anno 0 non si trova più allo stesso punto nella volta celeste di oggi, ma spostata di quasi un costellazione zoodiacale (ca. 30°). La precessione maturata in 2100 anni ha comportato la rotazione dell'asse terrestre di 30° alla sua destra: al solstizio d'estate, mentre 2100 anni fa il sole si trovava a transitare nella costellazione del Cancro, oggi, a causa della precessione, lo stesso transita in quella dei Gemelli. Lüna növa, tri dì a la pröva Il detto piemontese e ticinese "Lüna növa, tri dì a la pröva" e quello siciliano per il mese di febbraio: "Frivaru, Luna nova tri gghiorna ‘mprova !" (Luna nuova, tre giorni in prova), si riferisce al fenomeno celeste studiato in altri tempi, quando cioé la congiunzione Luna nuova e Pleiadi avveniva nei primi tre giorni del mese lunare di Adar. Questa osservazione permetteva di fissare le date delle festività di Purim e di Pesach al 14-15 di Adar (o di Adar II) e di Nisan. Sincronizzazione dell’anno lunare con il ciclo solare Il ciclo di 19 anni solari si compone di 12 anni lunari “normali” (12 lunazioni) e di 7 anni della durata di 13 mesi lunari. La breve durata di tempo per l'osservazione della "nuova Luna" di Shevat rese sempre molto difficile la definizione delle date di Rosh Chodesh (inizio del mese lunare). Il ciclo di Metone semplificò il calcolo L’osservazione delle fasi lunari necessarie alla definizione dell’inizio del mese ebraico (Rosh Chodesh) per decretare l’aggiunta o no del mese supplementare di Adar II, vennero semplificate da un “ritmo” prescritto che permise l’inserzione del 13.mo mese nel calendario lunare senza complicate osservazioni astronomiche. Questa regola (ciclo di Metone) eliminò gli errori derivati dalla visibilità o meno della prima falce lunare. Anni della durata di 12 mesi lunari: 1, 2, 4, 5, 7, 9, 10, 12, 13, 15, 16, 18. Anni della durata di 13 mesi lunari: 3, 6, 8, 11, 14, 17, 19.

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Sole e Luna I termini ebraici Shemesh e Yareha significano Sole e Luna. Le antichissime voci danno forma alla Menorah, il candelabro a sette bracci, portatore di luce e simbolo importante di Israele. La Luna, nella tradizione ebraica, possiede un’anima maschile “yareha” 1 e una femminile “levanah”. La lingua tedesca dà alla Luna l’articolo maschile “der Mond”, “la Luna” per l’italiano è di genere femminile.

La Luna e i suoi doveri Nel trattato Chullin del Talmud Babilonese (60b) 2 troviamo questo brano, attribuito a un maestro del III secolo: Rabbi Shim'on ben Pazzi 3 evidenziava una contraddizione fra due espressioni. È scritto (Genesi 1,16): "E D.o fece due grandi luminari”, e subito dopo è scritto “il luminare grande … e il luminare piccolo”. La Luna disse: “Sovrano dell'universo! È forse possibile che due re condividano un'unica corona?”, ed Egli rispose: “Vai e rimpiccolisciti!”. Disse [la Luna] davanti a Lui: “Sovrano dell'universo, io che ho suggerito la cosa giusta, devo rimpiccolirmi? “. Le rispose: “Vai e governa sul giorno e sulla notte”. Gli disse: “Che valore ha? A che serve una lampada alla luce del giorno? “ Le disse:

“Va', Israele conterà su di te i giorni e gli anni !”.

1 L’anno in lingua aramaica “sihara”; in lingua tedesca “Jahr” e in lingua inglese “Year”. 2 Il Talmud (דומלת) (che significa insegnamento, studio, discussione dalla radice ebraica LMD) è uno

dei testi sacri dell'Ebraismo: diversamente dalla Torah, il Talmud è riconosciuto solo dall'Ebraismo, che lo considera come la Torah orale, rivelata sul Sinai a Mosè e trasmessa a voce, di generazione in generazione, fino alla conquista romana. Il Talmud fu fissato per iscritto solo quando, con la distruzione del Secondo Tempio, gli ebrei temettero che le basi religiose di Israele potessero sparire. Il Talmud consiste in una raccolta di discussioni avvenute tra i sapienti (hakhamim) e i maestri (rabbanim) circa i significati e le applicazioni dei passi della Torah scritta.

3 Shimon ben Pazzi: Rabbi Simeon (in Palästina mit gräzisiertem Namen: Simon, in Babylonien Simeon ben Pazzi genannt), war ein bekannter Amoräer der 3. Generation (ca. 290-320).

< Shemesh: Sole < Yareha: Luna

Caratteri cuneiformi mesopotamici: Sole

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I quattro pleniluni di Dagro, dal solstizio invernale alla festività di Pesach

2000 anni fa: La "Luna nuova" di Adar e la congiunzione

"Luna nuova" le Pleiadi tra la terza e la quarta notte di Adar

EST OVEST Il solstizio invernale, il giorno con il minor numero di ore di luce dell'anno solare, ha luogo tra il 21 e il 22 del mese solare di dicembre. L'arco solare traccia la traiettoria più bassa dell'anno. La culminazione dell'arco solare di mezzogiorno raggiungerà all'orizzonte soli 21,3 gradi. L'alba vedrà il Sole sorgere al punto azimutale di 123 gradi e tramontare a 236 gradi. La data del solstizio invernale è collegata a riti religiosi o folcloristici su tutto il territorio europeo. La festività cristiana del Natale ne è un esempio, ma anche la festività ebraica di Chanuchah ricorda un evento collegato alla luce. Dopo la data solare del 21 dicembre, gli Ebrei contano le fasi lunari incominciando dal primo plenilunio del mese lunare di Tevet per definire il momento preciso della festività di Pesach. Il plenilunio di Tevet Se il plenilunio avveniva prima del solstizio invernale, il plenilunio di Tevet non veniva immesso nel conteggio delle 4 Lune piene che precedevano la festività di Pesach. Si calcolava così il plenilunio del mese successivo: Shevat. La Luna nuova di Adar All'apparire della prima falce lunare di Adar si osservava se nella terza notte la falce lunare si congiungeva con la costellazione delle Pleiadi (M45). Se ciò non avveniva, il mese diventava Adar I, al quale seguiva Adar II.

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2000 anni fa: L'osservazione dell'apparizione della Luna nuova di Tevet o di Shevat: 12 oppure 13 mesi lunari? La Luna, in congiunzione con il sole, è invisibile. Questa fase viene erroneamente definita: Luna nuova.

La vera Luna nuova di Tevet, o di Shevat, appare dopo il tramonto solare allorché Luna e Sole si distanziano. Prima notte. Inizio della fase lunare.

Nella seconda notte la "Luna nuova" ha una visibilità maggiore e appare spostata di ca. 30 Gradi verso Levante rispetto alla notte precedente.

Se nella terza notte la falce lunare avrà raggiunto o oltrepassato le Pleiadi (M45), l'anno lunare avrà la durata di 12 mesi e terminerà con il mese di Adar, altrimenti si aggiungerà al lunario un mese di 30 giorni (Adar II).

Ca. 14.75 giorni dopo l'apparizione della Luna nuova, la Luna piena sorgerà a Levante, subito dopo il tramonto solare e attraverserà tutto il cielo notturno fino a Ponente. Alla quarta Luna piena (14 - 15 Nisan), sarà Pesach (Pasqua ebraica).

Levante Ponente

Pleiadi (M45)

Proverbio: "Quando la luna è tonda, essa spunta e il Sol tramonta."

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Gianni Mazzucchelli

Con la prefazione del Prof. Wolfhard Schlosser della Facoltà di Astronomia dell’Università di Bochum (D).

L'eredità di Issachar: Sole, Luna e stelle

Il disco di Nebra e il ciclo di Metone

Quattro possibili considerazioni:

- Gli allineamenti equinoziali e solstiziali - La congiunzione Luna-Pleiadi e il ciclo di Metone - L’orientamento con la Via Lattea - Il cielo stellato della primavera babilonese

CH - 6715 Dongio Prima edizione, 2006

Pietra e Storia

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Prefazione

Per interpretare la simbologia raffigurata sul disco bronzeo di Nebra non occorrono ordinatori elettronici capaci di ricostruire il cielo di 3’600 anni fa. Basterebbe chiedere a chi usa oggi ancora il calendario lunare, detto anche “lunario”: agli Ebrei.

Gianni Mazzucchelli, gennaio 2006 Ringrazio il Prof. W. Schlosser per le preziose precisazioni per tutto ciò che riguarda i dati astronomici e per il seguente consiglio riguardante la domanda: "Chi inventò il calcolo astronomico?": „Parallelen zu den antiken Kulturen sind wichtig, sie sollten aber den Blick auf unabhängige Entwicklungen nicht versperren. Das älteste Rad der Menschheit stammt schliesslich auch aus der Schweiz (Grabung Zürich Pressehaus). Inzwischen ist die Kreisgrabenanlage von Goseck voll ausgegraben, ausgewertet und am alten Ort wieder aufgebaut. Sie wurde ca. 5000 v.Chr. errichtet und zeige, nach meinen Eindruck, die gleichen himmelskundlichen Grundkenntnisse wie die Himmelscheibe von Nebra“. „Le parallele esistenti tra le antiche culture non devono obbligatoriamente escludere la possibilità di sviluppi indipendenti. La ruota più antica, ad esempio, venne portata alla luce in Svizzera, negli scavi di Zurigo, alla Pressehaus. Gli scavi archeologici di Goseck 1, conducono al 5000 a.C. e, a mio parere, dimostrano la stessa cultura astronomica raffigurata sul disco di Nebra”.

8 giugno 2006 Prof. Dr. Wolfhard Schlosser

Facoltà di Fisica e Astronomia Istituto di Astronomia

della Ruhr-Università di Bochum (D) 1 Il cerchio (ted. Ringgrabenanlage) di Goseck, detto anche Osservatorio solare di Goseck, è una fossa a anello circolare dell’età della pietra, scoperta nel 1991 dall’archeologo Otto Braach tramite riprese fotografiche aeree. La costruzione si trova al confine orientale di Gosek, Landkreis Weissenfels (D). Datata del 7'000 a.C. è considerata l’osservatorio solare più antico del mondo.

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Il disco di Nebra (D) Il disco, in lamina di bronzo, venne portato alla luce da „tombaroli“ 2 tedeschi nel 1998 sull’altura del Mittelberg, a 252 m.s.m.. Località posta nelle vicinanze della città Nebra, al confine tra il Burgenlandkreis e il Landkreis Merseburg-Querfurt in Sachsen-Anhalt. Solo nel 2003 si riconobbe l’importanza astronomica del disco del diametro di ca. 32 centimetri. Le applicazioni in lamina d’oro puro riproducono diversi corpi celesti. Stelle e falce lunare sono riconoscibili a prima vista. Il disco venne dapprima ritenuto raffigurazione solare e più tardi lunare (Luna piena). Il gruppo di sette stelle venne subito identificato quale raffigurazione del gruppo delle Pleiadi (M 45). I segmenti circolari opposti definiscono gli allineamenti delle albe e dei tramonti dei solstizi e degli equinozi delle quattro stagioni. Il segmento circolare posto a nord del disco fu dapprima interpretato come la „barca“ che porta le anime all’aldilà, valendosi dell’antica mitologia egiziana.

Nuova interpretazione personale Il disco di Nebra reca elementi astronomici che permettono di constatare le conoscenze astronomiche del tempo nel quale il manufatto venne ideato e realizzato. Sul disco di Nebra sono presenti tutti gli elementi astronomici che permettono di calcolare il lunario e la sincronizzazione dello stesso con il calendario solare.

2 Tombaroli: da “tomba”. Cercatori abusivi di oggetti di archeologia, chiamati anche, in lingua tedesca,

„Schatzgräber“ o “Grabräuber”, letteralmente: “cercatori di tesori” o “predatori di tombe”.

Alba del 21 dicembre (solstizio invernale) Azimut 128,5 °

Ovest Tramonti del 21 marzo e del 23 settembre (equinozi) Azimut 270 °

Est Albe del 21 marzo e del 23 settembre (equinozi) Azimut 90 °

Tramonto del 21 giugno (solstizio estivo) Azimut 311 °

Alba del 21 giugno (solstizio estivo) Azimut 49 °

Tramonto del 21 dicembre (Solstizio invernale) Azimut 231,5 °

Sud

Nord

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Sopra: Gli allineamenti permettono di identificare il punto esatto dell’orizzonte, nella regione di Nebra (precisamente: Magdeburg/Nordharz), dove avvengono le albe e i tramonti equinoziali (21 marzo e 23 settembre) e solstiziali (21 giugno e 21 dicembre). Sotto: L’incrocio o la congiunzione tra il gruppo delle Pleiadi e la falce lunare è un fenomeno celeste collegato a eventi calendarici di grande importanza.

Alba del 21 dicembre (solstizio invernale) Azimut 128,5 °

Ovest Tramonti del 21 marzo e del 23 settembre (equinozi) Azimut 270 °

Est Albe del 21 marzo e del 23 settembre (equinozi) Azimut 90 °

Tramonto del 21 giugno (solstizio estivo) Azimut 311 °

Alba del 21 giugno (solstizio estivo) Azimut 49 °

Tramonto del 21 dicembre (Solstizio invernale) Azimut 231,5 °

Sud

Nord

Ponente Levante

Sud

Nord

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Le 32 stelle di Enlil Le 32 stelle raffigurate sul disco di Nebra rappresentano probabilmente le 32 stelle o costellazioni menzionate nel trattato babilonico di Mul-Apin 3 (Mul = stella e Apin = aratro: Stella dell’aratro) 4 che formano la Strada o Via stellare di Enlil. Il segmento al Nord del disco rappresenta la Via Lattea del cielo notturno primaverile.

L’età della falce lunare sul disco di Nebra Le dimensioni date alla falce lunare raffigurata sul disco di Nebra lascia presumere che non si tratti della „prima visibilità” della Luna nuova, bensì di una Luna “vecchia” di 3 – 5 notti. I testi babilonesi in caratteri cuneiformi del VII secolo a.C. descrivono le regole abbinate all’osservazione della Luna nel mese primaverile di Nissannu che corrisponde al mese Nissan del lunario ebraico moderno.

La regola che definisce gli anni lunari bisestili „Se la congiunzione tra Luna nuova e Pleiadi avviene nella quarta notte della seconda lunazione (mese lunare di Shevat, Febbraio/Marzo), il lunario avrà la durata di 12 mesi. Se la congiunzione avverrà dopo questo lasso di tempo, l’anno avrà 13 mesi. Il mese aggiunto è Addaru II e per il lunario ebraico moderno, Adar II”.

I mesi del “lunario” ebraico Nissan, Ijar, Siwan, Tammus, Aw, Elul, Tischri, Cheschwan, Kislew, Tewet, Shevat, Adar, questi nomi hanno un suono antico, nettamente non-ebraico, e infatti essi non sono ebraici, ma babilonesi, della patria di Abramo. Nomi adottati durante la "cattività babilonese". 3 Il MUL.APIN: compendio di astronomia babilonese, redatto con caratteri cuneiformi. Il nome deriva

dalle prime parole dell'opera. Le copie più antiche pervenuteci sono del VII secolo a.C., ma si ritiene che sia stato codificato le prime volte intorno al X secolo a.C., per cui la sua origine effettiva risale a molto prima.

4 In una delle prime copie del MUL.APIN si legge che la "stella dell'aratro" (MUL.APIN) si trova "alla fronte delle 32 stelle di Enlil" o Ellil.

S

N

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La „barca“ riproduce in verità la posizione della Via Lattea nel cielo primaverile. Confrontando le due immagini su questa pagina e le quattro della pagina seguente, si può constatare che il segmento circolare riproduce la posizione della Via Lattea nel cielo notturno di Nissannu (ebraico: Nissan), periodo solare tra Marzo e Aprile. La figura sottostante risulta “rovesciata”, ma in realtà riproduce il cielo visto dall’osservatore in posizione supina e con il capo rivolto verso Nord.

Posizione supina dell’osservatore

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Importante: Le figure seguenti esigono che l’osservatore rivolga lo sguardo verso Sud, così che la Stella Polare e la Via Lattea siano sul suo capo. < Primavera: Posizione della Via Lattea al 21 marzo: Inizio della primavera, equinozio solare. Giorno e notte hanno la stessa durata. < Estate: Posizione della Via Lattea al 21 giugno: Solstizio estivo. Data del giorno solare più lungo. < Autunno: Posizione della Via Lattea al 21 settembre: Equinozio autunnale. Giorno e notte hanno la stessa durata. < Inverno: Posizione della Via Lattea al 21 dicembre: Solstizio invernale. Data del giorno solare più corto.

La Via Lattea Le quattro figure dimostrano la funzione della Via Lattea nelle quattro stagioni. La Via Lattea è l’ammasso di stelle che forma la “nostra” galassia. La Via Lattea non basta però a designare una data precisa, ma rappresenta un elemento d’orientamento nella „lettura del cielo notturno per la divisione del tempo nell’anno lunare e solare e lunare. Il calendario babilonese, quello ebraico e il ciclo di Metone I greci antichi conoscevano l’armonia celeste raccolta dal loro astronomo Metone e racchiusa nel ciclo omonimo. Metone, basandosi sulla scienza astronomica babilonese, definì che un ciclo di 19 anni consiste in 12 anni della durata di 12 mesi e

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di 7 anni della durata di 13 mesi“. Con questo ciclo si riesce a sincronizzare i 19 anni solari con i 235 periodi lunari. Metone semplificò l’osservazione celeste che presentava molte difficoltà a causa della visibilità o meno degli astri e delle stelle in questione, definendo gli anni del ciclo come segue: Anni della durata di 12 mesi: I, II, IV, V, VII, IX, X, XII, XIII, XIV, XVI, XVIII. Anni della durata di 13 mesi: III, VI, VIII, XI, XIV, XVII, XIX. Pleiadi (M 45)

4. Adar 3. Adar

2. Adar 1. Adar

Tramonto solare Da destra a sinistra: L’osservazione nella quarta notte della Luna nuova (quarta notte di Adar) permette di accertare se la congiunzione tra la Luna e le Pleiadi sia avvenuta. In tal caso l’anno avrà la durata di 12 mesi.

Chi era Metone ? L’astronomo greco di Atene adottò nel 432 a.C. la scienza mesopotamica ben più antica e creò il ciclo 19.enne di Metone.

Proverbio ticinese e farese 5: “Lüna növa tri dì a la pröva” Questo proverbio è conosciuto oggi ancora nel dialetto ticinese 6 (Lüna növa, tri dì a la pröva), piemontese e pratese (Prato in provincia di Firenze: Lüna nova tri dè a la prova), ma anche in Sicilia per il mese di febbraio: Frivaru, Luna nova tri gghiorna ‘mprova ! (Luna nuova, tre giorni in prova) e riflette chiaramente l’antica scienza dell’osservazione del cielo notturno e del movimento descritto dalla falce lunare della Luna nuova nei primi tre giorni della sua apparizione.

L’sservazione notturna Il riscontro della prima falce lunare visibile, dopo la Luna nuova, definiva la data di "Rosh Chodesh” l’inizio del mese lunare ebraico. Il Consiglio Calendarico di Gerusalemme controllava la testimonianza dell’osservatore e comunicava, tramite segnali luminosi, l’avvenimento a tutta la regione circostante, così che feste e ricorrenze venissero celebrate in tutto il territorio alla medesima data.

5 Farese: Dal "Dizionario Garzanti": lemma che deriva dal longobardo fara "famiglia, stirpe": Le Fare

erano situate lungo i confini per formare una cintura di protezione ai territori abitati dai Longobardi. Località denominate “Fara” sono presenti sul territorio italiano da Novara (Piemonte) a Rieti (Lazio).

6 Proverbio esistente nella Valle di Blenio, confermato dalla signora Mariella Becchio nell’anno 2005. Testo originale in piemontese: “Duman a l’è Rosh-Kodesh: lüna növa, tre dì en pröva”. Rosh-Kodesh, luna nuova, primo giorno del mese.

Apparizione o alba eliaca della “Luna nuova“, dopo il tramonto del sole al 1. di Shevat. Visibilità della falce lunare: 2 %)

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La congiunzione Luna-Pleiadi L’osservatore che orienta e osserva il disco di Nebra verso Sud, posato davanti a sé come un piatto e con il segmento circolare della Via Lattea contro il proprio corpo, potrà constatare che la falce lunare raffigurata è veramente la prima fase del novilunio, essendo la „gobba“ lunare volta a ponente: „Gobba a ponente, Luna crescente“. La prima fase della Luna nuova sarà visibile subito dopo il tramonto del sole e tramonterà a sua volta, poco dopo, a ponente. Dopo il tramonto del prossimo giorno la Luna apparirà “spostata” verso levante di circa due ore e tramonterà così due ore più tardi della sera precedente e così via. La constatazione che la congiunzione con il gruppo delle Pleiadi sia avvenuta può avverarsi durante le prime sei ore notturne o nella notte seguente, quando le Pleiadi tramonteranno prima della Luna. La „Luna nuova“ e la “nuova Luna” L’usanza di dire „Luna nuova“ alla Luna in congiunzione con il sole e perciò invisibile non corrisponde alla realtà. L’apparire della prima fase visibile della Luna (ca. 2 % di visibilità) è in verità l’apparizione della „nuova Luna“ che si svilupperà nel giro di ca. 14 giorni in “Luna piena”. La fase lunare completa si svolge durante 29,523 giorni. L’età delle conoscenze astronomiche Sia gli antichi Greci (Metone) che i Babilonesi non hanno inventato l’astronomia, ma hanno inventato metodi derivati dall’osservazione astronomica per la divisione del tempo. Il disco di Nebra venne ritenuto, subito la sua apparizione, quale testimonio che l’astronomia sia nata a Nebra, in Germania. E’ assurdo dimenticare che l’astronomia è cresciuta nel tempo e si basa su antichissime conoscenze egiziane e babilonesi, così come la nomenclatura dei corpi celesti riconduce al tempo mesopotamico. Il disco di Nebra e Babilonia Gli allineamenti ricostruibili sul disco di Nebra confermano che il manufatto venne eseguito per „uso locale“. Sarà interessante scoprire quali vie portarono il sapere astronomico da Babilonia a Nebra o viceversa. Il sole di Adar (febbraio-marzo) si trova nella costellazione dei pesci Ecco una spiegazione al fatto che in molte regioni alpine si trovano incisioni rupestri rappresentanti piedini appaiati. Anche se la credenza popolare attribuisce le

“impronte” a Santi, Madonne e addirittura al diavolo, questi “piedini” o come si dice in dialetto “pescìn”, rievocano la voce dialettale “pesit”, pesciolini e servirono da “promemoria”. Colorati nell’anno adatto, comunicavano ai fedeli se il calendario lunare raddoppiasse o no il mese di Adar. (Vedi il testo di Gianni Mazzucchelli: “I pescit d’ la Madona”, Pietra e Storia, 2005.

< II masso di Soglio che ora si trova a Coira (Canton Grigioni) nel giardino della “Casa Grigia”, mostra almeno sette paia di piedini.

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La Via Lattea nel cielo primaverile

Levante Ponente La presupposta „barca“, che ripeterebbe un simbolo collegato alla mitologia dell’antico Egitto, è in verità l’arco della Via Lattea come appare nel cielo notturno alla data dell’inizio della primavera, il 21 marzo.

Sud

Sud

Levante

Alba del 21 dicembre (solstizio invernale) Azimut 128,5 °

Ovest Tramonti del 21 marzo e del 23 settembre (equinozi) Azimut 270 °

Est Albe del 21 marzo e del 23 settembre (equinozi) Azimut 90 °

Tramonto del 21 giugno (solstizio estivo) Azimut 311 °

Alba del 21 giugno (solstizio estivo) Azimut 49 °

Tramonto del 21 dicembre (Solstizio invernale) Azimut 231,5 °

Sud

Nord

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Muretto centrale

1° maggio, ore 06.14. Azimut 65 gradi Nord. Data celtica: "BELTAINE"

21 marzo, ore 06.32'25'' * (WZ) 23 settembre ore 07.18 (SZ) Equinozi. Azimut 90 gradi Nord

1° novembre, ore 17.13 Data celtica: "SAMAIN", Azimut 249 gradi Nord

21 dicembre, ore 16.35 * Giorno più corto dell’anno Azimut 233 gradi Nord

21 dicembre, inizio ore 08.25'7'' * Disco solare completo: ore 08.27'30'' * Giorno più corto dell’anno Azimut 127 gradi Nord

21 giugno, ore 21.30 Giorno più lungo dell’anno Azimut 307 gradi Nord

21 marzo, ore 18.43; 23 sett. Ore 19.23*. Equinozi Azimut 270 gradi Nord

21 giugno, ore 05.47 * (SZ) Giorno più lungo dell’annoAzimut 53 gradi Nord

T R A M O N T I A L B E

* = Orari constatati all’orizzonte locale. SZ = Orario estivo - WZ = Orario invernale.

Uf der Flue / Horn

Muretto centrale lungo ca. 65 metri

N

Il calendario solare di Rothenfluh (BL) L'eredità di Issachar: il Sole

Oggetto preistorico Il calendario solare di Rothenfluh (CH – Cantone di Basilea-Campagna) così definito dallo scopritore Gianni Mazzucchelli nel 1991, permette di avvistare albe e tramonti dei solstizi e degli equinozi dell’anno solare. Frammenti di ceramica “nera” e di selce rinvenuti nel terriccio di scavo delle talpe locali nell’anno 2005, vennero datati nel primo millennio a.C. dall’Ufficio di Archeologia del Cantone di Basilea-Campagna.

I tre “muretti” (Steinwälle) hanno dimensioni ragguardevoli. Quello centrale segna la direzione Est-Ovest, possiede una lunghezza di ca. 65 metri, una larghezza di 4 metri e un’altezza media di 1 metro. Il calendario si stende su un altopiano (650 m.s.m.) che permette l’osservazione dell’orizzonte con un angolo visivo di oltre 300 gradi. A sinistra sono riportate le date dei tramonti, a destra le albe equinoziali e solstiziali dell’anno solare. Per l’appassionato di astronomia è possibile anche l’osservazione lunare. L’opera è definita dal 1991 “oggetto archeologico protetto”.

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Differenza: Rothenfluh / Nebra Gli allineamenti presenti sul disco di Nebra (linee tratteggiate) corrispondono a quelli del Sonnenkalender di Rothenfluh (linee intere). La differenza presente tra i punti azimutali conferma che i due luoghi hanno posizioni geografiche diverse: Rothenfluh 47,5 N / 7,5 E – Nebra (Magdeburg/Nordharz) 51 N / 11,5 E.

Il tempo “preciso”

Questi ritrovamenti dimostrano come i nostri avi cercarono febbrilmente di orientarsi nel tempo che, anche se inesistente, regolava e regola la vita terrena. Anche i moderni computer e gli orologi d’alta precisione vengono periodicamente corretti.

Il nostro rapporto con i movimenti celesti e particolarmente con il “movimento” solare e lunare, è scemato a tal punto, che l’osservatore dichiara “sbagliata” la posizione dell’ombra proiettata dallo gnomone sulla superficie delle meridiane. Ombra che invece non erra.

Nebra: Alba del 21 dicembre (solstizio invernale) Azimut 128,5 °

Ovest Tramonti del 21 marzo e del 23 settembre (equinozi) Azimut 270 °

Est Albe del 21 marzo e del 23 settembre (equinozi) Azimut 90 °

Nebra: Tramonto del 21 giugno (solstizio estivo) Azimut 311 °

Nebra: Tramonto del 21 dicembre (solstizio invernale) Azimut 231,5 °

Sud

Nord

Rothenfluh: Azimut 53 °

Nebra: Alba del 21 giugno (solstizio estivo) Azimut 49 °

Rothenfluh: Azimut 127 °

Rothenfluh: Azimut 233 °

Rothenfluh: Azimut 307 °

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La conferma viene da Bochum Testo originale in lingua tedesca

Die Himmelsscheibe von Nebra ist ein Mondkalender Rahlf Hansen 1 entschlüsselte auf der 3’600 Jahre alten Bronzescheibe eine Schaltmonat-Regel, die es den Menschen der Bronzezeit ermöglichte, die beiden uralten großen Kalender-Systeme der Menschheit, das Sonnenjahr mit 365 und das Mondjahr mit 354 Tagen, in Einklang zu bringen. Die 32 Zentimeter große Himmelsscheibe aus der frühen Bronzezeit erweist sich damit als eine astronomische Uhr, wie der Landesarchäologe von Sachsen-Anhalt, Harald Meller, der Astronom Hansen vom Planetarium Hamburg und sein Bochumer Kollege Wolfhard Schlosser am Dienstag auf einer Pressekonferenz in Halle an der Saale erklärten. Der Sensationsfund offenbart, dass die Schöpfer der Scheibe über ein herausragendes Wissen in Astronomie und Mathematik verfügten und tiefe Einblicke in die Mechanik der Himmelskörper hatten, wie die große Mehrheit der Forscher sie den Mitteleuropäern der Bronzezeit bislang nicht zugetraut hatten. [……..] Die Dicke der Sichel auf der Himmelsscheibe von Nebra ist keine Neulicht-Sichel. Die Sichel ist so dick, wie sie etwa einem 4,5 Tage alten Mond entspricht. Die Antwort fand Hansen in der «Mul-Apin»-Textsammlung aus dem 7. und 6. Jahrhundert vor Christus. Die Keilschrift-Texte aus Babylon sind ein Kompendium des «astronomischen Wissens aus frühesten Zeiten». Dort findet sich eine Zeitschaltregel, die sich auf eine Mondsichel im babylonischen Frühlingsmonat Nisannu (hebr. Nisan) bezieht. Der Diskus von Phaistos und das Hieroglyph der Plejaden Die Bezeichnung „Plejaden“, griechisch „peleiades“ wird von Prof. W. Schlosser eher vorgriechisch taxiert: “Griechisch pe-/be- ist mykenisch (Linear-B) ge-. Das Silbenzeichen von qe- wie auch (vermutlich) Hieroglyphen-Minoisch (Linear-A) ist aber . Z.B. auf dem Diskus von Phaistos (Insel Creta)“.

Disco di Vladikavkaz (Ossezia settentrionale)

1 Testo tratto da Internet: 25 febbraio 2006.

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Astronomia popolare Orologio di Mosé, dimmi tu che ora è ! Gli anziani abitanti della Valle di Blenio 2 (TI) ricordano oggi ancora come si individuavano le ore del giorno e in special modo l’ora di Mezzodì e l’ora serale, quando, durante l’infanzia, custodivano sull’alpeggio capre, pecore e mucche. L’estensione geografica della Valle di Blenio 3, da Sud a Nord, facilita l’orientamento dell’osservatore.

2 2005: Signora Dora Bianchi-Buzzi di Prenzi, e Lucio Emma (defunto), ambedue di Olivone, Valle di

Blenio (TI). 3 Valle di Blenio: Valle del Sole e Valle delle luci.

Mezzodì

Sud

Orologio di Mosè dimmi tu che ora è !

XII

VI

X II

IV Levante Ponente

VIII III

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Astrologia ? L'osservazione dei fenomeni celesti viene purtroppo strausata per mantenere in vita una forma di credenza ossessionante: l'astrologia. "Sfogliando" i diversi trattati immessi nel vasto mondo di Internet, ci si imbattere in confuse considerazioni. Rettifica I testi qui presenti citano l'uso dell'osservazione celeste per individuare il tempo e le sue divisioni, specialmente attivi nel lunario ebraico. Ciò non significa che la religione ebraica si vale dell'astrologia. Al contrario, l'uso di essa, a scopo religioso, è severamente proibito. L'osservazione celeste si limita al conteggio delle lunazioni e alla sincronizzazione tra calendario solare e lunario. Osservazioni che oggi sono riprese da computer e orologi di alta precisione. Precisione che non esisterebbe se l'osservazione effettuata dai nostri avi non avesse avuto luogo. L’Epatta e le lunazioni: Sapienza o dimenticanza ? L’Epatta, dal termine greco per "aggiungo", segna l'età della Luna al primo giorno di gennaio , il numero di giorni, cioé, dall'apparizione dell'ultima Luna nuova di dicembre. In diverse regioni italiane si considerava l'Epatta "sapere segreto". "...E se ti dimentichi l'Epatta bisogna andare dai preti, loro ce l'hanno sul breviario". In verità l'Epatta serviva al calcolo della Pasqua cristiana e consisteva in un'operazione matematica abbastanza complessa, così da assumere il titolo di "sapere occulto". Sapienza derivata dalla proibizione del lunario ebraico. E' chiaro che il calcolo scolpito sul lastrone di Dagro è associato ad un sapere più antico e schietto, privo di "segreti". L'eredità di Issachar L'eredità di Issachar affiora in noi ogni volta che intrapprendiamo un'osservazione e nel momento in cui essa ci porta alla rivelazione, alla realizzazione e al successo.

Augurio

Auguro a Dagro e alle sue genti di rivivere l'eredità del pensiero degli avi che,

osservando il cielo e lavorando la terra, vi donarono la vita.

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Pubblicazioni a cura dell’Associazione Pietra e Storia, Via Lucomagno - CH - 6715 Dongio:

- 2003: Nuova interpretazione della pittografia rupestre. Fascicolo 1 e 2. - 2005: Il Mikweh di Dongio (Italiano). - 2005: Die Mikweh von Dongio (Deutsch). - 2005: Il lastrone di Dagro (italiano) - 2005: Die Steintafel von Dagro (Deutsch). - 2006: Chiese biabsidali. - 2006: Le primavere di Dagro e Nebra: Lüna növa, tri dì a la pröva, Il calendario lunare

(Il lastrone di Dagro CH-TI, Nebra D, Rothenfluh CH-BL). - 2006: Il basilisco della Capriasca, la contessa Crassa: interpretazione storica. - 2006: Barlotto, tregenda, akelarre, sinagoga. - 2006: Pugnali remedelliani e Madonne addolorate. - 2006: Cognomi redenti: da Cagainarca a Vacca. - 2009: L'eredità di Issachar.