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1 Oleggio, 12/4/2015 EUCARISTIA DI EVANGELIZZAZIONE CON INTERCESSIONE PER I SOFFERENTI II DOMENICA DI PASQUA FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA Letture: Atti 4, 32-35 Salmo 118 (117) 1 Giovanni 5, 1-6 Vangelo: Giovanni 20, 19-31

Letture: Atti 4, 32-35 Salmo 118 (117) 1 Giovanni 5, 1-6 ... · Dio dimentica tutto. L’Amore dimentica, l’Amore lascia perdere. L’amore, che puntualizza, è un amore malato

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Page 1: Letture: Atti 4, 32-35 Salmo 118 (117) 1 Giovanni 5, 1-6 ... · Dio dimentica tutto. L’Amore dimentica, l’Amore lascia perdere. L’amore, che puntualizza, è un amore malato

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Oleggio, 12/4/2015

EUCARISTIA DI EVANGELIZZAZIONE CON INTERCESSIONE PER I SOFFERENTI II DOMENICA DI PASQUA

FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA

Letture: Atti 4, 32-35 Salmo 118 (117) 1 Giovanni 5, 1-6 Vangelo: Giovanni 20, 19-31

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NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO. AMEN!

Ti ringraziamo, Signore Gesù, ti lodiamo e ti benediciamo per questa Eucaristia, che celebra la tua Misericordia, proprio nel Giorno della Misericordia, festa voluta da te, Gesù. Tu, Signore dell’Universo, hai avuto l’umiltà di chiedere che oggi sia la festa della tua Misericordia, in questo giorno, nel quale è stato indetto “L’Anno Giubilare Straordinario della Misericordia: Gesù, il Volto misericordioso del Padre.” Come non gioire, come non aprire il nostro cuore alla gioia e al ringraziamento. Sia la festa della tua Misericordia, del tuo Cuore! Vogliamo, Signore Gesù, invocare il tuo Spirito, perché, scendendo con potenza, ciascuno di noi possa beneficiare di questa

Misericordia nel proprio cuore e lasciar cadere le proprie durezze, i propri paletti, le proprie chiusure, per aprirci a questa novità. Ogni volta, la tua Misericordia è una novità. Il tuo Volto Misericordioso, riflette il volto del Padre. Vieni, Spirito Santo, nel Nome di Gesù!

Vengo a donarti il giusto discernimento, per comprendere ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio. Ti aiuto a fare luce su ciò che appartiene al piano umano e a quello che appartiene al piano Divino. Sono due realtà distinte. Ti ricordo che è meglio obbedire a Dio, piuttosto che all’uomo. Grazie, Gesù! Matteo 14, 34-36: “ Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati, e lo pregavano di poter toccare almeno l'orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano guarivano.” Grazie, Signore Gesù!

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La mia Parola disseterà ogni vostra arsura. Là, dove c’è il deserto, farò scorrere fiumi di acqua viva e avrete vita. Oggi, ti prendo per mano e ti invito ad entrare in modo definitivo nel tempo dell’Amore, nel mio “kairos” (tempo di Dio), dove tutto è pronto per compiere il progetto di vita piena, che ho per te.

ATTO PENITENZIALE

Ti ringraziamo, Signore Gesù! Ci hai detto che la gente ti riconosce, dopo la traversata di Genesaret: tutti coloro che ti toccavano, venivano guariti. Molte volte, noi ti vediamo passare e non riusciamo a toccarti, perché siamo ancora nel sepolcro. Tu, Signore, abiti nel Giardino e noi invece restiamo nei luoghi di morte. Solo quando Maddalena riesce a voltare le spalle al sepolcro, ti riconosce come Signore della vita. Viviamo in un tempo particolare. Quando lasciamo libero sfogo a tutte le emozioni negative, ti vediamo passare, ma non riusciamo a toccarti, perché tu dimori nel Giardino della vita. Tu hai detto a Pietro: “Dove vado io, tu non puoi venire”, perché Pietro era ancora ancorato nelle dinamiche del potere, della sopraffazione. La scelta, che dobbiamo operare, dolorosa e gioiosa, è quella di lasciare andare i sepolcri. Siamo nel giorno della Misericordia, nel giorno della Resurrezione, nel giorno della vittoria e ancora ci comportiamo, come perdenti. Questo comporta difficoltà al toccarti: passi e non riusciamo a viverti. Signore Gesù, in questo passaggio dell’acqua benedetta, vogliamo darti il nostro peccato, le nostre oscurità, le nostre tristezze. Il Vangelo di oggi dice: “I discepoli gioirono al vedere il Signore.” I discepoli erano rinchiusi nel Cenacolo impauriti, perché venivano cercati, per essere ammazzati, eppure hanno gioito nel vederti, Signore Gesù. Signore, vogliamo fare la scelta di guardare te, vogliamo innalzare gli occhi a te e non abbassarli nelle situazioni che ci sembrano sconfitte.

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Nella Giornata della Misericordia vogliamo gioire, perché ti vediamo e vogliamo toccarti, per guarire. Passa in mezzo a noi, Signore Gesù! Ti consegniamo tutto quanto c’è nella nostra vita. Passa, Signore Gesù!

OMELIA

Lode! Lode! Lode! Amen! Alleluia! Gloria al Signore, sempre!

Giubileo Straordinario della Misericordia Ieri sera, dopo la Messa celebrata nella Chiesetta di santo Stefano, ho visto che in Internet era pubblicata la “Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia”. Ho gioito nel leggere questa Bolla di indizione, che è una lettera meravigliosa. Vi invito a leggerla, anche se avremo modo di commentarla. I passi, che Papa Francesco cita, sono stati da noi considerati in varie Omelie. A me è sembrata la realizzazione di un sogno, il sogno della Misericordia. Il Documento inizia così: “Gesù Cristo è il Volto della Misericordia del Padre”. Guardando Gesù, comprendiamo chi è il Padre, questo Padre amorevole, misericordioso. Per noi, innamorati di quel Gesù esclusivamente buono, quel Gesù della Misericordia, questa Lettera e questo Anno della Misericordia sono un toccasana.

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Mi piace che questo Anno della Misericordia cade nel cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II. Papa Francesco riprende quello che ha detto Giovanni XXIII all’apertura: “La Chiesa preferisce usare la medicina della Misericordia invece di abbracciare le armi del rigore.”, quindi una Chiesa che vuole farsi amare più che temere. L’Amore si propone, non si impone. Papa Francesco riprende anche le parole di Paolo VI, che cita la Parabola scandalosa, che solo Luca, evangelista della Misericordia, ha il coraggio di raccontare: la “Parabola del Samaritano.” In questa Parabola, il prete e il levita fanno una brutta figura, perché seguono la legge. Solo il Samaritano, scomunicato, riesce ad avvicinarsi all’uomo mezzo morto, per usargli misericordia. Paolo VI diceva che la Chiesa deve essere, come il Samaritano, portando le persone nel pandokeion (tutto accoglie). La Chiesa di Gesù è una Chiesa, che accoglie tutti indistintamente, al di là di ogni miseria, di ogni povertà. Questa è la nostra Chiesa, questa è la Chiesa di Gesù, questo è il Volto Misericordioso, che noi dobbiamo scoprire quest’anno. Un’altra novità di questo Giubileo è che si può lucrare l’indulgenza non solo a Roma, ma in tutte le Chiese particolari, in tutte le Cattedrali del Mondo. Non è tanto il passare attraverso una porta, quanto fare un pellegrinaggio, l’andare insieme, un camminare, per scoprire il Volto Misericordioso del Padre. Da tanti anni, noi celebriamo la Festa della Misericordia e quel Gesù, che predichiamo, è un Gesù esclusivamente buono, misericordioso. Non possiamo fare altro che ringraziare per questo nostro essere nella linea profetica e nell’insegnamento del Magistero della Chiesa. Cercare il Giardino Il Vangelo di oggi è un passo di Resurrezione e di Misericordia. Nella scheda, che è stata distribuita, da una parte c’è la Parola del Signore e dall’altra ci sono le affermazioni. La potete consultare a casa, come approfondimento dell’Omelia, per creare nuovi collegamenti mentali, relativi alla Misericordia. Purtroppo viviamo in un tempo in cui le cattive notizie ci sembrano quasi come un dolce. In Numeri 14, 37 leggiamo: “Quegli uomini, che avevano propagato cattive voci su quel paese, morirono colpiti da un flagello, davanti al Signore.” Noi siamo Cristiani e siamo invitati a dare la Buona Notizia. Le stesse nostre parole negative ci avvelenano. Dobbiamo dare buone notizie e ricordare che, anche all’interno di una cattiva notizia, c’è una buona notizia.

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Questo è il Mistero della Pasqua, perché nel luogo, dove Gesù è stato crocifisso, c’era un Giardino, il Giardino della Resurrezione. In qualsiasi luogo di morte, c’è un luogo di vita. Noi Cristiani più che guardare tutto il contorno di morte, dobbiamo cercare il Giardino della Resurrezione, dove c’è la fragolina.

Nella mentalità di gementi e piangenti, dove dobbiamo dare sfogo a tutte le nostre tristezze, ai nostri fallimenti, una notizia cattiva è un gioiellino, perché è l’occasione, per avallare tutto il resto. Noi Cristiani dobbiamo cercare il Giardino della Resurrezione in ogni luogo di morte: è un dovere. Papa Francesco nella sua prima Enciclica mette in luce la gioia del Vangelo, la gioia dell’annuncio. Gesù al centro della nostra fede Nel Vangelo di oggi constatiamo che i discepoli sono spaventati, sono terrorizzati, perché Gesù è stato torturato in modo infame, tanto che, dopo tre ore, muore dissanguato, stremato. I preti stanno cercando i discepoli, per eliminarli, pensando di risolvere il problema della loro esistenza. Da sempre si è pensato che, eliminando determinate realtà, finiscano. Invece il bene trionfa sempre. Vediamo questo nel corso dei secoli, nella Storia della Chiesa: le realtà Divine trionfano sempre.

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Nel luogo chiuso, dove stanno i discepoli per quella paura, che porta ad isolarsi, Gesù entra a porte chiuse e si mette nel mezzo, al centro della nostra fede. Nella seconda lettura abbiamo letto: “Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria, che ha sconfitto il mondo: la nostra fede.” Tutte le religioni danno leggi, prescrizioni. La nostra fede è l’unica fede di un Gesù risorto, non perché è stato rianimato il cadavere, ma perché Gesù è vivo e vuole essere messo al centro. “Gesù stette in mezzo e disse loro: - Pace a voi! Shalom!”- Si può tradurre: - Io sono la vostra pace, io mi adopero, perché voi abbiate pace.- Pace non significa assenza di conflitto, ma felicità. Gesù non rimprovera i suoi discepoli, ma è la loro pace e vuole la loro felicità. C’è sempre in noi il desiderio di portare in vita i cadaveri, perché, in fondo, sono la testimonianza che siamo stati colpevoli di alcune mancanze. Dio dimentica tutto. L’Amore dimentica, l’Amore lascia perdere. L’amore, che puntualizza, è un amore malato. “I discepoli gioirono al vedere il Signore.”

Gesù è gioia. Quel Gesù, che ci fa stare male, non è un Gesù vero. I discepoli erano pieni di guai: avevano perso il lavoro, la reputazione, erano ricercati. Avevano tutti i motivi, per piangersi addosso, ma, quando c’è Gesù, non si può che gioire. La scelta della gioia non deve essere forzata, ma è la scelta di ricercare Gesù in ogni situazione, il Giardino in ogni

sepolcro. “Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi.” Qui c’è il secondo invio, che c’era stato già prima dell’arresto. Gesù lo ripete di nuovo. Noi siamo mandati in questo Mondo, per realizzare una missione. Per attuarla, Gesù disse loro: “Ricevete Spirito Santo!”, cioè la pienezza dello Spirito.

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Tutto è grazia, però dobbiamo lavorare su noi stessi. Più liberiamo il cuore da rancori, da sentimenti negativi, da materiale in sosta, più il nostro cuore si riempie di Spirito Santo. “Soffiò su di loro.” In Genesi 2, 7 leggiamo: “Soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.” Il respiro, che noi abbiamo, è il respiro di Dio Padre. Lo Spirito Santo è il respiro di Gesù, questa respirazione nuova, questo respiro che ci mette nella dimensione nuova di Gesù Risorto, per diventare come Lui. Galati 2, 20: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me.” “A coloro a cui rimetterete i peccati, saranno rimessi.”

Non è solo il Sacramento della Riconciliazione, che perdona i peccati: qui si parla di rimettere, che significa cancellare: è un condono. Lo Spirito Santo cancella le soverchierie, le cattiverie che gli altri hanno operato nei nostri confronti. Non è solo il sacerdote, che assolve il peccato delle persone. Se noi veramente abbiamo ricevuto lo Spirito Santo, lo Spirito Santo stesso ci abilita, ci porta ad essere come Gesù.

Tutto torna: spesso sentiamo dire questa espressione, come una maledizione. Gesù, però, ha detto. “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno.” Le persone non sanno il male che ci fanno: ognuno di noi ha la propria sensibilità, un proprio credo. Lo Spirito Santo ha la capacità di rimettere i peccati, di andare sempre oltre.

“Abbiamo visto il Signore!” Tommaso non ha creduto ai suoi confratelli, che gli dicono: “Abbiamo visto il Signore!” Tutti noi abbiamo bisogno di fare esperienza del Signore Risorto. Quando torniamo a casa, andiamo a dire ai nostri cari o ai nostri conoscenti quello che abbiamo visto, ma non ci crederanno, perché ciascuno deve fare un’esperienza personale. Quando Tommaso incontra Gesù, Gesù introduce una Beatitudine: “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”

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A questa è collegata l’altra Beatitudine: “Sarete beati, se le metterete in pratica.” (in riferimento al servizio) In Giovanni ci sono solo due Beatitudini, in Matteo otto, in Marco sono sparse, in Luca ci sono quattro Beatitudini e quatto “Uai!” In Giovanni le due Beatitudini sono collegate: • quella dell’essere felici nel credere, senza vedere, • quella espressa al futuro: “Sarete beati, se le metterete in pratica.” Gesù dice questo, dopo aver terminato la Lavanda dei piedi agli apostoli.

Il pane in alto a destra è in simmetria con il catino in basso a sinistra. Noi incontriamo Gesù nel servizio e nello spezzare il Pane Eucaristico. Sia nel Pane, sia nel catino affiora il Volto del Cristo. Nel Pane si distingue il profilo della Colomba, simbolo dello Spirito Santo.

Nel Vangelo di Giovanni non è raccontata l’Ultima Cena, che troviamo in Matteo, Marco, Luca e in 1 Corinzi 11, 23-26: questo è il primo racconto dell’Ultima Cena.

La Lavanda dei piedi è il proseguimento della Messa. Spesso ci fermiamo a un culto, a un rito; presenziamo alla Messa e crediamo di aver assolto il nostro compito. La seconda parte dell’Eucaristia è proprio la Lavanda dei piedi, perché continua dopo la Messa. “Gesù si alzò da tavola.” Il servizio segue sempre alla partecipazione eucaristica. Un servizio sganciato dall’Eucaristia può essere buono, ma incorre nelle delusioni, che ci possono essere. “Gesù depose il mantello.”, depose il ruolo e ha cominciato a lavare i piedi e ad asciugarli. I piedi erano la parte più sporca dell’uomo, al tempo di Gesù, perché si camminava scalzi o con sandali su strade non asfaltate. Gesù non disegna di lavare i piedi, tanto che Pietro glielo vuole impedire. Gesù va oltre: “Quello che faccio lo capirai dopo. Se io non ti lavo, non sarai veramente unito a me.” “Quando ebbe lavato i piedi, riprese il mantello, si rimise a sedere…” Gesù non si toglie il grembiule, che, come diceva don Tonino Bello, è l’unico abbigliamento del prete.

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Dopo questo, Gesù ha cominciato a parlare. Le nostre parole hanno forza, hanno un senso a partire dal servizio. C’è però il rischio di sclerotizzarci in un servizio, che parte da un carisma, lasciando perdere le altre piccole cose. Gesù ci ha dato l’esempio e ci ha detto che, se faremo quello che ha fatto Lui, saremo felici. Io ho capito che la grazia più grande che il Signore ci darà è quella del servizio, perché lo ha detto Gesù. Cerchiamo di essere felici con Gesù e come Gesù. “Chi accoglie uno che è mandato da me, accoglie me.” È l’accoglienza l’uno dell’altro. Continuiamo la nostra Eucaristia nella lode, nel ringraziamento, nella gratitudine per tutto quello che Gesù fa per noi. La gratitudine di Gesù Misericordioso è incondizionata. Entriamo nella felicità. Questa è la nostra fede: Gesù è vivo, è risorto, è in mezzo a noi e ha sconfitto il Mondo. AMEN!

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Luca 17-19: “Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui

usciva una forza che sanava tutti.” Grazie, Signore Gesù!

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PREGHIERA DI INTERCESSIONE/GUARIGIONE

Ti ringraziamo, Signore Gesù, per la bellezza di questo Canto, che si conferma un Canto, che dà emozione, fa tremare le gambe e commuovere il cuore dinanzi al grido dell’Angelo: “Perché cercate tra i morti Colui che è vivo?” Gesù è vivo, è risorto, non è nei luoghi di morte, ma nella vita. Questa è la verità. Quando cantiamo queste parole davanti alla tua Presenza, Signore Gesù, e le cantiamo come Comunità riunita nel tuo Nome, gli Angeli, di nuovo fanno questo grido.

È bella la finale: “Tu sei tutto per me.” Gesù, tu sei tutto per ciascuno di noi. Noi abbiamo tanto, ma in te ogni cosa che abbiamo assume dimensioni enormi, dimensioni infinite, perché tu sei il Dio dell’infinito e il tuo Amore, Signore, ci sovrasta, dà senso alla nostra vita, alle nostre relazioni, alla nostra esistenza. Signore, grazie per questo grido d’Amore che tu sei tutto per noi e sei nei luoghi di vita. Dobbiamo cercare il Giardino, anche nei momenti difficili, nei momenti di crisi, di persecuzione, nei momenti di transizione, di malattia. Siamo in una Messa di guarigione, dove tanti

soffrono per la mancanza di salute, di denaro, di affetti… In tutte queste situazioni dolorose, Signore, è la ricerca del Giardino che fa la differenza. Tu sei morto e nel luogo, dove sei stato crocifisso, c’era un Giardino. Noi vogliamo trovare un Giardino in ogni situazione della nostra vita e, soprattutto, guarire nel corpo, nella psiche, nello spirito.

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Nel passo di Luca, che è stato letto, abbiamo sentito: “Da lui usciva una forza, che sanava tutti.” Signore, questa forza scaturisce dalla tua Eucaristia, dalla tua Misericordia. Signore, siamo cresciuti con il “doverismo”, il dover meritare l’affetto, la stima… La Misericordia va oltre ogni dovere. Il Signore ci ama e basta. Il Signore ci perdona e basta. Il Signore è dalla nostra parte e basta. Questa sera, la forza che scaturisce dall’Eucaristia guarisca i nostri corpi. Tanti di noi sono malati: i medici possono aiutarci, ma la risoluzione di un conflitto, di una malattia spetta a te. Vogliamo guarire, Signore Gesù!

Gesù, guariscici da tutte quelle ferite, che tentano di farci ripiegare su noi stessi, come la donna curva. Vogliamo guardare a te. Tu sei tutto per noi: vogliamo crederlo, vogliamo gridarlo. Tutto è possibile per chi crede. Noi crediamo. La nostra fede ha sconfitto il Mondo. Noi siamo vittoriosi, Signore Gesù! Noi vogliamo questa vittoria. Ogni guarigione che tu operi è una vittoria sul maligno e, soprattutto, è una vittoria, perché in ogni

guarigione tu manifesti la tua Signoria, il tuo Regno. Nel Tuo Nome, Gesù, in questa sera di Misericordia, anche per intercessione di Giovanni Paolo II, che fortemente ha voluto questa festa, rispettando la richiesta che hai rivolto a Suor Faustina Kowalska, affinché la Domenica dopo Pasqua fosse un’esaltazione della tua Misericordia, ci abbandoniamo alla tua Misericordia per la nostra guarigione.

Vogliamo guarire nel corpo, nella psiche, nello spirito, perché il nostro spirito diventi uno con te. Passa, Signore Gesù, in mezzo a noi e in questa serata particolare, come 2.000 anni fa, avvengano prodigi, miracoli e guarigioni per la tua gloria!

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Sento che tu, Gesù, ci inviti nuovamente ad invocare il tuo Spirito. È la Messa della Misericordia, dove tu aliti il tuo Spirito su di noi. Vogliamo invocare lo Spirito, perché ciascuno di noi sia ricreato. Lo Spirito, che tu doni, è lo Spirito della Creazione. Vogliamo invocarlo su di noi, perché il tuo Spirito ci dia forza e capacità di reagire ad ogni evento e di guarire nel corpo e nello spirito.

Vogliamo invocare il tuo Spirito su tutte quelle persone che si sono adoperate, perché si realizzassero quelle circostanze, che stiamo vivendo. Signore, noi abbiamo solo una risposta: Amore, Misericordia. Abbiamo solo una dinamica, un metodo: la preghiera. Tu ci hai detto: “Pregate per i vostri nemici.” L’invocazione del tuo Spirito è la preghiera migliore: il tuo Spirito guarisce, dà forza, ci ricrea. Vieni, Spirito Santo, sulle persone che abbiamo citato, su tutti noi, sulle persone, che portiamo nel cuore. Vieni, Spirito Santo, nel Nome di Gesù!

Scioglietelo e lasciatelo andare, perché il Signore ne ha bisogno. Matteo 13, 8: “Un’altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta.” Grazie, Signore Gesù!

1 Cronache 20, 3: “Fece uscire gli abitanti dalla città e li torturò con seghe, picconi di ferro e asce.” Questo è il modo con cui Davide trattava i nemici. Per questo, tu hai rifiutato di chiamarti “Figlio di Davide”, perché Davide è stato un grande re, ma anche sanguinario. Tu, Signore, non sei Figlio di Davide, ma Figlio dell’uomo. Questa Parola rivela quello che noi abbiamo dentro. Noi vorremmo torturare i nostri nemici con picconi di ferro, asce, seghe. Tu, Signore, ci inviti ad andare oltre, ad amare sempre e comunque, incondizionatamente. Vogliamo elevarti un Canto di grazie, perché ad ogni lettera di morte possiamo rispondere con lettere di vita, ad ogni messaggio di morte sappiamo che corrisponde un Giardino, nel quale abitare. Con questo canto di lode, accogliamo la tua benedizione. PADRE GIUSEPPE GALLIANO M.S.C.