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L’evento inatteso: una corretta comunicazione della diagnosi Mantova 16 ottobre 2010 Dante Baronciani La realtà della sindrome di Down: gli aspetti scientifici ed epidemiologici e la comunicazione ai genitori WHO CC for evidence-based research synthesis and guideline development in reproductive health

Levento inatteso: una corretta comunicazione della diagnosi Mantova 16 ottobre 2010 Dante Baronciani La realtà della sindrome di Down: gli aspetti scientifici

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L’evento inatteso: una corretta comunicazione della diagnosi Mantova 16 ottobre 2010

Dante Baronciani

La realtà della sindrome di Down: gli aspetti

scientifici ed epidemiologici e la comunicazione ai genitori

WHO CC for evidence-based research synthesis

and guideline development in reproductive health

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l’evento: …. inatteso per chi ?

qualcosa che il soggetto “non si

aspetta” anche se forse lo teme

un evento probabile nella vita di un professionista

i rischi della medicina predittiva

(le false sicurezze)

la necessità di controllare

le proprie emozioni (abilità

professionali) e ottimizzare il contesto

diversità nei due attori della comunicazione

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.. il professionista può prepararsi

definire gli scenari possibili per

identificare su quali fattori è possibile

intervenire

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Il …., un mese prima della data prevista, …..avverte che il bambino sta per nascere. Corriamo in ospedale, e dopo appena venti minuti viene alla luce …… Le ostetriche fanno venire un pediatra, e ci spiegano che è la prassi per i bambini nati prematuri.

Lui fa osservare al ginecologo il particolare taglio degli occhi del bambino, ma io non do troppo peso alla cosa, perché gli occhi vagamente "a mandorla" sono una caratteristica di famiglia. Poi …... viene ricoverato in neonatologia.

Ma il giorno dopo il pediatra ci convoca e con un certo imbarazzo ci comunica che nostro figlio ha la Sindrome di Down. …... scoppia a piangere, e io mi ritrovo a cercare di consolarla mentre vorrei non esistere, tanto è il dolore che mi prende. Improvvisamente crolla il sogno della famiglia perfetta.

La prima comunicazione ….

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due scenari principali

diagnosi o sospetto di

diagnosi nel corso della gravidanza

sospetto di diagnosi al

momento della nascita

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… quale professionista comunica la diagnosi ?

il medico di

“fiducia

.. altro professionista

cosa conosce:

della “storia” della donna ?del suo sistema valoriale ?

del “sistema” che la circonda ?

.. in gravidanza può essere più frequente la presenza del professionista di

fiducia

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l’evento inatteso e la sua storia

indagine diagnostica in

epoca prenatale

effettuata non effettuata

normale

anomalia evento inatteso

neonato sano

neonato con

anomalia

evento inatteso

neonato sano

neonato con

anomalia

evento inatteso

… ogni evento inatteso ha la sua storia

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… in quale periodo della gravidanza ?

primo trimestre

secondo trimestre

esame richiesto dalla donna per escludere una diagnosi di aneuploidia ?quanto è stata esplicitata la finalità della “ecografia morfologica” ?

spesso la “prima comunicazione” di sospetto avviene in un contesto in cui la donna è “sola” (assenza del partner, soprattutto in ambito pubblico) quale tipo di sostegno (relazione) nel tempo che intercorre tra il sospetto e la diagnosi ?

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I e II trimestre: … la “scelta informata”

la diagnosi prenatale non modifica la storia naturale della malattia (salvo in alcuni casi timing e luogo del parto)la diagnosi prenatale porta a dover affrontare l’opzione dell’interruzione della gravidanza

quanto la donna era consapevole che la diagnosi prenatale l’avrebbe messa di fronte a questa “scelta” ? cosa conosce ? cosa ha bisogno di conoscere ?

.. quanto il professionista è preparato a fare il “geografo” e non il “giudice” (in tutto il percorso) ?

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nel III trimestre

non c’è la possibilità di diagnosi, viene comunicato solo un sospetto (rischi elevati dell’amniocentesi tardiva); possibile diagnosi solo delle patologie associatediversamente dal sospetto alla nascita i genitori non possono osservare le caratteristiche del bambino

cosa conosce ? cosa ha bisogno di conoscere ?

.. quale “sostegno” possiamo programmare per il periodo che intercorre tra sospetto e nascita del bambino ?

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III trimestre e nascita: un elemento comune

quali precedenti “rassicurazioni” erano state date

relativamente alla salute del feto ?

la comunicazione è fondamentale nella medicina predittiva

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… a proposito della medicina predittiva

cosa significa che: “ … stante gli esami effettuati la probabilità di avere un figlio affetto è di 1:1200”

con risultati come questi 1199 su 1200 bambini risultano “non essere affetti dalla sindrome di Down” (il che non è sinonimo di esser “sani”) con risultati come questi 1 bambino ogni 1200 risulta “comunque” affetto dalla sindrome di Down” rischio residuo

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se un professionista prescrive acido folico a 300 gravide ogni anno ..

impiega … 22 anni per prevenire 1 caso di

DTN

incidenza DTN: 0.75‰

Riduzione Rischio: 20%

nasceranno 4 bimbi affetti nonostante l’assunzione

di acido folico

… un esempio di “rischio residuo”

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“rischio residuo” e .. evento inatteso

un test negativo non annulla il rischio che la sindrome di Down possa essere

presente …

.. non è sinonimo di bambino “sano”

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la nascita: l’ambiente e … le abitudini

nascita

contatto precoce madre-

bambino

il ruolo del padre in sala

parto

il neonato viene “portato

via”

“assembramento” dei

professionisti

separazione tra madre e

padre

difficoltà oggettive a comunicare contemporaneamente con entrambi i genitori

“pesante” comunicazione non verbale alla madre

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.. per rispettare le regole (di una buona comunicazione) bisogna rompere altre regole (del

sistema)

il neonato viene “portato

via”

urgenza di assistenza

necessità di rianimazion

e

assistenza differibile

“assembramento” dei

professionisti

è possibile evitare la separazione tra madre, padre

e neonato

… le abitudini si possono cambiare

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Quando …... nasce (taglio cesareo d’urgenza per HELPP syndrome) io vado in rianimazione.

Riapro gli occhi e vedo mio marito che mi dice: “l’Ho chiamata F…”; io non ho neppure capito di cosa parlasse. Non mi ricordavo più nulla, neanche di aspettare un bambino.

Mi rivedo in reparto Maternità qualche giorno dopo con la fotografia di F., la mostro a tutti, non ho ancora visto F.

Mamma di F., bambina di 6 anni, nata pretermine (24 settimane, 540 grammi). Sordità neurosensoriale, miopia grave, disturbo cognitivo-comportamentale

… il ricordo

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un elemento sempre presente …

il professionista sa quali informazioni vorrebbe dare, ma ..

la madre

e il padre ?

vuole sapere perché è successo ?vuole sapere come sta ?

vuole sapere cosa succederà ?

.. con quale priorità ?

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il senso di vuoto e i tempi della

elaborazione dell’informazione

.. il silenzio e le domande “tecniche”, ovvero come “prendere tempo”

le domande sul “perché è successo a noi”

.. i rischi della “prevenzione” e dei nessi lineari di causa

i dubbi sulla responsabilità dei

professionisti

.. incertezza come “copertura delle responsabilità” ?

ipotesi, giudizi di valore, pregiudizi

quello che possiamo ipotizzare

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cattiva notizia

.. risulta in un deficit cognitivo, comportamentale ed emozionale nella persona che riceve la notizia, che persiste per un certo periodo dopo che la stessa è stata data.

Ptacek JT, Eberhardt TL. Breaking bad news. A review of the literature. JAMA. 1996;276:496-502

comunicazione di diagnosi che fa seguito ad

accertamenti

evento improvviso

la famiglia ha avuto modo di informarsi, elaborare

ipotesi ..

la famiglia non ha elaborato quasi nulla

… evento inatteso e cattive notizie

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.. a proposito del silenzio

“cosa vi preoccupa di più di quello che vi ho

detto?”

“vi lascio soli per qualche minuto”

“ …...”

il problema di gestire “il silenzio”

da a

il problema di gestire “il proprio

silenzio”

come privilegiare la comunicazione con entrambi i genitori allorché è avvenuta la separazione

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.. la diversità delle reazioni

Lei non riesce ad accettare l'idea che nostro figlio sia Down, pensa continuamente e con angoscia agli ostacoli e alle limitazioni che nostro figlio avrà nella vita. Io, dopo il primo momento di smarrimento, cerco di affrontare la situazione di petto, ma questo mio comportamento mi allontana da …..., che avverte in me una certa superficialità.

Nei primi giorni sperimentiamo una unità di coppia nuova. Siamo più attenti all'altro, ci vogliamo più bene. Ma nel periodo che segue al dolore che proviamo se ne aggiunge un altro: la scoperta che io e ……. viviamo questa situazione in maniera completamente diversa, e questo rischia di creare una frattura fra di noi.

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e il padre ?

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diagnosi e prognosi

il professionista tende a indagare il passato e

fotografare il presente: comunicazione di

diagnosi

la necessità dei genitori: sono interessati al

film del futuro: comunicazione di

prognosi

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la difficoltà della prognosi

il professionista può esprimere delle probabilità di evoluzione sulla base degli elementi che

caratterizzano il momento della diagnosi.

La probabilità è espressa da numeri

il genitore avrebbe bisogno di una risposta dicotomica rispetto

al proprio bambino

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… l’utilizzo di numeri piuttosto che di parole può determinare una migliore comprensione del rischio residuo, senza aumento dell’ansia materna. … le donne delle classi con svantaggio socio-culturale sono più soggette a sottostimare il rischio residuo.

… se si comunicano i rischi è meglio farlo con le frequenze (su 1000 bambini si verifica in 1 caso) piuttosto che le probabilità (1‰)

Marteau TM, Saidi G, Goodburn S et al. Numbers or words? A randomized controlled trial of presenting screen negative results to pregnant women. Prenat Diagn 2000;20:714-8

parole, numeri e .. comprensione

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difficile trovare le parole … più facile evitarne

alcune legate a:

la fatalità, il destino

lasciamo fare alla natura, sono cose che accadono..

la sottovalutazione

non è il caso di fasciarsi la testa, non è così grave..

l’ideologizzazione

è un bambino come gli altri, cosa vuol dire normalità?..

l’impotenza non ho la sfera di cristallo, non sono un indovino …

il tecnicismo distocico, anossico, catatonico; è una sindrome di …

la responsabilità altrui

le cose avrebbero potuto andare diversamente se

da “Nati due volte” di G. Pontiggia

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il professionista i genitori

la fotografia di ciò che si vede

il film della vita futura

spiegare ciò che si vede

il confronto tra osservatori con diverse conoscenze

confrontarsi su ciò che ci attende

condividere l’incertezza della prognosi (non serve un trattato di diagnosi differenziale)

come “mitigare” l’asimmetria degli obiettivi

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l’evento inatteso, i genitori e .. gli altri

come comunicare la notizia agli altri elementi del sistema familiare e amicale ?.. in particolare come comunicare la notizia a fratelli e sorelle del bambino ?

è utile esplicitare l’offerta attiva di un ruolo del professionista nel processo di

comunicazione agli “altri”

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La prima volta che me lo hanno portato si è attaccato succhiando avidamente.

Il mattino dopo mi è stata comunicata la notizia: sospetto di sindrome di Down e necessità di eseguire il cariotipo. Addirittura il prelievo sul quale eseguire l'esame è stato portato da noi personalmente a Genova (che dista circa 150 Km) per accelerare l'esito, poi l'ospedale ha impiegato una settimana, da quando gli è pervenuto il risultato per comunicarcelo.

I giorni di degenza in ospedale sono stati davvero stressanti: tutti i parenti e conoscenti vengono a congratularsi e complimentarsi, e intanto c'è quel terribile sospetto che piano piano si insinua diventando sempre più concreto, che qualcosa non va, ma che ti devi tenere dentro

la comunicazione, l’ospedale, gli altri

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l’elemento centrale del processo comunicativo

l’incertezza

la differenza tra il “tu” e il “noi”

caratterizza tutte le fasi del processo:

dall’intervallo tra sospetto e diagnosi alla prognosi futura

è necessario acquisire le competenze per accompagnare i

genitori nell’incertezza, non facendoli

sentire soli e disorientati

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… il ruolo dei professionisti

il professionista è solo: non può delegare la

comunicazione a specialisti con maggiori competenze nell’area della

comunicazione e del sostegnoil professionista deve acquisire abilità alla comunicazione che gli permettano di affrontare il primo colloquio

il professionista con specifiche competenze nell’area della comunicazione e del sostegno deve conoscere ciò che avviene o può avvenire nel primo colloquio

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Communications skills make an appreciable difference to clinical management….

Communication is often a major component of the medical management in

chronic and palliative care: sometimes it is all we have to offer

R. Buckman. Communications and emotions. BMJ 325, 2002

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