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LEZIONE
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7/21/2019 Lezione 2 - Materiali
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Comportamento Meccanico deiMateriali
Tecnica delle CostruzioniUniversità degli Studi della Basilicata
Facoltà di Architettura
Facoltà di Ingegneria
Michelangelo LaterzaPhD - Ass. Prof. of Structural Engineering (Tecnica delle Costruzioni)
Facoltà di Architettura - Università degli Studi della Basilicata
E-mail: [email protected]
Web page: http://www.unibas.it/utenti/laterza/laterza.html
7/21/2019 Lezione 2 - Materiali
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Introduzione al concetto di sforzo
Una forza che agisce su una piccola area produce sforzi più elevati di quanto non
faccia la stessa forza che agisca su un’area maggiore. Questi sforzi tendono acausare una rottura per trazione, o per compressione o per taglio.
Materiali diversi hanno capacità diverse di sopportare i diversi tipi di sforzo.
Alle sollecitazioni di trazione, di
compressione, di taglio, o aimomenti flettenti all’interno di una
struttura sono associati degli
sforzi interni corrispondenti. Lo
sforzo, forza specifica per unità di
superficie, è una misura di come
una forza sia distribuita su diun’area.
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Sforzi di trazione e di compressione
dove è lo sforzo (forza per unità di superficie), P è la forza assiale, e A è l’areadella sezione trasversale considerata. Sforzi di questo tipo sono sforzi assiali, o
normali. Gli sforzi che si sviluppano in un elemento caricato in compressione
semplice possono descritti in modo simile.
Sforzo = forza / superficie= P / A
Esempio:
Un elemento con sezione che misura 50x50
mm regge un carico assiale 100 kN. Qual‘èl’intensità degli sforzi in una generica
sezione?! = P/A
! =100/(50x50)=0,04kN/m2=40 N/mm2
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Rigidezza e Resistenza
Nel linguaggio ordinario il significato di parole come “forte, solido, duro, rigido,
resistente” è di solito molto vago, e queste parole sono usate spesso come
sinonimi.
Il Greco antico ed il Latino erano altrettanto imprecisi - per esempio in Latino
“TENSIO” significa indistintamente Tensione e Deformazione “Ut tensio, sic vis”
“la forza è proporzionale all’allungamento”.
La prima testimonianza storica di un approccio scientifico ai problemi della
resistenza si trova nei manoscritti di Leonardo da Vinci (1452-1519) “ La
meccanica è il paradiso delle scienze matematiche perché è qui che la matematica
dà i suoi frutti”. Leonardo sperimentò la resistenza di cavi applicando ad essi
carichi di trazione (era interessato a variazioni della resistenza al variare della
lunghezza del cavo). Anche se può sembrare ovvio che la resistenza non dipendadalla lunghezza del cavo si ha che a parità di carico di rottura la variazione di
lunghezza in una fune lunga è maggiore che in una fune corta ossia l’energia di
rottura è più elevata (tutto dipende da cosa si intende per “RESISTENZA”).
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7/21/2019 Lezione 2 - Materiali
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Rigidezza e Resistenza
Il padre della definizione moderna della resistenza dei materiali può essere
considerato Galileo Galilei (1564-1642) che processato dall’Inquisizione per leteorie eliocentriche sul sistema solare fu costretto ad abbandonare le osservazioni
astronomiche e a dedicarsi a problematiche per lui di ripiego come lo studio dei
materiali e delle strutture, considerato innocuo dalla chiesa. Nei suoi studi ( Discorsi
e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze) egli stabilì che “il carico
di rottura” di un’asta sottoposta a trazione “è proporzionale all’area della
sezione trasversale”.
Isaac Newton (1642-1727) sosteneva che “ gli Dei non risiedessero in cucina” e
quindi disprezzava le scienze applicate. Nondimeno la Meccanica Newtoniana
pubblicata nei “ Principia” del 1687 era destinata ad avere nella progettazione delle
strutture un ruolo fondamentale - La terza legge di Newton (Uguaglianza tra
Azione e Reazione) fissa il concetto di equilibrio alla base del calcolo delle
strutture.
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Rigidezza e Resistenza
Robert Hooke (1635-1703) sosteneva invece che “ gli Dei
risiedessero in cucina” e quindi non disprezzava le scienze
applicate. Egli dimostrò sperimentalmente che “Ut Tensio,sic Vis - la Forza è proporzionale all’Allungamento ” (The
true theory of elasticity or springiness).
Hooke affermava che:
Un solido può resistere a una forza esterna solo cambiando
la sua forma: allungandosi se è soggetto a una forza di
trazione, contraendosi se è soggetto a una forza di
compressione.
La sua scoperta era una logica conseguenza della terza legge
di Newton (Uguaglianza tra Azione e Reazione). Non esiste quindi secondo Hooke un materiale perfettamente
RIGIDO (solo deformandosi elasticamente, un materiale può
accumulare energia per reagire ad una forza esterna). Allungamento
C
a r i c o
Hooke
Legge di Hooke:
“ I materiali solidi
sono elastici. Vale adire, riacquistano
forma e dimensione
originale quando
viene rimosso un
carico che era stato
loro applicato in
precedenza” .
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Rigidezza e Resistenza
Allungamento
C a r i c o
Hooke
Allungamento
C a r i c o
Curva a J tipica deiTessuti Animali
Allungamento
C a r i c o
Perdita di elasticità
Metalli Duttili
Allungamento
C a r i c o
Curva a S tipica del comportamentoelastico della Gomma
Legge di Hooke:
“ I materiali solidi sono
e l a s t i c i . V a l e a d i r e ,r i a c q u i s t a n o f o r m a e
dimensione originale quando
viene rimosso un carico che
era stato loro applicato in
precedenza” .
La legge di Hooke è rigorosamente vera per i materiali ceramici, il vetro, la maggior parte
dei minerali e per i metalli molto duri.
La legge di Hooke è vera in
molti altri materiali solo per bassi o bassissimi livelli di
sforzo.
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Rigidezza e Resistenza
Tensioni e Deformazioni
Augustin Cauchy (1789-1857) definì lo Sforzo (Tensione) come “la forza per
unità di superficie della sezione trasversale passante per un punto particolare del
materiale” mentre la Deformazione è “la conseguenza di uno sforzo applicato al
materiale”.
Lo Tensione ( = F / A ) ci dice con quanta forza vengono allontanati o avvicinati gli
atomi in un dato punto di un solido.
La Deformazione (
=#
l /l ) di quanto gli atomi vengono allontanati o avvicinati (di
quanto il materiale viene allungato o compresso).
l
A
F F
= F / A
l #l
F F
= #l /l
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Rigidezza e Resistenza
Thomas Young (1773-1829) per primo affermò che “ogni materiale possiede una
propria rigidezza che quindi lo caratterizza” e mostrò che la deformazione totale
di una struttura che resiste ad un dato carico è dovuta agli effetti combinati dellarigidezza del materiale da un lato e della dimensione e forma della struttura
dall’altro.
L’espressione matematica del Modulo di Young (1826) è invece dovuta a Claude-
Louis-Marie-Henry Navier (1785-1836) che definì la rigidezza del materiale
come pendenza della curva Sforzo-Deformazione ossia “il rapporto tra Tensione e
Deformazione”.
Allungamento
C a
r i c o
Alluminio
Osso
Acciaio
Legno
Più alto è il Modulo di Young, più il materiale è
Rigido.
Più alta è la Tensione da applicare per provocare la
rottura, più il materiale è Resistente.
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Rigidezza e Resistenza
A. A. Griffith (1893-1963) cominciò i suoi studi sulla resistenza dei solidi nel
1918. Egli sperimentò in particolare la resistenza del vetro e trovò che riducendolo
di spessore la sua resistenza cresceva notevolmente. Le fibre ottenute da Griffith(diametro dell’ordine del millesimo di millimetro) avevano resistenza circa 20 volte
superiore a quella dei campioni di vetro iniziali (barrette di vetro di diametro
dell’ordine del millimetro) che a loro volta risultavano avere resistenza di circa 100
volte più bassa di quella teorica (quella di una catena di atomi).
Griffith giustificò il fenomeno con la presenza di fessure nel materiale (Fessure di
Griffith) che erano di estensione (lunghezza) maggiore negli elementi di maggiorespessore, e che quindi provocavano, secondo la legge di Inglis (1913), un aumento
di sforzo nel materiale maggiore delle microfessure presenti nelle fibre sottili.
Legge di InglisC.E. Inglis, professore di ingegneria all’Università di
Cambridge, calcolò che se un foro ellittico di lunghezza
uguale a 2L e raggio di curvatura dell’apice r è soggettoad uno sforzo trasversale, lo sforzo nel materiale all’apice
sarà amplificato di un fattore:
1 2 L
r
! " +# $
% &
01 2
L
r ! !
" # = +$ %
& '
L L L 2 L
r
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Rigidezza e Resistenza
La legge di Inglis (1913), funziona abbastanza bene nel caso del vetro ma fornisce
valori troppo elevati della concentrazione di tensioni nel caso di altri materiali e
soprattutto nel caso di fessure di dimensioni non più microscopiche (es. fori diareazione in vetri di finestre, aperture tipo finestre nelle strutture delle navi).
Griffith (1893-1963) corresse l’approccio tensionale di Inglis ed affrontò il
problema da un punto di vista energetico:
Un materiale o una struttura che sostiene un carico è un sistema nel quale viene
immagazzinata energia di deformazione.
Perché una fessura possa svilupparsi occorre che parte di questa energia dideformazione venga trasmessa nella zona della fessura ad innescane la frattura.
Introducendo una fessura di lunghezza L si ottiene che il materiale
circostante la fessura si rilassa liberando energia di deformazione
disponibile per il meccanismo di frattura, tale energia fa in modo
che la fessura si propaghi.
L
21 1
2 2 2
ew
E E
! ! ! " ! # = # ==
Si consideri un pezzo di materiale con modulo elastico E soggetto a
uno sforzo di trazione , il materiale conterra 2/2E unità di
energia per volume unitario (al centro).
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7/21/2019 Lezione 2 - Materiali
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Rigidezza e Resistenza
Griffith (1893-1963)
L’Energia necessaria a formare una nuova fessura di lunghezza L ( Lavoro speso per generare una frattura) è in relazione lineare con L.
L’Energia di deformazione liberata dal sistema durante la frattura è
invece proporzionale ad L2 ( parabolica con L).
L
L E n e r g i a
Energia liberata dalla frattura
Energia necessaria a formare la fessura
+
_
Energia netta necessaria a propagare la fessura g
L
x
Y
Fino ad X il sistema consuma
energia per formare fratture. Oltre
il punto X il sistema libera
energia utilizzabile per propagare
la frattura.
Lunghezze di fessure inferiori ad
L g ( Lunghezza critica di Griffith)saranno quindi stabili.
La Lunghezza critica di Griffith L g che provoca la frattura a un certo sforzo
di trazione è direttamente proporzionale al Lavoro di Frattura W. 2
2
g
WE L
!"
=
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Rigidezza e Resistenza
Griffith (1893-1963)
Nel caso di strutture di piccole dimensioni (es. orologi, spade, funi, trefoli, etc.) con fori o imperfezioni altrettanto piccole i metalli ad alta resistenza
sono ottimali per via della loro elevata tensione di rottura ma in strutture di
grandi dimensioni con fori o imperfezioni dell’ordine dei metri (es. navi,
aerei, ponti, etc.) occorre utilizzare metalli più tenaci (W elevato) anche se
questi sono a bassa resistenza.
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Rigidezza e Resistenza
Griffith (1893-1963)
Si ottengono infatti così vantaggi multipli:1. I fili resistono a sforzi di trazione maggiori per via della lunghezza
ridotta delle imperfezioni;
2. La fune può essere costruita con acciaio ad alta resistenza;
3.
La frattura di un filo non si propaga nel materiale (l’energia dideformazione liberata non può essere trasmessa da fibra a fibra e la
frattura si arresta – << Meccanismo resistente di Cook/Gordon>>)
Le strutture di grandi dimensioni dovrebbero esserequindi costruite suddividendo i materiali.
Le funi di metallo sono un ottimo esempio, esse infatti
sono fatte di acciaio fragile ad alta resistenza grazie al
fatto che l’acciaio viene suddiviso in molti fili separati.
2
2
g
WE L
!"
=
L
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Rigidezza e Resistenza
La maggior parte delle strutture ingegneristiche moderne è fatta di leghemetalliche convenzionali. Le condizioni di sicurezza sono ottenute, in un
modo o nell’altro, per suddivisione.Le strutture reticolari, per esempio, sono molto più sicure delle strutture a
guscio. Per molti anni le navi da guerra americane hanno avuto alberature
reticolari.Durante la Seconda guerra mondiale, il bombardiere “Wellington” aveva
una struttura reticolare ricoperta di metallo e una percentuale di incidentiinvidiabile.
I bombardieri Wellington ritornavano spessoalla base, dopo le incursioni in Germania,
pur avendo subito dalla contraerea danni tali
che aeroplani costruiti con un rivestimento
metall ico continuo sarebbero stat i
sicuramente abbattuti.
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Rigidezza e Resistenza
Le navi e quasi tutti gli aeroplani moderni hanno un rivestimento metallicocontinuo. Quando le giunture del rivestimento sono rivettate, la
discontinuità garantisce un effetto almeno parziale di arresto delle fessure.Quando invece le giunture del fasciame sono saldate, come quasi sempre
avviene nelle navi moderne, una fessura è libera di propagarsi, spesso da
una parte all’altra della nave.
Persino una struttura a guscio di dimensioni ridotte, come il
cranio umano, è dotata di suture, meccanismi per arrestare lefessure di Griffith. I gusci delle uova sono al contrario strutture
a guscio prive di discontinuità, proprio per permettere agli
uccellini di uscirne facilmente.
Le aragoste e altri animali del genere sono dotati di strutture a
guscio robuste e resistenti (la Natura ha avuto sicuramente un
bel po’ di problemi per aumentarne il lavoro di frattura).Tuttavia le considerazioni di Griffith pongono un severo limite
alle dimensioni di questi animali, che infatti sono inferiori a
quelle delle navi e degli aeroplani. Michelangelo Laterza – Principi e Sistemi Strutturali per l’Architettura
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Rigidezza e Resistenza
Un’idea molto diffusa fra i non addetti ai lavori,
incoraggiata forse dalle illustrazioni dei libri di
fantascienza, è che la struttura ideale del futuro sarà unenorme guscio a cassone liscio e continuo, simile a un
gigantesco uovo aerodinamico. Un concetto del genere
potrebbe trovare posto nei sogni di uno scrittore di
fantascienza, ma sarebbe un incubo per gli ingegneri.
Uno dei principali motivi a favore di una struttura a
guscio in un’ala o una fusoliera di aeroplano è la
necessità di ottenere alte rigidezze a torsione, in modo
da impedire comportamenti letali delle ali e degli
alettoni.
Comunque, negli animali in grado di volare, la Naturasi è comportata diversamente. Gli uccelli sono molto
flessibili in torsione, ma riescono in qualche modo a
mantenere la stabilità.
Michelangelo Laterza – Principi e Sistemi Strutturali per l’Architettura
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Rigidezza e Resistenza
Fatica
L'accumulo di micro cambiamenti in seguito ad un più o meno elevatonumero di applicazioni di carico, crea un danno cumulativo che genera
macro discontinuità le cui dimensioni raggiungono la “ Lunghezza critica di
Griffith L g ” e sono qundi tali da poter dar vita ad una cricca che poi è in
condizioni di propagarsi.
Michelangelo Laterza – Principi e Sistemi Strutturali per l’Architettura
Le fratture per fatica sono progressive ovvero iniziano
con una piccola cricca che
cresce ad ogni picco di carico.
La frattura per fatica è il fenomeno che porta alla rottura un materialesottoposto a ripetuti stress aventi un valore massimo inferiore al carico
statico di rottura dello stesso.
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Rigidezza e Resistenza
Fatica
La rottura per fatica si sviluppa in tre fasi: Nucleazione, Propagazione,
Rottura di Schianto.Fase 1 - Nucleazione. La nucleazione è la fase più critica della frattura per
fatica ed è la fase più studiata, in quanto interessa circa l'80% della vita totale
del componente. La enucleazione della cricca avviene per effetto delle
variazioni delle tensioni applicate, che determinano la comparsa di
microdiscontinuità superficiali che determinano un "danno" locale. Lanucleazione coinvolge una porzione estremamente limitata di materiale
intorno all'origine ed è poco visibile.
Fase 2 - Propagazione. La stadio di propagazione è la fase in cui la cricca si
propaga nel materiale perpendicolarmente alla direzione della tensione (è
solitamente la parte meglio leggibile ed identificabile). Fase 3 - Rottura di Schianto. Quando la propagazione indebolisce la
sezione al punto che la sezione residua non è più sufficiente a sopportare il
carico massimo applicato , il componente cede di schianto. Michelangelo Laterza – Principi e Sistemi Strutturali per l’Architettura
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Rigidezza e Resistenza
Fatica - August Wohler (1819-1914)
I primi studi intorno alla fatica vennero compiutialla fine del secolo XIX, in seguito a una serie di
rotture “inspiegabili” di assali ferroviari progettati
per resistere a carichi (statici) ben superiori a quelli
cui invece avveniva la loro rottura improvvisa in
esercizio. In questo senso, fondamentale è l'operadi August Wohler (1819-1914), che intuì che il
fenomeno era dovuto alla natura ciclica del carico.
Egli mise in relazione l'ampiezza massima del ciclo
di sollecitazione con il numero di cicli che il pezzo
sopportava prima della rottura: ne ricavò una seriedi curve su base statistica (diagrammi di Wohler)
che costituiscono lo strumento base per la
progettazione di componenti meccanici a fatica.
Michelangelo Laterza – Principi e Sistemi Strutturali per l’Architettura
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Rigidezza e Resistenza
I diagrammi evidenziano per alcunimateriali (in generale leghe ferrose)
l'esistenza di un limite inferiore di sforzo
massimo al di sotto del quale il materiale
non si rompe per effetto di fatica nemmeno
per un numero “molto alto” (idealmente
infinito) di cicli. Questo valore dello sforzoè detto limite di fatica del materiale (leghe
non ferrose come l’alluminio non hanno un
limite di fatica e quindi si rompono anche
sotto bassi sforzi applicati ciclicamente).
La concentrazione di tensioni, dovuta a intagli previsti o a irregolaritàsuperficiali o interne non volute, permette alla cricca di fatica di originarsi
con maggiore facilità.
Michelangelo Laterza – Principi e Sistemi Strutturali per l’Architettura
Fatica - August Wohler (1819-1914)
Legge di Inglis 01 2
L
r ! !
" # = +$ %
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Duttilità
c s scCurvatu
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ra
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#
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Duttilità di S o diezio Curvaturane!
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=
f sy
! sy ! su
u
y
Duttilità di Materiale!
µ !
=
y
syCurvatura di prima plasticizza
d z n
xio e
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#
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cu
u
su
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d xCurvatura ulti
se
se
ma
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#$ $%%
&
=
'
=% $%(
La duttilità è una proprietà fisica della materia che indica la capacità di un corpo o di un materiale di deformarsi
sotto carico prima di giungere a rottura , ovvero la capacità di sopportare deformazioni plastiche. Un corpo è
tanto più duttile quanto maggiore è la deformazione raggiunta prima della rottura.
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Duttilità
Una corretta progettazione strutturale deve prevedere una rottura di
tipo duttile e ciò per almeno tre ragioni:
1) Alle rotture duttili corrispondono elevati valori del lavoro di frattura equindi deformazioni evidenti che preavvisano il collasso. Le rotture fragili
(modesti valori del lavoro di frattura) sono improvvise senza segni
premonitori che consentano di prendere immediati provvedimenti di
salvaguardia (riduzione dei carichi, puntellamento, sgombero, ........)
2) Nelle strutture iperstatiche la duttilità consente la ridistribuzione dellesollecitazioni ed un conseguente incremento della resistenza al collasso
3) In caso di sisma la duttilità consente alla struttura di deformarsiconservando una buona resistenza e favorisce la dissipazione di una partedell'energia trasmessa dal terreno alla struttura in elevazione
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Resistenza e Duttilità2) Nelle strutture iperstatiche, la Duttilità consente la ridistribuzione delle sollecitazioni ed un
conseguente incremento della resistenza al collasso
q
l
2
12 A B
q l M M
!
= =
2
24C
q l M
!
=
21)
12
(u
Collasso SLU
q Rottura Sezione
M
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#$
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A B
C
A B
C
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12 A B
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C
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Resistenza e Duttilità3) In caso di sisma la duttilità consente alla struttura di deformarsi conservando una buona
resistenza e favorisce la dissipazione di una parte dell'energia trasmessa dal terreno alla struttura in
elevazione
m
y
Duttilità di Strutturaµ !
!=
!
u
y
Duttilità di Sezione!
" !
=
u
y
Duttilità di Materiale!
!
µ =
m
y
E DV
q
V q µ
! "
!# = =
!
m
y
Duttilità di Spostamentoµ !
!=
! V
T # y (q!# y)
V D=V y
V E
T 0
D
E q Fattore di StruV
V ttura=
Spettro Elastico
Spettro di Progetto
V
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Progettazione in termini di duttilità strutturale
Elevate capacità di duttilità consentono elevate riduzioni della
resistenza alle sollecitazioni sismiche.
Minore è la capacità in termini di duttilità, maggiore è laresistenza richiesta.
Resistenza e Duttilità3) In caso di sisma la duttilità delle sezioni consente alla struttura di deformarsi
conservando una buona resistenza e favorisce la dissipazione di una parte dell'energia trasmessa
dal terreno alla struttura in elevazione
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I Principali Materiali Strutturali
(Tradizionali e Innovativi )
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I Materiali Tradizionali
Il Legno
La resistenza del legno e il suo meccanismo di rotturaGli alberi sono di fatto mensole verticali, che possono resistere a venti
provenienti da quasi tutte le direzioni. Devono avere una sezione trasversale
simmetrica e all’incirca circolare, in modo che, quando l’albero viene
piegato dal vento, la risultante degli sforzi di compressione sul lato
sottovento avrà un massimo uguale e opposto al massimo della risultantedegli sforzi di trazione sul lato sopravvento.
Tuttavia, poiché il legno è un materiale cellulare e le pareti cellulari sono generalmente molto sottili, il legno
è molto più debole in compressione che in trazione;questo perché le pareti cellulari tendono a imbozzarsi e
a collassare localmente sotto sforzi relativamente
piccoli.
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I Materiali Tradizionali
Il Legno
La resistenza alla compressione per forze parallele alla venatura del legno èdi solito circa un terzo o un quarto della resistenza alla trazione nella stessa
direzione. Ci si aspetterebbe quindi che gli alberi arrivino facilmente alla
rottura sotto il carico flettente del vento, a causa di cedimenti locali in
compressione, ma ciò non avviene perché gli alberi prendono ingegnose
precauzioni contro questo pericolo.
Comportamento a
compressione
Comportamento
a Trazione
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I Materiali Tradizionali
Il Legno
L’albero cresce in modo tale che glistrati più esterni del tronco siano
presol leci tat i a t razione con
un’intensità pari a circa 150 kg/cm2.
D a t o c h e l a r e s i s t e n z a a
compressione del legno è di circa
300 kg/cm2, la presollecitazionemigliora l’effettiva resistenza a
flessione del tronco di circa il 50 per
cento. Il corrispondente sforzo di
trazione dall’altra parte del tronco
aumenta in proporzione, ma il legnoha generalmente a sua disposizione
una notevole riserva di resistenza a
trazione.
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Il Legno
Comunque in tecnologia la presollecitazione in trazione in sistemi solidi paragonabili agli alberi è piuttosto rara.
Il meccanismo di presollecitazione viene più spesso applicato in modo
opposto, vale a dire mettendo in compressione il componente debole.E’ quanto avviene nel calcestruzzo precompresso, dove il calcestruzzo, che
è debole in trazione, è mantenuto in uno stato di compressione da barre ocavi di acciaio.
Presollecitazione nel tronco d’albero Poiché il legno è molto più debole in
compressione che in trazione, l’albero cresce con gli strati esterni del
tronco presollecitati in trazione. I tronchi interi che venivano spesso usatinelle applicazioni tecnologiche più tradizionali (per esempio le
alberature delle navi) erano perciò più resistenti alla flessione di strutture
più complesse costruite con legname segato.
I Materiali Tradizionali
La pretensione degli strati esterni del troncod’albero è analoga all’uso di strutture gonfiate
con un fluido in pressione, come i pneumatici e lemongolfiere.
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Il Legno
Il legno raramente si rompe per sollecitazioni di trazione.La morfologia del legno infatti è tale che la resistenza nei legami della
molecola di cellulosa è notevole; pertanto lo sforzo di trazione in grado di
provocare la rottura è molto alto.
Generalmente lo sforzo di rottura è compreso fra 500 e 800 kg/cm2
. Poichéinoltre la densità del legno è circa un ventesimo di quella dell’acciaio, la
resistenza alla trazione del legno equivale, a parità di peso, a un acciaio con
una resistenza alla trazione di circa 10000-16000 kg/cm2.
Acciai con questa resistenza vengono utilizzati solo per alcuni tipi di cavi,ma sono molto fragili ( gli acciai «ad alta resistenza» in commercio
raramente hanno una resistenza alla trazione superiore a 16000 kg/cm2 ).
I Materiali Tradizionali
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Il Legno
Comunque, il legno non è solo molto resistente a trazione, ma anche moltotenace. A parità di peso, il legno ha un lavoro di frattura più o meno uguale
al valore dei normali acciai dolci commerciali, che hanno una resistenza a
trazione di circa 5000 kg/cm2.
In altre parole, il legno è un materiale che a parità di peso ha una resistenza
alla trazione pari a quella degli acciai più resistenti (che però sono molto
fragili) e una tenacità equivalente a quella degli acciai più tenaci e più
duttili (che però sono poco resistenti).
Il legno ha un lavoro di frattura elevato poiché l’adesione fra le cellule del
legno è piuttosto debole. Il legno infatti si spacca facilmente nella direzione
delle venature e grazie a ciò il meccanismo di Cook-Gordon di arresto dellafessura può operare facilmente.
I Materiali Tradizionali
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L’ ACCIAIO
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L’Acciaio
L’acciaio è un materiale denso, con una densità relativa pari a 7.8 (la densità dei
materiali biologici va da 1.0 a 1.5).L’acciaio è in grado di concentrare un bel po’ di resistenza e di rigidezza in un
volume relativamente piccolo. Questa è una proprietà chiaramente desiderabile
nella manifattura di spade, coltelli, strumenti chirugici, utensili o parti meccaniche.
L’acciaio può essere reso molto tenace , oppure molto duro e modellato a forma di
spigolo tagliente. Queste caratteristiche sono state immensamente utili per gliuomini, sia prima che dopo la Rivoluzione Industriale.
I Materiali Tradizionali
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L’Acciaio
I Materiali Tradizionali
Le strutture distribuite nello spazio, come le case, gli aeroplani, i vagoni, i
container e i mobili, sono importanti quanto gli utensili, le armi e imacchinari. Inoltre sono più comuni e la loro manifattura richiede più
denaro e più sforzo.
In prima approssimazione quindi, l’acciaio non è un materiale adatto per
strutture di questo tipo (nelle strutture distribuite nello spazio non c’è di
solito una particolare necessità che il materiale sia molto duro).
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L’Acciaio
L’acciaio si presta bene a sostenere carichi di trazione, ma il costo in termini
di peso nel sostenere carichi a compressione e carichi di flessione può dareserie difficoltà.
La sua resistenza a trazione, inoltre, risulta essere circa uguale, a parità di
peso, a quella di molti altri materiali, ed anche la sua rigidezza, espressa
tramite il modulo di Young E, è più o meno la stessa, a parità di peso, di altri
materiali alternativi. A vantaggio dell’acciaio gioca però l’elevata tenacità(duttilità) degli acciai dolci usati nelle costruzioni civili.
I Materiali Tradizionali
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L’Acciaio
I Materiali Tradizionali
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L’Acciaio – “ Dolce” e ad “ Alta Resistenza”
I Materiali Tradizionali
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L’acciaio fornisce la principale risorsa di duttilità in quanto è capace di
sostenere cicli ripetuti di carico ad alti livelli di deformazioni plastiche senzasignificativa riduzione di resistenza.
T e n s i o n e ( M P a )
200
400
600
00.05 0.10 0.150
Deformazione
800
0.20 0.25
f y = 300 MPa
T e n s i o n e ( M P a )
200
400
600
00.05 0.10 0.150
Deformazione
800
0.20 0.25
f y = 400 MPa
f y = 300 MPa
T e n s i o n e ( M P a )
200
400
600
00.05 0.10 0.150
Deformazione
800
0.20 0.25
f y = 520 MPa
f y = 400 MPa
f y = 300 MPa
Sia l’ampiezza del plateau che l’entità delladeformazione massima diminuiscono
all’aumentare della tensione di snervamento
f y (sono comunque caratteristiche variabili
da produttore a produttore)
Il comportamento iniziale è sostanzialmente
elastico (Es=200GPa).
Alla tensione di snervamento f y segue un
plateau ed un tratto incrudente con tensione
massima all’incirca pari a 1,5f y.
Per la risposta strutturale, la deformazione
in corrispondenza della tensione massima
deve essere considerata la deformazione
ultima.
Comportamento sotto carico monotono
I Materiali Tradizionali
L’Acciaio – “ Dolce”
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T e n s i o n e ( M P a )
200
400
600
00.05 0.10 0.150
Deformazione
800
0.20 0.25
f y = 520 MPa
f y = 400 MPa
f y = 300 MPa
LUNGO PLATEAU
INCRUDIMENTO
GRADUALE
PICCOLO SCARTO DELLA f y REALE
RISPETTO AL VALORE NOMINALE
I Materiali Tradizionali
L’Acciaio – “ Dolce”
PROPRIETA’
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T e n s i o n e ( M P
a )
200
400
600
00.10 0.150
Deformazione
800
0.20 0.250.05
f y = 400 MPa
Comportamento sotto carico ciclico: sparisce il plateau e si ha l’effetto
Bauschinger, cioè lo sviluppo di una risposta non lineare per deformazioniminori della deformazione di snervamento (dopo aver snervato l’acciaio a trazione
la deformazione di snervamento a compressione diminuisce e viceversa).
Curve tensioni-deformazioni cicliche e monotone
All’aumentare della deformaziones i r i scont rano a par i tà d i
deformazione tensioni maggiori per
carico ciclico piuttosto che per
carico monotono (incrudimento)
I Materiali Tradizionali
L’Acciaio – “ Dolce”
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Aspetti significativi nella caratterizzazione del comportamento
meccanico dell’acciaioCOMPORTAMENTO
M O N O T O N O
CICLICO
Frequenza dideformazione
Invecchiamento
Temperatura
I Materiali Tradizionali
L’Acciaio – “ Dolce”
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Effetto della temperatura:
Al di sotto una certa temperatura (-20°C) il comportamento diventafragile.
Effetto dell’invecchiamento:C’è un incremento nel tempo della temperatura di soglia che separa
comportamento fragile da comportamento duttile in seguito a
deformazioni plastiche (fino a +20°C) (dall’osservazione degli effetti di
terremoti passati si ha l’evidenza che strutture che hanno subito plasticizzazioni durante
un sisma possono comportarsi in maniera fragile sotto un sisma successivo).
I Materiali Tradizionali
L’Acciaio – “ Dolce”
Effetto della frequenza di deformazione
Al crescere della frequenza di deformazione si manifesta un aumentosignificativo della tensione di snervamento rispetto al caso statico ( per un
acciaio di media resistenza f y=300÷400 MPa la tensione di snervamento
dinamica f y,din risulta essere f y,din=1,10÷1,20 f y )
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L’ ALLUMINIO
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L’Alluminio
Fra i metalli, l’alluminio è oggi probabilmente il più importante dopo il ferro
e l’acciaio. Si ossida facilmente in superficie, formando una pellicola che lo protegge dalla corrosione. La sua conducibilità elettrica e termica è elevata,
rendendolo adatto per la fabbricazione di pentole e cavi elettrici.
E’ molto duttile.
I Materiali Tradizionali
Anche se l’alluminio puro è molto tenero e non
molto resistente, impiegato in leghe con altrimetalli come il rame e il magnesio può offrire
buone caratteristiche di durezza e tenacità.
Strutturalmente l’interesse per le leghe di
alluminio è dovuto alla loro bassa densità. Ladensità relativa di una lega di alluminio come il
duralluminio è approssimativamente 2.8, circa un
terzo di quella dell’acciaio (7.8).
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L’Alluminio
Facendo un confronto con l’acciaio, il modulo di Young E e le possibili
combinazioni di resistenza a trazione e lavoro di frattura sono, a parità di peso, più o meno uguali.
Quindi per le strutture in trazione ci sono pochi vantaggi nell’usare
l’alluminio, specialmente tenendo conto del fatto che la maggior parte degli
acciai ha precisi e prevedibili limiti di fatica, mentre l’alluminio non ne ha.
I Materiali Tradizionali
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L’Alluminio
Il vero vantaggio dell’alluminio deriva dal suo comportamento in
compressione, soprattutto in strutture leggere. Per i pannelli e le colonne, l’alluminio e le sue leghe sono circa due volte più
efficienti dell’acciaio. Poiché i pannelli sottili, come quelli usati per il
rivestimento delle ali e delle fusoliere degli aeroplani, tendono a corrugarsi
quando sono sollecitati da forze di taglio (a causa delle componenti di
compressione degli sforzi di taglio), l’uso di leghe di alluminio al postodell’acciaio può permettere di ridurre di quasi la metà il peso della struttura
di un aereo, senza comprometterne la sicurezza.
Se aggiungiamo il fatto che un rivestimento sottile in lega di alluminio è
molto più resistente alla corrosione di un rivestimento in acciaio, la preferenza dell’industria aerospaziale per l’alluminio diventa chiara.
I Materiali Tradizionali
I M i li T di i li
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L’Alluminio
I Materiali Tradizionali
Argoment i s imi l i a f avore dell’alluminio valgono anche per gli
scafi degli yacht e le carrozzerie
delle automobili, ma in questo caso
il problema è il costo.
L’alluminio è infatti ricavato dalla bauxite ( Al 203·2H 20) per mezzo di
un procedimento elettrolitico che
richiede una quantità di energia,
per unità di peso, quattro volte
superiore a quella necessaria per la produzione di acciaio dolce.
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LE FIBRE
EI MATERIALI COMPOSITI
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I Materiali Innovativi
Le Fibre - Fibre di vetro e resine a base di poliesteri
Verso il 1918 Griffith e altri mostrarono che le fibre sottili di vetro sonoveramente molto forti. Durante esperimenti di laboratorio si osservò che la
resistenza delle fibre si riduceva notevolmente se sulla superficie si
verificava la benché minima abrasione o un altro danno accidentale.
Dopo i tempi di Griffith venne comunque sviluppata una pellicola organica per proteggere la superficie delle fibre, in modo da poterle tessere e
intrecciare senza diminuire in modo eccessivo la loro resitenza. In questo
modo è stato possibile avere filati, tessuti e stoffe in fibra di vetro.
Questi materiali potevano venir impregnati con resine a base di poliestere,
con ottimi risultati.Cupole di radar così costruite entrarono in servizio verso il 1942, ed ebbero
una notevole influenza sull’andamento della Seconda guerra mondiale.
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I Materiali Innovativi
Le Fibre - Fibre di vetro e resine a base di poliesteri
Dopo la guerra i compositi in fiberglass si sono imposti nella produzione discafi, carrozzerie d’automobile, piscine e centinaia di altre grosse strutture a
guscio. Anche se, a parità di peso, questi materiali sono più cari del legno o
dell’acciaio, i costi di produzione finali sono di solito inferiori. Inoltre il
vetroresina non marcisce e non arrugginisce, e i costi di manutenzione sono
di norma molto bassi.Queste applicazioni del vetroresina rappresentano un grande successo, ma il
materiale ha anche limiti ben precisi. Anche se resistenza e tenacità sono buone, la
rigidezza dei materiali rinforzati in fibra di vetro non regge il confronto, a parità di
peso, con quella di metalli come l’alluminio.
In applicazioni come gli scafi di imbarcazioni, la rigidezza, anche se desiderabile,
non è un requisito prioritario. Nell’industria aerospaziale invece le attualimetodologie progettuali fanno dipendere il peso della maggior parte delle strutture
soprattutto dalla necessità di garantire un’adeguata rigidezza, in particolare
torsionale.
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I Materiali Innovativi
La rigidezza specifica del vetro, e quindi delle fibre di vetro, è molto vicina
ai valori dei metalli utilizzati nelle strutture ingegneristiche. In un composito tuttavia più di un terzo del peso è dovuto alla resina, che è
molto flessibile. Quindi anche in un materiale semplice e unidirezionale
rinforzato in fibra di vetro (vale a dire un materiale rigido in una sola
direzione) il modulo specifico di Young (la rigidezza per unità di peso) sarà
minore di quello relativo ai metalli.Inoltre la rigidezza torsionale nelle strutture a guscio, come le ali e le
fusoliere, dipende dalla rigidezza in più di una direzione. Quando le fibre
sono disposte in modo tale da garantire una rigidezza multidirezionale, il
confronto con i metalli comincia a diventare veramente sfavorevole.
Per molti anni si è tentato di aumentare la rigidezza delle fibre di vetro, ottenendo solo moderati successi. Incrementi notevoli del modulo di Young (attorno al 100 per
cento) si sono ottenuti usando l’ossido di berillio , ma questa è una sostanza molto
tossica e, per questo motivo, generalmente non accettabile.
Le Fibre - Fibre di vetro e resine a base di poliesteri
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I Materiali Innovativi
Le nuove superfibre
L’incentivo e i finanziamenti per lo sviluppo di compositi tecnologicamente
avanzati provengono soprattutto dall’industria aerospaziale e da quella
bellica. Per i razzi, i satelliti, i missili e gli altri veicoli spaziali, il problema è
ottenere materiali con una maggiore rigidezza e una minore densità di quelle
dei metalli oggi usati nell’industria aeronautica.
Se guardiamo una lista di elementi e composti, è chiaro che vi sono svariate
sostanze dotate, per il loro peso, di un’alta rigidezza.
Comunque, nello stato in cui si trovano normalmente, questi materiali sono
quasi sempre troppo deboli e fragili. L’inghippo è che il materiale può essere
molto resistente in condizioni di laboratorio, ma diventare molto fragile eindebolirsi drasticamente dopo un banale danneggiamento.
Le Fibre - Fibre di boro, whiskers e fibre di carbonio
I M i li I i i
7/21/2019 Lezione 2 - Materiali
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I Materiali Innovativi
Le nuove superfibre
Un uso intelligente delle fibre può permetterci di superare queste difficoltà.
In primo luogo, se la fibra è sottile, la lunghezza critica di una fessura di
Griffith che può esistere all’interno della fibra stessa deve essere veramente
corta, l’effetto di indebolimento sarà quindi limitato.
In secondo luogo, nella progettazione del materiale composito si possono
prevedere meccanismi particolari per innalzare il lavoro di frattura, che
rendono il materiale molto tenace.
La ricerca di nuove e avanzate superfibre è diventata un’industria a parte.
A prima vista possono sembrare interessanti il berillio e l’ossido di berillio
(BeO), ma si tratta di sostanze molto velenose e quindi da evitare. Comunque molti altri materiali sono promettenti e la maggior parte di essi è
stata studiata in questi ultimi anni in vista di nuove possibili superfibre.
Le Fibre - Fibre di boro, whiskers e fibre di carbonio
I M i li I i i
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I Materiali Innovativi
Una delle prime sostanze sfruttate per formare fibre è stato il boro.
“Quando nel 1958 il chimico americano C.P. Talley produsse le prime fibre di boro, il suo
risultato venne descritto, “ forse con un po’ di esagerazione”, da un alto generale delle forze
armate statunitensi come «la più grande scoperta tecnologica degli ultimi 3000 anni»”.
Le fibre di boro sono state usate intensivamente per i compositi
dell’industria aerospaziale, ma una loro utilizzazione più ampia è limitata dal
costo elevato. Le fibre di boro sono spesso legate con resine organiche, matalvolta sono anche usate per ricavare metalli rinforzati.
Un altro tipo di superfibra dal costo elevato è stato sviluppato col processo di
crescita di cristalli molto sottili, i cristalli a whisker , di vari elementi esostanze composte (le superfici dei cristalli a whisker sono molto lisce,
addirittura su scala molecolare, e quindi possono avere resistenze molto
elevate).
Le Fibre - Fibre di boro, whiskers e fibre di carbonio
I M t i li I ti i
7/21/2019 Lezione 2 - Materiali
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I Materiali Innovativi
Le fibre di carbonio sono considerate in questi ultimi anni le fibre piùmoderne e prestigiose.
A dire il vero, le fibre di carbonio hanno fatto la loro comparsa più di cento anni fa,
sotto forma di filamenti per lampadine elettriche.“L’ingegnere inglese Joseph Swan , un pioniere dell’industria elettrica, cominciò i suoi esperimenti
con le fibre di carbonio verso il 1860, ma fino al 1880 non depositò il suo brevetto, che descriveva la
produzione di filamenti di carbonio tramite riscaldamento di fili di cotone «pergamenati». Ciò lo
portò in conflitto con Thomas Edison , che stava producendo filamenti di carbonio dalla
carbonizzazione di fibre di bambù. Invece di perdere tempo litigando, Edison e Swan decisero di unire
le loro forze e per molti anni produssero con grande successo le lampadine «Ediswan »”.
Nessuno all’epoca pensò di misurare le proprietà meccaniche di questi filamenti di
carbonio, anche se dovevano essere notevoli.“A quanto pare i tedeschi usavano sui sottomarini le lampadine a filamento di carbonio proprio
perché avevano compreso che i filamenti di carbonio erano più resistenti agli shock meccanici
provocati dalle cariche di profondità di quanto non lo fossero i filamenti di metallo”.
Le Fibre - Fibre di boro, whiskers e fibre di carbonio
I M t i li I ti i
7/21/2019 Lezione 2 - Materiali
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I Materiali Innovativi
Comunque dopo gli anni 20 i filamenti di carbonio cominciarono a essere
considerati relitti del passato e vennero dimenticati. Fu solo nel 1963 che lostudio delle fibre di carbonio venne ripreso, questa volta da un punto di vista
meccanico, dall’ingegnere inglese William Watt (1912-1985). Come Edison
e Swan, Watt cominciò a carbonizzare la cellulosa, ma poi, con un lampo di
genio, decise di provare a carbonizzare un polimero sintetico, il
poliacrilonitrile. Riscaldò fino a circa 250°C in atmosfera inerte la fibra originale sollecitata in trazione: ottenne così
una disposizione molecolare a forma di scala. Un ulteriore riscaldamento in aria fino a 600 °C ossidò
questa struttura ad anello in una nuova forma che con un successivo riscaldamento venne ridotta a
una fibra di carbonio, che è in effetti una catena di anelli di grafite. Watt scoprì che la migliore
resistenza a trazione viene ottenuta quando il processo di riscaldamento finale è interrotto a una
temperatura di circa 1500 °C, ma che il modulo di Young più alto (vale a dire la migliore rigidezza) si
ottiene alzando la temperatura finale sino a circa 2600 °C.
Nei vent’anni successivi al lavoro pionieristico di Watt sono stati fatti molti
progressi, soprattutto negli Stati Uniti, per sviluppare metodi di produzione
meno costosi.
Le Fibre - Fibre di boro, whiskers e fibre di carbonio
I M t i li I ti i
7/21/2019 Lezione 2 - Materiali
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I Materiali Innovativi
Non vi sono dubbi sui vantaggi dell’uso dei compositi a base di fibre di
carbonio nelle strutture ad alta tecnologia; in questo campo potrebbero ancherimpiazzare del tutto le leghe metalliche.
Le Fibre - Fibre di boro, whiskers e fibre di carbonio
Le fibre di carbonio sono
invece entrate nel mercato
per molte altre applicazioni,
come gli articoli sportivi e le
protesi mediche, che non
sembrerebbero richiedere
un’elevata rigidezza. Questi
prodotti potrebbero forse
essere fatti meglio e più abuon mercato in vetroresina.
I M t i li I ti i
7/21/2019 Lezione 2 - Materiali
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I Materiali Innovativi
La prima importante fibra sintetica resistente è stata il nylon, inventato alla fine degli anni
30 da DuPont. Come ci si potrebbe aspettare dalla sua particolare disposizione molecolare, ilModulo di Young del Nylon è veramente molto basso. D’altro lato il nylon può essere
deformato del 20 per cento o più prima della rottura.
“ Il nylon è stato molto apprezzato per le calze da donna e per altri tessuti che richiedevano
bassa rigidezza e grande estensibilità. Anche se il suo basso modulo di Young ne ha
precluso l’applicazione in strutture ingegneristiche rigide e come fibra di rinforzo nei
materiali compositi, la sua estensibilità e capacità di assorbire energia di deformazione lohanno reso molto utile per applicazioni come i paracadute e i cavi di traino degli alianti”.
Le fibre aramid costituiscono un’eccezione perché hanno Moduli di Young più alti delle
altre fibre sintetiche organiche. La più conosciuta è il Kevlar , sviluppato dalla DuPont
Corporation e usato, fra le altre cose, per pneumatici e vele. Anche se il modulo specifico
del Kevlar è molto più basso di quello delle fibre di carbonio e di boro, si può dire che ha un
valore ancora rispettabile, mentre la sua resistenza specifica a trazione è maggiore.
In trazione questa fibra è molto più tenace della maggior parte delle altre superfibre, ma in
compressione a volte tende a spaccarsi o delaminarsi.
Le Fibre - Superfibre polimeriche
I M t i li I ti i
7/21/2019 Lezione 2 - Materiali
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I Materiali Innovativi
Le fibre di cui abbiamo discusso finora sono ovviamente progettate
soprattutto per essere usate come componenti resistenti e rigide di materiali compositi avanzati.
Nel composito le fibre sono legate da una specie di adesivo o matrice. A
volte si tratta di un metallo, ma più spesso di una resina organica.
Le resine sono più leggere della maggior parte dei metalli e aderiscono
meglio alle fibre. Sono anche più semplici da modellare: le resine moderne,come i poliesteri e le resine epossidiche, possono essere fuse e indurite a
basse pressioni e temperature moderate.
Benché queste resine siano necessarie per incollare insieme le fibre, non
contribuiscono molto alla rigidezza del materiale e lo appesantiscono
parecchio. La quantità di resina impiegata deve essere perciò mantenuta alminimo. In pratica la matrice è di solito responsabile di una quota di peso
compresa fra il 30 e il 40 per cento.
Le Fibre - I nuovi materiali compositi
I Materiali Inno ati i
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I Materiali Innovativi
Non è facile elaborare tabelle sulle « proprietà meccaniche tipiche» dei nuovi
compositi. La caratteristica essenziale di questi materiali è in teoria che, a differenzadei metalli, non possono avere delle « proprietà tipiche», perché sono progettati per
adattarsi non solo a ciascuna struttura particolare, ma addirittura a ciascuna zona
particolare della struttura. Almeno, questo è l’obiettivo.
Nell’ingegneria tradizionale, un singolo metallo, per esempio l’acciaio dolce, è
spesso usato indistintamente in tutta la struttura. I metalli come l’acciaio dolce, oltread avere proprietà concordi da un pezzo all’altro, sono anche isotropi: vale a dire, le
loro proprietà sono le stesse, o quasi le stesse, in tutte e tre le direzioni spaziali.
L’uso di un solo materiale omogeneo può forse rendere il compito più facile ai
progettisti e ai manager, ma la Natura non si comporta così.
La Natura, che utilizza materiali fibrosi da molti punti di vista analoghi ai nuovi
compositi, raramente impiega materiali isotropi in una struttura vivente. Negli
animali, le ossa e i tessuti soggetti a carichi variano considerevolmente a seconda
della loro dislocazione e funzione.
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I Materiali Innovativi
Il problema di determinare le proprietà direzionali dei compositi fibrosi ha
attirato per molti anni l’interesse dei matematici. Il loro lavoro teorico spiega la conclusione sperimentale secondo cui la
costruzione di un materiale fibroso isotropo, cioè che ha le stesse proprietà
in tutte e tre le direzioni, è scarsamente praticabile.
Per alcune applicazioni, i risultati migliori si raggiungono quando tutte lefibre sono parallele, come nel legno. Anche se questi materiali unidirezionali
tendono a essere troppo deboli perpendicolarmente alla venatura e a
spaccarsi con facilità, vi sono davvero molte applicazioni per i compositi a
fibre parallele. Un composito isotropo in due direzioni, vale a dire nel piano
del foglio, avrà un terzo della resistenza e rigidezza di un composito a fibre parallele.
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I Materiali Innovativi
Ma in un composito non esiste in realtà una disposizione migliore,
applicabile in tutti i casi. Come abbiamo detto, la soluzione probabilmentedeve variare non solo da struttura a struttura, ma, come nel caso degli esseri
viventi, da elemento a elemento della stessa struttura.
Il miglior progetto dipenderà dalla natura dei carichi che una struttura deve
sopportare.Una struttura leggera richiederà materiali diversi da quelli necessari per una
struttura pesante.
Anche le dimensioni della struttura sono importanti: una struttura di grandi
dimensioni richiederà un lavoro di frattura superiore a quello necessario per
una struttura di piccole dimensioni ( si possono quindi integrare nelmateriale composito sofisticati meccanismi per ottenere il lavoro di frattura
richiesto).
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COSTRUZIONI :
Crescita annua ~ 4%
Consumo annuo
300.000 ton nel 2007
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Il materiale FRP
• L’FRP è un materiale composito
• E’ formato da due fasi: – Matrice (solitamente una resina)
– Rinforzo (sempre in fibre. Es: di vetro, di carbonio)
•
Microscopicamente: due fasi distinguibili
• Macroscopicamente: è un materiale omogeneo
• Si ottiene impregnando i rinforzi nella matrice edattendendo l’essiccazione (polimerizzazione)
•
La matrice distribuisce gli sforzi nel rinforzo
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! f = ! fibV fib+ ! mV m ~ ! fibV fib
f f ~ f fibV fib essendo V f =1
Fibre Matrice
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Caratteristiche dei componenti Caratteristiche degli FRP
ACCIAIO
Proprietà degli FRP
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Materiali base per i rinforzi
•
Lamine in CFRP
• Lamine a L in CFRP
•
Tessuti monodirezionali
• Tessuti multidirezionali
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Tessuti
Vetro Vetro / Aramide
AramideCarbonio
Ri f i
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Rinforzo aflessione ditravi
Rinforzo ataglio di travi
Rinforzo di un impalcato daponte con lamine
Saturazione tessuto inbagno di resina
Applicazione di tessutopreimpregnato
Confinamento di pilastri
Rinforzi:
Tecniche di base
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Un po’ di dati …
•
Nel 2003 negli USA: $45 Miliardi di FRP
– Il 21% nel campo dei rinforzi strutturali
•
Crescita attesa del 300% nel 2005-2010
• 600000 m2 applicati in Cina nel 2003
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In Giappone … BUILDING R ESEARCH I NSTITUTE
0
200
400 600
800
1000
1200
1400
N u m
e r o d i
a p p l i c a z i o n i
1988 1991 1997
Anno
400
600
800
1000
1200
1400Building
Bridge pier
Smokestack
Tunnel
Others
T e r r e
m o t o d i K o b e
( G
e n .
1 9 9 5 )
1994
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IL VETRO STRUTTURALE
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I Materiali Innovativi
Il Vetro Strutturale
Il vetro è un solido amorfo, un materiale privo di ordine.
Gli atomi in un vetro sono disposti nelle tre dimensioni
dello spazio in maniera casuale, allo stesso modo di un
liquido. L’elevata viscosità del materiale fuso e la
rapidità di raffreddamento dello stesso impediscono la
sua cristallizzazione.
Il vetro è costituito essenzialmente da silice (SiO2) ed il punto di rammollimento di vetri costituiti da sola silice è
di 1713°C.
Tale stabilità termica è dovuta alla presenza di soli legami covalenti traatomi.
La difficile lavorabilità del vetro di quarzo ha fatto sì che si cercasse di
ridurre l’intensità di legame tra atomi così da rendere minore la temperatura
di rammollimento della struttura.
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I Materiali Innovativi
Il Vetro Strutturale
Il vetro float
L’impiego di prodotti bassofondenti quali la soda (Na2O - soda) in grado diintrodurre nella struttura covalente atomi legati con legami ionici permette la
lavorazione del vetro a temperature inferiori, prossime ai 700°C. Per rendere
stabile all’acqua il vetro si aggiunge anche ossido di calcio (CaO).
La produzione del vetro avviene mescolando i minerali descritti ed altri
elementi ad una temperatura di circa 1500°C. Il materiale estremamenteviscoso viene fatto poi fluire (800°C) su un bagno di stagno fuso fino ad una
temperatura di circa 500°C. Una volta superata la temperatura di transizione
vetrosa (540°C) il prodotto ha una propria consistenza meccanica che
permette alle lastre di essere trasferite su sistemi a rulli fino alle lavorazioni
successive.Il vetro così prodotto è detto vetro float.
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I Materiali Innovativi
Il Vetro Strutturale
Tempra e ricottura
Il vetro float, prima di essere raffreddato a temperatura ambiente per essereconfezionato, permane un opportuno tempo in prossimità della temperatura
di transizione vetrosa al fine di ridurre gli stati tensionali interni.
Al fine di incrementare la resistenza meccanica del vetro è possibile
sottoporlo a un trattamento di tempra. La tempra nel caso del vetro consiste
nel riportare la lastra da trattare alla temperatura di rammollimento e nelraffreddarla molto rapidamente. In questo modo la regione centrale raffredda
più lentamente di quella esterna portando questa, una volta ricondotto il
vetro a temperatura ambiente, ad essere sottoposta ad un carico di
precompressione.
I vetri ricotti vengono trattati allo stessomodo dei vetri temprati, ma il raffreddamento
avviene in tempi più lunghi.
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I Materiali Innovativi
Il Vetro Strutturale
Il vetro temprato può sopportare carichi nominali
più elevati del vetro ricotto e del float, ma stante lostato di tensione interno il suo profilo di rottura
porta alla frammentazione della lastra. Le tensioni
residue nei vetri ricotti sono inferiori rispetto ai
vetri temprati ed il profilo di rottura vede laramificazione della cricca. I carichi che il vetro
ricotto può sopportare sono pari al 40-50% dei vetri
temprati.
Durabilità
La durabilità nel tempo del vetro è particolarmente elevata così come lo è la
resistenza ad acqua salata, acidi forti, solventi organici, radiazioni UV,acqua. Modesta è invece la resistenza alle basi forti. Il vetro può essere
graffiato da materiali molto duri quali la sabbia o punte di acciaio
particolarmente fini.
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I Materiali Innovativi
Il Vetro Strutturale
Resistenza del vetro
Dal punto di vista teorico il vetro sodico-calcico presenta una resistenza arottura di circa 35 GPa, mentre osservazioni sperimentali mostrano
resistenze non superiori a 70 MPa.
( La resistenza del vetro, così come avviene per tutti i materiali fragili, è
fortemente influenzata, al ribasso, dalla presenza di microdifetti che
causano concentrazioni di sforzo locali tali da superare il valore di
resistenza teorico sopra citato. La qualità del vetro, dal punto di vista della
sua resistenza meccanica, dipende cioè dallo stato di finitura superficiale,
oltre che dalla presenza in seno al manufatto di eventuali microdifetti
occulti).La finitura superficiale dei bordi induce la presenza di microdifetti (rugosità,
microcricche), la molatura “a specchio” fornisce una maggiore affidabilità
meccanica dei manufatti in vetro così realizzati, in quanto i “microdifetti”
indotti dalla lavorazione di molatura sono di entità microscopica.
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Il Vetro Strutturale
Dal punto di vista causale il fenomeno si giustifica con l’aggressione che
l’umidità presente nell’atmosfera esercita sul vetro. Le molecole di acquainteragiscono con i legami meccanicamente stressati all’apice delle cricche.
Dipendenza della resistenza dal tempo
Un altro aspetto che deve assolutamente essere preso in considerazione quando si dimensiona una
struttura in vetro per applicazioni strutturali portanti
è la dipendenza della resistenza dal tempo.
Resistenza al fuoco
La soluzione tecnica adottata per garantire la resistenza al fuoco delle
strutture in vetro portante consiste nel proteggerle mediante pannelli di vetrodi classe REI. I vetri REI sono pannelli di vetro multistrato realizzati con due
o più lastre di vetro (float, ricotto o temprato) con interposta una soluzione
reattiva al calore a base di silicato di sodio o combinazione di più silicati.
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Il Vetro Strutturale
- nei vetri float la presenza di un !T=30÷40°C può generare tensionisufficienti a far propagare una cricca;
- nei vetri ricotti la presenza di un !T=80÷120°C può generare tensioni
sufficienti a far ramificare una cricca;
-
nei vetri temperati la presenza di un !T=180÷200°C può generare tensionisufficienti a far esplodere il vetro.
Resistenza al fuoco
Il pannello REI assolve allo stesso compito delle vernici intumescentiapplicate sugli elementi portanti in acciaio. La presenza di un intercalare
reattivo al fuoco isola la struttura da proteggere generando una schiuma
altamente porosa, altofondente ed opaca.
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Il Vetro Strutturale
I vetri multistrato
Un materiale multistrato è un composto i cui componenti sonoordinatamente sovrapposti e tra loro adeguatamente collegati.
Nel caso di vetri multistrato due o più lastre di vetro sono accoppiate con
uno o più strati di polivinilbutirrale (PVB) dando luogo ad un vetro detto “di
sicurezza” (UNI 7172).
Le singole lastre di vetro possono essere di vetro float, ricotto o temprato.
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Il Vetro Strutturale
Il vetro multistrato tenacizzatoUn particolare tipo di vetro multistrato è il “Vetro Multistrato Tenacizzato”. Viene
impiegato un intercalare polimerico tenace e trasparente (quale il policarbonato) tra
le lastre di vetro che permette di aumentare l’energia di frattura.
In questo caso al concetto di sicurezza propriodel vetro multistrato (localizzazione e
confinamento del difetto o del danno) viene
aggiunto un concetto di sicurezza specifico, in
grado di garantire la capacità portante della
struttura anche nell’improbabile e malauguratocaso in cui si lesionino tutte le lastre di vetro (il
comunque remoto collasso dell’elemento
strutturale trasparente viene scongiurato dal polimero tenace che, oltre a resistere direttamente
al carico agente, ripartisce quest’ultimo sulle
porzioni non lesionate di vetro).
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Il Vetro Strutturale
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Il Vetro Strutturale
I Materiali Innovativi
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Il Vetro Strutturale
I Materiali Innovativi
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Il Vetro Strutturale
I Materiali Innovativi
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Il Vetro Strutturale
Materiali Tradizionali e Innovativi
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Caratteristiche
Materiali Tradizionali e Innovativi
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Caratteristiche – Temperatura di esercizio/Resistenza
Materiali Tradizionali e Innovativi
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Caratteristiche – Allungamento/Resistenza
Materiali Tradizionali e Innovativi
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Caratteristiche – Rigidezza Specifica/Resistenza Specifica
Materiali Tradizionali e Innovativi
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Caratteristiche – Rigidezza/Costi
Materiali Tradizionali e Innovativi
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Caratteristiche – Resistenza/Costi
Il Calcestruzzo Armato
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Calcestruzzo
• Materiale non elastico, non omogeneo e non
isotropo;
• Adattabilità alle forme strutturali ed
architettoniche;
• Economicità e Facilità di lavorazione;
• Buona rigidezza e resistenza a compressione;
• Scarsa resistenza a trazione;
Acciaio
• Materiale elastico, omogeneo ed isotropo;
• Uguale modulo elastico a trazione e a
compressione;
• Costo elevato;
• Elevata resistenza a trazione e a
compressione;
• Buona aderenza
•
Stesso coefficiente di dilatazione termica
Calcestruzzo Armato
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Strutture in cemento armato
Proprietà del calcestruzzo
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La Normativa sul calcestruzzo
Norme tecniche per le costruzioni - capitolo 11(MATERIALI E PRODOTTI PER USO STRUTTURALE)
+
Norme UNI EN
Proprietà del calcestruzzo
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Cap. 11.1 - Conglomerato CementizioLe prescrizioni contenute nel presente paragrafo si applicano al conglomerato
cementizio per usi strutturali, armato e non, ordinario e precompresso di cui al
Paragrafo 5.1.
11.1.1. SPECIFICHE PER IL CONGLOMERATO CEMENTIZIO
Il conglomerato cementizio all’atto del progetto deve essere identificatomediante la resistenza convenzionale a compressione uniassiale caratteristicamisurata su cubi R ck .
Il progettista ovvero il Direttore Tecnico di stabilimento nel caso di elementi
prefabbricati di serie, al fine di ottenere la resistenza caratteristica di identificazione
del conglomerato di progetto, dovrà dare indicazioni in merito ai processi dimaturazione ed alle procedure di posa in opera, facendo utile riferimento alla norma
UNI EN 13670-1, nonché eventualmente dare indicazioni in merito alla composizione
della miscela, tenuto conto anche delle previste classi di esposizione ambientale e del
requisito di durabilità delle opere.
Norme tecniche per le costruzioni - D.M. 14 settembre 2005
Gazzetta Ufficiale n. 222 del 23 settembre 2005 - Supplemento Ordinario n. 159
Proprietà del calcestruzzo
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La resistenza caratteristica è definita come la resistenza al di sotto della quale si ha
il 5% di probabilità di trovare valori inferiori (FRATTILE 5%).
Nelle presenti norme la resistenza caratteristica designa quella dedotta da prove su
cubi confezionati e stagionati come specificato al punto 11.1.4 a 28 giorni di
maturazione; il progettista potrà indicare altri tempi di maturazione a cui riferire le
misure di resistenza su cubi e la conseguente resistenza caratteristica.
Il conglomerato per il getto delle strutture di un’opera o di parte di essa si considera
omogeneo se confezionato con la stessa miscela e prodotto con medesime
procedure.
11.1.2. CONTROLLI DI QUALITÀ DEL CONGLOMERATOIl conglomerato va prodotto in controllo di qualità, con lo scopo di monitorare che il
conglomerato prodotto rispetti la resistenza caratteristica definita in sede di progetto.
Norme tecniche per le costruzioni - D.M. 14 settembre 2005
Gazzetta Ufficiale n. 222 del 23 settembre 2005 - Supplemento Ordinario n. 159
Proprietà del calcestruzzo
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Fattori che influenzano la resistenza
Proprietà e Proporzioni dei Componenti
Il Calcestruzzo è una miscela di cemento, inerti e acqua. Un
incremento nel quantitativo di cemento nell’impasto e l’uso diinerti ben graduati (granulometria) incrementa la resistenza del
calcestruzzo.
Proprietà del calcestruzzo
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Proprietà del calcestruzzo
Fattori che influenzano la resistenza
Il Rapporto Acqua-Cemento
Il rapporto acqua-cemento è uno dei fattori più importanti sulla
resistenza del calcestruzzo. Per la completa idratazione di un datoquantitativo di cemento, è necessario un rapporto (in peso) almeno
pari a 0,25.
Perché il calcestruzzo sia adeguatamente lavorabile senza il
ricorso ad additivi il rapporto acqua-cemento deve essere
almeno pari a 0,35. Questo rapporto corrisponde a 17,5 litri di
acqua per 50 kg di cemento.
Un rapporto acqua-cemento di 0,5 e 0,7 produce resistenze del
calcestruzzo variabili tra 350 e 210 kg/cm2.
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Proprietà del calcestruzzo
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Proprietà del calcestruzzoFattori che influenzano la resistenza
Metodo di Stagionatura “Curing ”
Le condizioni di stagionatura esercitano un influenza importante
sulla resistenza del calcestruzzo. Sia l’umidità sia latemperatura hanno un effetto diretto sull’idratazione del
cemento.
Più lungo è il periodo di “ curing ” in condizioni umide, maggiore è
la resistenza. Se la temperatura di curing è maggiore della
temperatura iniziale al tempo del getto, la resistenza risultante
a 28-giorni del calcestruzzo viene raggiunta in anticipo rispetto
ai 28 giorni.
Proprietà del calcestruzzo
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Proprietà del calcestruzzo
Fattori che influenzano la resistenza
Età del calcestruzzo
La resistenza del calcestruzzo aumenta sensibilmente con l’età
e l’idratazione del cemento continua per mesi.
In pratica, la resistenza del calcestruzzo è determinata da
cilindri o cubi sottoposti a prove di compressione all’età di 7giorni e 28 giorni. Un’assunzione pratica è che la resistenza a
28 giorni sia pari a 1,5 volte quella a 7 giorni (Il campo di variazione
è compreso tra 1,3 e 1,7 ).
Il British code of practice accetta il calcestruzzo se la resistenzaa 7 giorni è non minore di 2/3 della resistenza richiesta a 28
giorni.
Proprietà del calcestruzzo
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Proprietà del calcestruzzoFattori che influenzano la resistenza
Età del calcestruzzo
Per un calcestruzzo portland normale, l’incremento di resistenza
con il tempo, relativa alla resistenza a 28 giorni, può essereassunto come in tabella:
0,5
0,75
1
1,25
1,5
0 50 100 150 200 250 300 350 400
Età (Giorni)
R a p p o r t o d i r e s i s t e n z a
Età 7 giorni 14 giorni 28 giorni 3 mesi 6 mesi 1 anno 2 anni 5 anni
0,67 0,86 1 1,17 1,23 1,27 1,31 1,35Rapporto di resistenza
Rapporto di resistenza
(rispetto alla resistenza a 28
giorni) in funzione dell’età
(stagionatura) delcalcestruzzo
Proprietà del calcestruzzo
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Proprietà del calcestruzzoFattori che influenzano la resistenza
Condizioni di carico
La resistenza a compressione del calcestruzzo è valutata
attraverso prove di compressione su cilindri o cubi. La duratadelle prova standard è di pochi minuti.
Sotto carichi sostenuti per anni, la resistenza ultima delcalcestruzzo si riduce di circa il 30%. Sotto un carico sostenuto
per 1 anno, il calcestruzzo può perdere circa il 10% della sua
resistenza a compressione.
I carichi sostenuti e gli effetti di viscosità così come gli effettidinamici e degli urti, se possono verificarsi nella struttura,
devono essere considerati nel progetto delle membrature in c.a.
Proprietà del calcestruzzo
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Proprietà del calcestruzzoFattori che influenzano la resistenza
Resistenza del calcestruzzo
Si noti che la riduzione di resistenza nel tempo dovuta alla presenza di carichi
di lunga durata viene all’incirca compensata dall’incremento di resistenza del
calcestruzzo dovuto alla stagionatura.
0,5
0,75
1
1,25
1,5
0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 2000
Età (Giorni)
R a p p o r t o d i r e s i s t e n z a
riduzione della resistenza nel tempo
(carichi di lunga durata)
incremento della resistenza nel tempo
(stagionatura)
resistenza risultante effettiva
resistenza a 28 giorni
Il Calcestruzzo: comportamento
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Il Calcestruzzo: comportamento
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4
Il Calcestruzzo: comportamento
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CALCESTRUZZO NON CONFINATO
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All’aumentare della resistenza ( f’ c) le deformazioni per le quali siraggiungono la tensione di picco ( co) e quella di rottura ( cu), decrescono.
0
20
40
60
0 0.001 0.002 0.003 0.004
T e n s i o n e ( M
P a )
Deformazione
0
20
40
60
0 0.001 0.002 0.003 0.004
T e n s i o n e ( M
P a )
Deformazione
0
20
40
60
0 0.001 0.002 0.003 0.004
T e n s i o n e ( M
P a )
Deformazione
CALCESTRUZZO: Comportamento Ciclico
I fl d ll di i i di
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Influenza delle condizioni di prova:
risposta del calcestruzzo a cicli di carico e scarico.
T e n s i o n e ( M P a )
10
20
30
00.002 0.004 0.006 0.0080
Deformazione
T e n s i o n e ( M P a )
10
20
30
00.002 0.004 0.006 0.0080
Deformazione
T e n s i o n e ( M P a )
10
20
30
00.002 0.004 0.006 0.0080
Deformazione
T e n s i o n e ( M P a )
10
20
30
00.002 0.004 0.006 0.0080
Deformazione
T e n s i o n e ( M P a )
10
20
30
00.002 0.004 0.006 0.0080
Deformazione
T e n s i o n e ( M P a )
10
20
30
00.002 0.004 0.006 0.0080
Deformazione
T e n s i o n e ( M P a )
10
20
30
00.002 0.004 0.006 0.0080
Deformazione
T e n s i o n e ( M P a )
10
20
30
00.002 0.004 0.006 0.0080
Deformazione
T e n s i o n e ( M P a )
10
20
30
00.002 0.004 0.006 0.0080
Deformazione
La curva tensione – deformazione dovuta ad uncarico crescente in modo monotono è l’inviluppo
della risposta del calcestruzzo a cicli di carico e
scarico.
CALCESTRUZZO NON CONFINATO
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La deformazione ultima del cls non confinato è inadeguata a raggiungere ilivelli di duttitlità di progetto senza un’estesa perdita di copriferro. Se
non si prevede un’opportuna armatura trasversale per confinare il cls e
bloccare l’instabilità delle barre si rischia il collasso. Particolarmente
critica è la condizione degli elementi soggetti ad elevate compressioni.
Quando un cls non confinato è soggetto a tensioni di compressione vicineai valori di rottura, si sviluppano elevate deformazioni laterali di trazione
come risultato della formazione e propagazione di microfessurelongitudinali.
Staffe e ferri longitudinali contengono l’espansione laterale.
Il Calcestruzzo: Confinamento
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f’ cc
f ck
" ck " ’ cc " cc
E co E sec
1 1
compressione
deformazione
f cc
confinato
non confinato
`
`0.4f ck
Non
confinato Confinato
Gli effetti principali del confinamento
sulla risposta del calcestruzzo sono:1. Aumenta la resistenza a compressione;
2.
Aumenta la duttilita’. Al crescere della pressione di confinamento, il cls passada fragile (softening) a quasi duttile
(quasi-plastico).
CALCESTRUZZO CONFINATOEff tt d ll t ff
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Effetto delle staffe
Staffe rettangolari:
il pieno confinamento si ha negli
angoli perché la pressione del
calcestruzzo sui lati della staffa
fa inflettere i bracci della staffa
verso l’esterno. L’utilizzo di
spille ed una buona
distribuzione di ferri
longitudinali incrementano il
confinamento.
Staffe a spirale o circolari:
sono messe in tensione dalla
pressione esercitata dal
calcestruzzo così da garantire
una pressione di confinamento
uniforme lungo tutta la
circonferenza.
CALCESTRUZZO CONFINATO
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Il confinamento è migliore quanto minore è il passo delle staffe. Lelimitazioni sul passo derivano anche dalla necessità di impedire l’instabilità
delle barre longitudinali (in base a risultati sperimentali il passo nondeve eccedere 6 volte il diametro delle armature longitudinali).
Esistono diverse espressioni (quasi tutte di natura empirica) che
descrivono il legame costitutivo del calcestruzzo confinato.
Ai fini della progettazione tali espressioni devono sempre fornire:
! la resistenza a compressione
! la deformazione ultima a compressione
!
i parametri equivalenti dello stress-block.
CALCESTRUZZO CONFINATO
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Confronto tra una sezione rettangolare (curva rossa) ed una sezione
circolare (curva blu) a parità di rapporto volumetrico dell’armatura di
confinamento.
R e s i s t e n z a a c o m
p r e s s i o n e ,
f
c
Deformazione, !c
f'cc,R
!cc,R !cu,R
R e s i s t e n z a a c o m
p r e s s i o n e ,
f
c
Deformazione, !c
f'cc,R
!cc,R !cc,C
f'cc,C
!cu,C !cu,R
Il Calcestruzzo: Confinamento
(Confinamento di Sezioni Quadrate e Circolari)
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(Confinamento di Sezioni Quadrate e Circolari)
Axial Strain
A x i a l S t r e s s
! z0
"! z
! z0 (# z )
! z (# z )
Unconfined
Concrete
Confined
Concrete
# z
! z
# z
x
y
Concrete Core
o
l l
l
l
x
y
o
l l
l
l
-2Alx
-2Alx
-2Aly
-2Aly
A( l - y )2 2
- Bl 2
A( l - x )2 2
- Bl 2
Concrete Core
S1S2
S3
S4 S5 C
Modello Analitico(Braga-Laterza-Gigliotti)
Ipotesi di base
# z in Stato piano di deformazione
CALCESTRUZZO CONFINATOPressioni di confinamento
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2R
r/R = 0,5
r/R = 1
r/R = 0,5
r/R = 1
!r
r,max
rm rm
Distribuzione delle pressioni di confinamento all’interno della sezione(Modello Analitico: Braga-Laterza-Gigliotti)
La media delle pressioni lungo le circonferenze interne alla sezione quadrata
è costante.
Un elemento strutturale in c.a. confinato oltre che dalle armature trasversali
anche dalle barre longitudinali che contribuiscono a distribuire lungo
l’elemento le pressioni di confinamento esercitate dalle staffe.
Pressioni di confinamento
CALCESTRUZZO CONFINATOPressioni di confinamento
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Le pressioni esercitate dalle staffe lungo il perimetro si diffondono nelcalcestruzzo secondo due meccanismi: l’effetto arco e l’effetto della
rigidezza flessionale delle barre longitudinali.
S
!l st V l,m
f r =k sl f rm
N st
N st
f rm
(a) (b) (c) (d )
Distribuzione delle pressioni di confinamento lungo l’elemento strutturale
(Modello Analitico: Braga-Laterza-Gigliotti)
Pressioni di confinamento
Il Calcestruzzo: Confinamento (Modello Analitico: Braga-Laterza-Gigliotti)
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Axial Strain
A x i a l S t r e s s Passive Confined Concrete
Active Triaxial (1.00 fr,max / fc') Active Triaxial (0.75 fr,max / fc')
Active Triaxial (0.50 fr,max / fc') Active Triaxial (0.25 fr,max / fc')
Unconfined Concrete
! = ! max
f=f yh (External Hoop)
f=f yh (Internal Hoop)
S3 Section Type
Axial Strain
A x i a l S t r e s s
Esi/Es=0.05
Esi/Es=0.04
Esi/Es=0.03
Esi/Es=0.02
Esi/Es=0.01
Esi/Es=0.00
S3 Section Type
Esi
Steel Hoop Hardening
Es
f
f yh
!
Differenza tra confinamento Att ivo e
confinamento PassivoInfluenza dell’incrudimento dell’acciaio sul
legame costitutivo del calcestruzzo confinato
Interventi sulle strutture esistenti
( g g )
Il Calcestruzzo: comportamentoInterventi sulle strutture esistenti
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Calestrelli per ilconfinamento
Placcaggio conarmatura
0
0.005
0.01
0.015
0.02
0.025
0.03
0.035
0 0.01 0.02 0.03 0.04
Deformazione
T e n s i o n e ( k N / m m ? )
CAM
Il Calcestruzzo: comportamentoInterventi sulle strutture esistenti
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Inizio Rottura FRP
Fine Rottura FRP
0
5
10
15
20
25
30
35
40
0 0.001 0.002 0.003 0.004 0.005 0.006 0.007 0.008 0.009 0.01
deformazione (mm/mm)
t e n s i o n e ( M P a )
Solo Calcestruzzo
Valori Sperimentali
Media Sperimentale
Modello Braga, Laterza, Gigliotti
Rottura FRP
Colonne Armate e Rinforzate Con FRP
C13 (Three Layers of FRP sheet) Karabinis & Rousakis (2000)
0
10
20
30
40
50
60
70
80
0 0.004 0.008 0.012 0.016 0.02
Axial Strain
A x i a l S t r e s s ( M P a )
Samaan et al (1998)
Experimental
Karabinis & Rousakis (2000)
Saafi et al (1999)
Spolestra & Monti (1999)
Proposed Model
1 Strato
di FRP
3 Stratidi FRP
Calcestruzzo e Acciaio: aderenza
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Nervature
uguali sulle
due facce
=
Non
Saldabile
L’Aderenza
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L’Aderenza