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1 Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni Corso di Macroeconomia Prof. Guido Ascari, Università di Pavia

Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

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Page 1: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

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Lezione 5(BAG cap. 3)

Il mercato dei beni

Corso di MacroeconomiaProf. Guido Ascari, Università di Pavia

Page 2: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

Interazione tra produzione, reddito e domanda

Variazione della domanda di beni⇓

Variazione della produzione⇓

Variazione del reddito⇓

Variazione della domanda di beni

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1. La composizione del Pil

Tabella 1. Conto economico delle risorse e degli impieghi - Valori a prezzi correnti (milioni di euro)Dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario*

Prodotto interno lordo

Importazioni di beni e servizi

fob

Totale Spesa delle famiglie

Spesa della P.A. e ISP

Totale macch., attr. e prod. vari

mezzi di trasp. costruzioni Variaz. scorte e ogg. di val.

Esportazioni di beni e

servizi fob

Consumi finali nazionali Investimenti fissi lordi

2010 1547642 440786 1263578 928577 335001 300542 118754 29429 152359 11128 413181100,0 28,5 81,6 60,0 21,6 19,4 7,7 1,9 9,8 0,7 26,7

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Componenti di spesa in percentuale del PIL-2008

Fonti: Bureau of Economic Analysis (per gli U.S.A), Eurostat per Italia ed Euro area(by Alessandra Pizzo)

Italia Euro area a 16 Stati UnitiConsumo privato 59.4 56.4 70.1Spesa pubblica 20.1 20.4 20Investimenti 20.9 22.2 14.8Bilancia commerciale

-0.5 1 -4.9

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1. La composizione del Pil

Consumo (C): beni e servizi acquistati dai consumatori;

Investimento (I): talvolta chiamato investimento fisso per distinguerlo dalle scorte di magazzino. E’ la somma dell’investimento non residenziale e residenziale;

Spesa pubblica (G): beni e servizi acquistati dallo stato e dagli enti pubblici. Non include né i trasferimenti (assistenza sanitaria e sociale), né gli interessi del debito pubblico;

Page 4: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

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1. La composizione del Pil

Importazioni (IM): acquisti di beni e servizi dall’estero effettuati dai residenti (consumatori, imprese, governo);

Esportazioni (X): gli acquisti di beni e servizi nazionali da parte del resto del mondo.

Esportazioni nette, (X-IM) o saldo commerciale, è dato dalla differenza tra esportazioni e importazioni

X>IM : avanzo commercialeX<IM : disavanzo commerciale

Consumo

+

Investimenti

+

Spesa pubblica

+

Esportazioni nette

=

Spesa totale in beni e servizi nazionali

Page 5: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

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Investimento in scorte: differenza tra beni prodotti e beni venduti in un anno – cioè differenza tra produzione e vendite

Produzione > Vendite ⇒ le scorte aumentano

Produzione < Vendite ⇒ le scorte diminuiscono

1. La composizione del Pil

Spesa totale in beni e servizi nazionali+

Investimento in scorte=

Valore della produzione

Page 6: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

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La domanda totale di beni, Z, può essere scritta come:

Questa equazione è un’identità che definisce Z come la somma di consumo, investimento, spesa pubblica ed esportazioni al netto delle importazioni.

Per determinare Z, si introducono alcune ipotesi semplificatrici.

2. La domanda di beni

Z C I G X IM≡ + + + −

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1. Le imprese producono uno stesso bene che può essere usato come bene di consumo, bene di investimento e come spesa pubblica.

2. Le imprese forniscono qualsiasi quantità di tale bene a un dato prezzo, P. Questa ipotesi è valida solo nel breve periodo.

3. L’economia è chiusa: non avvengono scambi con il resto del mondo. Esportazioni e importazioni sono uguali a zero.

2. La domanda di beni

Z C I G≡ + +

Ipotesi semplificatrici

Page 7: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

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Il reddito disponibile, (Yd), è il fattore principale da cui dipendono le decisioni di consumo. La relazione tra il consumo e il reddito disponibile può essere espressa come:

È possibile assumere che la forma funzionale della relazione tra il consumo e il reddito disponibile sia lineare:

2.1. Consumo (C)

C C YD= ( )( )+

C c c YD= +0 1

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Il parametro c0 rappresenta il livello di consumo quando il reddito disponibile è zero. Il parametro c1 è la propensione marginale al consumo.

Due restrizioni naturali sulla propensione al consumo:c1 > 0. Un aumento del reddito disponibile genera un

aumento del consumoc1 < 1. Un aumento del reddito disponibile genera un

aumento meno che proporzionale del consumo. I consumatori consumano solo una parte dell’aumento del loro reddito disponibile.

2.1. Consumo (C)

Page 8: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

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Il reddito disponibile è definito come:

dove Y è il reddito aggregato e T rappresenta le tasse al netto dei trasferimenti.

2.1. Consumo (C)

Y Y TD ≡ −

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2.1. Consumo (C)

Fig. 3.1. Consumo e reddito disponibile.Il consumo aumenta col reddito disponibile, ma meno che proporzionalmente.

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Consumo e Reddito nazionale lordoItalia 1980‐2009

‐0,1

‐0,08

‐0,06

‐0,04

‐0,02

0

0,02

0,04

0,06

0,08

‐0,15 ‐0,1 ‐0,05 0 0,05 0,1

variaz di RNL

variazioni di C

Fonte: Eurostat dati trimestrali

Consumo privato e reddito nazionale disponibile Italia 1980‐2009

‐0,1

‐0,05

0

0,05

0,1

‐0,15 ‐0,1 ‐0,05 0 0,05 0,1

variazioni del reddito disponibilevariazioni del con

sumo 

privato

Fonte: Eurostat dati trimestrali

Consumo privato e reddito nazionale disponibile Italia 1980‐2009

‐0,12

‐0,1

‐0,08

‐0,06

‐0,04

‐0,02

0

0,02

0,04

0,06

0,08

0,1

1980Q01 1982Q01 1984Q01 1986Q01 1988Q01 1990Q01 1992Q01 1994Q01 1996Q01 1998Q01 2000Q01 2002Q01 2004Q01 2006Q01 2008Q01

Variazione del  reddito disponibile Variazione del  consumo

Fonte: Eurostat dati trimestrali

Page 10: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

US

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Nei modelli economici troviamo due tipi di variabili:variabili esogene: prese come datevariabili endogene: spiegate all’interno del modello

Inizialmente, l’investimento verrà considerato come una variabile esogena. Questa ipotesi semplificatrice verrà eliminata successivamente.Quando l’investimento è preso come dato si ha:

II =

2.2. Investimento (I)

Page 11: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

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Insieme alle imposte, T, la spesa pubblica, G, descrive la politica fiscale del governo – le scelte del governo circa le entrate e le uscite del settore pubblico.

La spesa pubblica è una variabile esogena. Come per l’investimento, si considera T e G come esogene.Motivazioni:- il governo non presenta regolarità di comportamento come i consumatori e le imprese, non esiste un’unica funzione per G e T;- variabili di politica economica: i macroeconomisti hanno come compito quello di consigliare il governo circa decisioni di spesa e di gettito.

2.3. Spesa pubblica (G)

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In economia chiusa, la domanda di beni può essere espressa come somma di consumo, investimento e spesa pubblica:

Sostituendo C e I come le loro equazioni, si ottiene:

N.B. Assumiamo che non ci siano scorte nell’economia

GITYccZ ++−+= )(10

3. La determinazione della produzione in equilibrio

Z C I G≡ + +

Page 12: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

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In assenza di investimenti in scorte, l’equilibrio sul mercato dei beni richiede che la produzione(Y) sia uguale alla domanda (Z):

3. La determinazione della produzione in equilibrio

Condizione di equilibrio:

Y = Z

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Sostituendo l’espressione della domanda, otteniamo:

In equilibrio, la produzione è uguale alla domanda. La domanda, a sua volta, dipende dal reddito Y, che èuguale alla produzione.

N.B.: definizione di Pil sia dal lato della produzione, sia dal lato del reddito.

3. La determinazione della produzione in equilibrio

0 1 ( )Y c c Y T I G= + − + +

Page 13: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

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Tre tipi di equazioni1. identità;2. equazioni di comportamenti;3. condizioni di equilibrio

I macroeconomisti seguono generalmente tre passi nella ricerca:

1. l’algebra assicura la coerenza logica del modello;2. i grafici danno l’intuizione;3. le parole spiegano i risultati.

3. La determinazione della produzione in equilibrio

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L’equazione di equilibrio può essere riscritta come:

Riordinando i termini:

⇒ spesa autonoma

⇒ moltiplicatore

GITcYccY ++−+= 110

)(1

110

1

TcGIcc

Y −++−

=

111c−

)( 10 TcGIc −++

3.1. L’algebra

Page 14: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

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3.2. Un grafico

Si disegna la produzione in funzione del reddito.Poi si disegna la domanda come funzione del reddito.In equilibrio, la produzione è uguale alla domanda.

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3.2. Un grafico Fig. 3.3. Equilibrio nel mercato dei beni.La produzione di equilibrio èdeterminata dalla condizione di uguaglianza tra produzione e domanda.

Page 15: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

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3.2. Un grafico

Si supponga che l’economia sia nell’equilibrio iniziale, rappresentato dal punto A nel grafico, con produzione uguale a Y.

Si supponga che c0 aumenti di un miliardo: ZZ si sposta in ZZ’, il nuovo equilibrio sarà in A’ e quindi la produzione di equilibrio diventerà Y’.

A

Y

ZZ

ZZ’

Y'

A’

45°

Y = AD

Effetti di un aumento della spesa autonoma

C

DEB

produzione,y

Domanda, zproduzione,y

Page 16: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

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3.2. Un grafico

Fig. 3.4. Gli effetti di un aumento della spesa autonoma sulla produzione.Un aumento della spesa autonoma ha un effetto più che proporzionale sulla produzione di equilibrio.

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3.2. Un grafico

1. Il primo aumento della domanda, indicato dalla distanza AB, è uguale a 1 miliardo di euro.

2. Questo primo aumento della domanda porta a un aumento equivalente della produzione, cioè 1 miliardo di euro, anch’esso rappresentato dalla distanza AB.

3. Questo primo aumento della produzione porta a un aumento di pariammontare del reddito, indicato dalla distanza BC, anch’essa pari a 1 miliardo di euro.

4. Il secondo aumento della domanda, rappresentato dalla distanza CD, èuguale a 1 miliardo di euro (il primo aumento di reddito) moltiplicato per la propensione al consumo, c1 – cioè c1 miliardi di euro.

5. Questo secondo aumento della domanda porta a un aumento di pari ammontare della produzione, rappresentato anch’esso da CD, e quindi a un aumento di pari ammontare del redito, indicato dalla distanza DE.

6. Il terzo aumento della domanda è uguale a c1 miliardi di euro (il secondo aumento di reddito) moltiplicato per c1 ed è uguale a c1xc1 miliardi di euro, vale a dire c1

2 miliardi di euro, e così via.

Page 17: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

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3.2. Un grafico

Seguendo questa logica, l’aumento totale della produzione dopo n passaggi è uguale a 1 miliardo di euro moltiplicato per la somma:

1+c1+ c12 +…+ c1

n

Questa somma è chiamata serie geometrica.

Il MoltiplicatoreSe la spesa autonoma aumenta di x, la domanda aumenta di x e la produzione aumenta di xquindi il reddito aumenta di xMa l’aumento del reddito provoca un ulteriore incremento dei consumi e quindi della domanda…di quanto?xc1e quindi anche produzione e reddito aumentano di xc1...ma questo provoca un ulteriore aumento della domanda…diquanto?xc1c1.. E così via. L’aumento totale del reddito quindi sarà uguale a:

( )...1 41

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211 +++++ ccccx ⎟⎟

⎞⎜⎜⎝

⎛−

=11

1c

x

Page 18: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

La produzione dipende dalla domanda, che a sua volta dipende dal reddito, che è uguale alla produzione. Un incremento della domanda fa aumentare la produzione e il reddito. L’aumento di reddito a sua volta fa aumentare la domanda e quindi la produzione, e così via. Alla fine il risultato è un aumento della produzione superiore all’incremento iniziale della domanda, di un fattore pari al moltiplicatore.Per stimare le equazioni di comportamento e i loro parametri, gli economisti usano l’econometria, l’insieme dei metodi statistici usati in economia.

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3.3. A parole

La rappresentazione formale dell’aggiustamento della produzione nel tempo è detta la dinamica dell’aggiustamento:si supponga che le imprese decidano il loro livello di produzione all’inizio di ciascun trimestresi supponga ora che i consumatori decidano di spendere di più, cioè di aumentare c0

dopo aver osservato un aumento della domanda, nel trimestre successivo le imprese fisseranno un maggior livello di produzionein seguito a un aumento della spesa per consumi, la produzione non raggiunge subito il nuovo equilibrio, ma aumenta progressivamente da Y a Y’.

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3.4. Quanto dura l’aggiustamento?

Page 19: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

Investimento = Risparmio

L’equilibrio nel mercato dei beni può essere espresso equivalentemente in termini di:

1. uguaglianza tra produzione e domanda

2. uguaglianza tra risparmio e investimento (J. M. Keynes, 1936)

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Il risparmio è la somma di risparmio privato e risparmio pubblico.

Per definizione, il risparmio privato, cioè il risparmio (S) dei consumatori è uguale al loro reddito disponibile al netto dei consumi: quindi

Per definizione, il risparmio pubblico è uguale alle imposte (al netto dei trasferimenti) meno la spesa pubblica, T-G. Se T>G, il governo ha un avanzo di bilancio; se T<G, il governo ha un disavanzo di bilancio.

4. Investimento = risparmio: un modo alternativo di pensare all’equilibrio sul mercato dei beni

S Y CD≡ − S Y T C≡ − −

Page 20: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

4. Investimento = risparmio: un modo alternativo di pensare all’equilibrio sul mercato dei beni

Il risparmio privato è pari al reddito disponibile al netto dei consumi.

S = Y – T - CTorniamo all’equazione di equilibrio nel mercato dei beni:

Y = C + I + GSottraiamo da entrambi i lati le imposte e riscriviamo l’equazione:

Y - T - C = I + G - TIl lato sinistro è pari al risparmio. Quindi:

S = I + G - To, equivalentemente:

I = S + (T - G)

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L’equazione ci suggerisce un altro modo di guardare al mercato dei beni: in equilibrio, l’investimento deve essere uguale al risparmio totale, cioè la somma di risparmio privato, S, e di risparmio pubblico, (T – G).

Questo modo di definire l’economia spiega perché la condizione di equilibrio del mercato dei beni è chiamata curva IS, che sta per “Investimento = Risparmio (Saving)”: quanto le imprese vogliono investire deve essere uguale a quanto i consumatori e il governo vogliono risparmiare

4. Investimento = risparmio: un modo alternativo di pensare all’equilibrio sul mercato dei beni

Page 21: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

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Le decisioni di consumo e di risparmio sono in realtà due facce della stessa medaglia. L’equazione di comportamento del consumo specificata in precedenza comporta che il risparmio privato sia dato da:

Riordinando i termini otteniamo:

Se c1 è la propensione al consumo, (1-c1) è la propensione al risparmio: quanto viene risparmiato di un incremento unitario di reddito.

4. Investimento = risparmio: un modo alternativo di pensare all’equilibrio sul mercato dei beni

S Y T C= − −

0 1 ( )S Y T c c Y T= − − − −

S c c Y T= − + − −0 11( )( )

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In equilibrio, l’investimento deve essere pari al risparmio aggregato:

Risolvendo per la produzione, otteniamo nuovamente:

)())(1( 10 GTTYccI −+−−+−=

)(1

110

1

TcGIcc

Y −++−

=

4. Investimento = risparmio: un modo alternativo di pensare all’equilibrio sul mercato dei beni

Page 22: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

(By Alessandra Pizzo)

Supponiamo che a un dato livello di reddito, i consumatori decidano di risparmiare di più. Cosa succede?

Risposta (sotto le ipotesi del nostro modello): una riduzione del reddito a risparmio invariato

Perché?

Il paradosso del risparmio (Aulaweb)

Page 23: Lezione 5 (BAG cap. 3) Il mercato dei beni

Il paradosso del risparmio (Aulaweb)

I = S + (T - G)

Aumento risparmio => diminuzione consumo => diminuzione domanda => diminuzione del reddito,via moltiplicatore => riduzione sia del consumo, sia del risparmio.Anche se le persone vogliono risparmiare di più a un dato livello di reddito, quest’ultimo si riduce in misura tale da lasciare invariato il risparmio. Questa sorprendente combinazione di risultati è nota come paradosso del risparmio.

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Cambiare la spesa pubblica o le imposte potrebbe essere tutt’altro che facile;

Le risposte di consumo, investimento e importazioni sono davvero difficili da valutare con certezza;

Le aspettative contano;Mantenere il livello di produzione desiderato potrebbe

causare spiacevoli effetti collaterali;Ridurre le imposte o aumentare la spesa pubblica

potrebbe generare grossi disavanzi di bilancio e portare all’accumulazione del debito pubblico.

5. Il governo può davvero scegliere il livello di produzione mediante G o T? è davvero onnipotente? Un avvertimento