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© F.Marangon 22/02/2010 ScPrev EcSS-ACB 0910 set05 elementi economia ambientale/ecologica 1 Prof. Francesco Marangon Anno Accademico 2009/10 ELEMENTI DI ECONOMIA AMBIENTALE/ECOLOGICA © Marangon F., 2009/2010 Economia dello Sviluppo ACB © F.Marangon aa 2009/10 Se il mercato funzionasse correttamente nel definire il prezzo delle risorse ambientali non esisterebbe particolari problemi Esistono però fattori di inefficienza del mercato, ossia il mercato non è in grado di funzionare correttamente in presenza di: beni pubblici esternalità risorse irriproducibili o parzialmente riproducibili monopoli fenomeni di “rischio morale” e di “selezione avversa” asimmetria informativa ECONOMIA E RISORSE NATURALI Il seguito del corso Economia dello Sviluppo ACB © F.Marangon aa 2009/10 BENI PUBBLICI IL MECCANISMO DI MERCATO NON SI RIVELA OTTIMALE NO BENI PUBBLICI PURI PRINCIPIO DI ESCLUSIONE PRINCIPIO DI RIVALITA’ NEL CONSUMO Le curve di domanda dei beni pubblici puri non vengono volontariamente rivelate (esempio) Economia dello Sviluppo ACB © F.Marangon aa 2009/10 Beni di Club i parchi pubblici con biglietto di ingresso i trasporti i musei Beni privati puri la penna stilografica il compact-disk il computer il carbone ... Beni pubblici puri la difesa nazionale l’illuminazione pubblica la grande viabilità il paesaggio Beni comuni l’acqua irrigua la fauna cacciabile l’erba di un pascolo comunitario R I V A L I T À N U L L A R I V A L I T À A S S O L U T A ESCLUDIBILITÀ ASSOLUTA ESCLUDIBILITÀ NULLA BENI PUBBLICI

© F.Marangon 22/02/2010 Beni di Club Beni privati puri ... · mercato, ossia il mercato non è in grado di funzionare correttamente in presenza di: –beni pubblici –esternalità

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© F.Marangon 22/02/2010

ScPrev EcSS-ACB 0910 set05 elementi economia ambientale/ecologica 1

Prof. Francesco Marangon

Anno Accademico 2009/10

ELEMENTI DI ECONOMIA

AMBIENTALE/ECOLOGICA

© Marangon F., 2009/2010

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Se il mercato funzionasse correttamente nel definire il prezzo delle risorse ambientali non esisterebbe particolari problemi

Esistono però fattori di inefficienza del mercato, ossia il mercato non è in grado di funzionare correttamente in presenza di:– beni pubblici– esternalità– risorse irriproducibili o parzialmente riproducibili– monopoli– fenomeni di “rischio morale” e di “selezione

avversa”– asimmetria informativa

ECONOMIA E RISORSE NATURALI

Il seguito del corso

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/10 BENI PUBBLICI

IL MECCANISMO DI MERCATO

NON SI RIVELA OTTIMALE

NO BENI PUBBLICI PURI

PRINCIPIO DI ESCLUSIONE

PRINCIPIO DI RIVALITA’ NEL CONSUMO

Le curve di domanda dei beni pubblici puri non

vengono volontariamente rivelate (esempio)

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Beni di Club i parchi pubblici con

biglietto di ingresso i trasporti i musei …

Beni privati puri

la penna stilografica

il compact-disk

il computer

il carbone

...

Beni pubblici puri

la difesa nazionale

l’illuminazione pubblica

la grande viabilità

il paesaggio

Beni comuni l’acqua irrigua la fauna cacciabile l’erba di un pascolo

comunitario …

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ESCLUDIBILITÀ ASSOLUTA

ESCLUDIBILITÀ NULLA

BENI PUBBLICI

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L'assenza della possibilità di escludere altri dal consumo di un bene può essere dovuta a cause

– istituzionali o giuridiche (proprietà comuni) • è la collettività a decidere che l'uso di un bene non

venga attribuito a singoli soggetti.

– fisiche ed economiche• sono le caratteristiche fisiche del bene e le tecnologie

disponibili ad impedire che possa essere vietato l'accesso all'uso da parte di chiunque lo voglia, poiché i costi per la realizzazione di barriere sono maggiori dei benefici che se ne possono trarre.

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Un prezzo efficiente può sussistere solo per i beni escludibili e rivali.

Molto spesso esiste un mercato anche per i beni di club.

I beni comuni in genere sono soggetti a forme di gestione pubblica.

A seconda di come viene stabilito il prezzo per il loro uso esso potrà essere considerato efficiente o meno.

Esempio di determinazione efficiente: attribuzione dei permessi di caccia tramite un’asta pubblica.

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I BENI PUBBLICI PURI

Tra i beni pubblici puri rientrano molte risorse del territorio

rurale quali ad esempio il paesaggio e la sicurezza

idraulico-sanitaria, la sicurezza idrogeologica che possono

essere garantite alla collettività solo attraverso l'intervento

pubblico o perché complementari alla produzione di beni

privati remunerati (come nel caso del paesaggio agrario o

della manutenzione dell'assetto idraulico delle colline).

L'operatore pubblico potrà sia intervenire direttamente

attribuendo poi i costi di provvigione e gestione a privati a

seconda del beneficio di cui godono (ad es. gli oneri di

bonifica), sia imporre vincoli d'uso di vario genere (ad es.

nella localizzazione di nuovi fabbricati, nelle loro tipologie

formali, ecc.).

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I BENI PUBBLICI PURI

D'altro canto potranno essere incoraggiate e finanziate quelle attività:

– che hanno come prodotti complementari beni pubblici (ad es. remunerazione maggiore per prodotti agro-forestali che comportano particolari esternalità positive sul piano ambientale e paesaggistico)

– oppure si potrà cercare di aumentare la complementarietà tra beni privati e beni pubblici (ad es. tramite l'istituzione di marchi che potranno essere utilizzati solo facendo ricorso a determinate tecniche produttive).

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BENI di CLUB

Vi appartengono numerosissimi beni quali ad esempio parchi pubblici, musei, attrezzature sportive di vario genere, che possono essere prodotti sia dal settore pubblico che privato.

La piena escludibilità garantisce infatti la possibilità di imporre un prezzo di accesso all'uso.

Non sarà possibile comunque raggiungere situazioni Pareto-efficienti per l'impossibilità di stabilire un prezzo di ingresso in grado di discriminare perfettamente tra le diverse disponibilità a pagare dei fruitori.

BENI PUBBLICI

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BENI COMUNI Tra i beni con rivalità piena nel consumo ma

escludibilità nulla si possono annoverare alcune risorse del territorio rurale quali ad esempio – le acque superficiali e profonde sia che vengano utilizzate

a scopi irrigui e potabili, sia che vengano impiegate quale veicolo di allontanamento di reflui urbani, industriali e zootecnici;

– le risorse faunistico venatorie.

L'uso di queste risorse deve necessariamente essere regolamentato o dall'operatore pubblico o anche da soggetti privati mossi da finalità filantropiche.

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BENI COMUNI

Al fine di rendere più efficiente il loro impiego

generalmente l'operatore pubblico impone dei

vincoli all'uso privato quali tasse sulla quantità

impiegata, limiti nella quantità impiegabili, vincoli

e limitazioni al periodo d'uso.

Non si può peraltro escludere che in taluni casi

una opportune limitazione dell'accesso all'uso

possa consentire una gestione privata di tali

risorse come nel caso delle aziende faunistico-

venatorie o dei consorzi di bonifica, anche se tali

organismi sono generalmente istituiti per legge.

BENI PUBBLICI

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/10 LE ESTERNALITÀ

DUE INDIVIDUI (A, B) GUIDATI DAL

PRINCIPIO EDONISTICO (MAX UTILITA’)

ATTIVITA’ DI A: a1, a2, ..., an

ATTIVITA’ DI B: b1, b2,..., bn

ESTERNALITA’ SE:

1) U(A) = f (a1, a2, ..., an; bK)

2) MANCATO RISARCIMENTO:

DI B AD A SE bK DANNO PER A

DI A A B SE bK VANTAGGIO PER A

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Ogni qualvolta la produzione di un bene determina

dei danni a carico di uno o più soggetti senza che

questi ultimi vengano rimborsati del danno subito si

avrà un'esternalità negativa. Esempi tipici di esternalità negative determinate dalla

produzione sono i fenomeni di inquinamento.

Qualora una attività produttiva comporti dei benefici a

vantaggio di altre attività produttive o di altri soggetti

senza che il produttore venga rimborsato si avranno

delle esternalità positive. Esempi tipici di esternalità positive sono il mantenimento del

paesaggio da parte dell’agricoltura oppure la funzione di

depurazione di liquami o rifiuti biologici svolte dal suolo agricolo.

LE ESTERNALITÀINTERDIPENDENZA (EXTRAMERCATO) SENZA

COMPENSAZIONE (BAUMOL)

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/10 LE ESTERNALITÀ

UNA CLASSIFICAZIONE:

ECONOMIE ESTERNE DI PRODUZIONE

ECONOMIE ESTERNE DI CONSUMO

DISECONOMIE ESTERNE DI PRODUZIONE

DISECONOMIE ESTERNE DI CONSUMO

FALLIMENTO DEL MERCATO

ALTERAZIONE DELL’OTTIMA

ALLOCAZIONE DELLE RISORSE

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Le esternalità esistono quando, data la definizione dei diritti

di proprietà (diritti e obblighi incombenti su chi esercita

un'attività economica) il produttore:

– non ha l'obbligo di indennizzare i consumatori o i produttori

danneggiati dalle sue attività

– o, viceversa, questi ultimi non hanno l'obbligo di pagare il

produttore in presenza di esternalità positive

La presenza di esternalità nell'ambito della produzione può

essere dovuta quindi a:

– una carente definizione dei diritti di proprietà

– la natura di beni pubblici assunta dalle esternalità

Una precisa attribuzione dei diritti di proprietà consentirebbe

di risolvere il problema

LE ESTERNALITÀ

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ESTERNALITÀ AMBIENTALE NEGATIVA IN

UN MERCATO CONCORRENZIALE

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Costo esterno dello

sfruttamento ambientale

Musu, 2003

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L’INTERNALIZZAZIONE

FAR DIVENTARE INTERNA L’ESTERNALITÀ

IL PRINCIPIO “INQUINATORE - PAGATORE”– problemi curabili a posteriori

– danno non irreversibile

– fonte facilmente identificabile

L’OPERATORE PUBBLICO PUÒ USARE STRUMENTI DIVERSI:

INTERNALIZZAZIONE INDIRETTA O REGOLAMENTARE

FISSAZIONE DI STANDARD O NORME “COMANDO E CONTROLLO”

INTERNALIZZAZIONE DIRETTA

SISTEMA DEL CANONE O TASSAZIONE

SISTEMA DEI PREMI O SUSSIDI

VENDITA DI “DIRITTI AD INQUINARE”

STRUMENTI “NUOVI” (PREVENZIONE E VOLONTARIETÀ)

ECOLABEL

EMAS - AUDIT AMBIENTALE

ASSICURAZIONE AMBIENTALE

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L’ ampio ventaglio di interventi pone il problema della valutazione dell’efficienza delle azioni stesse.

L’introduzione di un vincolo, l’erogazione di un contributo o l’imposizione di una tassa non implica automaticamente un aumento di benessere per la collettività.

Anche l’intervento pubblico volto a correggere le imperfezioni del mercato può a sua volta essere inefficiente e fonte di sprechi di risorse.

Solo disponendo di metodi adeguati di stima del valore delle risorse ambientali (di natura monetaria e non monetaria) sarà possibile correggere le imperfezioni del mercato.

L’INEFFICIENZA DEL MERCATOE

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STRUMENTI COMANDO E CONTROLLO

Per ottenere un certo risultato in termini di

riduzione dell'inquinamento, possiamo

intervenire con degli strumenti normativi, cioè

con l'introduzione di vincoli che possono

essere di diverso tipo:

• nel tempo (riscaldamento, caccia);

• nello spazio (aree protette; aree urbane

residenziali);

• sull'input (materie prime che vengono

utilizzate per la produzione);

• sulla tecnologia (ciminiere, filtri);

• sulla produzione;

• sui residui.

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/10 Il diritto ambientale comunitario

A livello di legislazione europea, a partire dal 1972 la

Comunità economica europea (CEE) ha emanato

numerose Direttive che riguardano l'inquinamento

atmosferico e quello acustico, lo smaltimento e il

trattamento dei rifiuti, la protezione della fauna e della

flora, la valutazione di impatto ambientale.

Il diritto ambientale comunitario, ovvero l'insieme delle

norme giuridiche che ha come obiettivo specifico la

tutela dell'ambiente e della qualità della vita, non è

tuttavia ancora costituito da un corpo omogeneo di leggi

e, come quello internazionale, presenta carattere di

frammentarietà.

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/10 Il Testo Unico Ambientale

La legge di primaria importanza oggi in

Italia nel campo della regolamentazione

ambientale è il

Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n.152

"Norme in materia ambientale",

altrimenti definito "Testo Unico

Ambientale", che sostituisce numerose

norme precedenti su diversi temi.

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/10 Il Testo Unico Ambientale

Il decreto, entrato in vigore il 29 aprile 2006, tralasciato la

parte sulle aree protette e accorpando le parti sull'acqua

e sul suolo, è stato diviso in sei parti:

– disposizioni comuni, dove vengono elencate le materie trattate

, esposte le finalità del decreto e stabilite le disposizioni

riguardo alle future modifiche;

– procedure per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS),

per la Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) e per

l'autorizzazione ambientale integrata (IPPC);

– difesa del suolo e lotta alla desertificazione, tutela delle acque

dall'inquinamento e gestione delle risorse idriche;

– gestione dei rifiuti e bonifica dei siti contaminati;

– tutela dell'aria e riduzione delle emissioni in atmosfera;

– tutela risarcitoria contro i danni all'ambiente.

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In assenza di un intervento pubblico e senza l'impegno forte di tutti i

protagonisti, questi ambiziosi obiettivi non potranno essere

raggiunti. Sempre di più l'UE privilegia il ricorso agli strumenti

economici o di mercato (quali la tassazione indiretta, le sovvenzioni

mirate o i diritti di emissione negoziabili) che costituiscono strumenti

flessibili ed efficienti sotto il profilo dei costi per raggiungere detti

obiettivi.

Un maggiore ricorso agli strumenti di mercato è stato raccomandato

anche nel sesto programma comunitario di azione in materia di

ambiente, nella rinnovata strategia dell'UE a favore dello sviluppo

sostenibile e nella rinnovata strategia di Lisbona per la crescita e

l'occupazione.

COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE

Bruxelles, 28.3.2007

COM(2007) 140 definitivo

LIBRO VERDE sugli strumenti di mercato utilizzati a

fini di politica ambientale e ad altri fini connessi{SEC(2007) 388}

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L'utilizzo degli strumenti di mercato trova la sua giustificazione nella

capacità di detti strumenti di rimediare ai fallimenti del mercato in

maniera efficiente sotto il profilo dei costi.

Per rimediare a detti fallimenti, l'intervento pubblico risulta allora

giustificato. Diversamente dall'approccio amministrativo o

normativo, gli strumenti di mercato presentano il vantaggio di

utilizzare i segnali del mercato per rimediare ai fallimenti del

mercato.

Sia che influiscano sui prezzi (tramite la tassazione o gli incentivi) o

fissino quantitativi assoluti (scambio di diritti di emissione) o

quantitativi per unità di prodotto, gli strumenti di mercato

riconoscono implicitamente le differenze esistenti tra le imprese e

offrono pertanto una flessibilità che consente di ridurre

considerevolmente i costi dei miglioramenti ambientali.

COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE

Bruxelles, 28.3.2007

COM(2007) 140 definitivo

LIBRO VERDE sugli strumenti di mercato utilizzati a

fini di politica ambientale e ad altri fini connessi{SEC(2007) 388}

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Ma se scelti correttamente e concepiti adeguatamente, gli strumenti di

mercato presentano alcuni vantaggi rispetto agli strumenti normativi:

– migliorano i segnali dei prezzi, attribuendo un valore ai costi e ai benefici

esterni delle attività economiche, così che i soggetti economici possano

tenerne conto e modificare il loro comportamento al fine di ridurre gli

effetti negativi, o aumentare gli effetti positivi sull'ambiente e altri tipi di

effetti ;

– offrono una maggiore flessibilità alle imprese nel conseguimento dei loro

obiettivi e diminuiscono pertanto i costi complessivi da esse sostenuti

per conformarsi alla normativa ;

– incitano le imprese ad impegnarsi, a più lungo termine, sulla via

dell'innovazione tecnologica per ridurre ulteriormente gli effetti negativi

sull'ambiente ("efficienza dinamica");

– sostengono l'occupazione, se impiegati nel quadro della riforma della

fiscalità ambientale.

COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE

Bruxelles, 28.3.2007

COM(2007) 140 definitivo

LIBRO VERDE sugli strumenti di mercato utilizzati a

fini di politica ambientale e ad altri fini connessi{SEC(2007) 388}

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/10 Le imposte ambientali in Italia

Nei dati diffusi dall’Istat sulle imposte ambientali

si adotta la definizione secondo la quale una

imposta è ambientale se la sua base impositiva

è “costituita da una grandezza fisica

(eventualmente sostituita da una proxy) che

ha un impatto negativo provato e specifico

sull’ambiente”. Tale approccio è mutuato dalle linee guida internazionali per la compilazione

di statistiche sulle imposte ambientali, ed è adottato anche nella guida

metodologica dell’Eurostat alla compilazione del conto satellite della spesa

per la protezione dell’ambiente EPEA (Environmental Protection Expenditure

Account)

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Le imposte ambientali, in quanto appartenenti

all’insieme più generale delle imposte, costituiscono

prelievi obbligatori non commisurati ai benefici che

il singolo riceve dall’azione delle amministrazioni

pubbliche (PA).

Si osservi che, seppur corrisposti obbligatoriamente al

settore della PA, i pagamenti forniti in contropartita di un

servizio e positivamente correlati al volume del servizio

stesso, rientrano invece nell’insieme delle tariffe (o

canoni).

– Esempi di tariffe sono sia la Tariffa sui Rifiuti solidi urbani sia

l’Imposta sui Rifiuti solidi urbani, i cui proventi sono pertanto

esclusi dai dati ISTAT.

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Le imposte ambientali in Italia

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• Mentre la base della imposta riveste un ruolo

fondamentale nella definizione delle imposte

ambientali adottata a livello internazionale, non

viene invece considerato rilevante l’obiettivo

della imposta stessa per come risulta espresso

dal legislatore.

• Le imposte ambientali includono pertanto sia

strumenti introdotti con esplicite finalità di

tipo ambientale sia strumenti in cui non si

ravvisa tale finalità nella formulazione

normativa.2009

Le imposte ambientali in Italia

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In Italia

costituiscono

imposte

ambientali

gli strumenti

elencati nella

Tabella

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Le imposte ambientali in Italia

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Gettito delle imposte ambientali in Italia per categoriaAnni 1990-2007 (valori a prezzi correnti; milioni di euro)

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5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Imposta sugli oli minerali e derivati

Imposta sul gas metano

Tasse auto a carico delle famiglie

Imposta sulle assicurazioni Rc auto

Imposta addizionale sull'energia elettrica di comuni e province

Imposta sull'energia elettrica

Tasse automobilistiche

Pubblico registro automobilistico (PRA)

Imposta sui gas incondensabili

Tributo speciale discarica

Tributo provinciale per la tutela ambientale

Imposta consumi di carbone

Sovrimposta di confine sugli oli minerali

Sovrimposta di confine sul GPL

Tassa sulle emissioni di anidride solforosa e di ossidi di zolfo

Contributo sui prodotti fitosanitari e pesticidi pericolosi

Imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili

2009

Le imposte ambientali in Italia

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Incentivo alla

produzione biologica

Si colloca entro la:

Misura 214. Pagamenti agroambientali“Con questa misura si intende … incentivare e

promuovere forme di gestione dei terreni agricoli

che favoriscano la salvaguardia, la tutela e il

miglioramento degli ambienti naturali e seminaturali,

del paesaggio, delle

risorse naturali (acqua, suolo e biodiversità), della

diversità genetica sia animale che vegetale, del

miglioramento qualitativo dei prodotti agricoli con

particolare riferimento alla salubrità degli stessi”

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“L’agricoltura biologica favorisce

una gestione agricola a basso

impatto ambientale”

Obiettivi operativi:

•“Incentivare diffusione dei metodi di produzione biologica,

•sostenere produzioni che danno elevate garanzie di salubrità e

di qualità dei prodotti”

Incentivo alla

produzione biologica

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Un elemento qualificante il carattere multifunzionale dell’agricoltura risulta essere senza dubbio la tutela e la valorizzazione del paesaggio.

A partire dagli anni Ottanta in Europa si è fatta strada l’idea che con interventi di natura finanziaria (quali l’erogazione di contributi agli agricoltori) si possa in qualche modo consentire di conservare o riqualificare il paesaggio rurale.

Gli strumenti di piano sono in grado di controllare fattori di trasformazione esogeni al settore agro-silvo-pastorale, ma poco possono fare per controllare le trasformazioni dovute ai fattori endogeni.

Gli incentivi ed il paesaggio ruraleE

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Incentivi finanziari per conservare e/o riqualificare il paesaggio rurale per superare i limiti degli strumenti di piano.

Politica Agricola Comunitaria: “misure di accompagnamento” (Regg. 2078/92 e 2080/92) e azioni per lo Sviluppo Rurale (Regg. 1257/99 e 1783/03) anche nella programmazione 2007-2013 (Reg.1698/05).

Gli incentivi ed il paesaggio rurale

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CON EFFETTI PREVALENTI SUL PAESAGGIO (PP)

PP1realizzazione/conservazione di elementi portanti dell'agroecosistema e di elementi tipici del paesaggio rurale

PP2realizzazione/conservazione di prati-pascolidi vario tipo

PP3tutela/salvaguardia della flora e dellabiodiversità vegetale

PP4 ritiro dei seminativi per scopi ambientali

PP5 cura dei terreni agricoli abbandonati

Classi di azioni per il paesaggio rurale nei documenti per lo sviluppo rurale (PSR 2000-2006)

Gli incentivi ed il paesaggio rurale

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Introdotto da Dales nel 1968 (Pollution, property

and Prices) il concetto dei “permessi o diritti di

inquinamento” comporta:

IL MERCATO DEI DIRITTI DI INQUINAMENTO

un’autorità pubblica che definisce la quantità socialmente accettabile di inquinamento all’interno di determinate aree geografiche per un dato periodo (ad esempio un anno) e relativamente a ciascuno degli inquinanti che desidera mantenere sotto controllo;

la quantità massima globale è suddivisa in quote, perciascuna delle quali viene emesso un certificato opermesso che dà titolo, a chi lo possiede, diimmettere nell’ambiente (di solito, in atmosfera o inacqua) la quota di inquinante ad esso corrispondente;

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i permessi sono distribuiti o venduti alle imprese, lequali, a loro volta, possono cederli ad altre impresesecondo un loro calcolo di convenienza.

Il prezzo che risulta dall’incontro tra domanda e

offerta sul mercato dei permessi è rappresentativo:

di un valore attribuito al diritto degli operatori

economici di poter inquinare l’ambiente

del valore attribuito alla capacità assimilativa

dell’ambiente;

del prezzo pagato dagli operatori per poter usufruire

delle esternalità offerte dall’ambiente stesso.

Introdotto da Dales nel 1968 (Pollution, property

and Prices) il concetto dei “permessi o diritti di

inquinamento” comporta:

IL MERCATO DEI DIRITTI DI INQUINAMENTOE

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Il 29 febbraio 2008 il Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del

Mare e il Ministro dello Sviluppo Economico hanno approvato la Decisione

di assegnazione delle quote di CO2 per il periodo 2008-2012. La Decisione

è stata finalizzata a conclusione del processo di consultazione avviato l’11

dicembre 2007 sullo schema di Decisione di Assegnazione. La Decisione è

stata notificata alla Commissione Europea per un controllo di conformità

con la Decisione della Commissione del 15/05/2007.

Decisione di Assegnazione delle quote di CO2 2008-2012

Emissions trading in EU

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La responsabilità legale

ed il controllo delle esternalità

La responsabilità legale si configura nella

concessione da parte dell’ordinamento giuridico della

possibilità di infrangere il diritto di una parte su di

un’altra, pagando a quest’ultima il danno ad essa

causato.

Se la “regola di proprietà” (property rule, teorema di

Coase) garantisce al titolare la possibilità di rifiutare il

trasferimento totale o parziale del suo diritto, la

“regola di responsabilità” (liability rule), al contrario,

non lascia al titolare questa possibilità, gli garantisce

soltanto il diritto al risarcimento.

(Panella, 2002)

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La responsabilità legale

ed il controllo delle esternalità

Mediante una causa per risarcimento danni,

conferendo alla parte danneggiata il diritto di

recuperare i danni a spese della controparte, si

elimina la necessità di una contrattazione in quanto

la regola di responsabilità specifica le conseguenze

delle scelte che si presentano alle parti.

L’operatore pubblico non deve solo intervenire per

definire i diritti di proprietà, ma deve anche stabilire il

modo attraverso il quale questi diritti sono protetti

e se un soggetto può disporre del suo diritto a

vantaggio di altri.

(Panella, 2002)

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La responsabilità legale

ed il controllo delle esternalità

La responsabilità legale (RL) ha la funzione di indurre gli agenti economici a internalizzare i costi esterni dei loro atti e ad assumere un livello di precauzione efficiente.

La RL è uno strumento ex post di politica ambientale, in quanto viene applicata dopo che il danno si è verificato.

Tende a determinare comportamenti compatibili con il livello efficiente di inquinamento da parte dei potenziali inquinatori.

La RL genera incentivi per ridurre la probabilità o la dimensione dei futuri risarcimenti collegati al riconoscimento della responsabilità.

(Musu, 2003)

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La responsabilità legale

ed il controllo delle esternalità

Nella letteratura si considerano due criteri di

responsabilità legale:

la responsabilità oggettiva (strict liability)

l’inquinatore è responsabile per i danni che risultano

dalle sue attività indipendentemente dall’ammontare

di prevenzione messo in atto;

la responsabilità per colpa (negligence o tort liability)

l’inquinatore è responsabile per i danni prodotti solo

se è stato negligente nel condurre le sue attività,

ossia se non ha esercitato un sufficiente ammontare

di prevenzione.

(Musu, 2003)

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L’effetto deterrente della responsabilità legale (costi giudiziari).

La responsabilità legale come strumento di risarcimento dei danni (Dlgs 152/06, Parte sesta Norme in materia di tutela risarcitoria contro i danni all'ambiente, artt. 299-318).

Il finanziamento dell’indennizzo:

le assicurazioni;

i fondi di indennizzo collettivi.

(Panella, 2002)

La responsabilità legale

ed il controllo delle esternalità