Lezione n. 18 Il genio senza istruzione è come l’argento dentro la miniera Benjamin Franklin...
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ECONOMIA DEI TRASPORTI E DEI SISTEMI LOGISTICI Lezione n. 18 Il genio senza istruzione è come l’argento dentro la miniera Benjamin Franklin Facoltà di Economia di Urbino anno accademico 2013-2014 1
Lezione n. 18 Il genio senza istruzione è come l’argento dentro la miniera Benjamin Franklin Facoltà di Economia di Urbino anno accademico 2013-2014 1
Lezione n. 18 Il genio senza istruzione come largento dentro la
miniera Benjamin Franklin Facolt di Economia di Urbino anno
accademico 2013-2014 1
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IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE 2
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PREMESSA/LE ORIGINI IL SISTEMA DEL Trasporto Pubblico Locale
(TPL) RISALE AGLI INIZI DEL SECOLO SCORSO ED ERA DIVISO IN DUE
SETTORI: 1. URBANO: di competenza del comuni e gestito direttamente
o mediante lo strumento della municipalizzazione o affidato a
societ private; 2. EXTRAURBANO : di competenza dello Stato e
gestito prevalentemente da imprese private attraverso listituto
della concessione. 3
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LA CONCESSIONE Listituto della concessione/contratto risale al
1939 ed era regolato dalla legge 1822 che fissava le condizioni del
servizio (programma desercizio: orari, itinerari, materiale
rotabile impiegato, tariffe ecc). Il concessionario assumeva una
posizione di tipo MONOPOLISTICO (MONOPOLIO NATURALE) che esercitava
quando, in occasione delle mutate condizioni della domanda, si
determinava lesigenza di organizzare nuove autolinee sulle quali
vantava una prelazione. Tale fatto ha indotto inefficienze nei
servizi lasciando importanti tracce nella giurisprudenza
amministrativa. 4
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ASPETTI ECONOMICI In relazione alla tipologia delle linee si
riscontrava: URBANE assolutamente deficitarie, venivano finanziate
dallEnte locale. EXTRAURBANE furono caratterizzate per un lungo
periodo da bilanci positivi ma si trovarono, alla fine degli anni
50, contrassegnati dal decollo economico, a subire perdite per cui
i concessionari richiesero il contributo dello Stato. La situazione
peggior negli anni 60 anche per effetto dello sviluppo del nascente
trasporto privato che determin la caduta della domanda influendo
sulle condizioni economiche aggravate anche dallaumento dei costi
(soprattutto del lavoro pari al 70% dei costi di bilancio) 5
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LA QUESTIONE SOCIALE LA MOBILIT si afferm quale bene sociale al
pari della sanit, previdenza, scuola, casa e si assistette a un
ulteriore estensione della rete dei servizi di trasporto con
indubbi vantaggi per la popolazione, almeno per la parte pi debole
. I disavanzi lievitarono. In questo periodo le province, sotto la
spinta dello sviluppo urbanistico, sinserirono nel gioco mediante
lo strumento del CONSORZIO DI GESTIONE 6
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LA PUBBLICIZZAZIONE anni 70 Allinizio degli anni 70 si afferm
il fenomeno della PUBBLICIZZAZIONE del TPL agevolata dalla
situazione deficitaria in cui versavano i servizi extraurbani
gestiti dalle imprese private. Gli enti locali rilevarono imprese o
parti di esse incaricando della gestione le aziende municipalizzate
o consortili. Mette conto rilevare che, in virt della situazione di
monopolio naturale assicurata dalla concessione, non poche societ
ebbero loccasione di disfarsi dei cosiddetti rami secchi ricevendo
cospicui risarcimenti a carico dei bilanci dei comuni e delle
province cui si erano aggiunte, nel frattempo, le regioni. 7
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ANNI SETTANTA (2) IN QUESTI ANNI SI VERIFICARONO EVENTI CHE
EBBERO UN IMPATTO SIGNIFICATIVO SUGLI ASPETTI ECONOMICI DEL TPL:
CRISI PETROLIFERA - determinata dal cartello OPEC, aggravata da una
struttura industriale- abitativa concepita allinsegna dellenergia a
basso prezzo. Vide il TPL sul banco degli imputati a causa delle
risorse assorbite; REALIZZAZIONE DELLE REGIONI A STATUTO ORDINARIO
- cui venne delegata la competenza in tema di TPL anche se non
completamente; MODIFICA DEL SISTEMA FISCALE - che stabil
labolizione di gran parte delle imposte locali; INFLAZIONE E DUE
CIFRE- pi grave che negli altri paesi europei. 8
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VERSO UNA RIFORMA 9
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LA PRIMA RIFORMA legge 151/1981 La legge defin, per la prima
volta, alcuni criteri di COLLEGAMENTO FRA LO SVILUPPO ECONOMICO e
LASSETTO TERRITORIALE nonch lorganizzazione integrata tra la varie
modalit di trasporto e le infrastrutture. I quattro titoli della
norma : 1. Principi fondamentali; 2. Fondo nazionale per il ripiano
dei disavanzi desercizio; 3. Fondo per gli investimenti; 4.
Disposizioni finanziarie. 10
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PRINCIPALI COMPITI DELLE REGIONI definiscono la politica
regionale dei trasporti in armonia con gli obiettivi del piano
generale nazionale dei trasporti e delle sue articolazioni
settoriali; predispongono PIANI REGIONALI DEI TRASPORTI IN
CONNESSIONE CON LE PREVISIONI DI ASSETTO TERRITORIALE E DELLO
SVILUPPO ECONOMICO, anche al fine di realizzare la integrazione e
il coordinamento con i servizi ferroviari ed evitare aspetti
concorrenziali con gli stessi; adottano programmi poliennali o
annuali di intervento, sia per gli investimenti sia per l'esercizio
dei trasporti pubblici locali. 11
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MODALIT DI GESTIONE DEL TPL LA GESTIONE DEI SERVIZI POTEVA
AVVENIRE: in economia dagli enti locali; mediante aziende speciali;
in regime di concessione. Essi venivano sostenuti finanziariamente
con contributi erogati quale differenziale tra costi standard e
ricavi derivanti dalle tariffe che dovevano coprire una percentuale
stabilita del costo del servizio. 12
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PUNTI DI FORZA DELLA LEGGE 151/1981 Determina chiaramente una
connessione tra la politica territoriale e quella dei trasporti;
Sancisce la necessit dintegrazione fra i vari modi di trasporto;
Stabilisce uno schema tipo di bilancio per le imprese
concessionarie; Distingue tra costo standard (ruolo di
monitoraggio) e costi effettivi (in pratica i concetti vennero
identificati e il costo che si impose fu una sorta di ombrello per
tutti; Prevede labbandono della 1822/1939; Anticipa il tema della
S.p.A. a totale capitale pubblico 13
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PUNTI DI DEBOLEZZADELLA LEGGE 151/1981 Esiguit delle risorse
costituite dalla sommatoria delle spese del settore precedentemente
sostenute dai vari enti; Mancata scissione del trasporto urbano
dallextraurbano. 14
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IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE 15
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VENTI DI LIBERALIZZAZIONE INTERVIENE LA CEE Tutta la politica
comunitaria venne improntata al libero mercato sin dal trattato di
Roma (1957). TEMATICHE CEE: la politica europea dei trasporti
incardinata sulle infrastrutture: Rete Transeuropea di Trasporto
(TEN-T) rete transnazionale integrata e continua (strade, ferrovie,
porti aeroporti) Corridoi pan-europei punto di riferimento per gli
interventi per il prolungamento verso est della rete TEN-T 16
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CORRIDOI PANEUROPEI MULTIMODALI 17
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CORRIDOI EUROPEI 19
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PROLUNGAMENTO DELLA RETE A EST 20
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21 COMMISSIONE DELLE COMUNIT EUROPEE Bruxelles, 12/09/2001
COM(2001) 370 LIBRO BIANCO La politica europea dei trasporti fino
al 2010: il momento delle scelte
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LIBRO BIANCO SUI TRASPORTI RIEQUILIBRARE I MODI DI TRASPORTO
STABILIRE UNA CONCORRENZA REGOLATA LEGARE IL DESTINO DEI TIPI DI
TRASPORTO ELIMINARE LE STROZZATURE ASSICURARE I FINANZIAMENTI PORRE
GLI UTENTI AL CENTRO DELLA POLITICA DEI TRASPORTI RENDERE L'UTENTE
CONSAPEVOLE DEI COSTI EROGARE TRASPORTI DAL VOLTO UMANO
RAZIONALIZZARE IL TRASPORTO URBANO CONTROLLARE LA MONDIALIZZAZIONE
DEI TRASPORTI 22
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COM BELLO VIAGGIARE IN BUS! 1956 24
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La NUOVA RIFORMA del TPL il d.lgs 422/1997: una definizione
aggiornata Sono servizi pubblici di trasporto regionale e locale i
servizi di trasporto di persone e merci, che non rientrano tra
quelli di interesse nazionale, essi comprendono: l 'insieme dei
sistemi di mobilit terrestri, marittimi, lagunari, lacuali,
fluviali e aerei che operano in modo continuativo o periodico con
itinerari, orari, frequenze e tariffe prestabilite, ad accesso
generalizzato, nell'ambito di un territorio di dimensione
normalmente regionale o infraregionale 26
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LA NUOVA RIFORMA - definisce 1^) il conferimento alle regioni
ed enti locali delle funzioni in materia di trasporti regionali
Regioni: compiti di programmazione e amministrazione Comuni ed Enti
locali: tutti i compiti in materia di Tpl delegati dalle Regioni
che non richiedono lunitario esercizio a livello regionale 2^) i
criteri per lorganizzazione del Tpl Regioni: ricevono la delega su
tutti compiti di programmazione e amministrazione dei trasporti di
livello regionale (tutti i modi) Comuni ed Enti locali: ricevono la
delega su tutti compiti di programmazione e amministrazione dei
trasporti che non richiedono lunitario esercizio a livello
regionale I conferimenti agli Enti locali sono effettuati secondo i
principi di: sussidiariet, economicit,efficienza, responsabilit,
unicit e omogeneit dellamministrazione e di copertura finanziaria
(art. 4 comma 3 legge 59/1997 ). 27
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COMPITI CHE RESTANO ALLO STATO realizzazione di grandi reti
infrastrutturali; organizzazione dei servizi di trasporto di
interesse nazionale ed internazionale; funzioni in materia di
polizia, sicurezza e regolarit circa l'esercizio del servizio;
adozione di linee guida per la riduzione dell'inquinamento; stipula
di accordi e convenzioni internazionali relativi ai servizi
transfrontalieri per il trasporto di persone e merci 28
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IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE 29
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COMPITI DELLE REGIONI DEFINISCONO GLI INDIRIZZI PER LA
PIANIFICAZIONE DEI TRASPORTI LOCALI; REDIGONO I PIANI REGIONALI DEI
TRASPORTI IN CONNES- SIONE CON LE PREVISIONI DI ASSETTO
TERRITORIALE E DI SVILUPPO ECONOMICO ASSICURANDO UNA RETE DI
TRASPORTO CHE PRIVILEGI LE INTEGRAZIONI TRA LE VARIE MODALIT
FAVORENDO IN PARTICOLAR MODO QUELLE A MINORE IMPATTO AMBIENTALE.
PER LA RELATIVA REGOLAMENTAZIONE APPROVANO PROGRAMMI TRIENNALI DEI
SERVIZI DI TPL, CHE INDIVIDUANO: a) la rete e l'organizzazione dei
servizi; b) l'integrazione modale e tariffaria; 30
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COMPITI DELLE REGIONI (2) c ) le risorse da destinare
all'esercizio e agli investimenti; d) le modalit di determinazione
delle tariffe; e) le modalit di attuazione e revisione dei
contratti di servizio pubblico; f) il sistema di monitoraggio dei
servizi; g) i criteri per la riduzione della congestione e
dell'inquinamento ambientale 31
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PROGRAMMAZIONE DEGLI INVESTIMENTI LA NORMA FISSA I CRITERI PER
I NUOVI INVESTIMENTI STABILENDO CHE GLI ACCORDI DI PROGRAMMA DEVONO
INDIVIDUARE: a) le spese da realizzare e i mezzi di trasporto,
incluso il materiale rotabile ferroviario, da acquisire; b) i tempi
di realizzazione in funzione dei piani di sviluppo dei servizi; c)
i soggetti coinvolti e loro compiti; d) le risorse necessarie, le
loro fonti di finanziamento certe e i tempi di erogazione; e) il
periodo di validit. 32
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SERVIZI MINIMI LA NORMA PREVEDE I CRITERI PER LA FISSAZIONE DEI
SERVIZI MINIMI STABILENDO CHE: I servizi minimi, qualitativamente e
quantitativamente sufficienti a soddisfare la domanda di mobilit
dei cittadini e i cui costi sono a carico del bilancio delle
regioni, sono definiti tenendo conto : a) dell'integrazione tra le
reti di trasporto; b) del pendolarismo scolastico e lavorativo; c)
della fruibilit dei servizi da parte degli utenti per l'accesso ai
vari servizi amministrativi, socio-sanitari e culturali; d) delle
esigenze di riduzione della congestione e dell'inquinamento.
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IL CONTRATTO DI SERVIZIO L'esercizio dei servizi di trasporto
pubblico regionale e locale, con qualsiasi modalit effettuati,
affidati in qualsiasi forma, regolato da CONTRATTI di SERVIZIO di
durata non superiore a nove anni. L'esercizio deve rispondere a
principi di ECONOMICIT ed EFFICIENZA, da conseguirsi anche
attraverso L'INTEGRAZIONE MODALE dei servizi pubblici di trasporto.
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I CONTRATTI DI SERVIZIO definiscono: a) il periodo di validit;
b) le caratteristiche dei servizi offerti ed il programma di
esercizio; c) gli standard qualitativi minimi del servizio, in
termini di et, manutenzione, confortevolezza e pulizia dei veicoli,
e di regolarit delle corse; d) la struttura tariffaria adottata ed
i criteri di aggiornamento annuale; e) l'importo eventualmente
dovuto dall'ente pubblico all'azienda di trasporto per le
prestazioni oggetto del contratto e le modalit di pagamento, nonch
eventuali adeguamenti conseguenti a mutamenti della struttura
tariffaria; 36
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CONTRATTI DI SERVIZIO (3) f) le modalit di modificazione del
contratto successivamente alla conclusione; g) le garanzie che
devono essere prestate dall'azienda di trasporto; h) le sanzioni in
caso di mancata osservanza del contratto; i) l'obbligo
dell'applicazione, per le singole tipologie del comparto dei
trasporti, dei rispettivi contratti collettivi di lavoro. 37
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IL SUPERAMENTO DEGLI ASSETTI MONOPOLISTICI a) il ricorso alle
procedure concorsuali per la scelta del gestore del servizio sulla
base degli elementi del contratto di servizio sulla scorta dei
principi stabiliti dalla Cee e dalle norme nazionali in tema di
appalti pubblici; b) l'esclusione, in caso di gestione diretta o di
affidamento diretto dei servizi da parte degli enti locali a propri
consorzi o aziende speciali, dell'ampliamento dei bacini di
servizio rispetto a quelli gi gestiti nelle predette forme; c) la
previsione, nel caso di cui alla lettera b), dell'obbligo di
affidamento da parte degli enti locali tramite procedure
concorsuali di quote di servizio o di servizi speciali, previa
revisione dei contratti di servizio in essere; 38
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IL SUPERAMENTO DEGLI ASSETTI MONOPOLISTICI (2) d) l'esclusione,
in caso di mancato rinnovo del contratto alla scadenza o di
decadenza dal contratto medesimo, di indennizzo al gestore che
cessa dal servizio; e) in caso di cessazione dell'esercizio, dal
precedente gestore devono essere indicate le modalit di
trasferimento, all'impresa subentrante, dei beni essenziali per
l'effettuazione del servizio e del personale dipendente; f)
l'applicazione della disposizione dell'articolo 1, comma 5, del
regolamento 1893/91/CEE alle societ di gestione dei servizi di
trasporto pubblico locale che, oltre a questi ultimi servizi,
svolgono anche altre attivit; g) la determinazione delle tariffe
del servizio in analogia, ove possibile, a quanto previsto
dall'articolo 2della legge 14 novembre 1995, n 481; 39
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LA TRASFORMAZIONE DEI GESTORI PUBBLICI Degna di rilievo la
previsione del riassetto organizzativo delle aziende speciali
pubbliche in societ per azioni o cooperative. Per questi tipi di
societ trasformate la norma prevede un periodo di affidamento,a
regime transitorio, non superiore a 5 anni allo spirare del quale
si applicheranno le norme concorsuali. 40
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RIFLESSIONI A MARGINE DELLA RIFORMA Tra gli obiettivi della
riforma figuravano: La crescita, in termini industriali, del
settore; Un recupero di efficienza, efficacia ed economicit; La
riduzione dei contributi pubblici; La definitiva
responsabilizzazione degli Enti locali in termini economici. Detti
obiettivi erano affidati anche allinserimento dei principi di
concorrenza in un settore tipicamente arroccato su posizioni
tipiche del monopolio naturale 42
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RIFLESSIONI A MARGINE DELLA RIFORMA (2) Alcune parti della
riforma hanno sortito gli effetti sperati: Redazione dei piani dei
trasporti; Adozione delle comunit tariffarie per bacino di
traffico; Trasformazione delle municipalizzate in S.p.A.
Questultimo aspetto assai gradito agli amministratori che si sono
trasformati in managers con tutto ci che ne consegue E LA
LIBERALIZZAZIONE?!?! 43
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CHE FINE HA FATTO LA LIBERALIZZAZIONE?! Il D.Lgs 422/97 e il
D.Lgs 400/99 prevedevano lobbligo delladozione delle procedure ad
evidenza pubblica per la scelta dei gestori nel termine del
31/12/2003 ma ecco che un susseguirsi di disposizioni legislative
ha prolungato tale termine esaminiamone alcune: L. 448/2001
finanziaria 2002 con varie motivazioni ha consentito una dilazione
motivabile sino a 10 anni del termine per le gare; L 326/2003 ha
introdotto la facolt di surrogare le gare con affidamenti diretti
detti in house providing (noto come lodo Buttiglione) riproponendo
il termine del 31.12.2006 quale scadenza per le gare. 44
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UN ELEMENTO DI RIFLESSIONE : SUL PROBLEMA DEL TPL Occorre
riferire che alcune gare non hanno sortito esiti positivi a causa
di insufficiente concorrenza per mancata partecipazione alle gare
UNA POSSIBILE MOTIVAZIONE: SCARSIT DEI MEZZI A DISPOSIZIONE 45
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GLI EFFETTI DI ALCUNI RICHIAMI! Si giunti al D.L. 25.06.2008,
n. 112 che, allart. 23/ bis, reintroduce il meccanismo virtuoso
delle gare (ma si badi bene! In vigore dal luglio 2011) questa
disposizione stata abrogata dal REFERENDUM DEL 16.06.2011 Con il
D.L. n. 168 del 13.08.2011- convertito in legge con modificazioni
14.09.2011,n. 148- meglio noto come manovra di agosto, il
legislatore ha provveduto a adeguare la disciplina dei servizi
pubblici locali al referendum e alle norme europee introducendo le
seguenti disposizioni 46
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UNA NORMA NUOVA? OBBLIGO per gli enti locali di verificare
periodicamente mediante delibera, da controllare a cura dellAutorit
antitrust, la REALIZZABILIT DI UNA GESTIONE CONCORRENZIALE dei
servizi pubblici locali liberalizzando tutte le attivit possibili;
Propriet PUBBLICA DELLE RETI che possono essere assegnate in
gestione al privato; Previsione ordinaria dellaffidamento dei
servizi tramite PROCEDURA AD EVIDENZA PUBBLICA che pu essere a
doppio oggetto nel caso della scelta di un socio privato cui
occorre conferire una partecipazione non inferiore al 40% nonch
specifici compiti operativi connessi alla gestione del servizio.
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LA NUOVA DISCIPLINA Applicazione del codice dei contratti nonch
ladozione di procedure di tipo pubblico per le selezioni per
lassunzione del personale; Vincoli di compatibilit per gli
amministratori; LIMITAZIONE DELLAFFIDAMENTO IN HOUSE CON DIVIETI DI
ATTIVIT EXTRA MOENIA REGIME TRANSITORIO AFFIDAMENTI 48
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SCADENZA AFFIDAMENTI Affidamenti diretti dei servizi senza
scelta del socio 31.03.2013 Affidamenti diretti con socio scelto
con procedure pubbliche sino a scadenza contratto servizio
Affidamenti diretti a societ a partecipazione pubblica quotate in
borsa sino a scadenza contratto servizio a condizione che la
partecipazione pubblica sia ridotta, con procedure a evidenza
pubblica, al 40% alla data del 30.06.2013 e al 30% alla data del
31.12.2015 49
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INTERVIENE LA CORTE COSTITUZIONALE Su istanza di alcune
regioni, tra cui le Marche, la Corte costituzionale con sentenza n.
199 del 20 luglio 2012 ha dichiarato la illegittimit costituzionale
dellintero art. 4 del decreto legge n. 138/2011 conv. con legge
148/2011. Pertanto viene a cessare completamente lefficacia del
richiamato articolo tra cui le disposizioni relative agli
affidamenti dei servizi ma soprattutto quelle inerenti il c.d.
periodo transitorio. Relativamente a questultimo punto soccorre la
norma europea. Su istanza di alcune regioni, tra cui le Marche, la
Corte costituzionale con sentenza n. 199 del 20 luglio 2012 ha
dichiarato la illegittimit costituzionale dellintero art. 4 del
decreto legge n. 138/2011 conv. con legge 148/2011. Pertanto viene
a cessare completamente lefficacia del richiamato articolo tra cui
le disposizioni relative agli affidamenti dei servizi ma
soprattutto quelle inerenti il c.d. periodo transitorio.
Relativamente a questultimo punto soccorre la norma europea.
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ENTRA IN CAMPO LEUROPA Larticolo 106 del Trattato di
funzionamento dell Unione europea prescrive che le imprese che
gestiscono servizi dinteresse economico generale o aventi carattere
di monopolio fiscale siano sottoposte alle norme dei trattati e in
particolare alle direttive sulla concorrenza - statuizione
confermata dallart. 14 del trattato di Lisbona. La normativa
europea fissa comunque il principio che il rispetto delle predette
norme non pregiudichi lattivit delle imprese e che di conseguenza
gli Stati possono derogarle. NELLO SPECIFICO IL PERIODO TRANSITORIO
VIENE FISSATO AL 3 DICEMBRE 2019. Larticolo 106 del Trattato di
funzionamento dell Unione europea prescrive che le imprese che
gestiscono servizi dinteresse economico generale o aventi carattere
di monopolio fiscale siano sottoposte alle norme dei trattati e in
particolare alle direttive sulla concorrenza - statuizione
confermata dallart. 14 del trattato di Lisbona. La normativa
europea fissa comunque il principio che il rispetto delle predette
norme non pregiudichi lattivit delle imprese e che di conseguenza
gli Stati possono derogarle. NELLO SPECIFICO IL PERIODO TRANSITORIO
VIENE FISSATO AL 3 DICEMBRE 2019. 51
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LE ULTIME MODIFICHE Con il D.L. n. 1/2012 convertito in legge
n. 27 del 24.03.2012 nel confermare la liberalizzazione il
legislatore ha introdotto: principi di individuazione dei bacini
territoriali ottimali la tutela delloccupazione tra i criteri di
valutazione delle offerte contenuti specifici inerenti gli obblighi
per il servizio pubblico Restrizioni allaffidamento in house
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