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LILIACEAE Piante erbacee con organi di riserva quali bulbi, bulbo-tuberi, rizomi, radici carnose, oppure piante succulente, rampicanti, arbu- stive. Foglie lineari, lanceolate con nervatu- re parallele, ellissoidali con nervature a rete o ridotte a squame insignificanti. Fiori bises- suali riuniti in infiorescenze a spiga, racemo, ombrella. Perigonio formato da sei elementi disposti su due verticelli. Stami tre o sei. Ovario supero con tre carpelli. Frutto: cap- sula o bacca. La famiglia delle Li!iaceae comprende circa 250 generi distribuiti in tutto il mondo. È una famiglia fra le più importanti per floricoltura, orticoltura e farmaceutica. CHIAVE DEI GENERI 1 Piante con cladodi fogliacei Ruscus 1 Piante con cladodi aghiformi Asparagus RUSCUS L. Piante suffruticose, perenni o arbusti sempreverdi con grosso rizoma strisciante. Fusti striati. Rami trasformati in strutture laminari, ovali, acute, pungenti, dette cla- dodi. Foglie squamiformi inserite nel centro del cladodo. Fiori disposti all’ascella delle foglie, piccoli, bianchi, verdastri o violacei. Frutto: bacca rossa. Il genere Ruscus comprende 6 specie dif- fuse nella regione mediterranea. Sono coltivate, specialmente il pungitopo (Ruscus aculeatus), come piante da siepe e da giardino. Contengono principi usati come diuretici. Ruscus aculeatus L. NOMI ITALIANI: Pungitopo, Bruscono. 308 Areale di Smilax aspera (Da Meusel, semplificato).

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Page 1: LILIACEAE RUSCUS L. - SardegnaAmbiente · È una famiglia fra le più importanti per floricoltura, orticoltura e farmaceutica. ... di colore verde scuro, i principali diritti, rigidi,

LILIACEAE

Piante erbacee con organi di riserva qualibulbi, bulbo-tuberi, rizomi, radici carnose,oppure piante succulente, rampicanti, arbu-stive. Foglie lineari, lanceolate con nervatu-re parallele, ellissoidali con nervature a reteo ridotte a squame insignificanti. Fiori bises-suali riuniti in infiorescenze a spiga, racemo,ombrella. Perigonio formato da sei elementidisposti su due verticelli. Stami tre o sei.Ovario supero con tre carpelli. Frutto: cap-sula o bacca.

La famiglia delle Li!iaceae comprendecirca 250 generi distribuiti in tutto il mondo.

È una famiglia fra le più importanti perfloricoltura, orticoltura e farmaceutica.

CHIAVE DEI GENERI1 Piante con cladodi fogliacei Ruscus1 Piante con cladodi aghiformi

Asparagus

RUSCUS L.

Piante suffruticose, perenni o arbustisempreverdi con grosso rizoma strisciante.Fusti striati. Rami trasformati in strutturelaminari, ovali, acute, pungenti, dette cla-dodi. Foglie squamiformi inserite nel centrodel cladodo. Fiori disposti all’ascella dellefoglie, piccoli, bianchi, verdastri o violacei.Frutto: bacca rossa.

Il genere Ruscus comprende 6 specie dif-fuse nella regione mediterranea.

Sono coltivate, specialmente il pungitopo(Ruscus aculeatus), come piante da siepe eda giardino. Contengono principi usati comediuretici.

Ruscus aculeatus L.

NOMI ITALIANI:Pungitopo, Bruscono.

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Areale di Smilax aspera (Da Meusel, semplificato).

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NOMI SARDI:

Brusciu - OruneFrusciu - TempioGruspis - SaruleGruspinu - DorgaliMela de vrùschiu - NuoroMela ‘e vrus’iu - OlienaMela ‘e vrùsciu - OraniMela ‘e vrùscu - LulaMeledda ùrpina - LodéPiscialèttu - Cagliari, Orune, Seulo, TempioPugniràzzu - AggiusSpina sorrighìna - SassariRùiu - Ittiri

Truvùsciu - MontrestaVrùschiu - Siniscola Vrùsciu OraniVruscu - Atzara, Busachi, SediloBuscadinu, Frùschiu, Rùschiu, Ruscu,

Sorighìna, Spinatòpis.

Pianta suffruticosa, sempreverde, spine-scente, formante cespi più o meno ricchi dirami. Fusti di 40-80 cm, talora alti sino a 1,2m, di colore verde scuro, i principali diritti,rigidi, striati, quelli secondari trasformati inlamine appiattite simulanti le foglie (clado-di), a contorno ovale-lanceolato. Foglieridotte a squame avvolgenti la parte basalesotterranea del fusto, biancastre o rossastre

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Ruscus aculeatus

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nella parte superiore, del tutto assenti in alto.Fiori inseriti al centro della pagina inferioredei cladodi, di sei pezzi bruno-verdastri oviolacei. I maschiU con sei stami, quellifemminili sessili o brevemente picciuolati,con ovario a stimma sessile. Bacca di 8-12mm, di colore rosso-corallo, lucida, con gen-eralmente uno o due semi, bianchi, coriacei,sferici o appiattiti su un lato, di 7-9 mm.

TIPO BIOLOGICOGeofita, camefita o nanofanerofita rizo-

matosa, suffruticosa, cespitosa a portamentoeretto.

FENOLOGIAIl pungitopo presenta la fioritura nel pe-

riodo invernale nelle zone più calde, mentrenelle zone interne e montane l’andamentoantesico si sviluppa in inverno e primavera.I frutti maturano nell’inverno successivo esono spesso contemporanei ai nuovi fiori.

AREALELa distribuzione originaria di Ruscus

aculeatus comprende il bacino occidentaledel Mediterraneo e buona parte dell’Europacentrale, sino alla pianura ungherese edall’Inghilterra meridionale, verso Nord. Perla sua utilizzazione anche come pianta dagiardino si trova in modo sporadico al difuori di queste aree, naturalizzato.

ECOLOGIAIl pungitopo è una pianta moderatamente

eliofila, indifferente al substrato che vive dallivello del mare sino ad oltre 1000 m di al-titudine. Predilige gli ambienti caldi e soleg-giati, dove acquista la maggiore vitalità, masi trova anche nelle zone interne e soprattut-to nelle leccete termofile.

NOTE COLTURALIIl pungitopo si riproduce molto facilmen-

te per via vegetativa, prelevando dai grossicespi parti del rizoma da cui si sviluppano inumerosi rami aerei. Può costituire isolato oai bordi dei muri, macchie sempreverdi.

NOTE ETNOBOTANICHEIl rizoma del pungitopo è di sapore dol-

ciastro e veniva usato in erboristeria comeaperitivo, per i principi amari che contiene, ediuretico, per la presenza di sali di potassio.I semi sono stati utilizzati come surrogatodel caffè. La polpa delle bacche di

colore bianco è dolciastra. Peraltro i fustigiovani sono commestibili ed hanno un sa-pore simile a quello dell’asparago. In Sar-degna i fusti, per le sue spine che indurisco-no nel secco, raccolti in mazzi venivanoposti a protezione delle mensole dove sta-gionava il formaggio, per proteggerlo daitopi. A ciò è da riferire anche il nome italia-no. I fusti cilindrici, ridotti in filacci sottiliservivano per legare recipienti di sughero.

ASPARAGUS L.

Piccoli arbusti legnosi alla base, rami ri-gidi, numerosi, intricati. Foglie ridotte asquame, alla base delle quali si originano ra-metti aghiformi, pungenti o spinosi, spessoriuniti a gruppetti. Fiori piccoli, verdastri obianchi. Frutto: bacca.

Il genere Asparagus comprende circa 300specie presenti in ambienti aridi, rocciosi osabbiosi, ruderali o anche boschivi.

Molte specie sono coltivate come pianteornamentali o per la produzione del giovanegermoglio, turione, molto ricercato per il sa-pore e per la presenza di varie proteine.

CHIAVE DELLE SPECIE1 Fiori e fusti bianchi, cladodi molli

A. albus1 Fiori e fusti verdastri, cladodi rigidi 22 Cladodi di 5-10 mm in fascetti di 10-30

A. acutifolius2 Cladodi di 1,5-5 cm solitari o in verti-

cillidi 2-3 A. stipularis

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Ruscus aculeatus:pianta intera, rametto e rizoma x0,5; cladodo con frutto,sezione difrutto e seme xO,5; cladodi con fiori xl;fioremaschile xl, 5, stami x.5;fiore femminile xl,5; stilo estimma x5.

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Asparagus albus L.

NOMI ITALIANI:Asparago bianco.

NOMI SARDI:Ispàrau bianca - Dorgali, Siniscola,

TorpéSega calzetta - BerchiddaSorichina - OraniSpàrau biancu.

Pianta rizomatosa con radici ingrossatetuberiformi e con numerosi rami eretti oscandenti, lunghi 30-150 cm, con rami

secondari a zig-zag, arcuato-patenti o rifles-si, afilli

e provvisti di robuste spine di 1-2 cm,diritte o leggermente arcuate, rivolte verso ilbasso. Foglie verdi, di 6-12 mm, membrana-cee, con margine scarioso, presenti solamen-te nei giovani turioni, strettamente aderential fusto. Parti verdi della pianta rappresenta-te da cladodi di 15-30 mm, lineari, molle-mente arcuati, inseriti in corti brachiblastiraggruppati in fascetti di 6-10 a simulareverticilli di 10-60 foglioline. Fiori bianco-candidi di 5-6 mm disposti in gruppetti di 5-15, con peduncoli di 4-6 mm, articolati ad 1mm circa dall’inserzione; tepali uniti alla

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Asparagus a/bus

Asparagus albus:turione, ramo secondario, ri- zomacon giovani turioni x0,5, - fiori x2;ramo con frutti x2; seme x3; ramet-to con cladodi xl; cladodi x2.

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base; ovario subsessile. Frutto: bacca sfericadi 5-8 mm di diametro, di colore rosso-coral-lo, liscia con uno o due semi di 3-4 mm,nero-lucenti, oscuramente crestato-reticolati.

TIPO BIOLOGICOGeofita rizomatosa con radici tuberose

parallele al terreno, e fusti presto legnosi, mache vengono rinnovati ogni anno.

FENOLOGIAL’asparago bianco inizia a emettere i gio-

vani turioni già nel mese di gennaio e sino amarzo-aprile. La ricca fioritura è estiva,mentre la maturazione delle bacche avvienea novembre-dicembre; queste permangononella pianta sino a dicembre-gennaio succes-sivi.

AREALEL’asparago bianco è una specie tipica-

mente steno-mediterranea con areale limita-to alle zone costiere della Sardegna, Sicilia,Corsica, Calabria, Africa del Nord e Libia.

ECOLOGIASpecie eliofila e termofila degli ambienti

aridi litoranei, predilige le zone rocciosedelle garighe e delle macchie degradate,dove costituisce un elemento caratteristico.La si può ritrovare anche nell’interno dellaSardegna, ma si tratta di zone particolarmen-te calde e aride.

NOTE ETNOBOTANICHEL’epiteto specifico (albus, bianco) è ben

appropriato in quanto sia i fusti che i fiorisono di colore bianco e pertanto la pianta,nei diversi periodi dell’anno, costituisce ce-spi di questo inconfondibile colore. I giova-ni turioni sono eduli, ma amarissimi, caratte-re che in parte perdono con la bollitura. Pos-sono essere consumati in insalata cotta as-sieme al più pregiato asparago nero.

Asparagus acutifolius L.

NOMI ITALIANI:Asparago selvatico.

NOMI SARDI:Arbaràu - SeuloBrodàu - MeanasardoIspàgaru - SaruleIspàragu - Orani, OruneIspàrau nieddu - Dorgali, Lodé, Lula,

Siniscola, TorpéIpàramu - SassariZiru de sparau - TempioSpàragu, Spàrau, Sparàu.

Pianta rizomatosa con radici verticali, tu-berose e con numerosi rami che si dipartonodalla base, lassamente sinuosi o scandenti,lunghi 30-180 cm; rami secondari patenti oleggermente riflessi, afilli, provvisti di stria-ture e con papille rigide lunghe intorno a 0,1mm. Rami giovani (turioni) lisci, verdi,scuro-violacei, afilli o con foglie lineari-lanceolate, di colore verde-scuro, di 7-15mm a margine eroso-scarioso, presto cadu-che. Parti verdi della pianta adulta rappre-sentate da cladodi lunghi 5-8 mm, lineari,diritti e patenti, striati, privi di papille e conapice appuntito in un mucrone di 0,1-0,2mm, inseriti su brachiblasti in fascetti di 6-15. Fiori bianco-candidi di 6-8 mm dispostiin gruppetti di 1-4, con peduncoli di 3-6 mm;tepali uniti alla base; antere minute. Frutto:bacca sferica di 6-10 mm di diametro, dicolore nero, liscia con uno o due semi.

TIPO BIOLOGICOGeofita rizomatosa con radici tuberose,

cespitosa e fusti presto legnosi, ma che ven-gono rinnovati ogni anno.

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Asparagus acutifolius:turione, ramo secondario e ramo con frutti xO,5; semixl; frutto x2,5; particolare diramo secondario xS; pelighiandolari rigidi x25; rametto secondario con cladodixl,5: cladodo isolato xl,5; particolare dell’apice x5;bacca xl; turione con foglie xl,5; rizoma con giovaniturioni, parte basale dei turioni giovani xO,5.

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FENOLOGIAI giovani turioni dell’asparago selvatico

spuntano, nelle zone più calde, a gennaio,anche in relazione all’andamento climaticostagionale. Nelle zone più interne il periodo disviluppo vegetativo è aprile-maggio. L’e-missione di nuovi getti avviene per alcune set-timane sino a formare un cespo costituito da 5-20 fusti. La fioritura si manifesta a settembreottobre e dopo breve tempo compaiono le bac-che, che maturano a ottobrenovembre.

AREALEAsparagus acutifolius è una specie diffu-

sa nel bacino mediterraneo, soprattutto nelle

zone costiere ad eccezione dell’Egitto e digran parte della Libia.

ECOLOGIASpecie eliofila vive lungo le siepi, i muri

a secco, tra gli anfratti rocciosi, nelle garighee nelle macchie degradate. Cresce dal livellodel mare sin oltre i 1.200 di altitudine.All’interno dei boschi si può egualmente ri-trovare, ma perde vitalità e stenta a fiorire efruttificare.

NOTE COLTURALIL’asparago selvatico si propaga per seme

o, più semplicemente, per rizomi. La cresci-

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Asparagus acutifolius

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ta è abbastanza rapida e quando si ha un suf-ficiente sviluppo dell’apparato sotterraneo sipossono avere almeno due raccolte all’anno.

NOTE ETNOBOTANICHEI giovani turioni sono molto ricercati e, in

Sardegna, danno vita ad un piccolo mercato,soprattutto ad opera di ragazzi o anziani.L’asparago selvatico si presta ad essere con-sumato, dopo bollitura, condito con olio esale, assieme ad altre verdure selvatiche o infrittata con uova. Sono note le sue proprietàdiuretiche.

Asparagus stipularis Forsskal

NOMI ITALIANIAsparago spinoso.

Pianta rizomatosa con radici fusiformi econ numerosi rami sinuosi, scandenti, moltointricati lunghi sino a 80-100 cm; rami se-

condari patenti o eretti, afilli, con striaturepiù o meno marcate. Rami giovani (turioni)lisci, scuro-violacei, bluastri, glauchi, confoglie squamiformi di 6-12 mm, poco con-sistenti, membranacee, caduche o poco per-sistenti; cladodi solitari o in gruppi di 2-3all’apice dei rami, lunghi 15-25 mm, diritti,patenti, striati, rigidi, a base circolare e asezione grosso modo quadrangolare, conapice a punta bruno-giallastra di 1-1,5 mm.Fiori verdastri con lacinie del perigonio di1,5-3 mm, disposti in coppia, o più nume-rosi, ai lati alla base di cladodi, con pedun-coli di 2-2,5 mm, articolati a metà; antereminute ovario con stimma trifido. Frutto:bacca sferica di 6-8 mm di diametro, di co-lore bluastro, glaucescente e quindi nerastra,liscia con uno o due semi.

TIPO BIOLOGICOGeofita cespugliosa, rizomatosa, tubero-

sa, con fusti legnosi che possono perdurarepiù anni.

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Asparagus stipukiris

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FENOLOGIAL’emissione dei nuovi getti avviene nel

periodo invernale e la fioritura a marzo-apri-le, mentre i frutti maturano ad aprile-mag-gio.

AREALEAsparagus stipularis è diffuso nelle zone

litoranee del bacino meridionale del Medi-terraneo, dal Marocco all’Egitto, alla Pale-stina ed alla Siria. Si ritrova ancora a Ciproe a Malta, mentre in Italia è limitato alla Si-cilia ed alla Sardegna.

ECOLOGIASpecie eliofila e termoxerofila vive negli

ambienti rocciosi soleggiati, nelle garighe enelle macchie degradate e non si discostadalla fascia litoranea.

NOTAMolto affine ad Asparagus stipularis

Forsskal è A. aphyllus, che vive negli stessiambienti e che si distingue per la presenza dicladodi striati scabro-papillosi, raramentesolitari o, in generale, disposti in verticilli di2-7.

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Vegetazione terinofila lungo le coste.

Asparagus stipularisturione con rami secondari xO,5; rami secondari confrutti x0, 5; fiori x2,5, bacca xl; foglie di giovani turionixl, 5; cladodo e sua sezione x2; apice di cladodo.

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GRAMINAEAE

Piante erbacee annuali o perenni. Fustieretti, cilindrici, generalmente cavi, erbacei olegnosi, articolati in nodi e internodi. Foglielineari con lamina eretta o eretto-patente,guaina basale avvolgente il fusto in corri-spondenza dei nodi e appendice membra-nosa, ligula, posta tra la lamina e la guaina. Ifiori, bisessuali o unisessuali con perianziorudimentale, generalmente tre stami, ovariosupero con stimma piumoso, sono protetti dadue squame, glumette, e sono disposti innumero variabile su un asse, rachilla, a for-mare una infiorescenza a spiga racchiusa dadue squame sterili, glume, talvolta munite diuna lunga appendice o resta. Le spighettesono spesso inserite sull’asse principale,rachide, a costituire una infiorescenza a spigacomposta o a pannocchia. Frutto: achenioindeiscente, cariosside, o talvolta bacca.

La famiglia delle Gram inaeae compren-de circa 650 generi e circa 9000 specie dif-fuse in tutto il mondo in qualsiasi ambiente.

Hanno un grande interesse economicocome piante alimentari, foraggere, oleifere,per lavori artigianali, come ad esempio ilbambù, per l’industria della carta, per sta-bilizzare terreni franosi o sabbiosi e bordi distrade. Sono ampiamente utilizzate comepiante ornamentali o per coprire superfici aprato.

CHIAVE DEI GENERI1 Fusti robusti di 1-3 cm, foglie larghe,

gluma inferiore con peli sul dorso Arundo

1 Fusti più sottili di 0,5-1 cm, foglie stret-te, gluma inferiore con peli alla base

Phragmites

ARUNDO L.

Fusti sotterranei rizomatosi dai quali na-scono numerosi culmi robusti, legnosi, tal-volta ramosi, alti sino a 3-5 m. Foglie larghe,piatte, verde glauco, con margine liscio oruvido. Infiorescenza a pannocchia termina-

le, ampia, lunga circa 60-70 cm, formata danumerose spighette. Glume glabre e glu-mette con peli setosi, spesso argentei.

Comprende circa 12 specie diffuse nellearee umide tropicali e sub-tropicali dove for-mano dense fasce lungo i corsi d’acqua osulle sponde dei bacini d’acqua dolce.

Le specie di questo genere sono impiegatecon ottimo risultato come piante ornamentaliper giardini umidi o come sfondo per vascheo sorgenti. Sono anche utilizzate per graticci,canne da pesca, bastoni da passeggio, imboc-cature di strumenti a fiato come il clarinetto oper costruire i pifferi e le launeddas.

Arundo donax L.

NOMI ITALIANI:Canna.

NOMI SARDI:Canna.

Pianta cespitosa provvista di robusti ri-zomi, avvolti da guaine membranacee.Culmi di 1-3 cm di diametro, cavi, eretti olassamente incurvati, alti sino a 3-4 metri.Foglie guainanti strettamente aderenti alculmo, coprenti i nodi; lamina lunga sino a50 cm, larga 2-6 cm, lanceolata, con nerva-tura centrale ben evidente e margine legger-mente scabro; base della lamina biauricula-ta, priva di ligula e con lunghi peli sericei.Infiorescenza in pannocchia composta, chia-ra, a maturità, ovato-oblunga di 30-50 cm,lassa, biancastra per la presenza di un’ab-bondante peluria.

Spighette di 10-18 mm, generalmentecon 3 fiori; glume lanceolato-acute, presso-ché eguali; glumette di 8-14 mm, connumerosissimi peli lanosi, sericei, bifide conuna corta resta centrale. Stami con filamentidi circa I mm e antere di 2,5-3,5 mm; stim-ma bifido. Cariosside oblanceolata.

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Arundo donax:infiorescenze xO,2; culmo con foglia xO,5; spighette,gluma e glu mette x2; antere x3; ovario con stimini x3;culmo in sezione longitudinale xO,5; rizoma xO,5.

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TIPO BIOLOGICOPianta rizomatosa, con culmi semplici,

ma anche ramificati, che riescono a viveremassimo due o tre anni, tendente a costituirecespi ed ampie colonie. Geofita o elofita.

FENOLOGIALa ripresa vegetativa della canna avviene

nel periodo primaverile; la fioritura inizia aluglio-agosto e la maturazione delle carios-sidi avviene nell’autunno. La parte aereasecca del tutto nel tardo autunno.

AREALESpecie considerata di origine centro-

asiatica, la canna è divenuta subcosmopolita,grazie alla sua coltivazione sin dall’antichità;per questo motivo non è possibile determi-nare con certezza il suo areale originario.

ECOLOGIAArundo donax predilige gli ambienti de-

cisamente umidi e freschi; si afferma lungo imargini dei corsi d’acqua, degli stagni co-stieri in funzione degli apporti di acque dolcied eutrofiche, dove costituisce formazioni dinotevole interesse anche per la avifauna chevi nidifica e vi trova riparo. Nell’isola è fre-quente dal livello del mare sino ai 1000 m dialtezza.

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Arundo donax

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NOTE COLTURALILa canna si può diffondere facilmente

perrizomi che formano cespi resistenti anchein condizioni di relativa aridità.

NOTE ETNOBOTANICHELa storia della canna si accompagna per

molti versi alla storia della civiltà. E colti-vata presso tutti i popoli del bacino mediter-raneo per i più svariati impieghi. I culmi,resistenti, leggeri e durevoli, sono stati uti-lizzati per costruire ripari, capanne, appron-tare cannicciate per i tetti, mensole, sostegniper le colture negli orti. La lavorazione deiculmi, ridotti in strisce più o meno sottili, hacostituito una fonte, pregiata e a buon mer-cato, di materia prima per la produzione arti-gianale di cesti di diverse dimensioni e fog-gia, non del tutto in disuso nonostante laforte concorrenza di materiali sintetici. Lasua coltivazione in filari o barriere ha spessolo scopo di delimitare i confini delle proprie-tà, altre volte quello di proteggere le colturesensibili ai venti freddi o salsi. Da tempiimmemorabili, poi, i culmi della canna sonostati usati come strumento musicale, bastiqui ricordare le caratteristiche launeddasdella Sardegna. La membrana posta al disopra del nodo all’(interno del culmo, pos-siede efficaci proprietà cicatrizzanti, essen-do in grado di bloccare immediatamente lafuoruscita delsangue in piccole ferite. Ilnome sardo è lo stesso di quello latino ed ita-liano ed è sostanzialmente identico in tutto ilbacino mediterraneo.

PHRAGMITES Adanson

Piante rizomatose con culmi eretti, ligni-ficati, talvolta ramificati, alti sino a 5 m. Fo-glie strette, erette o eretto-patenti. Fioribisessuali o unisessuali disposti in pannoc-chie dense, compatte. Frutto e seme stretta-mente aderenti: cariosside. Il genere Phrag-mites comprende due specie diffuse ovunquenelle zone umide a debole salinità, dove for-mano estesi canneti e contribuiscono allabonifica delle zone paludose trattenendo il

limo nell’intrico formato dalle radici e dairizomi. I culmi sono utilizzati per fabbricaregraticciate, stuoie e le infiorescenze per ru-dimentali spazzole.

Phragmites ausfralis (Cav.) Trin. ex SteudelSin.: Phragmites communis Trin., Arundophragmites L.

NOMI ITALIANI:Cannuccia, Cannuccia di palude.

NOMI SARDI:Canna aresta - Tempio Cannisone.

Pianta provvista di lunghi rizomi sotter-ranei o anche epigei, legnosi, avvolti da guai-ne membranacee, radicanti ai nodi. Culmi di5-10 mm di diametro, cavi, eretti, alti sino a3-4 metri, fogliosi sin quasi alla base dell’in-fiorescenza. Foglie con guaine strettamenteaderenti al culmo, sovrapponentisi l’una conl’altra, ligula ridottissima e sostituita da pelibrevi, sericei e con lamina lunga sino a 50cm, larga 1-3 cm, lanceolate, terminanti spes-so in una lunga punta sottile, con nervaturacentrale ben evidente e margine strettamentecartilagineo, con brevissimi aculei rivoltiverso l’alto. Infiorescenza in pannocchia,prima contratta, nerastra, violacea o porpori-na, poi, a maturità, lunga sino a 30-40 cm,lassa, bruno-biancastra per la presenza diun’abbondante peluria. Spighette di 10-16mm con 2-7 fiori; glume glabre, diseguali,l’inferiore di 3-4 mm, la superiore più lungadi 2-3 mm. Rachilla delle spighette connumerosissimi peli lanosi, sericei; glumettaglabra di 9-12 mm, strettamente lanceolato-acuminata. Antere di 1-1,2 mm; stimma bifi-do di 1 mm circa.

TIPO BIOLOGICOPianta rizomatosa che rinnova la parte ae-

rea ogni anno, tendente a costituire ampiecolonie. Geofita o elofita.

FENOLOGIARiprende la fase vegetativa nel periodo

primaverile, anche in rapporto alle condizio-

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ni climatiche, ed emette l’infiorescenza agiugno-luglio; la fioritura si protrae durantetutta l’estate. La parte aerea secca del tuttonel tardo autunno.

Specie subcosmopolita è diffusa soprat-tutto nelle zone litoranee.

ECOLOGIAPhyragmites aust ra/is vive nelle zone

umide (margini dei corsi d’acqua, fontanili,stagni, argini di canalizzazioni a terra), ca-ratterizzando spesso la vegetazione perista-gnale quando vi sono apporti significativi diacqua dolce. Sebbene prediliga decisamentegli ambienti litoranei, in Sardegna la si ritro-va sino ai 1000 m di altezza. Nelle zoneumide litoranee il fragmiteto rappresenta unluogo essenziale per la nidificazione di

molte specie avicole.

NOTE COLTURALILa cannuccia di palude si riproduce per

seme o, in modo più semplice, tramite rizo-mi ed è in grado in breve tempo di formareampi cespi. Pur essendo una pianta caratteri-stica di ambienti umidi, è resistente e riescea sopravvivere anche in condizioni di defi-cienza idrica, come nelle dune sabbiose.

NOTE ETNOBOTANICHELa cannuccia viene impiantata in filari,

per separare le proprietà o come frangiventonelle zone costiere, a protezione delle coltu-re, dai venti salsi dominanti. I culmi sonospesso utilizzati per allestire cannicciate, tet-toie e per intessere cestini e canestri.

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Vegetazione peristagnale a Pliragmites australis.

Phragmites australis:infiorescenze xO,5; spighette x2; glume inferiore eu-per/ore x5; glumette x3 e x4; antere e ovario x5.

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