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1 SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: ACLI - Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: L’importanza di essere… anziani 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Assistenza - 01 Anziani 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto. Viviamo in una società che si caratterizza principalmente per le continue trasformazioni e il dinamismo che riguardano non solo lo sviluppo di nuove tecnologie nell’ambito della comunicazione e dei trasporti o le scoperte mediche, ma piuttosto l’evoluzione demografica. Numerosi studi documentano come i Paesi occidentali abbiano e/o stiano percorrendo un importante e anomalo periodo di mutamento demografico rispetto ai decenni precedenti: è raddoppiata in poco più di un secolo la speranza di vita con un considerevole aumento soprattutto dei “grandi anziani”, ovvero le persone over 80. L’Italia fa parte di questi Paesi e gli indicatori dell’Istat lo comprovano: dal 2007 al 2012 vi è stato un progressivo aumento della speranza di vita sia per gli uomini (dai 78.6 del 2007 al 79.6 del 2012) che per le donne (dal 83.9 del 2007 al 84.4 del 2012). Uno dei dati più rilevanti riguarda la popolazione degli individui over 65 anni, che si afferma nel 2007 al 20.1% e nel 2013 al 20.8%. Sul totale della popolazione italiana rilevata al 31 dicembre 2012 (59.685.227 unità), il 21.2% rappresenta la popolazione con più di 65 anni e le analisi sugli scenari futuri ipotizzano un ulteriore aumento. 1^ NZ00045 NAZIONALE

L'importanza di essere anziani - aclicatania.it · programmi d’intervento diretti alla prevenzione attraverso promozione di comportamenti e di stili di vita sani, campagne di educazione

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SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA

ENTE 1) Ente proponente il progetto:

ACLI - Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani

2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: L’importanza di essere… anziani 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Assistenza - 01 Anziani

6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il

progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto.

Viviamo in una società che si caratterizza principalmente per le continue trasformazioni e il dinamismo che riguardano non solo lo sviluppo di nuove tecnologie nell’ambito della comunicazione e dei trasporti o le scoperte mediche, ma piuttosto l’evoluzione demografica. Numerosi studi documentano come i Paesi occidentali abbiano e/o stiano percorrendo un importante e anomalo periodo di mutamento demografico rispetto ai decenni precedenti: è raddoppiata in poco più di un secolo la speranza di vita con un considerevole aumento soprattutto dei “grandi anziani”, ovvero le persone over 80. L’Italia fa parte di questi Paesi e gli indicatori dell’Istat lo comprovano: dal 2007 al 2012 vi è stato un progressivo aumento della speranza di vita sia per gli uomini (dai 78.6 del 2007 al 79.6 del 2012) che per le donne (dal 83.9 del 2007 al 84.4 del 2012). Uno dei dati più rilevanti riguarda la popolazione degli individui over 65 anni, che si afferma nel 2007 al 20.1% e nel 2013 al 20.8%. Sul totale della popolazione italiana rilevata al 31 dicembre 2012 (59.685.227 unità), il 21.2% rappresenta la popolazione con più di 65 anni e le analisi sugli scenari futuri ipotizzano un ulteriore aumento.

1^

NZ00045

NAZIONALE

2

Italia 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 speranza di vita alla nascita - maschi

78,6 78,7 78,9 79,3 79,5 79,6 ..

speranza di vita alla nascita - femmine

83,9 83,9 84 84,3 84,4 84,4 ..

popolazione 65 anni e più (valori percentuali) - al 1° gennaio

20,1 20,2 20,3 20,4 20,5 20,8 21,2

indice di dipendenza strutturale (valori percentuali) - al 1° gennaio

52 52,1 52,4 52,7 52,8 53,5 54,2

indice di dipendenza degli anziani (valori percentuali) - al 1° gennaio

30,5 30,7 30,9 31,2 31,3 32 32,7

indice di vecchiaia (valori percentuali) - al 1° gennaio

142,3 143,4 144,1 144,8 145,7 148,6 151,4

età media della popolazione - al 1° gennaio

42,9 43,1 43,2 43,4 43,6 43,8 44

Fonte: Elaborazione dati ISTAT Se esaminiamo l’indicatore che approssima al meglio lo squilibrio tra popolazione “anziana” (65 anni e oltre) e popolazione “giovane” (0-14 anni), cioè l’Indice di vecchiaia, emerge come al 31 dicembre 2011, ultimo dato utilizzabile per un confronto, l’Italia è al secondo posto fra i paesi europei nel processo di invecchiamento della popolazione, con 148,6 anziani ogni 100 giovani, ancora una volta preceduta solo dalla Germania (155,8 per cento). Seguono Bulgaria e Grecia che, ancora una volta, sono i paesi europei, che presentano una struttura per età particolarmente ”vecchia” (rispettivamente 140,9 e 137,0). Le previsioni per i prossimi anni attestano la popolazione anziana al 28,6% nel 2030 e al 35,9% nel 2050: l’Italia, insieme alla Spagna, arriverà nel 2050 ad avere la maggiore percentuale di over 65 dell’Unione Europea.

Fonte: elaborazione su dati del Consiglio d’Europa 2002 e Nazioni Unite 2001

La popolazione italiana, quindi, invecchia molto velocemente. Tale condizione, normale per i Paesi a capitalismo maturo, pone a dura prova le famiglie, sempre più appesantite dagli oneri di cura non totalmente garantiti dal pubblico, e sottolinea le mancanze del welfare

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italiano. Quest’ultimo, difatti, per tornare a dare risposte efficaci ed appropriate alle diverse fasi del ciclo di vita (es. Long Term Care, non autosufficienza), dovrà essere in grado di attuare politiche di prevenzione che sopperiscano alla progressiva riduzione dei servizi pubblici offerti. L’incremento dell’aspettativa di vita, benché possa essere oggetto di valutazioni positive, è causa di una crescita esponenziale di problematiche sanitarie e sociali: bisogni di cura e di assistenza, presenze di pluripatologie, isolamento ed emarginazione sociale. In tale ambito, l’azione del welfare italiano dovrebbe essere più incisivo e creativo, nonostante presenti una carenza cronica di risorse economiche. Se, come affermato in precedenza, l’avanzamento dell’età porta spesso con sé problemi fisici e psichici, non è ugualmente scontato che questi rappresentino un destino immutabile: per migliorare la vita dei nostri nonni occorrerebbe prendere le mosse da una riconsiderazione radicale della vita senile. È necessario capire che la senescenza sia una fase dell’esistenza umana lunga e potenzialmente feconda e non un breve e transitorio momento. Assicurare e accompagnare una condotta di vita sana e adatta alle differenti fasi della vita anziana risponde appieno alle indicazioni previste nel piano sanitario 1998-2000 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), tra le quali spiccano “incentivare le motivazioni ovvero il desiderio di essere attivo e favorire il concetto di benessere in senso relativo”. L’invecchiamento è, difatti, percepito comunemente come un tema di natura primariamente, se non esclusivamente, sanitaria e economica, offrendo, così, dei contorni distanti dalla reale problematica sociale. È essenziale una maggiore sensibilizzazione della comunità verso le reali condizioni vissute dagli anziani, anche attraverso l’importante coinvolgimento delle giovani generazioni. Concludendo, il quadro demografico italiano risulta molto articolato e l’analisi precedentemente svolta mette in risalto due elementi cruciali: il progressivo aumento dell’età della popolazione e la diminuzione delle risorse economiche impiegate nei servizi pubblici. Di qui, l’esigenze di operare su due piani, quello della prevenzione, atta a guidare un invecchiamento sano e attivo, e quello del sostegno alle famiglie, tramite interventi “di sollievo”, ovvero l’assistenza ad attività quotidiane (recarsi dal medico di famiglia, fare la spesa, etc). Sono due strategie d’intervento che possono risultare efficaci in maniera totale solo se accompagnate dalla “riconciliazione” tra le diverse generazioni, ovvero dalla riscoperta della loro fisiologica solidarietà, e anche dalla rivalutazione della persona anziana quale protagonista attivo della società e fonte di sapere. In tale prospettiva, si sente l’esigenza di realizzare in favore della popolazione senile piani di sostegno alla realizzazione della vita quotidiana e programmi d’intervento diretti alla prevenzione attraverso promozione di comportamenti e di stili di vita sani, campagne di educazione sanitaria ed organizzazione di iniziative ludico – ricreative, culturali e sportive. Tali azioni otterrebbero nel lungo periodo un doppio beneficio, perché, allevierebbero i compiti di cura del sistema di welfare pubblico e delle famiglie. Il livello territoriale Gli ultimi decenni hanno delineato per i sistemi di welfare italiano e degli altri Paesi occidentali un passaggio cruciale. Una delle tematiche più rilevanti, al centro dell’intreccio fra società, welfare, famiglia e economia sta pertanto diventando quella delle forme di protezione e di promozione riservate agli anziani. Allo stesso tempo, i dati Eurisko mettono in evidenza che in Italia sempre più ci si prende cura della propria salute e del proprio benessere, accrescendo la prevenzione e sviluppando un vero e proprio progetto di cura di sé. Nello specifico, sono i “nuovi anziani” a diventare più attenti alla salute, più autonomi e progettuali. Essi, dotati maggiormente rispetto al passato di risorse (soprattutto culturali), sono portatori di una domanda di salute più “evoluta”. La salute, difatti, è un concetto, che comprende la cura (e l’autocura) ma anche il benessere, che è una vasta area, che va oltre la salute in senso stretto. Quindi, è importante capire come, a livello regionale, si stiano costruendo sistemi integrati di servizi per gli anziani, per stabilire se anche dal punto di vista relazionale e sociale si è capaci di comprendere la domanda di benessere generale che avanzano i nuovi anziani.

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Territori e servizi MOLISE – Isernia Territorio Molise Anno 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 speranza di vita alla nascita - maschi 78,8 78,1 78,9 79 79,1 79,5 .. speranza di vita alla nascita - femmine

84,3 84,2 84,4 84,3 84,2 84,5 ..

popolazione 65 anni e più (valori percentuali) - al 1° gennaio

22,1 22 21,9 22 22 22,2 22,5

indice di dipendenza strutturale (valori percentuali) - al 1° gennaio

54,5 53,7 53,2 53 52,7 53,1 53,4

indice di dipendenza degli anziani (valori percentuali) - al 1° gennaio

34,1 33,8 33,6 33,6 33,6 34 34,6

indice di vecchiaia (valori percentuali) - al 1° gennaio

167,8 169,7 171,1 173,8 175,1 178,3 183,3

età media della popolazione - al 1° gennaio

43,8 44 44,2 44,5 44,7 44,9 45,2

Anno 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Territorio indice di vecchiaia (valori percentuali) - al 1° gennaio

Isernia

180,7 183,8 186,2 188,7 189 191,8 196,9 Mettendo a confronto i dati contenuti nella tabella con i dati nazionali (per alcuni indicatori) non si riscontrano particolari differenze: nel 2013, la percentuale di anziani over 65 è pari al 22,5% (rimasto quasi invariato negli ultimi 7 anni) della popolazione residente, l’età media della popolazione è di 45,2 anni. Il discorso cambia quando si confronta l’indice di vecchiaia locale con quello italiano: nella regione del Molise, esso è pari al 183,3% mentre la media nazionale scende al 151,4%. È importante notare che a Isernia, provincia interessata al progetto, registra, nel 2013, un indice di vecchiaia pari a 196,9 %, con un aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2012. Questo significa che vi è un progressivo e allarmante decremento delle nascite (tre punti percentuali in meno rispetto al dato nazionale nel 2013). Servizi Nel territorio del Molise è consolidata una politica rivolta agli anziani, che mira a favorire la permanenza al domicilio anche dei soggetti più fragili. Questa azione, rivolta ad incrementare la diffusione dell’assistenza domiciliare integrata (ADI), vede il concorso sia del Piano Sociale Regionale sia del Piano Sanitario Regionale realizzato attraverso l’Azienza Sanitaria Regionale. Inoltre, per favorire permanenza al domicilio degli anziani disabili la Regione ha sostenuto anche la sperimentazione di servizi di “sorveglianza attiva”, quali la teleassistenza e il telesoccorso (quest’ultimo con circa 150 utenti), con particolare attenzione ai residenti dei piccoli centri abitati. A corollario dei servizi domiciliari, la Regione segnala un fabbisogno specifico per quanto riguarda le strutture assistenziali a ciclo diurno per anziani affetti da patologie neurodegenerative (al momento esiste solo un centro diurno da 12 posti a Campobasso). Anche l’offerta di strutture residenziali per anziani parzialmente e totalmente non autosufficienti risulta deficitaria. L’offerta di assistenza residenziale verso gli anziani autosufficienti o quasi del tutto autosufficienti risulta invece allineata al fabbisogno. BASILICATA – Matera, Potenza Territorio Basilicata Anno 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 speranza di vita alla nascita - maschi 78,6 79,2 79 79,4 79,5 79,9 ..

5

speranza di vita alla nascita - femmine 83,7 84,1 84,4 84,3 84,5 84,3 .. popolazione 65 anni e più (valori percentuali) - al 1° gennaio

20,1 20,1 20,2 20,2 20,3 20,5 20,8

indice di dipendenza strutturale (valori percentuali) - al 1° gennaio

52,3 51,7 51,4 51,1 50,9 51 51,4

indice di dipendenza degli anziani (valori percentuali) - al 1° gennaio

30,6 30,5 30,6 30,6 30,6 31 31,5

indice di vecchiaia (valori percentuali) - al 1° gennaio

141,2 144,3 146,5 148,5 150,8 154,2 158,6

età media della popolazione - al 1° gennaio

42,3 42,5 42,8 43,1 43,5 43,7 44

Anno 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Territorio indice di vecchiaia (valori percentuali) - al 1° gennaio

Matera 129,8 132,9 135,7 138,3 140,6 143,1 148,2

Potenza 147,5 150,6 152,5 154,2 156,5 160,4 164,5 In generale, confrontando i dati contenuti nella tabella con quelli nazionali (per alcuni indicatori) non emergono particolari differenze: nel 2013, la percentuale di anziani over 65 è pari al 20,8% (tre punti percentuali in più rispetto al 2012) della popolazione residente, l’età media della popolazione è di 44 anni. Il discorso cambia quando si confronta l’indice di vecchiaia locale con quello italiano: nella regione lucana, esso è pari al 158,6% mentre la media nazionale scende al 151,4%. Ciò significa che in Basilicata, negli ultimi anni, a fronte di un progressivo allungamento della vita si è registrato un decremento significativo delle nascite. È interessante notare che, mentre a Matera, una delle due province che assieme a Potenza sono interessate dal presente progetto, lo stesso indice registra un valore migliore del dato aggregato nazionale (nel 2013, 148,2% contro il 151,4% della media italiana), a Potenza, si registra, invece, sempre nel 2013, 164,5 %, con un aumento di ben 10 punti percentuali rispetto al 2010. Servizi Pur con le difficoltà elencate, il territorio garantisce numerosi servizi per anziani. Nel comune di Matera sono garantiti per gli anziani i servizi di assistenza domiciliare, i servizi di supporto offerti dal volontariato, i servizi di assistenza infermieristica. Inoltre, sono disponibili anche iniziative specifiche, come: centri diurni per anziani e centri aggregativi ,spazi di ascolto. Nel comune di Potenza, per gli anziani over 65, sono disponibili servizi di strutture residenziali, assistenza domiciliare, un parco per stare insieme e attività estive per la terza età. CALABRIA –Cosenza, Crotone, Vibo Valentia Territorio Calabria Anno 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 speranza di vita alla nascita - maschi 78,5 78,6 78,6 78,9 79,2 79,2 .. speranza di vita alla nascita - femmine 83,5 83,6 83,5 84,3 83,9 84 .. popolazione 65 anni e più (valori percentuali) - al 1° gennaio

18,5 18,6 18,7 18,7 18,8 19,2 19,6

indice di dipendenza strutturale (valori percentuali) - al 1° gennaio

50,6 50,1 49,8 49,7 49,5 50 50,6

indice di dipendenza degli anziani (valori percentuali) - al 1° gennaio

27,9 27,9 28 28 28,1 28,8 29,5

indice di vecchiaia (valori percentuali) - al 1° gennaio

122,9 125,5 128 129,4 131,2 135,6 139,3

età media della popolazione - al 1° gennaio

41,2 41,5 41,7 42 42,3 42,6 42,9

6

Anno 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Territorio

indice di vecchiaia (valori percentuali) - al 1° gennaio

Cosenza 133,2 135,9 138,6 139,9 141,8 146,5 150,5 Crotone 98,8 101,4 103 104,8 106 109,1 112,4 Vibo Valentia 117,4 120 122,6 124,3 126,3 132,4 135,7

Gli abitanti che hanno superato i 65 anni di età residenti in Calabria sono aumentati di un punto percentuale nell’arco di cinque anni (18,6% nel 2008; 19,6% nel 2013). Considerando gli anni tra il 2007 e il 2013, l’età media della popolazione risulta essere sempre inferiore a quella italiana, anche se in Calabria (a differenza del resto d’Italia) questo indicatore ha registrato un incremento positivo pari al 1,7%. Una dinamica simile è descritta dall’indice di vecchiaia, che negli anni considerati è risultata sempre più basso di quello nazionale (nel 2013, 139,3% contro il 151,4% nazionale), ma al contempo tende a deteriorarsi più in fretta. Infatti, l’incremento registrato passando dal 2007 al 2013 è notevole: oltre 16 punti percentuale, contro il solo 9% del dato italiano. Se il trend continuerà in questo modo, cioè se gli squilibri continueranno ad accentuarsi, la Calabria nei prossimi anni potrebbe allinearsi agli standard italici, andando incontro così ad un aumento delle esigenze della popolazione e una conseguente maggiore pressione sui conti pubblici, già piuttosto problematici. Servizi Nella regione calabrese gran parte dei problemi, che riguardano gli anziani, ricade sulle famiglie, in quanto i servizi offerti spesso risultano insufficienti: ad esempio, i comuni che offrono il servizio di assistenza domiciliare agli anziani sono solamente il 39,4%, contro l’85% della media italiana. Nonostante le debolezze messe in evidenzia, il sistema assistenziale calabrese ha un’offerta di servizi per anziani variegata (anche se insufficiente). Infatti, nel comune di Catanzaro, per le persone anziane over 65 sono presenti un servizio informanziani e segretariato sociale, un servizio di assistenza domiciliare (non sanitaria) per anziani non autosufficienti o parzialmente autosufficienti, un servizio domiciliare per anziani non deambulanti, un servizio di accoglienza e socializzazione presso centri o strutture a ciclo diurno o residenziali, e servizi di assistenza domiciliare integrata (ADI). A Cosenza, altra provincia interessata dal nostro progetto, sono presenti i seguenti servizi per anziani: assistenza domiciliare rivolta a chi si trova in precarie condizioni di salute o in situazioni di disagio, strutture sociali residenziali, strutture socio assistenziali per anziani, e telesoccorso. Infine, nel territorio di Crotone, oltre alle case di cura, alle strutture residenziali per anziani, e di riabilitazione e case protette, è disponibile il servizio di assistenza domiciliare per autosufficienti ed è attivo tutto l’anno un centro sociale anziani, dove si organizzano conferenze, incontri culturali, e attività ricreative. CAMPANIA – Avellino, Benevento -Caserta Territorio Campania Anno 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 speranza di vita alla nascita - maschi 76,9 77,1 77,3 77,6 77,6 78 .. speranza di vita alla nascita - femmine 82,2 82,4 82,4 82,6 82,6 82,8 .. popolazione 65 anni e più (valori percentuali) - al 1° gennaio

15,5 15,7 15,8 15,9 16,1 16,6 17

indice di dipendenza strutturale (valori percentuali) - al 1° gennaio

48,7 48,5 48,4 48,1 48,2 48,5 49

indice di dipendenza degli anziani (valori percentuali) - al 1° gennaio

23 23,2 23,5 23,6 23,9 24,6 25,3

indice di vecchiaia (valori percentuali) - 89,7 92,1 94,5 96,1 98,5 102,7 106,4

7

al 1° gennaio età media della popolazione - al 1° gennaio

39,2 39,5 39,7 40 40,3 40,6 40,9

Anno 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Territorio

indice di vecchiaia (valori percentuali) - al 1° gennaio

Caserta 81,2 83 84,9 86,2 88,1 92 95,3

Benevento 142,8 145,1 147,3 149,3 151 155,3 159,5

Avellino 132,6 135 137,3 139,2 140,8 146,3 150,5 La regione campana, come noto, è una regione molto giovane, almeno considerando gli standard italici: nel 2013, l’indice di vecchiaia (106,4%) era di 45 punti percentuale inferiore a quello nazionale (151,4%), l’età media era di 40,9 anni, la popolazione over 65 corrisponde al 16%. Infine, gli indici di dipendenza degli anziani e di dipendenza anziani sono mediamente migliori del dato nazionale. Se la media regionale è assai confortante i dati disaggregati delle province coinvolte nel progetto (Avellino, Benevento e Caserta) mostrano dei segnali in controtendenza: per fare un esempio, l’indice di vecchiaia di Caserta e Benevento è rispettivamente 95,3% e 159,5% nel 2013 (ben 64,2 punti percentuali di differenza), con una media nazionale di 151,4%. Servizi I dati regionali evidenziano che è stata intrapresa, nel campo dell’assistenza agli anziani, la via della deospedalizzazione, sostenendo in modo estensivo l’utilizzo dei servizi domiciliari. Infatti, il 79% dei Comuni della Campania offre questo servizio, coprendo ben l’86% del territorio, con un tasso di presa in carico, che risulta in linea con quello italiano. In Campania e in particolare nelle province coinvolte nel progetto di servizio civile sono presenti: residenze per anziani, case di cura e di riabilitazione per la popolazione over 60 non autosufficiente, che non può essere assistita a domicilio, cooperative ed associazioni che svolgono attività a favore della popolazione over 65, e programmi volti ad accrescere la sicurezza degli anziani. PUGLIA – Foggia - Taranto – Lecce - Brindisi Territorio Puglia

Anno 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 speranza di vita alla nascita - maschi 78,8 79,2 79,2 79,7 79,7 80 .. speranza di vita alla nascita - femmine 83,6 84 83,9 84,3 84,3 84,5 .. popolazione 65 anni e più (valori percentuali) - al 1° gennaio

17,7 17,9 18,2 18,3 18,6 19 19,5

indice di dipendenza strutturale (valori percentuali) - al 1° gennaio

49,7 49,7 49,9 49,9 50,2 50,7 51,3

indice di dipendenza degli anziani (valori percentuali) - al 1° gennaio

26,4 26,8 27,2 27,5 28 28,7 29,4

indice di vecchiaia (valori percentuali) - al 1° gennaio

113,6 117 120,1 122,6 126 130,3 134,6

età media della popolazione - al 1° gennaio

40,9 41,2 41,5 41,8 42,1 42,4 42,7

Anno 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Territorio indice di vecchiaia (valori

Foggia 107,3 110,2 112,8 114,9 117,5 122,2 126 Taranto 118,9 121,8 124,2 126 130,2 130,7 135,3 Brindisi 125 129,1 133,1 135,2 138 143,1 146,3

8

percentuali) - al 1° gennaio

Lecce

133,8 138,1 142,2 145,5 149,2 154,2 158,3 La speranza di vita alla nascita dei cittadini pugliesi è cresciuta dal 2007 al 2012 di 0,9 anni per le donne e di 1,2 anni per gli uomini, allineandosi alla media italiana: nel 2012 le donne registravano una speranza di vita pari a 84,4 anni, mentre gli uomini non superavano gli 80 anni di età. Dal punto di vista demografico le similitudini con la popolazione nazionale finiscono qui; infatti, solo per citare due indicatori importantissimi, i pugliesi registravano, nel 2012, una dipendenza strutturale degli anziani di 2,2 punti percentuale più bassa della media nazionale, allo stesso modo l’indice di vecchiaia è del 130%, 18 punti in meno al dato italiano. È evidente, dunque, che la regione mostra un equilibrio demografico maggiore rispetto al resto della popolazione residente nel Paese. Dal punto di vista delle province coinvolte nel progetto di servizio civile, quella più giovane sembra essere Foggia che infatti ha una percentuale di anziani over 65 del 19,2, contro il 21,5 di Lecce e il 20,8 della media nazionale al 2013. Una distanza abissale divide l’indice di vecchiaia italiano da quello foggiano: attestandosi al 126%, sono 25 punti in meno registrati dalla provincia di Foggia. Servizi I servizi non sembrano essere distribuiti sul territorio pugliese in maniera uniforme, secondo un criterio preciso, anzi si presentano a macchia di leopardo. La Puglia rappresenta un territorio molto frastagliato, sotto il profilo dell’uniformità dell’offerta. Sono presenti i seguenti servizi, seppur in numero non sufficiente: la distribuzione pasti; l’assistenza domiciliare integrata con servizi socio sanitari per i disabili gravi; il telesoccorso/assistenza, l’assistenza domiciliare con servizi sociosanitari per anziani non autosufficienti, la lavanderia a domicilio per anziani, l’assistenza educativa domiciliare per minori e famiglie, infine, l’assistenza domiciliare ai disabili (SADH). SARDEGNA – Cagliari - Sassari - Nuoro - Carbonia Iglesias Territorio Sardegna Anno 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 speranza di vita alla nascita - maschi 78,3 78,5 78,4 78,8 78,9 79,1 .. speranza di vita alla nascita - femmine

84,2 84,2 84,3 84,8 84,6 84,8 ..

popolazione 65 anni e più (valori percentuali) - al 1° gennaio

18,2 18,5 18,9 19,3 19,7 20,1 20,6

indice di dipendenza strutturale (valori percentuali) - al 1° gennaio

44,7 45,1 45,7 46,4 47,1 47,9 48,8

indice di dipendenza degli anziani (valori percentuali) - al 1° gennaio

26,3 26,9 27,6 28,3 29 29,8 30,7

indice di vecchiaia (valori percentuali) - al 1° gennaio

143,1 147,8 152,2 156 160,3 164,6 169,2

età media della popolazione - al 1° gennaio

42,6 42,9 43,3 43,6 43,9 44,3 44,6

Anno 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Territorio indice di vecchiaia (valori percentuali) - al 1° gennaio

Sassari 143,5 148,3 153 156,6 160,9 166,2 170,3 Nuoro 139,1 144,2 149,9 154,4 159,2 162,6 167,1 Cagliari 133,5 138,2 142,3 146 150,3 154,5 158,8 Carbonia-Iglesias

161,9 169,6 177,5 181,1 187,1 193,3 201,1

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Come noto la popolazione sarda figura tra quelle più longeve al mondo: sono molti gli abitanti dell’isola ultracentenari. In effetti, l’isola mostra dei parametri demografici distanti da quelli nazionali: nel 2012, l’età media è di 44 anni circa, l’indice di vecchiaia di 164,6%, la speranza di vita alla nascita di 84,8 anni per le donne e di 79,1 per gli uomini, infine, l’indice di dipendenza strutturale degli anziani pari a 47,9. Segno questo ultimo che indica che nella Regione il processo di sostituzione delle generazioni più anziane con quelle più giovani è rallentato. Tra le province coinvolte nel progetto “L’importanza di essere… anziani” (Cagliari, Carbonia Iglesias Nuoro, Sassari) sembra essere Carbonia Iglesias ad avere i dati peggiori sotto il profilo demografico: con un indice di vecchia pari a 201,1%, la provincia supera di quasi 32 punti la media regionale e di quasi 50 quella nazionale. Servizi Vista la situazione demografica non stupisce che i servizi rivolti agli anziani siano molto diffusi sul territorio sardo: per esempio, l’assistenza domiciliare è offerta da circa 9 Comuni su 10, con una copertura media regionale dell’85,4%. Molto esteso è anche il servizio SAD che, infatti, compre il 95,5 del territorio. Nello specifico, presso la provincia di Cagliari sono diffuse, oltre a due centri di aggregazione per anziani e a diverse residenze per anziani, anche servizi di alloggi protetti. Per quanto riguarda le attività di socializzazione, i Servizi Sociali organizzano feste in particolari momenti dell'anno (Natale, Pasqua, Carnevale), e gite culturali per anziani. Inoltre, a Cagliari è attivo da diversi anni il progetto Nonni Vigili, rivolto ai cittadini dai 60 ai 72 anni, per la sorveglianza e la sicurezza degli studenti delle scuole primarie. Invece, nel territorio di Carbonia Iglesias sono attivi, oltre ai servizi sociali comunali, diverse cooperative sociali che offrono servizi per gli anziani, come l’assistenza domiciliare semplice e anche socio-assistenziali. Infine, nei territori sono attive residenze assistite per autosufficienti e non, residenze sanitarie, e residenze protette. SICILIA – Palermo – Siracusa - Messina – Catania – Caltanissetta - Ragusa - Trapani Territorio Sicilia Anno 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 speranza di vita alla nascita - maschi 77,9 78,2 78,2 78,7 78,6 78,8 .. speranza di vita alla nascita - femmine 82,6 82,9 82,7 83,1 83 83,2 .. popolazione 65 anni e più (valori percentuali) - al 1° gennaio 18,2 18,3 18,4 18,5 18,6 18,9 19,3 indice di dipendenza strutturale (valori percentuali) - al 1° gennaio 51,8 51,3 51,1 50,9 50,9 51,1 51,7 indice di dipendenza degli anziani (valori percentuali) - al 1° gennaio 27,6 27,6 27,7 27,9 28,1 28,6 29,3 indice di vecchiaia (valori percentuali) - al 1° gennaio 114 116,6 118,8 120,7 123,1 127 131 età media della popolazione - al 1° gennaio 40,9 41,2 41,4 41,6 41,9 42,2 42,4 Anno 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Territorio indice di vecchiaia (valori percentuali) - al 1°

Trapani 126,2 129,4 132,7 135,9 139,2 144,3 148,6 Palermo 105,3 108,2 110,3 112,4 114,9 119,2 123,4 Messina 145 147,7 149,9 151,7 153,3 156,8 160,3 Caltanissetta 106,1 108,8 111,4 114,1 117 120,6 124,2

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gennaio Catania 100,3 102,5 104,4 106,3 108,7 112,2 116,6 Ragusa 114,8 116,1 117,6 118 119,6 122,5 124,9 Siracusa 116 118,7 121,3 123,1 126,1 130 133,6

Se confrontata con le altre regioni italiane, la Sicilia, sotto il profilo demografico, mostra maggiore equilibrio. Nel 2013, l’età media della popolazione era di 42,4 anni, l’indice di vecchiaia del 131%, mentre l’indice di dipendenza degli anziani di 29 punti. Il rovescio della medaglia di questi dati confortanti riguarda il fatto che nell’isola la vita media è più breve (di circa un anno e mezzo) rispetto alle restanti regioni italiane. Rispetto alle altre province coinvolte nel progetto, Catania si contraddistingue per avere una popolazione locale mediamente più giovane: nel 2013, l’età media era di 41,6 anni, l’incidenza degli anziani over 65 non raggiungeva il 18% e l’indice di vecchiaia era eccezionalmente basso, ossia 116,6%. Viceversa, è Messina la provincia più anziana: infatti, nello stesso anno, la percentuale di over65 era di 21%, mentre l’indice di vecchiaia saliva al 160,3%. Servizi Sul territorio regionale non mancano i servizi per assistere gli anziani, ma sono decisamente meno diffusi che nel resto d’Italia: sono soltanto il 73,6% i comuni che offrono l’assistenza domiciliare semplice, contro l’85,4% della media italiana. Invece, il SAD è presente nell’86% circa del territorio regionale, una copertura di 5 punti percentuale inferiore al dato nazionale, che è pari al 91%. La Sicilia è dotata, benché a macchia di leopardo, anche di case di riposo, di servizi di Telesoccorso, trasporto per i soggetti portatori di handicap presso i centri occupazionali-riabilitativi, case di cura e per la riabilitazione degli anziani. Palermo è in coda alla classifica sui servizi offerti dalle amministrazioni alle persone over 65. Si registrano, oltre all’assistenza domiciliare, solo alcune residenze per anziani, ricoveri e case di cura. Sono assenti i centri di socializzazione. Le Acli sul territorio L’Area Politiche di Cittadinanza è la struttura delle Acli Nazionali che si occupa di seguire e di sviluppare i temi e le azioni riguardanti quattro ambiti di vitale importanza per l’associazione: economia e lavoro, welfare, politiche per la famiglia e immigrazione. Acquisire conoscenze sui problemi sociali attuali è propedeutico ad individuare piste di intervento e ad elaborare un’azione sociale efficace. L’attività dell’Area mira a rendere protagoniste le realtà locali delle Acli all’interno di una rete in cui i nodi territoriali dialogano con il nodo nazionale in un continuo lavoro di confronto, di animazione e di scambio sinergico. Il lavoro dell’Area è svolto costantemente perseguendo strategie di integrazione. La metodologia cui l’Area fa ricorso è principalmente quella della ricerca-azione, che consente la produzione di conoscenza specifica e l’elaborazione di un pensiero strategico. Essa è agita anche al fine di individuare e diffondere buone pratiche in campo sociale, per innalzare la qualità degli interventi. FAP ACLI: è una Associazione specifica interna al sistema Acli presente su tutto il territorio nazionale nata per favorire la promozione, l’azione sociale e il volontariato degli anziani e dei pensionati. In specifico la FAP promuove adeguate forme di tutela e rappresentanza sociale e sindacale degli anziani e dei pensionati ivi comprese le forme complementari – della salute, dell’assistenza, della casa, dei servizi sociali e delle attività di tempo libero; promuove ed organizza attività culturali e sociali che favoriscano la presa di coscienza dei diritti di cittadinanza degli anziani e dei pensionati e ne sostengano l’affermazione e la concreta realizzazione; promuove l’autorganizzazione e il volontariato sociale degli anziani e dei pensionati, valorizzando le competenze, le motivazioni e le esperienze da essi acquisite attraverso l’attività professionale e l’impegno sociale; promuove il mantenimento di un ruolo attivo e protagonista dei pensionati e degli anziani nella vita della società per la realizzazione del loro benessere, anche sociale, il miglioramento delle condizioni di vita in ambito personale, sociale, economico e professionale, sviluppando in tal modo nuovi stimoli vitali; promuove

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l’organizzazione, anche in collaborazione con i Servizi, le Imprese a finalità sociale e le Associazioni specifiche e professionali promosse dalle ACLI, di attività e servizi inerenti: la difesa civica; il patrocinio sociale e previdenziale; l’assistenza domiciliare, sanitaria e infermieristica; l’integrazione culturale e sociale; la formazione permanente; l’educazione alimentare, motoria, sportiva ed ambientale; l’animazione culturale; il turismo sociale. L’US Acli (Unione Sportiva delle Acli) è presente in tutto il territorio nazionale. In collaborazione con le Acli e la Fap organizza nei territori attività motorie, ludiche e sportive rivolte a tutta la cittadinanza, con particolare attenzione alle persone più esposte a rischi di emarginazione fisica e sociale. L'US Acli è soggetto promotore di sport per tutti attraverso iniziative funzionali a migliorare la qualità della vita delle persone, la società e la vita civile Il Patronato Acli è presente sul territorio nazionale con le proprie sedi ed i segretariati sociali. Per l’utenza anziana offre prevalentemente servizi di assistenza a pratiche contributive e previdenziali, consulenza ed informazioni in ambito socio- assistenziale e sanitario. Il bisogno La lettura del contesto, l’analisi condotta e le previsioni future elaborate, sono rappresentative di una condizione preoccupante, soprattutto se si pone in riferimento alle condizioni economiche, sanitarie e sociali che caratterizzano i territori del sud Italia individuati per l’attuazione del progetto. Infatti, date le premesse è probabile attendersi una crescita sensibile delle problematiche sociali e sanitarie quali pluri-patologie, bisogni di cura e assistenza, isolamento ed emarginazione sociale, di cui il welfare dovrebbe farsi carico, ma a cui sono destinate sempre meno risorse umane, strumentali ed economiche. Come precedentemente evidenziato, per sostenere gli anziani non autonomi, i Comuni, le Associazioni e strutture assistenziali pubbliche e private presenti nei territori, anche se non sempre in modo adeguato e sistematico, hanno programmato ed avviato interventi di tipo socio-sanitario-assistenziale finalizzati ad offrire servizi atti a rispondere alle loro esigenze primarie (segretariato sociale, assistenza domiciliare, strutture residenziali idonee). Sporadiche invece risultano essere le iniziative culturali e aggregative rivolte agli anziani autosufficienti o parzialmente autonomi che hanno come obiettivo principale quello di promuovere benessere psico-fisico dell’anziano, e quelle di tipo aggregativo e socializzante, volte a migliorare la qualità della vita, a prevenire stati di fragilità e solitudine, a contenere il malessere dovuto alla mancanza di legami e di relazioni sociali. Relativamente alla condizione anziana, è necessario precisare che non esiste solo una non autosufficienza fisica; ma anche una non autosufficienza sociale, determinata dalla mancanza di ruolo, dalla solitudine, dall’angoscia per il futuro e dalla debolezza della rete solidale. È evidente quindi l’importanza di rileggere con un approccio diverso il “problema anziani”; è necessario ripensare all’anziano da portatore di “bisogni passivi” e fruitore di servizi assistenziali e sanitari, a soggetto protagonista che necessità di essere accolto e coinvolto nel proprio tessuto sociale di appartenenza. Quindi, pur riconoscendo come fondamentali gli interventi dell’istituzione pubblica volti a sostenere i casi di non autonomia, è necessario:

• riconsiderare gli interventi di domiciliarità, in un’ottica di partecipazione sociale e coinvolgimento della comunità,

• riconciliare le generazioni e in un’ottica di coesione sociale tutti possono sentirsi parte attiva nella convivenza civile e riconoscersi come portatori di valori, di esperienze, di sapere, che possono contribuire allo sviluppo e alla crescita della società.

• programmare iniziative finalizzate ad attivare processi di integrazione e di inclusione come fondamentali per il benessere psico-fisico dell’anziano.

L’orizzonte degli interventi sociali si deve necessariamente allargare e alle tradizionali politiche di protezione sociale è fondamentale offrire ai cittadini anziani la possibilità di sentirsi ancora

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“risorsa”, parte attiva della vita comunitaria, agire quindi in un’ottica di prevenzione piuttosto che di assistenza e cura. Dall’analisi complessiva del contesto sopra citata emerge che i problemi principali legati alla terza età, ossia il nostro target di riferimento, sono: Problema 1. Aumento progressivo del numero di famiglie mononucleari di over 65 con conseguente aumento del loro stato di fragilità fisica e psicologica. Fragilità che incide negativamente sul loro stato di autonomia e sulla capacità e volontà di prendersi cura del proprio benessere. A questo problema sono legati: un bisogno di sostegno domiciliare “leggero” per la cura della propria persona, della salute e della casa, e un bisogno di promozione della propria autonomia. Problema 2. Difficoltà per gli anziani autosufficienti di trovare una dimensione relazionale significativa, e necessità di essere riconosciuti non solo come fruitori di servizio ma anche come promotori di iniziative solidali. A questo problema sono legati: un bisogno di aggregazione e un una necessità di sentirsi “utili”. Problema 3. Aumento della percezione di inadeguatezza dell’anziano rispetto al contesto culturale, sociale e politico a cui appartiene. Percezione che porta inevitabilmente ad un progressivo isolamento relazionale. A questo problema sono legati: un bisogno di riconoscimento, un bisogno di coinvolgimento, un bisogno di appartenenza al tessuto sociale. Destinatari Il progetto “L’importanza di essere… anziani” quindi ha come target di riferimento gli anziani over 65 autosufficienti o con insufficienza lieve, delle province coinvolte, che necessitano di supporto per prevenire e combattere la situazione di isolamento e di fragilità in cui si possono o si potrebbero trovare. La condizione psico-fisica dell’anziano è soggetta a repentini cambiamenti a causa di malattie improvvise che possono insorgere e perdita o allontanamento di una o più familiari. È necessario quindi non limitare l’intervento solo agli anziani che già dichiaratamente manifestano uno stato di isolamento e solitudine, ma coinvolgere anche gli anziani inseriti nella vita sociale del territorio e quelli in particolare che stanno vivendo il passaggio tra lavoratore e pensionata; coinvolgere attivamente altri anziani potrebbe rappresentare uno stimolo per i destinatari diretti dei nostri interventi, e facilitare la costruzione di una rete sociale “solida e consolidata”, che in caso di bisogno potrebbe poi supportarli. I destinatari diretti delle attività del progetto individuati per ogni territorio coinvolto sono:

Province coinvolte nel progetto

Numero destinatari Azioni 1

Numero destinatari Azione 2

Numero destinatari Azione 3

Numero totale anziani over 65 coinvolti

Avellino 30 20 90 140 Benevento 30 30 90 150 Brindisi 30 20 80 130 Cagliari 30 20 90 140 Caltanissetta 20 20 80 120 Carbonia Iglesias 20 25 60 105 Caserta 25 20 80 125 Cosenza 20 20 60 100 Catanzaro 20 20 50 90 Crotone 15 10 40 65

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Foggia 20 15 50 85 Isernia 20 10 50 80 Lecce 30 20 80 130 Matera 25 10 40 75 Messina 30 20 90 140 Nuoro 20 20 80 120 Palermo 40 30 100 170 Potenza 20 15 70 105 Ragusa 20 15 60 95 Sassari 25 20 70 115 Siracusa 20 15 60 95 Taranto 30 20 60 110 Trapani 20 15 50 85 Vibo Valentia 20 15 50 85 TOTALI 580 445 1630 2655

I beneficiari indiretti per tutte le realtà territoriali coinvolte nel progetto sono:

• le famiglie degli anziani; • le Associazioni di promozione sociale e di volontariato che lavorano con il target degli

anziani; • le Parrocchie e i gruppi informali presenti sui territori che operano per e con gli anziani; • i Comuni, in particolare l’Area Servizi Sociali; • le ASL; • la comunità e i cittadini dei territori, che verranno coinvolti indirettamente nelle azioni

del progetto. 7) Obiettivi del progetto: Obiettivo generale Dall’analisi del contesto che rileva nei territori una frammentazione dei servizi offerti e la vocazione “prestazionale” degli stessi, è evidente che restano scoperte delle “zone d’ombra” che afferiscono alla sfera della dimensione sociale e relazionale del bisogno. Infatti, un bisogno sempre più emergente della famiglia anziana ma non solo, è l’isolamento e la povertà delle relazioni sociali. Vediamo infatti quotidianamente che la fase di vulnerabilità, che caratterizza l’ingresso nella vera e propria vecchiaia, risulta proporzionalmente tanto più difficile quanto più gli anziani si trovano ad affrontarla da soli, a causa o della mancanza o della fragilità di reti di sostegno basate sui rapporti familiari, parentali, amicali. Questa riflessione porta ad una seconda considerazione che attiene alla povertà delle relazioni sociali – che in molti casi sfocia in forme di solitudine e di isolamento. Tale povertà delle relazioni sociali è una fonte di disagio degli anziani, sia perché portatrice di conseguenze di facile valutazione sia perché la gestione di fragilità progressive carica di difficoltà via via maggiori. Coerentemente con l’analisi dei contesti e la rilevazioni dei bisogni, è chiaro che per mantenere e/o migliorare le condizioni di salute, sociali ed economiche dell’anziano autosufficiente o parzialmente autosufficiente si debba “agire”, in un’ottica preventiva, sulla qualità della vita sia in un ambito domiciliare che “comunitario”. Si tratta, in sostanza, di prendersi carico degli anziani garantendo loro servizi di prossimità che prevedano da una parte un sostegno nella gestione delle incombenze quotidiane dall’altro un’offerta di attività ricreative, formative, culturali, non sporadiche ma continuative, che stimolino la loro adesione e la loro partecipazione come fruitori e che li coinvolgano insieme alla comunità nell’organizzazione e nella gestione delle stesse. Migliorare lo stato di benessere complessivo psico-fisico-sociale dell’anziano è quindi l’obiettivo generale che il progetto vuole perseguire.

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Obiettivi specifici Per il problema individuato: Problema 1. Aumento progressivo del numero di famiglie mononucleari di over 65 con conseguente aumento del loro stato di fragilità fisica e psicologica. Fragilità che incide negativamente sul loro stato di autonomia e sulla capacità e volontà di prendersi cura del proprio benessere. A questo problema sono legati: un bisogno di sostegno domiciliare “leggero” per la cura della propria persona, della salute e della casa, e un bisogno di promozione della propria autonomia. l’obiettivo specifico individuato è:

a) Promuovere l’autonomia dell’anziano, agendo su un contesto domiciliare e sociale – Attraverso l’offerta di servizi di sollievo (Azione 1)

Per il problema individuato: Problema 2. Difficoltà per gli anziani autosufficienti di trovare una dimensione relazionale significativa, e necessità di essere riconosciuti non solo come fruitori di servizio ma anche come promotori di iniziative solidali. A questo problema sono legati: un bisogno di aggregazione e un una necessità di sentirsi “utili”. l’obiettivo specifico individuato è:

b) Promuovere coesione e partecipazione sociale degli anziani, attraverso iniziative di solidarietà e partecipazione (Azione 2)

Per il problema individuato: Problema 3. Aumento della percezione di inadeguatezza dell’anziano rispetto al contesto culturale, sociale e politico a cui appartiene. Percezione che porta inevitabilmente ad un progressivo isolamento relazionale. A questo problema sono legati: un bisogno di riconoscimento, un bisogno di coinvolgimento, un bisogno di appartenenza al tessuto sociale. l’obiettivo specifico individuato è:

c) Ridurre stati di emarginazione sociale e culturale – Attraverso l’offerta di uscite e gite culturali (Azione 3)

Problemi rilevati

Obiettivi Indicatori di risultato

Risultati attesi Ex post

Problema 1. Aumento progressivo del numero di famiglie mononucleari di over 65 con conseguente aumento del loro stato di fragilità fisica e psicologica. Fragilità che incide negativamente sul loro stato di autonomia e sulla capacità e volontà di prendersi cura del proprio benessere.

a) Promuovere l’autonomia dell’anziano, agendo su un contesto domiciliare e sociale

Numero di anziani soli raggiunti dal servizio Numero di servizi di sollievo prestati Numero di ricoveri in strutture ospedaliere Percezione di miglioramento del proprio stato di

Complessivamente almeno 500 Complessivamente almeno 700 Ridotti il numero di ricoveri dello 0,05% Almeno il 70% alla domanda risponde positivamente

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salute

Problema 2. Difficoltà per gli anziani autosufficienti di trovare una dimensione relazionale significativa, e necessità di essere riconosciuti non solo come fruitori di servizio ma anche come promotori di iniziative solidali. A questo problema sono legati: un bisogno di aggregazione e un una necessità di sentirsi “utili”.

b) Promuovere coesione e partecipazione sociale degli anziani

Numero di anziani coinvolti nell’azione di vicinato solidale Numero di impegno settimanale garantito dagli anziani Numero di iniziative di vicinato solidale nei quartieri del territori Grado di soddisfazione delle singole iniziative proposte

Complessivamente almeno 100 coinvolti direttamente e almeno 300 fruitori Almeno 4 ore settimanali Attivate almeno 2 per provincia Almeno il 75% risponde positivamente

Problema 3. Aumento della percezione di inadeguatezza dell’anziano rispetto al contesto culturale, sociale e politico a cui appartiene. Percezione che porta inevitabilmente ad un progressivo isolamento relazionale. A questo problema sono legati: un bisogno di riconoscimento, un bisogno di coinvolgimento, un bisogno di appartenenza al tessuto sociale.

c) Ridurre stati di emarginazione sociale e culturale

Numero di anziani coinvolti nelle singole iniziative culturali e aggregative Frequenza costante alle iniziative Percezione del proprio stato di coinvolgimento e appartenenza al territorio Numero di iniziative che prevedono il coinvolgimento di generazioni diverse

Complessivamente almeno 1500 Almeno il 70% Almeno il 70% alla domanda risponde positivamente Almeno il 30%

8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: 8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi

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Dettaglio Azioni Per l’obiettivo: Promuovere l’autonomia dell’anziano, agendo su un contesto domiciliare e sociale, si prevede la seguente azione: Azione 1 - Migliorare la condizione dell’anziano offrendo servizi di supporto e accompagnamento. Attività 1.1: Servizi di sollievo La vecchiaia porta inevitabilmente la persona ad avere sempre più difficoltà nello svolgere anche le attività quotidiane più semplici, difficoltà che si amplificano notevolmente se l’anziano non può contare una sua rete familiare e amicale. Occorre quindi fornire agli stessi un aiuto concreto affinché possano vivere in tranquillità, a casa propria, la quotidianità. I giovani volontari saranno chiamati a organizzare servizi di sostegno volti ad aiutare gli anziani nelle incombenze giornaliere e assisterli durante le uscite quotidiane. I giovani potranno offrire inoltre agli anziani compagnia e assistenza “leggera”, contribuendo a migliorare e a promuovere un dialogo intergenerazionale, che arricchirà entrambi gli “attori”. Tali servizi permetteranno ai giovani di acquisire una maggiore consapevolezza delle problematiche sociali che coinvolgono la popolazione anziana e nello stesso tempo li socializzeranno ai valori più alti e nobili del vivere civile. Il servizio verrà garantito tutti giorni prevalentemente nell’orario mattutino. Il servizio verrà promosso presso le strutture delle associazioni, presso i servizi sociali e presso le parrocchie. Le richieste verranno poi raccolte e catalogate in base alla tipologia di servizio richiesto e dovranno essere classificate in base alla frequenza richiesta (se occasionale o a cadenza regolare). Nello specifico i servizi offerti saranno: • pagare le bollette • acquisto farmaci • accompagnare gli anziani a fare la spesa • ritiro referti medici • co-preparazione pasti • co-gestione dell’ambiente domestico • accompagnare gli anziani alle visite mediche • accompagnare gli anziani nelle passeggiate all’aperto • aiutarli nella valorizzazione del proprio aspetto e della propria salute (attenzione al

vestiario, alla pulizia, ad una alimentazione corretta..) Inoltre ai ragazzi verrà chiesto di stimolare la relazione e la comunicazione e di invogliare l’anziano a partecipare alle iniziative offerte dal territorio di appartenenza (uscite, pranzi sociali, feste, gite…) Per l’obiettivo: Promuovere coesione e partecipazione sociale degli anziani, si prevede la seguente azione: Azione 2 – Sviluppare il senso di appartenenza al tessuto sociale, coinvolgendo gli anziani in progetti di coesione sociale. Attività 2.1: Vicinato solidale – azioni di domiciliarità leggera Fase 2.1.1 individuazione dei quartieri dei territori coinvolti sede della sperimentazione delle attività previste; Fase 2.1.2 organizzazione di incontri aperti a tutta la popolazione per promuovere il progetto e raccolta adesioni delle famiglie e degli anziani che vorranno essere coinvolti attivamente nell’azione di vicinato solidale e la loro disponibilità settimanale; Fase 2.1.3 formazione sulle modalità di organizzazione e di gestione delle attività; Fase 2.1.4 calendarizzazione interventi settimanali; Una volta concluse le fasi preliminari, gli operatori responsabili del “servizio” inizieranno il percorso di accompagnamento presso i condomini e i palazzi raccogliendo informazioni sugli anziani presenti e sul loro stato di autonomia. Ad anziano idoneo e formato verranno assegnanti almeno 2 anziani soli, non assistiti o segnalati dai servizi sociali, (quindi con bisogni non

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conclamati), e avrà il compito di monitorare lo stato di salute psico-fisico, le abitudini alimentari, e “la cura di sé”. Per l’obiettivo: Ridurre stati di emarginazione sociale e culturale, si prevede la seguente azione: Azione 3 – Arricchire la vita socio-relazione e culturale degli anziani promuovendo la partecipazione ad iniziative aggregative e culturali. Attività 3.1: gite naturalistiche fuori porta In collaborazione con la FAP e Acli Terra verranno organizzate, presso le sedi coinvolte nel progetto, delle uscite nei parchi e nelle mete di particolare valore naturalistico. Il calendario delle uscite verrà definito trimestralmente ed esposto presso i circoli, le biblioteche, e le parrocchie. Le adesioni verranno raccolte in sede e a seconda della meta verranno date indicazioni precise sulla durata; sull’abbigliamento più idoneo, sulla difficoltà di percorrenza; sul pranzo; sul trasporto. Inoltre al momento dell’iscrizione verrà dato una breve descrizione della meta. Le mete individuate saranno comunque percorribili e accessibili facilmente da tutti e prevedranno tappe intermedie per ristori e riposi. Attività 3.2 gite culturali In collaborazione con la FAP e il CTA inoltre, si organizzeranno mensilmente gite in località con particolare valenza culturale e storica. Le destinazioni individuate potranno essere città d’arte, musei e mostre. Il calendario prevederà, soprattutto per le città d’arte, una definizione di massima già nel primo mese di programmazione delle attività e verrà successivamente completato da eventuali gite a musei e mostre, per le quali non è possibile definire inizialmente l’organizzazione. Le iscrizioni si raccoglieranno presso le sedi dell’associazione e in parrocchia, qualora si preveda un numero massimo di adesioni si darà priorità agli anziani over 65, in caso di disponibilità residue l’iscrizione potrà essere aperta a chiunque lo richieda.

Obiettivi Azioni Attività Indicatori di risultato

Strumenti di rilevazione

a) Promuovere l’autonomia dell’anziano, agendo su un contesto domiciliare e sociale

Azione 1 Migliorare la condizione dell’anziano offrendo servizi di supporto e accompagnamento.

Attività 1.1: Servizi di sollievo

Numero di anziani soli raggiunti dal servizio Numero di servizi di sollievo prestati Numero di ricoveri in strutture ospedaliere Percezione del proprio stato di salute

Schede di iscrizione e agenda servizi Agenda servizi divisa per tipologia Dati rilevabili dalle ASL e dai medici di base Interviste a campione

b) Promuovere coesione e partecipazione sociale degli anziani

Azione 2 Sviluppare il senso di appartenenza al tessuto sociale, coinvolgendo gli anziani in progetti

Attività 2.1: Vicinato solidale

Numero di anziani coinvolti nell’azione di vicinato solidale

Agenda servizi Report e relazione responsabile

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di coesione sociale.

Numero di impegno settimanale garantito dagli anziani Numero di iniziative di vicinato solidale attivate nei quartieri del territori Grado di soddisfazione delle singole iniziative proposte

progetto Questionario di gradimento somministrato a campione e interviste telefoniche

c) Ridurre stati di emarginazione sociale e culturale –

Azione 3 Arricchire la vita socio-relazione e culturale degli anziani promuovendo la partecipazione ad iniziative aggregative e culturali.

Attività 3.1: gite naturalistiche fuori porta Attività 3.2 gite culturali

Numero di anziani coinvolti nelle singole iniziative culturali e aggregative Frequenza costante alle iniziative Numero di iniziative che prevedono il coinvolgimento di generazioni diverse Percezione del proprio stato di coinvolgimento e appartenenza al territorio Grado di soddisfazione rispetto alle conoscenze acquisite

Fogli firma e schede iscrizione Relazione coordinatore Interviste a campione Questionario di gradimento

19

Ruolo del partner nel progetto: Per la sua realizzazione il progetto prevede la partecipazione dei seguenti partner nazionali: UNIVERSITÀ degli Studi Giustino Fortunato - telematica eroga i propri servizi esclusivamente in modalità on-line - http://www.unifortunato.eu/. fornirà ai volontari ricerche e studi utili alla progettazione dei servizi previsti nelle Attività 1.1 e 2.1 CENSIS-Centro Studi Investimenti Sociali – Il Censis è un istituto di ricerca socioeconomica fondato nel 1964. Metterà a disposizione materiale di ricerca per l’organizzazione delle attività 1.1, 3.1 e 3.2 BANCA POPOLARE ETICA SCPA Metterà a disposizione materiale informativo per la progettazione delle iniziative ricreative e culturali previste nelle attività 3.1 e 3.2

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Cronogramma delle attività previste dal progetto

Fasi Settimane 1

2

3

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Accoglienza volontari Formazione generale Formazione specifica Pianificazione delle attività di progetto Azione trasversale di promozione Attività 1.1 Servizio di sollievo Attività 2.1 Vicinato solidale Attività 3.1 Uscite collettive Attività 3.2 Gite turistiche Monitoraggio e valutazione

21

8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività Coerentemente con le attività previste dal progetto, i volontari interagiranno con le figure previste dalla normativa sul Servizio Civile Nazionale e con figure tecniche esperte, interne alla sede attuativa di progetto. Nel dettaglio, si evidenzia come tali risorse umane si affiancheranno ai volontari in Servizio Civile Nazionale:

N. Sede di attuazione

Profilo Ruolo nel progetto Volontari o dipendenti

1 tutte le sedi di attuazione

Addetto alla segreteria

La figura di addetto alla segreteria è trasversale per tutte le attività previste dal progetto. L’addetto/a alla segreteria avrà i seguenti compiti: gestire la corrispondenza e la comunicazione ; gestire l’archivio delle iscrizioni alle diverse attività; aggiornare le rubriche e indirizzari, produzione di copie dei materiali per la pubblicizzazione delle iniziative, presa appuntamenti e contatti con i vari soggetti che partecipano al progetto.

Volontario

1 Tutte le sedi di attuazione

Educatore

L’educatore avrà il compito di accompagnare gli anziani impegnati nelle attività di vicinato solidale, sia durante il percorso formativo, sia nelle gestione delle attività quotidiane finalizzate a monitorare lo stato di autonomia degli “vicini - utenti”. Con loro organizzerà incontri periodici di verifica e supervisione L’operatore è previsto nell’Azione 2 – attività 2.1

Collaboratore

3 tutte le sedi di attuazione

Operatori

Gli operatori, con esperienza nell’assistenza e nella relazione con gli anziani saranno coinvolti nell’organizzazione e nella gestione dei servizi di sollievo L’operatore è previsto nell’Azione 1 – attività 1.1

Volontario

1 tutte le sedi di attuazione

Guida turistica

Accompagnerà i gruppi di anziani, supportato dagli operatori volontari nelle uscite e nelle gite La guida è prevista nell’Azione 3 a supporto delle attività 3.1, 3.2

Volontario

3 tutte le sedi di attuazione

Operatore volontario

Supporta le figure esperte e il coordinatore nell’organizzazione e nella gestione delle attività previste (motorie, ricreative e culturali) L’operatore volontario è previsto nell’

Volontario

22

8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto I 45 volontari in Servizio Civile coinvolti nei singoli territori d’attuazione del progetto realizzeranno le attività così come definite nel Cronogramma e potranno essere coinvolti sia in prima persona nelle attività che affiancati ai professionisti e agli esperti (riportati nella tabella al punto 8.2) individuati per lo svolgimento del compito corrispondente. Obiettivi da raggiungere per i volontari in servizio • Sperimentarsi nella relazione intergenerazionale e nella relazione educativa; • Offrire ai giovani volontari la possibilità di cimentarsi in ruoli operativi attraverso

l’esperienza di volontariato; • Sviluppare il proprio senso di responsabilità e autonomia; • Sviluppare un proprio senso di cittadinanza attiva e partecipata; Per monitorare e valutare il grado di raggiungimento degli obiettivi sono stati individuati i seguentistrumenti: • confronti costanti con il proprio o.l.p. e con le risorse specifiche coinvolte nelle singole

attività; • la somministrazione dei questionari di soddisfazioni previsti per le attività formative; • la somministrazione del questionario di ingresso mirato a verificarne le aspettative, e di

fine servizio utile per conoscere i punti di forza e debolezza della loro esperienza; • le relazioni trimestrali e altre forme di racconto (diaristiche, narrative…) saranno

strumenti utili per individuarne il percorso esperienziale. Attività in cui saranno coinvolti i volontari: 1ª SETTIMANA – accoglienza ed inserimento dei volontari in servizio civile Per consentire ai volontari in Servizio Civile di svolgere le proprie mansioni in sinergia con gli altri operatori verrà dedicata una settimana di tempo all’accoglienza e al loro inserimento, durante la quale saranno fornite le informazioni necessarie per lo svolgimento dell’attività. In sostanza si procederà con: • la presentazione dell’Operatore Locale di Progetto responsabile del giovane • la presentazione complessiva delle equipe dei vari servizi • il disbrigo delle formalità di inserimento dei giovani in servizio civile • l’illustrazione delle principali procedure e prassi operative In questa prima settimana si cercherà di non circoscrivere le relazioni con i volontari alla sola trasmissione di informazioni e dati, ma di facilitare un primo contatto conoscitivo della realtà del territorio e delle persone che frequentano le ACLI a vario titolo: soci, utenti dei servizi, operatori, semplici cittadini. Dopo la prima settimana di accoglienza e contestualmente all’azione formativa, i ragazzi saranno inseriti nelle equipe provinciali e saranno coinvolti nello svolgimento delle attività progettuali. dalla 2ª alla 20ª SETTIMANA – Formazione generale dei volontari

Azioni 2 a supporto dell’ attività 2.1, nell’Azione 3 a supporto delle attività 3.1 e 3.2

1 tutte le sedi di attuazione

Coordinatore

Coordina le attività progettuali e supervisione lo stato complessivo di avanzamento del progetto

Volontario

23

La formazione generale dei volontari verrà erogata utilizzando le metodologie tempistiche e i contenuti previsti in sede di accreditamento. dalla 2ª alla 12ª SETTIMANA – Formazione specifica dei volontari La formazione specifica, da espletarsi entro i primi 90 gg di attività, costituisce la base necessaria e imprescindibile per lo svolgimento delle azioni progettuali. Si partirà con un’approfondita attività “preliminare” in cui: • si condividerà la mission progettuale, • si discuterà sulle modalità di attuazione, • si studieranno le strategie utili al raggiungimento degli obiettivi, • si analizzerà il ruolo di ciascun componente del progetto. Compito della formazione specifica sarà quello di permettere ai volontari la realizzazione materiale del progetto. A tale scopo si agirà sia sulla motivazione al senso del servizio, sia sul piano delle competenze necessarie al raggiungimento degli obiettivi prefissati. 5ª e 6ª SETTIMANA – pianificazione delle attività di progetto Contestualmente alla formazione l’o.l.p., i volontari in Servizio Civile e i professionisti coinvolti nelle singole attività fisseranno e condivideranno i parametri di tutte le attività che saranno svolte. In particolare saranno stabiliti i criteri con cui organizzare e raccogliere le adesioni ai servizi e alle attività. Saranno pianificate le attività da svolgersi nel corso dell'anno, contenente specifici obiettivi, attività, risorse e materiale da impiegare, tempi di realizzazione, risultati attesi e indicatori di valutazione. dalla 6ª alla 40 ª SETTIMANA – pubblicizzazione delle attività Parallelamente alla pianificazione delle attività, a partire dalla 6ª settimana sarà indispensabile pubblicizzare il progetto per far conoscere alla popolazione tutte le iniziative che saranno organizzate e svolte durante i 12 mesi di attività. La pubblicizzazione sarà realizzata fino al nono mese (dalla 6ª alla 40ª settimana) attraverso la diffusione di volantini e/o depliants presso le sedi Asl, ospedali, istituzioni locali, sede del Comune, farmacie, parrocchie, ambulatori dei medici di base, ecc.. Compiti e mansioni dei volontari in servizio civile: Relativamente all’Azione 1, ciascuno dei volontari nei giorni di svolgimento in servizio, in collaborazione con gli o.l.p., provvederà a: • Realizzare il materiale promozionale delle attività: brochure, locandine, volantini,

comunicati stampa; • Promuovere le attività tramite diffusione del materiale informativo; • Partecipare all’organizzazione logistica delle attività di front office e back office (raccogliere

adesioni, fornire informazioni); • Presso il domicilio dell’anziano offrire supporto e aiuto in specifico:

o pagare le bollette o acquisto farmaci o accompagnare gli anziani a fare la spesa o ritiro referti medici o co-preparazione pasti o co-gestione dell’ambiente domestico o accompagnare gli anziani alle visite mediche o accompagnare gli anziani nelle passeggiate all’aperto o aiutarli nella valorizzazione del proprio aspetto e della propria salute

(attenzione al vestiario, alla pulizia, ad una alimentazione corretta..) • Supportare l’o.l.p. e nella gestione delle attività; • Adempiere a commissioni varie: uffici pubblici, disbrigo pratiche.

Relativamente all’Azione 2, ciascuno dei volontari nei giorni di svolgimento del servizio, in collaborazione con gli o.l.p., provvederà a:

24

• Promuovere le attività tramite diffusione del materiale informativo; • Raccogliere le adesioni per la partecipazione alle diverse fasi dell’azione: percorso formativo

e attività di vicinato solidale; • Gestire le richieste degli utenti; • Supportare l’educatore nella gestione delle attività; • Predisporre eventuale materiale per il percorso formativo e le riunioni periodiche. Relativamente all’Azione 3, i volontari, nei giorni di servizio, parteciperanno all’organizzazione di tutte le attività al fine di aumentare la partecipazione degli anziani agli incontri; in particolare essi dovranno: • Realizzare un calendario delle attività con orari e giorni degli incontri; • Predisporre il materiale informativo; • Partecipare alla calendarizzazione delle uscite collettive e delle gite; • Collaborare all’individuazione logistica degli itinerari; • Raccogliere le adesioni per la partecipazione alle attività; • Partecipare alla formazione di gruppi che prenderanno parte alle uscite collettive e alle gite

culturali; • Partecipare alle attività in qualità di tutor e/o accompagnatore; • Accompagnare gli anziani nelle attività esterne:gite culturali e uscite collettive. 9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 10) Numero posti con vitto e alloggio: 11) Numero posti senza vitto e alloggio: 12) Numero posti con solo vitto: 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) : 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:

• Realizzazione delle attività previste dal progetto, ove fosse necessario e coerentemente con le necessità progettuali, anche in giorni festivi e prefestivi;

• Flessibilità oraria in caso di esigenze particolari; • Disponibilità alla fruizione dei giorni di permesso previsti in concomitanza della

chiusura della sede di servizio (chiusure estive e festive); • Partecipazione a momenti di verifica e monitoraggio; • Frequenza di corsi, di seminari e ogni altro momento di incontro e confronto utile ai

fini del progetto e della formazione dei volontari coinvolti, anche nei giorni prefestivi e festivi e al di fuori del territorio comunale ;

• Disponibilità ad effettuare il servizio al di fuori della sede entro il termine massimo dei 30 gg previsti;

• Osservanza della riservatezza dell’ente e della privacy di tutte le figure coinvolte nella realizzazione del progetto;

45

0

0

1400

5

45

25

• Disponibilità alla guida di automezzi e motoveicoli dell’ente e disponibilità all’accompagnamento degli utenti.

.

26

16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato:

N. Sede di attuazione del progetto

Comune Indirizzo Cod. ident. sede

N. vol. per sede

Nominativi degli Operatori Locali di Progetto

Nominativi dei Responsabili Locali di Ente Accreditato

Cognome e nome

Data di nascita

C.F. Cognome e nome

Data di nascita

C.F.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18

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17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: Nazionale Le Acli hanno attivato un sito Internet appositamente per il servizio civile www.acliserviziocivile.org nel quale oltre a riportare notizie sui propri progetti, informazioni utili per i volontari, vi è una area dedicata al Servizio Civile Nazionale. Le ACLI, oltre a produrre un rapporto annuale sul servizio civile, sono componenti attive della CNESC (Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile) sin dalla sua costituzione nel 1986. Da anni le ACLI sono fra gli enti invitati dalla Fondazione ZANCAN ai seminari, svoltisi nella residenza estiva di Malosco (TN), sul Servizio civile, organizzati in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per il Servizio civile. Agli atti prodotti viene data ampia diffusione attraverso il periodico Studi Zancan, che viene inviato agli esperti di settore (assessori, professori universitari, ecc) ed attraverso la pubblicazioni di libri tematici. Le ACLI inoltre partecipano al TESC (Tavolo Ecclesiale sul Servizio Civile), un coordinamento di organismi della Chiesa italiana che intende promuovere il servizio civile come importante esperienza formativa, di servizio agli ultimi, di testimonianza dei valori della pace, giustizia, cittadinanza attiva e solidarietà. Il TESC ha attivato un proprio sito: www.esseciblog.it e invia a tutti gli enti una newsletter di aggiornamento sulle tematiche specifiche del servizio civile. Il sito delle Acli nazionali (www.acli.it) offre ampio spazio alle tematiche del servizio civile nazionale, in particolare c’è un’area dedicata al servizio civile; nelle sezioni “In evidenza”, News Nazionali sono messe in risalto le notizie più importanti sul servizio civile nazionale pubblicati dai principali giornali e periodici di rilevanza nazionale. 2. Regionale Le ACLI come realtà regionali sono parte delle Conferenze regionali: Co.Lomba. (Conferenza enti servizio civile Lombardia), Tavolo enti di servizio civile Torino, C.L.E.S.C. (Conferenza Ligure enti di servizio civile), C.R.E.S.C. Puglia (Conferenza regionale enti di servizio civile Puglia), C.R.E.S.C.E.R. (Conferenza regionale enti di servizio civile Emilia Romagna), C.R.E.S.C. Lazio, C.R.E.S.C. Toscana. Inoltre fanno parte dei non ancora istituzionalizzati C.R.E.S.C. Friuli Venezia Giulia, C.R.E.S.C. Sicilia, C.R.E.S.C. Marche, C.R.E.S.C. Campania e C.R.E.S.C. Valle d’Aosta. Attraverso la propria partecipazione a questi organismi di secondo livello le ACLI contribuiscono alla divulgazione territoriale del servizio civile nazionale e si pongono come consulenti per le leggi regionali e la loro successiva applicazione. Relativamente alle Regioni Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Campania e Puglia le ACLI, in quanto socie della CRESC, partecipano ai progetti di “informazione e formazione” della Regione, previsti dal D. Lgs 77/02 e finanziati con il Fondo nazionale del servizio civile. Inoltre i livelli regionali prevedono numerosi siti informativi, nello specifico: Lazio; www.aclilazio.it, Piemonte; www.aclipiemonte.it, Puglia; www.enaip.puglia.it, Sardegna; www.aclisardegna.it, Sicilia; www.aclisicilia.it, Toscana; www.aclitoscana.it 3. Provinciale Le realtà locali ACLI possono contare su una capillare rete di siti e di testate che consente la massima divulgazione delle proprie attività, non ultima quelle relative ai progetti di servizio civile nazionale. Oltre 74 siti e 39 testate compongono una rete divulgativa efficace e capillare.

www.aclialessandria.it www.acliperugia.it

www.acli-ancona.it www.aclipesaro.it

www.acliarezzo.com www.aclipisa.it

www.acliascolipiceno.it www.acli.pn.it

www.acliavellino.it www.acliprato.it

www.aclibelluno.it www.acliravenna.it

28

www.aclibenevento.com www.aclirimini.it

www.aclibergamo.it www.acliroma.it

www.aclibiella.com www.aclirovigo.it

www.aclibo.it www.aclisassari.it

www.kvw.org www.aclisavona.it

www.aclibresciane.it www.aclisiena.it

www.aclibrindisi.it www.aclisondrio.it

www.aclicagliari.it www.aclitaranto.it

nuke.aclicaserta.it www.acliteramo.it

www.aclicatania.altervista.org www.aclitorino.it

www.aclicomo.it www.aclitrentine.it

aclicosenza.blogspot.it www.aclitreviso.it

www.aclicremona.it www.aclitrieste.jimdo.com

www.aclicuneo.it www.acliudine.it

www.aclienna.it www.aclivarese.org

www.aclifirenze.it www.aclivenezia.it

www.aclifoggia.it www.aclivercelli.it

www.aclifc.it www.acliverona.it

www.acligenova.org www.aclivicenza.it

www.acligorizia.wordpress.com www.acli.viterbo.it

www.aclimperia.it www.aclicampanialab.blogspot.it

www.aclilaquila.it www.acliemiliaromagna.it

www.aclilodi.it www.aclilazio.it

www.aclimacerata.it www.aclilombardia.it

www.acli.mantova.it www.aclimarche.it

www.aclimassa.it www.aclipiemonte.it

www.aclimilano.it www.aclipuglia.it

www.aclimodena.it www.aclisardegna.it

www.aclinovara.org www.aclisicilia.it

www.aclipadova.it www.aclitoscana.it

www.aclipavia.it www.acliveneto.it 4. Le testate territoriali delle ACLI La forte vocazione locale delle ACLI è testimoniata anche dalle numerose testate giornalistiche facenti capo alle diverse realtà acliste. Ad oggi si contano 39 testate registrate a livello provinciale ed 1 regionale. Anche attraverso questi strumenti si realizzano, a livello territoriale, attività di sviluppo e promozione del servizio civile. Ecco l’elenco delle testate ad oggi censite:

Arezzo Impegno aclista Asti Vita sociale Bari L'altra voce Belluno Impegno sociale Benevento Acli news Benevento Bergamo Acli laboratorio Bologna L'apricittà Bolzano Acli notizie

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Brescia Battaglie sociali Acli bresciane Como Informando Laboratorio sociale Cuneo Impegno sociale Forlì-Cesena Lavoro d'oggi Genova Acli Genova Gorizia Acli isontine Imperia Acli Imperia La Spezia Notiziario delle Acli di La Spezia Lodi Acli oggi (inserto quotidiano locale) Lucca Acli Lucca notizie Macerata Il bivio Milano Il giornale dei lavoratori Modena Segnalazioni sociali Acli Modena Perugia Acli notizie Ravenna Impegno aclista Rimini La voce del lavoratore Roma Vite Savona Savona Acli (on-line) Salerno La voce dei lavoratori Sondrio L'incontro Terni Esse Torino Torino Acli Trento Acli trentine Treviso L'ora dei lavoratori Varese Acli Varese Acli Varese in rete (supplemento Luce) Venezia Tempi moderni Verona Acli veronesi Vicenza Acli vicentine

Quanto sopra riportato dimostra come, in un sistema complesso, le azioni possano partire sia dal territorio, sia dal vertice nazionale, consentendo a tutti gli attori di essere inseriti in un contesto più ampio di quello proprio. L’ente nazionale non è altro che la sommatorie delle unità locali che lo compongono, con l’aggiunta di uno staff di coordinamento nazionale. Questo garantisce uniformità e supporto a tutti i territori. Le attività di sensibilizzazione e promozione attivate dalle ACLI in ogni territorio mirano ad un presa di coscienza della popolazione sull’esperienza di servizio civile, così da attivare processi di collaborazione e condivisione. Ogni anno sia a livello provinciale che di singoli comuni vengono realizzati convegni e open day di promozione di servizio civile con la distribuzione di depliant informativi. L’attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale di ogni territorio coinvolto nei progetti supera ampiamente l’impegno di 25 ore annue, alle quali si affiancano i lavori regionali e nazionali. 18) Criteri e modalità di selezione dei volontari: Si rimanda al sistema accreditato verificato dall’UNSC

19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

Si Si rimanda al sistema accreditato verificato dall’UNSC

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20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto: Si rimanda al sistema accreditato verificato dall’UNSC

21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): Si Si rimanda al sistema accreditato verificato dall’UNSC

22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: nessuno

23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: Al fine di realizzare le attività indicate per il raggiungimento degli obiettivi del progetto nonché lo svolgimento della formazione specifica e coerentemente alle risorse umane, tecniche e strumentali elencate nei punti 8.2 e 25, si preventivano, oltre alla valorizzazione delle risorse interne all’associazione, le seguenti risorse finanziarie aggiuntive:

PIANO DI FINANZIAMENTO - Progetto "L’importanza di essere… anziani”

SPESE (EURO)

voci di spesa costi unitari

quantità costo per riga

costo per voce

1 Formazione specifica

Formatori

10 persona x 45,00 € x 42 ore € 18900,00

Materiale promo e cancelleria

45 25,00 € forfait a volontario € 1125,00

Totale voce 1 € 20.025,00

2 Azione 1 servizi di sollievo

Spese di trasporto

24 600,00 € forfait annuale € 14400,00

Totale voce 2 € 14.400,00

3 Azione 2 vicinato solidale

Educatore professionale

24 € 5.000,00

Contratto a progetto annuale € 120000,00

Totale voce € 120.000,00

31

3

4 Azione 3 gite e uscite collettive

Spese di trasporto

24 2000,00 € forfait annuale € 48000,00

Materiale informativo

24 500,00 € forfait annuale € 12.000,00

Totale voce 4 €60.000,00

COSTO TOTALE € 214.425,00 24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners): Per la realizzazione del progetto si prevede la partecipazione dei seguenti partner nazionali: UNIVERSITÀ degli Studi Giustino Fortunato L’Università UNIFORTUNATO, istituita con D.M. 13 aprile 2006 (G.U. 6 maggio 2006, n.104), eroga i propri servizi in modalità on-line attraverso il modello didattico dell'E-Learning. I titoli accademici hanno il medesimo valore legale di quelli delle università tradizionali, ai sensi del Decreto Interministeriale 17 aprile 2003 (G.U. n° 98 d e l 2 9 a p r i l e 2 0 0 3 ). L'offerta formativa della UniFortunato è strutturata in modo da poter offrire un flessibile percorso didattico-formativo ed è articolata sui corsi di studio della Facoltà di Giurisprudenza, sui Corsi Singoli, sui Corsi di Perfezionamento, Aggiornamento Professionale e Formazione Permanente e sui Master di I e II livello. L'organizzazione didattica della Unifortunato unisce il rigore scientifico degli insegnanti alla flessibilità dell'innovativo metodo di studio Fornirà ai volontari ricerche e studi relativi alle forme di turismo sociale. Attività 1.1 e attività 2.1 CENSIS-Centro Studi Investimenti Sociali (ente no profit) – Il Censis è un istituto di ricerca socioeconomica fondato nel 1964. A partire dal 1973 è divenuto Fondazione riconosciuta con D.P.R. n. 712 dell’11 ottobre 1973, anche grazie alla partecipazione di grandi organismi pubblici e privati. Da più di quarant’anni svolge una costante attività di studio, consulenza, valutazione e proposta nei settori vitali della realtà sociale, ossia la formazione, il lavoro, il welfare, le reti territoriali, l’ambiente, l’economia, lo sviluppo locale e urbano, il governo pubblico, la comunicazione e la cultura. Il lavoro di ricerca viene svolto prevalentemente attraverso incarichi da parte di Ministeri, Amministrazioni regionali, provinciali, comunali, Camere di Commercio, Associazioni imprenditoriali e professionali, Istituti di credito, Aziende private, Gestori di reti, Organismi internazionali nonché nell'ambito dei programmi dell'Unione Europea. Metterà a disposizione materiale di ricerca per l’organizzazione delle attività 1.1, 3.1 e 3.2 BANCA POPOLARE ETICA SCPA (ente profit) offre tutti i principali prodotti e servizi bancari per privati e famiglie o per organizzazioni e imprese. Avviata l'attività nel 1999, sviluppa l'attività bancaria a partire dai propri principi fondativi sanciti: trasparenza, partecipazione, equità, efficienza, sobrietà, attenzione alle conseguenze non economiche delle azioni economiche, credito come diritto umano. Per perseguire le proprie finalità Banca Etica ha sviluppato diversi strumenti di "garanzia etica" per assicurare l'effettiva possibilità di un uso responsabile del denaro. Metterà a disposizione materiale informativo sulle iniziative a sostegno, della cooperazione e dei micro-interventi per lo sviluppo per la realizzazione di alcune specifiche iniziative previste nelle attività 3.1 e 3.2

25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:

32

Coerentemente alle attività previste per raggiungere gli obiettivi individuati nel progetto, sono necessarie per la realizzazione delle iniziative progettuali le seguenti risorse tecniche e strumentali: per la gestione generale del progetto, per l’Azione trasversale le risorse tecniche e strumentali saranno:

• spazio riunioni per l’incontro, attrezzato con sedi e tavoli; • materiale di presentazione delle iniziative; • postazione computer con collegamento internet; • telefono e fax; • stampante-fotocopiatrice; • materiale di cancelleria;

Per i servizi di sollievo Azione 1 attività e per 1.1 le risorse specifiche necessarie saranno:

• carellini per la spesa, dove necessario; • materiale informativo e guide ai principali servizi del territorio.

Per il vicinato solidale Azione 2 attività 2.1, le risorse specifiche necessarie saranno:

• pc portatile; • aula per la formazione; • materiale informativo; • cellulare.

Per la realizzazione delle uscite, gite e visite Azione 3 attività 3.1 e 3.2, le risorse tecniche e strumentali saranno:

• 1 pulmino per le gite esterne se necessario (noleggio); • telefono e fax; • fotocamera e videocamera; • materiale informativo; • un microfono.

CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 26) Eventuali crediti formativi riconosciuti: Non previsti

27) Eventuali tirocini riconosciuti: Non previsti

28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: Il percorso che i volontari affronteranno nell’espletamento del servizio civile si caratterizza per un mix tra “servizio guidato” e “formazione” sulle aree tematiche che caratterizzano il progetto: � Organizzazione e pianificazione iniziative; � Lotta all’emarginazione sociale ed alla solitudine; � Invecchiamento attivo; � Assistenza agli anziani; � Servizi alla persona.

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L’insieme di queste attività consentono ai volontari di acquisire un set articolato di competenze di base, trasversali e professionali che contribuiranno ad elevare la qualità del curriculum del volontario e a migliorare la sua professionalità nel settore di impiego. In particolare: Competenze di base (intese come quel set di conoscenze e abilità consensualmente riconosciute come essenziali per l’accesso al mondo del lavoro, l’occupabilità e lo sviluppo professionale) • conoscere e utilizzare gli strumenti informatici di base (relativi sistemi operativi, word, powerpoint, internet e posta elettronica); • conoscere e utilizzare i principali metodi per progettare e pianificare un lavoro, individuando gli obiettivi da raggiungere e le necessarie attività e risorse temporali e umane; • conoscere la struttura organizzativa ove si svolge il servizio (organigramma, ruoli professionali, flussi comunicativi, ecc…). Competenze trasversali (intese come quel set di conoscenze e abilità non legate all’esercizio di un lavoro ma strategiche per rispondere alle richieste dell’ambiente e produrre comportamenti professionali efficaci) • sviluppare una comunicazione chiara, efficace e trasparente con i diversi soggetti che a vario titolo saranno presenti nel progetto; • saper leggere i problemi organizzativi e/o i conflitti di comunicazione che di volta in volta si potranno presentare nella relazione con gli anziani; • saper affrontare e risolvere gli eventuali problemi e/o conflitti, allestendo le soluzioni più adeguate al loro superamento; • saper lavorare in gruppo con altri volontari e gli altri soggetti presenti nel progetto ricercando costantemente forme di collaborazione. Competenze tecnico – professionali (intese come quel set di conoscenze e abilità strettamene connesse all’esercizio di una determinata mansione lavorativa e/o di un ruolo professionale) • conoscenze teoriche nel settore di impiego; • capacità di coordinare e gestire attività di animazione socio-educativa; • conoscenza delle caratteristiche sociali ed evolutive dei soggetti con cui interagisce; • conoscenze metodologiche dell’azione orientata all’aiuto, al sostegno, al cambiamento; • capacità di valutare l’efficacia degli interventi; • capacità di osservare i comportamenti individuali e di gruppo; • abilità relazionali, quali capacità di ascolto e comunicazione; • conoscenza delle tecniche di conduzione dei gruppi e di socializzazione; • capacità di utilizzo di tecniche e strumenti necessari all’animazione quali giochi, attività espressive, manuali. Metacompetenze (intese come l’insieme delle capacità cognitive a carattere riflessivo che prescindono da specifiche mansioni e sono considerate sempre più strategiche nella società della conoscenza) • comprendere, analizzare e riflettere i compiti che verranno richiesti nell’ambito del progetto e il ruolo che si dovrà svolgere mettendo in relazione il proprio bagaglio di conoscenze pregresse con quanto richiesto per l’esercizio del ruolo; • rafforzare e migliorare costantemente le proprie competenze/attitudini anche al di là delle occasioni di formazione che verranno proposte nel progetto; • riflettere sul proprio ruolo nello svolgimento del servizio civile e ricercare costantemente il senso delle proprie azioni, potenziando i propri livelli di auto-motivazione e i propri progetti futuri di impegno nel settore del volontariato. Si precisa che la certificazione delle competenze verrà rilasciata da “Associazione C.I.O.F.S. Formazione Professionale”, in virtù dell’accordo stipulato di cui si allega il protocollo d’intesa.

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Al termine del periodo di servizio civile, “Associazione C.I.O.F.S. Formazione Professionale” ente terzo rispetto al proponente del progetto, certificherà le conoscenze e le competenze in possesso dai volontari, attraverso la realizzazione del portfolio delle competenze. Inoltre, le ACLI rilasceranno un attestato a seguito della partecipazione del volontario alla formazione specifica. Tale attestato è composto da due strumenti: uno sintetico, che attesta la partecipazione del soggetto al percorso di formazione, e uno dettagliato, che riporta i dati per la trasparenza del percorso. L’attestato dettagliato, in particolare, prevede quattro categorie di indicatori: • la prima fa riferimento ai soggetti che a vario titolo sono coinvolti nel percorso di formazione, con un’attenzione particolare ai nominativi e al ruolo dei firmatari del documento. È prevista anche l’immissione dei nominativi dei soggetti partner che a vario titolo hanno portato il loro contributo all’azione formativa; • la seconda prevede gli indicatori che rendono trasparenti le caratteristiche principali del percorso: la denominazione, la data, la durata, la sede di svolgimento delle attività, il luogo e la data di rilascio dell’attestato; • nella terza sono elencati i dati anagrafici di riconoscimento del partecipante; • nella quarta, che è il cuore della trasparenza, sono elencate le voci che specificano e dettagliano il percorso formativo: obiettivi, contenuti, moduli, durata, etc. Questi dati rappresentano la parte più spendibile dell’ attestato, quella che può essere facilmente letta e compresa da soggetti terzi. Da questa parte, in particolare, si rilevano le conoscenze e le competenze perseguite, che diventano patrimonio visibile dell’individuo e che costituiscono un effettivo valore aggiunto per il curriculum vitae. Formazione generale dei volontari 29) Sede di realizzazione: Quanto segue fa riferimento al sistema di formazione verificato dall’UNSC in sede di accreditamento, al quale si rimanda. La formazione generale sarà svolta a cura della sede nazionale ACLI e del suo staff di formatori. I giovani in servizio civile saranno riuniti su base territoriale o regionale o sovra-regionale (si veda lo schema riportato di seguito). All’interno del territorio individuato si organizzerà la formazione in modo tale da costituire gruppi di massimo 25 volontari, modalità utile per assicurare ad ognuno la formazione generale secondo quanto stabilito dalla circolare “Linee guida per la formazione generale”. In questo modo verrà assicurata la unitarietà del processo formativo e nello stesso tempo la sua territorialità. Le sedi ACLI presso le quali si svolgerà la formazione in forma aggregata per macroregioni saranno nell’ordine:

Macroregione Sede Piemonte Valle d’Aosta Liguria

Torino,sede Provinciale Acli-Via Perrone 3, bis - Torino

Veneto Friuli V. G. Trentino A. A.

Padova, sede Enaip/Acli Venete - Via A. da Forlì, 64/a - Padova Trieste, sede provinciale Acli - Via San Francesco 4/1 - Trieste Trento, sede provinciale Acli –Via Roma 57 - Trento

Lombardia Emilia Romagna Milano, sede regionale Acli Lombardia - via

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Toscana Marche Luini 5 -Milano Toscana Umbria Firenze, sede Provinciale Acli – Piazza di

Cestello, 3 - Firenze Marche Ancona, sede Regionale Alci Marche – Via

Di Vittorio, 16 - Ancona Lazio Abruzzo Umbria Roma, sede Nazionale Acli -Via Marcora 20

- Roma Puglia Bari, sede provinciale Acli -Via V De Bellis

37 – Bari Brindisi C.so Umberto I, 122 -

Campania Molise Basilicata Napoli, sede provinciale Acli - Via del fiumicello 7 – Napoli Benevento Sede Provinciale ACLI VIA f. Flora Parco De Santis 31 - Avellino Sede Provinciale ACLI Via S. De Renzi 28 - 83100

Calabria Lamezia Terme, sala Formazione -Piazza Lamezia Terme, 12 – Lamezia Terme

Sicilia Catania, sede provinciale Acli - Corso Sicilia 111 - Catania Enna, sede provinciale Acli - Via Dante 1 - Enna Caltanissetta, sede provinciale Acli - Via Libertà 180 – Caltanissetta Palermo Via Trapani, 3 - Palermo

Sardegna Oristano, sede provinciale Acli - Via Cagliari 234b – Oristano Cagliari sede provinciale Acli Viale Marconi 4/A Cagliari

Eventuali variazioni dei territori aggregati e delle sedipotranno essere possibili per sopraggiunte condizioni organizzative diverse e sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei progetti. 30) Modalità di attuazione: a) In proprio presso l’ente con formatori dell’ente La formazione sarà svolta in proprio con formatori dell’ente. Si prevede inoltre l’intervento di esperti secondo quanto contemplato dalle Linee guida per la formazione generale dei volontari. Per la formazione generale saranno applicate le normative stabilite con relativa determina dall’Ufficio Nazionale di Servizio Civile. Le Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale costituiscono una conferma della unità di intenti e comunanza nel modo di interpretare lo spirito del servizio civile tra l’UNSC e le ACLI. Si concorda in particolare sul ruolo e sugli obiettivi affidati alla formazione:

1. fornire ai giovani gli strumenti per vivere correttamente l’esperienza del servizio civile; 2. sviluppare all’interno degli Enti la cultura del servizio civile; 3. assicurare il carattere unitario, nazionale del servizio civile.

Il primo obiettivo “fornire ai giovani gli strumenti per vivere correttamente l’esperienza del servizio civile” può essere declinato come dotare il volontario di strumenti e modalità che gli permettano di assicurare la conoscenza dei diritti e doveri, nonché la consapevolezza del

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ruolo del giovane in servizio civile, affinché riconosca il senso della propria esperienza e l’importanza dell’educazione alla responsabilità, al senso civico e alla pace. Il secondo obiettivo “sviluppare all’interno degli Enti la cultura del servizio civile” e’ perseguito attraverso il continuo coinvolgimento dei r.l.e.a., laddove obbligatori, dei responsabili provinciali del Servizio Civile ed egli o.l.p., nella progettazione e organizzazione della formazione generale rivolta ai volontari. r.l.e.a., responsabili provinciali e o.l.p. sono inoltre, nell’ambito delle ACLI, fruitori della formazione a loro dedicata. Infatti ogni anno si tengono: � due seminari nazionali di due giorni; � una giornata di formazione per ogni gruppo territoriale. Il terzo obiettivo “assicurare il carattere unitario, nazionale del servizio civile” viene perseguito anche attraverso la particolare modalità prescelta di attuazione della formazione. Infatti lo staff formativo ACLI impegnato sul Servizio Civile, si riunisce frequentemente per la progettazione e la valutazione congiunta dell’attività formativa alla presenza del responsabile nazionale di ente accreditato, della responsabile politica e del responsabile della formazione del SC. Questa modalità assicura continuità, ricorsività, trasmissione di conoscenza e monitoraggio da parte della sede nazionale ACLI e del responsabile nazionale di ente accreditato verso i territori e i volontari. Inoltre l’aggregazione dei giovani per macroregioni permette uno scambio continuo tra diverse esperienze locali dedite al medesimo progetto o anche a progetti diversi. L’Ente possiede al suo interno le competenze per svolgere l’attività formativa. Le ACLI hanno a disposizione un proprio Dipartimento Formazione e sono soggetto promotore di un importante Ente di formazione di rilevanza nazionale (ENAIP), radicato nelle diverse realtà regionali. Il Patronato ACLI, l’ENAIP nazionale, le ACLI TERRA nazionali, i Giovani delle ACLI, l’Unione Sportiva ACLI, l’ IPSIA, dispongono inoltre ciascuno di un proprio servizio formazione per le parti più specifiche. I formatori accreditati potranno utilizzare nella lezione frontale esperti che contribuiscano ad arricchire i contenuti offerti. I curricula di tali esperti saranno tenuti dall’Ente a disposizione per qualsivoglia verifica e i nominativi degli esperti saranno riportati nei registri di formazione predisposti a cura dell’ente. Tali esperti saranno sia interni all’ente sia esterni. Le spese vive (trasporti e vitto) saranno sostenute dalle sedi di attuazione di progetto. Come già accennato, i gruppi di volontari in formazione, sia per quanto riguarda le lezioni frontali sia per quanto riguarda le dinamiche non formali, non supereranno le 25 unità, condizione fondamentale per assicurare una relazione efficace tra i partecipanti, nel gruppo e con il formatore. La formazione dei formatori e la formazione dei selezionatori sono processi attivi ormai da diversi anni. Dal 2005 al 2011 i formatori del Servizio Civile delle ACLI nazionali hanno partecipato a tre giornate di formazione formatori per ciascun anno. Inoltre i formatori sono stati coinvolti in due giornate di formazione in contemporanea ai selezionatori, allo scopo di contribuire a monitorare e a costruire un sistema coerente di selezione, valutazione, formazione. 31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: SI Si rimanda al sistema di formazione verificato dall’Ufficio in sede di accreditamento

32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La formazione generale viene erogata con l’utilizzo di tre metodologie: 1. la lezione frontale: i formatori si avvarranno anche di esperti della materia trattata, come indicato alla voce “Modalità di attuazione” della presente scheda progetto; i nominativi degli esperti saranno evidenziati nei registri della formazione come indicato dalle “Linee guida”. Ai

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registri verranno allegati i curriculum vitae che le ACLI nazionali si impegnano a rendere disponibili per ogni richiesta dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile. 2. le dinamiche non formali: la situazione formativa che fa riferimento alle dinamiche di un gruppo (ed alla sua evoluzione sul piano della autoregolazione della struttura e degli obiettivi) è essenzialmente legata a risultati di facilitazione affinché i volontari riescano a percepire e ad utilizzare le risorse interne al gruppo, costituite da ciò che ciascuno, come individuo e come parte di una comunità, porta come sua esperienza, come suo patrimonio culturale, e dalle risorse che l’Ente mette a disposizione dei partecipanti in diversi modi e sotto diversi aspetti. Le tecniche all’uopo utilizzate comprendono, in maniera ampia, il metodo dei casi, il T-group e l’esercitazione, i giochi di ruolo e l’outdoor training, e, nel complesso, sia le tecniche di apprendimento che i tipi di esperienze riconducibili alla formazione alle relazioni in gruppo e di gruppo. 3. formazione a distanza: potrà essere utilizzata per alcuni moduli formativi in modalità blended, cioè attraverso la discussione in piattaforma di alcuni contenuti e moduli formativi già trattati in presenza (o in attività di lezione frontale o in attività di dinamica non formale). La piattaforma consentirà di fruire dei contenuti in maniera flessibile e adattabile al singolo utente, in particolare seguendo il dibattito anche off-line. Il programma di formazione generale del presente progetto, nell’ambito delle tre possibili modalità sopra indicate, prevede il ricorso alla lezione frontale per 22 ore (oltre il 50% del monte ore complessivo) e il ricorso alle dinamiche non formali per altre 20 ore per un totale di 42 ore. Le ACLI adotteranno materiale didattico e dispense predisposti dall’Ufficio Nazionale, provvedendo eventualmente a integrare e ad arricchire la documentazione laddove se nepresentasse la necessità. Ai volontari verrà consegnata da parte dell’O.l.p, al momento della presa servizio, una cartella completa contenente materiale utile e obbligatorio per la presa servizio e per la formazione. Tale cartella contiene, fra l’altro: • documentazione sull’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile della Presidenza del Consiglio

dei Ministri; • legge 6 marzo 2001 n.64; • carta etica del servizio civile nazionale; • documentazione sulle ACLI, il Patronato ACLI, l’ENAIP, ed i principali servizi/settori dell’Associazione; • dispense e articoli su volontariato e SCN; • documentazione sulle ACLI in Italia e sulle sedi operative; • materiale informativo sulla storia delle ACLI; • modulistica per l’avvio al servizio; • materiale di documentazione sulla relazione di aiuto, la tutela, l’invalidità civile, il diritto previdenziale, l’assistenza, l’immigrazione e l’emigrazione, il diritto del lavoro, il mercato del lavoro; • guida all’utilizzo della rete telematica e alla posta elettronica; • questionari per la verifica dell’apprendimento; • cartellina con blocco notes; • materiali per le esercitazioni pratiche. Le metodologie dunque si possono riassumere in: lezioni frontali e dinamiche non formali, compresi lavori di gruppo ed individuali e restituzione in plenaria; discussione; roleplaying; problem solving; brainstorming; esercitazioni pratiche. Le attrezzature utilizzate sono: lavagna luminosa; lavagne a fogli mobili; pc e videoproiettore per la proiezione di slide e quanto altro, postazioni multimediali con collegamento internet in caso di necessità didattica. 33) Contenuti della formazione:

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È opportuno premettere alla descrizione dei contenuti formativi la definizione delle caratteristiche di setting, che a nostro parere rappresentano una condizione fondamentale per lo svolgimento di una appropriata ed efficace azione formativa.

Le caratteristiche del setting

Le ACLI, accogliendo un’esperienza che discende dalla tradizione della obiezione di coscienza, si impegnano a garantire un servizio civile volontario come esperienza di apprendimento,di formazione, di educazione alla cittadinanza, alla solidarietà, alla partecipazione, di crescita umana e professionale Aula per massimo 25 persone, sedute, set in forma circolare e/o semicircolare. Modalità: frontale, circolare, dinamica, a seconda dell’obiettivo e delle indicazioni delle linee guida della formazione generale. Tutte le attività vengono svolteda un formatore accreditato, con il sostegno organizzativo di risorsedell’ufficio servizio civile delle ACLI nazionali. Precedentemente all’avvio della formazione volontari, viene organizzato un incontro con gli r.l.e.a. o i responsabili provinciali interessati per la preparazione specifica del setting della formazione dei volontari, con i quali vengono approfondite le linee guida della formazione generale e i moduli che si svolgeranno. Questa azione mira a coinvolgere i r.l.e.a. anche nella formazione generale. Moduli formazione generale dei volontari I modulo Titolo: “L’identità del gruppo in formazione” Contenuti: Partendo dalla presentazione dei partecipanti e dello staff si prosegue illustrando il percorso generale e la giornata formativa in specifico. Ai volontari viene richiesto di esplicitare le proprie aspettative, le motivazioni, gli obiettivi e le idee riguardanti il servizio civile. La giornata formativa si conclude con la presentazione dei concetti e pratiche di “Patria”, “Difesa senza armi”,“difesa non violenta”. Obiettivi: Costruire l’identità di gruppo, come persone in servizio civile volontario presso l’associazione ACLI. Costruire attraverso la presentazione, avvio, raccolta aspettative e bisogni, le condizioni pedagogiche relazionali per realizzare un clima di fiducia necessario ad un apprendimento efficace. Creare nel volontario singolo e nel gruppo, così come richiesto dalle linee guida per la formazione generale, la consapevolezza che la difesa della Patria e la Difesa non violenta costituiscono il contesto che legittima lo Stato a sviluppare l’esperienza di servizio civile. Ore: 4 di lezione con dinamiche non formali II modulo Titolo: “Il valore esperienziale del servizio civile” Contenuti: Attraverso l’utilizzo di modelli di apprendimento basati sull’esperienza cognitiva ed emotiva, si accompagneranno i ragazzi a riflettere consapevolmente sulla propria storia, sui propri vissuti, sulle proprie emozioni e sulle dinamiche relazionali e a porre l’attenzione al proprio pensiero sia in termini di “contenuto” (cosa?) che di “metodo” (come?); ciò contribuirà a rendere il servizio civile un’esperienza di crescita, di formazione e di educazione per il volontario. Obiettivi: Offrire ai giovani volontari uno strumento che permetta loro di dare significato e valore alla propria esperienza di servizio civile. Ore: 4 ore di cui 1 di lezione frontale III modulo

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Titolo: “Dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà” Contenuti: Partendo dalla presentazione della legge n. 64/01, si evidenzieranno i fondamenti istituzionali e culturali del servizio civile nazionale, sottolineando gli elementi di continuità e di discontinuità fra il “vecchio” servizio civile degli obiettori di coscienza e il “nuovo” servizio civile volontario, con ampi riferimenti alla storia del fenomeno dell’obiezione di coscienza in Italia e ai contenuti della legge n. 230/98. Obiettivi: Costruire la consapevolezza del senso e del significato del servizio civile nazionale, partendo dall’obiezione di coscienza. Ore: 3 di cui 2 di lezione frontale IV modulo Titolo: “Il dovere di difesa della Patria” Contenuti: A partire dal dettato costituzionale, articolo 52 “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino” se ne approfondirà l’attualizzazione anche alla luce dell’attuale normativa e della giurisprudenza costituzionale. In particolare, si illustreranno i contenuti delle sentenze della Corte Costituzionale nn.164/85, 228/04, 229/04 e 431/05, in cui si dà contenuto al concetto di difesa civile o difesa non armata. Si illustrerà inoltre La Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, firmata a Parigi il 10 dicembre 1948, promossa dalle Nazioni Unite. Obiettivi:Approfondire la conoscenza e l’evoluzione storica del concetto di “dovere di difesa della Patria”. Ore: 4 di cui 2 di lezione frontale V modulo Titolo: “La difesa civile non armata e non violenta” Contenuti: Si utilizzerà la lezione frontale per affrontare alcuni aspetti storici di difesa popolare nonviolenta, si presenteranno le forme attuali di realizzazione della difesa alternativa sul piano istituzionale, di movimento e della società civile. In specifico si affronteranno i temi di “gestione e trasformazione nonviolenta dei conflitti”, ”prevenzione della guerra” e “operazioni di polizia internazionale”, nonché i concetti di “peacekeeping”, “peace-enforcing” e “peacebuilding”, collegati all’ambito del diritto internazionale. Obiettivi: Approfondire la conoscenza e la riflessione del concetto di difesa non armata e non violenta. Ore: 4 di cui 2 di lezione frontale VI modulo Titolo: “La protezione civile” Contenuti: In questo modulo verranno forniti elementi di protezione civile intesa come collegamento tra difesa della Patria e difesa dell’ambiente, del territorio e delle popolazioni. Si evidenzieranno le problematiche legate alla previsione e alla prevenzione dei rischi, nonché quelle relative agli interventi di soccorso. Obiettivi: Dare senso e ragione del servizio civile come attività di prevenzione e “protezione” della popolazione affrontando anche la protezione civile nel senso diretto e immediato del termine (calamità, terremoti, ordine pubblico, ecc.) e gli elementi di base necessari ad approntare comportamenti di protezione civile. Ore: 3 di lezione frontale VII modulo Titolo: “La solidarietà e le forme di cittadinanza”

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Contenuti: In questo modulo si partirà dal principio costituzionale di solidarietà sociale e dai principi di libertà ed eguaglianza per affrontare il tema delle limitazioni alla loro concretizzazione. Si farà riferimento alle povertà economiche e all’esclusione sociale, alla lotta alla povertà nelle scelte politiche italiane e negli orientamenti dell’Unione Europea, al contributo degli Organismi non Governativi. Verrà inoltre presentato il concetto di cittadinanza e di promozione sociale, come modo di strutturare, codificando diritti e doveri, l’appartenenza ad una collettività che abita e interagisce su un determinato territorio. In particolare le ACLI promuoveranno il tema della coesione sociale come mezzo per difendere la Patria “dal di dentro” garantendo a tutti possibilità di promozione, di inclusione, di partecipazione attiva alla società; si insisterà sul concetto di cittadinanza attiva, per dare ai volontari il senso del servizio civile come anno di impegno, di condivisione e di solidarietà. Obiettivi: Dare senso alle parole “solidarietà, cittadinanza, globalizzazione, interculturalità e sussidiarietà”, riscoprendo il significato dell’essere cittadini attivi e solidali, in un contesto e una visione multi-etnica e aperta alle istanze internazionali. Ore: 4 di cui 2 di lezione frontale VIII modulo Titolo: “Servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato” Contenuti: In questo modulo verranno evidenziate le affinità, le differenze, i ruoli, le finalità delle varie realtà impegnate nel no profit: le associazioni di volontariato (legge 266/1991), le cooperative sociali, le organizzazioni non governative, le associazioni di promozione sociale, quali le ACLI, (legge 383/2000) ecc. Sarà chiarito il significato di “servizio” e di “civile”. Obiettivi: Maturare consapevolmente il concetto di servizio e di civile, di welfare e di no-profit Ore: 4 di cui 2 di lezione frontale IX modulo Titolo: “La normativa vigente e la Carta di impegno etico” Contenuti: Sarà illustrato l’insieme delle norme che regolano il sistema del servizio civile nazionale. e in particolare verrà presentata e discussa la Carta di Impegno etico.. Obiettivi: Aiutare i volontari ad inserirsi nel percorso con consapevolezza e distinguendo i tre attori principali: il volontario, l’istituzione Stato Italiano, l’ente gestore. Conoscere i dati di contesto, tratti dalle fonti legislative, che diverranno vincolo e risorsa a cui attingere durante l’anno di servizio civile. Ore: 2 di cui 1 di lezione frontale X modulo Titolo: “Diritti e doveri del volontario del servizio civile” Contenuti: Si metteranno in evidenza il ruolo e la funzione del volontario, si metteranno a fuoco le condizioni necessarie agli efficaci inserimenti nei sistemi organizzativi; si illustrerà la circolare che disciplina la gestione dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale. Obiettivi: Offrire ai volontari gli strumenti di base per definire diritti e doveri, facendo appello al contratto da loro sottoscritto ma anche al dettato della circolare che definisce il rapporto con l’ente, vincoli e opportunità. Ore: 4 di cui 2 di lezione frontale XI modulo Titolo: “L’ente accreditato presso cui si svolge servizio: le ACLI, Associazioni cristiane lavoratori italiani” Contenuti: In questo modulo, per fornire ai volontari gli elementi di conoscenza del contesto in cui si troveranno a prestare l’anno di servizio civile, verranno presentate la storia, le caratteristiche specifiche e le modalità organizzative ed operative dell’Ente accreditato e i

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diversi livelli territoriali dell’Associazione, prevedendo anche la possibilità di intervistare testimoni privilegiati custodi della memoria storica dell’associazione. Obiettivi: Agevolare la conoscenza e l’inserimento nel giovane volontario nella realtà in cui presterà servizio. Ore: 2 di lezione frontale XII modulo Titolo: “Il lavoro per progetti” Contenuti: “Che cos’e’ la progettazione sociale? Quali sono i suoi principi cardine? Come si esplicita in un lavoro metodico e organizzato? Come valutare i risultati? Verrà illustrato il processo della progettazione nelle sue articolazioni: dall’ideazione alla realizzazione, compresa la fase di valutazione di esito, di efficacia ed efficienza del progetto. Si sosterranno i volontari nel conoscere e approfondire metodi per l’ auto-valutazione partendo dal progetto di servizio civile in cui sono inseriti. Obiettivi: Offrire al giovane volontario strumenti per facilitare un percorso di analisi e di progettazione e per migliorare le proprie capacità di valutazione e di autovalutazione, partendo dal progetto di servizio civile in cui è inserito Ore: 4 di cui 3 di lezione frontale 34) Durata: 42 ORE - tutte le ore di formazione saranno erogate entro il 180° giorno dall'avvio del progetto

Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 35) Sede di realizzazione: La formazione specifica sarà realizzata presso le sedi provinciali delle Acli dei territori coinvolti nel progetto. 36) Modalità di attuazione: La formazione sarà effettuata in proprio, presso l’ente con formatori dell’ente. Per il modulo di formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego di volontari si potrà ricorrere all’utilizzo di esperti. 37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:

1. Carta Mauro, nato a Cagliari il 05/05/1974 2. Ciaccio Gatano, nato a Catania il 21/07/1976 3. Corrado Domenico, nato a Pisticci (MT) il 22/01/1973 4. Curreri Vincenzo, nato a Palermo il 10/05/1968 5. De Lellis Aldo, nato a Cisterna di Latina (LT) il 26/09/1937 6. Fadda Emma, nata a Cagliari il 12/08/1984 7. Fasano Marilena, nata a Surbo (LE) 10/04 /1969 8. Fazio Lucia, nata a Augusta il 04/08/1982 9. Ferrara Raffaella, nata Wiesbaden (Germania Repubblica Federale) il 31/03/1984 10. Fusco Rachele, nata a Avellino, 06/02/1976 11. Garaffa Giuseppe,nato a Cutro (CR) il 25/09/1943 12. Giannone Luigi, nato a Enna il 27/05/1956

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13. Licitra Simona, nata a Ragusa il 27/11/1974 14. Marchese Giuseppe, nato a Caltanissetta il 01/07/1958 15. Morga Cristina, nata a Lussemburgo il 18/02/1965 16. Palmiero Annamaria, nata a Casagiove (CE) il 03/02/1960 17. Parente Filiberto, Apice (BN) 02/03/1968 18. Parisi Stefano, nato a Caltanissetta il 02/07/1963 19. Peralta Giuseppe, nato a Erice il 12 Maggio 1977 20. Prestileo Gabriella, Messina 06/04/1978 21. Recchia David, nato a Valmontone il 15/10/1974 22. Romano chiara, nata a Brindisi il 24/12/1987 23. Saeli Teresa, nata Vibo Valentia il 17/12/1960 24. Scala Valentina, nata a San Giovanni Rotondo (FG) il 6 marzo 1975 25. Scarcella Francesco, Torino il 24/01/1978 26. Sedda Alessandro, nato a Nuoro il 19/05/1969 27. Tanda Andrea, nato a Sassari il 22/06/1986 28. Venuti Adriana, nata a Taranto il 13/4/1975 29. Volpi Federica, nata a Roma il 14/08/1969 30. Zoppi Marco Giuseppe, nato a Nuoro il 04/02/1966

38) Competenze specifiche del/i formatore/i: Carta Mauro Laureato in Economia e Commercio, possiede una pluriennale esperienza nel campo della progettazione, gestione e monitoraggio di programmi e progetti di sviluppo locale e del terzo settore. Ha una conoscenza approfondita per quel che concerne la programmazione Comunitaria e le dinamiche socio-economiche di livello territoriale. Ha sviluppato, inoltre, come docente, competenze comunicative e relazionali in numerose e diverse attività di lavoro di gruppo nonché in contesti extra lavorativi. Ciaccio Gaetano Operatore sociale, ha maturato una pluriennale esperienza come responsabile provinciale “sportello immigrati” del Patronato ACLI e come mediatore culturale nel “Punto Famiglia” delle Acli di Catania. Le attività professionali e di volontariato in cui si è impegnato hanno permesso una conoscenza esperta delle dinamiche socio-economiche di livello territoriale e delle politiche di welfare rivolte a famiglie anziani e soggetti svantaggiati. Inoltre ha sviluppato competenze comunicative e relazionali nelle diverse attività di lavoro nei centri di animazione e di volontariato che ha contribuito ad ideare e realizzare. Corrado Domenico Laureato in Scienze Politiche, ha proseguito gli studi a Milano partecipando al Master in Media Management. Da anni si occupa di consulenza formativa , analisi e coordinamento dei corsi di formazione realizzati dalle sedi locali dell’ENAIP Basilicata. Molto attivo nel mondo del terzo settore, ricopre il ruolo di presidente delle Acli Provinciali di Matera. Ha maturato esperienze nell’ideazione, programmazione, progettazione e coordinamento delle attività sociali e formative. Esperto senior sulle tematiche dei servizi sociali, delle famiglie, degli anziani, della formazione, dell’associazionismo, giovanili,. Coordinatore e realizzatore di progetti di intervento per l’assistenza e l’integrazione. È relatore in numerosi convegni su tematiche dell’associazionismo, diritti e coesione sociale e welfare. Curreri Vincenzo Laureato in Scienze Politiche, in qualità di direttore del Patronato Acli della sede provinciale di Palermo si occupa di attività attinenti questioni previdenziali e assistenziali che riguardano anche gli anziani e le loro famiglie. Esperto di politiche di inclusione ed integrazione sociale, coordina tutte le attività agli immigrati in ambito provinciale.

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De Lellis Aldo Docente per la Formazione del Servizio Civile Nazionale, ha ricoperto incarichi ad interim per oltre due anni in centri di orientamento professionali della regione Campania. Possiede una sedimentata esperienza nell’ambito dell’organizzazione e direzione delle attività di progettazione del Centro di Formazione e delle risorse umane presso l’En.A.I.P. Campania. Fadda Emma Psicologa clinica, Ha maturato esperienze in campo socio sanitario e nell’assistenza psicologica. Ha competenze nel campo della ideazione, progettazione e coordinamento delle attività sociali. Esperta sulle tematiche dei servizi sociali, del counselling psicologico alle famiglie, della formazione, dell’associazionismo, del disagio. Fasano Marilena Impiegata presso il circolo Acli di Surbo e presso la sede provinciale di Lecce approfondendo i temi della previdenza, dell’orientamento ai servizi sul territorio e assistenza anziani e immigrati. Dal 2006 coordina il Punto Famiglia delle Acli di Lecce e dal 2012 collabora allo sportello informativo presso la casa circondariale Borgo San Nicola. Fazio Lucia Laureata in Politica e Relazionali Internazionali, è un operatrice sociale del patronato Acli di Siracusa. La sua costante partecipazione ad iniziative sociali le ha permesso la maturazione di competenze ed esperienze nel campo della progettazione, gestione e monitoraggio di programmi e progetti di sviluppo associativo, assistenziale e previdenziale. Ha una conoscenza esperta delle dinamiche socio-assistenziali di livello territoriale. Inoltre ha sviluppato competenze comunicative e relazionali nelle diverse attività di lavoro nei centri di animazione e di volontariato delle Acli Siracusane. Ferrara Raffaella Ha collaborato con il Patronato Acli in materia di previdenza sociale, raccolta dati in archivio, comunicazioni presso Istituti Previdenziali, assistenza ed orientamento immigrati formandosi precedentemente presso la Suola Nazionale di ingresso per operatori del Patronato Acli e mediante il corso di formazione “ Lavoro-Migrazione-Rappresentanza” presso Acli Colf. Fusco Rachele Laurea in economia e commercio, dirigente aclista dipendente delle Acli di Avellino, coordinatrice delle attività di aggregazione ed animazione, con responsabilità nell’ideazione, programmazione, progettazione e coordinamento delle attività sociali (welfare, giovani, immigrati). Garaffa Giuseppe Laureato in Materie Letterarie presso l’Università degli studi di Bari. Abilitato come insegnante per italiano, latino, storia e geografia per Istituti superiori. Insegnante dal 1969 al 1996 pressp l’Istituto Professionale “Sandro Pertini”. E’ stato coordinatore Provinciale della GILDA DEGLI INSEGNATNI di Crotone. Nella sua attività di volontariato ha maturato competenze specifiche nelle politiche di welfare e negli interventi a favore degli anziani. Giannone Luigi Direttore provinciale del patronato Acli di Caltanissetta maturando esperienze come formatore: corsi di formazione a livello provinciale per operatori e promotori sociali sui temi del lavoro e della previdenza e come consulente per famiglie sui temi del welfare, della previdenza, della fiscalità. Licitra Simona Laureata in Psicologia, ha una lunga esperienza come formatore, orientatore e docente presso enti di formazione professionale. E’ impegnata in attività di consulenza nella realizzazione di progetti di accoglienza, orientamento per sportelli polifunzionali. Ha maturato esperienze nel campo delle politiche sociali rivolte agli anziani.

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Marchese Giuseppe Coordinatore Nazionale ACLI dell’AREA Cittadinanza Attiva, è stato Direttore Nazionale dell’Ufficio Servizio Civile, responsabile della formazione, della selezione e della progettazione dal 2009 al 2013. Ha esperienze nel campo della progettazione e della formazione: direttore area progetti dell’Istituto Ricerche Educative Formative (2005-2006); Valutatore e selezionatore per conto dell’ ENAIP nazionale (2000-2001); Formatore dei formatori della CGIL Sicilia (1995-1999); docente e formatore presso l’ENIPMI di Agrigento e l’ENAIP di Agrigento e Caltanissetta. Morga Cristina Referente (ricerca e organizzazione) delle Politiche per la Famiglia e dei Punto Famiglia delle ACLI e Ricercatore sociale, referente d’area (welfare e famiglia) presso Acli Nazionale di Roma. Laureata in sociologia presso l’Università degli studi di Roma “La Sapienza” con una tesi sul tema Famiglia. Palmiero Annamaria Laureata in Scienze Motorie, dato il suo forte interesse per le attività motorie rivolte ai giovani e agli anziani, è stata nominata Coordinatrice e Presidente del circolo ricreativo/sportivo di Macerata Campania. Possiede una elevata competenza nell’organizzazione di eventi sportivi, maturata nel corso degli anni sia come docente sia come volontaria. Parente Filiberto Giornalista pubblicista, esperto di progetti riguardanti tematiche sugli anziani, sul welfare sull’immigrazione e sulla pace. Attualmente ricopre la carica di Presidente delle ACLI di Benevento, è membro della Consulta Regionale della Campania per l’immigrazione. Formatore Accreditato UNSC, ha inoltre maturato un’ esperienza pluriennale come docente di corsi a finanziamento su fondi nazionali ed europei. Parisi Stefano Presidente provinciale di Caltanissetta, vice Presidente delegato Patronato ACLI Sicilia, ha maturato un’importante e significativa esperienza nell’attività di consulenza agli anziani, alle famiglie e ai giovani sui temi della fiscalità, della previdenza e del sociale, con particolare attenzione alla previdenza e consulenza pensionistica. Peralta Giuseppe Impiegato presso l’En.A.I.P. As. A. Form. Sicilia, ha avuto esperienza nel Patronato ACLI ed esperienza pluriennale presso la sede regionale di ACLI Terra. Ha svolto numerose attività di volontariato presso il centro di assistenza “Serraino Vulpitta” e presso il residence “Marino” di Trapani. Ha acquisito, così, competenze notevoli per quel che concerne l’animazione socio-culturale-ricreativa rivolta ad anziani, disabili e bambini e per qual che concerne il recupero scolastico dei figli di immigrati extracomunitari. Prestileo Gabriella Operatrice presso lo “Sportello immigrati” del Patronato ACLI di Messina, vanta un’esperienza pluriennale come promotrice sociale e formatrice nel settore del welfare, del lavoro, della famiglia e dell’immigrazione. Svolge funzione di consulente in materia di diritti e doveri degli immigrati e tematiche sociali. Ha partecipato a corsi di formazione sulla normativa in materia di immigrazione e ha collaborato per la stesura del progetto immigrati presso la Questura di Messina. Recchia David Laureato in sociologia presso l’Università degli studi di Roma “La Sapienza” con indirizzo politico istituzionale. Attualmente collabora in qualità di ricercatore e valutatore con Iref (Istituto di ricerche delle Acli). Dal 2008 ad oggi collabora con l’Area Progetti delle Acli dove si occupa di progettazione, monitoraggio e valutazione e selezione nonché della stesura dei progetti sociali. Dal 2009 è coordinatore e selezionatore risorse umane del Dipartimento Welfare Acli Nazionali e responsabile nazionale del monitoraggio e valutazione del Servizio Civile

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(accreditato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri). Dal 2009, in qualità di responsabile nazionale, cura i monitoraggi e la valutazione dei progetti di servizio civile delle Acli Regionali Siciliane. Romano Chiara Docente, esperta esterna, per il POR Puglia FSE e presso il Centro studi “Giovanni Verga” (italiano e storia). Educatrice museale mediante laboratori didattici presso il Museo Mediterraneo dell’Arte presente (MAP). Laureata in Storia dell’arte presso l’Università del Salento (Lecce). Saeli Teresa Presidente Provinciale ACLI e Componente Consiglio e Direzione Nazionale ACLI. Componente Nazionale Coordinamento Donne Acli, Coordinatrice Regionale Coord. Donne. Componente Consulta Diocesana Aggregazioni Laicali. Componente Ufficio Pastorale del Lavoro. Dal 2009 Delegata provinciale FAI. In seguito a tali incarichi ha potuto approfondire le tematiche relative alle politiche di Welfare, alla cittadinanza attività ed ai diritti dei cittadini stranieri mediante attività, progetti ed eventi sul territorio. Scala Valentina Laureata in filosofia opera da anni nel campo della formazione e si occupa stabilmente di coordinamento, progettazione, organizzazione, programmazione, verifica, valutazione tecnico/didattica di interventi di formazione. Scarcella Francesco Laureato in Economia aziendale, lavora attualmente presso l’ufficio “Sviluppo Associativo” della sede provinciale ACLI di Cosenza. Ha maturato una significativa esperienza nell’ambito delle politiche di welfare, di coesione sociale e di attività rivolte agli anziani. Ha avuto, inoltre, modo di collaborare nella progettazione di attività riguardanti l’animazione e l’organizzazione di eventi rivolti a un target anziani. Sedda Alessandro Dipendente della Sede provinciale ACLI di Nuoro, ha avuto una lunga esperienza presso il Patronato ed il CAF, settori lavorativi nei quali ha sviluppato elevate competenze. È altresì docente di corsi di formazione professionale, oltre che formatore in materie di assistenza alle persone, nello specifico per quel che concerne le politiche finalizzate a favorire l’invecchiamento attivo e l’inclusione sociale e culturale delle persone anziane. Tanda Andrea Laureato in Filologia Moderna, è attivo politicamente come Presidente della Commissione cultura, istruzione, politiche sociali, ambiente e sport. È Consigliere anziano della circoscrizione n°1 del comune di Sassari. Ha competenze relazionali e comunicative acquisite sia in ambito associazionistico sia nella partecipazione a team di lavoro sociale e politico, sviluppando così anche la capacità di lavorare in gruppo e di organizzare team di lavoro. Venuti Adriana Laureata in lettere moderne e laurea anche in beni culturali, da anni è impegnata come docente esperta per adulti e per minori. Ha esperienze pluriennali nella progettazione, nel coordinamento didattico e nelle funzioni strategiche. Impegnata nel sociale, ha solide esperienze nel campo dell’ aggregazione e delle politiche di welfare e di inclusione sociale. Volpi Federica Ricercatrice e coordinatrice delle attività di ricerca presso l’Ufficio Studi delle ACLI Nazionali. Laureata in scienze politiche è esperta in metodologia della ricerca sociale. È esperta senior in tematiche di genere, del welfare, terzo settore e nuove forme di responsabilità sociale, anche in un’ottica europea ed internazionale. È autrice di diversi saggi e pubblicazioni

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Zoppi Marco Giuseppe Direttore del Patronato ACLI , ha avuto una lunga esperienza presso l’En.A.I.P. Sardegna come responsabile di attività di coordinamento e di tutoraggio di corsi di formazione professionale. Ha avuto anche esperienza di docente in questo campo, sviluppando ottima competenza nella progettazione e realizzazione di attività per anziani, tra i tanti “Progetto parrocchie” e “Progetto famiglia”. 39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La Metodologia alla base del percorso formativo specifico, prevede: • L’apprendimento diretto di conoscenze e competenze, finalizzato ad una forte

sensibilizzazione al lavoro individuale e in rete, basato sull’integrazione dei ruoli e sullo scambio di esperienze;

• L’integrazione di diverse metodologie di intervento. Il percorso formativo proposto facilita la visione dell’organizzazione, dei servizi e dei sistemi nei quali i volontari sono inseriti. Tale percorso si configura pertanto come una “consulenza formativa” tramite la formazione tout-court utilizzando le classiche lezioni d’aula integrate con lavori individuali e di gruppo, esercitazioni pratiche, discussioni in plenaria e analisi dei casi.

Le scelte metodologiche sottese all’attività formativa specifica intendono superare le tradizionali metodologie d’apprendimento, privilegiando forme apprendimento attivo che fanno capo anche ai principi della ricerca-azione per la quale tutti i soggetti sono coinvolti in quanto attori della formazione. Inoltre, attraverso il ricorso a forme di cooperative learning, gli attori si impegnano a porre domande, a sperimentarsi attivamente, a risolvere problemi, ad assumersi responsabilità ad essere creativi per costruire significati per sé stessi e per il gruppo di riferimento. Verrà favorita anche la riflessione sulle relazioni tra le persone, da sviluppare attraverso la valorizzazione delle differenze. Questo tipo di approccio contribuisce ad accrescere nei soggetti coinvolti la consapevolezza del modo in cui i valori personali e i significati attribuiti a ciò che accade, influenzano la percezione e le scelte di agire di ciascuno. Il cooperative learning, infatti oltre che a consentire il conseguimento degli obiettivi di contenuto, favorisce lo sviluppo di competenze cognitive ed anche sociali quali la capacità di leadership, le abilità comunicative, la gestione dei conflitti o il problem solving. In particolare 30 ore della formazione specifica verranno erogate tramite l’utilizzo della Piattaforma informatica TRIO, il sistema di web learning della Regione Toscana che metterà a disposizione delle ACLI l’accesso ai Web Learning Group (WLG). I Web Learning Group (WLG) sono lo strumento con cui il sistema di Web Learning TRIO metterà a disposizione delle ACLI un insieme di contenuti e servizi personalizzati, configurati in funzione della dimensione e delle caratteristiche della comunità dei volontari e dei suoi obiettivi formativi. Le Acli hanno aderito alla carta dei servizi di Trio, per usufruire dei contenuti dei moduli afferenti alle tematiche trasversali del problem solving, dell’analisi organizzativa e della comunicazione efficace. Il servizio WLG prevede una pagina di accesso personalizzato alle risorse didattiche che permette il tracciamento delle attività formative svolte dai soggetti iscritti e l’utilizzo della piattaforma per l’erogazione di servizi e attività complementari alla didattica. L’accordo prevede inoltre l’accesso ai servizi di tutoring tramite i quali sarà possibile valutare il livello di apprendimento raggiunto, monitorare il livello dell’interazione e le attività dell’utente. TRIO, infatti, assicura il monitoraggio dell’andamento del WLG e invia periodicamente i report

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relativi all’attività didattica degli utenti. ll superamento positivo del corso permetterà la certificazione delle conoscenze acquisite tramite il rilascio di attestato dalla Regione Toscana/Piattaforma Trio. Le risorse tecniche utilizzate saranno adeguate alle esigenze formative dei volontari consentendo di raggiungere gli obiettivi progettuali: � PC portatile e postazioni informatiche; � stampanti; � Internet; � telefoni; � videoproiettori; � supporti di memorizzazione; � televisione; � lettore dvd; � lavagna luminosa; � lavagna a fogli mobili; � webcam; � piattaforme informatiche. 40) Contenuti della formazione: La formazione specifica sarà contestualizzata al bisogno formativo del volontario e alla situazione formativa-professionale che si presenta, cercando di realizzare l’integrazione pedagogica delle opportunità e dei linguaggi formativi. La formazione specifica prevista è formazione di contesto organizzativo e professionale, ha caratteristiche di formazione “on the project”, cioè "accompagna e sostiene" i volontari nella fase di inserimento in un nuovo contesto progettuale/organizzativo, attraverso attività didattiche in affiancamento con un formatore esperto e/o con il monitoraggio di un mentore esterno (o.l.p. e r.l.e.a.). È una formazione principalmente mirata a raccordare la pre-professionalità del volontario alle esigenze collegate all’espletamento delle attività previste nel progetto e nei contesti organizzativi individuati. La prima parte della formazione specifica (30 ore) sarà erogata tramite FAD mediante l’utilizzo della Piattaforma TRIO (vedi voce 39-Tecniche e metodologie di realizzazione previste), su moduli trasversali (la comunicazione interpersonale, il team working, l'ascolto attivo, la gestione dei conflitti, la negoziazione, l'essere e il fare comunità, come orientarsi tra i servizi attivi sul territorio, ecc) inerenti competenze trasversali ovvero caratteristiche e modalità di funzionamento individuale che entrano in gioco quando un soggetto si attiva a fronte di una richiesta dell’ambiente organizzativo; tali competenze sono essenziali nel produrre un comportamento professionale che trasformi un sapere in una prestazione lavorativa. Inoltre, anche il modulo di formazione di base, riguardante la sicurezza nei luoghi di lavoro, verrà seguito in FAD dai ragazzi, sarà possibile, tuttavia, che in caso di esigenze particolari dovuti alla tipologia di attività previste dal progetto (servizio presso case di riposo, scuole, carceri…), al modulo FAD seguirà una formazione in aula gestita direttamente da un esperto. I modulo Titolo: “Analisi del contesto lavorativo” Formatore: Tramite FAD Il modulo ha l’obiettivo di fornire un quadro di riferimento: dei modelli di funzionamento e di gestione delle organizzazioni, della gestione dei rapporti interpersonali e dell'inserimento in contesti professionali, della gestione del lavoro e della risoluzione dei problemi in un'ottica di flessibilità e disponibilità ai cambiamenti. Il modulo ha l’obiettivo di facilitare la comprensione dell'importanza della qualità quale elemento per il successo personale e organizzativo e la

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consapevolezza sul ruolo del volontario e sulla sua posizione all'interno della sede attuazione di progetto. Durata: 8 ore II modulo Titolo: “le Tecniche della comunicazione” Formatore: Tramite FAD Il modulo descrive le tecniche dell’agire comunicativo all’interno di un gruppo, le possibilità comunicative di cui un’organizzazione dispone, alcuni aspetti della comunicazione interpersonale, l’importanza rivestita dalla leadership all’interno di un gruppo di lavoro. Inoltre saranno delineati le principali caratteristiche della comunicazione interpersonale, gli elementi che costituiscono la comunicazione, il tema del linguaggio verbale e del linguaggio non verbale. Durata: 8 ore III modulo Titolo: “Il lavoro di gruppo” Formatore: Tramite FAD Il modulo illustra le principali dinamiche che portano alla formazione di un gruppo di persone, sia in ambito privato che nell’ambiente di lavoro; si indicano le variabili che ne determinano la crescita e l’integrazione tra i componenti del gruppo nello svolgimento delle attività; si analizza la formazione di un gruppo di lavoro dentro un’organizzazione; si mostra la gestione di un progetto, indicandone le fasi principali, i problemi che possono emergere e le relative tecniche di risoluzione; si affronterà infine il tema della leadership, analizzandone alcuni stili. Durata: 8 ore IV modulo Titolo: “Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari in progetti di servizio civile” Formatore: Tramite FAD, formatori inseriti nel box 38 ed esperti Il modulo illustra: le normative di riferimento rispetto alla sicurezza; i principali rischi connessi alle attività previste dal progetto di servizio civile e ai luoghi di svolgimento delle stesse; le azioni di prevenzione e di emergenza da adottare. Durata: 6 ore V modulo Titolo: “La relazione con l’anziano” Formatore: vedi nominativi inseriti nel box 38 Il modulo mira a fornire informazioni e conoscenze sul ruolo che il volontario può svolgere in contesti di assistenza e servizi alla persona. Facilitare l’approccio alle relazione con la persona anziana, acquisendo conoscenze strumenti e tecniche specifiche, in grado di valorizzare l’intervento di sostegno. Saranno trattati temi quali: i compiti del volontario, il processo di cambiamento nella relazione umana in particolare con l’anziano, , tecniche e metodi per aumentare la capacità di ascolto e relazionale. Durata: 20 ore VI modulo Titolo: “I bisogni dell’anziano” Formatore: vedi nominativi inseriti nel box 38 Il modulo ha l’obiettivo di approfondire la conoscenza dei problemi legati alla vecchiaia e alla condizione di anziano, la conoscenza di alcune patologie proprie dell’età,gli stili di vita sana; lecondizioni psichiche e psicologiche dell’anziano. Si mapperanno con i volontari i servizi esistenti sul territorio che possano dare risposta ai bisogni complessi degli anziani (modalità d’accesso, costi, iter burocratico), si analizzeranno inoltre alcuni buone prassi e progetti sperimentali di servizi polifunzionali per l’anziano. Durata: 16 ore

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VII modulo Titolo: “Metodi e tecniche di animazione” Formatore: vedi nominativi inseriti nel box 38 Il modulo ha l’obiettivo di fornire ai volontari conoscenze di base sulle tecniche di animazione In particolare verranno trattati i seguenti argomenti: il ruolo e le funzioni dell’animatore; l’animazione come pratica sociale indirizzata alla presa di coscienza e allo sviluppo del potenziale; i contesti e gli usi dell’animazione; le diverse metodologie di interventi rivolti a singoli gruppi e alla comunità. Verrà fornita inoltre una panoramica delle principali attività ricreative, animative e culturali pensate per gli anziani. Durata: 6 ore 41) Durata: 72 ore

Altri elementi della formazione 42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto Si rimanda al sistema di monitoraggio verificato dall’Ufficio in sede di accreditamento

Data 30 luglio 2014

Il Responsabile del Servizio Civile Nazionale dell’Ente dott. Alberto Scarpitti