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ISTITUTO COMPRENSIVO “G. Racioppi” Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di Primo Grado Viale D. Galante, 21 85047 Moliterno (Pz) con sede associata in Spinoso - Sarconi(Pz) Tel. 0975/64106 Fax 0975/422397 Cod. Scuola: PZIC85500B - Codice fisc.: 96032740761 Email: [email protected] Sito web: www.comprensivomoliterno.gov.it Linee guida per l’isegnante di sostegno Anno Scolastico 2019/2020 Funzione strumentale Area Inclusione Ins. Anna Lapadula

Linee guida per l’isegnante di sostegno...L’insegnante di sostegno ha un ruolo determinante nel processo di inclusione quanto più abbandona posizioni marginali e si prospetta

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Page 1: Linee guida per l’isegnante di sostegno...L’insegnante di sostegno ha un ruolo determinante nel processo di inclusione quanto più abbandona posizioni marginali e si prospetta

ISTITUTO COMPRENSIVO “G. Racioppi”

Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di Primo Grado

Viale D. Galante, 21 – 85047 Moliterno (Pz)

con sede associata in Spinoso - Sarconi(Pz)

Tel. 0975/64106 – Fax 0975/422397

Cod. Scuola: PZIC85500B - Codice fisc.: 96032740761

Email: [email protected]

Sito web: www.comprensivomoliterno.gov.it

Linee guida per l’isegnante di sostegno Anno Scolastico 2019/2020

Funzione strumentale Area Inclusione

Ins. Anna Lapadula

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PREMESSA

L’ insegnante di sostegno è un docente specializzato che viene assegnato, in piena Contitolarità, ai

sensi della normativa vigente, con gli altri Docenti, alla classe in cui è inserito l’alunno diversamente

abile per attuare “forme di integrazione a favore degli alunni portatori di handicap” e “realizzare

interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni”.

L’insegnante di sostegno ha un ruolo determinante nel processo di inclusione quanto più abbandona

posizioni marginali e si prospetta come risorsa competente e mediatrice. Integrato nell’organizzazione

della scuola, egli non si limita al rapporto esclusivo con l’allievo con disabilità, ma lavora con la

classe, così da fungere da mediatore tra l’allievo e i compagni, tra l’alunno e gli insegnanti, tra

l’allievo e la scuola.

L’insegnante di sostegno e gli insegnanti curricolari pertanto lavorano in concerto in sede di

programmazione e di individuazione di strategie atte alla realizzazione di processi inclusivi di

insegnamento.

Nel team , questo insegnante “speciale” si trova, pertanto, a pianificare con i colleghi l’attività

d’insegnamento per tutta la classe e assumersi, in rapporto a sue specifiche competenze didattiche,

alcune responsabilità d’insegnamento per i diversi alunni. Il compito del docente di sostegno è quello

di collaborare con gli altri insegnanti al fine di adattare il curricolo pensando a tutti gli studenti,

esaminando i problemi che si potrebbero incontrare e sviluppando metodi di insegnamento e materiali

che permettano il loro superamento, trattando, nel fare ciò, le difficoltà dei soggetti disabili come aree

problematiche del curricolo stesso più che come bisogni speciali di un solo soggetto. Il docente di

sostegno è, pertanto, parte attiva e determinante nella progettazione individualizzata o/e

personalizzata elaborata con l’insegnante curricolare negli insegnamenti in cui egli è presente, nella

predisposizione del materiale compensativo, nell’attuazione delle metodologie per l’insegnamento ad

alunni con bisogni speciali e nella valutazione delle loro prestazioni, al fine di garantire loro la

piena inclusione all’interno del progetto educativo della scuola.

Sempre in collaborazione con gli altri docenti egli partecipa alla programmazione del “quotidiano

insegnamento”, contribuendo alla scelta di strategie di insegnamento/apprendimento utilizzabili con

tutta la classe e collaborando alla predisposizione dei materiali e dei supporti didattici facilitanti

l’apprendimento dei diversi alunni, partecipando attivamente all’erogazione di insegnamenti nei

confronti dell’intera classe.

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In particolare, l’insegnante di sostegno è tenuto ai seguenti

adempimenti:

a) Nel primo bimestre di scuola deve compilare una griglia di osservazione che analizzi i seguenti

aspetti:

- l’autonomia personale, sociale e scolastica;

- l’adattamento al ritmo e alle attività scolastiche;

- l’area psicomotoria;

- l’area relazionale;

- l’area linguistico -

comunicazionale;

- l’area logico - matematica;

- l’area artistico - espressiva.

b) Mediare i rapporti con Consiglio di Classe/Team Docente con altre Strutture accreditate, Famiglia,

Servizi Sociali, Centri di formazione, Altre Istituzioni scolastiche, Educatori e Tutor.

c) Predisporre una proposta d’orario definitivo di servizio (nel rispetto dei bisogni dell’alunno e

prevedendo una flessibilità oraria in relazione alle sue necessità), possibilmente entro la fine del

mese di ottobre. Ne verrà consegnata una copia alla Segreteria docenti, una copia al Coordinatore

della Classe/Docente prevalente in cui è inserito l’alunno disabile, una copia alla famiglia, una copia

ai Collaboratori scolastici, ed una copia dovrà essere allegata al Registro di Classe e incluso nel

piano orario generale. Comunicare tempestivamente i temporanei cambiamenti d’orario, dopo averli

concordati con i colleghi di classe/sezione, in forma scritta e motivandoli, alla Segreteria didattica ed

al Dirigente Scolastico.

d) L’orario dovrà anche essere sempre ben visibile. Si raccomanda il coinvolgimento dei

collaboratori scolastici ai quali vanno fornite tutte le informazioni utili per la gestione dell’alunno.

e) Qualsiasi variazione di orario deve essere sempre concordata con il Dirigente Scolastico o con i

suoi collaboratori comunicata tempestivamente per iscritto con indicazione del periodo, dell’orario

vecchio e dell’orario nuovo.

f) Presenziare a tutte le riunioni attinenti all’incarico.

g) Ogni insegnante parteciperà gli incontri annuali previsti (ad inizio ed a fine anno), sentita la

disponibilità degli specialisti e degli operatori socio sanitari. che seguono l'alunno. A tale riunione

partecipano le figure che ruotano attorno all'alunno con disabilità: la famiglia, il Consiglio di

Classe/Team docenti, gli eventuali Educatori assistenziali o/e figure educative appartenenti ad Enti

esterni.

Tutti gli incontri devono essere verbalizzati.

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La copia originale delle documentazioni prodotte (P.E.I., P.D.F., Verbali) va consegnata in

Segreteria ed inserita nel fascicolo personale dell'alunno e le copie nel registro dell'insegnante di

sostegno.

h) Collaborare con gli insegnanti curricolari nell’elaborazione della programmazione educativo -

didattica dell’allievo e della classe.

i) Collaborare con i Docenti curricolari nel predisporre, in previsione di verifiche scritte o orali,

modalità, strategie e contenuti rispondenti ai bisogni ed alle caratteristiche degli allievi.

j) Evidenziare, durante i Consigli di Classe/Riunioni di programmazione (ai sensi della legge n.

104/1990), ai fini della redazione del P.E.I. Piano Educativo Individualizzato): l’orario di presenza

degli insegnanti di sostegno e del personale assistenziale, il percorso scolastico (progettazione

diversificata o finalizzata al raggiungimento degli obiettivi globalmente corrispondenti a quelli della

classe).

k) Concordare e predisporre le verifiche e le valutazioni in collaborazione con l’insegnante della

disciplina. A tale proposito, si rimanda al principio di contitolarità precedentemente esposto ed al

P.E.I. sottoscritto dal Consiglio di Classe/Team docenti.

l) Illustrare in modo completo ed esauriente le programmazioni sia differenziate (personalizzate)

sia facilitate (individualizzate) nella parte che riguarda la didattica ai genitori

dell’alunno.

m) Concordare e documentare con il Consiglio di Classe/Team docenti, le famiglie e gli operatori

eventuali percorsi speciali dell’alunno, le riduzioni d’orario, gli eventuali esoneri. Tale documento

deve contenere la firma dei Docenti coinvolti nello stesso percorso e la firma dei genitori e deve

essere inserito nel Registro dei verbali, nel Registro di classe, nel fascicolo personale dell’alunno.

L’orario dell’alunno deve essere inserito nel Registro della classe/i coinvolta/e.

n) Secondo il regolameto delle visite didattiche e/o i viaggi d’istruzione, in merito

all’accompagnamento degli alunni con disabilità, risulta

1. un Docente di sostegno assegnato alla classe;

2. l’Operatore Socio-Sanitario qualora sia presente;

3. un accompagnatore esterno che potrà essere un famigliare o/e una persona individuata

dalla famiglia, in caso di particolari necessità.

o) Favorire la partecipazione degli alunni di classe terza della scuola secondaria di primo grado agli

stage organizzati dalle scuole di II° grado. È compito dell’insegnante di sostegno, sentito il

G.L.H.I., vagliare le scuole secondarie/C.F.P., tra quelli prescelti dalla famiglia.

p) Ogni insegnante di sostegno è tenuto ad elaborare una relazione finale in duplice copia al

termine di ogni anno scolastico (una va allegata al registro e l’altra va consegnata in segreteria).

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q) Per i candidati che si preparano a sostenere l'Esame di Stato primo ciclo: predisporre le prove

per la certificazione delle competenze, tra cui le prove INVALSI (qualora fossero necessarie).

r) Nei casi in cui l'insegnante di sostegno dovesse per ragioni didattiche trovarsi a lavorare in

piccoli gruppi, si raccomanda la presenza dell'alunno con disabilità nel gruppo

1. LINEE – GUIDA PER LA GESTONE DELLE SUPPLENZE PER LE CLASSI OVE È

INSERITO UN ALUNNO DIVERSAMENTE ABILE

Le seguenti linee - guida si prefiggono lo scopo di fornire indicazioni per la gestione delle supplenze

nelle classi ove è inserito un alunno diversamente abile, nel rispetto dei bisogni dei vari soggetti

coinvolti: la totalità degli alunni appartenenti alla classe, gli studenti con disabilità, i Docenti

curricolari e di sostegno, gli eventuali operatori del servizio socio - educativo.

SE L’ALUNNO NON

NECESSITA DELLA

COPERTURA TOTALE

INDIVIDUALIZZATA

SE L’ALUNNO

NECESSITA DI

COPERTURA TOTALE

INDIVIDUALIZZATA E

IN QUELL’ORA È IN

SERVIZIO ANCHE

L’EDUCATORE

SE L’ALUNNO

NECESSITA DI

COPERTURA TOTALE

INDIVIDUALIZZATA E IN

QUELL’ORA NON È IN

SERVIZIO ANCHE

L’EDUCATORE

In caso di assenza

dell’insegnante

curricolare

L’insegnante di

sostegno può coprire

l’ora approfittando

dell’occasione per

proseguire l’attività

didattica (se ne ha

competenza) e/o

proponendo attività di

integrazione.

L’insegnante di

sostegno può coprire

l’ora approfittando

dell’occasione per

proseguire l’attività

didattica (se ne ha

competenza) e/o

proponendo attività di

integrazione.

È necessario assegnare

l’ora ad un supplente

affinché l’insegnante di

sostegno possa

garantire la copertura

individualizzata

dell’alunno

diversamente abile.

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In caso di assenza

dell’insegnante di

sostegno

È auspicabile che

l’alunno rimanga

integrato nella classe di

appartenenza.

L’educatore può

garantire la copertura

individualizzata

dell’alunno

diversamente abile.

È indispensabile

nominare un supplente

per garantire la

copertura

individualizzata

dell’alunno

diversamente abile,

dando priorità agli

insegnanti che hanno

già costruito una

relazione con lo stesso

(ovvero altri docenti di

sostegno con i quali

sono state svolte attività

condivise o Docenti del

Consiglio

di classe /modulo nel

quale è inserito

l’alunno).

In caso di assenza dell’alunno con disabilità, l'insegnante di sostegno è tenuto ad informare il

coordinatore di plesso e chiamare in Segreteria per avvisare della sua assenza. Qualora l'insegnante

di sostegno avesse altri casi da seguire, viene impiegato con l'alunno disabile presente;

altrimenti se ci fossero necessità di supplenze, l'insegnante di sostegno si renderà disponibile per

supplire i colleghi assenti , ma sempre nello stesso ordine di scuola.

2. ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA INTERNA – REGOLAMENTO

I Docenti di sostegno dovranno:

Apporre giornalmente la propria firma sul Registro elettronico.

Compilare il Registro del sostegno: un Registro per ciascun allievo nel quale devono essere

annotati gli argomenti, le attività e le osservazioni.

In caso di assenza dell’alunno, il Docente di sostegno è tenuto immediatamente ad informare

la responsabile di plesso o la Segreteria Didattica. In caso di assenze prolungate per

giustificati motivi, per garantire il diritto all'apprendimento dello studente, il Consiglio di

Classe/Team docenti può concordare insieme al Dirigente Scolastico un Progetto di

istruzione domiciliare.

In caso di assenze prolungate, il Docente contatterà la famiglia per avere notizie in merito

all’alunno.

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Prestare osservanza rigorosa delle disposizioni vigenti di legge in relazione alla stesura del

P.E.I.

Nel P.E.I .devono essere definite con chiarezza le attività proposte allo studente; i luoghi

dove vengono svolte tali attività (aula assegnata alla classe, aula per lo studio

individualizzato, palestra, laboratori, ...); le modalità operative e il personale di sostegno in

assistenza.

Per le attività che prevedono uscite dalla scuola e dalle sue strutture interne, deve sempre

essere richiesta alla famiglia una dichiarazione di consenso nella quale siano riportate

indicazioni precise sui tempi, sull’accompagnatore (insegnante curricolare, insegnante di

sostegno, educatore) e sull’itinerario previsto.

Gli insegnanti di sostegno concorderanno direttamente con le famiglie le modalità più idonee

da adottare per la consegna delle comunicazioni e delle circolari distribuite in classe.

L'assistenza dell'alunno durante l'intervallo è a carico del Consiglio di Classe/Team docente

che organizza i turni di sorveglianza in base alle necessità.

La responsabilità sullo studente disabile (come per gli altri studenti della classe) è

prerogativa, nelle loro ore di servizio, degli insegnanti curricolari e degli insegnanti di

sostegno che hanno la contitolarità della classe e non può essere delegata agli educatori

assistenziali.

In caso di assenza del Docente di sostegno, l’allievo resterà in classe con il Docente

curricolare e i compagni.

Durante le ore di presenza dell'educatore in classe, è compito dell'insegnante di sostegno

predisporre il materiale e concordare le attività da svolgere, qualora l'insegnante di sostegno

sia assente tale impegno spetterà all'insegnante curricolare.

In merito alle Linee - guida per la definizione di interventi finalizzati all'assistenza di

studenti che necessitano di somministrazione di farmaci in orario scolastico, si fa riferimento

Regolamento d’Istituto.

Segnalare immediatamente al Dirigente Scolastico qualsiasi atto che dovesse verificarsi ai

danni dell’alunno (offese, maltrattamenti, ...). Vigilare attentamente su questi aspetti.

Accompagnare l’alunno durante le esercitazioni per la sicurezza e controllare che le strutture

a sua disposizione siano in buono stato di conservazione; altrimenti segnalare ogni

disfunzione.

Collaborare con il Personale A.T.A. e, in particolare, con i collaboratori scolastici a cui

spettano compiti di assistenza agli alunni disabili.

3. DOCUMENTI DA COMPILARE

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a) Scheda di passaggio informazioni dalla Scuola dell’Infanzia alla Primaria, dalla Primaria

alla

Secondaria di Primo Grado

b) Il Registro delle attività di sostegno. Tale documento, al termine dell’anno scolastico, dovrà essere

consegnato alla Segreteria e depositato nel fascicolo riservato – dati sensibili.

c) Griglia di osservazione iniziale da allegare al registro

d) Il verbale del G.L.H.I.

e) Consegnare alla famiglia i seguenti documenti:

orario insegnante di sostegno e quello dell'eventuale educatore;

copia del P.E.I. (Piano Educativo Individualizzato);

copia del P.D.F. (Piano di funzionamento).

f) Il P.E.I. e il P.D.F.

h) La verifica intermedia del P.E.I.

i) La relazione finale (verifica finale del P.E.I.).

4. ELABORAZIONE DEL P.E.I.

Tale documento viene redatto congiuntamente dagli operatori sanitari o di altra Struttura accreditata,

compresi gli operatori addetti all’assistenza, dagli insegnanti curricolari e di sostegno, con la

collaborazione della famiglia (D.P.R. 24/2/1994 – art. 5), entro il 30 Novembre

puntualmente verificato con frequenza trimestrale o quadrimestrale (D.P.R. 24/2/1994 – art. 6).

Il Piano Educativo Individualizzato specifica gli interventi che i diversi operatori mettono in atto

relativamente alle potenzialità già rilevate nella Diagnosi Funzionale e nel Profilo Dinamico

Funzionale. Si riferisce, integrandoli, alla programmazione della classe ed al Progetto di Istituto nel

rispetto delle specifiche competenze.

Il documento prende in considerazione:

1. gli obiettivi educativi/riabilitativi e di apprendimento riferiti alle aree e alle funzioni, perseguibili

in uno o più anni;

2. le attività proposte;

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3. i metodi ritenuti più idonei;

4. i tempi di scansione degli interventi previsti e gli spazi da utilizzare;

5. i materiali, i sussidi con cui organizzare le proposte di intervento;

6. l’indicazione delle risorse disponibili, nella scuola e nell’extra-scuola, in termini di strutture,

servizi, persone, attività, mezzi;

7. le forme e i modi di verifica e di valutazione del P.E.I.

Tale progettazione personalizzata dovrà essere finalizzata a far raggiungere a ciascun alunno con

disabilità, in rapporto alle sue potenzialità, e attraverso una progressione di traguardi intermedi,

obiettivi di autonomia, di acquisizione di competenze e di abilità motorie, cognitive, comunicative ed

espressive, e di conquista di abilità operative, utilizzando anche metodologie e strumenti differenziati

e diversificati.

5. ELABORAZIONE DEL Piano di .Funzionamento

Il D.lgs. n. 66/2017 detta nuove norme in materia di inclusione degli studenti disabili certificati,

promuovendo la partecipazione della famiglia e delle associazioni di riferimento, quali interlocutori

dei processi di inclusione scolastica e sociale.

Il profilo di funzionamento (PF) è il documento propedeutico alla redazione del PEI.

Il PF:

sostituisce, ricomprendendoli, la diagnosi funzionale e il profilo dinamico funzionale;

è redatto dopo l’accertamento della disabilità, secondo i criteri del modello bio-psicosociale

della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF).

definisce anche le competenze professionali e la tipologia delle misure di sostegno e delle risorse

strutturali necessarie per l’inclusione scolastica; evidenziamo che tali competenze non erano in

precedenza riconosciute alla diagnosi funzionale e al profilo dinamico funzionale.

Chi lo redige

Il PF è redatto dall’unità di valutazione multidisciplinare, di cui al DPR 24 febbraio 1994, sulla

base della certificazione di disabilità inviata dai genitori.

L’ unità di valutazione multidisciplinare è composta da:

1. a) un medico specialista o un esperto della condizione di salute della persona;

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2. b) uno specialista in neuropsichiatria infantile;

3. c) un terapista della riabilitazione;

4. d) un assistente sociale o un rappresentante dell’Ente locale di competenza che ha in carico il

soggetto.

Alla redazione del PF collaborano i genitori dell’alunno e un rappresentante dell’amministrazione

scolastica, individuato preferibilmente tra i docenti della scuola frequentata dal soggetto interessato.

Aggiornamento

Il profilo di funzionamento va aggiornato al passaggio di ogni grado di istruzione, a partire dalla

scuola dell’infanzia.

Può essere, inoltre, aggiornato in caso di nuove condizioni di funzionamento della persona disabile.

Il profilo di funzionamento sostituirà la diagnosi funzionale e il profilo dinamico funzionale a partire

dal 1° gennaio 2019.

6. ARCHIVIO DOCUMENTAZIONE

I fascicoli personali con la documentazione degli allievi si trovano nell’ufficio di Presidenza in un

armadio chiuso a chiave e possono essere consultati sul posto previa autorizzazione formale della

Presidenza.

I documenti non possono essere prelevati dal fascicolo.

Assicurarsi che nel fascicolo siano sempre presenti:

a. Diagnosi clinica e Diagnosi Funzionale (stilate dal medico dell’A.S.L. di

riferimento); dal 2019 il tutto rientrerà nel Piano Di funzionamento

b. P.E.I. e Piano di funzionamento. pervenuti dalla scuola di provenienza (per gli alunni iscritti alla

classe prima) o redatti negli anni precedenti;

c. Programmazioni individualizzate (in allegato al

P.E.I.);

d. Relazioni di verifica P.E.I. e di verifica P.D.F.;

e. Relazione finale.

In merito alla documentazione da produrre in corso d’anno si potrà far riferimento al Docente FFSS

inclusione, per eventuali suggerimenti in merito alla compilazione.

Al termine dell’anno scolastico è indispensabile consegnare copia delle documentazioni prodotte. Per

quanto riguarda i rapporti con le famiglie, si ribadisce che il lavoro di rete esterno va condotto

dall’insegnante di sostegno non solo per la sua qualità di risorsa aggiunta, ma anche per lo stesso

ruolo di raccordo che egli è chiamato a svolgere. Essendo la figura che coordina le attività rivolte

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all’alunno con disabilità, l’insegnante di sostegno svolge necessariamente un ruolo di mediatore

dei contenuti programmatici, relazionali e didattici (cfr. Ordinanza Ministeriale n. 227/1995, relativa

ai nuovi programmi, ex D.P.R. n. 970/1975: gli insegnanti di sostegno “dovrebbero assolvere il

compito di facilitare i rapporti e le relazioni fra operatori, tanto all’interno del sistema scolastico

quanto al di fuori dello stesso: famiglia, altre agenzie educative, (…)”).

Nel caso di famiglie particolarmente problematiche, l’insegnante di sostegno sarà coadiuvato

dall’insegnante coordinatore di classe, dal Referente di plesso, dalla FFSS per inclusione, dal

Dirigente Scolastico. Resta inteso che l’insegnante di sostegno dovrà segnalare al Dirigente

Scolastico le motivazioni che rendono problematici i suoi rapporti con la famiglia dell’alunno o con

qualsiasi altro ente esterno alla scuola con cui si trova a collaborare, come anche qualsiasi ostacolo

posto allo sviluppo educativo dell’alunno disabile fuori e dentro il contesto scolastico.

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7. GUIDA ALLA COMPILAZIONE DEL P.E.I

IL MODELLO

1. Parte generale

Dati: riportare i dati dell'alunno, degli operatori (scolastici, sanitari, sociali), dei genitori.

Interventi riabilitativi ed educativi indicare gli interventi erogati da altri servizi (sanitari,

sociali, territoriali) sia in orario scolastico che extrascolastico. E' importante conoscerli e

rilevarli per predisporre un orario scolastico congruente, per concordare eventuali raccordi con

le attività scolastiche, perchè sono una fonte di conoscenza ulteriore dell'alunno e delle sue

attività.

2. La scuola e l'alunno

Profilo sintetico dell'alunno/a, in questa scheda di sintesi si elencano:

i punti di forza e di debolezza dell'alunno che (interessi, hobby, gusti, capacità

particolari, incapacità, cose sgradite...) possono essere elementi utili per

l'apprendimento e la relazione

gli strumenti utilizzati per l'osservazione (griglie, videoregistrazioni, diario di bordo...)

gli obiettivi generali concordati con la famiglia, gli operatori sanitari.

le strategie per l'emergenza, in caso di alunni con comportamenti problematici

persistenti è utile definire strategie sistematiche per il contenimento e la riduzione di

tali comportamenti, strategie che vanno condivise fra docenti assistenti e famiglia. E'

utile allegare l'elenco descrittivo delle modalità da adottare.

Aspetti didattici organizzativi della progettazione in funzione inclusiva

In questa scheda va descritto ciò che la scuola, e/o il Consiglio di Classe promuovono per favorire

l'inclusione.

La classe come risorsa: descrivere gli interventi che vengono programmati per

avvicinare i compagni all'alunno con disabilità, per la conoscenza delle persone con

disabilità e dei loro diritti, per favorire la relazione di aiuto, per educare alla

cittadinanza.

metodologie descrivere le metodologie utilizzate per favorire i processi di

apprendimento di tutti, le discipline dove sono utilizzate, la frequenza di utilizzo

laboratori : descrivere i laboratori attivati per sostenere il processo di inclusione, si

ricorda che non possono essere strutturati raggruppamenti di soli alunni con disabilità;

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altri progetti: riportare altri progetti previsti nella scuola o nella classe che possono

favorire i processi di inclusione

Orario della classe e dell'alunno

Compilare lo schema orario con le relative compresenze. La tipologia degli interventi in classe e fuori

dalla classe.

3. Progettazione educativa e didattica

Situazione di partenza

Riportare in sintesi le capacità acquisite ed emergenti ricavate dal profilo osservativo e condivise con

la famiglia e gli operatori. Per capacità emergenti o zona di sviluppo prossimale si intende la distanza

tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale dell'alunno, che può essere raggiunto

con l'aiuto di altre persone, adulti o compagni con un livello di competenza maggiore. È in questa

zona che si esplica l'azione educativa a sostegno dell'apprendimento

Prevedibili livelli di sviluppo definiti in obiettivi

Indicare gli obiettivi, ovvero i miglioramenti delle performance che si prevede di raggiungere in un

determinato periodo di tempo, partendo dalle capacità emergenti. Formulare un obiettivo equivale a

prospettare un´azione da compiere o una conoscenza da acquisire in modo preciso, concreto,

osservabile; per questo gli obiettivi vanno declinati in termini operativi e non generici, in modo da

facilitare la valutazione del loro grado di raggiungimento.

Obiettivi – tempi

Gli obiettivi possono essere raggiunti in tempi brevi, medi lunghi. Questa modulazione dei tempi

consente di:

declinare un macro obiettivo in più tappe definite da sotto obiettivi

tenere agganciato il PEI al Profilo di Funzionamento(PF)

progettare in una prospettiva longitudinale, propria del progetto di vita.

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Fattori di contesto ambientale

Dopo aver effettuato un'analisi del contesto elencare le barriere da rimuovere e i facilitatori da attivare

utili per il raggiungimento dell'obiettivo

I fattori ambientali possono riferirsi:

allo spazio

al tempo

ai materiali, ausili, tecnologie

all'organizzazione

alle metodologie di insegnamento

alla cornice relazionale

Strategie metodologico didattiche

Sono le attività da predisporre per il raggiungimento di un obiettivo. Vanno definiti gli spazi, i tempi,

le risorse materiali, organizzative, strutturali e metodologiche. Valutare la compatibilità della

programmazione con le risorse e vincoli, in modo che sia fattibile.

Strumenti e modalità di verifica

Definire le modalità di verifica del raggiungimento degli obiettivi e gli strumenti che saranno

utilizzati. Per verificare le performance possono essere idonee modalità di osservazione ripetuta,

videoregistrazioni, predisposizione di situazioni che richiedono l'emissione di un determinato

comportamento…

PROGRAMMAZIONE DIDATTICO DISCIPLINARE

Va compilata una scheda per ogni disciplina dal docente della materia, in collaborazione con il

docente di sostegno.

Si definiscono gli obiettivi, si l'individuano le barriere da rimuovere, i facilitatori e le strategie da

attivare.

Raccordi con l'attività della classe

Questa parte va curata con attenzione per evitare che l'individualizzazione si trasformi in separazione

e privi l'alunno della importante esperienza di apprendere nella dimensione sociale della classe. Un

alunno con disabilità presenta un profilo eterocrono, dove aree di difficoltà o incapacità possono stare

accanto ad aree di normalità; per questo è possibile che alcune attività previste per la classe, siano

accessibili all'alunno senza modificazioni, mentre in altre attività si richiedano modificazioni

sostanziose.

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Nella progettazione non rinunciamo a chiederci se fra le tante cose previste per tutta la classe, almeno

una possa essere svolta anche dall’alunno disabile e se c’è almeno una cosa, fra quelle previste per

l’alunno in difficoltà, che possa essere proposta ai compagni di classe.

Nella tabella alcune modalità di raccordo

La sostituzione: L'obiettivo per la classe e per l'alunno con disabilità è il medesimo , si sostituiscono le modalità di

accesso (visive, uditive, grafiche, motorie), utilizzando tecnologie assistive, cioè prodotti, strumentazioni, dispositivi,

applicazioni, programmi informatici che rendono accessibili agli alunni con disabilità le attività scolastiche,

compensando la limitazione o il deficit.

Facilitazione

È una modalità adatta agli alunni che non riescono a intraprendere e a portare a termine il compito a causa di difficoltà

nella sfera dell'attenzione, del comportamento, o in presenza di disturbi specifici.

L'obiettivo resta il medesimo della classe, si modificano o si introducono elementi che facilitino l'alunno nell'affrontare il

lavoro. Le modifiche possono riguardare:

- Lo spazio: la postazione di lavoro dell'alunno rispetto a stimoli disturbanti o agevolanti

- Il tempo: concedere maggiore tempo per l'esecuzione del compito, frazionare la consegna di lavoro in più tappe.

- Gli strumenti: fornire strumenti di lavoro alternativi a quelli dei compagni.

- I contenuti: facilitare la comprensione e l'esecuzione del compito aggiungendo ulteriori informazioni, immagini,

schede guida, mappe.

- La didattica interattiva: proporre compiti da svolgere in gruppi cooperativi, a coppie o con modalità laboratoriali.

- Le strategie metacognitive: aiutare l'alunno a maturare la consapevolezza delle sue modalità di apprendimento.

Costruire con lui schede di autoistruzione che lo supportino nel lavoro.

Riduzione

All’interno delle medesime proposte previste per la classe si riducono e si semplificano le richieste per l'alunno con

disabilità

- la complessità concettuale: semplificando il lessico, aggiungendo materiali iconici, esempi

- la consegna: richiedere l'esecuzione di una sola parte del compito, ad esempio quella iconica o quella verbale

- alcune modalità di lavoro: consentire l'uso di strumenti facilitanti come la calcolatrice, la tavola pitagorica, un

programma di supporto alla lettura, alla scrittura, dare la possibilità di compilare il compito con il disegno, con parole

chiave.

Scomposizione dei nuclei fondanti

- L'obiettivo è diverso per l'alunno con disabilità e per la classe. Il punto di contatto va trovato nei nuclei fondamentali

delle discipline. Ad esempio: i numeri, lo spazio e le figure, le relazioni e funzioni in matematica; l'ascolto, il parlato,

la lettura e la scrittura in lingua italiana.

Partecipazione alla cultura del compito

Per alunni con deficit importanti diventa a volte difficile trovare agganci con obiettivi e contenuti programmati per la

classe. Partecipare alla cultura del compito significa essere immersi in una situazione di apprendimento fatta di parole,

movimenti, sguardi, rumori, contatti fisici, scambi: una varietà di sollecitazioni importanti per lo sviluppo di ciascuno.

Attraverso alcune strategie si può rendere significativa e visibile la partecipazione dell'alunno con disabilità :

- esplicitare alla classe il lavoro assegnato al compagno, valutarlo al termine

- inserire le produzioni dell'alunno (parole, frasi, disegni, scarabocchi), gli interessi, le preferenze, in proposte di

lavoro per la classe: un problema, un tema, una produzione artistica, il testo di una canzone

- durante la lezione nominarlo, richiamarlo, sfruttare tutto ciò che può agganciarlo sul piano emotivo e cognitivo

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- incoraggiare le interazioni di aiuto nel lavoro con i pari

Modalità di attuazione-dove e con chi

Indichiamo le persone che supportano l'alunno per il raggiungimento dell'obiettivo, siano esse docenti,

assistenti o compagni di classe, specifichiamo il luogo dove si svolge il lavoro.

Valutazione

Nei confronti degli alunni con minorazioni fisiche o sensoriali non si procede normalmente a

valutazioni differenziate, mentre, per gli alunni in situazione di handicap psichico, la valutazione,

adeguatamente differenziata, tiene conto degli obiettivi prefissati nel Piano Educativo Individualizzato

(PEI). Qualora il PEI abbia individuato per l’alunno disabile obiettivi formativi non riconducibili ai

programmi ministeriali e ai Piani di studio previsti per i diversi tipi di scuola, il Consiglio di classe

valuta comunque i risultati dell’apprendimento con l’attribuzione di giudizi o di voti relativi

esclusivamente allo svolgimento del PEI.

Il decreto 62 riconferma molte delle norme già esistenti.

La valutazione degli alunni con disabilità certificata è riferita:

al comportamento

alle discipline

alle attività svolte sulla base dei documenti previsti dall’articolo 12, comma 5, della Legge

n.104 del 1992, il piano educativo individualizzato

L’ammissione alla classe successiva e all’esame di stato conclusivo del primo ciclo di istruzione

avviene secondo quanto disposto dal presente decreto (articoli 3 e 6 rispettivamente per la scuola

primaria e secondaria di primo grado) tenendo a riferimento il piano educativo individualizzato.

Gli alunni con disabilità partecipano alle prove standardizzate di cui agli articoli 4 e 7. “Il consiglio di

classe o i docenti contitolari della classe possono prevedere adeguate misure compensative o

dispensative per lo svolgimento delle prove e, ove non fossero sufficienti, predisporre specifici

adattamenti della prova ovvero l’esonero della prova” (comma 4, art.11).

Le alunne e gli alunni con disabilità sostengono le prove di esame al termine del primo ciclo di

istruzione con l’uso di attrezzature tecniche e sussidi didattici, nonché ogni altra forma di ausilio

tecnico loro necessario, utilizzato nel corso dell’anno scolastico per l’attuazione del piano educativo

individualizzato (comma 5, art.11).

Per lo svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione, la sottocommissione,

sulla base del piano educativo individualizzato, relativo alle attività svolte, alle valutazioni effettuate e

all’assistenza eventualmente prevista per l’autonomia e la comunicazione, predispone, se necessario,

utilizzando le risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, prove differenziate idonee a

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valutare il progresso dell’alunna o dell’alunno in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di

apprendimento iniziali. Le prove differenziate hanno valore equivalente ai fini del superamento

dell’esame e del conseguimento del diploma finale (comma 6, art.11).

L’esito finale dell’esame viene determinato sulla base dei criteri previsti dall’articolo 8 che disciplina

lo svolgimento ed esito dell’esame di Stato (comma 7, art.11).

Prima novità introdotta dall’articolo 11 del decreto 62: se l’alunno disabile non si presenta agli

esami di Stato si rilascia un attestato di credito formativo

La nuova disposizione introdotta riguarda il comma 8 dell’art.11, all’interno del quale si prescrive

che “alle alunne e agli alunni con disabilità che non si presentano agli esami viene rilasciato un

attestato di credito formativo. Tale attestato è comunque titolo per l’iscrizione e la frequenza della

scuola secondaria di secondo grado ovvero dei corsi di istruzione e formazione professionale, ai soli

fini del riconoscimento di ulteriori crediti formativi da valere anche per percorsi integrati di

istruzione e formazione”.

In passato, il rilascio dell’attestato dei crediti formativi in sostituzione del diploma di licenza media

era regolato nell’Ordinanza Ministeriale n.90 del 2001, l’art.11 comma 12, che così stabiliva: “al fine

di garantire l’adempimento dell’obbligo scolastico di cui alla legge 20.1.1999, n.9 e dell’obbligo

formativo di cui alla legge 17.5.1999, n.144, il Consiglio di classe delibera se ammettere o meno agli

esami di licenza media gli alunni in situazione di handicap che possono anche svolgere prove

differenziate in linea con gli interventi educativo-didattici attuati sulla base del percorso formativo

individualizzato, secondo le indicazioni contenute nell’art.318 del D.L.vo 16.4.1994, n.297. Tali prove

devono essere idonee a valutare l’allievo in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di

apprendimento iniziale. Ove si accerti il mancato raggiungimento degli obiettivi del PEI, il Consiglio

di classe può decidere che l’alunno ripeta la classe o che sia comunque ammesso agli esami di

licenza, al solo fine del rilascio di un attestato di credito formativo. Tale attestato è titolo per la

iscrizione e la frequenza delle classi successive, ai soli fini del riconoscimento di crediti formativi da

valere anche per percorsi integrati”.

Il rilascio dell’attestato all’alunno disabile era quindi decisione assunta dal Consiglio di classe, in

relazione ai risultati del PEI, e non conseguenza di una ‘non presentazione’ dell’alunno disabile

all’esame di Stato.

Nel decreto n.62, il legislatore considera l’assegnazione dell’attestato di credito formativo solo in

ordine all’assenza degli alunni disabili agli esami di Stato, svilendo di fatto il ruolo dei consigli di

classe e della stessa famiglia dell’alunno disabile, che insieme hanno condiviso il percorso

dell’alunno, predisposto sulle sue reali potenzialità.

Nel comma 8 dell’art.11 del tutto assente risulta infatti l’ipotesi che l’alunno non si presenti agli esami

per motivi ampliamente giustificabili tali da condurre la Commissione d’esame a predisporre delle

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prove suppletive. Per cause probabilmente non ascrivibili a responsabilità dell’alunno disabile non

sembra giusto negare la possibilità di iscrizione alle scuole superiori.

La certificazione delle competenze dell’alunno disabile

Nell’art.9 del decreto 62 si prevede che la certificazione delle competenze dell’alunno disabile sia

coerente con il suo piano educativo individualizzato. In attesa dell’emanazione dei modelli nazionali

per la certificazione delle competenze preannunciate dallo stesso articolo 9, i singoli consigli di classe

possono attivarsi per definire, in relazione all’alunno disabile, i livelli di competenza che si

prenderanno in considerazione come mete raggiungibili.

In attesa di mettere in pratica le nuove disposizioni o dell’emanazione di circolari ministeriali

esplicative per dirimere perplessità, le scuole sono chiamate a fissare, nell’ambito dell’autonomia

scolastica, linee di azioni uniche e condivise.

Nella valutazione degli alunni con disabilità i docenti perseguono l’obiettivo di cui all’art.314, comma

2, del D.Lgs. n.297 del 1994 ossia lo sviluppo delle potenzialità della persona disabile

nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione.

L. 104/1990; art. 318 del D. Lgs 297/1994; Regolamento Gelmini del 2009; DPR riassuntivo n.

122 del 22 giugno 2009, art.9)

Alunni che seguono la programmazione di classe, la programmazione per obiettivi minimi, la

programmazione per obiettivi minimi globalmente riconducibili a quelli della classe, la

programmazione differenziata per alcune discipline.

Il diritto all’educazione e all’istruzione è sancito anche per gli alunni con disabilità dalla Legge

104 del 1992: “E’ garantito il diritto all’educazione e all’istruzione della persona diversamente

abile nelle sezioni di scuola materna, nelle classi comuni delle Istituzioni scolastiche di ogni ordine e

grado e nelle Istituzioni universitarie”.

TUTTI I DOCENTI DEL CONSIGLIO DI CLASSE SONO CORRESPONSABILI

DELL’ATTUAZIONE DEL PEI, DI CONSEGUENZA LA VALUTAZIONE DELL’ALUNNO

CON DISABILITÀ È COMPITO DI TUTTI GLI INSEGNANTI.

La valutazione degli alunni con disabilità è un diritto ed è riferita al Piano Educativo

Individualizzato (PEI), elaborato in base alle Indicazioni Nazionali.

Legge 104/1992 art.16 e nel successivo DPR 122/2009 – art.9 “La valutazione degli alunni con

disabilità è riferita al comportamento, alle discipline e alle attività svolte sulla base del PEI (Decreto

Legislativo n. 59 del 2004, art. 11) ed è espressa in decimi”.

Si utilizzeranno pertanto scale valutative riferite non a profili standard ma a quanto predisposto nel

Piano Educativo Individualizzato.

In alcuni casi, alcune aree del PEI possono prevedere gli stessi obiettivi della classe.

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In tal caso la valutazione dell’alunno è riferita al PEI e concordata con L’Equipe Psico-Pedagogica

di riferimento.

Se in determinate discipline sono stati adottati particolari criteri didattici, nel PEI è necessario

indicare:

per quali discipline sono stati adottati

quali attività integrative e di sostegno sono state svolte, anche in parziale sostituzione dei

contenuti programmati.

La valutazione dovrà tener conto dei progressi compiuti dall’alunno in riferimento ai livelli di

partenza, alle effettive potenzialità possedute e agli insegnamenti impartiti (art.16 comma2

Legge 104/1992).

SI VALUTERANNO SOPRATTUTTO I PROCESSI DI APPRENDIMENTO, NON SOLO

LE PERFORMANCE.

L’art. 15 dell’O.M. n. 90/2001 al comma 2 recita “Il Consiglio di Classe (…) verifica i risultati

complessivi rispetto agli obiettivi prefissati nel PEI”. “Il processo di valutazione ha maggiore valenza formativa per l’alunno se non diventa il censimento

di lacune ed errori, ma piuttosto evidenzia le mete anche minime già raggiunte e valorizza le sue

risorse” (D.M. 5.5. 1993).

In riferimento ai criteri di verifica e valutazione si adotteranno quelli ritenuti opportuni, in base

alle risposte fornite dall’alunno nel corso dell’anno scolastico.

La valutazione dell’alunno con disabilità in stato di gravità (art.3 comma 3 Legge 104) non è

espressa in decimi ma con un giudizio sintetico, relativo a macro aree di apprendimento e con

un giudizio globale relativo al comportamento (di lavoro…) e ad altri progressi compiuti in

relazione ai livelli di partenza.

Per l’alunno in stato di particolare gravità che segue una programmazione completamente

differenziata, non corrispondente ai programmi ministeriali (solo in caso di disabilità di tipo

cognitivo), salvo situazioni eccezionali, si annoterà in calce alla scheda di valutazione di primo e

secondo quadrimestre che la valutazione è stata effettuata in base a quanto prefissato nel suo PEI:

“La presente votazione è riferita al PEI e non ai programmi ministeriali ed è adattata ai sensi

dell’O.M. n. 80 del 9 marzo 1995”. Nessuna nota particolare va mai inserita nei tabelloni esposti

al pubblico.

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Nel primo ciclo d’istruzione la valutazione è sempre valida per la promozione alla classe

successiva, anche quando è completamente differenziata poiché la valutazione degli alunni con

disabilità è sempre il risultato di quanto prefissato nel Piano Educativo Individualizzato.

Ciò vale anche per l’esame di stato conclusivo del primo ciclo d’istruzione (ex esame di licenza

media) che il candidato con disabilità potrà affrontare anche sostenendo prove differenziate,

comprensive della prova nazionale, se stabilito nel suo PEI.

CRITERI DI VALUTAZIONE DELL’ALUNNO CON DISABILITÀ

La valutazione è prevista dall’insegnante specializzato in attività di sostegno alla classe e

condivisa ed avallata dai docenti del Consiglio di classe;

La valutazione minima, per obiettivi non sufficientemente raggiunti, è stata disciplinata

dal Collegio docenti. Si avrà cura di escludere a priori una valutazione completamente

negativa, partire dal 5 è da intendersi come volontà da parte del consiglio di classe di

segnalare una necessaria revisione degli obiettivi di apprendimento indicati nel PEI,

dell’azione didattica e degli interventi posti in essere.

E’ necessario valutare anche con il massimo dei voti, l’alunno che ha raggiunto pienamente, in modo

eccellente ecc… tutti gli obiettivi previsti nel PEI.

VALUTAZIONE ALUNNI IN STATO DI GRAVITA’ (Disabilità cognitiva e PEI)

(ART. 3, COMMA 3, L.104/1992)

Tabella valutazione alunni con disabilita’ in stato di gravita’ (art.3 comma 3

della legge 104/1992) che richiedono una programmazione differenziata non

riconducibile ai programmi ministeriali

OBIETTIVI

PREDISPOSTI

NEL PEI

(nelle aree

indicate)

COMPETENZE

(sviluppate in

riferimento alle

potenzialità

possedute)

VOTO MODALITA’ DI

RAGGIUNGIMENTO

GRADO DI

PARTECIPAZIONE

ALLA VITA

SCOLASTICA

Pienamente

raggiunti

Competenze

acquisite al massimo

delle sue potenzialità

9/10 Con buona sicurezza ed

autonomia

Eccellente grado di

partecipazione alla

vita scolastica

Raggiunti in

modo

soddisfacente

Competenze

discretamente

acquisite

7/8 Occasionalmente

guidato e con discreta

sicurezza

Soddisfacente

partecipazione alla

vita scolastica

Sostanzialmente

raggiunti

Competenze

sostanzialmente

acquisite

6/7 Parzialmente guidato e

con sufficiente

sicurezza

Discreta

partecipazione alla

vita scolastica

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Raggiunti in

parte

Competenze non

sufficientemente

acquisite

5/6 Guidato e con limitata

sicurezza

Non sufficiente

partecipazione alla

vita scolastica

GRIGLIA DI VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

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GRIGLIA DI VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO

(programmazione riconducibile ai programmi ministeriali)

Indicatori Descrittori Voto

Conoscenze Ampie ed approfondite

10

Abilità e competenze

È in grado di esplicitare le conoscenze acquisite ed usa con padronanza la strumentalità appresa. Sa svolgere le attività in completa autonomia ed è propositivo. Applica con sicurezza i procedimenti acquisiti in situazioni nuove. Affronta situazioni problematiche utilizzando strategie adeguate.

Conoscenze Ampie e consolidate.

9

Abilità e competenze

È in grado di esplicitare le conoscenze acquisite ed utilizza la strumentalità appresa. Sa svolgere le attività in autonomia. Applica i procedimenti acquisiti in situazioni nuove. Affronta situazioni problematiche utilizzando strategie adeguate.

Conoscenze Consolidate.

8

Abilità e competenze

È in grado di esplicitare le conoscenze acquisite ed utilizza lastrumentalità appresa. Sa svolgere attività semplici in autonomia. Applica i procedimenti acquisiti in situazioni semplificate. Affronta semplici situazioni problematiche utilizzando strategie adeguate

Conoscenze Parzialmente consolidate.

7

Abilità e competenze

È in grado di esplicitare con qualche incertezza le conoscenze acquisite ed utilizza la strumentalità appresa in parziale autonomia. Sa svolgere attività semplici in autonomia. Applica i procedimenti acquisiti in situazioni semplificate. Affronta semplici situazioni problematiche con l'aiuto dell'adulto.

Conoscenze Essenziali

6

Abilità e competenze

Esplicita le conoscenze acquisite ed utilizza la strumentalità appresa solo con l'aiuto dell'insegnante. Svolge attività semplici ed affronta situazioni problematiche solo se guidato. Applica i procedimenti acquisiti solo se supportato dall'adulto.

Conoscenze. Inadeguate

5*

Abilità e competenze

Esplicita le conoscenze affrontate con difficoltà, anche se guidato dall'insegnante. Ha difficoltà ad applicare semplici strategie di problem-solving, anche se supportato dall'adulto.

*necessaria revisione degli obiettivi di apprendimento indicati nel PEI

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Indicatori

Partecipazione alle attività scolastiche, impegno e motivazione ad apprendere. Comportamento in

riferimento alle regole e interazione con adulti e compagni. Cura del proprio materiale, rispetto di

quello altrui e dei contesti nei quali vive le esperienze.

N.B.

La valutazione dovrà rispecchiare la specificità di ogni alunno, ed il suo personale percorso formativo:

i progressi legati all'integrazione, all'acquisizione di autonomia e di competenze sociali e cognitive. La

normativa ministeriale e il documento riportante le “Linee guida sull'integrazione scolastica degli

alunni con disabilità”,esplicitano chiaramente che la valutazione va rapportata al P.E.I. e dovrà essere

sempre considerata in riferimento ai processi e non solo alle performances dell'alunno.

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GRIGLIA DI VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO

Indicatori Voto

Partecipa costruttivamente alle attività proposte con impegno e

motivazione. Si comporta in maniera conforme alle regole e attiva positive

interazioni con adulti e compagni. Ha cura del proprio materiale, rispetta

quello altrui ed i contesti nei quali vive le esperienze.

OTTIMO

Partecipa sempre alle attività proposte con impegno e motivazione.

Generalmente rispetta le regole ed interagisce con adulti e compagni in

maniera abbastanza positiva. Ha cura del proprio materiale di quello altrui e

dei contesti nei quali vive le esperienze.

DISTINTO

Partecipa in maniera discontinua alle attività proposte, impegno e

motivazione vanno sollecitati e sostenuti. Deve ancora interiorizzare

pienamente le regole scolastiche e le interazioni con adulti e compagni

necessitano di essere spesso mediate dall'adulto. La cura del proprio

materiale, il rispetto di quello altrui e dei contesti nei quali vive le

esperienze devono essere sollecitate dalle figure di riferimento.

BUONO

Partecipa alle attività proposte solo se costantemente sollecitato, impegno e

motivazione sono molto discontinui. Non sempre rispetta le regole ed ha

difficoltà ad interagire positivamente con adulti e compagni. Ha scarsa cura

del proprio materiale, è poco rispettoso di quello altrui e del contesto nel

quale vive le esperienze.

SUFFICIENTE

Attiva comportamenti deliberatamente gravi per la propria e l'altrui

incolumità psico-fisica e destabilizza consapevolmente relazioni ed attività.

NON

SUFFICIENTE

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DAL PEI ALLA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE

SCANSIONE

TEMPORALE

TIPOLOGIE

DI PEI

LIVELLI DELLA RUBRICA VALUTATIVA

RIFERIMENTI NORMATIVI

Primo ciclo

PEI CURRICULARE

PEI DIFFERENZIATO

QUATTRO LIVELLI DI PADRINANZA: AVANZATO,INTERMEDIO, BASE INIZIALE

DM 742/2017

LIVELLI ED INDICATORI ESPLICATIVI CM n.3/2015

LIVELLO DESCRIZIONE

A-AVANZATO L’alunno/a svolge compiti, risolve problemi complessi, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e delle abilità, propone e sostiene le proprie opinion e assume in modo responsabile decisioni consapevoli

B-INTERMEDIO L’alunno/a svolge compiti e risolve problem in situazioni nuove, compie scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite.

C- BASE L’alunno/a svolge compiti semplici anche in situazioni nuove,mostrando si possedere conoscenze e abilità fondamentali e di saper applicare basilari regole e procedure apprese

D- INIZIALE L’alunno/a se opportunamente guidato/a, svolge compiti semplici in situazioni nuove

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Si precisa che il modello Nazionale viene compilato con gli opportuni adeguamenti, per renderlo

coerente con gli obiettivi previsti dal PEI.

Si riconferma ,pertanto, la centralità del PEI-

GRIGLIA DI VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO

Indicatori Voto

Partecipa costruttivamente alle attività proposte con impegno e

motivazione. Si comporta in maniera conforme alle regole e attiva positive

interazioni con adulti e compagni. Ha cura del proprio materiale, rispetta

quello altrui ed i contesti nei quali vive le esperienze.

OTTIMO

Partecipa sempre alle attività proposte con impegno e motivazione.

Generalmente rispetta le regole ed interagisce con adulti e compagni in

maniera abbastanza positiva. Ha cura del proprio materiale di quello altrui e

dei contesti nei quali vive le esperienze.

DISTINTO

Partecipa in maniera discontinua alle attività proposte, impegno e

motivazione vanno sollecitati e sostenuti. Deve ancora interiorizzare

pienamente le regole scolastiche e le interazioni con adulti e compagni

necessitano di essere spesso mediate dall'adulto. La cura del proprio

materiale, il rispetto di quello altrui e dei contesti nei quali vive le

esperienze devono essere sollecitate dalle figure di riferimento.

BUONO

Partecipa alle attività proposte solo se costantemente sollecitato, impegno e

motivazione sono molto discontinui. Non sempre rispetta le regole ed ha

difficoltà ad interagire positivamente con adulti e compagni. Ha scarsa cura

del proprio materiale, è poco rispettoso di quello altrui e del contesto nel

quale vive le esperienze.

SUFFICIENTE

Attiva comportamenti deliberatamente gravi per la propria e l'altrui

incolumità psico-fisica e destabilizza consapevolmente relazioni ed attività.

NON

SUFFICIENTE

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