8
NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI LUCCA Via Arcivescovado 45 55100 Lucca tel. 0583 430948 fax: 0583 430949 e-mail: [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Raffaello Giusti Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 30 giugno 2013 ra giugno e luglio ricorrono date di eventi particolari per l’arcivescovo emerito Bruno e l’arcivescovo Italo, che vengono ricordati alla giornata sacerdotale che si svolge a Viareggio, presso la chiesa di Sant’Anonio giovedì 27 giugno. Il 15 giugno ricorreva l’anniversario dell’ordinazione presbiterale ed episcopale di mons. Castellani, mentre il 1° luglio compie il 70° anno di età. Mons. Tommasi ricorda il 55° anniversario di ordinazione presbiterale il 6 luglio prossimo e il 30° di quella episcopale il 10 giugno scorso. La Redazione formula con affetto filiale i suoi migliori auguri ai due pastori, ringrazia con loro il Signore per i doni che essi hanno ricevuto nell’intenso ministero e che, attraverso di loro, sono giunti a noi. F e l’«ovation» è in piedi è una «standing ovation», un’«ovazione in piedi». Perché non si possa usare l’espressione italiana al posto di quella inglese, resta un mistero. Siamo abituati ad usare acriticamente anglicismi inutili, come dimostra la parola mouse che significa «topo» e che designa il dispositivo assomigliante a un topolino, con il quale viene mosso il puntatore sullo schermo del computer. Se gli anglosassoni lo chiamano con il nome dell’animale a cui assomiglia, perché non dovremmo chiamarlo anche noi con il nome del roditore che vi ravvisiamo? Potremmo spiegare le funzioni svolte premendo il tasto destro e sinistro del «topo», che male ci sarebbe? In Italiano diciamo «piede di porco» e non «jemmy» o «jimmy», che non connotano il maiale. Nell’ultimo decennio, l’uso di termini anglosassoni in ambito aziendale è aumentato dell’800%, un incremento ingiustificato, perché le parole hanno il corrispondente in italiano come brand, marchio, o chief engineer, ingegnere capo, manager, direttore, annual report, rapporto annuale, spending revew, revisione delle spese, wedding planner, organizzatore di matrimoni. Inoltre, vengono usati vocaboli inglesi che un anglosassone non userebbe mai: scotch fa pensare allo scotch (scozzese) whiskey e non al nastro adesivo; e poi footing, k-way. La parola inglese fa sentire più moderni, ma non solo. Ogni parola della madrelingua evoca immagini (es. la parola «pranzo» evoca immagini diverse dalla corrispondente parola cinese), perché è carica di storia personale, di esperienza; la parola straniera, non essendo «cresciuti» con essa, non evoca immagini precise, non rimanda a esperienze vissute, non ha spessore culturale, estrania dalla realtà. Il fenomeno degli anglicismi mostra da un lato la colonizzazione della nostra cultura da parte del mondo statunitense, dall’altra il provincialismo che induce a disprezzare il nostro e a idolatrare tutto quello che è degli altri e che crea un complesso di inferiorità culturale che pensiamo di vincere, appestando la nostra lingua con termini stranieri. Ci sentiamo più europei, più globalizzati. È vero che la lingua italiana è nata a tavolino con Dante, Petrarca e Boccaccio e che ha un prevalente carattere letterario e meno collegato alla vita spicciola e, quindi, più prolisso, meno sintetico e immediato della lingua inglese, ma proprio per questo dovremmo andarne fieri. Un richiamo alla purezza della lingua italiana rimanda inevitabilmente all’epoca fascista, quando il sandwich fu chiamato «tramezzino», e forse ci perdettero in bontà? Nei Paesi francofoni, Canada e Francia, traducono tutti i termini stranieri in francese; perfino il computer ha un nome francese: ordinateur! E i popoli francofoni non sono meno da noi in quanto a progresso e soprattutto a sano orgoglio nazionale. La scuola italiana non si pone il problema, e tanto meno il MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Se la musica armoniosa della lingua italiana risuona nel mondo e, quindi è promossa all’estero, lo dobbiamo agli ultimi Papi stranieri. Benedetto XVI, di madrelingua tedesca, pur potendo parlare in Tedesco nel suo viaggio in Polonia si espresse in Italiano. La Chiesa sta dalla parte del povero, anche se esso è una lingua. Raffaello Giusti S L’OPINIONE Lingua italiana difesa dai papi? l dato di fatto che circola è che circa quaranta chiese della Garfagnana domenica scorsa, 23 giugno, sono rimaste chiuse in via precauzionale per scelta dei parroci e delle stesse comunità. Crepe, cedimenti, caduta di cornicioni e intonaco sono i campanelli d’allarme principali. Le messe domenicali sono state celebrate all’aperto o nelle chiese che hanno «resistito» come per esempio a Gorfigliano. I danni, a quanto è dato sapere attraverso gli uffici amministrativi della Curia di Lucca, sono vari e diffusi su un territorio molto ampio, anche abbastanza distante dall’epicentro. «Ma siamo ancora nella fase di raccolta dati» dice don Claudio Francesconi, economo diocesano «i comuni che sono sul territorio della diocesi di Lucca dove stiamo registrando il maggior numero di danni a chiese sono quelli di Minucciano, Piazza al Serchio, Giuncugnano e Sillano», località della provincia di Lucca che di fatto costeggiano l’epicentro al confine con la provincia di Massa Carrara. Sarà attraverso le verifiche di agibilità degli edifici, sotto la regia della Protezione Civile nazionale, che scaturiranno le ordinanze dei sindaci stessi anche per quanto riguarda le chiese. Al momento la chiesa di San Michele nel centro di Minucciano e quella di Pieve San Lorenzo sempre nel territorio di Minucciano sono i due edifici che maggiormente preoccupano. Ma a preoccupare sono circa una quarantina di chiese dell’alta Garfagnana. Tra l’altro, ai primi riscontri, molte delle 17 chiese più danneggiate dal sisma del 25 gennaio scorso hanno nuovamente subito danni compromettendo ulteriormente la I situazione. Sabato mattina, 22 giugno, l’arcivescovo Italo Castellani e il vicario generale Michelangelo Giannotti, hanno fatto visita in varie località dell’alta Garfagnana, in particolare si sono soffermati nel paese di Minucciano, forse il più colpito sul versante garfagnino, ed hanno avvertito anche una scossa di assestamento. Ma se con sabato la situazione pareva volgere verso una diffusa tranquillità, le scosse di domenica 23 giugno, prima quella di 3.8 poi quella di 4.4 hanno gettato la popolazione in un comprensibile stato di preoccupazione. Lo sciame sismico a martedì 25 giugno si può quantificare a più di 800 scosse, solo alcune delle quali avvertite dalla gente. Mentre scriviamo, il fenomeno pare essere in via di diminuzione ma come ben sappiamo tutti, ormai, nessuno è in grado di prevedere una scossa di terremoto, quale che sia il territorio potenzialmente interessato. E comunque, al di là delle polemiche in corso, anche a seguito delle dichiarazioni di Franco Gabrielli, quello che resterà oltre i danni agli edifici, è una accresciuta consapevolezza che il territorio della provincia di Lucca è storicamente e normalmente sottoposto ad eventi quali quelli che purtroppo abbiamo vissuto e stiamo vivendo in questi giorni. Lor.M. Terremoto: la Garfagnana affronta un’altra prova ons. Italo Castellani, arcivescovo di Lucca, su mandato di mons. Rino Fisichella Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, è coordinatore del pellegrinaggio internazionale alla tomba di Pietro dei seminaristi, novizi e novizie e quanti sono in ricerca e in cammino vocazionale. Si tratta di un evento mondiale, dal 4 al 7 luglio (Castellani sarà a Roma anche nei giorni precedenti), inserito all’interno delle iniziative dell’Anno della Fede. Il programma prevede molte catechesi sui temi del Concilio, incontri con testimoni di vocazioni, momenti di scambio per i formatori dei seminari di tutto il mondo. Momento clou per i partecipanti sarà sicuramente la Veglia di Preghiera Mariana nei Giardini Vaticani, che si terrà sabato 6 luglio alle 18.30. Tutto poi culminerà con la celebrazione eucaristica, presieduta da Papa Francesco, a partire dalle ore 9.30 di domenica 7 luglio. Per mons. Castellani, «scorrendo il programma che scandisce il pellegrinaggio tematizzato col titolo "Mi fido di Te", balza subito in evidenza come tale proposta è un invito, a quanti sono in formazione verso il presbiterato e la vita consacrata, ad una corale professione di fede e testimonianza vocazionale attorno al Successore degli Apostoli, un tuffo nella vita della Chiesa universale, nonché un annuncio e proposta vocazionale ai giovani e ragazze delle nostre comunità ecclesiali». M Il vescovo Italo Castellani a Roma con i seminaristi di tutto il mondo Epicentro della scossa di 5.2 di venerdì 21 giugno tra le province di Lucca e Massa Carrara: provvisorio quadro del versante garfagnino Qui la registrazione strumentale degli eventi sismici di domenica 23 giugno: in basso la scossa di 3.8 delle ore 15 in alto quella più forte di 4.4 delle ore 17 (fonte Ingv). Le scosse pià forti sono state sentite anche a Lucca e in tutta la Versilia DAL 4 AL 7 LUGLIO 2013 ......... RICORRENZE

Lingua italiana Terremoto: la Garfagnana affronta un’altra prova · Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 30 giugno 2013 ra giugno e luglio ricorrono date di eventi particolari

  • Upload
    others

  • View
    1

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

  • NOTIZIARIODELLA DIOCESI DI LUCCA

    Via Arcivescovado 4555100 Luccatel. 0583 430948fax: 0583 430949e-mail: [email protected] localeDirettore responsabileAndrea FagioliCoordinatore diocesanoRaffaello Giusti

    Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

    30 giugno 2013

    ra giugno e luglio ricorrono date dieventi particolari per l’arcivescovo

    emerito Bruno e l’arcivescovo Italo,che vengono ricordati alla giornatasacerdotale che si svolge a Viareggio,presso la chiesa di Sant’Anoniogiovedì 27 giugno.Il 15 giugno ricorreva l’anniversariodell’ordinazione presbiterale edepiscopale di mons. Castellani,mentre il 1° luglio compie il 70°anno di età.

    Mons. Tommasi ricorda il 55°anniversario di ordinazionepresbiterale il 6 luglio prossimo e il30° di quella episcopale il 10 giugnoscorso.La Redazione formula con affettofiliale i suoi migliori auguri ai duepastori, ringrazia con loro il Signoreper i doni che essi hanno ricevutonell’intenso ministero e che,attraverso di loro, sono giunti a noi.

    F

    e l’«ovation» è in piedi è una «standingovation», un’«ovazione in piedi».

    Perché non si possa usare l’espressioneitaliana al posto di quella inglese, restaun mistero. Siamo abituati ad usareacriticamente anglicismi inutili, comedimostra la parola mouse che significa«topo» e che designa il dispositivoassomigliante a un topolino, con ilquale viene mosso il puntatore sulloschermo del computer. Se glianglosassoni lo chiamano con il nomedell’animale a cui assomiglia, perchénon dovremmo chiamarlo anche noicon il nome del roditore che viravvisiamo? Potremmo spiegare lefunzioni svolte premendo il tasto destroe sinistro del «topo», che male cisarebbe? In Italiano diciamo «piede diporco» e non «jemmy» o «jimmy», chenon connotano il maiale. Nell’ultimodecennio, l’uso di termini anglosassoniin ambito aziendale è aumentatodell’800%, un incremento ingiustificato,perché le parole hanno il corrispondentein italiano come brand, marchio, o chiefengineer, ingegnere capo, manager,direttore, annual report, rapportoannuale, spending revew, revisione dellespese, wedding planner, organizzatore dimatrimoni. Inoltre, vengono usativocaboli inglesi che un anglosassonenon userebbe mai: scotch fa pensare alloscotch (scozzese) whiskey e non alnastro adesivo; e poi footing, k-way. Laparola inglese fa sentire più moderni,ma non solo. Ogni parola dellamadrelingua evoca immagini (es. laparola «pranzo» evoca immagini diversedalla corrispondente parola cinese),perché è carica di storia personale, diesperienza; la parola straniera, nonessendo «cresciuti» con essa, non evocaimmagini precise, non rimanda aesperienze vissute, non ha spessoreculturale, estrania dalla realtà. Ilfenomeno degli anglicismi mostra da unlato la colonizzazione della nostracultura da parte del mondo statunitense,dall’altra il provincialismo che induce adisprezzare il nostro e a idolatrare tuttoquello che è degli altri e che crea uncomplesso di inferiorità culturale chepensiamo di vincere, appestando lanostra lingua con termini stranieri. Cisentiamo più europei, più globalizzati. Èvero che la lingua italiana è nata atavolino con Dante, Petrarca e Boccaccioe che ha un prevalente carattere letterarioe meno collegato alla vita spicciola e,quindi, più prolisso, meno sintetico eimmediato della lingua inglese, maproprio per questo dovremmo andarnefieri. Un richiamo alla purezza dellalingua italiana rimanda inevitabilmenteall’epoca fascista, quando il sandwich fuchiamato «tramezzino», e forse ciperdettero in bontà? Nei Paesifrancofoni, Canada e Francia, traduconotutti i termini stranieri in francese;perfino il computer ha un nomefrancese: ordinateur! E i popolifrancofoni non sono meno da noi inquanto a progresso e soprattutto a sanoorgoglio nazionale. La scuola italiananon si pone il problema, e tanto meno ilMIUR, Ministero dell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca. Se lamusica armoniosa della lingua italianarisuona nel mondo e, quindi è promossaall’estero, lo dobbiamo agli ultimi Papistranieri. Benedetto XVI, di madrelinguatedesca, pur potendo parlare in Tedesconel suo viaggio in Polonia si espresse inItaliano. La Chiesa sta dalla parte delpovero, anche se esso è una lingua.

    Raffaello Giusti

    S

    L’OPINIONE

    Lingua italianadifesa dai papi?

    l dato di fatto che circola è checirca quaranta chiese dellaGarfagnana domenica scorsa,23 giugno, sono rimaste chiuse

    in via precauzionale per scelta deiparroci e delle stesse comunità.Crepe, cedimenti, caduta dicornicioni e intonaco sono icampanelli d’allarme principali.Le messe domenicali sono statecelebrate all’aperto o nelle chieseche hanno «resistito» come peresempio a Gorfigliano.I danni, a quanto è dato sapereattraverso gli uffici amministratividella Curia di Lucca, sono vari ediffusi su un territorio moltoampio, anche abbastanza distantedall’epicentro. «Ma siamo ancoranella fase di raccolta dati» dice donClaudio Francesconi, economodiocesano «i comuni che sono sulterritorio della diocesi di Luccadove stiamo registrando il maggiornumero di danni a chiese sonoquelli di Minucciano, Piazza alSerchio, Giuncugnano e Sillano»,località della provincia di Luccache di fatto costeggiano l’epicentroal confine con la provincia diMassa Carrara.Sarà attraverso le verifiche diagibilità degli edifici, sotto la regiadella Protezione Civile nazionale,che scaturiranno le ordinanze deisindaci stessi anche per quantoriguarda le chiese.Al momento la chiesa di SanMichele nel centro di Minuccianoe quella di Pieve San Lorenzosempre nel territorio diMinucciano sono i due edifici chemaggiormente preoccupano. Ma apreoccupare sono circa unaquarantina di chiese dell’altaGarfagnana.Tra l’altro, ai primi riscontri, moltedelle 17 chiese più danneggiatedal sisma del 25 gennaio scorsohanno nuovamente subito dannicompromettendo ulteriormente la

    I

    situazione.Sabato mattina, 22 giugno,l’arcivescovo Italo Castellani e ilvicario generale MichelangeloGiannotti, hanno fatto visita invarie località dell’alta Garfagnana,in particolare si sono soffermatinel paese di Minucciano, forse ilpiù colpito sul versantegarfagnino, ed hanno avvertitoanche una scossa di assestamento.Ma se con sabato la situazionepareva volgere verso una diffusatranquillità, le scosse di domenica

    23 giugno, prima quella di 3.8 poiquella di 4.4 hanno gettato lapopolazione in un comprensibilestato di preoccupazione.Lo sciame sismico a martedì 25giugno si può quantificare a più di800 scosse, solo alcune delle qualiavvertite dalla gente. Mentrescriviamo, il fenomeno pare esserein via di diminuzione ma comeben sappiamo tutti, ormai,nessuno è in grado di prevedereuna scossa di terremoto, quale chesia il territorio potenzialmente

    interessato.E comunque, al di là dellepolemiche in corso, anche aseguito delle dichiarazioni diFranco Gabrielli, quello cheresterà oltre i danni agli edifici, èuna accresciuta consapevolezzache il territorio della provincia diLucca è storicamente enormalmente sottoposto ad eventiquali quelli che purtroppoabbiamo vissuto e stiamo vivendoin questi giorni.

    Lor.M.

    Terremoto: la Garfagnanaaffronta un’altra prova

    ons. Italo Castellani, arcivescovo diLucca, su mandato di mons. Rino

    Fisichella Presidente del PontificioConsiglio per la Promozione dellaNuova Evangelizzazione, è coordinatoredel pellegrinaggio internazionale allatomba di Pietro dei seminaristi, novizi enovizie e quanti sono in ricerca e incammino vocazionale. Si tratta di unevento mondiale, dal 4 al 7 luglio(Castellani sarà a Roma anche nei giorniprecedenti), inserito all’interno delleiniziative dell’Anno della Fede.Il programma prevede molte catechesisui temi del Concilio, incontri contestimoni di vocazioni, momenti discambio per i formatori dei seminari ditutto il mondo.Momento clou per i partecipanti saràsicuramente la Veglia di Preghiera

    Mariana nei Giardini Vaticani, che siterrà sabato 6 luglio alle 18.30. Tuttopoi culminerà con la celebrazioneeucaristica, presieduta da PapaFrancesco, a partire dalle ore 9.30 didomenica 7 luglio.Per mons. Castellani, «scorrendo ilprogramma che scandisce ilpellegrinaggio tematizzato col titolo"Mi fido di Te", balza subito in evidenzacome tale proposta è un invito, a quantisono in formazione verso il presbiteratoe la vita consacrata, ad una coraleprofessione di fede e testimonianzavocazionale attorno al Successore degliApostoli, un tuffo nella vita della Chiesauniversale, nonché un annuncio eproposta vocazionale ai giovani eragazze delle nostre comunitàecclesiali».

    M

    Il vescovo Italo Castellani a Romacon i seminaristi di tutto il mondo

    Epicentro della scossa di 5.2 di venerdì 21 giugno tra le province diLucca e Massa Carrara: provvisorio quadro del versante garfagnino

    Qui la registrazione strumentale degli eventi sismici di domenica 23 giugno: in basso la scossa di 3.8 delle ore 15 in alto quella piùforte di 4.4 delle ore 17 (fonte Ingv). Le scosse pià forti sono state sentite anche a Lucca e in tutta la Versilia

    DAL 4 AL 7 LUGLIO 2013 .........

    RICORRENZE

  • LUCCA7TOSCANA OGGI30 giugno 2013II

    Nuovo polo scolasticoa Piano di Conca

    Massarosa e stato presentato ilprogetto del nuovo polo scolastico

    di Piano di Conca. «Senza dubbio lapiù grande opera pubblica realizzata daquesta Amministrazione» ha affermatoil sindaco Franco Mungai «che verràrealizzata in virtù del contratto didisponibilità che in Italia viene attuatodal Comune di Massarosa». Perl’assessore ai lavori pubblici StefanoNatali «l’intervento che riqualificherànon solo la scuola ma l’intero paese diPiano di Conca con servizi einfrastrutture a beneficio dellacollettività, si svilupperà attornoall’attuale edificio scolastico in cui sitrovano la scuola elementare e lamaterna». Nello specifico il progettoprevede la realizzazione di una nuovascuola elementare da 375 posti e unanuova palestra da circa 230 mq. mentrel’attuale edificio sarà ristrutturato inmodo tale da potervi ospitare un nuovoasilo nido da 20 posti e una scuolamaterna da 90 posti. Verrà pureristrutturato ed ampliato anche ilcentro cottura. Infine la direzionescolastica sarà spostata e ospitata in unnuovo edificio realizzato in adiacenzaalle attuali scuole medie. «A tuttoquesto» ha ancora sottolineatol’assessore Natali «si aggiungono dueparcheggi: uno a nord dell’edificio da40 posti in via papa Giovanni XXXIII,di cui 2 riservati a disabili e uno a sudnella zona tra via Montessori e via papaGiovanni XXIII da 89 posti auto, di cui4 riservati ai disabili». È stato unpercorso sperimentale e complicato,ma grazie alla fiducia accordata dallaBanca di Credito Cooperativo diFornacette e la disponibilità degliamministratori e dei tecnici delcomune di Massarosa, si è potutoconcretizzare un’operazione innovativae prestigiosa. Inoltre l’intervento saràrealizzato con sistemi ecologici,cercando di ridurre al minimol’impatto ambientale attraversol’utilizzo, ad esempio, di un sistema dipalificazione per consolidare il terrenoanziché con l’uso di calcestruzzo».

    Condanna confermata per don Bruno Frediani

    a Corte di Cassazione ha confermatola sentenza dei giudici di primo

    grado: don Bruno Frediani, presidentedel Ce.I.S e parroco dell’unità pastoraledi Massarosa, è condannato a cinquemesi e dieci giorni, con i benefici dilegge, per omicidio colposo e a pagareuna provvisionale di 40mila Euro aigenitori del bambino di due anni, dietnia Rom, che appena cinque anni faaffogò nella piscina che era in fase diristrutturazione e, quindi, chiusa,presso la Ficaia a Massarosa (la strutturagestita da don Bruno Frediani). Qui ilbambino Rom si era recato in visita ainonni ospitati nell’agriturismo. Lachiusura della piscina, il cancello chene impediva l’ingresso e la recinzione,che però è risultata essere lacunosa,non lasciavano prevedere la disgraziache invece si è consumata conindescrivibile dolore anche da parte didon Bruno, la cui vita è sempre stataspesa proprio in favore della vita stessa,attraverso l’impegno intenso epluridecennale nel recupero deitossicodipendenti e non solo. Lacondanna per «culpa in vigilando»mostra in questo caso come non bastimai la vigilanza meticolosa. LaRedazione vuole esprimere vicinanzafraterna sia ai genitori della vittima sia adon Bruno, coinvolti come sono in unevento tanto tragico quanto, fatta salval’oggettività della legge, davveroimprevedibile.

    Morto Delfo Fenili, exsegretario Cisl di LuccaCon profondo dolore e dispiacereabbiamo appreso della scomparsa diDelfo Fenili, per tanti anni alla guidadella Cisl. Ripotiamo volentieri leparole semplici e vere dell’attualesegretario Giovanni Bolognini: «Cilascia un grande uomo, un buon padredi famiglia e un fulgido esempio disindalista – commenta il segretariogenerale Giovanni Bolognini – comeognuno che lo ha conosciuto ben sa.Sono sicuro, prosegue, che, così comealtri padri fondatori della Cisl di Lucca:Angelini e Pacini, resterà nel cuore degliuomini e delle donne della nostraorganizzazione e spero sia, per idirigenti che si avvicenderanno, unriferimento a cui tendere». I funerali sisono svolti giovedì 20 giugno nellachiesa di Lunata.

    L

    A

    BREVI

    RAFFAELE SAVIGNI

    a oltre un ventennio donLenzo Lenzi, che sidefinisce «soprattutto unparroco, più che uno

    storico di professione», svolgeun’intensa attività di ricerca sullastoria della Chiesa di Lucca,sfociata nella pubblicazione diuna nutrita serie divolumi e di saggi chehanno ricostruitol’attività pastorale dimons. Bartoletti e deivescovi che hannoretto la Chiesa diLucca dalla metàdell’Ottocento al1910 (Arrigoni,Ghilardi, Lorenzelli),la formazione culturale ereligiosa del clero, la ricezionedella Rerum novarum nelladiocesi e, in relazione ad essa, lanascita di un movimentocattolico impegnato nel sociale.Con questo impegnativovolume l’autore intendecompletare la ricerca sull’etàliberale (1847-1920),analizzando la prima partedell’episcopato di mons. Marchi(1910-1928), sino al 1920, inrelazione alle tormentatevicende di quegli anni, segnatidall’esplodere della prima guerramondiale, dalla nascita delpartito popolare di Sturzo(1919) e da forti tensionieconomico-sociali e politiche,culminate nell’ascesa delfascismo, già evidente ancorprima della marcia su Roma(ottobre 1922). L’emergere aLucca, nel dicembre 1920, dellaviolenza fascista sembraconcludere una fase storica edaprirne un’altra.Don Lenzi si propone, inconsonanza con i più aggiornatiorientamenti storiografici, diesaminare congiuntamente gliaspetti religiosi e pastorali el’attività socio-politica delmovimento cattolico, che alloraerano strettamente legati nellaconcezione e nella prassi delclero e del laicato organizzato.Egli individua tre grandi centri diinteresse che si intrecciano nelvolume: la situazione religiosadella diocesi; la cultura teologicae le scelte pastoralidell’arcivescovo Marchi (che nonriesce a guidare in modo efficacela diocesi ed appare talora un po’passivo) e la loro attuazione daparte dei parroci; l’evoluzionedel movimento cattolico sinoalla nascita del partito popolare,nel quale confluirono le personepiù dinamiche, provocando unindebolimento dell’Unionepopolare (l’Azione cattolica diallora). In questo contributoillustro i primi due aspetti,riservando l’analisi del terzo adun successivo articolo.La ricerca storiografica di donLenzi, fondata sull’analisirigorosa delle fonti ma ispirataanche all’ecclesiologia delVaticano II, può essere definita«militante», in quanto eglipresenta in termini espliciti, giànella Prefazione, le sue ipotesi di

    Dlettura della storia della Chiesadi Lucca, che vede caratterizzata,nonostante gli indubbi meriti ditanti dei suoi protagonisti, dallalunga durata di una religiositàdevozionalistica e di una fortediffidenza nei confronti dellamodernità, e da una scarsaattenzione alla formazioneculturale e spirituale di preti e

    laici. Egli ritiene che lostudio del passato,senza intentiapologetici, e lacomprensione deimotivi che hanno resofragilel’evangelizzazione el’azione pastorale difronte all’avanzare delprocesso di

    secolarizzazione siano necessariper affrontare le sfide culturaliche interpellano oggi lacomunità cristiana e costruireproposte pastorali credibili edincisive.Il primo capitolo esamina lasituazione religiosa della diocesi,evidenziando come al 1914risalga la prima spia di unindebolimento della praticareligiosa dei lucchesi, che restavacomunque molto alta, perquanto incentrata sulledevozioni, e quindi moltosentimentale e poco biblico-liturgica, ed accompagnata dauna profonda ignoranzareligiosa: proprio in quell’anno iparroci della città lamentanouna crisi della partecipazionealle scuole parrocchiali delladottrina cristiana e propongonol’istituzione di oratori chepossano coinvolgere in modopiù efficace gli adolescenti. Nonè però rimasta traccia di unarisposta di mons. Marchi: equindi, osserva don Lenzi, «laChiesa di Lucca ha perduto lagrande occasione di affrontareun problema appena avvertito eche, con il passare degli anni,sarebbe stato sempre piùdifficilmente solubile» (p. 33).Per quanto il clero fosse ingenere moralmente corretto edamato e rispettato dai fedeli,sembra che gran parte del suoimpegno pastorale «consistessenell’invitare i fedeli a nuovedevozioni» (p. 59), chesupplivano alla loro incapacitàdi comprendere la liturgia; e lamancanza di distinzione tra ciòche è essenziale nella fede e lemodalità espressive che possonocambiare favoriva unatteggiamento di diffidenza neiconfronti di ogni novità.Possiamo rilevare quanto ancoroggi, nonostante le indicazionipastorali degli arcivescovi che sisono succeduti dopo il Concilio,in molte parrocchie dellaLucchesia i fedeli siano rimastifortemente attaccati a festepatronali celebrate in formetradizionali e devozionalistiche,mostrando la persistenza di una«fede sociologica» (p. 296) equindi della tendenza adidentificare la comunità cristianacon il «paese».Anche l’invito di Pio X allaComunione frequente si

    traduceva, per il prevalere di unareligiosità individualistica, nelladistribuzione della Comunioneal termine della Messa piuttostoche in una valorizzazione dellaliturgia eucaristica: una prassinon superata sino al Concilio,per quanto durante il convegnoeucaristico che si tenne a Luccanel settembre 1919 il canonicoFambrini abbia presentato unvoto (di fatto poi non recepitodall’arcivescovo) chesottolineava la necessità di farconoscere aifedeli il rito dellaMessa el’importanza difare laComunionedurante lacelebrazionecomunitaria enon al di fuori diessa. Nelleparrocchie lecompagnie eranopiù forti enumerose rispettoai gruppi di ACaderenti all’Unione popolare.Per quanto l’emigrazionecostituisse un potenziale fattoredi crisi per la religiositàtradizionale, la diocesi nonpromosse un servizio diassistenza religiosa per gliemigranti che integrasse leiniziative socio-assistenzialipromosse autonomamente e informa non confessionale daCesare Sardi.In questi anni nasce nellaparrocchia di S. Maria Bianca,che sembra essereall’avanguardia(ottobre 1912), ilprimo bollettinoparrocchiale delladiocesi, intitolatoPagine buone, e neicircoli giovanili(soprattutto in quelli di SanMarco, ispirato da don PietroTocchini, e del Volto Santo) siforma «un embrione dimovimento liturgico» e vienepromossa un’associazione deigiovani catechisti, mentre donBaroni propone unrinnovamento della catechesiper evitare che essa si riduca adessere una comunicazionemeccanica di verità astratte.Tuttavia le fonti che consentonodi ricostruire le linee pastorali dimons. Marchi sono decisamentescarse: l’A. osserva che «il suoarchivio è poverissimo direlazioni, di lettere, di altre carteche descrivano, o almenocontengano, accenni acambiamenti nella vita religiosadovuti alla guerra» (p. 470). Lesue lettere pastorali (al di là dellagiusta critica ad una religiositàsuperficiale e ridotta asentimento) appaiono pocoincisive, ed è rimasta traccia diun’unica visita pastorale da luieffettuata nel 1916, per cui nonrisulta che egli abbia sviluppato

    una lettura critica dellasituazione storica ed elaboratoun indirizzo pastorale adeguatoai tempi. Anche nei confrontidella Giunta diocesanadell’Azione cattolica e degliappuntamenti elettorali (chefurono occasione di vivaciscontri tra i cattolici lucchesi)egli non seguì una lineacoerente; inoltre si scontrò conL’Unione del clero(l’associazione dei parroci) enon seppe valorizzare alcune

    figure significative disacerdoti. Sicomprende quindi ilmotivo per cui inquesti annil’arcivescovo di Pisa,card. Maffi, abbiapotuto esercitare unacerta influenza sualcune iniziative (adesempiogiornalistiche)promosse nelladiocesi di Lucca.L’incapacità dicomprendere quanto

    la fede tradizionale fosseinadeguata a resistere ad unacultura generale che stavacambiando impedì all’Unionepopolare (l’AC di allora) didecollare, anche per il prevaleredell’interesse perl’organizzazione politica. Siintravvede quindi una Chiesaincapace di leggere in modoadeguato i «segni dei tempi». Piùin generale il Lenzi ritiene che isuccessori di mons. Arrigoni nonsiano stati capaci di rinnovare lavita diocesana: «rimanendo

    ferma, la Chiesalucchese si è trovatasempre più lontanadalla cultura biblica,teologica, patristica,liturgica» che si èsviluppata in

    Europa nel Novecento, per cui icattolici lucchesi, compresi iparroci, che hanno continuato avivere una religiosità incentratasulle devozioni individuali,hanno fatto molta fatica acomprendere i documenti delVaticano II e a tradurli in sceltepastorali adeguate. Al di là diuna valutazione che puòsembrare a qualcunoeccessivamente pessimistica,credo che debba essere accoltol’invito, rivolto alla Chiesa delnostro tempo, a confrontarsi conle continue novità socio-culturaliper trovare un linguaggio idoneoad annunciare il Vangelo agliuomini del nostro tempo («Cosaè essenziale oggi a Lucca perinvitare i lucchesi a porsi ilproblema della fede?»). Per farequesto è certamente utileriflettere sul faticoso camminodei cristiani che ci hannopreceduto, sul loro impegno esulla validità ed i limiti delleloro scelte.

    Seconda partesul prossimo numero

    di LuccaSette

    Una riflessione storica sulla Chiesadi Lucca alla vigilia del fascismo

    IL MANTELLO E LA VOCAZIONEElia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello (1 Re19,19)

    La storia di Eliseo, infatti, comincia con un mantello gettato asorpresa su di lui da parte del profeta Elia, in cammino lungo lastrada che costeggia il campo che egli sta arando. La brusca inve-stitura profetica di Eliseo è così commentata dal card. Martini:"nessuna parola, nessun tentativo di convinzione, ma solo ungesto violento dal significato chiarissimo. Il mantello è simbolodella persona e, in qualche modo, anche dei suoi diritti. Gettareil mantello su qualcuno costituisce un segno di acquisto, di de-siderio di alleanza". E’ interessante notare la differenza della vo-cazione di Eliseo dalle altre. Dio lo chiama inaspettatamente:non in un contesto di preghiera, ritiro spirituale o in modo

    straordinario come Mosè; non è chiamato attraverso la media-zione della Parola come accadde a Samuele o attraverso l’anima-tore vocazionale; ma in tutt’altre faccende: la vita di ogni giorno,il lavoro. Questo perchè la vocazione non è solamente il proget-to generale della propria vita, pensato da Dio e faticosamentescoperto dal credente, ma soprattutto le singole chiamate gior-naliere, sempre nuove e provenienti dalla stessa fonte, dalla me-desima volontà d’amore che Dio ha nei nostri confronti e sem-pre orientate verso la piena realizzazione e felicità del nostro es-sere. E’ nell’esperienza della vita che incontriamo Dio, è nell’ar-co dell’esistenza che avvengono le continue chiamate. L’impor-tante è essere vigili, saper "arare globalmente" in pienezza peressere capaci di riconoscere la sua voce e pronti a rispondergliogni giorno e tutto il giorno: "Ogni vocazione è mattutina", è larisposta di ciascun mattino a un appello nuovo, ogni giorno.

    Sentinella DOMENICALEdi Mario Battaglia XIII Tempo Ordinario C

    Sul prossimonumero gliaspetti politici

    Questaprima parteè dedicataagli aspettireligiosi epastorali

    Presentazione del libro di Lenzo Lenzi, Debolezze e vitalità dellaChiesa di Lucca. Clero, movimento cattolico, PPI nella crisi delloStato liberale, Bologna, Dehoniane, 2012

    Il libro di don Lenzo Lenzi, edito dalle Dehoniane

  • LUCCA7 TOSCANA OGGI30 giugno 2013 III

    bbiamo raccolto il disagioprovato da non pochi partecipanti

    al convegno; le critiche sono statemosse per migliorare la fruibilità delconvegno, che è sempre momentoalto e di grazia per la diocesi.Innanzitutto, è stato difficile seguirele relazioni della prima serata, a causadella pessima acustica, e ci si chiedecome sia possibile che non sia stataverificata l’adeguatezza dell’impiantoe non siano stati effettuati interventiper correggere l’acustica della basilica.Il fastidio provato al convegnosarebbe deleterio se fosse provatoanche durante le celebrazioniliturgiche. La basilica, che dopo ilrestauro è davvero splendida e offreun ambiente gradevole, in realtà siritiene che sia inadeguata ai convegnia causa dei servizi igieniciinsufficienti, considerando unapermanenza di quattro ore. Anche laloro ubicazione in cima alle scale creaqualche difficoltà a persone anziane esoprattutto ai disabili, che avrebberogià difficoltà a spostarsi nell’aulaliturgica per fare un eventualeintervento al microfono a causa deigradini davanti al presbiterio.

    Quest’anno, il convegno èstato un tour de force, senza latradizionale pausa perconsumare un parco spuntino.I partecipanti provenienti dalleparrocchie più lontane dalcentro storico sono partiti alle17 e rientrati dopo le 23,obbligati a un digiuno nonprevisto da particolari motivipenitenziali. Un salto inpizzeria al termine delconvegno avrebbe ritardato ilrientro a persone chel’indomani avrebbero dovutoalzarsi presto per andare allavoro. Si comprende che siastato un esperimento, ma lascansione oraria si chiede chesia rivista per il prossimoanno. La mancanza diintervallo ha costretto lepersone a interromperel’ascolto delle relazioni perrecarsi ai servizi igienici (o peruna pausa spuntino) e così aperdersi momentifondamentali per comprendere

    lo sviluppo del tema del convegno.Riguardo questo tema, si rileva da unlato la sua scottante attualità, in untempo di devozionalismi alienantidall’impegno sociale e politico e di«fallimentare» sacramentalizzazione,che spinge parroci e loro collaboratoria continue lamentele e adatteggiamenti depressivi, dall’altro,con sofferenza, l’innegabile assenza dipreti e laici che dovrebbero maturareun diverso approccio alla realtà ediffondere nelle comunità unasensibilità diversa da quella esistente.C’è chi si chiede come gli assentipossano costruire comunità incomunione interna e con la diocesi, seessi stessi non la sperimentanoconcretamente. Qualcuno ha rilevatoil particolare interesse suscitato dalrelatore della seconda serata, checontrasta con le difficoltà incontratecon i precedenti relatori: se ipartecipanti hanno apprezzato quasiesclusivamente chi ha trasmessoconcetti attraverso aneddoti esituazioni concrete, ciò significa che illivello di astrazione è troppo basso,inadeguato al livello delle precedentirelazioni, che in realtà sono statemolto interessanti. Si può dedurre,inoltre, che certe tematichefondamentali di attualità non sono«masticate» nelle parrocchie,altrimenti ci sarebbe maggioresintonia con le tematiche deiconvegni. Ne è riprova il fatto chel’arcivescovo abbia dovuto spiegare iltitolo del convegno, quasi agiustificare un richiamo, peraltroaddolcito, che sarebbe stato più diimpatto se fosse giunto attraverso laprima proposta che suonava, secondoil titolo di un libro del teologo greco-ortodosso Christos Yannaras, «Controla religione». Al termine del cahier dedoléances, viene notato che ilconvegno è stato ignorato dallastampa locale prima, durante e dopo.Da parte della diocesi, nessuncomunicato stampa, materialeinformativo o avviso, nessun tentativodi coinvolgere i cittadini. Che il «tantopeggio, tanto meglio» ripaghi è puraillusione, con un vago odore di zolfo.

    (Red.)

    A

    IMPRESSIONI

    ma e fa’ ciò chevuoi», le famoseparole di s.Agostino

    pronunciate nella sua settimaOmelia, sintetizzano larelazione della seconda seratadel convegno, quella che hafornito non pochi suggerimentipratici, che ovviamente nonpossono essere accolti comericette miracolose, perché ognicontesto pastorale ha una sua«personalità», con la qualepastore e collaboratori devonointeragire. Dietro le righedell’intervento vivace egradevole di don GianfrancoCalabrese si leggeva la passioneper il gregge o, ancora di più,per le singole pecore, presa unaa una. Di fronte alle lamentelee allo scoramento o all’ignaviaindotta da situazioni difficili e,soprattutto, sfuggenti allacomprensione profonda, vienda chiedersi se le «pecore» sisentono amate dal pastoreperché Dio le ama, e se ilpastore è percepito comesacramento di questo amoreindifferenziato epersonalizzato. Senza l’amore,il pastore diventa unfunzionario più o menoefficiente, più o menofallimentare. C’è un che didiabolico in quellasuddivisione e conseguenteseparazione fra chi frequenta echi no, fra chi obbedisce alparroco e chi fa il bastiancontrario e che, per questomotivo, è meglio tenere fuoridai piedi. Certamente è piùfacile e gratificante stare aingrassare pecore già grasse - ocome direbbe papa Francesco: apettinare le pecore - e

    obbedienti in tutto (ma donMilani direbbe chel’obbedienza non è più unavirtù!), ma la creazione dicomunità autoreferenziali enarcisistiche fanno imploderela parrocchia. Una personaforestiera, che ha partecipato alconvegno, ha apprezzato ilpercorso di autocritica che stafacendo la nostra diocesi,mettendosi in discussione,atteggiamento questo chedevono imparare non pochecomunità. Ne è rivelazione ilfatto che il vescovo ha «dovuto»spiegare perché il convegno diquest’anno e quelli degli annipassati non sono convegnipastorali, ma di orizzonte. Sivogliono ricette facili, diimmediata esecuzione e coneffetti miracolosi,

    dimenticando che prassidiverse derivano da una diversamentalità che si costruisceattraverso l’intelligenzadell’orizzonte di attesa, in cui siè chiamati a svolgere il serviziopastorale. «Pastorale», usatocome sostantivo, in realtà èl’attributo di «teologia»,teologia pastorale. Organizzareuna pizzata sotto il campanile è« fare teologia pastorale» o -come diceva un prete anni fa -«praticare la pastorizia»? Allafine della seconda serata, ilvescovo ha affidato aiconvegnisti l’impegnospirituale di leggere, prima dicoricarsi, l’intervento delconfratello vescovo di Roma,Francesco, al convegno dellasua diocesi, alla quale insostanza dice che si deve

    andare là dove la gente vive.Andarci con il cuore,fisicamente come fratelli checercano altri fratelli, e conl’intelligenza, attraverso unlibro. Il relatore, don Calabrese,ha infine ribaltato laprospettiva: di solito pensiamoche la famiglia insegni allaparrocchia a essere comunitàfamiliare, mentre invece lafamiglia impara dallaparrocchia a essere se stessa.Questa notazione facomprendere come leespressioni cultuali, religiosecessano di essere fini a se stesseper diventare mezzi che fannofare l’esperienza del Dio dellavita che umanizza la vita e larealizza pienamente e che,quindi, non può essereignorato da chi ama la vita.

    ristiani senza religione?». Mamma, che domanda la nostraChiesa ha avuto il coraggio di fare a sé stessa e a tutti! Chissà

    quante persone, che magari frequentano le parrocchie si sarannomeravigliate o probabilmente scandalizzate che una Chiesa siponga certe domande. Del resto, guardando al numero deipartecipanti al convegno in san Frediano, parrebbe proprio chediversi hanno pensato che non fosse il caso di mettere argomentidel genere in discussione o peggio ancora in dubbio. Come, non èlogico che chi è cristiano abbia una religione? Se non è così,davvero non c’è più religione.Eppure le due serate di convegno hanno aperto una riflessione chedovrebbe essere al centro delle nostre comunità. Non ce neaccorgiamo che si compiono tanti gesti religiosi, forse anchetroppi, che apparentemente possono dare un’immagine anchebella di una Chiesa, ma, sotto tutti questi gesti c’è realmente la fedein Gesù Cristo?Processioni, pellegrinaggi, venerazione della Madonna e dei Santi,tante Messe, chi più ne ha e più ne tira fuori, ma poi dove sono lecomunità cristiane, comunità di fratelli che al centro pongonoGesù Cristo, e si amano con quella carità, segno dell’Amore di Lui?Atti religiosi, tanti, ma dove sono i cristiani nella vita civile,sociale,politica, nel mondo della scuola e del lavoro, con la vogliadi portare il vangelo nella storia dei nostri paesi, dei comuni,dell’Italia nel suo insieme?

    Mettiamo un sacco di energie nella catechesi dei bambini e deiragazzi per la preparazione ai sacramenti dell’Iniziazione Cristiana,ma si dimentica che al centro di tutto c’è la persona di Gesù esoprattutto non riusciamo a far innamorare i ragazzi e i giovaniverso di Lui. Altrimenti non si spiegherebbe il loroallontanamento, dopo aver ricevuto la Cresima, proprio ilsacramento che li consacra testimoni di Cristo : li abbiamo fattofare degli atti religiosi, ma non si sono innamorati di Cristo. Allora,è tutta una catastrofe? No! ma certamente richiede uncambiamento di rotta. E il convegno ha segnato un cammino. Ecredo che chi non ha partecipato alle due serate, pensandole quasiinutili, ha fatto uno sbaglio enorme e, diciamolo pure, un gravetorto alla Chiesa, rimanendo nell’illusione che si può continuare afare come si è sempre fatto, tanto non cambia nulla. Continuandoa pensare così e peggio ancora a fare una specie di pastoraledell’«usato», che in un tempo come questo non porta a nulla, anzipone ostacoli ad una seria evangelizzazione. È accontentarsi diavere gente religiosa nelle parrocchie, con tante devozioni, con unafede del tipo «fai da te», ma incapaci di formare comunità cristianesignificative.E non ci meravigliamo se non pochi cristiani non conoscono ladifferenza della loro fede con le religioni presenti anche nelterritorio. O non basta credere a qualcosa?

    Franco Cerri

    Quando la pastorale dell’«usato» si accontenta di atti religiosiCORTO CIRCUITO .........

    Calabrese: siamo comunitàdi fede, speranza e carità?Il convegno diocesano di quest’anno si è svolto in due sere, il 17 e 18 giugno,su questo numero proponiamo alcuni spunti dalla relazione della seconda sera

    Le tre relazioni del convegnosono on-line, puoi rivederleLe tre relazioni del convegno diocesano del 17 e18 giugno scorsi possono essere riviste eriascoltate integralmente, grazie al canaleyoutube, denominato «Arcidiocesi di Lucca», cuisi può accedere anche attraverso il sito internetdiocesano www.diocesilucca.it: questostrumento può rendere fruibile i temi delconvegno anche a chi non vi ha preso partedirettamente. Le relazioni in questioni sono: «Ilsacro e la religione: esigenza umana insopprimibile»tenuta da p. Giorgio Bonaccorso; «Cristo oltre lareligione: caratteri dell esperienza cristiana» tenutadal prof. Andrea Grillo; «La chiesa di Cristo,comunità di fede cosa propone o vuole dire all uomodi oggi» don Gianfranco Calabrese.

    on c’è dubbio che il Convegnodiocesano di giugno sia un

    punto di riferimento all’interno deicammini delle comunità e delleassociazioni presenti nella nostradiocesi.Ma quest’anno abbiamo notato unasensibile diminuzione dipartecipanti, in particolar modonella seconda sera che, per certiaspetti, era la più pastorale econcreta delle due serate offerte.Questo dispiace perchè il tema,

    N forse poco appetibile, è da ritenersidi primissimo piano per tutti noi,che spesso siamo presi più daaspetti cultuali e devozionali chenon specificamente da un percorsodi fede.Se non avete partecipato alconvegno, potete anche rivedere eriascoltare le relazioni (vedi box afianco).Che impressione avete avuto voi?Scrivete a [email protected]

    Avete partecipato?Inviateci pareri e indicazioni Qualche critica

    per migliorare

  • LUCCA7TOSCANA OGGI30 giugno 2013IV

    n occasione dei festeggiamenti per ilcentenario del Comune di Porcari

    sabato 22 giugno il ConsiglioComunale di Porcari ha apposto latarga in Via Capannori che è stataintitolata ufficialmente Via delCentenario con la FilarmonicaCatalani che dopo la Marsigliese, inonore della città gemellata diCarmaux e Fratelli d’Italia, haeseguito l’Inno di Porcari che ha unastoria particolare. Nel 1907 sembravaormai giunto il momento che Porcarisi distaccasse come Comuneautonomo da Capannori e perquesto fu incaricato il musicistaPietro Pasquali di comporre l’innoper l’occasione le cui strofe furono invoga già subito il 24 marzo diquell’anno all’arrivo a Porcari diFrancesco Croce, l’industriale diPonte a Moriano divenutoparlamentare che era diventato ilpunto di riferimento delle istanzeseparatiste dei Porcaresi. Tuttavia iltempo trascorse inutilmente e leCamere si sciolsero nel 1909 senzache fosse raggiunta la desiderataautonomia. Finalmente questa fupossibile nel 1913 ma dell’inno nonc’era più traccia. Quest’ultimo però èstato ritrovato e riadattato dalgiornalista Giampiero Della Nina. Aseguire Piazza Felice Orsi è stataanimata da un Consiglio Comunalestraordinario per celebrare il RegioDecreto che sancì l’indipendenza diPorcari e al quale erano presenti oltrea numerosi rappresentanti dei paesiconfinanti anche varie autorità tra lequali il Sindaco di Lucca AlessandroTambellini, l’Assessore alla Salutedella Regione Toscana, il SenatoreAndrea Marcucci, il Presidente dellaFondazione CRL Arturo Lattanzi.L’attuale parroco di Porcari DonAmerico Marsili nel delineare lastoria di Porcari ha ricordato comequesta terra abbia generato numerosevocazioni sacerdotali e religiose. Hapoi tratteggiato i momenti piùimportanti dell’Istituto delle SuoreDorotee, dell’Istituto Cavanis e diquello delle Suore del Santo Nome.Invece il Sindaco Alberto Baccini haricordato subito il primo Sindaco F.Orsi, uno degli arteficidell’autonomia, e Vincenzo DaMassa Carrara a cui si deve un grandeimpulso per trasformare Porcari dapiccolo borgo agricolo a granderealtà industriale. Tutto questo senzaniente togliere al valore eall’impegno profuso da tutti gli altriSindaci che lo hanno preceduto.Tuttavia Baccini ha ringraziato anchetutti coloro che creano lavoro esviluppo, gli imprenditori, gliartigiani e i commercianti che,insieme ad uomini e a donne forsemeno conosciuti hanno costruitouna comunità forte indice diprosperità e solidarietà. Ed infinerivolgendosi ai presenti ha invitato aguardare la sera in alto dove brilla ilmagico numero cento ed haconsigliato di ricordare ai figli lapromessa che lasceremo un paesemigliore di come lo abbiamo trovato.Alle 21,30 poi l’esibizione dellaprestigiosa Orchestra Regionale dellaToscana. Invece domenica 23 giugnoè iniziata con la Santa Messa solennenella Chiesa di San Giusto, trasmessain diretta su Rete 4 ed è proseguitaalle 15,30 con la sfilata dellefilarmoniche che hanno allietato conla musica le vie del centro storico.Infine alle 21 Roberto Vecchioni inconcerto seguito da uno spettacolopirotecnico.

    I

    PORCARI

    FESTA PER ICENTO ANNIDEL COMUNE orsanico – il «Paese

    della Musica», comeindica un cartelloturistico prima

    dell’ingresso in paese – siappresta ad ospitare la XXXIIedizione della «RassegnaInternazionale di MusicaClassica», ancora e sempreorganizzata dall’AssociazioneCulturale «Amici della Musicad’Organo Vincenzo Colonna»in collaborazione con ilComune di Massarosa. Sitratta di un traguardo diassoluto prestigio, che lavolontà e l’impegnoquotidiano del presidentedell’Associazione GrazianoBarsotti stesso, hanno fatto sìche questo traguardo potesseessere raggiunto con risultatidi tutto rispetto, sia pure alprezzo di grossi sacrificieconomici. Se non altro per laprestigiosa valorizzazione diquel monumentale organocostruito fra il 1602 e il 1606da Vincenzo Colonna che siconserva nella Pieve di SanMichele Arcangelo dove,appunto, si tengono iconcerti.Il «Corsanico Festival 2013»così si chiama oggi questamanifestazione – si articoleràin dodici concerti di cui seinel mese di luglio. Si apriràinfatti venerdì 5 con la«Tuscan Chamber Orchestra»diretta dal violinista AntonioAiello e la partecipazione alpiano e all’organo di MatteoVenturini e voce solista delsoprano Youg Ah Choi.Verranno eseguite musiche diMorricone, Piovani, Bakalov eWilliams. Il secondoappuntamento è fissato perdomenica 14 con l’organistaRoberto Menichetti in unconcerto completamentededicato a musiche di Bach.Terzo appuntamento venerdì19 con l’organista DanieleBoccaccio e la cembalistaChiara Massini chesuoneranno brani di Bach, P.G. Blanco e Mozart, mentre ilquarto – in programma permartedì 23 – sarà con lacoreana «Desan YouthOrchestra» diretta dal maestroKim Hyong Jun. Sabato 27suonerà nella Pieve di SanMichele Arcangelo il «trio»composto da Ivano Battiston(fisarmonica), David Bellugi

    C

    (flauto dolce) e Luca Magni(flauto traverso) che eseguiràbrani di Vivaldi, Luciani,Bach, Piazzolla e Telemann.Chiuderà il mese di lugliol’organista svizzero Guy Bovetche martedì 30 si cimenterà

    alla tastiera del «VincenzoColonna» con musiche diBellini, Mercadante,Ponchielli, Puccini e Verdi.I concerti di agosto sono inprogramma per sabato 3 conil «duo» composto da

    Simonide Braconi(viola) e MonaldoBraconi (piano),domenica 11 conl’Ensemble «OttoniRomantici», mercoledì14 con il recital delsoprano Vera Milanaccompagnataall’organo da LorenzoGhielmi, sabato 17 conil «duo» composto daClaudia Termini(organo) e RiccardoRisaliti (pianoforte),sabato 24 conl’Ensemble «I Cameristidel Maggio MusicaleFiorentino» diretto dalmaestro DomenicoPierini. Concluderàinfine la sera di martedì

    27 il «Corsanico Festival2013» la «Thames YouthOrchestra and Choir» direttadal maestro Simon Ferris.Tutti i concerti avranno inizioalle ore 21.15 precise.

    Mario Pellegrini

    CORSANICO FESTIVAL:dodici concerti tra luglio e agosto

    omenica 7 luglio Pieve a Elici e la suasplendida Chiesa Romanica di San

    Pantaleone saranno nuovamente al centro deiprestigiosi programmi musicali che sisvolgono sulle colline del comune diMassarosa. Quest’anno, oltre ad alcuni artistidi fama che hanno fatto e fanno la storia dellamanifestazione, ce ne saranno altri che visuoneranno per la prima volta, e questo adimostrazione che il «Festivaldi Musica da Camera dellaVersilia» - giunto alla sua XLVIedizione – costituisce unamanifestazione estremamenteappetibile. Organizzata dalComune di Massarosa con lacollaborazione dell’«Associazione MusicaleLucchese», presieduta da Marcello Parducci,rappresenta ormai l’appuntamento di musicaclassica più importante dell’estate versiliese. Ilconcerto inaugurale di domenica 7 luglio saràeseguito dal pianista americano JeffreySwann, che si cimenterà con musiche diHaydn, Beethoven, Liszt e di lui stesso. Sabato13 seguirà l’esibizione del «duo» formato dairussi Valery Sokolov (violino) e Evgeny Izotov(piano) che eseguirà brani di Bach, Beethovene Prokofiev. Domenica 21 sarà la volta del«Quartetto Ermes» che interpreterà musichedi Schubert, Webern e Schumann. Domenica

    28, infine, è in programma il recital delpianista Enrico Pace che si cimenterà in branidi Beethoven, Schumann, Debussy eHintemith. Ad Andrea Lucchesini (piano) eMario Brunello (cello) il compito diinaugurare i concerti del mese di agosto(domenica 4) con una serata completamentededicata a musiche di Beethoven. Farà seguitoil «Quartetto di Cremona» con un

    programma dedicato aBeethoven ed a Verdi, nelbicentenario della nascita delgrande di Busseto. Perdomenica 18 è in programmal’esibizione della pianistaMariangela Vacatello – unica

    donna della stagione – incentrata su brani diBeethoven, Ravel, Chopin e Rachmaninov.Domenica 25 un «duo» inedito per Pieve aElici formato dal violinista Marco Rizzi e dalviolista Danilo Rossi che interpreterannobrani di Mozart, Martinù e Milhaud. Per laconclusione della stagione giovedì 29saranno di scena Massimo Quarta (violino) ePietro De Maria (piano), un prestigioso «duo»che delizierà gli appassionato di musicaclassica con musiche di Stravinsky, Ravel eBeethoven. Anche a Pieve a Elici tutti iconcerti avranno inizio alle ore 21.15.

    M.P.

    D

    A Pieve a Elici, musica da camera

    a mesi ci prepariamo alla festaper i 60 anni di sacerdozio del

    nostro Parroco. Infatti il ConsiglioPastorale Parrocchiale haproclamato per la nostra parrocchiail 2013 «Anno Giubilare» in quantovuole vivere in modo straordinariol’evento di 60 anni di sacerdozio delsuo Parroco.Si sono susseguite in questi mesimolte iniziative pastorali percoinvolgere tutti a riflettere sul valoredel Sacerdote, sulla sua missionenella Comunità parrocchiale e nellaChiesa universale.Don Samuele, per il suo carattereumile e semplice, avrebbe preferitonon essere al centro dell’attenzioneed ha accolto il programma soloperchè la festa diventava mezzo perfavorire l’ascolto, la riflessione, lapreghiera e portare tutti noiparrocchiani ad una consapevolezzamaggiore di vita cristiana.Una tappa importante di questocammino di preparazione è quelladel 27 giugno che vede la presenzadel Vescovo monsignor ItaloCastellani a guidare una veglia dipreghiera, per ringraziare Dio delSacerdozio e e pregare per levocazioni.Domenica 30 giugno avremo la festareligiosa con la celebrazione dellaS.Messa alle ore 11, presieduta da

    monsignor Alberto Brugioni con lapresenza del Coro parrocchiale e ditutti noi suoi figli spirituali insiemeai parenti e amici di ogni tempo, perringraziare Dio per il dono delsacerdozio e in particolare per donSamuele. che da 36 anni guida daBuon Pastore la nostra Comunità.Ogni gesto, ogni iniziativa di quelgiorno in particolare vuoletestimoniare la nostra stima, ilnostro affetto, il nostro grazie perquello che fa per noi.Vogliamo ricordare anche il grandeimpegno che ha nel portare avanti laScuola Materna e l’Oratorio,«ambiente» che lo riempie di tantoentusiasmo e gioia da fargli superareogni difficoltà perchè sa che èpalestra educativa.Infine, la sera del 20 luglio ciritroveremo nel giardino dell’Asiloper festeggiare con una cenaconviviale, sia il Patrono S.Alessio,ricorrenza valorizzata dallo stessoParroco, sia il suo sessantesimo disacerdozio. Sarà un’ulterioreoccasione per raccontarcil’importanza di don Samuele tra noi.Invitiamo tutti a rivolgere a Dio unapreghiera di ringraziamento e lodeper tutti i Sacerdoti ed in particolareper don Samuele.

    Il Consiglio Pastorale Parrocchialedi Sant’Alessio

    D

    Sant’Alessio in festa per don Samuele■ ANNIVERSARIO 60 anni di sacerdozio

    Appuntamentiqualificanti pertutta la Versilia

  • LUCCA7 TOSCANA OGGI30 giugno 2013 V

    nche quest’anno si ripetenell’unità pastorale Migliarina-

    Terminetto l’iniziativa delle «Quattrochiacchiere sul sagrato», volta atrascorrere qualche serata estiva (5-12-19 luglio) nel fresco della piazzaantistante la chiesa della Migliarina,discutendo – o meglio,chiacchierando – in manierasemplice di temi che per loro naturasemplici non sono, ma proprio lì statutto il loro fascino.Gli argomenti scelti per l’edizione diquest’anno sono stati pensati perstimolare la riflessione su quei temiche davvero si trovano agli estremiconfini dell’esperienza umana, equindi abbondano di spunti per ilcammino spirituale.Inizieremo il venerdì 5 luglioparlando della possibilità della vitanell’universo. Non si trattaovviamente di improbabili storiellesui dischi volanti, ma di unariflessione molto seria sugli indiziscientifici e le implicazioniteologiche del fatto che in altri luoghidiversi dal nostro pianeta possaessersi sviluppata la vita. Che postoavrebbero queste ipotetiche forme divita aliene nella storia della Salvezza?E proprio di un «Cristo Cosmico»parlò per primo molti anni fa padreTeilhard de Chardin, anche luigesuita, cioè appartenente all’Ordinedella Compagnia di Gesù, come ilnostro papa Francesco.Il secondo incontro, venerdì 12luglio, sarà dedicato a un altro deitemi di punta della scienza e dellafilosofia contemporanee: cherapporto c’è tra la mente e il cervello?Se – come dimostrano gli studineurologici più avanzati – ad ognisensazione, pensiero, emozione,corrisponde l’attivazione diparticolari cellule del cervello, chespazio rimane per la libertàdell’uomo? Davvero l’anima è solouna sequenza di processi biochimici?Infine, nel contesto dell’Anno dellaFede, indetto per ricordare i 50 annidall’inizio del Concilio Vaticano II° venerdì 19 luglio si terrà il terzo eultimo incontro dell’edizione 2013delle «Quattro chiacchiere», dedicatoad una figura importante nella storiarecente della Chiesa eparticolarmente vicina alla nostracomunità, in quanto, come nostroArcivescovo negli anni 60, ne fu ilfondatore.Si tratta di Mons. Enrico Bartoletti,Padre Conciliare e Vescovo a Luccadal 1958 al 1973. In questo annodella Fede è uscito infatti, a cura didon Marcello Brunini, parroco delVarignano, un suo diario inedito.La pubblicazione di questi scritti, cheporta il motto episcopaledell’Arcivescovo Enrico, «In spefortitudo» sarà una nuova occasioneper riflettere sul vescovo lucchese chetanto ha fatto per promuovere ilConcilio, all’interno della chiesaitaliana, – il Card.Martini lo definì il«traghettatore» della Chiesa che è inItalia e particolarmente della Chiesadi Lucca sulla sponda del Concilio –e del quale è ormai in corso ilprocesso di beatificazione.

    Alessandro Cordelli

    A

    VIAREGGIO

    e «applicazioni» entranoe hanno come utentefinale chi le usa nella vitadi tutti i giorni con

    facilità, naturalezza edivertimento: i ragazzi.Non trascurando però il fattoche è necessario farlo con ilcoinvolgimento diretto di chi aquei ragazzi porta «ilmessaggio» (i catechisti) ecreandone uno semplificatoper i genitori.L’Unità Pastorale ValfreddanaNord Ovest ha voluto essere laprima parrocchia (nel playstore per android non esisteancora nulla di questo genere)a dotarne i propri catechisti,catechisti che hanno il difficilecompito di interagire con iragazzi stessi, dando loro unomezzo che, in sinergia conquello che è già in attività inparrocchia, può veicolare inmaniera diretta un contenutocosì importante e determinanteper la formazione dellegenerazioni future.Certo: è «solo» un mezzo perveicolare le informazioni.Queste devono avere contenutisolidi e formativi che solo chisi impegna nel difficilecompito di divulgarli ai ragazzipuò gestire. Ma anche il mezzoè importante: un mezzorapido, veloce, sempliceimmediato, a costo moltocontenuto e personalizzato perla propria comunità. Quantevolte vi sarà capitato magarisenza rendervene pienamenteconto di vedere come il mezzocon cui è veicolata, cambia finoa stravolgerla l’informazionestessa. Chi studiametacomunicazione sa che èben diverso ricevere unbiglietto di auguri su unacartolina profumata piuttostoche su una locandinamortuaria! Ma senza arrivare atanto, tutti noi considereremopiù attendibile il mittente diuna mail, (e cosa più

    L

    importante, il messaggiostesso) piuttosto che quello chesi è affidato ad un mezzo chenoi consideriamo ormaisorpassato… un piccione!!!Anche se il messaggio è lostesso.Superfluo tessere le lodi diquesti mezzi: possiede unosmartphone il 66% degliabitanti del pianeta e lapercentuale sfiora il 90% nellefasce di età tra i 14 ed i 45 anni.

    Ci sarà un motivo.A questo punto l’importante inparrocchia è solo «che cosa»fargli veicolare.Questa APP parte dalla vitacatechistica della parrocchia, faconoscere i personaggi piùimportanti del vecchiotestamento, avvalendosi diimmagini, filmati, storie:«pesca» nell’immenso mare diYoutube i «pesci» più buoni, dàla possibilità di farli

    condividere con i genitori, chepossono capire meglio leattività dei loro ragazzi, eseguirli nel loro percorso inmaniera semplice macoinvolgente. Arriva a Twitter, ilmezzo scelto da PapaFrancesco per comunicare conle App.Ieri le parrocchie eranoall’avanguardia con i loro«media»:avevano il proiettorequando in pochi lo avevano,proiettavano diapositivequando praticamente nessunoaveva quel mezzo nelle case, epoi le videocassette, i dvd. Madal computer in poimoltissime hanno perso la scia.Non ci vuol molto a capire chel’Unità Pastorale ValfreddanaNord, pastoralmente guidatada don Rodolfo Rossi, con laconsulenza di Carlo Pagliari,che ha realizzato la App, è unprecursore di una strada che, abreve, tutte le parrocchiedovranno percorrere perriallineare i mezzi, con cuidiffondono il lorofondamentale «messaggio» aglistandard della vita di oggi.

    i svolgerà dal giornogiovedì 27 fino al

    giorno domenica 30giugno la festa di SanPietro, la cornice sarà lasplendida e suggestivaBadia di Camaiore. Uncenno storico è d’obbligoper un gioielloarchitettonico di taleimportanza, posta lungola Via Francigena tra lericche diocesi di Lucca eLuni, la badia di SanPietro venne fondatanell’VIII secolo da monaciBenedettini. La sua primamenzione risale al 761 ela chiesa è l’unico restodell’antico monastero,oltre ad alcune strutture,refettorio e resti delchiostro, inglobate inedifici privati.Il tema principale per questaquattro giorni sarà la buona esana cucina casalingacamaiorese, gli appuntamentisono previsti tutte le sere dalleore 19.30; il sabato e ladomenica anche a pranzo dalleore 12.30, verranno propostiagli ospiti tre diversi tipi dimenù tutti davvero simpatici egustosi, ci sarà il menù del«pellegrino» dell’«abate» e del«monaco», basterà sceglierequello più adatto al propriogusto. Un appuntamento danon mancare è sicuramente ilconcerto che darà l’avvioufficiale alla festa, si terrà il 27

    S

    alle ore 20 all’interno dellaChiesa di Badia, ad esibirsisaranno i maestri delVoxAlia.ensemble CantoriLucca direzione Livio Picotti,L’ensemble è sorto nell’ambitodelle attività di ricerca eapprofondimento del suonopromosse dal Centro ricercavocale sotto la direzione delmaestro Livio Picotti,sperimentando l’incontro tra lafisiologia della voce umana e ivari stili musicali del passatoche interagiscono con essi. Leproposte musicali che nasconoda questo lavoro sorprendonoper la loro varietà, ma anche

    per la profondità di talerelazione. VoxAlia.ensemble èuna formazione nata a Lucca icui cantori collaboranoregolarmente con CantusAnthimi e Cappella DucaleVenetia, due prestigiosiensemble vocali specializzatinel repertorio medievale,rinascimentale e barocco. Ma lesorprese non finiscono ancora,questi giorni di festa sarannocaratterizzati anche da unagraditissima presenza quelladell’associazione il «Cavallo eNoi» che propone sabato 29pomeriggio giornata dedicata airagazzi con attività ludiche e di

    conoscenzadell’animale cavallo,domenica 30 1°raduno equestre di S.Pietro e Paolo alle h9 ritrovo cavalieri epartenza per lapasseggiata in loc LaPolletta, h 12 rientroe benedizione deglianimali, aperta atutte le persone chevogliono parteciparecon l’amico aquattro zampe,pranzo con glispeciali menù e alleh 16 sfilata nelcentro storico diCamaiore.All’interno delgiardino della Badiatroveranno posto

    alcuni banchi di artigianato esolidarietà.Per informazioni eprenotazioni contattare ilnumero 349 0711487. Iringraziamenti vanno a tutti ivolontari che hannocollaborato a vari titoli perpermettere lo svolgimento dellafesta, al Comune di Camaioreche ha dato il patrocinio,all’associazione Cavallo e Noi ea VoxAlia:ensemble per averpartecipato, agli artigiani chehanno preso parte all’evento e amons. Damiano Pacini per ilsuo costante impegno amantenere e promuovere ilterritorio.

    Con CatecApp le applicazionientrano in parrocchia

    Alla Badia di Camaiore:un fine settimana da non perdere

    l termine «applicazione» in informatica individua unprogramma o una serie di programmi in fase di

    esecuzione su un computer (o cellulari di ultimagenerazione e tablet) con lo scopo e il risultato di renderepossibile un servizio, una serie di servizi o strumenti utilie selezionabili su richiesta dell’utente. Si trovanoapplicazioni negli ambiti più svariati: dai giochi,all’educazione e formazione, dalla ricerca di orari deiservizi di trasporto a servizi di natura economica efinanziaria e tanto altro...

    I

    A luglio,tre incontriculturali allachiesa dellaMigliarina

    Ecco che cos’è un’applicazione

    L’iniziativa,la prima in diocesi,è dell’UnitàpastoraleValfreddananord ovest

  • LUCCA7TOSCANA OGGI30 giugno 2013VI

    La Chiesadel grembiule

    COME CONTATTARE CARITAS LUCCARecapiti telefonici: 0583 430938, 0583 430961, 0583430962Fax: 0583 430939Indirizzo: Piazzale Arrigoni, 2 (in fondo al prato, vicino al-le Mura)Sito: www.caritaslucca.itE-mail: [email protected] apertura: 9.30-12.30 tutti i giorni escluso il sabatoe la domenica.

    ALTROVECCHI E NUOVI MESTIERIA Palazzo Ducale, nel corso delseminario «Giovani per l’impresa, travecchi e nuovi mestieri», il 24 giugno,è stato presentato il progetto«Impresa e lavoro», rivolto a personein età compresa fra 18 e 40 anni dellaPiana, della Valle del Serchio e dellaVersilia per sostenere l’imprenditoriagiovanile locale, in tempi in cuigirano pochi soldi, le imprese sonosempre meno competitive, i giovaninon trovano sbocchi professionali eIl 20% di loro non riceve creditodalle banche, perché non è in gradodi offrire garanzie. I giovani, chepresenteranno i primi dieci progettivincenti, riceveranno il contributo di3.000 Euro dalla Provincia, a fondoperduto, per le spese di avvio; laFondazione della Banca del Monte diLucca costituirà un fondo di garanziadi 200mila Euro per sostenere larichiesta di finanziamento bancariofino alla somma 20mila Euro aprogetto, che sarà erogata dalla Bancadel Monte di Lucca. Ai vincitori delbando, che sarà pubblicato intornoal 10 luglio, sarà offerto anche unservizio di consulenza per disporre distrumenti pratici e operativi, checonsentano di verificare la fattibilitàdell’idea, e il monitoraggiodell’attività per sei mesi. L’impegnodella Provincia nella creazione dinuove imprese si è già rivelato nelprogetto «Incubatore impresa» per laconsulenza a nuovi imprenditori enella «Linea credito» per incentivarelo sviluppo di nuove tecnologie.All’inizio il credito sarà offerto alleprime dieci idee imprenditorialivincitrici, ma non appena un’impresarientrerà del credito, subentreràimmediatamente un altrobeneficiario.

    EVENTO CONCLUSIVOCINEMA AFRICANOSabato prossimo 29 giugno è la datache decreta l’ultima tappa dellaRassegna di cinema e cultura africanadenominata Storie dell’Altro Mondo5 incominciata 1l 14 maggio scorso epromossa dall’Ass.ne Amani NyayoOnlus in collaborazione con ilCentro missionario della Diocesi diLucca. L’evento finale saràorganizzato a Tassignano, Capannoripresso il Polo culturale Artemisia –Via dell’Aeroporto – con inizio alleore 19.30. L’iniziativa prende il nomedi Ciak DiVini e sarà un occasioneper abbinare la visione dicortometraggi alla degustazione divini conditi da tanta musica: 4 leAziende agricole del territoriolucchese coinvolte nell’iniziativa:Coop. Agricola sociale Calafata diLucca, Tenuta Lenzini di Gragnano,Podere Lo Sgretoli di Montecarlo eAz. Agricola Macea di Borgo aMozzano. Il filo conduttore di tuttala serata è rappresentato dalla TERRAintesa come fonte di vita, comeespressione delle proprie radici, delleproprie tradizioni, della propriaidentità; la Terra come luogo dipassaggio tra mondi diversi e comerisorsa da rispettare, amare erivendicare. Alle 19.30 la serata siapre con un aperitivo solidaleaccompagnato da una Jam Sessioncon la partecipazione di alcunigruppi lucchesi: Don’t stopproduction Band, Scuola di MusicaJam accademy di Lucca e Panattoniblues; Dalle 21.30 in collaborazionecon Cineforum Ezechiele 4 Corti X 4Vini. Visione di cortometraggiaccompagnati dalla testimonianza dichi l’ha realizzati e con lapartecipazione di Cosma Ognissanti– Direttore artistico Raccorti SocialiCesvot – Piccoli film per grandi Idee.Ad ogni Corto sarà abbinato un vinoselezionato e prodotto dalle aziendeagricole partecipanti le quali nedescriveranno i sapori, le origini e ilcarattere. Dalle 23 ancora musica edegustazione di vini con PanattoniBlues.

    a diocesi di Luccaattraverso l’Ufficiopastorale Caritas èimpegnata nella

    promozione umana, conparticolare attenzione alleforme di disagio emarginalità.Con l’opera dei centri diascolto offre un servizio diaccoglienza e orientamento aquanti in difficoltà, incollaborazione con leistituzioni locali, leassociazioni e gli altri soggettidel terzo settore.Individua e implementaprogetti specifici voltiall’accompagnamento dellepovertà e la risposta ai bisogniprimari, con particolareriguardo alla variabile dinatura economica e allerichieste espresse in termini diemergenza abitativa ealimentare, di potenziamentodelle reti relazionale el’acquisizione di strumenti erisorse opportuni per alleviarele condizioni di disagio econtribuire al loro risolversi.Gestisce inoltre strutture diservizio nel contestoprovinciale quali dormitorimaschili, case di prontaaccoglienza femminile eanima progetti con obiettivispecifici in partenariato conaltre associazioni.Accanto a questemansioni, datempo, CaritasLucca, ha spostatoil proprio ambitodi azione da unattività diassistenza eaccompagnamentoa situazioni diindigenza emarginalità aprocessi diaccompagnamentoverso l’autonomia cheprevedono una particolareattenzione alle tematiche dellavoro.Con questo scopo partecipa inmodo attivo a reti perl’incrocio della domanda edell’offerta in campolavorativo, è in contatto conagenzie formative delterritorio, sostiene percorsi diqualificazione professionale ealtro.In particolare in questo

    L

    ambito negliultimi anniCaritas hafavorito lanascita dellaCooperativaartigiana «Belledi niente» e hapromosso laCooperativaagricola socialeCalafata, di cuila Caritas di

    Lucca è socia.La cooperativa agricolarealizza le proprie attività diinclusione lavorativa e socialea favore di soggettisvantaggiati e di soggettidescrivibili secondo lecategorie del nuovo disagio,attraverso attività connesseall’agricoltura.I campi di azione dellaCooperativa riguardano laviticultura, l’olivocultura, lafrutticultura e l’orticultura,

    nonché l’apicoltura, secondo imetodi dell’agricolturabiologica e biodinamica.Attualmente Calafata ha inessere 3 esperienze diinclusione lavorativa a favoredi 3 soggetti certificatisecondo i parametri dellalegge 381/91 ( due ragazzi extossicodipendenti e unragazzo profugo) e conduceun’esperienza di borsa lavoroin collaborazione con ilsettore di salute mentaledell’azienda Usl 2 di Lucca.Le esperienze di inserimentolavorativo vengono gestite conparticolare attenzione rispettoalla qualità del percorsoofferto ai beneficiari.In particolare, si pone curaalla fase di affiancamento, allaqualità delle relazioni con itutor e alla formazione deilavoratori con la realizzazionedi consulenze specifiche eprofessionalizzanti di

    enologia, agronomia,viticultura.Gli operatori della Caritasdiocesana hanno il compito dicurare le relazioni con gli entiinvianti i soggetti svantaggiati(Usl, sert, servizi sociali)partecipando a riunioni edincontri di lavoro in cui simonitorizza l’andamentodell’inserimento lavorativo, lasalute dei ragazzi inseriti, illoro benessere e leproblematiche e le difficoltàche i ragazzi incontrano.Inoltre attraverso la creazionedi tavoli di confronto emonitoraggio sui casiindividuali si cerca diindividuare percorsi diautonomia complessivi apartire dall’inclusionelavorativa.Per visionare le attivitàdell’azienda Calafata èconsigliabile visionare ilsito: www.calafata.it

    Calafata: agricolturae promozione umana

    Una cooperativapromossadalla diocesiche si occupa di agricolturabiologica einserimentosociale

  • LUCCA7 TOSCANA OGGI30 giugno 2013 VII

    Vertenza WepaSperanza per i 70 operai della Wepa(Westfälische Papierfabrik) cheavrebbero dovuto essere messi inmobilità. L’incontro del 20 giugnoscorso fra amministratori locali e ilcomitato (board) della proprietàtedesca, costituito da membriitaliani e tedeschi per gestire l’attualesituazione di crisi, ha portato allarevoca del programma di tagli delpersonale, che il colosso cartario staconcretizzando. La Wepa, che dal1948 è in continua espansione eall’avanguardia nel settore cartario,oltre alle cinque filiali in Germania,ne possiede due in Italia (Lucca eCassino), una in Francia, una inSpagna e una in Polonia. Nelle filialiin Germania, che occupano 1.500lavoratori, è previsto il taglio di 150posti di lavoro. Gli assessoriprovinciali Francesco Bambini,attività produttive, e Mario Regoli,politiche del lavoro, ritengonopositivo l’atteggiamento assuntodall’azienda, che continuerà ilconfronto anche con le forzesindacali fino ai primi di luglio perconcordare la riorganizzazionedell’azienda in un’ottica di sviluppoe di sostenibilità futura, soprattuttoriguardo all’equilibrio economico-finanziario da ripristinareintervenendo sui costi del personale.Resta quindi aperta la questionedegli esuberi del personale chel’azienda intende affrontare consoluzioni condivise e concordate.

    Diritto allo studioLe famiglie in difficoltà socio-economica, che hanno partecipato albando provinciale per il diritto allostudio per l’anno scolastico 2012-2013, stanno per ricevere gliincentivi economici previsti dal«Pacchetto Scuola», il quale unificagli interventi che, fino allo scorsoanno scolastico, erano suddivisi infondi per l’acquisto dei libri e infondi destinati alle borse di studio.Alla costituzione della somma di768mila Euro partecipano laRegione con fondi propri e statali di718mila Euro e la Fondazione dellaCassa di Risparmio di Lucca con50mila Euro. Usufruiranno degliincentivi allo studio gli studentiiscritti alla scuola primaria esecondaria di I e II grado statale,paritaria o di Enti locali, provenientida famiglie con indicatoreeconomico ISEE non superiore a15mila Euro nell’anno 2011. Le lineeguida regionali per il diritto allostudio prevedono importidiversificati a seconda dell’ordine egrado di scuola frequentata, mentrea livello provinciale saranno erogatirelativamente a scaglioni di redditoin base all’ISEE dichiarato. Lefamiglie, che hanno partecipato albando, possono rivolgersi al proprioComune per riscuotere l’incentivoprevisto. Ecco, nel dettaglio, laripartizione: Bagni Di Lucca Euro15.574,49; Camaiore Euro59.694,92; Camporgiano Euro2.585,08; Capannori Euro100.341,25; Careggine Euro 248,00;Castelnuovo G. Euro 11.091,90;Castiglione G. Euro 2.887,37;Fosciandora Euro 512,17; GallicanoEuro 5.390,14; Giuncugnano Euro352,10; Lucca Euro 167.003,79;Massarosa Euro 45.111,92;Minucciano Euro 2.960,89;Molazzana Euro 1.127,61; PescagliaEuro 4.155,73; Piazza Al SerchioEuro 4.325,82; Pieve Fosciana Euro2.931,13; Porcari Euro 20.684,11;San Romano G. Euro 1.331,24;Sillano Euro 926,87; Vagli SottoEuro 1.993,18; Vergemoli Euro150,00; Viareggio Euro 146.563,04;Villa Basilica Euro 1.209,53; VillaCollemandina Euro 450,00. Lagestione dei contributi per Borgo aMozzano, Coreglia Antelminelli eFabbriche di Vallico è effettuata dalComune capofila Barga cui vaassegnato il finanziamento.

    Concerto in cattedraleLa «Sacramento Choral Society»(California), diretta da DonaldKendrick, terrà un concerto nellacattedrale di San Martino il 29giugno alle ore 21. Ecco ilprogramma: O vos omnes di T. L. deVictoria, Sicut cervus di G. P. daPalestrina, Deutsches Magnificat di G.P. Telemann, Selig sind die Toten di H.Schütz, Deep river di R. Clausen, I’mgonna sing till the Spirit di M. Hogan,Veni, Sancte Spiritus di M. Lauridsen.L’ingresso è gratuito.

    DON FULVIO CALLONI

    uando iconquistadoresapprodarono sullecoste dei Caraibi,battezzarono quelle

    popolazioni come si fa con ibambini, perché li credevanonaturalmente innocenti. Questaè ancora l’impressione che haiquando conosci questepopolazioni: belle dentro,buone quasi per natura, diun’accoglienza che ti imbarazza.Stando in quelle terre coglianche le contraddizioni: unastoria di dittature, di martirio,violenze, droga, un mortoammazzato al giorno tra i tuoiamici, o tra gli amici dei tuoiamici…! Eppure questocontrasto non toglie nulla allainteriore bellezza di questagente.

    UN SOGNO DA INSEGUIRESono stato in Guatemala un po’di tempo, insieme a Sr. FlaviaMorales, una suora di Marlia diorigine guatemalteca. Per sr.Flavia era il ritorno nella suaterra. Le mie motivazioni eranodiverse: sono andato per seguireun sogno! Ho iniziato il mioministero come missionario inRwanda, ora sogno di finirloancora tra i poveri. Ho volutopertanto conoscere questomondo per cominciare a tastareun possibile terreno. Puòsembrare inopportuno che unprete maturo, parroco di unagrossa parrocchia della piana, inquesti tempi così difficili per ladiocesi, sogni di tornare inmissione. Io credo invece chemai come oggi ci sia bisogno discelte radicali. In questo annodella fede sarebbe belloritornare a parlaredell’esperienza dei «fideidonum»: sarebbe uno stupendoatto di fede.

    UN’ESPERIENZA PASTORALEIl mio «piede a terra» inGuatemala è stata la casa delle«Suore di s. Giuseppedell’Apparizione», in unquartiere della capitale. Le suoresi occupano della parrocchiadell’Atlantida, attualmente senzaprete, così ho avuto l’occasionedi svolgere il mio ministero inquella parrocchia di città. Misono poi spostato al Terisal,parrocchia formata da unadecina di villaggi sulle collineappena fuori della capitale. Sr.Flavia è originaria di uno diquesti villaggi.In Guatemala è pressochéimpossibile dormire in albergo,trovi sempre un amico che tiospita, anzi ti obbliga a fartiospitare. La gente non è più riccadi un paese dell’Africa centrale,ma che cosa fa una nazioneprogredita? Noi popoli ricchiabbiamo deciso che progresso esviluppo sono estremamentelegati ad un fattore economico edi reddito, per questo popolo ilprogresso di una nazione stanella felicità della gente.

    UN’ESPERIENZA ECUMENICADalla capitale mi sono spostato

    Q

    in altre regioni del paese conl’intento di conoscere alcunechiese. Prima di tutto abbiamovisitato il Vicariato Apostolicodel Peten, nell’estremo nord traMexico e Belize, è la zona dellaforesta, delle grandi piramidiMaya. In quella regione ci sisposta ancora a cavallo e se guidila macchina devi sapere che igrandi fiumi che la percorrononon hanno ponti, perattraversare devi far salire il tuomezzo su traballanti barconi. Ilcaldo è incredibile. Ero ospite diun pastore avventista, il qualeoltre alle sue galline non mi hafatto mancare le suebenedizioni, dopo aver chiestole mie, eppure qui diecumenismo non se ne parlamolto, forse perché non è unproblema!

    POCHI PRETI, NESSUNPROBLEMA!La capitale del Peten è Flores,dove risiede il VicarioApostolico; sono arrivatomentre era in corso l’assembleadel clero: una decina di preti,qualche suora ed un pugno dilaici; ho avuto la percezione chefossero i parroci della diocesi,suore e laici compresi.Domando allora la situazionedel clero di quella chiesa: duepreti diocesani indigeni, unadozzina di missionari per circaun milione di battezzati, lamedia è di un prete per ogni800.000 cristiani (a Lucca unprete ogni 1000 circa). Dopol’assemblea, il vescovo mi ricevecon il vicario generale nel suoufficio, si tratta di una stanza dipassaggio tra la sacrestia dellacattedrale e un corridoio diuscita. Niente croce pettorale,niente anello, niente collettoromano, veste con un paio dijeans e una camicia chiara,molto vissuta, il vicario è undomenicano sulla quarantina.Noi ci stupiamo del fatto chepapa Francesco porti una crocedi bronzo, le scarpe nere, rifiutila mozzetta di seta e si fermi apagare l’albergo, ma a che puntoeravamo arrivati per stupirci diquesto!

    UNA CHIESA SORRIDENTE,VICINA AI POVERIChiedo al vescovo quali siano iproblemi di quella chiesa (noi

    europei partiamo sempre daiproblemi…). Mi risponde che lacarenza di clero è un problema,ma la preoccupazione maggioreè un’altra: è quella di non essereabbastanza vicino al popolo. Miparla allora di alcunepopolazioni indigene piùpovere, hanno un’altra lingua, illinguaggio è fondamentale perl’evangelizzazione, non vuolperdere quella gente, perderebbei più poveri, e i più poveri sonola ricchezza di una chiesa. Miparla poi di una sua recentevisita in Sardegna, a Oristano.Mi dice che la Sardegna ha lostesso territorio della suadiocesi, quasi la stessapopolazione ma i preti sonomille! Mi chiede come facciamoin Italia noi preti a non pestarci ipiedi. Che un vescovomissionario pensi che nellenostre diocesi i preti siano moltilo posso capire, ma che vedaquesta abbondanza quasi comeun problema mi stupisce. Ma lacosa che mi ha colpitomaggiormente è stata la serenitàcon cui questi reali problemi dichiesa venivano trattati sianell’assemblea del clero sia conil vescovo; nel nostro colloquiodurato circa quaranta minuti ilvescovo è riuscito a introdurreperfino tre barzellette. Spessonelle nostre assemblee èdominante il lamento, come seil futuro ci preparasse momenticatastrofici, questo mette sulvolto delle nostre chiese unastrana piega di tristezza, dico«strana», perché la tristezza ènemica della speranza.

    DIVERSITÀ E IDENTITÀDal Peten sono passato nelcentro del paese , nella diocesi diSolola, a Chichicastenango.Devo sottolineare un fatto: inGuatemala le popolazioniindigene di origine Maya sono il51% degli abitanti, conservanorigidamente le loro lingue (sono21 idiomi), la loro cultura, illoro calendario Maya, il loroabito, i loro culti. Per noi è quasioffensivo chiedere «di che razzasei»: la diversità ci fa ancorapaura. Tra questa gente, invece,ho capito che conservare lapropria diversità è la condizioneessenziale per essere se stessi; c’èuna stretta relazione tra identitàe diversità … altro che paura!

    RELIGIONE POPOLARE E FEDEQuando i conquistadoresvennero in questa regioneimposero la fede cristiana,trasformarono i loro templi inchiese e li riempirono dei nostrisanti. Questi indigeni non sisono scomposti, e dacinquecento anni continuano iloro riti e i loro culti secondo illoro calendario in quelle chieseche erano i loro templi. LaVergine è per loro Ixcheldea ladea lunare, protettrice dellepartorienti e delle attivitàfemminili; san Giacomo, il dioYum Kaa, divinità del mais, ecosì ancora oggi nelle chiese piùantiche di quella regione siosserva un ecumenismo strano:tutti i giorni, fino ad una certaora, gli indigeni fanno i loro ritie i loro sacrifici; sugli altari Mayaposti al centro della navataoffrono ai loro dei alcol, mais,petali di fiori, profumi, luci, allenove gli dei tornano ad esseresanti e il tempio ritorna chiesa.Tra i fumi degli incensi indigeni,con polli morti ancora appesialla statua di s. Giacomo, unprete inizia la messa, celebradavanti a un’inquietante urna diGesù morto con una parrucca dilunghi capelli e con i piedicoperti da un panno, perchénon prenda freddo durante lanotte. Davanti quella scena hopercepito che l’ecumenismo piùdifficile non è mettere insiemeprotestanti e cattolici, ma trovareil giusto equilibrio tra religiositàe fede, e questo è un problema atutte le latitudini. Quando hocominciato a esternare le mieperplessità per quel miscuglio disincretismo, mi è stato rispostoche anche io la pensavo come iconquistadores: la fede non siimpone, si matura.

    PREGHIERE GRIDATE CON ILCUOREAppena fuori di una di questestrane chiese c’è un cimiterocoloratissimo, dove sono sepoltii preti uccisi insieme a mons.Gerardi dal regine negli anni 90,un martirio, anzi un genocidio,che sembra essere dimenticato.Ad Antigua, la vecchia capitale,uno dei siti più belli di tutto ilpaese, sono entrato nella chiesadi S. Francesco: si tratta di unastupenda chiesa del Seicento,dove sono venerate le reliquie diuno dei santi più amatidell’America Latina, s. Pietro diBetancur, che loro chiamano piùfamiliarmente Hermano Pedro.Appena entrato, ho sentito dellegrandi urla piuttosto inquietantie ho pensato a qualche sciagura;era invece un gruppo di indigeniintorno all’urna del santo,ognuno gridava la propriopreghiera nella propria lingua,quasi come per coprire con lasua voce le preghiere degli altri. Isanti parlano tutte le lingue,dicono, ma le preghiere peressere ascoltate devono esseregridate, un grido che parte dalcuore. Forse questo equilibriotra religiosità e fede, più che lenostre teorie, bisogna lasciareche a stabilirlo sia solo la fede.

    La bellezza di un paeseè fatta soprattutto dalla sua gente

    In GuatemalaL’ESPERIENZA.........

    Ricorre il 50° anniversariodell’elevazione a basilica dellachiesa di S. Andrea in Viareggio,la parrocchia, dove il Curatino,s. Antonio Maria Pucci, svolseper 48 anni il suo serviziopastorale. Per l’occasione, il 30giugno, alle ore 18.30, lacomunità celebrerà l’Eucaristiapresieduta dal vescovo emeritoMons. Bruno Tommasi. LaSchola Cantorum parrocchiale,

    diretta da Simona Nannizzi,animerà la liturgia eucaristica e,a seguire, offrirà unintrattenimento con brani dimusica classica e di musicasacra, rivisitati in chiavemoderna e accompagnati dachitarra, piano, flauto e batteria;all’organo, Ezio Landucci e LucaBenetti; al violoncello, DavideZaccaria, mentre la voce dalPortogallo è di Maria Anadon.

    Anniversario elevazione a BasilicaCHIESA DI S. ANDREA A VIAREGGIO

    VARIE

  • LUCCA7TOSCANA OGGI30 giugno 2013VIII

    state in Parrocchia -Camminiamo insieme», questo

    il nome della prima edizionedell’iniziativa a cura dellacooperativa «Margherita e le altre»,associata al Consorzio So. & Co.,con l’importante supporto dellaparrocchia del paese, che si svolgeràa San Cassiano a Vico (frazione diLucca) nei mesi estivi, a partire dal24 giugno sino al 2 agosto. Per ibambini da 4 a 11 anni sarannoorganizzate attività ludico-educative.Dal lunedì al venerdì - dalle ore 8alle 16 - i genitori potrannoprenotare per i loro bambini lasettimana di campo estivo, chepreferiscono, a costi altamenteaccessibili (che partono da 50 Europer 5 giorni sino a 180 Euro per unmese), facendo trascorrere lorogiornate indimenticabili, incompagnia di altri coetanei, ricchedi divertimento, giochi, sport eattività a contatto con la natura. Peri più piccoli – 4 e 5 anni – vengonoorganizzate una serie di iniziativemanipolative, ricreative, ludico-motorie, psicomotorie, e alcunepreliminari esperienze diagricoltura, ma anche laboratoricreativi con materiale di riciclo,decoupage, disegno, pittura, cartapesta, pasta di sale, lettura animata,propedeutica musicale e danze, e,ancora, passeggiate e giochi all’ariaaperta alla scoperta del territoriocircostante. Per i bambini più grandi– da 6 a 11 anni – sono previsti,inoltre, momenti di sport (calcio,wing chun, hip hop, zumba),propedeutica musicale e compitiscolastici. Nel corso della giornata, ipiccoli partecipanti potrannoconsumare il pranzo al saccooppure usufruire della mensa conun piccolo supplemento. «Estate inParrocchia - Camminiamo insieme»è un’iniziativa che la cooperativa«Margherita e le altre» promuove eorganizza grazie all’importantecollaborazione con la parrocchia diSan Cassiano a Vico, con i suoivolontari e il prete, don IlarioBartolomei, che ha messo adisposizione i locali. Ricordiamo,inoltre, che anche la cooperativaL’Impronta Onlus, anch’essaassociata al Consorzio So. & Co.,organizzerà un analogo campoestivo a partire dal 1° luglio pressola scuola materna di Santa Maria aColle (Lucca). Per avere ulterioriinformazioni e conoscere i costidella settimana di campo estivo, siprega di contattare Silvia al numero347 2501496 oppure inviare una e-mail [email protected] o [email protected] visitare la pagina Facebook«Estate in parrocchia - S. Cassiano aVico».

    E«iovedì 20 giugno si ètenuta la festad’inaugurazione dellaCasa San Francesco,

    opera diocesana di accoglienzaper detenuti ed ex-detenuti,che da alcuni mesi si ètrasferita a San Pietro a Vicopresso un edificioopportunamente ristrutturato(Via del Ponte 406), grazie alcontributo della FondazioneCassa di Risparmio.Già la scelta del giorno non èstata casuale: era il 21 giugno1991 quando l’Arcivescovo diLucca, Mons. Giuliano Agresti,benediceva e inauguravaufficialmente quella che, peroltre venti anni, sarebbe statala sede della casa diaccoglienza, in Piazza SanFrancesco, nonché luogo diospitalità per tanta umanitàsofferente e migrante, coacervodi iniziative, di storie, diincontri, di idee e di progetti.Il tempo è stato finalmentedalla nostra parte e questo hafacilitato certamente lapartecipazione di oltre 200 travolontari, simpatizzanti,amici, autorità e cittadini chehanno voluto non far mancarela loro presenza e il loroentusiasmo.Sulle note della Merciful Band,un gruppo di giovani che hacostituito una bandaall’interno della Misericordiadi Borgo a Mozzano, AgneseGaribaldi, presidente onorariadell’associazione GruppoVolontari Carcere, che dasempre gestisce la struttura, hatagliato il nastro, inaugurandoufficialmente la nuova sede.All’interno, nell’ampio saloneche la casa ci offre, c’è stataquindi la benedizione delVicario Generale, mons.Michelangelo Giannotti,incaricato dal Vescovo che nonpoteva essere presente.Agnese, socia fondatricedell’associazione e da semprepresente, ha poi tracciatoun’appassionante storia,personale e di gruppo, di oltreun ventennio a fianco deicarcerati, non mancando di

    G

    ricordare sogni e delusioni,successi ed insuccessi, maanche senza maiindietreggiamenti.Quindi, Pier Giorgio Licheri,attuale presidente, ha dato laparola alle autorità convenute,per un breve saluto. Per questomomento di festa, veramentequasi nessuno ha fattomancare il proprio augurio:dalle due Fondazioni Bancariedella Città, agli assessori allepolitiche sociali dei Comuni diLucca e di Capannori, edanche della Regione Toscana,passando poi per irappresentantidell’amministrazionepenitenziaria, sia il carcere cheper l’esecuzione penaleesterna, per finire a don LuigiSonnenfeld, attualeresponsabile della comunitàparrocchiale di San Pietro a

    Vico che, come altri, ha volutoricordare don BeppeGiordano, che non è più tranoi, ma che tanto si èimpegnato a fianco deicarcerati negli ultimi anni delsuo servizio e haaccompagnato il trasferimentodella casa di accoglienza sulterritorio della sua parrocchia.Dopo questo bel momentoinaugurale e augurale al tempostesso, ancora i musicisti dellaMerciful Band hannoaccompagnato la serata, fino aquando, verso le 20, tutti ipartecipanti sono stati invitatial rinfresco preparato da amici,volontari e soprattutto dagliospiti della casa.È stato questo forse ilmomento più bello, comespesso accade, di fronte a tanteleccornie, lo scambio diemozioni, chiacchiere,

    esperienze, senza piùdistinzione di posizione o cetosociale, l’amministratore altavolo con chi ha vissutol’esperienza detentiva,piuttosto che con il volontario,tutti uniti alla stessa mensa, e,ce lo auguriamo, con lamedesima finalità: da un latorendere il carcere attuale piùabitabile e dignitoso, comerichiesto dal dettatocostituzionale, dall’altrolavorare nel mondo affinché sipossa camminare verso unasempre più ampia liberazionedalla necessità del carcere chedovrebbe diventare, comeproprio in questi giorni haaffermato il ministro dellagiustizia, l’extrema ratio.E proprio per rafforzare questadoppia finalità, l’associazionericorda che è sempre possibilecollaborare con le attività cheessa porta avanti: dallapresenza per qualche ora, percoprire un servizio notturno,per sviluppare piccoli progetticon gli ospiti della casa; allapresenza in carcereaffiancando chi svolge questoservizio da anni; all’attività disensibilizzazione sul territorioed in particolare nelle scuolesuperiori.Chiunque fosse interessato adapportare il proprio contributopuò contattarci al n.+393491067623, scriverci unamail all’[email protected] o visitare la nostrapagina facebook.

    Massimiliano Andreoni

    Ex-detenuti: una nuova«Casa San Francesco»

    Il Gruppo Volontari Carcere, costituitosi il 2 ottobre1987, nacque dall’esperienza di alcune persone che,singolarmente, iniziarono ad entrare in carcere perragioni diverse: Agnese Garibaldi, già assistentevolontaria (il suo impegno, in origine, era legatosoprattutto ai colloqui con le detenute della CasaCircondariale di Lucca), Davide Pellegrini, entrato incarcere come obiettore di coscienza esuccessivamente diventato assistente volontario, ePier Giorgio Licheri, che, lavorando alla Commissioneprovinciale assegnazione alloggi, venne contattatoper risolvere le problematiche relative alle abitazionidelle famiglie dei detenuti. Grazie alla collaborazionedell’allora direttore della Casa Circondariale di Lucca,Dottor Giovanni Truscello, i volontari erano benaccettati nel carcere e partecipavano in manierastabile al Gruppo di osservazione e trattamento.L’impegno in carcere comprendeva sia momenti dipuro svago e divertimento, sia momenti, in cuivenivano presi in considerazione i diritti dei detenuti:erano i primi tempi di attuazione della «LeggeGozzini» e molti detenuti, pur avendo maturato lecondizioni previste dalla legge, non la conoscevano

    appieno; proprio per questovenivano organizzateassemblee per far conosceremeglio ai detenuti i lorodiritti.Nel frattempo, una certaapertura verso il carceresembrava provenire anchedagli Enti pubblici: idetenuti partecipavano acorsi di formazioneprofessionale dellaProvincia, esterni, e talvoltamolti datori di lavoro liassumevano al termine delcarcere. Certi detenuti avevano paura di uscire dalcarcere, quasi come se esso, con le sue regole e le sueburocrazie interne, li avesse totalmente inglobati nelsuo circuito di emarginazione e degrado. Moltidetenuti, al momento di uscire, esprimevano aivolontari la loro paura e il loro disagio e la difficoltàa trovare un’abitazione: nonostante la legge loprevedesse, non succedeva quasi mai che l’istituzione

    carceraria, tre mesi primadella scarcerazione, sipreoccupasse di ristabilire ilegami tra l’ex-detenuto e iservizi sociali o ilcollocamento. Da questo tipodi esigenze, nacque un Centrodi accoglienza per ex-detenuti, detenuti inpermesso e famiglie deidetenuti, che ebbe la sedenella parte inutilizzata delconvento di S. Francesco incittà. Un contributo rilevanteper la realizzazione di questo

    progetto venne offerto sia dalla Cassa di Risparmio diLucca sia dal Comune stesso; il resto (circa 300milioni) venne raccolto grazie alle offerte fatte dallevarie parrocchie. La Casa San Francesco, inauguratail 21 giugno 1991, opera diocesana promossa dallachiesa di Lucca e fortemente voluta dal vescovomons. Giuliano Agresti, divenne in seguito, la sededell’associazione.

    I NUMERI DELLA CASA Dal 1991 ad oggi, oltre 800 persone accoltein misura alternativa agli arresti domiciliari, inpermesso premio, appena usciti dal carcere; Oltre 100 tra volontari ed operatori nell’arcodi un ventennio 17 volontari dei progetti di servizio civilenazionale Circa 20 obiettori di coscienza in serviziocivile Sono state ricevute, in oltre un ventennio, piùdi 20.000 lettere dal carcere, e la media attualemensile è di circa 70, di cui 60 con richieste diaccoglienza e 10 con richieste di ascolto osostegno di altro tipo. A tutte, viene data rispostascritta.

    L’obiettivo che la nostraCasa si propone non è soloquello di dare assistenzamorale e materiale aidetenuti, bensì di aiutarli aessere pienamente accettatidalla comunità esterna e ariscattarsi, mostrando allacittà che hanno qualcosa daoffrire ai più bisognosi: ilmodo migliore per tentare di

    ricucire il rapporto trasocietà e detenuti è quello disensibilizzare questi ultiminei confronti dei problemi edei disagi che affliggono lasocietà stessa. Questoobiettivo è in sintonia con lanostra idea di volontariato, ilquale deveprogressivamenteabbandonare la mentalità di

    tipo assistenziale che inorigine lo caratterizzava edeve, invece, lavorareall’interno del carcere non inmaniera totalmente avulsadalla realtà esterna, bensìguardando sempre ecomunque al territorio,creando cooperative disolidarietà sociale e centri diaccoglienza.

    ESTATE INPARROCCHIA

    S. CASSIANO A VICO

    Alcuni progetti portati avantiquest’anno dal Gruppovolontari carcere ed altreiniziative extra-carcere

    Progetto «A scuola di carcere», 2012-2013:26 classi incontrate, 40 incontri in classe, 10visite in carcere, di cui almeno 4 incollaborazione con