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Editoriale 24 Marzo, Facoltà di Agraria. A Bari è notte. E non solo a Bari. Di notte si sopisce, si dorme, ci si lascia tutto il giorno dietro. Nascondiamo pensieri dietro un lungo respiro e ci prepariamo per un giorno nuovo. Stanotte, mentre tutti dormono, qualcuno decide di non farlo. Qualcuno è rimasto sveglio, qualcuno ha deciso di farlo già da tempo e sente che è arrivato il momento di ronzare nelle orecchie altrui. Qualcuno vuole spiegare, dire, affermare se stessi, i propri spazi, i propri diritti... i propri beni. Quei beni che tutti hanno ma non lo sanno, quei beni che appartengono a tutte le menti. Stanotte a Bari, ci siamo messi insieme perché questa notte fosse nostra e per sempre, perché questi beni lo fossero. Ci siamo messi insieme per rivendicare i beni, quei beni senza i quali l'uomo non esisterebbe, senza i quali questa notte non esisterebbe. Beni che stanotte abbiamo scelto di non far sopire, beni il cui interesse comune abbiamo scelto di non far dormire, beni comuni senza i quali non esisterebbe il sonno. Stanotte abbiamo deciso di rimanere svegli, e di svegliare rendendo questa notte viva: viva con noi, i nostri diritti e i nostri beni, viva stanotte per vivere per sempre. Francesco Mariella Riuscire ad organizzare un seminario, cosa facile a dirsi. In una situazione ide- ale, alla richiesta di un'aula magna, all'interno di un'U- niversità, per tenere un seminario utile a tutta la comunità studentesca e non, riguardo la situazione della privatizzazione dell'ac- qua, sarebbe la normalità ricevere una risposta affer- mativa. Ma, purtroppo, non viviamo, assolutamente, in una situazione ideale. Il 23 Marzo, avremmo voluto organizzare questo semina- rio nell'Aula Magna Orabo- na, nel nostro Politecnico, ma "problemi tecnici" impe- discono il sereno andamen- to delle cose. Infatti, l'asse- gnazione dell'aula non è stata possibile data la man- canza del personale di Vigi- lanza e, quindi, l'effettiva impossibilità di gestione dell'Aula Magna. Questa è l'ennesima, emblematica dimostrazione che, di fatto, all'interno della nostra Uni- versità, mancano gli spazi che diano agli studenti la possibilità di esprimersi. La libertà di autodeterminarci e formarci, al di là del ba- nalmente scolastico, è una questione necessa- riamente legata agli spazi a disposi- zione che (non?) abbiamo. Non è concepibi- le che, all'interno di un Ate- neo, di un Campus Univer- sitario, di una città, un gruppo di studenti, un gruppo di cittadini con la volontà di crescita e auto- formazione debba trovarsi perennemente i bastoni tra le ruote. Dove sono i nostri spazi? Come facciamo a modificare quello che siamo se non ne abbiamo, di fat- to, la possibilità? Ma voglia- mo farci qualche domanda? Perché ogni qualvolta c'è bisogno di studiare in santa pace si deve cercare, per ore, un posto in qualche aula per stare tranquilli? Perché gli studenti devono organizzarsi da soli per im- parare ad usare un pro- gramma come Autocad, che per Ingegneri ed Architetti è il pane quotidiano? Per- ché, giorno dopo giorno, si riducono gli spiragli per la promozione di eventi quale può essere un seminario? Perché abbiamo strutture, quali le aule di Architettura, abbandonate a loro stesse, inutilizzate? Un'altra dimo- strazione che la realizzazio- ne di quel plesso sia stata un'operazione di facciata mirata al soddisfacimento delle richieste di pochi. Per- ché un regolamento di retri- buzione raddoppia le tasse e riduce i servizi? Aule, ban- chi, tavoli, sedie, libri, di- scussione. Crescita. Utopia. Oltretutto, la nauseante burocratizzazione dei pro- cessi di richieste, modulisti- ca, domande di prenotazio- ne, spole da un ufficio all'al- tro, non giova minimamen- te alla causa. Inoltre, c'è da considerare l'imbarazzante questione in cui versano i Vigilanti del nostro Politec- nico, trovatisi a versare in una condizione di ulteriore precarizzazione, accompa- gnata da una mancanza lampante di chiarezza nel capitolato di appalto, dovu- to anche ai tagli che il Poli- tecnico ha dovuto effettua- re. Tutto questo porta sem- pre e comunque noi stu- denti a pagare le conse- guenze, nelle piccole e nelle grandi contingenze. Ciò nonostante continuiamo a provarci. Sempre e comun- que. Andrea Rizzo Dove sono i nostri spazi? 1 Ambiente 2 Nucleare? No, grazie 2 Vogliamo l’acqua e il Sole, mica la Luna 3 Sommario: Aula magna “Attilio Alto” EDIZIONE SPECIALE LINKastro - Giornale autofinanziato del Politecnico di Bari Dove sono i nostri spazi? Servizi agli studenti 4

Linkastro - Linkiostro

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Numero speciale del Linkiostro e del Linkastro, uniti in un'unica pubblicazione distribuita alla Notte dei Beni Comuni al Campus di Bari

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Editoriale 24 Marzo, Facoltà di Agraria. A Bari è notte. E non solo a Bari. Di notte si sopisce, si dorme,

ci si lascia tutto il giorno dietro. Nascondiamo pensieri dietro un lungo respiro e ci

prepariamo per un giorno nuovo. Stanotte, mentre tutti dormono, qualcuno decide di

non farlo. Qualcuno è rimasto sveglio, qualcuno ha deciso di farlo già da tempo e sente che

è arrivato il momento di ronzare nelle orecchie altrui. Qualcuno vuole spiegare, dire,

affermare se stessi, i propri spazi, i propri diritti... i propri beni. Quei beni che tutti

hanno ma non lo sanno, quei beni che appartengono a tutte le menti. Stanotte a Bari, ci siamo messi insieme perché

questa notte fosse nostra e per sempre, perché questi beni lo fossero. Ci siamo messi

insieme per rivendicare i beni, quei beni senza i quali l'uomo non esisterebbe, senza i quali

questa notte non esisterebbe. Beni che stanotte abbiamo scelto di non far sopire, beni il

cui interesse comune abbiamo scelto di non far dormire, beni comuni senza i quali non

esisterebbe il sonno. Stanotte abbiamo deciso di rimanere svegli, e di svegliare rendendo

questa notte viva: viva con noi, i nostri diritti e i nostri beni, viva stanotte per vivere per sempre.

Francesco Mariella

Riuscire ad organizzare un

seminario, cosa facile a

dirsi. In una situazione ide-

ale, alla richiesta di un'aula

magna, all'interno di un'U-

niversità, per tenere un

seminario utile a tutta la

comunità studentesca e

non, riguardo la situazione

della privatizzazione dell'ac-

qua, sarebbe la normalità

ricevere una risposta affer-

mativa. Ma, purtroppo, non

viviamo, assolutamente, in

una situazione ideale. Il 23

Marzo, avremmo voluto

organizzare questo semina-

rio nell'Aula Magna Orabo-

na, nel nostro Politecnico,

ma "problemi tecnici" impe-

discono il sereno andamen-

to delle cose. Infatti, l'asse-

gnazione dell'aula non è

stata possibile data la man-

canza del personale di Vigi-

lanza e, quindi, l'effettiva

impossibilità di gestione

dell'Aula Magna. Questa è

l'ennesima, emblematica

dimostrazione che, di fatto,

all'interno della nostra Uni-

versità, mancano gli spazi

che diano agli studenti la

possibilità di esprimersi. La

libertà di autodeterminarci

e formarci, al di là del ba-

nalmente scolastico, è una

questione

necessa-

riamente

l e g a t a

agli spazi

a disposi-

zione che

( n o n ? )

abbiamo.

Non è

concepibi-

le che,

all'interno

di un Ate-

neo, di un Campus Univer-

sitario, di una città, un

gruppo di studenti, un

gruppo di cittadini con la

volontà di crescita e auto-

formazione debba trovarsi

perennemente i bastoni tra

le ruote. Dove sono i nostri

spazi? Come facciamo a

modificare quello che siamo

se non ne abbiamo, di fat-

to, la possibilità? Ma voglia-

mo farci qualche domanda?

Perché ogni qualvolta c'è

bisogno di studiare in santa

pace si deve cercare, per

ore, un posto in qualche

aula per stare tranquilli?

Perché gli studenti devono

organizzarsi da soli per im-

parare ad usare un pro-

gramma come Autocad, che

per Ingegneri ed Architetti

è il pane quotidiano? Per-

ché, giorno dopo giorno, si

riducono gli spiragli per la

promozione di eventi quale

può essere un seminario?

Perché abbiamo strutture,

quali le aule di Architettura,

abbandonate a loro stesse,

inutilizzate? Un'altra dimo-

strazione che la realizzazio-

ne di quel plesso sia stata

un'operazione di facciata

mirata al soddisfacimento

delle richieste di pochi. Per-

ché un regolamento di retri-

buzione raddoppia le tasse

e riduce i servizi? Aule, ban-

chi, tavoli, sedie, libri, di-

scussione. Crescita. Utopia.

Oltretutto, la nauseante

burocratizzazione dei pro-

cessi di richieste, modulisti-

ca, domande di prenotazio-

ne, spole da un ufficio all'al-

tro, non giova minimamen-

te alla causa. Inoltre, c'è da

considerare l'imbarazzante

questione in cui versano i

Vigilanti del nostro Politec-

nico, trovatisi a versare in

una condizione di ulteriore

precarizzazione, accompa-

gnata da una mancanza

lampante di chiarezza nel

capitolato di appalto, dovu-

to anche ai tagli che il Poli-

tecnico ha dovuto effettua-

re. Tutto questo porta sem-

pre e comunque noi stu-

denti a pagare le conse-

guenze, nelle piccole e nelle

grandi contingenze. Ciò

nonostante continuiamo a

provarci. Sempre e comun-

que.

Andrea Rizzo

Dove sono i nostri spazi? 1

Ambiente 2

Nucleare? No, grazie 2

Vogliamo l’acqua e il

Sole, mica la Luna 3

Sommario:

Aula magna “Attilio Alto”

EDIZIO

NE SPE

CIALE

LINKastro - Giornale autofinanziato del Politecnico di Bari

Dove sono i nostri spazi?

Servizi agli studenti 4

Per molto tempo le questioni legate alla tutela ambientale sono sembrate

troppo lontane dalla realtà nella quale la gente comune vive ogni giorno. Og-gi, però, si sente una maggiore sensi-bilizzazione riguardo a certe temati-che: la maggior parte delle persone ha compreso l’importanza del rispetto dell’ambiente non come qualcosa di fine a sé stesso, ma come una forma

di investimento volto a tutelare il pro-prio benessere e quello delle genera-

z i o n i f u t u r e . Spesso questo tipo di riflessione è tanto elementare quanto difficile da fare propria in quanto la completa presa di coscienza di tutto ciò da parte dei cittadini deriva da un la-voro molto più ampio che necessita un notevole impegno di analisi. Questo lavoro deve essere fatto, principalmente, a livello individuale. Il primo passo sta nel capire che l’uomo non è il consumatore per eccellenza del pianeta, ma che, insieme a molti altri organismi, par-tecipa ad un ciclo naturale nel qua-le vengono utilizzate delle risorse, poi trasformate in nuovi prodotti, a

loro volta utilizzati da altri esseri viven-ti o destinati a successivi processi di modificazione. Spesso, l’uomo si limita a fare dei ragionamenti a breve termi-ne, nei quali non prevede le ripercus-sioni che si possono avere in primo luogo su altre forme di vita o su altri sistemi naturali e in secondo luogo su

se stesso. Uno dei passaggi fonda-mentali da fare per comprendere il problema dell’inquinamento è, infatti, capire che il rispetto dei diritti umani è strettamente collegato a quello dell’ambiente. Detto ciò bisogna ricor-dare che il rispetto dell’ambiente si realizza prima di tutto con un impor-tantissimo mezzo, quale una cono-scenza quanto più oggettiva possibile della situazione con la quale si ha a che fare. Un classico esempio è quello della produzione di elettricità, fattore primario nelle attività umane e di grandissimo impatto sull’ambiente. Ponendo un esempio particolare come quello della energia nucleare è stretta-mente necessario che la gente cono-sca le peculiarità di questa tecnologia, per avere i mezzi necessari ad una valutazione oggettiva relativamente alla convenienza o meno di un eventu-ale utilizzo in una specifica zona o a quelle condizioni.

Leonardo Laneve

L'emergenza della situazione prodot-ta alla centrale nucleare di Fuku-shima ha riportato d'attualità la scelta del governo italia-no di costruire nuove centrali nu-cleari a 14 anni dal Referendum che impose la chiusura delle centrali co-struite dal dopo-guerra in poi. No-nostante l'opera di d is informazione messa in piedi dalle lobby nuclea-riste, procede la campagna referen-daria per bandire il nucleare dall'Italia. E' da più di un mese che si è costituito il Comitato"Vota Sì per fermare il nucleare" a cui abbiamo dato immediata adesione perché la necessità di investire sulle energie verdi e di una ricon-versione energetica non è nata con il terremoto in Giap-pone ma è evidente agli occhi del mondo intero in una fase storica che dimostra i limiti dello sviluppo portato alle estreme conseguenze. L'inquinamento crescente ha

Rispettare l’ambiente per rispettare se stessi

Nucleare? No, grazie

Pagina 2 LINKastro

messo in moto crisi climati-che ed alimentari ingigan-tendo le disuguaglianze sociali ed economiche del n o s t r o p i a n e t a . Cambiare si può, il referen-dum potrà essere un punto di partenza da cui prendere il coraggio per investire nella riduzione delle emis-sioni inquinanti in atmosfe-ra, come auspicato nel pro-tocollo di Kyoto e dalla strategia Europea "20-20-20" e profondamente disat-tesi dall'Italia. La nostra opposizione al nucleare non è ideologica ma nasce dal credere che la ricerca dell'alternativa, verso un mondo più giusto ed equo,

passi anche da scelte coraggiose nella direzione di politiche energetiche ed industriali che siano realmente ecologiche. Il futuro è nostro, lo abbiamo detto spesso nelle piazze durante l'ultimo autunno, ora è il tempo di dimostrarlo sostenendo il "Sì" al Referendum.

Daniele Di Mitri

VOTA SI' AI REFERENDUM PER L’ACQUA BENE COMUNE!

SI' per fermare il nucleare, per la difesa dei beni comuni,

dei diritti, della democrazia Sabato 26 marzo il popolo

dell’acqua ha indetto a Roma una grande manifestazione

nazionale per 2 SI' ai referendum per l’acqua bene comu-

ne, per il SI' per fermare il nucleare, per la difesa dei beni

comuni, dei diritti e della democrazia. Una piazza per

l’acqua, una piazza per la vita. Questi referendum sono

fondamentali per tutte le donne e uomini che guardano ad

un altro modello di società, di sviluppo e al futuro del pia-

neta. E’ da anni che i movimenti in difesa dell’acqua bene

comune si battono per il suo riconoscimento quale diritto

umano universale, diritto calpestato da diverse norme che

vogliamo abrogare con i referendum. A questa battaglia

contro la mercificazione dell’acqua si unisce la battaglia

contro il ritorno al nucleare in Italia. Il tremendo terremoto

che ha colpito recentemente il Giappone e la drammatica

situazione venutasi a creare nella centrale nucleare di Fu-

kushima, con il disastro nucleare tuttora in corso e con

conseguenze ancora imprevedibili ma in ogni caso tragiche

per la popolazione coinvolta e per l’ambiente dell’intero

pianeta, rendono l’appuntamento del 26 ancora più im-

portante e urgente. Per questo chiediamo a tutte le don-

Vogliamo l’acqua e il Sole, mica la Luna

Pagina 3

guardano a quegli

avvenimenti con cre-

scente angoscia e con

altrettanta indignazio-

ne, di dimostrare il

proprio rifiuto a scelte

dettate da interessi

economici e di potere

che disprezzano e

distruggono il diritto

alla vita, all’acqua, alla

salute e ai beni comu-

ni delle popolazioni e

del pianeta. Anche i

comitati antinucleari,

impegnati per fermare il ritorno del nucleare in Italia, hanno

fatto appello a mobilitarsi e partecipare alla manifestazione di

sabato prossimo. Mobilitiamoci tutte e tutti da ogni parte

d’Italia, riempiamo le strade e le piazze di Roma con i colori

della vita contro le scelte di morte. Perché solo la partecipa-

zione è libertà, solo la condivisione è speranza di futuro.

Vi aspettiamo.

Dal “Forum italiano per i movimenti sull’acqua”

Aperte le iscrizioni per il Corso gratuito di

Rhinoceros e VRay

Organizzato da Link Bari al Politecnico

(max 100 persone)

Per informazioni contattate Link Politecnico su

facebook, inviate una mail a

[email protected] o passate dalla nostra

auletta nell’atrio coperto del Politecnico

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Giornale autofinanziato del Politecnico di Bari

Pagina 4 LINKastro - Giornale autofinanziato del Politecnico di Bari

Servizi agli studenti? Il Poliba dice NO Bari, 22 Marzo. Il Consiglio di Amministrazione del Politecnico decide di modificare, con una votazione a maggioranza, la percentuale, fino ad ora fissata al 60%, del fondo sul Diritto allo Studio, scegliendo per un'individuazione annua di tale percentuale. Ciò significa che per i prossimi anni, questa percentuale potrebbe corrispondere anche ad una cifra molto mi-nore rispetto a quella attuale. E' il 2010 e il Politecnico di Bari chiude l'anno con un buco di bilancio di 3 milioni di euro. Il Consiglio di Amministrazione, quindi decide di decurtare il fondo per gli studenti (il fondo della Legge 390, che riguarda le borse di studio fornite dall'Università, il miglioramento della didattica, attrezzature, servizi agli studenti, convenzioni, ecce-tera) di più di due milioni di euro, a fronte dei 3 milioni disponibili in precedenza. Questo significa che le risorse, per il pros-simo anno, ammonteranno a circa 900 mila euro. Il taglio apportato a questo fondo servirà a pagare gli stipendi, la pulizia, in generale, contribuirà ai capitoli legati alla gestione e alla manutenzione dell'Ateneo. Tutte cose sacrosante, ma la do-manda sorge spontanea. E' mai possibile che ogni qualvolta ci siano buchi da riempire, fondi tagliati, insufficienze economi-che, a pagarne, nel vero senso della parola, le spese siano sempre gli studenti? Viviamo in una situazione critica per tutta la popolazione studentesca, ripetutamente ed esclusivamente colpita da tutte le procedure governative degli ultimi anni. Come se ciò non bastasse, quando c'è da salvare la baracca, il peso maggiore ricade sempre sulle nostre spalle e l'Ammini-strazione dell'Università non esita un istante prima di calare la mannaia. Riteniamo inaccettabile che, a causa di anni di scriteriata amministrazione, le ripercussioni siano così pesanti sempre e solo per gli studenti. All'interno del nostro Ateneo i servizi erano già in precedenza mediocri, per usare un eufemismo, con il taglio ai finanziamenti non hanno fatto altro che peggiorare. Eppure le tasse sono aumentate in maniera corposa, nonostante le esplicite proteste degli studenti. Analizzan-do la situazione a livello più generale, siamo consapevoli del momento particolarmente spinoso, dovuto ad un finanziamen-to all'Università Pubblica ridotto all'osso ma crediamo che gli studenti debbano, comunque, essere tutelati e valorizzati, ricevendo un trattamento diverso da quello che, ormai, è diventata prassi.

Andrea Rizzo

Contatti

Link Politecnico: 080/5963232 [email protected] Andrea Rizzo: 340/5476237 [email protected] Clara Gentile: 329/0112066 [email protected] Claudio Cesaroni: 339/2463827 [email protected] Fabrizio Panzarini: 328/3373387 [email protected] Francesco Lorusso: 340/0633464 [email protected] Francesco Valentini: 333/9318218 [email protected]

Controagenda

Ogni giorno presso le nostre aulette

Ritira GRATUITAMENTE la tua CONTROAGENDA

All’interno troverai informazioni sulla nostra associazio-

ne, le nostre iniziative, l’altra riforma, lo statuto dei di-

ritti e la vita nell’Università!

Informazioni sull’Adisu, borse di studio e tanto altro

ancora!

Per info passate dalla nostra auletta nell’atrio coperto del Politecnico

Sono stati circa 80 mila i

partecipanti alla 16/a Gior-

nata delle memoria in ricor-

do delle vittime delle mafie,

che si è svolta a Potenza. Il

corteo è stato aperto da

Filomena Iemma e Gildo

Claps - la madre e il fratello

di Elisa, la studentessa po-

tentina di 16 anni scompar-

sa il 12 settembre 1993, il

cui cadavere e' stato trova-

to il 17 marzo 2010 nel sot-

totetto di una chiesa. Al

loro fianco c'erano don Lui-

gi Ciotti e il referente della

Basilicata di Libera, don

Marcello Cozzi. Subito dopo

i parenti delle 900 vittime

delle mafie, i cui nomi sono

stati elencati ieri sera in

una veglia di preghiera e

ricordati anche oggi al ter-

mine del corteo, dal palco.

Proprio don Ciotti ha defini-

to un'emozione gli occhi e

lo sguardo dei familiari delle

vittime, giunti a Potenza da

ogni parte d'Italia e d'Euro-

pa. E' anche importante -

ha aggiun-

to - che vi

sia un gior-

no all'anno

in cui ricor-

diamo tutte

le vittime

delle ma-

fie. Cosi'

come e'

importante

- ha con-

cluso - che

l ' impegno

sia di tutti i

giorni per-

ché la spe-

ranza e la

libertà de-

vono essere un impegno

quotidiano'. E' stato il chi-

rurgo Gino Strada, fondato-

re di Emergency, a comin-

ciare la lettura dei nomi

delle 900 vittime delle ma-

fie, al termine del corteo.'E'

stato un grandissimo onore

- ha detto Strada - perché

questa e' una bellissima

parte dell'Italia'. Ai cronisti

che gli chiedevano un com-

mento sul valore simbolico

del la Giornata del la

memoria e sui riflessi della

riforma della giustizia sulla

lotta alla mafia, Strada ha

risposto che 'in realtà ci

vorrebbe giustizia perché

in questo momento non ce

n'è proprio'. Dopo Strada,

parte dei nomi sono stati

letti anche dai magistrati

Giancarlo Caselli e Antonino

Ingroia. 'Non si può parlare

di riforma ma bisogna par-

lare di sequestro della giu-

stizia'- ha detto, riferendosi

al progetto di riforma della

giustizia deciso dal Gover-

no, don Luigi Ciotti. 'Questo

progetto - ha aggiunto -

indebolisce l'autonomia

d e l l a m a g i s t r a t u r a .

Non e' possibile sottomette-

re l'indipendenza dei pubbli-

ci ministeri al potere politi-

co. Dobbiamo dire 'no' alla

cancellazione dell'articolo

101 della Costituzione che

deve rimanere uno dei capi-

saldi del nostro ordinamen-

to. Dobbiamo difendere

l'indipendenza della magi-

stratura e l'uguaglianza dei

cittadini davanti alla legge'.

In un altro passaggio del

suo discorso, riferendosi

alle intercettazioni, don

Ciotti ha detto che 'senza le

intercettazioni, magistrati

come Caselli e Ingroia non

sarebbero qui'.'La vera for-

za della mafia e' fuori dalle

m a f i e e

la corruzione e' il vero volto

della mafia in Italia' ha pro-

seguito don Luigi Ciotti. Al

termine del suo intervento,

don Ciotti ha salutato le

migliaia di persone presenti

tenendo per mano don Mar-

cello Cozzi, referente lucano

di Libera, e Filomena Iem-

ma, madre di Elisa

Claps: 'E' una vergogna -

ha aggiunto don Ciotti - che

l'Italia non abbia inserito

nel codice penale i contenu-

ti del Trattato di Strasburgo

del 1999 contro la corruzio-

ne. In Italia - ha concluso -

si perdono 60 miliardi di

euro per la corruzione, i

so l d i c i sono ma

bisogna prenderli ai corrot-

ti'.

Da “libera.it”

Potenza al fianco delle vittime innocenti, contro le mafie e la corruzione

EDIZIO

NE SPE

CIALE

Per info passate dalla

nostra auletta a primo piano

del palazzo di

Scienze Politiche e

Giurisprudenza

www.linkbari.it

Il 31 Marzo fai scop-

piare le mafie

4

Potenza al fianco delle

vittime innocenti, contro

le mafie e la corruzione

1

Uniti per lo sciopero, ci

vediamo a Roma

2

26 e 27 Marzo,

l’alternativa alla fuga

2

L’AltraRiforma per il

diritto allo studio: Cosa

chiediamo

3

Sommario:

l prossimo 6 maggio lo sciopero gene-

r a l e i n d e t t o d a l l a C g i l s i

presenta come una grande occasione

per il cambiamento nel nostro

paese. Non sarà una data

rituale, e questo è gia dimo-

strato non solo per come è

stato letteralmente costruito

dal basso, dalle lotte di questi

mesi, ma anche dal fatto che

l'indizione delle «quattro ore»

fatta dalla segreteria è già

stata estesa all'intera giorna-

ta da molte categorie, dal

commercio alla funzione pub-

blica, alle telecomunicazioni

agli edili, e proposta dal segretario

generale dei metalmeccanici alla pro-

pria categoria.[...]A Pomigliano e Mira-

fiori, nella scuola o all'università, chi

governa lo fa in funzione degli interes-

si privati di pochi, trasformando i beni

comuni, siano essi i diritti o le

risorse, la conoscenza o la ricchezza

generale prodotta, in qualcosa

che è «privato», di pochi e per gli sco-

p i d i poch i . La democraz ia

diviene così il campo libero di manovra

di una rete di oligarchie, le

cricche, le caste, i potentati di affari, le

lobbies senza scrupolo alcuno, le ban-

de di arraffoni, corrotti, mafiosi. La

democrazia viene svuotata perché

«privata» del controllo pubblico sulle

scelte che riguardano tutti; separata

dalla giustizia sociale che è il suo fine.

Noi crediamo che sia giunto il momen-

to di dire basta. È il momento di affer-

mare con la forza di una partecipazio-

ne ed impegno civile e sociale che non

vi è più alcuna differenza tra le lotte

contro il ddl Gelmini e quelle degli o-

perai e operaie della Fiat, tra

la battaglia democratica contro l'oligar-

c h i a a l p o t e r e e l e s u e

nefandezze pubbliche e private e quel-

la per la dignità delle donne sul

lavoro e nella società. Non deve più

esserci nessuna separazione tra

democrazia e diritti, tra costituzione

formale e materiale. Aggravata

dalla proposta del ministro della Giusti-

z i a d i r e n d e r e l a C o r t e

Costituzionale dipendente dal governo

di turno.[...]È per questo che

riteniamo lo sciopero generale l'occa-

sione di praticare insieme questo

esercizio di libertà, di essere tutti uniti

perché i l 6 magg io questo

paese si fermi veramente e guardi come

prendere in mano il suo futuro.

A partire anche dal percorso di Uniticon-

trolacrisi che ha avuto origine

nella grande manifestazione della

Fiom del 16 ottobre scorso, fac-

ciamo appello a tutti coloro che

si stanno mobilitando nei propri

luoghi di vita, nelle industrie,

nell'università e nella scuola,

nelle realtà del lavoro autonomo

di seconda generazione, agli in-

tellettuali, agli artisti e a tutto il

mondo della conoscenza e

dell'informazione, ai comitati

ambientali e a coloro che si bat-

tono con i migranti per i diritti negati,

alle donne, perché questo sciopero sia

costruito dal basso, città per città, quar-

tiere per quartiere, e si concretizzi in

una grande e lunghissima giornata di

protesta e proposta. Uno sciopero che

sappia unire l'indignazione con la lotta

per i diritti sociali, che sia quindi una

sollevazione del popolo della nuova de-

mocrazia e della nuova società. Per co-

struirlo insieme bisogna cominciare subi-

to a mescolarci gli uni con gli altri, a

confrontarci tra tanti e diversi su come

fare, su cosa significhi «bloccare il pae-

se». Auspichiamo che si possa trovarci a

discuterne in una grande assemblea

nazionale il prossimo 25 marzo a Roma,

a ridosso della manifestazione in difesa

dell'acqua pubblica e per i referendum.

La primavera è già iniziata.

Uniti per lo sciopero, ci vediamo a Roma

Pagina 2

Dopo mesi intensi di mobilitazione cre-

diamo sia importante incontrarsi e

ripartire dai contenuti della nostra bat-

taglia. Serve infatti una discussione

pubblica che non si incentri solo sui

tempi, bensì sui temi. Promuoviamo

quindi un'occasione di confronto aper-

ta a tutte le realtà studentesche uni-

versitarie che in questi mesi hanno

condiviso in tutt'Italia il percorso di

altrariforma dell'università. Invitiamo

tutti a rileggere il testo provvisorio

dell'altrariforma, aggiornato all'ultimo

incontro nazionale, che si è svolto a

Torino nell'occupazione di Palazzo

Campana. Sarà importante potersi

confrontare sulla riforma degli statuti

alla luce dell'approvazione della rifor-

ma Gelmini. Abbiamo da tempo prepa-

rato, con un lavoro da parte di studen-

ti di tutt'Italia, un opuscolo di proposte

sulla riforma degli statuti. Sarà anche

e soprattutto un momento di confron-

to, in vista di una nuova stagione di

lotte, verso lo sciopero generale del 6

maggio. Due giorni con un'assemblea

e dei workshop tematici per ripubbli-

cizzare l'università e liberare l'Italia.

Ecco il programma:

26 marzo - Facoltà di Economia -

Università la Sapienza - Roma ore 9:30

- inizio dei lavori - introduzione e pre-

sentazione del testo dell'AltraRiforma

di Palazzo Campana Occupato.

ore 10 - workshop tematici:

- diritto allo studio, nuove forme di

Welfare, tra nuovi bisogni e vecchi

tagli.

- reinventare la partecipazione, rico-

struire la democrazia negli atenei.

- cosa imparare, come imparare: ripen-

sare la didattica.

- riscrivere i bilanci, ridisegnare la tas-

sazione.

- riforma degli statuti: il punto della

situazione.

Dalle 14:30 i workshop sono sospesi

per consentire la partecipazione all'im-

portante manifestazione nazionale

sull'acqua bene comune, verso il refe-

rendum.

ore 22 - concerto Krikka Reggae - CSOA

Intifada

27 marzo -facoltà di Sociologia - La

Sapienza - Roma

ore 9:30 - assemblea plenaria verso lo

sciopero generale: il movimento stu-

dentesco tra ripubblicizzazione dell'uni-

versità e liberazione dell'Italia.

26 e 27 Marzo, l'alternativa alla fuga

Giornale autofinanziato di Link Scienze Politiche e Link Giurisprudenza

L'ALTRA RIFORMA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO: COSA CHIEDIAMO

Giornale autofinanziato di Link Scienze Politiche e Link Giurisprudenza Pagina 3

1. Copertura totale delle borse di studio mediante un incremento dei trasferimenti statali alle regioni. Per raggiungere tale obietti-

vo è necessario un investimento pari a circa 100 milioni di euro*, per coprire gli oltre 30 mila studenti che per legge avrebbero

diritto alla borsa di studio ma, di fatto, non la ricevono.

2. Dopo aver raggiunto la copertura totale delle borse di studio, è necessario un ampliamento degli idonei, estendendo i criteri di

reddito sulla base dei quali viene assegnata la borsa di studio. Devono essere fissati inoltre per legge dallo Stato i livelli essenziali

delle prestazioni erogati dalle Regioni e in particolare l'entità minima garantita delle borse di studio.

3. Istituire convenzioni sui trasporti per gli studenti per rendere gratuiti da subito i trasporti urbani nelle aree municipali universi-

tarie, senza distinzione tra residenti e non residenti, e per ridurre al 50% il costo dei trasporti extraurbani in tutte le regioni per i

pendolari, per poi arrivare gradualmente alla gratuità totale della tratta casauniversità entro 4 anni.

4. Abolizione del prestito d'onore e di ogni forma di sostegno al diritto allo studio che preveda l'indebitamento degli studenti. In

particolare in questo contesto di carenza di finanziamenti sul diritto allo studio riteniamo che l'incentivazione del merito vada per-

seguita con opportunità di formazione di qualità e non con “mance” e erogazioni monetarie.

5. Incremento delle risorse per le borse part-time di collaborazione presso le università italiane (150 ore). Le borse vanno asse-

gnate secondo i criteri con cui vengono erogate le borse di studio, e va definito un livello minimo nazionale della retribuzione ora-

ria, pari alla media delle retribuzioni attuali.

6. Istituzione di una “borsa preventiva” di carattere nazionale, erogata agli studenti iscritti all'ultimo anno della scuola superiore

per favorire la loro libera scelta, indipendentemente dalla regione nella quale lo studente scegliesse di studiare.

7. Istituzione di organi di controllo da parte degli studenti per la qualità delle mense e dei servizi agli studenti.

8. Nessuna esternalizzazione ai privati dei servizi per il diritto allo studio.

9. Carta di cittadinanza studentesca per l'accesso gratuito ai contenuti culturali.

10. Piano pluriennale di finanziamento straordinario per l'edilizia universitaria, che finanzi la realizzazione, tramite il recupero di

determinate aree urbane, di nuove case dello studente e di alloggi pubblici a canone concordato. Servono inoltre iniziative, come

lo sportello casa gestito da Università e Comune, in grado di favorire la lotta al sommerso.

11. Borse Erasmus: aumento dell'integrazione ministeriale della quota erogata e concessione di una parte della borsa al momento

della partenza. Va inoltre prevista una differenziazione a seconda del costo della vita del paese di destinazione.

12. Copertura totale delle borse per i dottorandi.

13. Lotta serrata all'evasione e all'elusione fiscale nella contribuzione

universitaria.

14. Attivazione di un fondo speciale anticrisi per gli studenti le cui

condizioni reddituali sono mutate nel corso dell'anno a causa della

crisi economica.

Leggi il testo completo dell’AltraRiforma su

www.coordinamentouniversitario.it

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E’ partita la campagna di tesseramento

a Link Bari

E tu che aspetti?

Ricordiamo i prossimi eventi riguardanti il tema della acqua bene

comune:

26 Marzo

Ore 14 - Piazza della Repubblica, Roma

12 e 13 Giugno

Referendum abrogativo del Decreto Ronchi che

privatizza gli acquedotti italiani

Per maggiori info: www.acquabenecomune.org

Il 19 di Marzo decine di migliaia di persone erano a Potenza nella

marcia per il ricordo delle vittime di Mafia promossa da Libera. Anche

quest'anno il 31 di Marzo, la Rete della Conoscenza Bari (UdSBari,

LinKBari e ZonaFranka), in occasione dell'anniversario dell omicidio di

Francesco Marcone vittima della faida mafiosa nella Capitanata, pro-

muoviamo un'iniziativa tanto simbolica quanto simpatica in piazza

Umberto I. Faremo scoppiare pacificamente dei palloncini per ricor-

darci e per ricordare di come la Mafia continua tutt'oggi a mietere

vittime innocenti sopratutto in Puglia. Il peso della malavita organiz-

zata è tutt'ora un disagio sociale avvertito dalla cittadinanza tutta. E'

per questo che crediamo che la lotta contro le mafie, le loro cause e i

loro effetti, deve essere un principio fondamentale che dev'essere

promosso tanto nelle scuole quanto nelle piazze.

Invita tutti i tuoi amici in piazza il 31 di Marzo! Vieni pure tu a far

scoppiare le mafie!

Il 31 Marzo fai scoppiare le Mafie

Zona Franka c/o via M. di Montrone 80

Laboratorio politico, sociale, artistico e culturale