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Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro Dipartimento Tecnologie di Sicurezza Dicembre 2008 L L I I N N E E A A G G U U I I D D A A L’installazione dei dispositivi di protezione in caso di ribaltamento nei trattori agricoli o forestali Adeguamento dei trattori agricoli o forestali ai requisiti di sicurezza delle attrezzature di lavoro previsti al punto 2.4 della parte II dell’allegato V del D.Lgs. 81/08

L'INSTALLAZIONE DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE IN CASO … · ribaltamento nei trattori agricoli o forestali Adeguamento dei trattori agricoli o forestali ... tecniche utili a garantire

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Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro

Dipartimento Tecnologie di Sicurezza

LLIINNEEAA GGUUIIDDAA

L’installazione dei dispositivi di protezione in caso di ribaltamento nei trattori agricoli o forestali

Adeguamento dei trattori agricoli o forestali

ai requisiti di sicurezza delle attrezzature di

lavoro previsti al punto 2.4 della parte II

dell’allegato V del D.Lgs. 81/08

Dicembre 2008

Gruppo di lavoro nazionale

Adeguamento dei trattori agricoli o forestali ai requisiti di sicurezza delle attrezzature di lavoro previsti al punto 2.4 della parte II dell’allegato V del D. Lgs. 81/08

L’installazione dei dispositivi di protezione in caso

di ribaltamento nei trattori agricoli o forestali

Revisione n° 2 – Dicembre 2008

I

Presentazione L’adeguamento dei trattori agricoli o forestali a ruote o a cingoli ai requisiti di sicurezza delle attrezzature di lavoro previsti al punto 2.4 della parte II dell’allegato V del D.Lgs. 81/08 ha mostrato alcuni punti di criticità connessi soprattutto ai vincoli di natura tecnica, per la presenza sul territorio di un parco macchine estremamente diversificato, e procedurale, relativo soprattutto ai vincoli determinati dal processo di omologazione cui sono stati sottoposti i trattori all’atto della prima immissione sul mercato. Stante quanto sopra, l’ISPESL, su richiesta del Coordinamento tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro, del Ministero del Lavoro e delle Previdenza Sociale e del Ministero dello Sviluppo Economico, ha istituito uno specifico gruppo di lavoro con l’obiettivo di fornire utili informazioni tecniche per l’adeguamento dei trattori agricoli o forestali a ruote e a cingoli attraverso l’installazione di sistemi di ritenzione e di dispositivi di protezione in caso di capovolgimento. A tale gruppo di lavoro hanno partecipato, con propri rappresentanti, il Coordinamento tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro, il Ministero del Lavoro e delle Previdenza Sociale, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero dei Trasporti, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, le associazioni di categoria del settore ed esperti del mondo accademico e industriale. Il Gruppo di Lavoro, dopo la produzione delle linee guida per l’installazione delle cinture di sicurezza, ha portato a termine il secondo degli obiettivi prefissati ossia l’individuazione delle informazioni tecniche e procedurali necessarie per l’installazione dei dispositivi di protezione in caso di ribaltamento sui trattori a ruote, a carreggiata standard e a carreggiata stretta, e sui trattori cingolati. Partendo dai risultati di studi e ricerche realizzate sull’argomento dall’ISPESL e sulla base dei bollettini di omologazione di telai già sottoposti a prove di resistenza, sono state fornite informazioni tecniche sulle modalità di installazione dei dispositivi di protezione e sono state realizzate specifiche schede tecniche, differenziate in base alla tipologia di trattore e alla classe di massa, dove sono riportate le sezioni e gli spessori dei profilati, il diametro dei bulloni da utilizzare e le dimensioni geometriche che il telaio deve avere per garantire il rispetto del volume di sicurezza o zona libera. Le schede sono corredate da informazioni tecniche utili a garantire un robusto ancoraggio del telaio di protezione alla struttura portante del trattore. Con la presente linea guida si porta a compimento, nella forma e nella sostanza, il complesso percorso, iniziato nel lontano 1981 con la circolare n° 49 del Ministero del Lavoro e delle Previdenza Sociale, mirato a fornire le informazioni tecniche necessarie per l’adeguamento del parco trattori circolante ai requisiti di sicurezza contro il rischio di ribaltamento. In ogni caso, considerata anche l’enorme eterogeneità morfologica delle strutture portanti dei trattori in uso, le informazioni tecniche ai fini degli adempimenti previsti necessitano di aggiustamenti periodici mirati a rendere sempre più agevole la realizzazione e l’installazione dei dispostivi di protezione in caso di ribaltamento. Stante quanto sopra a distanza di dieci mesi dalla prima pubblicazione, è stato necessario rivedere la linea guida nell’ottica di fornire un sempre maggiore supporto tecnico mirato a facilitare il processo di adeguamento attraverso anche la definizione di soluzioni tecniche alternative a quelle già previste nella prima versione. Un esempio per tutte può essere la realizzazione dell’appendice tecnica all’interno della quale sono riportate tutte le informazioni necessarie per

II

l’adeguamento di specifici modelli di trattori attraverso la definizione dettagliata non solo del telaio ma anche dello specifico dispositivo di attacco. Tale appendice sarà oggetto di continua implementazione ed andrà ad interessare quei modelli di trattori che rappresentano una percentuale significativa del parco macchine circolante. Le informazioni tecniche migliorative implementate nella presente linea guida sono state il risultato di indagini sperimentali condotte mediante l’uso del banco prova per strutture di protezione del centro ricerche ISPESL di Monte Porzio Catone (RM) .

Il Presidente del Gruppo di Lavoro Dott. ing. Vittorio Mazzocchi

III

Composizione del Gruppo di Lavoro

Vittorio Mazzocchi Presidente del GdL, ISPESL – Dipartimento Tecnologie di Sicurezza

Vincenzo Laurendi Segretario scientifico del GdL, ISPESL - Dipartimento Tecnologie di Sicurezza

Aurelio Ferrazza ISPESL - Dipartimento Tecnologie di Sicurezza

Marco Pirozzi ISPESL - Dipartimento Tecnologie di Sicurezza

Leonardo Vita ISPESL - Dipartimento Tecnologie di Sicurezza

Simona Alemanno ISPESL - Dipartimento Tecnologie di Sicurezza

Elisabetta D’Alessandri ISPESL - Dipartimento Tecnologie di Sicurezza

Patrizia Di Stefano ISPESL – Dipartimento Omologazione e Certificazione

Sabrina Rapanà ISPESL - Dipartimento Tecnologie di Sicurezza

Mario Alvino Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale

Paolo Ivan Turchetta Ministero dei Trasporti

Francesco Bongiovanni Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali

Paolo Cavanna Ministero dello Sviluppo Economico

Ettore Gasparetto AIIA – Associazione Italiana Ingegneria Agraria

Domenico Pessina AIIA – Associazione Italiana Ingegneria Agraria

Avio Ferraresi Regione Emilia Romagna

Eugenio Ariano Regione Lombardia

Norberto Canciani Regione Lombardia

Pierluigi Cavazzin Regione Piemonte

Giovandomenico Zoccali Regione Toscana

Cecilia Nannicini Regione Toscana

Lionella Bardazzi Regione Toscana

Michele Galdi UNACOMA – Unione Nazionale Costruttori Macchine agricole

Fiorenzo Signorelli SAME Deutz Fahr Italia SpA

Sergio Calanca CNH – New Holland Italia SpA

Villiam Malverti Argo Tractors S.p.a.

Carlo Belvedere ASCOMAC – Federazione Nazionale Commercio Macchine

Donato Rotundo CONFAGRICOLTURA

Tommaso Buffa CIA – Confederazione Italiana Agricoltori

Romano Magrini COLDIRETTI

Paolo Di Martino COLDIRETTI

Roberto Paoluzzi CNR - IMAMOTER

Renato Delmastro CNR - IMAMOTER

Sandro Liberatori ENAMA -Ente Nazionale per la Meccanizzazione Agricola

Carlo Zamponi UNACMA – Unione Nazionale Commercianti Macchine Agricole

Alberto Tellini UNIMA - Unione Nazionale Imprese di Meccanizzazione Agricola

Giacomo Mocciaro UNIMA - Unione Nazionale Imprese di Meccanizzazione Agricola

IV

INDICE

Premessa 1 1. Scopo e campo di applicazione 2 2. Riferimenti normativi 2 3. Termini e definizioni 4 4. Metodologia di progettazione delle strutture di protezione contro il rischio di ribaltamento 5

4.1 Individuazione delle tipologie di trattori e suddivisione in classi di massa 5 4.2 Parametri di interesse 6 4.3 Conformazione e dimensionamento dei telai a due o quattro montanti 8 4.4 Conformazione e dimensionamento dei dispositivi di attacco al trattore 9

4.4.1 Classificazione dei dispositivi di attacco 10 4.4.2 Punti di ancoraggio sul trattore 11

4.4.3 Collegamento del dispositivo di attacco al telaio di protezione 11 4.5 Realizzazione di un modello agli elementi finiti per la simulazione delle prove statiche 13

5. Specifiche tecniche relative alle saldature 14 5.1 Principali norme di riferimento 14 6. Aspetti procedurali relativi all’installazione delle strutture di protezione 16 Allegato I

Scheda 1: telaio anteriore fisso piegato per trattori a carreggiata stretta con massa compresa fra 600 kg e 2000 kg 17

Scheda 2: telaio anteriore fisso saldato per trattori a carreggiata stretta con massa compresa fra 600 kg e 2000 kg 29

Scheda 3: telaio anteriore abbattibile piegato per trattori a carreggiata stretta con massa compresa fra 600 kg e 2000 kg 41

Scheda 4: telaio anteriore abbattibile saldato per trattori a carreggiata stretta con massa compresa fra 600 kg e 2000 kg 53

Scheda 5: telaio anteriore fisso piegato per trattori a carreggiata stretta con massa maggiore di 2000 kg e fino a 3400 kg 65

Scheda 6: telaio anteriore fisso saldato per trattori a carreggiata stretta con massa maggiore di 2000 kg e fino a 3400 kg 77

Scheda 7: telaio anteriore abbattibile piegato per trattori a carreggiata stretta con massa maggiore di 2000 kg e fino a 3400 kg 89

Scheda 8: telaio anteriore abbattibile saldato per trattori a carreggiata stretta con massa maggiore di 2000 kg e fino a 3400 kg 100

Scheda 9: telaio anteriore fisso piegato per trattori a cingoli con massa fino a 3000 kg 112

Scheda 10: telaio anteriore fisso saldato per trattori a cingoli con massa fino a 3000 kg 122

V

Scheda 11: telaio anteriore abbattibile piegato per trattori a cingoli con massa fino a 3000 kg 133

Scheda 12: telaio anteriore abbattibile saldato per trattori a cingoli con massa fino a 3000 kg 143

Scheda 13: telaio anteriore fisso piegato per trattori a cingoli con massa maggiore di 3000 kg e fino a 5000 kg 154

Scheda 14: telaio anteriore fisso saldato per trattori a cingoli con massa maggiore di 3000 kg e fino a 5000 kg 164

Scheda 15: telaio anteriore abbattibile piegato per trattori a cingoli con massa maggiore di 3000 kg e fino a 5000 kg 175

Scheda16: telaio anteriore abbattibile saldato per trattori a cingoli con massa maggiore di 3000 kg e fino a 5000 kg 186

Scheda 17: telaio posteriore fisso piegato per trattori a carreggiata stretta con massa compresa fra 600 kg e 2000 kg 197

Scheda 18: telaio posteriore fisso saldato per trattori a carreggiata stretta con massa compresa fra 600 kg e 2000 kg 205

Scheda 19: telaio posteriore abbattibile piegato per trattori a carreggiata stretta con massa compresa fra 600 kg e 2000 kg 213

Scheda 20: telaio posteriore abbattibile saldato per trattori a carreggiata stretta con massa compresa fra 600 kg e 2000 kg 223

Scheda 21: telaio posteriore fisso piegato per trattori a carreggiata stretta con massa maggiore di 2000 kg e fino a 3400 kg 233

Scheda 22: telaio posteriore fisso saldato per trattori a carreggiata stretta con massa maggiore di 2000 kg e fino a 3400 kg 241

Scheda 23: telaio posteriore abbattibile piegato per trattori a carreggiata stretta con massa maggiore di 2000 kg e fino a 3400 kg 249

Scheda 24: telaio posteriore abbattibile saldato per trattori a carreggiata stretta con massa maggiore di 2000 kg e fino a 3400 kg 259

Scheda 25: telaio posteriore fisso piegato per trattori a carreggiata standard con massa compresa fra 600 kg e 3000 kg 269

Scheda 26: telaio posteriore fisso saldato per trattori a carreggiata standard con massa compresa fra 600 kg e 3000 kg 276

Scheda 27: telaio posteriore abbattibile piegato per trattori a carreggiata standard con massa compresa fra 600 kg e 3000 kg 283

Scheda 28: telaio posteriore abbattibile saldato per trattori a carreggiata standard con massa compresa fra 600 kg e 3000 kg 293

Scheda 29: telaio posteriore fisso piegato per trattori a carreggiata standard con massa maggiore di 3000 kg e fino a 5000 kg 303

Scheda 30: telaio posteriore fisso saldato per trattori a carreggiata standard con massa maggiore di 3000 kg e fino a 5000 kg 310

Scheda 31: telaio posteriore abbattibile piegato per trattori a carreggiata standard con massa maggiore di 3000 kg e fino a 5000 kg 317

VI

Scheda 32: telaio posteriore abbattibile saldato per trattori a carreggiata standard con massa maggiore di 3000 kg e fino a 5000 kg 327

Scheda 33: telaio a quattro montanti piegato per trattori a carreggiata standard con massa compresa fra 600 kg e 3000 kg 337

Scheda 34: telaio a quattro montanti saldato per trattori a carreggiata standard con massa compresa fra 600 kg e 3000 kg 347

Scheda 35: telaio a quattro montanti piegato per trattori a carreggiata standard con massa maggiore di 3000 kg e fino a 5000 kg 355

Scheda 36: telaio a quattro montanti saldato per trattori a carreggiata standard con massa maggiore di 3000 kg e fino a 5000 kg 365

Scheda 37: telaio a quattro montanti piegato per trattori a carreggiata standard con massa maggiore di 5000 kg e fino a 11000 kg 373

Scheda 38: telaio a quattro montanti saldato per trattori a carreggiata standard con massa maggiore di 5000 kg e fino a 11000 kg 383

Scheda 39: telaio a quattro montanti piegato per trattori a cingoli con massa fino a 3000 kg 391

Scheda 40: telaio a quattro montanti saldato per trattori a cingoli con massa fino a 3000 kg 401

Scheda 41: telaio a quattro montanti piegato per trattori a cingoli con massa maggiore di 3000 kg e fino a 5000 kg 409

Scheda 42: telaio a quattro montanti saldato per trattori a cingoli con massa maggiore di 3000 kg e fino a 5000 kg 419

Scheda 43: telaio a quattro montanti piegato per trattori a cingoli con massa maggiore di 5000 kg e fino a 11000 kg 427

Scheda 44: telaio a quattro montanti saldato per trattori a cingoli con massa maggiore di 5000 kg e fino a 11000 kg 437

Scheda 45: telaio posteriore fisso piegato per trattori a cingoli con massa fino a 5000 kg 445

Scheda 46: telaio posteriore fisso saldato per trattori a cingoli con massa fino a 5000 kg 451

Scheda 47: telaio posteriore abbattibile piegato per trattori a cingoli con massa fino a 5000 kg 458

Scheda 48: telaio posteriore abbattibile saldato per trattori a cingoli con massa fino a 5000 kg 467

Scheda 49: telaio a quattro montanti saldato per trattori a cingoli con massa maggiore di 11000 kg e fino a 16000 kg 476

Scheda 50: telaio a quattro montanti saldato per trattori a cingoli con massa maggiore di 16000 kg e fino a 20000 kg 484

Allegato II

1. Dispositivi di attacco di classe A1 e A2 493 1.1 Dispositivi di attacco di classe A1 494

VII

1.1.1 Conformazione di base del dispositivo di attacco con struttura laminare 494 1.1.1.1 Dispositivo di attacco con struttura laminare e disposizione

verticale dei punti di ancoraggio 496 1.1.1.2 Dispositivo di attacco a struttura laminare e disposizione

orizzontale dei punti di ancoraggio 496 1.1.1.3 Dispositivo di attacco a struttura laminare e disposizione

obliqua dei punti di ancoraggio 496 1.1.1.4 Dispositivo di attacco a struttura laminare con disposizione

irregolare dei punti di ancoraggio 497 1.1.2 Conformazione di base del dispositivo di attacco con struttura tubolare 498

1.1.2.1 Dispositivo di attacco con struttura tubolare e disposizione verticale dei punti di ancoraggio 500

1.1.2.2 Dispositivo di attacco con struttura tubolare e disposizione orizzontale dei punti di ancoraggio 500

1.1.2.3 Dispositivo di attacco con struttura tubolare e disposizione obliqua dei punti di ancoraggio 501

1.1.2.4 Dispositivo di attacco a struttura tubolare e disposizione irregolare dei punti di ancoraggio 501

1.2 Dispositivi di attacco di classe A2 502 1.2.1 Conformazione di base del dispositivo di attacco a struttura tubolare 502

1.2.1.1 Dispositivo di attacco a struttura tubolare con disposizione verticale dei punti di ancoraggio 507

1.2.1.2 Dispositivo di attacco a struttura tubolare con disposizione orizzontale dei punti di ancoraggio 508

1.2.1.3 Dispositivo di attacco a struttura tubolare con disposizione obliqua dei punti di ancoraggio 510

1.2.1.4 Dispositivo di attacco a struttura tubolare con disposizione irregolare dei punti di ancoraggio 511

1.2.2 Conformazione di base del dispositivo di attacco a struttura tubolare 511 1.2.2.1 Dispositivo di attacco a struttura tubolare con disposizione

verticale dei punti di ancoraggio 515 1.2.2.2 Dispositivo di attacco a struttura tubolare con disposizione

orizzontale dei punti di ancoraggio 515 1.2.2.3 Dispositivo di attacco a struttura tubolare con disposizione

obliqua dei punti di ancoraggio 515 1.2.2.4 Dispositivo di attacco a struttura tubolare con disposizione

irregolare dei punti di ancoraggio 515 2. Dispositivi di attacco di classe B 516 3. Dispositivi di attacco di classe C 519

VIII

4. Dispositivi di attacco di classe D 522 4.1 Dispositivo di attacco con disposizione orizzontale dei punti di ancoraggio 522 4.2 Dispositivo di attacco con disposizione verticale dei punti di ancoraggio 523 4.3 Dispositivo di attacco con disposizione obliqua dei punti di ancoraggio 524 4.4 Dispositivo di attacco con disposizione irregolare dei punti di ancoraggio 525

Allegato III: Dichiarazione di conformità del telaio di protezione 526 Allegato IV: Dichiarazione di corretta installazione 527 Allegato V: Dichiarazione del costruttore di non disponibilità della struttura di protezione

contro il rischio di ribaltamento 528 Appendice

Scheda 1A: Adeguamento dei trattori a cingoli modello fiat 605 e simili (405, 455, 505, ecc.) 1A - 1

Scheda 2A: Adeguamento dei trattori a cingoli modello fiat 120c e simili (60c, 70c, 80c, ecc.) 2A - 1

Scheda 3A: Adeguamento dei trattori a cingoli modello lamborghini c553 3A - 1 Scheda 4A: Adeguamento dei trattori a ruote a carreggiata standard

modello same minitauro 4A - 1 Scheda 5A: Adeguamento dei trattori a ruote a carreggiata standard

modello fiat 640 e simili (600, 540, etc.) 5A - 1

IX

Premessa

Il D.Lgs. 81/08 stabilisce una serie di obblighi a carico del datore di lavoro tra i quali quello di adeguare talune attrezzature di lavoro a specifici requisiti di sicurezza. In particolare, punto 2.4 della parte II dell’allegato V del D. Lgs. 81/08, è richiamata la necessità di limitare i rischi derivanti dal ribaltamento delle attrezzature di lavoro mobili con lavoratore o lavoratori a bordo mediante l’adozione di particolari misure. Allo stato delle conoscenze attuali, per i trattori agricoli o forestali, i principali sistemi di prevenzione a fronte del pericolo di ribaltamento sono essenzialmente rappresentati da sistemi di prevenzione di tipo passivo, cioè finalizzati ad evitare che il verificarsi dell’evento pericoloso comporti conseguenze per l'incolumità del lavoratore o a ridurre comunque l’entità di tali conseguenze. I sistemi di protezione generalmente adottati nel caso dei trattori si basano sul principio di mantenere l’operatore all’interno di un “volume di sicurezza” o “zona libera”, in tal modo infatti, il rischio per l'operatore di restare schiacciato tra le parti costituenti il trattore ed il suolo può essere ragionevolmente escluso. Per conseguire questo risultato, pertanto, occorre che il trattore sia equipaggiato con:

1. un vero e proprio dispositivo di protezione in caso di capovolgimento del trattore, ossia una struttura adeguatamente rigida installata direttamente sul trattore, avente essenzialmente lo scopo di garantire un volume di sicurezza destinato a contenere l’operatore (telaio di protezione);

2. un dispositivo che, indipendentemente dalle condizioni operative del trattore, trattenga l'operatore al posto di guida (cintura di sicurezza).

Limitatamente all’installazione delle cinture di sicurezza, gli aspetti tecnici connessi sono stati già trattati in una specifica linea guida nazionale (disponibile nel sito dell’ISPESL alla pagina http://www.ispesl.it/Linee_guida/tecniche/LGadeguamento_trattori.pdf). Per quel che riguarda invece l’applicazione dei dispositivi di protezione in caso di capovolgimento, va rilevato che, a livello nazionale l’esigenza di adeguare i trattori agricoli con questi dispositivi si pone ancora oggi concretamente per una parte rilevante del parco degli esemplari attualmente in esercizio. Infatti, l’obbligo di applicare i telai di sicurezza - pure esplicitamente richiamato dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale con la pubblicazione di una serie di circolari sull’argomento - risulta essere stato diffusamente disatteso a cagione, anche, di una serie di concorrenti circostanze, una delle quali è rappresentata dalla mancata disponibilità di precisi indirizzi tecnico-costruttivi almeno per talune tipologie di trattori. Pertanto nel presente documento - mirando anche al completamento degli indirizzi tecnico costruttivi finora mancanti ed all’aggiornamento secondo le conoscenze tecniche attuali di quelli a suo tempo resi disponibili - sono precisati, per singola tipologia di trattore, i requisiti costruttivi dei dispositivi di protezione in caso di capovolgimento e fornite le relative istruzioni e procedure per la loro realizzazione ed applicazione.

1

1. Scopo e campo di applicazione Il presente documento specifica i requisiti di sicurezza e di verifica per la costruzione e l’installazione di telai di protezione in caso di ribaltamento nonché dei relativi dispositivi di attacco per trattori agricoli o forestali già immessi sul mercato, appartenenti alle seguenti categorie:

1. trattori a ruote a carreggiata stretta. Rientrano in questa categoria i trattori aventi le seguenti caratteristiche: - altezza minima dal suolo, misurata nel punto più basso sotto gli assi anteriore o posteriore,

tenendo conto del differenziale, non superiore a 600 mm; - carreggiata minima, fissa o regolabile, di uno dei due assi inferiore ai 1.150 mm; - massa superiore a 600 kg.

2. trattori a ruote “standard”. Rientrano in questa categoria i trattori aventi le seguenti

caratteristiche: - altezza minima dal suolo non superiore a 1.000 mm; - carreggiata minima fissa o regolabile di uno degli assi motori almeno di 1.150 mm; - massa superiore o uguale a 800 kg.

3. trattori a cingoli. Rientrano in questa categoria tutti i trattori a cingoli.

Fermo restando le definizioni di cui sopra, la presente linea guida si applica anche a trattori a ruote “standard” con massa compresa fra 600 e 800 kg. In ogni caso, i principi tecnici (VdS, VUC, Punto S del sedile ecc.) individuati possono essere un utile riferimento per la progettazione e la costruzione di telai di protezione e relativi dispositivi di attacco da applicarsi anche a trattori a ruote con massa inferiore o uguale a 600 kg.

2. Riferimenti normativi La principale normativa di riferimento per i trattori agricoli o forestali che risulta di interesse è, in ordine cronologico di emanazione, la seguente:

1. circolare del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 26 gennaio 1973, n. 201

Prevenzione infortuni - Cabine o telai di protezione nei trattori agricoli; 2. circolare del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 29 settembre 1973, n. 209

Prevenzione infortuni - Cabine o telai di protezione nei trattori agricoli - Seguito alla circolare n. 201;

3. direttiva 74/150/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative all’omologazione dei trattori agricoli o forestali a ruote. Tale direttiva è stata recepita nell’ordinamento italiano dalla Legge n. 572/1977 – G.U. n° 231 del 25 agosto 1977. La direttiva

2

74/150/CE è stata modificata dalle direttive 79/694/CEE, 82/890/CEE, 88/297/CEE, 97/54/CE e 2000/25/CE e adeguata al progresso tecnico dalla direttiva 2001/3/CE. La direttiva 74/150/CEE è stata abrogata dalla direttiva 2003/37 con decorrenza dal 1° luglio 2005;

4. direttiva 77/536/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative ai dispositivi di protezione in caso di capovolgimento dei trattori agricoli o forestali a ruote. Tale direttiva è stata recepita nell’ordinamento italiano dal DPR n° 212 del 10 febbraio 1981 – supplemento n° 24 alla G.U. n° 133 del 16 maggio 1981. La direttiva 77/536/CEE è stata modificata dalle direttive 87/354/CEE e 89/680/CEE e adeguata al progresso tecnico con direttiva 1999/55/CE;

5. direttiva 79/622/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative ai dispositivi di protezione in caso di capovolgimento dei trattori agricoli o forestali a ruote (prove statiche). Tale direttiva è stata recepita nell’ordinamento italiano dal DPR n° 296 del 18 marzo 1983 – supplemento n° 36 alla G.U. n° 169 del 22 giugno 1983. La direttiva 79/622/CEE è stata modificata dalla direttiva 87/354/CEE e adeguata al progresso tecnico dalle direttive 82/953/CEE, 88/413/CEE e 1999/40/CE;

6. circolare del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 19 maggio 1981, n. 49 Prevenzione infortuni - Cabina e telaio di protezione di trattrici agricole a ruote;

7. direttiva 86/298/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative ai dispositivi di protezione, del tipo a due montanti posteriori, in caso di capovolgimento dei trattori agricoli o forestali a ruote a carreggiata stretta. Tale direttiva è stata recepita nell’ordinamento italiano dal D.M. del 18 maggio 1989 – supplemento n° 72 alla G.U. n° 217 del 16 settembre 1989. La direttiva 86/298/CEE è stata modificata dalla direttiva 89/682/CEE, adeguata al progresso tecnico dalla direttiva 2000/19/CE e modificata da ultimo dalla direttiva 2005/67/CE;

8. direttiva 87/402/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative ai dispositivi di protezione in caso di capovolgimento dei trattori agricoli o forestali a ruote, a carreggiata stretta, montati anteriormente. Tale direttiva è stata recepita nell’ordinamento italiano dal D.M. del 5 agosto 1991 – supplemento n° 8 alla G.U. n° 12 del 16 gennaio 1992. La direttiva 87/402/CEE è stata modificata dalla direttiva 89/681/CEE, adeguata al progresso tecnico dalla direttiva 2000/22/CE e modificata da ultimo dalla d irettiva 2005/67/CE;

9. codice 8 OCSE - Prove ufficiali dei dispositivi di protezione dei trattori agricoli o forestali a cingoli;

10. D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285 - Nuovo codice della strada – supplemento ordinario alla G.U. n° 114 del 18 maggio 1992 e successive modifiche;

11. DPR 16 dicembre 1992, n. 495 - Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada - supplemento ordinario alla G.U. n° 303 del 28 dicembre 1992 e successive modifiche;

12. direttiva 2003/37/CE relativa all’omologazione dei trattori agricoli o forestali, dei loro rimorchi e delle loro macchine intercambiabili trainate, nonché dei sistemi, componenti ed entità tecniche di tali veicoli, che abroga la direttiva 74/150/CEE. Tale direttiva è stata recepita nell’ordinamento italiano dal Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 19 novembre 2004 –

3

supplemento ordinario della G.U. – serie generale n° 88 del 16 aprile 2005. La direttiva 2003/37/CE è stata modificata dalla direttiva 2005/67/CE;

13. circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 16 marzo 2005, n. 11. Requisiti di sicurezza dei trattori agricoli rispetto al rischio di ribaltamento.

14. circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 28 febbraio 2007, n. 03. Requisiti di sicurezza dei trattori agricoli o forestali - Applicazione di dispositivi di protezione per il conducente in caso di ribaltamento;

15. D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81 Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto, n. 123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro

3. Termini e definizioni Trattore - qualsiasi trattore agricolo o forestale a ruote o cingoli, a motore, avente almeno due assi ed una velocità massima per costruzione non inferiore a 6 km/h, la cui funzione è costituita essenzialmente dalla potenza di trazione, progettato appositamente per tirare, spingere, portare o azionare determinate attrezzature intercambiabili destinate ad usi agricoli o forestali, oppure per trainare rimorchi agricoli o forestali. Esso può essere equipaggiato per trasportare carichi in contesto agricolo o forestale ed essere munito di sedili per accompagnatori. Dispositivo di protezione in caso di capovolgimento, di seguito denominato “struttura di protezione” - struttura di protezione installata sul trattore avente essenzialmente lo scopo di evitare, ovvero limitare i rischi per il conducente in caso di capovolgimento del trattore durante un’utilizzazione normale. La struttura di protezione nei suoi elementi essenziali si compone di un telaio a due o quattro montanti e di un dispositivo di attacco. Massa del trattore - peso del trattore in ordine di marcia, senza accessori forniti a richiesta, ma con liquido di raffreddamento, lubrificanti, carburante, attrezzatura e conducente il cui peso è valutato mediamente in 75 kg. Carreggiata dei vari assi – distanza misurata tra i piani di simmetria dei pneumatici semplici o accoppiati secondo il montaggio normale dei pneumatici. Zona libera o volume di sicurezza (VdS) – volume individuato nelle figure 1 e 2 di cui al paragrafo 4.2. Molte delle dimensioni del VdS sono state mutuate dal Deflection Limit Volume (DLV) di cui al codice OCSE n° 8. Punto S del sedile – punto da cui partire per la determinazione del VdS. Tale punto è individuato dalla intersezione dei piani rappresentati in figura 3 di cui al paragrafo 4.2. Volume Utile di Collegamento (VUC) - volume all’interno del quale deve essere collegato il telaio a due o a quattro montanti ai dispositivi di attacco (vedi fig. 5, 6 e 7 di cui al par. 4.4.3).

4

Telaio a due o a quattro montanti – parte superiore della struttura di protezione di cui al paragrafo 4.3. Dispositivi di attacco – dispostivi individuati al paragrafo 4.4 che consentono il collegamento fisico-meccanico del telaio a due o quattro montanti ai punti di ancoraggio sul trattore. Punti di ancoraggio sul trattore – elementi meccanici già presenti sul trattore nella configurazione originaria prevista dal costruttore, ovvero appositamente realizzati e che possono essere utilizzati per il collegamento fra dispositivo di attacco e trattore. I requisiti tecnici essenziali che devono essere posseduti dai punti di ancoraggio sono individuati al paragrafo 4.4.2.

4. Metodologia di progettazione delle strutture di protezione contro il rischio di ribaltamento La progettazione delle strutture di protezione riportate nella presente linea guida è stata effettuata attraverso una metodologia di analisi i cui principali elementi caratterizzanti possono essere essenzialmente ricondotti in:

1. individuazione delle tipologie di trattori e loro suddivisione in classi di massa; 2. definizione e quantificazione dei parametri di interesse ai fini della progettazione; 3. conformazione e dimensionamento dei telai a due o quattro montanti; 4. conformazione e dimensionamento dei dispositivi di attacco al trattore; 5. realizzazione di un modello agli elementi finiti per la simulazione delle prove statiche

di cui alle specifiche direttive comunitarie.

4.1 Individuazione delle tipologie di trattori e suddivisione in classi di massa Le principali tipologie di trattori (trattori standard, a carreggiata stretta e a cingoli) sono state indagate in relazione alla loro possibile suddivisione in classi di massa ed in relazione alle differenti tipologie di telai di protezione che ad esse possono essere applicati (quattro montanti, due montanti anteriori o posteriori sia fissi che abbattibili). Da un’analisi dell’attuale stato delle conoscenze tecnologiche in materia di prevenzione del rischio da ribaltamento e sulla base dei dati di omologazione messi a disposizione dai principali costruttori nazionali di trattori, sono state individuate le classi di massa ed i relativi possibili telai di protezione riportati in tabella 1. Ai fini degli adeguamenti previsti, la scelta fra le diverse conformazioni dei telai di protezione (a due montanti anteriore o posteriore, abbattibile o meno, o a quattro montanti), sempre nell’ambito della classificazione di cui alla tabella 1, deve essere effettuata anche in relazione alla disponibilità di idonei punti di ancoraggio di cui al paragrafo 4.4.2.

5

Tabella 1. Tipologie e classi di massa di trattori in relazione ai telai di protezione applicabili. Tipologia di trattore Classe di massa [kg] Telaio di protezione

Due montanti anteriore abbattibile/fisso 600 ≤ M ≤ 2000

Due montanti posteriore abbattibile/fisso Due montanti anteriore abbattibile/fisso

Carreggiata stretta 2000 < M ≤ 3400

Due montanti posteriore abbattibile/fisso Due montanti posteriore abbattibile/fisso

600 ≤ M ≤ 3000 Quattro montanti Due montanti posteriore abbattibile/fisso

3000 < M ≤ 5000 Quattro montanti

Carreggiata standard

5000 < M ≤ 11000 Quattro montanti Due montanti anteriore abbattibile/fisso Due montanti posteriore abbattibile/fisso M ≤ 3000 Quattro montanti Due montanti anteriore abbattibile/fisso Due montanti posteriore abbattibile/fisso 3000 < M ≤ 5000 Quattro montanti

A cingoli

5000 < M ≤ 11000 11000 < M ≤ 16000*

16000 < M ≤ 20000*Quattro montanti

4.2 Parametri di interesse Ai fini dell’ottimale dimensionamento delle strutture di protezione e della adattabilità delle medesime alla multiforme situazione strutturale che caratterizza il parco macchine esistente, è stato necessario individuare alcuni parametri validi per tutte le tipologie e classi di massa di trattori:

1. Volume di Sicurezza (VdS). Il VdS è stato definito a seconda della tipologia di struttura di protezione applicata:

• struttura di protezione a quattro montanti: per tale struttura le dimensioni e la conformazione del VdS, riportate in fig. 1, sono state mutuate dal Deflection Limit Volume (DLV) di cui al codice OCSE n° 8;

• struttura di protezione a due montanti anteriore: per tale struttura il VdS, così come descritto al punto precedente, risulta ruotato di 15° in avanti (vedi fig. 2 lato destro);

• struttura di protezione a due montanti posteriore: per tale struttura il VdS, risulta arrotondato nella sua parte anteriore (vedi fig. 2 lato sinistro).

2. Punto S del sedile. Punto da cui partire per la determinazione del VdS. Il punto S è individuato dalla intersezione di tre piani rappresentati in figura 3: • piano orizzontale del sedile, tangente all’estremo superiore della seduta del sedile; • piano verticale, longitudinale rispetto al trattore e passante per la linea di mezzeria del

sedile; • piano verticale, trasversale rispetto al trattore e tangente al punto più interno dello

schienale del sedile.

* Aggiornamento dicembre 2008

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Nel caso di sedili regolabili, per la determinazione del punto S è necessario che il sedile sia situato nella posizione più arretrata del sistema di regolazione orizzontale, con lo schienale nella sua massima posizione reclinata all’indietro. Se la regolazione della posizione verticale del sedile è indipendente dalla regolazione della posizione orizzontale, occorre regolare il sedile nella posizione più alta consentita dal sistema di regolazione verticale. Se il sedile è munito di sospensione, essa deve essere fissata nella posizione intermedia ed il sedile zavorrato con una massa di 55 kg. In caso di sedili girevoli il sedile deve essere posto in posizione di guida rivolta verso l’avanti. Ai fini degli adeguamenti previsti, la determinazione del punto S è fondamentale in quanto consente di individuare il Volume Utile di Collegamento e quindi posizionare adeguatamente la struttura di protezione (vedi par. 4.4.3).

3. Volume Utile di Collegamento (VUC). Il volume all’interno del quale il telaio di protezione deve essere collegato ai dispositivi di attacco (vedi fig. 5, 6 e 7 di cui al par. 4.4.3).

Figura 1. Volume di sicurezza per struttura di protezione a quattro montanti. Dimensioni in mm

Figura 2. Volume di sicurezza per struttura di protezione a due montanti posteriore (a sinistra) ed anteriore (a destra). Dimensioni in mm

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Figura 3. Individuazione del punto S del sedile

4.3 Conformazione e dimensionamento dei telai a due o quattro montanti La progettazione dei telai di protezione, fermo restando la suddivisone in tipologie e classi di trattori di cui al paragrafo 4.1, tabella 1, è stata effettuata partendo dai dati di omologazione messi a disposizione dai principali costruttori nazionali di trattori. Le differenti tipologie di telai progettati, suddivisi in specifiche schede tecniche, sono riportate nell’allegato I della presente linea guida. In ognuna delle schede tecniche sono illustrati i seguenti elementi di base necessari alla realizzazione dei telai:

1. materiali da utilizzare; 2. numero, dimensioni e spessori dei tubolari; 3. numero, dimensioni e spessori delle piastre; 4. numero, tipologie e classi di viti/bulloni.

Le schede tecniche si riferiscono a telai di protezione a due montanti posteriori, fissi o abbattibili, a due montanti anteriori, fissi o abbattibili ed a quattro montanti. Nel caso di telai a due montanti anteriori fissi o abbattibili è prevista la realizzazione di un telaio rigido posteriore avente la funzione di

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garantire, in caso di ribaltamento, la non intrusione del cosiddetto piano di terra1 nel VdS - Volume di Sicurezza. Le schede tecniche si riferiscono a telai di protezione che possono essere realizzati con tubolari piegati ovvero con tubolari tagliati a misura e fra loro saldati. In quest’ultimo caso è sempre necessario che le saldature siano eseguite facendo riferimento a quanto previsto al paragrafo 5. In ogni scheda sono inoltre riportati i risultati delle simulazioni delle prove previste dalle relative direttive comunitarie effettuate utilizzando il metodo agli elementi finiti. Il materiale indicato nelle schede tecniche per la costruzione dei telai è l’Fe 360 C. La designazione C del materiale non deve ritenersi vincolante; può quindi essere impiegato un acciaio qualunque della serie Fe 360. Sempre in riferimento alla tipologia di acciaio, si evidenzia che la designazione Fe 360 è corrispondente alle designazioni S235 e St 37. Per quanto concerne le dimensioni riportate nelle schede tecniche queste presentano una tolleranza max del ±5%.

4.4 Conformazione e dimensionamento dei dispositivi di attacco al trattore Per dispositivo di attacco si intende l’elemento che consente il collegamento fisico–meccanico del telaio a due o quattro montanti ai punti di ancoraggio sul trattore. Nella presente linea guida sono fornite specifiche tecniche riguardo la conformazione e le dimensioni di tali dispositivi. Al riguardo, è tuttavia doveroso richiamare l’attenzione sul fatto che, non essendo possibile individuare in modo univoco le caratteristiche dei dispositivi di attacco, in quanto strettamente dipendenti dall’architettura del trattore e dalla posizione dei punti di ancoraggio, l’applicabilità delle soluzioni tecniche fornite dovrà essere sempre valutata caso per caso. Ciononostante, per facilitare il processo di adeguamento di quei trattori che rappresentano una quota significativa del parco circolante, sono stati progettati e provati dispositivi di attacco “ad hoc” riportati in appendice alla presente linea guida. Tale appendice sarà periodicamente implementata. Il dispositivo di attacco può essere schematicamente suddiviso in tre parti principali:

• un elemento superiore; • un elemento inferiore di collegamento; • un elemento intermedio.

Per elemento superiore di collegamento si intende il componente meccanico che consente il collegamento con il telaio di protezione. Per elemento inferiore di collegamento si intende il complesso dei componenti meccanici che consentono il collegamento della struttura di protezione ai punti di ancoraggio presenti sul trattore. L’elemento intermedio è il componente meccanico di collegamento fra i primi due. La conformazione del dispositivo di attacco, evidenziata in figura 4, può essere adattata alle caratteristiche costruttive del singolo trattore variando sia la componente verticale (H), da “0” fino al valore massimo Hmax, che la componente orizzontale (L), da “0” fino al valore massimo Lmax.

1 Per piano di terra si individua la superficie sulla quale il trattore, dopo il ribaltamento, è supposto giacere.

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Il dispositivo di attacco può essere disposto in maniera tale che la componente orizzontale (L) sia trasversale al piano longitudinale del trattore, come illustrato in figura 4, ovvero parallela al piano stesso, ovvero in una qualsiasi delle posizioni intermedie. In ogni caso le possibili configurazioni, fermo restando il rispetto del Volume Utile di Collegamento (VUC) di cui al paragrafo 4.4.3, devono essere compatibili con l’architettura del trattore, con i possibili ingombri e con la disponibilità di punti di ancoraggio.

Figura 4. Conformazione e principali dimensioni del dispositivo di attacco

La conformazione, i materiali da utilizzare e le dimensioni dei dispositivi di attacco, in termini di spessore e di rinforzi necessari, strettamente dipendenti dalla tipologia e classe di massa del trattore (vedi tab. 1 di cui al par. 4.1), sono riportate in allegato II. Il materiale indicato nell’allegato II per la costruzione dei dispositivi di attacco è l’Fe 360 C. La designazione C del materiale non deve ritenersi vincolante, può quindi essere impiegato un acciaio qualunque della serie Fe 360. Sempre in riferimento alla tipologia di acciaio si evidenzia che la designazione Fe 360 è corrispondente alle designazioni S235 e St 37. Le dimensioni riportate nell’allegato II presentano una tolleranza max del ± 5%. Le saldature necessarie alla realizzazione di tutti gli elementi costituenti i dispositivi di attacco proposti devono essere eseguite facendo riferimento a quanto previsto al paragrafo 5.

4.4.1 Classificazione dei dispositivi di attacco In relazione alla tipologia di punti di ancoraggio presenti sul trattore, di cui al paragrafo 4.4.2, sono stati progettati dispositivi di attacco caratterizzati da specifiche conformazioni e le cui dimensioni

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sono state calcolate in funzione della tipologia e classe di massa del trattore. Ai fini della normalizzazione della conformazione dei dispositivi di attacco si è ritenuto necessario suddividere i suddetti dispositivi in cinque classi: A1, A2, B, C e D (vedi allegato II).

4.4.2 Punti di ancoraggio sul trattore Particolare rilevanza, in termini di resistenza alle sollecitazioni a cui è sottoposta la struttura di protezione, assume l’elemento inferiore del dispositivo di attacco che consente il collegamento ai punti di ancoraggio presenti sul trattore. Questo elemento deve essere adeguatamente conformato e dimensionato in maniera tale da collegarsi solidalmente ai seguenti possibili punti di ancoraggio:

1. sedi per viti - Le sedi per viti possono individuarsi sulla struttura del trattore in posizione tale da garantire l’ottimale collegamento del dispositivo di attacco al telaio di protezione come indicato al paragrafo 4.4.3. Le sedi per viti devono essere di dimensioni compatibili con le viti previste nei relativi dispositivi di attacco e riportate in allegato II. Stante l’estrema differenziazione strutturale del parco macchine circolante, le sedi per viti si possono presentare con la seguente disposizione spaziale: • verticale – la superficie su cui giacciono le sedi per viti è piana ed ortogonale al terreno; • orizzontale – la superficie su cui giacciono le sedi per viti è piana e parallela al terreno; • obliqua – la superficie su cui giacciono le sedi per viti è piana ed inclinata di un angolo α

rispetto alla verticale; • irregolare – la superficie su cui giacciono le sedi per viti non è piana;

2. posti sull’assale posteriore - Nelle strutture di protezione a due montanti posteriori e nei

montanti posteriori delle strutture di protezione a quattro montanti, gli ancoraggi sul trattore possono essere realizzati anche sull’assale posteriore. In questo caso, laddove non vi siano opportune sedi per viti di cui al punto precedente, è necessario che i dispositivi di attacco siano equipaggiati con una struttura di tipo a cravatta per il fissaggio sull’assale posteriore. Le specifiche di tale struttura sono descritte al paragrafo 2 dell’allegato II relativo ai dispositivi di attacco di classe B;

3. posti sul gruppo frizione-cambio - Nel caso di strutture di protezione a due montanti anteriori

ovvero nei due montanti anteriori delle strutture di protezione a quattro montanti, laddove non siano presenti opportune sedi per viti, è possibile ottenere punti di ancoraggio realizzando un dispositivo di attacco a struttura autoportante, installato sul gruppo frizione-cambio, la cui conformazione è riportata al paragrafo 3 dell’allegato II relativo ai dispositivi di attacco di classe C.

4.4.3 Collegamento del dispositivo di attacco al telaio di protezione Il collegamento dell’elemento superiore del dispositivo di attacco al telaio di protezione deve essere realizzato all’interno del Volume Utile di Collegamento VUC. Il VUC è stato dimensionato in maniera

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tale che, per le differenti tipologie di telai di protezione, sia garantito, in caso di ribaltamento, il VdS - Volume di Sicurezza. A tale scopo è di fondamentale importanza che il telaio sia posizionato simmetricamente rispetto al piano longitudinale del trattore. Nelle figure 5, 6 e 7 si riporta il Volume Utile di Collegamento per telaio di protezione a quattro montanti, a due montati anteriore sia fisso che abbattibile e a due montanti posteriore sia fisso che abbattibile. Tutte le dimensioni che contribuiscono ad individuare il Volume Utile di Collegamento hanno una tolleranza max del ± 5%. Di fondamentale importanza, ai fini della individuazione del VUC, è la corretta determinazione del punto S del sedile (vedi par. 4.2). In figura 8 si riporta la veduta d’insieme delle strutture di protezione a due montanti anteriori, a due montanti posteriori e a quattro montanti.

Figura 5. VUC (area ombreggiata) per telai di protezione a quattro montanti, vista laterale e posteriore (dimensioni in mm)*.

Figura 6. VUC (area ombreggiata) per telai di protezione a due montanti anteriori, vista laterale e posteriore (dimensioni in mm)*.

* Aggiornamento marzo 2008

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Figura 7. VUC (area ombreggiata) per telai di protezione a due montanti posteriori, vista laterale e posteriore (dimensioni in mm)*.

Figura 8. Veduta d’insieme delle strutture di protezione a due montanti posteriori, a due montanti anteriori e a quattro montanti. 4.5 Realizzazione di un modello agli elementi finiti per la simulazione delle prove statiche Le strutture di protezione riportate negli allegati tecnici sono state sottoposte a verifica secondo quanto previsto dalle direttive comunitarie di riferimento mediante simulazione con il metodo agli elementi finiti. Le strutture più rappresentative. e che potevano presentare elementi di criticità sono state inoltre sottoposte a prove sperimentali di resistenza su banco prova secondo quanto previsto dalle direttive comunitarie di riferimento. I criteri minimi di accettazione per il superamento delle prove sono stati essenzialmente:

* Aggiornamento marzo 2008

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- il superamento dei valori minimi di energia e forza richiesti dalle direttive comunitarie di

- one nel VdS - Volume di Sicurezza così come definito al paragrafo 4.2. In ogni he

. Specifiche tecniche relative alle saldature

er le operazioni di saldatura possono essere impiegati i seguenti procedimenti:

);

Per s impiegati elettrodi omologati secondo la UNI 5132

.1 Principali norme di riferimento

e principali norme di riferimento relative ai procedimenti di saldatura ed alle prove preliminari di

saldatura ad arco degli acciai non legati e

- brasatura forte, brasatura dolce e saldobrasatura dei

- 25817 – Giunti saldati ad arco in acciaio; di rivestiti, saldatura ad arco in gas

- rsonale - Equipaggiamenti di protezione degli occhi e del viso

- d i saldatori - Saldatura per fusione - Parte 1:

- ISO 544 - Materiali d'apporto per saldatura - Condizioni tecniche di fornitura per

- ili pieni-flusso e

- - Saldatura - Raccomandazioni per la saldatura dei materiali metallici -

riferimento; la non intrusi

sc da sono riportati i risultati delle simulazioni effettuate.

5 P

• saldatura manuale ad arco con elettrodi rivestiti; • saldatura automatica a filo continuo (MIG o MAG• saldatura automatica ad arco sommerso.

la aldatura manuale ad arco devono essere(ottobre 1974) adatti al materiale base: per gli acciai Fe 360 devono essere impiegati elettrodi del tipo E44 di classi di qualità 2, 3 o 4; per spessori maggiori di 30 mm o temperatura di esercizio minore di 0° C sono ammessi solo elettrodi di classe 4 B.

5 Lqualifica di tali procedimenti sono di seguito riportate:

- UNI 5132/74 – Elettrodi rivestiti per la debolmente legati al manganese; UNI EN ISO 4063 - Saldatura,metalli; UNI EN

- UNI EN 29692 – Saldatura ad arco con elettroprotettivo e saldatura a gas; UNI EN 175 - Protezione pedurante la saldatura e i processi connessi. UNI EN 287-1 - Prove di qualificazione eAcciai. UNI ENi metalli d'apporto - Tipo di prodotto, dimensioni, tolleranze e marcature. UNI EN 756 - Materiali d'apporto per saldatura - Fili pieni, abbinamenti ffili animati-flusso per saldatura ad arco sommerso di acciai non legati e a grano fino - Classificazione. UNI EN 1011-1 Parte 1: Guida generale per la saldatura ad arco.

14

- UNI EN 1011-2 - Saldatura - Raccomandazioni per la saldatura dei materiali metallici - Parte 2: Saldatura ad arco di acciai ferritici.

- UNI EN 1011-3 - Saldatura - Raccomandazioni per la saldatura dei materiali metallici - Parte 3: Saldatura ad arco degli acciai inossidabili.

- UNI EN ISO 9692-1 - Saldatura e procedimenti connessi - Raccomandazioni per la preparazione dei giunti - Parte 1: Saldatura manuale ad arco con elettrodi rivestiti, saldatura ad arco con elettrodo fusibile sotto protezione di gas, saldatura a gas, saldatura TIG e saldatura mediante fascio degli acciai.

- UNI EN ISO 9692-3 - Saldatura e procedimenti connessi - Raccomandazioni per la preparazione dei giunti - Parte 3:Saldatura MIG e TIG dell'alluminio e delle sue leghe.

- UNI EN 13479 - Materiali d'apporto per la saldatura - Norma generale di prodotto per i metalli d'apporto e per i flussi utilizzati nella saldatura per fusione dei materiali metallici.

- UNI EN 14532-1 - Materiali d'apporto per saldatura - Metodi di prova e requisiti di qualità - Parte 1: Metodi primari e valutazione della conformità dei materiali d'apporto per l'acciaio, il nichel e le leghe di nichel.

- UNI EN 14532-2 - Materiali d'apporto per saldatura - Metodi di prova e requisiti di qualità - Parte 2: Metodi supplementari e valutazione della conformità dei materiali d'apporto per l'acciaio, il nichel e le leghe di nichel.

- UNI EN 14610 - Saldatura e tecniche affini - Definizioni dei processi di saldatura dei metalli.

- UNI EN ISO 15607 - Specificazione e qualificazione delle procedure di saldatura per materiali metallici - Regole generali.

- UNI EN ISO 15609-1 - Specificazione e qualificazione delle procedure di saldatura per materiali metallici - Specificazione della procedura di saldatura - Parte 1: Saldatura ad arco.

- UNI EN ISO 15609-2 - Specificazione e qualificazione delle procedure di saldatura per materiali metallici - Specificazione della procedura di saldatura - Saldatura a gas.

- UNI EN ISO 15610 - Specificazione e qualificazione delle procedure di saldatura per materiali metallici - Qualificazione sulla base di materiali d'apporto sottoposti a prove.

- UNI EN ISO 15611 - Specificazione e qualificazione delle procedure di saldatura per materiali metallici - Qualificazione sulla base dell'esperienza di saldatura acquisita.

- UNI EN ISO 15612 - Specificazione e qualificazione delle procedure di saldatura per materiali metallici - Qualificazione mediante adozione di procedure di saldatura unificate.

- UNI EN ISO 15613 - Specificazione e qualificazione delle procedure di saldatura per materiali metallici - Qualificazione sulla base di prove di saldatura di pre-produzione.

- UNI 11001:1962 - Codice di pratica per la preparazione dei lembi nella saldatura per fusione di strutture di acciaio.

- UNI 1307-1:1986 - Terminologia per la saldatura dei metalli. Procedimenti di saldatura. - UNI 1307-2:1987 - Terminologia per la saldatura dei metalli. Tipi di giunti saldati.

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Per l’esame visivo delle saldature per fusione si rimanda alla lettura della norma UNI EN 970: 1997 che stabilisce le condizioni e le attrezzature necessarie per il controllo visivo delle saldature che si effettua, di regola, allo stato come saldato. In casi particolari il controllo può anche essere eseguito ad altri stadi di realizzazione del giunto saldato

6. Aspetti procedurali relativi all’installazione delle strutture di protezione 6.1. Ai fini della verifica della rispondenza delle strutture di protezione ai requisiti minimi di sicurezza, è necessario che per ogni struttura di protezione sia rilasciato dal costruttore un certificato di conformità che ne attesti la rispondenza alle indicazioni tecniche riportate nella presente linea guida (vedi allegato III). Tale documento è conservato a cura dell’utente insieme con una dichiarazione di corretta installazione della struttura di protezione (vedi allegato IV) redatta dal soggetto che ha effettuato l’intervento. Ai fini degli adempimenti previsti per la circolazione stradale a seguito dell’installazione della struttura di protezione, non è richiesto l’aggiornamento della carta di circolazione del trattore. 6.2. Nel caso di trattori agricoli omologati dotati di struttura di protezione fin dall’origine, ma allo stato attuale non più provvisti, è ammessa l’installazione di una struttura di protezione rispondente ai requisiti stabiliti nel presente documento, solo nel caso in cui la struttura di protezione originaria conforme a quella approvata in sede di omologazione del trattore, non sia più commercialmente disponibile. L’indisponibilità commerciale deve essere espressamente dichiarata dal costruttore del trattore (vedi allegato V). La struttura di protezione deve comunque essere dello stesso tipo della struttura originaria riconosciuta in sede di omologazione del trattore. Anche in questo caso, ai fini degli adempimenti previsti per la circolazione stradale a seguito dell’installazione della struttura di protezione, non è richiesto l’aggiornamento della carta di circolazione del trattore, ma si applicano le prescrizioni di cui al precedente punto 6.1.*

* Aggiornamento dicembre 2008

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Dicembre 2008

Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro

Dipartimento Tecnologie di Sicurezza

Adeguamento dei trattori agricoli o forestali ai

requisiti minimi di sicurezza per l’uso delle

attrezzature di lavoro previsti al punto 2.4 della

parte II dell’allegato V al D.Lgs. 81/08

LLIINNEEAA GGUUIIDDAA

L‘installazione dei sistemi di ritenzione del conducente nei trattori agricoli o forestali

Gruppo di lavoro nazionale

Adeguamento dei trattori agricoli o forestali ai requisiti minimi di sicurezza per l’uso delle attrezzature di lavoro previsti al punto 2.4 parte II dell’allegato V al D.Lgs. 81/08

L‘installazione dei sistemi di ritenzione del conducente nei trattori agricoli o forestali

Revisione n. 3: dicembre 2008

I

Presentazione

L’adeguamento dei trattori agricoli o forestali a ruote o a cingoli ai requisiti di sicurezza delle attrezzature di lavoro previsti al punto 2.4 della parte II dell’allegato V del D.Lgs. 81/08 ha mostrato alcuni punti di criticità connessi soprattutto ai vincoli di natura tecnica, per la presenza sul territorio di un parco macchine estremamente diversificato, e procedurale, relativo soprattutto ai vincoli determinati dal processo di omologazione cui sono stati sottoposti i trattori all’atto della prima immissione sul mercato. Stante quanto sopra, l’ISPESL, su richiesta del Coordinamento tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro, del Ministero del Lavoro e delle Previdenza Sociale e del Ministero dello Sviluppo Economico, ha istituito uno specifico gruppo di lavoro con l’obiettivo di fornire utili informazioni tecniche per l’adeguamento dei trattori agricoli o forestali a ruote e a cingoli attraverso l’installazione di sistemi di ritenzione e di dispositivi di protezione così come previsto al punto 2.4 della parte II dell’allegato V del D. Lgs. 81/08. A tale gruppo di lavoro hanno partecipato, con propri rappresentanti, il Coordinamento tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro, il Ministero del Lavoro e delle Previdenza Sociale, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero dei Trasporti, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, le associazioni di categoria del settore ed esperti del mondo accademico e industriale. Al termine dei lavori sono state individuate le informazioni tecniche e procedurali necessarie per l’installazione dei sistemi di ritenzione del conducente (cinture di sicurezza) nei trattori agricoli o forestali. Tali informazioni sono riportate al capitolo 3 del presente documento.

Il Presidente del Gruppo di Lavoro Dott. ing. Roberto Cianotti

II

Composizione del Gruppo di Lavoro

Componenti Ing. Roberto Cianotti Presidente I.S.P.E.S.L. – Dipartimento Tecnologie di Sicurezza Dr. Vincenzo Laurendi Segretario scientifico ISPESL - Dipartimento Tecnologie di

Sicurezza Ing. Marco Pirozzi ISPESL - Dipartimento Tecnologie di Sicurezza Sig.ra Elisabetta D’Alessandri ISPESL - Dipartimento Tecnologie di Sicurezza Sig.ra Patrizia Di Stefano ISPESL – Dipartimento Omologazione e Certificazione Dott.sa Simona Alemanno ISPESL - Dipartimento Tecnologie di Sicurezza Ing. Paolo Ivan Turchetta Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Ing. Mario Alvino Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Dr. Francesco Bongiovanni Ministero delle Politiche Agricole Ing. Paolo Cavanna Ministero delle Attività Produttive Ing. Avio Ferraresi Regione Emilia Romagna Dr. Eugenio Ariano Regione Lombardia Sig. Norberto Canciani Regione Lombardia Dr. Pierluigi Cavazzin Regione Piemonte Dr.ssa Paola Pasquinelli Regione Toscana Prof. Ettore Gasparetto AIIA – Associazione Italiana Ingegneria Agraria Ing. Michele Galdi UNACOMA – Unione Nazionale Costruttori Macchine agricole Dr. Carlo Belvedere ASCOMAC – Federazione Nazionale Commercio Macchine Dr. Donato Rotundo CONFAGRICOLTURA Dr.ssa Antonella Covatta CIA – Confederazione Italiana Agricoltori Sig. Romano Magrini COLDIRETTI Dr. Roberto Paoluzzi CNR - IMAMOTER Geom.. Renato Delmastro CNR - IMAMOTER Dr. Sandro Liberatori ENAMA -Ente Nazionale per la Meccanizzazione Agricola Sig. Carlo Zamponi UNACMA – Unione Nazionale Commercianti Macchine Agricole Dr. Danilo Pirola UNIMA - Unione Nazionale Imprese di Meccanizzazione Agricola

III

Collaboratori Ing. Aurelio Ferrazza ISPESL - Dipartimento Tecnologie di Sicurezza Ing. Leonardo Vita ISPESL - Dipartimento Tecnologie di Sicurezza Sig. Fiorenzo Signorelli SAME Deutz Fahr Italia SpA Sig. Sergio Calanca CNH – New Holland Italia SpA Sig. Paolo Di Martino COLDIRETTI Sig. Giovandomenico Zoccali Regione Toscana Ing. Stefania Matessich ENAMA -Ente Nazionale per la Meccanizzazione Agricola Dott. Carlo Carnevali ENAMA -Ente Nazionale per la Meccanizzazione Agricola Sig. Giancarlo Conti COBO DIV.MT Sig. Sergio Bandieri Casa del Sedile Sig.ra Silvia Bertozzi Casa del sedile Sig.ra Cristina Marchesi VELM Sig. Lionello Marchesi VELM Dott. Marco Ghersi MCF S.r.l. Dott. Pasquale Salerni MCF S.r.l. Dr. Alberto Tellini UNIMA - Unione Nazionale Imprese di Meccanizzazione Agricola Sig. Giancarlo Bigatel CGT Dr. Denis Soprani RAICO s.r.l.

IV

INDICE

1 Il parco macchine ...........................................................................................................................1

1.1 Le tipologie di trattori presenti sul mercato ..........................................................................1 1.2 La consistenza del parco macchine.......................................................................................2 1.3 La normativa di riferimento..................................................................................................3 1.4 Dati statistici: infortuni avvenuti e lavoratori del settore......................................................5

2. Valutazione del rischio...................................................................................................................8 2.1 Premessa ...............................................................................................................................8

2.1.1 Le caratteristiche del trattore.......................................................................................9 2.1.2 Caratteristiche del terreno .........................................................................................10 2.1.3 Modalità di movimento del mezzo............................................................................11 2.1.4 Caratteristica dell’attrezzatura collegata ...................................................................11 2.1.5 Tipo di lavoro svolto .................................................................................................11

2.2 Il ribaltamento trasversale e longitudinale ..........................................................................11 2.2.1 Stabilità trasversale e relativo pericolo di ribaltamento ............................................12 2.2.2 Stabilità longitudinale e relativo pericolo di ribaltamento ........................................13

2.3 Misure organizzative e procedurali di prevenzione ............................................................17 2.3.1 Indicazioni per limitare il rischio di ribaltamento .....................................................19

2.4 Informazione, formazione e addestramento........................................................................20 2.4.1 La guida del trattore ..................................................................................................22

2.5 Manutenzione .....................................................................................................................23 3 Sistemi di prevenzione per il pericolo di ribaltamento.................................................................24

3.1 Sistemi di ritenzione del conducente ..................................................................................25 3.1.1 Criteri di intervento ...................................................................................................25

3.1.1.1 Criteri di intervento per trattori muniti di telaio di protezione omologato ...........26 3.1.1.1.1 Trattori dotati di sedile fisso o mobile predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza .......................................................................................................26 3.1.1.1.2 Trattori dotati di sedile mobile non predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza .............................................................................................................26 3.1.1.1.3 Trattori dotati di sedile fisso non predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza .............................................................................................................27

3.1.1.2 Criteri di intervento per trattori resi conformi con telaio di protezione................28

V

3.1.1.2.1 Trattori dotati di sedile mobile non predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza .............................................................................................................28 3.1.1.2.2 Trattori dotati di sedile fisso non predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza .............................................................................................................30

3.1.2 Verifica del rispetto del volume di sicurezza o zona libera.......................................31 3.1.2.1 Volume di sicurezza o zona libera per trattori a ruote resi conformi con telaio di protezione rispondente ai requisiti previsti dalla Circolare MLPS 49/81 ................................313.1.2.2 Volume di sicurezza o zona libera per trattori a ruote o cingoli resi conformi con telaio di protezione rispondente ai requisiti previsti dalla linea guida nazionale dell’ISPESL per l’installazione dei dispositivi di protezione in caso di ribaltamento (ed. 11/2006)............32 3.1.2.3 Volume di sicurezza o zona libera per trattori a ruote “Standard” .......................32 3.1.2.4 Volume di sicurezza o zona libera per trattori a ruote a carreggiata stretta con telaio di protezione del tipo a due montanti posteriore............................................................32 3.1.2.5 Volume di sicurezza o zona libera per trattori a ruote a carreggiata stretta con telaio di protezione del tipo a due montanti anteriore..............................................................33 3.1.2.6 Volume di sicurezza o zona libera per trattori a cingoli .......................................33

3.1.3 Montaggio del sedile sul trattore ...............................................................................36 3.1.4 La cintura di sicurezza...............................................................................................40 3.1.5 Aspetti procedurali relativi alla sostituzione del sedile .............................................43

3.1.5.1 La sostituzione del sedile per i trattori del primo Gruppo ....................................44 3.1.5.2 La sostituzione del sedile per i trattori del secondo Gruppo.................................44 3.1.5.3 La documentazione necessaria per la sostituzione del sedile ...............................44

allegato - Dichiarazione di corretta installazione...................................................................................45

VI

1 Il parco macchine

1.1 Le tipologie di trattori presenti sul mercato

I trattori agricoli o forestali, in funzione del sistema di propulsione, possono essere classificati in: 1. trattori a ruote

- trattori a 2 ruote motrici (2RM) - trattori a doppia trazione (DT) - trattori a 4 ruote motrici (4RM)

2. trattori a cingoli Trattori a 2 ruote motrici Si tratta di trattori con ruote motrici posteriori e ruote direttrici anteriori. Generalmente le ruote motrici posteriori si presentano di diametro maggiore rispetto alle ruote direttrici anteriori conseguendo, con tale configurazione, vantaggi in termini di raggio di sterzata e manovrabilità. In condizioni statiche il peso del trattore grava mediamente per circa i due terzi del totale sulle ruote motrici e per il rimanente sull’assale anteriore. Trattori a doppia trazione (DT) In questa tipologia le ruote direttrici anteriori possono divenire motrici a comando. Si tratta di trattori a due ruote motrici con possibilità di inserimento della coppia anche per l’assale anteriore. Generalmente le ruote motrici posteriori si presentano di diametro maggiore rispetto alle ruote anteriori. La ripartizione statica del peso è in linea di massima di 2/5 sull’assale anteriore e di 3/5 sull’assale posteriore. Stante la possibilità di inserire la coppia motrice anche alle ruote anteriori, il peso del trattore è da considerarsi interamente peso aderente a vantaggio pertanto della forza di trazione. Trattori a 4 ruote motrici Sono trattori a quattro ruote isodiametriche con coppia motrice sempre inserita. Una percentuale considerevole è dotata di telaio articolato tale da permettere buoni raggi di sterzata indipendentemente dal diametro delle ruote. La ripartizione statica media percentuale della massa è del 60 % sull’assale anteriore e del 40 % sull’assale posteriore.

1

Trattori a cingoli I trattori a cingoli sono macchine dotate di elevate forze di trazione, bassi coefficienti di slittamento ed elevata aderenza. Pertanto sono macchine che possono lavorare in condizioni di terreno difficile quali ad esempio terreno in pendenza e scivoloso. Problemi di aderenza sono evidenti su terreni duri o al limite pavimentati dove il rendimento di autodislocamento risulta molto basso. Tale problematica è stata ridotta negli ultimi decenni con l’uso dei cingoli in gomma. Una caratteristica specifica dei trattori a cingoli è data dalla maggiore stabilità al ribaltamento trasversale dovuta alla ridotta altezza del baricentro. Il sistema di sterzatura dei trattori cingolati è costituito da dispositivi a frizione di sterzo in grado di garantire raggi di sterzata molto ridotti.

1.2 La consistenza del parco macchine

La meccanizzazione in agricoltura ha avuto un notevole incremento dagli anni 50 ad oggi. La consistenza in termini numerici del parco trattoristico è aumentata nell'arco di 40 anni di circa 6,5 volte passando dalle 249.000 unità dall’inizio degli anni 60 a circa 1.626.000 del 2003. Un aumento significativo, ancorché in misura minore rispetto al numero, è riscontrabile anche dall'analisi della potenza media del parco che è passata dai 30 CV della fine degli anni 50 agli attuali 58 CV. In tabella 1 è riportata la consistenza del parco trattoristico italiano dal 1960 al 2003. Tali dati nella realtà non tengono conto delle dismissioni e pertanto il numero di trattori considerato dovrebbe essere inferiore in ragione del 15 - 20%.

Numero Anno Nazionali Estere Ruote Cingoli Totale

1960 169.225 79.760 194.118 54.867 248.985 1965 315.908 104.035 321.075 98.868 419.943 1970 495.546 135.131 482.341 148.336 630.677 1971 519.287 137.982 502.394 154.875 657.269 1972 551.784 146.494 534.648 163.630 698.278 1973 587.765 155.001 569.872 172.894 742.766 1974 619.953 160.649 598.835 181.767 780.602 1975 652.128 167.206 628.601 190.733 819.334 1976 690.627 175.088 666.347 199.368 865.715 1977 727.765 181.815 702.694 206.886 909.580 1978 763.632 189.565 739.241 213.956 953.197 1979 808.350 197.730 781.696 224.384 1.006.080 1980 862.226 209.942 835.879 236.289 1.072.168 1981 890.217 215.376 865.061 240.532 1.105.593 1982 918.653 220.397 892.072 246.978 1.139.050 1983 944.474 225.039 918.022 251.491 1.169.513 1984 969.775 228.223 942.261 255.737 1.197.998 1985 996.496 230.638 968.397 258.737 1.227.134 1986 1.033.283 235.864 1.001.507 267.640 1.269.147

2

1987 1.074.071 241.356 1.040.380 275.047 1.315.427 1988 1.113.423 249.509 1.079.432 283.500 1.362.932 1989 1.146.027 253.348 1.109.648 289.727 1.399.375 1990 1.173.066 256.690 1.136.254 293.502 1.429.756 1991 1.195.583 260.228 1.159.478 296.333 1.455.811 1992 1.180.221 251.035 1.140.998 290.258 1.431.256 1993 1.208.000 256.322 1.171.621 292.701 1.464.322 1994 1.231.574 259.193 1.195.436 295.331 1.490.767 1995 1.260.302 262.161 1.218.394 304.069 1.522.463 1996 1.276.701 264.526 1.236.039 305.188 1.541.227 1997 1.298.535 262.828 1.250.610 310.753 1.561.363 1998 1.328.163 272.862 1.290.933 310.092 1.601.025 1999 1.339.497 280.587 1.276.911 343.173 1.620.084 2000 1.338.958 304.655 1.326.884 316.729 1.643.613 2001* 1.311.807 278.263 1.272.056 318.014 1.590.070 2002* 1.333.967 285.286 1.287.006 332.247 1.619.253 2003* 1.338.189 287.889 1.297.611 328.467 1.626.078

Tab. 1 - Parco trattori dal 1960 al 2003 (dati UNACOMA), * Valori stimati

1.3 La normativa di riferimento

La principale normativa di riferimento per i trattori agricoli o forestali, che risulta di interesse in rapporto all’adozione di sistemi di ritenzione del lavoratore e/o dispositivi atti a limitare i rischi derivanti da un ribaltamento dell’attrezzatura di lavoro, è, in ordine cronologico di emanazione, la seguente:

1. DPR n. 547 del 27 aprile 1955 Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro - supplemento

ordinario alla G.U. del 12 luglio 1955, n. 158; 2. circolare del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 26 gennaio 1973, n. 201

Prevenzione infortuni - Cabine o telai di protezione nei trattori agricoli; 3. circolare del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 29 settembre 1973, n. 209

Prevenzione infortuni - Cabine o telai di protezione nei trattori agricoli - Seguito alla circolare n. 201;

4. direttiva 74/150/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative all’omologazione dei trattori agricoli o forestali a ruote. Tale direttiva è stata recepita nell’ordinamento italiano dalla Legge n. 572/1977 – G.U. n° 231 del 25 agosto 1977. La direttiva 74/150/CE è stata modificata dalle Direttive 79/694/CEE, 82/890/CEE, 88/297/CEE, 97/54/CE e 2000/25/CE e adeguata al progresso tecnico dalla Direttiva 2001/3/CE. La direttiva 74/150/CEE è stata abrogata dalla Direttiva 2003/37 con decorrenza dal 1° luglio 2005;

5. direttiva 76/763/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative al sedile per accompagnatori dei trattori agricoli o forestali a ruote. Tale direttiva è stata recepita

3

nell’ordinamento italiano dal DPR n° 212 del 10 febbraio 1981 – supplemento n° 24 alla G.U. n° 133 del 16 maggio 1981. La direttiva 76/763/CEE è stata modificata dalle direttive 82/890/CEE e 97/54/CEE e Adeguata al progresso tecnico dalla direttiva 1999/86/CE;

6. direttiva 77/536/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative ai dispositivi di protezione in caso di capovolgimento dei trattori agricoli o forestali a ruote. Tale direttiva è stata recepita nell’ordinamento italiano dal DPR n° 212 del 10 febbraio 1981 – supplemento n° 24 alla G.U. n° 133 del 16 maggio 1981. La direttiva 77/536/CEE è stata modificata dalle direttive 87/354/CEE e 89/680/CEE e adeguata al progresso tecnico con direttiva 1999/55/CE;

7. direttiva 78/764/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative al sedile del conducente dei trattori agricoli o forestali a ruote. Tale direttiva è stata recepita nell’ordinamento italiano dal DPR n° 212 del 10 febbraio 1981 – supplemento n° 24 alla G.U. n° 133 del 16 maggio 1981. La direttiva 78/764/CEE è stata modificata dalla Direttiva 1999/57/CE;

8. direttiva 79/622/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative ai dispositivi di protezione in caso di capovolgimento dei trattori agricoli o forestali a ruote (prove statiche). Tale direttiva è stata recepita nell’ordinamento italiano dal DPR n° 296 del 18 marzo 1983 – supplemento n° 36 alla G.U. n° 169 del 22 giugno 1983. La direttiva 79/622/CEE è stata modificata dalla direttiva 87/354/CEE e adeguata al progresso tecnico dalle direttive 82/953/CEE, 88/413/CEE e 1999/40/CE;

9. circolare del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 19 maggio 1981, n. 49 Prevenzione infortuni - Cabina e telaio di protezione di trattrici agricole a ruote;

10. direttiva 86/298/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative ai dispositivi di protezione, del tipo a due montanti posteriori, in caso di capovolgimento dei trattori agricoli o forestali a ruote a carreggiata stretta. Tale direttiva è stata recepita nell’ordinamento italiano dal D.M. del 18 maggio 1989 – supplemento n° 72 alla G.U. n° 217 del 16 settembre 1989. La direttiva 86/298/CEE è stata modificata dalla Direttiva 89/682/CEE e adeguata al progresso tecnico dalla direttiva 2000/19/CE;

11. direttiva 87/402/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative ai dispositivi di protezione in caso di capovolgimento dei trattori agricoli o forestali a ruote, a carreggiata stretta, montati anteriormente. Tale direttiva è stata recepita nell’ordinamento italiano dal D.M. del 5 agosto 1991 – supplemento n° 8 alla G.U. n° 12 del 16 gennaio 1992. La direttiva 87/402/CEE è stata modificata dalla Direttiva 89/681/CEE e adeguata al progresso tecnico dalla Direttiva 2000/22/CE;

12. codice 8 OCSE - Prove ufficiali dei dispositivi di protezione dei trattori agricoli o forestali a cingoli;

4

13. D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285 - Nuovo codice della strada – supplemento ordinario alla G.U. n° 114 del 18 maggio 1992 e successive modifiche;

14. DPR 16 dicembre 1992, n. 495 Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada - supplemento ordinario alla G.U. n° 303 del 28 dicembre 1992 e successive modifiche;

15. D.Lgs. n. 626 del 19 settembre 1994 Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, 93/88/CEE, 95/63/CE, 97/42, 98/24, 99/38 e 99/92/CE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro - supplemento ordinario alla G.U. del 12 novembre 1994, n. 265 e successive modifiche;

16. direttiva 2003/37/CE relativa all’omologazione dei trattori agricoli o forestali, dei loro rimorchi e delle loro macchine intercambiabili trainate, nonché dei sistemi, componenti ed entità tecniche di tali veicoli e abroga la direttiva 74/150/CEE. Tale direttiva è stata recepita nell’ordinamento italiano dal Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 19 novembre 2004 – supplemento ordinario della G.U. – serie generale n° 88 del 16 aprile 2005;

17. circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 16 marzo 2005, n. 11 Requisiti di sicurezza dei trattori agricoli rispetto al rischio di ribaltamento;

18. D.Lgs. n. 81 del 09 aprile 2008 Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

1.4 Dati statistici: infortuni avvenuti e lavoratori del settore

I dati infortunistici di settore (fonte INAIL) evidenziano che mediamente il trattore è da solo responsabile del 10 % degli infortuni e del 35 % di quelli mortali (di questi ultimi il 50% si verifica per trauma cranico). In riferimento all’agente materiale di infortunio, la voce “macchine” rappresenta il 17 % degli infortuni sul totale del settore; fra le macchine, quelle motrici determinano il 60 % circa degli eventi infortunistici; il trattore, tra le motrici, è la macchina maggiormente coinvolta con il 99% dei casi. Inoltre, sempre in riferimento all’agente materiale, il “trattore”, nella lista delle frequenze INAIL per il settore agricoltura, si pone come seconda causa di infortuni immediatamente dopo la voce “terreno”. Per quanto riguarda la modalità di accadimento, pur non esistendo statistiche significative in merito, è possibile affermare che i rischi più gravi a cui è esposto l'operatore alla guida del trattore sono sicuramente rappresentati dai ribaltamenti trasversali e/o longitudinali per sovraccarico del trattore (ad es. attrezzature portate), per sforzo eccessivo di traino, per manovre brusche, per eccessiva pendenza del terreno e così via.

5

In ogni caso, per avere una visione generale del fenomeno infortunistico nel settore agricolo, si riportano i dati INAIL relativi agli infortuni globali di settore (graf. 1) e i dati INAIL relativi alla voce “trattore” quale agente materiale di infortuni (tab. 2). Inoltre, dall’analisi degli eventi infortunistici avvenuti con “macchine” quale agente materiale di infortuni, suddivisi per lavoratori autonomi, dipendenti e contoterzisti, emerge che gran parte dei casi di infortuni avvenuti con macchine motrici sono da attribuirsi ai lavoratori autonomi (tab. 3). In tab. 4 sono illustrati i dati relativi alla consistenza numerica dei lavoratori occupati in agricoltura.

0

50000

100000

150000

200000

250000

N° d

i inf

ortu

ni d

enun

ciat

i

1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002

Anni

Grafico 1 - Andamento degli infortuni in agricoltura 1, Fonte: INAIL Elaborazione: ISPESL

Trattore quale agente materiale di infortuni in agricoltura Anno N° infortuni totali Mortali Postumi permanenti Inabilità temporanea 1992 19.007 123 1.307 17.577 1993 15.506 72 990 14.444 1994 11.366 52 751 10.563 1995 10.510 50 694 9766 1996 9.579 49 671 8.859 1997 8.606 41 663 7.902 1998 7.643 38 592 7.013 1999 7.007 43 577 6387 2000 6.033 56 444 5.533

1 Dal 1° giugno '93, sono esclusi dall’assicurazione obbligatoria i lavoratori autonomi per i quali l'attività agricola non sia prevalente (in base alla legge n. 243 del 19 luglio 1993)

6

2001 3.942 23 248 3.671 Tabella 2 – Trattore quale agente materiale di infortuni nel settore agricolo (non sono inclusi i

contoterzisti), casi avvenuti nell’anno e definiti a tutto il 31 dicembre dell’anno successivo1

Infortuni indennizzati: agente materiale MACCHINE MOTRICI

Lavoratori autonomi N° infortuni totali Mortali Inabilità permanente Inabilità temporanea

1996 8.840 50 615 8.175 1997 7.842 52 592 7.198 1998 7.025 40 539 6.446 1999 6.407 35 560 5.812 2000 5.900 48 427 5.425 2001 4.208 32 251 3.925

2002 * 972 8 65 899 2003 * 569 3 28 538

Lavoratori dipendenti N° infortuni totali Mortali Inabilità permanente Inabilità temporanea

1996 994 18 109 867 1997 946 9 99 838 1998 788 13 79 696 1999 779 14 69 696 2000 708 12 58 638 2001 548 5 36 507

2002 * 208 4 19 185 2003 * 116 2 7 107

Lavoratori contoterzisti N° infortuni totali Mortali Inabilità permanente Inabilità temporanea

1996 192 1 18 173 1997 182 2 14 166 1998 192 3 15 174 1999 162 4 21 137 2000 132 2 11 119 2001 138 4 18 116

2002 * 61 1 5 55 2003 * 17 - 1 16

Tabella 3 - Infortuni verificatesi nell’anno e indennizzati a tutto il 31 dicembre dell’anno successivo1 agente materiale macchine motrici

7

* i dati sono provvisori in quanto è ancora presente un’elevata quota di casi “non determinati” a causa del passaggio dal sistema di codifica storicamente utilizzato dall’INAIL al nuovo sistema ESAW/3, tuttora in fase sperimentale. Stante ciò, i dati 2002 e 2003, per la voce trattori, non sono ancora disponibili.

Lavoratori Subordinati e relative aziende

Numero lavoratori Numero aziende Operai a tempo indeterminato 99.098 217.234 Operai a tempo determinato 860.891 26.852

Totale 961.991 244.086 Lavoratori autonomi

Numero Ditte Numero Unità Coltivatori diretti 417.753 587.829 Coloni e mezzadri 1.866 1.866 Imprenditori agricoli a titolo principale 8.850 8.850

Totale 428.469 598.545

Tabella 4 - Dati statistici sui lavoratori occupati in agricoltura anno 2002 (dati INPS ed Enpaia)

2. Valutazione del rischio

2.1 Premessa

Le situazioni pericolose che si verificano più frequentemente alla guida di un trattore sono: - perdita di aderenza anteriore e di controllo; - impennamento; - slittamento laterale; - ribaltamento laterale; - rotolamento.

Come conseguenza si possono verificare danni all’operatore dovuti a: - caduta dal trattore; - schiacciamento; - urto contro ostacoli esterni;

1 Dal 1° giugno '93, sono esclusi dall’assicurazione obbligatoria i lavoratori autonomi per i quali l'attività agricola non sia prevalente (in base alla legge n. 243 del 19 luglio 1993)

8

- urto contro la struttura del trattore; - caduta dentro corsi d’acqua.

Gli elementi che possono avere un ruolo nel verificarsi delle suddette situazioni pericolose sono riconducibili a:

caratteristiche del trattore; caratteristiche del terreno; modalità di movimento del mezzo; caratteristiche dell’attrezzatura collegata; tipo di lavoro svolto.

2.1.1 Le caratteristiche del trattore

Le condizioni di pericolo nell’impiego del trattore variano notevolmente in relazione alle caratteristiche dello stesso ed in particolare:

2 ruote motrici 4 ruote motrici Sistema di propulsione Cingoli

Distribuzione delle masse presenza di zavorre

passo carreggiata Caratteristiche geometriche posizione del baricentro

dimensioni, disegno del battistrada pressione di gonfiaggio

Caratteristiche dei pneumatici

usura del battistrada

vetustà ed obsolescenza Affidabilità del mezzo

Manutenzione

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2.1.2 Caratteristiche del terreno

Sicuramente le caratteristiche del terreno influiscono notevolmente sul verificarsi dell’incidente. In particolare si possono valutare i seguenti elementi:

pianeggiante in salita Pendenza in discesa

pavimentato terra battuta terreno agricolo stoppie di grano

Tipo

letto di semina

asciutto bagnato uniforme sconnesso tessitura (sabbioso, argilloso, ecc.) cedevole, franoso

Condizioni

presenza di buchi, capezzagne, fossi Di seguito si riportano i valori medi del coefficiente di aderenza ca per diverse superfici: Superficie Ruote Cingoli Strada pavimentata 0,90-1,00 - Strada in terra battuta 0,60-0,65 0,85-0,95 Stoppie di grano 0,40-0,50 0,70-0,80 Cotica erbosa 0,45-0,55 0,60-0,70 Terreno umido 0,20-0,35 0,50-0,60 Letto di semina 0,25-0,30 0,40-0,50

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2.1.3 Modalità di movimento del mezzo

Per analizzare il comportamento di un trattore in moto, devono essere considerate le modalità con cui esso si sta muovendo lungo il suo percorso, in particolare la velocità, il senso di marcia, le modalità di attraversamento di un pendio, ecc..

2.1.4 Caratteristica dell’attrezzatura collegata

portato semiportato Tipo trainato barra attacco a tre punti gancio di traino

Modalità di collegamento

attacchi fissi della trattrice

2.1.5 Tipo di lavoro svolto

Il rischio di ribaltamento può aumentare notevolmente in relazione alla tipologia di lavorazioni svolte in connessione con l’orografia dei terreni, le sistemazioni idraulico-agrarie aziendali e la necessità di circolare su strada. Dai dati statistici si evidenzia che le lavorazioni/attività più pericolose sono: - preparazione del terreno; - lavorazioni ante raccolta; - propagazione piante; - allevamento animali; - circolazione su strada.

2.2 Il ribaltamento trasversale e longitudinale

Le disposizioni di legge, quando affrontano i problemi legati alla stabilità dei trattori agricoli o forestali, si riferiscono essenzialmente al rischio di «ribaltamento» inteso come una rotazione trasversale o longitudinale o in una direzione combinata fra le due superiore ai 90° nominali. Per meglio comprendere il fenomeno del ribaltamento dei trattori agricoli o forestali e per individuare le caratteristiche strutturali che lo influenzano è utile analizzare separatamente il pericolo di ribaltamento trasversale da quello longitudinale.

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2.2.1 Stabilità trasversale e relativo pericolo di ribaltamento

La stabilità trasversale è quella in direzione perpendicolare a quella di marcia. Quando essa viene a mancare, si può verificare: - perdita di aderenza e slittamento; - rovesciamento laterale ed eventuale rotolamento. Il pericolo di ribaltamento trasversale può manifestarsi con maggiore frequenza quando: - si lavora in terreni con eccessiva pendenza o asperità; - si effettuano manovre brusche anche in condizioni difficoltose (terreni fangosi); - si verifica un cedimento del terreno soprattutto in vicinanza delle banchine stradali o fossi; - si verifica uno sbilanciamento del carico o delle attrezzature portate per il loro non corretto

collegamento; - si affrontano curve a velocità troppo elevate; - si trasportano carichi oscillanti o con il baricentro sensibilmente spostato rispetto al piano mediano

longitudinale del trattore; - per improvvisa rottura e/o foratura dello pneumatico posto a valle. Le circostanze sopra elencate possono essere ulteriormente aggravate se il trattore non è mantenuto in buono stato di conservazione ed efficienza o se vengono addirittura apportate modifiche costruttive che alterano la distribuzione delle masse (ad esempio modifica della zavorra, installazione ed uso di attrezzature inadeguate e non previste dal costruttore del trattore, installazione di gommatura non prevista, ecc.). Sicuramente la causa più diffusa di ribaltamento del trattore è quella relativa al suo utilizzo su pendio. In tali condizioni può accadere che la forza peso del trattore fuoriesca dall’area d’appoggio determinando il ribaltamento. La risultante delle forze che agiscono sul trattore tende a farlo: - slittare lateralmente; - rovesciare lateralmente. Lo slittamento, fino ad un certo limite, può essere tollerato e corretto mediante l’utilizzo dello sterzo. Lo slittamento dipende dal tipo e dalle condizioni del terreno e dei pneumatici . Dipende anche dallo sforzo di trazione che deve essere esercitato per eseguire la lavorazione. In ogni caso, ai fini della stabilità del trattore quando questo avanza su terreno declive seguendo le linee di livello (vedi fig. 1), è necessario considerare attentamente il limite di pendenza dato dalla seguente condizione di equilibrio:

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a

c

Hbi

2=

αtgi =

dove: i = pendenza massima bc= carreggiata del trattore Ha= altezza del baricentro α = angolo compreso tra il profilo del terreno e

l’orizzontale

Figura 1 – Rappresentazione schematica di un trattore su terreno declive In linea generale, ai fini della prevenzione del ribaltamento trasversale, per trattori senza zavorre si possono indicare i seguenti valori di pendenza massima (i max) oltre il quale il rischio risulta molto alto: Per trattori a ruote 2 RM i max = 25 – 30 % α = 14° – 16,7° Per trattori a ruote 4 RM i max = 30 – 35 % α = 16,7° – 19,3° Per trattori a cingoli i max = 50 – 55 % α = 26,5° – 28,8°

2.2.2 Stabilità longitudinale e relativo pericolo di ribaltamento

La stabilità longitudinale è quella relativa alla direzione di marcia. Se essa viene a mancare si può avere il sollevamento di uno degli assali del trattore. Secondo l’entità di tale fenomeno, le conseguenze possono essere: - perdita di aderenza delle ruote anteriori o posteriori; - ribaltamento. Il pericolo di ribaltamento longitudinale può manifestarsi con maggiore frequenza quando:

- si è in presenza di un sovraccarico del trattore causato dalle attrezzature portate; - si richiede uno sforzo eccessivo di traino; - si percorrono le salite/discese con il carico rivolto a valle.

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Ai fini della caratterizzazione del pericolo di ribaltamento longitudinale è necessario considerare le due principali tipologie di accoppiamento con la macchina operatrice:

- l’accoppiamento trainante attraverso il quale il trattore esplica solo funzioni di traino delle macchine operatrici e dei rimorchi che scaricano il loro peso sul terreno con proprie ruote o altro;

- l’accoppiamento portante mediante il quale le attrezzature sono rigidamente connesse al trattore che ne sopporta così il peso totale.

L’accoppiamento trainante è essenzialmente costituito da dispositivi di traino (ganci) progettati con lo scopo essenziale di:

- ottenere migliori condizioni di lavoro aumentando l’aderenza e contrastando la tendenza a deviare dalla regolare linea di tiro a causa della non coassialità fra l’asse longitudinale del trattore e quello della macchina operatrice (esempio aratura con trattore fuori solco);

- limitare il pericolo di ribaltamento longitudinale del trattore. I ganci dei trattori a ruote sono fissati su dispositivi di attacco che ne consentono il posizionamento in senso verticale e orizzontale. Tali dispositivi sono essenzialmente costituiti da:

- una traversa in profilato di acciaio posizionata piuttosto bassa rispetto al corpo del trattore e munita di una serie di fori che permettono di fissare nella posizione voluta una barra longitudinale provvista alla estremità di un gancio di traino (vedi fig. 2). Questa soluzione serve per accoppiamenti con macchine agricole trainate costruite in modo da non far gravare la loro massa, o parte di essa, sul gancio stesso (esempio macchine operatrici dotate di due assi). Difatti l’aggancio di macchine agricole trainate monoasse potrebbe determinare il ribaltamento longitudinale del trattore a causa dell’eccessivo peso che queste scaricano sulla barra;

- una doppia barra verticale fissata sulla parte terminale posteriore del corpo centrale del trattore sulla quale è applicato il gancio (vedi fig. 3). Questa soluzione è adatta essenzialmente ad accoppiamenti che scarichino parte della loro massa sul trattore (esempio macchine operatrici monoasse). Ciononostante, se l’altezza del gancio di traino è troppo alta può ugualmente verificarsi il pericolo di ribaltamento del trattore.

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Figura 2 – Sistema di traino a barra oscillante Figura 3 – Gancio rigido regolabile in altezza Nei trattori cingolati è presente una traversa in acciaio munita di una serie di fori che permettono di fissare nella posizione voluta una barra longitudinale portante il gancio di traino (vedi fig. 4). Il punto di attacco della barra longitudinale è posizionato verso la parte anteriore del trattore in maniera tale da impedire l’alleggerimento della parte anteriore dei cingoli. Si riducono così la tendenza all’impennamento e la componente trasversale della forza di trazione che tende a favorire la deviazione dalla regolare linea di tiro.

Figura 4 – Gancio di traino per trattori cingolati In linea generale ai fini della stabilità al ribaltamento longitudinale è necessario che parte del peso del trattore si scarichi sull’assale anteriore ovvero è necessario che la reazione vincolare anteriore sia maggiore di zero. L’accoppiamento portante è fondamentalmente costituito da un dispositivo di attacco a tre punti (vedi fig. 5) posto nella parte posteriore del trattore. Alcuni trattori sono dotati di dispositivo di attacco a tre punti montato anche nella parte anteriore.

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1- tirante inferiore 2- puntone 3- presa di potenza 4- barra di attacco

Figura 5 – Sistema di attacco a tre punti per trattori gommati Il sistema di sollevamento ed attacco permette di raggiungere forze di sollevamento molto elevate, proporzionali alla potenza del trattore. Il peso massimo sollevabile alle rotule dell’attacco a tre punti si aggira su valori dell’ordine del 100 % del peso del trattore in specifiche condizioni di prova con assale anteriore ancorato a banco. Si ricorda che per la circolazione su strada pubblica, qualunque sia la condizione di carico del trattore, il peso trasmesso alla strada dall’asse di guida in condizioni statiche non deve essere inferiore al 20% del peso trattore in ordine di marcia (art. 104 comma 5 DLgs 30 aprile 1992, n. 285 e successive modificazioni)1. Per il calcolo della massa zavorrante ed il rispetto della condizione di cui sopra si riporta di seguito la relativa formula:

( ) ( )( )Id

TIssMZ+

−+≥

2,0)( 21

1 per trattrici agricole immatricolate ed omologate prima del 6 maggio 1997 la relazione che deve

essere rispettata è la seguente: M < 0,3 T.

16

Figu

2.3

In rdei even Per occopres Il teposs

I = interasse ruote trattore in m d = distanza dell'asse anteriore dalle zavorre in m S1 = distanza delle rotule dei bracci inferiori di sollevamento dall'asse posteriore del trattore in mS2 = distanza degli attacchi inferiori dal baricentro della macchina in m T = massa del trattore in kg + operatore di 75 kg Z = massa della zavorra in kg M = massa della macchina operatrice in kg

ra 6 – Forze in gioco per la determinazione dell’equazione di equilibrio di un trattore gommato ai fini della stabilità al ribaltamento trasversale in un accoppiamento di tipo portante

Misure organizzative e procedurali di prevenzione

elazione alle condizioni di impiego ed ai fattori che possono interagire nel determinare la stabilità trattori, a prescindere dalla tipologia degli stessi e delle diverse realtà aziendali, il ribaltamento è un to sempre possibile, come si evince dalle dinamiche degli incidenti avvenuti.

tale motivo, al fine di limitare eventuali conseguenze per il conducente in caso di incidente, rre adottare le misure tecniche indicate nella presente linea guida e cioè l’installazione, ove non enti, di dispositivi di protezione in caso di ribaltamento del trattore e di cinture di sicurezza.

laio di protezione e le cinture di sicurezza sono misure tecniche di protezione volte a ridurre la ibilità che il conducente subisca un danno nel caso si verifichi l’evento.

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In tutti i casi è comunque necessario intervenire con specifiche misure tecniche ed organizzative di prevenzione al fine di ridurre la possibilità che si verifichi l’evento, cioè il ribaltamento del trattore. Le principali cause del ribaltamento possono essere ricondotte ai seguenti aspetti: - all’ambiente di lavoro; - alla macchina; - all’operatore. Per quanto riguarda l’ambiente di lavoro sicuramente la pendenza del terreno, il suo eventuale cedimento, la circolazione su strada e la presenza di buche o capezzagne, sono fra le cause più frequenti di ribaltamento. Mentre sui primi aspetti si può intervenire quasi esclusivamente con la formazione dell’operatore e con la scelta delle macchine, sull’ultimo aspetto occorre procedere ad adeguate sistemazioni idraulico-agrarie segnalando possibilmente le zone dove sussistono i maggiori rischi. Inoltre, occorre individuare adeguate misure organizzative per l’effettuazione di lavorazioni in terreni resi difficoltosi a causa di agenti atmosferici e/o delle caratteristiche fisiche e strutturali del terreno. Per quanto riguarda la macchina occorre intervenire in particolare sui seguenti aspetti: - manutenzione accurata e puntuale dei trattori; - utilizzo di macchine adeguate ed appropriate al lavoro da svolgere; - idoneo accoppiamento trattore-attrezzature. Per quanto riguarda l’operatore, dove la formazione e la professionalità sono elementi di fondamentale importanza al fine di prevenire il verificarsi di infortuni, è opportuno che il datore di lavoro adotti specifiche misure organizzative tenendo conto dei seguenti aspetti: - i conducenti dei trattori devono avere un’adeguata formazione ed addestramento nell’uso delle

macchine (oltre al possesso della patente B per la circolazione su strada pubblica); - i trattori devono essere utilizzati in modo conforme all’informazione, formazione ed

addestramento ricevuti; - non devono essere apportate sulle attrezzature modifiche di propria iniziativa; - non devono essere trasportate persone su trattori per i quali ciò non sia previsto specificatamente; - prevedere idonee istruzioni affinché non vengano effettuati lavori difficili in stato di affaticamento

fisico e psicofisico; - evitare che si inneschino situazioni di imprudenza, di sottovalutazione del rischio e di troppa

confidenza con il mezzo meccanico.

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2.3.1 Indicazioni per limitare il rischio di ribaltamento

Di seguito vengono elencate alcune indicazioni da tenere presenti nell’impiego del trattore al fine di prevenire il ribaltamento trasversale e longitudinale: Ribaltamento trasversale

• Ove possibile regolare la carreggiata nella posizione più larga, adattandola al tipo di lavoro da eseguire;

• bloccare i pedali dei freni tra loro prima della guida su strada; • adeguare la velocità secondo le condizioni d’impiego; • se il trattore è equipaggiato di un caricatore frontale, tenere la benna ed il carico il più basso

possibile; • nelle manovre fare sterzate ampie ed a velocità ridotta; • non fare saltare o rimbalzare il trattore su terreno sconnesso poiché se ne potrebbe perdere il

controllo; • non trainare un carico troppo pesante per il trattore. Il trattore potrebbe impennarsi e ruotare

sul carico trainato mettendosi “a lama di coltello”; • non frenare all’improvviso. Frenare sempre dolcemente e con gradualità; • quando si scende lungo un terreno inclinato, utilizzare il freno motore ed inserire la medesima

marcia che si userebbe in salita. Inserire la marcia adatta prima di iniziare la discesa; • è sempre preferibile guidare lungo la direzione perpendicolare alla linea di livello sia in salita

che in discesa piuttosto che in senso longitudinale; • evitare se possibile di attraversare terreni inclinati o pendii ripidi. Se si è costretti a farlo

evitare buche, depressioni o sporgenze del terreno e non tentare di oltrepassare tronchi, rocce o zone sollevate;

• se è necessario attraversare un pendio ripido, evitare di sterzare bruscamente, rallentare e fare una sterzata larga;

• quando si avanza sul terreno in pendenza con attrezzi laterali montati, mantenere gli attrezzi sul lato a monte;

• durante gli attraversamenti di un pendio mantenere gli attrezzi sollevati il minimo indispensabile per non toccare il terreno;

• evitare fossati, argini, terrapieni e sponde di fiumi e canali. Stare lontani dai bordi che potrebbero cedere.

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Ribaltamento longitudinale

• Trainare i carichi solo utilizzando la barra di traino approvata dal costruttore del trattore e solo con il perno che la blocca in posizione;

• punti d’attacco per il traino alti possono causare il ribaltamento del trattore. Non effettuare operazioni di traino collegandosi a punti posti sull’assale posteriore o su qualsiasi altro punto al di sopra della barra di traino;

• utilizzare la barra di traino collegata ai bracci del sollevatore idraulico per il traino di rimorchi e macchine operatrici solo se previsto dal costruttore e secondo le sue indicazioni;

• utilizzare zavorre frontali per incrementare la stabilità del trattore quando si traina un carico pesante o per controbilanciare un attrezzo pesante montato posteriormente;

• partire lentamente ed aumentare la velocità gradualmente. Non aumentare i giri motore e non usare la frizione per incrementare la trazione. Se il trattore è agganciato ad un carico pesante, l’uso improprio della frizione può causare il ribaltamento;

• se il trattore è impantanato nel fango o bloccato nel terreno, sollevare gli attrezzi montati e tentare di indietreggiare o avanzare bloccando il differenziale. Se non è possibile, trainare il trattore con un altro veicolo;

• se il trattore è bloccato in un fossato, fare retromarcia se possibile. Se comunque occorre avanzare eseguire la manovra lentamente e con cautela;

• guidare sempre lungo la direzione perpendicolare alla linea di livello sui pendii, mai attraversarli in senso longitudinale;

• in caso di trattore con un attrezzo pesante agganciato posteriormente, muoversi in retromarcia quando si sale ed in avanti quando si scende da un pendio;

• un trattore con un carico frontale, deve essere guidato in retromarcia quando si scende, ed avanzare in avanti quando si sale. Mantenere l’attrezzatura la più bassa possibile;

• mantenere sempre una marcia innestata quando si scende. Mai permettere al trattore di scendere liberamente con la frizione disinnestata o la trasmissione in neutro.

2.4 Informazione, formazione e addestramento

Una delle componenti statisticamente più rilevanti, in tutte le analisi delle cause di incidenti, è l’errore umano. Ogni lavoratore influenza, con il suo comportamento i rischi presenti nell’azienda in cui opera. Tale influenza è dovuta alla sua esperienza, alle sue capacità professionali, al suo stato di salute, alla sua condizione psicologica momentanea. Contribuiscono ad aumentare il livello di pericolosità di una determinata attività:

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♦ una scarsa informazione del funzionamento di una macchina o di un processo produttivo; ♦ l’utilizzo di materiali, macchine o processi produttivi non adeguati; lo scarso addestramento ad un

uso corretto; la mancanza di corrette procedure d’impiego; il modificare autonomamente o artigianalmente le funzionalità e le caratteristiche di un materiale o di una attrezzatura o di un processo;

♦ il non effettuare e/o il non gestire correttamente le operazioni di manutenzione preventiva, ordinaria e straordinaria;

♦ il non concentrarsi, il non impegnarsi e/o il non prestare adeguata attenzione al lavoro (fretta, eccesso di confidenza, ecc.).

Per questi motivi è di fondamentale importanza il ruolo dell’informazione e della formazione degli operatori. L’informazione deve raggiungere ciascun lavoratore in misura adeguata al suo ruolo, alla sua cultura, alla sua capacità di comprensione e di interiorizzazione del messaggio. Essa riguarda: • i rischi connessi all’attività dell’azienda agricola in generale; • i rischi specifici cui il singolo lavoratore è esposto in relazione alle operazioni che svolge; • le misure e le attività di protezione adottate dall’azienda nel suo complesso e per il posto di lavoro; • le procedure e i mezzi di pronto soccorso, di lotta antincendio, di evacuazione, la conoscenza

nominativa dei responsabili dei singoli servizi, medico compreso, con i relativi numeri di telefono. In particolare per quanto riguarda le attrezzature di lavoro a disposizione, il datore di lavoro provvede affinché i lavoratori incaricati dispongano di ogni informazione e di ogni istruzione d'uso necessaria in rapporto alla sicurezza e relativa: a) alle condizioni di impiego delle attrezzature anche sulla base delle conclusioni eventualmente tratte dalle esperienze acquisite nella fase di utilizzazione delle attrezzature di lavoro; b) alle situazioni anormali prevedibili; c) ai rischi cui i lavoratori sono esposti durante l'uso delle attrezzature di lavoro, sulle attrezzature di lavoro presenti nell'ambiente immediatamente circostante, anche se da essi non usate direttamente, nonché sui cambiamenti di tali attrezzature. L’obiettivo è che il lavoratore raggiunga una consapevolezza dei rischi legati al suo posto di lavoro e all’intera attività dell’impresa, in modo da migliorare le condizioni generali di sicurezza dell’ambiente di lavoro. Lo stesso dicasi per la formazione che deve essere assicurata a tutti i lavoratori in modo sufficiente e

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adeguato, con particolare riferimento al proprio posto di lavoro e alle proprie mansioni. La formazione deve essere effetuata: • all’assunzione; • in occasione di trasferimento o cambiamento di mansioni; • in caso di introduzione di nuove attrezzature di lavoro o nuove tecnologie o nuove sostanze e

preparati tali da cambiare il panorama del rischio, e, comunque, va ripetuta in relazione all’evoluzione dei rischi o all’insorgere di nuovi rischi.

Specificatamente per le attrezzature di lavoro, il datore di lavoro si assicura che i lavoratori incaricati dell’uso ricevano una formazione adeguata . Inoltre, i lavoratori incaricati dell'uso di trattori, in quanto richiedono per il loro impiego conoscenze o responsabilità particolari in relazione ai loro rischi specifici, devono ricevere un addestramento adeguato e specifico che li metta in grado di usare tali attrezzature in modo idoneo e sicuro anche in relazione ai rischi causabili ad altre persone.

2.4.1 La guida del trattore

Tali considerazioni sono totalmente applicabili anche all’impiego del trattore per il quale occorre conoscere approfonditamente la realtà aziendale in cui si opera dal punto di vista strutturale e in relazione all’impostazione produttiva. Per guidare il trattore su strada pubblica occorre possedere la patente di tipo B a prescindere dal tipo di attrezzatura con cui è equipaggiato o di rimorchio trainato. La patente B è valida anche se il trattore assume carattere di eccezionalità in relazione al superamento dei limiti di sagoma o massa. Nell’impiego in pieno campo, il trattore deve essere affidato a conducente maggiorenne che sia adeguatamente informato, formato ed addestrato sul tipo di lavoro da svolgere. A questo proposito si ricorda che la legge n. 977/67 (Tutela del lavoro dei bambini e degli adolescenti) vieta ai minorenni la condotta dei veicoli di trasporto, con esclusione di ciclomotori e motoveicoli fino a 125 cc., in base a quanto previsto dall'articolo 115 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e di macchine operatrici semoventi con propulsione meccanica, nonché i lavori di pulizia e di servizio dei motori e degli organi di trasmissione che sono in moto.

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2.5 Manutenzione

La manutenzione è un aspetto di primaria importanza; si può affermare infatti che l'efficienza e l'affidabilità dei mezzi meccanici rappresentino uno dei più importanti fattori di sicurezza. Il 48% degli infortuni imputabili alle macchine è determinato da rotture e guasti delle stesse per una difettosa manutenzione. L'80% dei cedimenti è imputabile a rotture a "fatica" (l'acciaio sollecitato intensamente, dopo un certo numero di ore di lavoro, si rompe senza alcun preavviso). Il 30% degli infortuni prodotti dall'agente materiale “macchine agricole” è peraltro causato da rotture perché si è superato il cosiddetto "limite di fatica". Non ci sono dubbi che un idoneo sistema di manutenzione, esteso a tutte le macchine agricole, è una efficiente forma di prevenzione infortuni, anche in relazione all’invecchiamento del parco macchine in agricoltura ed al deterioramento causato dalla tipologia di lavoro effettuato. Peraltro va tenuto presente che la normativa vigente stabilisce specifici obblighi per il datore di lavoro in relazione alla manutenzione. Il punto 2 del comma 4 dell’articolo 71 del D.Lgs. 81/08 stabilisce che il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché le attrezzature di lavoro siano oggetto di idonea manutenzione al fine di garantirne nel tempo la rispondenza ai requisiti di sicurezza e siano corredate, ove necessario, da apposite istruzioni d’uso e libretto di manutenzione. La norma non definisce il soggetto abilitato ad effettuare gli interventi di riparazione e/o manutenzione ma richiede esclusivamente che sia qualificato in maniera specifica per svolgere tali compiti qualora le attrezzature richiedano per il loro impiego conoscenze o responsabilità particolari in relazione ai loro rischi specifici. E’ pertanto legittimo che il datore di lavoro esegua autonomamente e/o con proprio personale qualificato i lavori di manutenzione riservando a soggetti esterni quelle operazioni che richiedono attrezzature e/o conoscenze specialistiche non disponibili in azienda. Ciò anche in relazione a quanto previsto dal comma 12 dell’art. 14 del D.Lgs. 99/04 e successive modifiche che stabilisce che l'attività di autoriparazione di macchine agricole e rimorchi effettuata sui mezzi propri dalle imprese agricole e di quelle che svolgono l’attività agromeccanica provviste di officina, non è soggetta alle disposizioni di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 122. E’ opportuno comunque evidenziare che il diritto alla garanzia offerta dalla ditta costruttrice decade se:

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• non vengono scrupolosamente rispettate le indicazioni riportate sul libretto "uso e manutenzione";

• non vengono effettuati i previsti tagliandi di manutenzione ; • vengono utilizzati lubrificanti diversi da quelli indicati; • vengono eseguite riparazioni o manutenzioni da personale non abilitato; • si utilizzano attrezzature di lavoro non idonee.

In relazione a quanto detto appare evidente l'importanza che potrebbe avere la trasformazione della tipologia di manutenzione da straordinaria e di emergenza, come è oggi nella pratica generale, in preventiva cercando di superare tutti quegli ostacoli di carattere pratico, economico e di insufficiente conoscenza del problema, che pongono scarsa attenzione ad una questione così importante.

3 Sistemi di prevenzione per il pericolo di ribaltamento

In ottemperanza a quanto previsto dal punto 2.4 parte II dell’allegato V al D. Lgs. 81/08 i trattori agricoli o forestali devono limitare, nelle condizioni di utilizzazione reali, i rischi derivanti da un ribaltamento dell'attrezzatura di lavoro:

a) mediante una struttura di protezione che impedisca all'attrezzatura di ribaltarsi di più di un quarto di giro,

b) ovvero mediante una struttura che garantisca uno spazio sufficiente attorno al lavoratore o ai lavoratori trasportati a bordo qualora il movimento possa continuare oltre un quarto di giro,

c) ovvero da qualsiasi altro dispositivo di portata equivalente. Se sussiste il pericolo che il lavoratore trasportato a bordo, in caso di ribaltamento, rimanga schiacciato tra parti dell'attrezzatura di lavoro e il suolo, deve essere installato un sistema di ritenzione del lavoratore o dei lavoratori trasportati. Allo stato delle conoscenze attuali i principali sistemi di prevenzione per il pericolo di ribaltamento utilizzati nei trattori agricoli o forestali possono essere ricondotti essenzialmente a dispositivi di prevenzione di tipo passivo, ossia interventi finalizzati ad evitare o comunque a ridurre la possibilità che il verificarsi di un evento pericoloso comporti conseguenze per l'incolumità del lavoratore:

1. dispositivo di protezione in caso di capovolgimento del trattore, ossia una struttura installata direttamente sul trattore, avente essenzialmente lo scopo di evitare o limitare i rischi per il conducente in caso di capovolgimento del trattore durante una utilizzazione normale;

2. dispositivo che trattiene l'operatore al posto di guida indipendentemente dalle condizioni operative del trattore.

I sistemi di protezione passiva per i conducenti dei trattori si basano sul principio di trattenere l’operatore all’interno di un “volume di sicurezza” o “zona libera”. In caso di ribaltamento il rischio

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per l'operatore di restare schiacciato tra le parti costituenti il trattore ed il suolo può essere escluso se egli resta sul sedile o, comunque, entro il volume costituito dalla struttura di protezione. Pertanto, ai fini della protezione del conducente di trattori agricoli o forestali da

eventuali danni determinati dal ribaltamento del trattore, è indispensabile la

contemporanea presenza dei due dispositivi sopra richiamati.

3.1 Sistemi di ritenzione del conducente

Il sistema di ritenzione del conducente di un trattore agricolo o forestale è essenzialmente costituito da una “CINTURA DI SICUREZZA” fissata saldamente a determinati punti di ancoraggio posizionati:

• sul sedile di guida in caso di trattori dotati di sedile mobile, ossia progettato per consentire la possibilità di movimenti in senso verticale e/o longitudinale e/o rotazionale (sedili ammortizzati e/o regolabili in altezza e/o longitudinalmente e/o girevoli);

• sul sedile o in altre parti fisse del trattore laddove il trattore stesso sia dotato di sedile fisso (sedile per il quale non è stata prevista la possibilità di movimenti di qualsiasi tipo).

Nel caso di attacco della cintura direttamente sul sedile, affinché il sistema cintura possa essere efficace, occorre che il sedile sia:

- predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza; - adeguatamente fissato al telaio del trattore (struttura portante) attraverso una specifica piastra di

ancoraggio o altro sistema idoneo ed affidabile. In caso di sedile mobile è indispensabile che la cintura di sicurezza sia ancorata alla parte mobile del sedile in modo da consentire al sistema cintura (punti di ancoraggio, cintura propriamente detta e dispositivi accessori) di seguire i movimenti del sedile. Nel caso di attacco della cintura in altre parti fisse del trattore (caso di trattori dotati di sedile fisso) occorre che i punti di ancoraggio siano adeguatamente posizionati e affidabili in termini di resistenza alle tensioni cui sono soggetti tali punti in caso di ribaltamento. La tipologia di cintura più utilizzata è quella addominale a due punti di attacco descritta al paragrafo 3.1.4.

3.1.1 Criteri di intervento

Stante il presupposto di base che i sistemi di ritenzione del conducente su trattori agricoli o forestali possono considerarsi validi ai fini della sua sicurezza solo se abbinati a dispositivi di protezione in caso di capovolgimento, ancora prima di procedere all’installazione dei sistemi di ritenzione, è necessario verificare che il trattore stesso sia provvisto di tale dispositivo. In questo senso è utile, ai fini degli adempimenti previsti, analizzare separatamente le tipologie di intervento necessarie in caso di:

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- trattori muniti di dispositivo di protezione in caso di capovolgimento, presente già al momento della prima immissione sul mercato ovvero di installazione successiva, ma comunque rispondente alle Direttive Europee e codici OCSE di riferimento e sul quale non siano state effettuate modifiche in alcuna parte, di seguito definiti “Trattori muniti di telaio di protezione omologato”;

- trattori muniti di dispositivo di protezione in caso di capovolgimento, installato successivamente alla prima immissione sul mercato e non rispondente alle Direttive Europee e codici OCSE di riferimento ovvero rispondente alle Direttive Europee e codici OCSE di riferimento ma le cui caratteristiche costruttive sono state modificate in fase di installazione “Trattori resi conformi con telaio di protezione”.

3.1.1.1 Criteri di intervento per trattori muniti di telaio di protezione omologato In questo caso è possibile distinguere le seguenti possibili “casistiche” ai fini degli adeguamenti previsti:

- Trattori dotati di sedile fisso o mobile predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza;

- Trattori dotati di sedile mobile non predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza;

- Trattori dotati di sedile fisso non predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza.

3.1.1.1.1 Trattori dotati di sedile fisso o mobile predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza

In presenza di sedili predisposti con attacchi per cinture di sicurezza è necessario, ai fini degli adempimenti previsti, procedere al montaggio di idonee cinture di sicurezza secondo le indicazioni riportate nel manuale d’uso e manutenzione del trattore, se presenti, e in accordo alle informazioni tecniche fornite dal costruttore della cintura. Nel caso in cui il sedile predisposto con punti di ancoraggio sia stato installato sul trattore successivamente alla prima immissione sul mercato occorre tenere presenti anche le informazioni tecniche fornite dal costruttore del sedile.

3.1.1.1.2 Trattori dotati di sedile mobile non predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza

Nei trattori dotati di sedile mobile non predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza è necessario procedere alla sostituzione del sedile esistente con uno dotato di punti di ancoraggio per cinture di sicurezza e riconosciuto idoneo dal costruttore del sedile per il tipo di trattore su cui viene installato. Per sedile riconosciuto idoneo dal costruttore si intende un sedile dotato di dispositivi di

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collegamento tali da garantirne il montaggio sul trattore nel rispetto delle distanze richiamate al paragrafo 3.1.1.2.1. Laddove non siano presenti sul mercato sedili dotati di punti di ancoraggio per cinture di sicurezza e riconosciuti idonei per il trattore di cui trattasi è necessario riferirsi a quanto indicato nel paragrafo 3.1.1.2.1. Ai fini della rispondenza dell’intervento realizzato ai requisiti previsti è necessario verificare il rispetto del corretto montaggio del sedile sul trattore come previsto al paragrafo 3.1.3. Per quanto concerne gli aspetti procedurali relativi alla sostituzione del sedile si rimanda alla lettura del paragrafo 3.1.5. Una volta effettuate le necessarie verifiche è possibile procedere al montaggio della cintura di sicurezza tenendo presenti le informazioni tecniche fornite dai costruttori del sedile e della cintura.

3.1.1.1.3 Trattori dotati di sedile fisso non predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza

In presenza di trattori dotati di sedile fisso non predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza, si tratta generalmente di trattori cingolati, è necessario: 1. sostituire il sedile con uno dotato di punti di ancoraggio per cinture di sicurezza seguendo le

indicazioni riportate al paragrafo 3.1.1.1.2 per trattori dotati di sedile mobile; ovvero 2. ancorare la cintura di sicurezza a parti fisse del trattore, con l’esclusione delle parti costituenti il

dispositivo di protezione in caso di capovolgimento, secondo quanto di seguito previsto. I punti di ancoraggio devono essere collocati in maniera tale che la loro posizione non subisca modifiche durante la deformazione della struttura di protezione in caso di ribaltamento e comunque sempre all’interno dell’area tratteggiata evidenziata in figura 7. I punti di ancoraggio B1 e B2 devono trovarsi ad una distanza orizzontale dal piano di simmetria longitudinale del sedile maggiore di 175 mm e inferiore a 350 mm. L’angolo della cintura rispetto al piano orizzontale deve essere il più vicino possibile ai 45°. L’angolo può variare rispetto ai 45°, ciononostante in nessun caso l’angolo deve essere minore di 20° o maggiore di 75°. I punti di ancoraggio devono essere costituiti da:

• un foro filettato di 11,11 mm ( 7/16 ) 20 UNF 2B (indicazioni tratte dal paragrafo 4 della ISO 3776: 1989) con estensione della filettatura per una profondità pari ad almeno il valore del diametro della sede stessa (11,11 mm);

ovvero da: • un foro passante di diametro non inferiore a 11,11 mm realizzato su una struttura

metallica con spessore non inferiore a 2 mm. Il bullone di fissaggio della cintura di sicurezza dovrà presentare un diametro compatibile con quello del foro passante.

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Figura 7 – Posizione dei punti di ancoraggio delle cinture di sicurezza Nota: Il Seat Index Point – punto di riferimento del sedile - (SIP), punto situato nel piano verticale mediano del sedile, è determinato secondo la ISO 5353: 1995. 3.1.1.2 Criteri di intervento per trattori resi conformi con telaio di protezione Possono rientrare in questa categoria indicativamente le seguenti tipologie di trattori:

- trattori a ruote immessi per la prima volta sul mercato anteriormente alla data del 31 dicembre 1973;

- trattori a ruote a carreggiata stretta immessi per la prima volta sul mercato anteriormente al 1986;

- trattori a cingoli. È da evidenziare che dai primi anni 90 a seguito di un accordo tra costruttori sono stati immessi sul mercato modelli di trattori a cingoli provvisti di telaio di protezione in caso di capovolgimento.

Per tali tipologie di trattori è possibile distinguere le seguenti casistiche ai fini degli adeguamenti previsti:

- trattori dotati di sedile mobile e non predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza;

- trattori dotati di sedile fisso e non predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza.

3.1.1.2.1 Trattori dotati di sedile mobile non predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza

In questo caso è necessario procedere alla sostituzione del sedile esistente con uno dotato di punti di ancoraggio per cinture di sicurezza ed avente le caratteristiche di seguito riportate:

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1. dimensioni del sedile tali da garantire un idoneo posizionamento nel posto di guida del trattore;

2. identica posizione del nuovo sedile rispetto all’esistente. In particolare, dovrà essere garantita: o la stessa distanza verticale dal punto S del sedile alla pedaliera con una

tolleranza massima del 5%; o la stessa distanza orizzontale dal punto S del sedile ai comandi (piantone dello

sterzo ovvero stegole nel caso di trattori cingolati) con una tolleranza massima del 5%.

Il punto S del sedile è individuato dalla intersezione di tre piani (vedi fig. 8):

• piano orizzontale, tangente all’estremo superiore della seduta del sedile;

• piano verticale, longitudinale rispetto al trattore e passante per la linea di mezzeria del

sedile;

• piano verticale, trasversale rispetto al trattore e tangente al punto più interno dello

schienale con quest’ultimo nella sua massima posizione reclinata, Nel caso di sedili regolabili è necessario che il sedile sia situato nella sua posizione più alta consentita dal sistema di regolazione verticale e nella posizione mediana del sistema di regolazione orizzontale. Se il sedile è munito di sospensione, essa deve essere fissata nella posizione intermedia ed il sedile zavorrato con una massa di 55 kg. In caso di sedili girevoli, il sedile deve essere posto in posizione di guida rivolta verso l’avanti.

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Figura 8 - Individuazione del punto S del sedile Sarà necessario in ogni caso che sia verificato il rispetto del volume di sicurezza o zona libera come identificato al paragrafo 3.1.2. Laddove il volume di sicurezza non risulti soddisfatto è necessario posizionare il nuovo sedile in modo da garantirne il rispetto. Inoltre, ai fini della rispondenza dell’intervento realizzato ai requisiti previsti, è necessario verificare il rispetto del corretto montaggio del sedile sul trattore come previsto al paragrafo 3.1.3. Per quanto concerne gli aspetti procedurali relativi alla sostituzione del sedile si rimanda alla lettura del paragrafo 3.1.5. Una volta effettuate le necessarie verifiche è possibile procedere al montaggio della cintura di sicurezza tenendo presenti le informazioni tecniche fornite dai costruttori del sedile e della cintura.

3.1.1.2.2 Trattori dotati di sedile fisso non predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza

In questo caso, riguardante generalmente i trattori cingolati, è necessario: - sostituire il sedile con uno dotato di punti di ancoraggio per cinture di sicurezza secondo le

indicazioni riportate al paragrafo 3.1.1.2.1 per trattori dotati di sedile mobile; ovvero

- Ancorare la cintura di sicurezza a parti fisse del trattore, con l’esclusione delle parti costituenti il dispositivo di protezione contro il ribaltamento, secondo quanto previsto al punto 2 del paragrafo 3.1.1.1.3.

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3.1.2 Verifica del rispetto del volume di sicurezza o zona libera

Ai fini della individuazione del volume di sicurezza o zona libera è necessario analizzare separatamente le seguenti tipologie di trattori:

− trattori a ruote resi conformi con telaio di protezione rispondente ai requisiti previsti dalla circolare del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale n° 49 del 19 maggio 1981;

− trattori a ruote o cingoli resi conformi con telaio di protezione rispondente ai requisiti previsti dalla linea guida nazionale dell’ISPESL per l’installazione dei dispositivi di protezione in caso di ribaltamento (reperibile su internet al seguente indirizzo: http://www.ispesl.it/Linee_guida/tecniche/index.htm);

− trattori a ruote “standard” resi conformi con telaio di protezione ovvero muniti di telaio di protezione omologato;

− trattori a ruote a carreggiata stretta resi conformi con telaio di protezione a due montanti posteriore ovvero muniti di telaio di protezione a due montanti posteriore omologato;

− trattori a ruote a carreggiata stretta resi conformi con telaio di protezione a due montanti anteriore ovvero muniti di telaio di protezione a due montanti anteriore omologato;

− trattori a cingoli resi conformi con telaio di protezione ovvero muniti di telaio di protezione omologato.

Le misure di seguito riportate sono considerate accettabili con una tolleranza massima del 5%. 3.1.2.1 Trattori a ruote resi conformi con telaio di protezione rispondente ai requisiti previsti dalla Circolare MLPS 49/81 Per trattori già dotati di telaio di protezione che presenta caratteristiche comuni e caratteristiche specifiche previste dalla circolare del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale n° 49 del 19 maggio 1981, si dovrà verificare che la distanza minima in direzione verticale dal piano superiore del sedile al bordo inferiore della traversa del telaio di protezione sia di 900 mm con una tolleranza max del 5%. 3.1.2.2 Trattori a ruote o cingoli resi conformi con telaio di protezione rispondente ai requisiti previsti dalla linea guida nazionale dell’ISPESL per l’installazione dei dispositivi di protezione in caso di ribaltamento (ed. novembre 2006) Per questi trattori si dovrà verificare che:

• per telai di protezione a due montanti posteriori o a quattro montanti la distanza minima in direzione verticale dal punto S del sedile (vedi par. 3.1.1.2.1) al bordo superiore della traversa

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del telaio di protezione sia di 1200 mm, con una tolleranza max del 5% (vedi fig. 9 lato destro);

• per telai di protezione a due montanti anteriori la distanza minima tra il punto S del sedile (vedi par. 3.1.1.2.1) ed il bordo superiore della traversa del telaio di protezione sia di 1490 mm, con una tolleranza max del 5% (vedi fig. 9 lato sinistro).

3.1.2.3 Trattori a ruote “Standard” resi conformi con telaio di protezione ovvero muniti di telaio di protezione omologato Rientrano in questa tipologia i trattori a ruote aventi le seguenti caratteristiche:

- altezza minima dal suolo non superiore a 1.000 mm; - carreggiata minima, fissa o regolabile di uno degli assi motori almeno di 1.150 mm; - massa superiore o uguale a 800 kg corrispondente al peso a vuoto del trattore (peso del

trattore in ordine di marcia, senza accessori forniti a richiesta, ma con liquido di raffreddamento, lubrificanti, carburante, attrezzatura, conducente il cui peso è valutato mediamente in 75 kg, ivi compresi il dispositivo di protezione in caso di ribaltamento e i pneumatici della massima dimensione raccomandata dal costruttore).

Per questi trattori si dovrà verificare che la distanza minima in direzione verticale dal punto S del sedile (vedi par. 3.1.1.2.1) al bordo inferiore della traversa del telaio di protezione sia di 900 mm con una tolleranza max del 5% (vedi fig. 10 lato destro). 3.1.2.4 Trattori a ruote a carreggiata stretta con telaio di protezione del tipo a due montanti posteriore ovvero muniti di telaio di protezione a due montanti posteriore omologato Rientrano in questa tipologia i trattori a ruote aventi le seguenti caratteristiche:

- altezza minima dal suolo, misurata nel punto più basso sotto gli assi anteriore o posteriore, tenendo conto del differenziale, non superiore a 600 mm;

- carreggiata minima, fissa o regolabile, di uno dei due assi inferiore ai 1.150 mm; - massa superiore a 600 kg, corrispondente al peso a vuoto del trattore (peso del trattore in

ordine di marcia, senza accessori forniti a richiesta, ma con liquido di raffreddamento, lubrificanti, carburante, attrezzatura, conducente il cui peso è valutato mediamente in 75 kg, ivi compresi il dispositivo di protezione in caso di ribaltamento del trattore e i pneumatici della massima dimensione raccomandata dal costruttore).

Per questi trattori si dovrà verificare che la distanza minima in direzione verticale dal punto S del sedile (vedi par. 3.1.1.2.1) al bordo inferiore della traversa del telaio di protezione sia di 900 mm con una tolleranza max del 5% (vedi fig. 10 lato destro).

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3.1.2.5 Trattori a ruote a carreggiata stretta con telaio di protezione del tipo a due montanti anteriore ovvero muniti di telaio di protezione a due montanti anteriore omologato Rientrano in questa tipologia i trattori a ruote aventi le seguenti caratteristiche:

- altezza minima dal suolo, misurata nel punto più basso sotto gli assi anteriore o posteriore, tenendo conto del differenziale, non superiore a 600 mm;

- carreggiata minima, fissa o variabile, dell’asse munito di pneumatici di maggiori dimensioni inferiore ai 1.150 mm;

- massa compresa tra 600 e 3000 kg, corrispondente al peso a vuoto del trattore (peso del trattore in ordine di marcia, senza accessori forniti a richiesta, ma con liquido di raffreddamento, lubrificanti, carburante, attrezzatura, conducente il cui peso è valutato forfetariamente in 75 kg, ivi compresi il dispositivo di protezione in caso di ribaltamento del trattore e i pneumatici della massima dimensione raccomandata dal costruttore).

Per questi trattori si dovrà verificare che la distanza minima tra il punto S del sedile (vedi par. 3.1.1.2.1) ed il bordo inferiore della traversa del telaio di protezione sia di 1300 mm con una tolleranza max del 5% (vedi fig. 10 lato sinistro). 3.1.2.6 Trattori a cingoli ovvero muniti di telaio di protezione omologato Rientrano in questa tipologia i trattori a cingoli aventi le seguenti caratteristiche:

- altezza minima dal suolo, misurata nel punto più basso dell’asse anteriore e posteriore, non superiore a 600 mm;

- massa non zavorrata non inferiore a 800 kg, dove per massa non zavorrata si intende il peso del trattore in ordine di marcia, senza zavorra e senza operatore a bordo, con liquido di raffreddamento, lubrificanti, carburante, ivi compresi il dispositivo di protezione in caso di ribaltamento del trattore con eventuale copertura e ogni equipaggiamento per i cingoli o ogni componente anteriore aggiuntivo per le ruote motrici necessarie per il normale uso.

Per questi trattori si dovrà verificare che: o per telai di protezione a due montanti posteriori o a quattro montanti la distanza minima in

direzione verticale dal punto S del sedile (vedi par. 3.1.1.2.1) al bordo inferiore della traversa del telaio di protezione sia di 900 mm, con una tolleranza max del 5% (vedi fig. 10 lato destro);

o per telai a due montanti anteriori la distanza minima tra il punto S del sedile (vedi par. 3.1.1.2.1) ed il bordo inferiore della traversa del telaio di protezione sia di 900 mm, con una tolleranza max del 5% (vedi fig. 10 lato sinistro).

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Figura 9 – Distanza minima per trattori resi conformi con telaio di protezione rispondente ai

requisiti previsti dalla linea guida nazionale dell’ISPESL

Figura 10 – Distanza minima per trattori resi conformi con telaio di protezione ovvero muniti di

telaio di protezione omologato

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Trattori dotati di sedile fisso o mobile

con punti di ancoraggio per CS

Trattori dotati di sedile fisso non

predisposto con punti di ancoraggio per CS

Trattori dotati di sedile mobile non

predisposto con punti di ancoraggio per CS

Procedere al montaggio di idonee cinture di sicurezza

Procedere alla sostituzione del sedile con uno dotato di punti

ancoraggio per CS

È presente sul mercato un sedile dotato di punti di oraggio per CS riconosciuidoneo dal costruttore delsedile per il trattore di cui

trattasi?

anc to

Si No

Ancorare la cintura di sicurezza a parti fisse del trattore secondo quanto previsto dalla ISO 3776:

1989

Trattori muniti di telaio di protezione

omologato

Trattori resi conformi con telaio

di protezione

Procedere alla sostituzione del sedile con uno dotato di punti di ancoraggio per CS e dimensioni tali da garantire:

• Idoneo posizionamento del sedile • identica posizione del nuovo sedile rispetto al

vecchio, cioè:

– stessa distanza verticale dal punto S del sedilealla pedaliera (tolleranza max 5%);

– stessa distanza orizzontale dal punto S del sedileai comandi (tolleranza max 5%).

Trattori dotati di sedile mobile non

predisposto con punti di ancoraggio per CS

Trattori dotati di sedile fisso non

predisposto con punti di ancoraggio per CS

Trattori agricoli o forestali

Il volume di sicurezza o zona libera è rispettato?

No

Si

Posizionare il nuovo sedile in modo da garantire il rispetto del volume di

sicurezza

Verificare il rispetto del volume di sicurezza o zona

libera

Figura 11 – Schema esemplificativo della procedura di adeguamento relativa alla sostituzione del sedile e/o montaggio delle cinture di sicurezza

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3.1.3 Montaggio del sedile sul trattore

Ai fini del corretto montaggio del sedile è necessario collegare la piastra in dotazione al nuovo sedile alla struttura portante del trattore. Laddove il collegamento diretto non sia possibile per la non coincidenza dei punti di attacco occorre realizzare una staffa di collegamento opportunamente sagomata in modo tale da adattare i punti di ancoraggio del nuovo sedile ai punti di attacco disponibili sulla struttura portante del trattore. La staffa deve essere tale da garantire la realizzazione di una base piana di ancoraggio su cui fissare la piastra in dotazione al nuovo sedile(vedi esempi in figure 12, 13 e 14). Al fine di garantire la rigidezza e la resistenza del sistema staffa-sedile alle possibili sollecitazioni che si innescano in caso di ribaltamento è necessario che:

1. siano individuati sulla struttura portante del trattore i fori filettati ai quali fissare saldamente la staffa. Tali fori filettati possono essere gli stessi ai quali era fissato il vecchio sedile ovvero altri fori ritenuti più convenienti dal punto di vista della disposizione spaziale del sistema staffa – sedile, purché in grado di alloggiare bulloni i cui requisiti dimensionali sono riportati in tabella 5 e in ogni caso in possesso dei necessari requisiti di resistenza;

2. la staffa sia opportunamente sagomata in maniera tale da essere imbullonata ai punti di attacco individuati sulla struttura portante del trattore. Nel caso in cui siano previsti quattro punti di attacco è possibile realizzare due staffe imbullonate ognuna ad almeno due punti di attacco. In ogni caso le due staffe dovranno realizzare una base piana di ancoraggio su cui fissare la piastra in dotazione al nuovo sedile;

3. sulla staffa siano realizzati punti di ancoraggio per il nuovo sedile in numero e dimensioni compatibili con quelli presenti sulla piastra del nuovo sedile;

4. le staffe e i relativi bulloni necessari per il collegamento alla struttura portante del trattore rispettino, a seconda dei casi, le dimensioni riportate in tabella 5, 6 e 7.

Caratteristiche dimensionali delle staffe

nel caso di collegamento a quattro punti di attacco:

- larghezza min 40 mm - spessore min 8 mm

nel caso di collegamento a tre punti di attacco:

- larghezza min 40 mm - spessore min 10 mm

Staffa di collegamento

Struttura portante del trattore

Tabella 5 - Caratteristiche dimensionali di staffe nel caso di sedili in asse con i punti di collegamento

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Caratteristiche dimensionali delle staffe nel caso di collegamento a quattro punti di attacco e disassamento compreso fra 300 e 400 mm (1):

- larghezza min 50 mm - spessore min 10 mm

nel caso di collegamento a tre punti di attacco e disassamento compreso fra 300 e 400 mm (1):

- larghezza min 50 mm - spessore min 12 mm

nel caso di collegamento a quattro punti di attacco e disassamento superiore a 400 mm (2):

- larghezza min 60 mm - spessore min 10 mm

nel caso di collegamento a tre punti di attacco e disassamento superiore a 400 mm (2):

- larghezza min 60 mm - spessore min 12 mm

per disassamento “d” si intende la distanza orizzontale fra il punto di attacco anteriore della staffa al trattore e il punto di ancoraggio anteriore della piastra del nuovo sedile 1 al fine di irrigidire la struttura di collegamento sedile-trattorestaffe di irrigidimento di dimensioni: larghezza min 30 mm spessore min 8 mm. 2 al fine di irrigidire la struttura di collegamento sedile-trattorestaffe di irrigidimento di dimensioni: larghezza min 40 mm spessore min 8 mm.

Stpor

tr

Staffa di collegamento

d

Tabella 6 - Caratteristiche dimensionali di staffe nel caso dcollegamento

è necessario realizzare ulteriori 2

è necessario realizzare ulteriori 2

ruttura tante del attore

Staffa di irrigidimento

i sedili non in asse con i punti di

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Caratteristiche dimensionali dei bulloni I bulloni di collegamento delle staffe di ancoraggio e di irrigidimento al trattore dovranno essere del tipo a resistenza 8.8, lunghezza opportuna e diametro di: - min. 8 mm nel caso di collegamenti a 4 punti; - min. 10 mm nel caso di collegamenti a 3 punti; - min. 8 mm per le staffe di irrigidimento.

Tabella 7 - Caratteristiche dimensionali dei bulloni di collegamento

Figura 12 - Esempio di staffa a tre punti di attacco (1 piastra del nuovo sedile, 2 staffa di

collegamento, 3 struttura portante del trattore, 4 punti attacco della staffa alla struttura portante del trattore)

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Figura 13 – Esempio di staffa a quattro punti di attacco (1 piastra del nuovo sedile, 2 staffa di collegamento, 3 struttura portante del trattore, 4 punti attacco della staffa alla struttura portante del trattore)

Figura 14 - Esempio di due staffe a due punti di attacco (1 piastra del nuovo sedile, 2 staffe di

collegamento, 3 struttura portante del trattore, 4 punti attacco delle staffe alla struttura portante del trattore)

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3.1.4 La cintura di sicurezza

Per sistema a cintura di sicurezza si intende una cintura comprendente una qualunque fibbia, un regolatore di lunghezza, un riavvolgitore e sistemi per fissarla a un ancoraggio, che sia allacciata sulla zona pelvica per assicurare la trattenuta durante le condizioni di funzionamento e di ribaltamento. Stante la mancanza di norme specifiche che definiscono i requisiti di prestazioni minime delle cinture di sicurezza necessarie per trattenere un conducente entro una struttura di protezione contro il ribaltamento del trattore e considerato che le condizioni di tensione cui sono soggette le cinture di sicurezza durante il ribaltamento dei trattori sono, per gli aspetti di interesse, assimilabili a quelle delle macchine mobili non stradali e delle macchine movimento terra, è possibile, ai fini della definizione delle caratteristiche di sicurezza che devono essere possedute dal sistema cintura, con l’esclusione dei requisiti previsti per gli ancoraggi, fare riferimento alle norme:

• SAE J 386: 1997 “Operator restraint system for off-road work machines” • EN ISO 6683: 2005 “Macchine movimento terra - Cinture di sicurezza ed ancoraggi per

cinture di sicurezza”. In ogni caso le cinture di sicurezza devono essere dichiarate idonee dal costruttore della cintura ad essere montate sui trattori agricoli o forestali. Ogni cintura di sicurezza deve essere accompagnata da istruzioni concernente almeno i seguenti punti:

1. istruzioni per l'installazione e il metodo corretto di fissaggio ai punti di ancoraggio; 2. istruzioni per l'uso (possono essere incluse nel manuale per l'uso del trattore qualora il

costruttore consegni il trattore munito di cinture di sicurezza) che specifichino le istruzioni per garantire che l'utente tragga il massimo vantaggio dall’uso della cintura di sicurezza. In dette istruzioni è opportuno far rilevare: a) l'importanza di indossare le cinture in tutti i percorsi; b) il modo corretto d'indossare la cintura, ed in particolare:

• la posizione prevista per la fibbia; • la necessità di portare la cintura ben aderente; • la corretta posizione delle cinghie e la necessità di evitare che si attorciglino; • la necessità che ogni cintura sia usata, ogni volta, da un solo occupante;

c) il funzionamento della fibbia; d) il funzionamento del regolatore; e) il funzionamento degli arrotolatori quando presenti ed il metodo che consenta di controllare che siano bloccati; f) i metodi raccomandati per la pulizia della cintura e per ricomporla, ove occorra, dopo averla pulita;

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g) la necessità di sostituire la cintura quando sia stata fortemente sollecitata a seguito di un ribaltamento o quando presenti tracce di sensibile sfibramento o tagli ovvero qualora eventuali segnalatori visivi di sovraccarico, laddove previsti dal costruttore della cintura, indichino che la cintura non è più in condizioni di continuare ad essere usata, oppure quando una cintura di sicurezza è prevista di dispositivo pre-caricatore, nel caso in cui lo stesso sia entrato in funzione; h) la necessità che la cintura non debba essere modificata o alterata in qualsiasi modo; i) che la cintura è concepita per essere usata da occupanti che hanno la statura di un adulto; j) come riporre la cintura quando non è utilizzata.

Si evidenzia, in tale sede, che le cinture di sicurezza devono essere utilizzate dagli operatori in tutte le condizioni di lavoro sia in campo che nella circolazione stradale. I principali sistemi di ritenzione “a cintura di sicurezza” utilizzabili sono:

• Cintura di sicurezza statica regolabile La cintura è allacciata e regolata manualmente dall’operatore. Si rammenta la necessità che la regolazione della cintura sia tale da garantire la migliore aderenza sul corpo dell’operatore nella normale posizione di guida.

Figura 15 - Cintura di sicurezza statica regolabile

• Cintura con arrotolatore a blocco comandato La regolazione avviene in modo semplice ed agevole: l'arrotolatore è munito di un pulsante premendo il quale si può estrarre la cintura mentre rilasciandolo la stessa si blocca nella posizione in cui si trova. Estratta la cintura per una lunghezza superiore al necessario, il conducente rilascia il pulsante in modo che la cintura rimanga bloccata e una volta che egli ha assunto l’idonea posizione sul sedile, ritorna a

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premere il pulsante in modo da consentire all'arrotolatore di adeguare la lunghezza della cintura. In questo modo il conducente rimane ancorato al sedile in posizione ottimale. Si rammenta la necessità che la regolazione della cintura sia tale da garantire la migliore aderenza sul corpo dell’operatore nella normale posizione di guida.

Figura 16 - Cintura con arrotolatore a blocco comandato

• Cintura con arrotolatore a blocco automatico, con dispositivo anti-strozzamento/stringimento

La regolazione avviene in modo automatico. L’arrotolatore dispone di un dispositivo di bloccaggio automatico che consente alla cintura, una volta allacciata, di bloccarsi in posizione aderente all’operatore. Per evitare che, in presenza di movimenti oscillatori dell’operatore (per esempio dovuti a vibrazioni del trattore indotte da asperità del terreno) la cintura tenda a stringersi sempre di più con effetto di strozzamento, il meccanismo di bloccaggio automatico si innesta ogni 30 mm di avvolgimento della cinghia. Dopo un movimento all’indietro dell’utilizzatore la cintura segue quest’ultimo nei suoi movimenti oscillatori per un massimo di 30 mm. Laddove l’oscillazione presenta un‘ampiezza superiore ai 30 mm si innesta un nuovo blocco automatico.

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Figura 17 - Cintura con arrotolatore a blocco automatico, con dispositivo anti-strozzamento/stringimento

3.1.5 Aspetti procedurali relativi alla sostituzione del sedile

I trattori agricoli o forestali a ruote, omologati CEE in base alle norme di cui alla Legge 8 agosto 1977, n 572, hanno l’obbligo di montaggio di un sedile omologato dal 1° giugno 1981, data di entrata in vigore del D.P.R. 10 febbraio 1981, n. 212, con il quale, tra le altre, è stata recepita la direttiva 78/764/CEE concernente il sedile del conducente. I trattori agricoli o forestali dotati di omologazione nazionale in base alle norme del codice della strada di cui al D.P.R. 15 giugno 1959 n. 393 non erano obbligati al montaggio del sedile omologato; tale obbligo è intervenuto anche per le omologazioni nazionali dal 7 maggio 1997. Ne consegue che i trattori omologati in sede nazionale prima del 7 maggio 1997 possono essere dotati di sedili del conducente non omologati. Poiché in alcuni casi per le omologazioni nazionali i costruttori non hanno attrezzato i loro veicoli con sedili omologati, se non quando è intervenuto l’obbligo, e poiché prima del 7 maggio 1997 si è fatto ricorso raramente da parte dei costruttori all’omologazione CEE, si può affermare ragionevolmente che alcuni trattori agricoli o forestali, omologati prima del 7 maggio 1997, sono equipaggiati con sedili sprovvisti di omologazione parziale CEE. Stante l’obbligo di adeguamento sopra richiamato per i trattori agricoli circolanti, appare utile suddividere gli stessi in due gruppi, come segue: 1° Gruppo - trattori omologati prima del 7 maggio 1997, muniti di sedili non rispondenti alla direttiva 78/764/CEE. 2° Gruppo – trattori omologati dal 7 maggio 1997, muniti di sedili rispondenti alla direttiva 78/764/CEE.

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3.1.5.1 La sostituzione del sedile per i trattori del primo Gruppo L’adempimento alle norme sopra citate può ritenersi compiuto, per quanto attiene la sostituzione del sedile, se sono soddisfatti i seguenti requisiti:

a) Il sedile originale è sostituito con un nuovo sedile dotato di ancoraggi per cinture di sicurezza.

b) Il trattore risponde alle norme di omologazione. La rispondenza alle norme di omologazione si intende soddisfatta, se il trattore, a seguito dell’installazione del nuovo sedile, mantiene la conformità alle prescrizioni tecniche contenute nelle norme in vigore all’atto della sua omologazione.

3.1.5.2 La sostituzione del sedile per i trattori del secondo Gruppo L’adempimento sopra citato può ritenersi compiuto, se il sedile originale del conducente è sostituito con un nuovo sedile dotato di ancoraggi per cinture di sicurezza ed omologato per il tipo di trattore di cui trattasi e se il trattore risponde alle norme di omologazione. 3.1.5.3 La documentazione necessaria per la sostituzione del sedile Ai fini dell’individuazione dell’appartenenza del trattore ai due gruppi sopra richiamati, la data di omologazione del trattore può essere richiesta agli Uffici del Dipartimento per i Trasporti Terrestri, fornendo il codice di omologazione riportato nella carta di circolazione o nella dichiarazione di conformità al tipo omologato rilasciata dal costruttore. Per agevolare l’adeguamento alle norme suddette, si ritiene ammissibile la seguente procedura semplificata che non prevede alcun aggiornamento della carta di circolazione del trattore agricolo. Il costruttore del sedile rilascia una dichiarazione di rispondenza ai requisiti minimi previsti alla lettera a), riportata nel precedente punto 3.1.5.1.. Tale documento è conservato a cura dell’utente per consentire l’effettuazione dei controlli da parte degli organi preposti, insieme con una dichiarazione di corretta installazione del sedile (ved. Allegato A ) redatta dal soggetto che ha effettuato la sostituzione.

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allegato – Dichiarazione di corretta installazione

(Carta Intestata)

DICHIARAZIONE DI CORRETTA INSTALLAZIONE

Il sottoscritto …………………………………. titolare della ditta ………………………………….

DICHIARA

di avere installato il sedile marca ……………………. modello ……………………. costruttore ……………………. codice …………………….

e/o cintura di sicurezza

marca ……………………. modello ……………………. costruttore ……………………. codice …………………….

sul trattore agricolo o forestale

marca ……………………. modello ……………………. telaio n. …………………. targa n. ………………….

di proprietà del sig. ……..………………………….. nel pieno rispetto dei criteri, delle procedure e delle informazioni tecniche fornite nella linea guida nazionale per l’adeguamento dei trattori agricoli o forestali ai requisiti minimi di sicurezza per l’uso delle attrezzature di lavoro previsti al punto 2.4 della parte II dell’allegato V al D.Lgs. 81/08. luogo, data …………………………………

Firma installatore

………………………………

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