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L’Irc e l’Idr dopo le nuove Intese Sergio Cicatelli Cagliari, 29 giugno 2015

L’Irc e l’Idr dopo le nuove Intese · Dopo le nuove Intese ! Il titolo parla di Intese al plurale: ! DPR 20-8-2012, n. 175 (nuova Intesa) ! DPR 11-2-2010 (Indicazioni infanzia

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L’Irc e l’Idr dopo le nuove Intese

Sergio Cicatelli

Cagliari, 29 giugno 2015

Dopo le nuove Intese

n  Il titolo parla di Intese al plurale: n  DPR 20-8-2012, n. 175 (nuova Intesa) n  DPR 11-2-2010 (Indicazioni infanzia e 1° ciclo) n  DPR 20-8-2012 (Indicazioni 2° ciclo)

n  Dal punto di vista istituzionale per l’Irc e per l’Idr non cambia assolutamente nulla.

n  Dal punto di vista pratico cambiano molte cose: il profilo di qualificazione professionale per l’Idr e l’identità didattica dell’Irc.

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Il DPR 175/12 n  Trattative avviate nel 2010. n  Firma dell’Intesa il 28 giugno 2012. n  Revisione della sola quarta parte: “Profili di

qualificazione professionale degli insegnanti di religione cattolica”.

n  Aggiornamento lessicale di tutto il testo. n  Il DPR 175/12 sostituisce integralmente il DPR

751/85.

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Perché la revisione

n  Per adeguare i livelli di formazione iniziale richiesti agli Idr a quelli previsti oggi per tutti gli altri insegnanti (laurea quinquennale per tutti, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria).

n  Per tenere conto del nuovo ordinamento accademico degli ISSR (Congregazione per l’educazione cattolica, Istruzione sugli istituti superiori di scienze religiose, 28 giugno 2008).

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I criteri di revisione

n  Elevamento: innalzato il livello dei titoli di studio degli Idr in ogni ordine e grado di scuola.

n  Unitarietà: sono richiesti ovunque gli stessi titoli di studio.

n  Specificità: i titoli devono essere esclusivamente di carattere teologico.

n  Gradualità: il nuovo sistema andrà a regime solo dal 2017.

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I nuovi titoli n  Chi già insegna ed è in regola con i titoli richiesti dalla

vecchia Intesa non deve far nulla. n  Per gli altri, i titoli di accesso sono uguali per ogni

ordine e grado di scuola: n  baccalaureato, licenza o dottorato in teologia; n  corso completo del seminario maggiore; n  laurea magistrale in scienze religiose.

n  Scompaiono il Magistero e il Diploma di SR (unito a una laurea o diploma secondario).

n  La laurea triennale in SR non basta (neanche unita a una laurea civile).

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L’insegnante di classe/sezione n  Idonei e disponibili all’Irc (dichiarazione entro la

scadenza per gli organici). n  Possono impartire l’Irc se lo hanno già fatto per un

anno nel quinquennio 2007-12. n  Altrimenti devono conseguire un titolo specifico:

master di secondo livello per l’Irc. n  Nota 2989 del 6-11-2012: devono essere già titolari di

altro nella classe o sezione (possono quindi insegnare Rc in più di una classe, ma senza diventare specialisti).

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Tempi di attuazione

n  Fino al 31-10-2012 valevano i titoli della vecchia Intesa. n  Dal 31-10-2012 al 31-8-2017 valgono i titoli della

vecchia e della nuova Intesa. n  Dal 1-9-2017 valgono i titoli della nuova Intesa, la quale

tiene però in vita i titoli della vecchia Intesa se sostenuti dal requisito del servizio (un anno = 180 giorni).

n  Si potevano conseguire i vecchi titoli di SR entro l’anno accademico 2013-14.

Conseguenze per l’Irc

n  Dal DPR 175/12 non deriva nessuna modifica dell’assetto istituzionale dell’Irc, che rimane disciplina scolastica facoltativa che trova le sue radici nel Concordato del 1984.

n  Insegnamento e insegnante sono espressione della collaborazione di Stato e Chiesa «per la promozione dell’uomo e il bene del paese».

n  Per l’Idr è confermato che deve essere fornito di idoneità ecclesiastica e deve essere nominato d’intesa con l’ordinario diocesano.

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Nuove Indicazioni

n  Maggiori novità possono esserci per l’Irc dopo le nuove Indicazioni, che delineano un profilo della disciplina aggiornato alle problematiche e alle sollecitazioni attuali, come deve essere per una disciplina che si colloca «nel quadro delle finalità della scuola».

n  Ciò non vuol dire che cambia il profilo istituzionale dell’Irc, che rimane insegnamento confessionale di una religione positiva, pur nell’apertura rivolta allo scenario culturale e religioso plurale in cui va oggi ad inserirsi.

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Nuove Indicazioni

n  Le Indicazioni sono solo orientative e non richiedono un atteggiamento esecutivo da parte dell’Idr, ma devono essere conosciute nei dettagli e applicate coerentemente.

n  L’insistenza su alcuni concetti è rivelatrice di una impostazione da seguire.

n  La proposta didattica delle nuove Indicazioni si concentra infatti su alcune tematiche qualificanti.

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Indicazioni primo ciclo/1

TSC inf TSC prim OA prim TSC sec OA sec Totale

Storia degli effetti 1 2 5 3 7 18

Bibbia 2 1 7 1 3 14

Chiesa 1 1 4 1 6 13

Pluralismo religioso 3 1 4 1 4 13

Dio 2 1 5 - 4 12

Gesù 1 2 7 1 1 12

Fede - - 2 2 5 9

Liturgia/feste 1 2 4 1 1 9

Linguaggio religioso 3 3 1 1 1 9

Condizione umana 2 - 1 2 2 7

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Indicazioni primo ciclo/2

TSC inf TSC prim OA prim TSC sec OA sec Totale

Domande di senso - 1 1 1 3 6

Morale 1 - 2 1 1 5

Vissuto religioso 3 1 1 - - 5

Preghiera 1 - 2 1 1 5

Salvezza - 1 1 1 2 5

Spirito Santo - - 1 - 1 2

Speranza 1 - - - 1 2

Amore/carità - - 2 - - 2

Alleanza - - 1 - 1 2

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Indicazioni secondo ciclo

Licei Tecnici Prof.li IFP Totale Bibbia 6 7 8 6 27

Storia degli effetti 7 7 7 4 25

Tematiche morali 7 6 6 6 25

Pluralismo religioso 4 6 6 5 21

Chiesa nella storia 5 5 5 3 18

Domande di senso 4 4 4 4 16

Relazioni umane e affettività 3 4 4 4 15

Gesù Cristo 3 4 4 3 14

Tematiche teologiche 3 2 2 2 9

Storia della salvezza 2 2 2 - 6

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L’Europa e l’IR n  L’Europa lancia una sfida all’Irc perché insiste in numerosi

documenti sull’importanza della religione a scuola, ma secondo una impostazione comparativa.

n  Congr. Educ. Catt., Lettera ai presidenti delle Conferenze episcopali sull’IR a scuola (920/09): n  11. «In una società pluralista, il diritto alla libertà religiosa esige sia

l’assicurazione della presenza dell’insegnamento della religione nella scuola, sia la garanzia che tale insegnamento sia conforme alle convinzioni dei genitori».

n  12. «La marginalizzazione dell’insegnamento della religione nella scuola equivale, almeno in pratica, ad assumere una posizione ideologica che può indurre all’errore o produrre un danno agli alunni. Inoltre, si potrebbe anche creare confusione o generare relativismo o indifferentismo religioso se l’insegnamento della religione fosse limitato ad un’esposizione delle diverse religioni, in un modo comparativo e “neutro”».

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Documenti europei n  Consiglio d’Europa, Racc. 1178/92 su Sette e nuovi movimenti religiosi:

n  «Il curricolo dell’istruzione di base deve comprendere informazioni oggettive e fattuali sulle religioni istituzionali e le loro principali varianti, in base ai principi della religione comparata, dell’etica e dei diritti personali e sociali».

n  Consiglio d’Europa, Racc. 1396/99 su Religione e democrazia: n  L’Assemblea parlamentare raccomanda ai governi «di promuovere

l’educazione in materia religiosa e in particolare: n  a) rafforzare l’apprendimento delle religione quale insieme di valori nei

confronti dei quali i giovani devono sviluppare un senso critico, nel quadro dell’insegnamento dell’etica e della cittadinanza democratica;

n  b) promuovere a scuola l’insegnamento della storia comparata delle differenti religioni, insistendo sull’origine e la somiglianza di alcuni loro valori e sulla diversità di costumi, feste, tradizioni, ecc.; […]».

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Documenti europei n  Consiglio d’Europa, Racc. 1720/05 su Istruzione e religione:

n  «1. L’Assemblea parlamentare ribadisce con forza che la religione di ogni persona, compresa l’opzione di non avere religione, è un fatto strettamente personale. Tuttavia, ciò non contrasta con l’idea che una buona conoscenza generale delle religioni e il conseguente senso di tolleranza sono essenziali all’esercizio di una cittadinanza democratica. […]».

n  14.1. l’obiettivo di questa educazione deve essere quello di far scoprire agli alunni le religioni praticate nei loro paesi e in quelli vicini, di far loro percepire che ognuno ha lo stesso diritto di credere che la sua religione sia la “vera fede” e che gli altri non sono esseri umani diversi perché hanno una religione diversa o non hanno affatto una religione;

n  14.2. deve comprendere, con assoluta imparzialità, la storia delle principali religioni, così come l’opzione di non avere religione; […]

n  Cons. d’Europa, Racc. 1804/07 su Stato, religione, laicità e diritti umani: n  «La conoscenza delle religioni è parte integrante della conoscenza della

storia umana e delle civiltà. È diverso dal credere, o dal venerare, una particolare religione. Anche i paesi in cui una religione è prevalente hanno il compito di insegnare le origini di tutte le religioni».

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Documenti europei n  Principi guida di Toledo sull’insegnamento delle religioni e delle credenze

nelle scuole pubbliche (Osce-Odhir 2007): n  «La conoscenza delle religioni e delle credenze è parte essenziale di una istruzione

di qualità». n  «Coloro che insegnano le religioni e le credenze devono possedere una dedizione

alla libertà religiosa tale da contribuire a un ambiente scolastico e a pratiche capaci di promuovere i diritti degli altri in uno spirito di rispetto e comprensione reciproci tra i membri di una comunità scolastica. L’insegnamento delle religioni e delle credenze è una grande responsabilità delle scuole, ma il modo in cui questo insegnamento si svolge non deve indebolire o ignorare il ruolo delle famiglie e delle organizzazioni di religione o di fede nel trasmettere valori alle generazioni successive».

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