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Lo Sguardo sui 5 Reali Siti -Luglio/Agosto- 2012

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''Lo Sguardo'' Anno10 - n°7/8 - Luglio/Agosto 2012

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Leggere è un privilegio esclusivodell’essere umano. Coloro che amano leg-gere hanno vite più ricche e prospettivepiù ampie rispetto a chi resta indifferentedavanti ad un libro o addirittura lo considerapiù un obbligo che un piacere. La colpa,in quel caso, è della scuola e della famigliache non hanno saputo trasmettere il sanovirus della lettura ed è per questo che tantiragazzi considerano faticoso e poco inte-ressante dedicare tempo anche ad una solapaginetta stampata. Il computer è divenutocosì popolare che tanti ragazzi lo preferi-scono ad un buon libro e perdono così unainfinità di buone occasioni. Leggendo sitrascende il tempo, si entra in contatto confilosofi, saggi e poeti vissuti migliaia dianni fa, si visitano luoghi lontani senzaprendere aerei, s’incontrano nuovi maestri,si sviluppano nuove idee e nuovi punti divista. Tanti non leggono perché hanno pocafamiliarità con la lettura, non l’hanno fattoda piccoli oppure l’hanno fatto male. Bastainiziare con libri semplici che parlino dicose interessanti, libri che sappiano cattu-rare la nostra attenzione, che mettano inviaggio la nostra fantasia, che ci faccianoscordare di stare nel salotto di casa e sianoin grado di guidarci in realtà ancora sco-nosciute. Una volta scoperto qual è il giustomeccanismo possiamo cimentarci anchecon sfide più grandi e vedrete che questoprocesso poi durerà tutta la vita. L’amoreper la lettura si può trasmettere anche dapiccoli: “Papà mi racconti una favola?”,dal racconto alla lettura il passo è breve.

Si inizia raccontando a voce una storiae poi la si legge insieme al bambino e viaccorgerete che lui riscontrerà quasi sempreche abbiamo saltato alcuni passaggi; questoè un buon segno, vuol dire che abbiamoun figlio perspicace e attento. Ricordo an-cora l’emozione di avere il mio primo librodelle elementari: annusavo la carta chesapeva di nuovo, guardavo continuamentele figure perché non sapevo ancora leggeree immaginavo quali storie potessero nascon-dersi dietro quelle figure; per paura chepotessi sciuparlo mia madre me lo avevafoderato con un cartoncino giallo paglierino,di quelli che i salumieri incartavano il pane.Era la prima volta che avevo una cosa tuttamia e fu così che iniziò la mia passioneper i libri che ancora conservo. I grandiuomini sono stati grandi lettori. Napoleone,ad esempio, nella campagna d’Egitto e diSpagna aveva con sé ogni genere di libri.

Stendhal ogni mattina leggeva un cen-tinaio di pagine che gli davano la caricagiusta per affrontare la sua giornata di scrit-tore. Cosa ci spinge dunque a leggere? Silegge per conoscere attraverso l’uso di“parole accese” che, come tante luminarieci indirizzano verso la casa della conoscen-za. Il piacere di leggere lo conosce soltantochi legge e sarebbe buona abitudine parlare

di libri in famiglia, avere libri in casa, ve-dere familiari che dedicano tempo al piaceredella lettura, far percepire come normalee piacevole atto quotidiano e come curadi sé, quello di leggere un libro. A scuolasi leggono spesso libri pallosi in funzionedell’esclusiva conoscenza dell’autore edi giovani lo fanno con molta sofferenza,tanto per strappare una sufficienza e ciòrischia di spegnere l’interesse del giovanealla lettura. In realtà quelle letture devonoprescindere dal “bello/brutto”, “mi pia-ce/non mi piace”, perché servono a capirecerti processi per cui si passa dal natura-lismo al decadentismo che, altrimenti, noncapiremmo. Se non si può indurre alla let-tura, almeno la si può stimolare attraversomolteplici iniziative. Quando insegnavo,avevo istituito l’ora di lettura, avevamouna biblioteca in classe, con libri portatida casa, e così per un’ora alla settimanaciascuno doveva prendere un libro, leggerloe, a turno, parlarne a tutta la classe. Comeper miracolo, durante quell’ora anche leclassi più scalmanate cadevano come inreligioso silenzio, roba da pelle d’oca, eleggevano e raccontavano, ciascuno a modo

proprio. Bisognerebbe fare più esperienzedi questo genere ed anche se non si aumen-terebbe il numero dei giovani lettori, almenosi darebbe a ciascuno l’opportunità nondi ripetere non semplicemente nozioni “apappagallo”; ma di svolgere una sana pra-tica nel luogo maggiormente deputato alloscopo, l’aula scolastica. Termino con leparole di un giovane lettore: “Ci sono per-sone che si fanno le canne per amplificarei sensi, bèh io leggo e mi sconvolgo così!”.Buona vita!

Don Tonino, umile viandante dellestrade dei poveri vorrei che prendessi inconsegna il mio paese, per fargli capireche i giudizi e le accuse gratuite distrug-gono vite, mentre abbiamo bisogno di farrinascere vite; che la droga presente nelnostro territorio non è solamente spacciatada mostri, ma da «nostri», ossia siamotutti responsabili della illegalità diffusa,del commercio nei locali che sono coper-ture per loschi affari, della stasi coscien-ziale di tante persone. Prendici per manoe guidaci verso quella “Pasqua che èl’unica forza della storia perennementeeversiva”.

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Nel Cristianesimo come nell'Ebraismoe nell'Islamismo, le tre religioni monoteiste,i divieti di alcuni alimenti hanno una valenzasimbolica.

Nell'induismo, religione politeista, è proi-bita la carne Bovina perché la vacca è con-siderata sacra e nell’Ebraismo e nell'Islamè proibita la carne suina perché il maialeè considerato un animale immondo.

Il buddismo, il taoismo, il confucianesimosono delle Filosofie; non sono religioni nelsenso occidentale del termine, come nellereligioni del Libro che sono verità rivelate,ma sono soggette anch'esse ad interdetti Ali-mentari.

Mi è sembrato interessante passare inrassegna le indicazioni alimentari della Chie-sa Cattolica e della Chiesa Ortodossa.

Gesù non lasciò, almeno non nelle fontioggi ufficialmente accettate dalla Chiesa,alcuna indicazione in merito a cibi da preferiree ad altri da evitare. Malgrado ciò alcunistudiosi sostengono che, provenendo dallasetta ebraica degli esseni o avendo comunqueavuto contatti con questo gruppo, la dieta diGesù fosse a base di frutti ed erbe, latte, cerealie miele.

Inoltre, sempre secondo queste fonti, Gesùraccomanda la sobrietà, di preferire pietanzesemplici, facilmente digeribili. Nei Vangelicanonici non troviamo traccia di queste indi-cazioni: ciò che emerge è piuttosto una certacautela da parte di Gesù nell'evitare di intro-durre nuovi dogmi in un ambiente culturaledove erano già in vigore precise leggi ebrai-che. Questo non significa che nel Nuovo Te-stamento manchino riferimenti al cibo, anzisono piuttosto frequenti. Tuttavia, il messaggiodi Gesù sembra focalizzarsi non tanto sullaqualità o sulla purezza del cibo quanto sulcuore dell'uomo, sul suo agire, sulle sue pa-role, sulle azioni a cui egli dovrebbe prestaremaggiore attenzione. “Non c'è nulla fuoridell'uomo che, entrando in lui possa conta-minarlo; sono invece le cose che esconodall'uomo a contaminarlo “Mc, 7-15-19 (cioèdal cuore degli uomini escono le intenzionicattive), così Gesù risponde agli Scribi e aiFarisei che accusano i discepoli di non avereosservato i precetti della tradizione: lavarsile mani prima di mangiare. Gesù lascia daparte gli atteggiamenti esteriori, vuoti di si-gnificato ed esorta piuttosto alla conversionenel senso etimologico del termine, ovverorivolgersi verso la propria interiorità, per“curare” e purificare i propri atti ed i propripensieri. Anche per quanto riguarda il digiuno,Gesù cerca di spogliano del suo significatoesteriore (“E quando digiunate non assumetearia malinconica come gli ipocriti (Mt 6.16-18): è importante che questa pratica sia per-sonale, discreta, senza vantarsene con glialtri.

Nella storia del Cristianesimo la rinunciaad alcuni cibi con l'intento di seguire unavia mistica riguarda non solo i prodotti ani-mali, ma anche il vino, l'olio, i legumi, i frutti,il pane: “se ami la temperanza domina il ven-tre e non dargli pane a sazietà”, ammonivano

i Padri del deserto.Il rifiuto della carne non si inserisce per

i cristiani nell'ottica vegetariana, pur valutandoin modo differente la carne di pesci e di uccelli,considerata più “leggera” e quindi più digeri-bile, da quella degli animali terrestri.

Dio, nella Genesi, non parla mai deglianimali come fonte di sostentamento perl'uomo, concedendogli come nutrimento tuttele piante, ad eccezione del ben noto alberodella conoscenza. È solo dopo il diluvio cheviene consentito all'uomo di nutrirsi anchedella carne degli animali (ad eccezione delsangue, secondo il precetto biblico) e di berevino. E proprio con lo scopo di tornare inParadiso che gli asceti cristiani cercherannocostantemente di eliminare dalle loro mensequei cibi di cui il primo uomo aveva fatto ameno.

Se nella pratica del digiuno e della dietala Chiesa d'Occidente ha modificato durantei secoli alcune sue regole, la Chiesa d'Orienteè rimasta fedele alla Tradizione antica ereditatadagli asceti dei deserto. Le restrizioni alimentariservivano secondo i Padri del deserto a imitareCristo e partecipare alla sua passione. I regimialimentari dei singoli asceti potevano essereanche più rigidi di quelli Delle comunità dicui facevano parte alcuni preferivano nutrirsidi sole erbe amare o di solo pane e sale rinun-ciando del tutto a verdura e frutta. Il pane,solitamente di frumento, di rado anche di orzo,con lenticchie e ceci, rappresentava il ciboessenziale per i Padri del deserto e spessoanche l'unico. Il regime alimentare seguitodagli asceti del deserto prende il nome di xe-rofagia termine greco che significa “mangiareasciutto”. La xerofagia prevedeva due varianti:la prima proponeva un'alimentazione fatta uni-camente di pane e sale, la seconda ammettevafrutta e legumi, escludendo il pane.

Sant'Agostino, pur vietando di consumarecarne nelle sue comunità allo stesso mododei Padri del deserto, accordava delle deroghein presenza di ospiti. L'interdetto relativo alconsumo di carne veniva sospeso se i monacisi ammalavano. Tornando all'esperienza misticadei Padri dei deserto, ricordiamo che il loro

Digiuno era sospeso nei giorni di sabato edomenica durante i quali si Mangiavano cibicotti, legumi, farinate, frutta ed era permessoil vino.

Per molti secoli la storia della Chiesad'Oriente non si distingue da quella della Chie-sa d'Occidente. Tuttavia, se nella pratica deldigiuno e nella dieta la Chiesa d'occidente hamodificato durante i secoli alcune sue regole,quella d'Oriente è rimasta fedele alla tradizioneantica ereditata dagli asceti del deserto.

Mentre la Chiesa d'Occidente ha lasciatoche il digiuno, soprattutto per i laici, diventassepiano piano una scelta individuale, quellad’Oriente ha mantenuto due digiuni settimanaliconsiderandoli una prassi essenziale della vitacristiana alla quale deve attenersi ogni indi-viduo a partire dal 14° anno di età. Inoltre,mentre in Occidente l'astinenza riguarda origuardava solo la carne, la Chiesa d'Orienteesclude anche latticini, uova, condimenti egrassi animali.

Avendo preservato la tradizione, la Chiesad'Oriente pratica la Xerofagia (il mangiareasciutto) il mercoledì e il venerdì di ogni set-timana, tutti i giorni della Quaresima, ad ec-cezione della Domenica delle Palme quandosono permessi vino, olio e pesce, la Vigiliadi Natale e dell'Epifania. Durante altri periodi,per es., dal primo al 14 agosto (Quaresimadella Santa Vergine) e dal 15 novembre al24 dicembre (Avvento), l'astinenza è menorigorosa sebbene escluda carne, uova, latticinie in alcuni casi anche pesce. Recentementesi è andata attenuando la restrizione per l'oliod'oliva e per il vino che in ogni caso vieneannacquato. Quando non è in vigore la xero-fagia, per esempio durante le feste, cibi nor-malmente proibiti sono permessi con l'unicaeccezione della carne, sempre vietata. In con-clusione la religione cristiana ha posto notevoleattenzione al Cibo, alla sua quantità e qualità,sebbene non abbia elaborato un sistema par-ticolareggiato di divieti come nell'Ebraismoe nell'Islam. Anche presso i Cristiani troviamogruppi di alimenti sconsigliati per la loro ca-ratteristica di offuscare la mente e “incatenare”l'anima al corpo impedendole di rivolgersi aDio. L'alimento sempre sconsigliato è la carne,seguono i formaggi, i latticini, il pesce (cibiconsiderati grassi) e le uova, spesso rifiutateperché contengono “il principio vitale”, con-cezione questa di origine orfica ed ebraicagiunta alla Chiesa cristiana, così come l'usodi consumare vino annacquato e di limitarel'assunzione dell'acqua.

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Il sindaco denuncia per peculato gli ammi-nistratori della GEMANelle casse di Orta Nova mancati versamentiper oltre 500 mila euro

Il sindaco di Orta Nova ha presentato,presso la stazione dei Carabinieri di OrtaNova, una denuncia nei confronti dei rappre-sentanti legali ed amministratori di GemaSpA ipotizzando la commissione del reatodi peculato per il mancato versamento nellecasse comunali di 535.841,90 euro rivenientidalla riscossione dei tributi comunali. Comunedi Orta Nova e Gema SpA sottoscrissero nelluglio 2007 la convenzione per la riscossionedi tributi locali, Ici e Tarsu. Convenzioneche ha cessato di produrre effetti il 31 dicem-bre 2010. A partire da questa data il servizioè stato affidato ad altra società, fermo restandoil diritto di Gema a riscuotere i ruoli scadutiprecedentemente. In coincidenza con il nuovoaffidamento, l’Amministrazione comunaleriscontra i primi ritardi dei versamenti diquanto dovuto che cessano del tutto a partireda maggio 2011. Nella denuncia, la sindacodi Orta Nova fa rilevare che il mancato in-casso di oltre 500.000 euro, sommato allariduzione dei trasferimenti statali ed alle cre-scenti difficoltà finanziarie complessive, mettea rischio la regolare erogazione dei serviziessenziali ed indispensabili, motivandol’iniziativa giudiziaria e, in caso di avviodel processo, la costituzione di parte civileper ottenere anche il risarcimento del danno.

Festa del grazie

Nel giugno scorso, in piazzetta largo Maz-zini, si è svolta la drammatizzazione teatraledei piccoli della scuola dell’infanzia PadrePio di Stornarella. La rappresentazione teatralesi è svolta in tre momenti fondamentali. Nellaprima parte i piccoli attori hanno messo inscena “Festa per dire grazie”. Un tema diattuale importanza, dove la parola grazie di-venta valore spontaneo, da scoprire - risco-prire. Grazie per educare alla riconoscenza,pronta per essere offerta con piccoli gesti achi dà aiuto e che darà nel contempo, la fe-licità.

Nella seconda parte, i piccoli attori sisono trasformati in provetti ballerini, cheguidati dalla bravissima maestra di ballo Mi-chela Menafro, si sono cimentanti nel tradi-zionale ballo napoletano della “Tarantella”

e in quello attuale di “Voglio ballare inPuglia”.

A chiudere la serata, e lo spettacolo (riccodi applausi e commozione), la premiazionedi tutti i piccoli della scuola, con un salutospeciale ai bimbi dell’ultimo anno. E proprioa loro, le maestre Desdeboh, Elvira e Annahanno dedicato una poesia, augurando loroun felice cammino verso la scuola primaria.“Grazie, grazie a tutti voi, che ci siete vicinie che vi prendete cura di noi”.

Auguri a MassimoL’informazione ortese e dei 5 Reali Siti

si arricchisce di un nuovo giornalista, il nostrocollaboratore Massimo Beccia è stato iscrittonell’albo dell’Ordine dei Giornalisti di Puglia.Un caro ed affettuoso augurio a Massimoda parte dell’Editore Annito Di Pietro, dalDirettore Michele Campanaro e dall’interaredazione.

Un gesto nobileÈ quello compiuto da Antonio Nannarone,

che acquista un doppio valore nobile. Mentreera intento ai lavori di pulizia all’internodella Villa Comunale ha trovato un portafoglicontenente documenti e 90 euro. Certo nonsi è trattato di una grossa somma di danaro,ma per Antonio, che vive con una pensionesociale di 600 euro, celibe e nullatenente,inserito nelle liste di Voiucher, poteva essereuna boccata “d’ossigeno”, ed invece ha rite-nuto giusto consegnarlo al comando di PoliziaMunicipale. Tutti lo conoscono per le passatevicissitudini dovute al suo precario stato disalute, oggi fortunatamente superato, ma forsenessuno lo conosceva come persona onestae rispettosa degli altri. Un’altro episodio èopportuno evidenziare: nei giorni scorsi men-tre lavorava al taglio dell’erba nelle strade,nei pressi del Comando dei Vigili Urbani,per la forte calura è entrato nell’ufficio perchiedere un bicchiere d’acqua, era tutto sudatoe assetato. Dopo aver bevuto, con molta ti-midezza, ha chiesto un altro perché intendevadividerlo con il suo collega di lavoro. Checchése ne dica ci sono ancora persone oneste erispettose delle leggi ad Orta Nova.

Ad Orta Nova Mucic ArtC’è una nuova realtà musicale ad Orta

Nova, promotore e fondatore della iniziativaè Enzo Pastore: l’Associazione Culturale Mu-sic Art. Pastore ne è il Presidente, ad affian-carlo con l’incarico di Vice Presidente è Ales-sandra Torchiarella. Ben 40 sono i socie delneo sodalizio musicale, composto da allievie professori. L’intento è quello di divulgarela cultura musicale, nel contempo formarei nuovi musicisti. Nei giorni scorsi, nel cine-teatro Cicolella, si è svolto il saggio conclu-sivo di fine anno. Una serata memorabilecon un perfetto d’assieme, grazie alla prof.ssadi Canto Alessandra Torchairella, a quellodi pianoforte Alessandro Inglese, a Pasquale

Soleo insegnante di chitarra, ad Antonio Ci-coria insegnante di batteria, a Luciano Anneseinsegnate di basso per finire ad Enzo Pastoreinsegnante di musica d’insieme e teoria mu-sicale. La sede dell’Associazione è in viaCarità, 65, ad Orta Nova.

Incontro a Napolidi Giovanni Scommegna

La delegazione ortese del Circolo Cultu-rale neoborbonico “Orta di Capitanata”, nelgiorno 25 giugno scorso, si è recata a Napoli,per un importante evento. L’occasione è statal’investitura dei nuovi Cavalieri e Dame delSacro Militare Ordine Costantiniano di SanGiorgio, avvenuta nell’incantevole cornicedella Basilica di Santa Chiara in Napoli, allapresenza delle LL.AA.RR. il Principe Carlodi Borbone delle Due Sicilie e la PrincipessaCamilla di Borbone delle Due Sicilie. Dopola Santa Messa, officiata da Sua EminenzaReverendissima, Card. Renato Raffaele Mar-tino, è stato offerto un rinfresco nel meravi-glioso chiostro di Santa Chiara, alla presenzadelle Loro Altezze Reali. Tra gli invitati eranopresenti numerosi delegati del Movimentonazionale Neoborbonico, molti dei quali pro-venienti dalla Puglia.

Eliseo Zanasi confermatonel Comitato Esecutivo di Unioncamere

Eliseo Zanasi, Presidente della Cameradi Commercio di Foggia, è stato confermatoper il triennio 2012-2015 componente il Co-mitato Esecutivo nazionale di Unioncamere,l’ente che rappresenta 105 camere di com-mercio italiane, 19 Unioni regionali, 16 So-cietà di sistema. La conferma del PresidenteZanasi assume particolare rilievo perché av-venuta in un contesto di riduzione dei com-ponenti di nomina elettiva, passati da 11 a6 in base alle nuove prescrizioni di legge.Il Presidente Zanasi è inoltre risultato il piùsuffragato tra gli eletti, segno di un consensoampio e di un riconoscimento nazionale peril suo proficuo impegno ed il fattivo contributoassicurati nel precedente mandato alle diversearticolazioni del sistema camerale in Italiaed all’estero.

Lettere in RedazioneCaro Annito, per ragioni di salute sono

costretto, mio malgrado, a sospendere la col-laborazione con l’Ortese, sono stati diecianni grazie al tuo dinamismo. “E u timpepasse…..e cume passe….”. Un abbraccio ate, ad Adelina, gran signora e al DirettoreMichele Campanaro. Ci vedremo sicuramentese non in questa “Valle di Lacrime” nellaParusia nel secondo avvento e definitivo diCristo, quando verrà a giudicare i vivi ed imorti. Nino Iorio.

Caro Nino, siamo tutti noi a volerti rin-graziare per l’impegno costante da te profusoin questi dieci anni, ti saremo sempre vicini

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e abbiamo deciso con il Direttore di non to-gliere la tua firma dalla gerenza, perché saraisempre presente nella nostra redazione.

Nozze d’oro

Il prossimo 16 agosto è un giorno me-morabile per Rocco Russo e Isabella Chiu-solo compiono 50 anni di matrimonio. Lafamiglia Russo per anni è emigrata a Milanodove Rocco ha lavorato nel gruppo Falke nella città meneghina sono nati i quattrofigli. Infine in tutti questi anni coltiva conpassione l’hobby del ciclismo ed è il piùanziano della “Francesco Moser” ortese.Auguri infiniti a Rocco ed Isabella dall’edi-tore e dalla intera redazione.

LuttiÈ venuto a mancare agli affetti dei suoi

cari Antonio Ciccone, suocero del nostroredattore Franco Luce. Annito Di Pietro, Mi-chele Campanaro e l’intera redazione sonovicini al dolore di Franco delle figlie, deigeneri e dei parenti tutti.

* * *

La famiglia Russo piange la dipartita delcaro Saverio. L’editore Annito Di Pietro el’intera redazione sono vicini al dolore dellamoglie, delle figlie e l’intera famiglia.

I Ricordi di Savino LuceEra il lontano 1947, quando Michele Cio-

ciola insegnate di scuola elementare si recavadal suo paese Orta Nova a Stornarella perinsegnare. Tra la numerosa scolaresca di queglianni ne faceva parte Savino Luce che ci scriveancora sbiaditi ricordi. “Frequentavo le scuoleelementari e un giorno il maestro MicheleCiociola di Orta Nova, disse alla scolarescadi fare un esercizio, che consisteva nel dovermettere insieme più parole che avevano iniziocon la stessa lettera, fu proprio quell’eserciziodel lontano 1947 che il maestro ritenne dimettermi i maggiori voti e cioè 10, infatti,

riuscii quasi per gioco a coniugare 12 paroleche avevano inizio con la lettera P, che sono:Prima, Pensa, Poi, Parla, Perché, Parole, Poco,Pensate, Posso, Portare, Perenni, Pentimenti.Con il passare degli anni, avendo più esperienzanella vita, quelle dodici parole le ho denominate

Michele Ciociola: Fu un noto insegnantedi scuola elementare nei Cinque Reali Siti,durante gli anni del dopoguerra, fondò e fupresidente dell’Associazione Nazionale Fami-glie Caduti e Dispersi in Guerra. Successiva-mente divenne assessore presso il comunenatio con la lista DC. Benefattore e sempreattento e impegnato nel volontariato sia inprima linea che dietro le quinte. Amante dellacultura, fu inventore e promotore del monu-mento dei caduti.

Savino Luce: Personaggio famoso, sociodell’Uni3, è un poeta e scrittore ortese, i suoiscritti sono in lingua italiana e dialettale edè iscritto all’Ass. Naz. Poeti e scrittori d’Italia(A.N.PO.S.DI) “Ci tengo a precisare che ilsottoscritto, non sa adoperare nessuna tipo-logia di computer. Ed è doveroso da partemia dire che i miei scritti che vanno dallapoesia, al racconto alla fiaba sono solo fruttodella mia immaginazione e della mia spon-tanea fantasia”.

l’Associazione nasce circa 22 annifa per merito e volere del Presidente An-tonio Festa che sin da giovane si dedicaa questa attività e apre una attrezzatissimapalestra ad Orta Nova in via Stornarella,32/B. Veterano nelle arti di combattimen-to 7° Dan di Kick Boxing. Nella suddettapalestra si praticano varie attività da com-battimento, pesistica, muscolazione e tuttoquanto serve per lo sviluppo e l’armoniz-zazione del fisico.

L’Associazione ha sempre partecipatoa gare sportive in campo nazionale edinternazionale nel settore del Kick BoxingThai Boxing - Muay Tiai e Ful Contact,ottenendo buoni successi. L’ultimo suc-cesso è stato ottenuto a Torino nel giugnoscorso, al Palazzetto dello Sport con lagara di Kick Boxing, sconfiggendo lasquadra locale con il risultato di tre vit-torie e una sconfitta. Atleti tutti ortesi:Vincenzo Ferrara, Roberto Furio, MarcoIorio e Luigi Ferrandino. Tali successili dobbiamo a mister Antonio Festa chefunge da allenatore ed organizzatore, ilcui lavoro e il serio impegno porta la

squadra a raggiun-gere i meritati tra-guardi nelle compe-t i z i o n i c o n v a r i eformazioni moltoprestigiose in questocampo. In merito aquanto detto è beneevidenziare Giuseppe4 ° D a n f i g l i o d iAntonio che c i fao n o r e c o n l e s u evittorie: Cinque voltecampione italiano FulContact, Kick Bo-xing, Thai Boxing -Muay Tiai, collabo-ratore instancabile del padre; contribuisceattivamente nella conduzione della squa-dra. I successi si raggiungono con il con-tinuo lavoro, allenamenti e sacrifici ancheeconomici. L’Associazione vive nonfruendo di contributi da parte di chicches-sia, ma solo con i “soldi” del Presidente.

Tutto questo gratifica il Presidentee lo inorgoglisce perché tutto è frutto

della sua passione verso l’arte di combat-timento. Per noi Ortesi e per tutti i cit-tadini dei 5 Reali Siti è vanto ed onore,e questo ci fa capire che non tutto è“negativo” sul nostro territorio. Grazie,grazie a chi con il loro lodevole impegnoportano alla ribalta della cronaca biancail nostro Paese, purtroppo sovente deni-grato.

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Nella splendida cornice di Villa De-metra, ricca di verde e rigogliosa di piantevarie che ospita la sede del Rotary Clubdi Cerignola, il 1° luglio 2012 si è svoltoil rituale passaggio del Martelletto tra ilPresidente uscente Berardino Grazianoe Franco Dimunno, nuovo Presidente perl’anno 2012-2013. Alla presenza di nu-merose autorità rotariane:due Post Go-vernor, alcuni Presidenti di Club vicinioried Autorità amministrative, in un climagioioso e festante, Berardino Grazianoha salutato tutti i presenti con accennial programma svolto nell’anno 2011-2012accompagnato da un CD che ha messoin luce il percorso del suddetto anno ro-tariano evidenziando i momenti più sa-lienti dei vari incontri settimanali, questolavoro doveroso e certosino si deveall’amica rotariana Giustina Specchio,compagna inseparabile della sua macchi-netta fotografica. Prima dell’interventodel nuovo presidente, Mirella Guerciaha preso la parola, in qualità di Club-Trainer, apprezzando l’operato svolto daBerardino Graziano e dell’intero Consi-glio Direttivo. A tale proposito il Clubdi Cerignola, per meriti acquisiti ha ri-cevuto una medaglia da parte del Distretto2010, distretto cui appartiene. Subito dopoha avuto luogo lo scambio dei distintivie della sciarpa fra i due Presidenti, Gra-ziano e Dimunno. A questa cerimoniaha fatto seguito anche lo scambio di donie fiori. Il nuovo Presidente, prendendola parola si è pregiato di rendere notoil suo motto: “Nel dialogo... la pace”,poi ha continuato leggendo la sua rela-

zione programmatica, soffermandosi prin-cipalmente sui valori della convivenzaumana, chi sono i rotariani e cosa si pro-pongono di fare. La relazione è stataapprezzata e applaudita da tutti gli astanticon entusiasmo. A conclusione si è com-piaciuto di presentare i suoi collaboratori:Vice Presidente, Mirella Guercia; Segre-tario, Luigi Zangrilli; Tesoriere, SaverioLadogana; Prefetto, Domenico Guercia;Consiglieri: Dina Pasquariello, NicolaNetti, Giuseppe Porcaro, Giuseppe Spec-chio; Past-Presidente, Berardino Graziano,Presidente in com., Nicola Grippo; ClubTrainer Mirella Guercia.

Successivamente ai vari interventiha preso la parola il rappresentante delGovernatore Riccardo Chingoli che oltreai saluti del Governatore Rocco Giuliani,si è congratulato per il lavoro svolto dalClub nell’anno 2011-2012 augurando nelcontempo un sereno e fruttuoso anno ro-tariano.

Tutti i lavori della manifestazionesono stati coordinati e diretti egregiamentedal nuovo segretario del Club Luigi Zan-grilli. L’incontro si è concluso con unricco pranzo, grazie alla direzione delcomplesso turistico di Villa Demetra, allochef eccellente e al servizio valido edefficiente. Non può mancare una nota diapprezzamento positivo al complesso mu-sicale che ha saputo con maestria accom-pagnare e allietare i vari momenti dellagiornata con le sue note appropriate sve-gliando nei presenti, dai più giovani aimeno giovani la spensieratezza e l’allegriagoliardica del bel tempo che fu.

Arriva a Carapelle la fontana ecologica. Alsolo costo di 5 cent al litro, i cittadini carapellesipotranno acquistare acqua frizzante e naturaledepurata. L’impianto in fase di ultimazione lavoriè situato presso via Caduti di Tutte le Guerre(zona mercato) a ridosso della Villa Comunale.Lo stesso impianto è presente a Ordona da circaun anno, quello di Ordona è il primo impiantopubblico in tutta la Puglia e il Meridione. La strut-tura di ultima generazione, eroga acqua filtratae depurata proveniente dall’acquedotto pugliese.A realizzarla è una giovane impresa foggiana“Power Surf” di Rosario Mancini che abbiamointervistato telefonicamente: “Questo impianto èun beneficio che il Comune sta portando al citta-dino a livello economico e ambientale. Anche inaltri paesi della provincia, le fontane ecologichesono già esistenti o in fase di ultimazione lavori;per esempio a Stornara stiamo terminando unaltro impianto la differenza però che è un privato

e non il Comune, le diversità tra il privato e ilpubblico non sono eccessive, l’unica cosa e chequest’ultimo offre il servizio 24 ore su 24, il privatosospende l’erogazione durante le ore notturne. Lasicurezza dei nostri impianti è molto elevata, questoperché effettuiamo le dovute analisi chimiche-fisiche-batteriologiche prima dell’attivazionedell’impianto e successivamente ogni 6 mesi”. IlComune, a quanto pare, otterrà anche alcuni introitiche andranno a sostenere le finanze comunali. Intermini di ambiente questo impianto porterà unasignificativa riduzione della produzione di conte-nitori di plastica e un numero inferiore di materialeda riciclare. Acquistare acqua alla fontana ecologicasignifica utilizzare e riutilizzare gli stessi contenitorie quindi evitare i fardelli d’acqua e le bottigliedi plastica che spesso e volentieri non vengonogettate nei bidoni della raccolta differenziata oper incuria o per mancanza di rispetto sia nei con-fronti della natura sia nei nostri che ne paghiamo

le conseguenze. Un altro punto in più al Comunedi Carapelle sia sul rispetto dell’ambiente sia dalpunto di vista dell’immagine del paese che servada esempio per i comuni limitrofi.

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Nei giorni scorsi sono comparsi sualcuni organi di stampa articoli che, en-fatizzando sulla ridotta disponibilità diacqua negli invasi consortili, contribui-scono a creare panico tra gli agricoltorigià preoccupati per l'insolito e certamenteeccezionale andamento climatico degliultimi mesi. In effetti, il caldo torridoe la completa assenza di precipitazionidegli ultimi due mesi, stanno destandoqualche preoccupazione negli addetti al

settore. Le riserve d'acqua accumulatead inizio stagione negli invasi gestiti dalConsorzio per la Bonifica della Capita-nata, in una stagione normale, avrebberogarantito il fabbisogno delle colture so-litamente impiantate nel comprensorioirriguo. Purtroppo, la particolarità delclima di questa stagione, sta determinan-do un maggiore fabbisogno di acqua perla conduzione delle attività colturali or-dinarie. Ciò detto, fornire informazioni parziali ed imprecise produce negli ope-

ratori del settore uno stato d' animo, cheha come conseguenza comportamentipoco razionali e dannosi, sia al livellodi scelte aziendali sia per gli effetti ne-gativi sull' intero settore.

Pertanto, fermo restando che il pro-blema esiste, è necessario affrontarlocon lucidità e consapevolezza. Gli eccessidi irrigazione, che si stanno attuando inquesti giorni, non solo non portano be-neficio alle colture, ma riducono la di-sponibilità di acqua nelle fasi successive.Si invitano quindi tutti i consorziati adutilizzare la risorsa disponibile con cri-terio, evitando inutili sprechi e tenendopresente che allo stato non è possibileprevedere erogazione di acqua per le se-conde colture.

* Presidente Consorzioper la Bonifica di Capitanata

Sono trascorsi moltissimi giorni dalleelezioni Comunali di Stornara cosa èrimasto di tutta la bruttezza e la malva-gità della campagna elettorale? È rimastoquasi sicuramente ciò che di più positivoe di più sano abbiamo nel nostro Comu-ne: i Giovani. Quest’anno si è verificatoqualcosa di davvero eccezionale ed en-comiabile, da parte di un gruppo di gio-vani, i quali hanno apprezzato il lavorosvolto dai costituenti della lista “NuoveIdee”, ne hanno condiviso i contenutied hanno chiesto e immediatamente ot-tenuto uno spazio per rappresentare iloro pensieri, le loro idee ed il loro im-pegno. Per la prima volta abbiamo vistoi giovani protagonisti nella campagnaelettorale a sostegno di uno schieramen-to, il tutto però  con proprie idee e pro-prie convinzioni. Ma la cosa più bella

è stata quella di vedere i ragazzi, circa50 giovani, coalizzarsi come un’unicafamiglia fino ad associarsi quale gruppogiovanile dell’associazione “Stornara inMovimento”, eleggendo democratica-mente al loro interno  un loro presidenteed un consiglio direttivo il tutto svoltocon l’obiettivo di portare avanti senzasteccati e senza pregiudizio alcuno leloro idee, con la voglia e la convinzionedi cambiare qualcosa nel nostro Paesee convinti più che mai che il cambiamen-to deve passare attraverso di loro senzacercarlo altrove, forse dove lo stessotermine perde il significato. I loro modidi agire, le loro convinzioni, le loro po-sitività sono stati per tutto il periododella campagna elettorale di sostegnoe di esempio non solo per tutti i com-ponenti della lista, ma anche per tutti

i sostenitori e gli iscritti dell’associazioneStornara in Movimento che giorno dopogiorno diventano sempre più numerosi.Le loro diversità di pensiero, i loro raf-fronti non hanno rappresentato un osta-colo ma li hanno avvicinati sempre piùper ricercare il necessario punto comuneper il proseguimento di un percorso con-diviso, sinergico, motivato e diretto versoun progetto futuro. Oggi tocca a noi so-stenerli, senza essere invadenti ma prontia dare loro, solo se interpellati, le giusterisposte  e i consigli più idonei, augu-rando loro quell’in bocca al lupo peruna sana attività di crescita personale,culturale, professionale e sociale, affinchéattraverso il percorso associativo e di-mostrativo  possano avviare un positivoprocesso di cambiamento, sempre in me-glio, del nostro Paese.

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Sì, è il momento, in questo periodo di fineAnno Accademico, per raccogliere le idee efare, come si suol dire, il punto della situazione.Con questo secondo anno, appena concluso, lanostra Sede è uscita dalla prima fase, quellacostitutiva; oggi cominciamo a vivere i sintomidella crescenza. I gusti si sono raffinati, le esi-genze interne aumentate, alcune situazioni dif-ficili sono state superate. Il mio compito è dirappresentare, ma anche di guidare con voi tuttiil passaggio alla seconda fase, quella della ma-turità, che ci vedrà fedeli assertori di grandiprogetti, gelosi protagonisti della nostra auto-nomia di pensiero e di azione.

Difatti, insieme e numerosi, abbiamo orga-nizzato la manifestazione a chiusura di quest’An-no Accademico. Un’imponente e meravigliosamostra lavori degli associati corsisti dell’Unitre“Unione dei Comuni dei 5 Reali Siti” ha accoltogli ospiti, venerdì 22 giugno 2012 alle ore 18,30.

I lavori hanno riguardato oggetti in ceramica,opere pittoriche, opere di chiacchierino, taglioe cucito, tutti sapientemente esposti. Il corridoiodel palazzo ex Gesuitico è stato adornato diqueste pregevoli opere, eseguite nel corsodell’anno. Il pubblico ha apprezzato moltissimole capacità artistiche dei corsisti per la qualità,il gusto estetico dei lavori e la competenza di-dattica dei docenti.

A seguire il convegno nella sala della Ri-membranza, ove erano presenti, tra gli altri, ilSindaco di Carapelle, Prof. Alfonso Palomba,la Presidente e il Vice Presidente dell’Unitre,il Consigliere Delegato allo Sport del Comunedi Orta Nova Antonio Tartaglia, il Sindaco diStornarella rag. Vito Monaco e il Cons. dellostesso Comune Franco Luce e il Direttore deicorsi, Dott. Antonio De Carolis.

Ha svolto egregiamente la funzione di mo-deratore Annito Di Pietro e ha evidenziato laforza aggregante dell’Università in tutti e cinque

i comuni dell’Unione, poi ha dato la parola alSindaco di Carapelle per il rituale saluto e rin-graziamento ai convenuti. In particolare ha ri-volto parole di elogio ai Dirigenti dell’Unitreche guidano con sapienza l’Università, tantoche i lavori esposti ne sono una prova.

L’Associazione nata in sordina nel 2007,oggi fa parte integrante del territorio.

Il Consigliere del comune di Orta Nova,Antonio Tartaglia, ha parlato dei numerosi corsi,tutti seguiti con interesse dagli iscritti.

L’Assessore alla Cultura dell’Unione haringraziato lo Staff dell’Unitre insieme ai docenti,che si sono prodigati in tutti e cinque i comuni.

La Presidente ha ricordato che l’Unitre èun centro culturale che trasmette cultura e creaoccasioni d’integrazione tra i partecipanti e so-cietà civile. L’anima di questo centro sono glistudenti che frequentano i corsi e i laboratoricon interesse. Ha terminato con un ringrazia-mento a quanti hanno offerto un valido contri-buto per le attività dell’Unitre, riconoscendo

fondamentale l’appoggio delle istituzioni, inparticolare quelle comunali.

Il Direttore dei Corsi ha ringraziato i docen-ti responsabili per l’impegno profuso e la com-petenza professionale che hanno consentito ilraggiungimento di buoni risultati in tutto il ter-ritorio. Ha informato che gli iscritti ai corsi nellaglobalità sono stati duecento, mentre i docentisono stati quaranta. Le lezioni sono state sempreintervallate da relazioni e conferenze-dibattitoaperte al pubblico sui problemi culturali di at-tualità, per realizzare quell’apertura al socialee al territorio, prevista dallo Statuto. La Presidente ha ricordato che il PremioStefano Cavaliere, giunto alla 6ª edizione,quest’anno è stato celebrato presso il teatro co-munale di Sant’Agata di Puglia e ha invitato altavolo Gerardo Lionetti, Presidente della Prolocodi Sant’Agata di Puglia, che ha consegnato unatarga ricordo alla Sede Unitre, avendo condivisoe sostenuto il Premio negli anni precedenti.

La serata è proseguita con la messa in scenadi un divertente scheck, organizzato da AntonellaPagliara, docente del corso di “Animazione te-atrale e dialettologia” con la collaborazione dialcune iscritte, per dare spazio alle persone chehanno voglia di esprimersi nel tentativo di re-cuperare la genuinità di un teatro, come squisitaespressione artistica.

Il buffet conclusivo ha reso evidente le tec-niche dell’alta pasticceria che le corsiste hannoappreso durante il corso di Gastronomia, sapien-temente dirette da Angela Simone; la cura ne-cessaria per la preparazione dei dolci con laregola d’oro di porre attenzione alla genuinitàe alla freschezza delle materie prime utilizzate.

Una serata, dunque, dedicata alle varie formed’arte, perché le battaglie contro la crisi e ildecadimento del territorio si vincono anche at-traverso l’educazione alla cultura e la voglia difare. Buone vacanze e appuntamento ad ottobreper il nuovo Anno Accademico.

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Erano le ore 6,55 di lunedì 18 giugno,quando Salvatore Carbone, giunto sul can-tiere edile ubicato in via Degli Aviatoria Foggia, si preparava ad iniziare la nuovagiornata di lavoro. Stava dirigendosi arecuperare i propri attrezzi quandoall'improvviso qualcosa cedeva sotto i suoipiedi e precipitando per circa 3,5 metri,cadeva nel vuoto sottostante. I compagnidi lavoro, che poco prima lo avevanovisto arrivare, dopo averlo chiamatopiù volte lo trovano ormai esanime, sulfondo dell'interrato, sotto un cumulodi pannelli ed altri materiali, gli stessiche gli avevano procurato lo schiac-ciamento del torace e di conseguenzala morte. Aveva ancora addosso ilcontenitore termico pieno di acquafresca, che era solito portarsi dietro,utilizzato durante le ore di lavoro persopportare l'arsura della calura estiva.Dal referto del medico legale, pare cheSalvatore non abbia sofferto, la mortelo aveva ghermito dopo qualche secondoin uno stato già di profonda incoscienza.La sua morte ci ha colto tutti di sorpresa,sia l'intera comunità stornarellese, chel'Amministrazione Comunale di Stor-narella nella cui Giunta sedeva ormaida otto anni. La notizia della gravequanto incredibile disgrazia, in un balenoaveva raggiunto conoscenti, amici efamiliari, i quali con ogni mezzo cer-cavano di raggiungere il cantiere di Viadegli Aviatori. La casualità, decidevacosì di porre la parola “fine” alla vitadi Salvatore Carbone, un uomo che nonaveva mai nascosto la sua profonda pas-sione per la politica. Per l'attaccamentoalla cosa pubblica e per il suo continuoimpegno era considerato ormai un politicodi “lungo corso”. Proveniente dalla sinistrademocristiana, era approdato nel partitodella Margherita nell'anno 1993 per con-fluire infine nel Partito Democratico. Isuoi primi successi politici arrivano nel1995, quando sposando la causa ed i ma-lumori degli artigiani locali viene elettoper la prima volta in una lista civica con

a capo il candidato sindaco geom. Dome-nico Pistillo. Viene rieletto ancora conun buon suffragio nelle amministrativecomunali del 2004 e riconfermato in quelledel 2009 nella lista civica di “AlleanzaDemocratica Popolare” capeggiata dalsindaco rag. Vito Monaco. In entrambequeste due ultime legislature aveva rive-

stito la carica assessorile con delega ad“Ambiente e verde pubblico”. La sua storiapolitica è terminata in modo inaspettato,anzi inimmaginabile, e per ironia dellasorte, la sua vita si è spezzata tra gli at-trezzi di un cantiere messo in opera nonper costruire una normale abitazione, maper portare a compimento una strutturaa sfondo sociale: una casa di riposo pergli anziani. Il cantiere ora è sotto l'atten-zione dell'Autorità Giudiziaria per accertareeventuali responsabilità sulla causadell'incidente mortale. In seguito a tale

evento e per l'accertamento della veritàsull'accaduto, i familiari per poter riabbrac-ciare il corpo di Salvatore hanno dovutoattendere, da quel tragico lunedì 18 giugno,cinque lunghi e penosi giorni per l'esple-tamento delle pratiche di rito. Infine lacerimonia funebre iniziava alle ore 18del 23 giugno 2012, in un infuocato po-

meriggio, seguita da un lungo corteodi cittadini, familiari ed autorità. Lapartenza del corteo dalla casa paternasi avviava compatto lungo via LudovicoAriosto, per seguire la salma del 58enneSalvatore Carbone fino alla chiesaparrocchiale S. Maria della Stella. Nonè bastata la vecchia chiesa gesuitica acontenere tutte quelle persone che hannovoluto testimoniare con la loro presenza,chi all’interno e chi per forza di coseall’esterno, la loro partecipazione aldolore. Le esequie funebri, officiate dalnostro parroco don Rosario Lofrese sisono svolte in forma solenne, allapresenza dell'intera AmministrazioneComunale di Stornarella e dei rap-presentanti degli altri comuni dei“Cinque Reali Siti”. Anche la città diCerignola non ha voluto far mancarela sua presenza per l'ultimo saluto conil sindaco dott. Antonio Giannatempo.Toccanti le parole espresse dal parroco,durante l'omelia, e quelle di addio fattepervenire su apposito manifesto gigantedall'assessore regionale dott.ssa ElenaGentile.

Addio Salvatore. I l tuo banconell'emiciclo della nostra aula consiliareche ci ha visti insieme per otto lunghianni, da ora in poi sarà occupato dallaprof.ssa Severina Di Palma che saprà cer-tamente continuare la tua opera e seguirele tue vestigia. Addio Salvatore. Il mionon è un saluto suggerito dalla triste cir-costanza. È un addio ragionato, commossoma soprattutto vorrei ti giungesse sincero,anche se qualche volta la dialettica politicaci ha portato a non condividere alcunescelte. Addio Salvatore.

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Dalla lettura dei quotidiani di questitempi, si evince molto chiaramente cheviviamo in un mondo ansioso, incerto ein uno stato di continua fibrillazione, comese da un momento all'altro, fossimo destinatitutti a cadere in un profondo baratro senzaavere alcuna possibiltà di poterne uscire.Stiamo attraversando certamente un periododi crisi epocale, però personalmente noncredo nella potenza del destino, anzi miverrebbe da sorridere a queste isterie dafine del mondo, perché credo nella potenzadell'uomo, sempre pronto a potersi costruireun destino diverso. L'abbiamo vistonell'arco dei secoli, sempre vincitoresulle grandi catastrofi naturali, fi-guriamoci se non è in grado anchedi far fronte a una catastrofe di tipoeconomica. Il rischio di un defaulteconomico si sta facendo semprepiù probabile per i paesi dell'euro-zona, ma ciò non può e non deveessere motivo valido per lasciarsiandare ad ansie e timori, ancheperchè sono eventi non ancoraavvenuti. Naturalmente dobbiamopensare al nostro futuro e vederlocosi incerto non ci rasserena. L'Italiaha deciso di ricorrere ad un governodi tecnici,a dimostrazione che inuna situazione di estrema necessità,riesce a spegnere ogni “bollore”tra le opposte ideologie. Perciò,anche se la Germania è tutta protesaa mantenere la sua posizione, e glialtri paesi dell'Euro stanno facendoduri sacrifici dobbiamo prendereatto che stiamo lottando con encomiabilecoraggio e determinazione. La violenzadella crisi finanziaria globale che si è ri-versata su di noi, certo ci porta ad imma-ginare all'esistenza di una cabina di regiaocculta e decisa a trarre profitto a tutti icosti pur di fare il proprio interesse. È in-dubbio che nel mondo esistono centri dipotere politico, finanziario e sociale cheoperano attraverso una fitta rete di sistemispeculativi, ma questo non deve fermarel'opera di risanamento in atto da parte deigoverni. L'esito sarà tanto più positivo,quanto più ci convinciamo che è sbagliatopensare che l'intero sistema mondiale siaasservito ad un solo programma di corru-zione e di consociativismo politico-econo-mico delinquenziale. Personalmente sonoconvinto che i problemi da interpetrare cipongono di fronte ad un pluralismo di idee,ideologie, modi di vivere tanto complessi,

da stordirci e disorientarci. La Globalizza-zione e l'avvento, negli ultimi 50 anni, diun’economia oligarchica multinazionale,insieme ad una sempre più crescente culturaborghese, ci hanno negato la possibilitàdi applicare le teorie degli economisti ditutto il mondo da oltre un secolo. In parolepovere, siamo privi di una vera e propriateoria economica, finanziaria e sociale. Itempi cambiano, così pure gli uomini, intesicome società. Le conseguenze di tutto ciòè che le previsioni degli economisti nelloro insieme, non si realizzano mai nei

modi che loro hanno indicato per poi vederegli effetti sui mercati tramite le agenziedi rating. Le politiche sociali degli stati,inoltre, vengono frenate dagli umori dellegrandi multinazionali e da una classe po-litica, sempre troppo stressata e vittima diuna guerriglia tra fazioni politiche e ber-sagliata dai mass media. In verità, siamotutti nella stessa barca e stiamo tutti reman-do per uscire dalle torbide acque di unaforte tempesta nel mare economico-sociale.Di conseguenza, sono convinto che nonsi possa, volendo favorire una grande eco-nomia, soffocare intere nazioni con politicheeconomiche e sociali che portano ad unsicuro impoverimento dei ceti inferiori oltrea ridurre notevolmente le capacità dei co-siddetti ceti medi. Tuttavia valutate le attualinecessità contingenti, un governo tecnocra-tico, unica alternativa possibile in questomomento, non può soddisfare le necessità

di una nazione, in egual misura anche ungoverno politico di parte, il quale attireràsempre i dubbi, la foga, le confutazionidella controparte politica. Neppure un go-verno nato con un'unione di partiti è idealeo sufficientemente efficace nel produrreuna politica sociale adatta, primo perchéè soggetto a differenti identità politiche,non sempre concordanti, poi perché lasciaspazio ad influenze esterne o/e a maggioriattacchi sulla politica economica da partedelle opposizioni. La società non ha bisognodi continui contrasti, ne di conflitti sociali,

anche se la confrontabilità politicaed economica delle parti politichee sociali è parte di una vera de-mocrazia. Questo perché le istitu-zioni, i codici, che regolamentanoil nostro ordinamento sociale elegislativo non sono adeguate alconfronto senza subire interferenzeesterne ed affidate alla gestione dipolitici che sembrano avere solol' interesse di una parte dell'elet-torato, anche se governano tutta lanazione. A ciò i nostri politici ei loro consulenti universitari stannolavorando da anni, ma di questolavoro si è visto ben poco e nelfrattempo la situazione economico,politica e sociale è mutata. Tuttociò che fanno è dilungarsi nellaformulazione di “Manovre Tappa-buchi” nella speranza di risolverei nostri problemi. Sperare in chici governa è sempre bene, ma sono

ben poche le speranze che ci lasciano sulleloro capacità di fare qualcosa, il perché èpresto detto: senza una riforma e una ristrut-turazione delle istituzioni, dei codici, e delleleggi di questo paese non servirà a farenulla.

A nulla servirà alleggerire il debito pub-blico, che è sempre in crescita e che, quindi,renderà parzialmente o completamente inef-ficaci ogni tentativo. Il solo risultato saràche i governi vareranno manovre semprepiù severe, e quando per non incollerire iceti sociali più deboli, ricorreranno ad unalleggerimento della pressione fiscale, sa-ranno i mercati a bacchettarli.

A questo punto, siccome non ho maicreduto nella forza del destino, ma nellaforza dell'uomo, mi auguro che un positivocambiamento possa essere raggiunto solocon mezzi di confronto civile e non consistemi traumatici.

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Sono a nove mesi dalla fine del mio secondo mandatodi sindaco di Carapelle e del mio incarico di assessore«unionista»b alla cultura, ma confesso che non andrò viaaequo animo, perché sono in ansia per la «nave dell’Unione»che si muove oggi molto lentamente - non solo per le lun-gaggini amministrative - e in acque agitate e «perigliose»:

Dopo anni e anni di impegno, infatti, proiettato a daresostanza e dignità storica al mio sogno di contribuire arealizzare lo sviluppo dei «cinque reali siti» in manieraunitaria, cioè pensando il territorio come un unico sistemalocale e con una regolamentazione costruttiva del processodi partecipazione, oggi comincio ad essere assillato daltarlo del dubbio, che mi richiama continuamente alla menteun pensiero di Orazio interiorizzato al tempo del liceo:parturiunt montes; nascetur riduculus mus (Ars poetica,I 39).

Con queste parole non intendo certo esprimere la volontàdi puntare il dito verso chicchessia, ma solo la preoccupa-zione per un “grandioso” progetto che - per cause ancoratutte da chiarire - rischia, invero, di sfociare in una realiz-zazione priva di peso specifico per il territorio.

Gli avvenimenti dell’ultimo semestre (gennaio-giugno2112), infatti, hanno dimostrato come, aldilà delle divergenzedelle posizioni politiche (?) e delle opinioni personali, ilpunto massimo di fragilità dell’«Unione» è dato dalla man-canza di un idem sentire de re publica, che da un lato èl’esito di diffidenze storiche ancestrali in un comprensorioin cui da sempre ognuno è abituato a cavarsela da solo,dall’altro il portato di una fuorviante visione dell’interoterritorio e delle cose da realizzare, in cui c’è spazio soloper chi ritiene di farla da padrone in nome di inesistentiprimati di qualsivoglia natura.

Tutto questo ha evidenti ripercussioni negative sullatenuta complessiva dell’«Unione» che, al contrario ha bi-sogno oggi di una spinta formidabile, non solo per riprendereil cammino con passo più sicuro e spedito, ma soprattuttoper dimostrare, mutatis mutandis, con l’impegno di tuttigli attori coinvolti, è possibile ancora lavorare tutti insiemeper la definizione di una strategia innervata nella volontàpolitica di macroterritorialità e per la costruzione collettivadi una visione condivisa del futuro del comprensorio dei«cinque reali siti», attraverso processi di partecipazione,discussione e ascolto da un lato attraverso un patto di lealtàreciproca tra amministratori, attori, cittadini e partner diversidall’altro.

Pur comprendendo, pertanto la difficoltà del territorioa fare sistema e gli impedimento posti dalle ristrettezze

finanziarie del momento storico che stiamo attraversando,credo che essi non possano diventare un alibi per restareimmobili nella logica del quieta non movere, perché lastasi, peggio ancora, il tirare a campare i attesa di miraco-listiche soluzione non possono mai produrre alcunché dipositivo, anzi possono solo accrescere, così come sta av-venendo oggi a livello di opinione pubblica e non solo,il discredito e la sfiducia dell’«Unione».

Non c’è una terza via (tertium non datur) per usciredall’impasse in cui oggi l’«Unione» si dibatte: o facciamonostro, senza scomporci più di tanto, il dilemma di AmletoTo be or not to be, that is the question (W. Shakespeare,III 1) o, ricordando Galileo Galilei, ci proviamo e riproviamoancora una volta, per evitare domani di riconoscere che,dopo tutti questi anni, oleum et operam perdidimus.

Nulla quaestio se rispetto alla prima parte del dilemmarispondiamo che le cose sint ut sunt, aut non sint, perché,in caso di fallimento, ognuno sarà inchiodato dalla storiaalle proprie responsabilità; se, invece, dopo l’esperienzamaturata in questi ultimi anni, vogliamo dare nuova linfaal progetto avviato alla fine del 2008, facciamolo veramente,gettando il cuore aldilà dello steccato e facendo in modoche tutti i comuni - nessuno escluso grande o piccolo chesia - siano protagonisti del cambiamento auspicato.

Si esca, dunque, fuori dal palazzo e si riprenda a dialogarecon la gente, con le diverse comunità e soprattutto con igiovani, andandoli a cercare nelle scuole e nelle piazze,perché un progetto come il nostro ha bisogno del massimoconsenso possibile per potersi realizzare: non ci sarà futuroper l’«Unione», se non saremo in grado di portare dallaparte della politica i cittadini del comprensorio. Solo dopola fase dell’ascolto dei bisogni e/o delle aspettative dellagente, l’innovazione può diventare partecipazione e la spe-rimentazione, nella logica dei Living Lab europei, puòuscire dal palazzo e muoversi nella vita reale, facendo inmodo che i cittadini diventino essi stessi «co-sviluppatori»del progetto in atto sul territorio.

Solo così sarà possibile trovare nuove energie non soloper volare in alto e per un agire comunitario in una logicadi insieme (penso in questo momento ad un PUG interco-munale e ad una distribuzione equa e di servizi e infrastrutturesul territorio) ma anche e soprattutto per pianificare il ter-ritorio in una logica di coordinamento e di razionalità stra-tegica. Io sono per provarci ancora.

*Assessore unionista alla cultura

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Il 9 luglio scorso il Consiglio dell’Unione si è riunito,in seconda convocazione, per approvare il consuntivo 2011il quale chiude con un avanzo di amministrazione di circa77 mila euro.

Analizzando le previsioni iniziali e i dati a consuntivoa fine esercizio possiamo rilevare che le entrate per trasfe-rimenti sono state accertate in misura minore (¤ 61.250,00)principalmente a causa del mancato trasferimento dellefunzioni ex Uma all’Unione da parte dei singoli Comuniaderenti ad essa, seppur previsto ma non attuato nel corsodell’esercizio. In secondo luogo si sono registrati minoritrasferimenti dallo Stato per l’esercizio associato di funzionida parte dell’Unione.

Le entrate extratributarie (i conferimenti dei Comuniper funzioni trasferite) sono state accertate in misura minorea seguito del mancato trasferimento di risorse per serviziaggiuntivi all’Unione da parte dei Comuni aderenti adessa, trasferimenti aggiuntivi ai due euro per abitante giàconferite all’Unione, ma che non sono stati richiesti aisingoli Comuni aderenti, sia per la mancata attivazionedi alcuni dei servizi aggiuntivi, sia per la disponibilità dirisorse proprie di bilancio utilizzate per quei servizi aggiuntivicomunque attivati, come ad esempio per gli interventi disanificazione delle scuole comunali dei Comuni aderentiall’Unione .

Passando ad un analisi delle entrate possiamo rilevareche l’ente si basa per il finanziamento delle spese correntiprincipalmente su due entrate, i trasferimenti statali, e icontributi destinati dai vari Comuni per il funzionamentodell’Unione. Il totale degli accertamenti di queste dueentrate ammonta a euro 149.631,33 rispetto ad un totaledelle entrate di natura corrente pari a euro 150.154,79.

Relativamente alle spese correnti la quota maggiore dirisorse viene destinata al finanziamento delle funzionigenerali di amministrazione, di gestione e di controllo cheassorbono risorse per circa 80 mila euro. Le principalispese per tali funzioni sono relative ai costi del personale

per circa 36 mila euro, mentre le spese relative agli organidi controllo (OIV e organo di revisione) sono pari a circa22 mila euro.

Le spese per funzioni di istruzione pubblica ammontanoa circa 24 mila euro e riguardano gli interventi di sanificazionedelle scuole comunali dei Comuni aderenti all’Unione.

La terza funzione come rilevanza della spesa è rappre-sentata dalle spese per la cultura e i beni culturali, tra lequali sono comprese le spese per le manifestazioni estivee per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

Le funzioni nel campo dello sviluppo economico hannoinvece comportato una spesa pari a circa 12 mila euro. Iprincipali interventi attivati riguardano contributi, patrocinie prestazioni varie per lo sviluppo del territorio e le speseper la cabina di regia per lo sviluppo locale.

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Discende di qui la necessità di dare un “governo unitario”all’insieme di questi schemi idrici, costituiti da sorgenti,invasi, pozzi e acque non convenzionali; e si innesca,così,l’interrogativo sulla possibile fusione degli enti preposti allagestione dell’acqua potabile e grezza. L’AQP e i Consorzidi bonifica hanno programmato e gestito la risorsa acqua edhanno dato vita ad un patrimonio di strutture, di competenzedi professionalità, un know-how ed un sistema di impreseunico nel nostro Paese, per l’utilizzo e l’impiego di un beneessenziale per fini potabili irrigui e industriali, che garantiscela vita e lo sviluppo di qualsiasi civiltà. Per una correttapolitica delle acque c’è un ruolo istituzionale e politico edun ruolo gestionale, che può essere anche privato. Nessunautomatismo può essere stabilito tra il governo e la program-mazione delle risorse idriche interconnesse con la gestionedei servizi avalle. Vi de-scrivo ora inbreve il cicloi n t e g r a t od e l l ’ a c q u a .L’acqua vieneprelevata dallanatura, o me-glio la pren-diamo in pre-s t i t o , v i e n eusata e resti-tuita alla naturain un ciclo in-tegra to - t rac a p t a z i o n e ,a d d u z i o n e ,potabilizzazio-ne e distribu-zione. Inizia aquesto punto ils u o r i t o r n overso la natura,tramite la fo-gnatura versol’impianto di depurazione dove subirà alcuni trattamenti cherenderanno meno traumatico il suo ritorno alla natura. Nonun viaggio di andata e ritorno, ma una triangolazione chepassa per il rispetto dell’ambiente, che comporta tempi proprie soprattutto costi. E per ogni azione non fatta, per ognipassaggio saltato, per ogni spesa non sostenuta, per ognitrattamento non appropriato, per ogni errore commesso, ciritroveremo a dover pagare altissimi costi per danni alla saluteed all’ambiente. Mi riferisco, in particolare, all’inquinamentodi fiumi e corsi d’acqua dovuti alla mancata procedura ditrattamento dei reflui o peggio se si tratta di acqua inquinatada prodotti nocivi o pesticidi. In un ciclo integrato e virtuosodell’acqua viene logico affermare che tutto questo processoè prettamente di natura imprenditoriale e giustifica la presenzae la compartecipazione del privato per la gestione di taliservizi. L’acqua è un elemento vitale, ma è limitata, noninfinita. E perciò è un bene da conquistare e proteggere, checi impone di vigilare e combattere per la sua difesa. Sebbenenelle nostre regioni sia stato affrontato da tempo il problema

idrico, il suo approvvigionamento è tutt’altro che risolto esi presenta in tutta la sua drammaticità allorquando alle carenzestrutturali si aggiungono congiunture particolarmente sfavo-revoli, come gli andamenti pluviometrici siccitosi che riduconogli afflussi previsti negli invasi e condizionano i programmidi settori primari come l’agricoltura ed il comparto industriale.

Di fronte a tale situazione, con uno scenario non certoroseo a causa dei mutamenti climatici e di una precaria situa-zione strutturale esistente, è essenziale progettare in primoluogo il recupero delle risorse che vanno disperse, come desempio l’acqua in uscita dagli impianti di depurazione diacque reflue, oggi normalmente scaricata a mare. Sono giàstati finanziati e realizzati, a valle degli impianti di depurazione,un gran numero di impianti di affinamento, ma quasi tutti

però non an-cora attivatidal momentoche rientranonella compe-tenza dei co-m u n i c h enotoriamenten o n s o n onelle condi-zioni di farsic a r i c o d e icosti di ge-s t i o n e n o nc o p e r t i d at a r i f f a . S ipuò pensare,invece, di ri-fornire i sitiindustriali e ilsistema irri-g u o d e iConsorzi diB o n i f i c aproprio con lea c q u e i n

uscita dagli impianti di affinamento, liberando così maggioriquantità di acqua per gli usi civili. Un altro significativo interventoper il recupero di acque disperse riguarda la rete di distribuzione,che notoriamente presenta perdite rilevanti e non solo da noi.Nella città di Londra, in un solo anno, grazie alla ristrutturazionedella rete e i sistemi di ricerca perdite moderni, sono statirecuperati 10 milioni di metri cubi. Infine, lungo tutta l’areacostiera pugliese assumono grande interesse gli impianti didissalazione delle acque marine, che in particolari luoghi econdizioni possono risultare anche convenienti sotto il profilodei costi di produzione. In definitiva, l’ottimizzazione dellerisorse idriche con un suo utilizzo sostenibile, e le nuove frontieredi approvvigionamento rappresentano ormai un doppio binario,quasi obbligato, in aree che da sempre soffrono di carenza diacqua. Una strada obbligata da percorrere subito, prima chesia troppo tardi. Perché ci accorgiamo di essa (dell’acqua) soloquando ci viene a mancare. E la speranza, o meglio il dovere,è di consegnare ai nostri figli un mondo migliore di quelloche ci hanno consegnato i nostri genitori. (Fine)

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Negli ultimi anni, la diffusione della pratica sportivanelle persone disabili ha subito grandi cambiamenti am-pliando i propri spazi d’intervento, le finalità e, soprattutto,i concetti fondamentali sui quali si basa l’azione delleassociazioni sportive impegnate.

La SocialService e l’Asd Basket Volley Sporting OrtaNova hanno organizzato nei mesi scorsi un progetto cheha visto coinvolti squadre di atleti diversamente abili pro-venienti dai 5 Reali Siti che si sono cimentati nel calcioa 5 e nel basket in carrozzina.

Il progetto della SocialService è stato ben mirato sullasingola persona, trasformando il soggetto in atleta. Comun-que, pur avendo connotati sportivi, non si sono volutamentemai esasperati gli aspetti agonistici, sviluppando invece

all’interno degli aspetti terapeutici, ludico, ricreativi, lafunzione sociale dello sport.

È opportuno ricordare che lo sport è mirato a favorirel’aggregazione sociale, e nello specifico ad abituare il disabileal confronto con se stesso e con gli altri nella continuaricerca del proprio limite, e nel contempo preparare i par-tecipanti al superamento dei disagi materiali e psicologici.Nella persona disabile è cresciuta la consapevolezzad’appartenere con pieno diritto alla società e di poter con-tribuire al suo sviluppo con le proprie risorse fisiche, intel-lettuali e morali.

Sul Piano prettamente sportivo, i risultati ottenuti, conquesto progetto, possono essere considerati di altissimolivello, per alcuni atleti addirittura “fantastici”.

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Durante la sua visita in BasilicataS.S. il Dalai Lama ha tenuto dei discorsipubblici molto intensi e di forte impattoemotivo. Con la sua disarmante sempli-cità ha esortato ciascun individuo ad usarela propria intelligenza in modo corretto.In un mondo globalizzato è importantecoltivare una mente gentile e più ampia,una “Etica morale” che vada aldilà delproprio credo religioso, appartenenzapolitica e tradizioni culturali, ma nascadalla consapevolezza che gli uomininella loro essenza sono tutti uguali edinterdipendenti, accomunati da un unicodesiderio: tutti aspiriamo a raggiungerela maggior felicità possibile e non desi-deriamo la sofferenza. Ma allora se tuttivogliamo la felicità e la pace perché cisono tante violenze e problemi creatidall'uomo stesso? S.S. il Dalai Lama so-stiene che la maggior parte dei gravi pro-blemi che affliggono il mondo derivanodalle attitudini mentali errate, i “Velenidella mente” - rabbia, avidità, odio - chenella società contemporanea anziché es-sere depotenziati sono alimentati. La li-berazione dai veleni della mente è nel“palmo della nostra mano”. Per poterriuscire ad ottenere uno stato di felicitàmentale è importante comprendere qualisiano gli strumenti necessari per poterlasperimentare. I veri cambiamenti non listabiliscono l'ONU o i potenti della ter-ra,ma la coscienza individuale. Solo adot-tando una certa disciplina interiore pos-siamo mutare il nostro atteggiamento,la nostra visione del mondo e il nostroapproccio alla vita. Una mente discipli-nata combatte gli stati mentali negativie coltiva stati mentali positivi: gentilezza,generosità, tolleranza verso gli altri. Icambiamenti di stato di coscienza avven-gono all'interno di ciascun individuo,quando, su base esperienziale si imparaad avere volontariamente sotto controllole proprio emozioni. Pertanto, l'autore-volezza e le qualità necessarie per rin-novare e permeare l'intera società devonoemergere dalla coscienza individuale.S.S. il Dalai Lama insiste affinché si

riscopra la qualità umana per eccellenza:la compassione. Ci insegna a trasformarele avversità in occasioni per conquistareuna stabile e profonda serenità interioreche può condurci ad un'esistenza più fe-lice. Le nostre azioni possono essere mo-rali o immorali a seconda che venganogenerate da uno stato mentale disciplinatoo indisciplinato. Esempio: costruiamo unadiscarica per rifiuti tossici o edifichiamola cittadella della pace per ospitare bambiniprovenienti da nazioni dilaniate dalla guer-ra?

Sua Santità continua evidenziando cheuna mente disciplinata conduce alla feli-

cità, invece una mente indisciplinata con-duce alla sofferenza. L'essenza dell'inse-gnamento del Buddha consiste proprionell'imparare a generare una disciplinaall'interno della propria mente. Per disci-plina deve intendersi l'energia che inve-stiamo per superare le nostre qualità ne-gative. Il famoso stato di 'illuminazione'non è una sorta di entità fisica come unadimora celeste, bensì una qualità dellamente nella sua massima potenza positiva.

Il secolo scorso è stato tra i più san-guinari che il genere umano ricordi. Inquesto preciso momento storico ci troviamoin uno stato di rilassamento dei valori uma-ni pertanto è di fondamentale importanzacoltivare una morale etica universale chenon derivi da credi religiosi o verità asso-luta, ma da un esercizio di pratica quoti-diana, difficile ma possibile: imparare aconoscere qual è la nostra vera natura (sestessi), aprirsi al prossimo,aprire la menteal diverso e guardare le cose in modo nuo-vo. Tenzin Gyatso XIV Dalai Lama con-clude impegnandosi a diffondere messaggidi pace e fratellanza fino a quando avràvita.

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anche parzialmente i costi di gestione,lasciando il rimanente saldo a caricodi chi ne usufruisce. Scuole, palestre,compagnie teatrali, scuole di danza,tutti dovrebbero avvicinarsi al TeatroCicolella, dargli quella linfa che negarantirebbe la sopravvivenza. Speroinnanzitutto nell’interessamento delle

istituzioni e dellacittadinanza di OrtaNova e d i t u t t i icomuni dei 5 RealiS i t i : in fondo, i lteatro non è solodegli ortesi, ma ap-partiene a tutti co-loro che lo amano.Abbiamo sempreparlato di cultura, eallora dimostriamoche vogliamo farlaques ta benedet tacultura! Spero in unarisposta da chi didovere.

PS. Seguiranno altreiniziative per salvareil nostro Teatro.

Enorme successo al Cinema Club 2000di Orta Nova, mercoledì 30 Maggio, per lospettacolo messo in scena dai bambini dellaScuola Primaria 1° Circolo “N. Zingarelli”.Bravissimi i 102 alunni delle classi quinteche hanno presentato il musical “Ladri difavole”, liberamente tratto dall’omonimo librodi Rosa Tiziana Bruno, anch’essa presentenel parterre gremito di docenti, dirigente sco-lastico, dirigente amministrativo, personaledella scuola, allievi e genitori. I piccoli attori,pur essendo emozionati, hanno dimostratodi aver lavorato con tanto impegno ed entu-siasmo, sotto la guida delle docenti Annamaria

Celozzi, Anna Rita Di Conza, Maria RosariaDi Meo, Anna Rosa Di Pietro, AntonellaGesù, Silvia Iorio, Laura Luongo, AntonellaParracino, Maria Grazia Pelullo, Teresa Treccae dell’esperta di danza Nadia Pandiscia, rea-lizzando uno spettacolo teatrale appartenenteal genere del musical, in cui il linguaggiodella recitazione si fonde con quello dellamusica e della danza. Entusiasta, l’autriceBruno, di ciò che il 1° Circolo è riuscito aprogettare e realizzare: un’originale traspo-sizione in scena della fiaba da lei scritta.Una fiaba raccontata grazie all’aiuto di altrefiabe, un turbinio di colori e di emozioni

che hanno fatto sognare adulti e bambini, incui la protagonista, Angiolina, compie unviaggio avventuroso, attraverso i cinque con-tinenti, alla ricerca della fantasia perduta,scoprendo culture differenti ma soprattuttoimparando che il reciproco donare può salvaredal nulla e colorare la vita. La serata è pro-seguita con l’esibizione del coro scolastico“Enarmonia”, costituito da un gruppo di alunnidelle classi prime e seconde del primo Circolo,che si è esibito in una rassegna musicale ecanora dedicata ai nonni, da cui il titolo dellamanifestazione “Specialmente nonni”. Ripro-ponendo brani di vario genere, i piccoli can-tanti in erba, hanno dato prova delle lorocapacità canore, sotto la preziosa guidadell’esperto, prof. Alfonso Massa, coadiuvatodalle docenti Antonietta Chiusolo, Anna RosaDi Pietro e Concetta Marseglia. A conclusionedella sorprendente serata, una pioggia di applausisono stati il regalo più bello per chi non harisparmiato fatica ed impegno e ha regalatoforti emozioni ai presenti. Un grazie va allaDirigente della Scuola “N. Zingarelli”, dott.ssaMargherita Palma, la quale, vigile dietro “lequinte” ha tenuto unita la “grande famiglia”dellascuola del 1° Circolo Di Orta Nova.

Ancora una volta, mio malgrado,sono costretto a ritornare su un argo-mento che abbiamo già trattato in pas-sato, ma che, mano mano che passanoi giorni, diventa sempre più di attua-lità. Il cine teatro Cicolella di via Stor-narella rischia la chiusura! Forse avreidovuto chiamarlo teatro Cicolella, vi-sto che il prefisso“c ine” non è p iùattribuibile: infatti,come molti lettorisanno, dallo scorsoprimo maggio è statasospesa la proiezionedei film. Quindi cirimane solo il teatro,e che teatro, ad averela fortuna di posse-derlo! Molte città nesono sprovviste e noiche ce l’abbiamo, lostiamo perdendo persempre. In questop e z z o n o n m il i m i t e r ò a f a r eun’ode al teatro chefu, ma vorrei avan-zare alcune proposteche spero diventino

fattibili. Il teatro per sopravvivere habisogno di ospitare spettacoli, ma icosti di noleggio non sono accessibilia tutti, avendo la struttura bisogno diun minimo di spese di gestione. Per-tanto, invito ufficialmente il comunedi Orta Nova e l’Unione dei 5 RealiSiti ad interessarsi, magari coprendo

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Si è svolta a Carapelle, presso la PiazzaGiovanni Paolo II, la seconda edizione de“Il Festival della Danza dei 5 Reali Siti”,come ogni anno, anche quest’anno ad orga-nizzare l’evento sono state le associazionisportive dilettantistiche di danza e ballo spor-tivo del Team Gianfranco Galeone e BiaginaCalignano. All’evento erano presenti due as-sociazioni sportive il “Team Cuore Giso” diOrta Nova, il Team di Andria e un corpo diballo proveniente da Cosenza. A presentarela sfilata Chiara Fina, Speaker ufficiale dellaFederazione Danza e manager del Club Ca-sadei Danze Rimini che abbiamo intervistatoa fine serata: “Ruggiero Cuore e Libera Gisosono competitori di classe A1, il 26 febbraioscorso su 200 coppie e 80 gruppi hanno oc-cupato in tutte le discipline il podio, conqui-stando la medaglia d’oro e d’argento nelledanze Standard e Liscio Unificato. Il prossimoanno contano di passare nella classe speciale quindi a livello internazionale per rappre-sentare l’Italia all’estero. La loro disciplinasono le danze standard e la loro carriera comecompetitori vanta 15 anni di studio. L’unionedei vari team è dovuta al fatto che vengono

seguiti da due maestri di ballo GianfrancoGaleone e Biagina Calignano competitori alivello nazionale. La qualità di questa scuola,e che viene proprio da questi due maestriè la voglia di stare insieme, di fare gruppoe di sentirsi famiglia, in modo tale che quandosi balla, non si balla per la scuola ma peril Team. Si cerca di tramandare non solo latecnica del ballo ma i valori fondamentalidella danza sportiva e del sport in generale.L’attività porta tanto divertimento e non soloma aiuta e far uscire quel lato del carattereche si sviluppa attraverso la competizionecon altri atleti e altri paesi, è un modo perle famiglie per fare qualcosa insieme, attra-verso il ballo i genitori seguono i propri figlie tra i genitori stessi si crea un’armonia cheanche se non c’è lezione di ballo ci si incontraperché si è creta un’amicizia straordinaria,questo contesto non è molto facile da trovaree questa manifestazione è stata una dimostra-zione palpabile di questa realtà”. Abbiamointervistato anche il maestro Ruggero Cuoredi Orta Nova: “L’idea del festival della danzanasce circa 5 anni fa con il nostro maestroma qui nei 5 reali siti abbiamo voluto aspet-

tare perché i tempi non erano maturi ma orasiamo alla seconda edizione e ogni anno èsempre un grande successo, sia per il teamche per gli allievi. Quello che ci sprona e cifa andare avanti è il nostro obbiettivo, ovveroquello di creare un’accademia, cosa che inpuglia e in altre regioni del sud non c’è. Infinevorrei ringraziare l’amministrazione comunaledi Carapelle per aver messo a disposizione,per il secondo anno consecutivo, la piazzama vorrei soprattutto ringraziare sia da partemia che da parte del team il Signor. GerardoLongo che ci ha aiutato molto sia per la re-alizzazione dell’evento sia nella parteorganizzativa”. A seguito della manifestazionedi ballo, a suscitare tanta emozione è statala sfilata di abiti e acconciature per capelliorganizzata da “Sexy and City” e “Il Bellodelle Donne”, di grande scena e tocco d’artei due organizzatori hanno, con ben 20 modelledel posto, mostrato abiti e acconciature sfar-zose curate nei minimi particolari. Insommaun festival tutto nostro per riscoprire la bellezzae le capacità del nostro corpo, dallo sportall’abbigliamento, dal ballo alle acconciature,quelle piccole cose che ci fanno emozionare.

Un magnifico sole ha accompagnato lamanifestazione organizzata per la giornatamondiale dell’ambiente dalla ludoteca “IlPaese dei Balocchi” di Veronica Di Gaetanoe Maria Gonnella e dalla società “Minus -è la differenza che fa il totale”, società nataun anno fa a seguito di un progetto vintocon la Regione Puglia da due giovani, AntonioDi Stol fo e Sergio Izzi , nel l ’ambi todell’iniziativa “Principi attivi” 2010. Il pro-getto nasce per informare e sensibilizzare icittadini, grandi e piccoli, sui temi del rispettoe dell’educazione ambientale. In occasionedi questa ricorrenza, il 6 giugno scorso sonostati invitati tutti i bambini delle scuole ma-terne, statale e private, nel piazzale antistanteil comune di Carapelle. I bambini accompa-gnati dalle loro maestre e dai genitori sonoarrivati con striscioni e cartelloni che raffi-guravano le loro idee sulla raccolta differen-ziata e sull’inquinamento, hanno recitato an-che una poesia e cantato una canzoncina.

Dopo una breve introduzione di AntonioDi Stolfo sul significato e l’importanzadell’evento, i bambini hanno assistito ad unbellissimo spettacolo teatrale messo in scenadalla ludoteca di Carapelle “Il Paese deiBalocchi”. Il titolo della storia animata creatain esclusiva per la manifestazione era “Sentichi parla” ed era suddiviso in due piccoliatti preceduti e separati da una narrazioneche introduceva i diversi momenti della storia.Nella prima parte la scena si apre su un tempo

lontano in cui la natura era incontaminatae l’aria era pulita. Accompagnato da unadolce musica inizia il dialogo tra la Terrae l’Acqua felici e spensierate, che si divertonoa ballare e a giocare con gli animali.

All’improvviso cambia lo scenario e cam-bia la musica, pian piano tutto si incupiscee preannuncia l’arrivo dell’uomo che comin-cia a sporcare tutto con i rifiuti. In questaparte della storia sono stati chiamati i bambiniad intervenire attivamente attaccando i rifiutisui vestiti della Terra e dell’Acqua. Nellaseconda parte entra a far parte del dialogoanche il personaggio della lattina di alluminio(interpretato da Katerina Swierk), che sim-boleggia un rifiuto qualsiasi gettato dall’uomoe ascolta le proteste degli altri due personaggi.

Non sa nulla del posto in cui dovrebbe esseregettato e così fa domande per saperne di più.Viene a conoscenza alla fine dell’esistenzadi vari tipi di rifiuti e della necessità di dividerlinegli speciali cassonetti colorati per la raccoltadifferenziata. Rientrano in scena i bambiniche ripuliscono la Terra e l’Acqua e gettanoi rifiuti nei diversi cassonetti per la raccoltadifferenziata. La manifestazione ha riscontratoun apprezzamento generale da parte dei ge-nitori e di tutti coloro che vi hanno assistito.

Già nei mesi scorsi, Antonio Di Stolfo eSergio Izzi avevano cominciato ad entraredirettamente nelle scuole per parlare dellanecessità di fare qualcosa di concreto per mi-gliorare il territorio partendo dalla raccoltadifferenziata. Sono state organizzate alcunegiornate di formazione con i ragazzi dellescuole medie e della scuole elementari perspiegare l’importanza del rispetto dell’ambientee della raccolta differenziata, avvalendosi,nel caso dei ragazzi delle elementari, di videoillustrativi animati e di esempi pratici chehanno permesso una migliore comprensionedegli argomenti.

Vogliamo credere che iniziative come que-sta o simili vengano prese nella giusta consi-derazione da tutti i cittadini in modo da mi-gliorare insieme l’ambiente in cui viviamo.Io amo l’ambiente, rispetto gli animali, nongetto i rifiuti per terra e faccio la raccoltadifferenziata. E voi?

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Anche quest’anno il consueto ap-puntamento per l’apertura dell’estate2012 si è svolto a Carapelle, conl’ormai quasi nota “Notte da lupi”. Lanotte bianca carapellese giunta alla IVedizione, unica nel suo genere, è puntod’incontro di tantissimi musicisti, artistie giovani non solo della provincia diFoggia, ma da quest’anno possiamodire con orgoglio di tutta la regione;infatti, l’appuntamento dell’ultimo sa-bato di luglio è rientrato nell’elencodelle migliori notti bianche del pano-rama regionale e interregionale.

All’evento di quest’anno secondouna stima fatta dagli organizzatori c’èstato il coinvolgimento di circa 20.000persone che hanno raggiunto Carapelleper l’apertura dell’estate 2012. La nottebianca carapellese non si è fatta man-care proprio niente, le strade del paeseerano gremite di punti di ristoro gastro-nomico tipico del territorio, attrazioniper i più piccoli, artisti di strada e pre-stigiatori. Quest’anno come ogni edi-zione, la “Notte Bianca Carapellese”ha voluto valorizzare il lavoro dei pic-coli imprenditori e artigiani del posto,che con i loro stand espositivi hannofatto apprezzare e rivalutare l’artedell’artigianato dei 5 reali siti, una tra-dizione che va man mano scemando.A fare da padrone è il considerevolecalendario musicale che ha visto la

realizzazione di 4 palchi e la presenzadi 12 artisti di grande spessore e dilivello internazionale. La protagonistain assoluto della “Notte da lupi” è statala musica, tutto il percorso cittadinoera denso di artisti di ogni genere, i“Flower’s Child” di Francesco Roccia,gruppo di giovanissimi percussionistie batteristi della scuola del grande ma-estro ascolano, i “Terra nostra”, gruppofolk di Troia (Fg) che ha proposto te-matiche borboniche e del brigantaggio,poi il rock dei “Ruah” e dei “Nahima”,bands del circondario dei reali siti che

hanno omaggiato i grandi del rocke Luciano Ligabue. Di grande effettosono stati i “White queen”, la covertarantina dei leggendari Queen, consi-derata una delle migliori cover in cir-colazione al mondo della band londi-nese, con alle spalle continue tourneèin tutta Italia ed Europa. I “Celenta-norock”, i “Fame monster tributeband”, band milanese che ha fatto ri-vivere il grande effetto dei concerti diLady Gaga grazie alla suggestiva so-miglianza e bravura della loro leaderDale Lapointe. Non poteva non man-care la musica popolare pugliese, inparticolare la pizzica salentina, che hariscosso nelle precedenti edizioni ilpicco di presenze, dopo il successodegli “Alla Bua” e de “Lu RusciuNosciu”, quest’anno è stata la voltadei “Calanti”. Il momento più ‘cool’è stata l’esibizione dei “Moda’ndo”,cover band barese del Modà con il“Fixforb”, trio strumentale bergamascocomposto da Milly Fanzaga, Diego Ar-rigoni e Stefano Forcella, rispettivamen-te chitarrista e bassista dei Modà. Altermine della nottata alle 03:00 circadel primo luglio, l’appuntamento ormaitradizionale è stato con la musica dancein piazza con schiuma party chequest’anno dopo la parentesi dell’annoscorso con Provenzano Dj, torna la part-nership con Radionorba, con la speakerufficiale di Battiti Live, la foggianaRoberta De Matthaeis.

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L’estate, si sa, è la stagione del di-vertimento, del tempo libero e della ri-scoperta (o scoperta) di nuove formed’arte e di intrattenimento. Una dellepiù attese e desiderate è sicuramente lamusica live che, attraverso concerti dalvivo, dà spazio a band affermate o gio-vani gruppi intenti a farsi conoscere edentrare nel cuore di chi li ascolta. L’estate2012 si mostra come una delle più ricchedal punto di vista di performance musicaliin tutta la Capitanata. E tra i tanti appun-tamenti, una menzione particolare la me-rita la partecipazione del gruppo orteseHarlem Blues Band allo storico “PorrettaSoul Festival”, una manifestazione inter-nazionale giunta alla 25esima edizioneche si svolge ogni anno al Rufus ThomasPark di Torretta, in provincia di Bologna,e che ospita le più prestigiose voci bluese jazz del mondo nonché giovani bandemergenti, come quella originaria di OrtaNova. Il gruppo, composto da RichardBlues (voice), Matteo Fioretti (guitar),Francesco “Draft” Bozza (piano e key-boards), John Trip (Organ), Daniele DelGaudio (bass), Rocco Di Cosmo (drums),Potito Moscato (trumpet), Antonio Ric-cardo (sax tenor) ed Enzo Pastore (trom-

bone) si esibirà sabato 21 lu-glio a partire dalle ore 18.00,ripercorrendo sonorità bluese soul che fanno parte delbagaglio culturale e artisticodi questi musicisti, uniti tuttiassieme per la prima voltain un progetto così importan-te e stimolante. L’HarlemBlues Band si esibirà subitoprima del concerto dei “big”della musica internazionale,come Otis Clay e Syl John-son, autentici mostri sacridella musica afroamericanarispettivamente R&B e go-spel. Facciamo un grosso inbocca al lupo ai ragazzidell’Harlem Blues Band af-finchè l’esperienza che stan-no per fare sia per loro unoscambio di idee e opinionisul mondo della musica euno stimolo a continuare aimpegnarsi per svilupparenuove sonorità e conquistareun pubblico di fan semprepiù numeroso e affezionatoalle loro performance.

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“Danza per me è comunicare agli altri lamia passione attraverso un gesto, uno sguardo,arrivare al cuore con il linguaggio dell’artee della musica, una filosofia di vita: il gestoe l’anima” - questo il messaggio della insegnan-te Nadja Pandiscia della scuola di danza classicae moderna “Blu Fantasy” di Orta Nova che,anche quest’anno, in occasione della 27ª edi-zione de “Il gesto e l’anima”, si è distinta perle sue coreografie artistiche e tecniche, emo-zionando ancora una volta i genitori di tuttigli allievi e non solo... Lo spettacolo si è svoltoin due serate presso la sala teatro “Cicolella”di Orta Nova attirando, nonostante le elevatetemperature di stagione, un pubblico folto cheha ammirato sbalordito i progressi degli allieviche, quest’anno in particolare, hanno dato sag-gio di un elevato livello di preparazione tecnica.Sono intervenuti vari ospiti: nella prima serataerano presenti il dott. Potito Mauriello, AntonioTartaglia e le assistenti di volontariato; nellaseconda serata erano presenti il sindaco diOrta Nova, dott.ssa M.R. Calvio, il consiglierecomunale, Monica Ladogana, il vice sindacodi Ascoli Satriano, N.P. Marano, l’assistente alla cultura, Biagio Gallo, l’editore de “Losguardo sui 5 reali siti”, Annito Di Pietro, ele assistenti di volontariato. Il sipario si è alzatointorno alle ore 21:00 e lo spettacolo è statosuddiviso in tre atti. Il 1° tempo, “Emozioniin musica”, ha visto susseguirsi sul palco lecoreografie tecniche eseguite dagli allievi deicorsi accademici, prendendo spunto dagli esamiaccademici sostenuti dagli stessi allievi, conrisultati eccellenti, presso il teatro “Greco” diRoma. Da qui, la coreografa e insegnanted’Accademia Elisabetta Melchiorri, ospited’onore, ha realizzato uno spettacolo intera-mente dedicato alla storia della nostra amataterra: “Il sorriso della Puglia”, un omaggioper Nadja che le ha fatto conoscere ed apprez-zare questa terra meravigliosa. A conclusione,non poteva mancare di onorare il caporal mag-giore Mario Frasca, figlio di questa terra, per

il quale l’intera platea ha dimostrato grandesensibilità con un caloroso plauso... Nel 2°tempo, “Tra sogno e fantasia”, è stata inscenatal’opera classica di LèoDelibes, “Coppèlia”,la storia di una bambola in una magica atmo-sfera, dove tutto per una notte sembra possi-bile... Stupendo il costume di Coppèlia, rea-lizzato ad arte dal laboratorio Blu fantasy.Nel 3° tempo, è stata presentata una carrellatadi stili che si è aperta con il musical di “PeterPan”, in un trionfo di colori dei costumi cheerano, a dir poco, spettacolari, e si è conclusacon il “Cabaret”, che ha visto danzare Nadjaal fianco dei suoi allievi. È sempre un’emozioneammirare Nadja danzare... mi torna in menteun commento di Elisabetta Melchiorri che di-ceva che “Nadja ha la capacità di catalizzaresu di sè l’attenzione del pubblico in sala”: èproprio vero, tutti seguono i suoi movimentia bocca aperta perché, con la sua leggiadriaed eleganza, trasmette tutta la sua passione

per l’arte della danza. Ecco, questa è una dellecaratteristiche che deve avere un insegnanteesperto: il successo come danzatore e la repu-tazione come insegnante... e Nadja ne ha davendere! Può vantare un cospicuo bagagliodi esperienze: diplomata all’Artist Centre Studiodi Torino, giovanissima ha aperto la scuolaBlu Fantasy che, da 27 anni, forma nuovi bal-lerini, portando al successo allievi del calibrodi Giovanni Vavalle che danzano in giro perl’Italia. Grazie alle sue qualità personali - co-scienziosità, pazienza e metodicità - ha ottenutodi diplomare 18 allievi presso l’Accademiadel Maestro-Coreografo “Renato Greco” diRoma. Con immensa soddisfazione e tral’ammirazione generale, lei stessa quest’annoha conseguito un attestato come insegnanted’Accademia, riconosciutole dallo stesso Grecoper i netti miglioramenti dimostrati dai suoiallievi. Oggi, come ha fatto notare il presen-tatore Saverio Pandiscia, padre di Nadja, lascuola può vantare un nome: Elio Zingarelli,che si distingue per il suo talento e che ha,davanti a sé, un brillante futuro, forte del so-stegno di una scuola come la Blu Fantasy. Ilsaggio si è concluso con la passerella di tuttigli allievi, presentati uno per uno, a ciascunodei quali è stato consegnato un piccolo omaggiodi partecipazione da parte della maestra. Infine,tutti insieme gli allievi hanno presentato Nadja,che ha ringraziato tutti i genitori per la pazienzae la collaborazione dimostrata, suo marito Mim-mo Farella, presidente della Blu fantasy, suopadre, Saverio Pandiscia, presentatore dellospettacolo, Elisabetta Melchiorri, che ognianno ritorna da Roma per l’occasione, Enzoe Gianni Petrone per le scenografie, MasterSound di Maurizio Onesto per le luci e l’audio,tutti gli ospiti intervenuti, in particolare il sin-daco M.R. Calvio.

Grande spettacolo, tanti ospiti, grande af-fluenza di pubblico, tanta commozione, masoprattutto grande saggio di danza e di arte...brava Nadja!

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Rosy è una ragazza di 21 anni, vive in unpaese dei Cinque Reali Siti e purtroppo non èriuscita a realizzare ancora molti dei suoi sogni.Le sue passioni, il suo modo di vestire e direlazionarsi si rifanno ad una vera e propriaespressione artistica. Vuole fuggire dal suo paeseperchè li, “la vita degli altri diventa più inte-ressante della propria nonostante sia più vuota”si sente “schiava di se stessa” e pur restandolibera crede di “muoversi come un cagnolinobendato”.

“Io non capisco perché oggi le donne silascino andare cosi, non riesco a darmi nessunaspiegazione, c’è davvero tantissima volgaritàin giro. Tra le ragazzine questo fenomeno èmolto accentuato, nelle foto, nellepose e nelle cose che scrivono.Sicuramente non si tratta di esseresexy, e forse lo fanno solo per farsiguardare e non per se stesse. Noncapisco perché ci sia bisogno disentirsi al centro dell’attenzione perun ragazzo che ha solo bisogno disfruttarti”. Rosy

Domanda: Le ragazze di oggisi comportano in questo modoperché non riescono ad accettarsi?

Risposta: Secondo me non sitratta di accettarsi, manca propriouna sicurezza di fondo. Le famiglieprobabilmente con la crisi econo-mica di questi anni vanno in cercadi lavoro e quindi separano i propriruoli, in modo tale che la madrenon sia più la madre ma sianoentrambi due figure lavorative. Leragazze non hanno più un punto diriferimento, manca la sicurezzafondamentale, mancano i sogni. Leragazze di oggi sono nettamentediverse da quello che eravamo noialla loro età, adesso è importantela sigaretta, è importante mostrarele forme del corpo. Non so per quale motivospecifico ci sia tutta questa espressione di vol-garità, ma sicuramente questo porta a pensareche ci sia molta insicurezza e per colmarla esentirsi sicuri di se bisogna essere per forzapiacevoli agli occhi degli altri. Siamo nell’eradel “tutto subito” e quindi più si avanza e piùsi accorcia l’età; un ventenne di oggi forse fale cavolate di un bambino di 12 anni, ma cisono ben otto anni di differenza tra i due, peril bambino c’è una spiegazione: infatti, deveancora trovare una posizione nella società eper fare ciò deve commettere errori che lo por-teranno a capire cos’è il buono e cos’è il giusto,ma è inspiegabile che il ragazzo 20enne cheha già, spero, trovato il suo obbiettivo, facciadeterminati errori.

D: Secondo te, ci troviamo di fronte a un’evoluzione sbagliata del modello sociologicodell’educazione?

R: L’avvento della scuola come elementofondamentale nella vita, nell’educazione e nellaformazione di un ragazzo porta il genitore acredere che parte dell’educazione riservata alfiglio sia responsabilità della scuola stessa. Ilgenitore quindi, involontariamente, si sente sol-levato da alcuni oneri ma questi ha l’obbligodi essere un modello per il proprio figlio, seè assente questo non può farlo. Il genitore quindi,come dicevo prima, si culla sul fatto che leinsegnanti dovrebbero educare i propri figli a

scuola mettendo a frutto non solo il loro ruolodi maestre, professori, educatori, ecc ma ricoprireanche il ruolo di mamme. Questo tuttavia nonpuò avvenire perché un insegnante non riescea seguire un bambino alla volta, e quindi ilbambino sviluppa delle potenziali abitudini digruppo che crescono di pari passo con esso eche magari individualmente non vengono fuorie che l’insegnante riesce a gestire nella classecon uno ‘state zittì’ o con una punizione. Ilcomportamento dunque del bambino è un‘trasporto’ che si è deciso insieme al gruppoe che alla fine non va via, per cui il bambinonon riceve nessuna educazione se non quelladel gruppo, il gruppo magari decide si sentirsi

importante e si muove come un branco, chesia alla ricerca di violenza o che vada alla ricercadi cose nuove per soddisfare degli istinti“animali”.

D: Ma parliamo un po’ di te: che tipo dieducazione ritieni di aver ricevuto?

R: Io ritengo che la mia educazione siastata impartita più che altro dalla mia esperienzapersonale, dal mio vissuto. L’educazione datadai miei genitori è stata, penso, tutta una con-seguenza dei miei errori ma errore fatto, hoimparato che non andava più ripetuto. Nono-stante le punizioni impartitemi - sono una ra-gazza molto testarda - ho voluto fare i mieierrori, ho imparato solo sbagliando. Ho imparatomolto dalle mie situazioni nel campo del pet-tegolezzo e del chiacchiericcio di paese, infattise una volta me la prendevo per un pregiudizioo per un’opinione sbagliata che la gente miaddossava, ora mi lascio scivolare tutto addossoperché per gente che vale zero ci sono paroleche valgono zero.

D: Pensi di rimanere in questo paese?R: Io mi chiedo perché ci sono ancora! Il

mio sogno era di andarmene appena finita lascuola e vedevo questa come un legame, comeun ultimo ostacolo, però finita la scuola sonoancora qua e non capisco per quale motiva sonorimasta. I miei sogni erano di andarmene inqualunque altra parte del mondo, di avere unavita per conto mio. Ancora non lo faccio… da

una parte possa essere la paura di non riuscire,dall’altra non so ancora cosa mi trattenga, peròsi vorrei andarmene.

D.: Ora che sei qui a sognare che svoltadai alla tua vita?

R.: Non lo so, credo stia prendendo tempo,ma non ho capito ancora per cosa. Mi sono di-plomata con il sogno di fare la stilista, con lavoglia di andarmene e con tante cose nella testa,sono uscita dalla scuola nella fase in cui un bam-bino si chiede ancora cosa vuol fare da grandee avevo venti anni. Adesso a ventuno anni mirendo conto che sono ancora in quella fase, nonso ancora cosa voglio dalla mia vita e nel frat-tempo sto facendo dei lavoretti nell’attesa di

una decisione. Penso che sia un annodi attesa, perché non so cosa farò dopoquest’anno. D.: Credi che questo paese nonti abbia dato le possibilità per viverea pieno la tua vita? R.: Come si suol dire “la mela noncade lontano dall’albero” per cui, sonopoche le persone che questo paese nonlo sopportano, molti lo adorano e loamano per quello che è, perchéquest’abitudine di parlare degli altriè un passatempo che si trasmette dipadre in figlio, indi è nella personalitàdel paese. …Questo è un paeseagricolo, un paese che si alza prestoper lavorare e tornare nel primo po-meriggio per dormire, un paese dovenon si guarda la tv, dove lo svagoè semplicemente parlare delle personeche si conoscono del vicinato, di quelloche si è comprato e di quello che hafatto. Mio mal grado è una cosa cheviene trasmessa anche ai figli chemagari non lavorano, che non hannonulla da fare. Nella mentalità dellepersone e nel pettegolezzo è racchiuso

lo sfogarsi, il distrarsi da un’intensa giornata dilavoro… Quando non c’è nulla da fare, la vitadegli altri diventa più interessante della proprianonostante sia più vuota!

D.: Credi di vivere a pieno la tua vita nellapiù totale libertà di pensiero e di movimento?

R.: Si, penso di essere nella totalità di libertàdi pensiero e movimento. Anche se il mio pen-siero, in questo momento è talmente confusoche è lui stesso che mi tiene legata; sono “schiavadi me stessa” per cui si, confusamente sono libera,mi muovo come un cagnolino bendato però mimuovo a modo mio.

D: Qual è la tua passione?R: Credo di aver messo da parte le mie pas-

sioni, principalmente nell’ultimo periodo, credodi essere “tutto ciò che può racchiudere un artista” fa parte di me il disordine, fa parte di me l’artedello scrivere, l’arte del disegnare, l’artedell’apparire. Tempo a dietro non appena miricavavo un angoletto nella giornata riuscivo ascrivere o a disegnare qualcosa, invece ora de-vono chiedermi di farlo, non c’è più quello spronoche mi porta a farlo di spontanea volontà.

D: Credi che facendo cosi tu stia ammaz-zando a poco a poco i tuoi sogni?

R: No, gli sto dando uno spazio secondarioin attesa che io mi decida a dargli tutto, perchédargli uno spazio a metà non serve a nulla quindiaccantonarli per un po’ per trovagli una nuovastrada.

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Gianpaolo Tartaglia si è clas-sificato 3° al campionato italiano5 birilli 2012 finale di terza ca-tegoria, organizzati dalla F.I.B.I.S.(Federazione Italiana BiliardoSportivo). Dopo aver superatobrillantemente prima la fase pro-vinciale e poi quella regionale,veniva ammesso di diritto alla fasenazionale, svoltasi nella prestigiosacornice del “Casinò della Vallèe”di Saint Vincent in Valle d’ Aosta.

A questa fase nazionale sono statiammessi ben 256 giocatori, prove-nienti da ogni parte d’Italia. Il nostroGianpaolo partiva alla grande giànel girone eliminatorio svoltosi sabato7 luglio eliminando in rapida se-quenza Santambrogio di Como, Orrùdo Cagliari, Saladino di Firenze ePalma di Imperia, vincendo così ilgirone di qualificazione numero 10e acquisiva quindi il diritto a disputarela fase finale svoltasi domenica 8luglio, davanti ad un folto e quali-ficato pubblico.

Un pubblico che ha molto apprezzatole belle giocate del giocatore ortese, gra-tificandolo con scroscianti applausi, quan-do appunto Gianpaolo realizzava il fa-moso “filotto”. In questa fase finale ilnostro Tartaglia superava Gorini di Mi-lano e Cortina di Palermo, fermandosipurtroppo al cospetto di un altro pugliese,il giovane Lacalamita di Modugno (Ba).

È stata una semifinale avvincente vin-ta dal barese come si dice sul filo di lana,o meglio l’ultimo tiro. Dopo una minimadelusione, viene poi da pensare il nostrogiocatore si è dedicato al gioco del bi-

liardo da soli 2 anni per poi essere arrivatigià a tanto è di sicuro un bel risultato.Gianpaolo ha disputato questa fase na-zionale in rappresentanza del circolo “ILMASSÈ” guidato dal campione italianoed europeo Giovanni Triunfo, dal qualeGianpaolo ha imparato le giocate piùbelle. Abbiamo chiesto al campioneTriunfo dove può arrivare il suo giovaneallievo, lo stesso ci rispondeva che “lastrada da percorrere è ancora lunga, so-prattutto sul piano dell’esperienza, nelgestire alcune partite con avversaridifficili”; però assicura ancora Giovanni:

“Gianpaolo è sulla buona strada perchéè un giovane che segue ed ascolta i con-sigli dei giocatori più esperti e ha vogliad’imparare”, infine chiude Triunfo:“Gianpaolo ha una sbracciata, sarebbecome nel calcio un bel tiro, favolosa giàda grande giocatore, speriamo che nonsi perda per strada”.

A fine torneo i dirigenti nazionali sicongratulavano con il nostro Tartagliae gli preannunciavano il passaggio allacategoria superiore, cioè la 2ª.

Complimenti Gianpaolo, ma la pros-sima volta vogliamo il titolo italiano.

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Il 1° luglio scorso, si è svolta la prima edi-zione della cronometro a Coppia di Ciclismo,organizzata dall’Associazione a.s.d “FrancescoDi Palma”di Stornarella, sotto il fregio dellaLibertas. L’associazione, presente sul territorioda due anni, ha l’intento di far conoscere gliaspetti salienti del ciclismo. Infatti attraversoqueste “piccole gare” si vuol dimostrare comeanche il ciclismo possa divertire e appassionare.La cronometro a coppia è una competizioneciclistica, che rispetto a quella individuale èmeno faticosa, in quanto vi è il sollievo, lapausa del turno di riposo del cambio che per-mette un recupero nella scia del patner che fada scudo. L’andatura diventa così un esigenzaassoluta della coppia.

La gara ha visto la partecipazione di 15coppie provenienti, oltre che dalle associazionidei 5 Reali Siti, anche da altre province. Con-siderando le condizioni atmosferiche della gior-nata con picchi di caldo che hanno raggiuntoi 40°, l’itinerario della crono coppia si è snodatosu un percorso molto tecnico di 24 km conpartenza in via Ascoli Satriano percorrendo laSP 82, SP direzione Candela, SP direzioneCorleto e infine la SP 89 con traguardo volante

Si è svolta anche quest’anno la manife-stazione sportiva “Granfondo dei QuattroColli Dauni”, un evento per gli appassionatisu due ruote che ha visto la partecipazionedi centinaia di atleti amatoriali provenientida ogni zona del Sud Italia, pronti a sfidarsilungo le strade del nostro territorio. La ker-messe, tappa di ben due circuiti nazionaliamatoriali, Giro Arcobaleno e Centro ItaliaTour, ha avuto luogo domenica 17 giugno,una giornata particolarmente afosa e a stentomitigata da una lieve brezza sui Monti Dauni.La partenza è stata sancita in Piazza Nennidal sindaco Maria Rosaria Calvio, dopodichéi corridori hanno percorso 130 km, toccandoil Santuario Incoronata e i selettivi colli diCastelluccio dei Sauri, Bovino, Deliceto eAscoli Satriano, per poi giungere al traguardonuovamente a Orta Nova, fissato davanti allaVilla Comunale, dove ad alzare le bracciaal cielo per primo è stato Gaetano Coletta,della ASD Grottaglie. Di fianco a questoduro percorso, gli organizzatori, ossia i socidell’Associazione Sportiva Dilettanti PantaniCRS di Orta Nova, hanno previsto un tracciatoleggermente più semplice, di 90 km, maugualmente duro e selettivo, che ha vistotrionfare, sempre della ASD Grottaglie, An-tonio Manigrasso. Al termine della cerimoniadelle premiazioni, come da tradizione, i ciclistisi sono rifocillati con il gustoso Pasta Party

presso la Palestra del II° Circolo Didattico.Ennesimo dunque successo per questa mani-festazione, giunta alla sua quarta edizione,grazie al notevole sacrificio ed impegno deiragazzi dell’associazione Pantani, dei nume-rosi volontari, degli sponsor che hanno so-stenuto economicamente la gara e delle forzedell’ordine impegnate nel veicolare il trafficourbano ed extraurbano. Un plauso anche alle

squadre ciclistiche ortesi, ASD Pantani deiCinque Reali Siti, Associazione FrancescoMoser e il neonato Team RDR Bikes, chehanno messo in campo corridori determinatie agguerriti, che ben si sono disimpegnatidurante la gara, come Vincenzo Tarantino,Ludovico Colangelo (della Pantani), GaetanoRoggia e Francesco Gasbarro (della RDRBikes).

in Stornarella. Le coppie in gara sono partitecon una distanza tra loro pari a 2 minuti. Ognipartenza è stata cronometrata da due giudicidi gara predisposti uno per la partenza e l’altroper l’arrivo. Un terzo giudice invece rilevavale eventuali scorrettezze durante il percorso.Tra l’entusiasmo delle tifoserie, la prima coppiaa vincere con un tempoimpiegato di 00.34.34sono stati Notarangelo-Iarussi aggiudicandosiil premio di un telaiomtb offerta da DPF bikedi Fabio Di Palma e dauna confezione di vinoPrimis. A seguire, lac o p p i a C a t a p a n o -Esposto con un tempodi 00.36.14, premiati conuna sella da cronometroofferta da La Notte Bikee confezione vino Pri-mis; E la coppia Luce-Di Palma con un tempodi 00.36.20 premiati con

una sella offerta da RDR Bike di Rocco Roggiae relativa confezione vino Primis. Inoltre tuttii corridori sono stati omaggiati da un pensieroofferto dalla Farmacia Simone. L’organizzazioneè stata davvero impeccabile, sia per la sicurezzadei corridori durante il percorso di gara, garan-tendo loro ogni incolumità, sia per la collabo-razione offerta dalle associazioni del paese (As-sociazione Volontari Santa Maria della Stella,club Inter) che si sono prodigate alla riuscitadella gara. Al termine della crono l’associazioneorganizzatrice e gli sponsor (panificio Manfredi,caseificio Idea, Cantine Primis) hanno offertoai corridori un ricco buffet.

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Siamo in piena estate e questo mesevoglio dare spazio alla cucina al cartoccioe poi in prossimità della festa di S. Anna,il 26 luglio, un piccolo omaggio agli amantidella cucina tradizionale, il piatto tipicodei foggiani crocesi e no: Lumachine di S.Anna e pizze fritte.

La cucina al cartoccio ha molte virtù:è semplice, genuina e possiede un suo per-sonale ed elegante lato estetico. I cartoccipossono avere diverse forme: a rettangolo,rotondi piccoli o grandi, a sacchetto strizzatiin cima, a mezzaluna oppure allungati aovale. Anche i materiali possono esseresvariati: carta da forno, asciutta o bagnatache ha il pregio di non attaccarsi agli ali-menti ma può bruciare; alluminio che riscal-dando più velocemente cuoce in manierameno dolce ma è più facile da sigillare;foglie di verdure come verza, scarola o lat-tuga per involucri più estetici e d'effetto.Ma vediamo un po' alla volta tutte le accor-tezze e i segreti per cucinare e creare questepiccole camere di vapore che racchiudonoaromi e profumi. Dalle verdure alle carnie ai pesci, dal riso alla pasta fino ai desserte alla frutta, ogni alimento può essere cottoutilizzando questo metodo leggero e delicato.

I pesci in particolare, dagli spaghetti aifrutti di mare, al pesce cotto da solo, riesconoa trattenere il profumo e il sapore del mare.

È importante sigillare bene il pacchettoper evitare fuoriuscite e permettere ai cibidi cuocere senza asciugarsi o aggiungeretroppi condimenti. Si ottengono così piattigustosi e salutari che conservano i saporioriginari e sono perfetti per chi vuol man-giare sano con un occhio alla linea. Quandosi usa la carta forno è sempre meglio spen-nellare i bordi con dell'albume, prima dichiudere. Per piatti più elaborati e ricchiè meglio usare sia la carta forno chel'alluminio. Il doppio strato aumenta la si-curezza. Un po' di esercizio e un pizzicodi fantasia e vi permetteranno di eseguirericette sempre più impegnative. Ricordatevisempre di decidere in anticipo tutti gli in-gredienti, gli odori, i profumi e le spezieda utilizzare, perché una volta chiuso ilcartoccio il piatto è finito e sarà semplice-mente pronto da scartare e da mangiare.

Spaghetti al cartoccio ai datteri di mareIngredienti: 500 gr. di datteri di mare

freschi ed interi, 150 gr. di olio extravergined'oliva, 400 gr. di spaghetti, 300 gr. di po-

modori pelati, 200 gr. di acqua di cozze,prezzemolo, sale fino, uno spicchio di aglio,un pizzico di peperoncino piccante

Ecco un piatto mediterraneo fino in fon-do che sposa ai prodotti della terra quellidel mare. Occorre che i frutti di mare sianofreschissimi. Far imbiondire l'aglio in unapadella dove si è fatto preventivamente ri-scaldare l'olio, versate i datteri crudi dopoaverli ben lavati. Lasciare sul fuoco peruna decina di minuti, quindi aggiungerel'acqua di cozze e far cuocere per pochiminuti. Nel frattempo lessare gli spaghettiin acqua abbondante: toglierli dal fuocoappena sono al dente e farli mantecare afuoco lentissimo nel fondo già preparato.Preparare quattro fogli di carta stagnola dacirca un metro l'uno, suddividere in porzionigli spaghetti conditi e metterli al centro diciascun foglio, facendo attenzione a nonfarlo bucare: la chiusura dovrà essere erme-tica. Dopo aver raggiunto un altro pizzicodi prezzemolo crudo chiudere la carta sta-gnola e mettere i cartocci nel forno a tem-peratura elevate per circa quindici secondi:appena i cartocci si gonfiano togliere dalforno e servire in tavola.

Re Salsicce Briatore(Salsicce al cartoccio)

È il piatto conclusivo, delicetano, delmenù natalizio.

Ingredienti: Carta vegetale (debitamenteoleata) oppure la carta da forno; kg. 1 di

salsicce.Oleare la carta vegetale (oppure utiliz-

zare la carta da forno) e avvolgere le salsicceripiegando le estremità. Incartate metterlesotto la cenere calda del camino e lascarlecuocere per 20/25 minuti. Toglierle dallacenere e servirle calde.

Lumachine di S. Anna(Ciammaruchelle de Sand’Anne)

Ingredienti: 1 Kg di lumachine, 3 fogliedi alloro, 3 foglie di mentucccia, 2 spicchidi aglio, olio di oliva extravergine, sale epepe q.b.

È il piatto del Terrazzano, una pietanzatradizionale per festeggiare la Festa di S.Anna a Borgo Croci a Foggia. Per due giornifare spurgare le lumachine dalla loro impu-rità, poi lavarle con acqua corrente possi-bilmente più volte. In una pentola con acquametterle e a fuoco lento portare a bollitura,eliminare con una schiumarola le impuritàche si formano. Scolarle e rimeterle in unapentola con un po’ d’acqua aggiungendola mentuccia, l’alloro, aglio a spicchi interi,olio extravergine, sale e pepe, quindi farecuocere per 15 minuti. Servire con un filod’olio accompagnando con le pizze fritte.

Pizze FritteIngredienti: un kg. di farina, 30 gr. di

lievito di birra, sale, zucchero, olio di olivaextravergine.

Si deve preparare un normale impastodi farina ed acqua, ponendolo a lievitareper un paio di ore, poi va nuovamente la-vorato. Lasciare riposare ancora per unamezz'ora. La pasta deve restare piuttostomorbida, stenderla in modo che resti piut-tosto sottile, facendone dei triangoli chevanno fritti in olio molto caldo. Scolarlisu carta assorbente e condirli a secondadei gusti o con zucchero o un pizzico disale.

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A PADRE PIO

C’era il buio.

È apparsa la luce,

c’era il dolore,

ha vinto la gioia;

c’era lo sconforto,

ci ha pervaso

la serenità.

Il tuo profumo inconfondibile

ci ha fatto capire

che la montagna da superare

è diventata un dolce pianoro.

Rocchina Morgese

BACI

I baci della mamma

sono baci speciali.

Savino RoggiaPinocchio Ritrovato

(la forza di riconoscersi burattino)Tecniche Nuove

pp. 326

“Pinocchio ritrovato - la forza di riconoscersiburattino” è l’ultima fatica letteraria di Sa-vino Roggia, farmacista e giornalista, diorigine ortese, ma trapiantato da anni nelcunese.

Il testo, edito da Tecniche Nuove diMilano, rilegge le Avventure di Pinocchiodi Carlo Collodi, e lo fa con un approfon-dimento accurato, mettendo ben evidenzaquei meccanismi, come sottolinea l’autore:“a scoprire i meccanismi che nutrono i bu-rattini e i burattinai dell’esistenza”.

Il personaggio Pinocchio inviata rifletteresui mutamenti mentali necessari a sottrarsialla schiavitù dell’istinto, dei pregiudizi,dei preconcetti ideali e delle passioni, pergiungere alla coscienza di sé, a essere unbravo bambino, un Uomo.

E così ad esempio la vanità di Pinocchiosi scontra con il concetto di limite, di fini-tezza delle possibilità umane. Lo si paragonaal mito di Icaro e all’annien-tamento delsè.

Ogni personaggio ha una sua specificitàe diventa un mezzo per la crescita e la tra-sformazione in uomo per Pinocchio. Il GrilloParlante, secondo Roggia, rappresental’interiorità sui cui il burattino deve lavorareper trasformare ogni volta la tonalità del

suo sentimento. Pinocchio Ritrovato è unsaggio psicologico perché indaga sulle si-tuazioni, sui vizi e le abitudini che creanodipendenze e nel contempo incita a rifletteresui mutamenti mentali necessari per sottrarsialla schiavitù dell’istinto, dei pregiudizi edelle passioni, per giungere alla coscienzadi sé, ad essere un bravo bambino, un Uomo.

Archivi storicidei Cinque Reali Siti

a cura di Maria Di Meoe Luigi P. Marangelli

Editrice Parnaso

Questa pubblicazione è stata presentatanel corso di una manifestazione svoltasi,oltre un’anno fa, presso il Palazzo ex Ge-suitico di Orta Nova.

Di primo impatto potrebbe dare parvenzadi una pubblicazione di storia locale ed in-vece come si legge nella presentazione: “Èil risultato dell’opera di inventariazione deidocumenti degli archivi storici dei comunidei Cinque Reali Siti.

Esso si propone come strumento di con-sultazione di questi archivi”. Insomma unapubblicazione riservata agli studiosi di storialocale.

Con un pizzico di esperienza editorialein più si poteva, sicuramente, realizzare unlibro alla portata di tutti e nel contempo siarricchiva la biblioteca della storia locale.

Spesso sanno

di pianto.

Rocchina Morgese

SOLITUDINE D’ESTATE

E quando l’Estate

appare immensa

e

senza orizzonti,

la solitudine

allunga la sua ombra

subdola

e tenta di schiacciarmi.

Rocchina Morgese

L’AURORA

È notte.Vicino al mareseduto sulla sabbiasono solo con le stellee la luna.Ad un trattouna stella cadentesi specchia nel maree la menteva a lidi lontani.Il fragore delle ondeche battano la battigiami scuote.Ed ecco l’auroracon il suo mare rosso fuocoche infiamma l’orizzonte.Le onde schiumosebagnano i miei piedi,il sole sale sempre più su,lasciando nitidolo spettacolo della natura:il mare una grande distesa azzurrae piatta.

Giuseppe Maggio

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