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LO ZOCCOLO Magazine Anno I | numero 1 | 2014

Lo zoccolo magazine n 1

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Primo numero della nuova rivista dedicata al mondo del cavallo

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LO ZOCCOLOMagazineAnno I | numero 1 | 2014

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LO ZOCCOLOMagazine

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LO ZOCCOLOMagazine

SOMMARIOEditoriale...........................................................................6

Notiziario...........................................................................8

Il Trottatore Italiano.......................................................10

Quei fastidiosi insetti.....................................................16

La ricerca dell’equilibrio................................................18

Incapezziamo il puledro................................................24

Parliamo di Onoterapia.................................................28

I muscoli del cavallo.......................................................32

Massaggiare per benessere............................................34

Catalogo monte..............................................................44

DirezioneClarissa Catti, Loc. Terrarossa 1,

19020 Bolano(SP)Grafica e Pubblicità

Nuranna Produzioni, Az.agr. Bongiorni QHFotografie

Melis Yalvac, Clarissa Catti, Ellen Einkurf, Elli-nor Bergman, Gianni West, BundyStock, Jiphor-se-stock, feverpaint, Chalk, Spliffy, Velsheda.

Tutti i diritti riservati,divulgazione senza permesso scritto non consentita

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Editoriale Lo ZoccoloIl mondo del cavallo è in continuo sviluppo e sempre più gente di città si avvicina alla discipli-na equestre per staccare quella monotonia creatasi fra il lavoro e la famiglia e per poter passare dei bei momenti senza pensare allo stress quotidiano.L’arrivo della famosa data che attesta l’inizio della primavera, incoraggia molta gente ad intra-prendere strade nuove, ed io stessa ho deciso di farvi dono di questa nuova rivista.Certo, non posso pretendere di avere subito dei risultati concreti; mi sto rendendo conto, men-tre scrivo, che gestire una rivista non è cosa facile, anche se quest’ultima non è ancora in grado di essere pubblicata con ritmi regolari.Ho appena passato una giornata in sella al mio castrone e la soddisfazione di essere riuscita a fare degli esercizi per lui impossibili fino a ieri mi aiuta a credere di poter avere future gratifi-cazioni anche da queste pagine costruite appositamente per voi. Neanche la pioggia incessante e il freddo mi hanno potuta fermare, dedicando un paio di ore di Lunedì pomeriggio al mio prezioso animale, senza preoccupazioni, senza pensare alle bollette da pagare, al lavoro che non c’è, a quelle cose che non potrò comprarmi perché non ci sono soldi. Solo io, anzi, noi, il rumore degli zoccoli nella sabbia, il respiro degli animali e la pioggia che scandiva il tempo sui tetti delle stalle. Che pace, che spensieratezza. E pensare che ci sono migliaia di persone che si perdono ancora tutto questo!Ma diamo tempo al tempo, prima o poi tutti se ne renderanno conto.Non ho voluto strafare con questo primo editoriale e, anzi, non ho voluto coinvolgervi in altre vicende terribili che succedono ai giorni nostri e che tutti scrivono. Penso che leggere sia uno dei tanti modi per non pensare alle cose negative e vorrei che per un po’ rimanesse così.Bando alle ciance , diamo il via alle danze e apriamo così il giorno: il primo numero di giornale online.Lo Zoccolo è qui per voi.

Clarissa Catti

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fotografia di EllinorBergman

NOTIZIARIO

Fise, arriva la tessera giornalieraA partire dal 1^ Maggio 2014 potrà es-sere emessa la Patente Giornaliera, vali-da nell’ambito della Federazione Italiana Sport Equestri; ciò per garantire quelle at-tività didattiche, promozionali e turistiche previste per chi non fa parte del mondo dei cavalli, ma che si vuole godere in una gior-nata i piaceri di stare in sella. Questo tesse-ramento può essere rilasciato al solo costo di 3,50 €, con dei crediti o pacchetti acqui-stati dalle società, ma che non sarà som-mata al numero di patenti emesse annual-mente. Possiamo così rendere più facile l’avvicinamento delle persone alle attività.

Winter Trophy Regione Campania VI tappaIn previsione della VI tappa del Winter Trophy Regione Campania di Team Pen-ning Sef-Italia prevista per il 13 Aprile 2014 (Last Run), diamo uno sguardo alla precedente gara avvenuta il 16 Marzo scor-so, sulle rive del Volturno. Numerosa è stata la partecipazione con ben 76 team che si sono sfidati nella ca-tegoria Limited Open 11 punti e Limited Open 6 punti. Nonostante vi fossero altre manifestazioni previste in tutto lo stivale, la gara ha dato spettacolo mettendo alla prova cavalieri e cavalli. Il team vincitore

della categoria Limited Open 11 punti è composto da Gli Spartani del Capitano, subito seguiti da Le Ragazze del Capitano, Cow Farm e Cascina Ranch 1. Per quanto riguarda la categoria Limited Open 6 punti, la vittoria è andata a Colle Equestre Black Hummer, seguiti da Old West Fappiano, Ritardatari Team e Samarcanda Raw.

Addio a Stephane DelaveauSembrerebbe un infarto la causa della mor-te del cavaliere Stephane Delaveau, nato il 25 Aprile 1968 e morto il 24 Marzo di pochi giorni fa. Era andato a trovare i suoi genitori quando aveva detto di non sentirsi molto bene. Purtroppo però, dopo essere andato a coricarsi per un breve riposo, non si è più risvegliato. Mai si sarebbe pensa-to che una persona come lui potesse avere in così giovane età un malore. Il mondo dell’ippica lo piange ricordandolo nelle sue avvincenti gare che lo avevano visto prota-gonista nel Campionato d’Europa, dove si portò a casa un argento e un oro.

Periodo nero a FucecchioDurante le “Corse di Primavera” a Fucec-chio, un incidente ha coinvolto diversi ca-valli con i loro fantini. Sembrava che nes-suno si fosse fatto male, ma un cavallo in particolare è stato soccorso dal veterinario

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fotografia di Ellen Einkauf

ufficiale in quel posto. Il suo nome era Ora Basta e in un primo momento è stato tra-sportato alla clinica più vicina e poi si sono perse le traccie. Solo dopo la richiesta dell’ assessore Spinelli si è saputo che il cavallo, subito dopo il ricovero, era stato abbattuto su decisione del proprietario. Grazie all’I-talian Horse Protection è stata mandata una richiesta di indagine al Ministero della Salute per fare chiarezza sull’accaduto, e si sospetta che la gara non era regolamentata. Sembrerebbe che il mondo equestre, inve-ce di procedere verso la civiltà, stia retroce-dendo drasticamente.

Janne ritira Callegan LambrascoL’ amazzone Janne Friederike Meyer ha deciso di ritirare il suo cavallo Callegan Lambrasco per non rischiare altri infortuni come quello subito alla fine del Gran Pre-mio di Dublino 2013. Dopo ben 16 anni il suo cavallo si è comunque guadagnato il suo meritato riposo; ricordiamo i loro nu-merosi risultati oltre al secondo posto del Rolex Grand Prix di Aachen del 2011 che tutti noi ricorderemo. Verrà fatta una ceri-monia di addio nel mese di Maggio duran-te il Derby di Amburgo.

IVA dei centri equestri, la Francia protestaAncora non si fermano le proteste per l’au-mento dell’ IVA che ha coinvolto il mondo equestre in Francia. Cavalieri sui propri

destrieri, hanno sfilato in migliaia contro l’ “Equitassa” del governo Hollande. Questa, viene spiegato, è una riforma che mette a rischio 7000 posti di lavoro e 2000 struttu-re e già molte persone sono state lasciate a casa. Già a fine Ottobre il governo aveva già annunciato questo aumento per adeguarsi alla normativa europea, visto che nel 2012 la Francia era stata multata dalla Corte di Giustizia dell’ Unione.

Toscana Tour, gli italiani valgonoSi sta per concludere la seconda settimana del Toscana Tour che ha visto coinvolti gli azzurri in diverse alte posizioni della clas-sifica. In particolare, possiamo dire che il nostro atleta, l’appuntato scelto Massimo Grossato, ha ottenuto il pregio di essere definito il miglior azzurro. Anche se non sempre ottiene il miglior tempo, il suo nome spicca come non mai riempiendoci di orgoglio.

Accordo Fise-IrhaLa Fise comunica l’accordo avvenuto con l’Irha (Italian Reining Horse Association) concedendo ai tesserati Fise a partecipare alle manifestazioni nazionali ed internazio-nali promossi dall’ Nrha (National Reining Horse Association), estendendosi anche a manifestazioni nazionali e internazionali Aqha (American Quarter Horse Associa-tion) e Iqha (Italian Quarter Horse Asso-ciation.

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Il trottatore italiano

fotografia di jiphorse-stock

Possiede un collo lungo, arti e groppa ben muscolati e un petto ampio ga-rantendo una maggiore spinta sugli anteriori. E’ un animale intelligente, volenteroso ed equilibrato, da abituare gradualmente ai ritmi tranquilli di una scuderia di campagna, utilizzato anche dagli allievi per saltare i primi ostaco-li. Ciò lo rende comunque un cavallo versatile, ma i consigli sono sempre gli stessi: prima di acquistarne uno è buo-na norma una visita veterinaria e farsi seguire da un istruttore qualificato e mettersi in testa di lavorarlo spesso con molta pazienza. Molte volte, ripetiamo, sono cavalli maleducati, che hanno bi-sogno di polso e nella maggior parte dei casi, da trattare come puledri in addestramento.

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Quanti di voi avranno cavalcato alme-no una volta un cavallo trottatore ritirato dalle corse, o che non hanno mai iniziato? Questa razza si distingue nel campo di un maneggio fra altri duecento cavalli, sia per la sua particolare forma, sia per il suo stile durante il lavoro.Ultimamente, con la crisi dei giorni nostri, molti allevatori appassionati sono costret-ti a diminuire il proprio numero di capi, vendendoli a prezzi scontatissimi oppure a regalarli. Qui entrano in gioco i privati cittadini ignari di essersi fatti carico di un cavallo dalle particolari esigenze, comple-tamente da riaddestrare e privo di quelle capacità a cui noi siamo abituati da quando abbiamo iniziato la scuola di equitazione.Il suo utilizzo al di fuori dalle corse si riser-va per lo più nella monta inglese poiché il suo accentuato trotto, saltato in due tempi, rende quasi impossibile rimanere seduti in sella senza essere spinti con forza verso

l’alto.

Le due star del trottoLe origini di questa razza cominciano ad essere documentate durante la metà dell’Ottocento, incrociando trottatore ame-ricano e purosangue inglesi. Il primo Trot-tatore Italiano famoso con degli standard fissati si chiamava Vandalo, così leggenda-rio che ancora oggi esiste l’espressione “an-dare come Vandalo” (139 corse di cui 101 vittorie e 27 secondi posti). Nato nel 1862 dimostrò un carattere vivace col tempo ri-equilibrato e domato, stracciando i record del momento a Montagnola di Bologna. Da lì la sua carriera andò in crescita e continuò a gareggiare fino alla veneranda età di ven-titré anni.Un’ altra nostra stella delle corse degli ulti-mi anni è in assoluto l’affascinante Varen-ne, nato nel 1995 esordendo all’età di tre anni non con poche difficoltà.

E’ l’unico cavallo ad aver vinto il titolo di “cavallo dell’anno” in tre differenti nazioni ed è anche l’unico ad aver vinto una serie di gare importanti in un unico anno (2001).Il suo seme è il più ricercato e costoso del mondo e vanta di ben 73 gare disputate con 62 vittorie e numerosi record mondiali.

fotografia di Bundy-Stock

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Attività agonistica del trottoL’addestramento di un cavallo inizia in-torno all’età di 18 mesi con tutti gli inse-gnamenti base della doma da attacco. Al giorno d’oggi tutti i puledri sono già ben strutturati per mantenere un’andatura so-stenuta intorno ai 65 km/h.

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La carriera agonistica di un trottatore inizia intorno ai due anni di età e finisce a sette per le femmine e dieci per i maschi, dispu-tando più corse in una settimana o addirit-tura in una stessa giornata. Sono ammessi solo cavalli registrati nell’elenco UNIRE, figli di soggetti a loro volta iscritti, posse-denti di microchip e promossi ad un esame di qualifica. L’allenamento avviene sempre fra le porte di casa macinando chilometri su chilometri distinguendo tre fasi di alle-namento. La prima consiste in un’andatura leggera su pista eliminando la produzione di acido lattico, mentre la seconda preve-de un lavoro aerobico testando la perfor-mance atletica. Infine la terza prevedere un percorso su pista dritta attraversato per sei volte ad una velocità più sostenuta. Il pre-mio finale per il lavoro svolto è il paddock dove terminano la loro giornata recupe-rando le energie.

Sono cavalli forti e dotati, inarrendevoli e instancabili. Tenuti a casa sono docili com-pagni di passeggiate, ma quando entrano in pista si trasformano esplodendo di ener-gia. Amano quello che fanno ed è un bene che esistano tutt’oggi molti appassionati che hanno mantenuto aperte le gare e han-no stretto i denti per garantire continuità a questa razza da corsa. Non basta la bellezza morfologica per essere richiesto, ma se il cavallo ha cuore e testa e, in particolare, un buon preparatore, farà venire l’acquolina in bocca anche a chi è completamente estra-neo all’ippica.Se decidete di prendere un trottatore, as-sicuratevi che siate compatibili, non per bellezza, e fatevi affiancare da uno dei vo-stri istruttori, poiché starete per entrare in un contesto che metterà seriamente a dura prova la vostra pazienza e la vostra espe-rienza.

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Quei fastidiosi insettiSi sa, durante le belle stagioni ci tocca fare i conti con i fastidiosi insetti che bazzicano le campagne e assal-gono i nostri beniamini di casa. I cavalli abituati in paddock sembrerebbero essere meno infastiditi dalla loro presenza, ma ci sono comunque delle operazioni che dovremmo fare intorno a loro che ci risulterebbero difficili con un cavallo sensibile.In tutte le sellerie di nostra fiducia troveremo prodotti adatti allo scopo di allontanare mosche e tafani, ma i costi variano e anche se sono in-dicati i principi attivi, spesso non ci fidiamo del contenuto o vediamo delle reazioni allergiche inde-siderate.Quando teniamo i nostri cavalli al paddock ricordiamoci sempre di proteggerlo nel migliore dei modi. Orecchie e occhi sono i punti più sensibili, perciò abituare da sempre il cavallo alla cuffietta con la retina farà si che il vostro beniamino passerà una delle più tranquille pascolate in paddock.Ma a volte non basta coprirgli solo la testa e desidereremo qualcosa di economico per tenere lon-tani gli insetti anche sul resto del corpo.Prima di riportare il vostro amico nel box controllare che non abbia animaletti attaccati come le zecche, pericolose per la sua salute, capace di trasmettere delle malattie.

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AglioSpezzettare un po’ d’aglio nel mangime del nostro ca-vallo, come con tutti gli altri animali, non solo fa bene, ma una volta ingerito, l’epidermide emana uno sgrade-vole odore per gli insetti tenendo lontani soprattutto i più pericolosi come i pappataci.

AcetoQuando fa caldo fa sempre bene dare qualche volta una passata di aceto sul pelo del cavallo, mantenendo-lo sano e lucido. L’importante è che non sia balsamico, altrimenti invece di scacciare le mosche e zanzare, le attirate, poiché amano gli odori dolci. Può andare bene sia quello di mele che di vino, ma quest’ultimo è più indicato per il suo odore più forte,mentre il primo è il più delicato anche per il ph; l’unico difetto è che ha una durata di 3/5 giorni, ma diventa troppo aggressivo se applicato troppo spesso.

CitronellaE’ una pianta dello Sri Lanka utilizzata nelle tisane e come rimedi anti zanzare. Nei cavalli, il suo utilizzo è identico a quello dell’aceto, allontanando gli insetti in-desiderati. Mischiando acqua e citronella, con geranio otterremo una miscela fai da te utile ai nostri scopi.

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La ricerca dell’equilibrio, parte I

la giusta sella“Parlare di schiene e di selle somiglia molto al parlare di scarpe e di piedi! Andreste in giro con un paio di scarpe strette? Oppure lunghe, larghe, che insomma, non vi vanno bene? Provate a immaginare un attimo di fare lunghe camminate con un paio di scar-pe strette, o comunque fuori misura! Vesciche, abrasioni, fastidio, sofferenza, DOLORE! Mentre noi abbiamo coscienza di quello che succede, potendo misurarci le scarpe, il cavallo non ha questa fortuna”.

Questa è un’attenta analisi da parte di un saddlemaker, colui che si preoccupa per la nostra comodità in sella e per quella del ca-vallo. E’ l’artigiano del cuoio per eccellen-za, garantendo con il suo lavoro unicità e precisione. Seguiamo quindi passo passo ciò di cui abbiamo bisogno.Nella fig.1 potremmo vedere l’area che in-teressa l’utilizzo della sella, che sia ameri-cana o inglese.

“Una schiena non ben muscolata por-terà il peso della sella e del cavaliere a gravare sulle ossa rischiando di arreca-re danno anche ai muscoli, e al corret-to accrescimento di un giovane cavallo. Quindi è bene iniziare al lavoro un anima-le solo quando è completamente formato (per uno troppo giovane a quelli descritti si aggiungono poi i problemi alle giunture, ma qui parliamo di selle) e dare il tempo al cavallo debilitato di mettersi in forma. Dobbiamo considerare che la schiena è come un ponte, una sorta di passerella so-spesa tra due piloni (gli arti), e noi ci sedia-mo più o meno nel punto più debole. Di qui l’importanza di dare al cavallo il tempo di formarsi, muscolarsi in maniera adegua-ta, e di fare anche un lavoro di rinforzo,

compiendo esercizi adeguati allo scopo, mirati al rafforzamento della schiena: al-ternare il trotto allungato e accorciato, chiedere l’impegno dei posteriori evitando la testa troppo alta o, al contrario, troppo incappucciata, atteggiamenti entrambi che appesantiscono gli anteriori. Con un lavo-ro adeguato (che può essere svolto sia in rettangolo che in percorsi fuori rettangolo) deve tendere a rafforzare la schiena del ca-vallo per dare un adeguato supporto”.Una sella o arcione o Tree si divide in quat-tro parti denominate rispettivamente Arco (Fork), Barre (Bars), una a destra e una a

sinistra, e la Paletta (Cantle).

Fork“Cominciamo dal Fork, l’arco dell’Arcione, ma sarebbe più corretto parlare del Gullet (la gola), cioè la parte inferiore dell’arco: quella che va sulla schiena del cavallo all’al-tezza del garrese, un po’ dietro lo stesso.

L’ampiezza e l’altezza del Gullet determina-no lo spazio a disposizione una volta che la sella sarà stretta. Un Gullet troppo stretto potrebbe avere effetti devastanti. Compri-merà contro le ossa sottostanti la musco-latura del garrese, limiterà il movimento della scapola, provocando pizzicotti al mu-scolo stesso compresso tra ossa e sella!

SEGGIO

QUARTIERE

PALETTA

BACK JOCKEY

SECONDO QUARTIERE

FENDER (STAFFILE)

LACCIO FERMA STAFFE

CINGHIA DELLE STAFFE

PANCA DELLA STAFFA

STAFFA

SOTTOPANCIA

ANELLO DELSOTTOPANCIA

FIBBIA

ARCIONE

ARCODELL’ARCIONE

POMOLO

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Nella migliore delle ipotesi darà fastidio, ma anche dolore forte che può portare ad una atrofizzazione (si presenterà quindi un muscolo del garrese affossato) oltre alla comparsa di ferite con successiva formazio-ne di pelo bianco.In situazioni di questo tipo il cavallo ap-parirà svogliato, faticherà a distendere i movimenti al passo e al trotto inarcando la schiena in una postura ad U anziché, ad arco. Spesso, a fronte di un Gullet stretto si tende a mettere un sottosella più spesso per allontanare la sella dal garrese, ma non ci si rende conto di fare ancora più del male”.

BarsAndiamo poi ad analizzare le altre due par-ti che ci interessa conoscere. Le barre la-terali poggiano direttamente sui lati della colonna vertebrale, quindi va tenuto con-to l’ampiezza della schiena e l’inclinazione trasversale e longitudinale. Un altro aspet-to trascurato da chi utilizza il cavallo solo per uscite in campagna è il tenere conto che un animale destro o mancino avrà una parte della schiena più sviluppato dell’altra, perciò sarebbe buona norma ginnasticare entrambi i lati per eguagliarli. Se ciò viene trascurato, “a lungo andare questo provo-cherà modificazioni nella distribuzione dei pesi e degli equilibri sui quattro arti. Il tut-to può sfociare in zoppie anche difficili da diagnosticare perché gli arti sembreranno apposto oppure ci saranno infiammazioni che verranno curate, ma si curerà l’effetto, non la causa.

CantleParliamo ora del Cantle; per questa è im-portante analizzare la sezione orizzontale della schiena ed è anche importante come la paletta si inserisca nelle barre laterali.Ci vuole un lavoro combinato del Treema-

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ker e del Saddlemaker, per evitare che il ba-ricentro del cavaliere sia posizionato trop-po indietro rispetto a quello del cavallo, gravando quindi sui reni e di conseguenza sulla sua salute. La mancanza di questa co-ordinazione è un difetto di molte selle we-stern a cui il saddlemaker può porre rime-dio con opportune disposizioni del cuoio nella parte interna che io chiamo “l’anima” della sella: una zona che pochi conoscono e che è veramente molto più importante di estetiche accattivanti”.Qualcuno di voi si starà chiedendo sicura-mente se è bene farsi fare una sella su mi-

sura per il proprio cavallo e quanto po-trebbe venire a costare. Rilassatevi! Come per le nostre scarpe, anche il nostro caval-lo sarà in grado di portare selle discreta-mente giuste, con misure medie, senza ac-cusare dolore.Realizzarne una su misura è un compito difficile poiché non tutti i cavalli hanno una schiena che rispecchia uno standard. Ricordiamoci di osservare i segnali che ci mostra il nostro cavallo per poter stabili-re se abbiamo scelto quella giusta o no e, quando cambiamo sella perché quella di prima non andava bene, non aspettiamoci

fotografia di Melis Yalvac

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subito un gran cambiamento nei suoi atteg-giamenti, viste le sue precedenti abitudini.

La nostra è quella giusta?Vediamo come possiamo calcolare se una sella è giusta per il nostro cavallo oppure no. Usando il sistema Crest Ridge, acces-sibile a tutti, prendiamo un filo di rame lungo 27’’ e cinque da 16’’, adatti ad essere manipolati sulla schiena del cavallo e che non si deformino da soli. A quello lungo marchiamo gli altri cavetti da 16’’ nume-randoli per poterli riconoscere e sisteman-doli ad una distanza di 4’’ l’uno dall’altro, lasciando spazio anche da capo e coda.Dopo aver sistemato e modellato quello lungo, uno per volta andremo a sistemare gli altri in base alla conformazione della schiena (fig.8).

Giriamo la nostra sella con il pelo verso l’alto e adagiamo il nostro scheletro della mappatura, da lì potremmo quasi defini-tivamente vedere se il nostro cavallo ha qualche difficoltà (fig.7).

HERMAN OAKCuoio importato

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immagine di feverpaint

Primi passi,

incapezziamo il puledroVedere un puledro in libertà con la mam-ma riempie sempre il cuore di gioia. Quelle gambette lunghe e sottili danno una sensa-zione di fragilità e tenerezza e vedere tutto l’amore di una madre nei confronti del suo puledro ci fa anche un po’ ingelosire.Ma quando si avvicina l’età giusta per ini-ziare ad avvicinarsi al puledro? Anche fin da subito, ma quando sono piccoli dob-biamo ricordarci di non giocare con loro e nemmeno abituarlo a dargli da mangiare dalle nostre mani, per non dargli troppa confidenza che poi si trasformerà in com-portamento scorretto nei nostri confronti. Ricordiamo che per lui dovremmo essere una figura dominante e non il suo compa-gno di giochi.Lo svezzamento di un puledrino in catti-vità può avvenire solitamente dal settimo mese di vita, ma possiamo incavezzarlo già a due mesi, cercando di non creargli stress e di instaurare un rapporto di fiducia.

Approciamoci Prima di tutto dovrete separarlo dalla ma-dre in un box, meglio se nel suo, per avere più spazio e non incappare nella difesa del-la madre. Lasciatelo solo per un po’ prima di entrare con lui, vedrete che cercherà di chiamare il genitore.Quando farete capolino alla porta, un’ al-tra persona cercherà di evitare che il pule-dro esca, aiutandovi nel caso in cui ci fosse un’emergenza.

Portate con voi la cavezza e la lunghina per-ché dovrete dimostrargli che non c’è nulla da temere.Si agiterà, ovviamente, dandovi il posterio-re, e chiamerà la mamma, perciò avvicina-tevi piano porgendogli sempre un vostro fianco, mai la parte frontale. Inducetelo alla calma e non abbiate fretta; allungate le vo-stre mani cercando di accarezzarlo mentre terrete in mano la lunghina e cercate un po’ per volta di toccarlo con l’oggetto iniziando dal posteriore.Salite di volta in volta e appoggiategliela sulla groppa, lasciandogli percepire il con-tatto e seguitelo durante la fuga finché non si renderà conto che non esiste nessun pe-ricolo.Fate di nuovo questa operazione per ancora qualche volta e poi lasciategliela addosso.

Da qui riprenderete ad avvicinarvi cercan-do di mettergliela attorno al collo senza strattonare o fare dei nodi per aiutarvi e, anzi, continuerete ad accompagnarlo nei suoi movimenti dandogli sempre il vostro fianco.Se lui gira voi lo seguite, assecondatelo in ogni cosa e vedrete che si calmerà fino a stare tranquillo. Adesso inizierà la parte più difficile per-ché dovrete misurarvi con lui; anche se ha sempre visto la madre indossarla senza problemi, sentire una pressione dietro alle orecchie fa scattare l’istinto di sopravvi-venza.Aprite la cavezza accanto a lui facendoglie-la annusare tenendo sempre con una mano la lunghina intorno al collo, chiudendogli un po’ di più lo spazio per avere maggior

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controllo. Ecco che qui entra in scena la se-conda figura che fino a quel momento era davanti alla porta. Prenderà la cavezza da una parte e cercherete di infilargliela sul naso. Il puledro si dibatterà e dovrete cerca-re di seguirlo e tenergli su la cavezza finché il cavallo non si calmerà e allora chiudete lo strumento, sfilate la lunghina e fategli qualche carezza, magari anche un premiet-to. Potete lasciargliela indosso tenendolo sott’occhio e quando dovete andare via glie-la togliete per motivi di sicurezza.

La pressione della lunghinaSe provate a tirare il cavallo con la lunghi-na scoprirete che egli non vi seguirà come voi vorreste. Per questo si dovrà insegnare al puledro a desistere dalla tentazione di

fotografia di chalk

tirare indietro per seguire la pressione che sentirà dietro alle sue orecchie.Dovremmo quindi lasciargliela attaccata alla cavezza ogni volta che ci sarà la possi-bilità, ma non dobbiamo dimenticarci che c’è un rischio importante da non sotto-valutare. Se dovesse attorcigliarsi attorno alle gambe dell’animale rischieremo che si faccia molto male. Perciò bisogna infilare la corda in un tubo di plastica semi rigido che avremmo appositamente preparato e glielo lasciamo dentro al box. Il puledri-no, ogni volta che la calpesterà, imparerà a non tirare e ad assecondare la pressio-ne. Proponiamogli questo “giochetto” per qualche giorno e prendiamo la lunghina in mano e cerchiamo di portarlo verso di noi; prima o poi imparerà-

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Parliamo di OnoterapiaSono tanti, sono affettuosi, sono più piccoli di un cavallo, ma sono i più indicati per i bambini e ideali per l’interazione. Sono gli asini utilizzati per l’Onoterapia, un’attività di pet therapy consigliata per rapporti di benessere e fiducia, un triangolo formato da paziente, asino e conduttore, per ripor-tare uno stato malsano ad uno sano o per aiutare a rendere sopportabili alcune pato-logie dell’essere umano che purtroppo sono irrisolvibili.Il termine Onoterapia proviene dal greco onos, che vuol dire asino, e ter’pia, terapia e cura le malattie con un insieme di eser-cizi e rimedi seguiti da figure competenti in grado di quantificare il lavoro che viene svolto per regolare le situazioni in base alle difficoltà. E’ indicata sia per aumentare le capacità comunicative, relazionali e di in-dipendenza dei bambini, sia per risolvere problemi a persone portatori di handicap o con particolari problematiche come tos-sicodipendenza e disturbi della personalità. Incrementa la percezione e verbalizzazione di sentimenti ed emozioni, aiuta nella mimi-ca corporea, nel contatto visivo, autostima,

consapevolezza e il piacere di esserci.

fotografia di velsheda

Perchè l’asinoSpesso viene usato l’asino a differenza del cavallo, non solo per la sua facile gestio-ne da terra, soprattutto per i bambini, ma anche perché ha in sé delle qualità che lo rendono unico nel suo genere. La sua pre-senza elimina ogni forma di stress, facili-tando la comunicazione del paziente con il resto dell’equipe, dando libero sfogo alle sensazioni che prova. In questa pratica in-fatti, vengono coinvolti tutti i sensi e gli stati d’animo anche nascosti imparando a riconoscerli e ad utilizzarli. L’asino inoltre è un animale dolce e sociale,

che ama l’interazione con l’uomo e strin-ge legami di amicizia davvero forti. La sua facile gestione lo rende un animale anche molto prevedibile e lento, utile ad indicare momenti in cui l’animale non è disposto al contatto. E’ anche molto espressivo e il suo carattere estroverso, basato sulla sponta-neità, aiuta la persona a riprendere fiducia in se stessi e a darsi un senso di responsa-bilità. L’ Onoterapia al giorno d’oggi, non è riconosciuta dalla comunità scientifica, ma sta prendendo sempre più spazio nei paesi più sviluppati.

fotografia di Gabri Dreams

fotografia di Spliffy

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L’equipeAbbiamo detto come questa attività sia im-portante da mettere in atto fra istruttore, asino e paziente, ma in realtà, alle spalle di tutto quello che si vede durante un eserci-zio terapico, vi sono persone professionali che vanno dal veterinario allo psichiatra, che programmano un piano di esercizi che varia da persona a persona. Si prevedono, quindi, incontri preliminari, sia per verifi-care da quali basi iniziare, sia per analizza-re il problema e coinvolgere eventualmente altri enti. Il lavoro inizia, quindi, prima an-cora di far interagire i pazienti con l’anima-le e prosegue con esercizi preparatori come l’avvicinamento tramite le coccole, le cure basilari ed esercizi di conduzione , fino ad arrivare con programmi più impegnativi, aumentando destrezza e capacità di rela-zione.

Tutti gli incontri fanno parte di un ciclo, imponendo un approccio graduale all’asi-no, distinguendo due percorsi differenti: il primo si basa sulla spera emotiva e affetti-va e il secondo sulla comunicazione verba-le e non. L’animale scelto per praticare l’ Onoterapia dovrà passare dei test particolari che met-teranno alla prova la sua pazienza e la sua fiducia. Infatti viene insegnato e ricordato che un asino non è da domare, ma sem-plicemente da educare. La figura che lo se-guirà passo passo nella preparazione lo ac-compagnerà anche durante gli esercizi in cui è coinvolto il paziente, instaurando un rapporto di grande fiducia e collaborazio-ne. Per tutti gli appassionati dell’asino ciò è indice della rivalutazione di questo simpa-tico animale e molti preferiscono occupare il giardino con questo beniamino.

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I muscoli del cavallo

MASSETERE

STERNO-CEFALICO

BRACHIO-CEFALICO

OMOTRASVERSARIODELTOIDE

PETTORALE DISCENDENTE

PETTORALE TRAVERSO

ESTENSORE RADIALE DEL CORPO

ESTENSORE DORSALE DEL DITO

ESTENSORE LATERALE DEL DITO

ESTENSORE OBBLIQUO DEL CORPO

ULNARE LATERALE

DENTATO CENTRALE DEL TORACE

PETTORALE ASCENDENTE

ESTENSORE LUNGO DEL DITO

ESTENSORE LATERALE DEL DITO

CORDA DEL GARRETTO

SEMITENDINOSO

GLUTEO BICIPITE

GLUTEO SUPERFICIALETENSORE DELLA FASCIA LATA

OBBLIQUO ESTERNO DELL’ADDOME

FASCIA TORCIDO LOMBARE

GRANDE DORSALE

TRICIPITE BRACHIALE

TRAPEZIO TORACICO

TRAPEZIO CERVICALE

DENTATO DEL COLLO

ROMBOIDE CERVICALE SPLENIO

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Massaggiare per benessere

Un cavallo che pratica sport agonistici va incontro ad attività motorie complesse che in natura si ritroverebbe a fare raramente o con minor sforzo. Questo può influenzare molto la sua capacità muscolare nell’affron-tare un esercizio.Molte volte un cavallo può presentare dei problemi difficili da diagnosticare, causa-ti da attrezzature di addestramento mal utilizzare e il veterinario si vede costretto a chiamare qualcuno che possa risolvere il problema al posto suo senza metodi in-vasivi; la figura del fisioterapista equino è divenuta importante negli ultimi decenni, segno che la gente, al giorno d’oggi, si inte-ressa sempre di più al benessere del proprio animale, cercando di non definirlo più un “mezzo” ma un vero e proprio essere viven-te, un atleta.Questa tecnica di guarigione fu studiata in America dal fisioterapista Jack Meagher ben quarantanni fa. In Italia è stata intro-dotta grazie a chi si è recato all’estero per studiare esclusivamente la metodologia della manipolazione muscolare. Il fatto, però, che non ci siano leggi specifiche che controllino i permessi a questa attività, fa sì che in Italia, ogni privato cittadino può accedere facilmente ai corsi che vengono svolti lungo tutto lo stivale, purché abbia-no una considerevole quantità di denaro da sborsare al momento dell’iscrizione. Se non ci si può permettere di consegnare più di duemila euro di contanti si viene immedia-tamente esclusi dai corsi. Molti altri privati che mettono in piedi una pseudo attività non hanno delle basi veterinarie essenzia-li per lavorare con assoluta completezza intorno ad un cavallo e per poter rendere questo lavoro a tutti gli effetti un Lavoro.Per questo molti veterinari si raccomanda-no di controllare che la persona chiamata a curare il nostro cavallo sia effettivamente

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qualificata o ancora meglio, che sia a sua volta un medico manipolatore. Questo per dare garanzia al proprietario di una reale efficienza lavorativa, trovando eventuali problemi non accomunabili all’apparato muscolo scheletrico. Il massaggio mu-scolare, invece, serve sia nel caso in cui il cavallo abbia delle sofferenze fisiche facil-mente risolvibili, sia perché vogliamo ga-rantirgli un relax prima e dopo lavoro.

Un massaggio ben fatto garantisce i se-guenti vantaggi:- migliora la circolazione sanguigna;- stimola l’ossigenazione;- favorisce l’eliminazione delle tossine e dell’acido lattico dopo una gara o un inten-so allenamento;- ripara i tessuti danneggiati da strappi o contratture;- allunga il tessuto connettivo;- restituisce flessibilità e mobilità ai mu-scoli danneggiati, garantendo le funzioni al cento per cento, aumentando le prestazioni atletiche.

Massaggiamo anche noiUn bravo manipolatore deve imparare a capire quando un cavallo non deve essere massaggiato: quando si presenta una coli-ca, forti dolori, zoppia non controllata da veterinario, gravidanza e forte trauma. Prima di massaggiare un cavallo bisogna essere sempre in due in un luogo familiare e sicuro per l’animale; il suo box sarebbe l’ideale e non devono essere usati sgabelli, sedie o balle di fieno per sollevarsi e rag-giungere punti alti, riuscirete benissimo senza l’ausilio di un oggetto. Avere anche una zona aperta per eventuali fughe e non rimanere fra il cavallo e il muro rispar-mierà incidenti di percorso che potrebbe-ro farci pentire di avere iniziato. Togliete sempre orologi, anelli e collane, indossate i calzari adatti, completate sempre un lato per volta e la seconda persona che è con voi si assicuri di tenere il cavallo non trop-po corto e che non lo distragga dal vostro operato. Devono essere momenti di relax, perciò non usate oli massaggianti e usate repellenti anti insetto naturali.

Entrambe le mani devono essere a contat-to con il cavallo per consentirgli di capire che con noi non corrono nessun pericolo e dovete tenere il busto verso la testa dell’a-nimale se non quando vi sono particolari esercizi sui posteriori o sul fianco. I cavalli che non sono stati mai manipolati potreb-bero non capire quello che gli state facendo e non riuscire a vedere una mano li potreb-be mettere in agitazione, inoltre, ogni razza ha una reazione diversa al nostro tocco; se effettuassimo una lieve pressione su un Pu rosangue Italiano otterremmo quello che si

si chiama “effetto mosca”, perciò, le vostre pressioni cambieranno anche da soggetto a soggetto. Per quanto riguarda la parte del corpo da utilizzare a seconda del mo-vimento o del lato, orientatevi con le im-magini e per riuscire a fare effetto non fate il contrario. E’ consigliabile però guardare prima i movimenti di un massaggiatore e immagazzinare informazioni, anche se farà delle figure diverse da come sono sotto ri-portate. Ogni massaggiatore o fisioterapi-sta sviluppa una sua tecnica con movimen-ti aggiuntivi.

Quando manipolate cercate di capire se il cavallo ha male in uno di questi punti:- Se ha dolore subito dietro il garrese spesso vuole dire che ci sono problemi con la sella.- Una reazione o un abbassamento della schiena appena prima delle reni indica un mal di schiena di origine muscolare, in genere causato da un cattivo stile equestre, da una sella rigi-da, da una mancanza di esercizi di condizionamento e di irrobustimento.- Un dolore sulla sommità della groppa, in genere per una pressione media o alta, indica dolore muscolare nei posteriori.- Osservate lo stato di tensione in corrispondenza del punto estremo del palpeggiamento, all’attacco della coda. Questo può indicare una tensione eccessiva del tendine del garretto.- Un dolore o un fastidio molto evidente in qualsiasi punto del collo o della colona vertebra-le può essere un segno di sublussazione (disallineamento delle vertebre). Se avete qualsiasi dubbio chiamate un chiroterapeuta o un veterinario. Le sublussazioni non rispondono alla terapia muscolare devono essere risistemate da uno specialista adeguatamente qualificato. Tuttavia, il vostro massaggio sarà certamente benefico quando la colonna vertebrale sarà stata curata.

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Fase 1Procedere con entrambe le mani come se stesse accarezzando il cavallo, partendo dalle orecchie e andando verso il resto del corpo. Ciò gli sta suggerendo l’inizio di qualcosa mentre noi useremo questa tec-nica per controllare che non vi siano zone troppo calde o rigonfiamenti che potrebbe-ro causare dolore al cavallo. Coprite tutto il corpo del cavallo mettendo pressione per non essere troppo leggeri e osservate le sue reazioni, vi servirà per capire come potrete muovervi.Fase 2Potete usare anche una sola mano assicu-randovi che l’altra sia appoggiata al collo del cavallo. Esistono tre tipi di pressioni divisibili in fasi:Pressione leggera = 1 chilogrammo;Pressione media = 1,5 – 2 chilogrammi;Pressione forse = 2 – 3 chilogrammi;Cominciate da dietro le orecchie del ca-vallo, appoggiando le dita sulla criniera facendo uso solo del pollice che seguirà la linea sotto l’attaccatura dei crini. Tene-te le unghie corte per evitare di infastidi-re il cavallo, poiché per effettuare questi massaggi dovete applicare pressione solo con la punta della falange. Arrivati davanti alla scapola con pressione leggera tornate dietro le orecchie e ricominciate, stavolta applicando una pressione media e così via. Controllate le reazioni del vostro cavallo e non abbiate fretta, ogni segnale potrebbe indicarvi un problema da risolvere.Fase 3Aprire la mano e le dita ed effettuare una pressione delicata con movimento circo-lare, aumentandola dietro alla nuca se il cavallo non si dovesse allarmare. Questa tecnica usatela sulla ganascia dove si accu-mula molto di più la tensione del cavallo,

soprattutto se si è passato da una testiera con morso a senza, andando dalle guance alle orecchie e viceversa, e date la stessa attenzione con le vostre dita anche sullo sterno e sul costato per almeno un minuto buono. Potete fare questo movimento an-che sulla schiena e sui glutei.Fase 4Mettendo la mano a paletta con tutte le dita aderenti, sfruttiamo il Monte di Venere del nostro palmo per effettuare delle compres-sioni medie a gomito largo. Questo movi-mento sarà difficile da fare inizialmente e molto faticoso, perciò fate molta pratica. Il nostro gomito dovrà tracciare un arco di 90° su e giù; non muovete il polso, è il go-mito a muovere la mano! Si inizia da sotto le orecchie e in un’unica direzione andate verso la spalla, davanti alla scapola, rima-nendo al centro della muscolatura. Dovrete mettere pressione solo quando il vostro go-mito andrà verso il basso per una questio-ne pratica. Tutto ciò per dieci volte.Fase 5Fate lo stesso movimento di prima nella parte muscolosa interna della spalla, dietro alla scapola, evitando di scontrare le ossa. Iniziate per sette volte con pressione legge-ra, media e forte.Fase 6Sempre usando il Monte di Venere ten-diamo il braccio rigido ed effettuiamo una discreta compressione veloce a destra e si-nistra mentre procediamo dall’alto in basso della spalla. Fatelo per almeno otto volte.Fase 7Portiamo le mani nella parte superiore de-gli arti e avvolgiamo i muscoli con i nostri palmi. Con entrambi i pollici molto ravvi-cinati iniziate a premere dalla arte interna e andate verso l’esterno. Ripetete l’operazione tre volte e poi abbassatevi di tre – quattro

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centimetri per ricominciare. Poi usate il Monte di Venere per delle compressioni e avvolgendo la gamba con le dita; anche qui premete solo mentre andate in avanti tor-nando nella posizione di partenza ed effet-tuate un movimento di rotazione del polso verso il mignolo. Entrambi i movimenti fa-teli per cinque volte.Fase 8Usando il Monte di Venere effettuate gli stessi movimenti per il petto e i muscoli anteriori degli arti. Stavolta sarà la mano a tracciare un semicerchio; usate il pollice per creare l’arco e il polso per imprimere la forza. Il resto del braccio si muove poco o niente.Fase 9Torniamo nella parte superiore del corpo e facciamo scivolare piano la mano da dietro al garrese all’altezza dei reni, con una pres-sione media. Appoggiate le dita e mentre andate avanti appoggiate il resto del pal-mo. Quando arrivate a fine corsa sollevate la mano e tornate al punto di partenza per ricominciare. Effettuare questo movimento per almeno una decina di volte.Fase 10Stavolta effettuate il movimento del petti-nare comprimendo sia andando avanti che indietro molto veloce. Ricordate che dovete contare come un movimento solo quando avrete effettuato un “giro completo” (avanti e indietro). Per almeno dieci volte, attenzio-ne alle reazioni del cavallo.Fase 11Iniziate da dietro al garrese senza usare il pollice e usate le punte delle falangi tenendo le dita distanziate. Comprimete solo dall’al-to verso il basso e spostatevi fino ai reni per poi ricominciare da capo. Evitate di rastrel-lare il costato, rimanete lungo la schiena e vedrete che sarà rilassante. Anche questa fase ci aiuterà a identificare dolori.

La sicurezza nella zona posterioreQuando passate alla zona posteriore del corpo del cavallo dovete tenere presente che un animale infastidito o indolenzito, specie in una razza nevrile, è molto più soggetto a calciare, perciò lavorate solo con una mano, mentre il dorso dell’altra, più precisamente le nocche, appoggiatela alla grassella senza metterci troppo peso, ma senza nemmeno sfiorarlo. Nel caso in cui il cavallo decidesse di alzare una gamba, la grassella ci sposterà automaticamente lontano dalla gamba.Fase 12La mano più vicina alla coda andrà sulla grassella, mentre l’altra effettuerà il mas-saggio. Come per il pettinare ponetevi sulla parte superiore del gluteo, sopra la punta dell’anca, e andate verso l’alto prima con le dita mettendo sempre più palmo e compri-mete sia a salire che a scendere, spostan-dovi fino alla coda. Per avere effetto dovete mettere buona forza poiché la groppa è pie-na di fibre muscolari.Fase 13Se il cavallo ve lo permette ed è abbastan-za rilassato sollevate leggermente la coda ed effettuate delle spazzate con le mani parallele sia sopra che sotto lungo tutta la parte terminale della spina dorsale. Infi-ne prendete i crini e allontanandovi tirate piano verso di voi la coda, non dietro, ma lateralmente, per qualche secondo. A volte potrete sentire degli scrocchi, non dovete preoccuparvi.

Lo stretchingCome per l’uomo lo stretching è impor-tante a livello muscolare, mette in evidenza carenze di flessibilità e porta dei grandi be-nefici, ma fateli solo dopo un massaggio e il cavallo quindi è caldo. Rispettate il cavallo e i suoi limiti, soprattutto le prime volte e non pretendete che si allunghi troppo.

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Fermatevi immediatamente se vedete del-le insofferenze da parte del cavallo e non tirate, conquistate la sua fiducia un po’ per volta. Come per il massaggio, non effettua-te lo stretching se il cavallo soffre di zoppia. Successivamente tenete una mano sotto al ginocchio e afferrate lo zoccolo dal pasto-rale per portarlo avanti al ginocchio molto piano(altri dieci secondi), sempre allineato al posteriore e sostenete sempre il ginocchio altrimenti danneggiate il cavallo. Finito il movimento non lasciate mai cadere la gam-ba a terra ma portatela voi al proprio posto.AnterioriSollevate un arto anteriore alla volta come se volete pulire gli zoccoli e afferratelo con una mano per il ginocchio mentre l’altra continua a tenere lo zoccolo. Lentamente e delicatamente fate dei picco-li circoli non più grandi di un piattino sia in sento orario che antiorario per qualche giro e poi sollevate la gamba tenendo il gi-nocchio con entrambe le mani e portatelo avanti. Sostenetelo per almeno dieci secondi alline-andolo al posteriore e sentirete che il cavallo rilascerà da solo la spalla.

PosterioriSollevate appena l’arto posteriore dallo zoccolo e quando effettuate i piccoli cir-coli assicuratevi di essere molto vicini al suolo. Cercate di sentire il cavallo che vi dirà se è pronto per procedere. Ripor-tate gentilmente la gamba a terra e fate una piccola pausa prima di procedere.Ri-sollevate l’arto ed effettuate di nuovo dei piccoli circoli, poi estendete gentilmente la gamba posteriormente, sostenendo la parte anteriore del pastorale. Questa volta dovrete portarvi dietro al cavallo quindi fate attenzione, tenendo sempre lo zocco-lo vicino al terreno e allineato con l’ante-riore. Quando riponete la gamba al suo posto fate una leggera pressione sul gar-retto per agire sul resto dell’arto.ColloUsate una bella leccornia per aiutarvi nel lo stretching che riguardano i muscoli su-periori.Posizionatevi all’altezza della scapola e fate da “ostacolo”. Il cavallo farà un flessio-ne del collo rimanendo fermo, muovendo solo la testa dal vostro lato fino al costato; prima di dargli il premio aspettate qual-

che istante, ma vedrete che le prime volte, il cavallo cercherà di muovere i piedi per rag-giungere il cibo. Non deve farlo altrimenti non serve a nulla! Fate la stessa manovra dall’altra parte e poi avvicinate la carota a terra, e quando il cavallo avrà flesso, portate la carota nello spazio delle gambe. Insiste-te sul vostro esercizio perché il cavallo non deve muovere le gambe. Di volta in volta cercate di fare allungare un po’ di più il ca-vallo, fino a mettergli la testa fra le ginoc-chia, allora avrete raggiunto il vostro scopo. Fate si che questi esercizi diventino un gioco per divertirvi entrambi.Almeno un massaggio a settimana sarebbe benefico per ogni cavallo da competizione e più imparate con la pratica, più avranno effetto le vostre manipolazioni. Cercate un ambiente tranquillo e fate tutto ciò senzafretta, altrimenti rimandate. Per ogni dub bio contattate il vostro veterinario o il vo-stro mentore fisioterapico. Assicuratevi che la vostra sella calzi bene, che non sia trop-po grande, e che non sia troppo rigida, e se potete , tenete il vostro cavallo in paddock tutti i giorni, poiché del buon movimento fa sempre bene al fisico e scarica la tensione.

Controllate sempre il bilanciamento del peso sugli zoccoli, poiché diversi problemi fisici sono dati spesso da sbagliate ferratu-re o sensibilità ai chiodi; i cavalli sferrati guariscono a livello muscolare molto più in fretta rispetto a quelli ferrati e se lavorate con l’animale riunito avrete meno proble-mi. Se non siete capaci di usare le redini di ritorno, fatene a meno visto che causano molti strappi nella regione dei glutei e della schiena.

Come probabilmente avremo detto, prima di effettuare queste manipolazioni, osser-vate almeno una volta un professionista, memorizzandovi i particolari e magari as-similando nuove tecniche che potrete effet-tuare anche voi senza creare danni. Sta cre-scendo sempre di più il numero di cittadini responsabili, che senza un titolo veterinario si affidano a corsi per praticare i massaggi sportivi, i quali, a differenza della fisiotera-pia, crea benessere al nostro cavallo. Ma, ri-petiamo, i massaggi sono una cosa, la fisio-terapia un’altra, perciò, se il vostro cavallo deve riabilitarsi dopo un’ trauma, affidatevi a chi possiede il meritato titolo veterinario.

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Pepito O LenaColore: Baio

Data di nascita 1997Documenti ufficiali AQHA

Az. agr. Bongiorni Elisabettastrada Torrazza Coste n.19

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Tasso di monta: 500,00 € più ivaTelefonare al numero 339/2454560

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